Guida Lacuale Bolsena

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Area Lacuale Bolsena w w w. a p t v i t e r b o . i t R E A L I Z Z AT O D A


Tuscia Terra degli Etruschi

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econdo la tradizione, le antiche popolazioni etrusche che vivevano nei villaggi dell'alto Lazio, intorno all'attuale Viterbo, venivano chiamate i Tusci. La loro raffinata civiltà è testimoniata da preziosi reperti archeologici ed estese necropoli. Tuscia Viterbese è dunque il nome letterario e turistico di questa provincia a nord di Roma, nel cuore dell'Italia, tra l'Umbria, la Toscana e il Mar Tirreno. I paesi che ne fanno parte, depositari di innumerevoli avvenimenti e leggende, s'appostano quasi sempre su primitivi insediamenti strategici, segnalati da inconfondibili tracce di rocche e castelli. Testimonianza di questa millenaria storia sono le numerose necropoli protovillanoviane e villanoviane (X-VIII sec. a.C.) che già preannunciavano questa prima grande civiltà italica. Poi furono le grandi comunità, città proiettate in una nuova dimensione economica, pulsanti di attività diverse e di nuovi fermenti sociali, con attorno una miriade di altri centri fortemente ar-

roccati sui bastioni tufacei, che moltiplicarono la vita, l’uso sapiente e razionale del territorio. Tuscia, una terra dalle molteplici sfaccettature, culla della civiltà del Lazio, dove si alternano borghi medievali, valli incontaminate e numerose testimonianze d’arte. Itinerari turistici tra i più diversificati, ognuno dei quali racchiude un forte legame col territorio. L’affinità di ogni comune con quest’area lo porta ad essere un continuum con la sua tradizione, pur evidenziandone la tipicità nei propri colori, sapori e manifestazioni. Percorsi, visite e natura che accontentano una vasta gamma di visitatori. Immergersi in atmosfere fuori dal tempo, estasiarsi di orizzonti sconfinati, recuperare tracce del passato e deliziare ogni senso si può: nella Tuscia.

PALAZZO PAPALE

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Lago di Bolsena

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’area L del Lago di Bolsena si estende nella parte settentrionale della provincia di Viterbo, al confine con Umbria e Toscana; ne fanno parte i comuni di: Bolsena, Montefiascone, Marta, Capodimonte, Valentano, Latera, Gradoli, Grotte di Castro, Onano, Proceno, Acquapendente e S. Lorenzo Nuovo. Il territorio è caratterizzato da ricchezze paesaggistiche e storico-culturali. La risorsa turistico-ambientale principale è proprio il lago che, con 113,5 kmq di superficie, è considerato il bacino vulcanico più grande d’Europa; si tratta di un ambiente incontaminato, le cui acque, completamente balneabili, hanno favorito il proliferare di una ricca fauna costituita da: lucci, carpe, tinche, anguille, a cui si affiancano gabbiani, aironi, colombi, cigni. Lungo le coste prevalgono canneti e prati. L’area è per lo più a vocazione agricola, come testimoniato dai campi ricoperti di ulivi, vigne e ortaggi, coltivati sulle colline attorno al lago. L’economia locale risulta dunque in parte legata al turismo ed in parte all’agricoltura, con le produzioni di olio, vino e legumi. Le isole Bisentina e Martana, che si innalzano al centro del lago, costituiscono uno straordinario patrimonio storico-ambientale. La Bisentina,

maggiore della Martana per estensione (17 ha), è contraddistinta da boschi di leccio e giardini all’italiana. Da segnalare anche la presenza di beni architettonici quali chiese e cappelle, che custodiscono affreschi rinascimentali. Presso l’isola Martana si svolse il cruento assassinio di Amalasunta (535), regina dei Goti, per il quale storia e leggenda si fondono. La Riserva Naturale Monte Rufeno, area protetta (2.892 ettari) istituita nel 1983, occupa l’estremità nord orientale del confine laziale ed è attraversata dal fiume Paglia. Ad ovest la Selva del Lamone, che comprende il Lago di Mezzano con l’emissario Olpeta, si estende fino alla Maremma. Questa terra era costituita da vulcani appartenenti al gruppo dei Volsini e da innumerevoli coni eruttivi. A causa del peso delle lave, si verificò un’implosione che portò, dopo migliaia di anni, alla nascita del bacino imbrifero e di piccoli torrenti che percorrono brevi tratti. Si formò in seguito il fiume Marta, unico emissario che sfocia nel Mar Tirreno, nei pressi di Tarquinia. L’insediamento più antico del territorio è un villaggio di palafitte risalenti al periodo preistorico. Il primo nucleo etrusco è quello di Bisenzio (sorgeva su un colle vicino Capodimonte), che fu completamente distrutto


dalle legioni romane intorno al 280 a.C. e decadde contemporaneamente a Volsinii, città nei pressi di Orvieto. I sopravvissuti fondarono Volsinii Nova, attuale Bolsena, la quale, in seguito alle invasioni barbariche (573 d.C.), fu rasa al suolo; la regione quindi prese il nome di Tuscia Longobardorum. A partire dal XII secolo il territorio venne conteso tra i Comuni di Orvieto, Viterbo, la Chiesa e nobili famiglie. A ripristinare l’ordine e riportare l’Area sotto il controllo pontificio fu il cardinale Egidio Albornoz, inviato da Clemente VI. Nel 1537 Paolo III istituì il Ducato di Castro, affidandolo al figlio Pier Luigi Farnese. I Farnese arricchirono questi luo-

ghi con palazzi e residenze signorili. Nel 1871 i territori entrarono a far parte del Regno d’Italia. Dopo l’Unità, l’Area Lacuale visse il fenomeno del brigantaggio, che interessò soprattutto la Selva di S. Magno, nei pressi di Gradoli. Da segnalare sul territorio la presenza del Sistema Museale del Lago di Bolsena, istituito al fine di riunire, promuovere e valorizzare i musei del comprensorio. Presso i Comuni dell’Area si tengono interessanti eventi culturali per tutto l’arco dell’anno: tradizioni popolari si fondono con festività religiose, affiancate da sagre e degustazioni di prodotti tipici.

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LAGO DI BOLSENA, ISOLA BISENTINA


La Via Francigena

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a Via Francigena o Romea, antico itinerario religioso, attraversa la Tuscia dai confini toscani fino alla provincia di Roma. Uno dei tratti più significativi è proprio quello che coinvolge i paesi del Lago di Bolsena. Proceno, Acquapendente, Grotte di Castro, S. Lorenzo Nuovo, Bolsena e Montefiascone costituiscono tappe fondamentali del percorso laziale. La storia della Francigena risale all’Alto Medioevo, quando intorno al VI sec. i Longobardi si stanziarono in Italia; la necessità di spostarsi dal nord al sud della Penisola, contribuì al potenziamento delle antiche vie di comunicazione realizzate dai Romani, quali Via Emilia e Via Cassia. Tuttavia fu sotto i Franchi, i quali si recavano dalla Francia a Roma, che l’itinerario acquisì una vera e propria identità, appropriandosi dell’appellativo “Francigena”. Preziosa testimonianza, per ricostruire il percorso della Romea, è la redazione di un diario da parte del vescovo Sigerico (X secolo), il quale, a seguito di un pellegrinaggio da lui compiuto da Canterbury a Roma, descrisse le tappe principali del viaggio. La Francigena tuttavia non era un’unica strada ma un ampio sistema viario, costituito da diversi sentieri e ramificazioni. Il tratto dal nord Europa a Roma si sviluppa su un itinerario di 1.600 km, che parte da Canterbury e arri-

va a Dover, attraversa la Manica e da Calais, passando per Reims, Besancon e Losanna arriva alle Alpi, varcando il Gran S. Bernardo. Dalla Val d’Aosta raggiunge Ivrea, Vercelli, Pavia e percorre le province di Piacenza e Parma. Da Pontremoli prosegue per Lucca, Altopascio, S. Gimignano, Colle Val d’Elsa, Poggibonsi, Siena, Viterbo e Roma. Nel Medio Evo, le tre principali mete del pellegrinaggio erano Roma, capitale della Cristianità (per recare visita alla tomba di S. Pietro), Santiago di Compostela e la Terra Santa. L’Italia dunque era percorsa di continuo da pellegrini provenienti da ogni parte d’Europa, i quali spesso, raggiunta la capitale, proseguivano il viaggio fino a Brindisi, dove si imbarcavano per raggiungere Gerusalemme ed il Santo Sepolcro. La Francigena era sicuramente più frequentata in occasione degli anni giubilari. Cronache viterbesi narrano di flussi continui di viandanti, lungo le strade della Tuscia. Il tema del pellegrinaggio va esaminato alla luce della religiosità medioevale: all’epoca la vita era concepita come un cammino, un percorso in cui doversi purificare, per prepararsi all’incontro con Dio dopo la morte; proprio con la finalità della purificazione era intrapreso il viaggio verso i luoghi santi dai pellegrini della Francigena. In tale contesto, la provincia di Viterbo, in posizione strategica sulla Via Cassia, a po-


chissimi chilometri da Roma, acquisì un ruolo fondamentale nella storia della spiritualità. Sul territorio cominciarono a sorgere, un po’ ovunque, monasteri, chiese ed ostelli volti ad offrire ospitalità ed assistenza ai pellegrini. L’accesso, per chi proveniva dal Granducato di Toscana nel Patrimonio di S. Pietro, era Centeno (frazione nei pressi di Proceno). Il percorso proseguiva per Acquapendente, la quale, proprio per la posizione strategica lungo la Via Francigena, poté intraprendere scambi commerciali e culturali. Nella cittadina acquesiana, il Sacro Sacello gerosolimitano, presente nella cripta della basilica del S. Sepolcro, assunse una va-

lenza particolare: la visita alle pietre bagnate del sangue di Cristo durante la Passione, in esso contenute, permetteva ai devoti, che non potevano intraprendere un viaggio più lungo e rischioso, di compiere un percorso spirituale alternativo. Altro centro di fama e prestigio, lungo la Francigena, è Bolsena, che divenne una tappa d’obbligo per la forte devozione verso Santa Cristina, giovane martire e protettrice del paese. A Montefiascone la Romea segue due itinerari: uno passa di fronte alla chiesa di S. Flaviano, importante tappa per i viandanti, e prosegue per il centro del paese; l’altro transita nella valle del Turona.

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LA VIA FRANCIGENA


Saluti

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’abbondanza di beni ambientali, paesaggistici, archeologici e architettonici fa della Tuscia una provincia dalle forti potenzialità culturali e turistiche. Il territorio viterbese è infatti ricco di una storia che, dagli Etruschi fino al potere temporale della Santa Sede, ne ha segnato profondamente la tradizione culturale e sociale. Non è esagerato affermare quindi che ogni piccolo centimetro di questa provincia sia contraddistinto da peculiarità storiche, ambientali e culturali che rendono unica la nostra terra. In una così suggestiva cornice, il Lago di Bolsena costituisce uno dei principali punti di forza sia sotto il profilo della ricchezza ambientale, sia come opportunità di sviluppo turistico. Il Lago di Bolsena, infatti, è natura, con i suoi paesaggi incontaminati e le sue aree verdi, ma è anche storia, con gli straordinari borghi medievali che sorgono sull’antico tracciato della Via Francigena. Il Lago di Bolsena è però anche e soprattutto turismo, un turismo che deve mirare a incrementare, anno dopo anno, il già significativo numero di turisti e visitatori che abitualmente vengono a soggiornare sulle sue sponde. L’area del Lago di Bolsena risponde infatti alla perfezione alle esigenze di quanti vogliano passare una vacanza all’insegna della natura e del relax, approfittando a tavola dei sapori unici dei prodotti enogastronomici della Tuscia Viterbese. Questa guida realizzata dall’Apt di Viterbo rappresenta un valore aggiunto per la promozione del territorio, perché offre un’informazione capillare, approfondita e accurata del territorio del Lago di Bolsena. Una risorsa in più che renderà ancora più piacevole il soggiorno nella Tuscia di chi sceglierà la nostra terra come meta del proprio viaggio Marcello Meroi Presidente della Provincia di Viterbo Commissario straordinario APT

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opo il successo della Guida all’Ospitalità delle edizioni 2007 e 2008, la promozione della Tuscia, si arricchisce di un’opera monografica che va ad integrare ed approfondire nelle informazioni e nei contenuti, le aree che compongono la provincia di Viterbo. Nella Guida all’Ospitalità, il territorio è stato volutamente diviso per aree, omogenee per territorio, storia, tradizioni. Ognuna delle aree è stata identificata per praticità di consultazione e quindi individuata, con un colore ad hoc. In questa sezione monografica, l’abbinamento cromatico è rimasto invariato, al fine di creare un continuum grafico che è poi anche un continuum concettuale e territoriale. Puntare il focus e quindi lo zoom del turista su un’area in particolare consente una promozione più mirata e informazioni più specifiche e quindi più esaustive ai visitatori. Una sorta di viaggio più da vicino fra le bellezze della Tuscia data da questa serie di monografie che, per i turisti così come per i viterbesi più appassionati, può diventare una raccolta di pregio.Il lago di Bolsena, con le sue bellezze paesaggistiche, i prodotti tipici e le eccellenze culturali rappresenta una delle aree provinciali sulle quali puntare per sostenere un turismo di qualità. Queste monografie si propongono di rappresentare ogni area con le sue specificità, con un’immagine ben precisa che rientra nell’immagine collettiva della Tuscia ma che non soffoca, anzi valorizza ognuna. Siamo certi di fornire ai tanti visitatori un valido strumento di supporto informativo, facile da consultare e piacevole da leggere, un compagno di viaggio silenzioso ma esaustivo da conservare come il ricordo di questa splendida terra.

Marco Faregna Direttore APT di Viterbo


PER INFORMAZIONI AZIENDA DI PROMOZIONE TURISTICA Palazzo Doria Pamphilj, Piazza dell’oratorio,2 01030 San Martino al Cimino - Viterbo Tel: 0761.291.000 Fax: 0761.379.233 www.aptviterbo.it IAT Via Romiti (Stazione ferroviaria di Porta Romana) Tel: 0761.291.000

BeC srl - www.bec.it

Strada Teverina km 3.600 - 1 - 01100 Viterbo Tel. 0761.3931 COORDINAMENTO EDITORIALE CHIARA FAGGIOLANI TESTI A CURA DI VALENTINA BERNESCHI PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE ANDREA VENANZI STAMPA GRAFFIETTI STAMPATI IMMAGINI ARCHIVI FOTOGRAFICI COMUNI AREA LACUALE BeC ARCHIVIO FOTOGRAFICO

Si ringraziano i Comuni del Lago di Bolsena per immagini e documentazioni fornite e Massimiliano Vinci Distribuzione gratuita - Stampato Luglio 2010

Tuscia Terra degli Etruschi

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Lago di Bolsena

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La Via Francigena

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Saluti

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Cartina Geografica

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COMUNI DELL’AREA LACUALE Acquapendente

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Bolsena

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Capodimonte

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Gradoli

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Grotte di Castro

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Latera

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Marta

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Montefiascone

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Onano

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Proceno

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San Lorenzo Nuovo

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Valentano

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Indice

Indice

PRESENTAZIONE

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Acquapendente

Acquapendente

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Cittadina situata all’estremità settentrionale del Lazio, al confine con Umbria e Toscana, sorge ad un’altezza di 426 metri sul livello del mare, da cui domina la Valle del Paglia ed è interamente attraversata dalla Via Cassia.

CENNI STORICI Sul territorio reperti archeologici attestano la presenza delle civiltà etrusca e romana. A testimoniare l’origine antichissima di Acquapendente è un documento del 964 d.C, dove è considerata roccaforte dell’Imperatore Ottone I. Entrata nei domini della Chiesa verso la fine dell’XI secolo, fu occupata da Federico Barbarossa. Nel 1166 tuttavia il popolo insorse contro il governo imperiale da cui (come vuole la leggenda) riuscì ad affrancarsi, perché incoraggiato dalla miracolosa fioritura di un ciliegio secco (evento ricordato ancora oggi, ogni anno a maggio, in occasione della Madonna del Fiore). Tra il XII e gli inizi del XV secolo, Acquapendente fu soggetta al controllo di diversi poteri: imperiale, pontificio, orvietano, senese; nel 1434 fu conquistata dal duca di Milano Francesco Sforza, fin quando nel 1443 Papa Eugenio IV non tornò in possesso della città. Devastata e saccheggiata dalle truppe di Odoardo Farnese, nel 1649 venne risarcita con il trasferimento della sede vescovile dalla distrutta città di Castro e l’elevazione

a cattedrale della basilica del S. Sepolcro. Il 20 settembre 1870 entrò a far parte dello Stato Italiano.

