n° 12 TremilaSport 15 06 2016

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TUTTO

LO

SPORT

DEL

FRIULI

VENEZIA

GIULIA

A

360

magazine

GRADI

11|16

15|06|2016

w w w. t re m i l a s p o r t . c o m pordenone

TEDINO: resto per sognare pag 6

ECCELLENZA

NARDONI, TOLMEZZO rimane NEL CUORE pag 8

CALCIO DONNE

ILARIA MAURO: CIAO, GERMANIA pag 22-23

PROTAGONISTA

SIAMO

TORNATI PAGG 35

DOPO CINQUE ANNI IL BASKET MASCHILE UDINESE RITORNA IN A2 GRAZIE ALL'APU GUIDATA DA LINO LARDO

Ligure di Loano (Savona), Lardo ha all'attivo una prestigiosa carriera di giocatore e allenatore


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35

SOMMARIO

11|16

15|06|2016

8

24-25 UDINESE 6-7 LEGA PRO

CALCIO

8-9 ECCELLENZA

10 PROMOZIONE

11 PRIMA CATEGORIA

12 SECONDA CATEGORIA

13-15 TERZA CATEGORIA

16 CARNICO

18-19 GIOVANILI

20 CALCIO A 5

22-23 FEMMINILE

29

34-35 BASKET 36-43 VOLLEY

Le Belle di Tremila Sport: Stella Callegher

44 ALTRI SPORT

RUBRICHE 26-27 SI DICEVA... 29-32 LE BELLE DI TREMILASPORT

28 NONSOLOSPORT

48-49 MONDO LIBERTAS 50-51 ITINERARI

22

calcio femminile Ilaria Mauro, chiusa l'esperienza triennale in Germania, valuta ora le offerte italiane TremilaSport+ | 15 06 2016 | 03


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EDITORIALE

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Tempo di ritorni e di protagonisti

S

ono per molti i giorni del ritorno. Quello del basket udinese, maschile e femminile, in una A2 da tempo assente dal panorama friulano, innanzitutto, e quello di atleti che dopo un’esperienza lontana dall’ovile decidono di respirare di nuovo l’aria di casa, come ha fatto ad esempio nel calcio femminile Ilaria Mauro. Tre anni fa l’attaccante del Tavagnacco, friulana doc del comune di Reana, accettò l’offerta di un club tedesco e in Germania, in una realtà professionalmente di altro mondo per il football femminile italiano, ci è rimasta per tre stagioni. Ora però, ammette la nazionale azzurra, l’esperienza è compiuta, con un pizzico di nostalgia ad averne spinto la decisione, e c’è la valutazione di altre offerte che lei non rivela per ora nel modo più assoluto. Sarà ritorno al Tavagnacco o inizierà un nuovo ciclo in quella Fiorentina che punta dichiaratamente allo scudetto-donne? Noi ipotizziamo, il resto leggiamolo nell’intervista all’interno. E poi, appunto, il basket, con la nostra intervista a Lino Lardo, tecnico della promozione-Apu, che dopo aver giocato e allenato in piazze prestigiose, ha scelto di far propria la causa di una pallacanestro udinese dal passato glorioso che ora, molto anche per merito suo, rimette il naso fuori dal limbo delle categorie minori. E’di Loano (Savona), Lardo, ligure dal carattere affine a quello friulano, fatto in primis di concretezza e poche storie, e anche grazie a questo ha fatto immediatamente breccia nel cuore dei tifosi, che lo considerano “uno di noi”. La sua riconferma anche nella prossima stagione, oltrechè scontata per meriti, appare dunque come un fatto logico. E “uno di noi” è anche Fabio Mian, protagonista della nostra seconda intervista, che dal ritiro azzurro di Folgaria ci ha raccontato la sua gioia per la convocazione in nazionale da parte del ct Ettore Messina (che negli anni ’80 allenò alla Pallacanestro Udinese) in un gruppo in cui evoluiscono gli assi dell’Nba Belinelli, Gallinari e Bargnani. E soddisfazione che è anche nostra nel pubblicare pure una sua foto del 2009 con la maglia di Tremilasport, quando al Benedetti la “nostra” rappresentativa guidata da Luigi Colosetti e della quale faceva pure parte Mirza Alibegovic, oggi in serie A con Brescia, affrontò l’Olimpia Lubiana in una gara spettacolarmente memorabile. E fra i protagonisti del nuovo magazine, altri giovani talenti, come nella pallavolo il goriziano Jernej Terpin, reduce dalla Champions League con Lubiana, e la pluricampionessa italiana di ciclocross Sara Casasola, premiati di recente dalla stampa sportiva regionale. Perché a noi piace parlare soprattutto di persone, è il nostro must.

Il Direttore Edi Fabris

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Questo numero è stato chiuso in redazione mercoledì 15 giugno 2016.

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TremilaSport+ | 15 06 2016 | 05


CALCIOLEGAPRO

L'INTERVISTA

IL GRINTA Tecnico di carattere, Bruno Tedino guiderà il Pordenone anche nella prossima stagione

PREPARIAMO UN’ALTRA STAGIONE D’ASSALTO Il tecnico del Pordenone, dopo il rinnovo con i Ramarri, è già caldo in vista del prossimo campionato: “Secondo posto storico, punteremo a ripeterci”

L

a corsa della macchina neroverde si è conclusa alle semifinali playoff, a un passo dal sogno chiamato Serie B. Un traguardo che sarebbe stato meritato visto quanto di bello realizzato dal Pordenone in questa stagione.

Un percorso lungo e tortuoso su strade difficili, sempre in carreggiata grazie alla destrezza di mister Bruno Tedino, artefice primario di un secondo posto tanto inaspettato quanto sacrosanto. Un pilota calmo, concentrato, capace di innestare nei suoi la consapevo-

LA SCHEDA

Sono troppo legato a Pordenone, qui sono felice e ci si vuole bene BRUNO TEDINO Nato il 13 agosto 1964 a Treviso, Bruno Tedino ha alle spalle una carriera trentennale da allenatore Parte nella stagione ’86’87 nelle giovanili del Città di Jesolo. Successivamente allena le giovanili di Treviso, Conegliano e Venezia. Debutta da allenatore di prima squadra al Montebelluna nel 1994. In seguito si è seduto sulle panchine di Sandonà, Novara, Pordenone, Sudtirol, Pistoiese, Sangiovannese, ancora Sandonà, Italia U16 e U17. Dalla scorsa estate è alla guida del Pordenone.

lezza che, affrontando una curva alla volta, si sarebbero potuti percorrere parecchi chilometri. Chi se non lui, dunque, per tirare le fila di questa stagione storica? - Mister, cosa ha detto ai suoi nello spogliatoio dopo la partita al Bottecchia contro il Pisa? “Li ho ringraziati a nome dello staff tecnico perché hanno avuto un cuore enorme. Dopo le partite non parlo quasi mai, perché a caldo non si fa, ma col magone e l'amaro in bocca ho fatto loro i complimenti. Ci sarebbe piaciuto confrontarci con il Pisa al completo o quasi, per battagliare. Quattro giocatori davanti fuori erano troppi per noi, un peccato, ma questo non oscura il fatto che i ragazzi hanno fatto una stagione incredibile sovvertendo tutti i pronostici: hanno fatto il loro mestiere e qualcosa di più, regalando sogni a una tifoseria che da tiepida è diventata calorosissima. Ecco, anche il fattore campo è stato decisivo: riempire sempre il Bottecchia di cori è qualcosa di magico che ci ha sempre dato forza. Dobbiamo ringraziare il nostro pubblico”. - Gattuso le ha detto qualcosa? Aveva già elogiato il suo lavoro pubblicamente… “L'ho conosciuto due anni fa a Coverciano: lui faceva il corso, io uno stage. Abbiamo ricordato quella chiacchierata con piacere. Ritengo che nello sport ci sia sempre un minimo comune denominatore: il rispetto. Ci vuole umiltà e riguardo verso il lavoro degli altri. Ecco, lui ne è l'emblema. Non ho potuto fare altro che dirgli grazie, e lo rifaccio nuovamente, perché trovare un campione del mondo di questo spessore morale non è semplice.


UDINESECALCIO

Foto Antonio Ros (Pordenone Calcio)

STAFF TECNICO Bruno Tedino con i suoi collaboratori. Di un'umiltà pazzesca, un esempio per tutti”. - Rinnovo per un altro anno alla guida del Pordenone. Cosa significa per lei? “È un attestato di riconoscenza da parte del presidente. A febbraio, una volta raggiunta la salvezza e quei 40 punti che erano il nostro unico obiettivo, la società ci aveva fatto sentire la propria gratitudine. Ora il contratto si è allungato di un anno ed è dimostrazione di riconoscenza ed educazione: nonostante altre piazze si fossero interessate non ho potuto far altro

che dire sì. Sono troppo legato a questo posto, qui sono felice e ci si vuole bene. Si è soliti dire che è impossibile ripetere per due anni di fila delle imprese: noi quest'anno ne abbiamo fatta una incredibile, ma nella prossima stagione ci riproveremo senza dubbio. Con grande orgoglio io e il mio staff, con cui lavoro in maniera eccellente, torneremo alla guida di questa corazzata per sognare”. - Le piace la nuova formula dei playoff che coinvolge le squadre fino al decimo posto? “Non sono uno che giudica l'ope-

rato altrui, ma se hanno deciso di far questo ci sarà sicuramente una motivazione valida: vedremo se funzionerà. Un lato positivo è che ci sarà sicuramente più coinvolgimento e le motivazioni resteranno alte fino a fine campionato. Un aspetto importante, insomma, per poter mantenere equilibrata la competizione fino alla fine”. - Ogni campionato ha storia a sé. Qualcuno vi inserisce di diritto tra i favoriti… “Non vogliamo sentire assolutamente questo genere di discorsi. Cercheremo come ho già detto di ripetere la stagione appena conclusa, ma da qui parte un messaggio: dovremo essere umili, partecipare con il cuore, senza pensare alla classifica. Il secondo posto a quota 65 è entrato nella storia, vogliamo riprendere da lì ma senza che nella nostra testa sia cambiato nulla in termini di atteggiamento e impostazione mentale. Inoltre dubito che squadre come Alessandria, Feralpi e Cremonese, per citarne alcune, incappino nuovamente in una stagione negativa: sono blasonate, ben allenate e ben gestite. Sarà un campionato tosto, forse più di quest'ultimo visto anche l'arrivo di squadre come il Venezia”. - Il momento più bello della stagione? “La vittoria a Cuneo, il 12 dicembre. Abbiamo vinto 1-0 (gol di Filippi-

ni, ndr) dopo esserci allenati in 10 in settimana per via di molti problemi. Lì abbiamo capito che con spirito di sacrificio avremmo potuto realizzare qualcosa di stratosferico”. - Il momento sliding doors. Ecco, ma a tornare indietro, modificherebbe invece qualcosa? “Non penso. Mi sarebbe solo piaciuto giocare i playoff con tutta la rosa a disposizione, questo è l'unico rammarico, ma non sono state circostanze che dipendevano da noi. Un peccato, ci credevamo. Gestire il finale è stato complicato. Chissà come sarebbe andata altrimenti…”. Luca Feole

Il prossimo anno dovremo essere umili, partecipare con il cuore, senza pensare alla classifica TremilaSport+ | 15 06 2016 | 07


Il portiere ha salutato la formazione carnica al termine di una stagione vissuta tra mille difficoltà: “Clima non sereno, umori negativi, ma il patto salvezza ha retto”. Il suo futuro è al Chions

FABIO NARDONI

Foto Federico Gallo

ADDIO TOLMEZZO,

MA RESTI NEL CUORE


ECCELLENZACALCIO

I

l Tolmezzo ha realizzato uno di quei miracoli sportivi di cui tanto si parla. Lo si fa però troppo spesso, facendo perdere il significato al termine. Ma le quattro vittorie nelle ultime cinque partite che hanno fatto schizzare la casella dei punteggi a 39 (a +4 su Flaibano e Virtus Corno), valgono più di mille parole. Fabio Nardoni, portiere classe '90, ha fatto uno splendido regalo prima di salutare una tifoseria che gli vuole tanto bene. Prossima destinazione? Il Chions. - Una stagione complicata… “Trovare aspetti positivi è davvero difficile, non ce ne sono stati tantissimi. Siamo partiti male, sin dall'inizio si respirava un clima non sereno, umori negativi, con la società costretta ad affrontare parecchi problemi, a partire dal fallimento della CoopCa. A dicembre però il Tolmezzo è stato onesto nei confronti di tutti i giocatori, lasciando la libertà di andar via visti i grossi problemi e l'incapacità di garantire le promesse fatte. Siamo però rimasti, a parte Zuliani, per tentare il miracolo. È stata una annata trascinata a fatica fino alla fine, ma siamo riusciti a salvarci facendo testuggine. Ci siamo fatti forza e i risultati finali ci permettono di poter camminare a testa alta. Abbiamo fatto il massimo, probabilmente di più. Dopo aver perso 3-2 contro l'ISM (dopo il vantaggio per 2-0, ndr), credevo davvero che saremmo affondati, invece il gruppo ha tirato fuori una forza paurosa. Per questo motivo, tirando le somme, non possiamo che inserirla fra le annate positive”. - Cosa vi ha spinti a rimanere? “Gran parte della spina dorsale ha fatto una specie di patto. Io e le colonne della squadra, con la stessa maglia da almeno 3 anni o più, ci siamo detti "Siamo una famiglia, proviamoci". Da un certo punto di vista abbiamo anche voluto premiare l'onestà della società, che non ci ha presi

