Guida enogastronomica della
Tuscia
“A TAVOLA CON GLI ETRUSCHI”
Guida enogastronomica
Tuscia
della
“A TAVOLA CON GLI ETRUSCHI”
Si ringrazia: Camera di Commercio di Viterbo - Marchio Tuscia Viterbese
Provincia di Viterbo - Assessorato - Provinciale all’Agricoltura e alla Valorizzazione dei prodotti tipici Italo Arieti delegato Accademia italiana della cucina Project marketing: Vincenzo Peparello Coordinamento editoriale: Enrica Muretti Thomas Diedrich Testi: Enrica Muretti Alessandro Quami (Itinerario Teverina) Italo Arieti - La gastronomia viterbese Marchio Tuscia Viterbese a cura di Cefas CCIAA Viterbo Luigi Pagliaro Giovanni Iachipino
Stampa: Tipografia Ceccarelli - Grotte di Castro (VT) Immagini: Francesco Biganzoli Thomas Diedrich M. Moscatelli Enrica Muretti Maurizio Pinna
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Prefazione
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a Provincia di Viterbo vanta uno dei più grandi ed importanti giacimenti storici, artistici archeologici, architettonici e ambientali delle provincie Italiane. Ma accanto a questo non vi è ancora la piena consapevolezza di vantare un altro patrimonio spesso sconosciuto o poco apprezzato, come quello della cultura e delle tradizioni enogastronomiche, della cucina e dei prodotti tipici agroalimentari nonchè dell’artigianato artistico di qualità. Questa arte quotidiana, patrimonio delle popolazioni locali, affonda le sue radici nelle tradizioni e nelle vicissitudini storico millenarie che hanno attraversato questo magnifico territorio. La guida enogastronomia della Tuscia attraverso i suoi cinque itinerari illustrati, riguardanti le principali aree di interesse turistico come la città di Viterbo e le sue frazioni (San Martino al Cimino, Bagnaia, la Quercia, S. Angelo ed inoltre Grotte S. Stefano, Roccalvecce, i Monti Cimini, il lago di Bolsena la Teverina e la costa degli etruschi) dedica le sue maggiori attenzioni alle produzioni agroalimentari tipiche di qualità raccontandone, i saperi, i sapori, i gusti, il folclore indicando allo stesso tempo agli ospiti, poco importa se italiani o stranieri, dove trovarli, dove degustarli e soprattutto dove eventualmente acquistarli. Ogni itinerario proposto, ha una propria storia un suo sapore, un profumo ma soprattutto possiede un patrimonio di uomini e donne che conservano gelosamente le tradizioni del buon mangiare del bere e una cultura dell’accoglienza palpabile nelle numerose cantine, frantoi, ristoranti e luoghi dove facile sarà esaudire ogni vostra esigenza e desiderio. Prodotti locali di qualità come carni, formaggi, salumi, legumi, olii extravergine dop, vini doc e igt, dolci e non solo, sono contenuti in questo volume, ma tantissimi altri potranno essere scoperti percorrendo questi itinerari di interesse davvero notevole. Con questa iniziativa la Confesercenti di Viterbo ed il comparto turistico provinciale invitano gli ospiti italiani e stranieri a trascorrere un piacevole soggiorno nella Tuscia al riparo da ogni sorpresa tranne quelle piacevoli. VINCENZO PEPARELLO
Presidente Confesercenti di Viterbo
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Prefazione
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arte culinaria ha il potere di esprimere magnificamente la storia e le caratteristiche di un territorio che, attraverso un’esperienza unica, stimola i cinque sensi. La Camera di Commercio di Viterbo sostiene con convinzione questa guida eno-gastronomica che, oltre a rappresentare una raccolta dei piatti della tradizione del territorio, frutto della storia e della cultura locali, costituisce uno strumento utile alla divulgazione e valorizzazione dei prodotti agricoli ed agro-alimentari tipici e di qualità. La consapevolezza di vivere in un territorio ricco di storia e cultura, monumenti e tradizioni, di paesaggi e valori ambientali ancora incontaminati è stata la spinta ad un importante piano di lavoro finalizzato a trasferire questi valori, di immediata percezione e godibilità, ai prodotti e ai servizi di qualità del proprio territorio. Il Marchio collettivo “Tuscia Viterbese” è lo strumento che può consentire questo trasferimento, in quanto capace di racchiudere in un unico simbolo e in un unico slogan l’insieme di questi valori. Ecco che per dare maggiore incisività alle politiche di promozione del territorio e di tutte le sue caratteristiche distintive, la Camera di Commercio, con l’adesione della Provincia di Viterbo, dell’Università della Tuscia e delle Associazioni di categoria dei settori economici, ha istituito il marchio collettivo Tuscia Viterbese, che raccoglie già, sotto la propria egida e con appositi disciplinari tecnici a garanzia di standard qualitativi, alcuni tra i più importanti prodotti tipici locali e numerose Aziende produttrici.
Si è aggiunto così un altro ingrediente, innovativo e garantito, ad arricchire di gusto le tante ricette della tradizione culinaria Viterbese. FERINDO PALOMBELLA
Presidente Camera di Commercio di Viterbo
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Prefazione
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ei programmi e nelle iniziative proposte dalla nuova amministrazione provinciale, che da qualche mese si è insediata ai vertici di Palazzo Gentili, un posto di rilievo occupa la promozione dei prodotti enogastronomici tipici locali, tra le quali l’arte culinaria è certamente l’aspetto più immediatamente tangibile. Ecco perché abbiamo volentieri contribuito alla riuscita di questa iniziativa relativa alla realizzazione di una guida enogastronomia della Tuscia da parte della locale sezione della Confesercenti,. Infatti siamo ben consci che negli ultimi anni l’offerta dei prodotti alimentari ha attraversato numerosi mutamenti e stravolgimenti, sull’onda della globalizzazione dei mercati, concentrandosi nelle mani dei grandi gruppi e della grande distribuzione. Questi nuovi soggetti, ovviamente al di sopra degli interessi locali, sono riusciti ad imporsi sul mercato con un offerta costante e continuativa di prodotti standardizzati, a prezzi ridotti, tralasciando ogni considerazione di marketing territoriale. Una tale politica distributiva non poteva che determinare degli effetti collaterali, talvolta di ampia rilevanza, tali da compromettere la commercializzazione di intere categorie di prodotto in tutta l’Europa comunitaria, dopo aver rischiato anche di compromettere la salute dei consumatori. Va da sé che in risposta alla crescente richiesta di prodotti tipici e di qualità, il consumatore sia conseguentemente disposto a pagare un prezzo aggiuntivo in cambio di un prodotto qualitativamente superiore e garantito dalle massime autorità di controllo. Si sono così diffuse le denominazioni geografiche, volte ad attribuire al segno geografico il ruolo di evocare ai consumatori l’immagine di una regione, i pregi, le tradizioni, le qualità e la rinomanza dei prodotti tipici locali: Politica questa volta ad affermare la località di provenienza dei prodotti stessi, quindi a differenziarli e distinguerli rispetto ad analoghi prodotti realizzati altrove di qualità e provenienza difficilmente documentabile. Ecco dunque perché abbiamo aderito con convinzione all’idea di creare un marchio di qualità collettivo denominato Tuscia Viterbese che intende difendere i diritti del consumatore, valorizzando la qualità, la tipicità e la salubrità dei prodotti agroalimentari della Tuscia Viterbese, progetto questo ideato dalla locale CCIAA. Del resto nel campo della valorizzazione della cucina locale, della sapiente arte culinaria, che discende addirittura dai nostri progenitori e cioè dagli etruschi, la Provincia sta investendo risorse umane e finanziarie: basti pensare alla Scuola Alberghiere, che è stato il primo esempio di intelligente sinergia tra formazione lavorativa e valorizzazione dei piatti tipici locali. Non a caso la Provincia ha aderito al progetto Agenda 21, che tra i propri slogan ha appunto quello di “pensare globale e agire locale”, nel senso che la nostra battaglia a difesa delle produzioni e dei sapori locali, non ci esime di guadare al futuro, di innovare e di gettare le basi affinché le nuove generazioni sappiano gestire e prevalere nell’attuale fase di difficile concorrenza a livello mondiale. E per una provincia che vuole affermarsi come il salotto verde e buono della capitale d’Italia, questa è una prospettiva di sicuro affidamento. FRANCO SIMEONE
Assessore Provinciale all’Agricoltura e alla Valorizzazione dei prodotti tipici
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La Confesercenti di Viterbo a fianco delle imprese per la crescita e lo sviluppo
CAT per l’assistenza tecnica, la promozione e lo sviluppo delle imprese CESCOT per la formazione degli imprenditori e degli adetti delle imprese per la formazione F.S.E. Patronato ITACO per l’assistenza previdenziale, assicurativa e assistenziale dei commercianti e dei cittadini in genere
Il sistema dei servizi Confesercenti • Assistenza tecnica alle imprese • Marketing territoriale • Sviluppo locale • Internazionalizzazione delle imprese • Formazione • Credito • Politiche del lavoro • Assistenza contabile-fiscale paghe e contributi • Assistenza pensionistica I servizi sono erogati tramite una rete di strutture e professionisti “dedicati”
VISIT USCIA Il workshop turistico della Provincia di Viterbo “Guida enogastronomica della Tuscia” e “A tavola con gli Etruschi” edizioni annuali Promozione, realizzazione e sviluppo dei centri commerciali naturali
S. Casciano dei Bagni Siena - S. Quirico CA SS IA
S. Giovanni delle Contee
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Grotte di Castro
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Lago di Mezzano
Bolsena Lubriano
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Castiglione in Teverina
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Amelia Giove Attigliano
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Orte
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Tolfa Bracciano
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La gastronomia viterbese e i suoi prodotti
a gastronomia della Tuscia, oltre alla particolare posizione geografica, che la pone al crocevia tra i sapori della cucina toscana, di quella umbra e di quella ebraico-romanesca, si arricchisce della presenza di prodotti locali di prima qualità, garantiti dal marchio Tuscia Viterbese assegnato dalla locale Camera di Commercio, e per alcuni di essi anche dai riconoscimenti Dop e Igp della Comunità Europea. Fra questi prodotti il primo posto spetta sicuramente ai nostri oli di oliva. Le due tipologie di oli extravergini che hanno ottenuto la registrazione da parte della Comunità Europea sono: l'olio extravergine d’oliva “Canino Dop”, che viene ricavato in massima parte da olive della varietà “caninese” un olio che ha un’acidità fra le più basse d’Italia. Quest’olio è utilizzato soprattutto da coloro che prediligono una cucina dai sapori decisi e amano gustare nei condimenti l’aroma dell’oliva, ma è indispensabile soprattutto per condire e cucinare alcuni piatti che fanno parte della tradizione gastronomica della Tuscia (zuppe e minestre di legumi, bruschette, carni alla cacciatora, spezzatini con animali da cortile e cacciagione). L’altra varietà, denominata Olio extravergine d’oliva “Tuscia Dop”, è invece un olio dal sapore più delicato, meno piccante di quello della “Dop Canino”. Le sue caratteristiche fondamentali sono: colore verde smeraldo con riflessi dorati; odore fruttato che ricorda il frutto sano, fresco, raccolto al punto ottimale di maturazione; sapore di fruttato medio con equilibrato retrogusto di amaro e piccante di intensità variabile. Rimane impossibile elencare, seppur sommariamente, i piatti nei quali si possono utilizzare i nostri oli. Dall’olio passiamo ad un altro alimento di uso quotidiano, il pane. Oltre ai numerosi pani oggi di moda, quello più interessante e certamente il tradizionale “Pane bianco casereccio”, non salato, a mollica compatta, fatto
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con il lievito naturale, di produzione strettamente artigianale, che troviamo sotto forma di grosse pagnotte; fragrante quando è fresco, ma utilizzabile anche per una settimana soprattutto per le zuppe, la panzanella e la bruschetta. C’è però nella nostra provincia anche un pane ancor più caratteristico, il “Pane giallo di Monteromano”, che si differenzia rispetto al pane comune perché è prodotto con lievito naturale e farina (semola) di grano duro, per cui la mollica presenta una maggiore compattezza e umidità, un sapore caratteristico ed un colore tendente al giallo scuro. Tra i prodotti caseari della Tuscia, i più tradizionali ed interessanti sono quelli prodotti con il latte di pecora, primo fra tutti il Pecorino Romano Dop, quello a forme giganti, detto “con la lacrima”, frutto della tradizione pastorale del nostro territorio che risale al tempo degli Etruschi, usato soprattutto per condire gli spaghetti a cacio e pepe o quelli alla carbonara, gli gnocchi con le patate, la pasta casalinga fatta con acqua e farina (i lombrichelli), la polenta e altri piatti ancora. Numerose sono le altre varietà di Pecorini artigianali, sempre a base di latte di pecora, commercializzati in varie fasi di stagionatura e con caratteristiche diverse, comprese quelle oggi di moda (pecorino di fossa, di grotta, tartufato ecc). Quello fresco è ottimo per fare crostini al forno con le alici, mentre quello non completamente stagionato è apprezzato dagli intenditori per essere gustato insieme con le fave fresche o con le pere. Ultimo fra i prodotti con latte di pecora c’è il latticino più interessante, la “Ricotta di Pecora della Tuscia”, dal sapore particolarmente delicato, decisamente più gradevole di quella a base di latte vaccino, da gustare al naturale nella colazione del mattino sul pane tostato, oppure da utilizzare nei vari dolci tradizionali (ciambellone, ravioli di Carnevale, crostata). Le carni di “Bovini di razza Maremmana”
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provengono da animali allevati ancora oggi in piena libertà nel territorio della Maremma, con la quale si preparano bistecche alla brace e soprattutto un piatto tipico viterbese, la Pignattaccia. Inoltre sono presenti numerosi greggi di ovini di razza sarda, comisana e vissana, che attualmente rappresentano una delle produzioni più diffuse d’Italia. L’uso in cucina è però limitato soprattutto al periodo pasquale, anche se le ricette tradizionali a base d’agnello sono numerose e vanno dal classico abbacchio arrosto con patate, all’abbacchio brodettato coi carciofi, all’abbacchio alla cacciatora, alle costolette
d’abbacchio “a scottadito”, alle costolette fritte dorate, per finire con la caratteristica zuppa d’agnello alla viterbese detta “giubba e calzoni”. Un altro prodotto tipico della Tuscia è il “Coniglio Leprino Viterbese”, una varietà che si caratterizza perché viene allevato all’aperto, senza uso di farmaci o di mangimi arricchiti. Dal maiale, oltre alla gustosa Porchetta di Bagnaia, reperibile in ogni angolo di strada e considerata una delle migliori fra quelle del Lazio, si ricavano numerosi insaccati. Tra que-
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sti il ricercatissimo guanciale, la pancetta arrotolata, la coppa di testa, il lombetto, il capocollo, salami vari (tipica la susianella e il salame cotto) e salsicce bianche e nere. Di ottima qualità anche i pesci del lago di Bolsena, pescati ogni giorno e serviti nei ristoranti e nelle trattorie. Dai lattarini ai delicati filetti di persico fritti, dalla zuppa di pesce, meglio nota come sbroscia, alla tinca cucinata a porchetta o nel brodo con i tagliolini, dal coregone arrosto fino alle famose anguille del lago di Bolsena che costarono al papa Martino IV non solo la vita, ma la condanna a “purgare per digiuno” nel purgatorio dantesco. I più famosi Legumi tipici della Tuscia sono sicuramente i Fagioli del Purgatorio di Gradoli, i fagioli di Sutri, i verdolini di Viterbo, le lenticchie di Onano, come pure i Ceci del solco dritto di Valentano. Questi legumi, che una volta costituivano l’elemento principale del tradizionale “piatto unico”. Oggi sono usati più spesso per le minestre, semplicemente conditi con olio extravergine di oliva e odori vari (cipolla, sedano, rosmarino). E volentieri accompagnano il tonno, le acciughe, il baccalà, l’aringa. Oppure le cotiche del maiale, le salsicce, la carne lessata o lo spezzatino di vitello. Fra le verdure coltivate da secoli nel territorio, sono da nominare gli Ortaggi del Lago di Bolsena (pomodori scatoloni), i broccoli da fare ‘”strascinati in padella”, gli asparagi verdi di Canino, i peperoni, le melanzane e i finocchi della Maremma laziale. Molto apprezzate le Patate dell’Alto Viterbese (o di Grotte di
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Castro), utilizzati in una infinità di preparazioni. Un discorso a parte meriterebbero le Carote di Viterbo in bagno aromatico, una volta reperibili in commercio conservate in caratteristici vasetti di coccio, ma purtroppo oggi divenute introvabili. Consistevano in una laboriosa confettura in salsa agrodolce di una particolare cultivar di carote color viola, e venivano usate prevalentemente come accompagnamento dei bolliti di carne. Rimanendo nel campo dei vegetali, le verdure molto ricercate sono le Erbe selvatiche, note a Viterbo come erbarelle, con le quali si prepara la saporitissima “misticanza”; alcune di queste si possono trovare anche in commercio, come gli Strigoli (silene inflata) ideali per le frittate; la Borragine, usata per le tradizionali frittelle; il Gurgulestro (Apium nodiflorum) ottimo condito in insalata; la gustosissima
Cicoria selvatica indispensabile per il nostro piatto più caratteristico, l’acquacotta, ma la cicoria è un ottimo contorno anche ripassata in padella e in molte altre preparazioni. Tra i funghi della Tuscia sono particolarmente pregiati i porcini dei Colli Cimini, gli ovoli e i carnosi ferlenghi, considerati una prelibatezza soprattutto se cucinati alla brace. Il tartufo estivo (scorzone) attualmente è ricercato per il suo rapporto qualità/prezzo. Discretamente diffusa e di buona qualità anche la produzione del miele e prodotti vari dell’apicoltura, che si giova della ricchezza floreale del territorio. Particolare, perché piuttosto raro e dal gusto caratteristico, perfetto nell’abbi-
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namento con la ricotta di pecora, il miele di marruca, prodotto da alcuni apicoltori di Tarquinia. Per quanto riguarda i Prodotti dolciari, bisogna prendere in considerazione