DA VISITARE BASILICA DEL S. SEPOLCRO Secondo la leggenda, la chiesa fu edificata per volere della regina Matilde di Westfalia (895-968), la quale, in viaggio verso Roma con una carovana di muli carichi d’oro, per edificare un santuario dedicato al S. Sepolcro, fu costretta a fermarsi ad Acquapendente, nei pressi della porta Romana, poiché i muli si inginocchiarono rifiutandosi di ripartire. L’indomani la regina ebbe una visione che le suggerì di costruire una chiesa proprio in quel luogo. L’edificio, originariamente a forme romaniche, ha subito nel tempo modifiche sostanziali. Le più importanti durante il XVIII secolo quando, nello stile del barocco settecentesco, vennero interamente modificate la facciata e la navata centrale. Gli ultimi lavori, che riportarono alla luce i resti della struttura originaria, avvennero dopo la seconda guerra mondiale. La pianta a croce latina era divisa in tre navate da due file di pilastri. Ai lati della scalinata centrale che conduce al livello superiore dell’altare, si trovano due amboni decorati con bassorilievi (XV secolo). Lo spazio sottostante il transetto e l’abside è occupato dalla cripta del S. Sepolcro,


CHIESA DI S. FRANCESCO L’originale struttura gotica dell’edificio fu rimaneggiata in stile barocco. La facciata è contraddistinta da un campanile cinquecentesco. All’interno vanno segnalati: un crocefisso ligneo (XIII secolo) attribuito a Lorenzo Maitani, gli affreschi del coro raffiguranti la “Gloria del Paradiso con l’incoronazione dell’Assunta”, la “canonizzazione di S. Antonio da Padova” e i “funerali del Santo”. Le quattordici statue collocate lungo la navata risalgono al 1751 e rappresentano gli apostoli, S. Giuseppe e S. Giovanni Battista. CHIESA DI S. AGOSTINO La chiesa con il vicino convento furono fondati nel 1290. L’edificio attuale è il risultato di trasformazioni secondo canoni barocchi, avvenute a seguito di un incendio del 1746. Le opere conservate all’interno sono tutte posteriori alla distruzione della chiesa, come l’immagine della “Madonna delle Grazie” nella nicchia sopra l’altare. Il campanile è un rifacimento del XIX secolo.

PIEVE DI S. VITTORIA La chiesa di S. Vittoria è citata nei documenti già dalla metà del IX secolo. L’edificio, caratterizzato da una facciata a capanna, è diviso in tre navate. Nell’abside si conserva la statua lignea della “Madonna del Fiore” scolpita da Giovanni Bulgarini di Piancastagnaio. La tradizione vuole che sia costruita col legno del ciliegio miracoloso che fiorì nel maggio del 1166. MONASTERO DI S. CHIARA POGGIO DEL MASSARO Posto sulla sommità del colle anticamente denominato Poggio del Massaro, risale al XV secolo. OSPEDALE CIVILE DI ACQUAPENDENTE La nascita dell’ospedale di S. Giovanni detto della scala di Acquapendente avvenne nel Quattrocento; fu affidato al Rettore e al convento di S. Maria della Scala di Siena ai quali rimase fino 1692.

CRIPTA DELLA CATTEDRALE DEL S.SEPOLCRO

Acquapendente

caratterizzata da una pianta a “T” e divisa da 24 colonne in nove piccole navate, i cui capitelli, di stile romanico, presentano decorazioni zoomorfe. Probabilmente l’ambiente è stato realizzato tra il X e il XII secolo. Al centro della cripta, una doppia scalinata scavata nella roccia permette di raggiungere il sacello che riproduce nelle forme il S. Sepolcro di Gerusalemme. Al suo interno sono custodite alcune pietre incastonate in una lastra di marmo che, secondo la tradizione, sarebbero state bagnate dal sangue di Cristo durante la Passione. All’esterno della basilica, in una grande nicchia della facciata, è situata una copia del busto di Innocenzo X, il cui originale, opera di Alessandro Algardi (1652), è conservato presso il Museo Civico Diocesano della città.

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Acquapendente

TORRE JULIA DE JACOPO Porta il nome dell’eroina che nel 1550 salvò Acquapendente dall’assalto delle soldatesche pitiglianesi di Niccolò IV Orsini. Attualmente la Torre ospita il centro informatico della Riserva Naturale di Monte Rufeno. I locali del piano superiore raccolgono le ceramiche medioevali recuperate durante gli scavi effettuati nel centro storico.

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elemento fondamentale per i viaggiatori.

TORRE DEL BARBAROSSA La torre dell’orologio, detta anche del Barbarossa, costituisce l’ultima testimonianza dell’antico castello, distrutto nel XII secolo. L’orologio esisteva già nel 1588, ma la sua forma attuale è dovuta ai rifacimenti dell’Ottocento, che hanno aggiunto la cella campanaria ed i merli.

PALAZZI In Via Roma si segnala un edificio con finestre ornate da architrave in pietra tagliata a trapezio e mensole d’angolo divise a guisa di bifora mediante colonnine corinzie. “Palazzo Fidi-Taurelli,” all’angolo di Via C. Battisti, è contraddistinto da un elegante portale ad arco bugnato entro cornice rettangolare (XV sec.). Le finestre poggiano direttamente sulla cornice marcapiano, che ha subito numerose trasformazioni. “Palazzo Viscontini” fu edificato per volere di Monsignor Antonio Viscontini nel 1581. Dietro l’edificio si trova un grande giardino alberato. Nel 1871 vi fu costruito un anfiteatro dedicato a Girolamo Fabrizio.

LE FONTI DELLA RUGARELLA E DEL RIGOMBO Le due fonti principali si trovano sul percorso più antico della Via Francigena. L’approvvigionamento idrico rappresentava infatti un

IL PALAZZO COMUNALE E LA PIAZZA Il Palazzo Comunale si erge sulla piazza principale della città. Realizzato in stile neoclassico su progetto dell’architetto G. Merluzzi, si trova sull’area dove era già presente il

MUSEO DEL FIORE


IL TEATRO BONI Il palazzo fu fatto costruire nel 1802 dalle famiglie Pochini, Taurelli e Cerri. L’interno aveva una galleria e tre ordini di palchi per un totale di 39 palchetti. Rimase in attività fino al 1869 quando fu dichiarato inagibile. Ristrutturato nel 1895, su iniziativa del nuovo proprietario Tommaso Boni, fu inaugurato nel 1897. MUSEO DELLA CITTÀ Ha sede presso il palazzo vescovile, edificato nel XVII secolo. L’allestimento museale occupa il primo piano con il Salone degli stemmi e le sale dell’appartamento privato del vescovo. Il museo si compone di una “collezione diocesana”, raccolta eterogenea di opere quali: ritratti di prelati e dipinti su tela. La “collezione civica” è costituita da una raccolta di reperti ceramici dal Medioevo al Novecento. Un sezione distaccata del museo si trova presso Torre Julia de Jacopo. Orario d’apertura: 01 ottobre-30 marzo venerdì-domenica ore 10.00-13.00, 15.00-18.30. 01 aprile –30 settembre venerdìdomenica 10.00-13.00, 16.00-19.00. Il giorno dei Pugnaloni 10.00-14.00 continuato. Info: tel. 0763.7309205 fax 0763.711215; e-mail museo.civ.dioc@comuneacquapendente.it; www.museoacquapendente.it

MUSEO DEL FIORE Museo naturalistico all’interno della Riserva di Monte Rufeno. Il tema del fiore è proposto attraverso un percorso espositivo, multimediale e ludico. Orario d’apertura: invernale venerdì-domenica festivi e prefestivi ore10.00-17.00; estivo venerdì-domenica festivi e prefestivi 10.00-13.00, 15.00-19.00. Info: tel. 0763.7309224 fax 0763.711215; e-mail info@museodelfiore.it, www.museodelfiore.it RISERVA NATURALE DI MONTE RUFENO Istituita nel 1983, fa parte del sistema delle aree protette del Lazio e si estende su 2892 ettari a nord di Acquapendente, tra Umbria e Toscana. Comprende un territorio montano e sub-montano attraversato dal fiume Paglia e riccamente popolato di fauna e flora caratteristiche della macchia mediterranea. Un’isola di verde contraddistinta da numerosi sentieri escursionistici molto suggestivi, data la varietà morfologica dei territori che la attraversano. È possibile soggiornare e fare escursioni a piedi, in bike o a cavallo, accompagnati da esperte guide. Info: tel. 0763.733442, e-mail: direzione@monterufeno.it. Centro Visite Ris. Nat. Monte Rufeno tel. 0763.733642 TORRE ALFINA Torre Alfina è uno splendido borgo medioevale a pochi chilometri da Acquapendente. Sorge in posizione strategica ad un’altezza di 602 metri s.l.m. Il castello, che domina le terre tosco-laziali, fu edificato nell’alto Medioevo come torre d’avvistamento; pochi secoli più tardi, si costituì il piccolo centro abitato, che conserva nei vicoli e nelle abitazioni le antiche caratteristiche medioevali. Furono i Monaldeschi della Cervara, che governarono questo luogo, a donare fama e prestigio a Torre Alfina. Nell’Ottocento il Conte Edoardo di Cahen fece ristrutturare completamente il palazzo. Il borgo è un luogo ideale per soggiornare, contraddistinto dalla bellezza del

Acquapendente

complesso del vecchio edificio municipale. Al centro della piazza è collocato il monumento dedicato a Girolamo Fabrizio, medico chirurgo nato ad Acquapendente nel 1533. La statua ed il basamento sono opera dello scultore senese Tito Sarrocchi (1824-1900). Sulla piazza sorge inoltre “Palazzo Savini-Costantini”, in cui la ghiera dell’arco del portale allarga verso l’alto ed è ornata al centro dallo stemma gentilizio dei Savini. “Palazzo Petrucci - Piccioni” si trova di fronte al palazzo comunale, l’arco a tutto sesto del suo portale è racchiuso entro lesene bugnate. “Palazzo Benci-Caterini” presenta un portale ad arco sotto una trabeazione di tipo dorico.

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paesaggio delle campagne circostanti, l’aria e la buona cucina, con piatti a base di cinghiale e prodotti tipici come il gelato.

ACQUAPENDENTE PER DATE BEFANA IN PIAZZA

Acquapendente

5 GENNAIO

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TREVINANO Frazione di Acquapendente, piccolo centro di probabile origine etrusca, Trevinano vanta un antico passato. In epoca Medioevale fu sotto il dominio di vari signori, tra cui i Monaldeschi della Cervara (sec. XIV-XVI), dei quali si conserva uno stemma sul portale del castello del paese. La Chiesa della Madonna della Quercia si trova a circa un chilometro dall’abitato in direzione del fiume Paglia. Deve il suo nome all'apparizione miracolosa della Madonna sui rami di una quercia. La pianta a croce latina, con braccia absidate, fu eretta a santuario intorno al XVI sec. Sull’altare, in parte barocco, si può notare un pezzo del tronco dell’albero del miracolo. La Chiesa Parrocchiale, presumibilmente di epoca rinascimentale, è costituita da tre navate divise da due file di tre pilastri ciascuna, collegati da archi. Sugli altari si possono ammirare tele del XVI e XVII sec.

I vigili del fuoco di Viterbo vestiti da “vecchietta”si calano dalla sommità del palazzo comunale per portare doni ai bambini della città. SANT’ANTONIO ABATE

17 GENNAIO

Sfilata di animali per le vie di Acquapendente, preceduta dalla carrozza che trasporta “il Signore” di S. Antonio; porchetta, biscotti e vino. La ricorrenza si festeggia anche a Trevinano dove si celebra la Santa Messa, seguono la benedizione degli animali, la processione, rinfresco ed intrattenimento musicale fino a tarda sera. CARNEVALE

FEBBRAIO

Sfilate di carri allegorici e maschere nel centro storico della cittadina. Nel corso dei festeggiamenti si tiene la sagra della fregnaccia: dolce tipico locale. S. GIUSEPPE

19 MARZO

Antica tradizione con giochi popolari e musica presso la casa di riposo S. Giuseppe. PASQUETTA A MONTE RUFENO

5 APRILE

Camminata nella Riserva Naturale Regionale di Monte Rufeno, con partenza da Torre Alfina. ANTICA FIERA DELLE CAMPANELLE

11 APRILE

Fiera di merci e prodotti d’artigianato locale. La tradizione risale al 1150; nacque per permettere ai pellegrini che tornavano dalla Terra Santa e facevano sosta ad Acquapendente di vendere gli oggetti e le merci che avevano portato dall’Oriente. Le campanelle venivano appese al collo degli animali per attirare l’attenzione dei passanti. Per l’occasione è aperto al pubblico il laboratorio di decorazione delle campanelle. PALIO DELL’ARCATA

1 MAGGIO

2 MAGGIO

Presso l’Ippodromo comunale, corse di cavalli abbinati ai 15 gruppi dei “Pugnaloni” per l’assegnazione dello storico Palio. GIORNATA NAZIONALE CAMMINI DELLA VIA FRANCIGENA

Partenza da Torre Julia De Jacopo. FESTA DELLA MADONNA DEL FIORE

15 MAGGIO

Evento religioso che risale al 1166, nel corso della giornata si tengono: la Fiera di Mezzo Maggio, esposizione e premiazione dei “minipugnaloni”, processione in onore della Madonna del Fiore – sfilata minipugnaloni. Presso il Museo della città Civico e Diocesano: presentazione bozzetto del Pugnalone, tradizionalmente esposto fuori Acquapendente. FESTA DEI PUGNALONI

16 MAGGIO

TORRE ALFINA

I Pugnaloni sono grandi pannelli realizzati a mosaico con foglie e fiori. L’origine risale al miracolo della Madonna del Fiore avvenuto nel 1166, che fece fiorire un ciliegio secco. I Pugnaloni vengono esposti in carat-


23 MAGGIO

11-18 AGOSTO

FESTA DI S. BERNARDINO A TORRE ALFINA

Infiorate lungo le vie del borgo di Torre Alfina; evento “Borghi più belli d’Italia”.

30 MAGGIO

RADUNO 500

30 MAGGIO

CAMMINATA DEL CIARASO Camminata nella campagna locale con pranzo al podere.

1 GIUGNO

FESTA INTERREGIONALE DELL’ANZIANO

13 GIUGNO

SANT’ANTONIO DA PADOVA Processione per le vie del paese con infiorata.

2-4 LUGLIO

SUONI E PASSI DELLA TRADIZIONE

19-22 AGOSTO

28 AGOSTO

30 AGOSTO

23-25 LUGLIO

6-8 AGOSTO

07-10 AGOSTO

TORRE ALFINA BLUES FESTIVAL Musica blues, eventi culturali e degustazioni gastronomiche nei punti più caratteristici dell’antico Borgo.

17-19 SETTEMBRE

FESTA DEL PESCATORE

Presso la Piazza del Rigombo. TREVINANO SAGRA DELLA ROSTICCIANA

Gastronomia e musica nelle vie del borgo.

VIAGGIO NELLA CIVILTÀ CONTADINA ED ARTIGIANA

Folclore, degustazioni, musica; eventi culturali: “maestri del fare”, “cose mai viste”, convegni, mercatini. FESTA DEL PATRONO S. ERMETE

Cerimonie religiose ed eventi culturali. FIERA DI S. ERMETE

Tombola in piazza, spettacolo pirotecnico.

Festa della Madonna del S. Amore a Torre Alfina, rievocazione storica della Traslazione, fiera di S. Bartolomeo, banchetto di Astorre: musiche e piatti medioevali. SCARPINATA A MONTE RUFENO

ROCK BIRRA PARTY VOLUME 4

Presso il Parco pineta.

Una delle più famose sagre dell’Alto Lazio dove è possibile degustare piatti a base di cinghiale.

