n° 03 TremilaSport 17 02 2016

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TUTTO

LO

SPORT

DEL

FRIULI

VENEZIA

GIULIA

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magazine

GRADI

03|16 17|02|2016

w w w. t re m i l a s p o r t . c o m volley

eccellenza

la fucina paciulli, la mia sangiorgina rivincita pagG 8-9

pagG 38-39

basket

UDINese

spilimbergo ha il suo principe pag 33

a testa bassa aut aut di giampaolo pozzo a colantuono: 5 punti nelleprossime 3 partite o salta la panchina PAGG 22-23


di FELETTO

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c Tavagnacco Nuoto Srl Ssd Via Bolzano sn 33010 Tavagnacco Ud

PISCINE


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SOMMARIO

03|16

17|02|2016

8

22-23 UDINESE 6-7 LEGA PRO

CALCIO

8-9 ECCELLENZA 10-12 PROMOZIONE 13 PRIMA CATEGORIA 14 SECONDA CATEGORIA 15 TERZA CATEGORIA 16-19 GIOVANILI 20 CALCIO A 5 21 FEMMINILE 32-33 BASKET 34-41 VOLLEY

27

42-44 ALTRI SPORT

Le Belle di Tremila Sport: Melissa Martinez

RUBRICHE 24-25 SI DICEVA... 27-30 LE BELLE DI TREMILASPORT 26 NONSOLOSPORT 46-47 MONDO LIBERTAS 48-49 GLI ITINERARI DI TREMILASPORT

33

matias principe il centro argentino ha rivitalizzato uno Spilimbergo che ora crede nei play-off

43 OSSERVATORIO SPORTIVO

tremilasport+ | 17 02 2016 | 03



EDITORIALE

.... TUTTO

LO

SPORT

DEL

FRIULI

VENEZIA

GIULIA

A

360

magazine

GRADI

03|16 17|02|2016

w w w. t r e m i l a s p o r t . c o m volley

eccellenza

la fucina paciulli, la mia sangiorgina rivincita pagG 8-9

pagG 38-39

basket

UDINESE

spilimbergo ha il suo principe pag 33

A TESTA BASSA AUT AUT DI GIAMPAOLO POZZO A COLANTUONO: 5 PUNTI NELLEPROSSIME 3 PARTITE O SALTA LA PANCHINA PAGG 22-23

Udinese, analisi di un prolungato momento-no

E

’ alla crisi dell’Udinese che abbiamo voluto dedicare la copertina del nuovo magazine, con una foto emblematica che ritrae l’uscita dei bianconeri dal terreno dello Stadio Friuli dopo il flop, l’ennesimo di questo campionato, con il Bologna. Tre partite (con Genoa, Verona e Frosinone) per risistemare una situazione di classifica che si sta facendo pericolosa, è l’aut aut all’allenatore Colantuono del patron Giampaolo Pozzo ma le colpe, e lo sostiene anche Ido Cibischino nella sua analisi, non sono certo da attribuire in toto al tecnico, cui è stata affidato un gruppo dai limitati valori tecnici e senza un vero leader. C’è poi di mezzo la graduale disaffezione di un pubblico che se da una parte sostiene stoicamente la squadra nonostante le reiterate prestazioni negative, dall’altra manifesta il proprio disappunto nei confronti della società, rea di non aver prestato la giusta attenzione nella costruzione di un gruppo per la maggior parte straniero e di poca qualità e di voler pure sostituire il nome dello stadio Friuli con quello di uno sponsor. Dopo gli anni della Champions e dell’Europa League, in sostanza, sono arrivati tempi più bui, nonostante il nuovo stadio che, purtroppo, non costituisce componente fondamentale per la salvezza, unico traguardo di stagione del club bianconero. Impianto che il prossimo 24 marzo ospiterà l’amichevole di prestigio fra Italia e Spagna e a questo proposito c’è pure l’appello al ct Conte da parte della tifoseria a concedere l’ultima passerella azzurra a Totò Di Natale. C’è invece, in LegaPro, un Pordenone, che sta viaggiando a mille verso il sogno-serie B, traguardo che se dovesse essere centrato metterebbe in primis il club neroverde di fronte al problema-stadio, con il vetusto Bottecchia assolutamente inadeguato all’eventuale nuova categoria. A Trieste, invece, con uno stadio di livello, gli alabardati annaspano in serie D nel tentativo di salvarsi e l’amarcord che vi proponiamo, quello di un libro del giornalista Dante di Ragogna, ha il sapore nostalgico del “quelli erano giorni” ma anche della volontà di rinascita di un territorio che ha dato molto al calcio italiano. Nel nostro magazine c’è poi il basket, con un particolare ricordo di Giulio Melilla, play della grande Snaidero scomparso di recente, mentre per la pallavolo presentiamo una società di grande tradizione come la Sangiorgina, rappresentante di una cittadina della Bassa friulana che anche in altre discipline, come attualmente soprattutto la scherma e la canoa, sta offrendo una costante bella immagine di sé. Questo e altro, come si suol dire in chiusura di presentazione.

Il Direttore Edi Fabris

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03| 16

Questo numero è stato chiuso in redazione mercoledì 17 febbraio 2016.

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LA RADIO UFFICIALE DELL’UDINESE CALCIO

Mondo Udinese

QUOTIDIANO D’OPINIONE BIANCONERA DIZIONI

w w w. m o n d o u d i n e s e . c o m

tremilasport+ | 17 02 2016 | 05


LA SCHEDA

(Foto Antonio Ros - Pordenone Calcio)

CALCIOLEGAPRO

ALEX PEDERZOLI

IL CECCHINO DEL PORDENONE

ALEX PEDERZOLI Centrocampista nato il 6 marzo 1984 a Piacenza, è figlio dell'ex calciatore William Pederzoli. Inizia la sua carriera nel Bologna nel 1999 e l'anno successivo passa alla Juventus dove rimane tre anni laureandosi campione d'Italia con la formazione Beretti. Coi bianconeri vince anche il Torneo di Viareggio risultando miglior giocatore della manifestazione. In carriera ha indossato le maglie di Como, Rimini, Reggiana, Lucchese, Torres, Pro Sesto, Pistoiese, Manfredonia, Venezia, Crotone, Padova, Gallipoli, Ascoli, Sudtirol e Pavia. Da quest'anno è al Pordenone.

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A

l Bottecchia sabato pomeriggio sugli spalti si sentiva a gran voce un coro: "Serie B, Serie B!". E se nelle partite dei big in Tv è il classico sfottò per le squadre che navigano in brutte acque, l'augurio dei tifosi del Pordenone assume un significato diametralmente opposto in Lega Pro: il sogno promozione. La vittoria per 3-0 contro il fanalino di coda Pro Patria consolida la seconda posizione alle spalle del Cittadella. Alex Pederzoli, centrocampista classe '84 colpo dell'estate e fulcro del gioco dei ramarri, ci parla dell'aria che si respira nello spogliatoio di mister Tedino. - Partiamo dal Pro Patria. «Siamo stati bravi a indirizzare

subito la sfida sui binari giusti e quest'anno è una cosa che ci accade spesso. Prediligiamo i ritmi alti, giocare il più possibile da dietro per arrivare in maniera manovrata nella metà campo avversaria. Queste partite sulla carta sembrano semplici, ma guai a sottovalutare l'avversario. Obiettivamente siamo

un gruppo che sta costruendo le sue fortune sull'umiltà e sul lavoro: dobbiamo andare avanti con questi parametri così da toglierci le nostre soddisfazioni». - Fino a oggi i tuoi compagni ci parlavano di obiettivo salvezza. Ora siete a 40 punti: non te la cavi più con quella risposta…

Zamuner mi ha convinto a venire a Pordenone. Alla Cremonese poteva esserci troppa "assuefazione"


LEGAPROCALCIO «Non ho mai avuto particolari timori a riguardo: siamo sempre stati un team in grado di fare qualcosa di buono. È capitato di lasciare qualche punto per strada per mancanza di maturità, vero, ma abbiamo dimostrato di poter stare nelle prime otto di questo girone. Chiaro che ci sono 4-5 squadre che sono state costruite in maniera diversa e hanno qualcosa in più a livello di rosa, ma il calcio per fortuna non è scienza esatta, dove chi più spende vince. Insomma: speriamo di essere la dimostrazione che anche da outsider si può fare qualcosa di bello. Non dico che dobbiamo vincere, ma giocarcela fino alla fine: è un'occasione rara, che non sempre capita nella vita dei giocatori». - Guardate insieme le partite di Feralpisalò e Cittadella? «Le esaminate in video insieme al mister quando è il momento. Poi è chiaro che l'appetito vien mangiando (sorride, ndr), quindi ora ci interessiamo un po' di più ai loro risultati…» - Una delle tue peculiarità sono i calci da fermo. Come ti alleni, a chi ti ispiri? «Ispirarmi no, è un momento molto personale. Devi allenarti tanto, io faccio almeno una seduta a settimana: è un gesto che devi cercare di automatizzare il più possibile». - In questa stagione sei stato l'autore del primo gol: ti aspettavi un cammino di questo tipo? «Le previsioni le ritengo molto utopistiche, a prescindere dal "blasone" della società in cui militi. Certo, puoi sperare di essere in un determinato punto della classifica magari a marzo, ma io non ci penso. Fin dai primi giorni avevo tanto entusiasmo perché vedevo che questa squadra poteva fare qualcosa di importante. C'è stato un processo di crescita globale, che ha coinvolto davvero tutti quanti: in una squadra se a maturare è tutto il gruppo si alza l'intensità e la qualità dell'allenamento. E penso che si possa alzare ancora l'asticella». - Q u e s t ' e s tate t i hanno cercato anche Cremonese e Foggia… «Mi ha convinto Giorgio Zamuner (consulente tecnico del Pordenone, ndr) a venire qui: mi ha parlato di questa realtà ed era ciò che stavo cercando. Si voleva arrivare a qualcosa di importante nonostante la cocente esperienza della retrocessione. Ma la cosa importante erano le tempistiche adeguate: volevo lavorare da subito nel modo giusto per raggiungere obiettivi importanti. A Cremona credo ci potesse essere troppa "assuefazione" in tutto l'ambiente». - Domanda perfida: sei più con-

tento per i 3 gol e i 3 assist o amareggiato per le due espulsioni? «So di aver commesso qualche errore ma da quelle situazioni non puoi fare altro che imparare, per evitare di ricascarci. Ne ho fatto tesoro. Ma sicuramente ci sono troppi episodi positivi che mi porto dentro: per questo bisogna finire con qualcosa di importante». - Sguardo al passato. Delle esperienze con Sudtirol, Pavia, Como, eccetera, quale ti è rimasta dentro di più e perché? «Probabilmente a livello calcistico il Sudtirol: è stata una bellissima cavalcata, una storia molto simile a questa. La società badava molto alla programmazione seria e al lavoro: a inizio anno si era partiti con l'obiettivo di crescere, poi siamo arrivati in finale play-off, sfiorando il sogno. Speriamo di seguire quella strada, le premesse ci sono tutte, la situazione è simile. Magari questa volta con un epilogo diverso…» - E tu hai anche vinto il Torneo di Viareggio con la Juventus… «Per un giovane è la vetrina più importante. Quel torneo che tutti

LEGA PRO 23^ Giornata PRO PATRIA - LUMEZZANE RENATE - REGGIANA BASSANO - GIANA ERMINIO PAVIA - ALBINOLEFFE ALESSANDRIA - PRO PIACENZA CREMONESE - PORDENONE MANTOVA - CUNEO FERALPI SALò - SUDTIROL PADOVA - CITTADELLA

aspettano perche ha un fascino diverso e una storia diversa. In quegli anni (2003, ndr) c'erano squadre fortissime. È stata una soddisfazione enorme perché giocavamo davvero bene. Con me c'erano Mirante, Cassani, Gastaldello, Palladino, per citarne alcuni. Gli anni passano ma quando ci vediamo è sempre un piacere. Poi ognuno ha avuto il suo percorso, ma siamo un po' tutti fratelli figli di Viareggio».

Luca Feole

tremilasport+ | 17 02 2016 | 07


Dopo aver chiuso mestamente l'avventura al Chions e la parentesi in serie D col Fontanafredda, il "Paciu" ha trovato il suo habitat ideale alla Sanvitese

PACIULLI

LA MIA RIVINCITA


ECCELLENZACALCIO

V

oglia di riscatto. Di rialzarsi. Queste le motivazioni di Daniel Paciulli, bomber della Sanvitese capace di andare a segno per ben 7 volte in 6 partite disputate. Dopo le esperienze con il Chions e con il Fontanafredda ecco l'occasione per dimostrare a tutti quanto, certe volte, sia sufficiente solo un po' di fiducia per far rendere al massimo chi la porta la vede anche a occhi chiusi. - Con la Gemonese vittoria per 2-1, ma eri squalificato. Cosa hai visto da fuori? «Mi sono goduto una gran prova da parte dei miei compagni: la dimostrazione che siamo un gruppo che sa lottare, che ha trovato la giusta identità. Se giochiamo ogni domenica così, con umiltà, credo sia dura per tutti. Ho visto la voglia di fare punti. In un campo così difficile, andando sotto contro una Gemonese fatta per quelle partite (fisicamente sono possenti), è stato bello vincere in rimonta. Una prova di carattere». - Siete in questa specie di limbo a metà classifica: a cosa puntate? «Siamo nel bel mezzo di una dura lotta. La classifica è molto corta, l'obiettivo principale è salvarsi ma sognare è possibile. Pensiamo a raggiungere la salvezza, ma al contempo non ti nego che è bello vedere la Sanvitese in quelle zone. Non mi piace fare pronostici ma se noi giochiamo in questo modo ce la giochiamo alla pari con tutte. Raggiungiamo prima il traguardo del mantenimento della categoria, poi divertiamoci… ci possono essere soddisfazioni dietro l'angolo». - Chi ti ha impressionato delle squadre davanti? «Il Lumignacco mi ha fatto grande impressione, e mancavano giocatori importanti: siamo stati bravi a vincere. Il Cordenons l'ho visto all'andata, ero venuto a vedere la sfida, ma sinceramente non penso ci sia l'ammazzacampionato. In eccellenza ogni anno si vedono quei due squadroni che dominano, penso a Monfalcone, Fontanafredda, Triestina. Quest'anno il livello è alto ma più equilibrato. Anche il Vesna lo temo molto, più del Torviscosa. Se quelle davanti caleranno? Non lo so, ma credo che la favorita resti il Cordenons: sono i più completi con due doppioni per ogni ruolo. E speriamo ci sia qualche sorpresa dalle retrovie, tra cui noi…Se vinciamo a Carlino la nostra annata può cambiare davvero…» - Più di un gol a partita di media: il tuo obiettivo dichiarato? «Non ce l'ho. Ho voluto seguire l'istinto venendo qui, avevo fame e volevo smentire le voci che si creano quando fai un anno storto. Quando ho sentito mister

Tomei mi ha dato motivazioni importanti. Il gol per l'attaccante è ossigeno, come per il difensore non prenderne. Sono le motivazioni migliori. Essere arrivato qui e vedere una Sanvitese che ha trovato il giusto assetto e che tu ne fai parte è una soddisfazione. Quindi in primis voglio salvare questa squadra, poi, visto che comunque i numeri sono importanti, cercherò di fare più gol possibili. Ho un mister che mi stimola, mi fa giocare e mi da fiducia: è quello che cercavo». - Cosa è successo a Fontanafredda? «Un mix di due cose: in serie D era il primo anno, non giocavo tantissimo anche a causa del lavoro (in una concessionaria, ndr). Stando a lavoro tutto il giorno capitava di perdere l'allenamento del giovedì pomeriggio (andavo la sera con gli under) e qualche rifinitura il sabato mattina. Se fai due allenamenti su quattro perdi il contatto e non vivi lo spogliatoio a pieno. Non è semplice tenere il ritmo. Ringrazio comunque mister De Pieri, con cui ho un gran rapporto tuttora: ha saputo ascoltarmi. L'altra ragione era la rosa: siamo passati dal 4-3-3 al 3-5-2 e con tre attaccanti su quattro fuori quota il mio spazio si era ridotto. Lui mi ha detto "Ho bisogno di te se giochi". Le circostanze me lo impedivano. Quindi ho cambiato…» - E ora la rivincita «È partita. Mi ha fatto male essere messo in discussione a Chions: ci hanno tagliato come se fossimo il vero problema. Ma io dico: "Se nasci tondo non muori quadrato". Trovo strano che ragazzi affermati da anni siano diventati improvvisamente brocchi. Dopo essere stato praticamente un eroe il primo anno, mi hanno fatto fuori, senza seconde possibilità. Per questo ringrazio Tomei, vero leader, e i ragazzi della Sanvitese per avermi ridato la serenità». - Il momento migliore della tua carriera? «Sicuramente la doppietta in finale di Coppa Italia con il Chions contro il Kras. Non avevo mai giocato una finale e risultare così decisivo è stato fantastico. Ma ricordo anche il gol al Nereo Rocco con il quale superammo la Triestina: momenti magici». - Ora, pare di capire, hai trovato davvero il tuo posto. «Quando sono arrivato era un momento difficile per la Sanvitese. Andati via giocatori come Venier e Pucciardi, importanti, c'era una situazione instabile. Tomei è stato capace durante la sosta invernale di ricompattare e caricare il gruppo. Si è creata la giusta alchimia. E i risultati consecutivi ne sono la prova. Poi sono contento perché giocare con Sedivec, uno da 300 partite in B, è qualcosa di unico.