quelli tipici delle festività, come le pizze di Pasqua, il pangiallo natalizio, le frappe le castagnole, i ravioli con la ricotta in uso a carnevale e le frittelle di riso di S. Giuseppe. Un altro prodotto importante sono i Tozzetti (biscotto croccante con nocciole dei Colli Cimini). Altri dolci prodotti artigianalmente sono le ciambelline al vino, gli amaretti di Blera, le crostate e i ciambelloni. Per concludere ricordiamo i vini. Il più famoso è senza dubbio l’Est! Est!! Est!!! di Montefiascone, Altri vini tutti da scoprire sono l’Orvieto classico, prodotto in parte in provincia di Viterbo, le varie tipologie del Colli Etruschi Viterbesi, il
Cerveteri, il Vignanello il Tarquinia e l’Aleatico di Gradoli. Sempre più richiesti i vini di Civitella d’Agliano e Castiglione in Teverina. ITALO ARIETI
Delegato dell’Accademia Italiana della Cucina
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ITINERARIO 1
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Grotte di Castro Pitigliano Lago di Mezzano
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Lago di Bolsena
Incastonato nelle affascinanti terre dell'alto Lazio, pochi chilometri a nord di Viterbo, il lago di Bolsena è inserito nella caldera principale del complesso vulcanico Vulsinio. La sua superficie di 114,5 kmq e il perimetro di ben 43 km, fanno sì che sia il lago vulcanico più grande d'Europa, il quinto per dimensioni in Italia. Ospita due belle isole, con molta probabilità resti antichi di crateri vulcanici, dense di storia e antiche leggende: la Bisentina e la Martana. La prima, dalla vegetazione mediterranea e lussureggiante, custodisce numerosi monumenti rinascimentali, mentre la seconda, di dimensioni più modeste, è nota per la leggenda della prigionia e l’assassinio della regina gota Amalasunta. Nell'isola Martana sono visibili le tracce di villaggi su palafitte. Le limpide acque del lago di Bolsena sono alimentate essenzialmente da acqua piovana e da alcuni piccoli immissari. Il fiume Marta, che è il suo emissario, nasce dal porto del centro abitato omonimo e va a tuffarsi nel mar Tirreno. Il contesto naturalistico è di notevole importanza e varietà, caratterizzato da
Santa Margherita - Montefiascone Foto di Maurizio Pinna
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Lago di Bolsena - foto di Maurizio Pinna
terre feconde e boschi di castagni e querce. Si coltivano la vite, l'olivo e numerosi ortaggi, tra cui lattuga, pomodori e patate. Una storia millenaria, testimoniata da innumerevoli vestigia storiche e culturali, ha contribuito a rendere queste terre una meta molto amata da turisti e viaggiatori in cerca di emozioni da ricordare. L'archeologia la fa da padrona, poiché sulle sponde del
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Bolsena - foto di Maurizio Pinna
lago si sono succedute le civiltà più importanti, fondamento della cultura della nostra penisola: dalla Villanoviana all'Etrusca a quella Romana. Forte l'impatto dei centri abitati che tuttora riecheggiano di un passato medievale di grande importanza, che tuttora rivive nelle molteplici sagre, feste e, soprattutto nella cucina, che è pervenuta a noi attraverso i secoli piuttosto invariata. Piatti genuini e succulenti, a base di prodotti rigorosamente della zona,
Gradoli - foto di Maurizio Pinna
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cucinati con sapienza semplice e antica. Il lago è dominato dal colle di Montefiascone (636 metri sul livello del mare). La notorietà di Montefiascone è dovuta principalmente al suo vino. L'Est! Est!! Est!!!, caratterizzato dal colore paglierino e dal gusto armonico, asciutto o abboccato, è indissolubilmente legato alla leggenda del barone e prelato Defuk, che della passione smodata per l'Est! Est!! Est!!! addiritturà ne morì. Le sue spoglie sono custodite nella chiesa di San Flaviano. La Fiera del Vino, che ha luogo ogni anno tra luglio e agosto, prevede una commemorazione del defunto Defuk, sulla cui tomba viene versato un barile di vino, con tanto di rievocazione in costume. Sul lago si affacciano Bolsena, dominata dal castello Monaldeschi e ricca di vestigia etrusche e romane, Marta, dove ogni 14 maggio si rinnova il rito della Barabbata con l'offerta della raccolta dei campi e della pesca in onore della Madonna, e Capodimonte, con il suo castello Farnese e le belle spiagge attrezzate. A Bolsena, nel mese di luglio, hanno luogo le celebrazioni dei “Misteri di Santa Cristina”, in onore della santa martire patrona della città. Famoso, inoltre, è il miracolo dell’Ostia
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consacrata, che stillò sangue durante la celebrazione dell’eucarestia e che portò alla costruzione da parte dei fedeli del duomo nella vicina Orvieto. Verso la sponda settentrionale del lago si trova Gradoli, che detiene un'ottima produzione di vino Aleatico e Grechetto e ospita una particolare cerimonia legata alla Quaresima. Si tratta del Pranzo del Purgatorio, da secoli allestito ogni mercoledì delle ceneri, un convivio allestito per circa duemila persone, con una serie di vivade - di magro - uguali per secoli: brodo di tinca, baccalà, frittura di pesce di lago (quello di Bolsena, accanto al paese), fagioli cannellini locali. Ogni commensale porta da casa pane e posate e versa un obolo per le messe di suffragio. L'itinerario attraverso i sapori del comprensorio del lago di Bolsena prosegue poi per Grotte di Castro, molto nota per la produzione di patate, Onano per le lenticchie, Proceno per l'aglio rosso. San Lorenzo Nuovo, ricostruita nel set-
La Barabbata - Marta Foto di Maurizio Pinna
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tecento su un colle a circa un chilometro di distanza dal vecchio centro abitato per sfuggire alle febbri malariche della pianura, è nota per la sagra degli gnocchi, una manifestazione che ogni anno richiama numerosi turisti nei giorni intorno a ferragosto. Una delle principali attività degli abitanti del lago è dunque la pesca, praticata da tempo immemorabile, attraverso l'utilizzo di barche dalla forma caratteristica e che i pescatori conducono stando in piedi. Numerose specie di pesci popolano le acque del lago di Bolsena: coregoni, lucci, persici reali, persici trota, carpe, tinche, scardole e piccoli latterini. Importante è anche la presenza delle anguille molto apprezzate dai Romani e citate da Dante Alighieri nella Divina commedia. E' questa abbondanza di pesci che rende così folta la comunità degli uccelli acquatici, che di questi si nutrono, e che rendono tanto interessante l'attività di birdwatching.
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Alta Tuscia Formaggi
L’azienda nasce come Caseificio Pesci nel 1926 a Marta. Nel 1997 si trasferisce a Bagnoregio e subentra in proprietà la famiglia Recagno. Il nome dell’azienda casearia viene cambiato in Alta Tuscia Formaggi. Il caseificio sorge tra le verdi colline che sovrastano uno dei laghi più belli d’Italia: il lago di Bolsena. L’amenità del paesaggio, l’aria pura ed incontaminata che si respira, conferiscono ai pascoli bontà e salubrità. In questo eremo di pace, le greggi pascolando trovano un’alimentazione sana, nutriente e naturale. Dalle diverse aziende sparse nel territorio, il latte viene prelevato la mattina appena muntoe portatoincaseificioperessere lavoratoancoracomeuna volta. Nonostante l’introduzione delle innovazioni che la moderna tecnologia ha reso disponibili, il processo di lavorazione del nostro pecorino è stato mantenuto intatto. Obiettivo principale è la produzione di prodotti di qualità e di alimenti interamente naturali, per questo stabiliamo una vera e propria filiera che segue l'iter di produzione dalla raccolta del latte al prodotto finito, stabilendo un sistema di tracciabilità certa tra i lotti di produzione ed i clienti documentandole varie operazioni di vendita e di controllo del latte, della lavorazione e del prodotto durante i vari passaggi della su amaturazione. Alta Tuscia Formaggi come per una grande dinastia che si rispetti annovera cinque famiglie di pecorino alle quali appartengono le diverse tipologie di forme e gusti dei pecorini da tavola, nonché le ricotte da tavola prodotti nel rispetto della qualità che contraddistingue il territorio laziale dell’Alta Tuscia Viterbese.
I prodotti biologici dell’azienda
Pecorini freschi, stagionati e misti; pecorino barricato (vinaccia, vino, sansa olive, foglie di noce); aromatizzati (peperoncino, pepe nero, limone, pera, tartufo, noce erba cipollina, aceto balsamico); ricotte (“Preziosa”, “Gentile”, “Rugiada di Tuscia”, ricotta romana DOP); pecorini stagionati in grotta e in fossa.
Alta Tuscia Formaggi Bagnoregio (VT), S.S. Umbro Casentinese Km 9,00 Telefono: 0761 780892 - Fax: 0761 780759 - E-mail: info@tusciaformaggi.it
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Apicoltura e Agriturismo L’Antica Fattoria Siamo un’azienda agricola, indirizzata da oltre 25 anni all’allevamento delle api. Possediamo quasi 400 alveari. Produciamo prevalentemente miele, ma anche altri prodotti dell’alveare (propolis, polline, gelatina reale e cera). Il miele da noi prodotto viene estratto e confezionato presso il nostro laboratorio aziendale. Oltre al classico Millefiori, produciamo anche mieli particolari: Castagno, Eucalipto, Erica, Trifoglio, Girasole, Bosco e Acacia. Oltre ai prodotti delle api, presso di noi, durante il vostro soggiorno, potete trovare altri prodotti tipici, nonchè frutta e verdura di stagione. La ricettività della nostra azienda è costituita da 10 unità abitative, 8 nel Residence e 2 nella Dependance. Ogni appartamento, compresi i due monolocali da 2 posti, dispongono di cucine attrezzate, bagno con doccia e terrazzo coperto con tavolo. L’arredamento, che si rifà alle tradizioni e alla vita di campagna, rende gli ambienti particolarmente accoglienti e confortevoli.
I prodotti dell’azienda Miele e dintorni...
L’Antica Fattoria di Mauro Pagliaccia Bolsena (Vt) S.S. Cassia km. 109,8 Telefono 347.3606679 - Fax 0761.799166 Email: info@lanticafattoria.it - www.lanticafattoria.it
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n viaggio in Tuscia tra mostri e leggende, poeti e pittori, orti e giardini; dall’antica selva cimina alla scoperta del gusto, delle tipicita’ e delle tradizioni del nostro territorio.
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AZIENDA AGRITURISTICA
FRANTOIO BATTAGLINI
Sulle colline del lago di Bolsena, a circa 400 metri di altitudine, si trova l’Azienda Agricola Bruno Battaglini. Fondata nel 1935 da Nazareno che acquistò i terreni dove dimoravano già piante di olivi e un frantoio tradizionale che veniva utilizzato per estrarre l’olio dalle olive prodotte. Nell’Azienda gli uliveti si estendono lungo dolci pendii, in cui la favorevole esposizione, la salubrità dell’aria, la natura del terreno e la vicinanza del lago determinano un microclima ottimale alla coltivazione biologica dell’olivo. Da tre generazioni l’Azienda Agricola Battaglini si dedica alla coltivazione di tre tipiche varietà di olivi: moraiolo, caninese, frantoio, e alla produzione di olio di alta qualità: Andrea e Stefano, con il padre Bruno, intenzionati a valorizzare al meglio il pregio della materia prima, seguono con esperienza e rigore tutti i passaggi dell'iter produttivo, dalle pratiche agronomiche fino alla trasformazione con tecnologia a ciclo continuo nel frantoio aziendale. Le olive, al giusto momento di maturazione, vengono raccolte a mano direttamente dalla pianta e, entro le 24 ore, molite a freddo (temp. max 27° C), nel frantoio di cui L’Azienda è dotata. Tale sistema Bruno Battaglini controlla le olive prima della macinazione conserva le naturali sostanze contenute nell’oliva fresca e conferisce all’olio extravergine dell’Azienda Agricola e Frantoio Battaglini, gradite sfumature aromatiche, colore verde con riflessi dorati, profumo fruttato, un sapore armonico, rotondo, con una giusta nota di amaro e di pungente. Queste caratteristiche fanno dell' olio extravergine Battaglini un condimento gradito in tutti i piatti della cucina mediterranea e un prodotto particolarmente salubre indicato per un' alimentazione sana ed equilibrata.
Proprio attiguo al Frantoio Battaglini, si trova il Punto Vendita Diretto nel quale, oltre al pregiato Olio Extra Vergine d’Oliva di Bolsena Battaglini, in tutte le varie qualità e confezioni, potrete trovare le nostre specialità gastronomiche: salse, creme, paté, sottolio, spezie essiccate, marmellate, miele, ecc., a disposizione per l’acquisto immediato, da preparare in confezioni regalo o anche da ordinare in quantità particolari. Visitate il Frantoio Battaglini e il Punto Vendita Diretto aperto al pubblico, sulla strada statale Cassia al km 111,700, appena fuori Bolsena, in direzione Roma. Potrete verificare personalmente la qualità del nostro lavoro e gli speciali prodotti che ne derivano. Azienda Agricola e Frantoio Battaglini Via Cassia, Km 111,700 - 01023 Bolsena (Vt) Telefono/Fax 0761.798847 Email: oliodibolsena@frantoiobattaglini.it - www.frantoiobattaglini.it
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La Cooperativa Zootecnica Farnese è stata fondata nel 1989 da 15 soci produttori di latte ovino, attualmente denominata Caseificio di Farnese ed è sede distaccata del Caseificio Sociale Manciano.
Il Caseificio trasforma circa 800.000 litri di latte di pecora all’anno ottenendo 1600 quintali di formaggio e 400 di ricotta, occupando 6 dipendenti. La produzione è rappresentata prevalentemente da pecorino fresco e stagionato, ma anche da caciotte fresche e semi-stagionate di pecora.
La Cooperativa di Farnese rientra nell’area di produzione del Pecorino Toscano D.O.P. La passione dei produttori, la vigilanza costante del Consorzio di Tutela, l’esecuzione di migliaia di controlli qualitativi all’anno coronano la scelta antica di tramandare di padre in figlio il gusto ed il sapore della tradizione.
I variegati territori che compongono la Toscana ed i più vicini comuni della regione Lazio hanno un particolare rapporto con la produzione del Pecorino Toscano: ogni zona gode di condizioni geografiche e naturali, vanta di una tradizione ed una cultura agricola proprie, che si sono trasfuse e tramandate in una produzione casearia tipica.
Caseificio Sociale di Farnese; sede secondaria del caseificio sociale di Manciano (Gr) Società Agricola Cooperativa Località: Poggio Sarde, 01010 Farnese (VT) Telefono 0761. 458647 Fax 0761.458647 E-mail: info@caseificiomanciano.it
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La Società Agricola Villa Caviciana, con i suoi 130 ettari di superficie agricola è situata tra i 350 e i 550 metri di quota sopra il lago di Bolsena (VT). Le proprietà del suolo sono determinate in larga misura dalla presenza di roccia vulcanica e dalla corrosione della stessa. L’ubicazione della conca del lago di Bolsena garantisce alla tenuta agricola un microclima particolare, caratterizzato da estati calde ed inverni miti: i mesi di gennaio e febbraio sono freddi ed umidi mentre da metà maggio a fine settembre l’interazione tra la frescura delle acque ed il calore dell'aria crea correnti ascensionali che provvedono a ventilare ottimamente la vegetazione. La storia degli oliveti e dei vigneti che circondano Villa Caviciana risale agli Etruschi e la coltivazione delle terre è ripresa all’insegna della tradizione per far rivivere l’antica e somma cultuira dell’olio e del vino: muretti a secco in tufo sono qui tornati a formare fasce terrazzate per vecchi e nuovi impianti. L’intera azienda, che oltre a produrre olio e vino produce anche ottimo miele e carni pregiate, viene condotta con rigorose tecniche di agricoltura biologica certificata; per fertilizzare e combattere i parassiti si utilizzano esclusivamente metodi naturali: le trappole odorose per gli insetti dannosi sostituiscono gli insetticidi ed i greggi di pecore che costantemente vi pascolano provvedono alla necessaria concimazione. Tutta l’azienda Villa Caviciana è inserita armoniosamente nella dolcezza e nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio circostante.
I prodotti dell’azienda
Olio d’oliva, vino, miele (prodotti certificati biologici) Animali da carne
Soc. Agricola Villa Caviciana Località: Grotte di Castro, via Tojena Caviciana snc Telefono 0763.798212 - Fax 0763.797100
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Voregone arrosto alla bolsenese Ricette della tradizione viterbese
Ingredienti
4 coregoni del lago di Bolsena del peso di 500 grammi circa aglio salvia aceto di vino bianco olio extravergine d’oliva fiori di finocchio selvatico seccati sale pepe
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Il coregone, o “lavarello”, appartenente alla famiglia dei Salmonidi, fu importato nei laghi del Nord Italia nel 1861. Nel 1891 fu immesso anche nel lago di Bolsena, dove trovò subito un ambiente ideale, al punto che oggi è presente in grande quantità, dove vive nella zona del lago più profonda e limpida.
Preparazione Procurarsi quattro coregoni, pulirli portando via le scaglie, poi sventrarli gettando via le interiora, lavarli delicatamente dopo aver eliminato la testa, cercando se possibile di togliere la spina centrale, e disporli in una teglia da forno, immersi nell'aceto di vino bianco, insieme con due o tre spicchi d’aglio interi, alcune foglie di salvia, sale e pepe (al posto della salvia si possono utilizzare i fiori di finocchio selvatico seccati al sole). Introdurli nel forno e lasciarli cuocere fino ad esaurimento dell'aceto; quindi disporre il pesce in un piatto da portata, condirlo con una giusta quantità d’olio extravergine d’oliva e servirlo caldo
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falsicce in umido con lenticchie Ricette della tradizione viterbese
Ingredienti
2 salsicce bianche a persona 300 g di lenticchie di Onano 200 g di pomodori passati una carota cipolla sedano olio d’oliva sale pepe maggiorana vino
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La lenticchia è un legume già usato anche dagli Etruschi, famosa per il suo contenuto in ferro, e considerata la più digeribile fra tutte le leguminose. Accompagnate con le salsicce, compongono un piatto gustoso e nutriente, da usare come piatto unico per la cena. Nella Tuscia, ed esattamente nel territorio di Onano, un tempo veniva coltivata una particolare cultivar, che come caratteristica una buccia molto tenera e un sapore particolarmente gradevole. Oggi, sempre ad Onano, si sta tentando il recupero della vecchia cultivar.
