n° 10 TremilaSport 01 06 2016

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TUTTO

LO

SPORT

DEL

FRIULI

VENEZIA

GIULIA

A

360

magazine

GRADI

10|16 1|06|2016

w w w. t re m i l a s p o r t . c o m

VIOLO, ALLA FACCIA DELLA SALVEZZA ! pag 10

L'IMPRESA

LUGNAN, IL MIRACOLO è SERVITO pag 8

PROTAGONISTA

Emanuele Berrettoni è stato uno dei primattori del sorprendente Pordenone.

BASKET

LORENZON: VIRTUS FELETTO, CREDICI! pag 34-35

SOGNO

SFUMATO IL PORDENONE ELIMINATO DAL PISA IN SEMIFINALE, MA IL PRESIDENTE LOVISA PROMETTE DI RIPROVARCI

PAGG 6-7


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A GIUGNO RICOMINCIANO I CORSI


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SOMMARIO

10|16

1|06|2016

8

24-25 UDINESE 6-7 LEGA PRO

CALCIO

8-9 ECCELLENZA

10 PROMOZIONE

11 PRIMA CATEGORIA

12 SECONDA CATEGORIA

13 TERZA CATEGORIA

14 CARNICO

16-19 GIOVANILI

29

20 CALCIO A 5

23 FEMMINILE

34-37 BASKET 38-39 VOLLEY

Le Belle di Tremila Sport: Anna Triscari

40-43 ALTRI SPORT

RUBRICHE 26-27 SI DICEVA... 29-32 LE BELLE DI TREMILASPORT

28 NONSOLOSPORT

44-47 MONDO LIBERTAS

34

BASKET Tiziano Lorenzon guida l'U16 della Virtus Feletto alle finali nazionali di Caorle dal 20 al 26 giugno. TremilaSport+ | 01 06 2016 | 03


ATTIVITÀ ESTIVE 2016 per bambini dai 5 agli 11 anni

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EDITORIALE

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VIOLO, ALLA FACCIA DELLA SALVEZZA ! pag 10

L'IMPRESA

LUGNAN, IL MIRACOLO è SERVITO

PROTAGONISTA

Emanuele Berrettoni è stato uno dei primattori del sorprendente Pordenone.

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BASKET

LORENZON: VIRTUS FELETTO, CREDICI! pag 34-35

SOGNO

SFUMATO PAGG 6-7

IL PORDENONE ELIMINATO DAL PISA IN SEMIFINALE, MA IL PRESIDENTE LOVISA PROMETTE DI RIPROVARCI

Gioie e dolori di fine stagione

U

n sogno di ascesa in serie B, quello del Pordenone, coltivato a lungo e a buona ragione ma alla fine ha prevalso l’esperienza del Pisa allenato da “Ringhio” Gattuso, che nella gara di andata ha messo in cassaforte un risultato (3-0) che in quella di ritorno al Bottecchia ha amministrato pur senza senza brillare, portando a casa un nulla di fatto che conduce i toscani alla finale con un’altra nobile decaduta, il Foggia. Idea-B che il presidente neroverde, Lovisa, assicura comunque che si proverà a concretizzare pure nella prossima stagione e ai “ramarri” dedichiamo anche a titolo beneaugurante la copertina del nuovo magazine. Delusione che nel basket è stata propria, pure se attenuata dalla considerazione di essere una neopromossa, del Tarcento guidato da Alberto Andriola, che nella sua corsa alla serie B, dopo una stagione regolare da capolista, è stata estromessa proprio nel rush conclusivo dal Caorle. Gioie invece proprie di altri, come l’Under 16 della Virtus Feletto, che Tiziano Lorenzon, tecnico di vaglia dopo essere stato centro di spessore, ha condotto alle prossime finali nazionali, dove incontrerà avversarie blasonate ma non per questo insuperabili. Crederci, dice il tecnico, così come ci hanno creduto le ragazze del Basket School che un’altra vecchia volpe dei parquet, Waldi Medeot, ha condotto alla promozione in A2, categoria alla quale Udine ritorna dopo un periodo, peraltro non lunghissimo, di purgatorio. Tornando al calcio, oppio dei popoli, quello professionistico, dilettantistico e femminile è ora in vacanza ma Tremilasport continua a parlarne, in primis con un servizio dedicato al nuovo allenatore dell’Udinese, Iachini, che il nostro Cibischino chiama Bepo, alla friulana, e fra gli altri servizi con un’intervista al reggente regionale del football-donne, Elio Meroi, che prova a proporre alcune soluzioni per rilanciare un movimento qui e là in sofferenza. C’è voglia di sport, nella gente, di qualsiasi tipo e ad ogni livello, e ad una nuova disciplina, lo swimrun, dedichiamo un servizio particolare. Roba da supermen, abbiamo titolato, e in effetti correre e nuotare per decine di chilometri tra spiagge e lagune non è attività per tutti. Ma la crescente adesione a questo nuovo sport nato in Svezia all’inizio degli anni 2000 testimonia che ci si vuole perlomeno provare e qui sta anche la positività di tutto ciò che significa attività fisica.

Il Direttore Edi Fabris

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10| 16

Questo numero è stato chiuso in redazione mercoledì 1 giugno 2016.

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TremilaSport+ | 01 06 2016 | 05


CALCIOLEGAPRO

L'INTERVISTA

IL RIGORE Il penalty contro il Pisa dal campo mi sebrava molto evidente. Meritavamo qualcosa di più vista la nostra pressione iniziale.

BERRETTONI E L’IMPRESA SFIORATA Ramarri eliminati ad un passo da una storica finale di Lega Pro. L’attaccante neroverde analizza la straordinaria stagione della banda Tedino

C

i sono termini nel mondo del calcio moderno di cui si tende ad abusare. Frasi fatte, banali e scontate, che rischiano di perdere senso. "A testa alta" ad esempio. Ecco, se oggi si dovesse antropomorfizzare questa

espressione, ciò che spunterebbe fuori sarebbe sicuramente il Pordenone di questa stagione. L'essenza dell'orgoglio. Il ripescaggio in estate, il capolavoro di mister Tedino e di tutto lo staff che ha guidato i ragazzi a un secondo posto storico, la lotta per la pro-

Col Pisa abbiamo sbagliato solo 15 minuti ed è pazzesco come siano stati fatali

06 | 01 06 2016 | TremilaSport+

LA SCHEDA

EMANUELE BERRETTONI Nato a Roma il 17 maggio 1981, Emanuele Berrettoni cresce nelle giovanili della Lazio. In carriera ha vestito le maglie di Lazio, Perugia, Catania, Crotone, Napoli, Spal, Grosseto, Bassano, Verona e Ascoli. È approdato al Pordenone nel mercato invernale di questa stagione per sostituire il partente Caio De Cenco. Ha vestito anche la maglia azzurra dell’Under20 in 6 occasioni andando una volta a segno. In carriera ha vinto un campionato Primavera (Lazio, 2001), una Supercoppa italiana (Lazio 2000), una Coppa Italia di Serie C (Bassano, 2008), una Supercoppa di Lega di Seconda Divisione (Bassano 2014), un campionato di Seconda Divisione (Bassano, 2014), una Coppa Intertoto (Perugia, 2003).

mozione in Serie B in quella formula spietata chiamata playoff. Il sogno si è infranto a pochi passi dalla finale contro il Pisa di Gattuso fra gli applausi di un Bottecchia infinitamente grato per le emozioni regalate. E se anche Emanuele Berrettoni, calciatore che ha avuto il merito di calcare i campi della Champions, si augura di poter restare in quella che è "una grande e speciale famiglia", vuol dire che qualcosa di unico è stato fatto. È lui a mettere il punto alla stagione dei Ramarri. A questa splendida favola a tinte neroverdi. - Quel rigore non fischiato a inizio partita quanto pesa? “Non ho avuto possibilità di rivederlo, ma dal campo sembrava abbastanza netto: un gol nel primo tempo avrebbe cambiato la storia. Meritavamo qualcosa in più vista la pressione iniziale (sono 9 i calci d'angolo guadagnati nella prima mezz'ora, ndr) ma ci è mancato lo step finale: sbloccarla. E con il penalty avremmo potuto proseguire la sfida su altri binari…” - C'avete provato sino all'ultimo istante, lo si è visto. Come si è notato anche il cambio di modulo… “Sì, siamo scesi in campo con un 3-4-3, schieramento sicuramente diverso rispetto a quello a cui eravamo abituati. Dovevamo prendere qualche rischio, l'avevamo studiata per ribaltarla subito, per sorprenderli. Ed effettivamente nella prima frazione è successo quanto da noi auspicato: tanta pressione e alcune chance per segnare, ma ci è mancato il gol. Purtroppo abbiamo pagato carissimo quel black out della sfida di andata: recuperare 3 reti è dav-


UDINESECALCIO

ASSISTMAN Berrettoni, qui in azione con la Pro Patria negli anni è diventato uomo assist

STAGIONE INDIMENTICABILE Un campionato strepitoso quello vissuto dai Ramarri quest'anno. Berrettoni, arrivato a gennaio, è stato grande protagonista. vero difficile, lo sapevamo. Siamo anche stati bravi a gestirci psicologicamente: le perdite di tempo, il nervosismo, qualche parola di troppo degli avversari. La nostra testa però è rimasta sulle spalle, pensando all'impresa. Non ci siamo riusciti, ma tutti hanno capito che abbiamo dato l'anima”. - Come racconterai questa stagione fra qualche anno? “Sono arrivato a gennaio e la cosa più importante di tutte è quel rapporto che si è creato nella squadra. Ho trovato un gruppo fantastico, che si frequenta anche

fuori dal campo: essere amici è il grande segreto di questi risultati. Siamo partiti per salvarci all'ultimo minuto dell'ultima giornata, abbiamo finito il campionato al secondo posto nel girone più difficile, contro squadroni che avevano ben altri budget e obiettivi. Per noi il viaggio si è concluso troppo presto: abbiamo sbagliato solo 15 minuti ed è pazzesco come siano stati fatali. Ma c'è da fare i complimenti a tutti quanti: da chi è sceso in campo sino ad arrivare a chi sta dietro le quinte e non si fa notare troppo”.

- Mi stai dicendo che forse, in un altro girone, avreste potuto guadagnare un altro gradino sul podio finale? “Credo che nel girone del centro avremmo sicuramente vinto con questi numeri. Il girone del Sud è tosto, ma anche lì sarebbe stata lotta fino all'ultimo. Il problema qua è stato che il Cittadella, nel momento clou, non ha trovato avversari capaci di impensierirla. Nessuno ha dato del filo da torcere a una squadra che ha meritato, perché se fai 11 vittorie consecutive è giusto che tu vinca c'è da dirlo, ma la lotta al vertice poteva e doveva essere più serrata. Un peccato”. - Col Bassano hai vinto un campionato dello stesso livello: ci fai un confronto? “Ci sono tantissime analogie. Anche a Bassano, vincendo, siamo andati oltre le aspettative. Il presidente era sul piede di partenza e invece le premesse sono state ribaltate. La voglia di lottare, il rispetto per i più "vecchi" da parte dei più giovani e viceversa. Fosse per me vorrei restasse tutto così ma, ovviamente, sono solo un calciatore (ride, ndr). Spero vivamente di restare a Pordenone il più a lungo possibile”. - Il ricordo più bello di questo 2016? “Non posso scegliere, sminuirei gli altri. Ogni volta che si sta

insieme è un pezzo di noi che si costruisce, che ti rimane dentro. Ho girato parecchie squadre e confesso che si fa fatica a trovare una coesione così: qui ognuno è disposto a sacrificarsi per aiutare il compagno, ma per davvero. Ci vogliamo bene, è "soltanto" questo”. - Chiudiamo con uno sguardo al passato. Hai esordito in Champions sostituendo un certo Salas. Hai indossato la maglia dell'Under20 azzurra. La Serie A, i campionati vinti. Il tuo CV è invidiabile. “Partiamo dall'Italia: una maglia bellissima, importante. Ho giocato il torneo di Tolone, sentendo il peso di quella casacca. Sai che è una responsabilità, ma al tempo stesso un onore, rappresentare il tuo Paese. Per le esperienze passate posso riassumere così: sei giovane, sei una spugna, cerchi di imparare, guardare quello che è un mondo completamente a parte rispetto a quello professionistico di Lega Pro ad esempio. Sono quei trampolini di lancio dove cerchi di carpire i segreti per poi sfruttarli in futuro. Il mio percorso di crescita ora mi sta trasformando più in uomo assist che in goleador (sorride, ndr), ma va bene così. Ora ci godiamo un po' di meritato riposo e ci diamo appuntamento al prossimo anno. Per continuare a sognare”. Luca Feole

TremilaSport+ | 01 06 2016 | 07


Arrivato ai primi di gennaio al capezzale di una squadra a dir poco demoralizzata, il tecnico udinese è riuscito a centrare una clamorosa salvezza sbancando il caldissimo campo di Flaibano ai play-out

LUCA LUGNAN

ISM GRADISCA, IL MIRACOLO È SERVITO


ECCELLENZACALCIO

L

uca Lugnan, udinese classe ‘69 che ha scritto pagine importanti di tutto il calcio italiano, ha chiuso la stagione con un’impresa. Anzi, forse definirla così è riduttivo, perché portare alla salvezza in Eccellenza una squadra che conta solo 4 vittorie durante l’anno è davvero qualcosa che sembra impossibile. Non ai suoi occhi però, esperto nel settore salvataggi, che può dedicare la vittoria alla quinta creatura in arrivo. Un superpapà travestito da superallenatore, praticamente. È lui a raccontarci come ha fatto a evitare che, dopo 25 anni lontani dalla Promozione, il Gradisca tornasse nell’inferno. - Un vero e proprio miracolo sportivo conclusosi con la vittoria a Flaibano. “Guarda, dopo due giorni mi sta tornando la voce soltanto adesso (ride, ndr). Era una partita particolare, era un playout. Puoi prepararla in tutte le maniere che vuoi: tattico, fisico, mentale, ma ha sempre una storia a sé. I venti giorni di sosta non ci hanno fatto benissimo, lo confesso, non dimentichiamoci che abbiamo a che fare con gente che lavora, studia, eccetera. Io ho cercato di mantenere la squadra in condizione col pensiero della partita secca: non è una partita di campionato dove se sbagli puoi rimediare. Ci siamo guadagnati lo spareggio rimontando dall’ultima posizione, con un percorso pazzesco, quindi sul piano psicologico ho sempre creduto fossimo in vantaggio. Sostanzialmente non avevamo nulla da perdere, e tutto da guadagnare. Loro, al contrario, sono crollati da metà classifica, trovandosi ai playout nel finale di stagione per via degli scontri diretti con la Virtus Corno. E l’ultima di campionato siamo stati proprio su quel campo, perdendo 3-0. Partita diversa, certamente, ma negli ultimi 90 minuti ci siamo trovati a fare i conti con tanti infortunati

