Local newspapaer | L' isola delle balene | Pesaro, Italy

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DI UNA

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L ’ id io t a D E L M O T O R E A C C E SO

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Indovina la vetrina Buona Stampa - Libreria Coop - Catalogo - Barbiere

a

› A.Rahimi › M.Toya › N.Revellin › G.Pesce › F.A.Yates › G.Ambrosini

b Educazione siberiana Caduta libera La bellezza e l'inferno La Russia di Putin Per questo Nel mare ci sono i coccodrilli Terra e cenere Finchè avrò voce Le due guerre Senza tregua L'arte della memoria La costituzione spiegata ai miei figli

c › A.Vauchez › P.Brosio › Padre Livio › J.Ratzinger › H.Kung › S.Gaeta › F.Sciarelli › L.Zanarolo › S.Borgonovo › L.Ricolfi › P.Panerai › J.Saramago

› O.Paz › I.Brodskij › P.Citati › R.Bolano › E.White › Orwell › D.Kis › Album Pasolini › W.Carter › V.Polonskaja › D.Sandison › D.Porzio

Una terra, quattro cinque mondi Profilo di Clio Vita breve di Katherine Mansfield Tra parentesi La doppia vita di Rimbaud I maiali e le libertà Homo Poeticus Proust in love Il mio Majakovskij Jack Kerouac Jorge Luis Borges

d Francesco d'Assisi A un passo dal baratro I segreti di Medjugorje Stella di speranza Ciò che credo L'enigma del volto di Gesù Il mostro innocente Il corpo delle donne Attaccante nato Illusioni italiche Lampi nel buio Caino

› C.Shine › K.Pasha › J Ford › A.Camilleri › C.Fruttero › G.Carofiglio › C.Dunne › J.Saramago › N.Mohamed › J.Rollins › C.O'Connel › K.Wishnia

• la puzza •

l’Isola delle balene

Abbina questi titoli alla vetrina della libreria a cui appartengono

› N.Lilin: › N.Lilin: › R.Saviano › A.Politkovskaja › A.Politkovskaja › F.Geda

LA FORMA

Sulla strada di una identità culturale persa negli anni, inarcata e debolmente tesa fra piccole e troppo fragili costruzioni sugli spazi dell’arte, della musica, del mercato, della gastronomia, rialza la testa la forma di una cittadinanza.

CITTADINANZA

Il territorio di Pesaro. Un litorale di calibrate armonie tra terra e mare: perché i bambini che nascono a Trento vengono accompagnati sulle montagne ed educati alla conoscenza dei fiori, delle piante, degli alberi della loro terra, e i nostri bambini sanno a mala pena distinguere una seppia da un polipo e solo grazie a Carducci imparano che cosa sia il maestrale?

Libreria Zazie - Fano Negri froci giudei & co di Gian Antonio Stella, Rizzoli, 2009

Graffiante, acido, ironico, il libro, quanto sensibile alle mutazioni sociali l'autore.

I neri puzzano al naso dei bianchi, i bianchi risultano stomachevoli al naso degli asiatici, gli stessi italiani sembravano puzzare per i viaggiatori dell’Ottocento: il tanfo come utile motivo di conflitto alle radici del confronto con l’altro.

Il Catalogo secondo Giovanni - Pesaro La discarica di Paolo Teobaldi, e/o, 2002

E’ maschile. Ma finisce per “a”. Infatti, l’idiota - intendo l’idiota del motore acceso non sempre maschio o sempre femmina. E’ idiota. Se è una lei, è di quelle che accendono una sigaretta così, per darsi un tono, ma senza mai portarla alla bocca. La posizione rimarrà questa: il gomito appoggiato sul tavolino, il palmo della mano aperto, le dita stringono il cilindretto velenoso il fumo si dirige scientificamente su chi, seduto lì dietro - ignaro vorrebbe solo mangiare o bere o prendere il sole. Lei - statene certi - se deve andare in farmacia parcheggia lì davanti e l’auto non la spegne, lasciata in doppia fila. Non la spegne, no per via della dolce indifferenza che prende chi pensa che non c’è stato nessuno, prima di lui e nessuno ci sarà, dopo. Nel mondo, intendo. E così... perché darsi pena per un motore acceso? Lui. Ha un‘auto. Grossa. Diesel. E’ preciso. Meticoloso. Il diesel va scaldato. Giusto. Così arriva all’edicola. L’idiota del motore acceso. Scende, compra il giornale, le figurine per i bambini. Due chiacchiere col giornalaio. Anche quattro. Poi va a comprare le sigarette. Giusto. L’auto è sempre in moto. Quasi silenziosa. Quasi. Che meraviglia la tecnologia! Inquina ma, senza farsi sentire. Ora lui è tornato. Ha le sigarette in mano e il giornale e le figurine. La sua auto è avvolta in una nuvola grigia. Quella che respiro io, con lui. Oh grazie, grazie, idiota del motore acceso grazie a te mi sento più vicino a Dio. Spero nel paradiso. Spero almeno lì, tu non ci sarai.