PONTI NEL TEMPO 3-5 SETTEMBRE

15-18 LUGLIO

SAGRA DELLE PAPPARDELLE AL CINGHIALE A TORRE ALFINA

DICEMBRE

Manifestazione Nazionale di podismo, trekking; permette di visitare l’area naturalistica di Monte Rufeno. Il programma prevede visite culturali, attività musicali, gastronomia. FESTA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE

Presso Trevinano con il Coro di San Lorenzo.

I PUGNALONI

Acquapendente

teristici punti del centro storico del paese; seguono spettacolo di sbandieratori e cortei storici.

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Bolsena

Bolsena

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Cittadina caratterizzata da tratti di spiaggia fiancheggiati da un lungo viale che conduce al porto, è uno dei borghi territoriali più prestigiosi. Paese a vocazione agricola e turistica, oltre a vantare un ricco patrimonio ambientale, conserva opere di eccezionale interesse artistico.

CENNI STORICI È il centro da cui ha preso nome il lago. Le origini di Bolsena risalgono al III secolo a.C., quando venne popolata dagli abitanti scampati alla distruzione di “Velzna”, prestigiosa città etrusca. Municipio in epoca romana, subì saccheggi e devastazioni ad opera dei Goti e dei Longobardi nei primi secoli del Medioevo. Compresa tra i territori ceduti da Carlo Magno al papato nel 774, comparve in seguito tra i domini donati da Matilde di Toscana alla Chiesa (1102). Come altri centri della zona, fu oggetto di controversia tra il Papato ed il comune di Orvieto, fin quando Papa Bonifacio VIII in seguito ad un compromesso con gli orvietani, decise che i podestà dei paesi di Val di Lago dovevano essere nominati alternativamente da Orvieto e dal Rettore del Patrimonio di S. Pietro in Tuscia. Dopo periodi in cui Bolsena osteggiò o appoggiò il controllo orvietano e quello pontificio, fu restituita al Cardinale Albornoz nel 1354, dal Prefetto Giovanni di Vico, che vi si era insediato anni prima. Nel 1398 Bonifacio IX concesse il vicariato ai Monaldeschi della Cervara. Nel 1452 la cittadina tornò alla Santa Sede.

DA VISITARE MONUMENTI E LUOGHI DI INTERESSE CULTURALE Il centro di Bolsena è caratterizzato da luoghi di interesse culturale da segnalare, quali: il Palazzo di Tiberio Crispo (oggi del Drago), splendido palazzo cinquecentesco; la “fontana di S. Rocco” realizzata su commissione di Giovanni de’ Medici e diversi edifici religiosi. Sul promontorio di agglomerati tufacei che si affaccia sul lago, sorge il “rione del castello”, borgo ancora intatto. ROCCA MONALDESCHI MUSEO TERRITORIALE DEL LAGO DI BOLSENA Il museo è allestito all’interno della Rocca Monaldeschi, edificata tra il XIII e il XV secolo a difesa del territorio e poi ampliata dai Monaldeschi, i quali ne commissionarono il restauro e la ristrutturazione. Il museo si articola su tre piani. Al piano d’ingresso pannelli, plastici e reperti archeologici testimoniano e ricostruiscono la storia degli abitati che caratterizzarono il territorio del lago, dalla formazione del bacino vulcanico all’epoca etrusca. Al piano superiore è custodito il materiale rinvenuto presso il sito di “Volsinii”. L’ultima sezione, al piano inferiore, ripercorre le tappe più significative della storia locale dal Medioevo ad oggi, mediante l’esposizione di ceramiche e l’illustrazione delle tradizioni culturali e folcloristiche del paese. Info: tel./fax 0761.798630 - museo@comunebolsena.it


VOLSINII Diverse zone intorno a Bolsena conservano interessanti testimonianze etrusche. Velzna, importante città stato etrusca, fu distrutta e rifondata dai Romani. Scavi condotti in Località Poggio Moscini hanno riportato alla luce edifici romani. Info: tel. 0761.799923.

BOLSENA PER DATE VENERDÌ SANTO

Processione rievocativa con personaggi in costume. FESTA DEL CORPUS DOMINI

6 GIUGNO

18-19-20 GIUGNO

3A DOMENICA DI GIUGNO

Festività in ricordo del Miracolo Eucaristico svoltosi a Bolsena. Protagonista dell’evento prodigioso fu un sacerdote boemo, Pietro da Praga, il quale in viaggio verso Roma si fermò a celebrare la messa nella cittadina altolaziale. Al momento della consacrazione il religioso che dubitava della presenza di Cristo nell’Eucarestia, vide cadere dall’ostia gocce di sangue che macchiarono il corporale ed alcune pietre del pavimento, pietre che si conservano presso la basilica di Santa Cristina. Per l’occasione si tiene una processione e viene allestita un’infiorata lungo le vie del centro. FESTA DELLE ORTENSIE

Esposizione di ortensie e piante, conferenze, itinerari culturali e degustazioni. PALIO DEL LAGO

Rievocazione storica della regata sul lago da Capodimonte all’isola Bisentina del 1462.

FESTA DI SANTA CRISTINA 23-24 LUGLIO

Festeggiamenti patronali in onore della Santa. La sera del 23 e la mattina del 24 si svolgono i Misteri: sacre rappresentazioni, sulle principali piazze del paese, che rievocano i martiri della giovane Cristina.

FESTA DI S. ROCCO 16 AGOSTO

17-20 SETTEMBRE

BASILICA DI SANTA CRISTINA

Festeggiamenti nel quartiere di S. Rocco con musica, giochi e degustazioni di prodotti tipici.

BIENNALE DI BOLSENA L’ARTE NEL RICAMO E NEL MERLETTO

Mostra d’artigianato ed arte d’antiquariato presso Palazzo Cardinal Teodorico.

Bolsena

BASILICA DI SANTA CRISTINA Santa Cristina, insieme a S. Giorgio, è la protettrice di Bolsena. In suo onore è stato eretto un complesso architettonico costituito da quattro costruzioni realizzate in epoche diverse. Quella centrale risale all’XI secolo, ma solo l’interno, diviso in tre navate e abbellito da affreschi rinascimentali, conserva caratteri tipici del romanico. La facciata è stata rifatta alla fine del XV secolo. Sul lato sinistro dell’edificio sorge la “Chiesa nuova o del Miracolo”, costruita nel 1693, la cui facciata, realizzata dal Vespignani, risale al 1863; all’interno della chiesa sono custodite le “Sacre Pietre” del Miracolo Eucaristico. La basilica conserva la grotta di Santa Cristina, santa martire sotto Diocleziano tra il III e IV secolo, al centro della quale si trova l’”altare del Miracolo”, in cui è collocata la pietra su cui, secondo la tradizione, sono impresse le impronte dei piedi della giovane. Il ciborio piramidale, che poggia su colonne corinzie, risale al IX secolo. All’altare è legato il Miracolo Eucaristico, avvenuto in epoca medioevale, evento per il quale ebbe origine la solennità del “Corpus Domini”.

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Capodimonte

Capodimonte

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Sorge su un promontorio vulcanico. Il paese, con le sue case arroccate su una scoscesa penisola, presenta uno dei paesaggi più pittoreschi del lago... disegnando il “profilo migliore del Lago di Bolsena”. La spiaggia che si estende ad occidente dell’abitato, fiancheggiata da una lunga passeggiata, ombreggiata da grandi alberi, ospita, nei mesi estivi, un gran numero di bagnanti. Sul territorio si praticano pesca ed agricoltura. Il territorio, costituito da fertili pianure e colline, coltivato a cereali, legumi, pascoli per il bestiame, è caratterizzato da ricchi vigneti e rigogliosi oliveti.

CENNI STORICI Il promontorio di Bisenzo si trova a circa quattro chilometri ad ovest di Capodimonte, proprio di fronte all’isola Bisentina. Dapprima abitato dalla civiltà villanoviana, si trasformò poi nella gloriosa città etrusca di Vesentum, come testimoniano i numerosi reperti etruschi ritrovati e oggi custoditi in famosi musei come quello di Villa Giulia a Roma. Dopo l’arrivo dei Romani il centro etrusco, già indebolito da sanguinose guerre (298-280 a.C.), si dissolse, lasciando il posto al municipio di Visentium, che resterà fino alla caduta dell’Impero. Dopo la distruzione del municipio romano di Visentium e il trasferimento della diocesi a Castro, molti abitanti sopravvissuti si rifugiarono nelle zone circostanti dando origine ad alcuni paesi, tra cui Capodimonte, così chia-

mato perché sorto proprio sul promontorio. Dopo essere stata una contea dei Signori di Bisenzo (gli Aldobrandeschi di Sovana), la cittadina nel 1369 passò alla sede vescovile di Montefiascone ed in seguito, dopo varie vicissitudini, nel 1537 entrò a far parte del Ducato farnesiano di Castro, di cui seguì le vicende fino al 1649, anno in cui la città di Castro fu rasa al suolo. Da quell’anno, Capodimonte entrò a far parte dello Stato della Chiesa e successivamente dal 1870 del Regno d’Italia. Per la sua bellezza e per la magnifica posizione panoramica divenne un luogo di soggiorno e vacanza per nobili famiglie, cardinali e papi. Furono i Farnese ad innamorarsi di questo bellissimo borgo, eleggendolo a loro dimora preferita, insieme all’Isola Bisentina, per splendide estati sul lago.

DA VISITARE IL PALAZZO COMUNALE Ricavato dall’edificio che fino al secolo scorso fu la scuola elementare del paese, è l’attuale sede del Comune. Dalla panoramica sala consiliare si gode un paesaggio eccezionale. LA ROCCA La maestosa rocca ottagonale si erge sulla scogliera vulcanica del promontorio di Capodimonte, dove un tempo si trovava il palazzotto dei Signori di Bisenzo. Fu trasformata in Palazzo dal Cardinale Alessandro Farnese, futuro Papa, il quale affidò il progetto ad An-


grande magnolia, un’altissima palma, una Sofora del Giappone, oleandri e piante nostrane. Attualmente la Rocca è di proprietà privata e la visita è consentita su richiesta. Una parte dell’edificio è inoltre destinato alla ospitalità turistica. LA CASCINA È una delle costruzioni più antiche di Capodimonte, al suo interno si trovavano le scuderie di Palazzo Farnese. A partire dal 2000 il Comune ha iniziato un attento lavoro di recupero e restauro. A lavori terminati, nei locali della Cascina verranno realizzate: una sala destinata a convegni e mostre, un bar dotato di internet point e la nuova sede della biblioteca comunale. LA CHIESA DI S. MARIA ASSUNTA Eretta sul colle di Capodimonte, in prossimità della Rocca Farnese, la Chiesa si fregia di bellissimi stucchi e di un arco che, secondo

Capodimonte

tonio da Sangallo il Giovane, architetto di famiglia. Egli dette miglior forma al cortile interno, costruì l’avancorpo che sorge alla testata del ponte levatoio, ora in muratura a due arcate, rinsaldò la struttura dell’alta mole con spigoli massicci. Le quattro arcate classiche della facciata, formanti un magnifico loggiato decorato, furono in seguito chiuse per metà, allo scopo di formare un ampio salone. Fu recinta da potenti bastioni, muniti di cannoniere e, tutto intorno, fu realizzato il magnifico giardino pensile. Alla fine del XVI sec. la Rocca si trasformò in residenza per villeggiatura di papi e varie personalità, con l’apertura al paesaggio di logge ariose quasi sempre affrescate. Oggi un giardino con alberi monumentali gira intorno alla Rocca con il suo disegno “all’italiana” di aiuole di bosso creando piacevoli angoli per rilassanti riposi. Anche le piante esotiche, introdotte nell’Ottocento, costituiscono un importante patrimonio arboreo: una

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PANORAMICA DI CAPODIMONTE


Capodimonte 20

la tradizione, fu disegnato dal Vignola nel periodo in cui lavorò alla progettazione della Chiesa, portata a compimento dal Garzoni, che si trova sull’isola Bisentina. All’interno trovano posto una statua della Madonna Assunta e un pregevole quadro di Maria Santissima delle Grazie, attribuito alla scuola del pittore napoletano Sebastiano Conca (16801764). Particolarmente devoti alla Madonna delle Grazie, i capodimontani ricordano il giorno in cui la tela fu portata in città e accolta con una grande festa: petali di rose furono gettati lungo il suo percorso, dando così origine alla tradizione dell'Infiorata. Ancora oggi, ogni anno, la seconda domenica dopo Pasqua, l’icona della Madonna delle Grazie viene esposta in Chiesa per poi essere trasportata in processione.

stile Liberty, dalla famiglia che ne è tuttora proprietaria. Particolarmente interessante il giardino all’italiana che la circonda come anche la lunga scalinata che dalla villa scende al lago fino ad un porticciolo ornato da una torretta in tufo, in stile medievale.

S. ROCCO Recentemente abbellita dagli affreschi del pittore Martin Figura è la Chiesa dedicata a San Rocco, patrono di Capodimonte. Particolare e suggestiva l'illuminazione che, per alcune settimane, ne evidenzia i tratti, in attesa della festa patronale del 15 e 16 agosto, evento tra i più importanti per il paese. Una suggestiva processione religiosa e il famoso spettacolo pirotecnico, che attira migliaia di persone ogni anno, caratterizzano la festa.

IL MUSEO DELLA NAVIGAZIONE Il museo permette al visitatore di capire le forme, gli ambienti e le necessità specifiche della navigazione sui laghi e sui fiumi. Un “tuffo” tra galee, galeotte, tartane, feluche, lenunculi, caudicarie, navicelli, scafe, battane... Inoltre, nel museo, si conserva una piroga preistorica ritrovata nei pressi dell’Isola Bisentina.

LE NECROPOLI DI BISENZO Il Monte Bisenzo ospita numerose necropoli etrusche che inizialmente furono costruite in prossimità dell’abitato per poi estendersi a tutto il territorio circostante. Gli antichi luoghi di sepoltura hanno, nel tempo, restituito tesori di grande valore storico-archeologico, come i reperti provenienti dalle necropoli delle Bucacce e di Olmo Bello. Da segnalare inoltre la presenza nella zona di una catacomba cristiana del IV-V secolo.

IL PRESEPE SUBACQUEO In località Giardinetti, sul fondo del lago ad una profondità di pochi metri, è possibile am-

CHIESA DI SAN CARLO La Chiesa, risalente al periodo in cui il Ducato di Castro era retto dal Duca Edoardo Farnese (1616), è stata recentemente oggetto di ristrutturazione. Fu costruita grazie ai fondi raccolti dalla comunità e con il decisivo intervento dei Farnese: all’atto della posa della prima pietra furono poste nelle fondazioni alcune medaglie del Cardinale Alessandro. Dei cinque altari che vi sono stati costruiti, il maggiore è quello intitolato a San Carlo Borromeo, da cui la dedica alla Chiesa. VILLA PIANORA È una splendida villa del 1900 costruita, in

ROCCA FARNESE


ISOLA BISENTINA Nel Medioevo fu roccaforte, rifugio dalle invasioni e famigerata prigione (la malta) di dantesca memoria. Nel Rinascimento, la sua destinazione abitativa e religiosa subì l’impronta di Ranuccio III, il vero fondatore della dinastia dei Farnese che, scegliendola come tomba di famiglia, ne fece una sorta di fanum farnesianum, un tempio naturale, a cui

tutti i suoi discendenti avrebbero dovuto fare riferimento. Non a caso, sull’isola furono costruiti una chiesa, un convento e sette oratori, sparsi lungo il perimetro, per emulare il giro delle sette chiese penitenziali di Roma. Ranuccio III non immaginava i successi che il suo casato avrebbe raggiunto: il nipote Alessandro, eletto papa con il nome di Paolo III, nel 1534, proiettò la piccola signoria ben oltre gli angusti confini della notorietà provinciale, elevandola a Ducato di Castro, di cui la Bisentina, per le sue prerogative ambientali, costituì il fiore all’occhiello. Nemmeno la successiva creazione del Ducato di Parma e Piacenza offuscò l’importanza simbolica dell’isola, dove il grande cardinale Alessandro Farnese (nipote di papa Paolo III), vi fece innalzare la leggiadra cupola vignolesca. L’isola è un vero e proprio giardino naturale, ricco di elementi sacri e profani e, ancora oggi, offre intatto il fascino arcano di isola dei sogni.