IL persoNaggIo

a chIoNs coN berNarDo La scINtILLa NoN c'è stata

Daniel Paciulli nella pagina a fianco con la maglia del Chions.

EccELLEnzA - 28/02/2016 22^ Giornata

TOLMEZZO - ChIONS KRAS REPEN - CjARLINSMUZANE RIVIGNANO - CORDENONS FLAIBANO - GEMONESE TORVISCOSA - ISM GRADISCA SANVITESE - MANZANESE LUMIGNACCO - TRICESIMO VIRTUS CORNO - VESNA

Ti fa divertire dentro e fuori dal campo. Ma penso a Piccolo, portiere fortissimo, Candussio, Geremia, ecc…tutti uomini spogliatoio. Posso solo dire una cosa: io quando ho un allenatore vero, rendo. La mia scelta è stata azzeccata. E in tanti anni conservo un gran ricordo e rapporto con molti mister, come Vittore, Giordano, Lenisa, Erodi. Ma con Bernardo la scintilla è proprio mancata…» (l.f.) tremilasport+ | 17 02 2016 | 09


PROMOZIONE GIR A

pravisdomini AURORA REMANZACCO

1-2 14-02-2016

010| 17 10 | 1702 022016 2016| tremilasport+ | tremilasport+

Foto:VANNI SNIDERO

CALCIOUDINESE CALCIOFOTOGALLERY


FOTOGALLERYCALCIO UDINESECALCIO

tremilasport+ tremilasport+| 17 | 1702 022016 2016| 011 | 11


CALCIOUDINESE CALCIOPROMOZIONE CALCIOECCELLENZA PROMOzIOnE A - 28/02/2016 22^ Giornata

FIUMEBANNIA - BANNIA CASARSA - FULGOR AURORA REMANZACCO - LIGNANO TORRE - PRATAFALChI BRIAN - PRO FAGAGNA FLUMIGNANO - PORCIA PRAVISDOMINI - SESTO BAGNAROLA SPAL CORDOVADO - UNION PASIANO

PROMOzIOnE B - 28/02/2016 22^ Giornata

SAN LUIGI - GONARS SISTIANA - COSTALUNGA OL3 - jUVENTINA ZAULE - PRO CERVIGNANO PRIMOREC - S.GIOVANNI SEVEGLIANO - S.ANDREA SV RONChI - TRIESTE CALCIO SANGIORGINA - VALNATISONE

LA SCALATA

MUZZIN, FINALMENTE IL VERO BRIAN

- All'andata 5 vittorie. Nel girone di ritorno sono già 4 in 5 partite, e siete reduci da 7 risultati utili consecutivi. Cosa è cambiato? «Abbiamo recuperato tutti gli effettivi della rosa e l'abbiamo integrata con giocatori importanti. Finalmente dispongo di tutte le pedine, di una squadra completa. Purtroppo ad inizio anno alcuni componenti del gruppo si sono infortunati, altri li abbiamo persi nella sessione di mercato. Ora abbiamo dato una sterzata, i risultati ci danno ragione». - Non era un problema di testa dunque... «I brutti risultati non erano frutto di difficoltà di natura psicologica. L'amalgama del gruppo si costruisce giorno dopo giorno e ora sono contento perché vedo i miei ragazzi maturare e accrescere questa mentalità di squadra.

12 | 17 02 2016 | tremilasport+

Sono fortunato ad avere 23 ragazzi di altissimo livello». - L'obiettivo sono i playoff? «Oggi non ci poniamo alcun limite in alto: ci terremmo a fare il meglio possibile, ma la strada giusta è quella che ci fa analizzare la situazione partita per partita. Siamo concentrati, le aspettative di inizio anno erano altre non lo neghiamo, ma siamo rientrati nella corsa dopo essere finiti fuori dai giochi. Ci teniamo a stare in alto: io ho sempre parlato di 50 punti e sì, i playoff sono il nostro obiettivo minimo».

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M

omento magico per il Brian, che nel girone di ritorno ha cominciato a girare a mille invertendo decisamente la rotta, dopo un inizio di stagione al di sotto delle aspettative. Ora l'undici di Precenicco viaggia in piena zona play-off. e per capire i motivi che hanno portato a questo cambio di passo ci siamo rivolti al nocchiero della formazione bassaiola, mister Massimo Muzzin.

- Arriva il match con la Fulgor, e all'andata finì 3-2: che partita si aspetta? «È una squadra molto tenace che non molla mai. Ci sono individualità di assoluto rispetto. In quella partita siamo stati un po' polli perche vincevamo e abbiamo preso il pari su palla inattiva, poi la barriera messa male e altri errori veniali. Ci siamo complicati la vita da soli, ma non voglio togliere meriti a loro. Temo la coralità e quei nomi di livello: Graneri e Zucco ad esempio. Vero, hanno due giocatori squalificati, possono essere più vulnerabili ma non vuol dire sia più semplice, anzi. Posso garantire una cosa: da qui alla fine le giocheremo tutte per vincere. Più avanti faremo valutazioni

Federico Andreasi (Zaule) Predrag Arcaba (Ism Gradisca) Angelo Calligaro (Tricesimo)

Emanuel Morsut (Juventina) Mirko Benvenuto (Spal Cordovado)

più concrete sulle nostre ambizioni». - Un giudizio sulle rivali dirette per la corsa ai playoff. E chi è la squadra che alla fine la spunterà per il campionato? «C'è un lotto di squadre in corsa con noi: siamo tutte lì, con Casarsa, Porcia, Cordovado e Union Pasiano. Se la giocheranno tutte fino alla fine. Il Torre è più staccato e penso possa ambire a qualcosa in più: è la squadra che mi è piaciuta di più in questo girone di ritorno. Anche se c'è da dire che il Lignano merita il primo posto. Sono i più quadrati, organizzati. Certo, se continua a perdere colpi potrebbero aprirsi scenari bellissimi che rendono il campionato interessante. Là davanti sarà sfida col Torre a mio giudizio. Ma il Lignano è la vera sorpresa: hanno cambiato poco, nessuno li accreditava a inizio anno tra

lepossibili vincitrici, e invece hanno dimostrato di meritare i risultati, hanno impressionato col loro gioco e stanno facedo un campionato di gran valore».

Matteo Franzin (Cordenons) Patrizio Gerometta (Lumignacco)

Marco Delmoro (Trieste Calcio)

Emanuele Puddu (Aurora Remanzacco)

Ziga Smrtnik (Kras)

Jonathan Tocchetto (Gemonese)

LO SQUADRONE DI ECCELLENZA E PROMOZIONE


(Foto Alessio Beltrame)

PRIMA CATEGORIACALCIO CATEGORIACALCIO

LUCA ZULIANI

IL LAVARIAN,

DEL MODELLO "PLAYMETER"

I

l LavarianMortean sembra essersi inceppato. Un'annata particolare per i biancoblu. E chi meglio di Luca Zuliani, difensore classe '89 da sempre con la stessa casacca ("Salvo due esperienze 'all'estero' con Bertiolo e Santamaria"), e con già 17 presenze in questa stagione, per analizzare il momento della squadra di mister Stefano Beltrame. - Partiamo con una curiosità che fa parte della famiglia Lavarian: il playmeter. «Il playmeter non è altro che un punteggio dato ai giocatori in base a statistiche della partita (tempo giocato, goal subiti, goal fatti, ammonizioni...). Sul sito della società c'è il regolamento: fino all'anno scorso c'era il "pagellista misterioso" (nessuno sapeva chi fosse…) che dava i voti in base alla prestazione; quest'anno invece il punteggio in base alle statistiche, più oggettivo. Il giocatore premiato mensilmente non è altro che il giocatore con il punteggio più alto ottenuto durante quel determinato periodo». - Siete in linea con le aspettative di inizio

IL prossIMo tUrNo

anno? «La situazione non è ovviamente quella che ci aspettavamo: la squadra è la stessa dell'anno scorso, con gli innesti di Reniero, Mauro, e alcuni giovani promettenti, quindi le speranze erano veramente l'opposto. Purtroppo le cose non sono girate troppo bene. L'impegno c'è, ma manca quella fame di risultati che la scorsa stagione ci contraddistingueva. Se ritroviamo la determinazione che solo qualche mese fa ci ha permesso di fare partite bellissime e combattute contro squadre blasonate (penso a Fauglis, Real e Risanese, dove abbiamo addirittura vinto 4-0), rialzeremo la testa». - C'è quindi qualche rimpianto? «Ce ne sono e, purtroppo, sono tanti. I punti persi nei minuti finale fanno malissimo, vedi le sfide contro Union Martignacco e Diana (in quest'ultima partita vincevamo 3-1 a pochi minuti dal termine prima di subire i due gol del pareggio finale). Nell'arco di tutto il campionato troppo spesso non siamo stati capaci di amministrare

GIROnE A - 28/02/2016 22^ Giornata

GRAVIS - BARBEANO PALAZZOLO - TEOR CEOLINI - CAMINO UNION RORAI - MANIAGOLIBERO VALERIANO - S.QUIRINO VAjONT - VALLENONCELLO CODROIPO - VALVASONE CORVA - VIVAI RAUSCEDO

risultati oramai acquisiti. Ci è mancata la gestione. Pareggiare partite mentre stai vincendo in superiorità numerica lascia un segno, è innegabile. Con il Riviera all'andata la sconfitta è stata bruciante. Anche a livello personale so di avere commesso molti errori tattici e di disimpegno: sono cose che ti fanno mangiare le mani. Di errori ne ho e ne abbiamo commessi. Troppi forse, ma non si può far altro che guardare avanti e non pensare a quello che è stato. Dobbiamo restare compatti, lottare fino all'ultimo pallone per raggiungere i nostri risultati personali e di squadra. E quello sicuro non ci manca» - Un punto di forza. La voce gira anche al di fuori dell'ambiente: quella di Lavarian è una vera e propria famiglia… «Siamo un gruppo bellissimo e affiatato, dove non c'è un unico leader ma un insieme di ragazzi che si sostengono a vicenda, lottando insieme. Probabilmente questa situazione è sia il pro che il contro dell'ambiente. Mi spiego: forse quest'anno è mancata una figura di esperienza e di peso nello spogliatoio in grado di rimproverare il compagno o elogiarlo quanto necessario. Senza troppi giri di parole, paghiamo l'assenza di Massimiliano Braidiotti (infortunatosi ad inizio campionato, ndr). La stagione è nata storta, senza una figura di riferimento. Sentiamo la mancanza del capitano, ma proviamo a giocare anche per lui».

GIROnE B - 28/02/2016 22^ Giornata

TORREANESE - AZZURRA PREMARIACCO BUIESE - BEARZI SANTAMARIA - LAVARIANMORTEAN RAGOGNA - REANESE ANCONA - RISANESE RIVIERA - RIVE D'ARCANO ATLETICO FAUGLIS - TARCENTINA DIANA - UNION MARTIGNACCO

GIROnE c - 28/02/2016 22^ Giornata

CORMONESE - DOMIO BREG - ISONTINA PRO GORIZIA - ISONZO PORPETTO - MARIANO AQUILEIA - MLADOST FO.RE.TURRIACO - PRO ROMANS MEDEA GRADESE - TERZO SOVODNjE - ZARjA

tremilasport+ | 17 02 2016 | 13


(Foto Ilaria Metus)

CALCIOSECONDACATEGORIA

VENZONE, SERVE UNA SCOSSA

Ma il bomber Spilotti rilancia le ambizioni del club: «Non molliamo l'osso»

I

l maltempo abbattutosi sulla regione nel fine settimana ha praticamente bloccato i campionati di Seconda e Terza categoria: pochissime le gare che le squadre sono riuscite a portare a termine. Particolarmente bersagliato il girone B di Seconda categoria che ha visto solo il successo del Colloredo sul Venzone per 2-0. Per l’undici rossoblù un periodo decisamente poco fortunato, che li ha visti cadere ben quattro volte su sei in questo girone di ritorno, dopo un’andata vissuta a grande velocità.

A fare il punto in casa Venzone è l’attaccante Thomas Spilotti, tornato a pieno regime solo recentemente dopo il terribile infortunio del 2012 che gli provocò la frattura di tibia e perone, e che ha influito notevolmente sul suo recupero anche in termini psicologici. «Oggettivamente abbiamo dei rimpianti perché, ad esempio contro la Forum Julii, abbiamo lasciato sul campo punti fondamentali che ci avrebbero consentito di tenerci nelle zone altissime della classifica. Cosa non ha funzionato? A mio avviso è mancata la cattiveria davanti alla porta,

Eugenio Valent? è un esempio che noi giovani dobbiamo seguire per dare sempre il massimo 14 | 17 02 2016 | tremilasport+

e da questo punto di vista sento di avere anch’io le mie colpe, non avendo sfruttato a dovere alcune potenziali occasioni da rete». Gli ultimi risultati hanno molto probabilmente estromesso definitivamente il Venzone dalla lotta per il primo posto, ma i rossoblù hanno comunque tutto il potenziale per poter dare battaglia in zona post season, grazie alle capacità di mister Pittoni e a elementi di esperienza come ad esempio Eugenio Valent: «Pittoni è un allenatore grintoso e appassionato, e tutta la squadra gli deve molto – continua Spilotti -. Per quanto riguarda Valent, vederlo esprimere un gran calcio nonostante la non giovanissima età fa capire quanta sia la sua dedizione e la passione per questo sport. Per noi giovani è un mito, un esempio che vogliamo e dobbiamo seguire per riuscire a dare sempre il massimo». Alla ripresa delle ostilità il calendario riserverà al Venzone una sfida col Moruzzo semplice solo sulla carta: «Sinceramente

non ci vedo ancora tagliati fuori dalla lotta per il primo posto. Le due davanti sono ottime squadre, ma comunque alla nostra portata. Probabilmente il Tagliamento è la squadra più forte del girone, ma il campionato è ancora lungo. Per quanto mi riguarda, sono a 8 reti e spero solo di fare più gol possibili per contribuire al raggiungimento di traguardi importanti».


