TUTTO
LO
SPORT
DEL
FRIULI
VENEZIA
GIULIA
A
360
magazine
GRADI
04|17 22|02|2017
w w w. t re m i l a s p o r t . c o m
PORDENONE
CATTANEO: "UN SOGNO CHIAMATO SERIE B"
CALCIO DILETTANTI
FORTE, CHE METRONOMO PER LA BUJESE!
pag 6
CALCIO FEMMINILE
SARA PENZO: "BASTA CALCIO, SI LAVORA" pag 34
un'altra
PIttIn
C'è IL DNA DI FAMIGLIA NELLA GIOVANE CAMPIONESSA CARNICA, REDuCE DA uNA MEDAGLIA D'ARGENtO NEGLI StAtI uNItI PAGG 44-45
pag 12-13
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PORDENONE: Ivo Neri email: ivoneri@hotmail.com
UDINE: Bernardino Ceccarvelli Email: libertas.udine@gmail.com
44
SOMMARIO
04|17
22|02|2017
6
26-27 UDINESE
CALCIO
6-7 FOCUS: CATTANEO: "SERIE B? UN SOGNO NEROVERDE" 12-13 IDENTIKIT: SIMONE FORTE
18 AI RAGGI X: ECCELLENZA, RISCATTO VIRTUS CORNO
20-21 GIOVANILI:
36
VOLLEY L'elezione del nuovo presidente della Fipav regionale, Michelli, sotto la lente del numero uno della Pav Udine, Gianardi (nella foto).
25
CALCIO FEMMINILE Sara Penzo lascia per ora il calcio per dedicarsi al lavoro a Roma. "Di calcio noi donne non viviamo", spiega.
PIANETA SAN LUIGI
24 CALCIO A 5
25 CALCIO FEMMINILE
32-33 BASKET 34-39 VOLLEY 41-49 SPORT VARI
RUBRICHE 22-23 A SCUOLA DI CALCIO 28-29 SI DICEVA...
30 CULTURA
50-53 MONDO LIBERTAS
tremilaSport+ | 22 02 2017 | 03
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EDITORIALE
TUTTO
LO
SPORT
DEL
FRIULI
VENEZIA
GIULIA
A
360
magazine
GRADI
04|17
....
Per il basket regionale entusiasmi rinati QUANDO LO SPORT NON DÀ DA VIVERE
2 2 | 0 2 | 2 0 17
w w w. t r e m i l a s p o r t . c o m
PORDENONE
CATTANEO: "UN SOGNO CHIAMATO SERIE B"
CALCIO DILETTANTI
FORTE, CHE METRONOMO PER LA BUJESE!
pag 6
pag 12-13
CALCIO FEMMINILE
SARA PENZO: "BASTA CALCIO, SI LAVORA" pag 34
UN'ALTRA
PITTIN
C'È IL DNA DI FAMIGLIA NELLA GIOVANE CAMPIONESSA CARNICA, REDUCE DA UNA MEDAGLIA D'ARGENTO NEGLI STATI UNITI PAGG 44-45
T L
empo di vacanze ma non tutti, in eprimis il calcio professionistico, a genetica, si sa, non è per un’opinione lo staper dimostrando anche Cristina giàPittin, in preparazione in Avista di unaormai nuova stagione che inizieràdegli il proscugina di quell’ lessandro protagonista celebrato sci. simo mese lasciandosi alle spalle la delusione europea della nazionale. La diciottenne carnica non è ancora assurta ai livelli del campione di L’Udinese, conma il suo allenatore Iachini, ha effettuato sue prime Cercivento ha nuovo dimostrato di recente la propria stoffa le trascinando uscite connegli risultati, seppure estivi, che non entusiasmano e d’altra parte non Usa la staffetta azzurra ad un prestigioso argento nel fondo con promettefrazione fuochi eccezionale. d’artificio un falsariga di quello due preun’ultima Giàorganico guarda alsulla prossimo futuro, l’atletadei di Maranzacedenti risicati campionati privo fra l’altro ormai della classe di Di Natale. nis di Comeglians, pensando see continuare a gareggiare a certi livelli grazie ad un Ido Cibischino ha in comunque nel giovane Jankto auspicato ingresso un gruppoindividuato sportivo militare oppureesterno cercare ceco un lavoro dopola possibile sorpresa di stagione, vedremo se la sua profezia si avvererà. E per il diploma in edilizia, ramo in cui sta studiando a Tolmezzo. il basket è di invece entusiasmi rinati, con sport Trieste suosono enÈ un po’regionale il problema tutti tempo i giovanidiatleti emergenti nei vari maalche nesimo campionato di A2 affrontato sulla base dei giovani del proprio vivaio consapevoli di non avere a disposizione le chances economiche che solo il calcio e l’Apu, fresca diè promozione, a presentare le proprie prime mosse a livello di professionistico in grado di offrire. campagna abbonamenti e di mercato. Ritorna il derby Calcio che alla tifoseria friulana, entusiasmo perdunque Zico a parte, nonfriul-giuliano sta elargendoa conferire sale ad uncon movimento negli ultimi anni in Friuli un po’ assopito dall’asgrandi soddisfazioni, un’Udinese salva e rilassata che, svanito l’effetto-Delneri, senza di una formazione di vertice dopo la chiusura dei battenti da parte della ha imboccato di nuovo la via della mediocrità sulla falsariga delle ultime stagioni Snaidero e Questione il direttoredisportivo delcarattere club triestino, Marioe Ghiacci, non vede l’ora, precedenti. carenza di e di stimoli di una povertà tecnica come afferma nella nostra intervista, di effettuare la sua rimpatriata a Udine. diventata quasi una tipicità degli organici bianconeri dopo gli anni di Di Natale & C. MaE rimane il nodo ad un volta palasport Carnera da trarrà anni inpiù preda a problesoddisfazioni dalrelativo calcio, questa femminile, non ne neppure Sara matiche burocratiche e la cui pratica si prova ora in fretta e furia a chiudere in Penzo, ormai ex portiere del Tavagnacco, che nella nostra intervista esprime un vista di unormai campionato di A2 le cui battute iniziali (e ciA,sinon augura quelle), concetto noto: il calcio-donne, anche se di serie dà dasolo vivere a chiper lo l’Apu, avranno Cividale. Come sempre ci dedichiamo poi ai epersonaggi pratica e alloraluogo ad unacerto punto, come ha fatto lei, meglio lasciare trovarsi une quello di spicco stavolta è la che bellaaffrontano pallavolistai primi Elisa Manzano, che lasport nostra lavoro. E alle giovani colleghe passi in questo lei Bianconcamaria Gonano ha scovato in Birmania nel corso del suo giro del mondo: siglia di andare a giocare all’estero, dove chi vale ha l’opportunità di esprimersiuna al lunga pausa di riflessione, l’atleta friulana, poi deciderà farsi dal punto meglio. Un concetto valido indice generale e paragonabile alla “fuga ildida cervelli” nazionali di vista vagliandopiù le accoglienti. offerte che le perverranno. Chi non vorrebbe verso lidi sportivo, professionalmente seguire l’esempio Elisa,invece staccando la spinacon perl’avvio qualche per edizione ricaricarsi? Di sport puro sidiparla nel basket, dellamese decima del Immedesimiamoci nella sua esperienza, lasciando spazio all’immaginazione. torneo dedicato al professor Ezio Cernich: qui i ragazzi giocano per l’onore della canotta e nulla più ed è un messaggio che va accolto con simpatia.
Il Direttore Edi Fabris Il Direttore Edi Fabris
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DIRETTORE RESPONSABILE RESPONSABILE DIRETTORE Edi Fabris Fabris Edi VICEDIRETTORE VICEDIRETTORE Massimo Muzzin Muzzin Massimo EDITORE EDITORE MEDIATREMILA EDIZIONI EDIZIONI srl srl MEDIATREMILA Viale Palmanova Palmanova 146 146 -- 33100 33100 Udine Udine Viale Tel. 0432. 0432. 33 33 30 30 893 893 Tel. direzione@mediatremila.com direzione@mediatremila.com REDAZIONE REDAZIONE Viale Palmanova Palmanova 146 146 -- 33100 33100 Udine Udine Viale Tel. 0432. 0432. 33 33 30 30 893 893 Tel. redazione@tremilasport.com redazione@tremilasport.com
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13| 16 04| 17 Questo numero è stato chiuso
Questo numero è stato chiuso in redazione redazione mercoledì mercoledì 22 20 febbraio luglio 2016. in 2017.
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CALCIOUDINESE
Cattaneo: “Vista la qualità delle squadre, questa è una B2 più che una Lega Pro”
QUI PORDENONE
CATTANEO: “UN SOGNO CHIAMATO SERIE B” Momento delicato per i Ramarri che in queste ultime giornate di campionato dovranno dare il tutto per tutto per provare a rientrare in lotta per il vertice del campionato, a cominciare dalla sfida col Bassano
06 | 22 02 2017 | tremilaSport+
L
o avevamo conosciuto un anno fa, con un'intervista dove "Veleno" ci aveva aperto le porte della sua splendida personalità, facendoci conoscere da vicino l'ambiente di Pordenone, rendendoci partecipi di un cammino meraviglioso conclusosi soltanto davanti al muro eretto da Gennaro Gattuso e dal suo Pisa, in una semifinale playoff verso la Serie B che fa ancora male. Luca Cattaneo oggi è cresciuto, maturato, così come tutto il Pordenone. Perché anche i più bravi non smettono mai di migliorarsi. E, conti alla mano, è forse proprio quello il segreto del loro successo. Dell'essere grandi. È lui a raccontarci il momento dei neroverdi, chiamati nel recupero infrasettimanale
contro il Teramo a rialzarsi dopo un periodo fatto di soli 3 punti in altrettante partite. Scossi, ma con la consapevolezza dei propri mezzi e con tanta voglia di riscatto immediato. Come solo sanno fare, in poche parole, i campioni veri. - Luca, partiamo dalla sconfitta per 1-0 a Venezia. “Credo sia stata una partita equilibrata. Il gol preso dopo due minuti ci poteva tagliare le gambe, invece abbiamo comunque fatto noi la partita. Purtroppo ci tocca parlare di episodi. Un gol annullato a Ingegneri per fuorigioco, così difficile da vedere che nemmeno le immagini sono riuscite a chiarire la questione, e un rigore su di me nel finale non concesso, per me sacrosanto. Ho visto le immagini, può
sembrare che l'avversario colpisca la palla, ma sono stato io a spostare la sfera sul sinistro: l'entrata era scomposta, per me il penalty era netto. Non lo dico per lamentarmi, ma in queste sfide delicatissime, dove ci si gioca tanto in 90 minuti e l'equilibrio è sovrano, sono proprio questi dettagli a far pendere l'ago della bilancia da un lato piuttosto che dall'altro. Magari avremmo sbagliato il rigore, non do per certo che sarebbe cambiato tutto, ma resta sicuramente un rimpianto: il risultato non rispecchia i valori emersi in campo. Abbiamo giocato davvero bene”. - John Wooden diceva: "Le piccole cose fanno accadere grandi cose"… “Stiamo giocando partite emozionanti contro squadre blaso-
FOCUS
“
“Col Parma sconfitta meritata, contro il Venezia ko deciso dagli episodi” una squadra davvero forte: si può fare il salto di qualità. Ci crediamo. Serve il filotto per cercare di riagganciare il gruppetto di testa. Sempre tenendo a mente che il peso dell'obbligo del risultato è sulle spalle dei nostri avversari”. - C'è una squadra che ritieni superiore alle altre? “Posso dirti che il Parma mi è piaciuto molto, soprattutto per quella determinazione che li ha spinti in più occasioni, specie contro di noi, a ribaltare i risultati. Sono davvero forti,
Foto DINO RAIMONDI
nate, forti. Non si vede negli scontri fra prime della classe un risultato con una differenza reti alta: si giocano tutte queste sfide sul filo del rasoio. Gli arbitri sono bravi, ma alla fine dell'anno si tirano le somme anche tenendo conto di questi piccoli particolari, che hanno la potenzialità di poter cambiare gli esiti di una partita. Forse siamo un po' in credito con la sorte…” - Chiudiamo il capitolo doloroso parlando di Parma: quanto fa male una sconfitta come quella? “Essere in vantaggio a pochi secondi dal termine e trovarsi al triplice fischio sotto per 3-2 è una bella botta. A differenza della sfida contro il Venezia però, dove come ho detto ci hanno messo del loro gli episodi, trovo la sconfitta contro i Crociati meritata. Mi spiego: i due gol finali sono frutto della loro forza di volontà mostruosa, ma anche di una nostra cattiva gestione degli ultimi minuti. Una partita equilibrata, da portare a casa, che abbiamo perso un po' ingenuamente. Dobbiamo prendercela solo con noi stessi. Sono sconfitte che bruciano, ma siamo professionisti, pensiamo subito alla partita successiva. La vittoria pochi giorni dopo contro la Maceratese è stato un bel segnale. Ma dobbiamo riprendere da quella fame, da quella voglia”. - Pensi che davanti perderanno qualche punto? “Le vedo lanciate, questo sì, ma il passo falso è dietro l'angolo. È un campionato stupendo, equilibrato. E il calcio mi ha insegnato in questi anni che il girone di ritorno è un altro torneo. Che la voglia di salvarsi cambia tutti i pronostici. Vuoi per gli acquisti invernali, vuoi perché cambiano le motivazioni. Nessuna delle prime della classe avrà vita facile, noi per primi”. - Come vedi cambiato questa Lega Pro rispetto alla passata stagione? “La qualità è cresciuta parecchio. Ci troviamo davanti giocatori di Serie A e Serie B. Venezia, Parma, Padova, Reggiana, sono squadre pazzesche, piene di talenti. Non c'è un Cittadella come lo scorso anno, una "ammazzacampionato": questo è un girone che definirei "B2" più che Lega Pro per il livello altissimo di chi ne fa parte”. - Stare lassù, giocare alla pari con le grandi, è la conferma della vostra maturazione. “Tenere testa a queste squadre fa capire quanto siamo competitivi. Siamo
chi mi ha scelto. Dove conservo il premio? Sin da quando ero piccolo, con mio papà, ho sempre tenuto tutti i pezzi di giornale che mi riguardavano e i vari trofei con affetto. Una piccola bacheca, un armadio dove custodisco questi simboli. Questo è sicuramente uno dei più speciali. Quel giorno ho rivisto vecchie amicizie, come Ferretti e Acerbi: porterò quella serata nel cuore”. - Chiudiamo con una considerazione personale: alla serie B e alla A ci pensi? “Ogni ragazzo deve ambire al massimo. Se giochi a calcio lo sai: vuoi sempre di più. Il mio sogno più grande, oggi, è scendere in campo in Serie B. Forse la A è difficile, per caratteristiche fisiche diverse, ma mi piacerebbe mettermi in gioco un anno nella serie cadetta. Farlo col Pordenone sarebbe un qualcosa di speciale. Ci penso, non lo nego. Ma può capitare che nella vita si faccia fati-
tecnicamente, tatticamente, a livello mentale e di carattere”. - Note positive di squadra: siete il miglior attacco del girone. “È frutto del nostro gioco spettacolare. Abbiamo un grande attacco, come lo avevamo la passata stagione. Ora non ci sono più né Strizzolo né De Cenco, ma abbiamo Arma e, principalmente, più giocatori di rapidità e di fantasia. Il nostro lavoro là davanti ripaga”. - Nota positiva personale: la premiazione agli Italian Sport Awards per il gol più bello della stagione 2015/2016. “È stata una giornata indimenticabile. Fa piacere portare a casa premi del genere, che possono vantare davvero in pochi. Cavoli…il gol più bello di tutti! Un'emozione unica, devo ringraziare
ca. Negli ultimi due anni ho perso una finale playoff arrivando a pari punti con la prima in campionato (Novara, ndr) e una semifinale. La B l'ho accarezzata per davvero in più di una occasione. Ne ho sentito il profumo, e poi mi è scappata da sotto le mani. L'unica cosa che posso fare però è lavorare ancora di più. Il calcio alla fine è metafora di vita: tante volte guardi chi sta lassù e pensi "ci potrei essere anche io", ma la vita dà e toglie. E allora non posso fare altro che rimboccarmi le maniche. Voglio continuare a lottare. Voglio che questo sogno si realizzi. E, lo prometto, ce la metterò tutta”. Luca Feole tremilaSport+ | 22 02 2017 | 07
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SERENISSIMA
Prima Cat. Gir. B
PRADAMANO
NELLA FOTO DA SINISTRA A DESTRA IN PIEDI: Quargnul Paolo (accompagnatore), Louhenapessy Eliah, Covaceuszach Ivan, Felsel Moru, Therry Osadolor, Marti Marco, Gerli Massimo, Di Taranto Daniele, Felsel Mubarak, Lazzaro Massimiliano, Miano Michele. INGINOCCHIATI: Tami Marco, Miano Gabriele, Diminutto Luca, Ariabis Federico, Gardelli Matteo, De Cecco Ivan, Pinat Davide, Del Zotto Marco, Lostuzzo Leonardo. DELLA ROSA FANNO PARTE ANCHE: Polli Federico, Blasoni Marco, Driza Andi, Tiro Almedin, Gimillaro Roberto, Fiorente Filippo.