Preparazione
Lavare le lenticchie in acqua corrente e farle cuocere parzialmente in una pentola con acqua e sale, avendo cura di conservare l’acqua di cottura per poterla utilizzare successivamente. In un tegame mettere a soffriggere in olio di oliva un battuto fatto con una salsiccia, una carota, mezza cipolla, alcune coste di sedano, qualche foglia di maggiorana (persa) e dopo qualche minuto unirvi le salsicce, dopo averle punzecchiate con la punta di una forchetta, e un bicchiere di vino bianco. Quando questo sarà evaporato e le salsicce un poco rosolate, unirvi le lenticchie cotte in precedenza, due mestoli di acqua di cottura delle stesse, il passato di pomodoro, sale e pepe, e lasciare insaporire il tutto fino a cottura completa, avendo cura di aggiungere ogni tanto altra acqua di cottura, se necessario, per evitare che si attacchino. Questa stessa ricetta si può utilizzare per fare le lenticchie con il cotechino (o zampone), che vengono consumate il primo dell’anno poiché si ritiene che mangiando lenticchie quel giorno si conteranno i soldi per tutto l’anno.
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Ricette della tradizione viterbese
Ingredienti 200 g ciascuno di noci nocciole mandorle uvetta 100 g di pinoli noce moscata 200 g di farina 100 g di canditi 100 g di pasta di lievitata cannella zafferano 150 g di zucchero 2 chiare di uovo 100 g di cioccolato fondente un bicchierino di rum mezzo bicchiere di olio strutto
Preparazione
In una ciotola piuttosto grande, sciogliere lo zucchero in un bicchiere di vino, poi, sempre maneggiando, unirvi un cucchiaio di cannella, una grattatina di noce moscata, un bicchierino di rum, mezzo bicchiere di olio, 35 grammi di lievito ammorbidito a parte con acqua tiepida, (o 100 grammi di pasta lievitata), mezzo bicchiere di zucchero e tanta farina da formare un impasto omogeneo di giusta morbidezza che sarà lasciato riposare per qualche ora. A parte sbucciare le noci, nocciole e mandorle, farle asciugare in forno, lasciando interi le nocciole e i pinoli, tagliare a pezzetti i gherigli di noce, le mandorle, la buccia di arancio e il cedro candito e unire il tutto all'impasto lievitato preparato in precedenza. Da questo impasto ricavare dei piccoli pani, depositarli sulla teglia unta sul fondo, spennellarli sopra con la chiara d'uovo sbattuta, o con glassa di zucchero, farina e cioccolato fondente e metterli a cuocere in forno moderatamente caldo per circa un’ora. Se durante la cottura tendessero ad allargarsi, estrarre la teglia e ricomporli nella forma iniziale.
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TÄvâÇx y|xÜx? yxáàx x átzÜxAAA Febbraio Pranzo del Purgatorio GRADOLI - info: 0761/456810 Festa degli incappucciati GRADOLI - info: 0761/456082
Festa di San Lorenzo Martire e Sagra degli gnocchi SAN LORENZO NUOVO info: 0763/72681 Sagra della patata GROTTE DI CASTRO info: 0763/798002
Maggio Festa della Madonna del Monte (Barabbata) MARTA - info: 0761/871406 Festa alla primavera
Fiera del Vino e In Cantina con Defuk MONTEFIASCONE info: 0761/832060 Sagra della lenticchia ONANO - info: 0761/78021
FARNESE - info: 0761/458381 Fiera del cedro VALENTANO info: www.valentano.org Processione del Corpus Domini e Infiorata BOLSENA - info: 0761/7951
Giugno Sagra del lattarino MARTA - info: 0761/871406
Luglio Festa della cannaiola MARTA - info: 338/1996272
Agosto
Sagra dell'Aglio Rosso e Festa di S. Agnese PROCENO - info: 0763/710092 Tiratura del solco dritto e festa della Madonna Assunta VALENTANO - info: 0761/751001 Sagra del coregone CAPODIMONTE info: 0761/870043 Bivacco medievale LATERA - info: 0761/459785
Dicembre Scantinate grottane GROTTE DI CASTRO info: 0763/798002
Festa del vino Aleatico GRADOLI - info: 0761/456082
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ITINERARIO 2
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M Attigliano
Bomarzo Bassano in Teverina
Vitorchiano CA SS
Orte
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VITERBO S. Martino nel Cimino
Vasanello Soriano nel Cimino Canepina Vignanello Vallerano Carbognano
Vetralla
Blera
Cura Villa S. Giovanni in Tuscia
Barbarano Romano
Lago di Vico
Gallese Corchiano Bomarzo
Fabrica di Roma Caprarola Ronciglione
C
Castel S. Elia
Capranica
Sutri Bassano Romano
Vejano
Nepi
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Monterosi
M Attigliano
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Bomarzo Bassano in Teverina
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Fabrica di Roma
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Viterbo e dintorni
Dalle pendici dei Monti Cimini nord occidentali, si estende su un territorio pianeggiante, ricco di coltivazioni e uliveti l'antica città di Viterbo. Erede di un passato storico e culturale di notevole importanza, Viterbo fu, con molta probabilità, abitata inizialmente dagli Etruschi. Alcuni ritrovamenti di insediamenti etruschi sono stati infatti rinvenuti nei pressi del colle dove oggi sorge il duomo di San Lorenzo e a Castel d'Asso, pochi chilometri dal centro del capoluogo viterbese, dove è visitabile una necropoli dalle dimensioni notevoli. Il territorio dove attualmente sorge Viterbo, verso il 400 a.C. fu conquistata dai romani, e in seguito si suppone costituita a stazione militare, appunto chiamata Castrum Herculis per la presenza di un tempio dedicato all'eroe mitologico. Il leone simbolo di Viterbo deriverebbe da questo aneddoto. La città conserva un notevole centro storico di origine medioevale con una imponente cinta muraria, mentre nella parte sud occidentale si estendono vaste zone archeologiche e termali alimentate dalla famosa sorgente del Bullicame. Conosciuta come la "Città dei Papi", il capoluogo di provincia fu, infatti, sede
Palazzo dei papi - Viterbo
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pontificia nel XIII secolo e diede ospitalità, nel corso del tempo a numerosi papi. La manifestazione tradizionale più spettacolare si svolge il 3 settembre, con il trasporto della Macchina di Santa Rosa, in onore della patrona, l’eroina popolare morta diciottenne nel 1251 durante la resistenza contro l’esercito di Federico II e in seguito santificata. La macchina è un enorme campanile illuminato, con un'altezza di oltre trenta metri e pesante circa cinque tonnellate. Viene costruito in metallo, legno e cartapesta ed che è trasportato da oltre cento facchini per le vie del centro storico lungo un percorso di oltre un chilometro e mezzo. Il trasporto della macchina termina dopo una ripida salita, che viene fatta di corsa fino al sagrato della basilica di Santa Rosa dove viene posata. L'età moderna per Viterbo ha conosciuto un periodo di scarsa vitalità, economica e culturale e dalla fine del XVI secolo la città segue le sorti dello Stato della Chiesa e vede tramontare del tutto la vocazione internazionale che aveva assunto nei secoli del basso medioevo. E' stato comunque proprio la feconda età medievale ha lascire in eredità a Viterbo il ricco patrimonio architettonico
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e storico del quartiere medioevale duecentesco di San Pellegrino, arrivato a noi pressoché integro, sicuramente uno dei più importanti e meglio conservati in Europa. Vicoli stretti e suggestivi, piazze dalle torri austere, in passato la città ne possedeva un centinaio. Ma il palazzo che meglio rappresenta l'antica gloria della città è senza dubbio il palazzo dei Papi, un edificio dall'aspetto severo, con profilo merlato reso morbido alla vista dalle belle bifore della facciata. La leggenda narra che il palazzo fu sede del conclave più lungo della storia, quando i cittadini viterbesi, stanchi d’attendere l’elezione del nuovo pontefice, rinchiusero i cardinali nel palazzo, tagliando loro i viveri e scoperchiando il tetto, per sollecitarne una rapida risoluzione. Tra le chiese, vero e proprio patrimonio cittadino, consigliamo una visita alla romanica Santa Maria Nuova, con un raro chiostro longobardo, e alla basilica della Santissima Trinità, anch'essa con un suo elegante chiostro cinquecentesco. Ma passeggiando per il centro cittadino è impossibile non rimanere catturati dal fascino delle tante fontane, ornamento imprescindibile di altrettante piazze. Dalla inconfondibile forma a fuso,
risalgono al tredicesimo e quattordicesimo secolo, segnaliamo la Fontana Grande, o del Sepale, e quella di San Faustino. Altre, d’epoca rinascimentale, come piazza della Rocca, presentano forme elaborate e sofisticate con bei giochi d’acqua. Custodi di preziosi beni storici e architettonici sono anche i dintorni di Viterbo. La frazione de La Quercia, possiede un santuario quattrocentesco dedicato alla Madonna, mentre Bagnaia è nota per Villa Lante, un vasto complesso rinascimentale con un delizioso giardino all’italiana all’interno di un parco lussureggiante in cui ben si armonizzano vegetazione, giochi d’acqua e pietre scolpite. Sorgono all'interno di Villa Lante due palazzine simmetriche la prima delle quali fu commissionata dal cardinal Gambara a Giacomo Barozzi da Vignola, un artista molto in voga a quei tempi. Bagnaia, circondata da fitti boschi di querce, olmi, faggi e castagni, offre numerose possibilità di escursione. Il soggiorno è reso piacevole e vivace dai numerosi appuntamenti di festa previsti nell’arco dell’anno: infatti annualmente vengono organizzate alcune tradizionali manifestazioni delle quali la più impor-
Villa Lante - Bagnaia
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tante è sicuramente la Processione del Venerdì Santo. Vitorchiano, a breve distanza dalla "città dei Papi" si presenta agli occhi con una superba cinta muraria. Nei suoi pressi trovano le rovine della città di Ferento, risalenti all'epoca romana, con resti di terme, abitazioni e strade lastricate. Tra queste spicca il teatro, circondato da arcate in peperino, che ancor oggi ospita manifestazioni artistiche all’aperto. E' possibile inoltre visitare le vestigia dell’abitato etrusco di Acquarossa, sempre nelle vicinanze dell'abitato. Immerso nei castagneti, San Martino al Cimino, è un borgo incastonato nelle pendici dei Monti Cimini, sul versante meridonale, nella riserva naturale del lago di Vico.. Apprezzato luogo di villeggiatura è noto per l’abbazia cistercense sorta durante la prima metà del XIII secolo su una precedente risalente ad almeno due secoli prima, ad opera dei monaci cistercensi francesi di Pontigny. Singolare la struttura urbanistica del borgo, nato in epoca rinascimentale intorno al palazzo gentilizio di Donna Olimpia Pamphili che, visto dall’alto, presenta una forma semi-ellittica. Da visitare il Palazzo Doria Pamphilij, in cui è incorporata parte dell’ex convento, voluto da Donna Olimpia Maidalchini-
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Pamphilij. Completamente ristrutturato nel 1652 da vari maestri tra cui il Bernini, custodisce pregevoli sale affrescate, saloni con ricchi soffitti lignei, fregi in affresco, una notevole scala in peperino e un camino monumentale. Citate nella Divina Commedia di Dante Alighieri, apprezzate utilizzate da papa Gregorio IX nel dodicesimo secolo, le terme di Viterbo sono conosciute e apprezzata fin dall'antichità. Il complesso delle “Terme dei Papi” deve il suo nome al pontefice Niccolò V, che fu il fondatore della Biblioteca Vaticana, che vi fece costruire un elegante palazzo per potervi soggiornare. Le acque e i fanghi, nati grazie alla presenza dei due complessi vulcanici del lago di Bolsena e di quello di Vico, possiedono efficaci proprietà curative delle affezioni dell’apparato respiratorio, osteo-articolare e della pelle. Per quel che riguarda l'agroalimentare, il territorio di Viterbo produce pomodori, frumento, pesche, e nocciole, queste ultime alla base di numerose ricette sia dolci che salate, vino e olio extravergine di oliva. Sono presenti inoltre numerosi allevanti di bovini, ovini e suini, da cui derivano ottime carni, latte, formaggi e salumi.
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Gran Caffè Schenardi Il palazzo che ospita le sale del Gran Caffè Schenardi risale al XV secolo. Nei secoli successivi la proprietà passò a diverse ed illustri famiglie viterbesi fino al 1798, anno in cui il romano Giuseppe Cassani, appaltatore della posta, lo acquistò e lo trasformò in Albergo Reale. Le vicende dello storico caffè iniziano nel 1818 quando Raffaele Schenardi acquista il già esistente Albergo Reale, dotandolo di un ambiente di nuova concezione: il "caffè", nuovo centro di convivialità e di incontro: dai salotti privati il dibattito intellettuale e politico si trasferisce anche in ambienti pubblici così i caffè si renderanno testimoni di fatti, avvenimenti, amori, segreti e complotti. La metà del XIX secolo coincide con la fervente attività dei moti risorgimentali che agiteranno le menti e gli animi di coloro che vollero l'Italia unita. Nel 1855 l'aspetto del caffè mutò radicalmente grazie all'ingegno e alla maestria dell'architetto romano Virginio Vespignani (1808-1882) e alla vigile direzione del nuovo committente Vincenzo Schenardi che lo rese uno tra i caffè storici più belli d'Italia. In ricordo del cav. Vincenzo Schenardi rimane un mezzobusto realizzato dallo scultore Antonio Filippo Cifariello. Inizia così l’epoca delle serate mondane, dei tavoli all'aperto nella piazza delle Erbe, della frequentazione degli uomini più illustri della città, sia per godere della calda ospitalità ma anche e soprattutto per assaporare le numerose specialità offerte dalla casa Schenardi, dalla prelibatissima pasticceria, alla gelateria per la quale, ogni anno, veniva fatto arrivare da Napoli il famoso gelatiere Ciro Caivano, alla bottiglieria, alla confezione delle tipiche carote viterbesi condite con un particolare bagno aromatico e commercializzate in vasetti di ceramica, infine in anni più recenti l'originale aperitivo 103 (realizzato in occasione dei centotre anni di fondazione del caffè). Molti furono i personaggi che ebbero il piacere di gustare le specialità Schenardi, da papa Gregorio XVI al principe di Napoli, futuro re d'Italia Vittorio Emanuele III, ospitato a Palazzo dei Priori (21 luglio 1890) dove fu servito in suo onore un pranzo opera dell'indimenticabile Grispino Schenardi:ostriche, zuppa, pesce, filetto di bue, galatina, asparagi, punch spongato, piccioni, insalata alla russa, gelato, frutta, gateau, dessert. Vini: Capri, Bordeaux, Champagne. In occasione delle visite di rappresentanza di reali o personalità eminenti (Giuseppe Garibaldi, Guglielmo Marconi, Vittorio Emanuele di Savoia conte di Torino, la regina madre Margherita) il comune di Viterbo si affidava alla maestria culinaria degli Schenardi. Citiamo alcuni personaggi, che sedettero al caffè, vi riposarono, scrissero versi e godettero della sua incantevole atmosfera: il regista e attore Orson Welles, che a Viterbo ha girato il film Otello, Alberto Sordi e Federico Fellini durante le riprese de I Vitelloni, gli scrittori Orio Vergani e Bonaventura Tecchi, Mussolini, il re Gustavo Adolfo di Svezia insieme alle principesse Margaretha e Cristina durante i lunghi soggiorni nella Tuscia, dedicati alle campagne di scavo archeologiche. Il 31 dicembre 1980 il Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, interviene con un decreto dove si dichiara il Gran Caffè Schenardi di particolare interesse storico e artistico.
Gran Caffè Schenardi Corso Italia, 11 - 01100 Viterbo, tel. 0761.345860 - www.caffeschenardi.com
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Da generazioni nella nostra Azienda Agricola coltiviamo i campi da cui otteniamo gran parte degli alimenti necessari al nostro bestiame, per produrre, nel rispetto della nostra tradizione contadina, carni genuine di prima qualità, che prepariamo e stagioniamo ottenendo i sapori genuini di una volta.
I prodotti dell’azienda
Carne suina (fresca, stagionata e cotta), agnelli, polli, conigli, piccioni
Azienda Agricola Fratelli Stefanoni Via Cassia Nord, 60 - 00100 Viterbo Telefono: 0761.250425 - Fax: 0761.572041 - Email: fratelli Stefanoni@supereva.it
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Ricette della tradizione viterbese
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Tagli di seconda scelta di carne bovina coda trippa patate sedano, carota, cipolla pomodori rossi da sugo, peperoncino, sale, chiodi di garofano
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La pignattaccia è un piatto caratteristico della città di Viterbo, che va fatto con i tagli meno pregiati del bovino, e quindi meno costosi, insieme con alcune parti del “quinto quarto”, cioè quelle parti che arricchiscono il fondo di cottura sugo di quella sostanza gelatinosa, che conferisce alla preparazione una caratteristica unica. L’originalità di questo piatto, oltre alla varietà degli ingredienti presenti, stava nella tecnica di cottura che avveniva mettendo tutte le carni in una pignatta, alternando uno strato di carni con uno di verdure. La pentola veniva poi coperta con alcuni fogli di carta paglia e chiusa con un coperchio, fissato con lo spago, per ottenere l’effetto di pentola a pressione, ma, secondo alcuni, anche per evitare tentazioni di assaggi da parte di estranei. Infatti, la pignatta veniva inviata nel forno a legna pubblico e introdotta dopo la cottura del pane.
Preparazione Per la sua preparazione si tagliano a pezzi le varie carni e si lasciano a bagno per alcune ore in acqua salata, con l'aggiunta di un bicchiere di vino rosso e chiodi di garofano. In una grossa pentola di coccio ("pignatta") si deposita uno strato di patate sbucciate e tagliate a fette grossolane, che si ricopre con uno strato di carne e, sopra ancora, si aggiunge uno strato di erbe odorose tagliate a pezzi (sedano abbondante, carota, cipolla, pomodori a pezzi, peperoncino). Si condisce il tutto con olio di oliva e un poco di sale e si continuano a stratificare allo stesso modo i vari componenti, fino a riempire la pignatta, terminando con uno strato di patate tagliate a fette molto spesse. Alla fine si aggiunge del vino bianco asciutto, alcuni chiodi di garofano e l'acqua usata per la marinatura, fino a ricoprire il tutto. La pentola va poi introdotta nel forno per la cottura.
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g inca a porchetta
Ricette della tradizione viterbese
Ingredienti
Una tinca del peso superiore a 1,5 kg sale, pepe, aglio finocchio selvatico fresco fiori di finocchio selvatico seccati patate dell’Alto Lazio olive olio extravergine d’oliva
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La tinca è un pesce dalla carne tenera e molto saporita, appartenente alla famiglia dei Ciprinidi, che gode a volte di poca stima poiché, vivendo in acque limacciose, può acquistare uno sgradevole sapore di fango, cosa che non accade per la tinca presente nel lago di Bolsena che vive in acque limpide.