Sono un randagio, ma per me parlano i risultati ottenuti sul campo

(penso a Markic e a Monnels) presentandoci a Flaibano in 17, con due innesti dagli Allievi. Il grosso del lavoro è stato fatto sul piano motivazionale, per il resto ho chiesto ai miei di partire subito al massimo, aprire fortissimo per giocarcela subito e provare a sorprenderli. È andata bene con il gol di Sangiovanni alla mezzora. Poi secondo tempo in trincea, soffrendo, rischiando, applaudendo Cristofoli per due parate meravigliose. Ci siamo riusciti sudando, per questo credo sia una salvezza meritata. In campionato i 15 pareggi sono stati davvero troppi, tantissimi, e, qualche volta, sarebbe

bastato davvero poco in più per ottenere punti preziosi. Il problema è che quando sei invischiato in quelle zone calde si fa tutto più difficile. Siamo riusciti però a fare il miracolo, e ora ci godiamo la festa”. - Sei arrivato in panchina il 4 gennaio: cosa ti ha spinto a prendere le redini di una squadra in condizioni drammatiche? “Non ho avuto nemmeno la possibilità di lavorare durante la sosta invernale. La patata era bella grossa e bollente, al di là dei problemi societari: la squadra era molto depressa, demotivata, seppur ben messa sul piano fisico grazie al bel lavoro di mister Rossi. Dopo 15 giornate i punti erano 11, era una vera Mission Impossible…” - Ti possiamo chiamare Tom Cruise allora… “Più o meno (ride, ndr). La scommessa è stata vinta. Io credo che in pochi avrebbero accettato questa avventura, ma il gusto della sfida per me conta tanto. E pensare che ho allenato anche gli Allievi. Facevo giornate intensissime: dalle 17 alle 19 i ragazzi, dalle 19 alle 21 la prima squadra. È stata dura, ma in entrambi i casi ci siamo tolti le nostre soddisfazioni”. - Li aggiungi quindi ai momenti più belli della tua già ricca carriera sportiva… “Sicuramente. In passato ho tanti ricordi meravigliosi, dalla vittoria della C2 a Catania, con 20.000 spettatori al Cibali, fino al periodo di Prato. Ma anche queste ultime stagioni, con le salvezze raggiunte qui e a Manzano nel finale di campionato, sono un qualcosa di formante e gratificante”. - Domanda di chiusura inevitabile: il prossimo anno? “Ho appena preso il patentino UEFA A da allenatore professionista, vedremo. In Italia è difficile allenare, conta relativamente la meritocrazia, anzi, più agganci e rapporti hai meglio è. Io non ho procuratori, sono un randagio, ma ho fatto parlare il campo per me a suon di risultati. Il sogno sarebbe mettermi in gioco in categorie più alte, con squadre ambiziose. Resto alla finestra, mi piacerebbe confrontarmi con una sfida così. Restare a Gradisca? Non lo escludo. La priorità è farmi tornare la voce (sorride, ndr) e dedicarmi al Camp di Grado che faccio da qualche anno. Lì seguo i ragazzi dai 6 ai 14 anni, facendo allenamenti di calcio e poi chiudendo la giornata al parco acquatico. Un evento consolidato per tutti i ragazzi. Con una mail a luca@ lugnan.it si possono richiedere le informazioni per raggiungerci. Insomma, adesso mi dedico ai ragazzi e incrocio le dita per la prossima sfida, magari qualche serie più in alto”. Luca Feole TremilaSport+ | 01 06 2016 | 09


CALCIOPROMOZIONE CALCIOECCELLENZA

LORENZO VIOLO

ALLA FACCIA DELLA SALVEZZA! Con 25 gol all’attivo l’attaccante veneto è stato uno dei punti di forza di un’Union Pasiano che bussa all’Eccellenza dopo la vittoria ai play-off di Promozione contro la Juventina

E

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ro lo scorso settembre quando Giulio Francomartin, tecnico dell’Union Pasiano, si dichiarava convinto che la sua squadra aveva tutto il potenziale necessario per puntare ad un campionato di vertice. Nella migliore delle ipotesi lo si poteva prendere per un visionario, nella peggiore per un pazzo. Visionario o pazzo che sia, la realtà dei fatta a distanza di nove mesi parla chiaro e testimonia quanto il tecnico rossoblù ci avesse preso con quel pronostico. A rimanere stupiti dello strepitoso cammino dei mobilieri sono però stati anche gli stessi giocatori, o quantomeno uno degli uomini simbolo della bellissima

cavalcata pasianese, Lorenzo Violo: “Se devo essere onesto, credevo l’obiettivo potesse essere solo la salvezza. Tuttavia Francomartin mi ha sempre rassicurato sulla possibilità dei play-off e di solito lui è uno che ci vede lungo...”. Un mix micidiale quello dei rossoblù, composto da un manipolo di giovani rampanti e di alcuni veterani di grande qualità: “I punti di forza della squadra sono stati sostanzialmente il gruppo e la voglia di migliorarsi; a partire dai singoli giocatori passando per mister, direttore sportivo e presidente, tutti hanno cercato di dare il massimo anche quando le cose non giravano per il meglio. Se devo fare

Giulio Scarsini (Tolmezzo) Samuele Gon (Sistiana)

Federico Aggio (Lignano) Francesco Sannino (Torviscosa)

un nome direi che il nostro punto di forza è stato Pezzutto, che ha dato grande equilibrio al centrocampo e mentalità al gruppo. Logicamente c’è ancora da migliorare, soprattutto dal punto di vista della qualità: i nostri risultati sono arrivati soprattutto grazie alla fame e alla voglia di arrivare. Con un po’ di qualità in più magari avremmo addirittura dato fastidio al Lignano”. Una scelta azzeccata dunque quella di Violo di trasferirsi al Pasiano: “Il fatto di aver iniziato a lavorare a Oderzo mi impediva di continuare a Cordenons per una questione strettamente logistica. Ho parlato con il ds Rosada ed il presidente Bonotto,

Lorenzo Violo (Union Pasiano)

Filippo Fabbro (CjarlinsMuzane)

Peter Kalin (Gemonese) Amedeo Russo (Cordenons) Alex Del Riccio (Lumignacco)

David Colja (Vesna)

Gianluca Ciriello (San Luigi)

LO SQUADRONE DI ECCELLENZA E PROMOZIONE

010 | 01 06 2016 | TremilaSport+

persone veramente di parola e per bene, e ho capito che Pasiano poteva essere l’ambiente ideale per me. Poi importantissimo è stato il rapporto che mi lega a Giulio Francomartin: è stato fondamentale per la mia crescita in campo quando giocavamo insieme, e sicuramente il fatto che lui conosca alla perfezione i miei pregi e i miei difetti gli ha permesso di darmi le indicazioni più corrette affinché riuscissi a fare tanti gol (ben 25 quest’anno, ndr). Mi ha dato fiducia lasciandomi libero di svariare davanti, e credo di aver ricambiato un po’ della sua fiducia”. Il futuro calcistico di Violo non è scritto, come non lo è quello dell’Union Pasiano: i rossoblù sono infatti al momento esclusi dal prossimo campionato di Eccellenza, ma il grande salto potrebbe avversarsi qualora il Fontanafredda venisse ripescato in Serie D, oppure si concretizzasse la fusione tra Sacilese e Liventina, con conseguente ripartenza dalla Seconda categoria dei biancorossi. “Il mio futuro? Ancora non so nulla. Penso che a breve ci troveremmo per parlare. Di certo a Pasiano quest’anno si è creata un’atmosfera speciale, anche con il pubblico, sempre presente e caloroso. Non dimenticherò mai quest’annata, al di là delle scelte future. Sogno di poter continuare a segnare con continuità per qualche altro anno e ripetere annate come questa che ti lasciano dentro ricordi che ti porti per sempre.” Massimo Muzzin


PRIMA CATEGORIACALCIO CATEGORIACALCIO

DAVIDE TOPPAN

SALVEZZA PAZZA… MA CHE BELLA!

S

tudente all’Università di Udine presso la facoltà di Diritto per le imprese, Davide Toppan può finalmente concentrarsi sulla sessione d’esami dopo aver contribuito con i suoi gol al raggiungimento della salvezza, la seconda consecutiva ai playout, del suo Barbeano. - Alla fine, ci siete riusciti! “Col Gravis era un derby, in campionato avevamo stesso numero di gol fatti e subiti, aggiungiamo la tensione e i giochi sono fatti. La tensione si avvertiva, un momento delicato e importante, e i precedenti riportavano sfide combattutissime. Sono passati in vantaggio loro dopo 20 minuti sugli sviluppi di un calcio d’angolo, in mischia. Siamo partiti col piede sbagliato, vero, ma poi abbiamo provato a rimediare pressando molto, specie nell’ultima mezz’ora di gioco. A un certo punto ho pensato davvero che sarebbe finita male, invece al 90’ è arrivato il gol di Varutti che ci ha dato la carica necessaria: abbiamo capito che ce l’avremmo fatta. Loro poi, vuoi per il contraccolpo psicologico, vuoi per la stanchezza, sono calati. E nei supplementari ho servito l’assist a Balas per il 2-1. Poi, la festa”.

- Nel complesso che stagione è stata? “Abbiamo avuto qualche problema di troppo. Il livello tecnico era lo stesso dell’anno passato, ma hanno influito molto i tanti infortuni e le partenze di giocatori su cui si puntava molto. Tutto sommato do un voto positivo a questa stagione: l’obiettivo era salvarsi, farlo senza spareggio sarebbe stato auspicabile ovviamente, ma conoscendo i nostri limiti essere arrivati a giocarci il tutto per tutto in casa è una nota positiva”. - Aspettative confermate dunque? “Direi di sì, soprattutto nella parte finale di stagione, quando siamo riusciti a infilare cinque partite consecutive senza mai perdere: un record per noi. Durante l’anno abbiamo sentito il fiato del Vallenoncello ad un certo punto, ma siamo riusciti a mantenere le distanze. Loro hanno avuto l’occasione per arrivare penultimi ma, una volta sciupata, hanno tirato i remi in barca”. - Seconda salvezza consecutiva ai playout. L’anno scorso come andò? “Fu una partita pazza: con occasioni da entrambi le parti, i supplementari come quest’anno misero i brividi. In quell’occasione riuscimmo a parare un rigore agli avversari prima di fare il 2-1 e il 3-1 definitivo. Tante

emozioni, forse troppe per i deboli di cuore, ma i risultati alla fine sono stati raggiunti”. - Otto gol. Sei felice? “Personalmente, lo confesso, non molto. Credo che tutti si aspettassero di più da me. Parlo proprio a livello di prestazioni. Nelle scorse annate sono anche andato in doppia cifra, spero di poter ripagare la fiducia nella prossima stagione. - Quindi quarto anno di fila con il Barbeano in arrivo? “Al 99% resto qui: più che una socie-

Al 99% resto il prossimo anno resto al Barbeano: più che una società per me è una famiglia tà per me è una famiglia. Sto bene, il gruppo è fantastico: non ho motivi per spostarmi. E poi potrò dare il massimo per rimediare a questa annata un po’ negativa…”

Foto Rosellina Cassin

TremilaSport+ | 01 06 2016 | 011


CALCIOSECONDACATEGORIA

Non abbiamo mollato nemmeno nei momenti più difficili, meritiamo la promozione

“N

on salire sarebbe stata una beffa immensa: da miglior attacco e miglior difesa credo che la promozione fosse il risultato minimo, senza nulla togliere a Venzone e Cassacco, autrici di una grande stagione”, così Michele De Nardin, difensore classe ‘89 e punto fermo da ben 5 stagioni del super Tagliamento firmato mister Nardin (sì, hanno un cognome molto simile…). “L’anno scorso abbiamo dovuto rimediare a un avvio non brillante - sottolinea il centrale di difesa -, quest’anno invece siamo sempre stati lassù, quindi aver raggiunto la Prima Categoria non può che essere un qualcosa di meritatissimo”. È lui, titolare inamovibile, a raccontarci il campionato dei biancoverdi conclusosi con la vittoria ai playoff contro il Venzone. - Raccontaci questo spareggio promozione “Partiamo dall’atmosfera: tutto bellissimo, il campo e le tribune erano colorate a festa. Si sentiva che sarebbe stato un giorno importante. Il primo tempo ha dominato la tensione: abbiamo provato entrambe a sbloccarla, loro con un’occasione pericolosa, noi con un paio di tiri su cui il loro portiere si è superato, ma siamo andati al riposo sullo 0-0. Nel secondo tempo invece abbiamo dilagato: prima Spizzo, poi ancora lui su assist di Moroso e infine il mio gol a chiudere la partita. Abbiamo preso coraggio dopo la prima rete, ci siamo smollati per giocare come da abitudine. Nel finale sono venuti fuori ma la gestione è stata buona: tutto sommato avevamo 8 punti in più in classifica, sarebbe stato davvero ingiusto non raggiungere questo traguardo”. - Era il tuo quarto gol stagionale… “Sì, tra l’altro nell’ultima di campionato, proprio contro il Venzone, avevo segnato il 2-1, il gol della vittoria. Il gol di testa nel playoff? Beh, bellissimo… (ride, ndr). Segnare in un momento così è fantastico, lo ricorderò per sempre”. - Peccato non aver trionfato in campionato: sarebbe stato, a detta di tut-

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MICHELE DE NARDIN

UN TAGLIAMENTO DA GLADIATORI ti, qualcosa di meritato… “C’è un po’ di rimpianto per il periodo di febbraio dove, in 5 partite, abbiamo fatto soltanto 2 punti. Se finisci l’andata in testa alla classifica vuol dire che le possibilità per farcela ci sono. È stato un momento delicato, tra squalifiche e infortuni, tra cali fisici e mentali. I Grigioneri però avevano qualcosa in più a livello di rosa: è bello sentirsi dire dalle avversarie che giochiamo bene, che meritiamo, ma alla fine la differenza l’han fatta i singoli. Loro avevano qualche giocatore capace di risolvere le partite da solo”. - La partita che è rimasta indigesta? “Il pareggio col Coseano: 80 minuti nella loro metà campo ma è finita 0-0. Abbiamo poi perso i due scontri diretti coi Grigioneri, al ritorno incrociandoli in quel periodo “no”, all’andata in maniera un po’ clamorosa: 1-1 al 90’,

sbagliamo il gol vittoria e sul contropiede subiamo il gol del k.o. Quest’anno sarebbe bastato solo un pizzico di fortuna in più…” - Arriviamo alla figura chiave: mister Nardin “È arrivato da noi due anni e mezzo fa. Giocavamo per salvarci e abbiamo raggiunto l’obiettivo con una giornata di anticipo. L’anno scorso la finale playoff persa col Bearzi e quest’anno il sogno che si è avverato. Lui è un grande, preparatissimo su ogni aspetto. Siamo stati fortunati ad aver avuto un mister così. Ha portato la mentalità. La nostra reazione quando abbiamo saputo del suo addio? Siamo ovviamente rimasti un po’ spiazzati, perché perdere una figura così è dura, sai che è difficile da rimpiazzare. In queste categorie non trovi facilmente gente all’altezza. Curare i particolari è stata una delle

chiavi del successo, dal portiere fino all’attacco. Con lui siamo cresciuti molto”. - E per il prossimo anno? “Non lo so ancora. Per il momento mi godo la vittoria e le meritate vacanze (sorride, ndr)” - Chiudiamo in positivo: un momento bello di quest’anno, festa playoff esclusa. “Difficile, penso che tutto l’ultimo periodo sia stato pazzesco. Eravamo una squadra con carattere, capace di rimontare gli 8 punti di distacco dalla prima e lottare per il titolo fino all’ultima giornata. La battaglia è stata avvincente fino all’ultimo secondo, grazie sicuramente ad un gruppo unito, dove tutti si sono messi a disposizione. Non abbiamo mollato nemmeno nei momenti più difficili per questo penso che oggi sia giusto godersi questo splendido arrivo in Prima”. (l.f.)