L’attività della COOPERATIVA DI PREMARIACCO trova nell’agricoltura il suo riferimento nel senso più ampio del termine. Dalla sua fondazione è a fianco degli agricoltori per aiutarli ad ottenere dalla loro terra sempre di più e sempre meglio.
Fin dalla nascita nel 1921 il Supermercato ha rappresentato un elemento distintivo della distribuzione offrendo agli abitanti del Comune la possibilità di fare comodamente la spesa in un’unità moderna ed efficiente. Innovazione e qualità sono le parole d’ordine che hanno da sempre guidato il piano di adeguamento del punto vendita fin dal lontano 1921 quando ancora si chiamava spaccio. A seguito di un rinnovamento del piano dell’immagine e della comunicazione il supermercato è entrato, nell’ultimo anno, a far parte della rete di vendita di CRAI. Al centro di questo progetto spicca il nuovo pack dei prodotti a marchio CRAI, che hanno conquistato i favori della clientela grazie all’ottimo rapporto qualità/prezzo e alla ricchezza delle proposte. Nell’area marketing assumono un ruolo rilevante le carte fedeltà, strumento non solo di conoscenza e di fidelizzazione, ma anche di dialogo e di collaborazione con i clienti.
Un’ampia superficie di vendita con molteplici prodotti di alta qualità e sicurezza, sono il punto forte del reparto ferramenta che nel corso degli anni si è dimostrato in grado di soddisfare le più svariate esigenze della clientela. Grazie alla professionalità ed esperienza dei nostri collaboratori, riusciamo a rivolgerci, con ottimi risultati, sia ai singoli consumatori che alle aziende. L’Agraria è un settore commerciale all’avanguardia nel settore dei mezzi tecnici per la viticoltura e per l’agricoltura tradizionale. Grazie alla notevole esperienza acquisita, ai prodotti competitivi e di alta qualità, al personale qualificato e disponibile a rispondere ad ogni esigenza riguardo alla difesa e alla nutrizione delle colture, siamo in grado di garantire ad ogni azienda agricola e vinicola un risultato di alta qualità.
Il Bar alla Cooperativa rappresenta fin dalla sua nascita nel 1921 il punto di ritrovo ideale per tutta la comunità. Accanto al tradizionale servizio di caffetteria offre un’ampia gamma di vini dei Colli Orientali e del Collio ed una scelta di birre classiche ed artigianali. L’ampio parco esterno è una cornice ideale per feste di compleanno ed altri eventi conviviali. Per tutto il periodo estivo nel parco è in funzione un gazebo all’ombra di secolari arbusti con eventi a tema e feste dedicate. C’è la possibilità di usufruire di un’ampia sala con una capienza di 120 persone, in grado di fungere sia da ristorante sia da sala congressi. La ristorazione è caratterizzata dalla genuinità e semplicità di prodotti locali: pane fatto in casa, salumi, primi piatti con vari sughi e carni a scelta.
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CALCIOFOTOGALLEY
PRIMA CATEGORIA B
LAVARIANMORTEAN – SANGIORGINA
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foto tremilasport
19-02-2017
10 | 22 02 2017 | tremilaSport+
FOTOGALLEYCALCIO
tremilaSport+ | 22 02 2017 | 11
IDENTIKIT
ALLA SCOPERTA DI...
SIMONE FORTE
Da sette anni ormai Simone Forte è il perno della mediana della Bujese. Con la squadra del suo paese il centrocampista dei torelli si è già tolto la soddisfazione di vincere la coppa regione nel 2016, ma il suo sogno nel cassetto è vincere un campionato
assieme ai suoi compagni. Per quest’anno il sogno sembra accantonato, ma resta comunque l’ambizioso obiettivo dei play-off, al momento distanti solo una manciata di punti. E chissà che con uno sprint nel finale l’undici collinare non riesca a centrare la meta.
Nome e cognome: Simone Forte Soprannome: Slymon Data e luogo di nascita: Il 09 maggio 1992 a San Daniele del Friuli Città di residenza: Buja Altezza: 1,87 m Peso: 88 kg Segni particolari: Nessuno Ruolo: Centrocampista Piede: Destro Film preferito: Nessuno in particolare Libro preferito: Nessuno Cantante/Band preferito: Max Pezzali / 883 La canzone del cuore: Nessuna in particolare Bionde o more: Entrambe Mare o montagna: In estate mare, in inverno montagna
Squadra attuale: Bujese
Numero gol segnati in carriera Circa 40 gol
Settore giovanile: Stella Azzurra
Palmares: Coppa regione nel 2016
Squadre in cui hai militato: Da bambino ho fatto scuola calcio fino agli Esordienti alla Stella Azzurra (campionato carnico) per poi passare agli Esordienti sperimentali con la Gemonese dove ho fatto un solo anno. Successivamente ho fatto un anno di Esordienti è uno di Giovanissimi alla Bujese, e l’ultimo anno di Giovanissimi regionali alla Nuova Sandanielese. L’anno successivo ho fatto metà stagione alla Pro Fagagna e l’altra metà son ritornato a San Daniele. Infine da sette anni sono alla Bujese.
Squadra del cuore: Juventus
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Idolo da bambino: Alessandro Del Piero La più bella soddisfazione: Vincere la coppa regione La più grande delusione: Non aver potuto giocare la finale di coppa regione per squalifica. L'allenatore che ti rimasto nel cuore: Mister Ermes Cargnelutti. Devo molto a lui, oltre che a livello calcistico, mi ha dato molto a livello
Piatto preferito: Costata di manzo con patate personale e affettivo, sono molto affezionato a lui. Per me ha fatto moltissimo. Numero di maglia preferito: Il numero 8 Filosofia: vince chi…? Vince chi segna di più La scaramanzia: Non sono scaramantico Tre migliori pregi: Tenacia, generosità,carisma Tre peggiori difetti: Sono testardo, irascibile e orgoglioso
Animale preferito: Il cane Il più bel viaggio fatto: Ad Ibiza con gli amici Il più bel regalo ricevuto: Nessuno in particolare La cosa che ti fa più arrabbiare: Non raggiungere i miei obiettivi Come ti immagini una volta conclusa la carriera calcistica: Sempre sui campi di calcio ma come spettatore, però non si sa mai.
Professione: Macellaio
Sogno nel cassetto: Vincere il campionato con la squadra del mio paese, la Bujese
Hobby al di fuori del calcio: Caccia e pesca
Il motto: La speranza è l’ultima a morire
UDINESECALCIO
L'ALTROCALCIO
IL RITORNO DI ZICO
«IO ALLENARE L’UDINESE?
FAREI BENE» Il super campione brasiliano è sempre nei cuori dei tifosi dell’Udinese, e in questi giorni ha goduto dell’abbraccio della Udine bianconera. E c’è chi sogna un suo futuro approdo sulla panchina del club
Z
ico è finalmente tornato a Udine. O Galinho è stato abbracciato dal calore bianconero e ha vissuto un week end ricco di eventi insieme alla sua Udine. L’icona del calcio mondiale parte forte: “Tornare qui è magnifico, sono felicissimo, pieno di gioia. Da lontano cerco sempre di seguire l’Udinese: è una delle mie tre squadre insieme al Flamengo e ai Kashima Antlers”. Si comincia dal passato: “Il mio ricordo più bello legato a questo posto? La presentazione in piazza. Non mi sarei mai aspettato quel bagno di folla. Quel giorno mi sono responsabilizzato, mi sono detto <<Voglio regalare emozioni a queste persone fantastiche>>. Resta un ricordo indelebile”. Lui, che venne in Friuli preferendolo ad altre società ben più blasonate, con l’obiettivo dichiarato di vincere, perché “ho sempre giocato per un traguardo, non potevo fare altrimenti”. Un legame forte, dicevamo, con gli udinesi, che il brasiliano ringrazia continuamente nel corso della conferenza: “La storia del calcio parla di chi vince, ma anche se non siamo riusciti a toglierci qualche bella soddisfazione, il rapporto con questi tifosi è stato, è e sarà sempre unico: un qualcosa che va oltre il risultato. Ho imparato l’arte del lavoro dai miei genitori e penso che questo, chi veniva a vedermi, l’ha sempre notato: dare il massimo era una prerogativa costante”. Mito, termine a volte di cui si abu-
14 | 22 02 2017 | tremilaSport+
Zico: “La mia presentazione in piazza mi rimarrà per sempre nel cuore” sa, ma che ben veste la figura di Zico. Ma chi erano i suoi miti? “Roberto Baggio per me sarà sempre uno dei migliori del calcio italiano e mondiale. Di Natale? L’ho incontrato qualche anno fa, è lui il migliore della storia dell’Udinese: sarebbe bellissimo rivederlo”. C’è anche tempo per qualche considerazione sul calcio moderno: “Neymar mio erede? Non mi piace come termine. Quando io giocavo non volevo essere l’erede di nessuno. Certo è che è uno fra i migliori al mondo. Oggi il calcio sta cambiando. Si predilige l’aspetto fisico nei giovani, quello tattico nei grandi. Forse, se avessi fatto un provino da piccolo con questi metri di selezione, per me sareb-
be stato più difficile arrivare nel calcio che conta. La Serie A? Sta perdendo appeal, è sotto gli occhi di tutti. Eccezion fatta per la Juventus le altre big sono calate. Mi piace il Napoli, l’ho visto dal vivo in Champions e per me può ribaltare
il 3-1 dell’andata contro il Real Madrid”. La chiusa, prima della consegna della maglia dell’Udinese e i tanti selfie con la gente presente in sala stampa, è con una battuta sull’Udinese: “Io allenatore qui? Mi “comporterei bene”. (l.f.)
IL RICONOSCIMENTO
CONSEGNATO A ZICO IL SIGILLO DELLA CITTà DI UDINE A uno «straordinario sportivo interprete dell’arte calcistica, per aver portato il nome della città di Udine nel mondo, e per l’entusiasmo che ha donato alla popolazione friulana, stabilendo un legame affettivo ancora vivissimo». Con questa motivazione il sindaco di Udine, Furio Honsell, ha
consegnato in una gremitissima Loggia del Lionello, il sigillo della città ad Arthur Antunes Coimbra, ovvero ”Zico”, indimenticato campione dell’Udinese. «Si tratta – ha spiegato il primo cittadino – di un atto di riconoscenza della città intera a uno dei più grandi calciatori della storia mondiale, che ha legato il proprio nome in maniera indelebile a Udine».
12-13
03-04
NOVEMBRE
DICEMBRE
77 anni
di esperienza
158
14-15
28-29
GENNAIO
GENNAIO
2
832
studenti nel 2016/2017
cortili con campi da basket, pallavolo e calcio
dipendenti
19
PANORAMICA
salesiani
15 volontari
del Servizio Civile Nazionale
50.000
ORE 14.30-17.30
Bar interno
euro di agevolazioni e incentivi allo studio per le famiglie ogni anno
2 sale giochi 2 palestre 51aule 1aula
di robotica
1Auditorium
CALCIOFOTOGALLEY
SECONDA CATEGORIA B
ATLETICO GRIFONE SAN DANIELE
0-0
FOTO MARINA BELAIA
19-02-2017
16 | 22 02 2017 | tremilaSport+
FOTOGALLEYCALCIO
tremilaSport+ | 22 02 2017 | 17
AI RAGGI X
QUI VIRTUS CORNO
DE BLASI,
CERTE LEGNATE FANNO BENE Il capitano dei biancazzurri, Luigi De Blasi, prova a spiegare la debacle di domenica, dopo la sconfitta con il fanalino di coda Lignano che ha interrotto una lunga striscia positiva di risultati
N
onostante la sconfitta col Lignano, la consapevolezza di raggiungere il traguardo salvezza in casa Virtus Corno è intatta, grazie anche alla fiducia che il team ripone in mister Andrea Zanuttig, subentrato qualche mese fa a Collavizza. A fare il punto della situazione per i virtussini è il capitano Luigi De Blasi: "Non lo dico perché ci allena adesso, ma è davvero il migliore che io abbia mai avuto. Ci ha dato tanto - continua il calciatore classe '92 - e ci ha fatto crescere: con lui sono certo che ci salveremo al 100%". - La sconfitta con l'ultima della classe è stata qualcosa di inaspettato? “Direi in parte. In realtà è stata una settimana strana, negli allenamenti avevo percepito qualcosa, ma c'è da considerare che loro non avevano nulla da perdere. Dopo la sconfitta contro l'ISM Gradisca, scontro diretto per loro, davvero credo giochino senza pensieri. E in campo questo si è visto. In realtà possono sperare ancora in qualcosa di miracoloso, ma è difficile per loro salvarsi. Questo però li ha aiutati e potrebbe aiutarli nelle ultime partite. So che hanno perso contro l'ISM senza demeriti, e contro di noi hanno meritato i 3 punti. Siamo passati in vantaggio e sull'1-0 ho
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sbagliato un rigore che, detto sinceramente, non c'era. Sono stati bravi a trovare il pari e poi nel secondo tempo a venire fuori. Anche loro hanno sbagliato un
rigore nella ripresa, in quell'occasione siamo rimasti in 10, e poi ci hanno puniti con il secondo gol. Dopo un filotto di risultati utili è un passo falso che ci può stare”.
De Blasi: “La sconfitta con il Lignano è il modo migliore per resettare e ripartire”
- Cosa vi siete detti? “In spogliatoio le prime parole che ho detto sono state: "Restiamo sereni perché è il risultato giusto, ripartiamo da qui". Ci ha fatto bene questa legnata, forse avrebbe fatto ancor meglio una sconfitta più pesante. Siamo comunque fiduciosi: consapevoli del fatto che sia stato solo un passo falso, magari anche fisiologico”. - Avete vinto contro il Vesna qualche settimana fa: vi siete forse rilassati per quello? “No, non pensiamo di essere salvi. E quella è stata una partita difficilissima risolta solo nel finale con un gol pazzesco a pochi secondi dal termine. Tante volte quest'anno siamo usciti rammaricati dal campo: penso al Torviscosa, dove abbiamo subito l'1-1 al 90', o alla sfida contro il Lumignacco. Questa volta c'è andata bene. Dopo tante beffe immeritate. Il lavoro del mister fatto durante la pausa si è visto in questo ultimo periodo: quattro vittorie importanti che ci hanno tirato fuori dalle zone calde. Non ci siamo montati la testa ma il calo si è visto anche nel derby: con 13 palle gol non siamo riusciti a vincere. Forse la sconfitta con il Lignano è il modo migliore per resettare e ripartire”. - Prossima partita con il Torviscosa.
AI RAGGI X
“Zanuttig? È davvero il miglior allenatore che io abbia mai avuto”
“All'andata meritavamo qualcosa in più, il cambio di allenatore ci aveva dato grinta: è fisiologico nel calcio. La scossa era arrivata. Si giocherà sabato in anticipo: mi aspetto una reazione. Poi rientra Gashi dalla squalifica: contro il Lignano ci è mancato molto. Sicuramente daremo l'anima”. - Colpo di coda possibile nelle retrovie? “Nella corsa alla salvezza qualche scherzo da chi sta dietro può arrivare: è il finale di stagione. Contando che mancano 7 gare, noi dobbiamo giocare con il Tolmezzo e a Gradisca, la strada è lunga. Entrambe potrebbero uscirne, così come la stessa Manzanese. Vedendo lo stacco, però, i 13 punti dalla penultima ci mettono quasi al sicuro da eventuali playout (con più di 10 punti non si effettua lo spareggio, ndr). Chiaramente l'obiettivo è salvarci prima, non vogliamo pensare a una tale eventualità e lavoriamo in tal senso. Ma è vero che la classifica sembra aiutare”.
- Tra le tue caratteristiche c'è anche il vizio del gol… “Dal dischetto ho fatto un solo gol, tutti gli altri su azione: quest'anno sono a 5 ed è il mio record personale. Peccato per il rigore fallito domenica scor-
sa. Ora, dopo Gashi, vedremo se toccherà ancora a me. Come l'ho sbagliato? Il portiere avversario è stato bravo a ingannarmi, con una posizione defilata. Io ho tirato male cambiando idea all'ultimo: colpo centrale e parata facile”.
- C'è una partita che aspetti con ansia? “Spero che contro il Cjarlins l'ultima di campionato si possa far festa. Ma salvarci già contro il Tolmezzo non sarebbe affatto male”. - La più bella prestazione dell'anno? “A livello personale e di squadra il 4-1 con il Fontanafredda: per me per la doppietta, per la squadra per il modo in cui siamo scesi in campo. Pressing costante, attacchi continui: non li abbiamo praticamente mai fatti uscire dalla loro metà campo”. (lf)
- Davanti Cjarlins o Gemonese? “Conosco molto bene tanti giocatori di entrambe le squadre. La Gemonese non mollerà fino alla fine e secondo me è più avvantaggiata a livello mentale. Il CjarlinsMuzane sa che deve vincere per forza, consapevoli del fatto che dietro hanno una rivale che non molla. Ma credo la spunteranno questi ultimi: il Cjarlins può solo perderlo, guardando la rosa. Lo scontro diretto di marzo ci dirà di più”.