Preparazione
Pulire una grossa tinca del peso all'incirca di kg. 1,5 lavandola internamente dopo aver gettato via le interiora; di queste conservare soltanto quella parte di intestino lungo una ventina di centimetri, che va aperto, lavato ed utilizzato per il ripieno. In un tegamino fare soffriggere in olio extravergine d’oliva con due spicchi di aglio, una patata tagliata a tocchetti, il finocchio selvatico fresco, un cucchiaio di olive nere, sale, pepe e l'intestino della tinca già pulito come detto sopra. Quando il tutto sarà bene insaporito riempirci il ventre della tinca aggiungendovi un puntina di cucchiaino di fiori di finocchio selvatico e cucire i bordi delle pancia con del filo. Ungere il pesce con olio o strutto, adagiarlo su una teglia, condirlo ancora con olio extravergine d’oliva, sale, pepe, fiori di finocchio selvatico seccati e metterlo a cuocere in forno.
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Ricette della tradizione viterbese
Ingredienti
4 cucchiai di zucchero 4 uova 4 cucchiai di olio di oliva 4 cucchiai di latte buccia di un limone zucchero a velo farina q.b. mezza cartina di lievito olio per friggere liquore per bagnare le castagnole (rum, alchermes)
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Preparazione
In una terrina lavorare le uova con lo zucchero, poi aggiungere lentamente l'olio di oliva, la cartina di lievito, la buccia grattugiata di un limone, i cucchiai di latte e la farina q.b. Fino ad ottenere una pastella abbastanza consistente, al punto che non deve sgocciolare quando viene raccolta col cucchiaio. Riscaldare a fuoco vivace l'olio per friggere contenuto nella padella, quando questo è caldo a sufficienza abbassare la fiamma e con un cucchiaino grande versare rapidamente quattro cinque cucchiaiate di pastella, non troppo vicine una all'altra, roteando continuamente la padella in modo da far assumere alla pastella immersa nell'olio la caratteristica forma sferica, quasi perfetta. Per permettere alla pasta di gonfiarsi e risultare più soffice e meno untuosa, le manovre di roteazione vanno fatte sollevando di pochissimo la padella dal contatto con la fiamma, onde evitare una cottura troppo rapida che potrebbe bruciare la superficie delle castagnole; così facendo, con un poco di pazienza e dopo qualche prova non riuscita, prolungando la cottura per cinque o sei minuti si otterranno castagnole rotonde non impregnate di olio e soffici all'interno. Dopo cotte si lasciano asciugare per bene su carta assorbente da cucina prima di completarle con una spruzzata di liquore a piacere e una spolverata di zucchero normale e non a velo.
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Maggio
San Pellegrino in fiore VITERBO - info: 0761/370393
Giugno Sagra della ciliegia VITERBO - info: 0761/325992
Agosto Sagra della porchetta BAGNAIA - info - 0761/3481 Sagra della Nocciola CAPRAROLA - info: 0761/647589 Gnoccata e festa dei borghi RONCIGLIONE info: 0761/652051 Festival Barocco VITERBO - info: 0761/325992 Sagra della bistecca VITERBO - info: 0761/325992 Festa del vino VIGNANELLO info: 333/6232031 Sagra del cavatello VITORCHIANO info: 0761/370393
Settembre Festival Barocco VITERBO - info: 0761/325992 Trasporto della Macchina di Santa Rosa VITERBO - info: 0761/370393
Ottobre Sagra della Castagna SORIANO NEL CIMINO info 0761/742204 Giornata della Castagna CANEPINA info: 0761/750990 Festival Barocco VITERBO - info: 0761/325992
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ITINERARIO 3
Farnese
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Ischia di Castro Cellere Tessennano Canino
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Capodimonte
Piansano Arlena di Castro
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Pescia Romana
Montalto di Castro Montalto Marina
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Marina Velca
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Farnese Ischia di Castro Cellere
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Marina Velca
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Tarquinia
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La Maremma viterbese
La Maremma viterbese è un territorio dalle connotazioni spiccatamente marcate dell’Alto Lazio. Il paesaggio è profondamente affine a quello della bassa Toscana, caratterizzato da un continuo susseguirsi di colline e di boschi dal tipico e intenso verde della macchia mediterranea. La Maremma viterbese, qui riecheggia delle antiche gesta dei butteri, tuttora presenti con i loro cavalli e il loro bagaglio di tradizioni. Particolarmente spettacolari le rievocazioni in primavera dell’antico rito della “merca”, dove i butteri, nella loro caratteristica “uniforme” procedono alla marchiatura del bestiame. I butteri maremmani sono altresì famosi per una vicenda accaduta alla fine dell’ottocento, ancora racconta con estremo orgoglio dalla popolazione locale. Difatti, allora i nostrani cowboy si sfidarono con gli uomini di Buffalo Bill, uscendone vittoriosi. Nel comprensorio della Maremma viterbese appartengono alcuni comuni di profonde radici storiche come Tuscania, Tarquinia, Montalto di Castro, Canino e Monte Romano. Tuscania, dalle inconfondibili mura di tufo rosse, vanta antichissime origini, possiede vestigia etrusche e roma-
ne e imponenti chiese romaniche tra cui Santa Maria Maggiore e San Pietro. Si trova invece alle porte della Toscana Canino, la cui terra disseminata di oliveti da millenni fornisce un prezioso e prelibato olio extravergine di oliva. Canino è inoltre rinomata per la sua produzione di asparagi, celebrati annunalmente il una famosa Saga dell’asparago. Nei suoi dintorni, al confine con il comune di Montalto di Castro, si trovano le suggestive rovine della città etrusco-romana di Vulci, le cui necropoli furono tra le prime a essere scavate, e pure saccheggiate, che vi trovarono ricchissimi tesori d’arte. Nei pressi si erge il castello della Badia, congiunto al ponte di origine etrusca, che si slancia su un vallone, dalla flora variegata, sul cui fondo scorre il fiume Fiora, dalle acque limpide ricche di pesci di acqua dolce. La città di Tarquinia è stata uno dei più antichi e importanti insediamenti della dodecapoli etrusca, l’insieme delle dodici città-stato etrusche che, secondo la tradizione, costituirono una potente alleanza di carattere economico, religioso e militare. L’antico centro etrusco e romano sorgeva sull’altura denominata “La Civita”, alle
Palazzo Comunale - Tarquinia
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I butteri
spalle del “colle dei Monterozzi” dove sorge l’abitato odierno e dove si trova la necropoli antica (necropoli dei Monterozzi). La necropoli è stata nominata nel 2004 per il programma internazionale dei patrimoni dell’umanità (World Heritage Fund) amministrato dall’Unesco. Nel territorio di Tarquinia è molto sviluppato il settore agricolo, con produzioni di cereali e ortaggi e l’allevamento. Sulla costa sono presenti numerosi stabilimenti balneari. Meritano una tappa le saline di Tarquinia risalgono tra la fine del secolo XVIII e gli inizi del XIX, quando Pio VI affidò a Giuseppe Lipari l'incarico di creare una salina per il fabbisogno di Roma e dei centri del versante tirrenico, a seguito della dismissione delle antiche Saline di Ostia, già in funzione in epoca etrusca. La loro realizzazione venne portata a termine nel 1830. A partire dal 1980 le saline di Tarquinia sono “Riserva naturale di popolamento animale”. I suoi 170 ettari di estensione costituiscono un ambiente di notevole interesse scientifico e naturalistico per la particolare vegetazione che comprende specie molto rare e per la fauna presente. Le saline accolgono tutto l'anno varie specie di uccelli stanziali e migratori e nelle vasche troviamo diverse varietà di pesci e crostacei. Attualmente alcuni edifici del borgo sono stati interessati da restauro ed ospitano laboratori di educazione ambientale del dipartimento di ‘‘Ecologia e sviluppo economico sostenibile’’ dell’università della Tuscia di Viterbo.A pochi chilometri di distanza da Tarquini
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incontriamo Monte Romano, un piccolo borgo risalente al XVII secolo, rinomato per il suo caratteristico pane cotto alla brace, anch’esso incastonato in una ricca area archeologica etrusca e romana. Qui, annualmente anno luogo alcune sagre molto conosciute e frequentate. Da Sant’Antonio Abate, in apertura d’anno, a gennaio, alla Giostra del saracino, la rappresentazione in costume della Passione di Cristo, la Festa della Merca (primo maggio), la Festa del Pane e dei buoni sapori a giugno e la Sagra della carne maremmana e dei prodotti tipici locali ad agosto. Altro piccolo ma caratteristico paese “maremmano” è Montalto di Castro, dalla forte connotazione medievale. Possiede piccole piazze, vicoli sovrastati da archi, mura di cinta. Il paese è dominato dal Castello Guglielmi. Marina di Montalto è invece un’attrezzata località turistica situata a due chilometri da Montalto, caratterizzata da ampie spiagge sabbiose, vaste pinete e numerose strutture ricettive. L’ultimo comune del Lazio è Pescia Romana con i suoi “Borgo Nuovo” e “Borgo Vecchio”che segna il confine con la Toscana. Molto frequentato dai turisti, punto nevralgico per gite ed escursioni naturalistiche, culturali e artistiche. Pastorizia e agricoltura caratterizzano il territorio di Montalto e Pescia Romana. Tra le feste estive più importanti la Sagra del Melone e il Palio delle Contrade.
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OLEIFICIO SOCIALE COOPERATIVO DI CANINO La cooperativa, costituitasi nel 1965, conta ad oggi oltre 1.200 soci produttori, che coltivano circa 3.350 ettari di oliveti, con oltre 260 mila piante di olivo in un’area a carattere prevalentemente agricolo e intatta sotto il profilo naturalistico ed ecologico. La produzione: L'olio prodotto proviene da olive di qualità “Caninese”,
“Pendolino”, “Leccino”, “Maurino” e “Frantoio”, viene venduto sfuso ed in varie confezioni: lattina da 5litri, dama in vetro da 5 litri, bottiglia da 1 litro, valigetta da uno e mezzo litro, confezioni da 1 o 2 bottiglie da 1 o mezzo litro. Le caratteristiche riconosciutegli dagli intenditori e ricercatori sono la genuinità, la rarità, la tipicità. La Cooperativa sociale ha ottenuto dei risultati lusinghieri nella ricerca delle migliori tecnologie di produzione, tanto da essere la prima azienda in Italia a mettere in atto la lotta integrata ai parassiti dell’olivo, ed ad essere riconosciuti come progetto pilota dal ministero dell’Agricoltura.
Oleificio Sociale Cooperativo di Canino Via di Montalto Km. 18 - Canino (Vt) Telefono: 0761.437089- Fax: 0761.433041 Email: oscc@oscc.it
www.acquadinepi.it
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mâÑÑt con l’agnello Ricette della tradizione viterbese
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1 kg di agnello della Tuscia, cipolla, aglio, carota, 100 g di grasso di prosciutto o guanciale peperoncino 500 g di polpa di pomodoro sale, pepe olio extravergine d’oliva pane casereccio raffermo vino bianco asciutto 4 carciofi 4 patate dell’Alto Lazio pecorino della Tuscia
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Piatto tipico della Tuscia, zona tradizionalmente riservata alla pastorizia, che prende il nome di "giubba e calzoni" per l'evidente completezza dei suoi componenti e rappresenta pertanto il prototipo del piatto unico ricco e sostanzioso
Preparazione
In un tegame possibilmente di coccio mettere a soffriggere in olio extravergine d’oliva un battuto fatto con il grasso del prosciutto o del guanciale, la carota, l’aglio e una cipolla tagliata a fette. Aggiungere l'agnello tagliato a pezzi, salato e pepato, facendolo rosolare e versandovi successivamente un bicchiere di vino bianco asciutto. Quando questo sarà evaporato aggiungere la polpa del pomodoro, con qualche cucchiaio di acqua calda, e lasciare cuocere lentamente, aggiungendo ogni tanto dell'acqua per mantenere una certa quantità di liquido che dovrà servire per inzuppare il pane. A cottura ultimata, versare il tutto sulle fette di pane disposte in un piatto fondo da portata. Lasciare riposare per qualche minuto per fare bagnare il pane e servire, irrorando la zuppa, se piace, con del pecorino grattugiato. Alcuni usano aggiungere del pecorino grattugiato. Nella Maremma Laziale, lungo la costa tirrenica dove sono presenti piantagioni di carciofo, nelle stagione della raccolta si usa aggiungere un carciofo a persona, tagliato a spicchi, lasciandolo cuocere nel brodo di cottura dell’agnello. In questo caso non viene usato il pecorino
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` accheroni con la ricotta Ricette della tradizione viterbese
Ingredienti
400 g di rigatoni o linguine zucchero o pepe nero 400 g di ricotta di pecora
La presenza della ricotta conferisce a questo piatto le caratteristiche di un piatto unico. Trattandosi di un piatto dolce, che comunque veniva usato tradizionalmente come primo piatto, se il dolce non è gradito si può sostituire lo zucchero e la cannella con il pepe nero, macinato fresco al momento di servire.
Preparazione
Mettere a cuocere la pasta in una pentola con
acqua e sale e contemporaneamente in una terrina stemperare la ricotta fresca di pecora con
della Tuscia
un poco di acqua calda di cottura della pasta;
cannella in polvere
cucchiaino di cannella in polvere e, secondo
sale
aggiungere due o tre cucchiai di zucchero, un
alcune usanze, la buccia grattugiata di un limone. Versare su questo impasto i maccheroni
caldi, scolati parzialmente in modo che rimanga-
no abbastanza umidi, maneggiare per bene e
limone
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servire. Come pasta si possono anche usare le
penne rigate o i tagliolini all’uovo fatti in casa.
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Ricette della tradizione viterbese
` aritozzi
Ingredienti 300 g di farina
olio extravergine q.b. 30 g lievito di birra 75 g di zucchero 75 g di uvetta sultanina sciroppo di zucchero pinoli 20 g canditi 50 g
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Preparazione
Preparare un impasto unendo 100 grammi di farina 00 con lievito di birra sciolto in acqua tiepida. Dopo averla lasciata a lievitare per il tempo necessario, incorporavi quattro cucchiai di olio extravergine d'oliva, lo zucchero, un pizzico di sale e la rimanente farina, in modo da ottenere un nuovo impasto del peso di circa 500 grammi. A questo punto aggiungere l'uvetta lavata nel vino, (e facoltativamente canditi tagliati a dadini e pinoli) continuando a maneggiare in modo da distribuire i vari ingredienti. Con questa pasta formare dei piccoli panini ovali che verranno disposti in una teglia unta sul fondo, ben allineati e distanziati un dall'altro che lascerete a lievitare per alcune ore, coperti da un telo. Quando saranno ben cresciuti, introdurli in forno caldo per 15 minuti e al termine della cottura ritirarli dal forno per ungerli in superficie con dello sciroppo di zucchero piuttosto denso, infornandoli subito dopo per un istante, e cioè fino a che lo sciroppo non abbia formato in superficie una crosticina biancastra. I maritozzi ancora tiepidi sono ottimi riempiti con panna montata freschissima, specie se accompagnati con un cappuccino spumeggiante, per una ghiotta colazione del mattino; in estate sono altrettanto gradevoli se riempiti con panna gelata.
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TÄvâÇx y|xÜx? yxáàx x átzÜxAAA Gennaio Festa di S. Antonio Abate e Sagra della frittella al cavolfiore TUSCANIA - info: Festa della Merca TARQUINIA - Info: 0766/858291
Maggio Pellegrinaggio alla grotta di S. Vivenzio BLERA - info: 0761/470093
Sagra dell’Asparago MONTALTO DI CASTRO - info: 0766/89140 Sagra dell'asparago CANINO - Info: 0761/437001
Luglio Festa del pane e dei buoni sapori MONTEROMANO - info: 0766/860021
Agosto Sagra della carne maremmana MONTEROMANO - info: 0766/860021 Festa della Pastorizia FARNESE - info: 355/7073457 Gran premio delle carrettelle ISCHIA DI CASTRO - info: 0761/425455 Sagra della pasta e fagioli TESSENNANO - info: 0761/431001 Festa S.Rocco e Sagra del Supplì ARLENA DI CASTRO info: 0761/430951
Dicembre Sagra dell'olivo CANINO - info: 0761/437001
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ITINERARIO 4
B O
V ERBO S. Martino nel Cimino
Vasanello Soriano nel Cimino Canepina Vignanello Vallerano Carbognano
Vetralla Cura Villa S. Giovanni in Tuscia
Blera
Lago di Vico
Caprarola Ronciglione
Civita Castellana
Castel S. Elia Sutri
Nepi
IN
Faleria
IA
Bassano Romano
Vejano
A
AM
Barbarano Romano
M
Bomarzo
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Capranica
Gallese Corchiano
Fabrica di Roma
Calcata
Monterosi
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Oriolo Romano
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Trevignano Romano
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Colli Cimini I monti Cimini costituiscono quanto rimane della corona perimetrale di due imponenti sistemi vulcanici. Il più antico è il vulcano Cimino, con il Monte Cimino, situato nel comune di Soriano nel Cimino (altitudine 1.053 m), mentre il più recente è il vulcano Vicano, con il monte Fogliano (963 m), Poggio Nibbio (896 m) e monte Venere (851 m), la cui caldera ospita oggi il lago di Vico (o Cimino). L'oscura e misteriosa selva dei Cimini è da tempo immemorabile teatro di leggende, spesso dai tratti inquietanti. I boschi che ricoprivano i Monti Cimini erano, in tempi lontani, talmente fitti e popolati di animali selvatici, spesso feroci, che solo solo pochi pastori osavano addentrarsi, oltre che maghi e sacerdoti che nella penombra della foresta consumavano misteriosi riti. L'intricata selva era talmente impenetrabile da costituire un baluardo naturale a difesa dalle legioni di Roma. Ma il desiderio di prendere possesso delle terre feconde dell'Etruria spinse il console romano Fabio Rulliano ad avventurarsi con il suo esercito nella scura foresta dedicata a Giove dando così inizio alla fine del popolo Etrusco. Presi alla sprovvista dal coraggioso console, gli Etruschi non
ebbero il tempo di reagire né di difendersi. Dell’antica “Selva Cimina” oggi rimangono fitti boschi di querce, frassini, faggi, olmi e castagni. Fonti, ruscelli dalle acque limpide, attraversano in questi nostri tempi le terre dei monti Cimini. La natura offre spettacoli incantevoli e variegati con le sue numerose specie fiori e frutti selvatici, habitat ideale di volpi, faine, donnole, lepri e martore. Ma sono abbondanti anche le comunità di uccelli, tra i quali spicca il falco pescatore, e di pesci quali il coregone, il persico ed il luccio. Il fecondo sottobosco ospita ginepri, felci, ginestre, agrifogli, pungitopi e vare specie di funghi commestibili. Numerosi sentieri e comode strade costituiscono una fitta rete di collegamento tra i borghi e i boschi, rendendo il viaggio attraverso i Cimini, un'esperienza naturalistica indimenticabile. Molto apprezzata e frequentata la “pinetina” con isuoi mille sentieri, adatti ad ogni età, da percorre a piedi, in bicicletta o a cavallo. I paesi del comprensorio affondano tutti, indistintamente, le loro radici in un lontano passato che ha notevolmente condizionato il loro aspetto attuale. E così è facile attraversare i milleni solo percorrendo pochi chilo-
Sutri -Anfiteatro
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metri se non pochi passi: etruschi, romani e poi ancora le età del medievo e del Rinascimento continuano a esistere nei monumenti, nelle opere d’arte, nelle rocche e nei castelli, nelle ville e nei palazzi circondati da lussureggianti e artistici giardini. Tra i numerosissimi tesori architettonici del comprensorio dei Cimini ricordiamo palazzo Farnese di Caprarola, i castelli Orsini di Soriano, Ruspoli di Vignanello, Di Vico di Canepina. E poi i borghi medioevali di Ronciglione, Carbognano e Vitorchiano e i centri storici di Capranica, Vetralla e Vallerano. Feste religiose e processioni, balli e manifestazioni carnevalesche, tra queste il famoso carnevale di Ronciglione con la sua coinvolgente corsa di cavalli senza fantino chiamata “Corsa a vuoto”, sagre e rievocazioni storiche, fiere e giostre medioevali e rinascimentali animano i centri abitati durante gran parte dell'anno. L’artigianato artistico porta avanti la tradizione nella manifattura di oggetti in ceramica, in pietra, in ferro battuto
e in legno. La pietra più utilizzata e caratteristica in queste zone, oltra al tufo, è il peperino, molto utilizzata sia per la costruzione degli edifici che negli interni. Castagne, nocciole, funghi, olio extravergine di oliva, vini, formaggi e salumi sono l'eccellenza e la ricchezza di questo terrirorio che non smette mai di sorprendere con i suoi sapori e la sua cucina semplice e antica. E quindi via libera a primi golosi e prelibati come il “fieno” (pasta sottilissima), i “lombrichelli”, i “cavatelli” o “gnocchi al ferro” lavorati con acqua e farina, le “fettuccine”, le “sutrine” e le “frittelle” impastate con verdure o frutta, la “acqua cotta” e altri tipi di zuppe. Nei secondi sono sovrani i piatti a base di cacciagione, le carni bianche da allevamento di animali da cortile, la “porchetta allo spiedo”, il pesce di lago. Si chide in dolcezza con i classici “tozzetti”, le “spizzicate”, il “panmielato”, le “crostate”, la “nociata”, tutti preparati con prodotti rigorosamente locali quali nocciole, castagne, marmellate, miele.
