TUTTO
LO
SPORT
DEL
FRIULI
VENEZIA
GIULIA
A
360
magazine
GRADI
01|16
20|01|2016
w w w. t re m i l a s p o r t . c o m
COLJA, IL GIGANTE DEL VESNA pagG 8-9
LEGA PRO
CATTANEO, "VELENO" HA STREGATO LA CURVA pagG 6-7
UDINESE
colantuono "costretto" a certe scelte pagG 24-25
DANIELE MASTRANGELO scuola Ubc, in azione con la maglia di Matera
TORNARE
AL NORD DANIELE MASTRANGELO, ATTUALMENTE A MATERA IN A2, spera di rientrare nell'alveo PAG 36
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36
SOMMARIO
01|16
20|01|2016
6
24-25 UDINESE 6-7 LEGA PRO
CALCIO
8-10 ECCELLENZA 11-12 PROMOZIONE
13 PRIMA CATEGORIA
14-16 SECONDA CATEGORIA
17 TERZA CATEGORIA
18-19 GIOVANILI
20 CALCIO A 5
23 FEMMINILE
36-37 BASKET 39-43 VOLLEY
29
34-35 ALTRI SPORT
Le Belle di Tremila Sport: Chiara Silvestri
RUBRICHE 26-27 SI DICEVA... 29-32 L E BELLE DI TREMILASPORT
22 NONSOLOSPORT
46-47 MONDO LIBERTAS 48-51 G LI ITINERARI DI TREMILASPORT
8
DAVID COLJA Il gigante di Sistiana ha trascinato il Vesna alla vittoria in coppa Italia a suon di gol
45 O SSERVATORIO: SPORTIVO
TremilaSport+ | 20 01 2016 | 03
EDITORIALE
.... TUTTO
LO
SPORT
DEL
FRIULI
VENEZIA
GIULIA
A
360
magazine
GRADI
01|16
20|01|2016
w w w. t r e m i l a s p o r t . c o m
COLJA, IL GIGANTE DEL VESNA pagG 8-9
LEGA PRO
CATTANEO, VELENO HA STREGATO LA CURVA pagG 6-7
UDINESE
colantuono "costretto" a certe scelte pagG 24-25
DANIELE MASTRANGELO scuola Ubc, in azione con la maglia di Matera
TORNARE
AL NORD DANIELE MASTRANGELO, ATTUALMENTE A MATERA IN A2, SPERA DI RIENTRARE NELL'ALVEO PAG 36
Il nome dello stadio Friuli va salvaguardato
V
oleva rimettersi in gioco dopo una stagione così così a Trieste, Daniele Mastrangelo, talento friulano cresciuto nell'Ubc e quest'anno a Matera, matricola di A2. Ma è un'esperienza insoddisfacente, quella che il cestista ci racconta, tanto da sentire forte dentro la voglia di ritornare al nord, magari a Udine, se l'Apu riuscisse a centrare finalmente la promozione in A2. E' ultima e staccata, Matera, ma non sta tutto qui il cruccio del giocatore, quanto l'incapacità ad adattarsi in generale ad uno stile di vita tipico di quelle latitudini. A lui abbiamo voluto dedicare quindi la nostra copertina, a titolo quasi beneaugurante in vista di un suo auspicabile ritorno nell'alveo. C'è poi il momento-no dell'Udinese, che nel nuovo stadio ha tradito le attese della tifoseria subendo un poker dalla Juventus senza reagire, una sorta di no contest pugilistico che Ido Cibischino analizza sollevando sostanzialmente l'allenatore Colantuono da molte responsabilità attribuitegli. Così come sostiene il mantenimento del nome dello stadio, Friuli, che in omaggio al business si vorrebbe sostituire con quello dello sponsor Dacia. Piano con certe scelte, il Friuli è come la Catalogna, la propria identità va salvaguardata, soprattutto in tempi in cui di friulani in squadra non ce n'è neppure l'ombra tra frotte di stranieri che a Udine si sentono di passaggio in attesa di lidi più profumatamente pagati. E alla famiglia Pozzo va rivolto di conseguenza un invito d'importanza fondamentale: più italiani in squadra, pena la disaffezione di una parte del pubblico e la mancanza in futuro, visto che Pinzi e prossimamente anche Domizzi e Di Natale saluteranno la compagnia, di quelle bandiere alle quali gli sportivi di ogni latitudine inevitabilmente fanno riferimento. E come nostra consuetudine anche in questo numero talune espressioni di friulanità vogliamo proporle ai nostri lettori: nella pallavolo il Dlf, il Dopolavoro ferroviario udinese, che da oltre trent'anni è sulla breccia lavorando in campo giovanile, e nell'atletica leggera un giovane lunghista, Riccardo Del Torre, che ai positivi risultati sportivi riesce ad abbinare un curriculum di studi altrettanto brillante, tanto da essere premiato recentemente dal Panathlon cittadino. Un esempio per molti giovani dei quali purtroppo si parla spesso in termini non altrettanto positivi. Dalla Scozia giunge invece una calciatrice che abbiamo reso protagonista di un nostro servizio, Lana Clelland, che a Tavagnacco vuole riscattare un precedente sfortunato biennio italiano durante il quale ha dovuto fare i conti con un brutto infortunio che ne ha limitato le prestazioni. Questo e altro nel primo numero del nuovo anno, quello dell'Europeo di calcio e delle Olimpiadi di Rio de Janeiro. .
Il Direttore Edi Fabris
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TELEPORDENONE
01| 16
Questo numero è stato chiuso in redazione mercoledì 20 gennaio 2016.
PUBBLICITÀ MediaTremila Edizioni Viale Palmanova 146 - Udine Tel. 0432. 33 30 893 agenti@tremilasport.com
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TremilaSport+ | 20 01 2016 | 05
(Foto Antonio Ros - Pordenone Calcio)
CALCIOLEGAPRO
LA SCHEDA
LUCA CATTANEO
MR "VELENO",
L'IDOLO DELLA CURVA LUCA CATTANEO Nato il 30 gennaio 1989 a Porlezza, il centrocampista esterno è arrivato alla corte di Bruno Tedino in estate dopo l'ottima stagione vissuta con la maglia del Bassano. In carriera ha vestito anche le maglie di Borgomanero, Pavia e Savona. In questa stagione ha realizzato un gol in campionato e uno in coppa, servendo anche tre assist in campionato per i compagni, l'ultimo dei quali a Finocchio col Pro Piacenza.
06 | 20 01 2016 | TremilaSport+
L
uca "veleno" Cattaneo. Ecco, se volete incominciare a capire il personaggio, dimenticatevi di questo soprannome, che gli dona un'aria troppo aggressiva. La verità è che quando parli con uno degli esterni più forti della Lega Pro, i primi aggettivi che ti vengono in mente sono disponibilità e simpatia. E non è un caso che i tifosi di ogni squadra con cui è sceso in campo lo amino alla follia: "Mi fermo sempre con tutti a fine partita perché è giusto dare del tempo alle persone che ti vengono a tifare, per contraccambiare. Sono sempre a disposizione, sto fuori dallo stadio, penso sia il minimo: da quando gioco a calcio ho sempre fatto così. Ancora oggi mi
arrivano messaggi da Savona e Bassano, è stupendo. Credo che prima di essere giocatori si debba essere uomini, perché nella vita non si sa mai cosa può succedere. Quando pensi di essere arrivato è il momento in cui la favola finisce. Questo modo di pormi lo devo sicuramente ai miei genitori, persone genuine, che mi hanno saputo insegnare i valori che contano". Insomma,
più che un veleno, un "antidoto". Il Pordenone ne ha già tratto benefici. Ma visto che in campo agli avversari fa tanto male, lasciamo i nickname al loro posto. Anche perché il ramarro è un animale rapidissimo nei movimenti… - Col Pro Piacenza migliore in campo con assist al bacio. La partita si è messa bene sin dall'inizio. Poi, dopo l'espulsione
“
Strana la vita: a nove anni feci un provino per il Como e mi preferirono a Leo Messi
LEGAPROCALCIO del loro mediano, abbiamo aumentato la pressione. Gli spazi apertisi ci hanno permesso di incidere di più, abbiamo giocato alla grande colpendo anche due pali e abbiamo meritato i tre punti. - Sul gol di Finocchio eri in una posizione ideale per calciare, ma hai scelto di passare. Cosa hai pensato? Poco prima in un'azione simile avevo colpito i difensori in uscita. Si è riproposta una situazione simile e non volevo sciupare un'altra opportunità. Mi sono detto: "Provo a metterla, faccio una giocata diversa". Ho visto Finocchio da solo, ho messo questa palla morbida e lui è stato bravissimo a dare forza e a piazzare nel sette. Un gran gol, senza dubbio. - Prosegue uno splendido cammino con questa seconda vittoria consecutiva. Sinceramente, ti aspettavi una stagione a questi livelli? Dire di sì è da presuntuosi. Sono supercontento della mia scelta "neroverde", soprattutto dopo la passata stagione a Bassano dove ero arrivato primo e per via della sentenza-Novara mi sono trovato ai playoff per perdere poi la finale. Rischi di non avere più le motivazioni, qui invece ne sto trovando giorno dopo giorno, e non è cosa da poco. Siamo lassù, fra le big, sono tutti contenti, anche chi gioca meno. E il fatto che ci sia sempre il sorriso aiuta. Spesso è
chi subentra a fare la differenza, proprio come questa domenica col gol di Finocchio. Ora ci prepariamo all'Albinoleffe: all'andata abbiamo fatto fatica (finì 1-0 per il Pordenone, ndr), non sarà facile. Credo che la classifica sia un po' bugiarda, sono partite dove la testa fa la differenza: se entri in maniera superficiale perché pensi "Sono in fondo alla classifica", ne esci con le ossa rotte. Nel calcio queste teorie non esistono. - Il Presidente si è sbilanciato: "Non siamo mai stati così in alto, e possiamo crescere ancora" Io sono uno che gioca partita per partita, in tutta la mia vita non ho mai pensato "Dobbiamo arrivare qui". L'anno scorso abbiamo chiuso in testa quando i pronostici erano di tutt'altro avviso. Ora è presto, penso che per i primi di marzo potremmo dire a cosa possiamo puntare. - Chi ti vede giocare resta affascinato: sei un treno instancabile che, oltre alla fase offensiva, si rende utile anche in difesa. Pensi di poter tenere questi ritmi fino a fine stagione? In realtà penso di poter dare ancora di più (ride, ndr). Il fatto è che per me il periodo più difficile è l'inverno, quando i campi sono pesanti. Credo che con l'innalzarsi delle temperature il mio fisico troverà vantaggi. Sono abituato a fare su e giù, mi
LEGA PRO 20^ Giornata ALBINOLEFFE - PORDENONE ALESSANDRIA - CUNEO BASSANO - FERALPI SALO' CITTADELLA - PRO PATRIA GIANA - RENATE MANTOVA - SUDTIROL PAVIA - CREMONESE PRO PIACENZA - PADOVA REGGIANA - LUMEZZANE
hanno insegnato così, e a furia di farlo ti abitui, il fisico si allena. Un conto è giocare solo in una metà campo, un altro è esserci in entrambe le fasi. Mi auguro di continuare così. E un ringraziamento va al nostro preparatore e alla splendida struttura di Pordenone, che ci permette di allenarci a livelli ottimali. - Raccontaci di quando eri più forte di Messi… (ride, ndr) Eravamo ad un provino, avevo 9 anni. 300 ragazzi in corsa, ne avrebbero presi soltanto 22. Alla fine resto in lizza con questo ragazzino che parla spagnolo, più grande di me d'età, con le mie stesse caratteristiche. Beh, quel
ragazzino era Leo Messi, e quella volta preferirono me a lui. Entrai così nel Como, mentre per l'argentino iniziò poco dopo la carriera al Barcellona, che decise di curarlo visti i suoi problemi di crescita. Ora diciamo che le cose sono un po' cambiate (sorride, ndr). A pensarci fa effetto. Al Sinigaglia ho fatto il raccattapalle e, destino ha voluto, ho giocato anche la finale dei playoff dello scorso anno. Intrecci pazzeschi, senza dubbio. - Ma anche in Liguria hai un pezzo di cuore… Col Savona ho fatto 5 anni, dalla D alla "quasi" B, vincendo due campionati. Ma la cosa più bella è il rapporto con i tifosi: eravamo nel periodo del fallimento, non ricevevo lo stipendio da 8 mesi, eppure tutti si sono stretti attorno a noi. Non c'era più società, solo noi e il mister. E i tifosi, oltre
a pagarci le trasferte, ci hanno offerto vitto e alloggio. Un qualcosa di magico. Io in questi brutti momenti ci sono passato e avere la fortuna di incontrare persone così, che si rimboccano le maniche e ti aiutano senza ricevere nulla in cambio, beh…ti lascia senza parole. Per questo in campo do sempre tutto. Tutto. Ripago la gente col sudore. - Chiudiamo con una scelta: il dato più importante è essere il quarto miglior attacco o i progressi nel reparto arretrato? Noi proviamo ad esprimere un buon calcio, spesso ci riusciamo. Certo, dipende dai campi, ma vincere aiuta a vincere. Io scelgo la seconda, perché se non prendi gol in quei 90 minuti un punto lo porti a casa. Quindi, pensando che un gol - lo dicono i numeri - lo facciamo, essere migliorati in difesa è l'aspetto chiave. Il gruppo è unitissimo, e non è facile trovare l'intesa quando cambia praticamente tutta la rosa. Ora i movimenti ci sono, le dinamiche di gioco pure. Speriamo di toglierci delle belle soddisfazioni. Luca Feole
TremilaSport+ | 20 01 2016 | 07
Già 15 i gol messi a segno dal diciottenne gigante di Sistiana. Col lui il Vesna può sognare
DAVID COLJA
L'AIRONE
COI PIEDI PER TERRA
ECCELLENZACALCIO
"Sono stati i miei amici a darmi questa sorta di soprannome. Fisicamente e per ruolo un po' lo ricordo: per questo mi hanno regalato la sua maglia, quella dello Stoke City", parla così David Colja, mentre racconta la sua "robodance" presa in prestito dal sosia Peter Crouch. Ed è a quegli scalmanati dei suoi amici che ha deciso di dedicare il secondo gol in finale di Coppa Italia, mostrando a tutti la casacca dell'attaccante inglese. Le differenze con il più alto calciatore ad aver indossato la maglia dell'Inghilterra però sono molte: l'età, in primis (18 anni per David contro i 34 di Peter), e, soprattutto, i palloni messi in fondo al sacco in stagione (soltanto 2 in Premier, già oltre i 15 stagionali per l'attaccante del Vesna). L'aggettivo per il classe '97 è senza dubbio "decisivo". E ora, dopo il successo in Coppa, gli obiettivi stagionali si moltiplicano e si fanno chiari: ecco cosa ci ha raccontato. - Doppietta in finale: la giornata perfetta? Beh, se fosse arrivato anche il terzo sarebbe stata davvero perfetta…(ride, ndr). Scherzi a parte, è stata una sfida fantastica, a partire dalla splendida cornice di pubblico. Dopo soli 50 secondi siamo finiti sotto e non potevo crederci: ci davano tutti per vincenti, mi ripetevo "Non può finire così!", ma essere sotto sin dall'inizio è stata una doccia fredda. Siamo stati bravi a reagire e, alla fine, abbiamo meritato la vittoria. Poi dei due gol non posso che essere felice. - E la vittoria vi apre nuovi scenari: in caso di vittoria finale nel torneo con le vincenti la promozione in D sarebbe automatica… Inizieremo a marzo il gironcino con Virtus Bolzano e Liapiave, rispettivamente (vincitrici della Coppa del Trentino Alto Adige e del Veneto). Non conosco le squadre che affronteremo, ma sinceramente lo vedo come un traguardo difficile. In ogni caso vedremo, la priorità ora è pensare al campionato. Certo è che, essendo arrivati fin qui, ci proveremo. - E torniamo proprio al campionato. La vittoria con il Cordenons vi tiene aggrappati al gruppo di testa. All'andata avevate perso 2-1: è un segnale di cambiamento? All'andata era la prima partita di campionato, strana, come sempre. Non avevamo giocato affatto male, ricevendo addirittura i complimenti avversari: la sconfitta non era il risultato corretto. Ora siamo cresciuti sotto l'aspetto mentale, siamo più
concentrati e lo siamo più a lungo. Siamo capaci di gestire le situazioni. Avevamo giocato tre giorni prima, c'era da soffrire, l'abbiamo fatto nella maniera migliore. Mi sono conquistato il rigore in un momento delicato e grazie a questi tre punti ci siamo avvicinati proprio a loro, impedendogli di fuggire. Il gruppo di testa è saldo e sarà un bellissimo girone di ritorno. - Altri miglioramenti? Essere il miglior attacco ed una delle migliori difese è senza dubbio il frutto di tanto lavoro. In queste categorie appena cali vieni punito, noi facciamo il possibile per evitare queste depressioni di soglia dell'attenzione.