TERZA CATEGORIACALCIO

ALBERTO DIjUST

I NOSTRI TIFOSI L’ARMA IN PIÙ L’attaccante del Fiumicello racconta il salto di categoria ottenuto ai play-off con il successo sul Piedimonte. Una stagione memorabile con l’unico rammarico della sconfitta nella finale di coppa

I

gialloverdi di mister Longo possono godersi le vacanze: nella prossima stagione lotteranno in Seconda Categoria. A raccontarci le emozioni di una stagione conclusasi oltre le finali playoff è Alberto Dijust, attaccante del Fiumicello del presidente Puntin. - Tiriamo le somme di questa stagione. “Un'annata che segna il raggiungimento di un grande traguardo: l'obiettivo era la promozione in Seconda Categoria e siamo riusciti nell'impresa. A inizio stagione, visti i numerosi nuovi giocatori provenienti da categorie superiori, qualcuno si aspettava la vittoria del campionato alla luce anche dei primi risultati. Siamo stati al comando per qualche giornata ma in una stagione vanno considerati diversi fattori: tra infortuni e impegni lavorativi abbiamo perso alcuni giocatori chiave per numerose gare. E non bisogna dimenticare il valore delle nostre rivali. Siamo arrivati ai playoff come quinta classificata nonostante avessimo gli stessi punti di terza e quarta (Union 91 e Piedimonte davanti per classifica avulsa, ndr). Alla fine il bilancio è positivo”. - E un pensiero non può non andare alla Coppa Regione... “Un vero rammarico. Siamo stati sconfitti in finale ai tempi supplementari, ma la cornice di spettatori che ci ha seguito in quel frangente ci ha reso consapevoli della realtà in cui stiamo vivendo il calcio. Le basi per le prossime sta-

Nella prossima stagione l’unica squadra in cui vorrei giocare è il Fiumicello gioni devono ripartire da lì. In Terza categoria è difficile trovare tanti appassionati disposti a seguirti. Ai tifosi del Fiumicello va un sentito grazie da parte di tutta la squadra”. - Raccontaci le fasi playoff. “Abbiamo incontrato lo Staranzano in semifinale. La gara dal mio punto di vista non è stata spettacolare e, dopo il loro vantaggio, non siamo riusciti a reagire prontamente. Siamo stati pericolosi soltanto nelle fasi finali dell'incontro, con qualche occasione clamorosa, ma non siamo riusciti a trovare il pareggio che ci avrebbe portato ai supplementari. La nostra prestazione? Non è stata all'altezza dell'importanza dell'evento e la tensione ha giocato un brutto scherzo. Sono il primo a non essere soddisfatto della mia prova. Fortunatamente il riscatto è arrivato la settimana successiva,

contro il Piedimonte (sconfitto dall'Union 91 in semifinale, ndr). Abbiamo espresso una delle migliori prestazioni stagionali: sull'onda del gol immediato, abbiamo gestito la partita in modo ottimale, raddoppiando allo scadere del primo tempo e congelando il match nella ripresa con il 3-0 definitivo. La stagione era finita ma il risultato ottenuto dipendeva dai risultati di Serie D. Abbiamo atteso i playout e, quando la Triestina ha raggiunto la salvezza, abbiamo iniziato i festeggiamenti: il centro del paese ci ha visto protagonisti di iniziative goliardiche fino a notte fonda, ci siamo proprio divertiti (sorride, ndr)”. - C'è una squadra che ti ha impressionato? “Dal punto di vista del gioco l'Union 91. Anche loro però, come noi, devono aver avuto cali di tensione e/o fisici: hanno perso troppi punti contro avversari sulla carta inferiori”. - Veniamo a te: sei felice del tuo campionato? “Quest'anno non ho potuto dare il contributo che speravo per via di alcuni infortuni e del lavoro che non mi ha permesso di allenarmi con regolarità. Non sono riuscito a dare il contributo sperato ai miei compagni. Per la prossima stagione dipenderà tanto dall'impegno lavorativo e quindi non posso ancora fare dei progetti precisi, ma ci tengo a precisare che l'unica squadra in cui vorrei giocare è il Fiumicello: la quasi totalità dei ragazzi del paese ci ha permesso di creare un gruppo fantastico di cui voglio continuare a far parte”. TremilaSport+ | 01 06 2016 | 13


CALCIOCAMPIONATO CARNICO

QUINTA DI CAMPIONATO L’undici di Sutrio rifila ben sei reti alla Folgore e si mantiene ad un solo punto dal primo posto detenuto dai campioni in carica del Cavazzo.

N

ell’anticipo della PRIMA CATEGORIA il Cavazzo vince per 3-0 sul Paluzza e coglie la quarta vittoria di fila dopo il ko iniziale. Larghissima vittoria dei Mobilieri, che rifilano ben 6 reti alla Folgore restando così a -1 dai campioni in carica. Il Villa vince facilmente contro l’Arta Terme per 4-1 grazie alla vena realizzativa del suo bomber Iob, autore di 3 gol. Successo al fotofinish del Cedarchis che, contro l’Ovarese, va in svantaggio dopo 1’ e poi rimonta grazie alle reti, entrambe dal dischetto, di Migotti e Zammarchi. Continua il momento positivo del Verzegnis che batte per 2-1 il Campagnola, per i gemonesi dopo un inizio lanciato si nota una leggere flessione. A completare il quadro la vittoria del Fus-ca su Il Castello per 2-0 e il pareggio senza reti tra Real e Val del Lago.

Classifica 1A CATEGORIA Squadra

P.ti

CAVAZZO

12

MOBILIERI

11

REAL I.C.

10

VILLA

9

IL CASTELLO

9

OVARESE

8

CEDARCHIS

8

FUS-CA

7

VERZEGNIS

7

CAMPAGNOLA

6

VAL DEL LAGO

4

ARTA TERME

4

FOLGORE

1

PALUZZA

-1

14 | 01 06 2016 | TremilaSport+

La formazione dei Mobilieri (Foto Carnico.it)

MOBILIERI, SEI BOMBE

PER IL SECONDO POSTO SECONDA CATEGORIA - Continua a vincere l’Audax che con il gol del solito bomber Lorenzo Sala vince 1-0 sul campo della Pontebbana, confermando di essere la squadra più in forma dell’intero campionato. L’unica formazione a tenere il passo dell’undici di mister Craighero è la neopromossa Nuova Osoppo, che vince il derby contro il Trasaghis con un gol in pieno recupero di Zilli. Il terzo 1-0 maturato in trasferta arriva da Amaro e vede vittorioso il Tarvisio, match-winner dell’incontro Alessio Felaco in rete dal dischetto. Grazie a una doppietta di Alessandro Cesco il San Pietro vince 2-1 a Enemonzo, mentre le uniche vittorie casalinghe arrivano dalla Velox, con un netto 4-0 su La Delizia e dal Bordano per 2-0 contro il Val Resia. Il pareggio si dimostra ancora un risultato rarissimo in questa categoria.

TERZA CATEGORIA – Campionato che quest’anno si conferma molto equilibrato e con pochi gol realizzati. La capolista Ampezzo perde la sua prima partita cadendo 2-0 sul campo della Stella Azzurra. In seconda posizione troviamo la sorprendente Ancora, che batte in trasferta il Cercivento per 1-0 confermando una grande solidità difensiva (1 solo gol subito in 5 gare). Raul e Riccardo Missoni firmano la doppietta che consente alla Moggese di battere in rimonta il Timaucleulis e di affiancare il Ravascletto al terzo posto. Infine bel successo dell’Illegiana sulla Viola per 3-1, mentre terminano a reti inviolate il derby tra Rigolato e Comeglians e il match Sappada-Lauco, con gli arancioni che colgono il quinto pareggio in altrettante partite. (Daniele Tomat)

In Seconda, continua l’ottimo momento dell’Audax trascinato da Sala

Classifica 2A CATEGORIA Squadra

P.ti

AUDAX

15

NUOVA OSOPPO

12

VELOX

9

EDERA

9

TARVISIO

9

SAN PIETRO

7

AMARO

6

VAL RESIA

6

TRASAGHIS

6

BORDANO

6

PONTEBBANA

2

ARDITA

1

LA DELIZIA

0

Classifica 3A CATEGORIA Squadra

P.ti

AMPEZZO

10

ANCORA

9

RAVASCLETTO

8

MOGGESE

8

TIMAUCLEULIS

7

ILLEGIANA

7

CERCIVENTO

5

LAUCO

5

RIGOLATO

4

STELLA AZZURRA

4

SAPPADA

4

VIOLA

3

COMEGLIANS

3


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TremilaSport+ | 04 05 2016 | 15


A.S.D. Ancona

CALCIOUDINESE

L’ANCONA VUOLE TORNARE GRANDE E COMINCIA DA VINOVO... Francesco Gigliotti, giovanissimo DS classe ‘90 dell’Ancona Calcio, è reduce da una stagione ricca di soddisfazioni. A chiudere l’annata 2015/2016 è arrivata anche un’amichevole di prestigio contro la società cinque volte di fila campione d’Italia: la Juventus. Una possibilità più unica che rara, che ha portato gli Esordienti in uno dei centri sportivi più evoluti dello Stivale. Ecco il racconto del dirigente di questa splendida esperienza con uno sguardo ai progetti che toccheranno la società udinese nelle prossime settimane e nel prossimo campionato. - Come è andata a Vinovo? Grazie al signor Modolo (dirigente dell’Ancona, ndr) che ha contatti a Torino, siamo riusciti a organizzare questa amichevole con gli Esoridenti 2004. Giocare contro la Juventus è sempre un privilegio per pochi. Il 18 maggio abbiamo organizzato una corriera con genitori, dirigenti e calciatori per arrivare a Vinovo: una cinquantina di cuori biancoazzurri diretti verso la casa della Vecchia Signora. Peccato per l’odissea per arrivare tra incidenti trovati e strade bloccate (sorride, ndr), ma dopo aver temuto di non riuscire ad arrivare in tempo - dopo un’ora dalla partenza il bus era fermo a Codroipo - siamo giunti a destinazione. Arrivati nel centro sportivo ci ha stupito la professionalità e la formalità: la guardia giurata che ti accompagna negli spogliatoi, i ragazzi che ti salutano, tanta educazione e rispetto. Vorrei che questi valori venissero riportate in tutte le società. La partita è finita 2-1 per i bianconeri: il primo tempo lo abbiamo chiuso in vantaggio; nel secondo abbiamo subito gol su una nostra ingenuità; nel terzo e ultimo tempo gli avversari hanno trovato un bellissimo gol su cui non potevamo fare davvero nulla. Loro sono venuti fuori nel finale,


Udine

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ma in fondo sono la Juventus. Avergli comunque tenuto testa è stato motivo di vanto. - Ecco: se dovessimo paragonare i livelli di qualità? Devo dire che lavorano molto molto bene. E la partita è stata equilibrata, quindi ci siamo. Ho parlato con uno dei tecnici della Juve e mi ha confessato che, da quando c’è Allegri, la metodologia degli allenamenti è la stessa per tutte le categorie. La differenza con Conte, più geloso dei suoi segreti, si è sentita parecchio. Adesso si percepisce un lavoro d’insieme a 360°. Penso che siamo la prima squadra dilettantistica ad essere entrata in quel paradiso. - Parliamo del settore giovanile dell’Ancona. Noi partiamo dai Piccoli Amici (5 anni) fino all’ultimo anno di Allievi. Abbiamo tecnici preparati che curano il bambino in ogni dettaglio. Quest’anno è partito un gran progetto: un allenatore che non ha una squadra fissa ma che fa tecnica di base con tutte le squadre, girando i vari allenamenti. Abbiamo avuto anche una new entry che cura la parte psicologica del bambino aggiornando i vari coach. Comunicare col bambino è importante, bisogna rapportarsi nella maniera corretta: grazie a queste lezioni cresciamo a livello di qualità. Un aggiornamento fatto una volta al mese che, col tempo, darà i suoi frutti. Prossimamente introdurremo la cura dell’apparato motorio e coordinativo ampliando la durata degli allenamenti a 2 ore. Ad oggi contiamo circa 200 iscritti ma vorremmo tornare ai livelli che ci competono: l’Ancona storicamente è una delle più blasonate per quanto riguarda i giovani in tutta Udine. - Il vostro obiettivo, dunque, qual è? La crescita del ragazzo. L’obiettivo è avere dei giocatori che siano in grado di far parte di società professionistiche o, quanto meno, che possano raggiungere squadre di alta categoria. Uno degli ultimi è stato Gigante, approdato all’Entella. Ma penso a Peressutti alla Fiorentina o ai tanti ragazzi andati al Pordenone. Noi puntiamo a un settore giovanile di qualità. - Chiudiamo con l’esperienza del Camp… Dal 20 giugno fino a metà luglio abbiamo organizzato dei Camp qui presso le nostre strutture. Sono tre turni, ma il primo è praticamente riservato a quelli della nostra società. Per i due successivi invece apriamo a tutti: dal 30 giugno scade la stagione quindi non ci sono problemi relativi ai nulla osta. Si parte la mattina con i primi allenamenti, merenda, altri giochi, pranzo, e nuove attività nel primo pomeriggio. Stiamo tentando di portare una piscina in modo da poter ampliare la varietà dei giochi. Le attività sono aperte ai ragazzi dai 2010 ai 2003, sarà un’altra bella esperienza! Luca Feole


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VELOCITà DI PENSIERO E PROBLEM SOLVING NEL CALCIO

L

a capacità di problem solving nel calcio è l’attitudine del giocatore a risolvere situazioni di gioco: il calciatore analizza i dati percettivi provenienti dal contesto di gioco (comportamento di avversari e compagni), li analizza e mette in atto azioni motorie e strategie per superare le difficoltà. Ma andiamo più a fondo. Cos’è il problem solving nel calcio? Quali sono le proposte di allenamento più adatte a stimolare questa capacità? Cos’è e come si allena la presa di decisione? L’essere umano è portato a risolvere i problemi: analizza i dati percettivi proveniente dall’ambiente, li analizza e mette in atto azioni motorie e strategie per superare le difficoltà, siano esse sportive o “quotidiane”. Questa capacità prende il nome di Problem Solving ; nel calcio, la risoluzione di un problema è data dall’interpretazione del comportamento degli avversari, in relazione al proprio agire e a

18 | 01 06 2016 | TremilaSport+

quello dei compagni di squadra. La situazione problematica può essere definita come un momento di transizione dell’individuo da uno stato di “non conoscenza” a uno stato di “conoscenza” dell’ambiente circostante. Questo termine inglese indica un processo, un insieme di azioni e di strategie che l’individuo mette in atto per superare le difficoltà che incontra in un dato momento. Per certi versi può essere paragonato a un’efficace percorso

di evoluzione e di adattamento: il soggetto manopola le variabili per modellare il contesto a proprio vantaggio. Problem Solving e Apprendimento: quali differenze? “Il processo di apprendimento comune implica un automatico ricorso a procedure innate o precedentemente acquisite davanti a un problema analogo a un altro già noto, mentre il problem solving è una sequenza di operazioni cognitive al termine della quale si arriva invece ad una soluzione

precedentemente sconosciuta. È facile ricorrere all’esempio di risoluzione di un problema matematico. Se lo studente si limita alla meccanica applicazione di formule apprese e di ricette preconfezionate, sarà in grado di risolvere solo problemi eguali ad altri già noti. Nel caso del problem solving, invece, non solo ci si trova davanti a un problema che non è direttamente riconducibile a uno analogo, ma non si è in possesso in anticipo della formula che fornisce il risultato corretto. Tale formula sarà trovata al termine di un percorso di ricerca in varie tappe, dalla riduzione del problema in parti più semplici e più facilmente risolvibili all’assunzione di nuovi punti di vista e di diverse direzioni possibili” [Treccani.it].


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L’

addestramento tecnico è fondamentale nel calcio: la tecnica rappresenta lo strumento principe per poter risolvere “situazioni di gioco” attuando azioni individuali e strategie condivise efficaci. L’addestramento, così come l’apprendimento, permette di utilizzare procedure meccanicamente apprese in precedenza e replicarle funzionalmente in una situazione di gioco nota, un evento già incontrato in precedenza. Il calcio è uno sport situazionale in cui si susseguono situazioni di gioco simili tra loro, a volte anche molto, ma raramente si incontrano momenti di gioco perfettamente identici. Le situazioni di “1 contro 1” possono somigliarsi, ma in realtà differiscono profondamente in quanto si modificano le caratteristiche psicologiche e

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fisiche dei due contendenti. Nel “computer” (cervello) di ciascun giovane calciatore non può essere semplicemente presente un file “finta 001”, avente particolari caratteristiche”; essa deve essere in grado di sviluppare differenti strategie di azione determinate dal continuo confronto tra le proprie e altrui abilità. Come si deve comportare l’attaccante quando incontra un difensore più veloce di lui? E quando ne incontra uno più lento?

