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GRADI
07|17
20|04|2017
w w w. t re m i l a s p o r t . c o m CALCIO DILETTANTI
SANTAMARIA CONTRO OGNI PRONOSTICO pag 8-9
BASKET
CALCIO DONNE
SARA GAMA, TACCHETTI E SCRIVANIA
NOBILE, IL BABY VETERANO pag 33
pag 27
LETALE PAGG 6-7
L’attaccante del Pordenone potrebbe rivelarsi decisivo con i suoi gol in questo finale di stagione
Foto Antonio Ros – Pordenone Calcio
ARMA
RACHID ARMA, ottima la sua prima annata alla corte di Bruno Tedino
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UDINE: Venanzio Ortis Email: libertas.udine@gmail.com
6
SOMMARIO
07|17
20|04|2017
10
26-27 UDINESE
CALCIO
6-7 FOCUS: lega pro, armae il pordenone verso il playoff 10-11 IDENTIKIT: fabio alvaro 18-19 AI RAGGI X: santamaria, vittoria contro ogni pronostico 20-21 GIOVANILI:
pianeta trivignano
25
CALCIO DONNE: A tu per tu con Sara Gama, l’asso del Brescia e della Nazionale italiana, neo eletta nel Consiglio Federale Nazionale FIGC.
31
BASKET: Il play di Basiliano, punto fermo della Gsa, è uno dei pochi superstiti della gloriosa passata stagione del team udinese.
24 CALCIO A 5
25 CALCIO FEMMINILE
31 BASKET
32-34 VOLLEY 36-39 SPORT VARI
RUBRICHE 22-23 A SCUOLA DI CALCIO 28-29 SI DICEVA...
30 CULTURA
40-43 MONDO LIBERTAS 44-45 itinerari mtb
TremilaSport+ | 20 04 2017 | 03
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PISCINE di FELETTO
EDITORIALE
....
Per il basket regionale entusiasmi rinati VALORI GENUINI E GIOVANI DI VALORE
T C
empo di sempre vacanzelargo ma non peraitutti, in primis per il calcio professionistico, ome anche giovani, nel nostro magazine, con nel calgià cio in preparazione in vistagiovanile di una nuova inizierà grande il prosin vetrina il settore di una stagione società, ilche Trivignano, simo mese lasciandosi alle spalle la delusione europea della nazionale. negli anni ’80 con la presidenza del compianto Ugo Contin e sucL’Udinese, con il suo nuovo allenatore Iachini, ha sue ultimi prime cessivamente decaduta fino a rinascere a effettuato nuova vita lenegli uscite conanni. risultati, seppure estivi, che non entusiasmano e d’altra parte non Un club dai valori genuini a cui ci piace dedicare un servizio promette fuochi d’artificio unadorganico falsariga di quelloil dei due preparticolare, così come anche un’altrasulla realtà dilettantistica, Santamaria, cedenti risicatiil campionati privo fra l’altro ormai di Di limitati Natale. che festeggia successo in ecampionato. Realtà con della mezziclasse economici Ido dispensano Cibischino ha comunque individuato nel giovane esterno ceco Jankto che comunque esempi importanti alle nuove leve del pallone. Sod-la possibile sorpresa di stagione, vedremo se la sua profezia si avvererà. E disfazioni che vanno e vengono invece nella multietnica Udinese, ritornataper al il basketlegione regionale è invece tempo di entusiasmi con Trieste al suo enmodello straniera, con Scuffet riportato inrinati, panchina da Delneri dopo nesimo campionato di A2confinamento affrontato sulla base anche dei giovani del proprio vivaio la guarigione di Karnezis, toccato ad Angella nel reparto e l’Apu, fresca di promozione, a presentare proprie prime difensivo. Ed è qui che ci si chiede se Delneri lestia giocando piùmosse per sé,a alivello situa-di campagna abbonamenti e di mercato. dunque il derby friul-giuliano zione di classifica ormai stabilizzata né Ritorna in alto né in basso, che per rivalutarea conferire sale ad un movimento ultimi anni in Scuffet, Friuli un po’ dall’asalcuni troppo spesso relegati innegli panchina come cheassopito se rimesso in senza di una formazione di vertice dopo la chiusura dei battenti da parte della naftalina rischia di deprezzarsi e demotivarsi a tutto danno della società stesSnaidero e il degli direttore sportivo club triestino, l’ora, sa, oltrechè entusiasmi deldel pubblico friulanoMario che inGhiacci, lui vedenon unavede giovane come afferma nella nostra intervista, di effettuare la sua rimpatriata a Udine. bandiera. E le sconfitte, pure con Karnezis, arrivano comunque sonore come a Ma rimane il nodo relativo un palasport Carnera da anniininquesto preda afinale probleNapoli. Cui prodest, dunque,adl’atteggiamento dell’allenatore di matiche burocratiche e la cui pratica si prova ora in fretta e furia a chiudere in una stagione sostanzialmente anonima come le precedenti? Al calcio al femvista didedichiamo un campionato di un’intervista A2 le cui battute iniziali (e ci si augura solo calciatrice quelle), per minile invece speciale, quella a Sara Gama, l’Apu, avranno luogo del a Cividale. sempre ci dedichiamo poi aisperanza personaggi entrata a far parte direttivoCome federale nazionale e per questo orae quello di spicco stavolta è la bella pallavolista Elisa Manzano, che la nostra Biandi un movimento che troppo spesso ha lamentato il disinteresse “maschile” per Gonano ha soddisfazione scovato in Birmania nel corso suo giro del mondo: una ilcamaria calcio-donne. Una particolare anchedel per Tremilasport, l’eleziolunga pausa ditriestina, riflessione, dice l’atletapassato friulana, nostra poi deciderà il da farsi Edal ne dell’atleta in un recente collaboratrice. al punto femdi vista sportivo, vagliando le offerte che le perverranno. non vorrebbe minile parliamo anche nella pallavolo, con il servizio dedicato aChi Federica Russo, seguire l’esempio di Elisa, staccando la spina per meseun per ricaricarsi? anni addietro giovane promettente della Pav, poiqualche smarritasi tantino e nel Immedesimiamoci nella sua esperienza, lasciando all’immaginazione. campionato in corso ritornata ad alti livelli sottospazio altra bandiera. Nel basket, spazio invece per uno dei talenti dell’Apu, il friulano di Basiliano Vittorio Nobile, Il Direttore anche lui particolarmente caro al nostro giornale, che nel 2009 lo premiò fra i Edi Fabris emergenti. Lo sport è anche o soprattutto fatto di emozioni, delle giovanissimi quali, per dirla alla Umberto Saba, anche Tremilasport ne è parte.
Il Direttore Edi Fabris
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DIRETTORE RESPONSABILE RESPONSABILE DIRETTORE Edi Fabris Fabris Edi VICEDIRETTORE VICEDIRETTORE Massimo Muzzin Muzzin Massimo EDITORE EDITORE MEDIATREMILA EDIZIONI EDIZIONI srl srl MEDIATREMILA Viale Palmanova Palmanova 146 146 -- 33100 33100 Udine Udine Viale Tel. 0432. 0432. 33 33 30 30 893 893 Tel. direzione@mediatremila.com direzione@mediatremila.com REDAZIONE REDAZIONE Viale Palmanova Palmanova 146 146 -- 33100 33100 Udine Udine Viale Tel. 0432. 0432. 33 33 30 30 893 893 Tel. redazione@tremilasport.com redazione@tremilasport.com
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OBIETTIVO PLAY-OFF
PORDENONE E UN’ARMA MICIDIALE Con i suoi 16 gol fin qui realizzati, Rachid Arma ha contribuito a rendere l'attacco dei Ramarri il più prolifico del campionato, ed è al momento secondo nella classifica dei bomber del girone
I
n linea d'aria fanno 2588 km. Rachid Arma, a soli 10 anni, ha coperto la distanza esatta tra Agadir, città in Marocco che affaccia sull'Oceano Atlantico, e Pordenone, con la sua famiglia, per ricongiungersi al padre e realizzare il suo "sogno europeo". Per l'attaccante neroverde classe '85 oggi c'è un'altra distanza, non più geometrica, che lo separa da un nuovo sogno: quella di un solo punto fra il Pordenone e il Parma, che vale il secondo posto del girone B di Lega Pro. Mentre il Venezia di Pippo Inzaghi ha già festeggiato il titolo e la promozione, la bagarre playoff entra adesso nel vivo. Ma i ramarri, con "un'… Arma in più" ci credono. Finora, con 16 gol (vicecapo-
06 | 20 04 2017 | TremilaSport+
cannoniere tra Mancuso, primo, e Calaiò), il ragazzone di 1 metro e 90 ha contribuito a rendere l'attacco dei ramarri il più prolifico del campionato. Il 2017 potrebbe essere l'anno di Rachid: ad agosto, infatti, diventerà papà: "Sarebbe una doppietta da urlo – racconta sorridendo –. Un sogno: l'annata perfetta…". Che poi un sogno è soltanto un'altra distanza da percorrere… - Ancora 9 punti a disposizione… “Faremo di tutto per provare ad arrivare secondi. Stiamo facendo una grandissima stagione e siamo davvero felici di quanto fatto sinora. Il bello di questo campionato è l'affrontare squadre davvero
blasonate: ora siamo davanti a Padova e Reggiana, a un punto dal Parma, abbiamo tenuto testa al Venezia… In poche parole, abbiamo dimostrato tutto il nostro valore. L'entusiasmo non ci ha mai abbandonato, abbiamo fatto e stiamo facendo molti sacrifici e credo che il fatto di non avere l'assillo delle altre squadre, quell'obbligo di vincere, sia uno dei nostri segreti, qualcosa che ci libera dalla pressione. Ora sta a noi...” - Parma. Due gol all'andata. E poi la clamorosa rimonta del ritorno. “La sfida persa al Tardini è probabilmente il rimpianto più grande della stagione. Essere sopra a pochi minuti dal termine e perdere 3-2 al 94' è una
Foto Antonio Ros – Pordenone Calcio
Arma: “Mai accantonare libri e sapere: devono andare di pari passo col calcio”
FOCUS
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“I play-off? Stiamo molto bene dal punto di vista psicofisico. Ci stiamo già preparando alle battaglie”
- Nel senso che avreste potuto puntare al titolo? “Penso di sì. Mentalmente avremmo avuto una situazione diametralmente opposta. Se non altro i punti di distacco dal Venezia sarebbero stati meno. Ma è andata così, e da quella situazione abbiamo imparato molto”. - A proposito di Venezia… “Credo che abbiano meritato la vittoria. Una squadra costruita appositamente per vincere, vero, per loro era un dictat trionfare, ma sono stati molto bravi in termini di continuità. La Lega Pro è un campionato tosto. Noi stiamo provando a raggiungere i massimi livelli, con dedizione e sudore: penso che la città di Pordenone possa essere orgogliosa di noi”.
- Tu di playoff te ne intendi… “(sorride, ndr) Con il Torino, ai playoff Serie B, ho segnato due gol, uno annullato ingiustamente all'andata. Con il Carpi ho vinto quelli di Lega Pro nel giugno del 2013. Sarebbe splendido raggiungere la Serie B con questa maglia. Restare? Assolutamente sì. Qui sto troppo bene, siamo una grande famiglia”. - A fine marzo con il Lumezzane hai segnato il gol numero 100 in carriera tra Lega Pro e Serie B.
- Con il Marocco in che rapporti sei rimasto? “Ho la fortuna di tornarci spesso, durante le vacanze natalizie e a fine stagione. Lì ci sono nonni, zii, cugini. Agadir è una città di mare ed è bello poter staccare la spina in quei luoghi magici. Viviamo una stagione
Foto DINO RAIMONDI
botta davvero dura. Ogni tanto ci penso: credo che con quei tre punti sarebbe cambiato tutto quanto”.
di conoscere l'arabo. Ho studiato le lingue perché affascinato da sempre: so il francese, me la cavo con l'inglese, l'italiano è la mia seconda lingua. Credo fermamente che studiare sia importantissimo, così come pensare a un post carriera da calciatore. Il nostro mestiere, per quanto bello, ha una durata breve. A 34-35 anni, in media, si smette. E si ha tutta la vita davanti. Fare il traduttore mi piacerebbe davvero. Il consiglio che do è portare sempre avanti entrambe le cose, mai accantonare libri e sapere. Mi sono sacrificato molto per riuscire a far tutto, ma oggi sono davvero contento di quanto fatto per me e la mia famiglia”.
- C'è un momento dove hai pensato "siamo proprio forti"? “L'andata contro il Padova è stata una sfida pazzesca che ha confermato quanto di positivo pensavo del nostro splendido gruppo. Una vittoria per 4-3 da incorniciare, che ci ha resi consapevoli dei nostri mezzi”. - Ora la corsa playoff: chi è che non vorresti incontrare? “Di nomi ce ne sono, ma è tutto relativo: i playoff sono un terno al lotto. Credo che la vera fortuna sia beccare la squadra meno in forma dal punto di vista atletico e mentale. Lì non vince mai la squadra più forte, ma chi arriva al meglio. Come stiamo noi? Molto bene dal punto di vista psicofisico. Abbiamo iniziato già da qualche tempo a fare qualche corsa in più. Ci stiamo preparando alle battaglie”.