Il Parco dei mostri di Bomarzo
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Viticoltori dei Colli Cimini La Viticoltori dei Colli Cimini è nata dalla fusione delle due cantine sociali di Vignanello in attività già dai primi anni settanta. La cantina raccoglie in se tutta la grande tradizione e la vocazione vitivinicola del comprensorio dei Collli Cimini e della Denominazione di Origine Controllata “Vignanello”, riunisce circa 1700 soci conferenti. Tra i prodotti proposti dall’azienda, che vanta anche un olio extravergine ricavato nel proprio frantoio, di particolare interesse sono il “Greco di Vignanello”, un vitigno autoctono vinificato in purezza, e due rossi, il “Rulliano” e il “Domnico”, che rappresentano il felice risultato ottenuto all’incontro dei tradizionali vitigni a bacca nera coltivati nel territorio Le notizie sulla coltivazione della vite nella zona di Vignanello risalgono al 766 d.C. Il traffico più consistente è da sempre stato diretto verso Roma e il Greco di Julianellum, anctico nome di Vignanello, appare sulle mense dei papi e dei cardinali ad opera di Beatrice Farnese che governò il paese nel XV secolo. Notevole fu l'impulso alla commercializzazione dato dal prof. Francesco Dramis, direttore della Cantina Sociale e Distilleria Cooperativa di Vignanello, e della intelligente intraprendenza dell'enologo e viticoltore Paride Soprani, che nella prima parte del XX secolo diffusero i vini di Vignenello elevandone la qualità. Il vino ha ottenuto il riconoscimento della indicazione geografica tipica "Colli Cimini" nel marzo 1989 e la DOC del novembre 1992. La Cantina ha esteso la gamma dei prodotti e ne ha migliorato la qualità: inoltre ha compiuto ricerche e studi sui vitigni riscoprendo e valorizzando il Greco di Vignanello.
Viticoltori dei Colli Cimini, soc. coop. soc. agr. Località Piane Trosce, 4 - Vignanello (Vt) Telefono: 0761.754482 - Fax 0761.756993 Email: info@collicimini.it - www.collicimini.it
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Ricette della tradizione viterbese
Ingredienti
400 g di rigatoni o linguine zucchero (o pepe nero) 400 g di ricotta di pecora della Tuscia cannella in polvere sale
pezzatino di coniglio vÉÇ ÇÉvv|ÉÄx wx| V|Å|Ç|
Oggi nella Tuscia si produce un coniglio allevato all’aperto, secondo una tecnica messa a punto nella nostra facoltà di Agraria, con la quale si ottiene un prodotto che, oltre all’odore non più sgradevole, presenta una carne più consistente e più saporita di quella del coniglio industriale, a tutto vantaggio della qualità gastronomica. Questo coniglio è stato classificato come “Coniglio leprino viterbese”
Preparazione Liberate il coniglio dalle interiora, eliminate la testa e le zampe e lasciatelo a bagno in acqua per una nottata, quindi tagliatelo a pezzi e asciugatelo. In un tegame fate soffriggere in olio di oliva la pancetta tagliata a dadini, insieme con un tritato di cipolla, rosmarino e fiori di finocchio selvatico. Adagiatevi quindi i pezzi di coniglio facendoli rosolare un poco, uniteci due mestoli di brodo, sale e pepe. A cottura quasi completa aggiungete le nocciole tostate e tritate, insieme con un cucchiaio di farina e una noce di burro.
limone
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mâÑÑt di ceci e castagne Ricette della tradizione viterbese
Ingredienti
300 g di farina, olio extravergine q.b. 30 g lievito di birra 75 g di zucchero 75 g di uvetta sultanina sciroppo di zucchero pinoli 20 g canditi 50 g
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Questa zuppa veniva preparata sia nella zona dei Cimini, sia nelle campagne circostanti a Viterbo. Infatti, quando nell’autunno si raccoglievano le castagne nei castagneti dei monti Cimini, una parte di queste venivano messe in cantina ad asciugare e conservate per essere poi consumate durante l’inverno. La presenza delle castagne insieme con i ceci, non era perciò dovuta ad una elaborata combinazione di sapori.
Preparazione
Mettere a bagno i ceci la sera prima in acqua e sale, sbollentare le castagne secche per poterle sbucciare agevolmente, e spaccare a metà quelle più grandi. In una pentola, possibilmente di coccio, lasciare cuocere parzialmente i ceci, insieme con un mazzetto di rosmarino, che verrà gettato via successivamente. A parte in un tegamino fare un soffritto con abbondante olio extravergine d’oliva, aglio, peperoncino, qualche foglia di rosmarino e del sedano a pezzetti; quindi unirvi i pomodoretti tagliati a pezzi, o la passata di pomodoro, lasciando insaporire per alcuni minuti. Aggiungervi a questo punto le castagne secche e, poco dopo, versare il tutto nella pentola di cottura dei ceci, avendo cura di aggiungere qualche cucchiaiata di castagne e ceci schiacciati, o passati al passatutto, per rendere il brodo più denso e più saporito. A cottura ultimata versare la zuppa sul pane, che avremo predisposto nei vari piatti singoli. Prima di iniziare a mangiare, lasciare riposare per alcuni minuti, a piatto coperto, affinché il pane risulti bagnato al punto giusto e, se piace, irrorare la zuppa con olio extravergine di oliva.
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Ricette della tradizione viterbese
Ingredienti Farina q.b. magarina 300 g latte 50 ml circa per sciogliere il lievito uova 6+1 zucchero 600 g nocciole sgusciate 6 - 700 g una noce di burro mezza cartina di lievito chimico la buccia grattugiata di un limone alchermes 2 cucchiai rum 1 cucchiaio
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Preparazione
Mettere in una terrina le uova con lo zucchero e lavorarle con un chucchiao di legno, aggiungere la magarina, le bustine di lievito, la buccia grattugiata di un limone, il latte, i liquori, e le nocciole tostate, spellate e tagliate a pezzi grandi o intere; infine sempre maneggiando, aggiungere poco a volta la farinaquanto basta ad ottenere una pasta molto morbida, quasi similie alla pasta del pane, con la quale si formeranno dei lunghi cilindri, che verranno schiacciati leggeremente fino a ridurli a filoni larghi 7-8 cm e alti 2 cm, poi adagiati nelle teglie con il fondo ricoperta da carta da forno, successivamente unti in superficie con dell’uovo intero sbattuto e con l’aiuto di un pennellino. Le teglie vanno poi messe in forno, a temperatura di 160° circa, fino a quando la superficie del filone non acquista un bel colore ambrato translucido (circa 20 min). Raggiunta la cottura si estragono dal forno e prima del completo raffreddamento siitalgono trasversalmente in modo da ottenere dei tozzetti larghi poco più di 1 cm e alti circa 2 cm. Per completare il lavoro questi tozzetti vanno di nuovo adagiati sulle teglie, sempre foderati con carta dda forno, poggiati uno ad uno sulla superficie da taglio, ed introdotti nel forno, sempre a 160°, per qualche minuto, in modo da conferire una lieve tostatura anche sui lati del biscotto.
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TÄvâÇx y|xÜx? yxáàx x átzÜxAAA Gennaio Sagra della pizzantiella MONTEROSI - info: 0761/699444 Festa di Sant' Antonio Abate e Sagra della polenta BASSANO ROMANO - info: 0761/636919 Benedizione degli animali e distribuzione della Staffa BARBARANO ROMANO - info: 0761/414601 Carnevale ronciglionese RONCIGLIONE - info: 0761/62901 Festa di Sant'Orsio, Sagra della zuppa VEJANO - info: 0761/462014
Marzo Benedizione delle Palme e delle ciambelline CASTEL SANT'ELIA info:www.comunecastelsantelia.it
Aprile Sagra del biscotto e Palio di S.Anselmo BOMARZO - info: 0761/924021
Maggio Attozzata BARBARANO ROMA - info: 0761/414601 Madonna dei Matti NEPI - info: 0761/5581310
Giugno Processione medievale e Palio dei Longobardi CASTEL SANT'ELIA - info: 0761/555007
Luglio I mercatini del Seicento BASSANO ROMANO info: www.assolarocca.it Sagra della pezzata VILLA SAN GIOVANNI IN TUSCIA info 0761/476476
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TÄvâÇx y|xÜx? yxáàx x átzÜxAAA Cena nel Borgo Medievale FALERIA - info: 320/1846835
Agosto Festa di San Bartolomeo e Corse a vuoto RONCIGLIONE - info: 0761/62901 Sagra del Tozzetto FABRICA DI ROMA - info: 0761/569001 Palio del Saracino NEPI - info: 0761/5581650 Sagra del fagiolo SUTRI- info: 0761/609380 Festività di San Rocco e sagra degli strozzapreti CAPRANICA - info: 0761/6679202 Festa del vino VIGNANELLO - info: 333/6232031
Settembre Sagra del fungo porcino VETRALLA - info: 0761/460006 Sagra delle nocciole CAPRAROLA - info: 0761/646157 Sagra della Gavinella CARBOGNANO - info: 0761/613481 Sagra del fungo porcino ORIOLO ROMANO info: 06/99837144 Ottobre Sagra delle castagne SORIANO NEL CIMINO info: www.sagradellecastagne.com Giornate della castagna CANEPINA - info: 0761/750990 Sagra delle castagne CAPRAROLA - info: 0761/646157
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ITINERARIO 5
S. Casciano dei Bagni Siena - S. Quirico CA SS IA
S. Giovanni delle Contee
Acquapendente
Proceno
S. Lorenzo Nuovo
Onano
Orvieto
Orvieto Firenze - Milano
Grotte di Castro
A1
Pitigliano
Gradoli
Latera
Lago di Mezzano
Bolsena Lubriano
Lago di Bolsena
Castiglione in Teverina
Bagnoregio Civitella d’Agliano
Isola Bisentina
Valentano Farnese
Manciano
Capodimonte
Ischia di Castro
Graffignano Amelia Giove
Marta
Cellere
Attigliano
Piansano
Tessennano
Arlena di Castro
Vitorchiano CA SS
Canino
Terni Narni
Bomarzo Bassano in Teverina
Orte
Orte
IA
Orbetello Ansedonia
Celleno Montefiascone
Isola Martana
AU
Capalbio Scalo
RE L
Tuscania
VITERBO
IA
Pescia Romana
S. Martino nel Cimino
Montalto di Castro
Carbognano
Montalto Marina
S. Casciano dei Bagni
Vasanello Soriano nel Cimino Canepina Vignanello Vallerano
Vetralla
Marina Velca
Blera
Tarquinia
Cura Villa S. Giovanni in Tuscia
Terni Magliano Sabina
Bomarzo
Caprarola Ronciglione Castel S. Elia Sutri
Capranica
Civita Castellana
Nepi
Roma IN
Faleria
IA
Bassano Romano
Vejano
A1
AM
Barbarano Romano
Fabrica di Roma
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Monte Romano
Lago di Vico
Magliano Sabina
Gallese Corchiano
Calcata
Monterosi
AURELIA
Roma
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Oriolo Romano
SS
Tolfa Bracciano
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A 12 Civitavecchia
Trevignano Romano
Bracciano
Roma
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Orvieto
Orvieto Firenze - Milano
A1
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Bolsena Lubriano
Lago di Bolsena
Castiglione in Teverina
Bagnoregio Civitella d’Agliano
Isola Bisentina
Celleno Montefiascone
Isola Martana
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Graffignano Amelia Giove
Marta Attigliano
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Vitorchiano
Terni Narni
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Bomarzo Bassano in Teverina
Orte
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Orte
VITERBO S. Martino nel Cimino
Vasanello Soriano nel Cimino Canepina Vignanello Vallerano Carbognano
Vetralla
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Blera
Cura Villa S. Giovanni in Tuscia
Lago di Vico
Magliano Sabina
Fabrica di Roma
Caprarola Ronciglione
Terni Magliano Sa
Gallese Corchiano Bomarzo
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Castellana
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La Teverina (la Valle del Tevere)
Il percorso nelle terre della Teverina, tra le dolci colline solcate dalle anse del fiume Tevere, assume una connotazione pacatamente differente dal resto della provincia di Viterbo. Geograficamente il paesaggio prende lentamente l'aspetto della vicinissima Umbria e della Sabina. E a pochi chilometri da Orvieto si incontra Bagnoregio, le cui origini quasi sicuramente risalgono all'epoca etrusca e romana, sebbene l'attuale città risale alla fine del 1600. La città, che sembra risalire all’epoca etrusca e romana, e ospito il romitaggio di San Bonaventura, ha una storia singolare; infatti l’attuale struttura urbana risale a circa tre secoli fa, perché, prima di un rovinoso terremoto che la sconvolse alla fine del 17° secolo, il centro storico era situato sul colle della Civita. Oggi Civita di Bagnoregio uno dei luoghi più suggestivi del mondo; è detta la “Città che muore”, in quanto si trova su uno sperone di argilla calcarea in via di disfacimento geologico, in una regione
tormentata di bianchi calanchi. Il lungo ponte esclusivamente pedonale che, superando il baratro sottostante, la collega a Bagnoregio, ma soprattutto l’atmosfera silenziosa, assorta, di rassegnato e tranquillo decadimento, che si respira nel piccolo borgo, ne fanno un luogo di pace e di meditazione. Merita una particolare citazione la processione in costume che si celebra il venerdì santo a Bagnoregio, e soprattutto il singolare corteo che successivamente, nel buio della notte, deve frettolosamente riportare un prezioso crocifisso di legno nella chiesa di San Donato alla Civita; in omaggio a un’antica tradizione locale. Di fronte a Bagnoregio c’è Lubriano, sorto intorno a un antico castello conteso a lungo tra Bagnoregio, Orvieto e Viterbo. Nei pressi, i centri di Castiglione in Teverina e Civitella d’Agliano dominano il territorio, ricco di vigneti di qualità, che si stende fino alle rive del Tevere. Scendendo verso sud,
Civita di Bagnoregio
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invece, si trovano Graffignano e Sipicciano, sorti intorno al sito di antichi castelli; Bassano in Teverina, nel cui territorio si trova quel laghetto Vadimone, piccola pozza d’acqua sulfurea nei pressi del Tevere, dove i Romani sconfissero definitivamente gli Etruschi nel III secolo avanti Cristo. Infine c’è Orte, grosso nodo ferroviario e autostradale, vera porta verso l’Umbria. La città, arroccata, su un alto colle, risale a epoca etrusca e romana (si sono rinvenute fra l’altro le rovine di un porto fluviale sul Tevere e di un acquedotto), conserva un centro storico di origine medioevale, ricco di chiese e palazzi gentilizi, ed è sede di varie iniziative culturali, turistiche e folcloristiche. Seguendo ancora la valle Tiberina, verso sud, e oramai in territorio falisco che guarda verso la Sabina, si trova Vasanello, centro di produzione di ceramiche artigianali; e Gallese, località che
Valle dei Calanchi - foto di Maurizio Pinna
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la tradizione vuole antichissima, oggi sede di industrie di materiali edilizi, nel cui territorio si conservano molti resti di castelli e torri medioevali. La zona è ricca di vigneti (vino Orvieto classico) e di oliveti. Singolari le coltivazioni di girasole e tabacco. Notevole la produzione di carne ovina e bovina. Nei comuni di Castiglione in Teverina e Civitella d’Agliano, si produce l’Orvieto doc. Questi i vitigni: trebbiano toscano (50%), verdello (25%), drupeggio e grechetto (20%), malvasia toscana (5%). Colore bianco paglierino più o meno carico, profumo delicato e gradevole, sapore secco con lieve retrogusto amarognolo oppure abboccato fine e delicato. Si può abbinare ad antipasti di molluschi e crostacei, a primi con sughi delicati, a fritture e a grigliate di pesce, a piatti a base di uova, a formaggi di pecora freschi. Se invece è abboccato, la combinazione giusta è con formaggi piccanti e macedonia di frutta.