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GIOvANILI
QUI SAN LUIGI
A BRACCETTO CON LA
JUvENTUS Il vivaio del sodalizio biancoverde negli ultimi anni ha avuto una crescita esponenziale a livello numerico, confermando gli ottimi risultati già ottenuti in campo nelle stagioni passate. La collaborazione con i campioni d’Italia si sta rivelando vincente
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nche il San Luigi ha deciso di seminare ora per raccogliere in futuro. I biancoverdi vantano uno dei più rigogliosi settori giovanili del calcio regionale. Il direttore responsabile, Francesco Schiraldi, ci presenta il vasto esercito dei sanluigini. Coadiuvato da Marco Stoini, direttore per quanto concerne gli under 7 anni, ci presenta una gestione mirata alla maturazione completa del ragazzo. - Quanta è grande la vostra famiglia? “Io seguo le fasce che vanno dagli Esordienti agli Allievi regionali. All'interno della nostra struttura ci sono tre squadre esordienti, due a nove e una a 11 ma, per quanto
riguarda quest'ultima, non c'è stata possibilità di iscrivere la squadra a un campionato poiché le adesioni a 11 erano poche. Abbiamo perciò portato a tre le rose per il calcio a 9. Poi abbiamo 2004 che fanno giovanissimi sperimentali, e così via, passando per i 2003, i 2002 giovanissimi regionali, i 2001 allievi sperimentali e i 2000 allievi regionali”.
- Come mai poche adesioni per il calcio a 11? “La società hanno scelto di farne poche per molti motivi: logistici e pratici. Hanno aderito al torneo giovanissimi sperimentali sotto età ma non avendo disponibilità è venuto meno un torneo, quello appunto a 11”.
Al San Luigi un parco tesserati enorme con ben 350 ragazzi nel settore giovanile
- Quali sono le vostre modalità di lavoro? “Ci impegniamo molto per quello che riguarda le basi: fare selezione per il momento in cui si arriva ai campionati regionali. Ci teniamo a dare una opportunità importante a tutti i nostri ragazzi: quel genere di campionato è un ottimo banco di prova. Siamo una società affiliata alla Juventus, non scuola calcio, non a livello di marketing insomma, ma più per quello che riguarda la tecnica”. - Come funziona? “Riceviamo visite mensili dai tecnici bianconeri, con cui abbiamo un rapporto diretto. Tutto il lavoro è svolto in funzione della crescita dei ragazzi e dei parametri della migliore società in Italia. Loro ci indicano situazioni su cui lavorare: noi condividiamo in toto il metodo proposto, ci adeguiamo e facciamo crescere i ragazzi. I risultati stanno facendo contenti tutti: noi, loro, i ragazzi, i genitori”. - Un onore si può dire… “Claudio Gabetta è il responsabile dell'attività di base anche con un occhio rivolto al rapporto con le squadre satelliti. La Juve ha solamente 30 società affiliate, di cui 10 in Piemonte, le altre 20 sparse in tutta Italia: siamo l'unica in regione, quindi per noi è motivo di vanto. Basti pensare che la più vicina a noi è il Giorgione, ma bisogna arrivare in Veneto per vederli”. - Siete stati a Torino a trovare la Juve quindi? “Siamo andati l'anno scorso con i
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GIOvANILI
SETTORE GIOvANILE Nella pagina a fianco, le formazioni Primi calci (in basso) e Pulcini. Qui a fianco, la squadra Juniores e, qui sotto, gli Allievi regionali. A fondo pagina, le squadre Giovanissimi regionali ed Esordienti.
Schiraldi: “Siamo l’unica società affiliata alla Juventus in Friuli Venezia Giulia” ragazzi e il 20-21 marzo dei nostri tecnici andranno a studiare con gli esperti bianconeri: il lavoro che fanno sul campo i mister della Juve deve essere punto di partenza per migliorare. Crediamo poi che la differenza la faccia la qualità del ragazzo, le doti che noi dobbiamo essere capaci di far emergere. Ciò che è importante è che ci sia sempre la volontà e la convinzione di migliorarsi. Un discorso che vale per i ragazzi, ma in primis per noi. Le società professionistiche ora stanno svolgendo un ruolo attivo nella ricerca di giovani talenti e noi siamo preparati a questo”. - Avete contatti frequenti? “Posso solo dire che ci sono squadre professionistiche di Serie A che ci stanno chiedendo giocatori. Ma non posso sbilanciarmi per ovvi motivi”. - Torniamo sul lavoro che proponete ai ragazzi “Quello che noi andiamo a fare sul campo ha logica di lavoro e continuità. C'è una logica di funzionalità per la categoria successiva. Non deve essere un percorso annuale, che nasce a settembre e si conclude a maggio, ma un qualcosa
destinato a durare nel tempo. Un sapere totale, di conoscenza tecnica che anche la Juve ci aiuta a stabilire. Questo vale per il 50%, chiaramente, poi il resto è frutto del lavoro dei nostri bravissimi allenatori”. - E per quello che riguarda la vostra prima squadra? “All'interno del team di Eccellenza ci sono ragazzi che hanno fatto il vivaio a San Luigi. Andrea Carlevaris è un 2000 che ha già disputato
una decina di partite, uno di quel gruppo che due anni fa ha vinto i Giovanissimi regionali. È qui perché ci tiene a concludere un percorso di crescita con noi, ma ha davvero tantissime richieste. Ci auguriamo che possa salire presto alla ribalta. Comunque in generale è chiaro che siamo ben felici di riuscire a formare l'ossatura della prima squadra con il frutto del nostro lavoro nel settore giovanile. Noi siamo felicissimi del nostro vivaio”.
- Una battuta conclusiva? “Siamo felici, come detto, della collaborazione con la Juve, che ha cambiato la nostra mentalità. Abbiamo saputo approfittare del momento in questi anni per crescere molto: c'è da dire che siamo anche stati fortunati visto quanto accaduto alla Triestina che ci ha portato sicuramente qualche ragazzo in più. Il bacino d'utenza è grande, parliamo di quasi 350 tesserati, ma lavoriamo sodo per i nostri piccoli campioni”.
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In collaborazione con
A SCUOLA DI CALCIO
Alessandro Apicella, formatore, istruttore, maestro di calcio giovanile ha scelto di condividere i suoi pensieri e le sue idee con tutti noi, in una collana composta da sei articoli. Il suo modo di pensare, vedere e operare è squisitamente in linea con la nostra filosofia. Forse questa prima parte è leggermente “lunga”, ma di piacevole e scorrevole lettura. Un calcio diverso è possibile. Un calcio diverso è un dovere
DEL CALCIO GIOVANILE E DINTORNI
La curiosità. Quello che ti spinge a voler conoscere, provare, sapere. La curiosità è una motivazione molto forte: penso che se non sei curioso, difficilmente scoprirai qualcosa. Nel periodo storico in cui ci troviamo, soddisfare le proprie curiosità, avvicinarsi a questo o quell’altro ambiente, reperire informazioni è di una semplicità senza pari rispetto a 25 anni fa. Esiste internet. Ed è dato per scontato, ormai facilmente raggiungibile e consultabile da chiunque in qualunque
posto con qualunque supporto digitale, sia esso un pc, un telefono, un tablet, un taccuino con connessione internet, un piccione viaggiatore wireless. Quello che manca, rispetto a 25 anni fa, è proprio la curiosità, forse complice questa facilità nel reperire informazioni, un’era del tutto pronto e tutto facile. Tutto preordinato, tutto scritto, tutto uniformato. Tutto è già stato detto e tutto è già stato affrontato. Non c’è più niente da dire quindi. Oppure no. Se ribaltiamo queste considerazioni su quello che è il mondo
variegato del calcio giovanile, ci troveremo di fronte a una pletora di informazioni, di schemi, esercitazioni, tattiche, metodi, santoni, nostalgici, futuristi. Ricette magiche, inguaribili romantici, federazioni all’avanguardia, strutture mirabolanti o fatiscenti. Video, corsi, insegnanti personali, manuali. E anche qui, tanto più sei curioso, più ti addentrerai nelle questioni, e imparerai cose, applicherai modi, farai esperienze, costruirai modelli, svilupperai idee autonome. Oppure no.
COMPLICANZE zati di calcio degli adulti applicato ai piccoli. Da chi fa correre “per mettere benzina nel motore”, “fare il fondo”. Da chi pensa che le “partite” del sabato abbiano una qualche valenza diversa dalla didattica, quelli che vincono a
tutti i costi, quelli che vanno sul giornalino di paese coi risultati dei pulcini. Qui si parla del calcio dei piccoli, puro, cristallino, propedeutico. Il calcio semplice, o meglio la semplicità del calcio.
COMPLICANZA 1: I RUOLI Terribilmente. Incredibilmente. Obiettivamente. Inconfutabilmente, direi. Il calcio è uno dei giochi più semplici che esistano, non per altro è il più seguito e praticato a livello mondiale. Si dividano due squadre possibilmente di egual numero di giocatori e si prenda una palla (di materiale qualunque, dagli stracci arrotolati alla carta con il nastro adesivo al cuoio con camera d’aria ai materiali sofisticati di sintesi, ma in casi estremi andrà bene una lattina, una bottiglia, un oggetto qualunque che possa essere preso a calci senza farsi troppo male). Scopo del gioco è mandare la palla in un apposito spazio (detta “porta”) oltre la linea di fondocampo avversaria, calciandola con i piedi. Un giocatore può essere deputato a difendere la propria 22 | 22 02 2017 | tremilaSport+
porta e, in prossimità di essa, gli è consentito usare le mani per giocare la palla. Se la palla esce dallo spazio di gioco dovrà essere rimessa in campo dalla squadra che non l’ha buttata fuori, con le mani. Se esce oltre la linea di fondocampo idem, ma si rimette in gioco dall’angolo formato dalle linee se l’hanno buttata fuori i difendenti, con i piedi, oppure dal portiere, se l’hanno buttata fuori gli attaccanti, sempre con i piedi, in prossimità della propria porta. Fine. Dimenticate tutto quello che sapete o che credete di sapere sul calcio. Dimenticate schemi, moduli, terminologie. Dimenticate il calcio degli adulti, è un veleno che ammorba l’aria che respiriamo. Allontanatevi come dalla peste da chi propone modelli miniaturiz-
Nel calcio dei bambini, e, per estensione, nel calcio in generale, esistono soltanto due ruoli: chi ha la palla e chi non ce l’ha. Costringere un piccolo giocatore in un ruolo, ovvero in una porzione di campo da presidiare è una abitudine deprecabile, retaggio del calcio degli adulti: è specializzazione. La specializzazione precoce in un ruolo crea piccoli giocatori che sanno fare benissimo una cosa, e male o per niente le altre; sapranno fare benissimo gli esterni o i difensori centrali o gli attaccanti, ma non viceversa. Non definendo i ruoli nei bambini, si da possibilità di sperimentare in svariate zone del campo esperienze di tipo diverso, poiché è risaputo che vedere il terreno di gioco da prospettive differenti cambia la percezione dello spazio e della realtà personale. Banalmente, se gioco in fascia avrò da fare alcune cose in un certo modo, conscio che da una parte c’è la linea di fuori. Se gioco dietro so che oltre a me c’è solo il portiere, e vedo benissimo il resto. Se gioco davanti so che oltre me non c’è più nessuno, se non avversari. Se gioco in mezzo ho tutte le difficoltà degli altri e anche qualcuna in più. Quindi, didatticamente parlando, per imparare qualcosa di nuovo ogni volta, dovrò giocare spesso in mezzo, spesso davanti, spesso dietro, spesso in fascia, in modo da non avere sicurezze, certezze, ma imparare ad affrontare difficoltà diverse ogni volta. Appare chiaro come, specializzando i ruoli, avrei bambini più pronti e più in fretta in una determinata posizione, il che porterebbe in tempi più brevi a raccogliere risultati numerici o soddisfazioni in termini di gioco collettivo espresso. Ma il risultato nel calcio dei bambini è un aspetto secondario, e lo stesso vale per il gioco collettivo espresso.
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COMPLICANZA 2: IL COLLETTIVO Da qualche anno a questa parte, in pratica da quando Joseph Guardiola ha riproposto con successo un certo stile di gioco, vincendo e convincendo a livello internazionale, siamo tutti Pep. Tutti. Tutti i tifosi, tutti gli appassionati, tutti gli opinionisti e, mio malgrado, anche tutti gli istruttori. Siamo pro Pep o contro Pep. Ma alla fine, il tiki taka affascina tutti.
Nelle categorie della scuola calcio, soprattutto nelle più basse, il collettivo è una entità astratta e distante. Certo si può imporre il collettivo, ma non è mentalmente nelle idee di nessun bambino fino agli 11-12 anni. Non c’è proprio, non lo capiscono e addirittura lo rigettano.
ESPERIMENTO. Prendete 6 bambini di età compresa fra i 7 e gli 11 anni, date loro una palla e uno spazio per giocare. Dopo 4 minuti circa, il gioco si è evoluto in un “tutti contro tutti e tiro in porta”, il che naturalmente è ovvio. Supremazia, egocentrismo. Ognuno deve dimostrare a tutti che è più bravo, o più forte fisicamente o qualunque altra cosa. Se lo stesso esperimento si ripete con bam-
bini fra i 12 e 15 anni, il gioco si evolve in “due squadre abbastanza squilibrate e gara dei tunnel”. Fra i 15 e i 18 “due squadre abbastanza equilibrate e tiro in porta”. Oltre i 18, 20 anni, a un torello o a una gara di palleggi in cerchio o simili. Alla mia età, “fate voi che io ho le ginocchia a pezzi, un colpo d’aria, la congiuntivite, il morbillo, ho le scarpe strette” e altre scuse simili. I bambini non vedono la poesia del fraseggio, raramente comprendono l’importanza di avere dei compagni. Vogliono risolvere situazioni in solitaria, far vedere, esagerando, anche. E’ proprio su questo che dobbiamo fare leva, fin quando è possibile: insegnar loro ad essere efficaci e decisi e sicuri contro uno, due tre avversari, ad ogni costo. E se si ricordano di avere anche dei compagni che possono essere utili al gioco, meglio.
COMPLICANZA 3: IL RISULTATO Questa è una complicanza introdotta esclusivamente dagli adulti, per gli adulti e per nessun altro. Il risultato numerico di un incontro nelle categorie di base è irrilevante. Non vi è nessun tipo di classifica federale, non vinci niente, non perdi niente, non sali e non retrocedi. Niente. Il risultato da perseguire con ogni mezzo non è la vittoria di un incontro, ma il gesto del singolo. E’ difficilissimo, per gli adulti, svincolare la prestazione singola in uno sport di squadra. Si guarda sempre e comunque al gruppo, e, giocoforza, al risultato ottenuto dal gruppo. Se non numerico, almeno di sviluppo del gioco, cosa che abbiamo già affrontato
nel punto sopra. Valutare la crescita, il miglioramento, il peggioramento di un singolo bambino nel momento di verifica è complicato. E’ complicato vedere come si muove: se fa bene un controllo e se oltre a farlo bene lo fa efficacemente. Se prova il dribbling con sicurezza, se oltre a provarlo gli riesce anche. Se tenta il tiro in porta o preferisce delegare qualcun altro, se oltre a tirare risulta anche coordinato nel movimento. Oppure se nel delegare il tiro si vede paura di sbagliare o certezza nel fornire un passaggio utile. Per quello abbiamo gli allenamenti. Fac-
ciamo gli allenamenti apposta per spiegare, provare, scoprire, sbagliare, riprovare, affinare, osare. E poi andiamo alle “gare” dove è uguale, senza la parte dello spiegare.
COMPLICANZA 4: L’ALLENATORE La regina delle complicanze, nel calcio di base, è la figura dell’allenatore. L’allenatore nel calcio di base non esiste. Punto. L’allenatore, per estensione è il “Tecnico specializzato preposto alla direzione degli allenamenti di un atleta o di una squadra, con il compito di svilupparne le possibilità e capacità fisiche, di curarne la preparazione anche psicologica, di insegnare la tecnica dello sport e le tattiche di gara.” (fonte: Treccani.it) Abbiamo appena detto che la gara e il risultato non contano, quindi non ci sono allenatori. Ci sono istruttori, o al limite, come diceva un compianto e geniale
insegnante di calcio (Horst Wein ndr), formatori. In pratica, ci sono dei maestri. A tutti è capitato di essere chiamati “Maestro” da almeno uno dei nostri piccoli allievi. Dico allievi infatti, e non giocatori, o calciatori. Non lo sono ancora, hanno un sacco di strada da fare per diventarlo. E’ bellissimo, essere chiamati “Maestro”. Ti da
l’importanza di uno che ne sa e che cerca di insegnare qualcosa. Ma la verità incontrovertibile è che lavorando con i bambini, i veri allievi siamo noi adulti, ogni volta. Eccoci al punto di partenza. Dimentichiamoci del calcio degli adulti, di allenatori, calciatori, ruoli, squadre, risultati.