“Che soddisfazione! Per un attaccante è sempre bello raggiungere questo tipo di traguardi. Lo dico da sempre: fare gol tra i professionisti italiani è più difficile rispetto ad altri campionati, quindi il vanto è ancora maggiore. Un obiettivo che ci tenevo a raggiungere e che ho dedicato a tutti i miei compagni attuali ed ex: sono stato fortunato a giocare con splendide persone fuori dal campo che poi, nel rettangolo verde, facevano il possibile per farmi fare gol. Il merito quindi è soprattutto loro. Per un giocatore che come me è arrivato relativamente tardi tra i "grandi" questa medaglia ha un valore speciale”. - A proposito di valori: da giovane hai lavorato in fabbrica per aiutare la tua famiglia. Hai studiato molto, ti piacciono le lingue e a scuola sei sempre stato un portento. Cosa consiglieresti ai più giovani? “Essere nato in Marocco mi ha permesso
pesante a livello mentale, quindi tornare a casa ogni tanto fa bene al cuore e al fisico…” - Ti sei innamorato sin da bambino del calcio: ma c'è una squadra per cui fai il tifo? “Ti rispondo così: Forza Milan (ride, ndr). In Marocco, quando ero piccolo, si vedevano le partite europee del grande Milan: è stato un vero colpo di fulmine. Sono stato a vedere qualche sfida a San Siro: uno spettacolo unico”. - Magari in questo 2017, anno speriamo perfetto, ci scappa anche la partita al Meazza… “(ride, ndr) Magari in Coppa Italia…chi lo sa. Sarebbe un sogno poter giocare contro la mia squadra del cuore!”. Luca Feole
TremilaSport+ | 20 04 2017 | 07
CALCIOFOTOGALLEY
COPPA REGIONE DI PRIMA CATEGORIA CODROIPO RISANESE
2-3
FOTO TREMILA SPORT
09-04-2017
8 | 20 04 2017 | TremilaSport+
FOTOGALLEYCALCIO
TremilaSport+ | 20 04 2017 | 9
IDENTIKIT
ALLA SCOPERTA DI...
FABIO ALVARO
Ha ventisei anni ancora da compiere, ma si è già fatto un nome nella Destra Tagliamento. Fabio Alvaro, bomber dal sangue calabrese e con la Calabria nel cuore, è tornato a tuonare ad Aviano dopo essere transitato per Cordenons e Torre.
Nel suo palmares un titolo regionale Allievi con il Pordenone, e un campionato di Terza categoria conquistato proprio in pedemontana. L’obiettivo? Trascinare a suon di gol l’Aviano verso i play-off, e poter poi brindare al salto di categoria.
Nome e Cognome: Fabio Alvaro Soprannome per gli amici: Alvesh, un soprannome dato da mister Salvadori ed era l’anno degli Allievi regionali del Pordenone Data e luogo di nascita: 02 ottobre 1991 a Cinquefrondi (RC) Città di residenza: Pordenone Altezza: 1,77 m Peso: 71 kg Segni particolari: Una voglia sul mio piede preferito
Squadra attuale: Calcio Aviano Settore giovanile in cui hai militato: Eufemiese Calcio, ossia la squadra del mio paese di origine. Poi Don Bosco, Aurora, Pordenone Squadre in cui hai militato: Cordenons, Calcio Aviano e Torre Numero gol segnati in carriera: Penso che siano circa 60 da quando gioco in prima squadra Palmares: Titolo Regionale col Pordenone Allievi guidato da mister Claudio Salvadori. Una stagione pazzesca con una squadra davvero forte. E pensare che i nostri allenamenti per tutta la stagione sono stati fatti nel campo da rugby di Borgo Meduna. Pur allenandoci in un campo distrutto dagli allenamenti della squadra di rugby dove era davvero dura allenarsi bene, siamo comunque riusciti a vincere quel campionato in finale contro l’Ancona di mister Michele De Rosa, tra l’altro il gol vittoria lo segnai proprio io su assist di Matteo Zardini. Inoltre titolo di Terza categoria con l’Avianese. Squadra del cuore: Juventus Idolo da bambino: Da piccolo era Del Piero, ma poi
10 | 20 04 2017 | TremilaSport+
mi sono innamorato di Zlatan Ibrahimovic La più bella soddisfazione: Le vittorie dei due campionati. Col Pordenone Allievi è stata una bella soddisfazione perché i Ramarri non vincevano un titolo a livello regionale da tantissimi anni; in Terza categoria, con l’allora Avianese guidata da mister Bozzer, vincemmo con una giornata di anticipo. Peccato non essere riusciti a centrare l’imbattibilità stagionale, visto che perdemmo l’unica partita proprio l’ultimo match a Sacile. La più grande delusione: Sicuramente la retrocessione dalla Seconda alla Terza proprio con l’Avianese. Fu una stagione a dir poco particolare perché cambiammo ben quattro allenatori. L’allenatore che ti rimasto nel cuore: Sono stati due in particolare: uno è Giuseppe Versace, mio primissimo allenatore da quando ho iniziato a tirare i primi calci ad un pallone. Giocavo nei Pulcini nella squadra del mio paese in Calabria. L’altro è Guglielmo La Scala con cui ho imparato davvero tanto; l’ho avuto per due anni al Don Bosco. Numero di maglia preferito:
Ho portato tante volte l’11, ma il numero più bello da indossare per un attaccante resta il 10 Filosofia vince chi segna di pi o chi subisce di meno? Sono del parere che i campionati si vincano sempre se si ha una difesa forte. La scaramanzia: Non sono un ragazzo scaramantico I tre migliori pregi: Mi ritengo una persona generosa, disponibile ed estroversa I tre peggiori difetti: Sono un po’ permaloso da buon calabrese, ma quando mi ci metto sono un rompiscatole Professione: Operaio Hobby al di fuori del calcio: Mi è sempre piaciuto il tennis tavolo, quindi quando ho del tempo mi dedico a questa disciplina Film preferito: American Sniper e Quasi amici Libro preferito: Non sono uno che legge moto, ma mi sono sempre interessati i libri sulla Seconda Guerra Mondiale Cantante/Band preferito: Non posso che dire un mostro della musica italiana, cioè Ligabue Bionde o more: Non ho particolari preferenze, ma
Ruolo: Attaccante ma con la vecchiaia mi ritroverò terzino, prima o poi Piede: Mancino tutta la vita dico bionde, altrimenti le prendo dalla mia ragazza Mare o montagna: Mare tutta la vita Piatto preferito: Pizza e pasta di qualsiasi tipo Animale preferito: Cane Il più bel viaggio fatto: I viaggi più belli sono quelli che faccio ogni estate in Calabria Il più bel regalo ricevuto: Non ne ho ricevuti di così belli da poter dire quale sia stato il più bello La cosa che ti fa più arrabbiare: Chi predica bene e razzola male Come ti immagini una volta conclusa la carriera calcistica: Non saprei al momento, ma magari potrei allenare Sogno nel cassetto: Spero un giorno di poter tornare a vivere in Calabria Il motto: Nella vita, chi semina, raccoglie.
UDINESECALCIO
Il mio motto: "nella vita, chi semina, raccoglie"
CALCIOFOTOGALLEY
PRIMA CATEGORIA A
RIVOLTO VALVASONE
1-1
FOTO VANNI SNIDERO
03-04-2017
12 | 20 04 2017 | TremilaSport+
FOTOGALLEYCALCIO
TremilaSport+ | 20 04 2017 | 13
L'ALTROCALCIO
IL TORNEO
Credits: Foto Cella
LE BIG PRONTE A SBARCARE AL “PARCO DELLE COLLINE CARNICHE”
Udinese, Vicenza, Pordenone e Padova prenderanno parte al torneo che da venerdì 3 a domenica 5 giugno vedrà impegnati Pulcini e Giovanissimi in una kermesse in crescita anno dopo anno
C
ompie 9 anni il Torneo Internazionale di calcio giovanile “Parco delle Colline Carniche-Alpe Adria”. In questa edizione la manifestazione riservata ai Pulcini si svolgerà venerdì 2 giugno, mentre i Giovanissimi scenderanno in campo sabato 3 e domenica 4. Cinque i campi coinvolti, gli stessi del 2016: Villa Santina, Lauco, Ampezzo, Enemonzo e Raveo, in provincia di Udine. In principio, nel 2009, il Torneo nacque come un torneo locale, già però in sé con il nucleo che l’avrebbe portato a proiettarsi come attrattiva internazionale: declinare in chiave sportiva un territorio, quello del Parco delle Colline Carniche, ad alta vocazione sportiva e di turismo attivo. In seguito la manifestazione è diventata internazionale, assumendo anche la titolazione Alpe Adria Cup. Dapprima con il contributo dell’ex capitano dell’Udinese Valerio Bertotto e ora con l’apporto dell’Associazione allenatori, raggiunge un livello tecnico d’eccellenza, che aiuta a far crescere per osmosi anche i piccoli cal-
14 | 20 04 2017 | TremilaSport+
Cinque i campi coinvolti, gli stessi del 2016: Villa Santina, Lauco, Ampezzo, Enemonzo e Raveo
ciatori locali. Un torneo che non è solo sfida sui campi, ma anche occasione di crescita, attraverso convegni sul territorio e momenti di aggregazione. Ogni anno, infatti, il torneo propone un importante momento di approfondimento collegato allo sport, con incontri che hanno
portato nel territorio del Parco esperti di fama internazionale, quali, ad esempio, Enrico Arcelli sul tema dell’alimentazione e Giancarlo Antognoni sul Fair Play. Quest’anno l’appuntamento si terrà nella serata di sabato 3 giugno al palazzetto dello Sport di Villa Santina. Attraverso questi spunti di approfondimento, il torneo risulta quindi estremamente utile anche al territorio, fornendo consigli ai più giovani e dando precisi indirizzi agli educatori. Il torneo Pulcini prevede la partecipazione di 12 squadre, fra le quali spiccano Udinese e Pordenone, oltre al teramani del Bonolis e ai lombardi del Binasco. Il lotto delle partecipanti è completato da Villanova, Tolmezzo, Casarsa, Donatello, Bibione, Codroipo e, in rappresentanza del calcio carnico, i padroni di casa del Villa. Due i gironi per i Giovanissimi, che disputeranno 4 partite a testa. Tante le squadre professionistiche presenti: nel primo raggruppamento ci sono Udinese, Padova, Feralpisalò e i sardi del Simba, nel secondo Vicenza, Pordenone, Tolmezzo e i croati del NK Istria. Anche l'edizione 2017 vede come principali artefici il responsabile organizzativo Stefano Mecchia e quello tecnico Francesco Sciusco.
2017
Domenica 7 maggio
CALCIOFOTOGALLEY CALCIOUDINESE
SECONDA CATEGORIA B
RANGERS PAGNACCO
2-1
FOTO ALBERTO TRANGONI
03-04-2017
16 | 20 04 2017 | TremilaSport+
FOTOGALLEYCALCIO UDINESECALCIO
TremilaSport+ | 20 04 2017 | 17
QUI SANTAMARIA
BENZAR: “NOI CONTRO OGNI PRONOSTICO” Da outsider candidata ad un campionato da salvezza tranquilla, a rivelazione dell’anno capace di mettersi alle spalle concorrenti sulla carta ben più attrezzate, e di centrare la promozione diretta 18 | 20 04 2017 | TremilaSport+
I
l Santamaria ha coronato il sogno. Campione della Prima Categoria con qualche giornata d'anticipo, la squadra si è goduta una Pasqua grandiosa, senza il pensiero del ritorno sul campo al termine della sosta. Una stagione da incorniciare, inaspettata, che ha visto protagonista, tra gli altri Vasile Benzar, ragazzo classe '88 che soltanto fino a un paio di anni fa calcava i terreni del calcio amatoriale. Fino alla scoperta dell'ex mister del Cussignacco, Fabrizio Donda, che ha visto in lui qualità uniche e l'ha lanciato nel calcio (un po' più) importante. I biancocelesti hanno festeggiato matematicamente il trionfo con la vittoria sull'Azzurra: 59 punti, 68 gol fatti, 30 subiti e un gruppo. Numeri che hanno
schiacciato la concorrenza di squadre che dichiaratamente puntavano al titolo, come LavarianMortean, Union Martignacco, Risanese, Fulgor e Serenissima Pradamano. - Un successo inaspettato? “Eravamo partiti a inizio stagione con l'obiettivo di restare in Prima Categoria. Le parole che ci erano state dette erano state: "Divertiamoci, stiamo tranquilli, i risultati arriveranno". È stato un cammino tanto lungo quanto bello: siamo davvero felici”. - Raccontaci l'ultima partita contro l'Azzurra “Una bella vittoria per 5-2, dove però siamo partiti malissimo, forse cullandoci del fatto che il
AI RAGGI X
“
Benzar: “È stato un cammino tanto lungo quanto bello: siamo davvero felici” traguardo fosse a un passo. Siamo finiti sotto di due gol, poi il mister ha strigliato tutti, fatto qualche cambio, tra cui me e Santarelli, che siamo i più forti (ride, ndr) e abbiamo ribaltato la partita. Scherzi a parte, è stata veramente la vittoria di un gruppo unito”. - E l'Azzurra vi porta fortuna! “All'andata con la vittoria contro di loro siamo finiti in testa alla classifica per la prima volta. Al ritorno abbiamo vinto il campionato. Forse è vero…” - Quanti gol hai realizzato? “Sono arrivato a quota sette”.
- Invece con il Martignacco… “Loro sono un po' un rimpianto: Non credo meritassero di vincere in nessuna delle due sfide, ma sono stati molto cinici e ci hanno sconfitto in entrambe le circostanze”. - La partita più bella? “Ne scelgo due: quelle con la Torreanese, vinta 4-2 e quella con la Buiese, vinta 5-1. Lì si è visto davvero un bel calcio…e ho anche segnato. A livello di squadra, invece, all'andata con la Fulgor e la Risanese e al ritorno con il LavarianMortean”.