21 (Da: Isola Bisentina, giardino tempio dei Farnese, di Alessandro Menghini e Felicita Meneghini Di Biagio)

CAPODIMONTE PER DATE SANT’ANTONIO ABATE 17 GENNAIO

20 GENNAIO

Benedizione degli animali, accensione del falò di S. Antonio e distribuzione della bruschetta con l’olio. S. SEBASTIANO

Festa patronale. di S. Sebastiano. FESTA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE

2A DOMENICA DOPO PASQUA

PRIMI DI AGOSTO

15 AGOSTO

16 AGOSTO ISOLA BISENTINA

Capodimonte

mirare un presepe subacqueo. Suggestivo è visitarlo nel periodo natalizio, quando viene illuminato. Passando per il centro storico di Capodimonte è possibile raggiungere la Pontonata, punta del promontorio di Capodimonte e lo Scojone. Da Piazza Umberto I si giunge alla Mergonara, spiaggetta e isolotto di scogli, chiamati dagli abitanti “Monte Cuculo”, caratterizzata da splendidi scorci panoramici. Da segnalare il porto turistico, perfettamente attrezzato per l’ormeggio delle barche da diporto. Dal porticciolo partono i traghetti turistici che consentono di fare piccole crociere sul lago e di circumnavigare le due isole. La Punta S. Bernardino rappresenta il lembo del territorio di Capodimonte che si protende verso l’Isola Bisentina. Nella parte più vicina al Monte di Bisenzo, sono visibili tracce dell’antico porto della ricca e fiorente città etrusca.

L’icona della Madonna delle Grazie, antico ritratto, viene esposta per una settimana nella chiesa collegiata di S. Maria Assunta, poi portato in processione per le vie del paese, sulle quali si prepara un’infiorata. SAGRA DEL COREGONE

Vengono allestiti stands con piatti a base di coregone. S. MARIA ASSUNTA IN CIELO

Processione e fuochi d’artificio sul lago. FESTA DI S. ROCCO

Festa del protettore del paese.


Gradoli

Gradoli

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Gradoli, situata a 460 m di altitudine, si affaccia sul lato nord occidentale del Lago di Bolsena. Il suo territorio si estende per circa 3.570 ettari con 8 km di spiaggia. La posizione collinare, il terreno calcareo-argilloso ricco di azoto e potassio permettono la coltivazione di pregiate varietà di vigneti ed uliveti selezionati, tanto da ricevere il riconoscimento del D.O.C. per l'aleatico. Un altro vitigno autoctono è il Greghetto. Si producono inoltre la Grappa di Aleatico e l'Olio extravergine di oliva. I territori adiacenti alle sponde del lago favoriscono anche la coltivazione di cereali ed ortaggi, in particolare di patate, aglio, cipolle ed i famosi Fagioli del Purgatorio (fagiolo bianco, tondo e piccolo).

CENNI STORICI Le ipotesi sulle origini di Gradoli sono legate alle diverse interpretazioni dell'etimologia del nome stesso che si configura come un derivato dal latino gradus "passo, gradino, scala", da cui viene dedotta l'origine romana. Alcuni storici pensano ad un'origine etrusca, mentre altri studiosi ritengono più probabile che la cittadina sia sorta nell'Alto Medioevo. Le prime notizie storiche certe risalgono all'anno 1113 quando Matilde di Canossa donò alla Chiesa tutti i suoi possedimenti, compreso Castrum Gradolarum. Per tutto il secolo XIII e parte del XIV Gradoli fu sotto il dominio sia della Santa Sede sia

del Comune di Orvieto; poi passò ai Farnese. Nel 1513 Papa Leone X conferì al Cardinale Alessandro ed a tutti i suoi discendenti la perpetua investitura dei Castelli di Gradoli e Canino. Il Cardinale fece abbattere la fatiscente rocca e al suo posto fece costruire il palazzo dall'architetto Antonio da Sangallo il Giovane. Nel 1534 Alessandro Farnese venne eletto Papa con il nome di Paolo III e nel 1537 investì il figlio Pier Luigi della signoria della Contea di Ronciglione e del Ducato di Castro, di cui Gradoli faceva parte. Il dominio farnesiano terminò nel 1649, quando Innocenzo X Pamphili, distruggendo la città di Castro, capitale del Ducato, segnò la fine del periodo aureo di Gradoli, che tornò ad appartenere allo Stato Pontificio con autonomia amministrativa. Nel 1811 la cittadina fu occupata dalle milizie di Napoleone, nel 1870 passò al Regno d'Italia e nel 1927 entrò a far parte della provincia di Viterbo.

DA VISITARE CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO Edificio a navata rettangolare sormontato da una volta a capriate; sulla parete in fondo è conservato un affresco, di scuola senese della metà del XV sec., con il Cristo Crocifisso, la Vergine, S. Giovanni e Santa Maria Maddalena. Sulla destra è raffigurato San Michele Arcangelo e sulla sinistra è collocata una tela con S. Giuseppe (XIX secolo).


da cui si accede percorrendo la cordonata, una scalinata tanto agile da essere transitata anche dalle cavalcature; un androne di ingresso, due piani nobili e due piani ammezzati. Al primo piano vi sono gli uffici comunali e la sala Ducale. Qui si possono ammirare decorazioni a grottesche recentemente restaurate. Nel soffitto, a cassettoni lignei dipinti, sono raffigurate in piccoli riquadri deliziose scene votive e stemmi farnesiani. MUSEO DEL COSTUME FARNESIANO Inaugurato nel dicembre del 1998, il Museo del Costume Farnesiano occupa le sale del secondo piano nobile del palazzo Farnese e alcuni locali dal piano ammezzato sottostante. Il museo, con l'ausilio di pannelli illustrativi, postazioni interattive, saletta video, ospita un'ampia collezione di riproduzioni di abiti nobiliari, popolari, ecclesiastici, abbigliamento intimo, accessori, armi ed armature che risalgono ad un periodo compreso tra il XV ed il XVII secolo. Tutti gli abiti riproducono fedelmente, attraverso stampe e pitture dell’epoca, il vestiario della famiglia Farnese. Info: tel. 0761.457965; 347.8350846 fax 0761.456052; e-mail bibliotecadigradoli@libero.it

GRADOLI

Gradoli

PALAZZO FARNESE Costruito tra il 1517 ed il 1526 dall'architetto Antonio da Sangallo il Giovane, fu commissionato dal Cardinale Alessandro Farnese (futuro Papa Paolo III) come dono di nozze tra il figlio Pierluigi e Gerolama Orsini di Pitigliano. Il palazzo fu di proprietà della famiglia Farnese fino al 1649, quando passò alla Camera Apostolica. Nel 1716 venne concesso in enfiteusi dal Papa Clemente XI alla Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri, che vi apportò numerose modifiche strutturali interne ed esterne. Nel 1849, espulsi i padri Filippini, fu devastato delle truppe francesi. Tornati i P.P. Filippini, nel 1878, a seguito di una petizione al Papa da parte del Canonico gradolese Giovan Battista Polverini, il palazzo Farnese divenne di proprietà dello stesso e del padre superiore Luigi Pescatori. Dopo tre anni di controversie la Chiesa lo acquistò di nuovo dal Polverini; nel 1923 passò ai gradolesi. La costruzione a forma rettangolare e a pianta chiusa, si sviluppa su diversi livelli: un seminterrato con le cucine, la dispensa e il lavatoio

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Gradoli 24

CHIESA DI SAN FILIPPO NERI Sorge sul lato sinistro del piano terreno del palazzo Farnese; fondata dai P.P. Giulio Danieli e Domenico Polidori nel 1719, è stata ricavata nel luogo dove erano situate la cucina e la dispensa del Duca. Di struttura rettangolare con volta a carrozza, cornicione e paraste doriche, l’edificio conserva solo il maggiore di tre altari (andati perduti) con una pala in tela dedicata alla S.S. Famiglia. Sulla parete di fronte, in un medaglione è raffigurato Clemente XI. A fianco dell'altare si trova la sacrestia. Nella cappelletta che si apre sul lato sinistro della Chiesa sono custoditi un altare sorretto da due colonne di stucco ed una tela dedicata al S.S. Crocifisso. L’edificio attualmente è utilizzato per conferenze ed eventi culturali.

dale. Un seicentesco pulpito in noce addossato su uno dei pilastri di sinistra, è opera (non terminata) dell'artigiano tedesco Matteo Siler. I confessionali, il coro, i lampioni processionali e la sacrestia in noce risalgono al XVIII secolo. Lungo le navate si trovano sei altari. Dalla sacrestia si accede al museo di arte sacra, il quale, aperto nel 1979, conserva tavolette, paramenti liturgici, suppellettili sacre, ex voto ed un ciclo di affreschi rinascimentali raffiguranti la passione di Cristo. Sulle paraste che dividono i diversi quadri compare un giglio, chiara testimonianza che l’opera fu commissionata dai Farnese; si suppone infatti che questo spazio sia la piccola Cappella dei Farnese, assente all’interno del palazzo.

CHIESA COLLEGIATA DI SANTA MARIA MADDALENA L’attuale Chiesa, consacrata il 28 ottobre 1705, è il risultato dell’ampliamento di una già esistente, sempre dedicata a Santa Maria Maddalena, distrutta in parte da un incendio. Con la sua facciata in stile barocco, forma con la torre campanaria un complesso unico. Presenta un portale centrale con due colonne e timpano ad arco e due porte laterali con timpano triangolare. L’interno è composto da tre navate divise da sei pilastri in finto marmo venato; la navata centrale, sormontata da una volta a botte con finestroni, termina con un'apertura absi-

CHIESA DI SAN PIETRO IN VINCULIS Comunemente detta della Madonna, forse di pianta a croce latina, oggi rettangolare, ha subito nel tempo numerose modifiche. All'interno vi erano tre altari, di cui tuttora si conserva solo quello della Madonna del Buon Consiglio.

PALAZZO FARNESE, AFFRESCO

CHIESA DI SAN VITTORE Sorge sul colle fuori del centro abitato. Di forma rettangolare, coperta da un tetto a capriate, è caratterizzata da un’abside e tre altari: il maggiore è ornato dalla pala raffigurante la Vergine con il bambino tra i S.S. Pietro e Vittore, quello di destra è dedicato a S.

MUSEO DEL COSTUME FARNESIANO


CHIESA DI SAN MAGNO Percorrendo la strada che conduce al lago (per circa 7 chilometri), sulla riva si scorge la Chiesa di San Magno, un tempo del Sovrano Ordine dei Cavalieri di Malta. La costruzione quattrocentesca in tufo è caratterizzata da una copertura a capriate ed un portale con un cornicione rinascimentale. Sul tetto si può osservare un campanile a vela. L’immagine di S. Magno, Vescovo a cui è dedicata la chiesa, orna l’altare maggiore; nei due laterali, uno dei quali dedicato all'Angelo Custode, sono evidenti le pietre sacre manomesse.

EVENTI E MANIFESTAZIONI PRANZO DEL PURGATORIO Il Pranzo del Purgatorio costituisce uno dei principali eventi tradizionali di Gradoli; si rinnova ogni anno il Mercoledì delle Ceneri. La Fratellanza del Purgatorio, confraternita sorta con il fine di procurare i suffragi alle anime del Purgatorio, prepara, nei locali della cantina sociale, un banchetto per circa 1800 persone: il Pranzo del Purgatorio. Il menù si ripete da anni: fagioli del Purgatorio lessati, conditi con olio locale, brodo di pesce con riso, pesce in umido, pesce fritto e baccalà lessato, il tutto accompagnato da ottimi vini locali. Questa manifestazione è preceduta il Giovedì Grasso da una questua, effettuata dai membri della Fratellanza. I confratelli, vestiti con il saio tradizionale ed incappucciati, girano per le vie del paese, raccogliendo offerte, sia in denaro sia in natura, che sono “battute”, nel pomeriggio, in un’asta nella piazza centrale. Il ricavato, in passato, serviva per allestire il Pranzo del Purgatorio.

GRADOLI PER DATE LE TENTAVECCHIE 3-4-5 GENNAIO

Curiosa ed antichissima manifestazione nata per spaventare ed allontanare le streghe: gruppi di persone camminano per le vie del paese agitando campanelli, barattoli e trombe. PRANZO DEL PURGATORIO

MERCOLEDÌ DELLE CENERI

VENERDÌ SANTO

Tradizionale pranzo di magro organizzato dalla Fratellanza del Purgatorio; si svolge ogni anno nei locali della Cantina Oleificio Sociale e vi partecipano circa 1.600 persone. PROCESSIONE DEL VENERDì SANTO

Quadri plastici tratti dalla tradizione evangelica. GRADOLI ESTATE LUGLIO-AGOSTO

Rassegna di teatro, spettacoli, musica e gastronomia. SANTA MARIA MADDALENA

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Festa patronale del paese, in onore di Santa Maria Maddalena.

ULTIMO FINE SETTIMANA DI LUGLIO E PRIMO FINE SETTIMANA DI AGOSTO

ALEATICO IN FESTA Manifestazione con stands gastronomici, degustazione del vino D.O.C. Aleatico, prodotti, dolci locali e buona musica.

19 AGOSTO

FESTA DI SAN MAGNO Tutti coloro che visitano la Chiesa del Santo godono del "Perdono di San Magno", indulgenza plenaria. All’interno della festa, viene organizzata la “Sagra del Fagiolo”.

Gradoli

Pasquale Baylon. L’altare di sinistra dedicato alla Madonna delle Grazie, in legno, è decorato da due colonne ed intagliato a fiorami ed angeli in stile barocco; su di esso si trova un affresco quattrocentesco di scuola senese.

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Grotte di Castro

Grotte di Castro

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Grotte di Castro, che si estende su una superficie di circa 2.280 kmq a nord del Lago di Bolsena, sorge su una rupe tufacea, formatasi in seguito all’attività del complesso vulcanico dei Volsini.

CENNI STORICI Primo insediamento di cui si ha notizia è un abitato etrusco edificato intorno al VII sec. a.C. su un’altura denominata “Civita”. Incursioni romane e longobarde causarono un progressivo calo demografico, fin quando il colle venne abbandonato. La popolazione in fuga fondò piccoli centri da cui nacquero Grotte, S. Lorenzo Vecchio e S. Giovannino. Grotte di Castro in epoca medioevale costituì parte dei numerosi possedimenti altolaziali donati da Matilde di Canossa alla Chiesa; passò quindi sotto il dominio or vietano, periodo in cui il paese fu a lungo conteso tra la cittadina umbra e la vicina Viterbo. Nel 1537, per volere della famiglia Farnese, entrò a far parte del Ducato di Castro, di cui fu considerata uno dei principali cardini. In seguito alla distruzione di Castro (1649), Grotte tornò sotto il controllo della Santa Sede. Nel 1860 subì l’invasione dei Garibaldini e nel 1870 venne annessa al Regno d’Italia.