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CALCIOC5
I SEGGIOLAI STRAPPANO UN BUON PARI COL BELLUNO
IN SERIE C LA CLARK STRAPAZZA IL TERGESTEO CON UN SUPER PINTAR Foto Dozzi
FlaSH MOI LASCIA IL BASILIANO A PAPAGNA
DIMISSIONI
Le dodici sconfitte consecutive in campionato, portano Luca Moi a rassegnare le dimissioni dalla guida tecnica dei biancoverdi. Al posto del giovane trainer udinese, il Basiliano sceglie la soluzione interna promuovendo il vice allenatore Papagna, che come spesso capita alla prima gara interrompe il filotto negativo andando a vincere per 3-2 sul campo della Futsal Udinese
FUTSAL UDINESE FUORI DAI GIOCHI
COPPA ItALIA
Addio sogni di gloria per la squadra del presidente Gabai: nonostante i due risultati su tre disponibili in casa della Real Casagrandese, i bianco-neri escono sconfitti per 3-1 e abbandonano la competizione. Sotto di una rete nel primo tempo, gli udinesi falliscono piĂš volte il pareggio, per poi subire ad inizio ripresa l'uno due dei locali che di fatto chiude la gara, inutile la rete nel finale di Martorana.
LIGNANO, LA RINCORSA PLAY-OFF CONTINUA
SERIE C
Prosegue la rincorsa ai play-off della formazione del presidente Sica che, annichilisce con un pesante 4-0 la Futsal Udinese e si porta a soli tre punti dalla zona play-off con bomber Saviano che dopo una lunga astinenza timbra il tabellino: sarĂ decisiva per le ambizioni dei nero-bianchi la prossima trasferta in quel di Palmanova, vero banco di prova.
GASICH RILANCIA MANZANO
Q
uarta di ritorno nella serie C regionale, ferma la capolista Prata per il turno di riposo, ne approfittano le inseguitrici per accorciare le distanze dalla vetta. La Clark conferma il secondo posto provvisorio surclassando per 8-0 un Tergesteo ai minimi termini ridotto da diverse squalifiche post derby, con uno scatenato Pintar che sale a quota 24 in classifica marcatori e assieme a Besic mette a ferro e fuoco la difesa gradese. Emozioni a raffica in quel di Gradisca d'Isonzo, e qualche recriminazione nei minuti finali: sfida che pare vinta a metĂ ripresa per il Pordenone, avanti per 6-4 (doppiette di Finato e Buriola), ma i gialloblu di Sfiligoi con un incredibile rush finale ribaltano il risultato ottenendo il 7-6 (doppietta anche per i locali Tancos e Dimarch) con un'autorete diretta su rimessa laterale in zona Cesarini contestata non poco dai ramarri. Restano in zona play-off Palmanova e Pentalcor: la squadra di mister Noselli espugna non senza fatica per 3-1 il campo di un Basiliano rimasto in gara fino ai minuti finali, con gli acuti di Fabbro, Mancini e Bozic; medesimo risultato per il Pentalcor che doma l'Adriatica grazie alla doppietta di Corbatto ed alla rete di Acampora. Dopo due battute d'arresto casalinghe consecutive,
ritrova la vittoria tra le mura amiche l'Udine City di Titta Pittini, fondamentale nel 5-3 finale sul Maniago la tripletta di un ritrovato Contin. Attenzione alla rincorsa del Lignano: il quarto successo di fila, 4-0 (doppio Scaramuzza, Taviani e Saviano) su una irriconoscibile Futsal Udinese, permette alla squadra allenata da Lorenzo Acampora di superare la squadra di Della Negra e strizzare l'occhiolino alla zona playoff. Per i bianco-neri al quarto stop consecutivo, una classifica che li vede fermi in nona posizione, sempre piĂš lontani dalle zone che contano. In serie B con le unghie e con il cuore il Manzano rimane aggrappato alla zona salvezza portando a casa all'ultimo minuto di gioco un importante 2-2 contro il Belluno, grazie alla rete di Gasich in una gara che ancora una volta non premia gli sforzi profusi dai ragazzi di mister Genna. Un'ottima reazione dopo la disastrosa trasferta di Mestre, subito in vantaggio con Sansica i giallo-blu terminano in svantaggio la prima frazione di gara per 1-2. Poi nella ripresa, dopo aver dilapidato un'infinita serie di occasioni, Gasich timbra il 2-2 che permette al Manzano di agganciare l'Imola. Sabato prossimo arriva il Rotalfive, penultimo: nessuna alternativa alla vittoria per Patti e compagni.
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CALCIO FEMMINILE PORTIERE Sara Penzo ha iniziato a giocare da bambina nelle miste della Polisportiva S.Giovanni Battista di Chioggia, città veneziana dov'è nata, passando poi ad altre importanti società fra le quali, all'estero, il Basilea, in Svizzera.
PER ORA BASTA CALCIO, UN SALUTO DA ROMA
Sara Penzo ha lasciato il Tavagnacco, preferendo dedicarsi ad un’opportunità di lavoro nella capitale: "Di calcio femminile purtroppo non si vive", considera
A
veva iniziato ad inizio stagione la preparazione con il Tavagnacco, Sara Penzo, interrotta poco dopo dalla rottura dello scafoide nel corso di un’amichevole con una giovanile maschile. Ricevuta una prognosi indefinita (se la frattura al polso non si fosse ricomposta autonomamente si sarebbe dovuto ricorrere all’operazione), la portiera gialloblù
"Un consiglio alle ragazze che vogliono dedicarsi al calcio: se ne hanno la possibilità vadano all'estero, dove esiste una diversa e più moderna mentalità riguardo al l'attività femminile, in Italia invece tenuta in sottordine". si è trovata di fronte, nel frattempo, ad un’offerta irrinunciabile dal grande store sportivo in cui lavorava da due anni a Udine, ed ecco la decisione: ciao ciao calcio, mi trasferisco a Roma. “Di calcio femminile non si vive – spiega la 27enne atleta chioggiotta – e rinunciare ad un contratto di lavoro a tempo indeterminato, con relativa promozione a responsabile di reparto, sarebbe stato da fucilazione. E’ questo che mi ha portato ad appendere per
TORNEO DELLE NAZIONI
A GRADISCA LE AZZURRINE CON SETE DI RIvINCITA
ora le scarpe al classico chiodo, non come qualcuno ha pensato a causa dell’infortunio. Stavo infatti pianificando il ritorno in campo quando mi è giunta l’offerta di lavoro. Il presidente del Tavagnacco, Moroso, e la dirigenza hanno capito e questo mi ha fatto piacere”. Per ora, comunque, perché Sara non esclude di ricominciare, anche se non più ovviamente in Friuli ma nella capitale, dove lavora: “Adesso devo staccare e inserirmi bene nel mio nuovo incarico ma ho ancora dentro tanta passione e fra qualche tempo non escludo di riprendere qui a Roma. Gioco a calcio dall’età di 5 anni e ne ho solo 27, quindi penso di non dover ancora chiudere definitivamente la porta”. CARRIERA Ma considera di avere in ogni caso toccato tappe importanti e raggiunto traguardi significativi in un percorso iniziato nelle miste della Polisportiva S.Giovanni Battista (“Di fronte a casa”, sorride) e proseguita poi con Chioggia, Gordige, Torres Sassari, Venezia, Basilea, Brescia e Tavagnacco: “Posso sicuramente ritenermi soddisfatta di quanto ottenuto nel calcio – ammette - , con 200 presenze in serie A, la maglia azzurra agli Europei, due coppe Italia vinte e l’aver giocato in Champions. Anche se non dovessi più riprendere, insomma, avrei dalla mia un
Sarà Italia-Francia la partita inaugurale del 14° Torneo delle Nazioni in programma a fine aprile a Gradisca d'Isonzo . Una sfida al femminile tra Nazionali Under 16, a testimoniare l’importanza che il movimento in rosa (che ha fatto il suo ingresso un anno fa) occupa in questa manifestazione calcistica che si sviluppa con la for-
curriculum importante”. E un consiglio di massima alle nuove leve Sara si sente di darlo: “Se c’è la possibilità, andare all’estero subito, a diciott’anni. Qui in Italia, dove la legge stessa dice che qualsiasi sport intraprenda, la donna non può farlo da professionista, difficilmente s’incontrano possibilità di rilievo. Altrove c’è una mentalità più avanzata, meno retrograda nei confronti delle donne e con appunto diverse chances, e cito l’esempio di Basilea, in Svizzera, dove andai a giocare a vent’anni: per chi studiava c’era, oltre ad altri benefit, la possibilità di recarsi agli allenamenti e poi rientrare, cosa che da noi è utopistica”. CALCIO-DONNE ITALIANO Ma c’è comunque chi nel nostro Paese sta tentando di aprire una strada, sottolinea Sara: “La Fiorentina, dove giocano le mie ex compagne Parisi e Mauro, sta investendo anche sul calcio femminile e questo può costituire un input anche per altri club che intendessero operare in tal senso. Anche a Udine, realtà ormai consolidata, si potrebbe fare, ma pare che la proprietà della società maschile in tal senso faccia orecchie da mercante. C’è una squadra femminile in serie B, è vero, ma sento dire che di Udinese ha comunque solo il nome”. Infine un augurio ai suoi vecchi colori: “Il Tavagnacco ha una storia e al di là della permanenza in serie A, che considero quasi scontata, spero riesca a raggiungere ancora traguardi importanti. Se lo meriterebbe”. Edi Fabris
mula di due gironi di quattro squadre con relative finali riservata a quello femminile. Italia-Francia, tra l’altro, sarà anche la rivincita della finale dello scorso anno, quando le Azzurrine arrivarono ad un passo dal trionfo prima di cedere il primo posto ai supplementari alle pari età francesi.
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CALCIOUDINESE IL COMMENTO
E SOTTO I LUSTRINI
UNA SqUADRA POvERA di IDO CIBISCHINO
L'altra Udinese, quella che lavora all'immagine e agli eventi di contorno, va applaudita. Ma un club calcistico dovrebbe anzitutto presentare una squadra decente in campo
S
ono bravi e volenterosi. Funziona l'altra Udinese, la squadra che nella nuova casa bianconera organizza eventi, promuove occasioni d'incontro, sfrutta ogni briciola succosa per coinvolgere, creare movimento e immagine secondo i dettami della moderna comunicazione e del marketing. Non fosse per il cocciuto insistere sul nome che surrettiziamente è stato introdotto al posto della sacrosanta e amata denominazione di “stadio Friuli”, non fosse per i pre-partita urlati al limite del parossismo (il vero tifo non ha bisogno di imbonitorisollecitatori in fregola da microfono, tanto è vero che la Nord continua bellamente per conto suo), non fos-
da noi non trova uguali per caratura tecnica e umanità e intelligenza, il campione più amato, indimenticabile perchè ci scelse, perchè si calò nel nostro piccolo mondo con curiosità e rispetto. Pozzo ha abbracciato
se per certe forzature di stampo “provinciale”, l'apprezzamento sarebbe incondizionato. BEN FATTO - Un ulteriore esempio lo si è avuto in occasione del ritorno di Zico, a distanza di 34 anni dalla sua prima formidabile stagione friulana. Zico è stato l'asso dell'era Mazza, nulla c'entrava con Pozzo se non nelle ricadute finanziarie di una gestione che - passato di mano il club - hanno generato un contenzioso trascinatosi fino a pochi anni fa tra migliaia di carte bollate. Ma è stato furbo il paron, o chi l'ha consigliato (credo ci sia lo zampino del dg Collavino), a saltare sul mito, a impossessarsi di un personaggio che
Zico e l'ha fatto suo nel momento in cui l'ha indicato come miccia della sua passione, il generatore del presidente-tifoso che poi è diventato. E a ruota tutta la squadra di cui sopra ha risposto bene, promuovendo e gestendo con sensibilità e misura, assieme al club di Orsaria dedicato al Galinho di Rio, un evento che resterà tra i migliori ricordi. Tutto bene, allora? Beh, se la mission (oggi si dice così) dell'Udinese fosse quella di creare eventi e sparare fuochi d'artificio, nessun dubbio. Ma qui si vorrebbe anche vedere giocare a pallone, un calcio almeno decente. L'Udinese è nata per quello, o no? Se un tanto è vero,
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è dura ricacciare indietro l'idea che la gente che lavora dietro le quinte in società sia nient'altro che una squadra di imbianchini deputata a coprire di scintillante vernice l'altra squadra, quella che va in campo,
“
Feste e flop clamorosi: la sconfitta per mano del Sassuolo davanti al mito Zico, e l'addio a Di Natale. Il lavoro di Del Neri andrà giudicato fra un anno
formata ahinoi da quadrupedi assortiti, asini per lo più, un paio di muli, non più di quattro cavallini di razza. DEFREL CHI? - Tutto l'ambaradan salta per aria alla prova della verità, quella della partita. Era accaduto il 15 maggio scorso, quando l'umiliante sconfitta col Carpi (1-2) non rovinò del tutto il congedo di Di Natale soltanto perchè i ventimila dello stadio Friuli si misero in proprio: cantarono e si applaudirono da soli decidendo di ignorare i miseri pedatores. Il replay domenica scorsa per l'ultimo Zico-day. Con lo stesso punteggio, stavolta maramaldo è stato il Sassuolo vincitore con assoluto merito.
Calciatori veri, tecnici e veloci, dietro ai quali arrancavano i nostri muscolari, incapaci poi di disinnescare la mina tirata in campo da Di Francesco a metà ripresa. Defrel non è uno sconosciuto, le caratteristiche del francese sono arcinote ed è molto strano che dalla nostra panchina non sia partito l'allarme, l'ordine di tampinarlo, di mordergli i garretti mentre scorrazzava tra le linee. Niente di tutto questo e il prode Gregoire è andato a vincere da solo la partita, in assoluto agio. AL SETACCIO - Questa è la sconfitta interna numero sei, la quarta della gestione (18 partite, 22 punti) di Del Neri. Va male al punto che qualcuno sta già paventando il rischio che i recalcitranti “quadrupedi” sopra
menzionati possano disarcionare, dopo Iachini, anche il console di Aquileia. Non finirà così, per un motivo molto semplice: questa non è mai stata l'Udinese di Del Neri. Gli uomini scelti erano per un altro tecnico e per un altro modulo, questi che vediamo non risultano funzionali al tipo di gioco che Del Neri predilige e di cui è maestro. Di suo sono evidenti l'impianto tattico e certi sviluppi esterni della manovra. Ma se davanti schieri il fantasma di Zapata (il ricambio, l'acerbo Perica, farebbe fatica a giocare in B) e in area ti presenti con soli due uomini e per di più privi di istinto killer (mamma mia, in che stato è ridotto Thereau!),
UDINESECALCIO
CI ASPETTANO LAZIO E JUvENTUS
IN UN VICOLO CIECO, GIGI DEVE CAMBIARE
il cerchio non si chiude, l'opera resta incompiuta. Mettiamola così, allora. Questo non sarà un anno sprecato se servirà da setaccio per separare il grano dalla pula, una volta per tutte. E Del Neri dovrà avere voce in capitolo nelle scelte del suo nuovo gruppo, anziché subirle passivamente com'è successo ai predecessori. In quel solo caso, fra un anno, saremo autorizzati a giudicarlo e, in presenza di un flop, a metterlo in croce.
34 ANNI DOPO Il Friuli ha accolto Zico con lo stesso entusiasmo che gli riservava da giocatore. Nella pagina accanto, il castigamatti Defrel e Karnezis mentre blocca Matri.
