DI UNA
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L ’ id io t a D E L M O T O R E A C C E SO
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Indovina la vetrina Buona Stampa - Libreria Coop - Catalogo - Barbiere
a
› A.Rahimi › M.Toya › N.Revellin › G.Pesce › F.A.Yates › G.Ambrosini
b Educazione siberiana Caduta libera La bellezza e l'inferno La Russia di Putin Per questo Nel mare ci sono i coccodrilli Terra e cenere Finchè avrò voce Le due guerre Senza tregua L'arte della memoria La costituzione spiegata ai miei figli
c › A.Vauchez › P.Brosio › Padre Livio › J.Ratzinger › H.Kung › S.Gaeta › F.Sciarelli › L.Zanarolo › S.Borgonovo › L.Ricolfi › P.Panerai › J.Saramago
› O.Paz › I.Brodskij › P.Citati › R.Bolano › E.White › Orwell › D.Kis › Album Pasolini › W.Carter › V.Polonskaja › D.Sandison › D.Porzio
Una terra, quattro cinque mondi Profilo di Clio Vita breve di Katherine Mansfield Tra parentesi La doppia vita di Rimbaud I maiali e le libertà Homo Poeticus Proust in love Il mio Majakovskij Jack Kerouac Jorge Luis Borges
d Francesco d'Assisi A un passo dal baratro I segreti di Medjugorje Stella di speranza Ciò che credo L'enigma del volto di Gesù Il mostro innocente Il corpo delle donne Attaccante nato Illusioni italiche Lampi nel buio Caino
› C.Shine › K.Pasha › J Ford › A.Camilleri › C.Fruttero › G.Carofiglio › C.Dunne › J.Saramago › N.Mohamed › J.Rollins › C.O'Connel › K.Wishnia
• la puzza •
l’Isola delle balene
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› N.Lilin: › N.Lilin: › R.Saviano › A.Politkovskaja › A.Politkovskaja › F.Geda
LA FORMA
Sulla strada di una identità culturale persa negli anni, inarcata e debolmente tesa fra piccole e troppo fragili costruzioni sugli spazi dell’arte, della musica, del mercato, della gastronomia, rialza la testa la forma di una cittadinanza.
CITTADINANZA
Il territorio di Pesaro. Un litorale di calibrate armonie tra terra e mare: perché i bambini che nascono a Trento vengono accompagnati sulle montagne ed educati alla conoscenza dei fiori, delle piante, degli alberi della loro terra, e i nostri bambini sanno a mala pena distinguere una seppia da un polipo e solo grazie a Carducci imparano che cosa sia il maestrale?
Libreria Zazie - Fano Negri froci giudei & co di Gian Antonio Stella, Rizzoli, 2009
Graffiante, acido, ironico, il libro, quanto sensibile alle mutazioni sociali l'autore.
I neri puzzano al naso dei bianchi, i bianchi risultano stomachevoli al naso degli asiatici, gli stessi italiani sembravano puzzare per i viaggiatori dell’Ottocento: il tanfo come utile motivo di conflitto alle radici del confronto con l’altro.
Il Catalogo secondo Giovanni - Pesaro La discarica di Paolo Teobaldi, e/o, 2002
E’ maschile. Ma finisce per “a”. Infatti, l’idiota - intendo l’idiota del motore acceso non sempre maschio o sempre femmina. E’ idiota. Se è una lei, è di quelle che accendono una sigaretta così, per darsi un tono, ma senza mai portarla alla bocca. La posizione rimarrà questa: il gomito appoggiato sul tavolino, il palmo della mano aperto, le dita stringono il cilindretto velenoso il fumo si dirige scientificamente su chi, seduto lì dietro - ignaro vorrebbe solo mangiare o bere o prendere il sole. Lei - statene certi - se deve andare in farmacia parcheggia lì davanti e l’auto non la spegne, lasciata in doppia fila. Non la spegne, no per via della dolce indifferenza che prende chi pensa che non c’è stato nessuno, prima di lui e nessuno ci sarà, dopo. Nel mondo, intendo. E così... perché darsi pena per un motore acceso? Lui. Ha un‘auto. Grossa. Diesel. E’ preciso. Meticoloso. Il diesel va scaldato. Giusto. Così arriva all’edicola. L’idiota del motore acceso. Scende, compra il giornale, le figurine per i bambini. Due chiacchiere col giornalaio. Anche quattro. Poi va a comprare le sigarette. Giusto. L’auto è sempre in moto. Quasi silenziosa. Quasi. Che meraviglia la tecnologia! Inquina ma, senza farsi sentire. Ora lui è tornato. Ha le sigarette in mano e il giornale e le figurine. La sua auto è avvolta in una nuvola grigia. Quella che respiro io, con lui. Oh grazie, grazie, idiota del motore acceso grazie a te mi sento più vicino a Dio. Spero nel paradiso. Spero almeno lì, tu non ci sarai.