DA VISITARE BASILICA SANTUARIO DI MARIA SS. DEL SUFFRAGIO La costruzione originaria, dedicata a S. Giovanni Battista, risale all’VIII secolo. Nel XVII secolo vi fu collocata una statua della Vergine, che corrisponde al soggetto iconografico dell’Immacolata Concezione, a cui i fedeli attribuirono diversi miracoli. Nel 1625 cominciarono i nuovi lavori della Chiesa, al termine dei quali, l’edificio venne consacrato a Maria SS. del Suffragio e S. Giovanni Battista. L’edificio, a croce latina, è a navata unica, su cui si affacciano cappelle laterali. Preziosi affreschi eseguiti da Luigi Fontana nel XIX secolo decorano l’interno. Presso la Basilica è possibile visitare un Antiquarium diviso nella sezione d’arte sacra, archeologica e della Madonna del Suffragio. CHIESA DI S. PIETRO APOSTOLO La facciata settecentesca si articola su 2 ripiani con rilievi in stucco. All’interno si segnalano: la tomba del Cardinal Salotti; la statua della Madonna Assunta (XVI secolo); un Crocifisso del Settecento ed un’urna con le spoglie di Santa Faustina. CHIESA DI SANTA MARIA DELLE COLONNE Si erge fuori del centro abitato; edificio a


CHIESA DI SANTA MARIA DI CASTELVECCHIO Edificata nel Cinquecento, è costituita da un’unica navata che confluisce in un’abside affrescata. CHIESA DELL’ANNUNZIATA Si trova nella campagna di Grotte. Citata in documenti cinquecenteschi, la Chiesa ha tuttavia un’origine anteriore. Si conserva un affresco con “Gesù crocifisso tra i Santi Giovanni Battista, Pietro, Giovanni Evangelista, Maria Maddalena e la Vergine” (XVI secolo). PALAZZO DEL VIGNOLA Fu progettato nella seconda metà del XVI secolo dal Vignola ed in parte ricostruito nel XX

secolo. Sono poche le parti originali rimaste: quali il portale e la scala a chiocciola. MONUMENTI E FONTANE Il monumento di bronzo, che rappresenta il giureconsulto Paolo di Castro, è stato eseguito dallo scultore viterbese Costantino Zei. Si segnalano inoltre: il monumento ai caduti (1925), al contadino (1998) e ai caduti di Nassiriya (2005). Grotte possiede un lavatoio del 1750, poco distante dal centro abitato e Fontana Grande (1886) in Via Roma. MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO E DELLE TRADIZIONI POPOLARI Il museo è allestito all’interno di un edificio quattrocentesco che nel XVIII secolo svolgeva la funzione di palazzo del Podestà. La sezione archeologica custodisce reperti provenienti dalla Necropoli di Pianezze. La sezione antropologica conserva la memoria

Grotte di Castro

navata unica con apertura absidale, conserva gli affreschi dell’Annunciazione e della Madonna con Bambino.

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VEDUTA DI GROTTE DI CASTRO


Grotte di Castro

delle tradizioni popolari locali. Orario d’apertura: 01 ottobre-31 marzo: venerdì ore 10.3013.00, sabato 10.30-13.00/15.00-17.00, domenica 10.3013.00; 01 aprile-30settembre: martedì-giovedì 16.30-19.00, venerdì-domenica 10.00-13.00/16.30-19.00. Chiuso Natale, Capodanno, Epifania. Info: tel. 0763.798002 - 0763.798003 - 0763.797173.

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NECROPOLI DI PIANEZZE Necropoli etrusca situata a circa 3 km dal paese. In uso tra il VII e V sec. a.C., è contraddistinta da tombe a camera ricavate nel costone tufaceo della collina. Info: Museo Civico archeologico e delle tradizioni popolari.

VENERDÌ SANTO

PROCESSIONE DEL CRISTO MORTO

Accompagnata da figuranti.

PRIMI DI MAGGIO SAGRA DEL TORTELLO

7–8 MAGGIO

FESTEGGIAMENTI PATRONALI DI S. FLAVIO E S. FAUSTINA

8 MAGGIO

FIERA DI MERCI

FINE DI LUGLIO

FERRAGOSTO

SAPORI DEL BORGO

Degustazione di piatti tipici.

SAGRA DELLA PATATA

Degustazione del prodotto tipico locale per eccellenza.

GROTTE DI CASTRO PER DATE FESTA DELLA MADONNA DEL SUFFRAGIO SANT’ANTONIO ABATE 17 GENNAIO

FEBBRAIO PERIODO DI CARNEVALE

8 SETTEMBRE

Degustazione di zuppa di fave, salsiccia sulla brace, vino e biscotto dolce, seguita dalla rottura delle pignatte ed assegnazione di premi.

FESTIVAL DEL SORRISO

Si tiene una processione in cui è trasportata la statua della Madonna del Suffragio. Per l’occasione si propongono: spettacoli, concerti.

2A DOMENICA DI SETTEMBRE

FIERA DI MERCI

NATALE

PRESEPE VIVENTE

Manifestazione canora in occasione del carnevale.

PALAZZO DEL VIGNOLA

NECROPOLI DI PIANEZZE, INTERNO TOMBA


È situata su un colle posto al centro della valle vulcanica, tra il lago ed il confine con la Toscana.

CENNI STORICI Antichissima l’origine dell’abitato. Recenti scavi archeologici realizzati in località Poggio Evangelista hanno dimostrato che l’area in prossimità della quale sorge oggi il paese era già abitata in età neolitica. Accanto a vestigia preistoriche non mancano testimonianze etrusche e romane. Passato il

periodo delle scorrerie longobarde, Latera fu al centro di contese tra il Patrimonio di San Pietro in Tuscia e la Repubblica di Orvieto. Successivamente la cittadina dovette piegarsi alla tirannia dei prefetti di Vico. Nel XIV sec. il paese, grazie alla politica attuata dal Cardinale Albornoz, tornò sotto l’area di influenza della Chiesa. Nel 1408 fu poi la volta dei Farnese. Il feudo più grande in possesso della nobile famiglia andò a costituire il Ducato di Castro, quello più piccolo, corrispondente al territorio di Latera, passò sotto la signoria di Bartolo-

VEDUTA DI LATERA

Latera

Latera

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meo Farnese. Nel 1668 il possedimento tornò nelle mani del Patrimonio di S. Pietro. Intorno al 1870 Latera costituì terreno di scontro tra l’esercito garibaldino e le truppe pontificie. In seguito il paese fu caratterizzato da episodi di brigantaggio.

Latera

DA VISITARE

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IL BORGO MEDIOEVALE Ancora intatto lo splendido borgo di origine medioevale, caratterizzato da viuzze, scorci panoramici, antiche abitazioni e cantine. Il Palazzo Farnese, adiacente alla Chiesa di S. Clemente, si affaccia su Piazza della Rocca. Peculiarità di Latera, inoltre, sono le quattro fontane dislocate ai margini del centro storico. CHIESA DI S. CLEMENTE La Pieve di San Clemente, le cui origini affondano le radici in un passato piuttosto remoto, è stata per molto tempo l'unica sede battesimale. Ad essa facevano capo le Chiese di San Salvatore, San Pietro e Santa Maria a Mezzano. Della originale costruzione restano visibili ad oggi la facciata e un arco di stile gotico, che ha finito con l'essere inglobato dalle mura di Palazzo Farnese. Ristrutturata nel 1598 su pressione di Mario e Ferrante Farnese, l'attuale chiesa parrocchiale presenta una facciata con linee semplici e sobrie. Il portale, il finestrone e il rosone, tutti in pietra basaltina, sono realizzati in stile rinascimentale. Il campanile, invece, di stile borrominiano, risale al 1789 ed è stato progettato dall'architetto Ridolfi. L'interno è a tre navate, con quella centrale dotata di un pregevolissimo soffitto in legno a cassettoni dipinti risalenti al 1600. La pala d'altare, di scuola romana, è dei primi del XIX secolo e raffigura San Clemente in posa pontificale. Ai lati

dell'altare principale sono raffigurati i due compatroni del paese: San Pancrazio e San Macario. La Madonna del Carmine invece, così come il dipinto che ha per soggetto San Carlo, si trova entrando nell'edifico sulla destra. Seguono San Giovanni Decollato, la Madonna del Rosario, un crocifisso e Sant'Angelo martire. Dall'altro lato, sulla sinistra, sono presenti un San Gregorio Magno, un crocifisso e una raffigurazione delle anime del Purgatorio. Il Battistero, oggi tabernacolo eucaristico, risale al 1598. CHIESA DI S. SEBASTIANO E S. ROCCO La Chiesa di San Sebastiano ha pianta greca mancante di un braccio. Costruita, nel XV secolo, su quella che era la strada di accesso principale a Latera, la chiesetta fu riedificata intorno al 1640. Restaurata completamente nel 1995, San Sebastiano custodisce un grande affresco raffigurante la Vergine Immacolata, San Pancrazio e San Sebastiano del senese Nasini. Sulla sinistra è presente un affresco dello stesso autore raffigurante Cristo, Sant'Isidoro e l'angelo che ara il campo. A sinistra una tela che raffigura San Luca. La Chiesa di San Rocco, piccolo romitorio e oratorio, venne costruito intorno alla

VEDUTA DI LATERA


MUSEO DELLA TERRA Museo a carattere antropologico, ha la finalità di salvaguardare e valorizzare radici ed identità della Comunità locale, mostrandone il legame con il mondo rurale, attraverso l’esposizione di giochi, attrezzi tradizionali, canti e memorie popolari in multivisione. Il percorso è articolato in 3 sezioni, che comprendono: la “collezione Poscia”, relativa alle attività agricole e domestiche, documentate da didascalie e gigantografie; beni immateriali, con particolare riferimento alle feste popolari; uno spazio espositivo esterno, che ripropone un orto ed alberi da frutto. Presso il museo si tengono mostre temporanee e laboratori didattici. Orario d’apertura: 01 giugno-30 settembre: venerdì-domenica ore 10.00-13.00; 15.00-19.00. 01 ottobre-31 maggio: venerdì-domenica ore 10.00-13.00; 14.00-18.00. Info: tel. 0761.459608, fax 0761.459797 info@museodellaterra.it www.museodellaterra.it

SETTIMANA SANTA VENERDÌ SANTO

SANT’ISIDORO

2A DOMENICA DI MAGGIO

3 SETTIMANA DI LUGLIO

Si svolge presso il giardino del Museo della Terra. Il pizzicotto è un piatto tradizionale della cucina contadina realizzato con farina, lievito, acqua e sale. La Sagra dura un intero weekend e tutte le serate sono allietate da musica dal vivo.

BIVACCO MEDIEVALE AGOSTO

Rievocazione storica in costume con banchetti. Viene messo in scena l'affidamento, voluto da Gregorio XII, del vicariato del castello di Latera a Ranuccio Farnese.

FESTA DI SANT’ANGELO

9 SETTEMBRE

Festeggiamenti e fiera in piazza. È la data della traslazione del corpo del martire Sant’Angelo da Roma a Latera. L’8 settembre del 1834 lo sparo “dei mortari” annunciò al clero e al popolo di partire dal paese per recarsi presso la Chiesa della Madonna della Cava dove, prima di essere trasportato il giorno seguente all’interno della Collegiata, il corpo del Santo venne collocato. Le reliquie furono rinvenute nelle Catacombe di Priscilla sulla Via Salaria. Esse vennero donate a una nobile famiglia romana, la quale a sua volta le donò al laterese Padre Flaminio Maria Annibali, Provinciale dei Minori osservanti, che volle farne dono ai suoi compaesani.

BEFANATA LATERESE

SAGRA DEL MARRONE

Questua presso le abitazioni del paese.

La Sagra del Marrone di Latera è giunta alla sua venticinquesima edizione. Il Marrone della cittadina altolaziale gode di una grande fama per le sue pregevoli qualità organolettiche. Nei giorni della festa, è possibile assaggiare in molti locali appositamente allestiti in paese, diverse prelibatezze a base di Marrone, ma anche girare per il mercatino e partecipare alle diverse iniziative che si tengono per l'occasione.

FESTA DEL 1 MARZO

1 MARZO

Processione per le vie del borgo fino alla Chiesa di San Sebastiano, dove viene celebrata la messa. Al termine della funzione religiosa ha luogo la rappresentazione del contrasto tra il proprietario terriero e Isidoro. Nel pomeriggio, dopo il pranzo organizzato dal Comitato di Sant’Isidoro, presso il Museo della Terra, si svolge il tradizionale incontro interregionale di poesia a braccio.

SAGRA DEL PIZZICOTTO A

LATERA PER DATE 5 GENNAIO

I rituali della Settimana Santa hanno il loro culmine nella processione del Cristo Morto, che si snoda per le vie del paese, composta da circa 100 personaggi in costume storico. È uno degli eventi più significativi di Latera.

Il primo marzo 1875, alcuni bambini, entrati nella Chiesa di San Giuseppe, videro la Madonna raffigurata nella pala dell’altare muovere gli occhi. Il fenomeno si ripetè per alcuni giorni, tanto che incominciarono ad arrivare fedeli in pellegrinaggio anche dai paesi vicini. Si festeggia l’avvenimento con liturgie e giochi popolari.

Latera

metà del XV secolo a ringraziamento della liberazione dalla peste. L'altare è a forma di incudine. La caduta della volta ha causato la perdita di gran parte di un pregevole affresco risalente all'epoca di edificazione dell'edificio. Attualmente il suo posto è stato preso da una opera secentesca che raffigura la Madonna in trono, San Michele arcangelo in atto di trafiggere il drago, San Rocco e il cane.

ULTIMI DUE FINE SETTIMANA DI OTTOBRE

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Marta

È situata a 315 m s.l.m., sulla sponda meridionale del lago. Si estende alle pendici del Monte di Marta.

Marta

CENNI STORICI

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Incerte le origini del paese; la prima fonte che attesta l’esistenza del borgo risale al 726 d.C., quando è annoverato tra i territori del Patrimonio di S. Pietro in Tuscia. La “Carta venditionis”, documento del 765 d.C., redatto sotto il regno di Desiderio, certifica che l’atto venne rogato a Marta, con testimoni originari del luogo. Dei secoli successivi si conserva una documentazione assai più ricca, costituita da: Diplomi imperiali, Bolle pontificie, Documenti amiatini. Nel periodo medioevale Marta vide il susseguirsi di diverse signorie e nobili famiglie pronte a contendersi il territorio, tra le quali si segnalano: i Di Vico, la Chiesa, Raniero Gatti, i capitani di ventura Frà Moriale e Angelo da Lavello detto il Tartaglia. Nel 1431 Marta passò sotto il dominio dei Farnese, che durò fino al 1486, quando Innocenzo VIII ne conferì il vicariato agli Orsini. I Farnese si rimpossessarono del borgo nel 1513. Dal 1537 al 1649 il centro fece parte del Ducato di Castro, voluto da Paolo III per il figlio Pierluigi; al momento della distruzione di Castro, Marta tornò sotto il controllo della Camera Apostolica, situazione che perdurò fi-

no all’unità d’Italia, con brevi intervalli in cui spettò al Marchese Pietro della Fargna (1788) e al Principe polacco Poniatowskij (1808). Nel 1927 entrò a far parte della Provincia di Viterbo.

DA VISITARE IL CENTRO STORICO E LA TORRE DELL’OROLOGIO Il centro storico, che sorge su un’altura di fronte al lago, è caratterizzato da angoli caratteristici, piazzette, archi delle porte d’ingresso delle cinte murarie, inglobate con torri di difesa e avvistamento nella muratura delle abitazioni. Lungo i vicoli del borgo, che conducono al belvedere, si scorgono pietre lavorate di architravi, archi di finestre e porte, ornati da stemmi, simboli ed iscrizioni. Ricopre particolare interesse la Torre dell’Orologio, che si innalza per circa 21 metri nel centro storico. La costruzione ha origini antichissime, probabilmente antecedenti al XII secolo. Danneggiata nel corso di scontri bellici, la torre venne ricostruita nel 1323 sotto il pontificato di Giovanni XXII. Subì altri interventi e ricostruzioni nel corso dei secoli successivi; fu sicuramente restaurata sotto il dominio farnesiano, come attesta lo stemma di famiglia che orna la torre. Il campanile, parte rimanente della rocca fortificata, si erge su una base tronco-piramidale su cui


LA MOSTRA PERMANENTE DI ARCHEOLOGIA PREISTORICA È allestita all’interno dell’ex palazzo vescovile detto “Il salone”; espone reperti che vanno dal Paleolitico Medio al Bronzo Finale, rinvenuti presso l’incile del fiume Marta e le adiacenti acque del lago. È possibile ammirare per lo più: cuspidi, raschiatoi, bulini, asce in rame ed in bronzo, vasellame. IL SANTUARIO DELLA MADONNA DEL MONTE Sul colle che domina il paese sorgono la Chiesa e l’ex Convento della Madonna del Monte. L’edificio presenta una facciata romanica, realizzata in grigia pietra

LA FESTA DELLA MADONNA DEL MONTE Il 14 maggio a Marta ricorre la festa della Madonna del Monte o delle “Passate”, evento tradizionale locale per eccellenza, in cui si tiene una grande processione offertoriale di antichissima origine (si ritiene che la tradizione richiami i rituali etruschi in onore delle dee Cerere e Maia), composta da circa 700 figuranti, che si recano dalle rive del lago al FONTANA DEI PESCATORI Santuario, per offrire alla Vergine prodotti della terra, animali, attrezzi da lavoro, pesci del lago, disposti in composizioni artistiche dette “fontane”. Il corteo storico è diviso in quattro categorie: Casenghi a cavallo, Bifolchi, Villani e Pescatori.