Abbiamo voluto premiare l'onestà della società, che con noi è stata onesta e non ci ha presi in giro in giro ma ci ha detto come stavano effettivamente le cose”. - Voto personale? “Lo divido in due: un 6 nella prima parte di stagione, anche se ero reduce da un'operazione al menisco fatta in agosto, quindi non al massimo; nel girone di ritorno invece un bel 7 abbondante”. - Di strada ne hai fatta parecchia. “Sono partito dalle giovanili dei Rizzi, prima di passare all'Udinese e al Tricesimo. L'ultimo anno sono entrato in Nazionale Under 18 e lì il Portogruaro mi ha scelto: un'annata particolare, conclusasi con il salto dalla C alla Serie B. Poi Sambonifacese, due anni, prima di tornare qui a casa. I livelli fra i professionisti sono alti, ma se penso a Portogruaro ho qualche rimpianto: sono arrivato un po' troppo in punta di piedi e mi sono accorto tardi che se mentalmente fossi stato più coraggioso avrei potuto sfruttare di più l'opportunità. Avevo 20 anni, pensavo "Qui sono troppo forti". Poi quando acquisti fiducia, convinzione, le cose cambiano. Purtroppo me ne sono reso conto tardi. A San Bonifacio ho giocato di più nel biennio successivo, anche se alla fine, visti i problemi della società, si è optato per far fare esperienza al portiere più giovane. Il mio l'ho sempre fatto. È un insieme di cir-

costanze, ne sono consapevole, ma penso anche che alla fine ognuno ha quello che si merita. Sarebbe bastato qualcosina in più forse, e anche qualche simpatia in più, ma il mio percorso mi ha fatto crescere a livello umano. E ho incontrato persone splendide in questo cammino. Sono felice per tutto quello che ho fatto”. - Cosa anno significato questi anni a Tolmezzo? “Credo che se hai un minimo di qualità emergi, quindi penso che la gente mi abbia apprezzato per le mie capacità. E in fondo, se pari, piaci tutti (ride, ndr). Un luogo meraviglioso, un ambiente unico, dove tutti ti danno l'anima. Finita la partita è sempre bello stare con i tifosi, essere partecipe della vita fuori: loro ti invitano ad aprirti e a creare una famiglia. Qui ho trovato quello che mi interessa. E per questo sarò sempre grato”. - Perché Chions? “Il Chions mi ha sempre ispirato come società sin da quando ci gioco contro. È almeno 3 anni che li vedo, ha una tifoseria unica, spiccano. Anche parlando con i giocatori mi hanno parlato di una società solida, disponibile, che vuole far bene con obiettivi annuali ragionati. È una sfida stimolante, loro mi han voluto davvero, l'hanno dimostrato chiamandomi subito. Conosco il preparatore dei portieri Cesare Moretti e quindi ho deciso di provare. Spero di ripagare questa fiducia, il progetto mi affascina”. - Non resta che salutare i compagni del Tolmezzo… “Trovare un gruppo così sarà un'impresa ardua. Sono dei ragazzi stupendi, che meritano di giocare a questi livelli e anche più su. Gli faccio un grosso in bocca al lupo: sono certo che si toglieranno belle soddisfazioni”. Luca Feole

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CALCIOpromozione CALCIOECCELLENZA

Scommessa Giatti per la neopromossa Tarcentina. Pro Gorizia ancora nelle mani di Coceani

CALCIOMERCATO

LE PANCHINE

DELLA PROSSIMA PROMOZIONE

Trattative di mercato al via, ma già buona parte delle panche per la prossima stagione sono state prenotate. Spiccano i ritorni all’ovile di Giavon e Rauso rispettivamente a Fiume Veneto e Pravisdomini

C

omincia a muoversi il mercato delle formazioni di Promozione. Uno dei principali nodi da sciogliere riguarda la categoria che il prossimo anno affronteranno, in ordine di graduatoria, Union Pasiano e Juventina. Entrambe al momento hanno infatti ancora concrete spe-

ranze di poter disputare il prossimo campionato di Eccellenza. Per farlo dovranno tifare a favore del Fontanafredda e contro la Sacilese. Se infatti i rossoneri dovessero essere ripescati in Serie D e la Sacilese non riuscisse ad iscriversi al prossimo campionato, entrambe salirebbero di categoria. Difficile dunque pianificare

la nuova stagione: per il momento a Pasiano la certezza è la conferma in panchina di Giulio Francomartin, e, anche in caso di promozione, si apporterà solo qualche piccolo ritocco. Venendo alle altre squadre del pordenonese, il Porcia ha confermato in panchina Tita Da Pieve ma ha trovato in Emanuele Cusin il nuovo diretto-

re sportivo; a Prata continua l’era di Stefano Della Bella, così come a Sesto quella di Silvano Neri, alla Spal quella di Luciano Benetti, al Casarsa quella di Ivan Comisso e al Torre quella di Michele Giordano. A Pravisdomini e al FiumeBannia si dà il benvenuto a due cavalli di ritorno, quali Pino Rauso e Alessandro Giavon. Ancora confusa la

Da sinistra, Tiziano Zampieri, Luciano Benetti, Rino Busato e Simone Temporini.

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situazione alla Sanvitese, con Tomei propenso a restare solo in caso di un piano preciso per tornare subito in Eccellenza. Il neopromosso Camino si affida nuovamente a Simone Temporini che ha già dato il benvenuto al primo colpo di mercato, quel Mat-

tia Zanin che faceva tanto gola a molte avversarie, e che ha preferito ripartire dai giallorossi dopo la fine dell’avventura a Rivignano. In casa nerazzurra regna un enorme punto di domanda, mentre dopo la burrasca è tornata la quieta in quel di Flaibano con la conferma di Max

Giulio Scarsini (Tolmezzo) Samuele Gon (Sistiana)

Federico Aggio (Lignano) Francesco Sannino (Torviscosa)

Rossi in panca. Ben ancorato al suo posto Massimo Muzzin, che guiderà anche il prossimo anno il Brian, mentre alla Pro Fagagna è iniziata l’era di Tiziano Zampieri. Il Gonars continuerà ad essere guidato da Marco Paviz, così come la Pro Cervignano, che andrà avanti con Gabriele

Lorenzo Violo (Union Pasiano)

Filippo Fabbro (CjarlinsMuzane)

Peter Kalin (Gemonese) Amedeo Russo (Cordenons) Alex Del Riccio (Lumignacco)

David Colja (Vesna)

Gianluca Ciriello (San Luigi)

LO SQUADRONE DI ECCELLENZA E PROMOZIONE

10 | 15 06 2016 | TremilaSport+

Pozzar, ma che rischia di perdere i richiestissimi totem Nicola Appio ed Eros Pavan. Cambia la neopromossa Tarcentina che, dopo aver salutato Rino Busato, si è affidata a Max Giatti, voglioso di un pronto riscatto dopo la parentesi negativa alla guida del CjarlinsMuzane. Proprio Busato riparte da un’Aurora Buonacquisto alle prese con i dubbi del veterano Nicolettis, di Cignacco e Cicuttini: in caso di partenza del portiere in pole position ecco Gianmarco Cortiula e Matteo Nardoni. Alla Valnatisone conferma per Roberto Peressoni, mentre Paolo Peressotti è il nuovo mister del Rive d’Arcano. L’ottima seconda parte di stagione con tanto di salvezza miracolosa è valsa la conferma a Fabio Franti al Ronchi, mentre il Trieste Calcio ha scelto di affidare la prima squadra al tecnico della juniores campione regionale, Lorenzo Cernuta. Nel capoluogo isontino, infine, conferme per Nicola Sepulcri ed Enrico Coceani, rispettivamente sulle panche di Juventina e Pro Gorizia. (m.m.)


PRIMA CATEGORIACALCIO CATEGORIACALCIO

GIGI SIMEONE

DAL MLADOST NON MI MUOVO

L’attaccante dei carsolini non si muoverà da Doberdò e promette una stagione ricca di gol e soddisfazioni per l’undici guidato da mister Zuppichini

L

uigi Simeone, attaccante del Mladost, ci parla di questa stagione finita con il botto con l'impresa che ha infranto il sogno scudetto del Domio. Una vera lotta alla salvezza, raggiunta solo grazie alla forza di un gruppo unito che ha tirato fuori unghie e denti nei momenti difficili. Sarà Prima categoria anche il prossimo anno. - Un giudizio generale sulla stagione “Un'annata sfortunata. Abbiamo avuto qualche problema di troppo inizialmente per via di infortuni e problemi personali vari: purtroppo ci sono priorità a cui non si può dire di no. Con una grande forza di volontà e grazie alla coesione del gruppo ne siamo però usciti fuori. Il giudizio non può che essere positivo: c'è soddisfazione per la salvezza raggiunta: prima di essere una squadra siamo un gran gruppo, e raggiungere dei traguardi divertendosi è qualcosa di unico. Rimpianti? In generale no. Personalmente qualche gol sbagliato sotto porta o a tu per tu con il portiere… (ride, ndr). Sarebbe stato bello essere al

completo: avremmo visto un'altra classifica a fine anno”. - La partita finale contro il Domio è stata decisiva. “Loro erano secondi, si potevano giocare la vittoria del campionato, e con quei 3 punti ci siamo tirati fuori dalla zona playout. È stata sicuramente la partita migliore della stagione. Ho siglato il primo dei tre gol (partita finita 3-2, ndr) ma si è visto un gruppo che voleva dare l'anima, il 120%. Siamo andati oltre le aspettative e, forse per quello o perché eravamo convinti di avercela fatta, nel finale abbiamo rischiato la rimonta. Abbassata un po' la guardia anche per stanchezza sicuramente, ma ne siamo usciti da team vero, unito”. - Sei soddisfatto personalmente delle tue prestazioni e delle reti siglate quest'anno? “Quest'anno, sinceramente, non troppo. Alcune partite avrei potuto dare molto di più. Non parlo solo delle 7 reti, che avrebbero potuto e dovuto essere di più, ma anche a livello di prestazione generale a volte mi sono sentito sotto tono. Voglio migliorare assolutamente, da

agosto ripartirò al massimo”. - Il prossimo anno quindi resterai? “Certo. Qui sto benissimo. E devo tanto a Mauro Peric, il mio capitano, per avermi portato qui con lui facendomi vivere e respirare due stagioni divertenti e di gran calcio. Ha sempre creduto in me e colgo l'occasione per ringraziarlo pubblicamente”.

Devo tanto a Mauro Peric per avermi portato qui facendomi vivere due stagioni di gran calcio - Momenti top della stagione? “Metto nei flop i momenti di difficoltà, tanti, forse troppi, ma nei top tutte le volte che siamo stati in grado di venirne fuori”.

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CALCIOSECONDACATEGORIA

Chi ci ha visto durante l'anno, avversari compresi, ha detto che il primo posto era alla nostra portata

I

l portierone Gianni Strina ha deciso di chiudere la carriera, ma lo ha fatto in grande. Le soddisfazioni di una carriera fra i pali sono state tante ("Ho avuto la fortuna e il merito di vincere in tanti posti: Torre, Don Bosco, Cordenons, Porcia, Corva, Pasiano e adesso anche qui, col Villanova"), le amicizie costruite nel corso degli anni ancora di più. Oggi, prima di appendere i guanti al chiodo, ci racconta le emozioni di una stagione altalenante, conclusasi con una sudatissima quanto meritata finale playoff: quale modo migliore per salutare il calcio giocato se non con una promozione in Prima? - Che annata è stata? “Quest'anno il mister Cocozza e il direttore sportivo Querin hanno imbastito una squadra con l'obiettivo di salire di categoria: ci siamo riusciti anche se ammetto che probabilmente avremmo potuto fare qualcosa in più. Chi ci ha visto durante l'anno, avversari compresi, ha detto che il primo posto era alla nostra portata. Sfortunatamente nel corso della stagione abbiamo avuto dei risultati discontinui: esempio lampante è il fatto che, nonostante tutto, fino a 3-4 partite dalla fine del campionato tutto era ancora aperto. Abbiamo chiuso terzi purtroppo, ma i miei complimenti vanno alla Tilaventina, squadra tosta ma sopratutto quadra, con una grandissima difesa: hanno meritato la vittoria, mi hanno impressionato per la loro compattezza”. - Restiamo sulla difesa. Quest'anno hai incassato qualche gol di troppo rispetto ai numeri delle altre squadre di vertice: è mancato qualcosa a livello difensivo? “In realtà credo che la nostra difesa fosse ben preparata, a livello di tecnica, di capacità, di sintonia. Ma sono stati commessi tanti piccoli errori che hanno inciso e fatto la differenza. Mi ci metto dentro anch'io. L'importante a campionato finito, una volta sfumato il primo

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GIANNI STRINA

ADDIO AL CALCIO… O FORSE NO?

A 34 anni l’estremo difensore del Villanova annuncia il ritiro dal calcio giocato, ma la storica promozione del club naoniano in Prima categoria potrebbe riuscire a fargli cambiare idea posto, era arrivare ai playoff in forma e con una solidità difensiva che ci consentisse di arrivare pronti: ci siamo riusciti bene”. - E arriviamo ai playoff… “La prima partita abbiamo affrontato l'Azzanese, squadra neo promossa in Seconda con giocatori esperti della categoria (arrivata quarta a 51 punti, contro i 55 del Villanova, ndr). Dopo un primo tempo chiuso sullo 0-0, nella ripresa, dopo cinque minuti, siamo finiti sotto. Ci ha salvati la punizione di Piovesana e il gol allo scadere di Grueso. In finale abbiamo trovato l'Unione Smt, che aveva superato l'Aviano, qualificatasi da seconda. Era la squadra che da dicembre con tre acquisti di spessore (Muz-

zatti, Poles e Martini, ndr) si era inserita nel pieno della lotta per il campionato. Anche loro forse troppo discontinui, ma dall'elevato valore tecnico-tattico. Era una finale di quelle che qualsiasi giocatore vorrebbe giocare e, lo ammetto, è stata la mia finale. Come squadra abbiamo dato tutto, i miei compagni hanno corso per 120 minuti e io li ho ripagati con qualche intervento importante. Per festeggiare però abbiamo dovuto aspettare una settimana con la salvezza ufficiale della Triestina. Abbiamo fatto la storia della società! Una gioia indescrivibile. Il mio ringraziamento va in primis ai compagni: so che in campo sono uno pesante, pressante, ma sono stati

capaci di ascoltare e sopportare. Poi, oltre a mister e DS, voglio ringraziare il preparatore dei portieri Cecchin: non ce l'avremmo fatta senza queste persone splendide. Infine, visto che il nostro ruolo è molto particolare, ringrazio il mio compagno-amico Toni De Cagna, il mio vice: che giocassi io o lui la differenza per la squadra non si sentiva”. - Un modo meraviglioso per chiudere. “Non potevo chiedere di più. Ora è giusto che io stia con la famiglia: come accade per i professionisti in Serie A anche nel mio caso è la donna che decide (ride, ndr). Comunque parlerò con il Villanova, mai dire mai...”.