TERZA CATEGORIACALCIO

IL PUNTO NEGLI ALTRI CAMPIONATI

FOCUS

UNIONE SMT, UN KO CHE PESA Solo tre le gare portate a termine nel fine settimana nel girone A di Seconda categoria. Tra queste spicca la vittoria del Villanova che ha fatto suo il big match di giornata andando a sbancare il campo dell’Unione SMT. Un brutto colpo per l’undici di Tracanelli che vede così la vetta distanziarsi: restano infatti cinque i punti di ritardo dalla capolista Tilaventina, che però deve recuperare il match interno contro il SaroneCaneva, rinviato causa maltempo. Con questo successo, invece, il Villanova rinvigorisce ancor più il suo ruolo di principale antagonista. Sugli altri campi, due vittorie in trasferta, entrambe per 3-2, realizzate da Virtus Roveredo, che ha vinto il derbissimo con l’Aviano, e dal Tiezzo, corsaro sul campo di un Don Bosco ultimo in classifica appaiato alla Real Castellana, che però ha da recuperare ben due gare. Nel girone C, successo importante per il Rivolto che

batte per 3-1 la Maranese e mette al riparo il primo posto dalle incursioni della Serenissima, la cui gara col Sedegliano è stata rinviata. Terza piazza per il Flambro, solido e quadrato nel derby vinto con un perentorio 3-0 sul campo del Lestizza. Tre punti che tengono l’undici di Toneatto agganciato al treno delle prime della classe, visto che anche in questo caso c’è una gara da recuperare. A Varmo è cambiato direttore d’orchestra, ma lo spartito è rimasti pressappoco lo stesso: la sconfitta interna contro il Torre è la sesta casalinga in questa stagione, e mantiene i bianconeri poco sopra la zona retrocessione diretta. Nel girone D, sono state sei le gare arrivate al termine. Il Primorje ha confermato di essere un autentico rullo battendo per 3-2 il SanCanzianBegliano e portando a 8 le lunghezze di vantaggio dal Chiarbola, che però deve recuperare il match con la Romana. In zona play-off, rallenta l’Audax che non va oltre l’1-1 sul campo dell’Azzurra, mentre il Ruda e il Moraro vincono gli scontri diretti rispettivamente contro il Villesse per 3-1 e il Muglia per 2-0.

SPAZIANTE, ECCO A VOI LA SORPRESA MOIMACCO

A

lberto Spaziante è uno degli elementi di maggior esperienza del Moimacco, squadra che giornata dopo giornata si sta evolvendo in una splendida sorpresa. A una decina di partita dal termine del campionato la trasformazione è arrivata ad un punto cruciale: con due partite in meno rispetto alle dirette concorrenti il rilancio nella zona play-off è alla portata di mano. - Pensavi di essere in questa zona di classifica a metà febbraio? «Siamo in un girone dispari, noi abbiamo già riposato. A inizio anno non pensavamo di poter competere per questo tipo di traguardi, ma il filotto di vittorie nella seconda parte del girone di andata ci ha proiettati in alto. Ci proveremo fino all'ultimo minuto. La squadra è molto giovane, si sono commessi errori nei mesi scorsi, ma siamo maturati e i risultati (vedi la vittoria col Pozzuolo) e le prestazioni (con il Latisana abbiamo perso 2-1 ma abbiamo fatto la partita) ci danno ragione. Ce la giocheremo alla pari con tutte, ne sono certo». - Ufficiale: l'obiettivo sono i playoff adesso. «Le possibilità ci sono. Peccato aver commesso qualche ingenuità di troppo in qualche partita, ma l'età media è bassa e bisogna fare esperienza. Mancava forse un po' di concentrazione inizialmente, infatti come attacco siamo nelle prime quattro squadre. Abbiamo subito qualche gol di troppo, ma la maggior parte a inizio stagione. Siamo migliorati anche da quando abbiamo trovato il modulo ideale: il 4-4-2. Il mister prima provava le tre punte, i

cinque centrocampisti, ma con queste posizioni rendiamo alla grande». - Sei reduce da un'esperienza fantastica con il Bearzi. «Una stagione bellissima. Purtroppo, finito il prestito, non c'era possibilità di rinnovarlo, altrimenti sarei rimasto. Un gruppo unico, col perfetto mix di giovani e "anziani". Ci siamo trovati sin da subito ed è stato importante assimilare i consigli di gente d'esperienza: penso a Chittaro, Gherbezza, Metus, Ely (lui davvero con una marcia in più), sempre pronti a darti saggi consigli. Nel nuovo ambiente di Moimacco provo a trasmettere questi insegnamenti. La finale playoff vinta col Tagliamento lo scorso maggio è un ricordo indelebile. Il giusto premio per un gruppo super». - Ti sei tolto anche la soddisfazione del gol quest'anno… «Sì, col Pozzuolo, ho fatto il gol della "rinascita" (sorride, ndr). Dopo aver subito due gol uno dietro l'altro ho riaperto i giochi insaccando da calcio d'angolo, dopo una serie di rimpalli che avevano mandato la palla sulla traversa. La rimonta si è conclusa con un gol pazzesco di Baruffaldi, in pallonetto di spalle alla porta, e con il rigore parato da Bottiglieri. Abbiamo sofferto e quella partita ci ha fatto capire tanto sulle nostre potenzialità». - Anche voi stoppati dal tempo domenica. Vi aspetta il Donatello. «Speriamo non si riveli una cosa negativa: alla fine siamo fermi da più di 15 giorni, non è facile rientrare subito nel ritmo partita. All'andata con loro è finita 5-2 ma ci hanno dato parecchio filo da torcere, soprattutto nei primi 45 minuti. Una partita sofferta, ci sarà da stare attenti». tremilasport+ | 17 02 2016 | 15


CALCIOGIOVANILE CALCIOUDINESE

COLPACCIO DELLA ROIANESE CHE VINCE IL "CATTARUZZI"

I bianconeri battono a sorpresa i padroni di casa del San Luigi e l'Altura facendo loro l'importante torneo di calcio giovanile

S

i tinge di bianconero la IX^ edizione del Memorial Cattaruzzi con la Roianese che batte l’Altura per 3 a 2 nella gara inaugurale delle final three e poi nel match che vale il torneo si impone per 5 a 3 sul San Luigi. Per i biancoverdi il secondo posto conquistato grazie al successo per 2 a 1 sull’Altura, piazzatosi terzo. ALTURA – ROIANESE 2-3 (1-3) Marcatori: Giraldi (R) 5’, Cocolo (A) 5’, Bonin (R) 9’, Franchi Michele (R) 14’ pt; Minenna (A) 1’ st. E’ la Roianese ad aggiudicarsi il primo dei tre confronti per l’assegnazione del Memorial Cattaruzzi battendo per 3 a 2 l’Altura. Gara bellissima, combattuta, vivace e giocata a ritmo intensissimo. Al 1° bianconeri subito pericolosi con un diagonale di Bonin di poco a lato. La replica dell’Altura con un tiro da distanza ravvicinata di Chittaro parato da Bressi. Al 3° ci riprova Bonin con il suo

potente sinistro ma la palla si stampa sulla traversa, Il vantaggio dei ragazzi di mister Mastromarino arriva al 5° con Giraldi il cui sinistro nell’angolino non dà scampo a Chermaz. Il tempo di mettere la palla al centro e l’Altura pareggia con Cocolo che raccoglie palla a centro area e gira alle spalle di Bressi. E’ sempre Bonin il più insidioso tra i roianesi con le sue conclusioni dalla distanza che mettono i brividi a Chermaz come al 7° quando il pallone sorvola di un nulla la traversa. Due minuti dopo il mancino bianconero fa centro per il nuovo vantaggio della Roianese con una tiro dal limite dopo una caparbia azione personale. Ancora una volta la reazione della formazione di mister Lagonigro è immediata ed al 10° è la tempestiva uscita di Bressi su Chittaro lanciato a rete a negare il pareggio all’Altura. Un minuto più tardi Chittaro è sfortunato quando il suo gran tiro dalla distanza scheggia la traversa. Al 12° Altura che

rischia per due volte di subire la terza rete, con altrettanti salvataggi sulla linea: nella prima circostanza è Severi a respingere il tiro di Michele Franchi, mentre poco dopo è un provvidenziale colpo di testa di Dudine a negare la gioia della doppietta a Giraldi. Nel finale prima Bressi neutralizza una insidiosa conclusione di Cocolo e al 14° è Michele Franchi con un preciso rasoterra a mettere a segno il gol del 3 a 1 con il quale si chiude la prima frazione di gioco. La ripresa si apre con la rete di Minenna che raccoglie una corta respinta di Bressi sulla conclusione di Chittaro e riaccende le speranze di rimonta dell’Altura. Al 2° è Bressi a bloccare in due tempi il tiro da fuori area di Severi. Altura che attacca a testa bassa e Roianese sempre insidiosa nelle ripartenze. Al 5° doppia parata di Chermaz che prima respinge un destro di Giraldi dal limite e successivamente si disimpegna con sicurezza sul velenoso sinistro di Bonin. La gara cala di intensità e le emozioni sono sempre più rare. Alcuni velleitari attacchi dell’Altura si infrangono sulla diga bianconera, mentre sull’altro fronte manca sempre il tocco finale per impensierire seriamente

PREMI PERSONALI:

Miglior giocatore: Stefani Simone (San Luigi) Miglior portiere: Bressan Piero (San Luigi) Miglior difensore: Franchi Michele (Roianese) Miglior centrocampista: Venutti Samuel (Vesna) Miglior attaccante: Bonin Luca (Roianese) Capocannoniere con 8 gol: Chittaro Matteo (Altura)

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Chermaz. All’ultimo minuto l’Altura ha la ghiotta opportunità per pareggiare ma la punizione dal limite di Chittaro è potente ma imprecisa con palla che sfiora l’incrocio dei pali. ALTURA – SAN LUIGI 1-2 (0-1) Marcatori: Stefani (SL) 15’ pt; Stefani (SL) 3’, Chittaro (A) 13’ st. Vittoria del San Luigi nella seconda gara di giornata con i ragazzi di mister Malusà che battono per 2 a 1 l’Altura. Così come nella precedente partita anche questa volta il primo tempo è scoppiettante e ricco di emozioni e occasioni da rete, mentre nella ripresa il ritmo cala con il San Luigi bravo nel gestire la situazione. Biancoverdi subito insidiosi con un tiro di Lepore dalla distanza che Chermaz tocca di quel tanto che basta per mandare la palla sulla traversa. I legni saranno i veri nemici dei sanluigini in questo confronto. Al 4° azione in fotocopia e questa volta Chermaz e la traversa dicono di no al sinistro di Stefani; la palla carambola a due metri dalla porta con Musizza che svirgola fallendo il vantaggio. Sul proseguo dell’azione ancora Stefani al tiro e sfera che esce sfiorando l’incrocio dei pali. Dopo un periodo di dominio sanluigino al 5° l’Altura mette in naso nella metà campo avversaria e ci vuole una tempestiva uscita di Bressan per fermare Chittaro lanciato a rete. All’ 8° Chermaz è abile nel respingere con i


GIOVANILE UDINESECALCIO CALCIO

piedi un bolide su punizione di Kosijer, mentre poco dopo il destro di Chittaro è di poco a lato. Al 14° Altura vicinissimo al pareggio quando Chittaro scambia con Minenna e lascia partire un gran tiro che supera Bressan e colpisce la parte interna del palo con la palla che attraversa tutto lo specchio della porta prima di essere messa in out da Kosijer. All’ultimo respiro il San Luigi passa: palla filtrante di Lepore per Stefani che si infila tra i centrali dell’Altura, salta anche Chermaz e insacca a porta vuota. La prima azione del secondo tempo è di marca Altura con un iniziativa di Chittaro il cui tiro è bloccato a terra da un attento Bressan. Al 2° Brunner sbroglia una pericolosa situazione in area sanluigina su un insidioso cross di Chittaro. Sull’azione successiva il San Luigi raddoppia ancora con Stefani che batte Chermaz con un gran tiro dal limite a mezz’altezza. Sotto di due reti per l’Altura diventa difficile rientrare in partita soprattutto perche Vassilich dirige bene il reparto arretrato sanluigino che non concede spazi al temuto Chittaro. All’ 8° ancora un legno colpito da Stefani il cui sinistro dal limite si infrange sulla traversa. Passa un giro di lancetta ed è Canciani e colpire la quarta traversa per la formazione sanluigina con un tiro da distanza ravvicinata su assist di Lepore. A tre minuti dalla fine l’Altura va a bersaglio

con un calcio di punizione di Chittaro da metà campo la cui traiettoria beffa Bressan. Finisce 2 a 1 per il San Luigi che arriva al confronto decisivo con la Roianese obbligato a vincere per aggiudicarsi il torneo. ROIANESE – SAN LUIGI 5-3 (4-2) Marcatori: Giraldi (R) 2’, Musizza (SL) 3’, Giraldi (R) 5’, Mitri (R) 5’, Agbedjro (R) 9’, Stefani (SL) rig. 14’ pt; Canciani (SL) 7’, Franchi Michele (R) 15’ st. A l te r m i n e d i u n a partita avvincente, equilibrata e ricca di emozioni e di reti spettacolari, la Roianese batte per 5 a 3 il San Luigi e conquista la IX^ edizione del Memorial Cattaruzzi. I biancoverdi di mister Malusà possono certamente recriminare per le numerose palle gol fallite al cospetto di un avversario dimostratosi invece cinico sotto porta e anche un pizzico fortunato ma che ha vinto con

pieno merito. Passano solo cinque secondi e la Roianese sfiora il gol con un sinistro di Bonin che Bressan mette in corner con un tuffo felino. Al 2° bianconeri in vantaggio: Bressan esce su Luongo lanciato a rete e palla che arriva a Giraldi che insacca a porta vuota. Immediato il pareggio sanluigino che porta la firma di Musizza che, su palla filtrante di Stefani, supera Bressi in uscita con uno scavetto. La partita è bellissima con una cornice di tifo su entrambi i fronti molto spettacolare. Al 5° Luongo serve Giraldi sulla destra la cui prima conclusione è ribattuta da Bressan, il quale nulla può sul successivo tiro del numero nove bianconero che si insacca sotto la traversa: 2 a 1 per la Roianese. Palla al centro e altro gol dei ragazzi di mister Mastromarino che vanno a bersaglio con Mitri che insacca con un rasoterra a fil di palo dopo un’azione personale. Al 6° Bressi respinge un tiro a botta sicura di Musizza liberato da un assist di Lepore. Al 9° eurogol di Agbedjro che da oltre metà campo inventa una parabola pazzesca che si infila sotto la traversa beffando Bressan. Altra palla gol per Musizza su passaggio smarcante di Stefani e palla sull’esterno del palo. Continua il momento sfortunato per Musizza che all’ 11° dopo un rapido uno-due con Stefani dall’altezza del dischetto mette incredibilmente a lato. Al 13° azione insistita di Stefani che prima impegna Bressi in una difficile parata d’istinto e successivamente colpisce il palo con un tiro da ondo campo. Poco prima della fine del tempo

il San Luigi accorcia le distanze con un calcio di rigore per un fallo di mano di Caiazza trasformato imparabilmente da Stefani. 4 a 2 all’intervallo per la Roainese. La ripresa vede subito il San Luigi attaccare a testa bassa ma i biancoverdi continuano nella collezione di traverse. Al 1° pallonetto di Stefani che scavalca Bressi ma sbatte sulla traversa, mentre due minuti dopo ancora Stefani si vede negare la gioia del gol dal legno della porta roianese. La pressione sanluigina è smorzata da un veloce contropiede di Bonin il cui sinistro è respinto da Bressan. Al 9° tiro di Musizza dal limite e palla bloccata a centro area da Canciani che si gira e insacca alle spalle dell’estremo difensore bianconero: 4 a 3 e gara riaperta. Il San Luigi ha la palla del pareggio all’ 11° quando un liscio dei centrali roianesi mette Canciani tutto solo davanti a Bressi ma l’attaccante sanluigino spreca calciando fuori. Nel finale forcing dei biancoverdi ma senza grossi rischi per la difesa avversaria ed anzi sono i roianesi a mettere al sicuro gara e torneo con la rete del definitivo 5 a 3 messa a segno da Michele Franchi che riprende una corta respinta di Bressan su un tiro cross dalla sinistra e insacca in scivolata. Al termine applausi scrocianti per tutti i protagonisti di una partita avvincente e spettacolare. Formazioni: ALTURA: Chermaz, De Palo, Dudine, Severi, Greco, Minenna, Chittaro, Cocolo, Gargiulo. All. Lagonigro. ROIANESE; Bressi, Agbedjro, Bonin, Franchi Michele, Franchi Luca, Luongo, Mitri, Caianzza, Giraldi. All. Mastromarino. SAN LUIGI: Bressan, Brunner, Vassilich, Kosijer, Lepore, Musizza, Stefani, Canciani. All. Malusà. Classifica finale: 1° Roianese, 2° San Luigi, 3° Altura, 4° Vesna , 5° Sant’Andrea, 6° San Giovanni.