Il Catalogo secondo Giovanni - Pesaro La discarica di Paolo Teobaldi, e/o, 2002
I neri puzzano al naso dei bianchi, i bianchi risultano stomachevoli al naso degli asiatici, gli stessi italiani sembravano puzzare per i viaggiatori dell’Ottocento: il tanfo come utile motivo di conflitto alle radici del confronto con l’altro.
L ’ id io t a D E L M O T O R E A C C E SO
Graffiante, acido, ironico, il libro, quanto sensibile alle mutazioni sociali l'autore.
Non è la forma di una lotta politica, né la forma di una malcelata brama di favori e poteri personali. Non è la forma di un nuovo snobismo intellettuale. E’ la forma della cittadinanza. La consapevolezza di appartenere ad una cultura, a quella e non a un’altra, la cultura che è l’identità stessa delle persone e dei luoghi. Ryszard Kapuściński nel suo In viaggio con Erodoto scrive: l’uomo non solo crea una cultura e la abita, ma anche la porta con sé: l’uomo è la cultura. Noi siamo … chi? Noi, chi siamo? Poche parole non basteranno - giusto qualche domanda, legittimata solo dall’urgenza del pensiero. LA MUSICA a Pesaro. Potrà questa musica essere la stessa che a Bologna o a Macerata? Chiusa nella rocca sfarzosa e mirabile del Rof, Pesaro invita con pregio spettatori da ogni parte del mondo e non invita Rossini nelle case dei pesaresi: perché non siamo cresciuti sapendo dove abitavano i genitori di Gioachino, e cosa accadde quando tornò al Teatro del Sole per la Gazza Ladra, nella città che lui amava e lo adorava come un eroe? L’arte a Pesaro. Il sentimento di questa terra, che gli artisti di ogni tempo hanno fatto fiorire sulle loro tele, e che vive nella grande tradizione della Scuola del Libro, nella fervida ed eccezionalmente ricca attività dei nostri illustratori: perché i loro nomi si perdono nella memoria dei più, e vengono chiamati ad esprimere e cimentare altrove il proprio ingegno?
Libreria Zazie - Fano Negri froci giudei & co di Gian Antonio Stella, Rizzoli, 2009
Il territorio di Pesaro. Un litorale di calibrate armonie tra terra e mare: perché i bambini che nascono a Trento vengono accompagnati sulle montagne ed educati alla conoscenza dei fiori, delle piante, degli alberi della loro terra, e i nostri bambini sanno a mala pena distinguere una seppia da un polipo e solo grazie a Carducci imparano che cosa sia il maestrale?
E’ maschile. Ma finisce per “a”. Infatti, l’idiota - intendo l’idiota del motore acceso non sempre maschio o sempre femmina. E’ idiota. Se è una lei, è di quelle che accendono una sigaretta così, per darsi un tono, ma senza mai portarla alla bocca. La posizione rimarrà questa: il gomito appoggiato sul tavolino, il palmo della mano aperto, le dita stringono il cilindretto velenoso il fumo si dirige scientificamente su chi, seduto lì dietro - ignaro vorrebbe solo mangiare o bere o prendere il sole. Lei - statene certi - se deve andare in farmacia parcheggia lì davanti e l’auto non la spegne, lasciata in doppia fila. Non la spegne, no per via della dolce indifferenza che prende chi pensa che non c’è stato nessuno, prima di lui e nessuno ci sarà, dopo. Nel mondo, intendo. E così... perché darsi pena per un motore acceso? Lui. Ha un‘auto. Grossa. Diesel. E’ preciso. Meticoloso. Il diesel va scaldato. Giusto. Così arriva all’edicola. L’idiota del motore acceso. Scende, compra il giornale, le figurine per i bambini. Due chiacchiere col giornalaio. Anche quattro. Poi va a comprare le sigarette. Giusto. L’auto è sempre in moto. Quasi silenziosa. Quasi. Che meraviglia la tecnologia! Inquina ma, senza farsi sentire. Ora lui è tornato. Ha le sigarette in mano e il giornale e le figurine. La sua auto è avvolta in una nuvola grigia. Quella che respiro io, con lui. Oh grazie, grazie, idiota del motore acceso grazie a te mi sento più vicino a Dio. Spero nel paradiso. Spero almeno lì, tu non ci sarai.
CITTADINANZA
Sulla strada di una identità culturale persa negli anni, inarcata e debolmente tesa fra piccole e troppo fragili costruzioni sugli spazi dell’arte, della musica, del mercato, della gastronomia, rialza la testa la forma di una cittadinanza.