TERZA CATEGORIACALCIO

VLAD BELINSKYY

L’ASSO SARà PROTAGONSTA

Il bomber della formazione udinese punta ad una stagione al vertice per festeggiare al meglio i 50 anni del sodalizio biancoverde: “Ripartiremo da un collettivo strepitoso”

V

ladyslav Belinskyy ha chiuso il suo primo anno all'Assosangiorgina. Dopo due trienni, uno ai Rangers e uno al Donatello, ha deciso di mettersi in gioco con una nuova sfida. E i miglioramenti di risultato della società si sono visti, soprattutto nella fase finale del campionato. Nella top 3 dei cannonieri del girone, Vlad riassume le soddisfazioni di quello che sembra un progetto pronto a trovare il suo culmine nella prossima stagione. Perché si sa, per raccogliere i risultati bisogna prima seminare… - Un giudizio in generale sulla stagione dell'Asso: cosa avete fatto di positivo, cosa invece è mancato. “Un'annata decisamente positiva. Partiamo da uno strepitoso collettivo, in armonia, passando per l'innalzamento del tasso tecnico, fino ad arrivare ad una società sempre presente. Si percepisce la voglia di migliorare e la disposizione della squadra è altissima: i risultati hanno parlato chiaro. Ci è mancata l'esperienza per poter raggranellare qualche punto in più e, ancor più spesso, per mettere in saccoccia risultati già ottenuti: tante le rimonte subite, tanti punti sciupati. Ma i miglioramenti ci sono stati, è innegabile, e speriamo di proseguire con questo trend”. - A inizio anno speravate di poter raggiungere i playoff? “Siamo partiti con molta voglia di far bene e sì, magari un po' in segreto, puntavamo a giocarci

“Di qui non mi muovo. La sfida più grande sarebbe vincere con l’Assosangiorgina” le fasi finali per salire in Seconda. Il girone di andata non è stato positivo con troppe sconfitte e poche idee chiare, ma dopo il giro di boa abbiamo invertito rotta: abbiamo fatto soffrire tutte le squadre e ci siamo tolti anche qualche soddisfazione prendendo lo scalpo di squadre importanti. Dovremo ripartire da queste consapevolezze il prossimo anno, sprintare sin dalla prima giornata”. - Tra le note positive l'attacco. E tu sei uno dei capocannonieri del girone. “Sono molto felice di aver raggiunto questo risultato personale, di aver superato la doppia cifra, e il ringraziamento ai miei compagni è d'obbligo. Ce l'ho fatta soltanto grazie a loro. E colgo l'occasione per sottolineare le prestazioni dei miei compagni di reparto, Modonutti e Raffin, con i quali si è creata una sintonia

meravigliosa. Un tridente capace di realizzare 30 gol complessivi è una fortuna che poche squadre possono permettersi. A loro un grazie speciale”. - Il prossimo anno pare di capire che quindi resterai… “Sicuramente. Per me la sfida più grande sarebbe vincere con l'Asso. Categorie superiori? Sarebbe bello mettersi in gioco qualche categoria più su, ma farlo magari nel 2017/2018 con questa maglia e qualche innesto sarebbe il massimo. Credo in questa rosa, in questo gruppo, competitivo e unito. Il prossimo anno ci proveremo”. - Possiamo elevarti a bandiera dell'Assosangiorgina? “Il legame è forte. E ci sono davvero tantissimi momenti che ricorderò di questa avventura. Il più bello? La doppietta contro l'Arteniese, senza dubbio. Un gol su punizione che ricorderò a lungo…” - Un giudizio sui campioni del girone? “Il Nimis ha meritato la vittoria: è stata l'unica squadra in grado di essere costante durante tutta la stagione. Voglio fargli un grosso in bocca al lupo per la nuova avventura. Spero di rivederli proprio lì (sorride, ndr)”. - Cosa ti auguri per la prossima stagione? “Vorrei, come minimo, raggiungere gli obiettivi che ci fisseremo in breve con la società. Sarà il 50° anniversario di presidenza: quale occasione migliore per raggiungere la promozione?”. TremilaSport+ | 15 06 2016 | 13


CALCIOUDINESE

1976-2016: un


na storia lunga 40 anni UDINESECALCIO


CALCIOCAMPIONATO CARNICO

ottava DI CAMPIONATO In Seconda categoria l’undici di Forni di Sotto sta facendo il vuoto a suon di vittorie. Intanto in Prima continua a mietere successi il Cavazzo, tallonato in classifica dal Real IC e dai sorprendenti Mobilieri

P

RIMA CATEGORIA Ennesima vittoria del Cavazzo che, grazie ai gol di Ciurdas e Cescutti, supera per 2-1 l’Arta Terme, che aveva inutilmente trovato il gol del pari con Pasta. In seconda posizione appaiate due squadre che hanno fatto al storia del Campionato Carnico: Mobilieri e Real, entrambe vittoriose per 2-0 rispettivamente contro Il Castello e Ovarese. Poker del Villa in casa contro il Fusc-ca: la squadra di Curiedi infatti, dopo il pari targato Cacitti, ha dovuto arrendersi sotto i colpi del temibile attacco arancione, andato in rete con quattro giocatori diversi. La doppietta di

Classifica 1A CATEGORIA Squadra

P.ti

CAVAZZO

21

MOBILIERI

17

REAL I.C.

17

VILLA

16

CEDARCHIS

12

CAMPAGNOLA

12

OVARESE

11

VERZEGNIS

11

VAL DEL LAGO

10

IL CASTELLO

10

ARTA TERME

7

FUS-CA

7

FOLGORE

4

PALUZZA

0

16 | 15 06 2016 | TremilaSport+

La formazione dell’Audax (Foto Carnico.it)

LA SUPER AUDAX

NON MOLLA UN COLPO Ivano Picco contro il Verzegnis regala alla Val Del Lago tre punti molto importanti, che allontanano la formazione del lago dagli ultimi posti. Applausi per il Paluzza, che va sotto di due reti contro il Cedarchis, ma riesce a raggiungere il pari grazie alla doppietta di Di Centa. Infine il Campagnola batte per 2-0 la Folgore. SECONDA CATEGORIA - Straordinaria vittoria dell’Audax (ottava di fila) che va in svantaggio di due reti, ma riesce prima a pareggiare e poi a trovare il definitivo 3-2 con la rete decisiva di Nassivera al 93’. Cade clamorosamente invece la Nuova Osoppo, che perde 6-1 in casa del Tarvisio. Il San Pietro vince 2-0 contro l’Ardita grazie alle segnature di Pomarè e Digiovanbattista e si piazza al terzo posto Emozioni fino all’ultimo respiro a Priuso nel derby tra La Delizia e l’Edera: i neroverdi vanno in vantaggio grazia a un colpo di testa del giovane Lupieri, subiscono il pari siglato da Fachin, ma proprio quando La Delizia assaporava la gioia per il primo punto stagionale arriva in pieno recupero il gol

di Petris, che regala il successo all’Edera. Infine vittorie esterne dell’Amaro in casa del Val Resia, con un gol nei primissimi minuti di Dell’Angelo e della Pontebbana per 2-0 sul campo della Velox. TERZA CATEGORIA - Il big-match tra Ancora e Ravascletto si chiude con il successo della formazione di mister Bellina che, grazie a un rigore procurato e realizzato da Vezzi, vince 1-0 e raggiunge proprio i marinai in vetta alla classifica. In terza posizione si piazza il Cercivento che non va oltre l’1-1 in casa del Rigolato. Intensissimo invece il match di Ampezzo dove i padroni di casa vengono sconfitti 3-2 (e agganciati in classifica) dal Timaucleulis. Netta vittoria della Viola per 4-0 sulla Stella Azzurra con doppietta di Fior, che raggiunge quota 6 nella classifica marcatori. Successo all’ultimo secondo invece del Lauco che, grazie alla rete decisiva di Gonano, batte 2-1 l’Illegiana. Termina invece 1-1 il match tra Comeglians e Sappada con il botta e risposta tra De Toni e Di Ronco. Daniele Tomat

Classifica 2A CATEGORIA Squadra

P.ti

AUDAX

24

NUOVA OSOPPO

18

SAN PIETRO

16

TARVISIO

15

EDERA

15

BORDANO

12

PONTEBBANA

11

VELOX

9

TRASAGHIS

9

VAL RESIA

6

AMARO

6

ARDITA

1

LA DELIZIA

0

Classifica 3A CATEGORIA Squadra

P.ti

RAVASCLETTO

15

ANCORA

15

CERCIVENTO

12

TIMAUCLEULIS

11

AMPEZZO

11

ILLEGIANA

10

VIOLA

9

MOGGESE

9

LAUCO

9

COMEGLIANS

7

STELLA AZZURRA

7

SAPPADA

6

RIGOLATO

5


TremilaSport+ | 04 05 2016 | 17


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La cura del dettaglio

è sempre più un elemento fondamentale per realizzare prestazioni importanti Quali distanze percorre un calciatore di serie A? Che velocità raggiunge un suo collega dilettante? Quali e quante variazioni di velocità effettua il giovane calciatore? Conoscere in modo approfondito le richieste del contesto di gara permette all’allenatore completo e preparato di ricreare in allenamento le

stesse relazioni tra variabili che si verificano in partita. In questa pubblicazione E.Marra e il prof. S. D’Ottavio descrivono i risultati di una ricerca svolta sull’analisi del modello prestativo di squadre giovanili e la relativa preparazione di una struttura di allenamento “funzionale”, a secco e/o con il pallone.

allenamento per il gioco del calcio è caratterizzato dalla riproposizione nel tempo di esercitazioni idonee a determinare negli atleti la possibilità di esprimere le proprie migliori qualità tecniche e tattiche durante tutto il corso della partita. Che la partita impegni la capacità di “resistere” è dimostrato da numerose ricerche,nelle quali si evince che la media di percorrenza in 90 minuti può variare dai 9 ai 12 km (Bangsbo et al., 1991; D’Ottavio 2001; Mohr et al., 2003; Krustrup et al.,2009) svolti alternando diverse andature (passo, corsa lenta , corsa veloce, sprint, corsa indietro,laterale, etc.).

ottimizzare al meglio il poco tempo che il preparatore fisico ha a disposizione durante la seduta di allenamento per migliorare e mantenere un buono stato di forma del calciatore. In particolare bisogna sottolineare come l’avvento della tecnologia a rilievo satellitare della posizione (Global Position System GPS)

L’

A questo proposito anche se l’impegno dei giocatori “dura a lungo”, non siamo certamente di fronte ad una prestazione di “lunga durata”, così come la si intende in maniera classica nell’atletica

18 | 15 06 2016 | TremilaSport+

leggera. Durante la partita di calcio,al contrario, ogni giocatore alterna numerosi momenti di attività senza palla trascorsi a vari ritmi di corsa, a brevissimi altri periodi in cui ne detiene il possesso(R.Capanna,1997). Essere a conoscenza del preciso modello prestativo consente di

abbia rappresentato un punto di svolta garantendo l’analisi della prestazione di gara e di allenamento negli sport di squadra. Utilizzando un’apparecchiatura GPS (Spi-elite) ho cercato di esaminare la prestazione di giovani calciatori con lo scopo di verificare eventuali differenze e affinità all’interno del contenitore che deve essere la base da cui partire: la gara. Esaminando così attentamente il modello prestativo possiamo creare un lavoro adeguato e cercare, se non altro, di sbagliare il meno possibile nella somministrazione del carico allenante.


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a match analysis è la metodologia d i r i l e va m e n t o dati che, attraverso l’indagine scientif ica e statistica, consente di valutare, in modo oggettivo, il rendimento fisico e tecnicotattico del singolo atleta e dell’intera squadra. Potrebbe quindi essere definita come il mezzo che trasforma il modello prestativo in un dato matematico per poter analizzare meglio il modello stesso e migliorarlo attraverso l’allenamento. La diagnosi della prestazione è fondamentale per scegliere, classificare e stabilire i contenuti concreti del gioco, permettendo così allo staff tecnico di sviluppare forme e metodi di allenamento più economici ed efficaci.

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Grazie alla match analysis è pertanto possibile definire il modello di prestazione del calciatore, evidenziando le differenze che esistono tra i vari ruoli, sia dal punto di vista fisico che delle ricerche fisiologiche, consentendo al preparatore fisico di sapere, in modo chiaro, “cosa” allenare. Il calcio è caratterizzato durante il gioco da azioni di

corsa che prevedono variazioni di velocità e di direzione. Tali espressioni della prestazione rappresentano sostanzialmente la risposta fisica e tecnica, con o senza palla, alle richieste tattiche della situazione di gioco. Il punto chiave, che tuttavia denota l‘attuale stallo della match analysis, riguarda il ruolo decisivo delle accelerazioni e delle decelerazioni, che nessuno valuta nella sua sostanza. Si possono considerare accele-

razioni tutte quelle attività di spostamento che hanno come velocità di partenza approssimativamente Vi = 0 ms, accelerazione > 1 m/s2 e non superano i 10 m di distanza (dove con Vi si intende la velocità iniziale o di partenza). Si possono considerare accelerazioni sprint tutte le attività

di spostamento con velocità di partenza approssimativamente eguale a zero e che raggiungano velocità finali vicine al 70% della velocità massima del soggetto (ipoteticamente in un arco tra 6 e 7 m/s per giocatori adulti). Si possono considerare sprint tutte le attività di spostamento con velocità di partenza Vi fra il 50 e 70% della velocità massima e che si caratterizzino per una accelerazione > 1 m/s2 (fino alla massima consentita) per tratti di almeno 10 m e oltre. In pratica, con quest’ultima categoria s’intendono gli sprint che hanno una velocità di entrata di media intensità. Nel calcio, quindi, dato che i tratti percorsi ad alta intensità durante una partita sono in media di 15-18 m e si ripetono per centinaia di volte nel corso della gara, accelerazioni e decelerazioni risultano essere una componente importante della prestazione, sia evidentemente sul piano quantitativo che su quello qualitativo (caratteristiche biomeccaniche).

TremilaSport+ | 15 06 2016 | 19


CALCIOC5

IL PAGELLONE TEMPO DI BILANCI DI FINE ANNO PER LE FORMAZIONI DI CALCIO A 5 REGIONALI. ECCO LA TERZA PARTE 2015/2016 FLASH ANCORA POCHI MOVIMENTI UFFICIALI

MERCATO

Movimenti ridotti, pochi contatti, qualche trattativa, ma nulla di concreto. Conferma la sua iniziale staticitĂ il movimento del calcio a 5 friulano, dove solo la Bassa Manzano sta sondando diverse piste per allestire una formazione competitiva per la B. E il non confermato Teixeira sembra essere il sogno di diverse societĂ regionali, Pentalcor e Adriatica in primis.

CONFERMA PER ASQUINI AL PORDENONE

SERIE C

Conferma per Gianluca Asquini: sarà ancora l'ex tecnico di Brn e New Team a guidare i ramarri nella prossima stagione sportiva, mentre nuove soddisfazioni arrivano dal settore giovanile, dove la squadra dei pulcini ha passato il weekend ospite al centro federale di Coverciano, invitata dal Settore giovanile e scolastico nazionale della Figc al Grassroots festival. I piccoli naoniani hanno rappresentato l’intera regione.