IL PUNTO PER IL VESNA LA PRIMA DEL CHIONS DOPO BERNARDO
- Sei capocannoniere. Il tuo obiettivo stagionale? Vorrei arrivare a 20. In realtà mi è successo una volta di essere a 6 gol stagionali e di aver risposto alla stessa domanda con "Vorrei arrivare a 10". Non ci sono riuscito (ride, ndr). Speriamo sia la volta buona, è un titolo che ho conquistato solo con i giovanissimi e gli allievi. - Quanto conta la figura di mister Luigino Sandrin? In campo è molto serio e professionale; fuori ci puoi ridere, scherzare, fa gruppo, ci aiuta molto. Lui era un difensore abituato a marcare gli attaccanti: i suoi consigli più importanti arrivano proprio da questo tipo di esperienza. Sono migliorato molto anche a livello fisico: ad esempio sono alto, vero, ma non ho mai saltato in alto nella maniera corretta. Lui sta correggendo questi particolari e mi sta facendo maturare. Più di tutto sa stimolarmi e non farmi sentire appagato dopo belle prestazioni. - Inevitabile ora che il tuo nome sia proiettato sul prossimo periodo di mercato. Sto bene qui, da poco mi ha anche raggiunto mio fratello Erik per allenarsi e vedremo se potrà essere dei nostri a breve. Ho sentito voci su di me, ma di queste cose si occupa mio padre. Io voglio finire bene qui e, di comune accordo con i miei genitori, la priorità è finire la scuola. Studio in un istituto sloveno di ragioneria, l'approccio alle materie è in sloveno e quindi cambiare ad un passo dal diploma sarebbe sciocco. Spero di chiudere questo ciclo a giugno con la maturità: credo sia giusto tenersi una strada alternativa al pallone. Per adesso, quindi, Vesna e scuola. Poi si vedrà… (l.f.)
Diciottesimo turno di campionato alle porte. La capolista andrà a far visita al Kras in una gara dall'esito quantomai incerto. Potrebbe approfittarne il Cordenons, atteso nella tana di un'Ism Gradisca che dall'inizio del campionato non è ancora mai riuscita a vincere una partita tra le mura amiche. Il Torviscosa dovrà dimostrare di essersi buttato alle spalle il ko di sabato contro il CjarlinsMuzane: di fronte una Manzanese che, dopo le due ultime prestazioni, è tornata a sperare di giocarsi la salvezza. Fari puntati sul match di Chions, alla prima senza Bernardo in panchina dopo l'esonero.
eccellenza - 24/01/2016 18^ Giornata RIVIGNANO - CJARLINSMUZANE ISM GRADISCA - CORDENONS SANVITESE - FLAIBANO VIRTUS CORNO - GEMONESE KRAS REPEN - LUMIGNACCO TORVISCOSA - MANZANESE TOLMEZZO - TRICESIMO CHIONS - VESNA
TremilaSport+ | 20 01 2016 | 09
A.S.D. VESNA CALCIOUDINESE
ECCELLENZA
SQUADRA VINCITRICE DELLA FASE REGIONALE DELLA COPPA ITALIA DI ECCELLENZA - EDIZIONE 2015-2016 A.S.D. VESNA
STAFF TECNICO
NOME
COGNOME
DATA DI NASCITA
RUOLO
MATIJA
ARDUINI
02-06-1995
CENTROCAMPISTA
DEAN
AVDIC
18-07-1987
DIFENSORE
SASA
BOZICIC
08-05-1983
CENTROCAMPISTA
EDVIN
CARLI
13-01-1985
PORTIERE
DAVID
COLJA
21-11-1997
ATTACCANTE
ERIK
COLJA
07-02-1994
CENTROCAMPISTA
MARCO
DISNAN
06-02-1997
CENTROCAMPISTA
ALBERT
KERPAN
12-05-1995
CENTROCAMPISTA
GORAN
KERPAN
16-07-1992
DIFENSORE
NACE
KOSMAC
06-09-1986
CENTROCAMPISTA
DANIEL
MARKOVIC
11-09-1988
PORTIERE
CHRISTIAN
MENICHINI
14-06-1992
ATTACCANTE
GIANLUCA
POTENZA
21-03-1993
DIFENSORE
MINEJ
PURIC
07-01-1993
DIFENSORE
ALBERTO
SAMMARTINI
28-08-1998
ATTACCANTE
STEFANO
STANICH
02-04-1996
CENTROCAMPISTA
LORENZO
TOFFOLI
07-01-1993
CENTROCAMPISTA
ROK
VATOVEC
31-03-1993
DIFENSORE
NICOLA
VENTURINI
08-04-1986
ATTACCANTE
NOME
COGNOME
RUOLO
ROBERTO GIUSEPPE SONJA FRANCESCO PAOLO STEFANO LUIGINO ROBERTO GIORGIO BOJAN
VIDONI DEL LATTE SIRK CICCARELLI SOAVI MAGANJA SANDRIN CANDOTTI TOFFOLI GULIC
PRESIDENTE VICE PRESIDENTE SEGRETARIO SEGRETARIO OPERATIVO DIRETTORE SPORTIVO RESPONSABILE SETTORE GIOVANILE ALLENATORE 1 SQUADRA VICE ALLENATORE 1 SQUADRA ALLENATORE JUNIORES PREPARATORE PORTIERI
NACE KOSMAC, STEFANO MAGANJA, VITO MARTINELLI,ROBERTO CANDOTTI, PIERO TERZON, ANA KOSUTA
ALLENATORI/ISTRUTTORI SETTORE GIOVANILE
FERRUCIO DEGRASSI, PAOLO VIVIANI
MEDICI
ALEX SEDMAK, DANIEL REBULA
MASSAGGIATORI
PERCORSO COPPA ITALIA FASE REGIONALE VESNA SANVITESE VESNA VESNA
OTTAVI DI FINALE SANVITESE VESNA
3-0 3-1
QUARTI DI FINALE KRAS
2-1
SEMIFINALE RIVIGNANO
2-1
FINALE FLAIBANO
VESNA
2-4
A.S.D. SANGIORGINA
Cat. PROMOZIONE B
A.S.D. SANGIORGINA NOME
COGNOME
ANNO DI NASCITA
STAFF TECNICO RUOLO
NOME
COGNOME
RUOLO
FABRIZIO
DOSE
1977
PORTIERE
MASSIMO
SACAREL
MISTER
RAFFAELE
PULVIRENTI
1997
PORTIERE
PAOLO
PINAT
PREPARATORE PORTIERI
LUCA
GHELLER
1996
DIFENSORE
LUDOVICO
MARCHI
1995
DIFENSORE
ERNESTO
MILAN
DS E RESPONSABILE 1° SQUADRA
FABIO
D’ODORICO
1988
DIFENSORE
ROLANDO
SEGAT
ACCOMPAGNATORE UFFICIALE
GIOVANNI
MALISAN
1997
DIFENSORE
SIMONE
BIDOGGIA
1996
CENTROCAMPISTA
DANIEL
BRUNZIN
1989
CENTROCAMPISTA
ADRIANO
FOGHINI
1994
CENTROCAMPISTA
ENRICO
TARDIVO
1979
CENTROCAMPISTA
MATTIA
QUERIN
1997
CENTROCAMPISTA
EROS
COPPINO
1976
ATTACCANTE
LEONARDO
COJANIZ
1990
ATTACCANTE
MATTIA
PASCOLETTI
1986
ATTACCANTE
OMAR
PARON
1986
DIFENSORE
YURI
TUAN
1997
CENTROCAMPISTA
ALFONSO
ZIENNA
1984
DIFENSORE
ALBERTO
VENERUZ
1985
ATTACCANTE
CARLO
BREDA
1993
DIFENSORE
FEDERICO
CODATO
1996
ATTACCANTE
SIMONE
SEDRAN
1997
DIFENSORE
JAKUB
DUBIEL
1998
CENTROCAMPISTA
ANDREA
JULVES
1999
ATTACCANTE
VINCENZO
ALBANESE
1999
CENTROCAMPISTA
MATTEO
GATTEL
1989
DIFENSORE
DANIEL
ZANON
1995
CENTROCAMPISTA
CALCIOpromozione CALCIOECCELLENZA CALCIOUDINESE PROMOZIONE A - 24/01/2016 18^ Giornata
BRIAN - AURORA REMANZACCO PORCIA - BANNIA CASARSA - LIGNANO FLUMIGNANO - PRATAFALCHI TORRE - PRAVISDOMINI FIUMEBANNIA - PRO FAGAGNA SPAL CORDOVADO - SESTO BAGNAROLA FULGOR - UNION PASIANO
PROMOZIONE B - 24/01/2016 18^ Giornata JUVENTINA - GONARS SEVEGLIANO - COSTALUNGA PRO CERVIGNANO - S.ANDREA SV OL3 - S.GIOVANNI RONCHI - SANGIORGINA PRIMOREC - SISTIANA SAN LUIGI - TRIESTE CALCIO ZAULE - VALNATISONE
LOTTA AL VERTICE
TRA I DUE LITIGANTI IL SAN LUIGI GODE
12 | 20 01 2016 | TremilaSport+
Sono passati in vantaggio grazie anche ad una papera del nostro portiere, poi siamo stati bravi ad approfittare dei loro molto errori sottoporta e a strappare via un punto d’oro”. “Avrei comunque firmato per il pareggio prima della partita – continua Bracco -. La squadra non sta passando un gran periodo di forma. Stiamo pagando un po’ le fatiche della prima parte di stagione e già contro l’Ol3 si è visto. In ogni caso nonostante la posizione in classifica rimaniamo con i piedi per terra e puntiamo a salvarci il prima
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I
due campionati di Promozione cominciano a prendere pieghe diverse. Nel girone A al momento si vive una corsa a due che sembra destinata a perdurare per il resto della stagione, con la capolista Lignano e il Torre, che gode dei favori del pronostico, impegnati a darsi battaglia per il primo posto. Dietro, una lunga scia di concorrenti ad un piazzamento nei play-off che mai come quest’anno sembrano essere del tutto inutili, viste le annate nere delle regionali in Serie D. Nel girone B la corsa per il titolo sembra invece aver già preso la strada di San Luigi, sia per il notevole potenziale della formazione biancoverde, sia per l’incapacità delle altre di tenerne il passo, impegnate come sono a togliersi punti a vicenda. Un esempio chiaro e lampante è arrivato dal big match di domenica tra Juventina e Costalunga, dal quale è uscito un pareggio buono, appunto, solo per la capolista. Di certo non ne fanno un dramma i gialloneri giuliani che possono continuare a recitare il ruolo di rivelazione del campionato: “Alla fine il pareggio ci va bene – commenta il presidente dei giuliani Davide Bracco -. Ai punti, sono onesto nel dirlo, meritavano loro di vincere.
possibile. Poi, una volta raggiunto questo obiettivo, se ci sarà tempo, faremo altri eventuali conti”. Il primo tifoso del club giallonero ha poi parlato degli obiettivi del sodalizio giuliano: “L’obiettivo di inizio stagione era cercare di mantenere la categoria, anche perchè non so se siamo in grado di sostenere un eventuale salto di qualità come l’Eccellenza. Purtroppo abbiamo poche risorse a disposizione e dobbiamo fare molto bene i conti. Al momento l’investimento principale che vediamo nel nostro prossimo futuro sarà tutto nel settore gio-
Simone Sain (Lumignacco) Alberto Persello (Gemonese) Enrico Mislej (Ronchi)
Mattia Franzolini (Ol3) Marco Basello (Sistiana)
vanile. È una parte fondamentale di questa società che manca ormai da troppo tempo”. Intanto si avvicina la diciottesima giornata di campionato che vedrà la capolista San Luigi impegnata nel delicato e sentitissimo derby stracittadino contro il Trieste Calcio. I lupetti sognano di fare lo sgambetto all’undici di patron Peruzzo, forti di un cammino esterno decisamente positivo e del fatto che la capolista finora è stata praticamente perfetta lontano dalle mura amiche, ma non altrettanto in casa. Per la Juventina, impegno interno contro un Gonars che dovrà riscattare in fretta la brutta sconfitta con il Ronchi, mentre il Costalunga andrà a far visita ad un Sevegliano che resta ultimo in classifica, ma che ha comunque spesso dato filo da torcere alle avversarie.
Matteo Zusso (Cordenons) Danilo De Zorzi (Torre)
Francesco Alpini (Pro Fagagna)
Filippo Fabbro (CjarlinsMuzane)
Daniel Paciulli (Sanvitese)
Claudio Montagner (Union Pasiano)
LO SQUADRONE DI ECCELLENZA E PROMOZIONE
PRIMA CATEGORIACALCIO CATEGORIACALCIO UDINESECALCIO
UBALDO VISENTIN
MERCATO A SECCO?
MEGLIO I NOSTRI GIOVANI
D
ue punti persi o una guadagnato? Il dubbio in questi casi è legittimo. Il riferimento è a Buiese - Ancona, gara che ha visto i torelli collinari uscire dal campo con un pareggio che li allontana dal vertice della classifica. A vedere il bicchiere mezzo pieno è invece il presidente Ubaldo Visentin: «Per quanto mi riguarda lo considero un punto guadagnato. E' vero che la differenza di qualità era evidente in campo e che i tre punti erano alla nostra portata, però quando si va sotto nel risultato recuperare è sempre difficile. Inoltre ci siamo presentati con la rosa veramente ridotta all'osso, ha giocato titolare un ragazzo del '99 ed un altro dello stesso anno è entrato a partita in corso. Per fortuna che il nostro settore giovanile lavora bene e ci ha permesso di sopperire in questo periodo a qualche mancanza di troppo». E' evidente che però negli ultimi due mesi i torelli abbiano evidenziato qualche difficoltà di troppo: «Da 5-6 partite tra squalifiche ed
IL PROSSIMO TURNO
infortuni la rosa è in difficoltà. Siamo ripartiti con Miolo e Molinaro fuori per squalifica e abbiamo due giocatori importanti che difficilmente rientreranno per la seconda parte: parlo di Comelli che sicuramente ha finito la stagione per un problema al ginocchio e Lostuzzo, che è stato operato al crociato e che forse riusciremo a recuperare per il rush finale. Mettiamoci anche qualcuno della rosa non in perfetta condizione fisica ed ecco che il piatto è servito. Poi è evidente che giocando con ragazzi di 16 anni si corrano più rischi». «Comunque tutto sommato siamo partiti bene, lode alla bravura del mister che riesce a mettere in campo sempre una squadra competitiva nonostante le difficoltà. Le prossime tre partite saranno importanti per capire di che pasta siamo fatti. Personalmente ritengo che questa Buiese abbia qualcosa in meno solo di rispetto a Tarcentina e Risanese. Col Ragogna, ad esempio, sarà una partita molto interessante perchè loro avranno una
GIRONE A - 24/01/2016 18^ Giornata PALAZZOLO - CAMINO VALERIANO - CORVA GRAVIS - MANIAGOLIBERO CODROIPO - S.QUIRINO VALVASONE - TEOR CEOLINI - UNION RORAI BARBEANO - VALLENONCELLO VAJONT - VIVAI RAUSCEDO
grossa voglia di rivalsa nei nostri confronti visto il 2-0 dell'andata». «Che obiettivo ci siamo posti? Puntiamo a disputare un ottimo campionato migliorando quello sottotono dell'anno scorso mantendendo per ora i piedi per terra, visto il gruppo giovanissimo che abbiamo a disposizione. Abbiamo 8-9 giocatori che abitano a Buia e sono titolari in prima squadra e tutti dal '90 in su. In ogni caso abbiamo le qualità per rimanere nelle zone alte sapendo che la classifica comunque per ora è molto corta e che con qualche risultato negativo si rischia di scivolare nelle zone basse». Una chiosa necessaria sul mercato invernale che a Buia non ha portato nuovi innesti: «Abbiamo perso una punta che era in prestito dal Tolmezzo che ha preferito scegliere di giocare nel prossimo Campionato Carnico. Abbiamo sondato il terreno per sostituirlo ma alla fine siamo rimasti così. Ci sono comunque 22 tesserati più il nostro settore giovanile, che può contare su giovani di qualità. Per una società come la nostra che non gode di finanziamenti importanti questa deve essere la soluzione ideale. Il 50% del budget deve essere dirottato sul settore giovanile per cui è fondamentale lavorare bene in questo senso». Tra i principali problemi da risolvere al momento ci sono quelli relativi alla difesa: «E' vero, abbiamo preso molti gol ma se analizziamo meglio la situazione 10 gol li abbiamo presi in 2 sole partite. Dopo la partita persa 5-1 con l'Union Martignacco prima della pausa natalizia ho deciso di parlare ai ragazzi negli spogliatoi per tenere alto il morale, anche perchè perdere prima della pausa poteva essere pericoloso. Poi per fortuna col Riviera c'è stata la reazione che volevo. Ovviamente pecchiamo di inesperienza, d'altronde si era impostata una linea difensiva con due perni d'esperienza che sono venuti a mancare per infortunio, venendo sostituiti da due ragazzi del '96, e qualche errore può capitare». «La miglior prestazione? Paradossalmente ritengo sia stata contro la Risanese. Nonostante la sconfitta ho ricevuto i complimenti per il gioco espresso; Tion contro di noi tende sempre ad esaltarsi e in quella partita ha fatto autentici miracoli. Anche contro il Fauglis mi ricordo una buonissima prestazione». Infine resta l'obiettivo coppa Regione: «Ho perso una finale qualche anno fa e vorrei togliermi la soddisfazione almeno di rigiocare una finale. Sia per la società che per i ragazzi proseguire nel cammino è davvero molto importante».