Il Catalogo secondo Giovanni - Pesaro La discarica di Paolo Teobaldi, e/o, 2002

I neri puzzano al naso dei bianchi, i bianchi risultano stomachevoli al naso degli asiatici, gli stessi italiani sembravano puzzare per i viaggiatori dell’Ottocento: il tanfo come utile motivo di conflitto alle radici del confronto con l’altro.

L ’ id io t a D E L M O T O R E A C C E SO

Graffiante, acido, ironico, il libro, quanto sensibile alle mutazioni sociali l'autore.

Non è la forma di una lotta politica, né la forma di una malcelata brama di favori e poteri personali. Non è la forma di un nuovo snobismo intellettuale. E’ la forma della cittadinanza. La consapevolezza di appartenere ad una cultura, a quella e non a un’altra, la cultura che è l’identità stessa delle persone e dei luoghi. Ryszard Kapuściński nel suo In viaggio con Erodoto scrive: l’uomo non solo crea una cultura e la abita, ma anche la porta con sé: l’uomo è la cultura. Noi siamo … chi? Noi, chi siamo? Poche parole non basteranno - giusto qualche domanda, legittimata solo dall’urgenza del pensiero. LA MUSICA a Pesaro. Potrà questa musica essere la stessa che a Bologna o a Macerata? Chiusa nella rocca sfarzosa e mirabile del Rof, Pesaro invita con pregio spettatori da ogni parte del mondo e non invita Rossini nelle case dei pesaresi: perché non siamo cresciuti sapendo dove abitavano i genitori di Gioachino, e cosa accadde quando tornò al Teatro del Sole per la Gazza Ladra, nella città che lui amava e lo adorava come un eroe? L’arte a Pesaro. Il sentimento di questa terra, che gli artisti di ogni tempo hanno fatto fiorire sulle loro tele, e che vive nella grande tradizione della Scuola del Libro, nella fervida ed eccezionalmente ricca attività dei nostri illustratori: perché i loro nomi si perdono nella memoria dei più, e vengono chiamati ad esprimere e cimentare altrove il proprio ingegno?

Libreria Zazie - Fano Negri froci giudei & co di Gian Antonio Stella, Rizzoli, 2009

Il territorio di Pesaro. Un litorale di calibrate armonie tra terra e mare: perché i bambini che nascono a Trento vengono accompagnati sulle montagne ed educati alla conoscenza dei fiori, delle piante, degli alberi della loro terra, e i nostri bambini sanno a mala pena distinguere una seppia da un polipo e solo grazie a Carducci imparano che cosa sia il maestrale?

E’ maschile. Ma finisce per “a”. Infatti, l’idiota - intendo l’idiota del motore acceso non sempre maschio o sempre femmina. E’ idiota. Se è una lei, è di quelle che accendono una sigaretta così, per darsi un tono, ma senza mai portarla alla bocca. La posizione rimarrà questa: il gomito appoggiato sul tavolino, il palmo della mano aperto, le dita stringono il cilindretto velenoso il fumo si dirige scientificamente su chi, seduto lì dietro - ignaro vorrebbe solo mangiare o bere o prendere il sole. Lei - statene certi - se deve andare in farmacia parcheggia lì davanti e l’auto non la spegne, lasciata in doppia fila. Non la spegne, no per via della dolce indifferenza che prende chi pensa che non c’è stato nessuno, prima di lui e nessuno ci sarà, dopo. Nel mondo, intendo. E così... perché darsi pena per un motore acceso? Lui. Ha un‘auto. Grossa. Diesel. E’ preciso. Meticoloso. Il diesel va scaldato. Giusto. Così arriva all’edicola. L’idiota del motore acceso. Scende, compra il giornale, le figurine per i bambini. Due chiacchiere col giornalaio. Anche quattro. Poi va a comprare le sigarette. Giusto. L’auto è sempre in moto. Quasi silenziosa. Quasi. Che meraviglia la tecnologia! Inquina ma, senza farsi sentire. Ora lui è tornato. Ha le sigarette in mano e il giornale e le figurine. La sua auto è avvolta in una nuvola grigia. Quella che respiro io, con lui. Oh grazie, grazie, idiota del motore acceso grazie a te mi sento più vicino a Dio. Spero nel paradiso. Spero almeno lì, tu non ci sarai.