BASSA E MANZANO: UNITE PER LA SERIE B

FUSIONE

Non ha perso tempo la societĂ di Latisana dopo la mancata promozione in serie B. Il team di Giuseppe Criscuolo ha trovato nel Manzano un valido alleato per unire gli sforzi e fondare una nuova societĂ che possa prepararsi al meglio per l'insidioso campionato di serie B. Come si dice l'unione fa la forza, soluzione ottimale per sperare di ben figurare unendo personale e risorse economiche. Il nuovo organigramma della Asd C5 Bassa Manzano prevede Criscuolo direttore generale, Pittini allenatore della prima squadra, Salfa dell'under21.

LIGNANO

DA MONTAGNE RUSSE

L

Lignano  voto 6,5 -  Passano gli anni, ma l'emozione di giocare a Lignano per tutti resta sempre la stessa; sul punto di non ritorno come sempre in estate, la "passionaccia" e l'orgoglio che anima il club ed in primis i fratelli Sica è senza carta d'identità . Alla fine comunque ne esce una squadra tosta come sempre, qualche alto e basso che tuttavia conferma l'ottima predisposizione alla crescita della società . Gold Feet voto 6+ - Formazione profondamente mutata con l'avvento di Acampora in estate a nocchiere: qualche difficoltà nella fase iniziale della stagione, ma il club del presidente Bandiera non demorde e alla fine del duro lavoro iniziano ad arrivare anche le prime soddisfazioni, grazie a un girone di ritorno in grande rimonta con risultati di prestigio. Purtroppo la società ha già deciso di non iscriversi nel prossimo campionato. Svt Futsal voto 6+ - Avvio di stagione da incubo con la squadra che fa acqua da tutte le parti e che non riesce a sbloccarsi; l'arrivo di Odorico dà la scossa all'ambiente e la squadra inizia a macinare risultati risalendo la china, accorciando notevolmente il gap dalle squadre che la precedono. Tergesteo voto 5,5 - Stagione da archiviare in fretta per quanto concerne la prima squadra, poche soddisfazione per il team allenato da Bevilacqua, a parte al vittoria

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col Palmanova c'è ben poco altro da salvare. Un plauso comunque al presidente Zaniboni confortato dal gran lavoro fatto a livello giovanile che ha permesso la creazione di una squadra di Piccoli Amici con oltre 20 bambini. Udine City voto 5,5 - Nasce sulle ceneri della Tana e nella fase iniziale del campionato ne ricalca in fotocopia i risultati negativi, nonostante il ritorno di Valent; nel girone di ritorno si sblocca ed ottiene un po' di vittorie che danno morale per cercare d'intervenire e trovare la strada giusta nella prossima stagione. Clark Udine voto 4,5 - Solito campionato per il club di Tirindelli: parte con un roster di ottima fattura poi inizia come consuetudine a perdere tasselli, inizia il valzer dei giocatori, ne cambierà una quarantina, presentandosi sempre in formazione risicata, vince a Prata e batte anche la Futsal Udinese; il ritorno è un calvario, non si presenta a Manzano e Gradisca e nell'ultima gara a Latisana si presenta con soli 3 effettivi... Servono altri commenti? Tavagnacco Futsal voto 5 - Strana squadra il Tavagnacco: giocatori eclettici e combattenti, ma la preparazione fisica lascia a desiderare, in una ipotetica classifica dei primi tempi sarebbe a centro classifica, ma le partite durano 60' e nella ripresa manca il fiato e le idee si annebbiano. Nonostante le avversità la squadra non molla mai.

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CALCIOFEMMINILE FRIULANA DOC Di Reana, l'attaccante è cresciuta nel Tavagnacco, dove ha disputato molte stagioni in serie A, esordendo in Champions

SONO TORNATA ALL'OVILE MA SFOGLIO LA MARGHERITA

Dopo tre stagioni in Germania, Ilaria Mauro è rientrata in Italia, valutando nuove offerte

D

opo tre anni in Germania, il ritorno all’ovile. Per Ilaria Mauro (nelle foto con le maglie tedesche e della nazionale) una dichiarata scelta di vita d’impronta vagamente nostalgica, pure se il calcio teutonico le ha dato, e avrebbe continuato a farlo, quella professionalità difficile a trovarsi nel football femminile italiano. E sulla sua prossima destinazione la 28enne attaccante di Reana, una vita al Tavagnacco, mantiene per ora il più stretto riserbo: “Sto valutando alcune opportunità in Italia e all’estero e entro il mese assumerò probabilmente una decisione. Per ora, quindi, top secret, preferisco mantenere al proposito la bocca chiusa”. Un rientro in Italia, il tuo, con l’azzurro addosso. “Si, sono reduce dalla disagiata anche se produttiva trasferta a Tbilisi, in Georgia, nell’ambito delle qualificazioni al campionato europeo. Abbiamo vinto 7 – 0, con anche un mio gol, una partita facile ma un viaggio, appunto, difficoltoso, con quaranta ore senza poter dormire”. Ora, però, viene il difficile.

“Gestire un gruppo femminile non è facile, lo ammetto, ma direi che lui se la cava bene, dialogando con noi ma anche alzando i toni quando è necessario. Quanto alla rifondazione, l’organico è stato piuttosto ringiovanito e

"Le giocatrici italiane sono richieste all'estero ma molte si spaventano all'idea di affrontare nuove esperienze"

“Ci attendono infatti due gare, con Repubblica Ceca e Irlanda, da vincere entrambe per riuscire a centrare la qualificazione. Siamo seconde nel girone, che vede capolista la Svizzera. Speriamo bene”. Il vostro ct è Antonio Cabrini, che sta attuando una sorta di rifondazione in seno al gruppo azzurro. Come si rapporta con la squadra l’ex “Bell’Antonio”?

22 | 15 06 2016 | TremilaSport+

in seno ad esso sono state confermate solo alcune giocatrici esperte come Gabbiadini, Parisi e poche altre”. Facciamo un passo all’indietro e parliamo della tua decisione, tre anni fa, di sperimentare il calcio

tedesco. Come avvenne? “In quel 2013, a Tavagnacco, giocai poco anche per un problema alla schiena ma ad aprile stavo meglio e disputai la finale di Coppa Italia vinta contro Verona. In tribuna c’era Rosario Amendola, vice di Cabrini in nazionale, che mi convocò ad uno stage azzurro in vista del campionato europeo in Svezia, dove giocai segnando anche una rete. Nei quarti incontrammo la Germania e fui notata da un agente tedesco, che mi chiese se fossi interessata a giocare nel suo Paese”. E la risposta, evidentemente, fu affermativa… “Venni ingaggiata dal Sand di Wirschstadt, una città vicino a Friburgo, nel sud della Germania: un club di Seconda Lega con ambizioni di promozione. Vincemmo il campionato e misi a segno 24 reti”. Problemi di ambientamento? “Nessuno, prima di tutto perché giocavo in una società che si potrebbe definire come una grande famiglia che non metteva pressione alcuna a noi giocatrici. E poi perché l’organico era multietnico e mi ambientai


FEMMINILECALCIO

Nel calcio italiano mancano in primis le basi. Qualcosa si sta facendo ma è ancora troppo poco

Ilariascal Dida Mau ia ro con l'azzurro della nazional e

di Cabrini

facilmente, parlando prevalentemente inglese, anche se frequentai nei ritagli di tempo un corso di tedesco. In quanto all’alimentazione, non rinunciai alle mie abitudini, cucinando perlopiù per mio conto. Con il Sand giocai due stagioni, prima del passaggio al Postdam, in un club del nord dalle grandi ambizioni”. Dove le cose andarono però meno bene del previsto… “La città, a 30 chilometri da Berlino, è stupenda e la società di grande tradizione, retta da un manager “alla Ferguson”, Schroeder, 74enne da ben 45 anni al timone della squadra. Eravamo come soldatesse e sostenevamo tre allenamenti al giorno ma, complici ben quattro crociati rotti, i risultati non furono pari alle attese e il progetto-Champions fu vanificato. A fine stagione, nonostante avessi ancora un anno di contratto, la mia decisione di rientrare in patria, che la società comprese. Ritenni completata la mia esperienza e ritornai così in Italia, con la consapevolezza di aver vissuto una realtà calcistica di un altro mondo rispetto a quella di casa nostra. In Germania molte società femminili sono parte integrante di quelle maschili, con benefici facilmente immaginabili, economici, tecnici e gestionali”. Le giocatrici italiane sono richieste

in Germania o comunque all’estero? “Certo, ma molte si spaventano all’idea di affrontare nuove esperienze in una realtà sostanzialmente sconosciuta e rinunciano a priori alla sola idea. Anch’io, accettata l’offerta, venni all’inizio intimamente assalita dal timore di non essere all’altezza della situazione ma in seguito, alla resa dei conti, tutto svanì. Ed è per questo che mi sento di dire alle ragazze cui viene prospettata la possibilità di giocare all’estero in Paesi dove il calcio femminile vive una realtà professionistica, di provarci e di vivere un’esperienza sicuramente costruttiva e indimenticabile”. Il calcio femminile italiano è dunque così inferiore ad altri in Europa, senza considerare altre realtà extra-europee? “Direi soprattutto a livello federale, con il calcio femminile, ed è stato dimostrato, ad essere considerato poca cosa. E mancano soprattutto le basi, mentre altrove le ragazzine vengono cresciute nelle scuole calcio fin dall’età scolare. Oggi come oggi in Italia alcune società stanno cercando di migliorare la situazione e sotto questo aspetto Brescia, ad esempio, sta facendo bene. Ma è ancora troppo poco”. Edi Fabris

TremilaSport+ | 15 06 2016 | 23


CALCIOUDINESE

IL COMMENTO

SQUADRA PIù ITALIANA PER L’OPERAZIONE-SIMPATIA di EDI FABRIS

P

iù ferme di così le bocce non potrebbero essere e lo sportivo della strada comincia a chiedersi quale sarà l’organico che si presenterà all’adunata del 4 luglio per la ripresa della preparazione in vista di una stagione auspicabilmente meno precaria delle tre precedenti. Ciò che si percepisce nell’aria è comunque il diminuito appeal del progettoUdinese (se mai esiste ancora) nei confronti dei giocatori, molti dei quali, a fine prestito in altre società, non intendono rientrare alla casa madre, preferendo anche una serie B alla panchina costante in A. E’ il caso di Rodrigo Aguirre, attaccante che chiede di

Il mercato bianconero è fermo ma le indicazioni portano all’allestimento di un organico con un minor numero di giocatori stranieri

Se Karnezis rimane, quale spazio tra i pali per i talenti Scuffet e Meret? Ma l'esempio del Milan può insegnare qualcosa

DIFESA E a proposito di italiani, quella che la Federazione preme perché vengano utilizzati anche a beneficio della nazionale, fa simpatia pure la voce del ritorno dall’Inghilterra del difensore-goleador Gabriele Angella, utilissimo soprattutto nel caso che anche Danilo salutasse Udine. Domizzi, dal canto proprio, ha raggiunto l’accordo con il Venezia di Lega Pro allenato da Pippo Inzaghi: la voglia di giocare, a 36 suonati, non gli fa ancora difetto. PORTIERI L’abbondanza non manca, anche se per quelli che stanno alle spalle di Karnezis, se il greco rimarrà, ritagliarsi un posto da titolare sarà dura. Si ripropone Scuffet,

simo al neopromosso Pescara ed è di proprietà dell’Udinese: girarlo ulteriormente altrove sarebbe un delitto. E spunta pure il nome di Alessandro (o Alino che dir si voglia) Diamanti, che al Watford di famiglia non ha avuto fortuna e che ha giocato l’ultimo spezzone della scorsa stagione con l’Atalanta di Edi Reja. Una doppietta che aiuterebbe la società anche in quell’operazione-simpatia con i propri tifosi, delusi da campionati da dimenticare (quintultimo posto due anni fa, quartultimo nel più recente) e da organici da legione straniera, senza un’anima. Nel giro del ritorno a Napoli di Zapata, potrebbe poi approdare a Udine pure Jacopo Dezi, reduce da un buon campionato al Bari.

rientrato da Como, e anche Meret, nonostante la giovane età, ha in sé le doti tecniche e di freddezza per poter aspirare a giocare. L’esempio del Milan, che ha lanciato il baby-Donnarumma con alle spalle l’esperto Abbiati, può insegnare qualcosa, ma non è ipotizzabile che Karnezis possa accettare un ruolo da pigmalione delle giovani leve, così come lo stesso Brkic, di ritorno dal campionato-no con il Carpi. Un problema, dunque, che si ripropone, anche se la tifoseria si ritroverebbe notevolmente ringalluzzita dalla rinnovata presenza tra i pali di un friulano, a tutto vantaggio appunto dell’operazione-simpatia in un periodo in cui più che di calcio si parla di marketing e di business.

se come merce di scambio con il Sassuolo per arrivare a Vrsaljko. ATTACCANTI Si pone dunque per l’Udinese il problema-attaccanti, visto che Totò ha dato l’addio al bianconero (anche se non, pare, al calcio giocato) e Thereau stesso po-

ague ad allettare il ghanese e la Roma lo svizzero, Kuzmanovic non si sa se verrà riscattato o meno e Fernandes è appetito dal Porto. Assi portanti, dunque, da rifondare e a questo proposito si ripropone il nome di un italiano (finalmente), Valerio Verre, che ha fatto benis-

Tre "voci" di mercato: Thereau, Kuzmanovic e Karnezis

rimanere al Perugia, dov’è andato in prestito a gennaio, e di altri di minor cabotaggio (Hallberg, Merkel, Mlinar, Jadson) che vedrebbero la stessa panchina con il binocolo. E’ il rovescio della medaglia dell’acquisizione di decine di giocatori da ogni parte del mondo per provare a farne un business, senza però riuscire a concedere loro la vetrina idonea a metterli in mostra. E a non voler tornare, sapendo nel contempo di godere di buon mercato, è Piotr Zielinski, messosi in luce a Empoli e fermamente voluto da Sarri al Napoli: grazie anche alle buone relazioni fra i due club, l’affare è fatto e al Napoli, previo pagamento della penale di un milione, tornerà pure il “panterone” Zapata, anche