Girone di ritorno in profondo rosso per l'Udinese: sei partite e 4 soli punti derivati dal colpo sul Milan e dal pari esterno a Verona, mini-fase positiva preceduta dalle sconfitte con Roma ed Empoli, e seguita dal doppio doloroso stop con Fiorentina e Sassuolo. Fa malissimo quest'ultima bastonata nella partita che doveva fungere da cuscinetto e ammortizzatore in vista delle prossime due gare, domenica prossima con la Lazio all'Olimpico e poi con la Juventus al Friuli. Senza giri di parole: le sconfitte potrebbero diventare quattro di fila. La prospettiva è realistica perchè parliamo di avversarie che, classifica e statistiche alla mano, paiono fuori portata. Sì, anche la Lazio che, con una politica di progressivo consolidamento, ha lasciato definitivamente l'Udinese al palo dopo stagioni di belle battaglie testa a testa. E' una signora squadra quella affidata a Simone Inzaghi che corre a ridosso dell'Europa, a un punto da Inter e Atalanta. Uomini di qualità e personalità, copione consolidato, stessi atteggiamenti in casa e fuori. In trasferta la Lazio viaggia a ritmi da record con sei blitz, tra cui quello di Udine all'andata: uno 0-3 netto, firmato da Immobile (2) e Keita. Tutto
troppo facile contro un'Udinese timorosa, inconsistente. E scattò la contestazione con i “vaffa” a Pozzo. Fu giocoforza per il paron esonerare Bepo Iachini per affidarsi (scelta giusta, anche per le implicazioni ambientali) a Del Neri. Ma vanno forte anche in casa i biancocelesti, con 8 vittorie all'attivo, pure se le ultime esibizioni non sono state impeccabili: 1-1 col Milan e, prima, l'inchino al Chievo in formato Inglese. Che cosa ricavare dal prossimo doppio Everest? Ammesso che la classifica resti inchiodata, in ogni caso senza contraccolpi pratici essendo la salvezza virtualmente assicurata, Del Neri deve finire di testare gli uomini in vista delle scelte per la prossima stagione. Peggio di così l'Udinese non può giocare e allora che senso ha insistere su Zapata, lasciare che Thereau vaghi alla ricerca del numero perduto fino all'esaurimento, chiedere l'impossibile al povero Hallfredsson in mezzo al campo? Se nulla hai da perdere, puoi rischiare tutto, mettendo in campo i ragazzini (Jankto, Balic, Ewandro) e rivedendo uno schema diventato improduttivo per la manifesta incapacità degli attori a interpretarlo.
di Biancamaria Gonano
Il rItOrnO DElla lEGGEnDa Il Friuli è andato in tilt a febbraio per l’arrivo di Arthur Zico. In molti hanno potuto fotografarsi con lui e ricevere la sua mitica firma su libri o foto. Un grande bagno d'amore per un campione che continua ad essere amato nonostante il tempo che passa. Zico è stato uno spartiacque come il terremoto per i friulani che in questi giorni hanno potuto mangiarselo con gli occhi con rispetto. Alessandro Scarbolo, il presidente del sodalizio che porta il suo nome dal 1984, dice: “Una grande emozione incontrare un amico dopo sette anni, vedere bambini, adulti e anziani chiedergli un autografo, una foto o una stretta di mano. Abbiamo lavorato per un anno, intrecciando i vari fili per riuscire in questa impresa. Abbiamo volutamente evitato, questa volta, di portarlo a Orsaria perche volevamo che tutta la gente del Friuli potesse goderselo. Ci sentiamo ogni due tre settimane, anche via mail. In questi giorni ciò che il Galinho
ha amato di più è stato il contatto con la gente. È impensabile paragonare il calcio di oggi a quello di ieri. Quello di ieri era secondo me più umano, era più facile avvicinare e chiedere un autografo a Zico ieri che ad un giovincello di categorie inferiori oggi. Il calcio business di oggi non è affatto paragonabile a quello che ti permetteva di andare con Zico a mangiare tranquillamente polenta e frico”.
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SIDICEvA...
si diceva...
ARMANDO PICCHI, GRANDE CAMPIONE CARO AGLI DEI In un libro di Nando Dalla Chiesa la vita e la carriera esaltanti ma troppo brevi del capitano della Grande Inter degli anni Sessanta, scomparso a soli 37 anni “La vita mi ha dato tanto ma tutto maledettamente in fretta”, constatò amaramente Armando Picchi quando a soli 37 anni, nel 1971, venne vinto da un tumore che l’aveva immobilizzato alle gambe. Quelle gambe che, insieme a una superiore intelligenza tattica e a un carisma da leader, avevano fatto di lui, negli anni Sessanta, un’icona del calcio italiano, capitano dell’Inter che il “mago” Helenio Herrera aveva portato ai più alti livelli nazionali e internazionali. Un personaggio,
Picchi, che il giornalista Nando Dalla Chiesa ha voluto celebrare nel 1999 in un libro che ripercorre la vita del campione livornese dagli
prestigioso club, la Juventus degli Agnelli. Livornese doc di famiglia di marinai, un nonno anarchico e un altro repubblicano costretto all’esilio, Picchi portò nella Grande Inter del presidente Angelo Moratti tutto lo spirito ribelle e irriverente, combattivo e indomabile, della sua gente di mare, uno spirito che contribuì a cementare moralmente una squadra che vinse tutto in Italia e nel mondo, vanto della Milano capitale della nuova società industriale. Un’Inter la cui forma-
La vita mi ha dato tanto ma tutto maledettamente troppo in fretta
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inizi nella sua città a quegli ultimi giorni che interruppero brutalmente una nuova carriera, quella di allenatore, iniziata in un altro
LEADER Qui sopra, la copertina del libro. In alto, in un derby mentre insegue Maraschi
SIDICEvA...
CAMPIONI Sopra, l'esultanza nerazzurra dopo la conquista della prima Coppa dei Campioni, battendo a Vienna per 3-1 il Real Madrid
zione, Sarti, Burgnich, Facchetti…, veniva mandata a memoria da tifosi nerazzurri e non, e che nel maggio del ’64, battendo 3 - 1 a Vienna il mitico Real Madrid di Gento e Di Stefano nella finale di Coppa dei Campioni, entrò nel mito, con il presidente Moratti a donare una Jaguar al capitano. Passato dal Livorno alla Spal del presidentissimo Mazza nel ‘59/60, Armando fece coppia di terzini con il concittadino Balleri nella squadra ferrarese allenata da Baldi e l’anno successivo passò all’Inter (con Gianni Brera ad aver consigliato al proposito il presidente Moratti) dopo il placet del “mago”. Erano i primi passi di un ciclo storico per il club nerazzurro, con Herrera a fare in seguito di Picchi il libero e leader di una squadra che aveva in Jair, Mazzola, Suarez, Corso e Facchetti altri campioni con la “c” maiuscola. Ma due caratteri forti come il suo e quello dell’allenatore argentino finirono per scontrarsi e alla fine del ciclo Herrera fece trasferire Armando al Varese. La dura svolta esistenziale, per Picchi, avvenne a Sofia, nel ’68, durante l’incontro della nazionale, della quale era diventato un perno, con la Bulgaria: a due mesi dall’Europeo, poi vinto dagli azzurri a Roma, si ruppe un tu-
PERSONAGGI Sopra, Picchi e Pelè si stringono la mano. Sotto, il capitano con il "mago" Helenio Herrera
bercolo del pube in un violento scontro con Jakimov. Operazione e carriera finita ma ricominciò da allenatore, seppure faticosamente, a Varese, Livorno e infine alla Juve. Campione celebrato in campo ed ora anche in panchina,
sposato ad una bellissima modella, padre felice di un bimbo cui aveva imposto il nome del fratello, Leo, Picchi stava però andando incontro ad un destino crudele che se lo portò via in un nuovo momento felice della sua
vita. Muore giovane chi è caro agli dei, sostenevano gli antichi, e probabilmente è anche il caso di un campione che gli amanti del calcio non dimenticheranno mai, a prescindere dai colori amati. E.F.
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NONSOLOSPORT
CULTURA
Novità su mostre, spettacoli, eventi, personaggi del panorama culturale
CONCERTI
STING, SEMPREVERDE A CIVIDALE Sessantasei anni e non sentirli. Quante sono le rockstar in età pensionabile che ancora oggi continuano non solo a scrivere e registrare ma soprattutto a esibirsi sui palchi di tutto il mondo? Innumerevoli. Una di queste è Sting, lo storico frontman dei Police. Dalla fine degli anni ’70, in un’Inghilterra in cui impazzava la furia ribelle del punk, si sono distinti per quel loro singolare sound, un pop rock facilmente fruibile ma sofisticato, simpatizzante del raggae e della new wave. Ma Sting ha saputo evolversi, proseguendo con una carriera solista; ha rinnovato la propria concezione di musica e introdotto nuovi stilemi. La sua ultima fatica è intitolata “57th & 9th”, registrato in tempi brevi e uscito lo scorso 11 novembre, album da cui è stato tratto un singolo che gli ascoltatori assidui delle emittenti nazionali più importanti non potranno non aver mai ascoltato: “I can’t stop thinking about you”. E ora per i fan del musicista britannico è giunto il momento, il 25 luglio al parco della Lesa di Cividale. Il Mittelfest quindi è di nuovo pronto ad ospitare una nuova star internazionale, nell’unica data del nord-est. Nel nuovo tour Sting è accompagnato da altri tre membri: Dominic Miller (chitarra), suo fidato collaboratore, Rufus Miller (chitarra) e John Freese (batteria), che in passato suonò anche con Guns ‘n’ roses, Nine inch nails, Devo. Mentre Gordon Sumner imbraccerà ovviamente lo strumento che l’aveva reso famoso già all’epoca dei Police, il basso. Organizzato da Zenit srl, Comune di Cividale, Regione Friuli Venezia Giulia e Agenzia PromoTurismo FVG, ecco che il famoso festival friulano, alla 26^ edizione, accoglierà non solo un grande professionista in ambito musicale, vincitore di numerosi Grammy e Brits, oltreché membro della Rock‘n’roll Hall of Fame con la sua band e della Songwriter Hall of Fame come solista ma anche un personaggio sensibile al rispetto dei diritti umani e della salute del pianeta. Un uomo da 100 milioni di dischi venduti, certo, ma anche il fondatore, insieme alla moglie Trudie Styler, del Rainforest fund, associazione benefica per la salvaguardia delle foreste pluviali e delle popolazioni che vi abitano. Noti anche il suo supporto ad Amnesty International e Live Aid. I biglietti sono disponibili da alcuni giorni sui circuiti TicketOne, Eventim e Oneticket. Massimo Gaudino
L’ANGOLO DELLA
LETTURA
DANIEL SANCHEZ AREvALO
L’ISOLA DI ALICE NORD
Un minuto dopo la mezzanotte, il mondo di Alice va in frantumi. Un attimo prima lei era a casa, serena, in attesa che Chris tornasse da Yale, dove si era recato per un importante incontro di lavoro. Un attimo dopo il telefono squilla e una voce gentile le annuncia che suo marito è morto in un incidente d’auto. E, all’improvviso, Alice si ritrova sola con una figlia di sei anni e un’altra in arrivo. A poco a poco, però, un’altra informazione si fa strada fra il dolore e lo sconcerto: quella voce gentile ha detto che la macchina di Chris non era nei pressi di Yale, bensì da tutt’altra parte, sulla strada che porta a Robin Island, un’isoletta vicino a Nantucket. Perché Chris le ha mentito? Cos’altro le ha tenuto nascosto? Possibile che il loro matrimonio fosse una menzogna?
SIGGE EKLUND
NEL LABIRINTO MARSILIO
Martin e Åsa Horn – lui noto e apprezzato editor, lei affermata psicologa – sono troppo assorbiti dal lavoro per poter dedicare la loro attenzione a Magda, la figlia di undici anni, una bambina paurosa e difficile. Ma una sera di maggio, mentre Martin e Åsa cenano in un ristorante vicino alla loro casa in un sobborgo bene di Stoccolma, una zona tranquilla abitata da vicini che conoscono e di cui si fidano, Magda scompare inspiegabilmente dalla sua stanza. La polizia è convinta che i genitori nascondano qualcosa, e a Martin e Åsa non rimane che esplorare ossessivamente ogni singola traccia e ogni dettaglio rimosso, nella disperata ricerca di un’illuminazione che possa condurli alla loro bambina. Ma sono davvero angosciati come vogliono far credere?
EDNA O’BRIEN
HOLLIE OvERTON
vITTORIO STRADA
EINAUDI
MONDADORI
MARSILIO
TANTE PICCOLE SEDIE ROSSE Una notte d’inverno un misterioso straniero raggiunge a piedi un villaggio sulla costa irlandese. Dice di essere un poeta e un guaritore, di avere erbe e pozioni per lenire i dolori e curare i problemi sessuali. Ha una personalità magnetica, tanto che la piccola comunità di Cloonoila ne è presto conquistata. Fidelma McBride più di tutti. E il suo destino rimarrà segnato in modo ineluttabile. Dopo dieci anni, l’atteso ritorno al romanzo dell’autrice di “Ragazze di campagna”.
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LA CASA IN FONDO AL vIALE L’inferno in terra, quale altra definizione per una stanzetta senza finestre di quaranta metri quadri in cui Lily è stata tenuta prigioniera da uno psicopatico, da un collezionista di donne? Ma per la prima volta, dopo otto lunghi anni, Lily non sente il clic del chiavistello che, ogni maledetto giorno, è stato la sua condanna. Terrorizzata di essersi sbagliata, la ragazza prova a forzare la porta, che è aperta. Aperta. Davanti a lei un freddo cielo di stelle, un bosco innevato, una notte spettacolare e silenziosa che le toglie il fiato. Corri Lily, non badare al freddo, segui la Highway 12, quella che porta a casa tua, alla casa dei tuoi genitori, sono soltanto dieci chilometri. E quando sarai lì grida forte: “Mamma, sono io. Sono tornata”.
IMPERO E RIvOLUZIONE Il 1917 è stato un anno cruciale tanto per la Russia, dove la rivoluzione ha posto fine a un impero secolare e ha dato vita a un ordine nuovo, quanto per l’Europa e per il mondo, su cui gli eventi russi hanno avuto decisive ripercussioni. A cent’anni di distanza dalla Rivoluzione d’Ottobre si avverte il bisogno di ripensare una così radicale esperienza, inquadrandola in una riflessione globale sul significato di quelle trasformazioni e sui loro esiti. In questo libro Vittorio Strada, fra i massimi esperti del mondo russo, sulla base di una documentazione spesso sconosciuta, presenta una nuova visione dell’intero processo storico sovietico sullo sfondo del plurisecolare passato zarista e nella prospettiva della Russia post-sovietica.
BASKET EZIO CERNICH Originario istriano, scomparso a soli 57 anni nel '92, fu insegnante, giocatore, allenatore e soprattutto scopritore di molti talenti quali Polzot, Francescatto, Carraria, Bruni e altri.
I SIGNIFICATI
DI UN EvENTO SPORTIvO Ha preso il via la X^ edizione del torneo scolastico dedicato a Ezio Cernich, sul cui personaggio molti addetti ai lavori hanno voluto soffermarsi di EDI FABRIS
L
L'IDEATORE Maurizio Ivancich è stato il deus ex machina delle prime nove edizioni
a tradizione non è venerazione delle ceneri ma conservazione del sacro fuoco, sosteneva il musicista Gustav Mahler, ed è con questo spirito che viene perpetuato il ricordo del professor Ezio Cernich con un torneo studentesco giunto quest’anno alla decima edizione, la prima organizzata dal Comitato udinese della Fip presieduto da Claudio Bardini dopo le prime nove ideate e promosse da Maurizio Ivancich con la collaborazione dell’associazione “Apu ieri”. La formula è comunque rimasta invariata, con la categoria Eccellenza, a girone unico, composta da Marinoni, Malignani, Marinelli e la neopromossa Stringher, e quella Elite, con nel girone A Copernico, Zanon, Percoto e Volta e nel B Stellini, Deganutti, Ceconi e Bearzi. Finali al Benedetti sabato 20 maggio, con il contorno di un incontro femminile 3 contro 3, di uno di basket in carrozzina con l’associazione Basket e non solo, delle esibizioni dei gruppi artistici dei vari Istituti e l’esposizione dei Memorabilia del collezionista Alberto Cecere. Festa, insomma, di tanta bella gioventù in onore di un personaggio che fece del basket anche un veicolo di educazione e di crescita personale dei molti ragazzi di cui si prese cura a livello scolastico e sportivo. CHI ERA LUI Esule istriano stabilitosi a Udine, Ezio Cernich prima che allenatore fu giocatore dell’Apu e di lui traccia un breve ma sentito ritratto Giancarlo di Brazzà, che
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gli fu accanto soprattutto negli anni della Libertas: “I ragazzi che oggi partecipano al torneo a lui dedicato non sanno chi fosse Ezio ed è giusto spiegarglielo – evidenzia - . Fu un grande allenatore, anche della nazionale femminile, e talent scout che scoprì molti giocatori che giocarono poi in serie A, da Polzot a Francescatto, da Carraria a Bruni, da Vianello a Zussino. Alla Libertas fu lui a fondare la sezione pallacanestro. E poi un lato meno conosciuto della sua personalità, la passione per l’enologia, che coltivava nella sua te-
Il veder giocare i giovani offre l'idea del voler vivere nuta di Ronchi di Percoto”. E un’aggiunta giunge da Marino Firmani, ex giocatore e poi socio di Apu ieri: “Fu anche un innovatore, perché introdusse l’atletica, oggi fondamentale, nella pallacanestro”. Dal presidente della Libertas, Ceccarelli, un altro ricordo personale: “Ho un debito di riconoscenza verso Cernich – ammette il dirigente, entrato a far parte dello staff organizzatore del torneo - , e ho accettato con piacere di collaborare ad un evento che riveste un importante significato in ambito scolastico, perché
l’educazione dei ragazzi passa anche attraverso lo sport “. SIGNIFICATI “Il vedere i giovani giocare offre l’idea del voler vivere, differentemente da quella proposta dai ragazzi che passano invece il tempo davanti alla tv o agli smartphone”, considera l’assessore provinciale allo sport, Beppino Govetto, lui pure insegnante di educazione fisica, categoria alla quale il presidente Fip, Bardini, rende, da collega, il giusto merito: “Senza i prof di educazione fisica queste iniziative non potrebbero prendere corpo e il loro impegno è volto non solo alla crescita fisica dei ragazzi ma anche a quella morale, sviluppando in loro il senso di appartenenza e di solidarietà. E il torneo Cernich, erede del mitico Burei, in futuro, sarà sicuramente ricordato con piacere da quanti vi hanno partecipato e avranno imboccato strade diverse al termine della scuola superiore. E il fatto che mesi fa mi sia stato chiesto se si fosse disputato ancora, testimonia che il “Cernich” è entrato nel modus vivendi degli istituti superiori e va catalogato quindi come un evento”. Presentato nei locali del “Bearzi” di Udine, il torneo, di cui si è già disputata la prima giornata e parte della seconda, ha richiamato anche una considerazione del direttore dell’Istituto, Don Igino Biffi: “Come Don Bosco, protettore del nostri Istituto, anche Ezio Cernich è stato un Maestro che per vocazione si è preso cura dei giovani ed è un merito non da poco”.