Marta

poggia il corpo ottagonale ed è decorata in alto da archetti. Sul piano di copertura si innalza un torrino su cui poggia il supporto che sostiene le campane.

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NOTTURNO DI MARTA


Marta 34

locale e sormontata da un campanile a vela. Sulla facciata compaiono tre stemmi con il giglio farnesiano, che allude alla ricostruzione ed ampliamento della Chiesa voluti nel 1460 da Pietro Farnese. La Chiesa venne riconsacrata nel 1485. L’interno custodisce tre altari barocchi; l’altare maggiore presenta l’affresco del XIV secolo raffigurante la Vergine con Bambino tra S. Giovanni Battista ed un santo non identificato. L’altare di sinistra è dedicato ai Beati Gaspare e Nicolao dell’ordine dei Minimi, quello di destra a S. Francesco di Paola, fondatore dell’ordine. La parete di destra conserva un affresco con i Santi Rocco e Simeone. Tracce di pittura sono visibili anche nella parete absidale. Presso il Santuario, ogni anno, il 14 maggio, si svolge una delle feste più suggestive e singolari del panorama tradizionale locale. LA CHIESA DELLA MADONNA DEL CASTAGNO In questo edificio celebravano la loro festa i carrettieri, dei quali la Madonna del Castagno è considerata protettrice. La Chiesa, che risale alla metà del Seicento, è situata lungo la strada che porta a Capodimonte; è caratterizzata da una facciata in pietra

L’ALTARE DELLA MADONNA DEL MONTE

ed un campanile a vela. All’interno presenta tre altari barocchi, con decorazioni in stucco. L’altare centrale custodisce l’immagine su tegola della Vergine, quello di sinistra è dedicato a S. Gaetano di Tiene e quello di destra alla Madonna dei Sette Dolori.

DINTORNI CASTELL’ARALDO A circa 3 km dal centro urbano, lungo la strada che conduce a Tuscania, è situato il sito templare di Castell’Araldo. Dell’importante precettoria, posta sull’argine sinistro del fiume Marta in posizione strategica, rimangono i resti delle mura e la Chiesa di S. Maria delle Grazie, edificio recentemente recuperato con un intervento di restauro. LA CANNARA La Cannara è un’antica costruzione medievale edificata sul fiume Marta. Luogo frequentato già in epoca etrusca per la pesca delle anguille, fu visitato da Papa Pio II Piccolomini nel 1462 e descritto nei suoi “Commentarii”. Oggi è sede di uno splendido giardino botanico costituito da circa 2.000 essenze tra piante e fiori, tra cui prevalgono rose. Aperto al pubblico su prenotazione. Info: tel. 0761.872121 www.lacannara.it


MARTA PER DATE 3 FEBBRAIO

FESTA DI S. BIAGIO

Con unzione della gola nella Chiesa della Collegiata.

VENERDÌ SANTO

RIEVOCAZIONE DELLA PASSIONE DI CRISTO

ULTIMA DOMENICA DI APRILE

FESTA DELLA MADONNA DEL CASTAGNO

2A DOMENICA DI MAGGIO

SAGRA DEL LATTARINO

14 MAGGIO

FESTA DELLA MADONNA DEL MONTE O DELLE PASSATE (BARABBATA) Pellegrinaggio alla chiesetta della Madonna del Monte.

14-15 LUGLIO

FESTA DELLA CANNAIOLA Degustazione del vino tipico locale.

29 LUGLIO

FESTA PATRONALE DI SANTA MARTA

Marta

ISOLA MARTANA È situata di fronte all’abitato di Marta. Aspra e selvaggia, è contraddistinta da una rupe che si impenna a strapiombo per 70 metri sulle acque. La forma a mezzaluna richiama l’attività vulcanica da cui trasse origine il lago. All’isola sono legate note vicende storiche, come l’assassinio di Amalasunta (535 d.C.), figlia di Teodorico Re degli Ostrogoti, per mano del cugino Teodato, pretesto per il quale Giustiniano scatenò la Guerra Gotica. Molti ed illustri i personaggi intrecciarono le loro vicende con la storia dell’isola: S. Cristina di Bolsena, Matilde di Canossa, i pontefici Pasquale e Pio II e membri della famiglia Farnese. In alto sulla rupe compaiono i resti della Chiesa e del Monastero di S. Stefano. Oggi l’isola è proprietà privata.

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ISOLA MARTANA


Montefiascone

Montefiascone

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Montefiascone sorge a 636 m s.l.m., sulla vetta del colle più alto dei Volsini ed è situato lungo la Cassia nel cuore di una zona agricola, nella quale ha grande importanza la viticoltura. Una strada, che si snoda lungo il fianco della collina, lo collega al lago.

CENNI STORICI Testimonianze etrusco-romane sul territorio attestano le antichissime origini di Montefiascone. Il borgo si costituì in epoca medioevale, quando vennero costruiti diversi edifici sulla pendice del colle. L’espansione urbanistica del paese si può suddividere in tre fasi: la prima legata alla Chiesa di S. Flaviano, la seconda alla Rocca e l’ultima alla Cattedrale di Santa Margherita. Il XIII secolo rappresenta per la cittadina il periodo di maggior splendore, giacché il pontefice Innocenzo III, compresa la posizione strategica di Montefiascone, negli anni in cui si gettavano le basi dell’amministrazione e gestione dello Stato della Chiesa, decise di insediare il governo della Provincia del Patrimonio di S. Pietro in Tuscia presso la Rocca. Da qui iniziò un lungo legame tra la storia cittadina e quella della Chiesa. Il trasferimento dei papi ad Avignone causò, nelle terre del Patrimonio, un vuoto di potere, che favorì le mire espansionistiche

di “signorotti” e “tirannelli” spesso in rivolta. A ripristinare l’ordine e l’autorità pontificia giunse nella metà del Trecento il Cardinale Egidio Albornoz, il quale scelse proprio Montefiascone come base per la riconquista. Poco dopo Urbano V, con la Bolla “Cum illius” promulgata da Viterbo, in riconoscenza agli abitanti di Montefiascone che lo avevano messo al riparo da attacchi nemici, concesse al castello montefiasconese il rango di città e l’eresse diocesi. Gli anni che seguirono furono ancora legati alle sorti dello Stato Pontificio, qui rappresentato di volta in volta da pontefici e vescovi. Nel 1798 Montefiascone subì l’invasione dei repubblicani francesi; nel 1870 Nino Bixio entrò in città senza trovare resistenza: con l’annessione al Regno d’Italia cessava di esistere quel Patrimonio di S. Pietro in Tuscia che aveva conferito a Montefiascone tanta fama e prestigio. Il centro, come altri borghi della provincia viterbese, subì gravi danni a seguito dei bombardamenti della seconda guerra mondiale.

DA VISITARE CATTEDRALE DI SANTA MARGHERITA Alla fine del Quattrocento il clero ed i fedeli di Montefiascone promossero la ricostruzione della Chiesa che custodiva le reliquie di S. Margherita. L'edificio attua-


Paolo Gazola, che ottenne l’incarico di terminare l’edificio dal Cardinal Vincenzo Macchi. Al Gazola si deve la facciata tardoneoclassica. Alla fine del XIX secolo Luigi Fontana eseguì le decorazioni pittoriche e scultoree. Presso il piano inferiore della Cattedrale si trova la Cripta o Santuario di S. Lucia Filippini, detta anche “Cripta del Bramante” che risale al XV secolo. Di forma ottagonale e a pianta centrale, è caratterizzata da una lunga volta anulare e al centro da un cerchio di otto grossi pilastri che, allacciati tra loro da archi romanici, sorreggono una piccola cupola. La struttura mostra l’impronta delle esperienze bramantesche, mediate dall’architetto fiorentino Antico di Stefano. La cripta custodisce il corpo della Santa ed i resti del Cardinal Marco Antonio Barbarigo, fondatore del Seminario di Montefiascone e dell’Istituto delle Maestre Pie.

Montefiascone

le, che si innalza imponente tra le abitazioni del centro, è frutto di numerosi interventi e rifacimenti che si sono susseguiti nel corso dei secoli. Il primo progetto della Chiesa superiore si deve all'architetto Sanmicheli, probabilmente in collaborazione con Antonio da Sangallo il Giovane. A seguito di un incendio scoppiato nella notte del venerdì Santo del 1670, che distrusse l'interno della Chiesa ed il tetto, il Cardinale Paluzzo Paluzzi degli Albertoni-Altieri, vescovo di Montefiascone, affidò la ricostruzione all'architetto Carlo Fontana, il quale modificò il disegno originale, realizzando una cupola più vicina alle esigenze estetiche del proprio tempo. La copertura in piombo, caratterizzata da costoloni scanalati, fu inaugurata il 16 dicembre 1674. Appartengono ad una fase successiva (1840) le torri campanarie e la facciata, realizzate su disegno dell'architetto piacentino

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PANORAMICA DI MONTEFIASCONE


Montefiascone

BASILICA DI S. FLAVIANO È situata lungo la Via Cassia, alle pendici del colle falisco, luogo in cui si costituì il primo nucleo abitato del paese. La Chiesa inizialmente era dedicata alla Vergine, in seguito prese il nome del Santo di cui custodiva le reliquie. L’interno della Basilica è a due piani con una Chiesa superiore ed una inferiore, in orientamento contrapposto. L’edificio è caratterizzato da una facciata divisa a triplice arcata ed è sormontata da una loggia, la cui balaustra mostra il sigillo del Cardinal Aldovrandi, che nel Settecento fece eseguire ulteriori lavori architettonici. Domina l’estremità della facciata un timpano triangolare dietro il quale si scorge un campanile a vela; la facciata opposta è ornata da un rosone quadrilobato e due ovali, sotto i quali vi sono due porte. Nella Chiesa inferiore uno spazio presbiteriale divide le tre navate dalle absidi corrispondenti. Le campate laterali sono coperte da volte a

crociera. Interessante il ciclo pittorico che decora le pareti, costituito di affreschi che vanno dal XIV al XVI secolo. Si segnala, in particolare, il celebre soggetto iconografico dell’“Incontro dei Tre vivi e dei tre morti”, che appartiene alla tipologia del “memento mori”: esortazione alla conversione in preparazione della morte. Nella terza cappella si trova la “tomba di Defuk”, secondo la tradizione, Vescovo tedesco che avrebbe attribuito, in segno d’apprezzamento, l’appellativo EST! EST!! EST!!! al pregiatissimo vino di Montefiascone. La Chiesa superiore, anch’essa divisa in tre navate, conserva la cattedra di Urbano IV. CHIESA DI SANT’ANDREA Una delle chiese più antiche di Montefiascone, sorge nel centro storico del paese, a ridosso della primitiva cinta muraria (X secolo). L’edificio ricoprì particolare importanza in epoca Comunale, quando nella

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BASILICA DI S.FLAVIANO


TEMPIETTO MADONNA DI MONTEDORO Sorge fuori l’abitato, lungo la strada provinciale Verentana, in località Montedoro. In questa località, era presente un’edicola quattrocentesca decorata con una immagine della Madonna attribuita al pittore viterbese Antonio del Massaro detto Il Pastura. Nel 1523 Montefiascone venne colpita dalla peste e i cittadini fecero voto di erigere un edificio in onore della Madonna di Montemoro. Venne realizzata una piccola Chiesa, in parte su progetto del Sangallo. Nel modesto asilo eretto accanto all’edificio si alternarono Cappuccini, Agostiniani, Frati Minori e Carmelitani, che sostituirono la devozione per la Madonna di Montemoro con quella verso la Madonna del Carmine, inglobando l’antico affresco dentro la muratura del nuovo altare maggiore, dove rimase sino all’inizio del secolo attuale quando, ritrovato, si riportò all’originaria venerazione. ROCCA DEI PAPI La Rocca è il fulcro della storia politica e culturale di Montefiascone. Fu edificata per volere di Innocenzo III nei primi anni del Duecento, subì diversi interventi nei secoli, tra i quali quelli voluti da Urbano IV tra il 1261-1262 e da Martino IV tra il 1281 e 1282. Durante il periodo della crisi avignonese, la Rocca di Montefiascone costituì il centro degli affari politici dell'intero Patrimonio di S. Pietro. Il Rettore, quale rappresentante del Pontefice assente, vi esercitava con la più ampia autorità le sue funzioni. Oltre ai rettori vi dimorarono, con la propria corte, i legati mandati da Avignone a riformare lo stato della provincia. Papa Urbano V la scelse come residenza estiva negli anni del suo soggiorno in Italia (1367-1370) e volle eseguirvi im-

portanti lavori di ristrutturazione; si realizzò allora la grande cisterna scavata nel piazzale antistante il palazzo. In seguito, verso la fine del XV secolo, su commissione del Duca Valentino (al secolo Cesare Borgia), Antonio da Sangallo il Vecchio disegnò un progetto di ristrutturazione della rocca, cercando di riadattare il vecchio edificio alle nuove esigenze belliche sorte con l'uso della polvere da sparo e dei cannoni. I lavori vennero intrapresi e proseguirono sotto Giulio II, il quale, affidata la direzione della fabbrica ad Antonio da Sangallo il Giovane, diede inizio all'ultima importante serie di interventi sulla struttura del palazzo. I lavori vennero terminati nel 1516, sotto il pontificato di Leone X, periodo in cui la Rocca si avviò ad un lento declino. MUSEO DELL’ARCHITETTURA DI ANTONIO DA SANGALLO IL GIOVANE È allestito presso il piano terra della Rocca

Montefiascone

piazzetta antistante veniva amministrata la giustizia e si tenevano le assemblee.

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MONTEFIASCONE, CENTRO STORICO


Montefiascone 40

dei Papi. Riveste la funzione di Centro Studi e Documentazione su Antonio da Sangallo il Giovane (1484-1546). All’interno del museo sono presentate le opere eseguite dall’architetto rinascimentale. Ad aprire il percorso è una sezione che propone le maggiori opere romane del Sangallo, come Palazzo Farnese e San Pietro. Di seguito sono illustrate tecniche, scelte stilistiche ed architettoniche dell’artista. Il museo è provvisto di documentazione fotografica di disegni originali, conservati presso la Galleria degli Uffizi a Firenze e nei maggiori musei europei e di plastici e calchi in gesso che riproducono opere del Sangallo. Info: tel. 0761.832060, fax 0761.820884; info@comune.montefiascone.vt.it

PRODOTTI DEL TERRITORIO DEFUK E L’EST!EST!!EST!!! La “leggenda di Defuk” è alla base della tradizione storico-antropologica del Centro Falisco. Giovanni de Fugger di Augusta (o Deuc o Defuc) Barone tedesco, nel 1111 giunse in Italia al seguito di Enrico V. Il suo servitore

Martino aveva il compito di precederlo ed assaggiare il vino delle località che incontrava lungo il viaggio, per poi lasciare la scritta EST ad indicare l’ottima qualità della bevanda; egli, giunto a Montefiascone attribuì al vino locale tre EST. Defuk si fermò nella cittadina dove morì nel 1113 proprio a causa di una sbornia. L’eccellenza del vino Est!Est!!Est!!! è data dal suo aroma, dal suo profumo e dal suo sapore. L’aroma è il bouquet derivante dalla fusione del patrimonio aromatico specifico dei diversi uvaggi; il profumo è il risultato della fusione degli acidi organici e gli alcoli che si sviluppano a mano a mano, fin dall’inizio della fermentazione; il sapore, che si affina in cantina, è il risultato del connubio tra le acque telluriche ed i sali minerali, assorbiti avidamente come sostanze nutritive dal terreno ed accumulatisi nei chicchi dell’uva durante la maturazione. Il gusto non è mai secco, ma piuttosto amabile, con una vena di dolce e fama di essere diuretico. La peculiarità più famosa è il frizzante. I vitigni caratteristici sono: trebbiano tosca-

CATTEDRALE DI SANTA MARGHERITA, CUPOLA


OLIO EXTRAVERGINE I pendii degradanti di Montefiascone, non sono solo ricoperti di vigneti, anche l'olivo colora il paesaggio traendo dai terreni vulcanici e dal clima mitigato del lago le sostanze per dare un olio particolare, dal colore verde smeraldo, che, usato a crudo su bruschette, zuppe e verdure crude esprime il meglio di sé. Si tratta di un estratto dal sapore delicato ma piuttosto vario, dal momento che a seconda della località di provenienza assume aromi diversi. Questo tipo di olio va sotto il nome di “Olio extravergine di oliva Tuscia”.

evento considerato una vera e nuova vetrina nazionale, con una partecipazione di pubblico di oltre 10.000 presenze.