24 | 15 06 2016 | TremilaSport+

trebbe fare le valigie alla volta di Bergamo, da cui è corteggiato da tempo e dove potrebbe spuntare l’aumento dell’ingaggio a cui punta il francese, alla faccia dello spirito di bandiera. Pozzo jr si è cautelato contrattualizzando il 31enne belga-tunisino Habaoui, pensando pure a El Arabi del suo ex Granada, nomi che però non garantiscono sulla carta il miglioramento del bottino offensivo nello scorso campionato fra i peggiori della serie A. Già, la qualità costa e notoriamente il braccino bianconero è strutturalmente corto. CENTROCAMPO Anche qui qualche problema, dato che pure Badu e Widmer intendono cambiare aria grazie al loro buon mercato, con la Premier Le-


credits (Getty Images)

UDINESECALCIO

NAZIONALE

AZZURRI, POSSIAMO CREDERCI Ebbene sì, anche questa volta ci siamo cascati. Da sempre vittima di piaggeria e di manifesto pessimismo, il popolo italiano era tutto – o quasi - pronto ad alzare bandiera bianca prima ancora di scendere in campo, spronato anche da buona parte della stampa che vedeva nella truppa azzurra un’accozzaglia male assortita e soprattutto inidonea a difendere blasone e storia del tricolore pallonaro. Ed invece la banda Conte – che da almeno cinque anni a questa parte ha dimostrato di essere eccelso maestro nella sottile arte del “mettere le mani avanti prima, per non metterle dietro poi” – ha spiazzato un po’ tutti, rifilando un 2-0 al babau Belgio, osannato a destra e a manca nonostante un “glorioso” palmares che vanta in tutto solo un titolo olimpico conquistato la bellezza di 96 anni fa! Ok, se paragonata alle rose di cui poteva disporre la nostra Nazionale 10 o 20 anni fa, quella a disposizione di Conte è evidentemente poca cosa; ma stando a quanto emerso dalla prima tornata di gare, le altre selezioni non se la passano certo meglio. Francia e Spagna non hanno per nulla impressionato, cogliendo i tre punti nei minuti finali, e, quantomeno i transalpini, giocando pure maluccio; l’Inghilterra non è andata oltre il pareggio contro una Russia ben lontana dai fasti dell’era sovietica; la

sola Germania dimostra di avere qualcosa in più rispetto alle avversarie, ma ha dovuto comunque accendere un lumino a san Neuer per essere riuscita a tenere a bada l’Ucraina. Ed ecco che in un panorama così decisamente mediocre una domanda sorge spontanea: perché non provarci? Siamo davvero così sicuri che la rosa azzurra sia poi tanto inferiore a quelle delle “big”? La risposta pare evidente. In Europa nessuna nazionale può vantare una difesa come quella composta da Buffon-Barzagli-Bonucci-Chiellini: questo è un dato di fatto. Se si smettesse di considerare i difensori come meri riempitivi e di esaltare solo le doti di chi i gol li sa fare o far fare, probabilmente si darebbe maggior credito ad un’Italia che sulla carta, quantomeno lì dietro, di certezze ne ha parecchie. Non è solo la selezione azzurra ad essere più scarsa rispetto a quelle che la hanno preceduta, il problema è generalizzato. Questa Italia non ha nulla da invidiare alle avversarie, e con un po’ di fortuna può giocarsela fino alla fine. In un panorama continentale così povero, mediocre e desolante, piuttosto che alzare bandiera bianca prima dell’ora o perderci dietro ad un 10 dato a Thiago Motta, non converrebbe chiedersi come mai nel Vecchio Continente non si insegna più ai ragazzini a giocare a calcio? (Massimo Muzzin)

di Biancamaria Gonano di Biancamaria Gonano

UDINESE CLUB CODROIPO L’Udinese club di Codroipo nasce nel 1977 con il presidente Luigi Benedetti, sostituito dopo pochi mesi dalla mitica presidentessa Irma Rodaro. All'epoca era il club con maggior numero di iscritti e ben 450 abbonati allo stadio. Fu lei a dare il via all'iniziativa di portare i bambini delle scuole allo stadio. Il club organizza tante trasferte e in molti si ricordano il suo famoso minestrone. E' in ottimi rapporti con la famiglia Pozzo, soprattutto con la signora Giuliana: vista la grande amicizia il direttivo attuale ha pensato di intitolare il Club a Irma e Giuliana. Dopo la scomparsa di Irma Rodaro nel 2012, il sodalizio è rimasto per un po’ di tempo senza una guida, poi la famiglia che gestisce da tanti anni l’osteria in cui il club aveva ed ha ancora la sede (Osteria alle Risorgive) ha deciso di rimediare per non perdere la tradizione ma

anche per dare un senso all’impegno di tantissimi anni nella vendita degli abbonamenti e della biglietteria per le partite

interne dell’Udinese. Dopo aver riunito il consiglio storico del club si è deciso di trovare qualche figura di transizione

che avrebbe permesso di continuarne la storia, per avere il tempo di candidare un nuovo dirigente. Per qualche anno la presidentessa è stata Silvia Polo e oggi Daniela Fabris, ex cestista, ne ha rilevato l’incarico: “Da pochi mesi io e mia nipote Aurora Savian siamo entrate nel direttivo in quanto super tifose dell' Udinese- racconta Daniela- . Me ne sono innamorata nel 1996 quasi per sbaglio quando mi portarono a vedere UdineseJuventus, partita risoltasi a favore dei friulani con un gol di Oliver Bierhoff, e da quel giorno non mi sono persa una partita. Mia nipote viene allo stadio da quando aveva due anni. Vogliamo ridare vita a questo club, organizzando almeno due trasferte all'anno e sperando di rivedere sin da subito una bella squadra, con giocatori che ci mettano non solo le gambe ma anche il cuore per questa maglia e questa città”.

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SIDICEVA...

si diceva...

LA MAGICA STAGIONE FRIULANA

DEL GALINHO Emiliano Foramiti ripropone nel suo libro le gesta di uno dei campioni bianconeri più amati, Zico

Ricordo con emozione lo stadio Friuli strapieno e il clima festoso attorno a Zico

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i Arthur Antunes Coimbra, in arte calcistica Zico, si è scritto nel tempo di tutto e di più e anche Emiliano Foramiti, che quando il Galinho approdò all’Udinese aveva poco più di cinque anni, ha voluto esprimere in un libro tutta la sua ammirazione per uno dei più grandi talenti espressi dal football mondiale. La pubblicazione, edita lo scorso anno, ha per titolo “Zico, il mio idolo, il mio sogno” e nella sua prefazione l’autore spiega così le origini del progetto: “Esso nasce da un ricordo lontano nel tempo. Nel 1983 avevo appena cinque anni quando mio padre decise di portarmi allo stadio Friuli a vedere le prodezze del Galinho. Non ricordo bene quale fosse la partita, probabilmente Udinese – Roma (ndr: del 6 novembre di quell’anno, vittoria bianconera con il gol dell’asso brasiliano all’85’)…Però ricordo molto bene l’emozione che provai in quello stadio colmo in ogni ordine di posti ed il clima festoso attorno a Zico. Nei miei pensieri vaghi e confusi non dimenticherò mai una cosa di quel giorno, l’incredibile boato da parte del pubblico quando Zico segnò; a parole è davvero difficile descrivere la passione che si respirava attorno a quel poeta del calcio”. Poeta e uomo, aggiungiamo noi, sempre umile e disponibile con chiunque, che arrivò all’Udinese dal Flamengo di Rio de Janeiro grazie all’astuzia del general manager Franco Dal Cin supportato dal presidente Lamberto Mazza. Un ingresso trionfale a Udine, quello dell’asso carioca, reduce dal mondiale spagnolo in cui il suo mastino, Gentile, gli strappò persino la maglia. In via Mercatovecchio, in un caldo giorno d’estate, tra due ali di folla, sfilò sorridente a bor-

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RICORDI Abc


SIDICEVA...

CONTRASTI Osteggiato dal presidente federale Sordillo, contestato dalla piazza udinese (cartello a lato), l'arrivo del campione fu un'apoteosi

do di un’automobile regale di stampo disneyano, tantopiù acclamato perché preceduto da un’accanita querelle fra il club friulano e l’allora presidente federale Sordillo che ne osteggiava l’acquisto, con tanto di folla contestatrice del potere calcistico radunata in piazza XX Settembre inalberando lo storico cartello “O Zico o Austria”. Fu quella un’annata di entusiasmi irripetibili, per l’Udinese allenata da Ferrari e i suoi tifosi, con uno 0-5 rifilato al Genoa nella prima di campionato a Marassi che lasciò intendere quali fossero le potenzialità di una squadra che schierava pure campioni come Causio, Miano,

La perla assoluta il gol in rovesciata a S.Siro contro il Milan Mauro, Virdis e Edinho. La perla assoluta di Zico fu quella dell’8 gennaio 1984, quando nel 3-3 di S.Siro contro il Milan, il Galinho mise a segno un gol in rovesciata che strappò applausi anche al pubblico rossonero. Ma ad una

prima stagione magica non ne fecero seguito purtroppo altre, poiché agli infortuni fisici fecero seguito pure quelli fiscali, con l’accusa di “evasione” a costare al campione il ritorno in Brasile. Ma nel cuore dei friulani Zico

rimase comunque per sempre, e lui stesso ritornò periodicamente nella Piccola Patria “per salutare gli amici con un mandi”, conclude nostalgicamente Foramiti. (e.f.)

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NONSOLOSPORT

CULTURA

Novità su mostre, spettacoli, eventi, personaggi del panorama culturale

INIZIATIVE

CINETECA, VANTO DI GEMONA

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opo il maggio 1976 Gemona era ridotta soltanto a un enorme cumulo di macerie a causa del terribile sisma che aveva colpito il Friuli in quel periodo. In quei momenti vi era l'urgenza di ricostruire e ripristinare quasi ogni infrastruttura, attività, edificio in generale. Livio Jacob e la moglie Piera Patat presero ad esempio in considerazione di rimettere in sesto il cinema della cittadina attraverso una raccolta fondi. Ma quando l'iniziativa giunse al termine si scopri che la somma raggranellata non era sufficiente per realizzare il loro piccolo grande sogno. Gli venne quindi proposto di accantonare il loro ambizioso proposito per ripiegare invece sulla creazione di un'istituzione completamente nuova per il nostro territorio: una cineteca regionale. Questi esordi cosi improvvisati e rudimentali diedero il via a una corsa verso il successo che nessuno si sarebbe mai immaginato, tanto che oggi la Cineteca del Friuli, la cui sede è orgogliosamente rimasta nel suo paese natale, è cresciuta fino a divenire una delle cinque cineteche italiane, facente parte della FIAF (Federazione Internazionale dell'Archivio dei Film). Ora come ora due sono gli organi che la costituiscono: l'Archivio cinema e la Biblioteca, annessa agli uffici. La prima, la cosiddetta "Casa delle pellicole", inaugurata nel 2008, si presenta come un avveniristico parallelepipedo di cemento e vetro (nella foto) che ricorda vagamente le abitazioni dell'antica Roma. Tre depositi climatizzati che non superano la temperatura di 5° C per conservare in modo ottimale le circa diecimila pellicole, siano esse di piccolo o di grande formato (16 o 35mm). Nello stesso edificio si trovano poi due laboratori, uno dei quali è deputato al controllo e all'eventuale restauro delle pellicole prima di essere inventariate, mentre nel secondo spazio, che esiste dal 2013, viene praticata la digitalizzazione delle stesse. L'altra metà della Cineteca, nonché nucleo originario, ha trovato invece collocazione a Palazzo Gurisatti, nel centro storico di Gemona. La biblioteca ospita 25mila titoli, fra cui sceneggiature, monografie, periodici: si tratta di volumi provenienti da collezioni di diversi storici e critici, da Angelo R. Humouda a Luca Giuliani. Un patrimono di inestimabile valore di cui non tutti sono a conoscenza. Massimo Gaudino JAMES PATTERSON

PRIVATE L.A. LONGANESI

Thom e Jennifer Harlow sono una coppia perfetta con tre bambini adottati. Probabilmente due delle più grandi star mondiali del cinema, la loro vita si snoda tra red carpet, filantropia e una perfetta gestione familiare. La loro sparizione mette in moto la trama con l’intervento del detective privato Jack Morgan che si scontrerà presto con il muro mediatico e le false apparenze tipiche di una coppia cinematografica. Il mistero della loro scomparsa non è che la chiave d’accesso per un mondo ricco di contraddizioni e inganni. Un libro dalle trame molteplici che si intrecciano con armonia coinvolgendo il lettore pagina dopo pagina. Scrittore dei record con oltre 300 milioni di copie vendute, James Patterson torna in libreria un thriller dallo sfondo glamour.

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L’ANGOLO DELLA

LETTURA

LEONARDO GORI

NON è TEMPO DI MORIRE TEA

Per arrivare in piazza Fontana, con l’auto di servizio, ci misero dieci minuti. Il vicequestore Bianchi fermò la macchina quasi davanti alla Banca Nazionale dell’Agricoltura. Arcieri e i due poliziotti, stretti nei loro impermeabili chiari, passarono davanti a due guardie e superarono ciò che restava della porta d’ingresso. Entrarono nella grande sala circolare, teatro della carneficina. Arcieri avvertì come prima cosa l’odore: calcinaccio e legno bruciato, misto a qualcosa che sapeva di morte. Ripensò, inevitabilmente, alle immagini di guerra: gli scavi nelle macerie dei palazzi abbattuti dalle bombe, le voragini nelle strade.

MARY BEARD

SPQR

MONDADORI Nel 212 d.C., con un decreto dell’imperatore Caracalla, veniva concessa la cittadinanza romana a tutti gli abitanti liberi dell’impero. Una decisione rivoluzionaria, che tuttavia portava a termine un processo avviato quasi mille anni prima da Romolo, il leggendario fondatore di Roma, il quale, con un gesto inconsueto per le civiltà antiche, aveva invitato gli stranieri, i diseredati, i profughi e gli esiliati a unirsi a lui, trasformandoli di fatto in cittadini romani. Mary Beard ci offre una nuova visione della storia di Roma, una storia caratterizzata da incredibili miti fondativi e grandi istituzioni politiche e sociali, da straordinarie conquiste militari e stupefacenti opere architettoniche.