Dal rapporto tra punti di forza (propri) e punti deboli (altrui) fiorisce la strategia vincente ed efficace. Il semplice addestramento tecnico deve, di conseguenza, essere affiancato da esercitazioni che siano in grado di riprodurre in modo fedele la variabilità che caratterizza il contesto di gara. Questo permette al giocatore intelligente di affinare le proprie abilità tecniche e al contempo di stimolare le proprie capacità decisionali e di problem solving. Un semplice esempio. Il cambio di direzione è un gesto

tecnico molto frequente e utile per un giocatore, qualunque sia il suo ruolo, Tale gestualità tecnica può essere effettuata secondo differenti modalità: utilizzando la suola dietro la gamba d’appoggio, oppure con la suola davanti alla gamba di appoggio, eseguendo un taglio con l’esterno del piede o con realizzando un taglio con l’interno del piede. Questo è semplice addestramento meccanico. Ma quando è utile utilizzare un atto

motorio/tecnico, piuttosto che un altro? La perfetta esecuzione di un dato gesto tecnico rappresenta l’addestramento; l’apprendimento di nozioni, in questo caso motorie, che il giovane atleta è riuscito a padroneggiare grazie a correzioni direttive e ripetizioni. Il cambio di direzione può essere paragonato alla formula matematica, appresa mnemonicamente, necessaria per risolvere un dato problema. La direzione di attacco di un avversario può rappresentare una “funzionale variabile situazionale”, fedele al contesto di gara, che diversifica il problema e richiede al giocatore di ricercare la soluzione più efficace nel proprio database. Il cambio di direzione più efficace diviene quello che permette al portatore di proteggere il pallone dall’avversario, utilizzando il proprio corpo. I due cambi di direzione diversi (suola davanti alla gamba d’appoggio/suola dietro alla gamba d’appoggio) diventano strumenti efficaci per risolvere una piccola soluzione problematica (evitare che l’avversario sottragga il pallone al portatore). Il giocatore in possesso del pallone percepisce la direzione di provenienza dell’avversario, analizza i dati e decide quali azioni compiere (PAD: Percezione - Analisi - Decisione). Sono propedeutiche per questo obiettivo tutte le proposte in cui si è chiamati a fare una scelta, in relazione a delle variabili (es. il mio avversario fa così…io allora…).

TremilaSport+ | 01 06 2016 | 19


CALCIOC5

IL PAGELLONE TEMPO DI BILANCI DI FINE ANNO PER LE

FORMAZIONI DI CALCIO A 5 REGIONALI. ECCO LA SECONDA PARTE

FLASH COLPO DEL MANZANO, C’E’ BOMBER CONTIN

MERCATO

E’ Raffaele Contin il primo rinforzo di mercato per il Manzano, neo-promosso in serie B. L’ex bomber del Palmanova ritorna al calcio a 5 dopo un anno sabatico disputato nel campionato a undici, in Prima Categoria, con la maglia del Terzo e conclusosi con un’amara retrocessione. E’ questo il primo colpo per la squadra di mister Pittini, che in settimana pre-annuncia importanti ulteriori novità .

TORNA IL MANIAGO, SALUTA L’AQUILEIA Da Maniago arriva la conferma che i coltellinai, dopo un anno di assenza, saranno nuovamente al via nel campionato regionale di calcio a 5, grazie all’iniziativa del mister Polo Grava e di Darko Martini, figlio dello storico dirigente Stelio. Per un Maniago che ritorna, un’Aquileia che chiude: il team del presidente Bandiera conferma la chiusura dell’attività FIGC, resterà in esercizio solo una squadra partecipante ai campionati amatoriali.

SERIE B

UNA MEGA BEFFA PER LA BASSA FUTSAL Ha il sapore della beffa l’ultima gara del girone che vede la Bassa Futsal superare i trentini della Bassa Atesina con un 6-1 che non basta per la vittoria del triangolare. La squadra di mister Criscuolo (dopo il 6-0 a tavolino per il Cornedo contro la Bassa Atesina) era chiamata a vincere con sei reti di scarto, ed invece per una sola marcatura fallisce la promozione in serie B che va al Cornedo per miglior differenza reti.

IL MACCAN

STUDIA DA GRANDE

M

accan Prata, voto 7,5 - Stagione della riscossa per il club giallo nero; dopo un anno in chiaroscuro la squadra regala un campionato in alta quota. Mister Bovolenta con pazienza e bravura inizia a dare una propria identitĂ alla squadra e dopo un girone d’andata di studio, alla distanza il team esce molto bene anche sotto il punto di vista fisico, e con un finale in crescendo conquista un meritato quarto posto. Torriana, voto 7 - Solita squadra quadrata e scorbutica, difficile da affrontare per tutti; con mestiere conquista la finale di Coppa incappando poi nella classica giornata no, subendo un pesantissimo 0-6 con il Manzano. Dopo un periodo di assestamento nella parte centrale del ritorno ritrova il piglio autoritario e sale fino al terzo posto cedendo però nelle gare finali, complice anche una certa stanchezza fisica, e si deve accontentare del quinto posto. Futsal Udinese, voto 6,5 - Punta sempre su giovani talenti mister Della Negra, ai quali aggiunge la classe di Collevati in arrivo dal Palmanova: la qualitĂ non manca dunque ai bianconeri attesi ad un campionato da protagonisti. Fuori nei quarti

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di Coppa Italia con un girone d’andata comunque positivo ma condito da pesanti sconfitte con le prime tre. Nel ritorno solitamente la squadra udinese ci aveva abituato ad un finale in crescendo, ma stavolta succede l’esatto opposto con i remi in barca tirati in largo anticipo. Mezzo voto in piĂš per la seconda coppa disciplina messa in bacheca. Pentalcor, voto 6+ - Campionato in fotocopia alla scorsa stagione per il team di Movio e squadra eterna incompiuta: partenza sprint con passaggio del turno in coppa Italia poi un black out inspiegabile fino a primavera quando la squadra si risveglia dal letargo e con una bella progressione finale risale la china conquistando all’ultima curva il settimo posto e salvando almeno in parte la stagione. Pordenone, voto 6+ - Chiude con un malinconico ottavo posto, sicuramente al di sotto delle reali potenzialitĂ di una squadra che ha compromesso il campionato nel girone d’andata. Che le potenzialitĂ ci fossero per un altro campionato di vertice dopo il 4° posto della passata stagione lo abbiamo visto; squadra capace di imprese mirabolanti (ko Bassa e Manzano in casa), ma manca di personalitĂ lontano dalle mura amiche dove rimedia sconfitte brucianti.

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già tesserati presso altri Enti. • Costituzione in ogni località anche di più gironi (max di 6 squadre cadauno) • La vincitrice di ogni girone parteciperà alla seconda fase per la determinazione della VINCITRICE/CAMPIONE del COMUNE, per aggiudicarsi GRAN PARTE DEL MONTEPREMI. • RIMANENTE DEL MONTEPREMI (Premio di Consolazione) a tutte le altre partecipanti la Seconda FASE. • Regolamento FIGC ultimo aggiornamento con alcune

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CALCIOUDINESE

22 | 01 06 2016 | TremilaSport+


FEMMINILECALCIO INALIENABILE Elio Meroi è stato il fondatore dell'oggi estinta Chiasiellis e da anni è il reggente del calcio femminile del Friuli VG

FEDERAZIONE, MOLTE IDEE POCHE CARTUCCE DA SPARARE

Il responsabile regionale Elio Meroi delinea alcune strategie per risollevare il movimento

È

stato un campionato di Serie C femminile difficile, un “ritorno alle origini” con solo 6 squadre iscritte che già alla vigilia ha destato più di qualche perplessità soprattutto nelle atlete, abituate a confrontarsi in competizioni dall’appeal molto diverso. «Un campionato a 6 squadre non è sicuramente la scelta che garantisce lo spettacolo migliore - commenta Elio Meroi, responsabile

«Molte ragazze sono costrette a smettere al termine del percorso giovanile per mancanza di squadre senior»

regionale del calcio femminile -. Avessimo continuato a giocare insieme al Veneto sarebbero sparite un paio di società. Abbiamo fatto una scelta che ci permettesse di salvaguardare le realtà regionali, in un momento di difficoltà economica non indifferente. Inserendo una

Coppa Regione facsimile al campionato, con un girone di andata e uno di ritorno, siamo riusciti a garantire una ventina di partite stagionali cercando di venire incontro alle nostre atlete, senza ombra di dubbio le più scontente in assoluto della situazione. Il verdetto di questa serie C dice che l’Udinese il prossimo anno salirà di categoria entrando in un campionato nazionale. Il rovescio della medaglia è un girone Friuli Venezia Giulia con una squadra in meno, sempre che non nascano nuove società». Come intende risolvere il problema la Federazione? «Purtroppo come federazione non abbiamo molte cartucce da poter sparare. Domenica a Casarsa, in occasione del Torneo per Rappresentative Regionali Under 15, io e i miei colleghi di Veneto e Trentino Alto Adige abbiamo ufficiosamente parlato di questa criticità. L’idea sarebbe quella di fondere la Serie D (dove presente) con la Serie C e creare tre gironi interzonali che vadano ad abbracciare le nostre tre regioni. Ovviamente il criterio di suddivisione da adottare è quello della vicinanza geografica: in questo modo non faremmo lievitare i costi di gestione delle singole società e garantiremmo un alto livello competitivo». OBIETTIVO «Il nostro obiettivo principale è quello di favorire le po-

che società che ci sono e fare in modo che ne nascano di altre che possano accogliere le tante ragazze che vogliono giocare a calcio». E abbinarsi a squadre maschili? «Sarebbe un’ottima soluzione; peccato che ad oggi non vi sia nessun tipo interessamento del calcio maschile verso il femminile, parlo di quello dilettantistico. Come Federazione possiamo solo cercare di farci conoscere organizzando tornei o manifestazioni, evidenziando il lato sportivo del movimento. Per esempio la mia idea sarebbe quella di organizzare un torneo estivo in Carnia, bacino d’utenza importante, sperando che almeno lì nasca qualcosa. Purtroppo mancano le direttive dall’alto….» SETTORE GIOVANILE «Anche sotto questo aspetto c’è molto interesse da parte delle atlete - assicura Meroi -. Il problema sta nel passaggio alle prime squadre, perchè ci sono tantissime ragazze che raggiunta l’età per giocare nelle senior sono costrette a smettere per mancanza di squadre. Ripeto, le giocatrici ci sono, mancano le società». Quest’anno si è riusciti a riformare la rappresentativa regionale, assente dal Torneo delle Regioni dell’anno scorso per mancanza di organico: «Per noi è stata una bella vittoria il riuscire a rifare la rappresentativa regionale femminile e ne siamo entusiasti. I problemi di organico ci sono comunque: in Calabria abbiamo partecipato con appena 19 effettive causa defezioni dell’ultimo minuto. Ma crediamo in queste ragazze che s'impegnano e fanno molti sacrifici per rincorrere la loro passione». Valeria Degano

RAPPRESENTATIVA SUBITO OUT AL "REGIONI" Due sconfitte, con Emilia Romagna (2-1) e Piemonte (1-0) e a casa. L'avventura delle ragazze del Friuli Venezia Giulia al Torneo delle Regioni calabrese si è conclusa anzitempo ma le girls del mister Claudio Poli hanno comunque festeggiato cenando insieme alle colleghe piemontesi prima del ritorno a

casa. Assente lo scorso anno in Lombardia, la selezione gialloblù non è quindi rientrata al meglio ma il responsabile regionale Elio Meroi manifesta comunque soddisfazione per la prestazione della squadra. Di Lauzurica (nella foto) l'unica rete messa a segno nelle due gare disputate.

TremilaSport+ | 01 06 2016 | 23


CALCIOUDINESE IL COMMENTO

ORA È PIù FACILE BEPO FARà BENE I Pozzo, dopo la paura boia di finire in B, affideranno a Iachini un gruppo come si deve. E il nuovo tecnico non avrà la “montagna” Totò da gestire di IDO CIBISCHINO

C

os’hanno in comune Giuseppe Iachini e Oliver Bierhoff l’inarrivabile bombardiere dell’era zaccheroniana? L’angelo tedesco (per il quale non hanno smesso di sospirare le signore che negli anni Novanta non erano che sbarbine irrequiete) e questo omino cinquantaduenne, già mediano di onorata carriera e poi tecnico forse non ancora completamente espresso, sbarcato nel pianeta Udinese con il mandato di restituire gioco e dignità a una squadra che ha finito la stagione come figlia di nessuno. Un unico particolare li tiene assieme: la solitudine del primo giorno. Più un riferimento geografico:

Il rinnovamento interesserà anche la direzione sportiva: via Cristiano Giaretta, che paga (anche per altri) per i tanti problemi nelle ultime due annate

ferma restando l’affidabilità del tecnico e l’auspicabile “di più” che potrà esprimere in una realtà singolare come quella friulana. La prima: lo spavento (e anche un po’ di vergogna) di finire in B è stato tale che i Pozzo attrezzeranno un gruppo certamente più solido, non solo tecnicamente, di quello che tanto li ha fatti penare. E poi Iachini, ripartendo ex novo con l’unica eccezione del modulo (come eredità assumerà il 3-5-2), avrà un compito più agevole rispetto ai predecessori del dopo Guidolin, ossia Stramaccioni, Colantuono e alla fine De Canio, che si sono trovati a gestire il problematico segmento finale della carriera di un personaggio ingombrante - e condizionante - come Di

così. Iachini è stato trattato male a Palermo da Zamparini, che in una delle sue fasi di ferocia incontrollata gli ha rivolto apprezzamenti sgradevoli, dandogli del deficiente e del perdente, fino a costringerlo alle dimissioni. Ma la sostanza parla di una promozione dalla B e di una comoda salvezza nel campionato successivo, sulla scia di altri riscontri positivi su diverse panchine, dal Chievo alla Sampdoria. La sua media punti a partita è stata di 1,46, non disprezzabile se si tiene conto che non ha guidato corazzate. L’Udinese ci ha creduto al punto che Gino Pozzo gli ha offerto un contratto biennale con il mandato di ricostruire un gioco e un’identità di squadra. Missione destinata a buon fine per svariate ragioni,

Natale, il “padrone” dello spogliatoio, e non solo, in virtù di personalità e di numeri (gol) impressionanti. Non dovrà confrontarsi con Totò, Iachini, e già questo gli sgombra l’orizzonte da una montagna. Non possiede l’aura del personaggio carismatico, in compenso è gran lavoratore, buon tattico, tempestivo nella visione (e nei cambi) a partita in corso. E un tanto, se la società lo sosterrà, dovrebbe bastare per non farci soffrire. Buon lavoro a Bepo, e un saluto al ds Cristiano Giaretta il quale come accaduto a De Canio che la salvezza conquistata illudeva per la conferma - non otterrà il rinnovo del contratto. Lo si era capita il giorno in cui il paron tuonò contro i dirigenti che non interpretavano

di interesse, ottenendo in cambio il permesso di chiamarlo Bepo, alla friulana. È stato a quel punto che mi è tornata in testa una scena analoga di una ventina di anni prima, nell’allora sede bianconera di via Cotonificio. Protagonista Bierhoff,

sua catapulta: 86 presenze e 57 reti, di cui 27 da capocannoniere nella terza stagione bianconera prima del passaggio al Milan nel 1998 per vincere lo scudetto. Approcci discreti, in sordina, e poi la progressione vincente a suon di fatti: forse davvero finirà

Da sinistra, Kuzmanovic, Zapata e il ds Giaretta.

Ascoli Piceno. Pochi l’hanno notato o non possedevano gli elementi per il collegamento. Fatto sta che Iachini, alla fine di una presentazione piuttosto mogia - direi in tono minore, tra un Franco Soldati essenziale nel ruolo istituzionale e il ds Giaretta malinconico e quasi già lontano per un divorzio annunciato - , il nuovo allenatore, dicevo, è stato lasciato solo nell’immensità della sala stampa, affiancato da un’unica discreta figura femminile che si è scoperto essere il suo avvocato. Spariti tutti, dirigenti, fiancheggiatori, esperti di comunicazione... Mi ha fatto un po’ pena, al punto che il vecchio cronista s’è sentito in dovere (e con me Pertoldi senior) di intrattenerlo un attimo, di manifestargli un minimo

24 | 01 06 2016 | TremilaSport+

centravanti ventisettenne arrivato dall’Ascoli per due miliardi e mezzo di lire, anch’egli appena presentato in una calda giornata estiva e poi abbandonato solo, sulla ghiaia del cortiletto: “bronzo” teutonico, bellissimo ed elegante nella giacchetta a quadretti bianchi e neri. Non un segno di impazienza o d’insofferenza. Proprio come Bepo, anche lui elegante a modo suo nel completo scuro, cravattina parimenti scura, il solito cappellino nero con frontino che gli ombreggia, proteggendoli, gli occhi. Se tanto mi dà tanto, volendo quindi caricare certi segnali (anche quello della costante di Ascoli: Bepo vi è nato, Oliver vi ha giocato), auguriamo a Iachini la stessa fortuna che Bierhoff ha avuto a Udine, la


UDINESECALCIO CHIAMATEMI BEPO Giuseppe Iachini detto Beppe. Ma ha accettato la nuova versione alla friulana: chiamatemi Bepo.

al meglio le direttive del plenipotenziario figlio Gino. Paga Giaretta - che ci teneva molto a continuare la storia bianconera, ora decisamente più facile... - e non altri che negli ultimi due anni non è che abbiano contribuito granchè, anzi defilandosi nei momenti peggiori, a tappare le falle tecniche e di rapporti. I

MERCATO

KUZ E ZAPATA DA TENERE

nomi che si sono uditi negli ultimi tempi per la sostituzione, nomi di personaggi con un certo pedigrée, non mi convincono. L’Udinese cerca un ds di alta professionalità, di basso profilo perchè non faccia ombra, che esecutore fedele piuttosto che capace di iniziativa. E che costi poco.