- Qual è stata l'arma in più? “Il gruppo, senza dubbio. Dopo tanto tempo ho visto tutti remare nella stessa direzione, senza gruppetti diversi. Ogni venerdì sera la cena, tanta organizzazione grazie ai dirigenti e alle persone che ci hanno dato una mano. Tutti insieme ce l'abbiamo fatta”. - E ora la festa… “Direi meritatissima. Il 26 maggio andremo a Barcellona per festeggiare…sarà un vero delirio, non vedo l'ora!” (l.f)
- In coppa invece cosa è mancato? “Era inizio stagione. Una squadra completamente diversa rispetto a quello che siamo oggi. Non la vedevo affatto bene, lo confesso (sorride, ndr). Con due sconfitte e un pari siamo usciti, ma si sa, la Coppa a inizio anno ha un’importanza relativa”. - Il tuo rapporto con il mister Chiarandini? “Lui è nella nostra mente. È stato in grado di immedesimarsi in noi e farci imparare molto. È giovane e è molto bravo. Soprattutto molto calmo: anche se sbagli ti riprende senza urlare. È tanto il suo merito in questo successo. La stagione giusta, dove ci è girato tutto bene”.
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“Il 26 maggio andremo a Barcellona a festeggiare: sarà un autentico delirio!”
Foto Alessio Beltrame
- Ad esempio? “Ci sono anche state partite dove non avremmo meritato i tre punti ma siamo riusciti a portare a casa il bottino pieno, come a Flambro”.
TremilaSport+ | 20 04 2017 | 19
giovanili
QUI TRIVIGNANO
Menarbin: “Il traguardo non è vincere un campionato ma far maturare i giovani”
L’IMPORTANZA DI AVERE PAZIENZA
In cinque anni il sodalizio di patron Menarbin ha visto crescere progressivamente il numero dei propri tesserati grazie anche alla sinergia con altre società quali Gonars e Santamaria
I
l Trivignano comincia a vedere germogliare i frutti del proprio lavoro. Il presidente Matteo Menarbin, che si appresta a chiudere il suo quinto anno alla guida della società bianconera, ci racconta oggi il suo settore giovanile e i progetti del prossimo futuro dove, si spera, i giovani calciatori potranno essere in grado di togliersi grandi soddisfazioni “a casa”, con quella stessa casacca che li sta accompagnando in un percorso di crescita calcistico e umano. - Presidente ci presenti il settore giovanile “C'è una premessa importante da fare. Il nostro settore giovanile di Trivignano è in collaborazione con altre due società: Gonars e Santamaria. Abbiamo una ventina di ragazzi per quanto riguarda la squadra di Primi Calci / Piccoli Amici, poi i Pulcini. Gli Esordienti li facciamo a Santamaria, mentre i Giovanissimi Regionali e gli Allievi provinciali sono da noi a Trivignano. Gli Allievi sono annata mista, 2000 e 2001, i
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Giovanissimi sono classe 2003. Gli Juniores, infine, giocano a Gonars. Agglomerando il tutto contiamo circa 160 ragazzi”. - È stata una bella crescita quella dei giovani bianconeri “Decisamente: basti pensare che cinque anni fa c'erano soltanto una decina di ragazzi. Io
sono convinto che per questo tipo di lavoro ci voglia tempo, parecchio: chi crede di poter allestire un settore giovanile in un paio di anni non ha capito davvero nulla. Quanto ce ne vuole? Direi una decina per raccogliere i frutti maturi. Vedo che però in pochi hanno la pa-
zienza di aspettare, di coltivare. I numeri sono sempre meno, ma ci stiamo impegnando a fondo per mantenere in piedi una bella realtà. Rimane determinante a mio giudizio aggregarsi ad altre società: Trivignano è una comunità di 1500 abitanti, quindi è normale che non si possa
giovanili
costruire nulla di importante con i soli ragazzi del luogo”. - Come vede il futuro? “Que sto discorso del lavoro di squadra "fra squadre" è irrinunciabile. Non si potrà raggiungere altrimenti alcun obiettivo. Poi certo, c'è chi decide di fare l'Elitè puntando su determinati budget economici, ma non fa parte della nostra visione. Noi vogliamo far crescere i ragazzi con calma”. - Con i genitori che rapporto c'è? “In realtà incontri specifici, con psicologo o quant'altro, non se ne fanno. Il Trivignano è più di tutto una grande famiglia, per questo i parenti sono coinvolti sempre, non solo specificatamente una sera. Loro sono responsabili sempre perché, non dimentichiamo, in campo ci sono i loro figli. Noi possiamo insegnargli a giocare a calcio e a stare in gruppo, ma l'educazione arriva in primis da casa. Per questo riteniamo che sia fondamentale coinvolgerli quotidianamente nel percorso di crescita, con tutte le nostre attività, mantenendo sì i ruoli di allenatore e genitore distinti, ma evitando che la lezione data diventi qualcosa di asettico”.
- Gli obiettivi? “Puntiamo forte sulla crescita del ragazzo, sia sportivamente che umanamente. Per far questo è importante selezionare allenatori che non abbiano interesse a fare risultato: il traguardo non è vincere un campionato ma far maturare i giovani per porre le basi di un roseo futuro calcistico. Un metodo che usiamo in maniera trasversale in tutte le varie squadre. Poi è ovvio che nella scelta dei tecnici si scelgano
prima le persone: se si vuole improntare un discorso di crescita con queste premesse, prima di tutto i mister devono essere dei grandi uomini. Al momento contiamo una decina di mister, uno per squadra, più Checco Cepile, che segue attentamente i portieri delle varie categorie”. - Si punta alla prima squadra? “A Gonars ci sono già tre fuoriquota che giocano in promozione. A Trivignano da un po' di tempo qualche allievo si è aggregato al gruppo della Se-
“Chi crede di poter allestire un vivaio in un paio di anni non ha capito nulla” conda Categoria. La verità è che comunque noi vogliamo dare opportunità: la migliore è quella della Promozione, ma l'obiettivo non è di certo portarli a 16 anni in Seconda. Ci vuole un percorso di crescita lento e mirato, che passa dagli Juniores Regionali e, per chi ce la fa, dalla Promozione. Poi saranno mano a mano i valori in campo a dire chi può puntare a cosa”. - La famiglia insomma cresce… “È bello sentire che ci sono ragazzi che vogliono tornare qui perché si sono trovati "a casa". Io vorrei che già nel giro di due anni si potessero vedere i frutti del lungo lavoro nella nostra Prima Squadra. Fare la Categoria con ragazzi tuoi è una soddisfazione unica: continueremo a lavorare per toglierci grandi soddisfazioni”.
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In collaborazione con
A SCUOLA DI CALCIO
Pierpaolo Testa condivide qui studi e considerazioni relativi al corretto utilizzo dei feedback – correzioni – durante la seduta di allenamento. Essi rappresentano il mezzo attraverso cui gli
individui sono in grado di rimediare agli errori, modulare e monitorare la propria crescita sportiva, mentale, fisica e relazionale.
Feedback nel calcio: strumento di crescita
S
aper dare feedback di qualità ai propri atleti è una capacità fondamentale per un allenatore che vuole accrescere l’autoefficacia dei propri atleti così da migliorare le loro prestazioni. Per essere in grado di fare ciò, è fondamentale saper ascoltare, sentire, osservare e capire quello che sta realmente succedendo; fornire una descrizione della realtà senza dare interpretazioni e giudizi è un’altra capacità importante di un bravo coach. Un feedback per essere efficace deve possedere alcune caratteristiche; in particolare 22 | 20 04 2017 | TremilaSport+
deve essere: di qualità, tempestivo, allineato, verificabile, incoraggiante e specifico. In questo articolo ci concentriamo sul primo aspetto dell’elenco, la qualità. Il feedback può essere basato sulla semplice osservazione oppure legato all’interpretazione di ciò che si è osservato. Nel primo caso l’allenatore restituisce ai propri atleti una descrizione di quanto è accaduto; questo rassicura l’allievo che si sente ascoltato e capito. Nel secondo, viene espresso un giudizio che può influenzare la motivazione e l’autostima del
ragazzo. Una sintesi di un feedback efficace può essere la seguente: 1. quello che ho osservato della tua prestazione è 2. quello che mi è piaciuto di ciò che ho osservato è In una situazione come questa, l’attenzione viene posta solo sulla parte positiva della performance; agire solo in questo modo può avere delle conseguenze negative sia sulla prestazione che sulla personalità degli atleti. È importante invece sottolineare anche l’aspetto negativo della prestazione così da avere l’opportunità di correggere gli
errori e in più i ragazzi potrebbero illudersi o pensare di essere già in grado di fare tutto e di essere dei piccoli campioncini. È bene “restituire” anche quello che non ci è piaciuto della loro performance. La differenza sta nel come viene dato questo feedback; per creare autostima e motivazione è importante dare maggiore enfasi agli aspetti positivi piuttosto che a quelli negativi. Come? Attraverso il verbale, non verbale e paraverbale della nostra comunicazione.
A SCUOLA DI CALCIO
Feedback verbali in relazione a autostima/autoefficacia per il gesto tecnico “tiro in porta”
L
a causa del successo/del fallimento è attribuita a un agente esterno: Il tiro non ti è venuto bene perché il pallone era troppo sgonfio. Il tiro è stato perfetto perché la palla rimbalzava in modo ideale. In queste circostanze il “locus of control” – l’attribuzione di causa del successo/insuccesso è identificata all’esterno dell’attore coinvolto. Correzioni di questo tipo non hanno ripercussioni sulla percezione di sé del calciatore o sulla sua abilità nel riprodurre un dato gesto tecnico. La causa del successo/fallimento è attribuita alla modalità di esecuzione di un dato gesto/azione: • Hai calciato troppo piano, questa volta: hai messo male il piede d’appoggio, eri poco convinto, ecc… • Hai calciato molto bene: la corretta posizione del piede che ha calciato ti ha permesso di fare questo gran tiro! Feedback e correzioni di que-
sto tipo fanno riferimento a una specifica abilità del calciatore. Contribuiscono a modificare la percezione del soggetto di essere più o meno in grado di svolgere un dato compito – autoefficacia. La causa del successo/fallimento è attribuita al valore personale dell’agente stesso: • Che tiro è? Tu non puoi fare il calciatore: è meglio se cambi sport! • Sei un grande! Bravo! Feedback e correzioni di questo tipo si rivolgono direttamente alla percezione che il soggetto agente ha di Sé – autostima. Proprio per questa ragione è fondamentale limitare considerazioni e giudizi di questo tipo, specie se negativi, nel periodo evolutivo. In tale periodo la personalità del giovane sportivo non è ancora solida e completamente formata per sostenere esposizioni continui a pareri negativi. Il primo esempio toglie al ragazzo ogni responsabili-
tà dell’accaduto perché attribuisce la buona o cattiva riuscita del gesto a qualcosa di esterno, all’ambiente; nel secondo (questa volta) viene enfatizzato il fatto che il gesto è venuto male solo in una particolare occasione. E’ meglio scegliere frasi che fanno riferimento a livelli diversi (ambiente, capacità…) a seconda che si voglia evidenziare un aspetto positivo o negativo. Attenzione però, le frasi da sole
non hanno grande efficacia se non sono accompagnate da un elemento paraverbale (volume, tono, intensità, ripetizioni) e da un non verbale (gesti, posture, posizioni) di qualità. La comunicazione è fatta soprattutto di questi due elementi. E’ importante utilizzarli per dare i feedback efficaci ai ragazzi. Guarda la sezione “Psicologia e Comunicazione” per leggere altri articoli simili!
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CALCIOC5
CLARK E TORRIANA SONO GIA’ QUALIFICATE
UDINE CITY, PALMANOVA E PORDENONE IN GARA PER GLI ULTIMI DUE POSTI
FLASH ANCHE LE SEMIFINALI IN GARA SECCA
POST SEASON
Già definite le date dei play-off regionali tutte in gara secca: le due semifinali (seconda contro quinta e terza contro quarta) si disputeranno mercoledÏ 3 maggio in casa della miglior qualificata, mentre tre giorni dopo, sabato 6 maggio, si disputerà la finalissima. In tutte le gare, in caso di parità al termine dei tempi regolamentari, si disputeranno due tempi supplementari di 5’, ed in caso di persistente parità risulterà vincente la formazione meglio classificata in campionato
PER MANZANO UN ONOREVOLE OTTAVO POSTO
UNDER 21
Terminato anche il campionato nazionale Under21, con tre squadre regionali partecipanti, ottavo posto finale per il Manzano con 18 punti, davanti ad Adriatica (14) e Maccan (13) che evita il posto del fanalino di coda, occupato alla fine dal Belluno. Il girone è stato stra-vinto dalla Fenice Mestre con 58 punti su 60 disponibili.