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` inestra di farro e lenticchie Ricette della tradizione viterbese
Ingredienti farro 200 g
lenticchie 200 g grasso di maiale aglio cipolla olio extravergine di oliva sale 200 g di passata di pomodoro sedano carota pepe pecorino
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Il farro, come l’orzo e l’avena, appartiene ai cosiddetti “grani vestiti”, poiché le tuniche esterne sono molto aderenti e si staccano con difficoltà, per cui necessita di una lavorazione complessa, dalla quale si ottiene un prodotto che possiamo definire “integrale”, poiché è presente ancora lo strato aleuronico (crusca), ricco di sostanze proteiche, sali minerali, oli e fibre vegetali. Per questo motivo necessita di una precottura o di una lunga cottura prima di introdurre le lenticchie.
Preparazione
Fare un battuto con grasso di maiale (pancetta), cipolla, aglio, prezzemolo, carota e sedano, e metterlo a soffriggere in un tegame con olio di oliva; poco dopo aggiungere la passata di pomodoro, acqua calda o brodo vegetale e lasciare insaporire per una quindicina di minuti, poi unirvi il farro ammollato precedentemente per una nottata e parzialmente precotto, insieme con l’acqua di cottura delle lenticchie che stanno cuocendo a parte e continuare la cottura. Le lenticchie vanno aggiunte al farro quando sono a metà cottura, e qualche cucchiaiata di queste va passata al passatutto, in modo da ottenere un brodo più denso. Servire la minestra calda, irrorandola sul piatto singolo con olio extravergine di oliva. Insieme con l’olio, secondo i gusti, si può aggiungere anche del pecorino grattugiato.
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_ epre in salmì
Ricette della tradizione viterbese
Ingredienti Lepre con le interiora aglio alloro salvia 100 g di guanciale o pancetta di maiale rosmarino sale olio extravergine d’oliva 100 g di polpa di milza bovina peperoncino, pepe 1 salsiccia bianca di maiale 3 acciughe dissalate pane casereccio raffermo olive nere un limone vino rosso asciutto
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Preparazione
Dopo averla spellata, lavata e tagliata a pezzi, mettere la lepre per una notte in una marinata di vino rosso con qualche foglia di salvia, un rametto di rosmarino e 2-3 foglie di alloro. In un tegame fare soffriggere in mezzo bicchiere di olio extravergine d’oliva mezza fettina di guanciale, qualche foglia di salvia e due spicchi di aglio, che getterete via appena imbionditi, quindi unirvi i pezzi di lepre per farla rosolare un poco, insieme con un pugno di olive nere e mezzo peperoncino, subito dopo versarvi un bicchiere di vino della marinata e proseguire la cottura. A parte fare un tritato con due fettine di guanciale o pancetta, una salsiccia, due o tre acciughe dissalate, due foglie di salvia, la buccia di mezzo limone, uno spicchio di aglio, alcune olive snocciolate, la polpa della milza bovina, il fegato e la milza della lepre. Versare il tutto nel tegame, insieme con il succo di un mezzo limone, un bicchiere di vino rosso e uno di acqua calda, salare al punto giusto, aggiungere del pepe, a piacere, e lasciare cuocere a fuoco basso e tegame coperto per circa due ore. Volendo arricchire il piatto per servirlo su dei crostoni di pane abbrustolito, occorre aggiungere una certa quantità di magro di lepre che va tritato grossolanamente, facendo in modo che il fondo di cottura si mantenga sufficientemente liquido con aggiunta, se necessario, di acqua o vino, al fine di poterlo utilizzare per bagnare il crostone di pane.
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Y rittelle di riso
Ricette della tradizione viterbese
Ingredienti 250 g di riso 750 g di latte 1-200 g di farina 3 uova sale rum 150 g di zucchero semolato 1 bustina di vanillina 150 g di uvetta 1 bustina di cannella buccia di limone o arancia lievito
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Preparazione Fate cuocere il riso nel latte allungato con un poco di acqua e sale, scolare e lasciarlo raffreddare. In una terrina lavorare tre rossi d'uovo con lo zucchero sciolto nel latte, insieme con la farina quanto basta, aggiungere l'uvetta lavata e tenuta a bagno nel vino, la cannella, la vaniglia, la buccia grattugiata di un limone o di un arancio, qualche cucchiaio di rum, una bustina di Pane degli Angeli e due chiare d'uovo montate a neve. Incorporarvi il riso, aggiustare il sapore, con l'eventuale aggiunta di altro zucchero, e la consistenza dell'impasto, che deve e risultare simile ad una pastella piuttosto densa, e lasciarlo riposare per un'oretta. In una padella o in una friggitrice, contenente olio extravergine di oliva, caldo al punto giusto, gettarvi dentro delle cucchiaiate abbondanti di questo impasto in modo da ottenere delle frittelle della grandezza desiderata, che lascerete cuocere da entrambi i lati, fino alla doratura della superficie esterna. Una volta estratte, si depositano su carta assorbente da cucina e si spolverizzano abbondantemente con zucchero a velo.
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TÄvâÇx y|xÜx? yxáàx x átzÜxAAA Giugno Festa delle ciliegie CELLENO - info: 0761/912002
Luglio Nelle terre del Grechetto CIVITELLA D'AGLIANO info: 0761/914990 A cena con gli Orsini VASANELLO - info: 0761/40891 Festa della torre LUBRIANO - info: 0761/780391
Agosto Sagra del cinghiale GRAFFIGNANO - info: 0761/901001 Festa del vino dei colli del Tevere CASTIGLIONE IN TEVERINA info: 0761/948301 Festa di S. Egidio Abate e Ottava Medioevale ORTE - info: 0761/403230
Novembre Sagra di San Martino Funghi e Vino CASTIGLIONE IN TEVERINA info: 0761/948301
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IL MARCHIO COLLETTIVO “TUSCIA VITERBESE” Il marchio collettivo “Tuscia Viterbese” è stato istituito nel 2003 dalla Camera di Commercio di Viterbo per contraddistinguere e promuovere prodotti e servizi realizzati nella provincia di Viterbo che rispondano a determinati requisiti di qualità e tipicità. Oggigiorno non è più sufficiente porsi sul mercato con prodotti di qualità, certificati Doc, Dop o simili marchi di difesa: è necessario distinguersi, farsi conoscere, comunicare valori aggiunti meglio se riferiti a un determinato territorio, alla sua cultura e al suo ambiente. Il marchio collettivo Tuscia Viterbese nasce per soddisfare proprio questa esigenza e opera secondo precise strategie di marketing che consentono di raggiungere mercati molto più vasti, anche internazionali, non sempre alla portata delle piccole e medie aziende locali. Il marchio collettivo ha inoltre una doppia valenza: da un lato aiuta la promozione dei prodotti e servizi identificandoli sotto la stessa “origine” rappresentata dal territorio della provincia di Viterbo; al tempo stesso i prodotti con marchio promuovono il territorio, conferendo ad esso la qualifica di ambiente propizio per lo sviluppo di tipicità e
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peculiarità paesaggistiche in forza delle quali è possibile ottenere produzioni ad alta specificità territoriale. L’identificazione dell’origine della produzione rappresenta una potente leva di marketing, soprattutto per quanto riguarda beni agroalimentari, in quanto il consumatore si sente più rassicurato laddove riesce ad individuare, sia nominalmente che territorialmente, i soggetti responsabili della produzione. Tale rassicurazione è ancora più forte se l’identificazione dei soggetti viene garantita da un ente terzo, senza fini commerciali propri, con un ruolo istituzionale ben riconosciuto, quale è la Camera di Commercio. Il Marchio collettivo Tuscia Viterbese è dunque un marchio d’attacco che favorisce concretamente gli obiettivi di profitto aziendale, diffonde la conoscenza del territorio viterbese, agevola l’attrazione turistica e sollecita investimenti esogeni con conseguenti benefici economici per tutta la comunità. Di seguito riportiamo l’elenco di prodotti e servizi per i quali sono stati predisposti i disciplinari rispettati dalle aziende che si fregiano del Marchio Tuscia Viterbese.
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I PRODOTTI Carni bovine, ovine e suine Ceramiche artistiche Coniglio Verde Leprino di Viterbo Prodotti caseari Miele e prodotti apistici Olio extra vergine di oliva DOP “Canino” Olio extra vergine di oliva DOP “Tuscia” Patata dell’Alto Lazio Prodotti da forno e pasticceria Vini Doc e Igt
I SERVIZI Agriturismi e Hotel Ristoranti
Carni bovine, ovine e suine La motivazione che ha spinto a includere le carni bovine, ovine e suine tra i prodotti a marchio Tuscia Viterbese deriva dall’esigenza degli operatori
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locali del settore di distinguersi con una carne di qualità, proveniente da animali allevati secondo metodiche più vicine alle esigenze e al benessere degli animali, fornendo loro un’alimentazione proveniente da produzioni agricole locali che non ricorrono a organismi geneticamente modificati (OGM), con l’esclusione assoluta di promotori della crescita o molecole antibiotiche che possono forzare lo sviluppo naturale dell’animale. Il disciplinare comprende procedure e obblighi rivolti a diversi soggetti della filiera carni, in quanto si è constatato che per mantenere efficace la distinzione tra le carni a marchio Tuscia Viterbese e le altre, fino al consumatore finale, è necessario l’impegno di tutti i soggetti della filiera che stanno a valle rispetto all’allevamento. In particolare le principali caratteristiche contenute nel presente disciplinare sono: la permanenza dell’animale in allevamenti della provincia di Viterbo per periodi di tempo minimi prestabiliti in modo da imprimere nelle carni le necessarie qualità organolettiche e di genuinità; l’alimentazione, proveniente da foraggi freschi di prati pascolo della provincia di Viterbo o, almeno per quanto riguarda gli ovini, praticabile direttamente sui pascoli del territorio della Tuscia Viterbese dove non si faccia uso di varietà vegetali OGM; il divieto di utilizzare, per qualsiasi specie, stabulazioni fisse che costringano l’animale in spazi ridotti e angusti prevedendo, per quanto possibile, la stabulazione all’aperto per la maggior parte della giornata.
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Licenziatari per le carni bovine, suine ed ovine NARDI FRANCO Via Chiesa Vecchia, 13 01010 PESCIA ROMANA (VT) Tel. 0766.830025 MACELLERIA NARDI MARIO di Nardi Emanuele Via Borgo Vecchio, 5 01010 PESCIA ROMANA (VT) Tel. 0766.830025 PRINCIPI MASSIMO Via San Vivenzio, 3 01100 VITERBO Tel. 0761.263352 Cell. 333.1391938 e-mail: primas@wooow.it FATTORIA LUCCIANO di Profili Ovidio Roberto Antonio Via G. D'Annunzio, 14 01030 CORCHIANO Tel. 0761.540464 Cell. 328.6482088 www.fattorialucciano.com e-mail: info@fattorialucciano.com Zootecnica Viterbese Soc. Cooperativa Via Mantova, 2 01100 VITERBO Tel. 0761.341116 info@zootecnicaviterbese.it www.zootecnicaviterbese.it BONICAR Snc di Bonifazi Paolo e Cardarelli Tonino Via F. Petroselli, 33/35 01100 VITERBO Tel. 0761.250451 maurohd84@hotmail.it
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De Santis Pietro Romolo Gianfranco Soc. Agricola S.S. Strada Ellera, 5 01100 VITERBO Tel. 0761.250517 desantis.soc.agr@alice.it
Ceramiche artistiche
Il disciplinare delle Ceramiche artistiche della Tuscia Viterbese nasce dall’esigenza di annoverare tra i prodotti che possono fregiarsi del marchio Tuscia Viterbese, manufatti artigianali che, nella provincia di Viterbo, affondano le proprie radici produttive nelle diverse epoche storiche, anche quelle più arcaiche (villanoviano ed etrusco). La tradizione ceramica che si è sviluppata attraverso i secoli nella Tuscia Viterbese, ci mostra manufatti di forte connotazione artistica, spesso testimonianze espressive e iconografiche dei principali eventi storici e correnti culturali succedutesi nelle diverse epoche. Nel disciplinare, inoltre, non sono riportati soltanto i requisiti qualitativi, ma si è voluto porre una forte enfasi sul mantenimento della tradizione produttiva di tipo artigianale, dove l’apporto del lavoro manuale (almeno il 60% rispetto alla lavorazione totale) deve rappresentare l’elemento preponderante nel ciclo di produzione. Gli artigiani che vogliono ottenere la licenza d’uso del marchio, devono pertanto continuare a produrre nel solco della tradizione artigianale e artistica che proviene dal passato, utilizzando soltanto quelle tecnologie e materie prime che migliorino il prodotto e la qualità del lavoro.
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Licenziatari ceramiche artistiche ARTISTICA picc. soc. coop. a r.l. Via San Pellegrino, 8 01100 VITERBO Tel. 0761.321971 e-mail: info@artistica-vt.it www.artistica-vt.it LABORATORIO CERAMICO DANELLA ELISA Via Fabio Filzi, 4 01017 TUSCANIA (VT) Tel. 0761.443660 MASTRO CENCIO di Vincenzo Dobboloni Via SS. Giovanni e Marciano Martiri, 14 01033 CIVITA CASTELLANA (VT) e-mail: info@mastrocencio.it www.mastrocencio.it MIRABILIA di Franco Cirioni Via di Corte, 63 01033 CIVITA CASTELLANA (VT) Tel. 0761.598104 e-mail: francocirioni@alice.it Ceramica artistica di Anna Cirioni Via Terni, 71 01033 CIVITA CASTELLANA (VT) Tel. 0761.513969 Ceramiche di Elena di Urbani Elena Corso Meonia, 32 01020 BOMARZO Tel. 0761.924422 e-mail: elenaurbani@tiscali.it www.ceramichedielena.it Mastrofattutto di Boninsegna Loredana
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Via Cavour, 38 01011 CANINO Tel. 0761.439204 e-mail: mastrofattutto@libero.it Laboratorium di Mario Romagnoli Piazza Cavour, 10 01018 VALENTANO Tel. 0761.420074 e-mail: info@laboratorium.it www.laboratorium.it Viterterra di Sanetti Alessia Strada Statale Aurelia bis Km. 27,00 01019 VETRALLA (VT) Tel. 0761.478485 info@viterterra.com www.viterterra.com Creazioni Daniela di Lombardo Daniela Via Tullio Cima, 13 01100 VITERBO Tel. 0761.321843 creazionidaniela@libero.it www.creazionidaniela.it Ceramica è fantasia di Paola Ramondini Via Antica Strada degli Archi, 14 01012 CAPRANICA (VT) paolaramondini@alice.it www.ceramicaefantasia.it
Coniglio Verde Leprino di Viterbo Le caratteristiche della carne del Coniglio Verde Leprino di Viterbo sono dovute essenzialmente a due fattori: l’appartenenza degli animali alla razza “Leprino di Viterbo”, appositamente
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selezionata per l’allevamento all’aperto e le modalità di allevamento. L’allevamento previsto per il Coniglio Verde Leprino di Viterbo è all’aperto, così da ottimizzare le condizioni sanitarie ed eliminare l’inalazione di odori sgradevoli che si vanno a fissare nelle carni. Gli animali sono alimentati con mangimi bilanciati non medicati o con fieni o foraggi freschi. Le carni sono considerate di particolare pregio in quanto ricche dal punto di vista proteico e a basso contenuto lipidico. Inoltre l’allevamento non prevede l’uso di medicinali, al manifestarsi di qualsiasi sintomo di patologia gli animali sono abbattuti. Solo la vaccinazione è ammessa ed è facoltativa. Gli allevatori del Coniglio Verde Leprino appartengono a un Consorzio che li assiste nelle diverse fasi dell’allevamento, fornendo loro gli animali in purezza di razza. Il Consorzio fa riferimento al Centro sperimentale allevamenti cunicoli alternativi dell’Università degli Studi della Tuscia, per tutti i controlli sugli allevamenti e sullo stato sanitario dell’animale.
Licenziatari per Coniglio Verde Leprino di Viterbo CONSORZIO CONIGLIO VERDE LEPRINO DI VITERBO Via S. Maria, 43 01030 VASANELLO (VT) e-mail: giorgiomaria99@tin.it
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Prodotti caseari Il comparto dei prodotti caseari della provincia di Viterbo vanta un’estesa varietà di tipologie di formaggi, in parte lascito di secolari tradizioni e in parte frutto di ricerche di prodotti innovativi al passo con i gusti e le mode dei consumatori. Nel disciplinare dei formaggi della Tuscia Viterbese sono stati valorizzati entrambi i suddetti aspetti, in modo da non affievolire la capacità di innovazione delle imprese in nome di alcune tradizioni produttive che non sempre trovano riscontri presso i mercati. Nel disciplinare l’elemento che si è voluto fortemente valorizzare è l’origine del latte che deve provenire da animali pascenti nei pascoli o nelle stabulazioni della provincia di Viterbo. La valorizzazione dell’origine del latte vuole evidenziare il ruolo primario dei pascoli dei territori della tuscia viterbese, che conferiscono quelle caratteristiche qualitative di genuinità e di sicurezza riscontrabili, anche dal punto di vista organolettico, nel prodotto finito. A dimostrazione di quanto appena detto è il forte utilizzo del latte della provincia di Viterbo da parte di prodotti caseari a marchio di origine geografica (DOP e IGP) realizzati in Toscana o nella provincia di Roma.