Sentivo l’altra mattina alla radio Marcello Lippi perorare, da nuovo direttore tecnico delle nazionali, la causa azzurra, attraverso iniziative per favorire il risorgere dei vivai, per valorizzare i talenti che esprime la B, insomma per immettere più calciatori italiani nel nostro campionato malato di esterofilia. E suggeriva, per superare le normative comunitarie, un grande summit dei presidenti della serie A per sancire un patto tra gentiluomini: quello di schierare almeno cinque-sei italiani nelle nostre squadre. Il modello, insomma, dovrebbe essere il Sassuolo. Tanta ingenuità ha stupito anche i conduttori della trasmissione. Lippi, in pratica, chissà in che mondo vive se non sa che in Lega mai e poi mai passerà un progetto del genere, neanche se a mediare intervenisse papa Bergoglio. La sensazione, comunque, è che si stia facendo largo un minimo di coscienza (e autocritica) sul tema e che, progressivamente, si andrà a una correzione spontanea, dettata da esigenze oggettive di dare identità meno incerte alle nostre squadre. Anche l’Udinese, che assieme all’Inter ha dato “scandalo” per la presenza di 22 stranieri in campo, correggerà il tiro, oltretutto dovendo sostituire lo storico nucleo italiano rappresentato da Di Natale, Domizzi, Pasquale e Pinzi che dava il tono allo spogliatoio. E

ciò nonostante la galassia pozziana abbia perso il Granada (ceduto ai cinesi per soli 37 milioni di euro: e il resto?) sperimentato “pulitore” di extracomunitari. Immissioni italiane a parte, oggi sono due i nomi in evidenza all’Udinese: quelli di Kuzmanovic e di Zapata. Il ventottenne centrocampista, arrivato a gennaio, vorrebbe restare e l’Udinese è d’accordo: il serbo, infatti, ha convinto per tempra, personalità, capacità di guidare la squadra sia pure nel ruolo inusuale di centrale mediano. Ma riscattare il suo cartellino dal Basilea costerà 3 milioni. Se gli svizzeri scenderanno di un milioncino, Kuz sarà consegnato a Iachini. L’Udinese vorrebbe tenersi anche per il secondo anno di prestito Zapata, che invece il Napoli - dietro versamento di una penale intenderebbe prelevare per girare al Sassuolo. Ridendo e scherzando, e con limiti tecnici evidenti, “El panteron” ha segnato 8 gol in 24 apparizioni, e patendo in mezzo un grave infortunio. Insomma: si sa ciò che si lascerebbe più che avere certezze in chi è arrivato (Hamdi Harbaoui, trentunenne punta tunisina del belga Lokeren) o potrebbe arrivare, ossia il centravanti El Arabi, ventottenne marocchino di proprietà Udinese, che con i suoi gol ha mantenuto ancora il Granada nella Liga ma tutto da sperimentare nel nostro campionato. (i.c.)

L'INTERVENTO

A PROPOSITO DI COMPLEANNI Qualche tempo fa si è svolta a Cormòns una tre giorni dedicata allo sport, con la prima giornata ai 120 anni dell’Udinese (1896-2016). Alla presenza di noti giornalisti sportivi locali e del patron dell’Udinese calcio, Giampaolo Pozzo, sono stati ripercorsi gli anni più gloriosi della società. Da una indagine, i cui risultati proponiamo ai lettori, risulta che non tutti sono d’accordo con l’anno di fondazione indicato nella circostanza. Il 10 gennaio 1875 venne costituita a Udine la Società di Ginnastica e Scherma allo scopo di favorire “lo spirito di associazione tra i giovani”. Il Senatore Gabriele Luigi Pecile, propugnatore dei “giuochi ginnici e con la palla che contribuiscono alla disciplina, preservano dall’effeminatezza, conducono all’astinenza, abituano al coraggio e al sentimento della propria difesa” e che il “football che i francesi chiamano barette e

che in Italia è spesso calunniato... perché non ne sanno distinguere le varie specie... viene giocato dalle scolaresche in Germania e in Inghilterra... è un giuoco che non offre pericoli e che bisogna introdurre nelle scuole e tra il popolo.” L’appello del Senatore e Sindaco di Udine, Gabriele L. Pecile, fu accolto con entusiasmo anche dai frequentatori della Società di Ginnastica e Scherma, e la loro bravura spinse i dirigenti a partecipare, con una squadra, ad un torneo interregionale organizzato a Treviso nel 1896. La compagine friulana, composta da studenti e operai, conquistò il primo posto sotto la direzione di un arbitro che ignorando l’uso del fischietto (peraltro già usato in Inghilterra fin dal 1878) orchestrò il gioco con urla e gesti, aumentando così un non trascurabile spettacolo. Un labaro ed una corona di quercia furono il premio ritirato dal capitano e centravanti udinese Antonio Dal Dan.

Dunque l’anno di grazia 1896 può essere ritenuto, a giusta ragione, la pietra miliare del Calcio a Udine, però sotto l’egida della Società di Ginnastica e Scherma. Il seguito: nel 1911 nell’ambito della Società di Ginnastica e Scherma, sorse una sezione autonoma per il gioco del calcio denominata Associazione del Calcio a Udine, che nel 1919 farà parte dell’Associazione Sportiva Udinese (A.S.U) assieme alla ginnastica, all’atletica e al ciclismo. Tuttavia nel 1923 l’assemblea dell’A.S.U decise di disfarsi della sezione calcio, a causa del deficit accumulato nel partecipare ai vari campionati. Pertanto questa data, (1923) verosimilmente, può essere ritenuta quella di fondazione dell’attuale Udinese Calcio, allora presieduta da Alessandro del Torso, nobile mecenate, olimpico nello skeleton a Saint Moritz nel 1924. Faustino Anzil

TremilaSport+ | 01 06 2016 | 25


SIDICEVA...

si diceva...

IO SPERIAMO

CHE ME LA CAVO

Ero orgoglioso di portare la borsa a mio fratello Gigi, pugile dell'Apu

Vita e sport nelle pagine del libro di Roberto Cainero, fotografia di “udinesità” passata e presente

Q

uando il bagaglio di esperienze e di ricordi si fa corposo, nasce spesso in molti l’idea di un libro in cui rendere partecipi i lettori della propria vita. Alcuni se lo fanno scrivere mentre altri, come Roberto Cainero, che da buon giornalista sa come agire con carta e penna (o per meglio dire, oggi, con il computer), ci pensano da soli. Così è nato questo La mia strana, bella famiglia (singolare lo “strana” prima del “bella”), in cui Cainero, udinese di via di Mezzo (laterale di viale Ungheria, strada di campioni come il pugile Vecchiatto e il calciatore Macor, commenta l’autore), riferisce di personali situazioni di vita familiare in cui ha una parte importante anche lo sport. “E’ un libercolo”, minimizza l’autore, che in una quarantina di pagine, vivacizzate da foto d’epoca, ha sintetizzato con efficacia e sentimento il proprio percorso, iniziato il 10 marzo del 1938, con la madre, allora trentacinquenne e con due figli già grandicelli, a darlo alla luce in un’età a quel tempo considerata “avanzata” per procreare. Lo sport, appunto, con il fratello maggiore Gigi a praticare la boxe nell’Apu e lui orgoglioso di portargli la borsa e di conseguenza ad entrare gratis agli incontri nella palestra di Largo Ospedale Vecchio. Tempi in cui il pugilato udinese viveva di grande gloria, con Vecchiatto, Vogrig, Venzo, Battistutta e altri, sotto la guida dei maestri Klaus e Morgante.

26 | 01 06 2016 | TremilaSport+

RICORDI Roberto Cainero bambino con la famiglia nel '46 e nella squadra del Carmine, accosciato al centro


SIDICEVA...

Lui, Roberto, cominciò invece a dedicarsi al calcio, giocando a vari livelli con S.Gottardo, Pozzuolo e Ricreatorio Porzio, andando anche in prova alla Spal, dove conobbe campioni come Maschio, Bozzao e Fontanesi. Passione che mantenne viva anche da giornalista, conducendo sui teleschermi di Rdf (emittente molto nota negli anni ’80) la trasmissione Alè Udin, ospitando i campioni bianconeri del tempo, in primis Zico. Ma non solo calcio, nel suo curriculum professionale, perché anche automobilismo, scherma e tennis costituiscono da sempre dei suoi cavalli di battaglia. Una vita, quella di Roberto Cainero, che lui stesso autodefinisce da film di Lina Wertmuller, una sorta di “Io speriamo che me la cavo”, che sintetizza appieno un iter non sempre facile, a cominciare da un’infanzia caratterizzata dall’abbandono della famiglia da parte del pa-

dre, Francesco, per tutti Chechin. “Avrei voluto chiamarlo papà – scrive amaramente l’autore all’inizio del libro – ma per me era ed è rimasto un amico”. Ma lui, Roberto, se l’è comunque cavata piuttosto bene e lo si capisce scorrendo le pagine di un “libercolo” fotografia di momenti vissuti che coinvolge e a tratti commuove. (e.f.)

GIORNALISTA Sopra, con Zico in Alè Udin, da lui condotta a Rdf negli anni '80

La mia è stata una vita da "io speriamo che me la cavo" TremilaSport+ | 01 06 2016 | 27


NONSOLOSPORT

CULTURA

Novità su mostre, spettacoli, eventi, personaggi del panorama culturale

MOSTRE

MC CURRY, FOTO SENZA CONFINI

M

olti sono i fotografi che hanno girato il mondo in lungo e in largo per documentare realtà diverse, per restituire la propria visione di luoghi e persone che forse solo a loro è capitato di notare. Steve McCurry è certamente uno di loro, ma è anche molto di più. Il viaggiare costituisce le fondamenta del suo mestiere: la prima volta in cui si recò in India, nemmeno ventenne, capì infatti che nella vita si sarebbe dedicato primariamente a questo. L’Asia, così variegata, sembra essere il continente che nel corso della sua carriera lo ha attratto di più. Nel 1979 i suoi rullini furono i primi a mostrare al mondo intero la situazione dell’Afghanistan durante l’invasione russa: un successo di livello internazionale, in occasione del quale fu insignito del primo grande premio per la fotografia di reportage. Da queste immagini, frutto di quel coraggioso viaggio, si parte alla ricerca di volti, tradizioni e costumi che sembrano provenire da un presente incastrato in un passato remoto. “La macchina fotografica come unico passaporto” per una vita “Senza confini”, titolo, quest’ultimo, della mostra aperta ancora per una decina di giorni alla galleria Harry Bertoia di corso Vittorio Emanuele II a Pordenone. Una panoramica dei lavori più significativi del fotografo americano che, grazie alla sua proverbiale pazienza e tenacia nell’attesa del giusto momento, è capace di incantare chiunque con i suoi studiati scatti. Maestro nella ricerca delle esatte proporzioni e nel sapiente contrasto di colori, recentemente non a caso ha collaborato anche con il famoso brand di moda casual Jacob Cohen, con cui ha in comune la filosofia di viaggio come bisogno interiore, come stile di vita. L’aspetto più interessante della mostra è la possibilità di evitare il classico percorso studiato a tavolino secondo cui è necessario visitare prima una sala, poi l’altra, ma si può spaziare da un’opera all’altra, peregrinando all’interno della galleria, proprio come l’autore ha fatto fra India, Cina, Sud-Est asiatico, Medio Oriente e America Latina. La mostra è visitabile dal mercoledì alla domenica, dalle 15 alle 19, al prezzo di 3 euro. Massimo Gaudino

L’ANGOLO DELLA

LETTURA

ALBERTO GIUFFRE’

UN’ALTRA AMERICA MARSILIO

Si chiamano Rome, Milan, Naples, Venice, Florence, Palermo, Verona, Genoa. Sono otto città americane, in otto Stati diversi: da Ovest a Est, da Nord a Sud. Sono le protagoniste di Un’altra America, un “giro d’Italia” dentro i confini statunitensi. Sono punti sulla mappa che, uniti, disegnano una realtà sconosciuta, con le sue ansie, i suoi simboli, le sue ambizioni, le sue frustrazioni. L’America che suona e quella che cerca di scrollarsi di dosso il titolo di «patria del cibo spazzatura». L’America che porta i figli a sparare con i fucili e quella che cava milioni di dollari dalle start up tecnologiche e dal petrolio. Storie, paesaggi, leggende, personaggi di posti quasi del tutto fuori dalle rotte turistiche tradizionali.

CHRISTIAN jACQ

IL LADRO DI ANIME TEA

Il principe Setna e la sua amata Sekhet continuano la loro lotta contro il Male. Mentre la corte di Ramses è sconvolta dalla notizia che Setna è morto annegato, il figlio del faraone, sano e salvo, si sta dirigendo verso la città di Bastet, nella speranza di ritrovare il vaso sigillato che contiene il segreto di Osiride, strumento indispensabile per fermare il mago nero. Ma le forze del Male possono prendere forme inaspettate e ingannevoli, e l’amore di Setna per Sekhet, oltre che il suo coraggio, rischiano di infrangersi contro ostacoli quasi insormontabili.

LINDA CASTILLO

DOPO LA TEMPESTA TIMECRIME

Quando un tornado si abbatte su Painters Mill dissotterrando dei resti umani, spetta al capo della polizia Kate Burkholder la responsabilità di effettuare i primi rilievi e comunicare il ritrovamento delle ossa alla famiglia. Da subito la vicenda appare più complessa di quanto non sembri: emergono alcuni dettagli inquietanti, indizi che portano a pensare che quella morte non sia stata accidentale. Dietro al macabro rinvenimento si nasconde qualcosa d’indecifrabile, un mistero che risale a molti anni prima e affonda le radici nel cuore della comunità amish cui anche Kate una volta apparteneva: la stessa comunità che ora sembra fare di tutto per proteggere il proprio segreto.

28 | 01 06 2016 | TremilaSport+

KATE ATKINSON

jORGE ZEPEDA

NORD

MONDADORI

UN DIO IN ROVINA Nato in un’agiata famiglia inglese alla vigilia della prima guerra mondiale, Teddy Todd è un ragazzo sensibile, amante della poesia, affezionato ai genitori e all’adorata sorella Ursula. Ed è proprio per proteggere loro che, allo scoppio della seconda guerra mondiale, decide di arruolarsi in aeronautica. Ma un giorno la guerra finisce, ed è come se il destino gli avesse giocato un brutto scherzo, perché contro ogni aspettativa la sua vita è ancora lì, tutta da vivere. Un dio in rovina è il racconto della lunga esistenza di Teddy – figlio, fratello, pilota di caccia, marito, padre, nonno – e, attraverso la storia di Teddy, è anche il racconto di un secolo, il Novecento, che ha visto il mondo cambiare a una velocità vorticosa.