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ALLIEVI sperimentali

PRO FAGAGNA ISM Gradisca

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TESTA A TESTA

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IN attesa DeL bIg Match che Le Metterà DI FroNte IL 5 MarZo, Le DUe capoFILa VINcoNo IN trasFerta

SI ROMPE IL FILOTTO DEL TERGESTEO

serie c

E' svanito all'ultimo minuto di gara il quarto trionfo consecutivo per il Tergesteo di mister Bevilacqua, raggiunto nel finale del derby di Grado dalla Pentalcor. Resta da rimarcare comunque il buon momento dei giallo-neri che sembrano aver ritrovato quell'equilibrio necessario per allontanarsi dalle zone calde della classifica. BomBer

TINE KAPUN AL VERTICE DELLA CLASSIFICA Comanda sempre Tine Kapun della Bassa, con 41 centri, ma attenzione al recupero di Aziz (Maccan) arrivato a 36 marcature. Distanziato il resto della truppa: grazie alla rete contro il Tavagnacco, sale sul terzo gradino del podio Oliver Dimarch che con 21 reti raggiunge Goranovic del Manzano.

IL 5 MARZO LA SFIDA DECISIVA

match clou

Salvo sorprese, sarà lo scontro diretto del 5 marzo a Manzano a chiarire chi potrà essere la candidata al salto diretto di categoria tra Bassa e Calcetto Manzano. Diametralmente opposte le condizioni attuali delle due contendenti, con la truppa di mister Pittini che dopo la pausa natalizia sembra aver smarrito quella lucidità e concretezza che ha avuto per tutto il girone di andata. Sta attraversando un buon momento invece la Bassa, reduce da dieci successi di fila e con Radiskovic in rientro.

BASSA E MANZANO

VANNO A GONFIE VELE

Q

uinta di ritorno interlocutoria nel campionato di serie C di calcio a 5 del Friuli Venezia Giulia; vincono infatti tutte le prime e la classifica rimane immutata anche se la spaccatura tra il gruppo delle prime sei ed il resto della classifica si dilata in maniera esponenziale. La capolista Manzano sbanca Aquileia per 2-4 (doppietta Gregorcic) in una gara combattuta, con i seggiolai che ancora una volta confermano di avere le polveri bagnate sottorete e rischiano oltre il dovuto nel concitato finale di gara; la risposta della Bassa Futsal non tarda ad arrivare con la vittoria a S.Vito al Tagliamento per 8-5. Gara sempre in controllo per il team di Criscuolo che piazza il break nel primo tempo e poi amministra l'incontro con personalità mandando in rete tre volte sia Kapun che Ramic, oltre alla doppietta di Laharnar. Vendemmiata per il Palmanova che strapazza il fanalino Udine City: il bunker di Spina regge un tempo all'onda d'urto della squadra del presidente Labollita che nella ripresa travolge con un eloquente 9-0 la malcapitata formazione udinese. Battaglia a Tavagnacco con il club di Dedushaj che ci mette l'anima contro la Torriana, ma l'esperienza consente agli isontini di uscire con un prezioso 2-5 (Tancos due volte, oltre a Dimarch, Medved e Kosuta)

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che li mantiene al quarto posto della graduatoria. Fermo il Maccan Prata per il turno di riposo, in corsa per i play off rimane anche la Futsal Udinese che stronca nel primo tempo con le reti de Dell'Arche e Mema le velleità di un Pordenone incapace nella ripresa di riacciuffare la partita ed a questo punto definitivamente fuori dalla lotta per la post-season; un super Rudy Saviano, quattro reti di pregevole fattura, consente al Lignano di tornare alla vittoria per 6-2 sul campo della convalescente Clark Udine, che finalmente dopo due forfait si ripresenta in campo con una formazione che quantomeno esce a testa alta dalla sfida. Emozioni e finale palpitante nel derby di Grado: punteggio sempre in bilico e quando il Tergesteo avanti per 3-2 pensa di avere in tasca la quarta vittoria di fila, la mossa di Movio del portiere volante si rivela azzeccata con il bomber Vodopivec che timbra il pareggio sui titoli di coda. Fermi infine i campionati nazionali per gli Europei di categoria, anche per l'Adriatica è stato un week-end di riposo, quando mancano sei giornate alla fine della stagione i cantierini fermi mestamente in ultima posizione con solo 2 punti dovranno cercare di concludere più degnamente possibile il campionato, a partire già dalla prossima gara casalinga con la Fenice.

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FEMMINILECALCIO RICONOSCIMENTO Alessia Tuttino, asse portante del Tavagnacco, è stata premiata dalla Figc per le sue 133 presenze nella nazionale azzurra. Giusto riconoscimento.

SETTORE GIOVANILE, NOI CI SIAMO Nonostante le difficoltà, il Pordenone cura le basi con buone risultanze

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ettore giovanile: croce o delizia del calcio femminile? Spreco di risorse o valida assicurazione per il futuro? In regione c’è chi ci crede, chi sta investendo sempre più energie, chi è sicuro che le piccole calciatrici possano diventare, un giorno, colonne portanti di uno movimento che non sta attraversando il periodo più roseo della propria storia. Tavagnacco e Pordenone non sono solamente rivali in campo, diventano compagne di squadra se si tratta di formare le giovani giocatrici di domani, se si tratta di

"Con la Primavera avevamo numeri ristretti ma non abbiamo voluto lasciare scoperta una fascia importante, anche in ottica prima squadra"

sposare un progetto di crescita a lungo termine. Il Pordenone ci è arrivato forse con un attimo di ritardo sulle cugine gialloblu, ma in pochissimo tempo sta raccogliendo frutti importanti. «Siamo partiti tre anni fa con una squadra di giovanissime - rac-

SERIE C, DOPO LA SOSTA, RIPRESA LIMITATA DAL MALTEMPO: RINVIATI DUE INCONTRI SU TRE

conta Diego Nebuloni, direttore tecnico del settore giovanile neroverde -. I primi periodi subivamo valanghe di gol perché le bambine arrivavano tutte dal calcio a nove. Quest’anno siamo arrivati quinti nel girone con un bottino di 27 punti in 18 giornate; un ottimo risultato visto che le prime quattro squadre accedono al girone Elite e noi disponiamo di una rosa molto giovane composta da quattro 2002, cinque o sei 2001 e uno zoccolo duro del 2000. Una garanzia per il prossimo anno così come l’aver creato in questa stagione una squadra di esordienti lo è per il futuro». Ottimi risultati anche alla luce del fatto che vi confrontate con selezioni maschili. «Le ragazze non denotano difficoltà nel giocare contro i maschi, il livello tecnico è molto simile - spiega Nebuloni -. Altra storia il piano agonistico: fisicamente le bambine soffrono, è innegabile. Dei 27 punti conquistati, molti sono frutto di vittorie contro le prime in classifica, quelle che giocano e non mettono la partita sul piano della fisicità. I risultati finora ottenuti sono un ottimo biglietto da visita per l’attività che stiamo svolgendo nelle scuole. Grazie alla collaborazione con la Friulana Calcio a Udine e il Maccan Calcio a 5 nel pordenonese, abbiamo attivato dei progetti volti ad avvicinare le bambine al calcio. Stiamo valutando la possibilità di creare una squadra di Pulcine e

Due mesi di stop, una pausa infinita quella che ha tenuto le squadre di Serie C femminile lontane dal campo da gioco, dalle partite ufficiali. Un’attesa che, per due incontri su tre, si protrarrà fino al prossimo fine settimana. Sia lo scontro al vertice tra Udinese e Pasiano che il derby triestino tra San Marco e Montebello sono stati rinviati cau-

magari una di Primi calci, insomma di obiettivi ne abbiamo parecchi». Paradossalmente le difficoltà maggiori le avete avute con la squadra Primavera. «Già a inizio anno avevamo dei numeri ristretti, ma per non lasciare scoperta una fascia importante, anche in ottica di prima squadra, abbiamo deciso di partire ugualmente nonostante le difficoltà e di sposare il progetto di partecipare al campionato di Serie C per far fare loro esperienza». «Siamo partite in sordina in un campionato che è un po’ sopra il nostro livello - racconta Valeria Vendrame, tecnico della Primavera, alla sua prima esperienza come allenatrice -. Inizialmente abbiamo lavorato molto per conoscerci e creare una sintonia necessaria sia tra di noi che con i genitori. L’obiettivo che mi ero posta a inizio anno era quello di vincere la prima partita a febbraio e con il 4-0 di sabato contro il Chiavris (gol di Scodellaro, Tommasi, Dall’Arche e Bortolussi) abbiamo fatto un bel passo avanti e rinfrancato pure il morale". Ora si guarda al futuro: "Alla prossima partita in casa del Montebello e soprattutto alle fasi finali del campionato nazionale Primavera, in programma a maggio - anticipa la Vendrame - . Abbiamo finalmente recuperato la centrocampista Moletta, infortunata di lungo corso che domenica ha esordito insieme alla Feletto anche in prima squadra. Una freccia in più al nostro arco per cercare di ottenere i migliori risultati in un campionato mediocre ma tutto sommato stimolante, un campionato minato dalle poche squadre iscritte e da un livello di competitività purtroppo troppo basso rispetto agli anni passati». Valeria Degano

sa maltempo e impraticabilità dei rispettivi terreni di gioco. Unica partita del weekend è stata quindi quella giocata sabato tra la Primavera del Pordenone (nella foto) e il Chiavris. 4-0 per le ragazzine di mister Valeria Vendrame, abili a ridimensionare il morale di un Chiavris imbottito di infortunate e influenzate.

tremilasport+ | 17 02 2016 | 21


CALCIOUDINESE

RADDRIZZATE I PIEDONI... SENNò SALTA COLANTUONO di IDO CIBISCHINO

S

ono i deboli a chiamare in causa la sfortuna. Colantuono il marine non è un debole, e infatti non si appiglia alla sorte avversa, pur lasciando trasparire, con un sorriso tra l'amaro e il sarcastico, lo stupore per avversità che si accaniscono sotto forma di pali, di occasionissime fallite, di pasticci difensivi, com'è accaduto contro il Bolo-

gna, nella partita che inaugurava il cosiddetto “ciclo abbordabile”, quello che doveva (dovrà) mettere al sicuro l'Udinese. Di mettersi al riparo da risucchi mortali non ne vogliono sapere, i nostri bianconeri, e così si arranca con il cuore in gola, davanti appena cinque punti dalla terz'ultima, il Frosinone, che combatte e ora vince anche fuori casa. MACCHE' SFORTUNA! - Ma la fortuna - diceva ancora prima di Cristo il poeta Virgilio nell'Eneide - va tirata dalla propria parte con il coraggio, con l'audacia, con la sfrontatezza. L'audacia che esibisce Donadoni, il quale non si accontenta dello status quo (uno 0-0 tutto sommato accettabile) e butta dentro la seconda punta pesante, Floccari, l'autore della spizzata che mette Destro,

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Brutta botta contro il Bologna: nelle sei partite del ritorno l'Udinese ha messo assieme soltanto tre punti. Ma la fortuna bisogna anche cercarsela...

Le spiegazioni del tecnico hanno convinto i Pozzo. La sua posizione ad alto rischio se non arriveranno risultati dalle sfide con Genoa e Verona

complice gli affannati Heurtaux e Danilo, nella condizione di decidere la partita. Colantuono aveva risposto con la mossa scontata, antica, fuori un attaccante di raccordo (Heurtaux) per Totò, anziche aggiungere il capitano alla dotazione offensiva. “Ma non ho sbagliato”potrebbe ribattere il tecnico invitando tutti a rivedere il segmento finale del film, quello delle occasioni create e mancate per pareggiare, se non per vincere. Appunto. C'è qualcosa di strano, al limite del mistero, che aleggia sul nuovo stadio, sull'Arena eccetera eccetera come pretendono lo si chiami i geni del marketing di casa Pozzo. E c'è dell'altro: mi riferisco all'uomo in più che doveva rivelarsi il pubblico, che in effetti si sente a ondate potenti

orchestrate dalla Nord, ma tanta partecipazione pare diventata un carico emotivo, un surplus di pressione che fa perdere lucidità e freddezza, che manda fuori giri i nostri. Un fenomeno da analizzare anche da questo versante, perchè no. RITARDO - Il ritardato arrivo di Colantuono in sala stampa, una buona mezz'ora dopo le pacate considerazioni di Donadoni, aveva fatto pensare al peggio: vuoi vedere che lo cacciano? Il faccia a faccia con la dirigenza c'è stato, ma nell'occasione l'allenatore, allargando le braccia, ha avuto buon gioco a difendersi: avete visto la partita, signori, che colpe ho io se quelli mi sbagliano gol fatti? Saranno le prossime due partite, domenica a Genova contro i grifoni di Gasperini e poi

in casa col Verona di Del Neri, a indirizzare il futuro dell'Udinese. In ogni senso. ALIBI STOP - Abbiamo sempre difeso Colantuono, che ha fatto il possibile e qualcosa di più nell'andata con un organico scarso e male assortito; lo sosteniamo oggi, nonostante i 3 miseri punti messi assieme nelle sei partite del ritorno, in una fase di nuova messa a punto della

squadra con gli ultimi innesti. La società ha operato bene sul mercato invernale, spendendo (sui 7 milioni) come mai in passato nel gennaio di riparazione, rispettando la vocazione antica di investire su giovani promettenti (Matos, Samir, Balic) e provvedendo al presente con elementi solidi come Hallfredsson e Kuzmanovic, sempre tra i migliori in queste prime apparizioni, oltre a reintegrare Armero che sembra tornato quello dei bei tempi. Ora il gruppo è attrezzato, pare solido e qualitativamente all'altezza, come dire che Colantuono può scegliere e metterci del suo, dimostrando la personale caratura professionale. Ma si trova anche con le spalle al muro, non avendo più alibi. Non deve perdere, e possibilmente vincere le


Foto: Roberto Viotto

UDINESECALCIO

VERSO GENOVA

NESSUNO VI INSEGNA A TIRARE DA FUORI?

Ahi Duvan - La smorfia di Duvan Zapata dopo aver fallito la facile occasione per dare all'Udinese il pari col Bologna. Nella pagina di fronte, Colantuono perplesso e i bianconeri mentre lasciano avviliti il terreno di gioco. prossime due partite o almeno una, così da non far diventare da “vita o morte” la successiva in casa del Frosinone. Andasse male (liberi di toccare tutto il toccabile), l'avvicendamento sarebbe inevitabile. Non chiedeteci con chi, negli elenchi di Pozzo jr ci sarà di sicuro l'uomo della provvidenza. CLASSE DONADONI - Parlando di 'ste cose, viene inevitabile puntare il dito sulla cecità e sulla superficialità dei signori del calcio italiano, quelli che all'inizio della stagione non avevano ritenuto Roberto Donadoni - impeccabile uomo e sportivo nella tempesta che ha travolto il Parma nel passato campionato - degno di una panchina. All'undicesima giornata l'hanno chiamato, in sostituzione di Delio Rossi, al capezzale del Bologna finito in un vicolo cieco, inchiodato a 6 punti. Ebbene, da

allora, in quattordici partite Donadoni ha portato i rossoblù a quota 33 (cinque vittorie esterne e in casa ha fatto fuori pure il Napoli), vincendo depressioni e rassegnazione. Lavoro psicologico (per tutti il recupero di Destro, distrutto dalla cura-Delio) e lavoro di campo, per come oggi il Bologna si offre: squadra compatta, armoniosa, che si muove secondo meccanismi e interscambi di una naturalezza stupefacente, il tutto tenuto assieme dallo zoccolo italiano, dal cemento nero (preziosissimi Mbaye, Diawara e Donsah) e dalla qualitativa disponibilità di Giaccherini, libero di aggiungersi in ogni zona del campo. Ecco, se un tanto è riuscito a Donadoni, vogliamo sperare che oggi sia il nostro Colantuono a salire in groppo alla Zebra: non chiediamo che galoppi, basta che trotti più del Frosinone.