Licenziatari per i prodotti caseari FORMAGGI CHIODETTI di Chiodetti Giovan Battista & c. s.a.s. Via Flaminia, 79 - Loc. Sassacci 01033 CIVITA CASTELLANA (VT) Tel. 0761.540005 e-mail: info@formaggichiodetti.it www.formaggichiodetti.it
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INDUSTRIA CASEARIA VAL PERINO s.a.s. Loc. Valle Perino snc PIANSANO (VT) Tel. 0761.450792e-mail: valperino@libero.it 3 A FORMAGGI di Giuseppe Adriani Strada Arlenese - Loc. La Lega 01017 TUSCANIA (VT) Tel. 0761.445023 e-mail: 3aformaggi@libero.it ALTA TUSCIA FORMAGGI s.r.l. S.S. Umbro Casentinese Km. 9,00 01022 BAGNOREGIO (VT) Tel. 0761.780892 e-mail: info@tusciaformaggi.it www.tusciaformaggi.it ITALFORMAGGI s.r.l. Via Cascina, 57 01010 CAPODIMONTE (VT) Tel. 0761.353286 Fax 0761.353213 e-mail: italformaggi@libero.it DOGANELLA soc. coop. agr. Loc. Roggi snc 01011 CANINO (VT) Tel. 0761.438153 e-mail: info@doganella.net www.doganella.net Az. Agr. MONTE JUGO di Ciambella Ferdinando Strada Martana Km. 2 01100 VITERBO e-mail: aziendamontejugo@alice.it RADICETTI GIROLAMO & ANTONIO S.S. S.S. Castrense, km 23 01010 CELLERE (VT) Tel. 0761.451787 e-mail: aziendaradicetti@tiscali.com www.radicetti.com
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FATTORIE DI MAREMMA S.R.L. S.S. Maremmana Km. 80,500 01020 SAN LORENZO NUOVO Tel. 0763.727844 e-mail: fattoriemaremma@tiscali.it FATTORIA LUCCIANO SOCIETA’ AGRICOLA S.S. Via G. D'Annunzio, 14 01030 CORCHIANO Tel. 0761.540464 www.fattorialucciano.com e-mail: info@fattorialucciano.com Il Fiocchino di Brizi Antonio Loc. Fiocchino, 20 01010 PIANSANO (VT) www.ilfiocchino.it Belleggi Luca Via Bertina, 19 01027 MONTEFIASCONE (VT) Tel. 0761.823517
Miele e prodotti apistici L’integrità ecologica di vaste porzioni di territorio e la varietà degli habitat e dei paesaggi agro-forestali presenti nella provincia di Viterbo sono i punti di forza dei mieli della Tuscia, che possono vantare, a fronte di una vasta gamma di provenienze floreali, elevate qualità organolettiche e una sicurezza comparabili solo con i migliori mieli nazionali. Possiamo trovare diverse tipologie di miele contrassegnati dal marchio Tuscia Viterbese: il “miele monoflora” prodotto da fiori della stessa specie, il “miele millefiori” ottenuto da una miscela di nettari di diversa flora o di diverso
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ambiente e il “miele di melata” ottenuto dalle sostanze secrete da insetti succhiatori che si trovano su parti vive di piante o dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante. La valorizzazione di questo prodotto, anche in questo caso inserito nel testo del disciplinare, punta soprattutto sull’origine territoriale dei prodotti apistici, che devono essere ottenuti esclusivamente da essenze floreali insistenti nel territorio della provincia di Viterbo, sia che l’allevamento sia di tipo stanziale che di tipo nomade.
Licenziatari per miele e prodotti apistici TUSCIAPI di Dario Porcelli Strada Pian di Quercia 3/b 01031 BAGNAIA (VT) Tel. 0761.288843 e-mail: tusciapi@libero.it PODERE BIANCA MARIA di Brignone Deborah Loc. Grezzano snc 01036 NEPI (VT) e-mail: deborahbrignone@virgilio.it Az. Agr. CICCARELLI FEDERICO Strada Santa Barbara 01100 VITERBO Tel. 0761.251251 e-mail: monicagiuliobello@libero.it
5.10.2005) è ricavato dalle olive di tre varietà (Frantoio, Canino e Leccino) presenti per almeno il 90%, da sole o congiuntamente a seconda dei singoli oliveti, con ammissione della presenza di altre varietà (Moraiolo e Pendolino) in percentuale massima del 10%. Per questo motivo si potranno avere piccole variazione a seconda della zona di raccolta. Le caratteristiche di questo olio al momento dell’immissione al consumo sono: colore verde smeraldo, con riflessi dorati; odore fruttato che ricorda il frutto sano, fresco, raccolto al punto ottimale di maturazione; sapore di fruttato medio con equilibrato retrogusto di amaro e piccante di intensità variabile; acidità totale massima dello 0,50%. La zona di produzione indicata dal Disciplinare, comprende i seguenti Comuni della provincia di Viterbo: Capodimonte, Capranica, Caprarola, Carbognano, Castel S. Elia, Castiglione in Teverina, Celleno, Civita Castellana, Civitella D’Agliano, Corchiano, Fabrica di Roma, Faleria, Gallese, Gradoli, Graffignano, Grotte di Castro, Latera, Lubriano, Marta, Montalto di Castro (parte), Montefiascone, Monteromano, Nepi, Oriolo Romano, Orte, Piansano, Proceno, Ronciglione, S. Lorenzo Nuovo, Soriano nel Cimino, Sutri, Tarquinia, Tuscania (inparte), Valentano, Vallerano, Vasanello, Vejano, Vetralla, Vignanello, Villa S. Giovanni in Tuscia, Viterbo, Vitorchiano.
Olio extra vergine di oliva DOP “Tuscia”
L’olio extravergine d’oliva DOP Tuscia (Regolamento Comunitario n. 1623/05 della Commissione del 4.10.05 e pubblicato sulla GUCE al n. 259/15 del
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Licenziatari per l’olio extravergine d’oliva “DOP Tuscia”
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TENUTA DI FERENTO s.r.l. Via Roma, 5 01100 VITERBO Tel. 0761.228082 e-mail: info@tenutadiferento.com www.tenutadiferento.com L’OLIVETO MATARAZZO di Adriano Matarazzo di Licosa Via delle Conce, 5 01100 VITERBO Tel. 0761.347182 e-mail: info@oliomatarazzo.it www.oliomatarazzo.it Soc. Agr. SCIUGA Via del Lago, km 5,000 01027 MONTEFIASCONE (VT) e-mail: info@oliodelmolino.it www.oliodelmolino.it L’OLIVAIA di Fabrizia Cusani Via Montepietraia snc 01036 NEPI (VT) Tel. 0761.600465 e-mail: olivaia@rdn.it www.olivaia.com FRANTOIO TUSCUS di Giampaolo Sodano Viale Eugenio IV, 88 01019 VETRALLA (VT) Tel. 0761.477889 e-mail: frantoiotuscia@rdn.it www.frantoiotuscia.it FRANTOIO F.LLI PAOLOCCI Strada Statale Cassia Km. 69,500 01019 VETRALLA Tel. 0761.485248 e-mail: frantoiopaolocci@alice.it Coop. OLIVICOLTORI DI VETRALLA Viale Eugenio IV
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01019 VETRALLA Tel. 0761.477044 e-mail: info@olivicoltori.com www.olivicoltori.com Frantoio Battaglini Via Cassia Km. 111,700 01023 BOLSENA (VT) Tel. 0761.798847 e-mail: oliodibolsena@frantoiobattaglini.it www.frantoiobattaglini.it Oleificio sociale Coop. Agr. Via Tarquinia 01017 TUSCANIA (VT) Tel. 0761.443183 e-mail: tuscaniaoleificio@libero.it Soc. Coop. Oleificio Mosse Loc. Processione 01027 MONTEFIASCONE (VT) Tel. 0761.824440 e-mail: lemosse@libero.it www.oleificiolemosse.com Az. Agr. GISELLA ED ELENA ASCENZI Strada Risiere, 16 01100 VITERBO Fax 0761.263549 Cell. 339.5389843 339.8993077 e-mail: alessiotrani@tiscali.it Az. Agr. FRANTOIO BATTAGLINI Via Cassia Km. 111,700 01023 BOLSENA Tel. 0761.798847 Fax 0761.798847 Cell. 347.6012932 e-mail: oliodibolsena@frantoiobattaglini.it www.frantoiobattaglini.it
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Olio extra vergine di oliva “DOP Canino” È un olio extravergine d’oliva riconosciuto a DOP (decreto dell’Unione Europea, pubblicato sulla GUCE L. 163/96 del 2 luglio 1996), ottenuto dalle varietà di olivo Canino, Leccino, Pendolino, Maurino e Frantoio, da sole o congiuntamente. Presenta un’acidità massima dello 0,50%, un colore verde smeraldo con riflessi dorati e un odore fruttato che ricorda il frutto sano e fresco, raccolto al punto ottimale di maturazione. Ha un sapore deciso, con retrogusto amaro e piccante, con sentori di cardo selvatico e carciofo. La zona di produzione indicata nel Disciplinare è localizzata nella Provincia di Viterbo e include tutta la superficie amministrativa dei seguenti comuni: Canino, Arlena di Castro, Cellere, Ischia di Castro, Farnese, Tessennano, e parte della superficie di comuni di Montalto di Castro e Tuscania.
Licenziatari per l’olio extravergine d’oliva DOP Canino Soc. Coop. OLIVICOLA DI CANINO arl Via di Montalto Km. 18,00 01011 CANINO (VT)Tel. 0761.438095 e-mail:coopolivicolacanino@libero.it www.olivicolacanino.com Az. Agr. LA POPPETTA di Alessandro Mezzabarba Via San Magno, 61, 01010 FARNESE (VT)
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Tel. 0761.458368 e-mail: azienda@oliomezzabarba.it www.oliomezzabarba.it FRANTOIO ARTURO ARCHIBUSACCI Via Corneto snc 01011 CANINO (VT) Tel. 0761.437202 Fax 0761.437832 e-mail: archibusacci@archibusacci.com www.archibusacci.com FRANTOIO ARCHIBUSACCI GIOVANNI & FIGLI. s.r.l. Via del Boschetto, 3 01011 CANINO (VT) Tel. 0761.437213 e-mail: gf@archibusacci.com www.archibusacci.com Az. Agr. CERROSUGHERO di Laura De Parri Loc. Cerrosughero, S.S. 312 - Km. 22,600 01011 CANINO (VT) Tel. 0761.439029 e-mail: info@cerrosughero.com www.cerrosughero.com Az. Agr. CASALACCIO di Alessio Vaccari Via Magenta 47, 01011 CANINO (VT) Tel./Fax 0761.438262 Cell. 338.3663474 e-mail: casalaccio@yahoo.it www.casalaccio.com Oleificio Soc. Coop. di Canino Via di Montalto Km. 18,00 01011 CANINO (VT) Tel. 0761.437089 email: oscc@oscc.it www.oscc.it
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Patata dell’Alto Lazio La patata inclusa nel marchio della Tuscia Viterbese corrisponde alla patata dell’Alto Viterbese, prodotto agroalimentare tradizionale già inserito nell’elenco nazionale dei prodotti tipici. L’area interessata alla produzione è compresa tra l’Umbria e la Toscana, a nord del Lago di Bolsena e comprende per intero i Comuni di Grotte di Castro, S. Lorenzo Nuovo, Gradoli, Latera, Bolsena, Onano, Acquapendente e Valentano. La patata dell’Alto Viterbese trova in questo territorio, ricco di naturali elementi nutritivi, le condizioni ideali di sviluppo e grazie alla sua naturale predilezione ai terreni sciolti d’origine vulcanica, permeabili, poveri di calcare, ricchi in particolar modo di potassio. Nel disciplinare del Marchio collettivo, tuttavia, sono ammesse anche quelle produzioni che ricadono in altre zone, purché rispettino i requisiti del disciplinare e che le condizioni pedoclimatiche siano simili a quelle dell’area sopra indicata. Il prodotto è un tubero di forma e pezzatura regolare, ovale o allungata, con buccia liscia ed occhi superficiali. La parte edule consiste in una pasta gialla di colore chiaro, con notevole contenuto d’amido, di potassio e di vitamina C; per alcune varietà la pasta può essere bianca o anche rosa. Le tecniche di coltivazioni previste nel disciplinare consentono un uso minimo di fitofarmaci, tale che il tenore sia inferiore del 50% rispetto al livello dei residui massimi ammessi dalla vigente normativa.
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Licenziatari per la Patata dell’Alto Lazio MA.DE.CO. S.S. Maremmana, 74 01025 GROTTE DI CASTRO (VT) Tel. 0763.797153 e-mail: okkma@tin.it www.madecosrl.it CCORAV CONSORZIO COOPERATIVO ORTOFRUTTICOLO ALTO VITERBESE Loc. Salcinella snc 01025 GROTTE DI CASTRO (VT) Tel. 0763.796117 e-mail: ccorav@ccorav.it www.ccorav.it SCIARRIA s.r.l. Via G. Verga, 3 01015 SUTRI (VT) Tel. 0761.6081291 e-mail: info@sciarria.com www.sciarria.com Coop. ETRURIA Via Roma, 96 01025 GROTTE DI CASTRO (VT) Tel. 0763.798014 e-mail: coop.etruria@tiscali.it
Pasticceria e prodotti da forno I prodotti delle pasticcerie e dei forni della Tuscia Viterbese rappresentano sicuramente una espressione secolare delle feste e ricorrenze religiose, in quanto proprio in queste occasioni si
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mangiavano cibi più elaborati e ghiotti. Ai nostri giorni molti prodotti dolciari e da forno si sono svincolate dall’evento temporale della ricorrenza e si corre il rischio di incorrere verso una eccessiva industrializzazione della produzione, fenomeno questo che potrebbe portare ad una perdita dei valori storico-culturali collegati alla loro realizzazione e delle peculiari caratteristiche organolettiche. L’elemento fondamentale e discriminante del disciplinare è rappresentato dalle modalità artigianali con le quali si svolgono le produzioni, a partire dalla lavorazione dalle materie prime in entrata nel laboratorio. A tal fine l’iscrizione all’apposito albo degli artigiani alla Camera di Commercio di Viterbo rappresenta l’atto amministrativo indispensabile per poter divenire licenziatario del marchio collettivo.Tra i dolci e i diversi prodotti da forno del disciplinare, molti fanno parte dell’Elenco nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali.
Licenziatari per la pasticceria e prodotti da forno PANIFICIO MARI DAL 1925 di Mauro Mari Corso Cavour, 10 01027 MONTEFIASCONE (VT) Tel. 0761.826012 PASTICCERIA GARIBALDI s.n.c. di Pierini Impero & c. Via G. Garibaldi, 24 01100 VITERBO Tel. 0761.306992 e-mail: contatti@pasticceriagaribaldi.it www.pasticceriagaribaldi.it
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PANIFICIO FORGHIERI ANTONIO Via Roma 10 01030 MONTEROSI (VT) Tel. 0761.699037 VAPOFORNO “LE MOSSE” di Marcello Giuliobello Via Le Mosse 7 01027 MONTEFIASCONE (VT) Tel. 0761.826190 AZ. AGRITURISTICA “LA VITA” di Maria Simmi Loc. Valle di Vico snc 01032 CAPRAROLA (VT) Tel. 0761.612077 e-mail: agriturismolavita@tin.it www.agriturismolavita.it ALBA DOLCIARIA s.n.c. di Ermanno Fiorentini & C. Via Garbini 100 01100 VITERBO Tel. 0761.250773 e-mail: albadolciaria@albadolciaria.com www.albadolciaria.com IL CASARECCIO s.n.c. di Ida Modanesi & c. Via Vittorio Emanuele 43 01010 MONTE ROMANO (VT) Tel. 0766.860870 I FORNAI di Paolo Pieri Via San Lanno 24 Piazza della Repubblica 14 01030 VASANELLO (VT) Tel. 0761.408027 e-mail: paolopieri@libero.it ARTIGIANPAN ‘86 di Carla Gorgone Via Annio 14 01100 VITERBO Tel. 0761.308050
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PANIFICIO CAVALLORO CLAUDIO Via Giacomo Matteotti, 5/7 01022 BAGNOREGIO (VT) Tel. 0761.792577 PANIFICIO F.LLI ODDO Piazza Marconi, 8 01020 GRAFFIGNANO (VT) Tel. 0761.901123 Specialità dolciarie Lamagna Ilaria Via Zuccari, 24 01100 VITERBO Tel. 0761.288144 e-mail: ilarialamagna@libero.it Pasticceria Catanese Via Roma, 19 01100 VITERBO Tel. 0761.309647 PANIFICIO Franci Giordano Via Tarquinia, snc 01017 TUSCANIA Tel. 0761.435985 La Casa del Pane di Vincenzi Giovanni e Mecucci Roberta Snc Piazza Sott.te Mariano Tamburini 01032 CAPRAROLA (VT) Tel. 0761.646872 Vapoforno di Costantini Eraldo e Stefano snc Via Pasubio, 14 01100 VITERBO Tel. 0761.340743 Forno Falisco di Fedeli Patrizia e Cingolani Angelo snc Via Falerina Km. 5,500 01034 FABRICA DI ROMA (VT) Tel. 0761.574040
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Panificio Moderno Morelli Pietro di Morelli Ernesto Via Fontana Matuccia snc 01033 CIVITA CASTELLANA (VT) Tel. 0761.514679 Il Forno di Onori Augusto & C. snc Largo Luciano Bonaparte, 45 01011 CANINO (VT) Tel. 0761.437009 Balsi Paola Via Marconi, 1 01010 TESSENNANO (VT) Tel. 0761.431133 e-mail: egiazianogiulietti@tin.it Brachino Renzo Via Orvietana, 33 01027 MONTEFIASCONE (VT) Tel. 0761.826806 Arte Bianca di Sanna Anna e C. snc Piazza dell'Orticara 01100 VITERBO Tel. 0761.342128 Sini Sara Via Doganella, 8 01019 VETRALLA (VT) Tel. 0761.461990 Vapoforno di Tranfa Ireno e Lanari Mario snc Via San Gratiliano, 33 01033 CIVITA CASTELLANA (VT) Tel. 0761.517104 e-mail: gianlucatranfa@yahoo.it Panificio Fontecedro Angelo e C. Snc Via della Pettinara, 14 01100 VITERBO Tel. 0761.228362
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Panificio F.lli Midossi di Umberto - Marco e C. Via Garibaldi, 22/24 01033 CIVITA CASTELLANA (VT) Tel. 0761.514219 e-mail: biscotto_1967@libero.it
Tel. 0761.947078 Bizzoni Rossana Piazza dello Statuto 2/A 01010 MONTE ROMANO (VT) e-mail: info@panedimonteromano.it www.panedimonteromano.it
Vapoforno Molinari Marco & C. Via della Repubblica, 70 01033 CIVITA CASTELLANA (VT) Tel. 0761.517922 Società Artigiana Panettieri di Proietti Mario, Guitarrini Claudio e Valeri Giuliano snc Via Istria, 42/46 01100 VITERBO Tel. 0761.340926
Parea di Turchetti Luciano e C. snc Via San Lorenzo, 28 01100 VITERBO Tel. 0761.344140
Panificio Forti Renato Piazza IV Novembre, 11 01030 CORCHIANO (VT) Tel. 0761.572398
LA Biscotteria Etrusca Srl Via della Chimica 01100 VITERBO Tel. 0761.275695 e-mail: info@labiscotteriaetrusca.it www.labiscotteriaetrusca.it
Panificio Mancini di Mancini M. & C. sas Via Marconi, 10 01017 TUSCANIA (VT) Tel. 0761.443711 Panificio La Torre di Onofri Marco Via Marconi, 2c 01020 CIVITELLA D'AGLIANO (VT) Tel. 0761.914120 Piciarelli Loredana Via Teverina, 1 01020 CIVITELLA D'AGLIANO (VT) Tel. 0761.914800 e-mail: piciarelliloredana@live.it Panificio F.lli Ranucci di Ranucci Antonio e C. snc Via Orvietana, 51 01024 CASTIGLIONE IN TEVERINA
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Il Fornaio di Maurizia Cepparotti & C. sas Viale Andrea Doria, 11 01016 TARQUINIA (VT)
Caporicci Luana Via di Corte, 13 01030 CIVITA CASTELLANA (VT) Tel. 0761.514868 Il panificio snc di Isanti Simonetta ed Emanuele Via Umberto I, 82 01030 CORCHIANO (VT) Tel. 0761.572518 e-mail: emanueleisanti@alice.it www.panificioisanti.it
Agriturismi e Hotel Il marchio collettivo Tuscia Viterbese è stato esteso agli alberghi della provincia di Viterbo, anche grazie al progetto nazionale “Quality Hotels”, proposto
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dell’ISNART - Istituto Nazionale Ricerche Turistiche. Il marchio Quality Hotels viene attribuito alle strutture alberghiere che rispondono a requisiti di qualità contenuti in un apposito disciplinare. I requisiti del disciplinare da verificare presso gli alberghi riguardano i seguenti aspetti: accessibilità, parcheggio, reception, hall e aree comuni, camera, bagno, bar e ristorante, prima colazione, offerta ricreativa, approccio ecocompatibile e offerta congressuale. Una struttura alberghiera per acquisire il Marchio di qualità deve raggiungere un punteggio minimo che varia in funzione della categoria di appartenenza. Gli alberghi giudicati idonei per il marchio Quality Hotels dalla Commissione di valutazione, potranno acquisire lo status di licenziatari del marchio Tuscia Viterbese, una volta ottenuto il giudizio positivo da parte del Comitato di gestione e di controllo del marchio collettivo. Inoltre tutte le strutture certificate con il marchio Quality Hotels Tuscia Viterbese saranno inserite nell’annuario e nelle altre guide dell’ISNART.