CITTADINANZA

Sulla strada di una identità culturale persa negli anni, inarcata e debolmente tesa fra piccole e troppo fragili costruzioni sugli spazi dell’arte, della musica, del mercato, della gastronomia, rialza la testa la forma di una cittadinanza.

DI UNA

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Non è la forma di una lotta politica, né la forma di una malcelata brama di favori e poteri personali. Non è la forma di un nuovo snobismo intellettuale. E’ la forma della cittadinanza. La consapevolezza di appartenere ad una cultura, a quella e non a un’altra, la cultura che è l’identità stessa delle persone e dei luoghi. Ryszard Kapuściński nel suo In viaggio con Erodoto scrive: l’uomo non solo crea una cultura e la abita, ma anche la porta con sé: l’uomo è la cultura. Noi siamo … chi? Noi, chi siamo? Poche parole non basteranno - giusto qualche domanda, legittimata solo dall’urgenza del pensiero. LA MUSICA a Pesaro. Potrà questa musica essere la stessa che a Bologna o a Macerata? Chiusa nella rocca sfarzosa e mirabile del Rof, Pesaro invita con pregio spettatori da ogni parte del mondo e non invita Rossini nelle case dei pesaresi: perché non siamo cresciuti sapendo dove abitavano i genitori di Gioachino, e cosa accadde quando tornò al Teatro del Sole per la Gazza Ladra, nella città che lui amava e lo adorava come un eroe? L’arte a Pesaro. Il sentimento di questa terra, che gli artisti di ogni tempo hanno fatto fiorire sulle loro tele, e che vive nella grande tradizione della Scuola del Libro, nella fervida ed eccezionalmente ricca attività dei nostri illustratori: perché i loro nomi si perdono nella memoria dei più, e vengono chiamati ad esprimere e cimentare altrove il proprio ingegno?

LA FORMA

Tutto da capo La madre di tutti i credenti Il gusto proibito dello zen zero Il nipote del Negus Mutandine di Chiffon Le perfezioni provvisorie Donna alla finestra Caino Mamba boy La chiave dell'apocalisse La donna che leggeva la morte Il quinto servitore

L'ambra grigia è una sostanza fortemente odorosa prodotta dall'intestino dei capodogli ed è utilizzata per la realizzazione di profumi.

IL Canto

delle balene l’Isola delle balene è il nome collettivo di una voce dissonante. L’Isola delle balene è come ci piacerebbe che fosse un giornale sulla città, un luogo di tanti luoghi dove è possibile trovare curiosità, riflessioni e informazioni che riguardano Pesaro, ma anche notizie e avvenimenti che vengono da altri posti del

bile e ogni numero è dedicato ad un tema che guida la scelta degli articoli e l’orientamento delle rubriche e degli interventi. Il tema può arrivare dalle urgenze d’attualità o dalle più diverse ispirazioni. Il primo numero si occupa della puzza – della puzza di bruciato, di quella del benzene delle cisterne Amga del Benelli 2, e poi * LA PUZZA la puzza sotto al naso di signori Ogni uscita dell’Isola delle Ba- avvitati alle poltrone, quella lene è irregolare e imprevedi- degli scarichi delle auto, ecc. ...

mondo, perché pensiamo che dare un’occhiata agli altri sia un bel modo per guardare meglio noi stessi. L’Isola delle balene è la possibilità di fermarsi a pensare, è la voglia di trovare parole per condividere la percezione delle cose, delle persone – del mondo.