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Non è la forma di una lotta politica, né la forma di una malcelata brama di favori e poteri personali. Non è la forma di un nuovo snobismo intellettuale. E’ la forma della cittadinanza. La consapevolezza di appartenere ad una cultura, a quella e non a un’altra, la cultura che è l’identità stessa delle persone e dei luoghi. Ryszard Kapuściński nel suo In viaggio con Erodoto scrive: l’uomo non solo crea una cultura e la abita, ma anche la porta con sé: l’uomo è la cultura. Noi siamo … chi? Noi, chi siamo? Poche parole non basteranno - giusto qualche domanda, legittimata solo dall’urgenza del pensiero. LA MUSICA a Pesaro. Potrà questa musica essere la stessa che a Bologna o a Macerata? Chiusa nella rocca sfarzosa e mirabile del Rof, Pesaro invita con pregio spettatori da ogni parte del mondo e non invita Rossini nelle case dei pesaresi: perché non siamo cresciuti sapendo dove abitavano i genitori di Gioachino, e cosa accadde quando tornò al Teatro del Sole per la Gazza Ladra, nella città che lui amava e lo adorava come un eroe? L’arte a Pesaro. Il sentimento di questa terra, che gli artisti di ogni tempo hanno fatto fiorire sulle loro tele, e che vive nella grande tradizione della Scuola del Libro, nella fervida ed eccezionalmente ricca attività dei nostri illustratori: perché i loro nomi si perdono nella memoria dei più, e vengono chiamati ad esprimere e cimentare altrove il proprio ingegno?
LA FORMA
Tutto da capo La madre di tutti i credenti Il gusto proibito dello zen zero Il nipote del Negus Mutandine di Chiffon Le perfezioni provvisorie Donna alla finestra Caino Mamba boy La chiave dell'apocalisse La donna che leggeva la morte Il quinto servitore
L'ambra grigia è una sostanza fortemente odorosa prodotta dall'intestino dei capodogli ed è utilizzata per la realizzazione di profumi.
IL Canto
delle balene l’Isola delle balene è il nome collettivo di una voce dissonante. L’Isola delle balene è come ci piacerebbe che fosse un giornale sulla città, un luogo di tanti luoghi dove è possibile trovare curiosità, riflessioni e informazioni che riguardano Pesaro, ma anche notizie e avvenimenti che vengono da altri posti del
bile e ogni numero è dedicato ad un tema che guida la scelta degli articoli e l’orientamento delle rubriche e degli interventi. Il tema può arrivare dalle urgenze d’attualità o dalle più diverse ispirazioni. Il primo numero si occupa della puzza – della puzza di bruciato, di quella del benzene delle cisterne Amga del Benelli 2, e poi * LA PUZZA la puzza sotto al naso di signori Ogni uscita dell’Isola delle Ba- avvitati alle poltrone, quella lene è irregolare e imprevedi- degli scarichi delle auto, ecc. ...
mondo, perché pensiamo che dare un’occhiata agli altri sia un bel modo per guardare meglio noi stessi. L’Isola delle balene è la possibilità di fermarsi a pensare, è la voglia di trovare parole per condividere la percezione delle cose, delle persone – del mondo.
* Benelli 2 Una storia in...Finita? L’area ex Amga (via Morosini-via del Lazzaretto) è protagonista di un lungo iter burocratico, che la porta all’ edificabilità e all'attuale uso, che si snoda lungo i mandati dei sindaci Giovanelli e Ceriscioli. Nei giorni di festa della Pasqua 2010, gli abitanti della zona di via Morosini denunciano la presenza nell’aria di odori sgradevoli. Tutti sono costretti a rimanere in casa a finestre chiuse, molti accusano malori e si rivolgono al pronto soccorso e ai vigili urbani che tuttavia non intervengono, forse ritenendo la cosa frutto di una allucinazione collettiva. Le proteste non si fermano e con un certo ritardo le autorità prendono in considerazione la denuncia di qualcuno che mette in relazione i miasmi rilasciati dal cantiere (di proprietà delle ditte Arco Vallato, Adriatica Costruzioni, Immobiliare CM, Carnia, Edilgruppo) con il massiccio via vai di camion carichi di detriti osservato in quegli stessi giorni.
Le indagini rilevano la rottura di vecchie cisterne usate per lo stoccaggio di gasolio e gas combustile derivati del carbon fossile. Il materiale inquinante, residuo delle cisterne, non è stato conferito come da legge in discariche per rifiuti speciali (il cui trattamento è molto costoso), ma scaricato nei dintorni di Fano, senza seguire i criteri di legge, in due cave e un laghetto, di proprietà di Stefano Penserini e Taus. Pare che l'amministrazione e l'assessore all'ambiente cerchino di affrettarsi a dimostrare che non c'è pericolo per la salute, e anche che le eventuali colpe provengono da un lontano passato, chissà perchè... (Fonte: stampa locale)
Il canto delle balene consiste in una serie di suoni prodotti dalle balene per poter comunicare. La parola "canto" è usata in particolare per descrivere il campione di suoni prevedibili e ripetibili prodotti da determinate specie di balene (specialmente la megattera, Megaptera novaeangliae) in un modo che ai cetologi ricorda il canto umano.
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