TOM FOX

ANTONIO AMOROSI

TRE60

CHIARELETTERE

IL CODICE DOMINUS È un papa molto amato, Gregorio XVII, non soltanto per i suoi messaggi di pace e di tolleranza, ma anche perché porta su di sé i segni di una sofferenza indicibile: la grave malattia di cui soffre sin dall’infanzia non gli permette di stare in piedi da solo. Eppure non si è mai arreso e anche adesso, mentre celebra la messa, le sue parole riempiono la basilica di San Pietro e raggiungono il cuore di tutti i presenti, colmandoli di speranza. Durante la benedizione, nessuno sembra accorgersi del giovane che percorre la navata principale, diretto all’altare. L’uomo raggiunge il pontefice, si china su di lui e gli dice: «Alzati, Pietro. Chi era storpio tornerà sano». E Gregorio XVII si alza. Rimane in piedi, saldo sulle gambe. Ma chi è quell’uomo? E cosa significa la sua comparsa?

COOP CONNECTION La prima inchiesta sulle coop in Italia. Anni di silenzio, difficile mettere il naso dentro un mondo che garantisce lavoro, potere, soldi e continuità politica. Solo grazie agli ultimi scandali di Mafia capitale sono affiorate le contraddizioni di un universo economico che da solo genera 151 miliardi di fatturato dando lavoro a più di un milione di persone. Grande distribuzione, grandi opere, servizi, alimentazione, assicurazioni: il mondo coop, frutto di una storia secolare, copre tutto il territorio, dal Nord al Sud, in nome della solidarietà, a difesa dei lavoratori. Questo libro prova a smontare la propaganda che ha alimentato l’universo coop e racconta la realtà di un buiness protetto, in cui sfruttamento, corruzione, speculazione finanziaria sono ben presenti seppure mai denunciati perché coperti dal marchio della legalità.


le belle di TremilaSport

UDINESECALCIO

Stella

PH SILVANO ZANDONELLA

Sbarazzina


le belle di TremilaSport

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le belle di TremilaSport

TremilaSport+ | 15 06 2016 | 31


le belle di TremilaSport Stella Callegher, fisico da pin up e fresca simpatia, si vede in futuro come maestra d’asilo

PALESTRATI, NO GRAZIE, MEGLIO LA PANCETTA

G

randi occhi di un azzurro cangiante ad illuminare un volto dall’espressione sbarazzina su un corpo da pin-up: è la prima immagine che Stella Callegher offre di sé, prima che lei stessa si dipinga con brevi, incisivi tratti. “Sono tendenzialmente timida e mi sciolgo solo quando comincio a conoscere chi mi sta davanti – ammette la modella pordenonese - . Mi piace stare con la gente, ridere e vivere alla giornata, senza crearmi troppe preoccupazioni. E da altruista quale sono vorrei vedere sempre tutti felici!”. Quinta di sei fratelli (quattro femmine e due maschi), Stella si vede nel proprio futuro come maestra d’asilo (“Mi

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piacciono i bambini e sin da piccola giocavo a fare questo mestiere”, dice), mentre il proporsi all’obiettivo del fotografo è soltanto per lei un divertimento passeggero. “E’ bello fare nuove esperienze e posare è una di queste – sorride - . Così come mi piace da matti andare in moto e camminare in montagna”. Il mare, infatti, non la esalta, pure se in costume fa il suo effetto: “Perché negarlo? Mi piaccio, non mi lamento, ma non per questo ho la fissa di mettere in evidenza il mio corpo in ogni occasione”. E anche riguardo ai maschi, Stella ha le sue idee radicate e sostanzialmente in controtendenza con quelle della maggior parte delle sue coetanee: “I tipi palestrati, che

incontro in abbondanza nel pub dove lavoro, non mi stuzzicano granchè, anzi direi che in un uomo un po’ di pancetta ci sta…”. Considerazione che caratterizza pienamente lo humour di cui Stella è dotata e che evidenzia con il solo sguardo ed il sorriso sbarazzino. Modella per una volta, lei sottolinea, ma dopo questo servizio i suoi estimatori certo aumenteranno.


MEM è un bar/ristorante dove puoi comperare oppure è un negozio dove puoi mangiare; girala o guardala come vuoi la sostanza non cambia! MEM è un locale dove puoi mangiare quattro cose fatte bene, bere una birra o un bicchiere di buon vino ed acquistare quello che ti sta intorno: il tavolo dove stai mangiando, la sedia sulla quale sei seduto, il quadro che vedi appeso alla parete, l’oggettistica esposta, il modernariato che ti circonda, il lampadario che ti illumina... insomma, è in vendita tutto ciò che stai guardando! Fare affari, se ti piacciono le cose originali, stravaganti ed introvabili non sarà difficile!


BASKET

VIVAIO CBU Fabio Mian, di Moraro (Gorizia), è cresciuto nella società udinese, plasmato dal tecnico Luigi Colosetti.

che mi ha permesso di offrire il massimo in ogni partita. La garachiave è stata sicuramente per me quella contro Torino, dove ho avuto maggior spazio grazie anche alle assenze di Vitali e McGee: ero consapevole che si trattasse di un’opportunità da non sprecare e in effetti quel giorno ho disputato una grande partita, contribuendo alla vittoria della squadra”. Il suo effettivo trampolino di lancio, ammette, è stato però Agrigento, con Franco Ciani al timone: “Venivo da un’annata non buona a Bari, in B1, e in Sicilia mi sono rilanciato. Due anni super, quelli con Franco, con nel secondo anche la promozione

di EDI FABRIS

IN AZZURRO CON I BIG, CHE GRAN BEL COLPO! Magic moment per Fabio Mian, convocato in nazionale e con un biennale a Cremona “Allenarsi con Belinelli, Gallinari e Bargnani, sotto la guida di Ettore Messina, è davvero una figata!”, considera entusiasticamente Fabio Mian, attualmente e fino al 18 giugno in ritiro con la nazionale a Folgaria, in Trentino, nel primo camp azzurro che porterà al Preolimpico. “Siamo in 18, poi ci alterneremo con quelli al momento impegnati nella finale scudetto tra Milano e Reggio Emilia e altri che giocano all’estero – spiega la ventiquattrenne guardia di Moraro, prodotto della Cbu plasmato dal tecnico udinese Luigi Colosetti - . Noi più giovani (ci sono anche Davi-

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de Pascolo, con cui divido la camera, Tonut e altri) siamo qui per “aiutare” in allenamento ma la chiamata di Messina è stata per me un onore e la sua mano sicuramente si vede”. Un primo anno in azzurro che costituisce per lui, sottolinea, un punto di partenza verso un futuro auspicabilmente ancora più roseo: “Sono convinto che i sogni possano avverarsi e quello di indossare la maglia della nazionale è uno di questi”. Ma il suo

è comunque un presente da magic moment: “Ho appena firmato un biennale con Cremona e ne sono particolarmente soddisfatto, anche perché è una piazza dove un giovane può crescere serenamente, senza particolari pressioni, e dove pubblico e critica ti sostengono più che criticare. All’allenatore Cesare Pancotto, poi, devo molto perché mi ha offerto l’opportunità di giocare con costanza, fatto che mi ha portato pure alla convocazione in nazionale”. La più recente stagione è stata per Fabio di alto livello e lui non esita ad ammetterlo: “Finora è stata certamente la mia migliore, frutto di un attento lavoro in palestra e di una maturazione psicologica

Allenarsi con gli Nba Belinelli, Gallinari e Bargnani e sotto la guida di Ettore Messina è davvero stimolante e gratificante in A2. Mi sentivo in condizione di far bene e così in effetti è stato”. Poi, appunto, Cremona, con cui riprenderà la preparazione dopo Ferragosto. E guardando al passato (quando anche Tremilasport, nel 2009, ebbe il piacere di fargli indossare la sua canotta durante un incontro amichevole con l’Olimpia Lubiana al Benedetti di Udine), Fabio Mian non coltiva rimpianto alcuno: “Quando andai a Varese, Pillastrini il primo anno mi offrì delle chances che non si riproposero la stagione successiva con Recalcati. Ma ero molto giovane e pazientai, consapevole che la strada verso l’affermazione non è facile per nessuno. Ed è questo che mi sento di dire ai molti ragazzi di talento che sognano di diventare dei campioni: bisogna crederci e sacrificarsi, sempre”.


BASKET SERIE B

L’ANALISI

LINO LARDO

IL CONFERMATISSIMO

APU, DOPO LA FESTA SI GUARDA AL FUTURO Dopo la festa, è già tempo per l’Apu di pensare al futuro riguardo a due aspetti fondamentali: il rafforzamento della squadra e il problema-palazzetto. Il presidente Alessandro Pedone (nella foto) ha assicurato che gli investimenti finora effettuati sono in linea con il budget stabilito, che per

"Prima di ogni altra considerazione, l'aver riportato dopo cinque anni Udine in serie A e aver ridato entusiasmo a tutti gli appassionati di basket friulani è per me un grandissimo motivo d'orgoglio personale e di soddisfazione professionale.” Così ha esordito il tecnico Lino Lardo da Montecatini il mattino seguente alla sbornia di forti emozioni del match contro Forlì che ha regalato all’Apu la tanto sospirata e inseguita promozione in A2 e che restituisce a tutto il movimento cestistico friulano il motore costituito dalla vetrina della massima serie e il ritorno del derbyssimo con Trieste, oltre a quelli triveneti con Verona e Treviso. E riavvolgendo a caldo il nastro della stagione, Lardo rivela i momenti chiave che hanno portato la squadra al successo finale: “E’ stata una stagione lunghissima e molto impegnativa, sia dal punto di vista fisico che psicologico: il nostro girone comprendeva infatti squadre competitive e non permetteva cali di tensione e il dover giocare sempre per vincere e per centrare l’unico obiettivo possibile, quello della promozione, è stato l’aspetto più complesso dell’impresa". Aspetti ai quali peraltro in carriera è da sempre abituato: "Un percorso al quale ero preparato e che costituiva una delle sfide che mi avevano convinto ad accettare di condividere il progetto e l’entusiasmo con il presidente Pedone e il d.s. Micalich, con i quali sin dall’avvio c’è stata grande sintonia e unità d’intenti nel mettere a punto le strategie e la composizione del gruppo. Dopo aver lavorato bene sia in palestra che sul capo per tutta la prima parte della regular season, con la squadra che prendeva via via maggiore consapevolezza nei propri mezzi, nel girone di ritorno abbiamo incontrato un momento di difficoltà coinciso con diversi infortuni che, sommati ad un fisiologico calo di condizione, ci sono costati le sconfitte di Bergamo e Milano e ci hanno convinto sull’opportunità di inserire nuovi uomini e

Orgoglioso di aver ridato entusiasmo agli sportivi friulani di integrare nuove soluzioni di gioco". Ed ecco arrivare Porta e Di Giuliomaria: "In quest’ottica sono stati sicuramente importanti tali innesti “in corsa”, a testimonianza della disponibilità e determinazione della società nel voler centrare l’obiettivo finale. Momento decisivo, infine, è stato sicuramente quello che ha portato alla reazione della squadra quando si è trovata spalle al muro sull’1-2 nella serie finale con Bergamo: abbiamo messo in campo tutta la nostra forza e l'aver ribaltato l’inerzia vincendo il confronto con gli orobici credo ci abbia poi conferito le risorse psicologiche per condurre in porto la vittoria nello spareggio con Forlì, resistendo al veemente ritorno degli uomini di Garelli nell’ultimo e decisivo quarto”. Quali gli innesti da fare in vista del prossimo campionato di A2 in un roster che quest’anno ha visto la sorprendente crescita di Nobile ed esaltato la grande costanza di rendimento tutto difesa e concretezza di Ferrari? “E’ veramente troppo presto per queste valutazioni – dribbla subito la domanda l’esperto tecnico – . Adesso è il momento di ringraziare tutte le componenti che hanno reso possibile questo straordinario risultato e in particolare i nostri tifosi, che mai ci hanno fatto mancare il loro calore, sia in casa che in trasferta. Poi è chiaro che per il prossimo campionato ci sarà da ragionare a mente fredda e non farò certo mancare alla società le mie osservazioni e i miei suggerimenti”. Giuseppe Passoni

la prossima stagione in A2 andrà aumentato del 20%, mentre il direttore sportivo Davide Micalich ha manifestato la volontà di confermare buona parte dell’organico protagonista della cavalcata finalmente vincente in serie B. Quindi, oltre all’allenatore Lino Lardo, cui dedichiamo l’intervista in pagina, rivedremo sicuramente i vari Poltroneri, Castelli, Pinton, Truccolo, Nobile e probabilmente, a dispetto dell’età, Vanuzzo mentre riguardo ad altri dovrà essere effettuata un’attenta valutazione. In A2 gli stranieri saranno due, in un campionato dove l’elemento italiano trova felicemente un proprio habitat, quindi l’attenzione sarà sicuramente focalizzata sugli interpreti della fondamentale asse play-pivot. E poi il settore giovanile (Trieste, al proposito, docet), che andrà solidificato con la collaborazione di altre società cittadine. Last but not least il palasport Carnera, la cui storia infinita andrà ultimata dopo quattro anni di chiusura dovuta in primis a incredibili pastoie burocratiche e a diatribe all’italiana. Il sindaco di Udine, Honsell, assicura che a settembre sarà pronto per l’uso ma sono certezze che il primo cittadino ha espresso altre volte in passato, quindi c’è solo da sperare che abbia ragione. La capienza del Benedetti a livello di A2 non è più ammessa e se il Carnera non fosse disponibile per l’inizio del campionato, ci sarebbe l’ospitale Cividale disposta a supplire. Una soluzione che proprio di ripiego comunque non è. (e.f.)