SI INFIAMMA
LA LOTTA PLAY-OFF
T COLPACCIO DEL LUNA THIENE CONTRO L’ALTAMARCA
PLAY-OFF NAZIONALI
Arrivano i nomi anche delle altre contendenti per i play-off nazionali. Alla squadra friulana toccherà incontrare il Luna Thiene, che in Veneto ha battuto ai calci di rigore la favorita Altamarca, mentre nelle Marche la finale a breve vedrà in campo l’Ankon Nova Marmi di Ancona ed il Futsal Askl di Ascoli Piceno
urno pasquale di riposo anche per il campionato regionale di calcio a 5, che si appresta a vivere le ultime due giornate. Con il Maccan Prata già matematicamente promosso in serie B si infiamma la lotta per i quattro posti play-off, per Clark e Torriana obiettivo già raggiunto, mentre Udine City, Palmanova e Pordenone si giocano gli ultimi due posti disponibili. Nonostante la matematica promozione già acquisita, non regala nulla la capolista Maccan che nell’ultimo turno di campionato ha avuto la meglio per 5-4 sul Pordenone che si vede scavalcare nuovamente dal Palmanova, vittorioso per 7-5 sul Maniago. Clark e Torriana si assicurano la post-season, grazie rispettivamente alle vittorie in trasferta sui campi di Pentalcor (4-1) e Basiliano (13-3) ed ora la sfida tra le due contendenti sarà quella per il secondo posto che garantisce il fattore campo nella semifinale ed eventuale finale play-off. I giaolloverdi di patron Tirindelli hanno quattro punti di vantaggio sugli isontini, ma nel prossimo turno saranno fermi per riposo mentre nell’ultima gara ospiteranno nel derby cittadino l’Udine City. PiÚ facile il cammino per la Torriana che prima ospiterà il Lignano in una gara da prendere con le molle e infine farà visita ad un Tergesteo già in vacanza da qualche settimana. In caso di arrivo a pari punti, a spuntarla per il vantaggio negli scontri
diretti sarebbero i giallo-blu di mister Sfiligoi. Per gli altri due posti a 120 minuti dalla fine la classifica dice Udine City 41, Palmanova 39 e Pordenone 38. Chi sta meglio è senz’altro il Palmanova che non dovrebbe avere troppi problemi ad incassare sei punti con Tergesteo e Adriatica. Alla truppa di mister Pittini servono quattro punti: i primi tre non dovrebbero mancare nella gara casalinga con il Pentalcor, ma attenzione come già detto al derby finale con la Clark alla ricerca del secondo posto nell’ultima giornata di campionato. Chi sta peggio pertanto è il Pordenone, la vittoria casalinga con il Basiliano non sembra ostacolo insormontabile alla ripresa, piÚ arduo l’ultimo turno sul parquet di un Lignano deciso a non regalare nulla, come testimonia la vittoria per 6-5 prima della pausa Pasquale contro l’Udine City. Non ci sono calcoli da fare invece in serie B per il Manzano, che ha visto sfumare proprio nella ultime tre gare quel quart’ultimo posto che avrebbe garantito lo spareggio play-out, e pertanto retrocede in serie C sconfitto per 3-2 in casa della Fenice nell’ultimo turno; un risultato che sa di beffa, soprattutto per l’incredibile rimonta finale del Trento capace di ottenere i sei punti del sorpasso con Imolese e Vicenza. Per i giallo-blu allenati da Genna si tratta di un mesto ritorno nei campionati regionali dopo una stagione travagliata, resta da valutare per la società della sedia l’eventuale ipotesi ripescaggio.
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IL PERSONAGGIO
SARA GAMA, TACCHETTI E SCRIVANIA A tu per tu con l’asso del Brescia, neo eletta nel Consiglio Federale Nazionale FIGC: “All’estero ci sono programmazione e investimenti, lavorerò per favorirli anche in Italia”
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orsa, forza fisica e carattere: il tutto condito da una tecnica che non passa certo inosservata. Difficile stare dietro ai suoi ritmi in allenamento (fidatevi, parlo per esperienza personale), facile apprezzarne determinazione e spirito di sacrificio. Sara Gama è nata in Friuli Venezia Giulia e proprio qui ha iniziato la sua carriera calcistica. La consacrazione vera e propria però è arrivata con il Brescia con cui ha vinto, finora, un campionato, una Coppa Italia
"In FIGC ora c'è la volontà di garantire al movimento femminile un posto nel consiglio federale, cosa che ci spettava da statuto ma che c'era stata tolta anni prima".
e due Supercoppe Italiane. Nel mezzo la parentesi francese nel Paris Saint-Germain, una tappa di crescita non solo calcistica. Da qualche settimana Sara è entrata a far parte del Consiglio Federale Nazionale della FIGC dove è chiamata a rappresentare tutti i calciatori ma in primis le calciatrici. “Sono diversi anni che m'interesso delle questioni che riguardano il nostro movimento - racconta il difensore triestino classe ’89 –. Tutto è iniziato con un piccolo coinvolgimento in AIC (Associazione Italiana Calciatori ndr) che è cresciuto di volta in volta portandomi a partecipare a iniziative focalizzate sui problemi del calcio femminile, una tra tutte quella del vincolo. Il giro di boa è arrivato quattro anni fa quando Damiano Tommasi è diventato presidente AIC: tra le tante novità che ha portato Damiano c'è stata la volontà di garantire al
“
Gama: “Con le under è sufficiente una buona annata, ma in prima squadra non basta” nostro movimento un posto in Consiglio Federale, cosa che ci spettava da statuto ma che ci era stata tolta anni prima. La scelta è poi ricaduta su di me visto il mio impegno sempre più attivo”. - Sarai la voce del calcio femminile, una realtà che stenta a decollare. Lo si percepisce dai risultati della Nazionale maggiore: in Under riusciamo ancora a toglierci qualche soddisfazione (penso alla coppa che hai alzato all’Europeo del 2008 con l'U19) ma in prima squadra non si avverte il cambio di passo. Come mai? “Beh è chiaro che a livello di Under si riesce ancora a fare risultati positivi (ricordo, oltre al nostro Europeo, anche il terzo posto dell'U17 al Mondiale in Costa Rica) perché c'è la questione della ”annata buona”. Una variabile questa che non vale in maggiore: qui non si riesce a fare risultato semplicemente perché non c'è stata programmazione. Le altre nazioni hanno inserito le ragazze nelle accademie, creato campionati di Elite competitivi avvalendosi anche di giocatrici straniere. Club e Federazioni hanno investito nella disciplina in sincronia e il calcio femminile si è per forza di cose evoluto”. - Vero, anche se nell'ultimo test amichevole avete strappato un buon 1-1 all'Inghilterra. “La partita del Vale Park Stadium è stata un test importante che ha messo a
confronto due realtà al momento molto distanti: i loro club maschili più importanti (Chelsea, Arsenal, Manchester City) hanno investivo molto nel femminile tanto da attirare calciatrici da ogni parte del mondo, americane comprese. Una forma mentis che in Italia stenta a decollare: i risultati sul campo parlano più forte di ogni parola, come i numeri delle statistiche. In Francia il 5 febbraio scorso è stato annunciato il raggiungimento delle 100.000 tesserate: è un caso che la facciano da padrone nelle competizioni per club e che a livello nazionale vadano sempre meglio?” - Numeri e statistiche alla mano cosa dobbiamo attenderci dall'Europeo di luglio? “In Olanda affronteremo modi diversi di intendere il calcio femminile: per fortuna però questo sport rimane un gioco e in quanto tale ha delle variabili. Noi puntiamo su quelle per far bene posto che le forze messe in campo sono differenti come lo sono le strutture che stanno dietro le diverse Nazionali”. (Valeria Degano)
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CALCIOUDINESE LA SITUAZIONE
La Dynasty friulana batte il cavaliere di IDO CIBISCHINO
Uscito di scena Berlusconi (ha mollato il Milan per 740 milioni), paron Pozzo balza in testa ai dirigenti più longevi: da 31 anni sulla breccia. E vuole divertirsi ancora a Udine
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gni tanto s'avvicina qualcuno con fare circospetto e, guardandosi in giro e abbassando la voce, me la dà per sicura come la morte: “Guarda che Pozzo ha venduto, ho avuto la notizia da fonte certa”. Una volta, quando gli affari si facevano a chilometri zero, il compratore era immancabilmente Maurizio Zamparini; oggi il presunto pretendente è di calibro mondiale e risponde al nome di Dietrich Mateschitz, formidabile imprenditore austriaco, bravo a costruirsi un impero con le bibite energetiche, quelle in lattina, non altro che una rivisitazione moderna di intrugli comunissimi da secoli in Tailandia e
creatura bianconera, arricchita tra l'altro dal rinnovato stadio su misura, e di monetizzare per dedicarsi alla bella vita. Ma se proiettiamo l'ipotesi (cioè lo sbarco Red Bull a Udine) sullo schermo del reale, ci si
clamorose, non escludo che Mateschitz si sia avvicinato ai Pozzo, in particolare a Gino, prenipotenziario della holding calcistica di famiglia che ora ha il Watford come vertice, di cui sono note la competenza e le
“
Udinese appetita dalla Red Bull? Più che a un singolo club, il “toro” austriaco è interessato a un progetto mondiale, magari con la consulenza di Gino Pozzo
faccia e a beccarsi le ammende per le sparate sugli arbitri incapaci. Di più: è stato lui a sponsorizzare con convinzione l'ingaggio di Del Neri ridando spessore alla friulanità del club, così da rinfrescare il dialogo con il territorio. La mossa giusta al momento giusto mentre la popolarità si stava inabissando zavorrata dai magri risultati del campo e dalla sciagurata idea di ribattezzare lo stadio. Questione, quest'ultima, per nulla digerita e fonte di malcontento finchè volontà e sensibilità popolari non saranno rispettate. Ora che il Berlusca ha varcato il Fiume Giallo, la famiglia Pozzo è rimasta la più longeva nel panorama calcistico italiano. Cinque mesi dopo
Jankto e Zapata si complimentano; e uno stacco aereo di Thereau. Nella pagina accanto, paron Pozzo con il figlio Gino, e il portiere Scuffet. dintorni. Energia uguale sport e benefico sudore, sport uguale vittorie ed emozioni... un terreno ideale sul quale far piovere le bibite taurine, rese ancora più popolari da un marketing amplificato da acquisizioni di grande visibilità, come la scuderia di Formula 1 e, nel calcio, i rilanci di club tipo Salisburgo o Lipsia. Operazioni condotte in modo deciso, a volte con prepotenza calpestando colori, tradizioni, passioni. Generatarici di odi e invidie. TENTAZIONE ? - Se ora anche Berlusconi, dopo Moratti, ha mollato il costoso giocattolo lasciando strada ai cinesi (per avere il Milan, mister Yonghong ha travasato nelle casse della Finivest la bellezza di 740 milioni di euro), potrebbe starci che pure la famiglia Pozzo entrasse nell'ordine di idee di cedere la
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accorge che le condizioni non s'incastrano per difetto di proporzioni. Che interesse ha la Red Bull, le cui visioni sono di portata planetaria, a prendere una realtà periferica e di nicchia come l'Udinese quando sul mercato - e solo restando alla nostra serie A - c'erano club di prima grandezza e famosi come Inter e Milan? Non credo che herr Mateschitz sia meno danaroso dei cinesi, o così ingenuo da pensare di ripetere in Friuli l'exploit del Leicester di Raneri: fenomeni del genere accadono ogni secolo. SMENTITE - Sul fronte Udinese a più riprese è stata negata qualsivoglia trattativa per la cessione del club e di ciò bisogna prendere atto fino a prova contraria. Ma siccome briciole di verità si celano anche nelle pieghe delle bufale più
entrature nel calcio mondiale. Gino Pozzo, insomma, come partner o soltanto come consulente, sarebbe stato sondato sulla disponibilità a sostenere un progetto commercialsportivo di penetrazione Red Bull in Africa, in Sudamerica, in Cina. In questa ottica avrebbe senso anche un coinvolgimento di Zico, personaggio senza confini, nelle vesti di testimonial. MOSSA GIUSTA - Se questo è soltanto fantacalcio lo sapremo nei prossimi mesi. In ogni caso, non ho remore a schierarmi tra i conservatori: mi tengo stretto il “cinese” che da 31 anni incarna il calcio bianconero. Gianpaolo Pozzo pochi mesi fa si è auto-pensionato lasciando campo libero ai figli (Gino, appunto, e Magda), tuttavia a 75 anni è quello che continua a mostrare la
che il Cavaliere di Arcore era disceso regalmente dall'elicottero sul green di Milanello per preconizzare le sicure future glorie rossonere, a Nordest nasceva la dinastia bianconera: il 24 luglio 1986 Pozzo firmava l'acquisto da Lamberto Mazza della maggioranza azionaria dell'Udinese, diventandone presidente il 13 settembre successivo. RIPARTENZA - Da allora si corre verso i 31 anni, di cui gli ultimi 22 consecutivamente di serie A. Una storia lunga, punteggiata da cose belle di certo superiori a quelle negative. E ci siamo presi le misure. Nessuno qui pretende la luna, si gode del momento buono e si stringono i denti, senza isterismi, quando arrivano le fasi buie. Siamo reduci da un triennio di ansie, riconducibili a valutazioni sbagliate
UDINESECALCIO
Domenica il Cagliari al Friuli
Gradita la svolta a sinistra con 5 punti da recuperare
su certi giocatori, la cui mediocrità ha limato lo spessore della squadra e di conseguenza rallentato la catena dell'autofinanziamento, e su allenatori (da Stramaccioni a Iachini passando per Colantuono e De Canio) per ragioni diverse rivelatisi inadatti. Ora le cose si stanno rimettendo a posto, l'Udinese ha riacquistato dignità di gioco e di classifica, soprattutto ha riagganciato la vocazione che l'ha resa famosa, cioè quella di creare talenti. Sono almeno quattro i giocatori di proiezione internazionale (Widmer, Samir, Fofana, Jankto), di altri due
(Balic, Ewandro) si attende l'uscita dal guscio, la scuola dei portieri è la più rinomata d'Italia avendo sfornato ragazzi (Scuffet, Meret, Perisan) tutti da serie A. Ferma restando la raccomandazione che qualche buon innesto italiano non potrà che giovare alla causa, il futuro prossimo dell'Udinese si presenta tutto da godere. Pozzo dice che il calcio lo diverte ancora, che vuole rivedere i suoi in Europa. Il primo tifoso ha mille idee per la testa, ma non certo quella di negarsi altri giri in groppa alla zebretta.