GIRONE B - 24/01/2016 18^ Giornata
UNION MARTIGNACCO - AZZ.PREMARIACCO RIVIERA - BEARZI RAGOGNA - BUIESE ANCONA - LAVARIANMORTEAN DIANA - REANESE RISANESE - RIVE D'ARCANO ATLETICO FAUGLIS - SANTAMARIA TORREANESE - TARCENTINA
GIRONE C - 24/01/2016 18^ Giornata PRO GORIZIA - AQUILEIA MARIANO - DOMIO BREG - FO.RE.TURRIACO PORPETTO - ISONTINA CORMONESE - ISONZO SOVODNJE - MLADOST GRADESE - PRO ROMANS MEDEA ZARJA - TERZO
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seconda categoria GIR. B
PAGNACCO CASSACCO
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Foto:ALBERTO TRANGONI
CALCIOUDINESE CALCIOFOTOGALLERY
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CALCIOSECONDACATEGORIA
IL TAGLIAMENTO HA TROVATO LA SFIDANTE Cinque vittorie consecutive per i Grigioneri che puntano dritti al vertice della classifica
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ontinua la bagarre al vertice del campionato di Seconda categoria A, con ben sei squadre racchiuse in sei punti. Giochi apertissimi per la vetta, ed ecco che scoppia la polemica tra le pretendenti al titolo, con l’Azzanese che risponde per le rime alle dichiarazioni rilasciate dal presidente della Tilaventina, Alvario Luchin, sullo scorso numero di Tremila Sport Magazine. È stata una frase in particolare ad infastidire giocatori e dirigenti della società biancazzurra, ossia quando il primo tifoso dei sanvi-
tesi ha dichiarato: “Unione SMT, Azzanese e Villanova hanno speso molto per fare il salto di categoria. Noi invece viviamo senza rimborsi…”. Apriti cielo: immediata è arrivata la replica dell’Azzanese per bocca del vicepresidente Gianni Sponga, che ha voluto così precisare: “Non è assolutamente vero che ad Azzano vengono elargiti rimborsi spese. Aver letto questo tipo di considerazioni da parte del presidente Luchin ci è molto dispiaciuto. Non diamo alcun rimborso, al massimo un premio una tantum. Ovviamente parlo per l’Azzanese,
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Non dobbiamo nasconderci, abbiamo una rosa ampia e di categoria superiore 16 | 20 01 2016 | TremilaSport+
non voglio commentare per le altre squadre tirate in ballo. In generale, però, ritengo che i dirigenti di ciascuna squadra dovrebbero guardare esclusivamente a casa propria”. Se nel girone A i giochi sono apertissimi, il campionato di Seconda categoria B forse ha trovato la vera anti-Tagliamento. Si tratta dei Grigioneri che domenica, battendo il Ciconicco per 4-2, hanno ottenuto la quinta vittoria consecutiva, restando così in scia alla capolista e continuando quindi ad ambire a traguardi ambiziosi da qui al termine della stagione. A commentare il momento della formazione di Savorgnano è il dirigente Danilo Negroni. “Premetto che col Ciconicco non è stata affatto una gara semplice come invece a qualcuno può sembrare. Siamo passati in vantaggio, loro hanno pareggiato su rigore, siamo stati bravi a riportarci avanti, ma poi la partita è sempre stata combattuta. Per fortuna che il mister si è giocato la carta Banello che ha risolto la partita grazie ad una doppietta”.
“Il secondo posto in classifica? Indubbiamente la squadra sta vivendo un periodo di forma molto buono, ma aggiungerei anche che abbiamo comunque avuto la nostra dose di buona sorte. Un esempio su tutti è stata la gara col Venzone, quando siamo riusciti a portare a casa una partita a dir poco combattuta. L’importante adesso è tenere il passo del Tagliamento che, come ci si poteva immaginare, guida la classifica. In ogni caso noi abbiamo una rosa ampia e di categoria superiore per cui il nostro obiettivo, non serve nasconderlo, è quello di puntare alla promozione”. Uno dei punti di forza indiscussi dei Grigioneri si è fin qui rivelata la capacità di mandare in rete tanti giocatori: “È vero, siamo riusciti a sopperire alla mancanza di un bomber di razza con gli inserimenti di molti giocatori della rosa, bravi anche ad andare a segno. Inoltre abbiamo diversi ottimi ricambi, qualità che ritengo fondamentale per poter puntare agli obiettivi ambiziosi che ci siamo posti”.
TERZA CATEGORIACALCIO
LA SFIDANTE: IL FIUMICELLO
FOCUS
MAREGA PRONTO PER IL RIENTRO L’altro volto sorridente delle semifinali di Coppa Regione è quello del Fiumicello. In semifinale i bassaioli hanno avuto la meglio per 2-0 sul Polcenigo facendo scoppiare la gioia dei propri tifosi. “Col Polcenigo è stata davvero una bella sfida – commenta il direttore sportivo del Fiumicello, Cristian Malusa -. Probabilmente non è stata la nostra migliore prestazione della stagione finora, ma siamo stati bravi e fortunati a guadagnare la finale. Siamo passati in vantaggio grazie ad un rigore netto, poi loro hanno avuto la possibilità di pareggiare sempre su rigore, ma l’hanno sbagliato. Nel secondo tempo loro sono un po’ calati e siamo riusciti ad andare sul 2-0, controllando
IL BRUGNERA VA ALL'ASSALTO DELLA COPPA
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poi la gara senza troppi patemi. Il match comunque è stato equilibrato: se avessero segnato il rigore non so proprio come sarebbe finita. Per fortuna gli episodi sono stati a nostro favore”. “La Coppa come il Campionato sono due obiettivi che ci siamo prefissati ad inizio stagione. Per ora stiamo facendo bene e le prime gare di ritorno delineeranno il trend del campionato, grazie agli scontri diretti. Anche se, rispetto alle prime della classe, l’avversario migliore che ho potuto vedere fino ad ora è stata l’Union 91: veramente una squadra che ci ha sempre messo in serie difficoltà”. In vista dell’atto finale saranno importanti alcuni recuperi in infermeria: “Recupereremo qualche pedina importante come Marega e Di Just, e speriamo che Movio continui a segnare a raffica come sta facendo e che Gentile si confermi un’assoluta sicurezza tra i pali. Abbiamo perso 4-5 punti fondamentali nel girone di andata, questo non deve succedere ora, e la partita di domenica a Staranzano sarà fondamentale da questo punto di vista”.
ola in finale di Coppa Regione di Terza categoria il Brugnera, che ha strappato il pass per l’atto conclusivo all’Union 91 al termine di un match molto combattuto che ha visto i liventini ribaltare l’iniziale svantaggio: “Con l’Union 91 è stata una sfida molto dura – commenta il direttore sportivo del Brugnera, Moras -. Siamo passati subito in svantaggio dopo 3' su calcio di rigore, ma siamo stati bravi a reagire e a trovare subito il pari con Sandrin. Nel secondo tempo siamo partiti meglio noi e siamo riusciti a completare il sorpasso alla fine decisivo, riuscendo successivamente a difenderci bene e a conservare il risultato. Faccio però i complimenti ai nostri avversari, l’Union 91 rappresenta un perfetto mix di vecchi volponi e di giovanissimi, addirittura più di un ragazzo di annata 1998. Anche noi pian piano ci stiamo indirizzando verso questo direzione, valorizzando i tanti giovani che possiamo già far giocare in prima squadra”. Conquistata la finale di coppa, è ora di tornare a pensare al campionato: “L’obiettivo è centrare i play-off. Ottenere di più sarà dura perchè lo Zoppola ha oggettivamente una marcia in più e, se non rallenta, tenerne il passo è quasi impossibile. Inoltre dobbiamo stare attenti alle spalle: tredici partite non sono tante per rischiare di lasciare punti importanti e farsi recuperare dalle inseguitrici”. “I ragazzi stanno bene, aiutati anche dagli ottimi risultati ottenuti
finora – conclude Moras -. Inoltre la partita di coppa è stata importante per arrivare alla prima di ritorno con una marcia in più e col ritmo partita già nelle gambe. Dobbiamo continuare con il bel gioco di squadra espresso finora, che ha permesso a molti giocatori di andare in gol (quello del Brugnera è l’attacco più prolifico del campionato, ndr) e di creare il grande quantitativo di occasioni da rete che finora ci ha contraddistinto”. Dopo la sosta invernale e la parentesi di coppa, per le squadre di Terza categoria è ora tempo di tornare a battagliare in campionato. Il Brugnera se la dovrà vedere in casa contro il Mereto. Per i liventini finora quattro vittorie e due sconfitte tra le mura amiche, ma gli avversari in trasferta hanno vinto solo una volta. Turno di riposo per la capolista Zoppola: una buona occasione per le inseguitrici di provare a farsi sotto e di mettere fiato sul collo all’undici di Buset. Il Maniago sarà impegnato in casa contro una Purliliese che in trasferta ha fatto vedere il meglio del suo repertorio, ottenendo ben 10 dei suoi 15 punti complessivi; per il Vibate, invece, impegno decisamente abbordabile nella tana dell’Orcenico.
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Non abbiamo bomber di razza ma il nostro punto di forza è l'attacco: qui segnano tutti TremilaSport+ | 20 01 2016 | 17
CALCIOGIOVANILE CALCIOUDINESE
ALLA TORREANESE ADESSO L'ARIA È CAMBIATA
Zambelli presenta il nuovo metodo con cui intende dare una scossa al vivaio giallorosso
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ostruire un settore giovanile con i fiocchi: è questa la parola d'ordine in casa Torreanese che ha deciso di puntare forte sui giovani per garantirsi un futuro tranquillo. A fare il punto della situazione in casa giallorossa è il responsabile del settore giovanile, Ludovico Zambelli. - Quante formazioni ha allestito quest'anno il vivaio della Torreanese? «Attualmente il settore giovanile della Torreanese prevede una scuola di Primi Calci, due squadre di Pulcini e una di Esordienti. Prossimamente puntiamo ad avere anche una squadra di Giovanissimi. Mancano invece la squadra Allievi e Juniores. Il problema principale è la presenza qui attorno di paesi come Cividale e Faedis che rappresentano una scelta primaria per i ragazzi, mentre Torreano può solo rappresentare una rampa di lancio per queste società». - Che obiettivi vi siete posti come società? «L'obiettivo principale è quello di instaurare all'interno del gruppo di lavoro un metodo che si possa applicare dai Pulcini fino alle fasce più alte di età, in modo che già a 17 anni un ragazzo possa avere uno sviluppo che gli permetta di
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essere pronto ad esordire in categoria. Il problema principale è avere dei mister che sposino questa idea e che lavorino tutti nella stessa direzione, per evitare che i ragazzi affrontino filosofie di lavoro sempre diverse, e poco utili alla loro crescita». - Quali metodologie di lavoro adottate? «Puntiamo molto sulla tecnica di base. Molti ragazzi già a 12 anni mostrano parecchie lacune da questo punto di vista ed è un aspetto che deve essere migliorato partendo dalle età inferiori. Questo metodo nasce in Olanda 25 anni fa e sono stati fatti molti stage in giro per l'Europa. In Italia è adottato da società come il Milan e questo fa capire la bontà del progetto. Ora l'interesse è farlo conoscere anche alle realtà più piccole, ovviamente con ritmi e velocità proporzionate alle varie categorie». - Quindi meno tattica e più tecnica... «E' inutile perdere tanto tempo con ragazzi di 10-12 anni a spiegare la tattica o farli correre per mezz'ora senza un obiettivo. Il metodo presuppone una crescita già dalle prime fasi. Spero presto di avere un incontro con tutto lo staff per instaurare già dai pulcini questa idea, e creare un progetto di lavoro che sia condiviso da tutti e che crei una sinergia tra i
vari mister coinvolti. L'importante è la presenza di un coordinatore che segua i lavori giorno per giorno soprattutto sul campo di allenamento». - Tutto ciò implica quindi una decisa valorizzazione del ruolo dell'allenatore... «Decisamente. Tra i dilettanti si pensa erroneamente e soprattutto per logiche dettate dalla necessità di risparmiare tempo e denaro, che si possano affidare le formazioni giovanili anche a tecnici poco formati e poco attenti alla metodologia di lavoro. Non dico che serva un professionista, ma quasi: oltre ad aggiornarsi con continuità deve avere lo stimolo ad imparare cose nuove e deve essere anche un educatore, perchè in primis lo sport deve conservare il suo valore sociale nell'educazione dei ragazzi». - Quali sono i vostri prossimi impegni? «Abbiamo appena iniziato un torneo primaverile organizzato dal San Giovanni, dove c'è stata un primo approccio degli Esordienti a 9 con il campo a 11. Direi che sono molto soddisfatto della prima partita contro il San Vito al Torre. Ma il mio vero obiettivo è realizzare quest'estate un camp dedicato, che mi permetta di fare conoscere e sviluppare il nostro nuovo metodo di lavoro».
GIOVANILE UDINESECALCIO CALCIO
Gli Allievi regionali della Manzanese
HO UN SASSOLINO NELLA SCARPA… Le considerazioni di Ovidio Sartori, storico dirigente della Manzanese, sul calcio giovanile e i diktat federali Ha un sassolino da togliersi dalla scarpa, Ovidio Sartori, dirigente storico del calcio manzanese. Come peraltro la grande parte dei suoi colleghi di altre società, costretti ai salti mortali per ottemperare alle norme imposte a livello federale. “In quanto club di Eccellenza, siamo costretti a schierare tutte le formazioni giovanili, dagli juniores in giù – spiega – , con evidente grande impegno organizzativo, di ricerca e di cura dei giovani atleti. E con il decremento della natalità e l’accresciuta concorrenza di altri sport il nostro compito diventa gradualmente sempre più difficile. Ma a che pro, alla fine?”. Si, perché, continua Sartori, concluso il percorso nelle giovanili i ragazzi trovano ben pochi sbocchi e buona parte di essi appende anzitempo le scarpette al chiodo: “Una volta, prima dell’invasione scriteriata dei Concluso giocatori stranieri ad ogni livello, i il percorso giovani migliori potevano aspirare nelle giovanili anche alla serie A o a categorie professionistiche, ma oggi? Guari ragazzi diamo a quanti italiani vengono trovano ben impiegati nella massima categoria pochi sbocchi nazionale: il Napoli domenica ha schierato 11 stranieri, la Fiorentina, l’Inter e la stessa Udinese hanno messo in campo un solo italiano, la Lazio e la Roma due e avanti di questo passo. Onore al merito invece al Sassuolo, all’Empoli e a pochissime altre che puntano molto sul “prodotto nazionale”. Facile dunque trarre delle conclusioni al riguardo”. E per le società dilettantistiche è anche que-
stione di sopravvivenza, sottolinea Sartori: “Cedere qualche giocatore a club professionistici significava per noi anche incassare delle cifre vitali, seppure non elevatissime. Invece oggi, e guardiamo ad esempio all’Udinese, anche nelle giovanili predominano i giovani stranieri. I club professionistici non sono oggi di riferimento per le zone che rappresentano ma essendo aziende prima che società sportive indirizzano altrove i loro interessi”. E allora il cerchio si chiude da sé, sottolinea il dirigente: “Quindi perché costringere le società dilettantistiche a tale impegno nell’allevare i ragazzi senza che
gli stessi possano coltivare, come quelli di anni addietro, il sogno di poter giocare ai massimi livelli? Un lavoro che è così fine a se stesso, una funzione sociale prima che sportiva che comunque esige uno sforzo economico e di energie umane notevole. E se non ottemperi al regolamento piovono le sanzioni. Un suggerimento, dunque, alla Federazione: far mente locale su tutto ciò, rivedendo al proposito regolamenti e considerazioni. Altrimenti gradualmente assisteremo ad un impoverimento generale del calcio giovanile”. (E.F.)
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CORSA AL VERTICE
FLASH
L'ASSENZA DI CAPITAN TEIXEIRA PESA COME UN MACIGNO E ARRIVA IL KO PER LA CAPOLISTA
KAPUN PRENDE IL LARGO IN VETTA
MARCATORI
Prende il largo Tine Kapun della Bassa Futsal: le nove reti siglate nelle prime due gare del nuovo anno hanno permesso al bomber sloveno di raggiungere quota 36, ben nove in piÚ di Aziz autore comunque di sei reti nell’ultima gara di campionato col Tergesteo. Tagliato fuori dai giochi, in terza posizione troviamo Goranovic a 19 reti SERIE C
CAPOLISTA FERMATA
SVT FUTSAL Non può passere inosservata la crescita del team di San Vito al Tagliamento che con l’arrivo di mister D’Odorico ha cambiato decisamente marcia passando dal penultimo posto a metà classifica in due mesi. Sono ben 14 i punti conquistati in otto gare con alla guida l’esperto ex-tecnico di Maniago e Pordenone, solo Maccan (2-1) e Palmanova (6-4) hanno bloccato i bianco-rossi non senza soffrire.