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CALCIOUDINESE

Finale 1°/2° posto

VOLLEYRò ROMA Vs FOPPAPEDRETTI BERGAMO 3-0

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UDINESECALCIO VOLLEY

Foto Alessandro Sain TremilaSport+ | 15 06 2016 | 37


VOLLEY

MANI D'ACCIAIO Una potente schiacciata del giocatore goriziano

MILANO, ASPETTAMI STO ARRIVANDO

Jernej Terpin, dopo gli inizi all'Olympia Gorizia è passato un anno fa all'Ach Volley Lubiana, serie A slovena, con cui ha respirato il clima della Champions League, ed ora si appresta ad effettuare un ulteriore salto nella massima serie italiana

R

ecentementeJernej Terpin, talentuoso pallavolista goriziano, ha ricevuto la statuetta Juventussi dal gruppo regionale dei giornalisti sportivi dell’Ussi, dimostrandosi capace di gestire da campione sport e studio: “Sono rimasto molto sorpreso e felice dell’attenzione che la stampa sportiva regionale mi ha dedicato - ammette il giocatore - . Il connubio sport e cultura è molto importante per me come ragazzo: ho sposato con convinzione la filosofia "mens sana in anni d'età sano" e sono soddiuna carriera corpore sfatto di riuscire a coltivare davanti l’intelletto e contemporaneamente a fare vita di palestra. Il 100 alla maturità ottenuto lo scorso anno era un obiettivo che volevo raggiungere e che mi ha permesso poi di iscrivermi all’università

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Jernej Terpin, grinta e classe di fisica a Lubiana". Certo, studiare gli piace: "E anche molto, ma giocando nella massima serie slovena ho dovuto un po’ lasciar perdere i libri

perché due allenamenti giornalieri impedivano la frequenza delle lezioni. Ho resistito una settimana, due, poi, vedendomi arrancare, ho deciso di seguire prioritariamente la pallavolo che è il mio sogno fin da bambino". Quello che non è stato proprio di altri, sottolinea: "Se per qualche mio compagno all’asilo il sogno era diventare astronauta o pilota, per me è sempre stato quello di indossare le ginocchiere ed entrare in campo sotto rete. Ma questo non vuol dire che io abbandoni lo studio, per ora l’ho solo messo un po' da parte”. L’attrazione fatale per la palla da schiacciare risale insomma alla sua infanzia, una passione condivisa in famiglia, come racconta lui stesso: “Il cugino di mio padre è lo schiacciatore azzurro Matej Černič, dal palmarès ricco di di Coppe del mondo e Olimpiadi: da bambino lo vedevo come modello e mi sono innamorato del suo


VOLLEY

Vorrei andare a giocare in Brasile o in Russia, paradisi per pallavolisti

Momenti di grande entusiasmo con la maglia di Lubiana sport, giurando a me stesso di farlo diventare la mia occupazione primaria nella vita. Certo, non è così facile vivere il mondo professionistico, ci sono dei sacrifici da fare, delle scelte importanti che possono pesare. In questo momento sono di fronte ad un bivio decisivo: manca poco per definire il mio passaggio alla Volley Milano, in A1. Mi stanno corteggiando da più di un mese e a breve il contratto sarà pronto. Sono felice anche se ciò significherà lasciare la mia ragazza a Lubjana”. In un anno Jernej ha incontrato squadre di caratura internazionale: “Giocare la Champions League è stato incredibile: guardavo i grandi campioni in televisione e poi, improvvisamente, mi sono ritrovato a fronteggiarli sotto rete. Prima delle partite entravo in campo tremando. Le prime due partite ero infortunato ma nella seconda sono entrato per un set, realizzando una manciata di punti. Invece, nelle ultime due partite ho giocato da semi-titolare, mettendo a segno 14 punti. Il top dell’emozione

l’ho raggiunto giocando contro Modena, da titolare, e realizzando 9 punti. Ritornare nella città emiliana per me significava ritrovare un recente passato in cui la società emiliana mi aveva voluto fortemente, ma lì rimasi solo un mese. Ritornandovi, mi sono sentito sotto esame perché il mio addio aveva significato una sorta di sconfitta personale che attribuisco all’immaturità del momento". E i treni persi, aggiunge Jernej, non tornano più: "Ma forse la mia strada doveva essere un’altra e magari migliore. Sono molto cresciuto e maturato, a Lubjana, perchè l’esperienza è stata talmente intensa che è come se avessi vissuto due stagioni in una quanto a mole di allenamenti e partite giocate". Jernej compirà vent’anni il 21 giugno e così si descrive, anche se, lo ammette, con difficoltà: “Fare un’autovalutazione è sicuramente arduo, è come guardarsi allo specchio. Mi sento sicuramente ancora un po’ insicuro ed impulsivo nelle situazioni che non riesco a controllare. Non ho passatempi particolari e d’estate la-

voro nell’azienda di macchine agricole di famiglia. E per fare esperienza di vita credo serva molto stare molto a contatto con gli altri. Ma questo molti giovani non lo sanno capire e apprezzare”. Un sogno nel cassetto, Jernej, ce l'ha pure lui: “Vorrei arrivare più in alto possibile e giocare in Russia o in Brasile. Il campionato italiano è molto importante ma là il livello dei giocatori e degli stipendi è paradisiaco. In Italia credo che il livello del volley nelle categorie inferiori si stia abbassando, un po’ per colpa della crisi e della carenza di sponsor e un po’ perché non tutti i giovani praticano attività fisica. Quando mi provocano chiedendomi se sono d’accordo sul fatto che la pallavolo sia uno sport tipicamente femminile mi arrabbio da matti. Come se il calcio fosse solo per i maschi. Si tratta di una visione limitante e miope. Ad una premiazione ho persino litigato con un assessore che consigliava di “lasciare il volley alle ragazzine!". Biancamaria Gonano

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CALCIOUDINESE

Finale 3°/4° posto

LILIPUT SETTIMO Vs VOLLEY ORAGO 3-2

040| 15 40 | 1506 062016 2016| TremilaSport+ | TremilaSport+


UDINESECALCIO VOLLEY

Foto Alessandro Sain TremilaSport+ TremilaSport+| 15 | 1506 062016 2016| 041 | 41


CALCIOUDINESE

AMICHEVOLE DISPUTATA A TRIESTE

ITALIA Vs SERBIA 0-3

042| 15 42 | 1506 062016 2016| TremilaSport+ | TremilaSport+


UDINESECALCIO VOLLEY

Foto Alessandro Sain TremilaSport+ TremilaSport+| 15 | 1506 062016 2016| 043 | 43


SPORT VARI

BURRACO

PREMIATA Sedici anni, di Majano, Sara Casasola è stata premiata di recente anche dall'Ussi, stampa sportiva del Friuli Vg

LAVORARE TORNEO IN PIAZZA PER UGO DALAN Ugo Dalan, bancario e in gioventù cestista della Libertas Udine, è stato presidente dell'associazione udinese del burraco che ora, a nove mesi dalla prematura scomparsa del suo dirigente, vuole ricordarlo con un torneo dalla location suggestiva, nella centralissima piazza Libertà, sotto la Loggia di S.Giovanni. 160 giocatori provenienti da tutta la Regione e distribuiti su 40 tavoli, daranno vita dalle 20 di sabato 18 giugno al torneo di carte il cui ricavato dalle iscrizioni andrà devoluto all'associazione Spaccapan - Amore per sempre. Inaugurazione alle 20, con commemorazione da parte della consorte, signora Maurizia Tenca Montini, e l'intervento di alcune autorità.

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FORTE è il segreto di Sara Casasola, stellina del ciclocross friulano, pupilla di Daniele Pontoni

«Ho iniziato ad andare in bici per seguire le orme di mio fratello Manuel: lui aveva sei anni e io otto. La prima gara l’abbiamo fatta per provare, lui si è appassionato subito mentre io non sopportavo proprio questo sport, avrei preferito continuare con la danza classica. Poi, man mano che il tempo passava e le gare si susseguivano, la passione ha iniziato a crescere fino a raggiungere i livelli attuali»: tra odio e amore il primo approccio di Sara Casasola (nelle foto) con la bicicletta e trasformato in versi inizierebbe con un lungo ossimoro. Un inizio difficile, un amore sbocciato dopo qualche tempo, il suo, una passione che ha man mano coinvolto l’intera famiglia. «Adesso corriamo tutti in bici, mamma, papà e sorellina compresi!», dice Sara, sportiva determinata, meticolosa e combattiva, una ragazza con la testa sulle spalle e tanti sogni nel cassetto. «Mi alleno quattro o cinque giorni a settimana più la gara, per una durata di circa due ore ad allenamento - racconta la sedicenne di Majano -. Lavoro principalmente su strada, percorrendo diversi chilometri, e dedico un allenamento intero a settimana alla tecnica in mountain bike, per quanto mi riguarda l’aspetto più divertente. È il campione Daniele Pontoni la figura che mi segue lungo tutto il mio percorso, una persona fondamentale». Tanti sacrifici per portare a casa risultati importanti, come la prima gara disputata con le senior: «Per andare forte bisogna lavorare ogni giorno, in bicicletta e in palestra, alimentandosi sempre in maniera corretta, cercando di mantenere un profilo lineare e un andamento costante.. La mia prima uscita tra le senior è

Agli inizi preferivo la danza classica alla bicicletta stata una gara di livello nazionale: ero tesissima, non sapevo cosa aspettarmi, ero spaventata perché non avevo idea del livello delle mie avversarie. Invece la gara è andata benissimo, tant’è che il tecnico della nazionale mi ha convocata per partecipare ad appuntamenti internazionali come la Superprestige, gli Europei e i Mondiali, eventi svoltisi tra Belgio e Paesi Bassi, patrie di questo sport». Che effetto fa gareggiare con i “mostri sacri” di questa disciplina? «È un sogno che si avvera - ammette Sara -. Prima delle gare sono sempre agitata, la paura è presente soprattutto durante l’attesa. Pronti via e comincio a pedalare, la tensioni se ne vanno ad ogni colpo di pedale, penso solo ad andare forte, conscia di poter imparare molto dalle atlete più grandi e con maggior esperienza alle spalle». Che gare stai preparando in questo periodo? «Per il momento mi dedico alla mountain bike d’estate mentre d'inverno al ciclocross. Adesso voglio lavorare bene, costruire le basi per poter fare qualcosa di più in futuro, anche se non ho ancora al proposito idee precise, solo tanti sogni. Sono consapevole del fatto che è molto difficile poter vivere di ciclismo e per questo, dopo il liceo scientifico, penso di iscrivermi all’università. Scienze dello sport o della nutrizione, insomma, corsi che possano darmi la possibilità di rimanere comunque nell’ambiente sportivo una volta accantonata la carriera agonistica. Al momento però non voglio andare troppo in là con i pensieri, preferisco godermi il presente e continuare a sognare ancora un po’». Valeria Degano


CAST ESTIVO

UDINESECALCIO

Il Tennis Città di Udine è un’associazione sportiva nata nel 1986 e fin dal 1989, anno in cui sono state realizzate le prime coperture sui campi in terra rossa, ha organizzato la scuola tennis per bambini e ragazzi. L’anno 2000 ha visto la nascita del primo C.A.S.T. estivo con la partecipazione di circa una quarantina di bambini. Dopo 16 anni i numeri sono cambiati, ma l’entusiasmo è rimasto ed è anzi cresciuto. L’associazione si avvale della collaborazione di tecnici e istruttori formati dalla Federazione Italiana Tennis, di diplomati ISEF e laureati in Scienze Motorie.

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PROGRAMMA ATTIVITÀ:

il Centro di Avviamento allo Sport del Tennis (C.A.S.T.) indirizza i bambini alla pratica delle seguenti attività propedeutiche e complementari al tennis: calcetto, basket, pallavolo, badminton, scherma, pattinaggio, tiro con l’arco, atletica leggera, tennis tavolo, aerobica, scacchi.

GIORNATA TIPO:

ore 7.45-9.00 accoglienza ragazzi ore 9.00 inizio attività tennistiche ore 10.30 break per merenda ore 11.00 ripresa attività ore 12.30-13.00 1ª uscita ragazzi ore 13.00 pranzo ore 14.00 tennis (gare e tornei) ore 15.00 giochi sportivi di gruppo cita ragazzi ore 16.00 uscita

PERIODI DI SVOLGIMENTO: GIUGNO: dal 13 al 17, dal 20 al 24, dal 27 al 1° luglio

à Possibilit nsa m io e di serviz 0 € 6,0

LUGLIO: dal 4 all’8, dall’11 al 15, dal 18 al 22, dal 25 al 29 AGOSTO: dal 1° al 5, dall’8 al 12, dal 22 al 26 SETTEMBRE: dal 29 agosto al 2, dal 5 al 9.

TENNIS CITTÀ DI UDINE

QUOTE DI PARTECIPAZIONE FINO ALLE ORE 13.00

QUOTE DI PARTECIPAZIONE FINO ALLE ORE 16.00

1^ settimana € 65,00 settimane successive € 55,00

1^ settimana € 85,00 settimane successive € 75,00

Per i fratelli: 1^ settimana € 60,00 settimane successive € 50,00

Per i fratelli: 1^ settimana € 80,00 settimane successive € 70,00

Ass. Sportiva Dilettantistica - Via del Maglio 10, Udine Tel. 0432/481888 - info@tenniscittadiudine.it - www.tenniscittadiudine.it


CALCIOUDINESE

Centro Ippico pp Campo p di Bonis

L’Associazione Sportiva Dilettantistica Centro Ippico CAMPO DI BONIS ha una struttura completa e moderna (maneggio coperto, due campi esterni in sabbia, ampi paddock, percorso da cross cat.1-2-3-4, tondino, spogliatoi con bagni e docce) collegato ad un caratteristico agriturismo tipico Friulano, con servizio di ristoro (cucina casalinga friulana, rispettosa delle tradizioni e delle stagioni) e alloggio in camere confortevoli con arredamento semplice (bagno con doccia, Tv, riscaldamento). L’intera struttura è immersa nel verde di una vallata isolata e incontaminata, il paese capoluogo Taipana dista 4 km. L’ASD Centro ippico Campo di Bonis, affiliato Fise, ospita circa 25 cavalli di diverse razze e organizza varie attivi per i suoi soci o per attività turis corsi di equitazioi turisti: da livello principiante ne dal all’ag all’agonismo, stage estivi di perfezionamento con tecnici federali, centri estivi per ragazzi dai 8 ai 15 anni, corsi di aggiornamento o mantenimento per istruttori; possibilità di pensione cavalli, anche di fine carriera in comodi box o ampi paddock; trekking di una o più ore accompagnati da tecnici qualificati in sentieri o mulattiere, immerse nel verde dei boschi e dei prati. Campo di Bonis è anche un’azienda agrituristica immersa nella natura friulana, in un angolo di Italia fantastico e incontaminato dove si sposano perfettamente le tradizioni, il fascino dello sport e la magia del paesaggio. Con la sua cucina tipica regionale l’agriturismo Campo di Bonis è l’ideale per le famiglie o per gli amanti della natura, oltre che per chi ama i cavalli. Originale cornice per matrimoni, cerimonie o raduni.

