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360
magazine
GRADI
11|17
21|06|2017
w w w. t re m i l a s p o r t . c o m
promozione
vriz, bomber ritrovato pag 6-7
UDINESE
meret o scuffet, che dilemma pag 18-19
CALCIOMERCATO
panchine in movimento pag 8-9
VIA DALLA
IL "DIARIO" A CUORE APERTO DALL'AUSTRALIA DI RACHELE QUALLA A 5 ANNI DALL'ADDIO ALLE GARE DI NUOTO
PAZZA FOLLA PAG 32
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SOMMARIO
11|17
21|06|2017
10
18-19 UDINESE
CALCIO
6-7 FOCUS: VRIZ, BOMBER RITROVATO 8-9 CALCIO MERCATO 12-13 GIOVANILI: PIANETA TOLMEZZO 16 CALCIO A 5
24-25 BASKET 26-27 VOLLEY 28-34 SPORT VARI
30
BASKET Paolo Montena, nuovo responsabile del settore giovanile dell'APU, delinea le basi del proprio lavoro nella prossima stagione
26
GINNASTICA A 142 anni dalla fondazione l'ASU mantiene vivo e fresco il proprio programma, con un costante aumento del numero dei tesserati.
RUBRICHE
10 L'ALTRO CALCIO
14-15 A SCUOLA DI CALCIO 20-21 SI DICEVA...
17 CULTURA
34-37 MONDO LIBERTAS 38-39 ITINERARI MTB
TremilaSport+ | 21 06 2017 | 03
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EDITORIALE
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Per il basket regionale entusiasmi rinati ALLA RICERCA DELLA SERENITÀ
T Q
uando lo sport non è più divertimento ma dovere, ansia quotidiana empo di vacanze ma non per tutti, in primis per il calcio professionistico, e senso di soffocamento è il momento di lasciar perdere e inigià in preparazione in vista di una nuova stagione che inizierà il prosziare una nuova vita. Così ha pensato, e messo in pratica, cinque simo mese lasciandosi alle spalle la delusione europea della nazionale. anni fa, all’apice della carriera, la nuotatrice udinese Rachele QualL’Udinese, con il suo nuovo allenatore Iachini, ha effettuato le sue prime la, che dall’Australia, dove ora vive, ci ha inviato un’appassionante uscite con risultati, seppure estivi, che non entusiasmano e d’altra parte non confessione sui motivi che la spinsero, a soli diciott’anni, a cercare altre vie promette fuochi d’artificio un organico sulla falsariga di quello dei due preesistenziali. Un atto di coraggio, il suo, che riassume ora in una significativa cedenti risicati campionati e privo fra l’altro ormai della classe di Di Natale. considerazione esistenziale mutuata da una celebre opera di Giovanni Pascoli, Ido Cibischino ha comunque individuato nel giovane esterno ceco Jankto la Il fanciullino: non lasciare mai che il bambino che è in te se ne vada. Essenziale possibile sorpresa di stagione, vedremo se la sua profezia si avvererà. E per nella ricerca di un sereno carpe diem, di motivazioni interiori che è bene non il basket regionale è invece tempo di entusiasmi rinati, con Trieste al suo envengano mai meno, così come accaduto al calciatore del Porcia, Giovanni Vriz, nesimo campionato di A2 affrontato sulla base dei giovani del proprio vivaio che a causa di un infortunio ha viso sfumare il sogno di una carriera a buoni e l’Apu, fresca di promozione, a presentare le proprie prime mosse a livello di livelli (militava nel Verona), ritornando sui suoi passi e continuando a giocare campagna abbonamenti e di mercato. Ritorna dunque il derby friul-giuliano a con immutato entusiasmo fra i dilettanti. Sani principi, nel basket, propri anche conferire sale ad un movimento negli ultimi anni in Friuli un po’ assopito dall’asdi due personaggi cui dedichiamo un servizio, Tiziano Lorenzon e Paolo Monsenza di una formazione di vertice dopo la chiusura dei battenti da parte della tena, entrambi votati alla crescita dei giovani, il primo a Povoletto, il secondo Snaidero e il direttore sportivo del club triestino, Mario Ghiacci, non vede l’ora, all’Apu, con