Una blindatura del genere non si vedeva da tempo. La trincea tattica predisposta da Del Neri a Napoli per ingabbiare l'attacco più prolifico (75 reti) del campionato è stata materia per veri intenditori di calcio, per coloro che amano approfondire le mille interpretazioni che si possono dare a una partita. Ma nessuno, crediamo, ha pensato che il dispositivo potesse reggere all'infinito sul filo della perfezione, vincente per 45 minuti. E infatti sono bastati due errori individuali a inizio ripresa, quando gli uomini di Sarri hanno accentuato ritmi e pressione, per ricondurre i valori delle due squadre alle giuste proporzioni. Al netto da alchimie tattiche, tra Napoli e Udinese il divario tecnico è evidente, tanto più se non puoi schierare la squadra migliore. Non è un caso che gli errori di cui sopra ci riconducono a giocatori (Heurtaux e Adnan) di lunga milizia panchinara e quindi disabituati a concentrazioni e sforzi atletici sulla lunga distanza. Alla fine mancano sei partite, equamente divise tra casa (Cagliari, Atalanta, Samp) e fuori (Bologna, Crotone, Inter). Ballano 18 punti dai quali ricavare quelli sufficienti a balzare nella parte sinistra della classifica, obiettivo attorno al quale Gigi ha rimotivato la squadra. Sono da recuperare 5 punti a Toro e Samp attestate a quota 45.
Possibile? Diciamo non impossibile. A patto di riprendere il discorso interrotto a Napoli, dove l'Udinese si era presentata con una striscia di 5 risultati utili per 11 punti complessivi, facendo fuori domenica prossima il Cagliari. Un Cagliari annunciato in forma dopo il 4-0 rifilato al Chievo, caduto sotto i colpi di Borriello, Sau e Joao Pedro (2). Comunque nulla che possa impressionare più di tanto i nostri se Del Neri potrà recuperare la difesa simil titolare con Angella in mezzo e Felipe (o Silva, non Adnan per piacere...) a sinistra sulla corsia dell'ex Isla. All'andata gli isolani di Rastelli s'imposero 2-1 (Farias su rigore, e tacco vincente di Sau su traversone radente di Isla; in mezzo la stangata incrociata di Fofana), tuttavia l'Udinese avrebbe meritato altra sorte se pensiamo ai due pali presi da Thereau e da Penaranda in uno dei pochi spunti per cui possiamo ricordarlo in bianconero.
di Biancamaria Gonano
NASCE L’UDINESE CLUB AQVILEIA Fiocco azzurro in casa Udinese Club. È nato da poco un nuovo sodalizio di appassionati tifosi dell’ Udinese nella storica località dei resti romani e dei mosaici. Il suo presidente, Eros Scuz, ce ne parla: “ Era da quasi due anni che pensavo che ad Aquileia non ci fosse un Udinese Club; in realtà uno era stato fondato a fine anni 70 e non durò molto. Trovai un locale che ci ospitasse come sede, ma a fine 2015 cambiò gestione e non si fece nulla. Poi
l'anno scorso subentrò un tifoso bianconero che fu ben felice della mia Idea e mi incoraggiò. Decisivo fu l’ arrivo di un aquileiese doc come Luigino Delneri sulla panchina dell’ Udinese: mi misi d'impegno, trovai un po' di persone disposte a " partire per un lungo viaggio" con passione. Il primo marzo, sfidando la Juve, portò bene con quel bell’ 1-1. In quella data nacque l’UDINESE CLUB AQVILEIA ( con la V degli antichi Romani ). Essendo appe-
na nati non abbiamo ancora programmato il futuro, ma le idee ci sono, abbiamo parlato di trasferte e di beneficenza, siamo arrivati a oltre 80 tesserati e la tessera n.1 non poteva non essere del Mister. Con il prossimo campionato speriamo di incrementare i numeri. Molti sono i consiglieri che mi affiancheranno e la sede sarà presso il Ristorante Pizzeria New Al Parco ad Aquileia, dove si potranno vedere tutte le partite della nostra squadra”. (Biancamaria Gonano)
TremilaSport+ | 20 04 2017 | 27
SIDICEVA...
si diceva...
GLI ANNI DELLA VERA “GRANDE INTER”
Il giornalista Danilo Sarugia, in un libro del 2007, celebra il periodo aureo della squadra che il
presidente Angelo Moratti e l’allenatore Helenio Herrera, negli anni Sessanta, portarono alla conquista di allori nazionali e internazionali
A
metà degli anni Sessanta esplose nel calcio italiano e internazionale il fenomeno Inter, che dominò la scena con scudetti, due consecutive Coppe dei Campioni (1964 e 1965 contro Real Madrid e Benfica) e allori intercontinentali. Una squadra, quella che oggi viene ancora mandata a memoria da interisti e non (Sarti, Burgnich, Facchetti…), che l’allenatore argentino Helenio Herrera, detto “mago”, plasmò e condusse con capacità tecnica unita ad una
grande astuzia mediatica, con alle sue spalle un presidente, Angelo Moratti, che nulla risparmiò al fine di centrare gli obiettivi
talato con evidente passione in un libro del 2007, Grande Inter, e che in copertina riporta il compianto Giacinto Facchetti, primo difensore “fluidificante” del calcio italiano, a braccia a l z ate d o p o u n gol, circondato da alcuni compagni e s u l ta n t i , M a z zola, Bedin e Jair. “Quella della Grande Inter – scrive l’autore in quarta di copertina – , la squadra formidabile del mago Herrera, del presidente Angelo Moratti, di capitan Facchetti, è un’altra storia. Una leggenda
Quella della grande Inter di Moratti, Herrera e di capitan Facchetti, è un'altra storia, una leggenda
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prefissati. Un’epopea che il giornalista Danilo Sarugia, interista doc spesso attuale protagonista di dibattiti televisivi, ha immor-
GRANDE INTER Il libro pubblicato dal noto interologo Danilo Sarugia
SIDICEVA...
fatta di passione, successi, eroi, l’epopea di un calcio che non esiste più”. Era quello, in effetti, un calcio che riempiva gli stadi e creava attesa in tempi in cui i media, di cui oggi il pallone è schiavo riconosciuto, non ne parlavano a tamburo battente sette giorni su sette e le esigenze degli sponsores non erano preponderanti rispetto a quelle meramente sportive e i giocatori stranieri, di cui oggi i club ne fanno uso e abuso, non tarpavano le ali al vivaio nazionale. E in quegli anni Sessanta l’Inter di Herrera, con i due stranieri permessi, Jair e Suarez, insieme ad un gruppo italiano di elevatissima qualità, da Mazzola a Corso, da Picchi al friulano di Ruda, Burgnich, fu, con il Milan del paron Rocco, la portacolori indiscussa del football italico. Giusta evidenza l’autore riserva in primis alla figura del presidente Angelo Moratti: “Simpatico, pragmatico, ottimista, generoso fino alla prodigalità, un uomo del genere – per dirla come gli americani – “Think big”, pensa in grande, il nuovo presidente s’impegna a ricostruire la squadra (che ha lo scudetto sulle maglie ma è ormai vecchia e logora) e la società”. E lo fece non con piglio dittatoriale tipico di alcuni presidenti attuali, ma avvalendosi di uno staff di collaboratori capaci, su tutti il mitico Peppino Prisco, uomo dai tre amori: l’Inter, gli Alpini e l’essere avversario della Juve. Avvocato dall’ironia tagliente e simpatica, Prisco definì così, ad esempio, le due retrocessioni del Milan: “La prima volta è andato in B pagando, la seconda gratis”. E il suo sogno è vincere il derby al 95° su autogol. E gradualmente in squadra approdarono geni del calcio come Mario Corso, Sandro Mazzola, il regista spagnolo Suarez e il brasiliano Jair accanto a talenti nostrani come il portiere Sarti, detto “ghiaccio” per l’essenzialità dei suoi interventi, Burgnich, Facchetti, Guarneri e il livornese Picchi, “libero” e leader della squadra. Squadra che comunque, presa da impegni pressanti e con una rosa ridotta, come normale in quegli anni, andò incontro anche a qualche im-
STORIA NERAZZURRA Nella pagina a fianco e qui a sinistra il mago Herrera, sotto il presidente Angelo Moratti in trionfo. Qui sopra, Mazzola con la maglia della nazionale italiana.
previsto flop, come la sconfitta nello spareggio-scudetto con il Bologna del ’64, anno comunque glorioso per l’Inter, e quella del ‘67 di Lisbona con il Celtic di Glasgow nella finale di Coppa dei Campioni. Era-Moratti che si concluse nel 1968, quando il presidentissimo passò il testi-
mone a Ivanoe Fraizzoli, cui l’Inter regalò lo scudetto, proprio nel giorno del suo compleanno, il 2 giugno 1971, vincendo 5-0 a S.Siro con il Foggia. Momenti di gloria che anni dopo assaporò pure Moratti figlio, quando l’allenatore Mourinho gli donò il “triplete” campionato-Coppa
Italia-Champions che altre squadre oggi provano a centrare senza riuscirci. Ma la vera “Grande Inter” rimane comunque storicamente quella degli anni Sessanta, forse perché vissuta in momenti in cui il calcio era prima di tutto passione. E.F.
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NONSOLOSPORT
CULTURA
Novità su mostre, spettacoli, eventi, personaggi del panorama culturale
IL COSPLAY SBARCA AL FAR EAST Lo spettacolo si preannuncia unico: un’esplosione di cromatismi pop che riempirà di calore Piazza San Giacomo e i cuori degli spettatori martedì 25 aprile
In Italia la tradizione del Carnevale è fortemente radicata, si pensi soprattutto a quello veneziano che richiama ogni anno frotte di turisti provenienti da ogni dove. Relativamente di recente è sbarcata da oltreoceano un’altra, forse discutibile, usanza chiamata Halloween, che ha interessato dapprima poche frange di estimatori delle mode a stelle e strisce, ma che in breve ha iniziato letteralmente a spopolare, come si sa bene. Ma al di là dei periodi specifici in cui si celebra questa o quella festa, esiste un fenomeno di provenienza nipponica tanto venerato e sofisticato quanto il Carnevale che conosciamo bene: si tratta del Cosplay, fusione delle parole inglesi “costume” e “play”, coniata nel 1984 dal giornalista Takahashi Nobuyuki. Una decina di anni dopo la pratica prese lentamente piede, fino a diventare negli ultimi anni fonte di grande interesse per appassionati o meno anche in occidente. I cosiddetti cosplayers si calano letteralmente nei panni dei diversi personaggi dell’universo della finzione giapponese: protagonisti di manga, anime, videogiochi, ma anche giochi di società e film o serie televisive sono i preferiti da adolescenti e in generale giovani che si radunano in grandi o piccole convention e manifestazioni del settore; in ogni caso in Giappone capita di imbattersi in semplici compagnie di amici travestiti e accomunati da questa passione. Da otto anni l’usanza del Cosplay si è fatta massicciamente conoscere anche nel nostro Paese e a Udine in particolare, grazie alla nascita del Cosplay Contest, gara organizzata come evento collaterale del noto Far East Film Festival. Per i partecipanti premi in palio sono diversi, fra cui “Miglior realizzazione”, “Best cosplay non orientale”, “Premio interpretazione”; ma per il pubblico che martedì 25 aprile alle 16 assisterà all’esibizione, lo spettacolo si rivelerà unico: un’esplosione di cromatismi pop che riempirà di calore Piazza San Giacomo e i cuori degli spettatori. Massimo Gaudino
L’ANGOLO DELLA
LETTURA
NORA ROBERTS
IL COLLEZIONISTA TIMECRIME
Il lavoro di Lila Emerson consiste nel badare alle case altrui in assenza dei proprietari. n’occupazione all’apparenza semplice e senza particolari implicazioni. Questo almeno è quello che ha sempre pensato fino al giorno in cui, guardando fuori dalla finestra, assiste a un omicidio: una giovane donna precipita nel vuoto, da un appartamento in cui verrà poi trovato il cadavere di un uomo, Oliver Archer. Una storia in cui Eros e Thanatos s’intrecciano nel più sordido degli abbracci, e l’arte cela il crimine più efferato dietro i bagliori della sua bellezza.
JP DELANEY
LA RAGAZZA DI PRIMA MONDADORI
“Ha voluto sapere tutto di me, mi ha chiesto un elenco di tutte le cose che considero essenziali per la mia vita. Dicono che quest’uomo, dai capelli di un biondo indefinito e dall’aspetto poco appariscente, con gli occhi di un azzurro chiaro e luminoso, sia un architetto eccezionale perché non cede a nessuna tentazione. Tuttavia, la casa è già stata abitata, una volta. Da una ragazza della mia stessa età, quasi una mia gemella, mi hanno detto. Anche lei, come me, non insensibi
SABRINA PISU, VINCENZO CALIA
ROBIN WASSERMAN
STEVE CAVANAGH
CHIARELETTERE
HARPER COLLINS
LONGANESI
IL CASO MATTEI
Sono passati oltre cinquant’anni da quel 27 ottobre 1962, quando l’aereo su cui viaggiava Enrico Mattei precipitò nella campagna pavese. Cinquant’anni di omissioni, bugie, depistaggi di Stato che hanno visto anche la stampa in gran parte schierata a confondere fatti e prove anziché contribuire a cercare la verità, così come dimostra questo libro, secondo la drammatica ricostruzione di Sabrina Pisu e del pm Vincenzo Calia, titolare dell’inchiesta avviata nel 1994 e conclusa nel 2003. Non si trattò di un “tragico incidente”, fu “un omicidio deliberato”, qualcuno sabotò l’aereo che precipitò in seguito a un’esplosione. Calia offre un quadro completo dei motivi per cui molti volevano fermare Mattei. Le ipotesi costruite su una documentazione vastissima, raccolta in anni di ricerche, sono rivelatrici...
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DANNATE RAGAZZE Novembre 1991. La notte di Halloween Craig Ellison, star della squadra di basket della scuola superiore di Battle Creek, si avventura nel bosco da solo e scompare. Tre giorni dopo lo ritrovano con una pallottola in testa e una pistola in mano, e quel gesto all’apparenza inspiegabile sconvolge profondamente i membri di quella tranquilla cittadina della Pennsylvania, già turbati da voci inquietanti sulla presenza di sette sataniche nella zona. Una fotografia spietata e indimenticabile dell’adolescenza femminile: brave ragazze e ragazze perdute, forti e deboli, amiche e nemiche. Anime in fiamme che si levano sempre più alte, e talvolta svaniscono in una vampata.