Uno si aspetta, in condizioni ambientali del genere, che trovi applicazione la raccomandazione dei vecchi allenatori: quando piove, in presenza di terreno zuppo e pesante, si tira da fuori, i palloni moltiplicano la pericolosità. Beh, quelle condizioni c'erano domenica scorsa, eppure l'Udinese dai 25 metri ha tirato una volta sola con Hallfredsson, tra l'altro una conclusione strozzata e arrivata docile tra le braccia di Da Costa. Anche questo è un limite dell'Udinese odierna. Ai bei tempio di Totò si eccedeva nella ricerca del bello, del gesto tecnicamente raffinato, nel confezionare la rete che ti lasciava a bocca aperta (e ne abbiamo viste di meravigliose); oggi si pretende di andare in porta col pallone, si insiste nel fraseggio stretto, assist e imbucate (spesso fuori misura: mica tutti sono il Barcellona!) si sprecano, anziché stangare appena possibile. E' irritante, talvolta, vedere Thereau o un Edenilson crearsi lo spazio per il tiro e poi rinunciarvi optando per soluzioni il più delle volte improduttive. Gli appena 21 gol realizzati dall'Udinese (il peggiore bilancio offensivo, condiviso con il Verona, dell'intera serie A) sono figli anche di questa scarsa vocazione al tiro. Pochi gol, ma piazzati al momento giusto verrebbe da dire nel momento in cui si va ad affrontare il Genoa che sta di due punti sotto pur avendo segnato di più (25) e subito di meno (30) dei bianconeri. Le 13 reti (tra cui 6 delle 7 di Thereau) in trasferta hanno fruttato altrettanti punti, uno in più del bilancio interno. Un tanto dovrebbe incoraggiare in una partita di rara delicatezza tra due squadre malaticce, che non vincono da un'eternità: il Genoa dal 17 gennaio quando rifilò un secco 4-0 al Palermo. Da allora il Genoa ha messo assieme due pari interni (con Fiorentina e Lazio), il pareggio di Verona e le sconfitte esterne di misura contro Juve e Milan. Quest'ultima - a proposito da tiri da fuori !- blindata da una stangata dai 40 metri di Honda che ha sorpreso Perin. All'andata, al Friuli, finì 1-1: a Di Natale (primo e unico suo gol in una partita generosa, conclusa con la capoccia fasciata) rispose Diego Perotti su rigore causato da Danilo. Ma il vero asso fu Karnezis, salvifico. Da allora, Totò si è eclissato, così come il Genoa ha perso nel mercato invernale il purosangue argentino finito alla Roma. In compenso, tra i nuovi modesti arrivi (sembrano più incisivi quelli dell'Udinese) Gasperini può contare anche sull'ex Gabriel Silva, uno sul quale avremmo scommesso: bell'atleta ma carattere fiacco. A occhio sembra meglio attrezzata l'Udinese, ma non ci lasciano tranquille le parole (“E' ora di riprendere in mano il nostro destino”) del Gasp, uno che non parla mai a vanvera. (i.c.)

di Biancamaria Gonano

La petIZIoNe: "totò IN aZZUrro" Non si è mai pronti per gli addii, specialmente dopo che l’amore è durato a lungo, praticamente una vita. Totò Di Natale è da molto relegato nelle retrovie e non scalpita più come un tempo. Pare aver accettato di essere una seconda scelta, l’uomo da trenta minuti capace di risolvere magari la partita con un suo guizzo da mago. Più volte ha espresso il suo volere di appendere le scarpe al chiodo e poi ci ha ripensato, prendendo tempo. Incoraggiato

a tener duro da Paron Pozzo e dall’ultimo desiderio di battere altri record. Il prossimo mese un importante appuntamento lo vuole, però, ancora protagonista. Il 24 marzo a Udine, per rendere onore al nuovo stadio, si incontreranno l'Italia di Antonio Conte e la Spagna di Vicente Del Bosque. Azzurri contro le Furie Rosse in un'amichevole di lusso nel nuovo stadio Friuli, a due mesi dagli Europei. Non poteva scegliere periodo migliore

la squadra simbolo dell’Italia del pallone per tornare in Friuli per la settima volta nella storia (la prima nel 1979, l’ultima 8 anni fa). Questa partita potrebbe essere l'occasione perfetta per un ultimo saluto all'azzurro, all'Italia intera, di Di Natale. Un'ultimo capitolo con la maglia della nazionale nella sua casa sarebbe il giusto riconoscimento per questo grande campione. Chissà se Antonio Conte, da sempre ammirato-

re del talento bianconero, gli regalerà questo importante tributo. L’ idea è partita da Renato Favretto, tifoso bianconero e appassionato di storia del calcio. Su Facebook ha lanciato una pagina-evento per chiedere al ct della Nazionale la convocazione di Di Natale per ItaliaSpagna. La petizione organizzata da Tuttoudinese è partita da qualche giorno e ha già raccolto moltissime firme."In questo mese ci sarà tutta una

serie di iniziative finalizzate a questo obiettivo”- anticipa il direttore del portale dedicato all’Udinese, Stefano Pontoni. Potrebbe essere il modo migliore per onorare il campione che ha regalato a Udine fama, punti e valanghe di goal. Come nessun altro. I tifosi sono pronti. Il Ct è avvisato. E Totò lucida le scarpe per l’occasione prima dei titoli di coda e in un teatro straordinariamente bello, davanti ai suoi fans".

tremilasport+ | 17 02 2016 | 23


SIDICEVA...

si diceva...

ERANO I GIORNI DELLA NOSTALGIA Un libro del 1988 in cui il giornalista Dante di Ragogna rivive il tempo migliore della “sua” Triestina, tra aneddoti e interviste

È

uno dei decani del giornalismo regionale, Dante di Ragogna (nel tondo), classe 1926, già caposervizio dello sport del quotidiano Il Piccolo. Triestino verace con nel cuore le vicende della squadra della sua città, ha scritto nel 1988 quella che a buon diritto può essere considerata fino a quel punto la storia della società alabardata, con titolo, Undici ragazzi, ispirato ad una poesia di un celebre tifoso, Umberto Saba. Un racconto vivo, reso tale anche dalle interviste con i protagonisti dei tempi d’oro, da Gino Colaussi a Memo Trevisan, a quel tempo ancora in vita e presenti sulle scalee dello stadio Grezar a seguire una Triestina non più all’altezza dei loro tempi ma comunque ancora in categorie professionistiche. Tempi d’oro, quelli anche dei Rocco e dei Maldini, che di Ragogna racconta con viva partecipazione, trasmettendo ad esempio la propria emozione vissuta in quel 1938 in cui Nicolò Carosio raccontò alla radio da Parigi la finale del campionato del Mondo fra Italia e Ungheria, vinta dagli azzurri per 4-2, e una gran folla si era riunita davanti all’altoparlante di un bar in cui veniva trasmessa e i triestini esultarono per la doppietta messa a segno dal loro Gino Colaussi. Racconto di qualche anno più tardi che invece si fa doloroso, quando il 10 giugno 1944 un bombardamento alleato fece in città centinaia di vittime ma a Valmaura si giocò ugualmente Triestina – Venezia (0-0), per il campionato dell’Alta Italia, quasi a voler distrarre la popolazione dalle tragedie che la opprimevano.

24 | 17 02 2016 | tremilasport+

“Passammo per via dell’Istria, dopo aver lasciato via Molino a vento – scrive l’autore - . Lo stadio, verde nel terreno, bianco nelle sue strutture di cemento, pareva esaltare la gioia di vivere, mostrando una sorta di ribellione al destino…”. Alla fine della guerra i rossoalabardati giocavano ancora in serie A e nel libro viene proposta, fra le varie foto d’epoca, anche la prima pagina della “rosea”(che pubblichiamo) del 18 novembre 1946, in cui spicca il reportage di Triestina – Internazionale, finita 0-0 “sotto la pioggia e dentro un pantano”, come si sottolinea nel titolo. Già, le foto, quelle che documentano

appunto un passato molto lontano e glorioso, con in copertina la rimodellazione grafica di un Triestina – Bari del 1937, conclusasi 6-0 in uno Stadio del Littorio gremitissimo. Poi, dagli anni ’60, la lenta decadenza, fino alla serie D (negli anni ’70 si disputò anche la stracittadina con il Ponziana), al campionato dilettantistico di Eccellenza e ai giorni nostri, quelli dei reiterati tentativi di resurrezione. Ma il libro del “decano” si ferma appunto alla metà degli anni ‘80, con la Triestina in serie B guidata da Massimo Giacomini e che alla fine si piazzò quinta con 47 punti (allora non erano ancora stati introdotti i 3 per ogni vittoria) e Totò De Falco top scorer con 16 gol. Comunque bei tempi, si usa dire in questi casi, con un pizzico di nostalgica retorica. e.f.


SIDICEVA... SIDICEVA...

Nereo Rocco

Totò De Falco

Negli anni '70 in serie D il Ponziana (maglia bianca) battè la Triestina 1-0 al Grezar

Buffetto del CT Vittorio Pozzo a Memo Trevisan

tremilasport+ | 17 02 2016 | 25


NONSOLOSPORT

CULTURA

Novità su mostre, spettacoli, eventi, personaggi del panorama culturale

PROGETTI

GRAFFITISMO IN SITE SPECIFIC

I

l cosiddetto “graffitismo” è un movimento artistico non sempre riconosciuto come tale, che affonda le sue radici già nella pop art ma che nasce effettivamente con l’opera di due personaggi quali Jean-Michel Basquiat e Keith Haring. Dalla Grande Mela, culla di una rivoluzione che porta l’opera d’arte dal museo ai muri delle vie cittadine, la street art, a partire dagli inizi del XXI secolo, si diffonde a macchia d’olio nei grandi centri urbani di tutto l’Occidente. Da espressione di carattere spontaneo e rabbioso riguardante spesso la propria condizione, a rappresentazione di una critica nei confronti del sistema costituito, a dimostrazione non certo priva di significati delle proprie doti. Anche nel capoluogo friulano lo scorso 25 maggio è partito un progetto che si è proposto di diffondere e far conoscere il verbo dell’arte di strada: organizzato dalla Regione FVG e dal comune di Udine, con Macross e l’associazione Bravi Ragazzi come partner, per alcune giornate cinque artisti provenienti anche da Francia, Spagna e Olanda (Bims, Corn 79, Sebas Velasco e il duo Telmo & Miel) hanno “imbrattato” spazi quali le pareti di Casa Cavazzini in via Savorgnana, muri dei condomini Ater di quartieri periferici come San Rocco, San Domenico e Aurora. Opere chiamate “site-specific” perché pensate esattamente per quel luogo, che tentano di rispecchiare caratteristiche del luogo stesso, che vanno a costituire punto d’interesse per la zona. E proprio al primo piano di Casa Cavazzini, aperta fino al 6 Marzo 2015, dal martedì alla domenica con orario 10.30-17, è stata inaugurata una piccola mostra documentaria in cui al visitatore è possibile ammirare gli schizzi preparatori su carta per i graffiti realizzati, oltre ad altri materiali preparatori, fotografie e video. L’intento dell’intero progetto è stato quello di demolire i pregiudizi e l’indole sovversiva che hanno sempre fatto sì che questo differente linguaggio venisse troppo frettolosamente accantonato. Massimo Gaudino

LORIANO MACCHIAVELLI

NOI CHE GRIDAMMO AL VENTO EINAUDI

Aprile 1980. Stella lascia Basilea, dove lavora all'Università, e parte all'improvviso per Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo. Appena arrivata, fa amicizia con Eva, Ditria e Vito. Ma forse non è la prima volta che li incontra. Forse doveva tornare in quella terra per scoprire l'origine degli incubi che la tormentano. Anche George, 'u miricanu, arriva a Palermo dagli Stati Uniti. Ha una missione: parlare con chi comanda - in Sicilia e non solo - di alcuni misteriosi documenti che potrebbero far vacillare la stabilità della Repubblica. Loriano Macchiavelli scava ancora una volta in uno dei nodi oscuri e irrisolti della nostra storia. Rievocando la madre di tutte le stragi italiane, mette in scena un pericoloso gioco di accordi tra mafia, politica e servizi segreti.

26 | 17 02 2016 | tremilasport+

CARLO ADOLFO MARTIGLI

LA SCELTA DI SIGMUND MONDADORI

Roma 1903: la morte di una guardia svizzera e di una giovane cameriera scuote il Vaticano. Il papa Leone XIII decide che per risolvere il mistero è necessaria la consulenza di un giovane medico viennese esperto nell'indagare la mente: Sigmund Freud. Il suo compito sarà individuare l'individuo che sta dietro alla tragica morte dei giovani. Non per assicurarlo alla giustizia, però, perché uno scandalo metterebbe a repentaglio la missione della Chiesa. E in fondo, pensa il papa, il colpevole riceverà l'adeguata punizione nell'aldilà. Il risultato dell'indagine servirà a impedire che, alla morte ormai prossima di Leone, il soglio di Pietro venga occupato da un empio, da un assassino.

L’ANGOLO DELLA

LETTURA

GARTH RISK HALLBERG

CITTà IN FIAMME MONDADORI

New York, 1977. Il Bronx è in fiamme e Central Park è il terreno di caccia di rapinatori ed eroinomani, il punk sta nascendo e gli artisti ancora affittano le soffitte a Manhattan. La notte di Capodanno corre sul filo del rasoio. È quasi mezzanotte quando si alza una tempesta di neve e, nel frastuono dei fuochi d’artificio, uno scoppio attraversa Central Park. Uno sparo. Forse due. Il momento esatto in cui scocca la mezzanotte. Gli eventi intrecciano i destini di un insolito gruppo di newyorkesi nel momento esatto in cui va via la luce. Che lo sappiano o meno, sono tutti legati dalla stessa storia, una storia dove amore e arte, crimine e tradimento, Storia e rivoluzione sono racchiusi in un unico ordigno, pronto a esplodere.

MASSIMO QUEZEL

ASSICURAZIONE A DELINQUERE CHIARELETTERE

È la prima volta che un ex manager assicurativo, oggi tra i più affermati esperti d’infortunistica in Italia, racconta tutto: segreti, trucchi, bugie di una lobby potentissima. Un business gigantesco costruito sulla pelle delle persone. Con questa testimonianza dall’interno che lascia sgomenti, Massimo Quezel rompe finalmente il silenzio assordante prodotto da un’informazione falsa e paludata, imbastita a suon di campagne pubblicitarie milionarie. La verità è un’altra. Otto volte su dieci le compagnie non riconoscono il giusto risarcimento. I costi delle polizze sono i più cari d’Europa perché devono anche coprire inefficienze e comportamenti scorretti delle assicurazioni. Questo libro è uno strumento unico e imprescindibile per difendersi da trucchi e abusi.