alla base del loro operato quei valori morali che troppo spesso nello come afferma nella nostra intervista, di effettuare la sua rimpatriata a Udine. sport odierno vengono meno. Decadenza, questa, denunciata a tinte forti in Ma rimane il nodo relativo ad un palasport Carnera da anni in preda a probleun libro di qualche anno fa dall’ex procuratore udinese Cristian Sibilla e che matiche burocratiche e la cui pratica si prova ora in fretta e furia a chiudere in trattiamo nella rubrica Si diceva…, con il mondo di cui ha fatto parte e dal vista di un campionato di A2 le cui battute iniziali (e ci si augura solo quelle), per quale ad un certo punto si è chiamato fuori ad essere messo alla berlina con l’Apu, avranno luogo a Cividale. Come sempre ci dedichiamo poi ai personaggi e toni accesi ma all’occorrenza ironici. Perché appunto nello sport la facciata quello di spicco stavolta è la bella pallavolista Elisa Manzano, che la nostra Bianrutilante non corrisponde spesso, e nel calcio il più delle volte, a quanto avviene camaria Gonano ha scovato in Birmania nel corso del suo giro del mondo: una dietro le quinte. Accenti ottimistici giungono invece dai servizi sulla pallavolo, lunga pausa di riflessione, dice l’atleta friulana, poi deciderà il da farsi dal punto con un Talmassons deluso dalla mancata promozione ma pronto a riprovarci di vista sportivo, vagliando le offerte che le perverranno. Chi non vorrebbe nella prossima stagione, e sulla ginnastica, con l’Asu dal 1875 sulla breccia con seguire l’esempio di Elisa, staccando la spina per qualche mese per ricaricarsi? energie sempre fresche e nuove. Guardare la vita con occhiali rosa non è in Immedesimiamoci nella sua esperienza, lasciando spazio all’immaginazione. sostanza sempre facile ma l’importante è comunque provarci.
Il Direttore IlEdi Direttore Fabris Edi Fabris
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FOCUS
Vriz: “Il gol con la maglia del Verona resta l'istantanea più bella della mia carriera”
GIOVANNI VRIZ è figlio di Sergio, fra i protagonisti del "salto triplo" dell'Udinese anni '70
IL PERSONAGGIO
VRIZ, IL BOMBER RITROVATO Dopo due annate difficili l'attaccante ha ritrovato condizione e continuità. Determinante nella vittoria dei due trofei stagionali, ha giurato amore per un altro anno al Porcia 06 | 21 06 2017 | TremilaSport+
I
l Sant'Antonio Porcia ha chiuso la stagione al nono posto nel girone A di Promozione. Un'annata particolare, fatta di alti e bassi, che ha avuto tra i vari protagonisti Giovanni Vriz, attaccante classe '89 che in settimana compirà 28 anni, autore di una bella stagione. È lui a raccontarci sensazioni ed emozioni del campionato appena conclusosi con la vittoria del Brian ("Una squadra costruita per vincere: hanno fatto i punti che dovevano fare, con un attacco stellare. I miei complimenti vanno anche al Torre, squadra andata oltre le aspettative") e qualche progetto per il futuro. - Giovanni, sei in vacanza? “Ho 15 giorni di ferie a luglio per il momento solo lavoro e esami:
dall'anno scorso sono iscritto a scienze motorie e sto superando gli esami come da programma. È un po' un'estate di fuoco, al di là del caldo (sorride, ndr)” - Che stagione è stata? Più rimpianti per ciò che poteva essere o più soddisfazione per ciò che è stato? “Per come eravamo partiti c'è un leggero rimpianto in termini di campionato perché credo che avremmo potuto giocarci il posto playoff. Non eravamo una squadra da podio, ma avremmo potuto combattere fino all'ultimo con Sanvitese, Fiume Veneto e Camino. Come organico ed esperienza c'erano un paio di squadre più forti di noi: l'inizio del girone di ritorno, quando viaggiavamo ad alte quote, ci ha riportato con i piedi a terra.