ULTIMO APPELLO David Child è il fondatore di uno dei social media più frequentati, ed è già multimilionario nonostante la giovane età. Ricco, famoso, di successo. Ma David Child è anche un assassino. O forse no? Quando Child, importante cliente di uno dei più corrotti studi legali di New York, viene arrestato per omicidio, l’FBI chiede a Eddie Flynn – ex genio della truffa diventato avvocato – di prendere Child come cliente, allo scopo di indurlo a testimoniare contro i suoi stessi avvocati. Eddie non è certo il tipo che si lascia convincere a difendere un colpevole, ma l’FBI è in possesso di file compromettenti sulla moglie di Eddie, avvocato nello stesso studio. Il ricatto è presto fatto: se Eddie non si mette in gioco sarà la moglie a pagarne il prezzo...
BASKET IL TALENTO
NOBILE, 22 ANNI E GIà VETERANO Nonostante la giovane età il play di Basiliano è uno dei punti fermi della Gsa, nonché uno dei pochi rimasti a difendere i colori udinesi dopo il successo ottenuto nella passata stagione
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ittorio Nobile è una “vecchia” conoscenza di Tremilasport che già nel 2009 lo aveva premiato come uno dei giovani più promettenti del vivaio regionale quando militava nelle giovanili del Codroipo e oggi, a conferma delle promesse, il ventiduenne play di Basiliano, dopo le esperienze in serie B in quel di Pordenone è uno dei superstiti nell'attuale roster GSA della squadra che lo scorso anno conquistò per i colori di Udine la serie A2. “E' vero, alla fine siamo rimasti solo il capitano Vanuzzo, Pinton, Ferrari ed io – constata Vittorio – a cercare di terminare nel migliore dei modi un campionato in cui è stato davvero complicato riuscire a creare la giusta amalgama e lo spirito di squadra, considerati i tanti infortuni e i tanti cambi di giocatori in corso d'opera; il merito di esserci riusciti credo vada in primis al coach e al suo staff ma anche, ritengo, al
gruppo della promozione.” - Ti ritieni soddisfatto per quanto sei riuscito a fare nella stagione in corso? “Direi proprio di si, al via non credevo proprio di avere a disposizione un minutaggio così ampio – 15,92 minuti e 3 punti di media a partita con un bel 40% nel tiro da tre – e quindi penso di essere riuscito anche a meritarmi la fiducia di un tecnico esperto e ampiamente apprezzato nell'ambiente come Lino Lardo, circostanza questa che sicuramente mi permette di considerare personalmente in modo positivo questa stagione non semplice per la squadra.” - Quali le maggiori difficoltà che avete incontrato nel salto di categoria? “Detto dei tanti cambi in corsa e degli infortuni a ripetizione, in serie A2 ci siamo confrontati con un tipo di gioco molto più fisico e atletico rispetto alla serie B, paradossalmente lo scorso anno eravamo in grado di sviluppare sia in partita che negli allenamenti non solo le strategie difensive ma anche diversi giochi e situazioni offensive: quest'anno è tutta corsa e uscita dai pick and roll; inoltre la pre-
senza di molti giocatori esperti capaci di leggere in anticipo l'andamento delle partite non ti dà tempo di “tirare il fiato” durante i match: come perdi la giusta determinazione in pochi minuti accumuli passivi importanti”. - Ripensando alla tua carriera ti senti di dover ringraziare qualcuno in particolare? “Sicuramente un grazie va a Stefano Ferro che quando ero un ragazzino a Codroipo non solo mi ha insegnato i fondamentali ma
“
N obile: “La A2? Come perdi la giusta determinazione accumuli subito passivi importanti”
anche come bisogna comportarsi e “saper stare” in una squadra e l'importanza di creare buone relazioni con i compagni.” - Quali sono invece i tuoi obiettivi futuri per la carriera? “A Udine sto bene, mi piacerebbe avere la possibilità di crescere ancora come giocatore, di migliorare le mie qualità e soprattutto di realizzare il mio “sogno” sportivo che è quello di conseguire traguardi importanti all'interno di una squadra che fa dello spirito di gruppo la sua arma più importante, al di là delle capacità dei singoli componenti e dove tutti possono dare un contributo decisivo.” Un po' come ha fatto Vittorio nella partita casalinga contro Mantova, quando è entrato a metà dell'ultimo quarto con la GSA probabilmente rassegnata e sotto di 21 punti, ha realizzato subito una “bomba” e nell'azione successiva un gioco da “2+1” punti in penetrazione e creando così le premesse per la spettacolare rimonta compiuta nei minuti finali dai suoi compagni. Giuseppe Passoni
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8 aprile 2017 - SERIE B1 FEMMINILE
LIBERTAS MARTIGNACCO VS LIBERTAS TRIESTE 3-0
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VOLLEY
FOTO ALESSANDRO SAIN TremilaSport+ | 20 04 2017 | 33
PALLAVOLO SERIE B1
RUSSO, L’ARMA IN PIù DI MARTIGNACCO
L’opposto del sestetto guidato da Marco Gazzotti ha dovuto saltare per infortunio tutta la prima parte di stagione, ma da quando è rientrata si è dimostrata decisiva per le ambizioni della squadra
è
ancora fresca e viva la gioia dE' ancora viva la gioia di Federica Russo, numero 8 della Libertas Martignacco, per il derby vinto contro Talmassons, partita sofferta e vinta a fatica anche grazie ai 25 punti messi a referto dalla schiacciatrice udinese. Chissà se ne aveva mai fatti tanti in un unico match fino ad ora... "Sicuramente a 20 ero già arrivata, non ricordo se avevo raggiunto i 25. Ad ogni modo è stata una vittoria importantissima oltre che una grande soddisfazione personale." Vittoria fondamentale sì, perchè, classifica alla mano, a ormai poche giornate dalla conclusione della regular season la lotta per il terzo posto, al momento conteso proprio dalle due compagini friulane, sembra una delle poche sentenze ancora da pronunciare nel girone B. La pensa così anche la stessa Russo, che sa e spera di avere ormai ottime chances di giocarsi la qualificazione in A2, categoria mai raggiunta in carriera: "Siamo state brave a vincere entrambi gli
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scontri diretti contro Leali Padova, che ci segue in classifica, creando un buon divario di punti, ma la sfida per i playoff resta aperta ed avvincente." Playoff che, come ammette Federica, erano fin dall'inizio l'obiettivo stagionale dichiarato da parte della Libertas Martignacco. La squadra si è sempre comportata bene, riuscendo perfino ad inanellare sei successi consecutivi tra la 9^ e la 14^ giornata e vincendole quasi tutte in casa. Merito dell'allenatore? "Marco Gazzotti è un coach di grande esperienza e ha un curriculum di tutto rispetto, avendo allenato squadre sia maschili che femminili e quasi sempre in Serie A; ci troviamo bene con lui. Eppure non gli dev'essere stato facile venire ad allenare in una piazza dove giocare non rappresenta la nostra professione." In effetti, vista la giovane età media della rosa - circa 22 anni, viene da chiedersi cosa facciano quotidianamente delle ragazze che dedicano a questo sport 5 giorni a settimana (4 allenamenti e una partita): "Tutte, fatta eccezione per il nostro libero Deborah Dian, studiano: io stessa
sto portando a termine la mia carriera universitaria in Medicina qui a Udine." Federica è una delle tre atlete veterane nate negli anni 80, ma non si sente ancora la trascinatrice
Russo: “La pallavolo non è tutto: quando esco dalla palestra devo staccare la spina” della squadra: "Purtroppo a causa di un infortunio ho saltato praticamente tutto il girone d'andata e ho cominciato tardi a calcare il campo e a dare il mio contributo con regolarità." Recentemente si è letto che la Russo abbia dovuto fare la vice della compagna Valentina Facco e
che anche per questo non sia stata molto impiegata fino a qualche settimana fa, ma non è così: "Io sono arrivata per giocare da banda, mentre ora mi sono ritrovata opposto a causa del suo infortunio, ma non ci sono mai stati problemi di dualismo tra me e lei. In questo ruolo comunque mi trovo bene, avendolo già ricoperto in passato." Sbagliato credere, comunque, che gli hobby di Federica si limitino alla pallavolo: come già detto è una studentessa diligente e inoltre "nel tempo libero mi piace leggere, - confessa la diretta interessata - di sicuro non guardo pallavolo in tv. E' uno sport a cui dedico tempo e passione, ma una volta uscita dalla palestra mai mi sognerei di continuare a pensarci: ho bisogno anche di staccare!" Le chiediamo allora come vede il suo futuro sportivo: "Di sicuro, finché fisico e professione me lo consentiranno, continuerò a giocare cercando sempre di migliorarmi e di perseguire un obiettivo perché questo è il mio di vedere lo sport." Sarà difficile, dunque, immaginare Federica Russo nei panni di giornalista sportiva! (Filippo Dondè)
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RUGBY
LA RIVELAZIONE
UNION UDINE, DA 14 ANNI AL TOP
Dopo le sofferenze della passata stagione, la compagine udinese ha quest’anno centrato subito l’obiettivo salvezza togliendosi lo sfizio di partecipare ai play-off promozione con ottimi giovani di BIANCAMARIA GONANO
L
a stabilità è sicuramente indice di salute per le società sportive in un mondo dove a volte è difficile sopravvivere. La Rugby Udine Union Fvg è un esempio importante di società sana e piena di futuro e lo dimostra il fatto che ha centrato l’ennesima salvezza assicurandosi la permanenza nella massima serie anche quest’anno. La soddisfazione trova il modo di esprimersi nelle parole del presidente Massimo Ferrarin: “Da
quando sono subentrato, è il quattordicesimo anno di fila che ci confermiamo in serie A. La soddisfazione è ancor più grande se si pensa che in rosa abbiamo solo due professionisti, i due stranieri, ed il resto è composto da ragazzi locali. Arrivando in zona play off abbiamo trovato squadre più attrezzate di noi e ci siamo trovati nella parte bassa della classifica. Certamente è tutto più difficile quando si incontrano squadre più forti ma siamo soddisfatti perché
Ferrarin: “Risultati strepitosi. Siamo gli unici ad avere solo due professionisti”
abbiamo fatto esordire i ragazzi dell’under 18 che si sono allenati con la prima squadra. Inoltre abbiamo la seconda squadra di soli giocatori di Udine con un età media di 22-23 anni”. “La nostra politica societaria prevede la valorizzazione dei giovani locali. Ho ereditato una società che era professionista ma che aveva costi elevati impensabili da mantenere. Oggi abbiamo meno professionismo ma una situazione economica tranquilla anche se non florida. La nostra under 18 gioca il secondo campionato più importante del Triveneto e sta viaggiando nella parte alta della classifica con dei giovani già impegnati anche in categorie superiori. A seguire l’ under 16 occupa il 4/5 posto del campionato élite, cioè il livello più alto in Italia, e si gioca lo scudetto con le squadre del sud; abbiamo un’ under 14 molto forte e un minirugby già andato a coppa in tre manifestazioni quest’ anno. Tirando le somme, la nostra è una situazione sportiva decisamente in salute, con oltre 350 tesserati, a cui da due anni si aggiunge anche il settore femminile che disputa un campionato regionale seven, cioè lo stesso rugby che si gioca alle Olimpiadi, paragonato al calcetto per il calcio; in futuro speriamo di riuscire ad iscriverci anche al campionato a 15. Inoltre abbiamo iniziato i lavori per l’impianto di via XXV Aprile per creare un centro sportivo importante dove ci sposteremo a settembre. Il Comune ora è molto collaborativo”. - Se Udine ride, come sta il rugby italiano?
RUGBY
“La palla ovale italiana sta cercando di recuperare il gap nei confronti dei paesi anglosassoni che hanno iniziato a crescere esponenzialmente quando sono arrivati al professionismo. Noi siamo rimasti professionali ma non professionisti. Loro hanno fatto il salto di qualità con i soldi”. - E a livello regionale? “La nostra società da anni si distingue in tutte le categorie. Siamo costanti, se non in crescita. Non altrettanto il rugby regionale. Perciò dico che è difficile parlare di rugby regionale senza risultare antipatici”. Parere tecnico invece per Andrea Muraro, head coach dei bianconeri di A, ex Nazionale ed ex Petrarca che parla a briglie sciolte della sua squadra e del campionato: “La società era partita con l’idea di avere un allenatore straniero e puntava molto sull’inserimento in formazione dei settori giovanili. L’ idea era di provare giocatori nuovi e dare spazio ai più giovani pur tenendo l’ ossatura dell’ anno scorso. Nel primo girone abbiamo sperimentato ciò e i ragazzi si sono ben integrati. Il nuovo metodo di allenamento ha portato stupore e curiosità perché si trattava di un approccio nuovo con un contenuto tecnico diverso. Abbiamo
Muraro: “Questa è una squadra giovane, non è strutturata per ambire ad una promozione”
disputato un primo girone con alti e bassi. Alcuni ragazzi hanno fatto cose egregie nello spazio che gli è stato concesso. Si è segnato anche abbastanza. Poi Alan Edmond ha dovuto lasciare la società a fine dicembre, ma ciononostante si è riusciti a passare al girone promozione con la salvezza in saccoccia già da gennaio”. “Questa situazione permette alla società di pensare al futuro con più tranquillità rispetto all’ anno scorso. Adesso l’impatto del girone di promozione si sente perché
la nostra è una squadra giovane non strutturata per ambire ad una promozione. I giovani hanno maturato esperienze positive con Verona e Valsugana, società che hanno obiettivi alti: ciò fa bene alla loro crescita ed aumenta la competitività. Per il prossimo anno si spera che, con qualche giusto innesto e l’entusiasmo degli under 18, si possa fare qualcosa di positivo, facendoci trovare competitivi se dovesse arrivare un girone promozionale”. “È innegabile che i giocatori di esperienza hanno una resa maggiore in campo. Ma noi non abbiamo sfigurato e siamo riusciti a fare punti con tutti gli avversari. Ciò significa che soffriamo nelle fasi della conquista perché le altre squadre sono più attrezzate fisicamente, più ciniche. Ma noi facciamo un bel gioco con palle di posizione. Purtroppo le due espulsioni di Verona si sono fatte sentire nel reparto dove soffriamo di più, cioè davanti. Però l’impiego di giocatori under 18 ci fa essere speranzosi: se rimangono motivati negli anni futuri, ci divertiremo. Come in tutti gli sport, dipende dalle annate. Sicuramente riuscire a portarli in prima squadra è una politica societaria che paga e darà i suoi frutti alla lunga”.