BASKET SERIE A2
"AKA" E LA SUA
VOGLIA DI VINCERE La new entry dell'Apu, Abdel Fall, stenta ad inserirsi ma lui, dopo la panchina di Torino, assicura che è solo questione di tempo
“A
foto Zamolo
bbiamo inserito nel nostro roster un ragazzo che viene a Udine con molta voglia di giocare e fare bene e che per caratteristiche atletiche ben si dovrebbe adattare alla mia idea di pallacanestro e quindi riuscire a darci la possibilità di attuare nuove soluzioni di gioco. D'altra parte bisognerà tener conto che Aka viene da un periodo piuttosto lungo in cui ha avuto ben poche possibilità di giocare e pertanto il suo inserimento non potrà che essere graduale”: con queste parole il tecnico dell'Apu, Lino Lardo, ha commentato l'arrivo di Abdel “Aka” Fall, senegalese classe 1991 ma di formazione cestistica italiana. Ala-pivot di 2,02, è giunto a Udine via Torino dopo la vittoria casalinga contro Roseto in sostituzione di Gino Cuccarolo, che ha fatto invece il viaggio verso il capoluogo piemontese in senso contrario. Poi sono arrivate le nette sconfitte in trasferta contro Chieti e Virtus Bologna e le preoccupazioni di Lardo sono state profetiche, visto che il nuovo arrivato certo non ha lesinato impegno ed energia a favore della causa ma ha denunciato una forma ancora non adeguata
Fall con il presidente Pedone.
e un'intesa tutta da costruire con i nuovi compagni. “Purtroppo i cinque mesi passati a Torino si sono rivelati tempo perso, ho giocato pochissimo e sin dall'inizio ho capito che l'allenatore non mi teneva in considerazione - chiarisce Fall – , per questo ho chiesto con decisione di cambiare aria. Inizialmente dovevo rimanere nella massima categoria a Brescia, società con cui avevo già trovato un accordo, ma la mancanza di una contropartita adeguata ha fatto saltare il trasferimento. E nel mentre è arrivata la proposta di Udine... Si, Udine mi ha cercato con determinazione e dopo qualche titubanza iniziale ho accettato con entusiasmo di iniziare questa nuova avventura.” L'incertezza era dovuta al dover scendere di categoria? “Devo ammettere che mi sarebbe piaciuto rimanere nella massima serie, ma la prospettiva di lavorare con un grande allenatore come Lino Lardo e per una società ambiziosa che mi ha voluto e dimostrato fiducia proponendomi un ingaggio valido anche per la prossima stagione e in un ambiente di cui ho sentito parlare molto bene, mi ha fatto sciogliere le riserve ed ora sono felice di essere qui.” Quale contributo pensi di poter dare alla tua nuova squadra? “Sin da quando ho iniziato a giocare a basket a 16 anni nei campetti della capitale e poi nelle giovanili della Virtus Roma ho fatto dell''energia, dell'atletismo, dell'intensità difensiva e della voglia di vincere, migliorandomi costantemente, le mie armi migliori. Oltre a queste qualità metterò a disposizione di Udine tutta la mia voglia di giocare e di vincere, che è tanta. Conosco bene il campionato di A2 dove ho esordito a Trieste nel 2012 agli ordini di Dalmasson e poi giocato per tre anni a Casale, piazza in cui negli ultimi due ero stabilmente tra i titolari. Dopo due trasferte sfortunate non vedo l'ora di poter dare il meglio di me davanti al pubblico di casa, a partire da domenica nel derby triveneto contro Verona”. Giuseppe Passoni
UISP
DOMINANO LE RAGAZZE DEL BASKET TIME Il torneo femminile giunge alla fine della prima fase con la netta supremazia dell'imbattuta Basket Time Udine (nella foto) che ha ridimensionato (69-39) le velleità di rivincita del Muggia che si deve accontentare del secondo posto nella griglia per la fase a orologio, con il Fogliano terzo dopo essere passato (50-38)sul campo del fanalino di coda UBC Udine. Nei campionati maschili la serie A1, che è giunta al termine dei girone d’andata, ha visto nel girone D la prima sconfitta stagionale per la corazzata Un canestro per te Trieste, ridimensionata da un redivivo Remanzacco che pare aver superato il momento difficile coinciso con questa seconda fase. Continua la serie nera della WLM Udine ancora al palo dopo
la sconfitta (73-60) in casa dello Sbrindella che guarda con molto interesse allo scontro di venerdì, ore 21.15 a Ciconicco, tra Fagagna, vincitrice sull’Ardita (87-76), e Trieste. Nel girone E continua la marcia dell’Attimis, che ha vinto in casa (76-53) contro il Laipacco dopo aver regolato di due lunghezze (57-59) nel recupero in trasferta quella Pau sconfitta (68-49) anche a Tarcento. Nel derby triestino il Dai e Vai mette sotto (78-71) lo Spazzidea, che sembra pagherà cara la mancata partecipazione alla gara di Tarcento che le è costata il 20-0 oltre ad 1 punto di penalizzazione. Nel girone F prima vittoria (64-60) per l’Heidrun Gorizia a discapito del Tricesimo mentre il Cus Udine blocca (48-46) la mini serie vincente dell’Aiello. In A2 a tre giornate dalla fine della prima fase, nel girone A il Pasian di Prato grazie alla doppia vittoria della settimana incalza sempre l’imbattuto Old Stars Gorizia mentre nel B allunga la Virtus Udine che si trova ora sola al comando.
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19 FEBBRAIO 2017 - SERIE B1 FEMMINILE
LIBERTAS MARTIGNACCO â&#x20AC;&#x201C; ADRO MONTICELLI 1-3
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VOLLEY
FOTO ALESSANDRO SAIN TremilaSport+ | 22 02 2017 | 35
PALLAvOLO
IL NUOvO PRESIDENTE della Fipav regionale, Alessandro Michelli. A lato, una fase del derby Libertas Trieste e Libertas Martignacco di B1. Sotto, un'azione di gioco fra Prata e Treviso di serie B.
L'ELEZIONE DI MICHELLI? UN BLITZ DI CORRIDOIO
Il presidente della Pav Udine, Marcello Gianardi, consigliere della Fipav regionale, non nasconde la propria contrarietà per come si è sviluppata l'elezione del nuovo presidente LA POLEMICA
UNICO DEL vOLLEY DONNE Marcello Gianardi (nella foto), presidente della Pav Udine, è l'unico rappresentante del volley femminile nel nuovo consiglio regionale e punta il dito, insieme ad altri rappresentanti del movimento, contro un'elezione poco convincente che ha eletto il triestino Alessandro Michelli con un pool di dirigenti di espressione della pallavolo maschile. "Ero convinto che non ci fossero problemi alla rielezione di Tirel, poi la sorpresa", dice.
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S
tupore, polemiche, frecciatine, questo il condensato dell’Assemblea Fipav, svoltasi a Cervignano e che ha visto, con sorpresa, il triestino Alessandro Michelli eletto alla presidenza. Ne parliamo con Marcello Gianardi presidente della Pav Udine, confermato nel nuovo consiglio. -È indubbio che c’è stata polemica fra le società udinesi e quelle triestine sulla nomina di Alessandro Michelli. Lei che impressione ne ha ricavato? “La candidatura di Michelli-inizia Gianardi- aveva il supporto da parte delle società di Trieste e parte di quelle di Gorizia, ma la somma dei voti relativi era ben lontana da quella poi espressa alle urne. E’ logico pensare che i voti sono venuti anche da Udine e Pordenone a favore del nuovo eletto.” -Quindi i soliti “cecchini” ed i giochi di corridoio. Lei si aspettava qualcosa di diverso? In sintesi è rimasto sorpreso dall’esito della votazione? “Ero convinto –dice Gianardi- che non ci fossero rischi per l’elezione di Giorgio Tirel, ma forse avevo sottovalutato le conseguenze delle candidature di Magri a livello locale e Riva e Fenos a livello nazionale, che evidentemente hanno finito per scompaginare giochi che sembravano già fatti tali da avere inoltre numeri solidi. Qualche preoccu-
pazione in seguito, l’ho avuta notando i movimenti e gli atteggiamenti dei delegati presenti, poi qualche defezione ha fatto il resto.” _ Forse è prematuro , ma si deve pur sempre parlare in queste circostanze, di programmi futuri del nuovo consiglio regionale di cui lei fa parte assieme alla friulana Micaela Cecot. Sarà il caso di voltare pagina? “Mi preme ricordare-conclude-Gianardi – che tutti i consiglieri erano stati coinvolti da Tirel, Michelli non ha presentato una sua squadra, anche se
Petrin e Zilli avevano già fatto parte del comitato.Dovendo dar credito ai voti espressi, si deve considerare un asse Pordenone –Trieste (4 consiglieri e 1 presidente ndr), contro una minoranza udinese. Inoltre più che in passato il Comitato rimane una espressione del volley maschile, essendo io l’unico rappresentante di una società femminile. Ora staremo a vedere le mosse di Michelli e conseguentemente come intenderà concretizzare il suo programma. Voltare pagina? Mah…. Roberto Cainero
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18 FEBBRAIO 2017 - SERIE C FEMMINILE
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38 | 22 02 2017 | TremilaSport+
VOLLEY
FOTO MARCO BISCONTIN TremilaSport+ | 22 02 2017 | 39
Il CIRCOLO CANOTTIERI LIGNANO, la società sportiva del remo, si sta affermando anche a Lignano e non poteva mancare in un paese dal punto di vista ambientale così fortunato come il nostro: mare, laguna, fiumi e canali ci danno la possibilità di fare uno sport bellissimo e anche conoscere e rispettare la natura che ci circonda. Il CIRCOLO CANOTTIERI
LIGNANO prepara atleti e appassionati della disciplina sportiva, siano essi turisti o residenti, in ogni periodo dell’anno. Gli allenamenti pratici in acqua si svolgono nella zona lagunare di Porto Casoni (detta anche darsena dei residenti) di Lignano Sabbiadoro. La nostra società sportiva è regolarmente iscritta alla F.I.C. (federazione
italiana canottaggio) e al C.O.N.I. così da poter partecipare con i nostri atleti alle gare regionali e nazionali. Il Presidente, Alessandro Lorenzon, è a disposizione per qualsiasi informazione.
www.canottaggiolignano.it email: canottaggio.lignano@libero.it - Facebook: Circolo Canottieri Lignano - Tel. +39 347 5090736
PALLANUOTO
"ORCHETTE"
COME L'ARABA FENICE
nostro pubblico è composto perlopiù da amici e familiari cui, comprensibilmente, le ragazze sono molto legate, e quindi per loro è importante il supporto anche in trasferta: abbiamo dei tifosi molto coreografici che amano portare musica, cosa che tra adolescenti non guasta mai." - Un obiettivo per la stagione in corso? "Abbiamo sempre detto che puntiamo alla salvezza. D''altra parte abbiamo iniziato bene e ci ritroviamo senza assilli di classifica. Restare in A2 sarebbe fondamentale per la crescita delle nostre giovani, che poi potrebbero sfruttare questa esperienza nelle finali Under 15 e Under 17 che auspicabilmente raggiungeranno." Già, ma come si allenano delle adolescenti che non giocano per lavoro e che, comprensibilmente, devono dedicare tempo ed energie anche ad altro? "L'attività sportiva oramai si fa seria, quasi professionistica, e il sacrificio da parte loro è tanto - dice l'allenatrice - , però si nota che alle ragazze piace giocare e giocarsi il posto in squadra tramite una sana e giusta competizione che le spinge a dare tutto durante la settimana".