Azienda Agrituristica Campo di Bonis Centro Ippico


BEN DUE DELLE TRE TAPPE ITALIANE A CAMPO DI BONIS

UDINESECALCIO

A luglio e a settembre il Trofeo di Concorso Completo Alpe Adria Cup si svolgerà a Taipana

L’ASD Centro Ippico ha creato, con la collaborazione di Austria e Slovenia, un circuito in sei tappe, Il Trofeo di Concorso Completo, che si svolge nell’area geografica conosciuta come Alpe Adria, ovvero in quelle regioni tra loro confinanti ma appartenenti a diverse nazioni: Italia-Austria-Slovenia (Friuli Venezia Giulia-Carinzia-Slovenia). Questo Trofeo mira a far crescere i nostri vivai, i giovani cavalieri e ad incentivare gli amatori, dando la possibilità di gareggiare anche “all’estero” in categorie di livello 1 - 2 - 3, in località distanti pochi chilometri tra loro, con una conseguente riduzione delle spese di trasferta. Considerando che normalmente questi concorrenti gareggiano per una coppa o poco più, partecipando al Trofeo AAET accedono invece ad un montepremi finale di ben € 10.000,00 equamente divisi tra Junior e Senior! Questo montepremi fa sì che la base, così importante sia per i bilanci dei Comitati Organizzatori

che per il futuro della nostra equitazione, sia incentivata a partecipare in modo continuativo nella disciplina del completo. Campo di Bonis organizza due delle tre tappe Italiane: la prima il 9 e 10 luglio (che oltre alle categorie dell’AAET ha in calendario anche un CNC 1*) e la seconda il 2 e 4 settembre che vedrà anche una categoria FEI CIC1* e per la prima volta di un CIC** Il Completo è una disciplina olimpica equestre, suddivisa in tre prove: Dressage – Cross Country – Salto Ostacoli Le categorie possono essere, dalla piu piccola a salire: - Invito liv reg - Cat 1 liv reg - Cat 2 liv reg - Cat3 liv reg - CNC* liv naz - CIC* liv internazionale - .. etc… Ovviamente le categorie salgono di difficoltà sia nella parte del Dressage che nella parte dei salti, che sono proporzionalmente sempre più complessi e alti.

Una disciplina molto entusiasmante anche per il pubblico che si affaccia per la prima volta su questo sport. Le gare possono essere One Day - Two Day - Three Day Nella tappa di luglio le categorie presenti a Campo di Bonis saranno dall’INVITO alla CNC*, e inoltre sarà Tappa Alpe Adria Eventing Trophy La gara in programma a settembre invece sarà anche Internazionale e, per il primo anno, ci sarà anche la cat CIC 2 stelle, primo e unico evento di questo livello nel nord est d’Italia.

TAIPANA (UD) - Tel e fax: 0432 788136 - Cell.: 328 2995942 cristinaberra@campodibonis.it - www.campodibonis.it


SPECIALE LIBERTAS

MONTEREALE, GRANDE SUCCESSO PER LA FESTA DELLO SPORT Nonostante il maltempo abbia messo a dura prova l’incredibile macchina organizzativa della Polisportiva Montereale, il bilancio della tradizionale Festa dello Sport è nettamente positivo.

■ “Eccezion fatta per il preludio dedicato al Green Volley ed il 2° Trofeo Libertas di canoa slalom al lago di Barcis, rimandato a data da destinarsi, l’intensa settimana, ricca di manifestazioni, gare e eventi riguardanti gli otto settori in cui si sviluppa l’attività della Polisportiva e oltre, si è svolta come da programma. Ottimo l’esordio con il 1° Trofeo Internazionale di Judo per esordienti e cadetti, dove più di un centinaio di atleti provenienti dal Triveneto e dalla Croazia hanno festeggiato combattendo sul tatami i 35 anni di attività del Judo Club Montereale. Oltre 70 i ciclisti in sella per la cronoscalata all’Osservatorio astronomico che hanno preparato la strada agli oltre 90 concorrenti del 1° Trofeo Montereale 2thlon 2016 – Nuova Contec, novità assoluta in regione. La sinergia organizzativa fra la Polisportiva, il Triathlon Team e la Nuova Contec messa in atto per questa manifestazione artico-

1 t m

lata ha dato vita ad una gara molto apprezzata dagli atleti che seppur abbiano svolto le tre prove sotto una cortina di pioggia, hanno già confermato la propria presenza per il prossimo anno. Il quadrangolare di Calcio a 5, che si è tenuto presso il rinnovato impianto del Comune di Montereale, con erba sintetica e illuminazione di ultima generazione, ha visto il successo della squadra di casa capitanata da Simone Roveredo. Allo stadio comunale si sono disputati i Tornei di Rugby giovanili e senior e la finale provinciale del campionato Amatori Calcio fra la Val Colvera e la Giochi Pordenone. La coppa è stata consegnata dall’assessore comunale Mario Paroni nelle mani del capitano della Giochi Pordenone che ha vinto 3-1 sul Val Colvera. Il tradizionale giro podistico di Montereale giunto alla 29° edizione, che ha contato quasi 400 partecipanti fra adulti e bambini, si è svolto nella

mattinata di domenica, lasciando il posto del pomeriggio alla novità assoluta della manifestazione: la dimostrazione di Cricket da parte degli ospiti dei centri richiedenti asilo, possibile grazie all’interessamento dell’Amministrazione Comunale ed alla collaborazione di ARCI,

Lega ambiente e Caritas comunali. Di importanza internazionale il torneo di Basket che ha visto la partecipazione oltre che della squadra di casa, anche del Maniago Basket, di una selezione di giocatori USA della vicina Base di Aviano e della squadra amatori del Comune di Montigny Le Tilleul, il comune del Belgio gemellato ormai da quasi venti anni con Montereale Valcellina. La delegazione belga era accompagnata dall’Assessore Claude Noel che ha commentato: «Mi è piaciuta molto l’atmosfera sportiva che si respira a Montereale. È la terza volta che torno e lo faccio sempre con piacere. C’est magnifique!» A completare il quadro, una dimostrazione di Tiro alla Fune e l’irrinunciabile cucina della Festa coordinata da Ivano Fignon, con il bar paninoteca a cura di Marco Del Tin. Momento particolare e di grande intensità emotiva il ricordo, ad un anno esatto dalla prematura scomparsa, di Romano Roveredo. Il Sindaco Igor Alzetta ha voluto onorare la memoria dello storico volontario dell’associazionismo di Montereale consegnando una targa ricordo alla famiglia.

UDINE | TRIESTE | PAD

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SPECIALE LIBERTAS

RUGBY

IL JUDO COME ATTIVITÀ INTEGRATIVA ■ Inclusione sociale ed educativa attraverso lo sport, questi gli obiettivi del bando Libertas “Nessuno Escluso” che ha premiato il progetto dell’associazione “Crescere sul Tatami Judo Libertas”, in collaborazione con Progetto Genius Loci e Judo Libertas Porcia, ancora in corso nel Plesso Gozzi dell’Istituto Comprensivo PN Sud.

Sono state organizzate attività sportive in orario extrascolastico all’interno della scuola, al fine di rafforzare la rete territoriale dei servizi, incidendo in senso positivo sulla qualità della vita dei ragazzi. Il programma è pensato anche per andare incontro anche alle esigenze dei genitori, affinché durante le ore lavorative possano sape-

re che i propri figli rimangono in ambienti sicuri e controllati, dove svolgono attività sportive e altamente formative. Il progetto è ancora in corso, ma, dati gli enormi successi ottenuti, si prevede di arricchirne il programma con una giornata di aggiornamento rivolta a insegnanti, tecnici e operatori sul tema “La valenza dell'attività motoria nel percorso di apprendimento e inclusione” condotto da un esperto, il Prof. Seclì dell’Università di Modena (Dipartimento Educazione e Scienze Umane). Crescere sul Tatami sta per avviare inoltre un’attività motoria di Judo extrascolastica, inserita nel progetto di attività integrative a scelta volontaria. Lo sport, e in particolare il judo, sarebbe funzionale ad acquisire abilità motorie di base, sviluppare aspetti cogniti-metacognitivi e relazionali; e porterebbe ad una naturale socializzazione, creando nuove occasioni di scambio fra gli studenti in un ambiente fortemente motivante e significativo.

DANZA

MARIA ZAFFINO A PORDENONE ■ Quando gli dei scendono sulla terra, lo fanno in silenzio. E così, direttamente dagli studi di “Amici”, dopo aver lavorato per 11 anni come ballerina professionista a fianco di Maura Paparo e Garrison e più volte parte del corpo di ballo di “Buona Domenica”, è arrivata a Pordenone Maria Zaffino per lo Stage di Danza Moderna e Jazz organizzato dalla scuola di danza Demi. Le giovani aspiranti ballerine delle scuole di danza Demi e Il Sogno guardavano la loro “insegnante per un giorno” proprio come fosse stata una dea. Imitavano tutti i suoi gesti e non riuscivano a contenere l’emozione. Solo la grande professionalità della Zaffino, unita al suo carisma, è riuscita permettere che le lezioni si svolgessero in maniera impeccabile. Grande lo stupore e la soddisfazione dei

genitori quando hanno potuto assistere a parte della lezione eccezionalmente avvenuta “a porte aperte”, un gesto che ha rimarcato il metodo di insegnamento particolarmente trasparente e cordiale della professionista, che porta in giro i suoi corsi lungo tutto lo stivale senza soluzione di continuità. È stato così importante per l’intera classe che Sara Mantese, presidente della Demi, sta già pensando alla prossima data: «Una giornata indimenticabile. Sto già considerando l’idea di farne un altro, magari in inverno; perché un’esperienza del genere non può rimanere un caso isolato. – E conclude – Mi piacerebbe che una professionista così in gamba e di tale umiltà fosse ancora in televisione perché un esempio così positivo non potrebbe che far bene ai nostri ragazzi».

DOVA | MILANO | PRATO

Tel. 0432 690761 info@ceccarellionline.it www.ceccarelligroup.com TremilaSport+ | 15 06 2016 | 49


TREMILAITINERARI MTB

www.natisoneinbici.it

DAL SATELLITE La descrizione completa del giro, con tracce GPX e visualizzazione del percorso su Bikemap, si trova su www.natisoneinbici. it/?p=3344. Come cartografia c’è la carta della regione Friuli Venezia Giulia in scala 1:150.000 della Casa Editrice Tabacco.

Il fiume Cormor e le Paludi del Corno

a cura di STEFANO OSSO e Gian Luca Tosoratti

L

a zona delle risorgive, nella bassa friulana, è ricchissima di zone umide che consentono la formazione di biotopi dalle caratteristiche uniche come la Palude Moretto tra Castions di Strada e il Cormor, la Torbiera Selvote a nord di Corgnolo o le Paludi del Corno tra Castello e Gonars. Negli ultimi anni queste aree sono diventati ambiti di tutela così che l’ecosistema che le compone non venga alterato da fattori esterni.

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Questo itinerario passa proprio di fianco ad alcuni di questi luoghi dove sarà possibile ammirare una natura selvaggia e fare incontri inaspettati con fauna selvatica come lepri, caprioli, e piccoli rapaci. Partiamo quindi da Palmanova uscendo da porta Udine e una serie di piacevoli sterrati ci porteranno rapidamente alle porte di Castions di Strada dove inizia la parte più interessante del giro. Aggirata la Palude Moretto (volendo la si può andare ad esplorare

seguendo la pista che scavalca l’argine) ci si affianca al Cormor e lo si segue per un lungo pezzo pedalando velocemente sull’alto dell’argine, con l’acqua che scorre nella stessa direzione a pochi metri di distanza. Un breve trasferimento su asfalto e si raggiunge Corgnolo dove si prosegue verso le Paludi del Corno. Si aggira questa spettacolare zona umida lungo una traccia ben segnalata con tabelle. Qui inizia un altro tratto molto divertente del percorso con

veloci serpentine tra gli alberi, corsi d’acqua superati su ponticelli di legno, curve a gomito, passaggi su sentieri, fino ad arrivare ai giardini pubblici di Gonars. Il tracciato prende a tal punto che si trascurano le soste per leggere i cartelli esplicativi ma l’entusiasmo della corsa ha il sopravvento. Il rientro al punto di partenza è lungo gli sterrati che costeggiano l’autostrada fino a Palmada e quindi a porta Aquileia da dove si rientra nella città stellata.


ITINERARI MTBTREMILA

INFO UTILI Il giro è lungo 38,2 km, di cui metà su sterrato, con un dislivello trascurabile. Lo si percorre in circa 3 ore ed è consigliata una mountain bike o una robusta city bike. Passando per la zona delle risorgive e anche attraverso diversi paesi l’approvigionamento d’acqua non è un problema così pure non è difficile trovare punti di appoggio. Il periodo consigliato va dall’autunno all’inizio estate, evitando i mesi più caldi in quanto diversi tratti sono in pieno sole. Volendo accorciare di circa 5 km il percorso, una volta giunti a Gonars, si può rientrare a Palmanova via Fauglis e il tratto finale della Napoleonica.

fiume cormor

fontana a corgnolo

paludi del corno

curiosità Prima di arrivare a Gonars il percorso passa per il “Biotopo delle Paludi del Corno”, una zona di tutela ambientale di circa 50 ettari, dove da diverse risorgive ha origine il fiume Corno la cui caratteristica è quella di avere una portata costante, indipendentemente dalle precipitazioni meteoriche, in quanto, appunto, è un fiume di risorgiva. In questo tratto alcune tabelle spiegano l’origine e le caratteristiche di questa zona ricchissima di fauna e di flora.

palmanova

paludi del corno

IL PERCORSO Si parte da piazza Grande di Palmanova verso porta Udine per poi prendere la provinciale 71 che passa la ferrovia e si dirige verso Gonars e Bicinicco. A Felettis si fa una prima deviazione su sterrato fino al cimitero e poi si continua verso Gonars. Prima dell’incrocio con la Napoleonica un’altra serie di strade bianche passano vicino alla pista da motocross per arrivare alla rotonda con la regionale e quindi alle porte di Morsano. Non si entra però in paese perché lo si aggira a nord dirigendosi verso Castions di Strada. Una volta attraversata la regionale 353 Udine–Muzzana si imbocca uno spettacolare sterrato che tra i pioppeti raggiunge il Cormor nei pressi della

zona di tutela “Palude Moretto”. Da qui si segue il fiume per 2,5 km correndo sull’argine fino alla regionale 353. Attraversato nuovamente il Cormor si prosegue per Corgnolo e quindi svolta a destra verso il “Biotopo Paludi del Corno” dove un percorso guidato, con alcune tabelle esplicative, conduce a Gonars. Un altro sterrato raggiunge la provinciale 80 che si segue fino a Fauglis. Si rientra a Palmanova lungo diverse strade bianche, alternate a tratti su asfalto che, passando per Bagnaria Arsa, costeggiano l’autostrada e quindi arrivano a Palmada. Attraverso porta Aquileia si rientra nella città fortezza e quindi si torna in piazza Grande.

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