MILENA

Costretta a prostituirsi fin dall’adolescenza, Milena ha finalmente la possibilità di scappare dopo che il suo protettore, Rosendo Franco, pezzo grosso dell’informazione e proprietario del quotidiano “El Mundo”, muore per un attacco di cuore proprio mentre sta facendo sesso con lei. Durante la sua fuga disperata, la ragazza incontra “los Azules”, un trio di amici formato dal giornalista Tomás Arizmendi, Amelia Navarro, capo del partito di opposizione, e Jaime Lemus, ex agente dei servizi segreti. I tre cercheranno di aiutare Milena ma allo stesso tempo, grazie alle informazioni contenute in un misterioso taccuino nero da lei custodito, proveranno a smascherare la collusione del governo messicano con la mafia ucraina.


le belle di TremilaSport

Anna

Sweet Pepper

UDINESECALCIO


le belle di TremilaSport

30 | 01 06 2016 | TremilaSport+


le belle di TremilaSport

TremilaSport+ | 01 06 2016 | 31


le belle di TremilaSport Anna Triscari definisce stimoli ed effetti del burlesque, arte di cui è un’apprezzata interprete

IL BURLESQUE,

L'ARTE DELLA SEDUZIONE

D

olce e piccante. Così si definisce Anna Triscari, che con il nome d’arte di Sweet pepper è un’apprezzata interprete di burlesque, arte che negli ultimi anni ha assunto una sempre maggiore importanza nel campo dello spettacolo e che lei insegna nella sua scuola di Manzano, la Art Harmony Dance. “Arte di cui, dopo la curiosità iniziale, ho fatto una professione definita Burlesque performer and dance coach – dice Anna . Un percorso perfezionato nel tempo con la partecipazione a corsi ed esibizioni in Italia e nel quale m’impegno ad inserire

32 | 01 06 2016 | TremilaSport+

le mie allieve, a cui sottolineo sempre che non basta avere un bel corpo ma ci vuole anche e soprattutto professionalità”. Uno spettacolo teatrale con seduzione, Anna definisce il burlesque, cui si avvicinano inizialmente, spiega, ragazze alla ricerca di qualcosa di “pepato” nella loro vita: “Alcune vogliono così combattere la loro timidezza, altre sono alla ricerca di una maggiore autostima, altre ancora vogliono ravvivare il loro rapporto di coppia o migliorare il portamento o gratificare una natura esibizionista. In linea generale le stimolo alla consapevolezza di essere donne,

dicendo loro che anch’io sono essenzialmente timida ma che quando mi esibisco ascolto il mio corpo e provo un senso di libertà totale”. Con il suo gruppo, Sweet pepper and the Peperettes, Anna ha partecipato ad un originale calendario benefico e il suo impegno è ora volto pure al coinvolgimento dell’elemento maschile nel burlesque: “Attorno alla nostra forma di spettacolo c’è forse ancora la convinzione che si tratti di un’arte al femminile, ma così non è, e nel prossimo futuro mi aspetto che vi si approccino anche dei maschietti, che sicuramente ne trarranno soddisfazione”.



BASKET

ALLE NAZIONALI Fisicità e tecnica nell'Under 16 della Virtus Feletto che Lorenzon (secondo da destra in piedi) guida alle finali di Caorle.

di EDI FABRIS

LORENZON STIMOLA: RAGAZZI, PROVIAMOCI! Nelle finali nazionali di Caorle, l'Under 16 della Virtus Feletto è stata inserita in un girone di ferro con le romane Eurobasket e Stella Azzurra e con la Reyer Venezia

E

adesso, dopo le promozioni in serie di qualche anno fa con i senior dell'allora Nbu, Tiziano Lorenzon ci prova con l'Under 16 della Virtus Feletto, che il tecnico di origine romana di Manzano ha condotto alle finali nazionali che avranno luogo a Caorle dal 20 al 26 giugno prossimi. «Un banco di prova severissimo - considera Lorenzon - perchè siamo stati inseriti in un girone di ferro con le romane Eurobasket e Stella Azzurra e con la veneziana Reyer. Ma anche negli impegni precedenti i ragazzi hanno dimostrato di essere forti contro

34 | 01 06 2016 | TremilaSport+

le forti, dunque sono fiducioso e ho detto loro "proviamoci". D'altra parte non abbiamo nulla da perdere, siamo sereni e ricchi di stimoli".Un 'attesa piuttosto lunga, da qui all'inizio della fase finale, che può essere vantaggiosa o controproducente, a seconda delle diverse situazioni. «Certo - conferma il tecnico - : in questi casi o ne approfitti per sistemare ciò che non va oppure perdi la forma fino a quel momento acquisita. Io naturalmente mi auguro di far parte della prima casistica!». Esordio contro l'Eurobasket, teoricamente la più abbordabile del girone: «Ma personalmente evito di fare que-

sta considerazione - glissa Lorenzon - , perchè chi è arrivato fino alle finali le sue potenzialità le ha ed è bene non guardare al maggiore o minor blasone degli avversari». A quel punto la Virtus Feletto è giunta accedendo alla fase interregionale dopo aver spareggiato con la terza del girone toscano e ritrovandosi poi ad affrontare un terzetto piuttosto temibile: «E qui abbiamo fatto tre su tre contro l'emiliana S.Lazzaro, la Benetton e la prima del girone campano - gongola il coach della Virtus -, centrando un nuovo obiettivo parziale a priori imprevisto. Ma nulla comunque è casuale, perchè alle spalle c'è un lavoro serio, un progetto iniziato un anno e mezzo fa e che con rapidità sta dando i suoi frutti. Un successo di squadra, il nostro, nobilitato anche da alcune individualità di rilievo. Ma sotto questo aspetto nomi preferisco non farne, perchè la mia filosofia è quella della pacca sulla spalla ai ragazzi ma senza farli sentire comunque protagonisti "arrivati". A quell'età, comportandosi diversamente, si corre il rischio di rovinarne l a crescita». LAVOROTutti hanno dato tutto, sottolinea Lorenzon, che dal canto proprio ha operato sotto diversi aspetti: «Alla base c'è il lavoro sui fondamentali, intesi non solo come palleggio, passaggio e tecnica di base in genere ma anche nel sapersi posizionare in difesa e in attacco , nel contropiede, insomma nel saper stare in campo. E poi ho prestato molta attenzione al fattore psicologico, ad inculcare nei ragazzi dei principi semplici ma efficaci, dicendo loro che nel basket non basta correre e saltare ma è necessario credere in ciò che si fa. In sostanza ho detto loro che solo

lavorando seriamente e credendoci è possibile approdare alle finali e per ora l'obiettivo è stato centrato. Potremmo anche vincere il titolo, perchè no, mai porre limiti alla provvidenza. Ma se non succederà, tutto sarà andato ugualmente benissimo». Niente nomi, sottolinea Lorenzon, tranne naturalmente quelli dei suoi collaboratori fidati: «Particolarmente a livello giovanile è fondamentale l'apporto dello staff e sotto questo aspetto desidero citare in primis il presidente Roberto Caruso e i dirigenti Gino Rossi e Renato Monticelli, oltre naturalmente al mio vice-allenatore Cristian Romeo».Guardando a se stesso, Tiziano Lorenzon esprime invece uno stato d'animo entusiastico: «Lo ammetto, conducendo

Il basket che propongo vuole essere efficace per tutti, senza troppe alchimie questo gruppo alle finali nazionali ho provato una soddisfazione enorme, una delle maggiori della mia carriera, soprattutto diversa dalle altre. E' impagabile infatti la certezza della concretizzazione del proprio lavoro, quello a cui ho creduto sin da quando mi è stata affidata la squadra. Ho intravisto infatti in molti dei ragazzi delle notevoli potenzialità, oltrechè la fisicità derivata dagli innesti di alcuni che militavano anche nell'Under 18 e in prima squadra in serie D, e mi sono impegnato a svilupparle. In sostanza ho sempre guardato in alto, chiedendo lo stesso anche ai ragazzi». E niente particolari alchimie tattiche nel suo tipo di gioco, sottolinea: «La pallacanestro che propongo vuole essere efficace per tutti, un credo che evidentemente è stato recepito al meglio dai giovani che mi sono stati affidati».


BASKET SERIE C GOLD

NIENTE PROMOZIONE MA SONO SODDISFATTO

CAMPIONATI

BASKET SCHOOL E SBRINDELLA, CHAMPAGNE PER DUE UDINESI

V

È

finita a gara-2 sul parquet di Caorle dopo una tiratissima partita conclusasi per 72-68 a favore dei padroni di casa, la corsa di Tarcento verso la possibilità di giocarsi la finale della serie C Gold e la promozione nella categoria superiore. “Purtroppo ha pesato molto nell’economia della serie la pesante sconfitta interna di gara -1 dove siamo scesi in campo senza due pedine per noi fondamentali come Gaspardo e Barazzutti – ha tenuto subito a precisare il tecnico Alberto Andriola – . Gara -2 è stata invece giocata alla pari e ci è mancato veramente poco per riuscire nell’impresa di portare Caorle alla bella in quel di Tarcento dove avremmo potuto giocarci le nostre chance contando su di un maggiore recupero dei nostri giocatori non in perfette condizioni fisiche quali Barazzutti, Baccino e Vidani". Nonostante la palpabile delusione per la finale sfumata, il tecnico di Tarcento si è ritenuto soddisfatto del percorso compiuto dai suoi ragazzi in questa stagione e nella precedente: “Dopo aver dominato regular season e play-off nella scorsa stagione della C Silver, quest’anno, da neo-promossi in C Gold, siamo stati sempre in testa alla classifica raggiungendo, prima squadra del Friuli Venezia Giulia, anche la finale nazionale di Coppa Italia a Roma". Un impegno che è costato molte risorse psico-fisiche, aggiunge Andriola: "Costo che si è tradotto poi in una serie di infortuni a uomini chiave in momenti topici. I play off, si sa, sono poi un campionato a parte e noi non vi siamo arrivati evidentemente al meglio, dato quanto avevamo speso in precedenza. Il mio giudizio sull’annata resta comunque estremamente positivo, nonostante il rammarico personale di non essere riuscito a giocare con la mia squadra nelle migliori condizioni

Tarcento è una piazza che necessita di essere cestisticamente sollecitata la finale contro San Vendemiano.” Come ha reagito l’ambiente tarcentino alla sconfitta in semifinale? “In modo tiepido, in maniera non molto diversa di come aveva accolto i nostri successi precedenti. Senza tanti giri di parole, Tarcento è una società con un presidente appassionato e con una piazza, dal punto di vista della passione cestistica, che necessita di essere sollecitata .” Quale il futuro della squadra e di Alberto Andriola per il prossimo campionato? Si tenterà di nuovo la scalata? “Dopo due anni di successi e una stagione che si chiude con una delusione da metabolizzare, la società dovrà fare le necessarie valutazioni e la situazione su questo versante è ancora fluida. La dirigenza conosce bene le potenzialità della rosa e di ciò che è necessario per garantire la permanenza del basket a questi livelli a Tarcento. Da parte mia sono in attesa di un confronto e, com'è ovvio che sia, nelle mie valutazioni circa il prossimo futuro la precedenza assoluta è rivolta verso ciò che mi prospetterà la società, con la quale, ripeto, ho lavorato bene raggiungendo importanti risultati sportivi.” Giuseppe Passoni

incere è meglio che perdere, considerava con divertente ovvietà il compianto Massimo Catalano, negli anni ’80 fra i protagonisti degli show comico-demenziali televisivi di Renzo Arbore. E a dargli ragione sono ora due squadre udinesi che di recente hanno centrato il massimo obiettivo stagionale, la Basket School femminile, neopromossa in A2, e nel pianeta-Uisp la Sbrindella Udine del presidentissimo Paolo Pizzocaro, vincitrice dello scudetto di categoria. Budget e impegni diversi ma stesse soddisfazioni di fondo. Per le ragazze allenate da Waldi Medeot, vecchia volpe dei parquet, e guidate dalla capitana Debora Vicenzotti (nella foto), un successo sostanzialmente annunciato, visto il loro ruolo di capoliste incontrastate della serie B dalla prima all’ultima giornata, confermato dalle vittorie nei play off, ultima delle quali contro Milano dell’ex De Gianni. I ferri in acqua il presidente De Biase li ha già messi in vista della prossima stagione, riconfermando sulla panchina Medeot, con cui nei prossimi giorni parlerà del piano di rafforzamento, fermo restando il credo societario nello sviluppo del vivaio. Per la Sbrindella il discorso è ovviamente diverso. Qualche anno fa il presidente Pizzocaro decise di passare dai campionati Fip a quelli meno onerosi della Uisp e con un organico di sostanza. Ma non fu facile, perché inizialmente a sbarrare la strada agli udinesi sulla strada del titolo furono soprattutto i triestini del Dai & Vai, battuti ora al termine di una combattuta serie di tre incontri e con il fattore campo a risultare decisivo. In gara-3, nel 65-61 finale, essenziale il neo-papà Max Tarvis, autore di 22 punti, ma ottime anche le prestazioni di Perraro e Del Gobbo con 10 punti a testa. Di futuro in questo campionato non si parla, casomai di mantenimento, e la Sbrindella, con il suo organico ancora relativamente fresco e di qualità, può sicuramente puntare ad una prossima riconferma. (e.f.)

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BASKET CALCIOUDINESE

"CERNICH", MARINELLI D'ORO Per la quarta volta in nove edizioni, lo scientifico Marinelli fa suo il Torneo Ezio Cernich, battendo in una finale meno combattuta del solito i tradizionali avversari del Malignani per 59-48. Arma in più dei liceali Marco Bacchin (numero 13 dei gialli nel fotoservizio realizzato da Silvano Zandonella), autore di 23 punti. E a far festa è stato anche lo Stringher guidato in panchina da Beppe Anania, che ha sconfitto nel girone Elite lo Stellini di Luigino Sepulcri per 65-38, ottenendo così il diritto ad inserirsi nel quartetto di Eccellenza nella prossima edizione della manifestazione. Prossima edizione che dal punto di vista organizzativo potrebbe passare di mano, visto che il professor Maurizio Ivancich, insegnante di Educazione fisica allo Zanon, andrà prossimamente in quiescenza. E spettacolo negli intermezzi della finali al palasport Benedetti è stato pure quello di ginnastica e danza coordinato dalla professoressa Sandra Fregonese, con anche la partecipazione della neocampionessa del mondo di danza del ventre, Roberta Gazzetta.

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UDINESECALCIO BASKET

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VOLLEY

ROjALKENNEDY Momenti di esultanza del settore giovanile.