MANZANO PESCA ARZIGNANO E BOLZANO
COPPA ITALIA
Definito il triangolare di Coppa Italia che vedrĂ in campo il Manzano nella fase nazionale. I gialloblu saranno impegnati il 19 gennaio nella gara casalinga con lo Sporting Castello di Arzignano, poi se la vedranno il 26 gennaio o il 3 febbraio a seconda del riosultato della prima gara) con la Bassa Atesina di Bolzano. La vincente del triangolare passerĂ al turno successivo dove agffronterĂ la vincente del girone composto dalle rappresentanti di Lombardia, Piemonte e Liguria
DAL SUPER PALMANOVA
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ampionato riaperto in serie C1 di calcio a 5 regionale con il Palmanova che ferma la corsa di vittorie del Manzano superato per 4-2 nella città stellata, gara in cassaforte con un primo tempo perfetto chiuso avanti 3-0 con un Manzano apparso timido, mentre nella ripresa non basta uno stoico Goranovic per evitare la sconfitta per 4-2, sarà un caso forse ma le uniche due sconfitte stagionali coincidono con l’assenza forzata di capitan Teixeira che fortunatamente sarà in campo martedÏ pomeriggio nella sfida di Coppa Italia delle 15 con lo Sporting Castello di Arzignano. Assieme al Palmanova a braccare i seggiolai a meno 3 dalla vetta c’e’ anche la Bassa Futsal che non da scampo ad un Tavagnacco che regge una ventina di minuti all’onda d’urto del team di Criscuolo che s’impone per alla fine per 8-3. Zona play off che inizia a definirsi con tre club (Futsal Udinese, Maccan e Torriana) che battagliano per i restanti due posti; seconda vittoria di fila per la Futsal Udinese corsara anche sull’insidioso campo del Gold Feet Aquileia, i bianconeri strappano un prezioso 2-4 che li mantiene al quarto posto in graduatoria inseguiti dalla coppia Maccan e Torriana. I gialloneri
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di Bovolenta tornano al successo strapazzando un Tergesteo in caduta libera per 9-2 con ben sei reti di Aziz, mentre la Torriana nell’anticipo con il fanalino Udine City timbra un secco 5-1. Battaglia a Cussignacco tra Clark e Pordenone con i neroverdi che s’impono con un penalty contestatissimo da parte udinese allo scadere, saltano i nervi ai gialloverdi di Tirindelli che chiudono la sfida con soli 3 uomini in campo, boccata d’ossigeno per Pordenone il 5-4 finale per continuare a sperare nella rimonta play off anche se limare il differenziale punti dalla seconda appare un’impresa. Ancora una grande prestazione della rinata Svt Futsal, il club di S.Vito al Tagliamento fa la festa a domicilio ad un Pentalcor irriconoscibile ed in crisi d’identità termina 4-6 per i ragazzi di Odorico  che ora si portano con una rimonta da primato a metà classifica. In serie B pare non aver fine l’agonia dell’Adriatica, ancora una sconfitta, 4-1 tra le mura amiche contro il Città di Mestre e classifica impietosa con i celestini fermi a due punti, appare un utopia la salvezza distante ben dieci lunghezze, fosse non altro anche per la lunga serie di infortuni che hanno colpito nell’ultimo periodo la formazione di mister Marega.
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CULTURA
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MALIGNANI, IL FUTURO NEGLI OCCHI
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robabilmente non tutti sanno che gli Udinesi sono stati fra i primi al mondo a provare la sensazionale emozione di poter accendere una lampadina nelle proprie abitazioni e di godere di tutti i vantaggi di un dispositivo molto più luminoso delle classiche lampade a olio. Se la nostra piccola città di provincia, insieme a metropoli quali New York, Londra e Milano, è stata la portabandiera di una simile rivoluzione il merito va attribuito a un solo, geniale inventore: Arturo Malignani, che fu in grado di scoprire il metodo per la produzione del vuoto chimico nella lampada ad incandescenza. In occasione del 150^ anniversario dalla nascita, Palazzo Morpurgo ha ospitato la mostra itinerante “Arturo Malignani. Con il futuro negli occhi (Ritratto privato)”. Elena Commessatti, biografa del personaggio, e Federico Malignani, bisnipote dello scienziato, hanno curato un percorso esclusivamente fotografico di immagini realizzate con la stupefacente tecnica stereoscopica, antenata di quello che oggi chiamiamo 3D. Divertissement per le persone più facoltose dell’epoca, lo stereoscopio nelle mani di Malignani diventava un avanguardistico congegno per impressionare su carta le realtà che più lo affascinavano: ponti, tralicci, ferrovie, ma anche alte montagne innevate, laghi incontaminati o, banalmente, il panorama che scorgeva da una finestra della propria casa, o ancora le cosiddette cartes de visites, ritraenti i suoi cari. E poi i viaggi in grandi città come Roma, Parigi o Berlino, osservate sempre da punti di vista insoliti e non con gli occhi di un comune turista. Dal sito ufficiale dedicato al pioniere friulano sarà anche possibile scaricare un’applicazione per smartphone e tablet, con la quale si potranno rivedere le immagini in terza dimensione: “Arturo”. Massimo Gaudino
LUDMILLA ULITSKAYA
UNA STORIA RUSSA BOMPIANI
Una storia russa racconta la storia di tre compagni di scuola che si incontrano a Mosca negli anni cinquanta: un poeta rimasto orfano, un fragile ma molto dotato pianista e un fotografo in erba con il grande talento di collezionare segreti. Tutti e tre si fanno strada verso l’età adulta in una società dove il loro eroi sono stati censurati se non esiliati. Un racconto pieno di passioni e intrighi, questo romanzo è un ritratto della vita dopo Stalin e un’indagine drammatica che scandaglia integrità individuale in una società governata dal KGB. I protagonisti cercano di trascendere l’oppressione del regime attraverso l’arte, l’amore per la letteratura russa e l’attivismo. E ciascuno di loro finisce per ritrovarsi faccia a faccia con la polizia segreta.
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L’ANGOLO DELLA
LETTURA
JOHN BOYNE
IL BAMBINO IN CIMA ALLA MONTAGNA RIZZOLI
Pierrot è ancora un bambino quando, rimasto orfano, deve lasciare la sua amata Parigi per andare a stare dalla zia in una bellissima e misteriosa magione tra le cime delle Alpi bavaresi. Ma quella non è una villa come le altre e il momento storico è cruciale: siamo nel 1935 e la casa in cui Pierrot si ritrova a vivere è il Berghof, quartier generale e casa delle vacanze di Adolf Hitler. Il Führer lo prende sotto la sua ala protettrice e Pierrot poco alla volta viene catturato da quel nuovo mondo che lo affascina e lo fa sentire speciale, un mondo di potere ma anche di segreti e tradimenti, in cui non capire dove sta il Bene e dove il Male può essere molto pericoloso.
INGAR JOHNSRUD
GLI ADEPTI EINAUDI
Sembra un semplice caso di scomparsa, quello su cui l'ispettore Beier, della polizia di Oslo, comincia a indagare. Certo, rischia di fare clamore, perché a svanire nel nulla è stata la figlia di una esponente di primo piano del partito di governo. E perché la ragazza viveva nella sede di una setta cristiana, "la Luce di Dio". Ma il quadro si complica subito: nell'edificio che ospita la setta si consuma un massacro, e nei sotterranei viene scoperto un laboratorio chimico all'avanguardia. Beier si rende ben presto conto che dietro la strage, e il laboratorio, c'è una verità più complessa. Solo immergendosi nel passato oscuro della storia europea sarà possibile fermare una catena di delitti che continua a procedere inesorabile.
TRACY CHEVALIER
FLAVIO SANTI
NERI POZZA
MONDADORI
I FRUTTI DEL VENTO
A fine Ottocento, nella tenuta agricola di famiglia in Connecticut, James e Sadie non se la passano bene. Le mele dolci da vendere al mercato e quelle asprigne da cui ricavare il sidro sono molte, ma mai abbastanza per sfamare tutta la famiglia. A malincuore, perciò, decidono di accettare la proposta del governo, che promette terre in abbondanza a chiunque sia disposto ad andare a coltivarle all’Ovest. Come tanti altri «settlers», la coppia confida in una vita più dignitosa, ma ad aspettarli trova nuove difficoltà: campi sterminati, un lavoro frustrante e solitario, e una misteriosa febbre gialla che ogni estate si porta via qualche figlio. Tracy Chevalier si mette sulle orme di coloro che costruirono l’America con il sudore della fronte.scopo della sua vita ormai è uccidere Hal e la moglie.
LA PRIMAVERA TARDA AD ARRIVARE Che cosa ci fa un morto ammazzato nella sonnacchiosa Montefosca, paesino alle pendici delle Alpi friulane? Drago Furlan, l'ispettore incaricato del caso, ha una bella gatta da pelare: ormai abituato a prendersi cura del suo orto e a verbalizzare multe per divieto di sosta, non indaga su un omicidio da quasi vent'anni. E quello di Montefosca, in più, è un omicidio davvero strano: la vittima, uccisa con un colpo di pistola in mezzo alla fronte, è un anziano di cui nessuno sembra conoscere l'identità. Tra soste in osteria annaffiate da tajut di ottimo vino, partite dell'amata Udinese e gite in Moto Guzzi con l'eterna fidanzata Perla, l'ispettore scopre che quei luoghi che tanto ama, al confine tra Italia e Slovenia, custodiscono segreti inconfessabili.
FEMMINILECALCIO UDINESECALCIO ATTACCANTE Lana Clelland è nata a Perth il 26/1/1993 e fa parte della nazionale scozzese dal 2012 dopo aver militato nelle formazioni Under 17 e 19
LANA CLELLAND, TATTOO GIRL DI MARCA SCOZZESE L'attaccante del Tavagnacco dalle giovanili di Glasgow al club gialloblù via Bari
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orsa, forza fisica e agonismo conditi da una tecnica individuale invidiabile e da un senso del gol di chi sta studiando per diventare un vero cecchino d’area di rigore. Lana Clelland, 22enne scozzese di professione attaccante è al suo primo anno con la maglia del Tavagnacco. La passata stagione indossava il bianco rosso del Bari, squadra che l’ha lanciata nel campiona-
"Il periodo italiano 20122014 è stato per me complicato a causa di un brutto infortunio"
to italiano e con cui si è messa subito in evidenza. Finora in gialloblù ha innellato prestazioni altalenanti (problema che ha caratterizzato tutta la rosa di lady Di Filippo nella prima parte di stagione) rese ancora più complicate da uno stiramento muscolare che le ha fatto saltare le ultime tre partite del 2015 (Luserna, Roma e l’ex Bari). Il rientro era previsto per la partita contro il Riviera di Romagna ma un brutto attacco influenzale ha rimandato,
ANDAMENTO ONDIVAGO DEL TAVAGNACCO, STOP A BRESCIA E ADESSO LA CAPOLISTA MOZZANICA
seppur di poco, l’appuntamento col rettangolo verde. Si è rivista sabato contro il Brescia, big match perso di misura (2-1, per le friulane eurogol di Del Stabile, subentrata nella ripresa alla stessa Clelland) dove si è visto però un Tavagnacco con il carattere e la concentrazione della grande squadra. «Secondo me la squadra ha molte giocatrici giovani dal talento cristallino che devono solo continuare a giocare insieme per migliorarsi sempre più - considera Lana -. In questa stagione abbiamo più volte dimostrato il nostro valore con prestazioni notevoli come contro la Fiorentina, esempio emblematico di quello che possiamo essere. Il Brescia è una squadra di talento ma anche noi non siamo da meno e se ogni sabato scenderemo in campo con una mentalità positiva e propositiva sono sicura che riusciremo a ottenere grandi risultati, magari anche inserendoci nella lotta per lo scudetto». In quanto a un pronostico sulla soluzione finale in vetta, la Clelland non si sbilancia: «Penso sia troppo presto per dire chi vincerà il campionato, ci sono molte squadre ben attrezzate quest’anno. Sinceramente sono più concentrata sul vincere più partite possibile attraverso ottime prestazioni singole e di squadra». Sei una giocatrice giovane ma con la maturità di
Dopo il 3-0 sul Riviera di Romagna le gialloblù (qui Clelland e Parisi) si sono fermate a Brescia contro Gama & C. e attendono ora la visita della capolista Mozzanica. Un
una veterana: merito dell’esperienza in nazionale? Quali sono i tuoi obiettivi personali come calciatrice? «Personalmente punto in primis a migliorarmi costantemente - sorride l’attaccante scozzese -. Per questo continuo a lavorare sodo per me, la mia squadra e la mia nazione. Ne ho fatta di strada da quando ho calciato il mio primo pallone: ero alle elementari e giocavo con i maschietti nelle selezioni giovanili prima di approdare, all’età di 11 anni, nelle Glasgow Rangers Girls, la mia prima squadra femminile. Poi Spartans Ladies e infine l’Italia, con in mezzo il periodo forse più complicato della mia carriera: tra il 2012 e il 2014 penso di aver giocato solo per un massimo di sei mesi per colpa di un brutto infortunio». e poi la nazionale: «Se dovessi descriverne in tre parole l’esperienza, userei: travolgente, orgoglio e onore. Segnare per il proprio Paese penso sia uno dei momenti più belli che mi sia mai capitato». Vista la tua passione per i tatuaggi, pensi ne farai uno che racconti l’esperienza in Italia? «Ho molte passioni oltre ai tatuaggi e all’amore per la musica: sci nautico e wake-boarding sono attività fisse quando torno in Scozia. Al momento mi sono tatuata una mappa dell’Italia che non rappresenta la mia esperienza calcistica bensì la mia voglia di imparare l’italiano, che sto studiando quotidianamente. Sono sicura che l’ispirazione per nuovi tatuaggi arriverà prima o poi, durante il mio lungo viaggio in questo bel campionato». Valeria Degano
andamento altalenante, quello della formazione allenata da Sara Di Filippo, assestata in graduatoria alle spalle del quartetto delle battistrada MozzanicaVerona-BresciaFiorentina.
TremilaSport+ | 20 01 2016 | 23
CALCIOUDINESE
Che pena! Grazie Juve per non aver infierito... di IDO CIBISCHINO
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obbiamo anche ringraziarla, la Juve. Grazie per non aver infierito, grazie per aver trasformato in pomeriggio al bar, con birra e sigaretta, il secondo tempo dopo aver chiuso il primo sullo 0-4 e la certezza del decimo botto consecutivo. Già così la domenica di festa preparata per il primo tutto esaurito nel nuovo Friuli (non lo chiamere-
mo in modo diverso neppure con una pistola puntata alla tempia) è andata in aceto. Figurarsi se una gragnuola di altri gol - possibile qualora gli “allegrotti” avessero deciso di spingere (di fâ i salvàdis per dirla alla friulana) contro un'Udinese ridotta in dieci dall'espulsione di Danilo - si fosse abbattuta sui bianconeri. Alla fine non c'è stata né forza né voglia di contestare, di arrabbiarsi. Soltanto lo stupore per una contraddizione lacerante: uno stadio bellissimo, di cui vantarsi, e una squadra che fa pena. EFFETTO PUFF - E così dalla prossima (contro la Lazio) sulle fantasmagoriche gradinate, tra le luccicanti quinte, in mezzo al tuonare degli altoparlanti, siederanno i soliti diecimila. Puff: l'effetto-stadio sgonfiato come un palloncino esausto! E a irritare, perseverando in
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Va in malora la domenica del primo tutto esaurito nel nuovo stadio, per il quale torna in ballo il nome dello sponsor: anche questo è un autogol!
“
La squadra ha perso certezze e riferimenti morali e tecnici. E' fuori strada chi butta tutta la croce addosso a Colantuono, “costretto” a certe scelte...
una sfida irrispettosa della storia e del sentimento popolare, si impegnano pure gli strateghi societari, come neanche i maldestri difensori specialisti in autogol: si insiste sul nome alternativo (quello dello sponsor) allo stadio, apparso su diversi media, stampa e tv, dopo una campagna sotterranea di affettuose raccomandazioni nei confronti di comunicatori, giornalisti, addirittura direttori. Furbate da rubagalline, che stanno scavalcando pure il percorso istituzionale: si pretende di far entrare dalla finestra ciò che era stato ritirato dalla porta. Ma ci pretendete per fessi? E lei, sindaco Honsell, non ha proprio nulla da dire? A OGNUNO IL SUO - Rientriamo sui versanti strettamente tecnico-sportivi per dire che, adesso, certa critica tornerà a mettere
sulla graticola Colantuono, indicandolo come il primo artefice del misfatto. Al tempo, qui bisogna distinguere e appioppare a ciascuno il suo. Punto primo: che colpa ha Colantuono se il gol su punizione che sblocca la partita, fatte salve furbizia e maestria di Dybala, piomba nel bilancio di Karnezis che non protegge il palo di competenza facendosi trovare nella zona di nessuno? E via andare così sul secondo (il pallone che saltella per metri, senza che nessuno si degni di rinviarlo, prima di raggiungere il solitario Khedira), e poi sul terzo, quando Danilo frana da dietro su Mandzukic regalando rigore e rosso da ultimo uomo. Il tutto nel breve volgere di 10 minuti, dal quarto d'ora al venticinquesimo minuto. E alla fine, toh!, segna pure Alex Sandro, un mancino che in discesa
osa addirittura il giro col destro trovando l'angolino lontano. C'è chi, a quel punto, se n'è tornato a casa. AUTOINVITO CON REGALO - Colantuono, si diceva. In un'altra occasione, non in questa celebrativa alla quale il capitano si era autoinvitato promettendo un “regalo al presidente”, Di Natale non sarebbe partito dall'inizio. Il castello tattico predisposto da Colantuono, quello che prevede il pressing alto che
Totò non può garantire se non per qualche minuto, era inevitabilmente destinato a crollare. Ma al capitano si “doveva” la presenza: per gratitudine, per unire le eccellenze di famiglia, il vecchio campione e il nuovo stadio. Una scelta d'immagine che è stata pagata in termini di minore peso atletico e mobilità, senza ritorni sul piano tecnico e della finalizzazione. E' su altro che Colantuono può essere censurato. Nel non aver attivato, per esempio, un uomo come Piris, che per passo poteva meglio adattarsi all'elettricità di Dybala e garantire una superiore reattività a una difesa statuaria. E poi Iturra, inadeguato a questi livelli, tuttavia in buona compagnia perchè né Lodi e Badu in mezzo, né gli esterni (bastava che Lichtsteiner facesse “bù” per mandare a cuccia Edenilson), sono
Neanche la tempra atletica di Badu ha potuto arginare lo strapotere juventino. A destra, Colantuono. Nella pagina accanto, tanto tifo... Sprecato
stati capaci di fare il solletico ai dirimpettai nei duelli individuali e di reparto. Che ricordi meravigliosi ha riesumato la presenza di Asamoah (schierato a sorpresa al posto di Pogba), uno cresciuto nel nido friulano e che oggi possiamo ammirare soltanto da lontano: basterebbe solo lui per far tornare tutti i conti nel nostro centrocampo. BRIVIDI A PALERMO - In settimana, con l'attenzione al fatto che un ritiro punitivo può sortire l'effetto contrario, il lavoro dello staff e della dirigenza dovrà essere indirizzato a far recuperare alla compagnia un minimo di autostima, di certezze e di coesione dopo le due devastanti sconfitte consecutive. In contrasto con la grinta di Colantuono, che evidentemente non sem-
Foto: Roberto Viotto
RESA
pre fa presa, questa è una squadra fragile, insicura, senza personalità, priva com'è di punti di riferimento umani e anche tecnici ora che Di Natale si sta arrendendo definitivamente all'età, quando la decadenza fisica innesca pure negatività psicologiche. Domenica l'Udinese andrà a Palermo per una partita da leggere nella chiave di una salvezza ancora tutta da conquistare. E' dietro che si torna a guardare se pensiamo che il Carpi, in una settimana, vincendo gli scontri diretti con Udinese e Sampdoria, ha rosicchiato sei punti ai bianconeri che le vittorie su Torino e Atalanta sembravano aver messo al sicuro. Mancherà Danilo per squalifica: visto il rendimento dell'ultimo periodo, non è detto sia un male.