* Benelli 2 Una storia in...Finita? L’area ex Amga (via Morosini-via del Lazzaretto) è protagonista di un lungo iter burocratico, che la porta all’ edificabilità e all'attuale uso, che si snoda lungo i mandati dei sindaci Giovanelli e Ceriscioli. Nei giorni di festa della Pasqua 2010, gli abitanti della zona di via Morosini denunciano la presenza nell’aria di odori sgradevoli. Tutti sono costretti a rimanere in casa a finestre chiuse, molti accusano malori e si rivolgono al pronto soccorso e ai vigili urbani che tuttavia non intervengono, forse ritenendo la cosa frutto di una allucinazione collettiva. Le proteste non si fermano e con un certo ritardo le autorità prendono in considerazione la denuncia di qualcuno che mette in relazione i miasmi rilasciati dal cantiere (di proprietà delle ditte Arco Vallato, Adriatica Costruzioni, Immobiliare CM, Carnia, Edilgruppo) con il massiccio via vai di camion carichi di detriti osservato in quegli stessi giorni.

Le indagini rilevano la rottura di vecchie cisterne usate per lo stoccaggio di gasolio e gas combustile derivati del carbon fossile. Il materiale inquinante, residuo delle cisterne, non è stato conferito come da legge in discariche per rifiuti speciali (il cui trattamento è molto costoso), ma scaricato nei dintorni di Fano, senza seguire i criteri di legge, in due cave e un laghetto, di proprietà di Stefano Penserini e Taus. Pare che l'amministrazione e l'assessore all'ambiente cerchino di affrettarsi a dimostrare che non c'è pericolo per la salute, e anche che le eventuali colpe provengono da un lontano passato, chissà perchè... (Fonte: stampa locale)

Il canto delle balene consiste in una serie di suoni prodotti dalle balene per poter comunicare. La parola "canto" è usata in particolare per descrivere il campione di suoni prevedibili e ripetibili prodotti da determinate specie di balene (specialmente la megattera, Megaptera novaeangliae) in un modo che ai cetologi ricorda il canto umano.

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• la puzza •

l’Isola delle balene

- 1995 -

Le nanopolveri (ancora più piccole) arrivano a penetrare nelle cellule, rilasciando direttamente le sostanze trasportate. Studi epidemiologici  confermano  che  le  emissioni inquinanti aumentano il rischio di morte e determinano un aumento della mortalità infantile.  Secondo il Commissario UE per l’ambiente, Janez Potonik, “L’inquinamento atmosferico causa ogni anno più di 350.000 morti premature in Europa”. In Italia sono ancora troppi i luoghi dove, per ogni 10 000 abitanti, più di 15 persone muoiono prematuramente solo a causa del particolato. Questa cifra, per una città come Pesaro, vale 135 morti l'anno. Secondo i dati di uno studio dell’Apat e dell’Oms del 2006, nelle città italiane il Pm10 è la causa di morte di circa 8 mila persone all’anno. In Italia il triste primato di morti per inquinamento va alla Lombardia.

progetto, e ora volevano triplicare la cubatura? E poi, che tre palazzi enormi, in centro, erano una cosa sproporzionata. Chi lo avrebbe detto alla gente? Per un momento pensò che l’ingegner Della Casa avesse spiato i suoi pensieri, perché con un sorriso accattivante che chiedeva complicità stava dicendo: “...e poi non cominciate a rompere i coglioni con la storia dei parametri, un parcheggio ogni tanti metri di appartamenti e uffici, eccetera. Sapete che è una stronzata che ci farebbe perdere un sacco di soldi.” Pausa. “Va bene” la voce era un filo, sottile come la brezza che aveva soffiato costante fino a quel momento. “Dovresti essere contento invece di avere quella faccia! - l’ingegnere era eccitato, la buona conclusione dell’affare lo aveva portato su di giri - Aspetta qui, scendo a prendere uno sciampagnino che avevo messo in fresco, bisogna festeggiare questo momento storico...” Era passato qualche minuto da quando Della Casa era andato sottocoperta e il sindaco era rimasto in compagnia dei suoi pensieri. Aveva percepito vagamente che l’altro era sceso a prendere qualcosa da bere. Aspettò ancora un po’. “Gianni!” disse sforzandosi di alzare la voce. Era ancora intorpidito, aveva involontariamente assunto una posizione infagottata sulla poltroncina e solo ora si stava rendendo conto di quanto stesse scomodo. Da giù non proveniva suono. Allora si alzò, approfittandone per sgranchire un po’ i muscoli contratti, e si avvicinò alla scaletta gridando verso il boccaporto: “Gianni! Sei vivo?” il sarcasmo testimoniava che il sin daco aveva ritrovato un contatto più lucido con la realtà. Cominciava a preoccu-