FESTA DI S. MARGHERITA DI ANTIOCHIA 20 LUGLIO

FIERA DEL VINO

Nata per promuovere il vino Est!Est!!Est!!! la manifestazione si svolge presso il centro storico ed il Giardino Comunale. Nel corso della fiera vengono proposte diverse iniziative, tra le quali si segnala il Cantinone: settimana gastronomica organizzata dal Circolo MF 80 nel centro storico della cittadina. Durante la manifestazione si possono degustare piatti della tradizione locale serviti all’aperto lungo la via a ridosso della maestosa cupola di Montefiascone.

1-15 AGOSTO

MONTEFIASCONE PER DATE

Sfilata del corteo storico: falisco sfilata lungo le vie cittadine di circa 150 personaggi in costume medioevale, per rievocare il soggiorno del leggendario Giovanni Defuk, a cui è legato il nome del vino Est!Est!!Est!!!. Di particolare attrazione sono i giochi medioevali: la Corsa delle Botti in salita, la Gara della Pigiatura, balletti medioevali e spettacoli di sbandieratori. In cantina con Defuk , itinerario enogastronomico con degustazione di vino ed altri prodotti tipici locali all’interno di nove cantine antiche, decorate per l’occasione con oggetti d’artigianato locale e composizioni floreali. Nel corso dei festeggiamenti, all’interno della Rocca

PRIMAVERA IN ETRURIA

21 MARZO – 21 GIUGNO

Festa patronale con celebrazioni religiose, Fiera-mercato di fiori e piccoli oggetti di antiquariato e artigianato, tombola, concerto della banda cittadina e spettacolo pirotecnico.

Manifestazione ormai giunta alla 16a edizione. Nell’arco dei tre mesi primaverili, per ogni fine settimana e giorni festivi infrasettimanali sono previsti eventi a carattere culturale quali: rappresentazioni teatrali, conferenze, mostre d’arte ed artigianato, che si tengono presso i saloni della Rocca dei Papi, nell’Enoteca Provinciale e nella Biblioteca Comunale.

Papale, sede dell’Enoteca Provinciale di Viterbo , si svolgono degustazioni guidate, con il supporto di giornalisti enogastronomi e sommelier.

FIERA DI S. BARTOLOMEO 23-24 AGOSTO FESTA DI SAN FLAVIANO 26 APRILE

Festa in onore del compatrono San Flaviano, con Fiera-mercato, spettacoli pirotecnici, processione religiosa, concerto della banda cittadina, gara ciclistica per dilettanti e lotteria.

EST FILM FESTIVAL

PERIODO ESTIVO

Per tre anni consecutivi, il Comune di Montefiascone ha patrocinato la manifestazione denominata “Est Film Festival”, promossa dal Ministero dei Beni Culturali, dalla Regione Lazio, dalla Provincia di Viterbo, mirata a coinvolgere l’intero territorio della Tuscia che ha in Montefiascone uno dei suoi luoghi simbolo, conferendo al Viterbese un rilievo internazionale. La splendida Rocca dei Papi è stata la cornice del Festival e di altri eventi complementari. Presso Piazzale Frigo si sono tenute proiezioni cinematografiche ed interviste a registi ed attori, per un

Montefiascone

no (procanico) 65%, malvasia 20%, rossetto (trebbiano giallo) 15%. Vitigni adatti alla lavorazione meccanizzata moderna, che nulla toglie alle caratteristiche descritte del vino montefiasconese, con odore e sapore proprio e con la sua inconfondibile classe.

Per l’occasione si svolgono: la fiera dei Canestri, la vendita di ciambelle all’anice, stand gastronomici, una piccola fiera delle merci ed intrattenimento serale.

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Onano

Onano

Sorge su una rupe tufacea a 510 m s.l.m., a nord-ovest del Lago di Bolsena, non lontano dal confine con la Toscana.

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CENNI STORICI Incerta l’origine del paese. Nei dintorni non mancano testimonianze di epoca etrusca e romana, ma le prime notizie sicure dell’esistenza di Onano sono conservate in un documento del XII secolo, dove si attesta che il borgo apparteneva al Conte Marcantonio di Montemarte. Agli inizi del secolo seguente passò sotto il dominio orvietano e nel 1355 Innocenzo VI concesse per dieci anni metà dell’abitato a Pietro Farnese e ad Albertozzo Ricasoli, riservando per la S. Sede la parte restante; questa situazione perdurò fino al 1398, quando Berardo, della nobile famiglia orvietana dei Monaldeschi della Cervara, divenne Visconte di Onano, riunendo sotto la sua autorità l’intero territorio che, in occasione del matrimonio di suo nipote, Paol Pietro, con Aurelia Colonna, nipote di Martino V, fu elevato al rango di contea. Il dominio dei Monaldeschi si estinse nel 1561, sotto il pontificato di Pio IV, con il passaggio della contea nelle mani degli Sforza. Dopo due secoli di alterne vicende vissute sotto l’autorità dei Marchesi di Proceno e dei Conti di S. Fiora, nel 1707 Onano tornò definitivamente sotto il controllo della Chiesa.

DA VISITARE CASTELLO MONALDESCHI DELLA CERVARA Fu edificato nella prima metà del Quattrocento su commissione dei Monaldeschi della Cervara. Austero ed elegante, di forma quasi quadrata, è caratterizzato da mura molto spesse alla base ed in alto coronate da mensole ad archetto. Nel secolo successivo fu fatta costruire un’aggiunta sul lato occidentale del palazzo. In alto questo torrione terminava con un ampio terrazzo. Verso la fine del XVI secolo, per volere degli Sforza, fu fatta una ulteriore aggiunta che si eleva a levante con lo spigolo a caratteristica lama da taglio. Nel 1712 divenne di proprietà della Camera Apostolica e nel 1725, per ordine del Tesoriere Generale Vaticano, vennero eseguiti lavori di consolidamento e ristrutturazione del palazzo. Quindi ne entrò in possesso la famiglia Denham ed in seguito andò per successione ai Bosquet. Dal 1870 al 1908 la famiglia Pacelli acquistò parte del castello e qui Eugenio Pacelli, futuro Papa Pio XII, passò le estati della sua infanzia. Poi tornò ad essere per intero dei Bosquet. Attualmente il Castello è proprietà del Comune di Onano e sede municipale. Recenti opere di consolidamento e di restauro hanno portato alla luce alcuni dipinti su muro di scuola


CHIESINE DI CAMPAGNA MADONNA DELLA FONTANA O DEL SOCCORSO Costruita nel 1454, era riccamente affrescata, tuttavia, a causa delle continue ristrutturazioni, gran parte dei dipinti non ci è pervenuta. L’unica traccia è una parte di affresco sull’altare, che rappresenta “la Vergine e i Santi” (secolo XV), il cui stato di conservazione purtroppo non è dei migliori. Durante alcuni lavori sono stati rinvenuti altri affreschi della fine del XVI secolo. MADONNA DELLE GRAZIE Chiesetta in stile romanico (la più antica di Onano) è arricchita da affreschi di Scuola Senese, come l’immagine della Vergine col Bambino, attribuita al pittore Sano di Pietro (XV secolo). Essa fu rimaneggiata con aggiunte e rifacimenti per ben tre volte. Per abbellire la Chiesa, si vollero arricchire le pareti interne di affreschi, ma anche modificare la primitiva

composizione del dipinto della Madonna. MADONNA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ Risale al 1668. Chiamata anche Chiesa dell’Acqua Santa, perché da sotto l’altare era scaturita una vena d’acqua miracolosa, fu affidata alla Compagnia del SS. Sacramento. Nell’agosto 2003 nell’altare è stata collocata una nuova tela. Il dipinto è la libera riproduzione del quadro originale del pittore Vincenzo Pacelli, zio di Pio XII (Eugenio Pacelli), trafugato dalla chiesina nel 1975. Il quadro della Trinità era caro alla comunità di Onano, oltre che per la particolare devozione popolare alla Vergine Maria, per il fatto che esso costituiva la testimonianza degli antichi vincoli che li univa alla famiglia Pacelli. Nella chiesina è inoltre presente una pregevole terracotta (Annunciazione) dell’artista onanese Claudio Ferri, prematuramente scomparso nel 1976. MADONNA DEL CARMINE Edificata nel 1668 sulla strada di S. Angelo, fu chiamata Madonna del Bargello e nacque

CASTELLO MONALDESCHI DELLA CERVARA

Onano

francese, fatti eseguire dalla famiglia Bosquet nell’Ottocento.

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Onano

come cappelletta. All’interno vi era raffigurata la SS. Madonna del Carmine, dipinta sulla muraglia; lateralmente erano affrescate le icone di S. Francesco e S. Carlo. Nel 1964 fu demolita, spostata più in alto e ricostruita l’immagine conservata nell’antica Chiesa. Dell’epoca originaria ormai oggi non si riconosce più nulla.

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MADONNA DEL PIANO Eretta nel 1493 dalla comunità di Onano, a forma rettangolare, quasi quadrata, è caratterizzata da un arco a tutto sesto alleggerito da cornici e scanalature. Al suo interno va segnalata l’edicola che conserva l’affresco della Vergine con il Bambino, attribuito ad Antonio del Massaro detto Pastura, allievo del Perugino.

PRODOTTI DEL TERRITORIO LA LENTICCHIA La lenticchia di Onano, piccola, tonda, saporitissima, ha origini antichissime in quanto era già citata nel 1561 negli statuti cittadini. Alla metà del XIX secolo la sua fama era ormai assai diffusa. Riconoscimenti alla lenticchia di Onano si ebbero in Italia ed all’estero in diverse esposizioni internazionali: a Roma e Buenos Aires nel 1910 e a Londra e Parigi nel 1911. Prodotto “unico”, poiché coltivato in un territorio in cui la natura è ancora rispettata e “prezioso”, poiché possiede proprietà organolettiche eccezionali, la lenticchia di Onano è stata sal-

AFFRESCO MADONNA DELLE GRAZIE

(XV

SEC)

vaguardata e promossa dall’Amministrazione Comunale locale attraverso il marchio De. Co., “denominazione comunale di origine”. Da segnalare la sagra che si tiene nel periodo di Ferragosto, in cui il tipico e prelibato prodotto onanese, cucinato secondo le antiche ricette tradizionali, occupa il posto d’onore sui deschi allestiti all’aperto.

ONANO PER DATE FESTEGGIAMENTI IN ONORE DI S. ANTONIO

17 GENNAIO

Sant' Antonio Abate è per Onano la festa. La benedizione degli animali, la banda, i giochi popolari, la grande festa alimentare accanto al focarone in Piazza Pio XII, i carri ispirati alla vita del Santo e non, i fuochi artificiali sono il tributo del paese al Santo protettore. RIEVOCAZIONE DELLA PASSIONE DI CRISTO

VENERDÌ SANTO

La rievocazione della passione di Cristo è una manifestazione molto sentita dalla popolazione Onanese, che dagli anni sessanta attrae molti visitatori. Le sequenze, che dall’ultima cena portano alla crocifissione di Gesù con una processione in costumi d’epoca, sono talmente suggestive che coinvolgono gli spettatori fino alla fine. TRADIZIONALE PROCESSIONE DELL’ASSUNTA

14 AGOSTO

È sicuramente l’elemento più originale della religiosità popolare Onanese, caratterizzata dalla partecipazione dei bambini che, secondo un'antica tradizione risalente al 1600, portano al collo cavallucci e pupe, dolci di pasta dall'aspetto invitante. SAGRA DELLA LENTICCHIA

FERRAGOSTO INTERNI PALAZZO MONALDESCHI DELLA CERVARA

Tra le più rappresentative dell’intera provincia, la Sagra della lenticchia, giunta alla 29a edizione, viene organizzata dalla Pro Loco Onanese per la valorizzazione del pregiato legume locale.


Sorge su un’altura ai confini tra Lazio e Toscana.

CENNI STORICI Secondo la leggenda, la fondazione di Proceno sarebbe da attribuire all’etrusco Re di Chiusi Porsenna (VI sec. a.C. – Porsenna, “Precenam”, “Percenum”, “Proceno”). La presenza di questa straordinaria civiltà sul territorio è attestata da diversi ritrovamenti archeologici. Risale al IX secolo la costruzione del castrum Proceni, il quale, edificato su uno sperone tufaceo in posizione strategica, fu considerato, nei secoli successivi, uno dei punti di forza del Patrimonio di S. Pietro in Tuscia. Durante gli scontri tra guelfi e ghibellini Proceno rimase sotto il dominio di Guglielmo del Nero, tiranno di Acquapendente. A lungo conteso tra Viterbo ed Orvieto, il centro altolaziale nel 1251 si sottomise alla cittadina umbra, quindi passò ai senesi. A partire dal XIV secolo Proceno vide l’alternarsi del controllo della Santa Sede e di nobili famiglie, quali: Orsini, Sforza, Mazzanti e Selvi; infine venne annessa al Regno d’Italia.

DA VISITARE PALAZZO SFORZA Fu edificato alla metà del XVI secolo, probabilmente su progetto del Sangallo, per volere del Cardinale Guido Ascanio Sforza, Camerlengo di Santa Romana Chiesa e Governato-

re di Proceno. La facciata è caratterizzata da un bugnato in pietra che sorregge il balcone sul quale è scolpito il nome del Cardinale. All’interno, una scala a chiocciola collega le sale del pian terreno, decorate ad affresco, con le tre del piano superiore, un tempo arricchite da tappeti ed arazzi. Attualmente il palazzo è utilizzato per mostre, convegni ed altri eventi culturali. Al suo interno è stato allestito il Museo della Civiltà Contadina, esposizione a carattere storico-antropologico di oggetti d’uso domestico ed attrezzi da lavoro. Info: Comune di Proceno tel. 0763.710092. LA ROCCA Il castello di Proceno o Rocca, capolavoro d’arte medioevale, situato su uno sperone di roccia vulcanica, si eleva sull’ampia vallata del fiume Paglia. Alcuni documenti farebbero risalire la sua costruzione al 997. A pianta pentagonale, include una torre maggiore e due secondarie, unite da camminamenti e da un ponte levatoio. Il complesso include un Fortino collegato al castello da un tratto della cinta muraria del borgo. Dopo i restauri, è stato arredato con mobili, armi ed ornamenti dell’epoca. Il castello attualmente è di proprietà privata. Info: tel. 0763.710072 www.castellodiproceno.it CHIESA DEL SS. SALVATORE Sorge al centro del paese. Al suo interno, presso l’altare maggiore è custodita una reliquia della Terra Santa bagnata dal sangue

Proceno

Proceno

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di Cristo. Nella parte sinistra del presbiterio si conservano alcuni affreschi del Trecento di scuola senese; tra le opere custodite si segnalano: le statue in legno di S. Sebastiano (XVXVI sec.), della patrona S. Agnese (XIX) e quattro crocifissi (XVII-XVIII sec.).

Proceno

CHIESA DI S. MARTINO Nel Medioevo la Chiesa affiancava un convento, inizialmente di Benedettini poi di Frati Minori Conventuali. Costruita nel XIII secolo, la facciata presenta un portale in travertino sormontato da un rosone. L’interno conserva sulle pareti tracce di affresco. In epoca barocca la Chiesa subì alcune modifiche rispetto all’assetto medievale. MADONNA DEL GIGLIO Sorge su un poggio poco fuori del paese, costruita forse tra Trecento e Quattrocento. Secondo la leggenda, fu la Vergine Maria, apparsa ad una pastorella, a chiedere che

venisse edificata una Chiesa in Suo onore. SANT’AGNESE SEGNI Sant’Agnese è la patrona di Proceno. La Cappella, situata nel punto più alto del paese, risale al XIX secolo ed è contraddistinta da un portale in travertino. All’interno è custodito un quadro che rappresenta un angelo che porge l’ostia a Sant’Agnese. MADONNA DELLE PIANE Sorge a pochi chilometri da Proceno, in Località Le Piane, al confine con la Toscana. Secondo la tradizione, venne costruita in seguito al ritrovamento di un’immagine della Madonna. Abbandonata per lungo periodo, è stata recentemente recuperata ed aperta al pubblico. S. GIOVANNI BATTISTA Detta anche Chiesa della Cura, si trova al centro del paese e risale al XIX secolo.