UDINESECALCIO
A Palermo più leggeri per le prime cessioni Speranze da trasferta Maurizio Zamparini sfida i Pozzo in esterofilia. Affidata la panchina del Palermo all'argentino Guillermo Schelotto, che debutterà nel campionato italiano proprio domenica ospitando l'Udinese, si è preso come vicepresidente il montenegrino Predrag Mijatovic, già ds del Real Madrid, per dare corpo a un progetto internazionale da tempo vagheggiato dal fantasioso patron rosanero. In questo ambiente “rivoluzionario” si calerà domenica l'Udinese per un match salvezza da 6 punti: stanno male i friulani dopo le legnate juventine, ancor peggio (appena 4 punti sopra il Carpi) il Palermo che con il traghettatore Viviani in panca ha pure beccato un poker a Marassi dal Genoa. Certi numeri bianconeri fanno paura: come quello dei gol realizzati. Tutta l'Udinese ha segnato meno (18 gol, -13 di differenza reti!) del solo Higuain capace di 20 botti. Altri, invece, incoraggiano e si riferiscono al rendimento esterno: fuori l'Udinese ha raccolto 13 punti, contro gli 11 casalinghi. Se tanto mi dà tanto, qualcosa i bianconeri dovrebbero raccattare anche in Sicilia. Mentre sono partiti Marquinho, tornato negli Emirati Arabi, Evangelista voluto da Stramaccioni al Panathinaikos, e Insua rientrato in Argentina per il Newel's Old Boys, tutti in prestito, fa notizia anche il parcheggio al Verona del giovane talento brasiliano Samir, difensore di 21 anni prelevato dal Flamengo. Con la valigia fatta aspettano ora semaforo verde il veterano Domizzi (Pescara?) e il difensore Camigliano destinato allo Spezia. Kone? Non è detto vada via, magari servono altri sei mesi di verifica prima di rinunciarvi. Alla voce entrate, sulla scena bianconera irrompe un uomo dell'Est, il ventottenne serbo Zdravko Kuzmanovic, mezz'ala dal mediocre passato italiano (Inter e Fiorentina), scontento al Basilea. Un tipo dotato di talento, ma altrettanto irrequieto, Kuzmanovic già domenica potrebbe sedere in panca accanto a Colantuono. (i.c.) di Biancamaria Gonano
“TIPICAMENTE BIANCONERO” Dal 14 giugno 2013 l’ UDINESE CLUB “TIPICAMENTE BIANCONERO” è la nuova denominazione del club di Terzo di Aquileia e ne continua il percorso iniziato quasi 16 anni fa, esattamente il 16 novembre 2000. Il presidente Stefano Fioretti, che ricopre anche la carica di tesoriere, ci racconta il perché di questo cambiamento: “La gran parte dei soci , circa il 70 %, proviene da altri comuni nonché da fuori regione, perciò si è sentita l’esigenza di meglio rappresentare la loro fede bianconera
friulana imitando il marchio che contraddistingue da alcuni anni i migliori prodotti tipici del nostro territorio, sempre presenti negli appuntamenti del dopo-partita allo stadio Friuli, nonché in tutte le altre occasioni d'incontro. Attualmente abbiamo 80 tesserati, di cui 35 abbonati. Non abbiamo in programma delle trasferte perché la squadra non attrae per il gioco e i risultati, né per l’approccio alle partite. Inoltre le difficoltà economiche del momento complicano la vita. Per il futuro però vogliamo tener
duro in attesa di tempi migliori e auspichiamo un nuovo modo nell’organizzazione delle attività da parte dell’Auc e dalla società verso i Club organizzati: sarebbe auspicabile che il nuovo stadio dedicasse ad esempio uno spazio alle iniziative dei singoli club. Bello sarebbe poi vedere un po’ di “colore bianconero” nel nuovo impianto”.La sede è nel bar Rosarossa a Terzo d’Aquileia, ma si conta di avere dei referenti ad Aquileia e Perteole. Abbiamo anche la pagina facebook". (foto: ospite Thereau)
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SIDICEVA...
si diceva...
STORIE
DI CAMPIONI DEL FRIULI Personaggi e imprese in un libro del 1997 dello scrittore udinese Roberto Meroi
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i libri sullo sport Roberto Meroi, giornalista e scrittore udinese classe ’49 premiato in varie occasioni, ne ha pubblicati parecchi e abbiamo voluto sceglierne uno che compendia tutte le discipline in cui i campioni di casa nostra hanno impresso il loro marchio nelle varie epoche: “Storia di azzurri e campioni del Friuli”, del 1997. Racconti di vita e di sport in cui Meroi, fratello di quell’Innocente che fu calciatore anche dell’Udinese, ha messo la propria conoscenza diretta per essere stato lui stesso praticante di varie discipline, una su tutte l’atletica leggera, che gli valse molte medaglie nella velocità. Regina degli sport, come lui la chiama nel capitolo d’apertura in cui ripercorre una storia che a Udine risale addirittura al ‘300, con gare di marcia e di corsa, affiancate al palio dei cavalli, in cui i partecipanti partivano dal Giardino Grande (oggi piazza I° Maggio) e correndo lungo via Aquileia ritornavano poi al punto di partenza. Un capitolo in cui riaffiorano nomi e imprese
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di campioni che nell’ormai sciaguratamente eliminato Campo Moretti, inaugurato il 25 maggio 1924, gareggiarono ad ogni livello, dall’udinese Plinio Palmano (che fu pure decano dei giornalisti friulani) che stabilì il record italiano del salto triplo con 13,855 metri a Ondina Valla, addirittura in tre gare diverse a record: salto in alto con 1,517; 100 metri piani in 12”8 e 80 ostacoli in 12” netti. Ma anche altri sport ebbero i loro momenti di gloria nello storico impianto udinese, dal rugby al ciclismo e persino allo speedway, che nel 1971 vide la vittoria del russo Pavlov sulla pista in sabbia e cenere che circondava il rettangolo verde. Quello che nelle varie epoche vide evoluire campioni del calcio di varie squadre contro l’Udinese e pure a livello internazionale, con la nazionale azzurra Under21 nel 1963 contro l’Austria e nel 1971 contro la Svezia, oltre alla rappresentativa di serie C negli anni ’60 nella quale militava il terzino friulano Ido Sgrazzutti da Flumignano. Ma non trascura appunto nessuno sport, Meroi, nella sua rassegna corredata
Ottavio Bottecchia (nella foto a sinistra) fu uno dei più grandi campioni del ciclismo friulano e morì tragicamente durante un allenamento.
da belle e spesso rare foto d’epoca, con anche l’alpinismo e le Frecce tricolori a trovare un loro spazio. E oltre al racconto ci sono pure dei dettagliati elenchi, tra cui quello della sezione udinese degli atleti Azzurri d’Italia (aggiornato ovviamente al 1997) in cui si trovano, fra gli altri, nomi
particolarmente noti quali quelli di Manlio e Nino Cescutti, Tullio Pittini, Enzo Menegotti, Manuela Di Centa, Venanzio Ortis e molti altri di momenti diversi. Un libro in sostanza esaustivo che costituisce una chicca nel suo genere e del quale presentiamo alcune pagine e foto. (e.f.)
SIDICEVA...
Plinio Palmano, che fu pure decano dei giornalisti friulani stabilĂŹ al "Moretti" il record italiano del salto triplo con 13,855 metri
Prima di un incontro di rugby allo stadio Moretti
TremilaSport+ | 20 01 2016 | 27
LA SCUOLA CARNICA di ALPINISMO e SCIALPINISMO “CIRILLO FLOREANINI” Sez. CAI TOLMEZZO organizza la serata:
ScialpiniSmo
la libertà di vivere la montagna innevata, l’arte di guadagnarsi passo dopo passo discese entusiasmanti
Venerdì 22 gennaio 2016 ore 20.15 -
ENTRATA LIBERA
Comunità Montana della Carnia - Tolmezzo - Via Carnia Libera 1944
programma:
> SCIALPINISMO: informazioni utili per poter
affrontare in sicurezza la montagna d’inverno, gli strumenti per programmare un’uscita scialpinistica (guida "Scialpinismo in Carnia")
> La tecnica di sci fuoripista:
presentazione della recente edizione del manuale "Tecnica di sci fuoripista, come sciare correttamente" di Alessandro Fattori
> Presentazione dei corsi di scialpinismo 2016
organizzati dalla scuola (prima lezione: rischi e responsabilità-norme comportamentali legate alla frequentazione dei corsi) In occasione dell’incontro sarà possibile iscriversi al corso Scialpinismo Base SA1 ed acquistare entrambi i testi sopra nominati.
http://scuola.caitolmezzo.it/
le belle di UDINESECALCIO TremilaSport
Chiara
Foto: Silvano Zandonella
Emozioni forti
le belle di TremilaSport
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le belle di TremilaSport
TremilaSport+ | 20 01 2016 | 31
le belle di TremilaSport
Chiara Silvestri si definisce estroversa e vanitosa ma anche concreta e selettiva nei rapporti interpersonali
SONO UNA
RAGAZZA FATALISTA
A
ma cercare emozioni forti scivolando sulla neve con lo snowboard, Chiara Silvestri, ma anche ritagliarsi spazi di tranquillità sola con se stessa, per pensare e coltivare i propri hobbies, su tutti la buona musica e la fotograf ia. “Sono estroversa ma adoro anche starmene da sola, evitando soprattutto le compagnie forzate – ammette la 26enne modella di Portogruaro - . Sono anche vanitosa, ma non amo i concorsi di bellezza, quelli che ti fanno sentire un pezzo di carne in passerella, preferendo invece posare davanti ad un obiettivo fotografico, lì si mi sento a mio agio”. Bruna dalle linee mediterranee,
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Chiara, che è giunta ad essere modella con un percorso che lei definisce inverso a quello tradizionale: “Prima
ho pensato a lavorare e a sistemarmi e solo in seguito a dedicarmi alle “frivolezze” – si racconta - . E posare è per quanto mi riguarda una di esse, un puro divertimento. Sono una ragazza fatalista che affronta alla giornata il bello e il brutto che la vita le propone. Credo infatti che il nostro destino sia già scritto e che quindi sia inutile fare troppi progetti per il futuro. E progettare, lo confesso, mi mette un po’ d’ansia, anche se ho delle idee ben precise che comunque sono lì in stand by ”. E anche riguardo al prossimo, Chiara esprime giudizi ben precisi: “Odio l’ipocrisia e mi piacciono le persone spontanee, quelle che danno senza pretendere nulla in cambio. E
soprattutto quelle che si relazionano con me accettandomi come sono, con i miei pregi e difetti”. Idee chiare che esprime pure parlando del mondo giovanile: “Tutti studiano, coltivando spesso aspettative eccessive e lamentandosi poi che non c’è lavoro. Io dico invece che il lavoro c’è, chi vuole lo trova, basta mettere al bando la pigrizia”.
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ATLETICA
SALTARE È
LA MIA PASSIONE
Riccardo Del Torre, lunghista della Libertas Udine, ad alti livelli nello sport e nello studio
C
apita spesso di dover dire: “Facciamo un passo alla volta.” Nel caso di Riccardo Del Torre si dirà che è meglio compiere un salto alla volta, come lui stesso asserisce. Per il diciannovenne atleta udinese, specializzato nel salto in lungo, migliorare se stessi è lo scopo che tutti inseguono, ma senza avere troppa fretta di raggiungerlo. Sei stato premiato dal Panathlon di Udine come giovane atleta bravo nello sport e nello studio. Qual è, al proposito, il tuo percorso scolastico? “Frequento l’ultimo anno del Liceo Artistico Sello di Udine, ad indirizzo Design industriale. Fin da bambino per me era appassionante costruire oggetti, e l’interesse per questa attività è cresciuta sempre più nel corso degli anni.” Stai pensando invece a quali potrebbero essere i programmi per il futuro, per quanto riguarda sia lo studio che il lavoro? “Certamente continuerò a coltivare con impegno la mia disciplina sportiva e spero un giorno di poter entrare a far parte di un gruppo sportivo militare. Ma al contempo desidero ardentemente proseguire con gli studi di design, probabilmente al Politecnico di Milano, o in alternativa in istituti di altre città come
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Bologna, Torino, Venezia. Un’ulteriore possibilità potrebbe essere il trasferimento all’estero.” Generalmente come trascorri le tue giornate? Hai un hobby particolare? “Posso dire che le mie giornate sono quasi sempre sature. Mi alleno cinque giorni alla settimana, il che non è poco; a ciò si
Del Torre premiato al Panathlon di Udine
aggiungono due rientri scolastici. Mi conviene impiegare il tempo restante studiando, sebbene, stando davvero attento durante le lezioni, riesca a far fruttare in maniera migliore le ore pomeridiane a disposizione. Da sortivo quale sono, adoro stare all’aria aperta: ecco, una mia passione sono le escursioni in montagna,
ATLETICA
C'è stato un periodo della mia vita in cui avrei voluto prendere i voti, ora voglio dedicarmi all'atletica e al design a piedi o in sella alla bicicletta. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con la natura, insomma. Ma non posso però negare di essere un autentico “nerd”: ora non più come un tempo, ma qualche anno fa ero un patito di videogiochi e ci passavo svariate ore davanti. Nei momenti di svago mi piace anche ascoltare musica: non amo il rock, prediligo dance, house e techno.”
Come ti definisci caratterialmente? “C’è stato un periodo della mia vita, molto breve in realtà, in cui avrei desiderato prendere i voti! Proprio perché, cresciuto innanzitutto in una famiglia cristiana, sentivo e sento tuttora di essere di indole caritatevole e di tendere spesso a porre il bene degli altri davanti al mio, ad attribuire a esso maggiore importanza. E’ anche vero però che, come molti atleti, in alcuni casi divento una persona individualista e un po’ piena di sé.” Hai praticato altri sport oltre all’atletica? E per quale motivo la tua specialità è diventata il salto in lungo? “Da molto piccolo ho iniziato a giocare a tennis, mentre mio padre, che da giovane è stato lanciatore di giavellotto, cercava in ogni modo di dissuadermi dal praticare una disciplina come l’atletica, in quanto è un tipo di attività che richiede molti sacrifici ma che non garantisce sempre il giusto tornaconto economico. In seguito mi sono dedicato per tre anni alla pallacanestro, ma la mia smania di primeggiare sugli altri che si manifestava durante il gioco si faceva sentire in maniera chiara. Ho cambiato strada
e sono giunto al calcio e poi, su consiglio di mia madre, perfino alla danza! Ora invece pratico il lungo da sei anni alla Libertas Udine, passando dalle categorie di cadetti, allievi e under 20. Sono approdato a questa specialità perché la mia predisposizione in fondo è sempre stata saltare, l’avevo capito già quando giocavo a basket. Disputo anche gare di corsa, come i 110 ostacoli, ma questo non è esattamente il mio campo.” In ambito strettamente sportivo quali sono i tuoi sogni per il futuro? “Credo che partecipare ai Giochi Olimpici sia una meta per tutti gli sportivi che guardano alle vette più alte: ovviamente anch’io sono uno di loro. Penso che la cosa migliore sia crescere gradualmente. C’è da dire che purtroppo ogni minimo infortunio può incidere, com'è capitato a me quando, passando sotto un ostacolo, ho rotto il menisco sinistro. E questo “scherzo” mi ha sottratto un bel po’ di tempo, durante il quale non ho potuto chiaramente allenarmi. Attualmente il mio record è 7.08, ma sono consapevole del fatto che posso senz'altro ottenere risultati migliori” Massimo Gaudino
MARTELLO Nadia Maffo, della Libertas Malignani, sta per lasciare Udine per trasferirsi al centro lanciatori di Schio. Tra gli obiettivi futuri della martellista di Pantianicco allenata da Vecchiatto il raggiungimento dei 60 metri, quota che la metterebbe in pole position per l'ingresso in un gruppo sportivo militare.
TremilaSport+ | 20 01 2016 | 35
BASKET
“APU, SE VAI IN A2 PENSA A ME!”