JORN LIER HORST

BASSA STAGONE RIZZOLI

Larvik è una cittadina sulla costa occidentale della Norvegia, un luogo di villeggiatura molto frequentato, amato per le sue spiagge selvagge e silenziose e per i suoi cottage colorati. In questo angolo di quiete e natura incontaminata, in un weekend di fine stagione si consuma un omicidio: in una casa dalle assi di legno rosso viene rinvenuto il cadavere di un giovane uomo, il volto coperto da un passamontagna. L’abitazione è stata svaligiata e subito si pensa a una lite fra complici finita male. Eppure a William Wisting, ispettore incaricato del caso, il quadro non sembra per niente chiaro e il giorno dopo sulla spiaggia viene rinvenuto un secondo cadavere. Oggi Horst è il secondo autore più popolare in patria, subito dopo Jo Nesbø.


le belle di TremilaSport

UDINESECALCIO

Melissa

Foto: Silvano Zandonella

Sangre caliente


le belle di TremilaSport

28 | 17 02 2016 | tremilasport+


le belle di TremilaSport

tremilasport+ | 17 02 2016 | 29


le belle di TremilaSport La modella e showgirl Melissa Martinez dice: “Chi mi sceglie deve accettarmi come sono”

IL PIACERE

DELLA LIBERTà

L

a libertà innanzitutto, dice Melissa Martinez, showgirl e modella pordenonese che nei tratti somatici e nel carattere caliente ha in sé tutto il sabor latino della madre dominicana. “Non sopporto lacci al collo – stabilisce – e chi mi sceglie deve accettarmi per ciò che sono. Logico comunque che nell’ambito di un rapporto affettivo questo significa comunque anche sostenersi a vicenda, ci mancherebbe”. Il suo ideale di uomo è però lontano dal tipo fisicato, non infrequente nel suo ambiente: “Preferisco i tipi più asciutti e al primo impatto guardo principalmente al viso e alla

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cura della persona. Oltre a questo, detesto essere presa in giro e alla falsità preferisco la nuda verità, in

ogni situazione. In sostanza non mi scappa niente”. Poliedrica nel suo essere pure ragazza immag ine, ballerina e animatrice, con esperienze televisive e radiofoniche, Melissa si definisce di tempra solida e un po’ maschiaccio: “Ho le mie idee e non mi faccio mettere i piedi sulla testa da nessuno. Con chi non conosco sono poi piuttosto selettiva, ma mi apro totalmente quando capisco che ne vale la pena. E mi piace molto scherzare, anche facendo dell’autoironia”. Nel suo futuro ideale Melissa vede la recitazione: “Mi piace molto calarmi nelle vesti di vari personaggi, è affascinante, e di recente ho interpretato anche una piccola parte in una fiction

televisiva. Spero che questo sia il mio percorso futuro e per esso sono disposta al massimo impegno. Per ora mi dedico anche al body building e al fitness, adoro frequentare la palestra e amo pure il tattoo e il piercing, purchè di qualità, perché una donna deve sempre, a mio avviso, conservare una certa raffinatezza in qualsiasi situazione”.


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BASKET CAMPIONI Giulio Melilla, primo a sinistra, con altri vip del basket friulano, Giovanni Piccin, Tiziano Lorenzon e Michele Mian

STORIA DI UN PLAY BOHEMIEN Ricordo di Giulio Melilla, colonna della grande Snaidero, scomparso recentemente di EDI FABRIS

“Ogni morte di uomo mi diminuisce, perché io partecipo dell’umanità. Perciò non chiedere mai per chi suona la campana, essa suona per te”, scriveva il poeta inglese John Donne, e chi conosceva da vicino Giulio Melilla, con i suoi pregi e le sue contraddizioni, si sente in effetti diminuito dalla sua scomparsa. Esuberante, generoso bohèmien dalla vita difficile, Giulio, giunto nel 1968 a Udine dalla mitica Ignis Varese nell’ambito del passaggio di Lino Paschini al club lombardo, era divenuto ben presto friulano honoris causa, “uno di noi” per dirla nel gergo della tifoseria. E di quella Snaidero, composta anche da Joe Allen, Cescutti, Gergati, Bisson e altri mostri sacri del basket, fu il play geniale, un’asse portante. La sua inconfondibile parlata dall’accento abruzzese (era nato in Puglia ma cresciuto ad Ortona) , mai perduta anno del suo nei quasi cinquant’anni di vita in scudetto nella Friuli, l’aveva reso poi ancor più Pagnossin donne caratteristico, tanto da essere perfettamente imitato da un altro grande, Giampiero Savio, durante le rimpatriate. Di Giulio, nei giorni della sua scomparsa, si è detto e scritto di tutto e di più, noi preferiamo ricordarlo invece dal punto di vista di un rapporto personale fattosi nel tempo amichevole prima che professionale. Smessi i panni del giocatore, Melilla si calò in quelli di allenatore, con i quali centrò nel 1981 il titolo italiano

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con la Pagnossin Treviso femminile. E fu nei giorni decisivi per l’assegnazione dello scudetto, esattamente il 30 aprile, che chi scrive organizzò in un Benedetti che rispose alla grande all’evento il match amichevole fra la sua squadra, che aveva nella nazionale Bianca Rossi la punta di diamante, e una rappresentativa friulana guidata da Giorgio Bulzicco e Francesco Bianchini e formata dalle migliori ragazze della Ledisan Codroipo e dell’Eurocar Udine. Alla presentazione delle squadre, schierate sul parquet prima della gara, il nome di Giulio venne accompagnato da un fragoroso applauso e lui si commosse, mandando baci al pubblico. Era fatto così, di grande cuore. Si dedicava a scoprire giovani talenti, Melilla, e un suo vanto era pure quello di aver portato al basket, grazie anche ai buoni uffici della madre dell’atleta, sua collega come insegnante di educazione fisica, Roberto Chiacig, che divenne campione

Tra i suoi vanti, quello di aver scoperto il pivot delle Valli, Chiacig

d’Europa con l’Italia di Tanjevic nel 1999. Di diventare pensionato della palla a spicchi, dopo essere andato in quiescenza come docente, non voleva saperne e allora eccolo di nuovo in sella lo scorso anno alla Cbu, in serie D. Non si rifiutava a nessuno e fu per un breve periodo persino preparatore atletico di una società di calcio dilettantistica dell’hinterland udinese. Venne a farci visita un giorno in redazione e noi gli dedicammo un servizio in cui non mancò di ribadire i concetti basilari del suo credo cestistico, fra i quali l’insegnamento dei fondamentali, a suo dire latenti in un basket attuale fatto prevalentemente di atletismo. Gli abbiamo rivolto un ultimo saluto nei giorni scorsi, in una chiesa udinese stracolma di gente di basket ma non solo. Ma il suo ricordo, lo diciamo con un pizzico di affettuosa retorica, continuerà ad essere fra noi.


BASKET SERIE C GOLD

UN PRINCIPE DA SOGNO

PER SPILIMBERGO

serie B

APU ANCORA PIù SOLIDA VERSO I PLAY OFF

E

IL CENTRO ARGENTINO PROTAGONISTA IN UNA VIS CHE RINCORRE ORA I PLAY OFF

G

iunto la scorsa estate in quel di Spilimbergo per disputare il campionato di serie C Gold dopo 4 stagioni da protagonista nell’Apu in DnC e DnB, Matias Ezequiel Principe si è subito ambientato alla grande, diventando un vero punto di riferimento della squadra diretta dal tecnico Ostan: “Sono molto felice di giocare in questo gruppo e per una società che mi aveva cercato con insistenza già prima di iniziare la mia avventura a Udine – ha chiarito subito il trentunenne pivot argentino, in Italia dal 2004 (Agrigento, Caorle e Udine nei suoi trascorsi) – . L’ambiente familiare e appassionato di Spilimbergo mi ha messo nelle condizioni di dare il meglio, di legare bene con i nuovi compagni di squadra e rendermi subito utile al progetto societario.” Sicuramente il grande temperamento, l’intensità difensiva e le doti di rimbalzista del 2,02 di Rosario hanno contribuito in maniera importante alla risalita della Vis in classifica dopo il pessimo avvio che aveva relegato il team della Destra Tagliamento negli ultimi posti della graduatoria e che invece negli ultimi due mesi è stato capace di invertire la rotta e di realizzare un filotto di 5 vittorie su 6 prima di cedere in maniera rocambolesca all’overtime nel derby contro la capolista Tarcento. “Siamo una squadra con tanti giovani prospetti e alcuni nuovi giocatori di categoria che evidentemente dovevano trovare la giu-

sta consapevolezza nei propri mezzi e avevano bisogno di un po’ di tempo per trovare la giusta amalgama - considera il giocatore - Ritengo che nella nostra risalita un ruolo decisivo, oltre naturalmente all’applicazione di tecnico e giocatori, lo abbia svolto la Società ed in generale tutto l’ambiente che ci ha lasciato lavorare in tranquillità anche nel momento-no e ci ha sempre fatto sentire la fiducia e l’incoraggiamento". Cosa ci dobbiamo aspettare dunque da Spilimbergo per il rush finale della regular season? “Affronteremo ogni singola partita da qui alla fine con il coltello tra i denti - assicura Matias - ,allo scopo di vincerla a prescindere dall’avversario. Poi solo alla fine tireremo le somme e se riusciremo ad entrare nella griglia dei play-off, anche da ottavi, ricominceremo un nuovo campionato, dove tutto potrà succedere". E poi un flash back al derby contro Tarcento: "Abbiamo condotto per 37 minuti prima di finire in maniera incredibile ai supplementari e perdere poi di 2 punti in modo altrettanto inverosimile. Una gara che ci ha reso comunque consapevoli di potercela giocare contro chiunque in un campionato equilibrato e con una classifica molto corta.” E se Matias continuerà a sfoderare prestazioni come quella contro Tarcento, dove ha inanellato l’ennesima “doppia doppia” con 12 punti e 12 rimbalzi, perché non sognare un finale con i fuochi d’artificio? Giuseppe Passoni

d è figlio delle pampas anche il nuovo arrivo di un'Apu che pare aver ingranato davvero la quinta marcia verso la rincorsa ad una A2 che, organico alla mano, è nelle possibilità della formazione guidata da Lino Lardo. Antonio Porta (nel tondo), argentino di 34 anni, bronzo olimpico a Pechino 2008, ha giocato dal 2013 in Danimarca, con lo Svendborg Rabbits, e nel Paese nordico si è stabilito con la famiglia. Ma a Udine, assicura, è venuto volando e con entusiasmo per contribuire alla causa-promozione, tirato a lucido. "L'ho seguito a suo tempo a Verona - testimonia il preparatore atletico del club friulano, Giacomo Braida - e là pesava oltre cento chili. Ora invece è un figurino di ottanta e passa chili grazie ad un'alimentazione più calibrata. Un segnale di serietà professionale". E della sua nuova squadra, il gaucho si è già fatto un'idea ben chiara: "Trovo che ci sia poco da cambiare e io mi metto a disposizione del progetto con entusiasmo, rispondendo alle richieste che mi vengono rivolte". Il suo è un ruolo da chioccia dei più giovani Marchetti e Nobile, ma con l'imprimatur del leader. Un'Apu, quella che si appresta ad affrontare le prossime sfide verso i play off, che con il suo innesto e quello di Di Giuliomaria ("Anche lui è arrivato in condizioni atletiche ottimali", assicura Braida) è ora squadra da battere.

toneo cernich,

la seconda giornata girone data

partita

orario palestra

eccell

24/2

marinellimarinoni

09:30

24/2

malignanicopernico

11:15

marinelli

elite "a" 25/2

stringheruccellis

09:30

stringheraspromonte

elite "a" 25/2 zanon-volta

11:15

stringheraspromonte

elite "B" 26/2

deganutticeconi

09:30

Bearzi

elite "B" 26/2

stelliniBearzi

11:15

Bearzi

eccell

marinelli

tremilasport+ | 17 02 2016 | 33


CALCIOUDINESE

SERIE B1

LIBERTAS MARTIGNACCO Vs ATOMAT UDINE 2-3

034| 17 34 | 1702 022016 2016| tremilasport+ | tremilasport+


UDINESECALCIO VOLLEY

Photo ALESSANDRO SAIN tremilasport+ tremilasport+| 17 | 1702 022016 2016| 035 | 35


Organizzazione:

ASD INSIEME PER PORDENONE Categorie:

• UNDER 13 MISTO • UNDER 14 FEMMINILE • UNDER 15 MASCHILE • UNDER 16 FEMMINILE • SITTING VOLLEY

Per informazioni: www.insiemeperpn.it - email: pnvolley.to


5° Memorial BARATTIN

ornei@libero.it - Facebook: Insieme per Pordenone Volley


VOLLEY

PRIMO PIANO

SOTTO RETE CON PASSIONE La Sangiorgina, fondata nel 1972, si conferma nel proprio ruolo di fucina di talenti

L

a Pallavolo Sangiorgina venne fondata nel 1972 per merito della buona volontà e della passione di giocatrici e genitori appassionati di volley. Le motivazioni furono da ricercarsi soprattutto nella voglia di seguire le figlie, ma anche nella passione condivisa per lo sport e il trascorrere insieme alcuni momenti di svago. Il personaggio più rappresentativo fu Lucio Peressutti, allenatore e motore attivo fino a due anni fa. Oggi la società è guidata dal presidente Franco Revelant mentre lo storico presidente onorario fu Gianni Randi, l’uomo che la fece crescere e la portò fino allo spareggio per la promozione in A. I risultati furono subito più che incoraggianti, al punto che, le squadre giovanili, da allora e per molti anni, sono state stabilmente ai vertici provinciali e regionali. Nella stagione agonistica 1986-87 la squadra maggiore

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si classificò prima nel campionato regionale di C2, promossa per la prima volta al campionato nazionale di serie C1 con il nome di Randi Pallavolo Sangiorgina. E la stagione agonistica seguente nella categoria superiore fu un successo: perdendo un’unica gara in tutto il campionato, approdò al campionato nazionale di B2. Nella stagione 1988-89 partecipò al campionato di B1, piazzandosi prima a pari merito con il Volley Conegliano e solo per differenza set non ottenne la promozione in serie A. Nelle successive due stagioni agonistiche la compagine militò in B1, si piazzò seconda in classifica nell’anno 1989-90, alle spalle dell’attuale Foppapedretti di Bergamo e, nell’anno successivo, nuovamente seconda alle spalle della Teodora Ravenna, disputando in entrambe le stagioni i play-off promozione senza purtroppo riuscire ad agguantare la massima serie. Nel 1991-92, a Pistoia, si piazzò ter-

za nella Coppa Italia di serie B. Dal 1994-95 al 2002-2003 partecipò al campionato nazionale di serie B1 o B2, trasferendo, negli anni successivi, i diritti di partecipazione alla Pav Udine. Nel 2009-2010 la Sangiorgina partecipò alla C1 e alla 1° Divisione femminile, oltre ai camponati giovanili con l’Under18, Under14, Under13 ed il minivolley. IL PRESENTE Oggi la società continua ad essere presente in molti campionati. , come ci racconta il DS, Diego Maran: “La nostra prima squadra disputa la serie C e il nostro settore giovanile presenta l’Under 13, 14, e 18 grazie ad una collaborazione con il Porpetto, ripresa quest’anno e fondamentale per poter unire le forze. Inoltre abbiamo il reclutamento con il mini volley, con una trentina di bambini. La nostra attività è prevalentemente femminile e i numeri non sono stratosferici perché sono

L'allenatrice Michela Bellinetti, un passato da giocatrice, oggi allenatrice della Sangiorgina in serie C