TremilaSport+ | 20 04 2017 | 37
freccette
SPORT DI NICCHIA MA IN DECISA ASCESA
Sono in molti gli appassionati friulani di questa disciplina con ben 26 club sparsi sul territorio regionale. Tra le più vitali realtà c’è il Dart Club Angeli & Demoni guidato da Roberto Andrioli
C
on Jacopo Bravi, giocatore di punta del Dart club “Angeli & Demoni”, parliamo del gioco delle freccette, che per i profani necessita certamente di una introduzione. “Lo steel dart è una disciplina che fa parte del gioco delle freccette - dice Bravi -, ma si differenzia dal più conosciuto “soft darts” per la tipologia di frecce e per il bersaglio; lo steel prevede infatti l'utilizzo di frecce dalla punta in acciaio (da cui, appunto, il nome steel) ed il bersaglio è in sisal africano e legno, rispetto alla versione soft che prevede un bersaglio elettronico e punte in plastica”. Questo sport di nicchia - continua Bravi -, è praticato già da diversi anni e qui in Friuli ci sono ben 26 club (suddivisi poi per categorie), che si danno battaglia in vari bar e locali sparsi in tutta la regione”. -Veniamo dunque al tuo club. “Il Dart Club “Angeli & Demoni” , il cui presidente è Roberto Andrioli, nasce il 1° ottobre 2014 dalla volontà di molti giocatori appartenenti alla tipologia soft, di orientarsi anche sullo steel, al fine di migliorare la
tecnica ed i risultati di gioco, ed è proprio dalla preesistente squadra di soft dart che il club prende il nome. L'iscrizione al Club prevede un tesseramento annuale al fine di disciplinare e regolare il gioco, che durante i vari campionati è riservato solo ai possessori della tessera. E' affiliato alla FIGF (Federazione Italiana Gioco Freccette), nata nel 1983 a Treviso.” - Quali risultati avete ottenuto? “E' attraverso l'impegno e la costanza, sia in partita che negli allenamenti, che già in pochi anni il club ha ottenuto dei buoni risultati, come ad esempio il 3° posto alla
Scorcio della sede di Pasian di Prato
Lo steel dart prevede l'utilizzo di frecce dalla punta in acciaio e il bersaglio in sisal finale nazionale di Bologna del 2016 per la categoria B-Cup. L'amicizia è sicuramente il punto fondamentale su cui si basa il club, che nel 2017 conta 22 iscritti che partecipano ai tornei di serie B-Cup e Promozionale. Il Campionato B-Cup è iniziato ad ottobre 2016 e terminerà a maggio e la squadra attualmente è terza, mentre il Promozionale sta gareggiando per guadagnarsi il posto alle finali regionali che si terranno ad aprile”. La sede del dart club “Angeli & Demoni” è l'IBar di Passon di Pasian di Prato, dove al piano inferiore è stata allestita una sala interamente dedicata al gioco delle freccette. Roberto Cainero
TremilaSport+ | 20 04 2017 | 39
ENTE DI PROMOZIONE SPORTIVA DAL 1945 SERIETÀ, PROFESSIONALITÀ E TANTA STORIA JUDO
CAMPIONATO PROVINCIALE LIBERTAS: IN 250 A LIGUGNANA
LIBERTAS FVG AL SERVIZIO DELLE SOCIETÀ SPORTIVE
TA N TI JIU JITSU B UON I MO TIVI P ER AFFILIARSI !
FERRETTI ARGENTO AL CAMPIONATO EUROPEO DI OSTIA L’asso del Judo Club San Vito continua a mietere successi e giunge ad un passo dal titolo europeo, sconfitto in finale solo per differenza di penalità nella categoria ultra heavy M3 viola solo i medagliati delle varie ca■ Il PalaPellicone di Ostia (Roma) Nel torneo Open tegorie di peso, il pordenonese ha ospitato l’annuale edizione del l’atleta pordenonese si è classificato al 2° posto, dopo Campionato Europeo di Brazilian aver vinto per leva al gomito su Jiu Jitsu NO GI (senza kimono) orsi è classificato al un atleta greco ed essere stato ganizzati dalla IBJJF (Federazione secondo posto sconfitto in finale da un grappler Internazionale di BJJ), che ha vitedesco per una passività con un sto la numerosa partecipazione di atleti provenienti da tutto il mondo, divisi nelle varie punteggio di 0 a 0. Il giorno precedente si è svolto il “Rome International Open IBJJF Championship” (torcategorie di peso e di età. Marco Ferretti, tesserato neo di bjj con il kimono), dove Ferretti ha conquista la UIJJ/IBJJF con Core Grappling Lab del M° Strazzullo, in un’equilibratissima finale contro uno spagnolo, medaglia d’oro nei + 100 kg M3 viola; nella categoria centrata principalmente sulla lotta in piedi, ha perso Open invece è stato fermato nei quarti di finale da solo per la differenza di una penalità, conquistando una leva al piede inferta da un lottatore russo. Marco Ferretti, oltre che atleta, è anche istruttore di grappling la medaglia d’argento nella categoria ultra heavy M3 e bjj presso il Judo Club San Vito. viola. Nel torneo Open, dove possono partecipare
■ Erano circa 250 i bambini che hanno affollato il Palazzetto dello Sport di Ligugnana a San Vito al Tagliamento dove si è consumata la seconda prova dell’11° Campionato Provinciale Libertas di Judo – Memorial Eddy Paggiaro, organizzato in maniera sempre impeccabile dal Judo Club San Vito Libertas. La manifestazione dedicata ai nati dal 2007 al 2011 ha premiato con 12 ori, 6 argenti e 3 bronzi la squadra di casa. Hanno guadagnato la medaglia d’oro Andrea Culos, Denis Jacoban e Kevin Culos (2011); Lorenzo Zanini (2010), Wendy Hyka, Isabell Da Ros, Rokaia Outbaazit e Massimo Calà (2009); Giada Gregoris e Aldo Mucignato (2008); Angelo Desiato ed Edoardo Consiglio (2006-2007). Argento per Daniele Quattocchi (2010), Giada Confezione e Rudy Nadalin (2009), Samuele Calò e Canino Giovanni (2008), Agnese Borsari (2006-2007). Bronzo per Benedetta Borsari (2010), Elio Cavalleri (2009) e Ingrid Spiandore (2008). Quarta piazza per Samuele Petris e David Stephan (2011), Andrea Denicolò (2008) e Marius Alexander Olaru (2006-2007). A premiare i cuccioli del judo erano presenti l’assessore allo sport del comune di San Vito al Tagliamento Carlo Candido e Edoardo Muzzin, consigliere nazionale Libertas. Dato il successo riscontrato durante il Torneo Interregionale Città di San Vito, anche in questa occasione è stato chiesto alla Maestra Viola Roccagli di presentare un’esibizione di Tai Chi Chuan: espressione di grazia e forza che ha incantato tutti i presenti, grandi e piccini. «Siamo soddisfatti di vedere tanti bambini divertirsi e impegnarsi sui tatami allo stesso tempo – ha commentato il presidente del sodalizio sanvitese Giancarlo Genova – ma la bellissima giornata di festa è stata possibile solo grazie al supporto dei tantissimi volontari, atleti, genitori, maestri e conoscenti, che si sono adoperati affinché tutto si svolgesse per il meglio. Il merito va a tutti loro: grazie». Il campionato, che alla seconda tappa ha coinvolto fin ora oltre 300 giovani judoka di 12 associazioni della provincia, si concluderà con la finale del 3 giugno 2017 a Montereale Valcellina, dove sarà incoronato il campione provinciale Libertas di judo.
UDINE | TRIESTE | PA
ENTE DI PROMOZIONE SPORTIVA DAL 1945 SERIETÀ, PROFESSIONALITÀ E TANTA STORIA ATLETICA
TROFEO LUIGI MODENA: PORDENONESI SUGLI SCUDI ■ Prova superlativa per gli atleti Libertas pordenonese che hanno partecipato alla prima tappa del XVII Trofeo Luigi Modena, che, dedicato ad Esordienti, Ragazzi e Cadetti, dopo le otto prove in programma sancirà il campione regionale Libertas di Atletica Leggera. La manifestazione, organizzata dalla Libertas Mereto, era rivolta ad Esordienti A e B, che si sono dovuti cimentare in tre prove, salto in lungo, lancio del vortex e 50m, il primo giorno, a Ragazzi e Cadetti il secondo. Davvero sabato da leoni per i leonkids dell’Atletica Leone San Marco che si aggiudica tre dei quattro triathlon previsti. Fra gli Esordienti A, il giovane promettente Marco Vallar domina la classifica di 43 partecipanti volando a 4.06 m nel salto in lungo, lanciando il Vortex a 4.52 m, la seconda miglior prestazione stagionale italiana alle spalle soltanto di Alessio Ullio dell’Atletica Selargius di Cagliari, e correndo i 50m in 7.9 secondi. Nella stessa categoria, i suoi compagni di squadra Elia Claut 8° e Marco Valerio Maurizio 11°.
Pordenonese anche il primato femminile, con Cristina Colussi (Libertas Casarsa) che ottiene 7.5 nei 50m, 28.85 nel lancio del vortex, 3.95 nel salto in lungo. Ottima la prestazione di Arianna Alzetta (Atletica Leone San Marco) che si classifica 10° su 38 classificate. Il podio del Triathlon Esordienti B è conquistato da Leonardo Di Nicolò (Atletica Leone San Marco) con 8.3 nei 50m, 27.20 nel vortex e 3.45 nel salto in lungo. Dietro di lui, il compagno di squadra Louis Tramontina, che ottiene la miglior prestazione stagionale italiana della categoria nel salto in lungo con 3.62 m, è secondo e Paolo Camarotto (Nuova Polisportiva Libertas Sacile) terzo. Matteo Bortolin (Libertas Porcia) 7°, Gabriele Gelido (Leone San Marco) 12°, Francesco Zuccarelli (Libertas Porcia) 13°, Marco Pezzillo (Leone San Marco) 24°, Francesco Endrigo (Leone San Marco) 27°, Andrea Pagnucco e Rafael Roca, entrambi della Libertas Casarsa, arrivano rispettivamente 29° e 30°, infine Davide Scorzato (Nuova Polisportiva Libertas Sacile) 37° su 50 partecipanti.
DOVA | MILANO | PRATO
LIBERTAS FVG AL SERVIZIO DELLE SOCIETÀ SPORTIVE La manifestazione, organizzata dalla Libertas Mereto, era rivolta ad Esordienti AeB Alessandra Bruno a soli 8 anni lancia il vortex in orbita a 22mt 43cm che attualmente è la migliore prestazione italiana stagionale della categoria esordienti B battendo atleti di 1 anno più grandi di lei. Si classifica prima nella sua categoria correndo inoltre 50 m in 8.8 e saltando 2.59m. Nicole Brunetta (Nuova Polisportiva Libertas Sacile) arriva al 6° posto, Ludovica Lasio (Libertas Porcia) al 14°, Elettra Castellarin (Libertas Casarsa) al 16°, Giorgia Bortolin (Libertas Porcia) al 22° su 35 atlete. La seconda giornata, dedicata a Ragazzi e Cadetti, vede primeggiare nel Salto in lugo per Ragazzi Victor Mihalache della Libertas Porcia, che vola a 4.65m. I 60m ad ostacoli premiano invece Lia Antonel (Ragazze) della Nuova Polisportiva Libertas Sacile con il tempo di 10.22. Tutto pordenonese il podio del lancio del peso 4 kg fra i Cadetti, con Michele Fina (Nuova Polisportiva Libertas Sacile) che realizza 14.71m; secondo posto per Riccardo Fantin a 11.48m e Massimo Mussio a 9.35m, entrambi della Libertas Casarsa. Ancora Pordenone sul podio dei 150 m Cadetti. Primo Neil Antonel (Nuova Polisportiva Libertas Sacile) con
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17.84, secondo Luca Basile (Libertas Sanvitese Durigon) con 18.05, terzo Mahamoudou Bandaogo (Trivium Spilimbergo) con 18.26. Il lancio del disco 1 kg Cadette trova in prima posizione Giulia Ceschiat (Libertas Porcia) con 23.74m e in seconda Elisa Iserni Francescut (Libertas Casarsa) con 20.93m. Elisa Ius (Libertas Porcia) con 19.54, Anna Costella (Nuova Polisportiva Libertas Sacile) con 20.03 e Emma Biason (Libertas Sanvitese Durigon) con 20.17 sono le prime tre classificate dei 150 m Cadette. Il quartetto Sonni Gregoris, Luca Basile, Raoul Milidone e Nicola Ceresatto (Libertas Sanvitese Durigon) si aggiudicano la Staffetta 4×100 Cadetti, mentre le loro compagne di squadra femminili Isabel Crepaz, Emma Biason, Isabella Perosa ed Emma Sovran guadagnano il secondo posto.