ROjALKENNEDY

UN MATRIMONIO FELICE

Unite ma indipendenti, Kennedy e Rojalese puntano molto sul settore giovanile

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empre più spesso nel mondo sportivo regionale si assiste a dinamiche di collaborazione fra società vicine per arginare il pericolo di dispersione. E’ il caso di due società pallavolistiche storiche molto antiche che si stanno accingendo a festeggiare il mezzo secolo di vita, l’Asd Kennedy di Adegliacco e l’Asd Rojalese di Reana del Rojale. Il sodalizio RojalKennedy nasce così dalla collaborazione fra le due società presiedute rispettivamente da Maurizio Casco e Clara Beltramini. Un matrimonio felice. I due presidenti ci spiegano l’entità del anni di vita rapporto, i suoi punti di forza e le delle due società sue problematiche. Così si esprime Maurizio Casco: “Ormai sono molti anni che le due società intersecano il loro operato pur mantenendo i loro assetti societari ben distinti. Con la nascita effettiva del progetto RojalKennedy più di cinque anni fa, abbiamo voluto allargare le basi e dare opportunità ad ogni atleta di giocare ai massimi livelli, sfruttando potenzialità di ogni tipo, alte, medie e basse. Nei limiti delle nostre strutture, ci impegniamo affinchè giochino tutti. Credo che questo abbia delle ripercussioni anche sociali giuste". Ora inizia il periodo più duro dell’anno, aggiunge Casco: "Mettere sul tavolo i numeri e creare nuovi entusia-

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Rojalkennedy - Pallavolo Staranzano smi per la prossima stagione. Le nostre squadre sono formate a partire dall’Under 13 attingendo dai due serbatoi delle singole società. Solo il minivolley lavora in autonomia. Per tutto il mese di giugno abbiamo in programma degli allenamenti collegiali al fine di far conoscere le ragazze e far conoscere loro i tecnici che dovranno collaborare durante l’annata sportiva. Bisogna considerare i diversi bacini d'utenza alle spalle delle due società: Tavagnacco con 15.mila abitanti e

Reana con 5mila. Più la base è larga e più è facile operare". Un rapporto a due sostenuto da grande fiducia: "Si lavora per seminare buona pallavolo. Il colore della maglia non è così importante e in passato ciò ha creato addirittura una certa confusione nelle atlete, che ci chiedevano con chi fossero tesserate! I nostri obiettivi stagionali sono stati rispettati, con il mantenimento delle categorie C e D in campo regionale, anche se con una certa difficoltà. Mi preme chiarire ancora una volta che siamo un cantiere aperto. Quando i gruppi cambiano molto non è semplice trovare una quadratura. Ma questo rimescolamento è anche la nostra forza". GIOVANILI In questo ambito molta soddisfazione, con le squadre Under 14, 16 e 18 arrivate fra le prime quattro a livello provinciale: "Non avevamo l’ambizione di vincere le fasi finali ma ciò ci fa ben sperare per il futuro. Il ricambio nasce se il settore giovanile fermenta. Un emblema della nostra collaborazione come RojalKennedy è rappresentata dall'Under 18, che ha giocato anche la C, la D e la Prima Divisione: le ragazze si ritrovavano a giocare la partita provenendo da tre allenatori diversi. Perciò è fondamentale la comunicazione delle singole parti per evitare stonature. Alla fine questo esperimento è stato definito "la nostra rappresentativa" e ha suonato una bella musica". L’Under 16 ha


VOLLEY

disputato anche la Seconda Divisione, giocando a sorpresa lo spareggio per la promozione: "Un’annata quindi decisamente positiva considera Casco- , con idee che non sono mai mancate. Magari i soldi sì... Purtroppo sento dire che il volley femminile a livello regionale e provinciale è un prodotto che non si riesce a vendere bene. Questo è giusto, forse per incapacità delle società, che non sempre riescono ad avere una prima squadra di riferimento. Fare l’A1 o l’A2 aiuterebbe enormemente ad attrarre giovanissime desiderose di arrivare a certi livelli". E non sempre c’è la giusta visibilità sui media: "Dei campionati giovanili non si parla, tranne che per le fasi finali. I nostri sponsor sono amici ma certo non bastano per realizzare salti di qualità troppo azzardati. Uno degli aspetti positivi del nostro sodalizio è rappresentato dalla condivisione degli impianti che ci permette di aggirare problematiche pesanti di gestione". TECNICI "Servirebbero molte più ore da passare in palestra con tecnici qualificati. Sia noi che la Rojalese lavoriamo per portare il volley nelle scuole primarie e secondarie. Il prossimo anno festeggeremo i cinquant'anni di attività, anche se di pallavolo ad Adegliacco si parlava già prima del 1967 quando un grup-

Purtroppo molte famiglie chiedono risultati per i loro figli portanza". Riguardo al fatto che la pallavolo venga spesso giudicata come uno sport al femminile, Casco considera: "Indubbiamente le donne sono più portate al sacrificio, alla dedizione per uno sport metodico e ripetitivo. Bisogna avere le idee chiare per investire in qualità. Per far ciò servono tecnici preparati e i genitori devono capire che le atlete si annoiano a giocare a palla prigioniera. Bisogna alzare l’asticella. Nel pordenonese il livello è molto superiore. La Federazione potrebbe aiutare tutto l’ambiente organizzando corsi qualificanti per gli allenatori. Noi ci consideriamo fortunati ma in generale si potrebbe fare molto di più”. LA ROjALESE Clara Beltramini, presiden-

entrare questo tipo di mentalità basato sul concetto forte di RojalKennedy. In realtà non si tratta di fusione ma rimaniamo due società ben distinte anche nei bilanci. Mettiamo in comune le risorse umane consapevoli che per andar d’accordo bisogna essere disponibili ad andare oltre l’interesse specifico ed avere una visione prospettica. Noi in un comune di 5000 abitanti facciamo fatica a comporre una squadra con cinque bambini, quindi dobbiamo ricorrere al rinforzo offerto dalla nostra osmosi programmatica". FAMIGLIE "E' importante rispondere alle esigenze di tutti i nostri utenti. Purtroppo molte famiglie non si accontentano di avvicinare allo sport i loro figli e chiedono certi risultati che se poi non arrivano determinano prese di posizione forti come l’abbandono. Ciò può essere deleterio per le piccole società come le nostre se non si investe in qualità, pur rimanendo legate fermamente alla nostra mission di far giocare tutti, nonostante le differenze di livello". Obiettivo, sottolinea la Beltramini, è far lavorare i tecnici insieme, uniformando metodi di lavoro e di allenamento: "Però deve esserci da parte loro la disponibilità a mettersi in gioco con altri colleghi, senza chiudersi dietro l’idea

LA FORMAZIONE UNDER 16 petto di amici, spinti dall’emozione per l’omicidio del Presidente americano John Kennedy, iniziò a riunirsi in un campetto all’aperto in parrocchia fondando il gruppo sportivo. Niente palestre, niente docce calde, campi in terra e ghiaia e trasferte in bicicletta, anche fino a Gorizia. Una storia affascinante che ci fa piacere venga ricordata e valorizzata". La società oggi è prevalentemente femminile anche se è nata come maschile, come appunto il Kennedy: "Anche Franco Bertoli militò con noi e fece molta strada a livello nazionale. Ci piacerebbe riportare i fasti del passato dal punto di vista maschile. Ma siamo consapevoli che oggi si fa fatica: personalmente non riuscirei a fare reclutamento maschile perché una minoranza di bambini nel minivolley poi finisce per abbandonare questo sport, scegliendo altre attività. E’ questo un leitmotiv doloroso per molta parte del movimento regionale. Però guardo il caso del rugby e penso che non più di sei, sette anni fa nessuno lo conosceva. Oggi invece ha assunto molta im-

te dell’Asd Rojalese, dal canto proprio la pensa così: “Stiamo lavorando insieme a partire dall’Under 13 in poi, mettendo in campo tutte le risorse, senza rimanere necessariamente nella società di appartenenza. In questo modo riusciamo a coprire tutte le fasce di età del femminile anche se noi della Rojalese gestiamo anche Under 14, 17 e serie D maschile. Abbiamo cercato di non allontanarci dallo spirito degli inizi, quasi cinquant’anni fa, quando la Rojalese nacque come società maschile, dedicandosi poi negli anni Ottanta alla parte femminile". SCUDERIA "Nel dettaglio abbiamo una serie C targata Rojalese, una serie D targata Kennedy mentre per Under 14, 16 e 18 mettiamo insieme i gruppi in funzione delle esigenze del tesseramento senza guardare all’appartenenza originaria. Ciò è difficile ma non impossibile. Ora inizieremo con dei gruppi di livello per far sì che le ragazze si allenino insieme senza sapere paradossalmente a quale società appartengano. E’ difficile far

del piccolo gruppo, trovandosi a lavorare in palestra con trenta ragazze di diversa provenienza. Mi piace ricordare che non c’è una gara fra noi e il Kennedy per chi fa meglio, e nessuna rivalità. Storicamente i fondatori delle due società erano amici e giocavano negli stessi campetti impolverati". L’amicizia è poi l’aspetto essenziale anche in questa nuova fase di Rojalkennedy: "Ci vuole intelligenza e tempo da dedicare. I buoni risultati ottenuti quest’anno nel settore giovanile sono sicuramente frutto di un certo lavoro in palestra. Vogliamo continuare a lavorare così bene, onorando le categorie di C e D, creando squadre con il nostro vivaio. Non abbiamo certo ambizioni di promozione perché oltre la C non credo siamo pronti dal punto di vista economico, tenendo conto che il nostro tessuto sociale prevede che tutti operino. Per arrivare a certi livelli sarebbe necessario selezionare ma qui tutti lavorano a pari livello”. Biancamaria Gonano

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SPORT VARI CONTRAPPESI Molto esteso in Svezia ma non altrettanto in Italia l'uso di contrappesi alle gambe con funzione di galleggianti.

SWIMRUN, ROBA DA SUPERMEN La nuova disciplina, tra mare e terra, sta assumendo in Italia e in Friuli Venezia Giulia proporzioni sempre più ampie

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LA SCHEDA Nata in Svezia nel 2002, la nuova disciplina fa parte del progetto Multisport dello Csen e l'Italia è il secondo Paese al mondo per numero di gare organizzate. Il prossimo 10 settembre avrà luogo la GradoLignano.

una disciplina nuova di zecca, lo swimrun, parte essenziale del progetto Multisport dello Csen. Un’attività che comunque se non è da supermen poco ci manca. Si tratta infatti di percorrere chilometri di corsa ed altri di nuoto su percorsi affascinanti ma faticosi e un esempio calzante, al proposito, è la gara che il prossimo 10 settembre porterà i concorrenti da Grado a Lignano a bordo laguna, attraverso isole e tratti di mare, su un percorso che gli atleti stessi definiscono meraviglioso. Una disciplina che ha preso avvio nel 2002 in Svezia, quando un gruppo di albergatori mise in atto una gara lungo un percorso che collegava due isole distanti fra loro una settantina di chilometri. Un nuovo sport che in Italia è stato fatto proprio con grande entusiasmo, con gare che ogni anno vengono organizzate in date diverse, dovendo fare i conti con le maree, e che nella nostra Regione vide ufficialmente la luce nel 2012. “Per la prossima da Grado a Lignano, attraverso cinque isole, organizzata dall’Asd Triathlon lignanese, si sono già iscritti 180 concorrenti, per noi il tetto massimo come nel 2015 – preannuncia uno dei protagonisti regionali a tutto tondo dello swimrun, Matteo Piacentini - . Lo scorso anno vinse il mestrino Cauz”. E lo stesso atleta-organizzatore spiega poi quale sia l’attrezzatura di gara degli atleti: “Si corre con la cuffia e si nuota con le scarpe da running di circa 160 grammi dalla suola piatta, con anche i calzini, per evitare l’insorgere di vesciche. In Svezia usano anche dei galleggianti, legati alle cosce, qui da noi invece risultano fastidiosi”.Nulla è lasciato al caso, sottolinea Piacentini: “Dobbiamo ovviamente garantire anche l’incolumità e lo stato di salute dei concorrenti e a tale proposito è stato redatto un piano sanitario di ben 28 pagine”. Il dirigente Eliseo Rainone parla dal canto proprio di sviluppi collaterali: “Lo swimrun valorizza anche il turismo, poiché le gare si svolgono in zone accattivanti delle varie parti del mondo, a tutto beneficio appunto delle zone

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Si corre con la cuffia e si nuota con le scarpe da running e i calzini, per evitare l'insorgere di vesciche interessate, e Grado e Lignano, nel nostro caso, costituiscono un esempio calzante. Insieme ai concorrenti affluiscono infatti nella varie località moltissime altre persone, a tutto vantaggio degli operatori turistici”. Gruppo, quello friulano, che è stato premiato nel 2014 nell’ambito dell’organizzazio-

ne di gare innovative, in un contesto nazionale che sta assumendo proporzioni sempre più ampie: “In Italia annualmente vengono organizzate 16 gare distribuite in 10 regioni: dati che fanno del nostro Paese, dopo la Svezia, il più impegnato nello swimrun”. Edi Fabris

PERCORSI IMPERVI Nelle foto, alcuni passaggi di gara


CAST ESTIVO

UDINESECALCIO

Il Tennis Città di Udine è un’associazione sportiva nata nel 1986 e fin dal 1989, anno in cui sono state realizzate le prime coperture sui campi in terra rossa, ha organizzato la scuola tennis per bambini e ragazzi. L’anno 2000 ha visto la nascita del primo C.A.S.T. estivo con la partecipazione di circa una quarantina di bambini. Dopo 16 anni i numeri sono cambiati, ma l’entusiasmo è rimasto ed è anzi cresciuto. L’associazione si avvale della collaborazione di tecnici e istruttori formati dalla Federazione Italiana Tennis, di diplomati ISEF e laureati in Scienze Motorie.

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PROGRAMMA ATTIVITÀ:

il Centro di Avviamento allo Sport del Tennis (C.A.S.T.) indirizza i bambini alla pratica delle seguenti attività propedeutiche e complementari al tennis: calcetto, basket, pallavolo, badminton, scherma, pattinaggio, tiro con l’arco, atletica leggera, tennis tavolo, aerobica, scacchi.

GIORNATA TIPO:

ore 7.45-9.00 accoglienza ragazzi ore 9.00 inizio attività tennistiche ore 10.30 break per merenda ore 11.00 ripresa attività ore 12.30-13.00 1ª uscita ragazzi ore 13.00 pranzo ore 14.00 tennis (gare e tornei) ore 15.00 giochi sportivi di gruppo cita ragazzi ore 16.00 uscita

PERIODI DI SVOLGIMENTO: GIUGNO: dal 13 al 17, dal 20 al 24, dal 27 al 1° luglio

à Possibilit nsa m io e di serviz 0 € 6,0

LUGLIO: dal 4 all’8, dall’11 al 15, dal 18 al 22, dal 25 al 29 AGOSTO: dal 1° al 5, dall’8 al 12, dal 22 al 26 SETTEMBRE: dal 29 agosto al 2, dal 5 al 9.

TENNIS CITTÀ DI UDINE

QUOTE DI PARTECIPAZIONE FINO ALLE ORE 13.00

QUOTE DI PARTECIPAZIONE FINO ALLE ORE 16.00

1^ settimana € 65,00 settimane successive € 55,00

1^ settimana € 85,00 settimane successive € 75,00

Per i fratelli: 1^ settimana € 60,00 settimane successive € 50,00

Per i fratelli: 1^ settimana € 80,00 settimane successive € 70,00

Ass. Sportiva Dilettantistica - Via del Maglio 10, Udine Tel. 0432/481888 - info@tenniscittadiudine.it - www.tenniscittadiudine.it


Centro Ippico pp Campo p di Bonis

BEN DUE DELLE TRE TAPPE ITALIANE A CAMPO DI BONIS L’Associazione Sportiva Dilettantistica Centro Ippico CAMPO DI BONIS ha una struttura completa e moderna (maneggio coperto, due campi esterni in sabbia, ampi paddock, percorso da cross cat.1-2-34, tondino, spogliatoi con bagni e docce) collegato ad un caratteristico agriturismo tipico Friulano, con servizio di ristoro (cucina casalinga friulana, rispettosa delle tradizioni e delle stagioni) e alloggio in camere confortevoli con arredamento semplice (bagno con doccia, Tv, riscaldamento). L’intera struttura è immersa nel verde di una vallata isolata e incontaminata, il paese capoluogo Taipana dista 4 km. L’ASD Centro ippico Campo di Bonis, affiliato Fise, ospita circa 25 cavalli di diverse razze e organizza varie attività per i suoi soci o per i turisti: corsi di equitazione dal livello p princic piante all’agonismo, stage estivi di perfezionamento con tecnici ecnici federali, centri estivi per ragazzi agazzi dai 8 ai 15 anni, corsi di aggiorggiornamento o mantenimento per istruttori; possibilità di pensione cavalli, anche di fine carriera in comodi box o ampi paddock; trekking di una o più ore accompagnati da tecnici qualificati in sentieri o mulattiere, immerse nel verde dei boschi e dei prati. Campo di Bonis è anche un’azienda agrituristica immersa nella natura friulana, in un angolo di Italia fantastico e incontaminato dove si sposano perfettamente le tradizioni, il fascino dello sport e la magia del paesaggio. Con la sua cucina tipica regionale l’agriturismo Campo di Bonis è l’ideale per le famiglie o per gli amanti della natura, oltre che per chi ama i cavalli. Originale cornice per matrimoni, cerimonie o raduni.