PREPARAZIONE "Ci si allena ogni giorno, le sedute sono pesanti e si fatica perfino durante le feste - riferisce la Colautti - . Noi allenatori, dal canto nostro, cerchiamo di aiutarle ponendoci come obiettivo lo stimolarle ad avere (sono state giocate appena 5 delle 18 par- voglia di venire in piscina ogni giorno." Poi tite in calendario), ma per l'allenatrice ciò qualche dettaglio in più: "Di domenica si giorappresenta una risorsa: "Il fatto di essere ca, quindi il lunedì è giorno di riposo. Da lì alla stregua di una squadra giovanile, con in poi, in acqua tutti i giorni e due volte la atlete nate tra il '99 e il 2003, fa sì che ogni settimana si fa pure palestra. Il martedì partita sia un tassello di esperienza, un'oc- e il giovedì sono previste tre ore e mezza casione sempre nuova per migliorarsi ancora di allenamento, mercoledì e sabato un'ora, e ancora - lei considera - . E poi bisogna venerdì circa un'ora e mezza. Di fatto, la riconoscere che la squadra ha retto bene media è di due ore al giorno." all'urto con una categoria di livello come - I nomi di qualche ragazza che ha le qualità questa, ad esempio andando a vincere a per sfondare in futuro? "Mi limito a farne Verona contro la CSS, squadra che con ogni due, perchè si tratta di giocatrici che hanno già conseguito un risultato in Nazionale probabilità punta ai play-off." Qual è, quindi, il segreto, il punto di forza - azzarda la Colautti - : Lucrezia Cergol, delle Orchette? Colautti risponde decisa: attaccante, e Sara Ingannamorte, portiere, "La coesione, la forza del gruppo. Queste che all'età rispettiva di 15 e 16 anni lo scorso ragazze hanno iniziato insieme e insieme dicembre hanno vinto un bronzo ai Mondiali stanno crescendo: il loro legame e la voglia Under 18 ad Auckland, in Nuova Zelanda. Che di sacrificarsi l'una per l'altra sono così forti orgoglio! Però non sono le uniche ad essersi che spesso permettono loro, al di là delle già avvicinate alle giovanili delle Selezioni nazionali, quindi c'è di che ben sperare." capacità tecniche, di vincere le partite." Una nota in più sulla sopracitata Cergol: capitana, nella scorsa stagione, della squaI SUPPORTERS E il pubblico che ruolo ha in tutto ciò? "Il dra Under 15 allenata sempre da Colautti, trascinò la Pallanuoto Trieste del presidente Enrico Samer al primo scudetto in assoluto della sua storia con uno score di 25 gol totali nel torneo, ottenendo inoltre il riconoscimento come miglior giocatrice delle fasi finali disputate ad Ostia. Occhio al futuro, dunque. Filippo Dondè LUCREZIA CERGOL, talento della Pallanuoto Trieste
La società triestina dallo scioglimento alla serie A2
T
ra le tante storie di sport che meritano di essere raccontate, quella di Ilaria Colautti e delle sue ragazze della Pallanuoto Trieste non fa eccezione, perchè al termine della stagione 2011/2012 la squadra, dopo aver sfiorato la finale play-off per salire in A1, fu sciolta per carenze nel vivaio. Dopo un anno di assenza dalle competizioni agonistiche, le "orchette" ripartirono dalla serie B, dove militarono per tre stagioni prima di riconquistare la A2 con Ilaria Colautti, al timone dal giugno 2016. La stessa Colautti che aveva capitanato le alabardate proprio nell'anno dello scioglimento, quando una sfortunata semifinale contro Prato aveva spezzato i loro sogni play-off. "Nel settembre 2012 c'erano 5 ragazze in rosa - spiega la giovane allenatrice, classe 1985 - oggi sono ben 32." Ecco perchè questa storia va raccontata: nel giro di pochi anni il cerchio si è chiuso. Lo stesso vivaio, croce della società solo le atlete quattro anni fa, ora ne è la delizia, della rosa a riprova del fatto che a puntare sulla viscerale passione dei giovani non si sbaglia mai: oggi Trieste è di gran lunga la squadra più giovane del Girone Nord della serie A2, con un'età media di appena 16 anni. Basti pensare che l'atleta più "anziana", la capitana Francesca Rattelli, ne compirà 21 a maggio, e che il 22 gennaio scorso, giorno della prima di campionato, ben 11 atlete su 13 esordivano in A2. Può dunque una così eccezionale gioventù rappresentare un problema per una società che deve essere competitiva a questi livelli? Troppo presto per dirlo, dal momento che la regular season è solo alle prime battute
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tremilaSport+ | 22 02 2017 | 41
Federazione Motociclistica Italiana
CALENDARIO MANIFESTAZIONI TRADA FUORISbra io’17 Aggiornato al 5 feb
Friuli Venezia Giulia a
DATA
Trofei Regioni
Campionati Italiani e/o Internazionali in Triveneto
Campionato FVG MX mx1 APT + mx2 + mx125 + Mx Motocross veteran+mx amatori+mx mini+ Mx Epoca (le gare in rosso si svolgeranno su 2 gg Sabato pom. (mini+amatori+epoca) Domenica tutte le classi MX
Campionato Minienduro FVG/TRV & Regolarità Epoca
Campionato Enduro FVG/TRV in rosso le gare TRV
2017
Campionato FVG e Trofeo Enduro Country
Mc Bibione
5-feb 19-feb
Mc Sabbiadoro C.Ita Assoluti Enduro
26-feb
Mc Albatros
5-mar 12-mar
Mc Isontino Mc A.M.Friuliana
19-mar
Mc San G di Livenza
Mc Pedemontano Cordenons
26-mar
Mc Manzano
2-apr 9-apr 16-apr 17-apr 23-apr
Mc Caneva Talmassons
Mc Ardosa
AMF Motocavalcata Monte Bernardia
Mc Le Risorgive Codroipo
Mc Tagliamento
Mc Hard Tracks HS Pozzuolo
25-apr 30-apr 1-mag Mc Pist.R. Und 23 - Arsiè
7-mag
Mc Carnico C.Italiano Tolmezzo
Mc Medeot Gonars Mc Manzano
14-mag 21-mag 28-mag 2-giu 4-giu 11-giu 18-giu 25-giu
Mc Albettone
Mc Pasiano Pasiano
Mc Civezzano Mc Gemona Mc Medeot
Mc Bannia
2-lug
Mulatrial S.P. al Natisone + All Trial
Mc Fanna Mc Isontino
9-lug 16-lug 23-lug 30-lug
Mc Romans Versa Mc Medeot Mc Carnico All Trial Paluzza
27-ago 3-set
Mc La Marca Trichiana Assoluti
29-ott
Mc San G. di Livenza Mc Pedemontano
17-set
1-ott 8-ott 15-ott 22-ott
Mx Tamai sab.02 (no mini)
Tdr Minienduro Maser (TV)
10-set
24-set
Motocavalcate HobbySport All Trial
Mc Hard Tracks All Trial Gonars
TDR Junior Mx Castellarano Red Bull Mx
Mc Carso Mc Sabbiadoro Mc Gemona
Mc Razza Piave Mc Medeot Mc Polcenigo
Mc Hard Tracks HS Pozzuolo
1-nov 5-nov I calendari possono essere soggetti a modifiche pertanto sono da ritenersi provvisori e non definitivi. Si consiglia di verificare il R.P. sul sito www.fmifriuliveneziagiulia.it
Federazione Motociclistica Italiana
Federmoto Comitato Regionale Friuli Venezia Giulia Via Antonio Bardelli, 4 Torreano di Martignacco (UD) Tel: 0432.410309 - Fax: 0432.411634 www.fmifriuliveneziagiulia.it friuli@federmoto.it
Friuli Venezia Giulia Sfilata di Campioni alle premiazioni FMI del FVG Si sono svolte presso la sala Congressi del quartiere fieristico di Martignacco (UD) le premiazioni dei campioni 2016 del motociclismo, alla presenza del Sindaco di Martignacco Dott. Zanor e del Presidente del CONI Ing. Brandolin oltre al Consigliere Nazionale FMI Favarato ed il Presidente del Comitato Regionale di Trento Endrizzi. Con oltre 350 presenti in sala, tra cui ben 158 premiati e oltre 30 riconoscenze, sono praticamente volate due ore che hanno premesso al presidente Volpe ed a tutto il Consiglio Regionale FMI, di rendere omaggio ai campioni regionali di Motocross, Enduro, Trial, Speedway oltre che a tutto il mondo dei bambini che gravita intorno al motociclismo regionale. Graditissimo ospite, appena rientrato dalla Dakar, Alessandro Ruoso, ancora convalescente per l’incidente occorsogli durante la gara che però non gli ha impedito di portare a termine la gara più dura dell’anno risultando alla fine il secondo miglior Italiano. Bella serata quindi che ha difatto concluso una stagione ricca di partecipazione, manifestazioni e successi. 1) Epoca 80 cc: Iacolutti, Zandonà, Forza. 2) Frasca Lorenzo. 3) Michele Castagna. 4) Podio regionale epoca: Breccia, Davide, Ferramosca. 5) Il Presidente Regionale FMI Volpe con Alessandro Ruoso. 6) Lenarduzzi Mattia. 7) Mx Epoca: Volpe Marco, Crepaldi, Zanardo. 8) Podio Enduro Country: Tassa/ Mellina, Gabbino/Sabbadini, Simone/Simone. 9) Mx woman: Primozic, Ladini, Caneva. 10) Enduro Country Squadre: Mc Pedemontano, Mc Tagliamento, Mc Medeot. 11) Enduro squadre: Manzano, Medeot, Trieste. 12) Piloti Epoca Felici: Crepaldi, Pitrelli, Zandonà. 13) Mx2: Palù, Razman 14) MX1: Salvec, Cescon, De Nardo 15) Minicross senior: Marion, Ross Francesco, Murgut. 16) Rappresentativa minienduro fvg al TDR 2016. 17) Classe epoca 50cc: Pivetta, Monsutti, Armellin. 18) P.Paolo Scagnetti 19) Mx Veteran: Mattiuz, De Cecco, Basso. 20) Minicross debuttanti: Pivetta, Pasqualato, Faganel. 21) Coordinatori delle varie discipline 22) TDR Minienduro rappresentativa del FVG 3° classificata
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PERSONAGGI
DNA La 18enne fondista è cugina dell'affermato Alessandro Pittin. "In famiglia pane e sci", lei scherza.
LA CUGINETTA DEL CAMPIONE Cristina Pittin, carnica di Maranzanis, ha vinto negli Usa un bell'argento in staffetta
S
i è parlato friulano, anzi carnico, ai recenti Mondiali juniores di sci nordico di Soldier Hollow, USA. L’ Italia è riuscita a vincere un argento nella staffetta femminile 4x3,3 km. Un’ impresa straordinaria perché le atlete hanno concluso a 20 secondi dalla Russia, medaglia d’oro. Terzo posto per gli Stati Uniti. Un risultato incredibile fra due colossi dello sport, quindi. Era dal febbraio 1997 che l’talia non saliva sul podio in una staffetta ai
mondiali ed è accaduto nell’ appuntamento giovanile più importante della stagione. Cristina Pittin era l’ ultima frazionista e i suoi assalti sono stati decisivi per vincere l’ argento. Diciottenne da ottobre, la giovane atleta delle Fiamme Gialle originaria di Maranzanis vicino a Comeglians, ci racconta le sue emozioni e un po’ di sé stessa: “Sono reduce da un’esperienza bellissima, non ci aspettavamo di fare medaglia soprattutto sapendo che Russia e Stati Uniti sono nazioni molto
Speranze future Cristina frequenta il quinto anno di Edilizia all'Istituto Solari di Tolmezzo ed è aggregata al Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle, per cui gareggia senza percepire compensi. La speranza della giovane campionessa è, come per altri atleti, legata alla possibilità di entrare a far parte in pianta stabile di un gruppo militare, chances che le permetterebbe di svolgere a tempo pieno l'attività sportiva percependo uno stipendio. "Altrimenti dovrò mettermi a lavorare", lei considera. E' legata al club Monte Coglians di Forni Avoltri, che le permette di allenarsi quando non è a gareggiare altrove. Nel mondo dello sci è entrata a far parte sin da bambina, grazie al padre che la portava sui campi di neve a Casera Razzo: "Ho iniziato con la discesa ma non mi piaceva perdere tanto tempo seduta in seggiovia", ci scherza su.
forti. Siamo rimasti nello Utah quasi due settimane in una casa con tutti gli atleti. Sembrava di essere in Italia perché la Federazione aveva portato con sé due cuochi italiani mentre per quanto riguarda il clima e l’ambiente sembrava di essere in un deserto con la neve. I 1800 metri di altitudine si sentivano, si faceva molta fatica! Ci eravamo preparati bene tutta l’ estate nei vari raduni a Moena e negli allenamenti sul ghiacciaio in Senales. Normalmente lavoriamo 19 ore a
Non ci aspettavamo di andare a medaglia fra due colossi come Russia e Stati Uniti settimana, di media più di un’ ora e mezza al giorno”. Lo staff giallo verde ha creduto nelle potenzialità della squadra femminile. Cristina non è arruolata ma aggregata, utilizza le tute e l’abbigliamento come se fossero dotazione di una società sportiva, senza percepire uno stipendio. PRIMI PASSI Ha conosciuto il mondo dello sci da bambina e grazie al suo papà che la portava in Valle Pesarina a passare le giornate sulla neve, come ci racconta lei: “ Mio padre mi portava alla pista da fondo prima di Casera Razzo anche se avevo iniziato con la discesa ma non mi piaceva stare
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SCI
troppo tempo seduta in seggiovia, non faceva per me. Poi mi sono legata alla società Edelweiss di Villa Santina, passando in un secondo momento alla Monte Coglians di Forni Avoltri che tuttora mi concede di potermi allenare quando sono in casa”. Cristina sta affrontando il quinto anno di Edilizia al Solari di Tolmezzo e si trova a dover sudare sette camicie per far convivere bene studi e sport: “È dura studiare in questa stagione, non sempre i professori mi vengono incontro, sono solo pochi coloro che capiscono chi fa sport e le loro esigenze. Dopo la scuola, non avendo ancora la patente, mi faccio accompagnare da qualcuno a Forni per allenarmi tutto il pomeriggio, poi doccia, cena e dopo devo studiare per non rimanere indietro. La materia che sento più ostica è la matematica". NELLA NEvE "Quando sono in mezzo alla neve mi sento decisamente meglio, mi sento libera di esprimere il meglio di me - ammette Cristina - . Mio padre mi segue in tutte le gare e la mia famiglia mastica pane e sci perché il campione di combinata Alessandro Pittin è mio cugino. Immagina quindi quali potrebbero
essere gli argomenti di un cenone di Capodanno insieme! Vincere mi dà felicità ma so che è necessario rimanere con i piedi a terra. Lo sport è strano, basta un niente per perdere la concentrazione. Per ora sono stata fortunata perché non ho subito infortuni importanti. Due domeniche fa però, la febbre mi ha costretta a stare a letto e saltare la Coppa Europa". PROSSIMO FUTURO "Ora sto lavorando per i Campionati Italiani di sabato e do-
menica prossimi dove spero di confermarci anche se sarà dura con avversarie molto toste - anticipa la giovane campionessa - . Resterò nella categoria Juniores ancora tutto il prossimo anno e poi passerò alle Senior, sperando di entrare in un corpo sportivo a tutti gli effetti, altrimenti dovrò trovare un altro lavoro. Sogno di continuare a sciare, come atleta principalmente, oppure diventare maestra di sci o fisioterapista rimanendo comunque legata allo sport". E poi un auto-identikit:
"Sono una ragazza molto timida anche se rido sempre, a volte forse per mascherare le mie chiusure. Nello Utah ero in difficoltà con l'inglese. Prima delle gare sono tanto in ansia, che manifesto urlando, cantando o stando completamente muta. Ho tanti amici ma non esco molto perché i miei impegni sono sempre pressanti ma se sono libera amo andare a caccia con papà o d’ estate al fiume”. Come Heidi tra le sue amate montagne. Biancamaria Gonano
SqUADRA Cristina Pittin, Martina Bellini Anna Comarella in gara in Liechtenstein
tremilaSport+ | 22 02 2017 | 45
CALCIOUDINESE
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ARTI MARZIALI
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NAZIONALE
La tolmezzina Betty Vuk punta in primis all'azzurro
A
ncora una grande soddisfazione per il judo regionale: ce la regala, con una prestazione di grande spessore, Betty vuk, elemento di punta del Judo Club Tolmezzo, nella tappa italiana dell'European Cup di Follonica. Una medaglia d'argento che la proietta tra le papabili nella categoria sino ai 70 Kg. per i prossimi campionati Europei. che si terranno a Kaunas in Lithuania. E' partita subito con il piede giusto la tolmezzina, aggiudicandosi per Golden Score il primo confronto, regolando con due ippon i successivi combattimenti e accedendo alla finale per la medaglia d'oro con la napoletana Martina Esposito, dove conclude la sua corsa accontentandosi di una buona seconda piazza in un appuntamento che registrava la presenza di oltre 500 atleti in rappresentanza di ventisette nazioni. Considerando che l'elite del judo continentale era schierata sul tatami della cittadile nazioni all'European na toscana è convinzione comune che le cose non siano andate per Cup niente male. Il tecnico Anna Miniggio che ne segue la preparazione si mostra particolarmente soddisfatta della giovane atleta che sta inanellando una serie di risultati positivi di buon auspicio per il seguito della stagione agonistica, Cosa è mancato a Betty vuk per mettere le mani sulla medaglia d'oro? “ "Direi che essendo al novanta per cento della mia condizione fisica forse ho sofferto l'impeto della mia avversaria che mi ha costretto sulla difensiva sin dalle prime battute non dandomi la possibilità di condurre come nei
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miei intenti la gara”, spiega l'atleta carnica. Dopo la terza piazza della passata edizione stavolta un secondo posto di grande rilievo, certamente un passo in avanti determinante a rendermi consapevole che la strada è quella giusta” Cosa c'e' dietro questo piazzamento in termini di lavoro e di impegno? “Consideriamo che ogni giorno per due ore trascorro le mie serate in palestra ad allenarmi con
una costante intensità per poi gareggiare nei fine settimane ponendomi ogni volta nuovi obiettivi da raggiungere e risultati da conseguire per guadagnare punti per vestire i colori della nazionale” Prossima tappa per l'European Cup a Zagabria, in Croazia: possiamo parlare di medaglia d'oro? “Le premesse, in considerazione del mio momento positivo, ci sono tutte, poi com'è noto ogni gara fa sempre storia a sé, tuttavia le speranze ci sono, sta a me concretizzarle con una prestazione positiva, com'e nelle mie potenzialità e nei miei mezzi” La tua vita da judoka deve andare d'accordo con quella di studentessa....... “Il terzo anno di liceo scientifico si rivela particolarmente impegnativo, dove tra interrogazioni e prove scritte mi devo preparare con grande attenzione, anche perché i miei intenti sono di uscire dal ciclo di studi con un punteggio alto per poi valutare la strada da intraprendere nel futuro” Le tue avversarie sanno bene che con il tuo Uchi Mata non si scherza molto... "Su questo punto penso non ci siano dubbi, infatti pur rimanendo la mia tecnica principe mi preparo e alleno su diverse scelte che spesso a seconda della mia avversaria uso per impormi“ Il judo recentemente ha subito una modifica nei suoi regolamenti. Ne hai già assimilato le novità? "Il judo, come un po' tutte le discipline sportive è in continua evoluzione e di conseguenza anche gli atleti devono adeguarsi ai nuovi regolamenti. Francamente non ho faticato più di tanto ad adeguarmi come ho sempre fatto sino a questo momento” Messo già in archivio il successo a Follonica, qual è il tuo prossimo obiettivo? "Mi sto preparando sia fisicamente che mentalmente per la qualificazione agli italiani di categoria a Genova nel prossimo mese di marzo dove punto in modo deciso ad ottenere il pass”. Nei tuoi pensieri mi sembra di capire che l'obiettivo primario rimanga la nazionale. “Naturalmente, se vanno bene gli italiani e a Zagabria mi comporto positivamente non escludo che le chances di vestirmi di azzurro ci siano tutte. Poi al selezionatore l'ultima parola". Gianfranco Borghesu PODIO Betty vuk in alto e sul podio in una manifestazione internazionale a Lubiana
tremilaSport+ | 11 01 2017 | 047
CALCIOUDINESE
UDINE - MONDIALI UNDER 20
DE MARCHI REGINETTA DI UN'ITALIA DAI DUE ORI
Una delle tipicità friulane è anche la capacità organizzativa, così è già stato deciso che dopo il felice esito della Coppa del Mondo Under 20 disputata a Udine lo scorso week end, anche nel 2018 l'evento verrà disputato nella Piccola Patria. Grande soddisfazione, dunque, per il presidente regionale Paolo Menis e il suo staff, che nell'edizione appena conclusa, e della quale proponiamo alcune immagini realizzate da Silvano Zandonella, hanno potuto festeggiare i 3 ori e 4 bronzi della nazionale azzurra, con il colosso russo fermatosi a 2 ori,
48 | 22 02 2017 | tremilaSport+
4 argenti e 1 bronzo. Protagonisti assoluti i ragazzi della spada e del fioretto, che in finale contro i russi hanno conquistato due medaglie d'oro, e Eleonora De Marchi a rimontare quattro stoccate alla Filina, numero 3 del ranking mondiale, e con un magnifico affondo a portare a casa la vittoria per 38-37. Al terzo posto nella graduatoria generale si è piazzato il Cile. A salire in pedana sono stati 478 atleti in rappresentanza di 41 nazioni, con oltre 1000 mille persone ad affollare complessivamente il Palaindoor udinese.