VOLLEY

FOCUS

Dal nostro vivaio sono uscite campionesse come la Manzano, la Nardini e la D'Odorico molte le attività concorrenti come la scherma, la canoa, il pattinaggio e la ginnastica che attirano le giovani generazioni. Oggi fare sport a livello femminile ha acquisito un significato molto diverso rispetto a trent’anni fa in cui era un modo per uscire di casa e conquistare una certa indipendenza. Negli ultimi anni lo sport femminile è stato molto rivalutato e le atlete hanno sviluppato anche una certa forza fisica. A livello nazionale la pallavolo femminile è molto in auge ma qui da noi la realtà è più provinciale rispetto per esempio all’Emilia o alla Romagna in cui il volley si colloca ancor prima del calcio". ORGANIZZAZIONE Qui, piuttosto che convogliare le forze in progetti più vasti si vuole guardare alla squadra del proprio paesello. Io provengo dal mondo del calcio che ho seguito per oltre trent’anni. Purtroppo devo dire che oggi questo mondo ha veramente poco di sportivo e sembra più una fabbrica di soldi, con giocatori strapagati. Inoltre troppo spesso è diseducativo e non insegna i valori della vita. In un mondo difficile economicamente come quello degli altri sport, fra cui la pallavolo, nel caso nostro il Comune di San Giorgio è il nostro sponsor più grande. Ci ha dato in gestione il Palazzetto che ha una capienza di 700 spettatori, la dimensione giusta per non andare incontro a enormi costi di gestione. All’interno, oltre a quella del basket, abbiamo la nostra sede, due stanze per le cene e "terzi tempi" e un vero e proprio bar interno".E poi l'impegno dirigenziale: "Ci sono alcuni dirigenti che ci sono rimasti fedeli da più di trent’anni e lo sforzo è notevole per cercare le atlete, reperire gli sponsor e controllare i costi. Lo scorso anno siamo retrocessi a causa di moltissimi infortuni e stiamo cercando di condurre un buon campionato di C senza troppe pretese, anche se giochiamo sempre per vincere e il secondo posto è stabilmente nostro. Forse era giusto ripartire per riqualificare il settore giovanile". Rinnovamento, comunque, cìè stato: "La squadra è tutta nuova con solo due elementi rimasti dallo scorso anno. Le ragazze vanno dai 17 ai 32 anni e sono tutte della zona. Crediamo che il mix di esperienza e

gioventù sia molto utile. La nostra politica prevede che fino ai 16 anni si faccia anche del sociale, cioè che sia giusto far giocare tutti. Poi iniziamo a scegliere e selezionare perché non tutte le giovani sono allo stesso livello. Spesso i genitori ci complicano la vita, non capendo che non è possibile essere tutti dei campioni. E sono i figli che devono scegliere la loro giusta dimensione". SPORT E SCUOLA "Spesso lo sport aiuta anche a normalizzare il rapporto con la scuola nel senso che il talento sportivo corrisponde anche a quello in ambito scolastico -. continua Maran - . Insegna lo spirito di sacrificio, anche se oggi sono troppi gli elementi distraenti e i giovani sono tirati per i capelli per star dietro a mille attività e sollecitazioni mediatiche, perdendo un po’ di concentrazione". Ma la Sangiorgina rimane una fucina di campionesse: "Una cosa mi piace sottolineare: dalla nostra società sono nati talenti che attualmente giocano in serie A come Elisa Manzano, Daniela Nardini e la capitana della nazionale juniores e punta del Club Italia, Sofia D’Odorico. In passato abbiamo avuto due grandi giocatrici, la compianta Mara Zanette, morta giovanissima a causa di una terribile malattia, e l’attuale allenatrice Michela Bellinetti”. Proprio lei ci racconta così il suo lavoro in panchina iniziato sei anni fa: “Il

primo anno eravamo in C e avevo un ruolo di vice, poi mi è stata affidata la guida della squadra ed è stato subito un anno ricco di soddisfazioni coinciso con l’esplosione della D’Odorico e la promozione. Poi sono seguiti tre campionati di B2 in cui abbiamo voluto fortemente far crescere le giovani giocatrici come Martelossi e Di Bert seguendo la nostra politica societaria". E il presente è a luci ed ombre, sottolinea l'allenatrice:: "Quest’anno, dopo una serie di disavventure fisiche che hanno contribuito alla nostra retrocessione la scorsa stagione, occupiamo il secondo posto anche se la prima in classifica, l'Estvolley, è imprendibile, 11 punti più su. Loro sono più forti e la formula della C con una sola promozione non

ci permette di sognare il salto di categoria. Campionato chiuso, quindi". E sulle più giovani una conserazione di massima: "Ho notato una certa difficoltà a voler faticare, oggi nelle ragazze, troppo distratte da ciò che le circonda. Il mondo attuale è questo. Alleno però anche l’Under 14 e il gruppo delle più giovani è ancora entusiasta. Devo insegnare loro tutto e ciò mi piace molto. Oltre al gusto del divertimento cerco sempre di trovare la qualità nel gruppo e tento di individuare qualche talento nascosto. Del resto la dinamica dentro il campo la conosco visto che ho giocato fino a 38 anni e non ero affatto da buttare, anzi, grazie alla passione mi veniva tutto veramente facile.!” Biancamaria Gonano

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CALCIOUDINESE

SERIE C FEMMINILE

PALLAVOLO SANGIORGINA Vs SANT'ANDREA SAN VIT

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UDINESECALCIO VOLLEY

TO 3-1

Photo TULLIO BARON TOALDO tremilasport+ | 17 02 2016 | 41


SPORT VARI

Ho praticato diversi sport ma il ciclismo è per me una vera passione

UNA DONNA

BIONICA

La tempra solida è la forza di Laura Basso “Tutto cominciò all’età di sei anni, quasi per caso, quando un amico di famiglia stava reclutando ancora alcuni bambini per creare una formazione ciclistica di piccoli appassionati, fra i quali c’era già suo figlio - . così Laura Basso, pistard del Cycling Team Friuli, racconta i suoi inizi sulle due ruote - E una settimana più tardi mi ritrovavo già in sella.” Da un esordio praticamente fortuito, come spesso accade per molti grandi fuoriclasse, all’ultima e prestigiosa "Sei giorni’ di Berlino, in cui la ciclista di Bibione si è qualificata seconda dopo aver superato le batterie di qualificazione: un risultato, questo, di cui l’atleta si è dichiarata davvero soddisfatta, innanzitutto per essersi affermata sull’abilissima polacca Wojtyra, ma anche considerando la gara come un nuovo punto di partenza per poter crescere ulteriormente. “Quella della pista è una specialità che ho sempre praticato - dice - , se non altro per il fatto che d’estate, in una località turistica, il lavoro occupa molto del mio tempo, il che non mi permette di effettuare un’adatta preparazione per le gare a tappe su strada, più lunghe e faticose, a cui peraltro mi sono comunque dedicata per un periodo. Fino a

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che appunto sono giunta ad una scelta obbligata" E poi i suoi impegni nel prossimo futuro. “Qui purtroppo dobbiamo porre un grande punto di domanda, perché stilare dei programmi è piuttosto difficile ora come ora - considera Laura - . Le regole della Federazione cambiano molto spesso e le decisioni che sono state prese a riguardo le conosceremo fra un mese, approssimativamente. Non è ancora chiaro per ora il regolamento riguardante i Campionati del Mondo, le gare, le qualificazioni. Certamente prevedo la partecipazione alle prossime Sei giorni e alle gare in Inghilterra a cui sono stata invitata.” Come sono scandite le tue giornate generalmente? “Mi alleno sei giorni su sette, cercando di far coincidere lo sport con il lavoro di impiegata in un'agenzia di viaggi, che occupa più o meno sette-otto ore al giorno. Spesso approfitto della pausa pranzo, soprattutto nel periodo compreso fra giugno e settembre, quando il lavoro si fa molto impegnativo, per allenarmi. Negli altri periodi riesco invece a ritagliarmi una mezza giornata per dedicarmi alla preparazione”. Esiste un lato particolare del tuo carat-

tere che magari emerge anche durante le gare? “Sono conosciuta come una persona che non molla mai. Mentre un tempo tendevo a deprimermi ogniqualvolta rimanevo delusa dall’esito di una competizione, oggi tendo a guardare il lato positivo delle cose, tentando in ogni modo di migliorare le mie future prestazioni. Mi faccio forza, sono una donna tenace.” In definitiva, che cosa significa praticare uno sport come il tuo? Cosa provi mentre gareggi o ti alleni? “Ho provato naturalmente a praticare diverse altre attività sportive quali calcio, pallacanestro e pallavolo. Ma per il ciclismo provo una vera passione. Il divertimento è una delle più importanti emozioni che si possono provare mentre si pedala in pista. C’è sicuramente da sudare, da faticare, come nell’ultima gara a Berlino, per esempio: una gara velocissima e molto tirata, in cui mi sono trovata a che fare con alcune delle migliori atlete a livello mondiale, come la Sternberg ,che alla Landsberger Allee Velodrom ha trionfato. Ma la soddisfazione è in ogni caso sempre molta e la fiducia nel futuro è grande.” Massimo Gaudino


OSSERVATORIO

QUANDO NELLO SPORT IL GIOCO SI FA CORROTTO Continuano a riproporsi anche a livello mondiale i casi che finiscono sotto la lente della giustizia

L’

anno che si è appena concluso può essere quasi certamente considerato uno dei peggiori per quello che riguarda la politica sportiva. Il terremoto che ha coinvolto la Fifa è stato l’apice di un altro filone di indagini che ha portato lo scuotimento dei vertici di un’organizzazione che, in primis, avrebbe dovuto sorvegliare sul regolare svolgimento di tutto ciò che ruota intorno al mondo calcistico. L’inizio del 2016 non è però da meno. Un altro ambiente sportivo, quello del tennis, è sotto indagine per combine sugli incontri, che avrebbero portato molti soldi agli scommettitori. In un programmainchiesta, la BBC ha rivelato come negli ultimi 10 anni, almeno 16 tennisti professionisti classificati nelle prime 50 posizioni della classifica ATP, siano sospettati di aver aggiustato dei match. Sotto inchiesta sono finite partite dei più illustri tornei come Wimbledon e il Roland Garros. Il sospetto è stato poi confermato dal numero uno del tennis mondiale, Novak Djokovic, che ha dichiarato come membri

del suo staff siano stati avvicinati ma abbiano subito respinto ogni tipo di coinvolgimento. Come egli stesso ha esposto: “ Qualcuno la può chiamare opportunità. Per me è un atto di crimine nello sport, onestamente”. Ripercorrendo un po’ gli ultimi decenni, sono stati in molti ad aver voluto cogliere questo tipo di opportunità. Non è un caso che, ancora una volta, il calcio sia il terreno più fertile per l’illegalità. Si parla di milioni e milioni di euro che girano e molti ad un piatto così ricco, non hanno la moralità per resistere. Ci sono stati diversi casi che hanno visto coinvolti sportivi, presidenti, dirigenti e addirittura designatori arbitrali che si sono lasciati corrompere o hanno corrotto, al fine di raggiungere determinati risultati quali la vittoria di un match, la salvezza in un campionato o la vittoria finale nello stesso. Solitamente (ma con numerose eccezioni) queste compravendite sono combinate nelle categorie inferiori poiché non sono sotto i riflettori come quelle dei professionisti. Ma come la cronaca insegna, sono

stati comunque tanti gli scandali sulle prime pagine dei giornali. Negli ultimi trent'anni, il nostro paese è stato, purtroppo, uno dei protagonisti in negativo in questi "affaire". Totonero negli anni ’80, Calciopoli nel 2006 e Calcioscommesse nel 2011 sono tre degli scandali che hanno investito l’Italia in maniera più eclatante e che, legati a scommesse clandestine, hanno portato alla retrocessione di alcuni dei principali club, nonché alla sospensione di vari giocatori dall’attività agonistica e alla radiazione di dirigenti. Nonostante le aspre pene e il danneggiamento della reputazione e dell’immagine non solo al nostro sport ma al paese intero, episodi del genere continuano a ripetersi e sono pochi coloro che decidono di denunciarne i fatti. Ma come è successo per l’inchiesta della BBC, ci sono alcuni situazioni che potrebbero far scattare l’allarme circa la regolarità di una gara. Inizialmente le scelte tecniche e l’impegno del singolo nel match. Se in una partita importante l’allenatore lascia fuori

i giocatori più bravi, o per esempio in un singolo di tennis, ci sono continui sbagli o l’atleta abbandona per un infortunio sospetto, qualcosa potrebbe non quadrare. Un secondo fattore di analisi è l’atteggiamento dell’arbitro. Chiaramente dovrebbe essere il più imparziale possibile senza favorire nessuna delle due squadre, ma quando gli episodi iniziano ad essere diversi a discapito di uno e a favore dell’altro, potrebbe esserci una combine. Ultimo elemento da tenere in considerazione, che è quello che poi porta i bookmakers a possibili denunce, è l’alto numero di scommesse verso un team o un atleta non dati per favoriti. Certo, ci potrebbero essere delle eccezioni ai punti elencati ma sono tutti segnali da tenere in considerazione. Corruzione e immoralità esistono, come si è visto, ad ogni livello, anche quelli in cui la professionalità dovrebbe essere sopra ogni altra cosa. E se multe, radiazioni e pene detentive non sono riusciti a raddrizzare questa brutta piega, cosa potrebbe farlo? Arianna Venegoni

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SPORT VARI

notizie brevi IKICK BOXING

La pluricampionessa Elisa Qualizza in Francia per il suo ottavo cinturone. Sabato 20 febbraio Elisa Qualizza, la forte fighter friulana della Top Kick Boxing & Muay Thai di Feletto Umberto, seguita dal Maestro Lucio Collovigh, affronterà presso la Salle des Sports di Thurins in Francia l’atleta di casa Sara Surrel in un match 8×2 minuti valevole per il Titolo Europeo PRO ISKA di full contact. Elisa Qualizza si presenta a questo match forte del suo curriculum che recita 250 matches da dilettante e 53 da professionista, di cui 5 titoli mondiali PRO (2009/2010/2011/ 2012/2014) e 2 titoli europei PRO (2010/2012). Ma soprattutto ricordiamo le grandi prestazioni al Kunlun Fight World Grand Prix China 2014, dove tenne testa alla fortissima peruviana Valentina Shevchenko nella disciplina del K1, ed al titolo mondiale PRO di Muay Thai Full Rules 2014 in Germania contro l’altrettanto valida Julia Symmanek; Elisa è stata selezionata e promossa dalla federazione Fight 1.

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WATSON CONQUISTA LA SABBIA DI LIGNANO Campionato Italiano Assoluti d’Italia Enduro a Lignano Sabbiadoro

D

ue intense giornate di gara, un solo protagonista: il britannico Nathan Watson, giovane rivelazione dell’enduro mondiale che conquista in sella ad una ktm del Team Farioli, il doppio appuntamento inaugurale degli Assoluti d’Italia di Enduro, andati in scena nel fine settimana a Lignano Sabbiadoro. Ottimo secondo posto e primo tra gli italiani, per il bresciano Davide Guarneri su Honda Red Moto, esperto pilota protagonista per diversi anni del mondiale Motocross, all’esordio nell’enduro. Si alternano al terzo posto nella due giorni lignanese due ex iridati, l’australiano Matthew Phillips al sabato ed il francese Johnny Aubert, terzo la domenica. Piloti regionali in evidenza, con il triestino Alessandro Battig, pilota ufficiale Honda nel mondiale, che con la giapponese 250 4 tempi, conquista il primo posto nella classe E1 al sabato ed il terzo la domenica. Due volte secondo in classe E3, l’avianese Campione Europeo delle Fiamme Oro Maurizio Micheluz su Husqvarna 500. Sugli scudi il Sandanielese Lorenzo Macoritto su Ktm 125, che con due secondi posti nella Youth, si conferma uno dei più promettenti giovani piloti azzurri. Ottima prova dell’udinese Pietro Collovigh in gara nella Coppa Italia, capace di conquistare il Trofeo Fiat Six Days. Due volte quinto in E3 Vanni Cominotto su Husqvarna , esperto pilota di Dignano pronto a ritornare al motorally, per un futuro con obiettivo la Dakar. L’isontino Mattia Carngnel, chiude un positivo week end, con un settimo ed ottavo posto in una battagliata classe E3. Pubblico delle

grandi occasioni al sabato sera, nella prova estrema in notturna, con la Terrazza Mare presa d’assalto da oltre 3000 persone, a tifare per alcuni tra i migliori specialisti al mondo, uno scenario che ha fatto rivivere le emozioni della 12 ore di Enduro, con Manuel Monni trionfatore della notturna. Due le prove speciali affrontate nei due giorni di gara. Si passava da quella su sabbia, alla speciale

sul terreno più duro nel tracciato del luna park, molto appesantito dalla pioggia. Grande soddisfazione per lo staff del Moto Club Sabbiadoro del presidente Silvio Plozzer, promosso a pieni voti per l’ottima organizzazione, messa a dura prova dalla pioggia della domenica, che non ha tenuto distante un numeroso pubblico, appagato dallo spettacolo di una manifestazione, che è riuscita ad animare la città balneare friulana fuori stagione, in linea con lo slogan “Lignano non si ferma”.