Daniele Mastrangelo, scuola Ubc, deluso dall’esperienza a Matera di EDI FABRIS
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envenuti al sud” è il titolo di un film comico in cui si descrive l’approccio di un milanese con l’ambiente meridionale, inizialmente rifiutato ma nel quale alla fine il personaggio si integra allegramente. Non è invece il caso di Daniele Mastrangelo, che da Trieste è sceso a Matera per provare una nuova esperienza: “Qui c’è uno stile di vita in cui non mi trovo a mio agio – ammette il giocatore, scuola udinese Ubc – e a fine stagione vorrei risalire al nord, anzi, se l’Apu dovesse centrare l’obiettivo della promozione in A2 spero pensi anche a me!”. Non tutto nella città lucana è negativo, sottolinea Daniele, ma per un giovane c’è fin troppa tranquillità: “Matera è carina e caratteristica con i suoi “sassi”, la parte più antica, ma per divertirsi un po’ si deve andare a Bari. il suo Grazie al nuovo ruolo culturale innumero ternazionale attribuitole, la città è di maglia meta di turisti soprattutto a Natale, quando si può ammirare anche il presepio vivente, ma per il resto non c’è altro e quando hai vent’anni o poco più è dura”. Lui, comunque, è lì in primis per giocare a basket: “La scorsa estate ho accettato l’offerta di Matera, dal momento che a Trieste, causa anche precedenti infortuni,
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avevo poco minutaggio e volevo rimettermi in gioco – lui motiva la sua scelta - . Qui gioco in guardia, senza essere stato girato come altri in ruoli diversi, e mi va bene così. Sto giocando e sento che c’è fiducia in me, e anche il gruppo, seppure più volte rivoluzionato, è super, ma…siamo ultimi e l’unica nostra chance, ormai, è puntare ai play out, anche se non la vedo facile”. Ma, sottolinea, non è che per questo la società sia ormai priva di stimoli: “Non vogliono retrocedere, e questo è importante a livello di motivazioni. Il fatto è però che da inizio anno manca una stabilità di squadra, è già stato cambiato l’allenatore e manca strutturalmente un lungo. Ora, con la riapertura del mercato, la dirigenza sta cercando tre nuove pedine, vedremo se così le cose miglioreranno. Ma si fa fatica, è inutile negarlo. Nell’ultimo turno, pur perdendo in casa, abbiamo giocato bene contro la capolista Brescia e domenica andiamo a Treviso contro la seconda, speriamo in meglio”. L’ambiente, aggiunge poi Daniele, è un po’ quello di altre piazze: “Se vinci esci tra gli applausi, se perdi ti becchi gli insulti. Solo a Trieste non ho mai avvertito questo clima, lì il pubblico ti sostiene sempre e comunque”. Lui, comunque, continua a tifare Udine, informandosi pure sull’agibilità del palasport Carnera: “Quando sarà disponibile?
Perché è importante che alle spalle delle ambizioni dell’Apu di risalire ci sia anche una struttura all’altezza. Seguo a distanza il percorso della squadra in B e penso sia forte e ben guidata da Lino Lardo, che punta molto sulla difesa, e come ben si vede con ottimi risultati”. La serie A, invece, a Mastrangelo interessa poco o niente: “Troppi stranieri, leggo i risultati ma niente di più. Simpatizzo comunque per Reggio Emilia, una società che va un po’ controcorrente puntando molto sul prodotto nazionale. E’ la A2 invece, a mio avviso, la categoria che meglio riflette l’essenza del basket italiano, fatta di giovani interessanti e con l’impiego di un numero limitato di giocatori stranieri. Una base da cui ripartire”.
BASKET SERIE B
“ERO TITUBANTE MA ADESSO CI STO"
EVENTI
MACCHINA ORGANIZZATIVA, MOTORE SEMPRE ACCESO
S
Riccardo castelli è uno dei punti di forza dell'apu di lino lardo
A
pu – Pavia si è appena conclusa con l'ormai consueta larga vittoria di Udine (62-41) e Riccardo Castelli non nasconde la propria soddisfazione per la sua ennesima buona prestazione fatta di tanta sostanza sotto le plance e punti pesanti, da top scorer assieme al compagno di squadra Marchetti, con 17 punti: “Abbiamo mantenuto alta la concentrazione per tutta la gara, senza far venir meno l’intensità difensiva neanche quando l’incontro si era messo in discesa per il divario che avevamo creato già a metà del secondo quarto. Ma la fame di vittoria è una delle caratteristiche di questa squadra”. Il “due metri” piemontese, lo scorso anno in A2 Silver a Ferrara con un ruolino stagionale di 8,2 punti e 4,1 rimbalzi in poco più di 23 minuti per gara, è stato l’uomo fortemente voluto quest’estate dal tecnico Lino Lardo per costruire il quintetto udinese programmato per la conquista delle serie A2 e ad oggi Riccardo Castelli sta ben ripagando la fiducia del'allenatore: “Inizialmente l’idea di scendere di categoria mi trovava piuttosto perplesso e non nascondo di aver accolto i primi contatti con una certa riluttanza, ma dopo aver ascoltato nel dettaglio i progetti societari e le idee di Lardo ho superato le indecisioni con convinzione - dice il giocatore - . in particolare la chiave per darmi la giusta motivazione per accettare le offerte di Udine e sposare il progetto è stata l’opportunità di poter lavorare con Lino, un tecnico esperto e capace di trovare sempre il modo per far lavorare bene le sue squadre sviluppan-
done le potenzialità. Oggi sono felice della scelta e di far parte di un gruppo e di una società ben strutturate e con un progetto di crescita chiaro e ben strutturato”. Ora l'Apu è attesa da due impegnative trasferte consecutive contro Milano e soprattutto contro Orzinuovi, big-match del campionato tra le due battistrada appaiate in classifica, dove Udine cercherà di vendicare la sconfitta dell’andata, patita tra le mura amiche del palazzetto di via Marangoni e che a oggi costituisce l’unica battuta d’arresto per la compagine friulana. “Purtroppo rischiamo di arrivare alla sfida con Orzinuovi senza poter contare su Truccolo e Zacchetti nelle migliori condizioni ma in ogni caso siamo ben consapevoli che la nostra squadra è dotata di amalgama, voglia di vincere e intensità difensiva che ci permetteranno di giocarci queste due trasferte “toste” senza complessi. , considera Castelli. Che poi dice la sua riguardo al fatto che in molte partite di un campionato nazionale di B maschile molte squadre facciano fatica a superare i 40 punti: “A mio parere esiste un divario significativo tra alcune compagini di vertice, tra cui ovviamente la nostra, e le altre per quanto riguarda la cura della fase difensiva che mette in seria difficoltà gli avversari tecnicamente meno dotati. In particolare, sempre nel nostro caso, Lardo ci sta preparando non solo a vincere questo campionato ma anche a renderci competitivi per il prossimo e tutta questa applicazione non può non dare i suoi frutti. Perlomeno ce lo auguriamo". Giuseppe Passoni
i era lisciato la fronte con aria preoccupata, il presidente della Fip regionale, Giovanni Adami, quando Davide Micalich (nella foto) aveva buttato qualche tempo fa sul tappeto l’idea di organizzare nel prossimo futuro, dopo il campionato europeo Under 19 dello scorso anno a Lignano, quello mondiale del 2017. Già, alle spalle di manifestazioni che hanno dato lustro al basket del Friuli Venezia Giulia negli ultimi anni c’è sotto diversi aspetti un’immensa fatica nell’allestirle ma Micalich & C. non demordono e da cuscinetto fra i due eventi maschili propongono a Udine dal 4 al 16 agosto prossimi il campionato europeo Under 16 femminile. Una manifestazione che dovrebbe (il condizionale sotto questo aspetto è d’obbligo) avere la sua location principale nel palasport Carnera, chiuso da quasi quattro anni e oggetto di tira e molla burocratici ma i cui lavori, assicurano in sede comunale, si concluderanno probabilmente tra febbraio e marzo di quest’anno. Sede parallela il Benedetti di via Marangoni. Il comitato organizzatore friulano si è ormai conquistato l’incondizionata fiducia romana, tanto che il presidente Petrucci non manca mai d’intervenire di persona ai vari eventi o di benedire a distanza la laboriosità e l’iniziativa del nord-est. Sarà sicuramente una vetrina di elevato spessore tecnico, il prossimo europeo femminile, con il basket internazionale ad affidare le proprie chances future ai propri migliori prospetti rosa. E oltre al lato sportivo dell’iniziativa, saranno gli operatori commerciali a trarre indubbio beneficio dalla nuova iniziativa che animerà il prossimo agosto udinese. Un 2016 in cui a fine anno la città ospiterà il raduno delle nazionali maschili e femminili di 3 contro 3 e a Pordenone potrebbero aver luogo le finali nazionali Under 18 maschili.
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VOLLEY CALCIOUDINESE
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VOLLEY
10° TORNEO CITTà DI PORDENONE
A
fine marzo tornerà in riva al Noncello uno degli ormai classici tornei giovanili di volley. Ne abbiamo parlato con gli organizzatori. dell'Insieme per Pordenone. Come è nata l’idea di organizzare il “Torneo Città di Pordenone”? Il Torneo Internazionale Città di Pordenone è nato dalla lungimirante idea nel 2006 di Nicola Barattin (allenatore e poi Presidente di Insieme per Pordenone) di creare un’iniziativa di respiro internazionale per il volley giovanile nel territorio di Pordenone. In seguito alla sua prematura scomparsa il torneo dal 2012 ha assunto anche il titolo di Memorial Barattin. La volontà del Direttivo di onorare il suo ricordo ha spinto con forza a far crescere negli anni questa manifestazione sino a farla diventare oggi una delle kermesse più importanti d’ Italia di pallavolo giovanile nel periodo pasquale.
How did the idea to organize the “International Tournament – City of Pordenone? The tournament was created in 2006 by the visionary idea of Nicola Barattin (Coach and the President of Insieme per Pordenone), with the intention of creating an international volleyball for the youth in the area of Pordenone Following his untimely death, the Tournament in 2012 also took on the title of Memorial Barattin. The will of the Executive to honor his memory has pushed hard to make this event grow over the years until it becomes one of the most important festival of Italian volleyball youth at Easter Come è andata la precedente edizione? E’ stata l’edizione dei record. Quarantotto squadre partecipanti provenienti da tutta Italia e da Austria, Slovenia e Germania che hanno dimostrato un altissimo livello di gioco sfidandosi in dieci campi da gioco dislocati nel pordenonese. Quattrocento persone hanno pernottato presso le strutture alberghiere della provincia e mille i pasti distribuiti nei ristoranti convenzionati. La macchina organizzativa ha retto perfettamente grazie a tutti i genitori degli atleti di Insieme per Pordenone che si sono resi disponibili ad aiutare nella fase esecutiva del torneo. La Cerimonia di Apertura, svoltasi in teatro, è stata il fiore all’ occhiello della Kermesse con la partecipazione di Elisa Manzano come testimonial, uno spettacolo di Sand Art e una
dimostrazione di sitting volley a cui hanno potuto partecipare tutti gli atleti presenti.
How did the previous edition ? It was the record edition. Forty-eight teams from all over Italy and from Austria , Slovenia and Germany, which have shown a very high level of play challenging in ten playgrounds located in Pordenone. Four hundred people have stayed overnight at the hotels of the province and distributed thousands of meals in restaurants. The organizers held up well thanks to all the parents of athletes of “Insieme per Pordenone” that have become helpful to assist in the execution phase of the tournament. The Opening Ceremony, held in the theater , was the flagship of the Kermesse with the participation of Elisa Manzano as testimonial, a show of Sand Art and a demonstration of sitting volleyball in which could participate in all the athletes present. Quali obiettivi vi siete posti per questa edizione e per il futuro? L’obiettivo, sempre lo stesso negli anni, è di far vivere alle squadre partecipanti un’esperienza unica in diversi ambiti. Dal punto di vista sportivo diamo la possibilità a tutte le squadre di giocare almeno sette partite in due giorni di gare. Dal punto di vista umano al fine di stimolare l’aggregazione sociale organizziamo tante iniziative satellite per far sentire gli atleti veri protagonisti della manifestazione come ad esempio la sfilata delle squadre, un divertentissimo Volley party e delle visite turistiche nel luoghi più belli della Regione. Non manca infine la volontà di corredare il tutto con una cornice scenografica dell’evento condita da spettacoli di vario genere durante la Cerimonia di Apertura e l’intervento di testimonial provenienti dal mondo del volley di caratura Nazionale.
What goals you have set for this year and for the future ? The goal , always the same over the years , is to live a unique experience to the participating teams in different areas. From the sporting point of view we give the opportunity to all teams to play at least seven games in two days of competition. From the human point of view in order to stimulate the social gathering we organize many side initiatives to make the athletes feel real stars of the event such as the parade of teams , a very fun Volley Party and sightseeing in the most beautiful places of the region.
Last but not least the will to accompany it all with a scenic setting of the event dressed up with different shows during the Opening Ceremony and the intervention of testimonials from the world -class National volleyball. Tra le varie categorie c'è anche il sitting volley, una disciplina in costante ascesa in FVG, qual’ è il vostro impegno in tale iniziativa? Il nostro intento è di sfruttare il torneo per dare ampia visibilità a questa disciplina che si sta affacciando da qualche tempo nel panorama del volley. Sposiamo infatti l’idea di fondo che la pallavolo debba essere uno sport accessibile a tutti. Grazie alla collaborazione di Fernando Morganelli, referente sitting Volley Area Nord, organizziamo una serie di esibizioni di sitting volley a cui potranno partecipare gli atleti presenti. Vista l’internazionalità del torneo, quanto può essere importante il volley per avvicinare popoli e culture diverse? Abbiamo constatato in tutte le edizioni del nostro evento quanta curiosità vi sia tra gli atleti nei confronti dei ragazzi di altre nazionalità ma anche nei confronti degli atleti di società che provengono dal resto d’ Italia. Le varie culture pallavolistiche hanno peculiarità diverse e per questi giovani (ma anche per noi) è un enorme accrescimento culturale vederle applicate durante un torneo in cui partecipano così tante squadre di diversa provenienza. Stimolare questo entusiasmo nei confronti dell’altro è uno degli obiettivi del torneo e l’internazionalità dell’evento senz’ altro amplifica questo intento. Riteniamo, infatti, che lo sport non debba avere confini ed abituare
i ragazzi fin da giovani a ragionare in quest’ ottica senz’ altro potrà aiutarli in futuro ad abbattere molti cliché e barriere culturali.
Among the various categories is also the sitting volleyball, discipline in constantly rise in FVG. What is your involvement in this initiative? Our intent is to use the tournament to give visibility to this discipline that is emerging since sometimes in view of the volley. In fact We espoused the basic idea that volleyball must be a sport accessible to all. Thanks to the collaboration of Fernando Morganelli , contact Sitting Volleyball Area North , we organize a series of performances of sitting volleyball in which they can participate athletes present. Given the international nature of the tournament , as it can be important to the volleyball to bring peoples and cultures? We found in all editions of our event there is much curiosity among athletes against boys from other countries but also to the athletes who come from the rest of society d ' Italy. The various Volleyball cultures have different characteristics and for these young (and for us ) is a huge cultural growth to see them applied during a tournament involving so many teams from different backgrounds. Stimulate enthusiasm towards the other is one of the goals of the tournament and the international significance certainly amplifies this intent. We believe that sports should not have boundaries and to accustom the children from an early age to think in this perspective surely can help them in the future to break down many cliches and cultural barriers.
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VOLLEY
PRIMO PIANO
DA CINQUE LUSTRI SOTTO RETE Il ds Roberto Cotrozzi e l'allenatrice Valentina Gnan tracciano il profilo del volley del Dlf
I
l Dlf (Dopolavoro ferroviario)Udine Sezione Pallavolo è nato con la prima affiliazione alla FIPAV nel 1984 a seguito di una richiesta del gruppo amatoriale che operava sul territorio di Udine sud. Sono oramai passati più di trent'anni anni da allora e l’anno sportivo 2015-2016 è il trentunesimo di partecipazione consecutiva ai vari campionati federali. Il direttore sportivo, Roberto Cotrozzi, analizza la situazione tracciando un quadro d’insieme: “ Per scelta il Dlf s'impegna prevalentemente nel settore giovanile facendolo confluire in una squadra di categoria come sfogo naturale. Attualmente la nostra squadra di C è collocata in una discreta posizione di classifica, intorno al sesto posto. Gli ultimi tre anni sono stati molto esaltanti, con un doppio salto di categoria passando dalla Prima divisione di Udine alla D, che ci ha visti
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protagonisti con la promozione in serie C lo scorso anno. Una bella cavalcata fatta con giocatrici molto giovani, basti pensare che nel campionato attuale la media è di 21 anni e il libero è addirittura del 2000. Le altre giocatrici sono del ’98 e ’97 e provengono dal settore giovanile". Essere giovani è un merito e un vantaggio, considera Cotrozzi, ma a volte crea anche parecchi problemi legati all’inesperienza: "Eppure, nonostante ciò, occupiamo una buona posizione in classifica. Il campionato a sedici squadre è molto lungo e vede San Giovanni al comando ben attrezzata per effettuare il salto di qualità. Poi le pordenonesi, le triestine e noi, ben spalmati dalla metà classifica in su. Il nostro obiettivo è far giocare le più giovani. Alcune sono atlete che avranno un futuro in categorie superiori. Tranne una di Pordenone e una di Cividale, le ragazze sono tutte udinesi".
STRUTTURE Quanto alle strutture, dopo anni il Comune ha concesso al Dlf la palestra Zardini di Cussignacco: "Con la sua tribuna ci permette anche di accogliere il pubblico: ci sono infatti sempre sessanta-settanta persone, che rappresentano le famiglie e gli amici ma anche il mondo delle giovanili che vengono a seguire la prima squadra. Ogni squadra ha il suo dirigente e spesso sono i genitori stessi a ricoprire questo ruolo. Schieriamo tutte le categorie, a partire dal mini volley e fino alle under 13, 14, 16 e 18. E’ un mondo prevalentemente femminile con soli due maschi fra il gruppo dei più piccoli per un totale di 110 atlete tesserate, un numero nella media con le altre società cittadine". In città e anche a livello nazionale i numeri del maschile sono infatti una nota dolente, evidenzia Cotrozzi, che poi analizza: "Il nostro obiettivo principale è far crescere giocatori e portarli a buoni livelli. Siamo al
Una storia udinese Affiliata alla Fipav dal 1984, la sezione pallavolo del Dopolavoro ferroviario udinese è nata a suo tempo su richiesta di un gruppo amatoriale che operava nella zona sud della città. Per propria scelta il Dlf s'impegna prevalentemente nel settore giovanile, che ha il suo sbocco in una formazione maggiore di serie C, campionato a 16 squadre.