- 2012 Pesaro è una città abbastanza inquinata, ma con problemi - come si diceva - relativamente piccoli, almeno fino ad oggi. Oggi si inaugura, alla presenza delle autorità, il “Non Cemente”, la controversa opera residenziale voluta dall’ingegner Della Casa, morto qualche anno fa d'infarto nel corso di una sventurata gita in barca con l’al-

LEGGI, SFORAMENTI E SANZIONI La legge prevede per le polveri sottili un limite giornaliero di 50 μg/m3 da non superare per più di 35 volte in un anno. Dal Febbraio 2010 il limite è di 20 µg/m³ e soli 7 sforamenti consentiti in un anno. A Milano il procuratore ha iscritto nel registro degli indagati il governatore della Lombardia, Roberto  Formigoni,  il  sindaco  della  città,  Letizia Moratti,  e  il  presidente  della  Provincia  meneghina, Guido Podestà. Gli avvisi di garanzia sono arrivati in base all’art. 674 c.p. intitolato “Getto pericoloso di cose in luogo pubblico”. La Commissione Europea ha avviato una procedura di infrazione nei confronti del Governo italiano  dopo  aver  constatato  l’inesistenza  di  un Piano Nazionale e bocciato quasi tutti i Piani Regionali e Comunali di risanamento dell’aria. L’Italia  rischia  così  un  deferimento  alla  Corte  di giustizia, che potrebbe finire con multa da milioni di euro che pagheremo con le nostre tasse. A febbraio  2010  risale  l’ultimo  avvertimento  con  il quale la Commissione concede all’Italia 60 giorni per dimostrare di essere in grado di far rispettare i valori limite per il PM10 a partire dal 2011.

pre più insistenti e organizzate degli abitanti della zona, proteste che via via si sono allargate a tutta la città. Ci sono stati sit-in, interpellanze al nuovo sindaco, sono nati comitati, tutto ciò dopo che l’opinione pubblica si è resa conto dell’impatto che i tre palazzi avranno sulla qualità dell’aria e della vita. Per non parlare delle ripercussioni sul traffico già caotico. Dove si metteranno tutte quelle auto? Inoltre, da qualche mese, si è cominciato a notare che i palazzi sono talmente alti da influire sul clima. In gran parte del centro non si vede più la luce del tramonto perché dalle tre del pomeriggio il sole non c’è più. Tutti si lamentano, pochi si erano resi conto prima d'ora del ruolo che gioca la luce del sole nella nostra vita, un ruolo vitale che influenza l'umore e il nostro rapporto col mondo. E la luce del tramonto è ancora più importante, perché dice all'orologio che sta dentro al nostro cervello di prepararci alla notte, al riposo. Questo orologio biologico adesso ha preso a funzionare male in molti abitanti del centro, soprattutto nei bambini che si ammalano più spesso di prima. Si alzano anche le grida preoccupate degli operatori turistici - quella turistica si dice sia la vocazione della città - ad aumentare il clima di tensione. Ci si chiede allora di chi sia la colpa e c'è chi impreca e si abbandona a minacce, ora contro il nuovo sindaco, ora contro la classe politica al completo, ma si scopre che tutte le licenze, le concessioni e i permessi sono stati rilasciati molto tempo prima, nel silenzio e nel disinteresse generale. È tutto a posto, tutto regolare... la legge e il diritto parlano chiaro e blindano i progetti approvati. La nuova consapevolezza crea un’angoscia che rende esitante il tono delle voci. “Che succederà ora?” Così si uccide un tramonto. Dicono si chiami democrazia. da Nero Marche - ed. Ennepilibri, 2007- Per gentile concessione dell’autore e dell’editore Il riferimento a fatti e/o persone realmente esistiti è puramente casuale