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LA ROCCA


PROCENO PER DATE

Per l’occasione si organizza uno stand gastronomico, seguito da intrattenimenti musicali.

SANT’ANTONIO ABATE 17 GENNAIO

Benedizione degli animali, distribuzione di fave e pane benedetto.

ULTIMA DOMENICA DI AGOSTO

FESTA DI S. VINCENZO FERRERI

Festività patronale, benedizione delle campagne e processione lungo le vie del paese.

FESTA DELLA MADONNA DELLE PIANE 2A DOMENICA DI PASQUA

Nella chiesetta di campagna, si festeggia la Madonna delle Piane. La festa è interamente organizzata dagli abitanti delle campagne nei dintorni.

SANT’AGNESE

Festa patronale, pellegrinaggio alla Basilica di S. Agnese a Montepulciano. L’evento si ripete ad agosto, in memoria del rientro della salma della Santa avvenuto il 14 agosto del 1968 e ripetutosi nel 1983.

Proceno

20 APRILE

FESTA DI AGOSTO SETTIMANA DI FERRAGOSTO

Festa in onore di Sant’Agnese. Una serata è dedicata alla festa della bruschetta. L’evento è accompagnato dalla Sagra dell’Aglio Rosso. L’aglio è il prodotto tipico principale e vanta un’antica tradizione.

CHIESA DI SAN MARTINO

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PALAZZO SFORZA


San Lorenzo Nuovo

San Lorenzo Nuovo

Sorge su una collina a circa 550 metri d’altezza, situato in posizione strategica nel punto di incontro tra la Via Cassia e la Strada Maremmana, a pochi chilometri dal lago; si estende su un territorio prevalentemente agricolo. Il paese rappresenta un raro esempio di abitato costruito secondo un progetto preciso e razionale. La cittadina si sviluppa attorno ad una piazza a pianta ottagona-

le da cui partono vie dirette e larghe che si tagliano ad angolo retto.

CENNI STORICI Il primo nucleo, da cui nacque la S. Lorenzo antica, detta S. Lorenzo alle Grotte, risale al periodo etrusco-romano. Nell’XI secolo questi territori vennero donati dalla Contessa Matilde di Canossa alla Chiesa. Il

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CHIESA DI SAN LORENZO MARTIRE


è un esempio, con le sue linee sobrie ed eleganti, di stile neoclassico. Il portale al centro della facciata della Chiesa è sormontato dallo stemma di Papa Pio VI, che commissionò la realizzazione dell’edificio all’architetto Navone. L’interno, ad una sola navata, custodisce: un prezioso crocifisso ligneo di stile bizantino (XII secolo), oggetto di particolare devozione, celebrato nella festività del 14 settembre; le tele con la “Resurrezione” e l’“Ascensione”; la pala d’altare con il “Martirio di S. Lorenzo”; un busto in marmo raffigurante Pio VI; un fonte battesimale.

DA VISITARE

CHIESA RURALE DI TORANO Venne costruita sui resti di un tempio etrusco, dedicato alla vergine Turan. La chiesetta è intitolata alla Madonna di Torano, raffigurata in un affresco (XV sec.) con Bambino benedicente.

CHIESA DI SAN LORENZO MARTIRE È situata al centro del paese, sulla piazza ottagonale attraversata dalla Cassia. Fu costruita insieme al nuovo abitato ed

San Lorenzo Nuovo

paese, per un periodo sotto il controllo orvietano, tornò a far parte del Patrimonio di S. Pietro in Tuscia nel 1335. L’antico borgo di S. Lorenzo, non lontano dall’attuale centro urbano, occupava una vallata vicino al lago, la quale nel Settecento, a causa dell’innalzamento del livello delle acque, si ricoprì di paludi, fenomeno al quale seguì una terribile epidemia di malaria, che causò numerose vittime tra gli abitanti del luogo. Nel 1772 pertanto, per volere del Pontefice Clemente XIV, venne edificato il nuovo centro cittadino su progetto dell’architetto Francesco Navone. I lavori terminarono sotto il pontificato di Pio VI.

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CHIESA DI SAN GIOVANNI IN VAL DI LAGO


San Lorenzo Nuovo

CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA Risale al XVIII secolo. Sull’unica navata della Chiesa si aprono sei cappelle laterali. Conserva affreschi realizzati dal frate Fedele da S. Biagio. CHIESA DI S. GIOVANNI IN VAL DI LAGO Nella pianura in Val di Lago si possono ammirare le mura perimetrali dell’antica Chiesa di S. Giovanni. Di struttura ottagonale, attribuita al Sangallo, aveva l’abside adorno di statue. Documenti attestano che già nel 1570 intorno alla Chiesa si teneva una grande fiera.

SAN LORENZO NUOVO PER DATE

SANLORENZIADI LUGLIO

ULTIMO WEEKEND DI LUGLIO

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FESTA DELLA BIRRA

Si svolge in località Oppietti, nei pressi del lago. Per l’occasione, le serate sono allietate da ottima musica. S. LORENZO MARTIRE

10 AGOSTO

Festeggiamenti patronali in cui viene trasportata in processione la statua del Santo. Seguono l’estrazione della tombola ed il concerto della banda musicale in piazza. Il giorno successivo si tiene la tradizionale fiera di merci. SAGRA DEGLI GNOCCHI

11-17 AGOSTO

SANT’ANTONIO ABATE 17 GENNAIO

Gara sportiva, che coinvolge diverse discipline, in cui si scontrano “il Pergolino” ed “il Convento”, i due rioni del paese.

Per l’occasione si celebra una messa nella chiesa parrocchiale, seguono la benedizione degli animali e la premiazione di carri addobbati. Nel pomeriggio merenda in piazza, a base di crostini con le alici, fave in umido e biscotto di Sant’Antonio.

Degustazione del piatto tipico locale per eccellenza. Vengono serviti gnocchi al ragù, al burro e salvia, alla vodka e al pesto. L’evento è allietato da musica e balli in piazza. FESTA DELLA MADONNA DI TORANO

8 SETTEMBRE

Viene portata in processione la statua della Vergine ed organizzati giochi e degustazioni nei pressi della chiesetta di Torano.

CORPUS DOMINI GIUGNO

DOMENICA DI GIUGNO

24 GIUGNO

Processione lungo le vie del paese ed “infiorata”, realizzazione di quadri floreali a soggetto sacro.

FESTA DEL S.S. CROCIFISSO 14 SETTEMBRE

GRAN FONDO DEGLI ETRUSCHI

È dedicata al crocifisso ligneo conservato nella Chiesa di S. Lorenzo; una lunga processione si snoda per le vie del centro.

Gara ciclistica nazionale, a cui partecipano prestigiosi nomi della Mountain Bike italiana. PERIODO NATALIZIO

FIERA DI S. GIOVANNI

Fiera di merci e bestiame allestita lungo le vie del centro.

FONTE

MOSTRA DEI PRESEPI

Esposizione presso il teatrino parrocchiale di opere realizzate da abitanti del paese.

CHIESA RURALE DI TORANO


Valentano sorge a 540 metri s.l.m., nella catena dei Volsini; possiede le caratteristiche di un luogo “alto, ventoso e freddo”, dall’aria “soavissima, buona e delicata”, tanto decantata fin dai secoli passati.

CENNI STORICI Sul territorio compaiono un po’ ovunque tracce di siti preistorici soprattutto d’età neolitica, del rame e del bronzo. I ritrovamenti più importanti sono quelli dei villaggi di palafitte risalenti all’età del bronzo situati nel Lago di Mezzano. Riguardo alla civiltà etrusca, si hanno notizie dell’insediamento di Monte Becco ed altre tracce sono visibili verso Bisenzio. Resti di ville romane sono sparsi lungo un diverticolo della Via Clodia. I piccoli villaggi di epoca medievale diedero vita al primo nucleo di Valentano. Nei dintorni non mancano resti di fortificazioni longobarde con necropoli. Il primo documento che testimonia la presenza di “Valentano” compare nel Regesto di Farfa dell’813. Nel 1053 il paese è già strutturato ed organizzato come comune, con la sua pieve dedicata a San Giovanni Evangelista e la Rocca di difesa. Da questo periodo fino alla metà del Trecento nel paese si susseguirono distruzioni, incendi, devastazioni e ricostruzioni, dovute soprattutto all’alternarsi del dominio di Viterbo ed Orvieto. Importante presso la località di Villa Fonta-

ne la presenza di una domus templare con la Chiesa di “Sacta Maria ad Templum”, che, a seguito del processo ai Templari, passò ai Cavalieri di Malta. L’epoca più prestigiosa di Valentano fu quella della signoria dei Farnese, che acquisirono il borgo nel 1354. Proprio ai Farnese si deve la trasformazione in palazzo residenziale della rocca che sovrasta il paese. Divenuta parte del Ducato di Castro nel 1537, la cittadina ne diviene la capitale dopo la distruzione di Castro del 1649, avvenuta a seguito delle dispute tra i Farnese e la Camera Apostolica. La Rocca venne quindi abbandonata e nel 1731 trasformata in Monastero di Monache Domenicane. In seguito la storia di Valentano ebbe vicende analoghe agli altri centri dell’Alta Tuscia, fino all’annessione al Regno d’Italia.

DA VISITARE MUSEO DELLA PREISTORIA DELLA TUSCIA E DELLA ROCCA FARNESE Il Museo è allestito presso le sale della Rocca Farnese. Il palazzo, che si erge nel cuore del centro storico, conserva affreschi, uno splendido cortile quattrocentesco, alcune opere di Antonio da Sangallo e la “scala santa” ricavata, nella prima metà del Settecento, in quella che fu la scalea d’onore del Cardinale Alessandro Farnese. Visitabile la torre ottagonale con lo splendido panorama che si apre sulla Tuscia e la Bas-

Valentano

Valentano

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Valentano

sa Toscana. Il percorso museale si articola su tre piani ed è suddiviso in sezioni secondo un ordine cronologico. La Sezione Preistorica espone reperti che risalgono ad un’epoca compresa tra il Paleolitico Inferiore e l’Età del Ferro; presso la Sala Etrusca e quella Romana si conservano collezioni e raccolte ceramiche provenienti dalle aree territoriali; il percorso della Sezione Medievale e Moderna ripercorre le principali tappe storiche del territorio, attraverso la ricostruzione delle vicende della famiglia Farnese. Orario d’apertura: estivo: martedì 9.00-13.00; mercoledì-domenica 10.00-13.00/16.00-19.00. Invernale: martedì-giovedì 9.0013.00; venerdì-sabato 10.00-13.00/14.00-17.00; domenica 10.00-13.00. Lunedì chiuso. Info: tel/fax 0761.420018 e-mail: museo.valentano@alice.it La Rocca Farnese ospita anche la Biblioteca comunale, ricca di circa 20.000 opere, tra manoscritti, stampe ed audiovisivi.

CHIESA COLLEGIATA DI S. GIOVANNI EVANGELISTA Risale al XII secolo, di stile romanico, è stata più volte rimaneggiata. La facciata è stata realizzata intorno alla metà del XVI secolo, l’interno tra Seicento e Settecento. Da segnalare: un affresco del sec. XVI attribuito a Marcello Venusti, discepolo di Michelangelo, ed alcune tele, tra cui una di Pietro Lucatelli e un’altra di Corrado Giaquinto. CHIESA DI SANTA MARIA Presso la Chiesa di Santa Maria si conservano: un affresco della Madonna della Rosa, sec. XVI; statue dell’Ecce Homo e della Madonna della Coroncina. CHIESA DI SANTA CROCE È una delle Chiese più antiche del paese. L’edificio attuale è frutto della ristrutturazione del sacello di Santa Maria dei Battenti, avvenuta nel XVII secolo. Al suo interno si

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CORTILE DELLA ROCCA FARNESE


SANTUARIO DI SANTA MARIA DELLA SALUTE Il Santuario risale alla metà del XV secolo. Nel 1706, per volere dei religiosi dell’ordine di S. Francesco, venne riedificata una Chiesa con un altare dedicato alla Madonna della Salute. Nel corso dei secoli il Santuario fu frequentato da numerosi fedeli, soprattutto in occasione di pestilenze e gravi calamità, per ottenere la protezione della Vergine.

gno del Vignola, in sostituzione dell’antica Porta Romana, crollata qualche anno prima. La sommità della volta è ornata da un mascherone: secondo la tradizione l’artista lo eseguì nell’atto di “fare la linguaccia” per schernire passanti e curiosi.

PALAZZO COMUNALE Edificato nel 1552 ed ampliato nel Settecento, è caratterizzato da un portico a piano terra sormontato da un balcone. È ornato da stemmi civici e farnesiani.

RESTI DELLA MAGIONE TEMPLARE E DELLA CHIESA DI SANTA MARIA AD TEMPLUM La Chiesa si trova nella frazione di Villa Fontane. Secondo gli atti del processo ai Templari nel Patrimonio di S. Pietro in Tuscia, durante la fase dell’istruttoria, alla porta dell’edificio furono affissi gli avvisi di citazione. Alla soppressione dell’ordine, avvenuta nel 1312, la Chiesa passò ai Cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme o di Malta. Attualmente l’edificio versa in condizioni di degrado.

PORTA MAGENTA Realizzata nel 1777, probabilmente su dise-

LAGO DI MEZZANO Piccolo lago vulcanico nel territorio di Valen-

Valentano

conserva un pregevole affresco, di scuola umbro-senese (metà XV sec.), con la “Vergine in trono con Bambino e flagellanti”.

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LAGO DI MEZZANO


tano. Occupa un cratere dei Monti Vulsini a 452 m s.l.m., con un diametro di circa 800 metri. Si estende su una superficie di 0,5 km ed è profondo 31 metri. Secondo alcuni storici sarebbe il cosiddetto “Lacus Statoniensis”, citato da Plinio. Sul vicino Monte Rosso sorgeva il Castello di Mezzano, distrutto nella metà del secolo XIV.

EVENTI E MANIFESTAZIONI

Valentano

SCALA SANTA

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TIRATURA DEL SOLCO DRITTO Evento tradizionale religioso, si celebra all’alba della vigilia di Ferragosto. Attraverso la cerimonia, atto di devozione verso la Vergine Assunta, gli abitanti di Valentano rinnovano il ringraziamento per l’esito dell’annata agraria, tracciando, lungo la fertile pianura di Valentano, un solco retto e lunghissimo (anche 4-5 km). I fedeli assistono alla “tiratura del solco dritto” traendo auspici per la nuova stagione agricola. Tra il 14 e 15 agosto si susseguono varie cerimonie in cui alla Madonna vengono offerti biscotti e grappoli d’uva che simboleggiano il pane e il vino.

VALENTANO PER DATE 17 GENNAIO

Festa di S. Antonio Abate ed apertura del Carnevale.

VENERDÌ SANTO

Processione del Cristo Morto con oltre cento figuranti.

LUNEDÌ DELL’ANGELO

PASQUETTA A VILLA FONTANE

3A DOMENICA DI MAGGIO E LUNEDÌ SUCCESSIVO

FIERA DEL CEDRO

Istituita dai Farnese nel 1461.

CORPUS DOMINI

Infiorata artistica lungo le strade, in occasione della processione.

LUGLIO/AGOSTO

Feste in piazza, manifestazioni culturali, musicali e teatrali, corse di cavalli e disputa del Palio delle Contrade.

14-15 AGOSTO

TIRATURA DEL SOLCO DRITTO e FESTA DELLA MADONNA ASSUNTA

SABATO, DOMENICA, CENIAMO INSIEME LUNEDÌ Sagra dei prodotti tipici locali, tra cui è possibile DOPO FERRAGOSTO degustare il “cece del solco dritto”. 4A DOMENICA DI SETTEMBRE

Feste popolari in onore del compatrono S. Giustino. TIRATURA DEL SOLCO DRITTO


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