UNIONE ITALIANA

SPORT VARI

TIRO a SEGNO

Si è appena concluso presso il liceo Copernico di Udine il corso di formazione riguardante la disciplina del tiro a segno. Un corso rivolto ai giovani un punto di partenza per la loro crescita nello sport e certamente nella vita. Un grazie al prof. Mancini che con la sua grande disponibilità ha coordinato le 12 lezioni sia teoriche e di tiro. Un grazie al delegato regionale Lido Martellucci che ha seguito con attenzione l’organizzazione. Un grazie a tutti i ragazzi che sono stati bravi, corretti e fantastici. E infine un grazie per il materiale di simulatori consegnato dall’Unione Tiro a Segno Italiano. ARRIVEDERCI AL PROSSIMO ANNO!!!!!

DELEGATO UITS FVG: Via Mantova, 56 - UDINE - Tel. 338 4083074


SPECIALE LIBERTAS

KARATE: IL 28 FEBBRAIO L’ATTESO TORNEO CITTÀ DI PORCIA

IN BREVE basket

BRILLANTE PARTECIPAZIONE DEL SAN VITO TRIESTE A VIENNA

■ Quest'anno è anticipato a domenica 28 febbraio il Trofeo Città di Porcia (giunto alla 21esima edizione) abbinato a Coppa Libertas e Trofeo Samurai, sempre sotto la regia della locale polisportiva Libertas Porcia. La sede è sempre il palasport Cornacchia in via De Pellegrini, che ospiterà percorsi tecnici, gare di kata (le forme) e kumite (combattimento), sia individuali che a squadre. La manifestazione è aperta alla partecipazione dei tesserati Fijlkam. Le iscrizioni vanno effettuate entro il 18 febbraio con pagamento da effettuarsi in sede gara. Il responsabile organizzativo è Paolo Marostegan, raggiungibile al 329 1110385. ■ Il PalaGetur di Lignano ha ospitato il 21° trofeo Alpe Adria, kermesse che ha messo a confronto sui tatami ben 988 atleti in rappresentanza di 261 società, provenienti da dieci Nazioni. La manifestazione ha decretato la vittoria della fortissima rappresentativa dell'Azerbaijan che, no-

1 t m

nostante si sia iscritta alla gara con la sola squadra juniores, ha conquistato tre medaglie d’oro, due d’argento e quattro di bronzo, aggiudicandosi il primato davanti ai grandi club italiani, che nell'occasione avevano schierato anche i loro migliori rappresentanti della categoria cadetti. Di grande spessore il livello tecnico delle gare, un fatto questo che non ha impedito agli atleti dei club regionali di vivere un’esperienza importante e ricca di soddisfazioni, conquistando un totale di sette medaglie. Quattro di queste sono andate al collo degli under 18, tra i quali spiccano l'argento di Kenny Komi Bedel (portacolori del Villanova Libertas di Pordenone, argento nella categoria peso dei 73 chili) e il bronzo di Giovanni Rosso (Skorpion Pordenone, nei 66 kg). ■ Con diciassette medaglie conquistate, il team regionale dei Master friulani si è affermato ai vertici della prima prova del campionato italiano, in occasione del

13° Trofeo disputato al palasport di Tarcento, che ha visto scendere sui tatami 132 atleti in rappresentanza di 39 club. Tre primi posti, ben nove secondi e cinque terzi hanno portato infatti la squadra friulana (guidata dal maestro Sebastiano Billardello) in vetta alla classifica delle società, a pari punti con la Toscana (detentrice) classificata però seconda per l’inferiore numero di prime piazze. Sul gradino più alto del podio sono saliti due pordenonesi griffati Libertas: Stefano Perissinotto (Judo Club San Vito, Master 3, 90 chili) e Daniele Da Riol (Skorpion Pordenone, M5, 81 kg), mentre ha messo al collo la medaglia d’argento l'azzanese Marika Sato (F4-8, 63 kg) portacolori del Kuroki Tarcento. ■ Cinque gli atleti del Judo Club Tolmezzo impegnati nel 32° Torneo delle Valli del Torre, svoltosi a Tarcento, gara riservata agli atleti da Esordienti B a Master, e quattro medaglie conquistate a fine giornata (nella foto in alto).

Partito per Vienna con la sola speranza di ben figurare, il San Vito Pallacanestro Trieste, da tempo affiliata Libertas, è ritornato con due risultati assolutamente brillanti. Nel prestigiosissimo Torneo Europeo "Basketball Wien 2015", che ha visto la partecipazione di 474 squadre di 21 nazioni, i gialloblu giuliani si sono presentati con 3 compagini maschili, una squadra Under12 e due team Under13. I più piccoli, guidati per l'occasione dal Consigliere Nazionale Libertas Daniele Bassi, salito al ruolo di head coach a causa dell'indisposizione dell'allenatore titolare Gianpaolo Bevitori, affrontavano un impegnativo girone preliminare in cui tiravano fuori tutta la grinta che avevano in corpo. Battendo tre squadre tedesche, di Bamberg, Gottingen ed Eintracht, e soccombendo di soli 2 punti agli Ungheresi di Torokbalint, si qualificavano fra le prime 16 squadre del Torneo. La successiva sconfitta con i forti Slovacchi di Ziar li lasciava comunque con un lusinghiero 9° posto su 54 squadre. Gli Under13 di coach Lorenzo Sannino, presenti con 2 squadre, riuscivano anche loro a qualificarsi per gli ottavi di finale a spese dei Tedeschi del TSJ Munchen e degli Italiani di La Torre Reggio Emilia. La successiva sconfitta con gli Ungheresi di Szeged, fisicamente molto più prestanti, li faceva incontrare il Bayern Munchen (il solo nome dice tutto), dal quale uscivano sì sconfitti, ma con una prestazione maiuscola. Anche per loro, quindi uno splendido 9° posto su 36 squadre e molti applausi. Per tutti al ritorno un bagaglio pieno di esperienza e la soddisfazione di aver preso parte alla massima manifestazione giovanile europea di pallacanestro.

UDINE | TRIESTE | PAD

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SPECIALE LIBERTAS

ATLETICA: IL 28° MEMORIAL GIACOMO ROMANO

VOLLey

SCONFITTA PER LA LIBERTAS mARTIgNACCO NEL DERBy CONTRO L'ATOmAT ■ L'Itas CittàFiera ha lasciato all'Atomat il derby di San Valentino, seconda partita del girone di ritorno e prima in casa, che con il 2-3 finale (25-20, 21-25, 27-25, 22-25, 8-15) ha portato un solo punto, con il quale la squadra di Martignacco è scivolata dalla sesta all'ottava posizione, a quota 28, come le due veronesi Isuzu e Vivigas che però la precedono avendo un miglior quoziente punti. "E' stata una grande festa di pallavolo - ha commentato la Libertas Martignacco - con un pubblico così numeroso come non si era mai visto al Palasport Atleti Azzurri d'Italia e al quale va il sincero ringraziamento della Società, in quanto la tifoseria ha davvero reso merito al grande derby che si è giocato per ben 131 minuti. Ha vinto - ha proseguito la Società di Martignacco - chi ha dimostrato maggiore carica agonistica: questo ha fatto la differenza, sia negli attacchi, sia a muro. L'Itas Città Fiera ha giocato con la giusta determinazione per due set: il primo ed il terzo, ma non si comprende - ha concluso la Società - perché la squadra sia scesa di tono nel secondo, invece di continuare a reggere con la stessa carica". Cuttini ha fatto scendere in campo Giora al palleggio, De Stefano opposto, Caravello e Quarchioni all'ala; Brusegan e Gray centrali e Dian libero; sono stati molti i cambi effettuati nei cinque set: Colonnello per Quarchioni, Manig e Zonta per Giora e De Stefano, Gogna per Bru-

segan, oltre ad un breve avvicendamento nel quarto parziale tra Mignano e Dian. Nel primo set Caravello e compagne hanno veramente dimostrato di giocare una pallavolo di alto livello, con attacchi e muri perfetti, dominando dall'inizio alla fine; 8-3 al primo tempo tecnico, 16-9 al secondo per un finale che, nonostante una ripresa dell'Atomat, è stato di 25-20, con Caravello e Brusegan in gran spolvero. Nel secondo set il sestetto allenato da Cuttini e Cumuni si è lasciato mettere sotto fin dall'inizio: 3-8 al primo tempo tecnico; l'Itas Città Fiera ha pareggiato sul 14.mo punto, ma l'Atomat si è ripresa portandosi in vantaggio dal secondo tempo tecnico (14-16) al 21-25 finale. Il terzo set si è dimostrato la fotocopia del primo, con Caravello e compagne partite da subito decise e determinate, dominando fino alla conclusione sul 27-25. Il quarto e quinto set, terminati 22-25 e 8-15, sono stati netto appannaggio dell'Atomat che ha dimostrato maggiore carica agonistica e una voglia di rivincita, che l'ha portata a riscattare il rovescio interno dell'andata. Gran partita di capitan Caravello, ma non è bastato. Nel terzo turno di ritorno l'Itas C. Fiera giocherà di nuovo in casa, alle ore 18 di domenica 21 febbraio contro LeAli Volley Project di Padova, che il I novembre scorso, all'andata aveva vinto 3-2 e che ieri sera è stata battuta per 0-3 dalla Vivigas Verona, ma in classifica con i suoi 30 punti mantiene il quarto posto.

DOVA | MILANO | PRATO

■ Il Memorial Giacomo Romano si appresta a compiere 28 anni e lo farà domenica 28 febbraio in una sede perfetta per questo tipo di competizioni. Il Parco al Ponte di Salt del Torre, per la seconda volta, sarà il campo di gara del cross patrocinato dai comuni di Povoletto e Remanzacco con la collaborazione della Regione Friuli Venezia Giulia, della Provincia di Udine e della Fondazione Crup e organizzato dalla Libertas Grions e Remanzacco e dalla Maratonina Udinese. Saranno assegnati i titoli regionali individuali per le categorie Allievi, Junior, Promesse e Senior maschili e femminili e quelli Master ma correranno anche le categorie giovanili Esordienti, Ragazzi e Cadetti per il Memorial Massimo Brisinello indetto dal Centro provinciale sportivo Libertas, e per i titoli del campionato provinciale Libertas. Due in trofei alla memoria il palio. Il 28° Giacomo Romano, che sarà assegnato al primo classificato, e il 5° Nella Compagnon, che andrà alla prima classificata. La passata edizione è stata vinta da Carolina Michielin (Cus Trieste) tra le donne e da Riccardo Sterni (Trieste atletica) in campo maschile. Il ritrovo è fissato alle 8.00 e le prime gare prenderanno il via alle 9.00 con le categorie Senior Master femminili (F35-55) e Senior Master maschili (M60 e oltre) che correranno la distanza di 4 km. Chiuderanno alle 12.30 la lunga serie di manche le categorie assolute Promesse e Seniores maschili (9,5 km). Seguiranno dalle ore 13.00 pasta party e premiazioni.

Tel. 0432 690761 info@ceccarellionline.it www.ceccarelligroup.com tremilasport+ | 17 02 2016 | 47


TREMILAITINERARI MTB

www.natisoneinbici.it

AL GALOPPO ATTRAVERSO LA BRUGHIERA

TRA CIVIDALE E ORZANO

a cura di STEFANO OSSO

G

rossomodo tra Cividale, Remanzacco e Buttrio c’è un triangolo di campagna che ancora non è completamente coltivata e offre dei paesaggi che si ci aspetterebbe di trovare nella brughiera scozzese o irlandese e non a pochi chilometri da casa. Vi proponiamo un giro non impegnativo, da percorrere in un paio d’ore durante un pomeriggio autunnale o invernale, lungo un tracciato

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in gran parte su sterrati che attraversano campi, prati stabili e macchie di alberi e arbusti. Partiamo dalla stazione di Cividale seguendo ciclovia FVG-3 fino all’ex polveriera di Premariacco dove, prima sorpresa, troviamo quel che resta di un campo di reclusione per prigionieri della seconda guerra mondiale, il PG/POW 57. Scavalcata la provinciale inizia il bellissimo tratto di 4,5 km di sterrato che, passando davanti


DAL SATELLITE A parte la zona a sud di Cividale non c’è cartografia dettagliata se non le mappe online. In ogni caso il giro è descritto dettagliatamente su www.natisoneinbici. it/?p=3213 dove c’è anche la traccia GPS e il link diretto a Bikemap.net

ITINERARI MTBTREMILA

INFO UTILI Il giro è lungo 26 km, di cui circa la metà su sterrati e strade bianche in buone condizioni. Il dislivello è trascurabile (tranne le due rampe del ponte di Orsaria) e il percorso è adatto a tutti e percorribile in un paio d’ore. La mountain bike è necessaria perché lo sterrato tra la Croce della Claf e Orzano è problematico con una city bike. Punti di appoggio ci sono, oltre che a Cividale, a Orzano, Orsaria, Ipplis, e Casali Braide, dove lo spaccio agricolo offre un’interessante possibilità di sosta prima degli ultimi chilometri. Il periodo migliore va dall’autunno alla primavera inoltrata. In caso di pioggia un tratto nei pressi dell’ex polveriera e quello nella brughiera verso Orzano potrebbero essere particolarmente infangati: ciclista avvisato…

CURIOSITà Subito dopo l’ex polveriera, sulla sinistra c’è la “Cappella” costruita sul luogo dove durante la seconda guerra mondiale, c’era un campo per prigionieri di guerra di cui la maggior parte erano canadesi, australiani e neozelandesi. Con il 13 settembre 1943 i tedeschi deportarono in Germania tutti gli occupanti del campo che venne ben presto smantellato dagli abitanti della zona che utilizzarono i materiali per le loro case. L’attuale cappella è stata restaurata negli anni ‘90 dall’Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori. Maggiori informazioni su www.campo57.com

Croce della C

laf

alla “croce della Claf”, attraversa la brughiera fino a Orzano. Se magari c’è un po’ di foschia, e il sole che comincia a scendere dietro alle nuvole, è facile immedesimarsi nelle atmosfere di “Un lupo mannaro americano a Londra” e iniziare a canticchiare “Blue Moon” di Bobby Vinton correndo lungo la pianura. Passato Orzano quasi altri 6 km su strada bianca tagliano la campagna, qui già più

coltivata, fino a Orsaria, dove due ripide rampe, in discesa e poi in salita, fanno da spalle al ponte sul Natisone. Da Leproso a Ipplis e infine a Cividale, l’itinerario è su asfalto ma, tranne alcuni brevi tratti, corre lungo strade comunali poco trafficate, in mezzo a distese di campi intervallate da radi casali. Il nuovo ponte sul Natisone è l’ultimo tratto da percorrere prima di tornare al punto di partenza presso la stazione.

IL PERCORSO Si parte dalla statua dell’Alpino davanti alla stazione di Cividale e si seguono le indicazioni (scarne) della ciclovia FVG-3 dirigendosi verso il Natisone. Alla piccola rotonda davanti alla caserma si prende a destra la ciclabile che si segue fino alla Zona Industriale Sud di Cividale (quella nuova). Qui si imbocca la strada bianca che costeggia l’ex polveriera fino alla chiesetta, evidente sulla sinistra, dell’ex campo di prigionia PG/POW 57. Si attraversa la nuova provinciale e si prende la strada bianca che prima costeggia la strada asfaltata e poi gira a destra verso nordovest. Si passa davanti alla piccola croce Toful e davanti alla croce della Claf si svolta a sinistra

verso Orzano passando in mezzo alla brughiera. Una volta giunti a Orzano si raggiunge il cimitero, si attraversa la provinciale e si prende un’altra strada bianca fino a quando questa svolta decisamente a sinistra. Alla provinciale si svolta a destra e dopo 300 metri si prende la strada bianca a sinistra verso casali Lonzano proseguendo poi dritti fino ad arrivare a Orsaria. Si attraversa il Natisone e da Leproso si va a Ipplis, dove, alla rotonda in piazza, si prende la terza uscita in direzione nord. Si attraversano Casali Braide e si prende il lungo rettilineo fino a Rualis per poi dirigersi verso la stazione passando il Natisone sul ponte nuovo.

tremilasport+ | 17 02 2016 | 49


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