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LE LIBRERIE: IL CATALOGO ZAZIE

“Scendo giù”. Aveva infilato la passerella della barca in tutta fretta e senza guardarsi intorno era sceso sottocoperta. Non sembrava l’ospite di una gita in barca. L’ingegner Della Casa, proprietario del piccolo ma elegante yacht, non rispose alla frase che - nei modi spicci dell’altro - aveva avuto funzione di saluto. Accese il potente motore che cominciò a borbottare a basso regime conducendo dolcemente la barca fuori dal porto. La giornata era limpida, il mare leggermente toccato da una brezza da fare invidia a chi era rimasto in città. Mentre la barca si spingeva al largo, ci si poteva girare a guardare il profilo della città, le case, il porto, le spiagge. Andando con lo sguardo verso Cattolica la costa diventava irta, scoscesa e verdissima, trasformata molti anni prima in parco naturale e quindi quasi protetta dall’assalto speculativo; così bella che il tenore più famoso e ricco del mondo se n’era comprata una fetta, comprensiva di una grande casa. Guardando verso sud invece, si poteva vedere Fano, così vicina che sembrava di toccarla, mentre più in là si riusciva a vedere il profilo imponente del monte Conero, distante sessanta chilometri. Arrivati qualche miglio al largo, l’ingegnere, spento il motore, gettò l’ancora. “Puoi salire!” gridò all’uomo sotto coperta. “No, scendi tu!” “Non siamo ridicoli! Sei coperto come un palombaro e siamo in mezzo al mare, chi vuoi che ti veda?” L’altro si affacciò dalla scaletta. “A me il mare mi ha fatto sempre schifo...” “Detto dal sindaco di una città di mare...” “Chi se ne frega del mare!” L’ingegnere non fece fatica a capire che il sindaco era nervoso, e non solo perché si trovava in mezzo ad un ambiente che sentiva ostile e sconosciuto. “Ho capito, veniamo al sodo. I miei accettano di aumentare la vostra parte al sei per cento ma in cambio...” Lasciò il discorso in sospeso, cominciando a “fare su” una cima in maniera esperta, come un vero marinaio. “In cambio che cosa? Non siete ancora sazi?” “Calmati... è un affare anche per voi, avrete il sei invece del cinque come avete chiesto, ma di una torta più grossa. Ci guadagnate molto di più.” “Spara. Cosa volete?” “L’ex manicomio, il vecchio carcere minorile e la ex caserma.” “Cooosa? È mezza città! Siete impazziti?” “No, sappiamo di cosa avete bisogno... noi ce l’abbiamo, e vogliamo cogliere l’occasione per ridisegnare il profilo di questa città. A proposito, ancora una cosa, anzi, due...” Il sindaco, che aveva in testa un cappello da pescatore color nocciola e portava una camicia di jeans e dei pantaloni sportivi kaki, taceva e guardava davanti a sé attraverso gli occhiali scuri, ma sicuramente non stava guardando l’orizzonte verso la Jugoslavia, dritto che sembrava un taglio fatto col bisturi. Stava guardando ciò che stava per diventare la sua vita. E se stesso. In cuor suo aveva temuto che sarebbero arrivati a quel livello di pretese e non era sorpreso, solo che era stato più facile raccontarsi che forse si sarebbero accontentati. Ora era in mezzo al gioco, un gioco a cui si era prestato consapevolmente e d’accordo con Roma, ma era comunque un colpo duro. Per un attimo gli passarono davanti gli anni della giovinezza, la politica come passione, la militanza. Era saggio e accorto anche da ragazzo, ecco perché aveva bruciato le tappe nel partito. E comunque era

Sono  particelle  microscopiche  (diametro10 micron - 2,5 micron) derivate da processi di combustione  (motori,  impianti  di  riscaldamento, attività industriali, inceneritori e centrali  termoelettriche),  usura  di  pneumatici, freni ed asfalto. Provocano patologie acute e croniche  dell'apparato  respiratorio  (asma, bronchiti, enfisema, allergia, tumori) e cardio-circolatorio  (infarto  del  miocardio  e ictus); possono anche avere impatti sull’apparato riproduttivo.