L’ASD Centro Ippico ha creato, con la collaborazione di Austria e Slovenia, un circuito in sei tappe, Il Trofeo di Concorso Completo, che si svolge nell’area geografica conosciuta come Alpe Adria, ovvero in quelle regioni tra loro confinanti ma appartenenti a diverse nazioni: Italia-Austria-Slovenia (Friuli Venezia Giulia-Carinzia-Slovenia). Venez Questo Trofeo mira a far crescere Quest nostri vivai, i giovani cavalieri e i nost incentivare gli amatori, dando ad inc possibilità di gareggiare anche la p o ““all’estero” in categorie di livelllo 1 - 2 - 3, in località distanti pochi chilometri tra loro, con p una conseguente riduzione delu le spese di trasferta. Considerando che normalmente questi concorrenti gareggiano per una coppa o poco più, partecipando al Trofeo AAET accedono invece ad un montepremi finale di ben € 10.000,00 equamente divisi tra Junior e Senior! Questo montepremi fa sì che la base, così importante sia per i bilanci dei Comitati Organizzatori che per il futuro della nostra equitazione, sia incentivata a partecipare in modo continuativo nella disciplina del completo. Campo di Bonis organizza due delle tre tappe Italiane: la prima il 9 e 10 luglio (che oltre alle categorie dell’AAET ha in calendario anche un CNC 1*) e la seconda il 2 e 4 settembre che vedrà anche una categoria FEI CIC1* e per la prima volta di un CIC**

Il Completo è una disciplina olimpica equestre, suddivisa in tre prove: Dressage – Cross Country – Salto Ostacoli Le categorie possono essere, dalla piu piccola a salire: - Invito liv reg - Cat 1 liv reg - Cat 2 liv reg - Cat3 liv reg - CNC* liv naz - CIC* liv internazionale - .. etc… Ovviamente le categorie salgono di difficoltà sia nella parte del Dressage che nella parte dei salti, che sono proporzionalmente sempre più complessi e alti. Una disciplina molto entusiasmante anche per il pubblico che si affaccia per la prima volta su questo sport. Le gare possono essere One Day - Two Day - Three Day Nella tappa di luglio le categorie presenti a Campo di Bonis saranno dall’INVITO alla CNC*, e inoltre sarà Tappa Alpe Adria Eventing Trophy La gara in programma a settembre invece sarà anche Internazionale e, per il primo anno, ci sarà anche la cat CIC 2 stelle, primo e unico evento di questo livello nel nord est d’Italia.

Azienda Agrituristica Campo di Bonis Centro Ippico TAIPANA (UD) - Tel e fax: 0432 788136 - Cell.: 328 2995942 cristinaberra@campodibonis.it - www.campodibonis.it


SPORT VARI

COPPIA Marika Sato e Fabio Polo in combattimento. Nella foto sotto, i due judoka con il dirigente Stefano Stefanel.

DOPO L'ORO EUROPEO

IL MONDIALE

Fabio Polo nel kata a Malta in coppia con Marika Sato

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ella vita, come nello sport, dopo aver dato viene il momento anche di chiedere. E Fabio Polo è stato accontentato, guadagnandosi in coppia con Marika Sato, la medaglia d'oro di judo nel Kata, specialità Goshin Jutsu agli Europei di Olbia, in Sardegna. L'atleta del Kuroki di Tarcento del presidente Giuliano Casco non ha fallito l'appuntamento continentale che lo proietterà ai mondiali di Malta nel mese di ottobre. Nato a Gemona del Friuli nel 1984, si trasferisce a Villa Santina dopo il matrimonio (è padre di due bimbi di due e quattro anni). Dopo un passato in atletica leggera, il padre, che praticava il Ju Jitsu, lo convince ad entrare in una palestra di judo, il Kuroki di Tarcento, cui Fabio è legato da vent'anni. Dopo essersi dedicato al combattimento un po' per mancanza di motivazioni e un po' per l'impegno più gli anni al importante che lo shiai richiede, Kuroki decide di passare al Kata (una sorta di combattimento simulato tra due atleti). Nel suo palmarès risultati di primo piano, con tre medaglie di bronzo agli Europei, due argenti e due medaglie d'oro sempre nella manifestazione continentale e un piazzamento a livello mondiale . Dopo aver

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gareggiato in coppia con Enzo Calà, figura di spicco del kata internazionale, da due anni ha come partner la campionessa Marika Sato. Cambio che non gli ha creato dichiaratemente scompenso alcuno. “Sin dai primi istanti la sintonia fra noi è stata immediata e dopo aver messo a punto alcuni dettagli tutto è andato bene anche se inizialmente non avrei pensato che fosse così”. E adesso il titolo europeo di Olbia: “Sicuramente una grande soddisfazione dopo una serie di sacrifici anche della mia famiglia, che mi ha supportato in questo percorso. E poi una preparazione e una ricerca della perfezione continua, dal momento che essendo una gara di coppia, solo il sincronismo delle azioni e la perfetta esecuzione delle tecniche premia la gara. Il maestro Giuliano Casco ci ha seguiti nel corso degli allenamenti e della preparazione, poi abbiamo fatto da soli". Dopo questo successo, neppure il tempo di rifiatare ed ecco i Mondiali: “Dovremmo essere convocati per Malta, quindi attendiamo la chiamata. Molti guardano al Kata come un judo "per vecchi" ma penso non sia affatto così, perchè richiede grande concentrazione, equilibrio e conoscenza profonda nell'esecuzione delle tecniche. I giapponesi la giudicano come la grammatica del judo". Ma cos'e' il Kodokan Goshin Jutsu, la sua specialità di gara? “E' un combattimento simulato dove oltre che le mani nude vengono usate armi da fuoco e da taglio e anche bastoni. Chi subisce deve rispondere eludendo l'attacco e mettendo l'avversario nelle condizioni di non nuocere. E' molto spettacolare" - considera Polo, che con il judo si sente un po' in debito: "Il judo mi ha insegnato molto, mi ha permesso di superare certi momenti difficili, anche di natura caratteriale. Ed è uno dei motivi per cui lo consiglio a tutti". Gianfranco Borghesu

PREMI

jUVENTUSSI, FESTA DI CAMPIONCINI E' stata la Terrazza a mare di Lignano la cornice degli annuali premi Juventussi ai giovani campioni regionali organizzata dall'Ussi (Unione stampa sportiva italiana) del Friuli Venezia Giulia. A ricevere le statuette la ciclista friulana Sara Casasola, il pallavolista goriziano Jernej Terpin e l'atleta del canottaggio Beatrice Millo, assente e rappresentata dalla madre. Premi ai "bravi a scuola e nello sport" il dodicenne ginnasta di Premariacco, Andrea Caporale, e la canottiera monfalconese Stefania Buttignon. Un riconoscimento speciale è andato alla società nautica muggesana "Giacinto Pullino", della quale fu anima il compianto presidente del coni Emilio Felluga. Un premio, lo Juventussi, tradizionalmente beneaugurante, visto che molti giovani atleti premiati in passato hanno poi raggiunto vertici di tutto rilievo.

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SPECIALE LIBERTAS

Ceccarelli: “Libertiadi 2016 oltre ogni aspettativa” Le Libertiadi 2016 si sono rivelate una grande e vera festa dello sport giovanile, in cui alle centinaia di atleti in gara si sono unite le famiglie e una miriade di tifosi e appassionati, per una due giorni che ha riempito di festa e colore la città di Gemona del Friuli. “E’ stata una manifestazione meravigliosa – ha commentato il Presidente della Libertas del Friuli Venezia Giulia, Bernardino Ceccarelli – che in questa quarta edizione è andata ancora una volta oltre alle nostre migliori aspettative e che il maltempo di metà pomeriggio è sembrato voler procrastinare, impedendo lo svolgimento della seconda giornata di gare all’aperto di atletica leggera del Trofeo Modena, che si disputeranno così domenica prossima nella vicina Majano. Un occasione – ha rilevato il Presidente – per rendere omaggio, dopo Gemona, anche a quel centro simbolo del terremoto e della rinascita in questo quarantennale del sisma”. Sin dalla prima mattina di sabato, sulle piste, i campi e negli impianti agonistici della città dello sport per eccellenza del Friuli, sono scesi gli atleti delle 60 società Libertas di tutta la regione iscritte a questa manifestazione che, nei quattro anni della sua riproposizione in grande stile voluta dal Presidente dell’Ente di promozione sportiva Bernardino Ceccarelli, ha portato a cimentarsi ben seimila giovani praticanti di più di venti specialità sportive. Nella prima giornata delle Libertiadi, in dettaglio, hanno gareggiato 150 Esordienti di atletica leggera, una cinquantina di giovanissimi ciclisti, quasi un centinaio di ragazzi delle specialità di arti marziali e più di 150 del karate; cui si somma un altro centinaio di bambini e bambine del pattinaggio, mentre sono iniziate anche le gare della pallavolo, con le prime squadre in lizza per il campionato provinciale Libertas Under 13 femminile.

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UDINE | TRIESTE | PAD

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DOVA | MILANO | PRATO

SPECIALE LIBERTAS Grande ed entusiastica partecipazione anche alla manifestazione collaterale denominata “Pompieropoli” in cui circa duecento allievi dell’Istituto Comprensivo di Gemona hanno sperimentato il lavoro dei Vigili del Fuoco, seguiti dagli stessi operatori dell’Associazione di categoria. I valori di cui è portatore lo sport e l’impegno della Libertas regionale per diffonderlo tra i giovani che altrimenti non praticherebbero alcuna attività, sono stati evidenziati dallo stesso Presidente regionale dell’Ente, Ceccarelli, il quale ha ringraziato il Sindaco di Gemona Paolo Urbani ed ha ricordato la vicinanza della sua organizzazione che ha scelto questa collocazione per l’edizione 2016 della manifestazione proprio in memoria del quarantennale del sisma e dell’omaggio reso allora dal Presidente nazionale Giovanni Montella alle vittime. Per quanto riguarda invece la giornata di domenica, nel rugby, che ha avuta una serie di incontri dimostrativi senza classifica, per la giovane età dei 250 atleti in lizza, si sono confrontate le compagini Black Ducks di Gemona, del Tricesimo Rugby, del Fontana Rugby di Fontanafredda, dell’ Overbook line di Codroipo, del San Vito al Tagliamento Rugby, del Pedemontana Livenza, di Polcenigo; e del Maniago Rugby. Tra il pubblico, ad applaudire i giovani rugbisti che hanno giocato dalle 9 fin quasi alle 14, sono giunti il Presidente del Consiglio Regionale Franco Iacop e quello della Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia Giuseppe Morandini.

Per il basket, la palma della vittoria nella categoria esordienti maschile, valida per il Campionato Regionale Libertas, è andata alla Libertas Gonars, seguita dalle Libertas Fiume Veneto, San Daniele del Friuli, dalla Nuova Libertas Tergestina e ancora dalle tergestine Libertas Barcolana e San Vito e dalla friulana Libertas Pasian di Prato, con in campo complessivamente oltre 110 atleti. Nel campionato Under 13 di volley si è invece imposta la Libertas Martignacco; seconda si è classificata la Libertas Gemona, seguita dalle Libertas Gonars e Majano. Nel volley Under 16 nelle gare anche in questo caso valide per il Campionato Regionale Libertas, si è imposta ancora la Libertas Martignacco; con seconda la Libertas Gemona, terza la Libertas Kennedy e quarta la Libertas Gonars. Per il judo hanno gareggiato 247 dal atleti, dai 5 agli 11 anni, di 14 società di tutta la regione, presenti con una trentina di tecnici e collaboratori. Nel karate sportivo si sono cimentati 120 atleti dai 7 agli 11 anni, di tutte le cinture, da bianca a marrone; mentre nel karate tradizionale i partecipanti, dai 6 ai 15 anni, sempre di tutte le cinture, sono stati 165. Una trentina, invece, i partecipanti alle prove di Sanda- Wushu -Taichi. Il pattinaggio corsa ha visto in vista quasi una cinquantina di atleti ed un folto gruppo di appassionati di società di Pordenone, Portogruaro e San Vito al Tagliamento ha partecipato al Nordic walking. Una sezione della manifestazione si è infine sviluppata a Torviscosa, per la disponibilità dell’impianto, si sono esibiti nella ginnastica artistica e ritmica ben 300 partecipanti.

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www.caprivesimtbteam.it - info@caprivesimtbteam.it CALCIOUDINESE

UNIONE CICLISTI CA Si avvicina il momento della quarta edizione della Alpin Marathon Bike, uno degli eventi più attesi della stagione ciclistica regionale. Ne Abbiamo parlato con gli organizzatori della Uc Caprivesi. - Quali sono le novità della quarta edizione della 4^ Alpin Marathon Bike? Come ogni manifestazione che vuole crescere di qualità ed importanza, anche l’AMH Bike si adegua e si evolve, infatti per quanto riguarda il tracciato due saranno le varianti con l’inserimento del secondo passaggio in Calvario per il circuito marathon, ed il nuovo ingresso nell’area del Codelli, modifiche che elevano la distanza finale ad 80 km ed il dislivello ad oltre 1.500 mt. Mentre il successo dello scorso anno ha portato l’evento ad entrare in un secondo importante circuito delle lunghe distanze, il FRIULI MTB CHALLENGE, che assieme al VENETO MTB TOUR, raccoglie gli appassionati delle lunghe distanze nell’area del Triveneto ed assieme garantiranno alla gara di Mossa una dote di oltre 250 partecipanti abbonati. - Quali sono le novità del tracciato? La marathon sul Collio è una gara atipica non presentando le caratteristiche classiche che le gare sulle lunghe distanze presentano, cioè salite lunghe e pedalabili e discese di solito facili e veloci, l’Alpin MH Bike, ad eccezione dell’ascesa al M.te Calvario che misura 2 km con una pendenza media del 10%, si caratterizza per i numerosi brevi strappi con pendenze spesso superiori al 15%, e discese corte ma divertenti e tecniche da vero mtb. - Quali sono i punti più spettacolari del tracciato? Sicuramente la veloce e tecnica discesa dal Monte Calvario, che metterà in luce i bikers più tecnici, e lo strappo del Codelli, situato a poche centinaia di metri dalla48zona di2016 partenza/arrivo, | 01 06 | TremilaSport+

che con il suo 25% di pendenza è stato rinominato Inferno Codelli! - Quali sono le maggiori difficoltà ad organizzare una gara così importante? Diciamo che dopo la positiva ed impegnativa esperienza di GORIZIA TRICOLORE XCO 2014 la macchina organizzativa della Caprivesi ha acquisito un ottimo bagaglio di conoscenze

e capacità per allestire eventi sportivi di livello nazionale ed internazionale, sicuramente la marathon è diversa per la lunghezza del percorso e quindi la necessità di controllare e garantire la sicurezza dei partecipanti su di un anello di 40 chilometri con punti che sono nel caso peggiore distanti oltre 10 km dalla direzione di gara. In questo caso la riuscita

dell’evento è garantita dalla collaborazioni con associazioni che supportino il nostro team al meglio, a partire dall’ANA di Mossa che né è coorganizzatore, per passare poi all’ANA di Gorizia alla Protezione Civile, ai radioamatori di ARI e COTA, alla CROCE VERDE, alle motostaffette di MOSSAinMOTO, al TRIATHLON GORIZIA ed all’EASTSIDE TRIATHLON.

CAPRIVESI TEAM 2016

Andrea BRAVIN (Elitesport) - 2° Campionati Italiani Marathon - vincitore assoluto BRDA MARATHON 2016 e VALLI ZIGNAGO MARATHON 2016 Campione Regionale 2016 MARATHON ed XCO

Moreno PELLIZZON (Under 23) secondo ai Campionati Italiani Marathon 2016 Vincitore assoluto Tilliment Classic 2016 - Campione Regionale XCO 2016


Luca BRANDITO

(Gs Forestale) UDINESECALCIO

vincitore assoluto dell’edizione passata dell’allin Marathon Bike

APRIVESI - Che obiettivi vi siete posti per il futuro? Nel 2016, oltre alla marathon, la Caprivesi andrà ad organizzare altre due gare importanti, il GORIZIA ENDURO di metà settembre ed il Trofeo CITTA’ di GORIZIA di ciclocross a dicembre. La prima sarà una novità per una specialità in forte crescita, la seconda la consacrazione a livello

internazionale di un’evento che con il GP LUCINIS è passato negli anni da evento locale a gara nazionale titolata. Alla fine della stagione tireremmo le somme e vedremo dove dirigere il timone, ma sicuramente l’ambizione è di poter ospitare un nuovo “tricolore” in una delle specialità del ciclismo in fuoristrada dove siamo presenti.

Luisa DA POZ LORENZO (Este Bike) vincitrice edizione 2015

Daniele AZZANO ( Allievi) vincitore edizione 2015 della prova riservata agli Under 17 della Alpin Marathon Bike

Daniele COLLENZ - Master 2 - Campione Regionale Marathon 2016

Giuliano BRANCATI - Master 5 - Campione Regionale Marathon 2016

Alberto BRANCATI - Junior Campione regionale XCO 2016

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