Licenziatari per gli agriturismi e hotel HOTEL ROYAL Via Dante Alighieri, 8/1 01023 BOLSENA Tel. 0761.797048 Fax 0761.796000 e-mail: royal@bolsenahotel.it www.atihotels.it/Royal/royal.html BALLETTI PARK HOTEL Via Umbria, 2/a
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01030 SAN MARTINO AL CIMINO Tel. 0761.3771 e-mail: info@balletti.com www.balletti.com BALLETTI PALACE HOTEL Viale Trento, 100 01100 VITERBO Tel. 0761.345060 e-mail: info@balletti.com www.balletti.com MINI PALACE HOTEL Via Santa Maria Grotticella, 2/B 01100 VITERBO Tel. 0761.309742/3 e-mail: info@minipalacehotel.com www.minipalacehotel.com ANTICA LOCANDA DELLA VIA FRANCIGENA Strada Pontarello snc 01019 VETRALLA Tel. 0761.485054 e-mail: colageo@alice.it www.locandafrancigena.it HOTEL COLUMBUS Viale Colesanti, 27 01023 BOLSENA Tel. 0761.799009 e-mail: columbus@bolsenahotel.it www.bolsenahotel.it HOTEL VITERBO Via San Camillo De Lellis 01100 VITERBO Tel. 0761.270100 e-mail: info@hotelviterbo.com www.hotelviterbo.com RELAIS DEL LAGO Via Laertina, 140 01010 MARTA (VT) Tel.0761.872594
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e-mail: info@relaisdellago.it www.relaisdellago.it ALL' OLIVO Via P. Togliatti 13/15 01016 TARQUINIA (VT) Tel. 0766.857318 e-mail: info@allolivo.it www.allolivo.it HOTEL LIDO Via Cassia Km. 114,800 01023 BOLSENA (VT) Tel. 0761.799026 e-mail: lidohotel@bolsenahotel.it www.atihotels.it DOMUS LA QUERCIA Viale Fiume, 112 01100 VITERBO Tel. 0761/3373 e-mail: direzione@domuslaquercia.com www.domuslaquercia.com PARCO DEI CIMINI Contrada Montagna 34/a 01038 SORIANO NEL CIMINO (VT) e-mail: info@parcodeicimini.it www.parcodeicimini.it AGRITURISMO CASTRO Loc. Ponte San Pietro 01010 ISCHIA DI CASTRO (VT) Tel. 0761.458769 e-mail: info@agriturismocastro.it www.agriturismocastro.it AGRITURISMO BUONASERA Loc. Buonasera 01022 BAGNOREGIO (VT) Tel. 0761.792397 e-mail: info@agribuonasera.com www.agribuonasera.com
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POGGIO DELLA CAPANNA Via Commenda Km. 9,600 01100 VITERBO e-mail: info@poggiodellacapanna.it www.poggiodellacapanna.it AZ. AGRITURISTICA BIOLOGICA BAGNOLESE Via C. Bagnolo, 7 01028 ORTE (VT) Tel. 0761.400568 e-mail: info@biobagnolese.it www.agriturismo.biobagnolese.it FATTORIA COLLEVALLE Località Collevalle 01020 BOMARZO (VT) Tel. 0761.924016 e-mail: info@collevalle.it www.collevalle.it PODERE DELL'ARCO COUNTRY CHARME Strada Signorino 01100 VITERBO Tel. 0761.308688 e-mail: info@poderedellarco.com www.poderedellarco.com PODERE LA BRANDA Strada Forocassio 01010 VETRALLA - TRE CROCI Tel. 0761.477174 e-mail: contatti@poderelabranda.it www.poderelabranda.it AGRITURISMO BICOCA Loc. Bicoca 01100 VITERBO Tel. 0761.263614 e-mail: agriturismo@bicoca.it www.bicoca.it GIULIA DI GALLESE Strada Cerreto 01035 GALLESE (VT) Tel. 0761.495510
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e-mail: info@giuliadigallese.com www.giuliadigallese.com TENUTA DI SANTA LUCIA S.S. Ortana Km. 13,200 01038 SORIANO NEL CIMINO (VT) Tel. 0761.759529 e-mail: info@tenutadisantalucia.com www.tenutadisantalucia.com RIO COVERINO Via Flaminia km. 60 01033 CIVITA CASTELLANA (VT) Tel. 0761.3441923 e-mail:agriturismo@riocoverino.it www.riocoverino.it PASSO DELLA BECCACCIA Loc. Pietra del Corvo 01030 CANEPINA (VT) Tel. 0761.750519 IL CASALETTO Strada Grottana, 9 01026 GROTTE SANTO STEFANO (VT) Tel. 0761.367077 e-mail: ilcasaletto@tin.it www.ilcasaletto.it CERROSUGHERO S.S. 312 Km. 22,600 01011 CANINO (VT) Tel. 0761.437242 e-mail: info@cerrosughero.com www.cerrosughero.com I GIARDINI DI ARARAT Strada Romana 01100 VITERBO Tel. 0761.289934 e-mail: igiardinidiararat@libero.it www.igiardinidiararat.it
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I vini Doc e Igt Grazie alle condizioni climatiche e alla natura dei terreni favorevoli, la coltura della vite si è radicata nella Tuscia viterbese a tal punto da divenirne uno dei comparti di eccellenza e di qualità dell’agroalimentare. Il marchio Tuscia viterbese è esteso a tutti i vini Doc (Denominazione di Origine Controllata) e Igt. (Indicazione Geografica Tipica) presenti nella provincia di Viterbo. Il D.O.C. Aleatico di Gradoli, di colore rosso con tonalità violacee, odore finemente aromatico, pieno ed armonico, è prodotto nelle tipologie dolce, liquoroso e liquoroso riserva; si abbina bene alla pasticceria secca e ai dolci con le nocciole. Il D.O.C. Cerveteri si presenta con le tipologia del bianco e del rosso: il primo è robusto, sapido ed intenso, si adatta a primi piatti con salse e a pesci di mare arrosto o al sale; il rosso è particolarmente intenso ed è ottimo con carni ovine alla griglia o al forno. Il D.O.C. Colli Etruschi Viterbesi comprende tipologie di vini espressione di monovitigni sia di tipo autoctono che internazionale, come Procanico, Grechetto, Rossetto, Moscatello, Violone, Canaiolo e Merlot. Il D.O.C. Est! Est!! Est!!! è un vino conosciuto a livello internazionale che ancora evoca tradizioni leggendarie del territorio; si accompagna bene con antipasti, primi piatti con pesce, e con fritture di pesce di mare e di lago. Il D.O.C. Orvieto è un vino che si presenta giallo paglierino, con un odore delicato e gradevole; è prodotto nelle tipologie secco ed amabile, indicato come aperitivo o con piatti di verdure di
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stagione, carni bianche e formaggi freschi. Il D.O.C. Tarquinia può essere un vino bianco, se prodotto con uve di Trebbiani e di Malvasie, o un vino rosso, con uvaggio di Sangiovese, Montepulciano e Casanese; sono vini di pronta beva se bianchi, più complessi i rossi se affinati in legno. Nel D.O.C. Vignanello troviamo il vino bianco se prodotto con uve del Malvasia del Chianti, del Trebbiano Toscano e del Greco, mentre per il rosso si usano uve del Ciliegiolo e del Sangiovese; si abbina bene a zuppe e minestre di cereali, arrosti e carni diverse. La I.G.T. Civitella d’Agliano è riservata ai seguenti vini: bianchi, anche nella tipologia frizzante; rossi, anche nelle tipologie frizzante e novello; rosati, anche nella tipologia frizzante. Anche nella I.G.T. Colli Cimini sono compresi vini bianchi, rossi o rosati che ben si accompagnano a piatti della tradizione locale anche a base di nocciole e castagne dei colli ononimi. Nella I.G.T. Lazio possono confluire vitigni provenienti dall’intero territorio Laziale; i produttori della Tuscia Viterbese, miscelando sapientemente uve provenienti da vitigni autoctoni con altre provenienti da vitigni di altre province della regione, riescono spesso ad ottenere vini di elevato pregio per le tipologie del bianco, del rosso e del rosato.
Licenziatari per i vini Doc e Igt MOTTURA SERGIO Loc. Poggio della Costa, 1 01020 CIVITELLA D’AGLIANO Tel. 0761.914533
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www.motturasergio.ite-mail: vini@motturasergio.it MOTTURA ISABELLA Loc. Rio Chiaro, 1 01020 CIVITELLA D’AGLIANO wwww.isabellamottura.com e-mail: info@isabellamottura.com Azienda agricola WULF THOMAS Loc. Poggio Montano s.n.c. 01019 VETRALLA Tel. 0761.477109 www.villachiariniwulf.it e-mail: prodotti@villachiariniwulf.it CANTINA OLEIFICIO SOCIALE DI GRADOLI Via Roma, 31 01010 GRADOLI Tel. 0761.456087 e-mail: cantinadogradoli@libero.it www.cantinadigradoli.com Azienda agricola VILLA PURI Loc. Villa Puri 01023 BOLSENA (VT) Tel. 0761.797138 e-mail: vittoriopuri@gmail.it CANTINA STEFANONI DI STEFANONI STEFANO E C. SNC Via Stefanoni, 48 01027 MONTEFIASCONE (VT) Tel. 0761.827031 e-mail: info@cantinastefanoni.it www.cantinastefanoni.it LOTTI VINCENZO Loc. Ascarella snc 01010 CELLERE Tel. 0761.451808
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AZ. AGR. BUZZI SERGIO Strada Sammartinese, 8 01100 VITERBO Tel. 0761.305671 e-mail: buzzisergio@virgilio.it CANTINA DI MONTEFIASCONE Soc. Cooerativa Agricola Via Grilli, 2 01027 MONTEFIASCONE (VT) Tel. 0761.826148 e-mail: estestest@tin.it www.cantinadimontefiascone.it
Cavolfiore Bianco e cavolo broccolo romanesco della Tuscia Viterbese Le colture del Cavolfiore Bianco (Brassica oleracea, varietà botrytis L.) e Cavolo Broccolo Romanesco (Brassica, oleracea L.,varietà italica L) della Tuscia Viterbese, sono coltivate in vaste estensioni presso alcune aziende agricole di spicco della provincia di Viterbo. I diversi parametri di cui si tiene conto nel disciplinare sono finalizzati all'ottenimento di un prodotto omogeneo e caratteristico per la provincia di Viterbo, sia sotto l'aspetto delle caratteristiche organolettiche che per la forma e pezzatura. Il prodotto finale deve infatti mostrare caratteristiche qualitative derivanti non solo dalla provenienza genetica, ma anche dall'incontro tra le favorevoli condizioni pedoclimatiche del territorio della Tuscia viterbese e l'abilità professionale dei produttori del luogo. Pertanto, quale elemento principale a garanzia di suddetta istanza, sono stati differenziati i periodi di raccolta in funzione delle aree di produzione più signi-
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ficative della provincia di Viterbo. Nello specifico sono state individuate la zona A, che comprende i territori dei comuni di Tarquinia, Montalto di Castro, Canino e Monteromano, dove la raccolta si svolge nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio, e la zona B, comprendente Viterbo ed i comuni restanti più interni, nella quale la raccolta deve svolgersi dal mese di agosto al mese di maggio. In ogni caso è importante, al fine di mantenere l'uniformità e l'omogeneità di pezzatura, che il prodotto sia raccolto manualmente ed in maniera scalare e non un'unica soluzione. Di notevole importanza, al fine del conferimento e mantenimento delle caratteristiche qualitative del Cavolfiore Bianco e del Cavolo Broccolo Romanesco della Tuscia Viterbese, sono le pratiche colturali, dalla preparazione del terreno al trapianto, dalle irrigazioni alle fertilizzazioni e difesa fitosanitaria che comunque devono rispettare il Codice di Buona Pratica Agricola e le Norme Regionali di Difesa Integrata per assicurare un prodotto igienicamente sano ed integro. Infine, nel disciplinare sono stato presi un considerazione quali elementi di non trascurabile importanza per presentare sui mercati un prodotto omogeneo e di aspetto gradevole, lo standard delle forme ed il packaging, pensato quest'ultimo anche in funzione dell'applicazione ottimale della grafica del marchio Tuscia Viterbese.
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Licenziatari per il cavolfiore bianco e cavolo broccolo romanesco Tuscia Viterbese
Note:
Azienda Agricola CAMILLI DANILO Strada Terme, 11 01100 VITERBO Tel. 0761.251495 e-mail: camilli@celleno.it Azienda Agricola DE SIMONI ROBERTO Strada Teverina, 29/ 01100 VITERBO Tel. 0761.251066 Azienda Agricola CAPOBIANCHI MARCO Strada Montarone, 14 01100 VITERBO Tel. 0761.352268 e-mail: arco_capobianchi@yahoo.it Azienda Agricola F.lli CALEVI ALBERTO FANO S.S. Strada Vallalta, 8 01100 VITERBO Tel. 0761.360664 e-mail: f.lli.calevi@virgilio.it Azienda Agricola Merlani Roberto Strada Terme, 11 01100 VITERBO Tel. 0761.251053
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Note:
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NECROPOLI ETRUSCA DI TARQUINIA Patrimonio dell’Umanità, Unesco
AREA ATTREZZATA PER GRUPPI E FAMIGLIE ALL’INTERNO DELLA NECROPOLI ADIBITA A DEGUSTAZIONE DEI PRODOTTI TIPICI LOCALI, PUNTO RISTORO AUDIOGUIDE MULTILINGUE, ARCHEO GUIDE PER BAMBINI BOOKSHOP
Museo Archeologico Nazionale All’interno del Museo, nel cuore del centro storico della città turrita, sono esposti meravigliosi tesori, preziosi pezzi archeologici, tra cui manufatti villanoviani, etruschi, greci e romani, provenienti soprattutto dagli scavi delle necropoli etrusche. Tra i reperti più noti i famosi Cavalli Alati.
Grafica Euriade srl 0761/326127
Tarquinia, culla della civiltà etrusca, è senza dubbio tra le mete più importanti del Mediterraneo per gli appassionati di archeologia e arte antica. L’affascinante mondo dei Tirreni rivive soprattutto attraverso le tombe dipinte della sua Necropoli, Patrimonio dell’Umanità. Le immagini degli affreschi, di oltre 2500 anni fa, scorrono come un libro aperto, introducendo i visitatori nella vita densa di desideri e passioni delle genti etrusche.
Museo Archeologico e Necropoli di Monterozzi - Tarquinia Info biglietteria: 0766.850080 - 338.8618856 Ingresso gratuito sotto i 18 anni e oltre i 65 anni
A Tavola con gli Etruschi
La Confesercenti di Viterbo, con l’iniziativa A tavola con gli Etruschi, invita gli ospiti e gli abitanti della Tuscia ad una più profonda conoscenza della cucina locale. Ma anche ad una verifica dei risultati raggiunti da coloro che operano, con crescente professionalità, nel settore della ristorazione. A tavola con gli Etruschi è rappresentata ormai da più di venti anni nella provincia di Viterbo. Dal 2008 si abbina con ll’iniziativa alla Guida enogastronomica della Tuscia. Al suo interno è contenuto un elenco dei prodotti tipici e tradizionali riconosciuti e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale con una presentazione dei prodotti a marchio riconosciuti, con relativi disciplinari. Nella tasca della copertina, sono inoltre allegate le schede dei ristoranti che hanno aderito all’iniziativa A tavola con gli Etruschi. I ristoranti che partecipano all’iniziativa presentano il loro menù a prezzo fisso “tutto compreso”, accettando così un
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criterio di offerta al pubblico che si è affermato sul piano internazionale e che risulta gradito sia agli ospiti italiani che stranieri. La collaborazione del dottor Italo Arieti, autore di pregevoli libri sulla cucina della Tuscia, è stata necessaria e opportuna per un’adeguata impostazione dell’aspetto strettamente culinario. La realizzazione dell’iniziativa è stata possibile grazie al patrocinio dell’Assessorato al Turismo della Regione Lazio, della Camera di Commercio di Viterbo e della Provincia di Viterbo, che ne hanno compreso e valorizzato l’importanza turistica e commerciale, dimostrando una sensibilità perfettamente adeguata alle funzioni pubbliche loro affidate. Tutti sono invitati a cogliere l’occasione di questa iniziativa per visitare la Tuscia Viterbese, scegliere i ristoranti e i menù più graditi, trascorrere momenti sereni al riparo da tutte le sorprese, tranne quelle gradevoli.
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