Olbia dall'1/1/2010 al 30/4/2010 dati incompleti, a marzo solo uno sforamento Siracusa 26 sforamenti

lora sindaco Vecchi. Ed è appunto l'onorevole Vecchi invitato oggi a scoprire una targa ricordo per l'ingegnere, voluta dal gruppo degli amici e colleghi imprenditori edili. Il nome dell’opera allude al ricorso di particolari materiali, rispettosi - si dice - dell’ambiente e in generale alla grande attenzione ai problemi ecologici, per cui sono stati piantati persino alcuni alberelli. La costruzione del complesso edilizio è stata però travagliata da numerose pause dovute alle proteste sem-

L’Isola delle balene nasce dall’incontro di un gruppo di cittadini raccolti attorno alle riflessioni sull’apertura di una libreria Coop a Pesaro.

COSA SONO PM10 e PM 2,5 Particulate Matter: polveri sottili.

Dati Arpa per il 2010 Pesaro dall'1/1/2010 al 30/4/2010 Via Montegrappa (area urbana, con molto traffico)  28 sforamenti con un massimo a 87,2 il 29\1 e con media 41,1 Via Scarpellini (fondo urbano, con poco traffico) 12 sforamenti con un massimo a 65,3 il 18/1 e con media 34,3

LE BALENE: F.CAMPI A.MARZI F.TAMBURINI A.ZUCCHI

INQUINANTI, LEGGI E DANNI ALLA SALUTE

Dati Legambiente per il 2009 Olbia 30 sforamenti Pesaro 44 sforamenti Siracusa (record negativo) 302

IL GRAFICO: F.FLAMINIO

MORTE DI UN TRAMONTO

“Ti stavo dicendo - il sindaco ebbe un piccolo sussulto, come risvegliandosi da un torpore - che c’è ancora una questione da chiarire: dobbiamo aumentare la cubatura del Non Cemente. I piani, col progetto revisionato, diventano tredici invece di cinque. Ovviamente, i posti auto rimangono gli stessi”. “Ma come?” pensò - le parole dell’obiezione che avrebbe voluto fare gli rimbombavano in testa. Avrebbe voluto dire a voce alta quel pensiero, dire che i parcheggi erano insufficienti anche col vecchio

parsi; era strano quel ritardo, ma disse fra sé e sé che forse l’altro aveva approfittato della discesa per andare in bagno. Aspettò ancora per qualche secondo, poi, con un misto di curiosità e inquietudine scese la scaletta cercando dentro con lo sguardo attraverso il vetro del tambuccio. Divanetti di pelle chiara arredavano un ambiente di grande eleganza reso più suggestivo dall’effetto giocato dalla geometria degli oblò, che sembravano tanti quadri iperrealisti sul tema del mare. Tuttavia la luminosità era molto inferiore a quella a cui i suoi occhi si erano abituati in coperta e pur vedendo, avanzò con circospezione, dirigendosi verso quella che pensò essere la porta della cambusa. Lo vide subito. Era disteso, ventre a terra, in una posizione innaturale, con la faccia piegata da una parte. Due flûte erano appoggiati sul piano cucina, mentre una bottiglia di champagne era rotolata poco più in là, ancora intatta. “Cazzo.” Ebbe la sensazione che il sangue gli uscisse tutto insieme dalle vene togliendogli le forze. Istintivamente si avvicinò, gli prese il polso come aveva visto fare da qualche parte. Non sentiva niente. “Cazzo no!” Della Casa - il noto imprenditore edile - era morto stecchito e lui, il sindaco, era lì, sul suo yacht, in mezzo al mare, da solo. E non sapeva nuotare.

LA TIPOGRAFIA: DIPIAI

Voce del verbo governare, al tempo presente: Io governo tu costruisci egli compra noi guadagniamo voi ci votate essi respirano, polvere e veleno.

uno che ci aveva creduto. Non si ricordava più come ci fosse finito su quella barca, si sentiva stanco, sapeva che avrebbe dovuto dire di sì a tutte le richieste e che anche da Roma, i “suoi” gli avrebbero detto di accettare. Doveva solo dire di sì a tutti, non era difficile.

lisoladellebalene@gmail.com

Declinazioni verbali da sindaco di una città che sprofonda negli interessi dei singoli.

DATI PESARO E ALTRE CITTA' SIMILI


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