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QUATTRO ATLETE DI MARTIGNACCO CONVOCATE A ORAGO Le quattro atlete friulane a Orago sono state accompagnate dalla dirigente Emanuela Coccolo, e hanno partecipato a uno stage di allenamento svolto dal LIBERTAS FVG professor Giuseppe Bosetti
AL SERVIZIO DELLE ■ Quattro giovani atlete dalla SOCIETÀ PolisportivaSPORTIVE Libertas Martignac-
co: Annalisa Rossi, Erica Persello, Rachele Pertoldi e Luisa Beorchia, sono state convocate a Orago (Varese). “Siamo molto onorati – ha detto il Presidente della Libertas Martignacco, Bernardino Ceccarelli – per l’invito giunto dal Direttore Sportivo dell’Orago Volley, Marco Giugni per nostre quattro atlete, evidentemente notate nei tornei fuori regione ai quali hanno partecipato. Si tratta della pri-
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Le convocate sono Annalisa Rossi, Erica Persello, Rachele Pertoldi e Luisa Beorchia
ma volta che alla nostra Società giunge una richiesta così lusinghiera, che comprova la crescita tecnica delle ragazze allenate da due anni dal professor Renato Barbon“. Le quattro atlete friulane, che già sono anche nella rosa della squa-
dra di B1 Itas Città Fiera Libertas Martignacco, fanno parte della compagine Under 16 e a Orago, dove sono state accompagnate dalla dirigente Emanuela Coccolo, hanno partecipato a uno stage di allenamento svolto dal professor Giuseppe Bosetti. La Libertas Martignacco, con il compiacimento, ha espresso l’auspicio che questa convocazione faccia da sprone affinché altre atlete meritevoli possano venire segnalate a Società prestigiose.
La Società presieduta da Bernardino Ceccarelli partecipa già anche al Progetto Vero Volley, di Monza, del quale è stata chiamata a far parte nel dicembre scorso. Tale progetto – ha ricordato lo stesso Presidente – comprende la possibilità per le atlete delle Società affiliate per chiamata, di potersi allenare con specialisti e anche assieme a compagini di serie A.
BASKET
LE MAGLIETTE DELL’AIDO PER LA DELSER UDINE
DANZA CARAIBICA
A PORDENONE LA PRIMA SCUOLA SPECIALIZZATA ■ «Non abbiamo pensato alla danza come lavoro, lo abbiamo fatto come scelta di vita», esordisce così Manuela Scimonelli che a gennaio ha deciso di buttarsi in una nuova avventura aprendo l’associazione Latin Love, unica scuola di danza specializzata in balli caraibici (salsa, bachata e merengue) di Pordenone. La società, affiliata alla Libertas e alla FIDS, nasce dalla passione di un
gruppo di ballerini che formavano il corpo di ballo Latin Love, che, grazie anche alla collaborazione con il Maestro triestino Aaron Coslevaz Manzi, da giugno in coppia con Manuela nella danza, ha formato lo zoccolo duro della scuola che ne ha preso il nome. Manuela è nel mondo della danza da circa 20 anni, ha iniziato a ballare danze caraibiche con Carlo Peron quando
ancora non era una disciplina riconosciuta dalla federazione di danza sportiva. Sempre impegnata ad arricchire la propria formazione, attualmente è tecnico federale e sta studiando per diventare giudice nazionale e internazionale come Aaron, unico in Friuli Venezia Giulia. Due le sedi, in attesa di trovare quella definitiva: a Cordenons in Via Maestra Vecchia 131, dove si svolgono le lezioni private e i corsi base, e a Fiume Veneto nella sala adibita alla danza del Palazzetto dello sport, per i corsi avanzati. Per maggiori informazioni, contattare la maestra Manuela Scimonelli al 347 873 7391.
■ In occasione della tredicesima e ultima giornata di campionato di serie A2 femminile, AIDO e Vallimpiadi sono scese in campo a sostegno della Delser al PalaBenedetti di Udine. Le due associazioni hanno consegnato alle atlete nel pre-partita la sopramaglia per il riscaldamento. Oltre ai loghi di AIDO e Vallimpiadi, Daniele Damele e Massimo Medves, i due responsabili dei sodalizi, in accordo con Leonarde de Biase, presidente della Libertas Sporting Basket School, hanno ideato la scritta: “Donare è vita. Noi viviamo per donare”. La maglietta era stata in precedenza consegnata al presidente regionale AIDO Fiorella Bernabei, a quello provinciale Salvatore Saccoia, e al dirigente nazionale Daniela Mucignat.
UDINE | TRIESTE | PA
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LO YOSEIKAN BUDO DI MUZZANA COMPIE 30 ANNI Fondato nel 1987, il sodalizio della Bassa ha continuato a crescere negli anni ottenendo risultati molto positivi, ultimo dei quali il primo posto nel Trofeo Nazionale giovanile targato Libertas nella pratica dell’agonismo, con specialità diverse proporzionate all’età degli atleti. I più piccoli, infatti, si “sfidano” nel percorso ad ostacoli e nel Randori palline dove, simulando i movimenti base del combattimento, sempre sotto forma di gioco, devono “colpire” l’avversario attaccandogli sul corpetto di spugna una pallina con il velcro. Con l’aumentare dell’età, gradualmente e sempre proponendo un’attività adatta alle capacità fisiche degli atleti, le specialità nelle quali i bambini si cimentano sono il Randori Tanto (che prevede il contatto con l’avversario utilizzando un coltellino morbido, assolutamente non pericoloso, per apprendere le tecniche di attacco), il semi-contact (a partire dai 13 anni, con le adeguate protezioni che garantiscono l’incolumità dell’atleta, per sperimentare il combattimento completo senza armi) e il Randori Ken (con una spada morbida che permette di simulare l’utilizzo della Katana, antica spada giapponese). L’Asd Yoseikan club di Muzzana, fondata nel 1987, ha continuato
a crescere negli anni ottenendo risultati molto positivi: nel mese di aprile, infatti, la squadra di Muzzana ha conquistato, per la quinta volta consecutiva, il primo posto nel Trofeo Nazionale giovanile di Yoseikan Budo della Fiyb Libertas. Da quest’anno poi c’è un’importante novità: lo YcM ha aperto un corso per bambini anche a San Giorgio di Nogaro. Questo ci permette di agevolare maggiormente i bambini che non abitano a Muzzana, dandogli la possibilità di scegliere la palestra a loro più comoda. I corsi si tengono ogni martedì e giovedì nella palestra della scuole medie (bambini dai 5 ai 10 anni dalle 17.50 alle 18.50; bambini dai 10 ai 15 anni dalle 18.55 alle 19.55; dai 15 anni in poi dalle 20 alle 21.15) e chiunque voglia provare ad avvicinarsi a questo sport è il benvenuto: le porte sono sempre aperte. Per qualsiasi informazione scrivere una mail a yoseikanclubmuzzana@gmail.com, chiamare il numero 338.5060025 o presentarsi direttamente in palestra il martedì e il giovedì negli orari dei corsi.
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■ Quella dello Yoseikan Budo, antica arte marziale proveniente dal Giappone il cui nome significa “La casa che insegna con rettitudine la via del guerriero” (trad. YO=Insegnare SEI=Rettitudine KAN=Casa BU=Guerra DO=Via) è una realtà radicata nel territorio muzzanese da decenni e quest’anno taglia l’importante traguardo dei 30 anni di vita. “Dalle prime lezioni degli anni Ottanta a oggi sono stati molti gli atleti, bambini ed adulti, che sono passati nella nostra palestra (chi per poche lezioni e chi, addirittura, ha cominciato da bambino a muovere i primi passi sul tappeto e continua ancora oggi a frequentare il corso degli adulti) e questo per noi è sempre stata fonte di grande soddisfazione“. “Ci impegniamo costantemente per trasmettere con passione, agli atleti di tutte le età, l’insegnamento di questa antica arte marziale e un’attenzione particolare la rivolgiamo ai corsi dei bambini, il nostro futuro sportivo, che dai 5 ai 15 anni (anche se non mancano
Da quest’anno lo YcM ha aperto un corso per bambini anche a San Giorgio di Nogaro le giovani leve di appena 4 anni) vengono in palestra per trascorrere un’ora durante la quale lo sport si mescola al gioco e imparano, al tempo stesso, a lavorare in gruppo“. Praticando questa disciplina i bambini hanno la possibilità di acquisire moltissimi schemi psicomotori attraverso i quali apprendono l’equilibrio, la coordinazione e la conoscenza del proprio corpo attraverso il movimento. Lo Yoseikan Budo non è un’arte marziale violenta, soprattutto tra i più giovani ai quali questo sport viene presentato sotto forma di gioco. In palestra si impara a rispettare i valori, le regole, i compagni e se stessi….tutte nozioni che possono migliorare la vita quotidiana nella nostra società. Oltre all’attività di base i giovani sportivi si cimentano anche
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curiosità
a cura di Stefano Osso
A
ll‘inizio della primavera, dal 1990, a Cividale si corre la “Marcia delle Rondini”, una manifestazione con percorsi da 5, 10 e 24 chilometri alla quale partecipano più di 2.500 persone. Ma, mentre i tracciati dei percorsi da 5 e 10 km variano a ogni edizione, quello della 24 km è ormai un classico, con la salita Castelmonte su ghiaia lungo una ex strada militare. In questo numero proponiamo un itinerario in mountain-bike che segue quasi interamente quello della marcia e ci siamo concessi solo una deviazione su pista forestale per interrompere la monotonia della discesa su asfalto. Gli scenari sono affascinanti, con panorami che variano continuamente: dalla forra sul Natisone alla magnifi-
ca vista sulle prealpi Giulie agli ampi orizzonti sulla pianura che spaziano fino al mare. Il giro non presenta difficoltà tecniche visto che è tutto su sterrato compatto o su asfalto; richiede però un po’ di allenamento visto che bisogna scalare 550 metri di dislivello per raggiungere il piazzale orientale del santuario. In ogni caso la pendenza non è mai eccessiva e la soddisfazione di arrivare a Castelmonte ripaga ampiamente della fatica fatta. Infine, mentre le varie edizioni della “Marcia delle Rondini” iniziano da luoghi diversi, la partenza e l’arrivo di questa escursione in bici avvengono in un posto comodo e facilmente raggiungibile: la vecchia stazione dei treni di Cividale, dotata di ampio parcheggio e di un bel parco, poco lontano, con fontana d’acqua e panchine.
Il Santuario di Castelmonte e il ponte del Diavolo a Cividale sono collegati da tutta una serie di leggende che vedono il Diavolo sfidare la Madonna e, naturalmente, perdere. Una di queste leggende parla di una gara tra i due proprio con partenza dal ponte e arrivo al santuario, più o meno lungo il percorso di questo giro. L’esito della competizione è scontato con satana sconfitto che, per la vergogna, sprofonda in una voragine chiamata “Buse del Diaùl”. Nella cripta della chiesa c’è una statua del demonio che questa volta soccombe alla spada dell’arcangelo Michele, caro ai longobardi che a Cividale posero il loro primo ducato in Italia.
Inseguendo
Descrizione giro Dalla vecchia stazione di Cividale si percorre viale Marconi per poi passare sotto l’arco dell’Arsenale Veneto e quindi raggiungere il ponte del Diavolo. Superato il Natisone si svolta a sinistra in piazza san Nicolò e si va verso l’ospedale e dove seguono le indicazioni dell’Anello sud del Natisone che, dopo aver attraversato il parco della Lesa, costeggia la sponda sinistra del fiume fino alle porte di Purgessimo dove si prende la ex-strada militare che inizia in via Roncuz. Dopo il primo chilometro di asfalto, il fondo diventa bianco compatto e la pista sale, con pendenza pressoché costante, sino a incontrare il km 6 della provinciale
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31 che si segue fino al santuario. Dopo una sosta si torna indietro per un breve tratto e quindi si prende una strada secondaria che tra gli alberi scende verso san Pietro di Chiazzacco. Al primo tornante però si prosegue dritti verso il bosco per imboccare poi una pista forestale che arriva alle spalle dell’antica pieve. Dal paesino si continua a scendere fino alla “Casa del Miele” e bivio Barbianis dove inizia il rientro a Cividale. Scollinato a Casali Rieppi si svolta a sinistra su strada dei Boschi e si raggiunge Rualis passando per via Montuzza. Infine, lungo il nuovo ponte urbano sul Natisone, si torna al punto di partenza.
DAL SATELLITE UDINESECALCIO La zona è mappata sulla cartina in scala 1:25.000, foglio “041 – Cividale e Valli del Natisone”, edita dalla Tabacco. La scheda dettagliata del percorso con la traccia GPX per il GPS è su http://www. natisoneinbici.it/?p=3500
nseguendo le Rondini alla ricerca della primavera INFO UTILI Il giro è lungo 23,6 km con un dislivello di 550 metri ed è percorribile in mountain-bike, in circa 3 ore, da chiunque abbia un po’ di allenamento. Non ci sono particolari problemi tecnici e anche il tratto prima di san Pietro di Chiazzacco ha un grado di difficoltà S0 della scala STS e MC di quella CAI. E’ inoltre protetto dai venti dominanti, ben soleggiato d’inverno e al riparo degli alberi d’estate, per cui lo si può effettuare in qualsiasi stagione. Acqua la si trova a Purgessimo, a Castelmonte e a san Pietro mentre a Cividale c’è tutto quello di cui si può avere bisogno. Lungo il giro è facile trovare, stampata in bianco sull’asfalto, la silouette della rondine che segna il percorso per i partecipanti alla corsa. Attenzione solo che al primo tornante della discesa si prosegue dritti sullo sterrato verso il bosco mentre la marcia completa continua sulla strada principale.
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