FOCUS
Nelle società di paese c'è una maggiore partecipazione rispetto a quelle di città ma cerchiamo di adattarci con varie iniziative massimo delle nostre potenzialità mancando di uno sponsor principale e avendo il supporto di soli sponsor minori. Disponiamo di cinque tecnici: Andrea Blarasin con il suo secondo Paolo Colombo per la serie C; Serena Raso, che è anche il libero esperto della prima squadra,la nostra
nelle foto, alcune formazioni del dlf
atleta più anziana, per l'Under 18. A questo proposito mi piace sottolineare come fra i due liberi in rosa ci siano ben dodici anni di differenza! Per l’Under 16 e il settore Mini volley il tecnico di riferimento è Valentina Gnan mentre per l’Under 13 e 14 Sergio Cecchini: la maggior parte
delle ragazze sono under 13 e disputano il doppio campionato. La serie C gioca ogni sabato alle 20.45 e ci fa molto piacere che le famiglie e gli amici che seguono le partite abbiano lo spazio delle tribune, che quando giocavamo alla Fermi non c’era. Gli allenamenti si svolgono alla Fermi, alla Alberti e alla Zardini, alle 21 in quest’ultima perché i locali sono occupati in altre ore dal Cussignacco Basket. Certamente un orario un po’ problematico per le giovani atlete, tutte studentesse delle secondarie che il giorno dopo devono fare i conti con la levataccia per andare a scuola. Tre delle giocatrici di C giocano anche con l’Under 18 in un progetto con Horizon Codroipo e Pav Udine, un gran sacrificio con quattro allenamenti settimanali e la partita. E sono pure brave studentesse a riprova del fatto che lo sport non porta via tempo alla scuola ma insegna l’arte del gestirsi e lo spirito di sacrificio". OBIETTIVI E poi uno sguardo al prossimo futuro: "Dopo la promozione, che è giunta come una lieta sorpresa lo scorso campionato, per il prossimo puntiamo a confermarci e ad inserire qualche giovane in prima squadra anche se il gap di capacità atletiche esiste”. Valentina Gnan, impiegata di trentaquattro anni, allena da parecchi anni il settore del mini volley e le ragazze Under 16: “ Inizialmente non avevo l’ambizione di guidare i più piccoli perché temevo di non esserne capace. Ora invece mi ritengo soddisfatta perché le soddisfazioni sono
enormi. Ho a disposizione due gruppi : 15 giovani del 2007-8 e 19 del 2005-6. Due volte alla settimana ci troviamo per sedute di avviamento allo sport e per imparare i fondamenti dello stare insieme e fare gruppo. I bambini non partecipano ad un vero campionato ma ad un concentramento, cioè dei tornei: il 31 gennaio al Palacus giocheranno in maschera e potranno aderire alla manifestazione tutte le società che lo vorranno". Più su è invece diverso, sottolinea la Gnan: "Con l’Under 16 si comincia a fare la vera pallavolo. Le 16 ragazze della rosa s'impegnano molto ed è importante perché, nonostante l’impegno dello studio, mi garantiscono almeno due allenamenti alla settimana più la partita. Lavorare con le adolescenti è stimolante: hanno caratteri tosti e ti mettono alla prova". CITTA' E PAESI E c'è una differenza fra l'allenare in città e nei paesi: "Fuori, il discorso del gruppo è più sentito e la partecipazione maggiore. La nostra palestra è molto bella ma, essendo periferica rispetto alla città, non offre la possibilità di creare aggregazione dopo l’allenamento. Noi ci adattiamo facendo fare merenda in atrio. Dopo cinque anni alla corte del Dlf posso dire di apprezzare in particolarità la serietà della dirigenza, formata in modo particolare da storici dirigenti della Federazione e del Coni. Inizialmente mi sentivo sempre messa alla prova, ora sento di essere apprezzata per il mio lavoro”. Biancamaria Gonano
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CALCIOUDINESE
SERIE B1 FEMMINILE
ITAS CITTÀ FIERA MARTIGNACCO - V.MILLENNIUM B
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UDINESECALCIO VOLLEY
BRESCIA 2-3
Photo andrea moratto TremilaSport+ | 20 01 2016 | 43
F.I.D.A.L.
COMUNE DI CAPRIVA
CENTRO SPORTIVO ITALIANO CONSIGLIO REGIONALE FRIULI VENEZIA GIULIA REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA
PROTEZIONE CIVILE
zivilschutz
protection civile
L’ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA
a
CIRCOLO RICREATIVO CALVARIO
GRUPPO MARCIATORI GORIZIA
civil defence
CAPRIVA
2MARATONINA DEL COLLIO Sotto l’egida del C.S.I. (Centro Sportivo Italiano), il Patrocinio del Comune di Capriva del Friuli e Provincia di Gorizia, la collaborazione della Pro-Loco e Protezione Civile di Capriva del Friuli, organizza a:
CAPRIVA DEL FRIULI (Go)
DOMENICA 24 GENNAIO 2016 INSERITA NELLO
“CHALLENGER DAL COLLIO ALL’ISONZO 2016”
COMUNE DI GRADISCA D’ISONZO
“MARCIA LUDICO-MOTORIA KM 7” “AIUTACI A CAMMINARE - AIUTACI A VIVERE” ASSOCIAZIONE “CONQUISTANDO ESCALONES” a favore della ricerca per la cura della distrofia muscolare REGOLAMENTO - PROGRAMMA
RITROVO: Parco delle feste - via degli Alpini - CAPRIVA DEL FRIULI Gara riservata ad atleti/e tesserati C.S.I. - F.I.D.A.L. e altri E.P.S. riconosciuti dal C.O.N.I. in regola per l’anno 2016. DOMENICA 24 gennaio: I non tesserati potranno partecipare compilando, al momento – ore 08.00-09.30 ritiro pettorali, ultime iscrizioni, iscrizioni marcia del ritiro pettorale, il cartellino per tesseramento giornaliero – ore 09.50 partenza marcia km 7 “Free-Sport” e inviando copia di certificato medico valido per – ore 10.00 partenza Maratonina attività agonistica di “Atletica Leggera”. – ore 12.00 pasta party; a seguire premiazioni – ore 14.00 chiusura manifestazione ISCRIZIONI MARATONINA: dovranno pervenire, con attestazione di avvenuto pagamento, a mezzo lettera o fax al Gruppo Marciatori Gorizia - via Cipriani, 69 34170 Gorizia - Fax 0481 522453, o tramite e-mail all’indirizzo info@marciatorigorizia.it I non tesserati devono inviare copia di certificato medico valido per attività agonistica di “ATLETICA LEGGERA”!! QUOTE TASSA GARA: entro il 31 dicembre 2015 € 15,00 (Euro quindici/00); dal 1° gennaio a GIOVEDÌ 21 gennaio 2016 € 20,00 (Euro venti/00)!!!; DOPO TALE DATA LA QUOTA SARÀ di € 25,00 (Euro venticinque/00) !!! ATTENZIONE: Solo ai primi 500 iscritti è garantito il pacco gara (T-SHIRT TECNICA serigrafata + fascia tergisudore). Modalità pagamento: Bonifico banca: CRA Lucinico Farra e Capriva; IBAN: IT32 I086 2212 4010 0000 0835 213. Cod. BIC CCRTIT2T96A NON SI ACCETTANO ISCRIZIONI SENZA L’AVVENUTO PAGAMENTO!!! ISCRIZIONI MARCIA: Sul luogo di partenza. Quota: € 5,00 (Euro cinque/00) con maglietta e pasta!! PERCORSO: asfalto, pianeggiante con qualche tratto leggermente ondulato, attraverso il “Parco Naturalistico del PREVAL” e i “vigneti del Collio Goriziano” di Capriva del Friuli, San Floriano del Collio, Mossa, San Lorenzo Isontino. TEMPO MASSIMO: 2 ore e 40’, dopo non sarà garantito il servizio di sicurezza per gli atleti. CRONOMETRAGGIO: con microchip, a cura della TDS, e manuale a cura della Federazione Italiana Cronometristi. PREMIAZIONI: CLASSIFICA GENERALE: Primi 12 maschili e prime 5 femminili. Gli atleti saranno suddivisi secondo le categorie C.S.I.: SENIORES (anni 1981/1996); AMATORI A (1971/1980); AMATORI B (1961/1970); VETERANI (1960 e prec.); Over 65. TROFEO DEL COLLIO alla Società con maggior numero di iscritti. ATTENZIONE: I PREMI NON SONO CUMULABILI!!! SERVIZI: Ristori, spogliatoi, docce, servizio scopa.
CHALLENGER COLLIO - GORIZIA - TRAIL 32 CIPPI PER RICORDARE ATTENZIONE: Partecipando allo CHALLENGER - Maratonine del Collio (24 gennaio 2016), Gorizia (06 marzo) e Trail del Carso “32 Cippi Per Ricordare” (26 giugno) si pagherà una quota di € 35,00 (Euro trentacinque/00) per tutte e tre le manifestazioni!! L’iscrizione è ammessa SOLO PER I TESSERATI (F.I.D.A.L. o E.P.S.) e DEVE essere fatta entro MERCOLEDÌ 20 gennaio 2016, specificando la causale del versamento!!! Al termine delle 3 prove verrà stilata una classifica sulla base dei 3 migliori tempi. Verranno premiati con materiale sportivo i primi classificati maschili e femminili delle CATEGORIE F.I.D.A.L.!!! (con almeno 3 partecipanti per categoria). Riconoscimento a tutti coloro che porteranno a termine le 3 prove!!! Le premiazioni saranno effettuate a Gorizia il sabato precedente la Maratonina Città di Gorizia 2017!!! ISCRIZIONI FOTO E CLASSIFICHE VISIBILI SU: www.marciatorigorizia.it La manifestazione è assicurata secondo le norme in vigore. Assistenza sanitaria a cura della Associazione Volontari “LA SALUTE” di Lucinico (GO). info@marciatorigorizia.it INFORMAZIONI: 0481 530760 ; 340 9805741; 329 3538431; 0481 522453 (fax e segreteria tel.) http//www.marciatorigorizia.it INFORMAZIONI SLOVENO-TEDESCO: 329 4211603 / 320 4014070
OSSERVATORIO
Genio e sregolatezza:
cosa è concesso ai campioni
Spesso molti vip delle varie discipline escono dalle righe in varie forme
G
randi numeri, prodezze e beniamini del pubblico. Tutte queste caratteristiche portano un semplice sportivo a diventare un campione. Ma a volte la responsabilità di portarsi appresso un appellativo così importante non viene retto, e del genio rimane solo la sregolatezza. In sport dove girano molti soldi e dove la carriera puoi iniziarla fin da giovanissimo, la fama, la notorietà e il grosso conto in banca danno un senso di onnipotenza, che se non bilanciato da una maturità sufficiente, può far compiere azioni sconsiderate, in campo e fuori. “Sono giovani, sono ragazzi, nella loro vita privata possono fare quello che vogliono l’importante è che poi rendano in campo, è un campione quindi gli si può concedere qualcosa” sono solo alcune delle giustificazioni che si danno. Ma solo il fatto di essere un asso, basta a far legittimare determinati comportamenti? Nella storia sono molti quelli passati dall’incantare sul campo ad una vita privata fatta di eccessi e provocazioni. Lo sport ovviamente più sotto i riflettori è come sempre quello del pallone e se si dovessero elencare tutti quelli che hanno mostrato il proprio “lato oscuro”, l’elenco sarebbe davvero molto lungo. Quindi prenderemo in considerazione solo coloro che nel bene e (purtroppo) anche nel male hanno lasciato un segno. Uno dei primi “geni maledetti” è stato senza dubbio George Best. Il fortissimo attaccante del Manche-
ster United ha scialacquato il proprio patrimonio in automobili, donne ed alcool. A soli 28 anni la sua carriera finì, ma fu proprio la dipendenza da alcool a creare i suoi più gravi problemi. Nel ’84 scontò una pena di 4 mesi per guida in stato di ebbrezza e resistenza a pubblico ufficiale e da lì partirono anche i gravi problemi di salute che lo condurranno poi alla morte a causa di un’infezione epatica. Droga e alcool hanno costellato anche la carriera di un altro grandissimo: Diego Armando Maradona. Un fenomeno in campo, totalmente ingovernabile nella vita privata diventando gioie e dolori del pubblico napoletano. Il suo essere sopra le righe ha portato a anch’egli problemi di salute, non legati solo al sovrappeso degli ultimi anni. Un’altra conoscenza del nostro campionato è stato Adriano Leite Ribeiro, conosciuto semplicemente come Adriano, considerato da molti uno dei più forti calciatori dell’era recente. Ma lui è stato più una cometa, giocando molto bene solo qualche stagione e lasciando dietro di sé solo una scia di gossip fatto di nottate con escort e cocaina. Alcuni non sono un animo ribelle solo fuori dal campo ma anche in campo. Due su tutti, Antonio Cassano e Mario Balotelli. Il talento barese ha fin da sempre accostato le sue capacità tecniche alla sua allergia alle regole. Il suo carattere difficile, molto spesso irascibile e impulsivo, lo ha portato dal Real Madrid al ritorno in Italia trovando posto in squadre medio piccole. Insulti ad arbitri, rapporti difficili
con allenatori e presidenti, nonché l’amore/odio con i tifosi, hanno valso il neologismo di “cassanata” ad ogni sciocchezza fatta dal barese. L’altro che ha avuto questo onore è Mario Balotelli (a destra, nella foto), che con le sue “balotellate”, ha fatto ammattire allenatori e tifosi. Tra Italia e Inghilterra, gli episodi sono stati tanti. Dalle notti brave in discoteca fino al fermo degli agenti che lo avevano trovato a sparare in aria con una scacciacani. Dalla sua, SuperMario ha l’età e la possibilità di poter dimostrare ancora tanto e bene sul campo. Strano a dire che la sua ultima chance a soli 25 anni resta il Milan, ma il talento dimostrato da giovanissimo si sta, anche in questo caso, eclissando da comportamenti troppo sopra le righe. Sono poi recenti gli incedenti d’auto di Vidal e Brozovic. Entrambi ubriachi al volante, il primo è andato a sbattere contro un’altra vettura, il secondo ha ignorato per ben 2 volte il rosso dei semafori. Comportamenti al limite della legalità, pericolosi non solo per loro stessi ma anche per altri. E la leggerezza con cui a volte vengono trattati da alcuni giornali, fa sorgere davvero il dubbio che fatti del genere siano a loro abbonati in quanto campioni riconosciuti. I calciatori non sono il solo esempio di questa duplice personalità. Come non citare i pugili Mike Tyson o il recente “pensionato” Floyd Mayweather. Il primo ha raggiunto tanti picchi sia in carriera che nella vita privata, quanti abissi: su tutti la condanna per stupro e il morso all’orecchio ad Holyfield durante il match che doveva confermare il suo ritorno sul ring, ma costatogli in realtà un anno di squalifica. Per ciò che riguarda il secondo invece, da quando si è ritirato dalla boxe, la sua vita è nel lusso più sfrenato ed eccentrico, culminato con l’acquisto di una tigre come animale domestico (Tyson docet) ed un party con spogliarelliste e lancio di banconote. Fortunatamente però, lo sport ci fa conoscere anche esempi di campioni che alla genialità associano la normalità. Quella normalità, che li porta ad un allenamento e un rendimento continuo ed ad un comportamento rispettoso non solo nella quotidianità ma anche nei confronti di colleghi ed avversari, e soprattutto verso i proprio sostenitori. Sono queste le caratteristiche che dovrebbero decretare un campione. Alessandro Del Piero, Raul, Novak Djokovic, Michael Jordan sono solo alcuni esempi di questi campioni con la C maiuscola. Arianna Venegoni
TremilaSport+ | 20 01 2016 | 45
SPECIALE LIBERTAS
SUMO: LO SKORPION SI AGGIUDICA 7 BRONZI IN UNGHERIA
IN BREVE SCI
TERZA MIGLIOR PRESTAZIONE ASSOLUTA PER APPIERTO Si gongola per tutta la settimana allo sci club Pordenone, che ha eletto il suo portacolori Andrea Appierto "atleta del giorno". Un riconoscimento conquistato in virtù dell'ottima prova allo slalom Fis Cittadini di Turnau (Austria), concluso con il sesto posto. Il 23enne pordenonese ha infatti chiuso a soli 45 centesimi dal vincitore, e nella seconda manche ha realizzato il secondo tempo. La proficua trasferta sulle nevi d'oltralpe ha permesso ad Appierto di intascare 32,15 punti, corrispondenti alla sua terza miglior prestazione in carriera. ■ Sette bronzi in saccoccia: è il ricco bottino con il quale i portacolori di Skorpion e Judo Gawa Pordenone sono rientrati dall'Ungheria. In terra magiara si è infatti disputata la Erd Cup, classica gara internazionale della specialità. Il risultato ottenuto dai sumotori guidati da Paola Boz e Gianni Finati è maturato in una manifestazione di buon livello, che ha registrato la partecipazione di otto nazioni (Ungheria, Polonia, Ucraina, Estonia, Germania, Arzebaijan, Lituania) oltre ai due club pordenonesi in rappresentanza dell’Italia. Sul terzo gradino del podio sono saliti gli "skorpioni" Patrik Moras (under 14, categoria di peso 65 chili), Nikolas Lotti (under 16, +90 kg), Francesca Roitero (under 21, +80 kg) con quest'ultima che commenta
1 t m
"Diciamo che l'anno scorso è andata meglio". Proseguendo con il medagliere, per ben due volte ciascuno sono andati a bronzo i "gawani" Enrico Zanetti (under 18 e 21, 100 kg) e Bravo Sentayehu (under 16 e 18). Fra i senior hanno gareggiato anche Stefano Valerio, Virgilio Perin, Eros Bozzer, Simone De Biasi e Gianni Finati, che non sono però riusciti ad avvicinarsi alla zona medaglie. Per l’intera delegazione resta l'utile bagalio tecnico derivante da questa esperienza oltreconfine. ■ Il 2015 è stato un anno d’oro per il maestro del Judo Kiai Libertas Atena di Portogruaro, Marco Dotta, culminato nel conferimento della stella d’argento al merito sportivo e della medaglia di bronzo al
valore atletico da parte del Coni. Non solo,il presidente federale Domenico Falcone lo ha premiato con la cintura biancorossa 6° dan. Dotta è molto noto nel Friuli Occidentale, avendo militato dal 1981 all'88 nella società Sekai Budo di Pordenone, mentre oggi fa coppia fissa con il sanvitese Marco Durigon, partecipando alle gare nazionali e internazionali di kata (indossano stabilmente la maglia Azzurra) dove hanno raccolto svariati allori. Nella lettera di motivazione si legge "per la pluridecennale e meritoria opera svolta per il judo italiano e per tutte le particolari benemerenze e risultati acquisiti attraverso il costante impegno dimostrato per lo sviluppo tecnico e la diffusione della disciplina". Un percorso formativo, quello di
Marco Dotta, iniziato all’età di 11 anni nella società portogruarese Judo Kiai, proseguito con una parentesi di otto anni al Sekai Budo di Pordenone. Atleta dal 1977, insegnante tecnico dal 1984, dirigente di società dal 1988, maestro nel 2004 e atleta azzurro dal 2008. All'odierna età di 53 anni, Marco Dotta è uno tra i più giovani maestri italiani a indossare la cintura biancorossa, che in Giappone rappresenta la padronanza interiore del judo. In qualità di maestro della Kiai Atena di Portogruaro ha formato una squadra agonistica che ha dominato i tornei veneti e militato nel campionato nazionale di serie A. Inoltre ha introdotto lezioni specifiche per disabili, e organizzato corsi di autodifesa per i cittadini e le scuole.