UDINESECALCIO SCHERMA
tremilaSport+ | 22 02 2017 | 49
ENTE DI PROMOZIONE SPORTIVA DAL 1945 SERIETÀ, PROFESSIONALITÀ E TANTA STORIA JIU JITSU
Marco Ferretti secondo sul podio
LIBERTAS FVG AL SERVIZIO DELLE SOCIETÀ SPORTIVE
■ Prima gara del 2017 e primi successi per la squadra di Jiu Jitsu Brasiliano della Polisportiva Villanova Libertas che ha partecipato al Pistoia Challenge BJJ ed è riuscita a portare a casa ben due medaglie d’oro. In una competizione in cui erano presenti oltre 500 atleti, Emanuele Palombi e Valerio Mariuz chiudono le loro classi di peso sul gradino più alto del podio, mentre Aimè Nasibu pur vincendo il primo match per strangolamento, non riesce a qualificarsi per le finali. Un ottimo esordio di stagione soprattutto in vista dell’impegno più importante dell’anno: i Campionati Italiani di Firenze.
GRAPPLING
TA N TI B UON I MO TIVI P ER AFFILIARSI !
MERELLI E FERRETTI DANNO SPETTACOLO
ARTI MARZIALI
Esordio col botto per la giovane atleta del Grappling Team San Vito, che si è imposta nella serie A senior -58 kg. Conferma ad altissimi livelli per Ferretti, giunto secondo nella categoria +100 viola M2 ■ Primo fine settimana agonistico del 2017 per il Grappling Team del Judo Club San Vito, che ottiene una medaglia d’oro al Trofeo Italia di Vercelli e una d’argento al Pistoia Challenge BJJ. Nella città piemontese si è svolta la 2^ edizione del Trofeo Italia di grappling, organizzato dalla FIGMMA, dove Elen Merelli, al suo esordio in questa disciplina, si è imposta nella serie A senior -58 kg, vincendo la semifinale
Per i due atleti del Grappling Team San Vito una medaglia d’oro e una d’argento
ai punti (7-0) e la finale per leva al braccio. La medaglia d’oro conquistata le permetterà di accedere agli spareggi di selezione della nazionale italiana per l’anno 2018. Intanto in Toscana il già più volte campione Marco Ferretti vinceva la medaglia d’argento al Pistoia Challenge BJJ, competizione di brazilian jiu jitsu inserita nel calendario ufficiale dell’Unione Italiana Jiu Jitsu, che ha registrato la partecipazione di oltre 500 atleti. Il pordenonese, dopo la vittoria ai punti in semifinale e dopo aver subito uno strangolamento in finale, si è classificato 2° nella categoria +100 viola M2.
A PISTOIA DUE ORI PER IL VILLANOVA
Elen Merelli prima sul podio
QUARANT’ANNI DI PRESIDENZA PER IL CAVALIER GENOVA ■ Continuità è la parola d’ordine del Judo Club San Vito, che alle elezioni per il Consiglio Direttivo ha rinnovato la sua fiducia per il prossimo quadriennio 2017-2020 allo storico presidente Giancarlo Genova, Il presidente che quest’anno Giancarlo Genova festeggia addirittura il quarantennale della sua presidenza nella società, ininterrotta dal lontano 1977. Ad affiancarlo ci saranno: Stefano Perissinotto, Vice presidente e responsabile insegnanti; Stefano Ambrosio, consigliere e responsabile atleti; Debora Colusso, consigliere; e Marco Bravo, segretario.
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ENTE DI PROMOZIONE SPORTIVA DAL 1945 SERIETÀ, PROFESSIONALITÀ E TANTA STORIA JUDO
Bronzo per Bedel alla Cadet European Cup La punta di diamante della Polisportiva Villanova ottiene il terzo posto a Follonica. Intanto la Polisportiva Tamai conquista il Trentino grazie ad una grande prestazione alla decima edizione del Trofeo Internazionale Città di Lavis ■ Grande prestazione di Kenny Bedel, punta di diamante della Polisportiva Villanova Libertas, che ottiene la medaglia di bronzo alla Cadet European Cup, svoltasi nel PalaGolfo a Follonica. Con 541 atleti di 27 nazioni, il giovane pordenonese si è distinto in una delle competizioni più impegnative, confrontandosi con 43 atleti nella sua categoria e vincendo sei incontri su sette. In un podio che parlava solo russo, Kenny riesce a piazzare la bandiera italiana, parimerito con Daniil Matveev, con cui aveva perso quell’unica gara, preceduto dal secondo classificato Armen Agaian e dal primo Novruz Novruzov.
Kenny Bedel in azione
Il giovane Bedel ha superato un fine settimana impegnativo in cui ha battuto l’isrealiano Yuva Gev, l’austriaco Andreas Wagner, lo sloveno Ziga Brod, l’ungherese Botond Toth, il ceco Mikulas Mesko, e l’italianissimo Alessandro Magnani. Con la stoffa del vero campione, Kenny non è tornato a casa a sedersi sugli allori, ma si è fermato a Follonica per seguire lo stage Internazionale, dove potrà allenarsi e conoscere i suoi avversari europei, in vista dei prossimi impegni internazionali. *** Week end di esperienza e di successi per la Polisportiva Tamai Libertas al 10° Trofeo Internazionale Città di Lavis, svoltosi nel comune trentino, dove la sezione Judo è riuscita a guadagnare un totale di quattro medaglie d'oro, tre d'argento e tre di bronzo. Prima giornata dedicata ai piccoli samurai, con in gara la squadra pre-agonisti categoria Fanciulli (2009-2008) e Ragazzi (20072006), che ha portato al Dojo di Tamai una sfilza di medaglie. L’alto livello di competizione, che contava oltre 350 partecipanti, non ha spaventato i 21 preago-
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La squadra agonisti della Polisportiva Tamai nisti, tutti medagliati, che hanno combattuto nella prima gara dell’anno. Da ricordare la medaglia d’oro di Matteo Stefani cat 30 kg fanciulli (3 incontri vinti), ma anche le medaglie d’argento di Enrico Tomasella cat 40 kg ragazzi e Cristian Donadel cat 34 kg fanciulli. Le grandi prestazioni domenicali della squadra di soli 11 agonisti della Polisportiva Tamai sono riusciti a far guadagnare il 10° po-
Il giovane campione italiano ha terminato a pari merito con il russo Mateveev
sto nella classifica di società, con oltre 81 associazioni provenienti da tutta Italia e anche dall’estero, per un totale di oltre 500 atleti. Sette le medaglie guadagnate nella competizione. Da incorniciare le prove d’oro di Giulia Boscaia cadetta 63 kg (under 18), Riccardo De Marin 81 kg esordienti B (under 15), Itan Zanin +66 kg esordienti A (under 13), tutti e tre sul gradino più alto del podio. Argento per Carolina Zilioli 52 kg esordiente A (under 13), e conferme importanti con medaglie di bronzo per Nicolò Rossit 55 kg cadetto (under 18), Asia Lorenzon 57 kg cadetta (under 18) e Giovanni Boscaia 60 kg junior (under 21).
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La squadra preagonisti della Polisportiva Tamai
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Libertas Porcia in evidenza ai provinciali Le cucciole della Libertas Porcia in grande spolvero al Trofeo Provinciale LIBERTAS FVGLibertas di Ginnastica Artistica, svoltosi a Valvasone Arzene, con due ori, un argento e ALmolti SERVIZIO DELLE ottimi piazzamenti conquistati
SOCIETÀ SPORTIVE
■ Fanno furore le cucciole della Libertas Porcia al Trofeo Provinciale Libertas di Ginnastica Artistica, svoltosi nella palestra di Valvasone Arzene, con due ori, un argento e molti ottimi piazzamenti. Dopo una mattinata dedicata alle atlete agoniste, che hanno avuto un ottimo banco di prova per testare il nuovo programma di gara federale, il pomeriggio anche le
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più giovani hanno potuto provare l’esperienza di una gara vera e propria con tanto di giudici federali. Grande la soddisfazione
Medaglia d’oro per le giovanissime Ginevra Bressan e Giulia Subrizi
Le ragazze della Libertas Porcia dell’allenatrice Karin Freschi che vede brillare la medaglia d’oro sul petto delle giovanissime neo campionesse provinciali Libertas Ginevra Bressan e Giulia Subrizi, la più “anziana” del gruppo con ben 8 anni compiuti. Ancora gioie con il meritatissimo secondo posto di Siria Delvecchio ; il quarto assoluto per Nicole Turchetto ; quinto
PATTINAGGIO CORSA
Per Porcia battesimo di fuoco agli italiani di Pesaro
I tre portacolori della Pattinaggio Libertas Porcia nelle Marche
■ “Ricomincio da tre” è stato il motto del Pattinaggio Corsa Libertas Porcia che ha iniziato la nuova stagione con tre atleti al Campionato Italiano Indoor di Pesaro: Alexia Sisani, Roger Piva e Alexia Piva, tutti e tre al proprio esordio di categoria, i primi due fra gli Allievi, la terza fra le Ragazze. L’appuntamento, primo della stagione, è stato un battesimo del fuoco per tutti e tre, che hanno reagito bene alla pressione della gara e si sono attestati nella parte alta della classifica, in una competizione che ha accolto oltre 300 atleti in sole 4 categorie, provenienti da 71 società di tutta Italia. I tre atleti hanno quest’anno iniziato un nuovo percorso formativo, grazie alla collaborazione instaurata con lo Skating Club Comina, insieme a due nuovi allenatori Luca Bocus e Mattia Sellan, con cui sono ancora in fase di rodaggio per arrivare preparati ai prossimi tricolore di giugno e luglio. La società infatti sta operando una rivoluzione al suo interno e sta reclutando nuove leve fra i più giovani da affidare al nuovo allenatore Giorgio Vaccher.
parimerito Mia Bortolotto e Eleonora Gjeci; e il sesto parimerito per Francesca del Col e Giorgia Clerici. Un battesimo del fuoco cui le bambine hanno risposto egregiamente, dimostrando l'impegno e le capacità necessarie per centrare l'obiettivo, nonostante per molte di loro fosse la prima esperienza assoluta di gara.Domenica in gara Lara Mari nella categoria fino a 52 kg da 16 atlete e di nuovo Betty Vuk nella -70 kg da 18 atlete. Nono posto per entrambe, rispettivamente con due e tre incontri disputati.
PATTINAGGIO ARTISTICO
PERAZZETTA TERZA A CONEGLIANO ■ Conquista la medaglia di bronzo Alice Perazzetta dello Skating Club Pordenone con il quartetto Lala Tiki, dell'Accademia Pattinaggio San Vendemiano, ai Campionati regionali Gruppi spettacolo, svoltisi a Conegliano. La brillante atleta della Società pordenonese affiliata alla Libertas, dopo aver gareggiato per anni a buoni livelli nel singolo, in un’ottica di collaborazione fra società, si è unita al quartetto Lala Tiki,
di cui fanno parte anche Alessia Del Puppo, Lisa Faldon e Andrea Giulia Marcon. Il terzo posto conquistato dalle quattro ragazze allenate da Luana Zanella, gareggiando contro 20 quartetti concorrenti, ha fatto guadagnare di diritto la qualificazione per i Campionati Italiani che si svolgeranno nel mese di marzo a Reggio Emilia.
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Nuova convenzione per gli iscritti Libertas ■ CPer venire incontro alle esigenze delle famiglie, la Libertas Provinciale di Pordenone, nella persona del presidente Ivo Neri, ha concordato con Massimo Fausti responsabile della struttura “Fiumedica” – Studi medici specialistici, delle condizioni economiche vantaggiose per il rilascio dei certificati medici per tutti gli iscritti delle associazioni “Libertas” della Provincia di Pordenone. Il costo per i certificati medici di tipo "non agonistico", con l’esecuzione dell’ECG a riposo e la visita del medico costerà 30,00 euro invece di 35,00 euro. Quello per il certificato di tipo "agonistico" per gli atleti sotto i 35 anni, con esame del questionario anamnestico, esame urine, spirometria, ECG a riposo e dopo sforzo (prova con step) e la visita del medico, costerà 45,00 euro invece che 55,00 euro.
L’accordo è stato siglato dal presidente provinciale Libertas, Ivo Neri, con Fiumedica
Il presidente della Libertas Provinciale di Pordenone, Ivo Neri Infine, quello per il certificato di tipo "agonistico" per gli atleti sopra i 35 anni, con esame del questionario anamnestico, esame urine, spirometria, ECG a riposo e dopo sforzo (prova
■ Già dal 18 gennaio 2017 è possibile inoltrare all’Ufficio Affari Legislativi Istituzionali ed Attività di Presidenza – Segreteria della Commissione Nazionale Benemerenze Sportive, esclusivamente on-line al sito http://benemerenze.coni.it, le proposte dei candidati ai fini della concessione delle Stelle al Merito Sportivo e delle Palme al Merito Tecnico per l’anno 2016. Bisognerà accedere al sito con le credenziali di accesso (utente e password) e compilare, nonché gestire, le segnalazioni per le candidature, seguendo le istruzioni riportate nei rispettivi manuali inseriti nella Bacheca. Il termine ultimo per l’inoltro delle proposte è fissato per il 28 febbraio 2017.
con cicloergometro) e la visita del medico, costerà 65,00 euro invece che 80,00 euro. Per usufruire della convenzione, basterà che l'atleta di un'Associazione Libertas prenoti una visita al centro di Fiume Veneto in Piazza P. Bagellardo 3, e esibisca il giorno della visita la prova di iscrizione alla Società. L'accordo avrà valore di un anno e, salvo diversa comunicazione, sarà rinnovato per un ulteriore anno. Per info e prenotazioni, contattare: Tel: 0434 – 457752; Email: info@fiumepolosanitario.it; www.fiumepolosanitario.it.
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GINNASTICA
La proposta Libertas per i fondi alle ASD
Il presidente della Libertas Regionale, Bernardino Ceccarelli
Il 28 febbraio scade il bando
LIBERTAS FVG AL SERVIZIO DELLE SOCIETÀ SPORTIVE
SOCIETà
■ “Al fine di sensibilizzare le istituzioni sul vuoto legislativo inerente l’erogazione di contributi alle società sportive per il sostegno dell’attività
BENEMERENZE CONI
creatosi dopo la chiusura delle Province, il Centro Regionale Libertas FVG, nella persona del presidente Bernardino Ceccarelli, ha inviato una lettera all’Assessore Torrenti chiedendo un intervento legislativo specifico sulla questione. La richiesta inoltrata alla Regione propone di istituire bandi che permettano alle società di presentare domanda per farsi finanziare l’attività che svolgono nell’orario curriculare, soprattutto nelle scuole primarie, ma non solo. Una tale denuncia, che coinvolge tutte le società sportive della regione, proveniente da uno degli enti di promozione sportiva più radicati sul territorio, non potrà rimanere inascoltata.
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Due ori e un argento per la Libertas Porcia ■ Puntano alla qualificazione per la fase nazionale, le atlete della Libertas Porcia che domenica 19 febbraio hanno partecipato alla prima prova del Campionato Individuale di Ginnastica Ritmica Silver 3^ e 4^ Divisione svoltasi presso il Palazzetto dello Sport di Pordenone, dove sono riuscite a guadagnare due primi posti, un secondo e un quinto posto assoluto. Brilla l’oro di Alessia Silotto, categoria 2002 3^ divisione, che ha conquistato il primo posto assoluto presentando un esercizio alla palla ed uno al cerchio. Ottiene il primo posto assoluto anche Nicoletta Sozza, classe 2005 4^ divisione, con un esercizio al corpo libero e uno alla fune. Al suo primissimo esordio in gara, la giovanissima Matilde Pizzinato, classe 2008 4^ divisione, con un esercizio palla e uno corpo libero, si classifica seconda nell'assoluto a pochissimi punti dalla prima. Battesimo di fuoco anche per Virginia Cancian, classe 2006 4^ divisione, che ottiene un 5° posto assoluto con un esercizio alla palla e uno al corpo libero.
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