UDINE | TRIESTE | PAD
46 | 20 01 2016 | TremilaSport+
SPECIALE LIBERTAS
PATTINAGGIO SU GHIACCIO: MEMORABILE MELODY ON ICE
BASKET
VITTORIA SENZA PATEMI PER LA DELSER CONTRO LA PIEMME ■ In una location diversa dal solito PalaBenedetti, la Delser supera la Piemme Ascens Triestina per 89-40 nella terza giornata di ritorno del campionato di serie B. Una partita dal doppio volto: la Ginnastica ha tenuto la gara solo nei primi due quarti, mettendo anche in difficoltà Vicenzotti e compagne che hanno trovato il vantaggio solo nel secondo periodo (23-21), dopo un primo quarto giocato sul punto a punto. La difesa a zona, schierata da coach Chermaz, è stata efficace fino a quando Udine non ha cambiato tattica, cominciando a segnare in transizione e a limitare le avversarie sul piano offensivo. Nel terzo periodo, infatti, c’è stata una svolta perché le friulane hanno notevolmente alzato il ritmo, sfruttando quella che forse è la loro arma migliore, ovvero il contropiede, e hanno siglato un parziale di 10-0 nei primi minuti del quarto che ha nettamente spaccato la gara. La formazione ospite non è più riuscita a rimanere in partita; la difesa di casa si è fatta sempre più aggressiva e per quanto riguarda la Piemme Ascens i punti segnati sono passati dai 30 dei primi due quarti, ai 10 della seconda metà. Una vittoria, quella di oggi, che fa sicuramente morale all’interno dello spogliatoio udinese. Era necessario vincere dopo la sconfitta subita la scorsa settimana
in casa del Basket Monfalcone che aveva fatto emergere alcuni problemi che sono stati prontamente risolti questa sera. Udine conferma nuovamente il suo primato in classifica a quota 32 punti in un derby che ha anche dato la possibilità a coach Medeot di usufruire di tutta la panchina. Da sottolineare la prova corale della Libertas che ha mandato a referto quasi tutte le sue giocatrici, con Bianco, Da Pozzo, Cortolezzis, Mancabelli e Rainis in doppia cifra e con Candusso che ha segnato il suo primo canestro in serie B. DELSER BASKET SCHOOL 89 PIEMME ASCENS – TRIESTINA 40 (15-17; 37-30; 58-36) DELSER BASKET SCHOOL: Quaino 5, Ciotola, Beltrame 9, Cortolezzis 10, Bianco 16, Mancabelli 16, Mio n.e., Vicenzotti 4, Da Pozzo 17, Rainis 11, Candusso 2. Coach Medeot. PIEMME ASCENS – TRIESTINA: Zacchigna 2, Samez 15, Meula, Vesnaver 10, Cravagna, valeri, Puzzer, Città 7, Nardella 6, Albano, Gelleti. Coach Chermaz. Arbitri dell’incontro: Francesco Carbonera di Cervignano del Friuli (UD) e Andrea Innocente di Povoletto (UD). Prossimo incontro: sabato 23 gennaio, ore 20.30, Torneria PMS Montecchio Maggiore – Delser Basket School.
DOVA | MILANO | PRATO
■ "Una serata memorabile che ha riempito il PalaPredieri in ogni ordine di posti, come lo scorso anno" commentano alla Associazione Ghiaccio Pordenone Libertas, che ha organizzato "Melody on ice", spettacolo di acrobazie sulla superficie gelata del Palasport di Piancavallo, rinomata località turistica delle montagne del Friuli Occidentale. Lo show è stato aperto dalle piccole atlete della Agp Libertas, che hanno consegnato il disco per l'inizio della dimostrazione di hockey tra le formazioni di Piancavallo e Sacile. Sono seguite le dimostrazioni ad opera delle più esperte portacolori di Agp e del gruppo di Feltre. E' stata poi la volta dei programmi individuali di Layour Battistutta e della nazionale Giorgia Zampieri. La coppia di artistico composta da Niccolò Macii e Bianca Manacorda ha emozionato il pubblico con evoluzioni incredibili. Gli spalti si sono quindi infiammati per la performance della statunitense Amanda. Numeri bis per Battistutta e la coppia di artistico, e il gran finale con la compagnia di professionisti della Ghiaccio Spettacolo. "Il successo della serata è dovuto in primis al lavoro di preparazione di Elisa - dichiarano gli organizzatori - cui si aggiunge l'impegno degli atleti di Feltre e della nostra associazione, dell'insegnante Lucia, della Starlight Band per l'ottima musica dal vivo e della Starlight Service per le luci di scena. Per finire un grazie alla locale Cooperativa Piancavallo 1265, nello specifico a Ippazio per l'aiuto e la pazienza".
Tel. 0432 690761 info@ceccarellionline.it www.ceccarelligroup.com TremilaSport+ | 20 01 2016 | 47
TREMILAITINERARI MTB
www.natisoneinbici.it
DAL SATELLITE
La zona è coperta dalla cartografia 1:25.000 con la cartina Tabacco, foglio “041 – Cividale e Valli del Natisone” mentre la scheda completa del giro con traccia GPX è disponibile su http:// www.natisoneinbici. it/?p=1055 mentre la sola traccia anche su Google Maps (sul natisoneinbici.it c’è il link diretto).
Sorgente a Miscecco
Lungo il Judrio Marcolino
come raggiungere
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Prepotto dista 9 km da Cividale e si trova lungo la provinciale per Dolegna e la Slovenia. Dalla stazione si deve passare il Natisone e poi seguire le numerose indicazioni. In fondo al paese c’è una piccola rotonda dove si affacciano il Comune, le Scuole e due parcheggi (il più ampio è sulla destra) dove lasciare l’auto.
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PREPOTTO
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2012 by natis
8.6
a cura di STEFANO OSSO
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urante l’inverno le condizioni meteorologiche non invitano certo a salire in sella alla MTB, ma una giornata di sole o di temperatura mite può offrire il pretesto per qualche giro, magari non troppo lungo. Quello che proponiamo in questo numero è la versione ridotta di “A tutta velocità sugli sterrati lungo il Judrio” pubblicato nel numero 47 del 21 ottobre scorso. Con l’itinerario più lungo condivide il tratto iniziale e quello finale, ma il divertimento resta comunque assicurato perché il buon fondo delle strade, i
bei panorami e la compagnia del fiume lungo tutto il percorso lo rendono adatto a tutti e sempre ben percorribile. Una volta raggiunto Prepotto si azzera il ciclocomputer e si comincia a pedalare verso nord in direzione di Albana per poi passare il Judrio sul “Ponte dello Schioppettino” ed entrare a Mernico, dominato dalla chiesa di Sant’Anna facilmente riconoscibile dall’alto campanile color aragosta. Qui si svolta a sinistra verso l’ex confine che si trova poche decine di metri più avanti e quindi si raggiunge Golo Brdo (Collobrida) domina-
ITINERARI MTBTREMILA
INFO UTILI Questo giro è lungo 16,5 km, è adatto a tutti e lo si compie in meno di due ore. Sebbene quasi 6 km siano su sterrato, non è necessaria la mountain–bike in quando il fondo è compatto, non ci sono salite da fare, e lo si può percorrere anche con una city–bike. Il periodo migliore per farlo va dalla primavera all’autunno inoltrato, ma, dato il suo breve sviluppo e il fatto che si svolga a fondovalle, è il classico giro da fare anche in una mattinata invernale. Purtroppo non ci sono più punti d’appoggio lungo il percorso in quanto tutti i locali che fino a qualche anno fa consentivano soste e ristoro sono chiusi. In compenso Prepotto, Mernico e Breg offrono un’ampia scelta di ambienti dove potersi fermare a gustare i prodotti locali. Il Judrio è balneabile e, sebbene la sua portata non sia molto elevata, parecchie pozze consentono di fare un bagno durante l’estate: in questo caso mettere un asciugamano e un costume da bagno nello zainetto può essere una scelta saggia in grado di regalare una divertente sosta. Una volta completato il giro, da non perdere è lo Schioppettino, un vino rosso, non molto noto, prodotto con la Ribolla Nera che proviene proprio da questa zona. Il suo “tempio” è l’Enoteca dello Schioppettino, presso la trattoria “Da Mario” in centro a Prepotto, dove poter assaggiare questo D.O.C. che sa di frutti di bosco, mora, lampone e mirtillo nelle varianti dei produttori della zona. Una segnalazione: nel momento in cui scriviamo, il tratto di strada tra Mernico e il confine è chiuso al traffico per lavori di consolidamento e per la creazione di un nuovo incrocio che rende più agevole la svolta. In ogni caso si riesce a passare lo stesso in bici e la fine dei lavori è prevista per il 31 gennaio.
Mernico, Sant’Elena ta dal Castello di Albana sulla sinistra e dalla chiesetta e dal campanile a torre di Sveta Marija na Jezeru (Santa Maria del Lago) sulla destra. Appena oltre il paesino inizia il bellissimo sterrato che costeggia per 6 chilometri il Judrio (Idrija in sloveno) che offre meravigliosi scorci sulle innumerevoli pozze dove potersi tuffare durante la bella stagione. Quando il contachilometri segna 8,7 si arriva a Miscek/Miscecco, si lascia la strada principale e si svolta a sinistra attraversando il Judrio su un ponte che segna il confine e ai lati del quale sono
ancora ben visibili le sbarre e le garitte della Guardia di Finanza e della Milica. Poco a sinistra del ponte, alla confluenza con il Rio della Madonna che scende da Castelmonte e da Marcolino, un tubo dal quale esce acqua freschissima consente di riempire la borraccia, prima di risalire in sella e scendere lungo la provinciale verso Prepotto. Anche questo tratto attraversa zone bucoliche dove i vigneti scendono fin quasi a lambire l’acqua del fiume. Si passa per Cosson, Bodigoi, Cras e subito si è ad Albana e quindi al punto di partenza.
Judrio TremilaSport+ | 20 01 2016 | 49
TREMILAITINERARI
SLOW ITINERARY TREK
DA VARTACIA AL MATAJUR Percorso Vartacia – Masseris – Laghetto – Vetta Monte Matajur
50 | 20 01 2016 | TremilaSport+
ITINERARITREMILA
a cura di Romano Paludgnach
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artacia si trova a pochi passi da Masseris e precisamente a metà strada tra Cepletischis e Masseris, percorrendo la strada nel comune di Savogna verso la vetta del Monte Matajur. L’ idea per questo Itinerario Slow Trekking è nata in questa stagione grazie alla presenza della neve, caduta silenziosa in questo periodo invernale. Il percorso può essere completato oltre che con le scarpe da Trekking anche con le “ciaspe”, o più comunemente dette ciaspole. La partenza è fissata da Vartacia, che si trova sulla strada che dal comune di Savogna porta sul Monte Matajur, la cui cima è posta a 1.641 metri s.l.m . e, precisamente a metà strada tra i paesini di Cepletischis, Masseris proprio al Bivio per Tercimonte. Chi volesse accorciare il tracciato può anche parcheggiare l’auto a Masseris e prendere il sentiero CAI che si ricongiunge con il percorso che da Vartacia porta alla vetta. Partire da Vartacia significa fare anche una buona colazione, e munirsi di acqua, nonchè sbirciare il menù di questo locale caratteristico delle Valli del Natisone, detto “Orso Matto”. Due sono le titolari, Francesca e Giulia, che vi accoglieranno in un locale che è anche sede del Centro visite Vartacia, il cui spazio espositivo è dedicato alla fabbricazione dei rastrelli, che negli anni ’50 del novecento venivano preparati dai paesani di Tercimonte. Questo laboratorio si aggiunge a quelli presenti a Masseris che formano il museo del Matajur, punto di riferimento per conoscere gli aspetti della vita quotidiana propri di tutti
slowitinerarytrekking.blogspot.it/
i paesi posti alle pendici del Matajur e nelle Valli del Natisone. Mentre a Tercimonte il lavoro di ricerca è stato svolto da Daniele e Pietro Trinco, a Masseris troviamo l’interno del laboratorio del fabbro Simone Dus ed il merito va a Valentino Dus che ha ereditato
il laboratorio dal padre. Un altro laboratorio ci racconta invece della vita domestica femminile e le varie feste tradizioni come il carnevale. Nei pressi di Vartacia troviamo anche la grotta “Velica Jama”. Ma veniamo all’itinerario che parte da Vartacia, proprio nei pressi di un ciliegio posto all’inizio del sentiero che ci consente di immergerci subito nel bosco. Dopo 50 metri troviamo sulla destra la interpoderale che sale verso il confine con la Slovenia in direzione Monte Cau. Dopo un chilometro poi s’incrocia con il sentiero 736 che parte più a valle da Cepletischis. Salendo dopo mezz’ora di camminata normale
ma spedita, arriviamo nella zona cosiddetta “Tamoscia” e troviamo il sentiero Cai 736 ”a”, che parte invece da Masseris, paesino raggiungibile anche in auto. Da qui si sale al laghetto che troveremo dopo un’ora e mezza, mentre la vetta del Monte Matajur è raggiungibile in circa tre ore. Salendo lungo il percorso verremo avvolti da alberi come il frassino, il faggio, ma anche rovere, carpino, acero, castagno, e qualche ipocastano, come pure la betulla, il nocciolo. Nel sottobosco il nostro sguardo verrà rapito dal colore intenso dei ciclamini, ma in altri momenti della stagione anche margherite, mughetti, crocus, e bucaneve, primule da prato. Salendo sopra i mille metri troviamo la genziana e, più in alto verso la cima, nella parte rocciosa a circa 1.500 metri slm, la splendida stella alpina.
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PUNTO DI APPOGGIO
VARTACIA
Il nostro punto d’appoggio si trova sul Bivio per Tercimonte, sulla strada che porta sul Monte Matajur nel comune di Savogna (UD). Tel. 0432.714168 aperto dalle 10 tutti i giorni tranne il martedì.
È il locale ideale per gustare la cucina tradizionale locale, con gnocchi fatti in casa, formaggi e affettati come il salame nostrano, ma soprattutto la selvaggina ed il frico di patate con o senza cipolla oppure con la zucca, ovviamente accompagnato dalla polenta. Il profumo del pane fatto in casa, a forma di “pagnocca” normale oppure con le olive o con le noci farà la sua parte. Impossibile non provare gli strucchi lessi, “sope” che sono un dolce tipico fatto con il pane raffermo, uova, latte e zucchero e fritto nel burro. Di sicuro assaggeremo anche la palacinka con la marmellata, come anche gli “slicinjaki”, gnocchetti di farina frutto della tradizione di questa Valle incantata. Finiremo poi con le grappe al pino mugo, ruta e mirtilli presenti in abbondanza sul confine tra Italia e Slovenia. Questo è il biglietto da visita di Francesca e Giulia, due cuoche che fanno della condivisione il loro successo, frutto dell’esperienza e della passione per la cucina casalinga tradizionale locale, tramandata dalle rispettive famiglie.
www.youtube.com/user/paluroma
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