Un giovanissimo Giovanni Vriz ai tempi del Verona
FOCUS
“
“Non baratterei mai la Coppa Italia e la Supercoppa con la vittoria del campionato” Qualche infortunio di troppo, qualche addio inaspettato e il gruppo si è un po' destabilizzato. Un periodo buio che può capitare: c'abbiamo messo un po' ma siamo riusciti a venirne fuori”. - Note positive: Coppa Italia e Supercoppa “Chiudere la stagione con due trofei è fantastico, ci metterei la firma ogni anno. Ci siamo preparati bene: fino a fine girone di andata eravamo terzi/ quarti in classifica e aver perso poi quel treno ha fatto diventare il capitolo coppa questione di vita o di morte. Per il Torre invece, che lottava ancora per il campionato, era quasi una distrazione ulteriore. Credo che quello sia stato un fattore determinante. Nella finale abbiamo rischiato un paio di volte, ma è stata una sfida molto equilibrata, fino al nostro uno-due (secondo gol di Vriz, ndr) che ha chiuso il discorso. Ci tenevo a segnare ed è andata bene. La finale di supercoppa era anch'essa una questione di testa e motivazione. Il mister è stato bravo a tenerci sul pezzo fino alla fine. Col Ronchi abbiamo vinto 1-0, risultato stretto, col Brian invece abbiamo colpito in contropiede alzando poi il trofeo: un'altra immensa soddisfazione”. - Traguardo personale in campionato di 10 gol. “Soddisfatto perché ero reduce da due anni di inattività: ho avuto problemi di
pubalgia e altri fastidi che mi hanno impedito di avere continuità. Quest'anno sapevo che il mio campionato sarebbe iniziato a novembre: non ero in condizione e ne ero consapevole. L'obiettivo era rimettersi in forma e raggiungere la doppia cifra: ci sono riuscito anche se so che si può migliorare”. - Pillola statistica: siete il secondo peggior attacco e tu hai fatto quasi 1/3 dei gol. Cosa non ha funzionato? “C'è mancata un po' la quadratura: non siamo mai stati fisicamente a posto come attacco-base. Ogni domenica c'era un attacco diverso: abbiamo fatto fatica a trovare un assetto che funzionasse. E, si sa, cambiare troppo fa male. Poi devo fare mea culpa: avrei potuto chiudere l'anno con almeno 4-5 gol in più. Abbiamo sbagliato molto là davanti. Ma ci sono annate dove si fa più fatica. Ricordo quando vinsi il campionato con il Chions: bastava soffiare che la palla finiva in fondo al sacco…” - Il momento più bello della stagione? “La vittoria della Coppa Italia”. - Il più brutto? “Ho avuto un problema alla spalla a fine 2016-inizio 2017: ero in forma e mi è dispiaciuto molto rallentare. Ho portato avanti un'infiammazione nel mio momento migliore di condizione. Mi è passato con un po' di riabilitazione e sono ripartito, ma è stato un peccato”.
- Il prossimo anno cosa farai? “Ho parlato con il Porcia e mi sento in debito con loro: l'anno scorso hanno creduto in me dopo aver giocato in due stagioni 6/7 partite. Per questo ho deciso di rimanere nonostante offerte anche dall'Eccellenza. Voglio partire dall'inizio alla grande. Qui sto benissimo”. - Obiettivi? “Migliorare questa stagione. Poi, a livello di squadra, dare tutto per i playoff”. - Baratteresti i due trofei per il campionato? “No, anche se penso sia difficile puntare a quell'obiettivo. Un sogno certo, ma ci sono squadre con disponibilità economiche maggiori. L'obiettivo reale è lottare per i playoff. Poi parlerà il campo”. - Raccontaci del tuo passato a Verona “Ho fatto un paio d'anni nelle giovanili nazionali prima di esordire in Prima squadra e collezionare circa 20 presenze tra C2 e C1. Ho avuto la fortuna di realizzare un sogno, impegnandomi al massimo. Ero nel gruppo che ha vinto il campionato di C1 e questo lo porterò sempre con me. Poi, arrivati in B ed essendo in scadenza, la società ha giustamente puntato su altro. Da lì sono finito a Sacile, Chions, eccetera. Ma il ricordo di quell'avventura è indelebile”. - Ed è successo anche qualcosa di magico… “Ho segnato alla Ternana in campionato all'89esimo, entrato da poco in campo. Passaggio di Leandro Greco, stop e tiro. Un momento stupendo, la notte mi capita ancora di sognarlo. Un gol nei professionisti, a Verona, con lo stadio che esplode. La magia del calcio…” Luca Feole
Giovanni Vriz (in basso a destra) con la maglia Azzurra
TremilaSport+ | 21 06 2017 | 07
CALCIOMERCATO
ECCELLENZA & PROMOZIONE
UNION PASIANO: C’È IL TOTEM BOCCALON Prosegue il valzer delle panchine con ancora pochi posti rimasti vacanti. L’undici del Mobile si è affidata ad un cavallo di ritorno, mentre Sanvitese e Costalunga al momento non hanno ancora ufficializzato
Gabriele Dorigo, tornerà a guidare il Cordenons
R
estano ancora alcuni nodi da sciogliere ma nella gran parte dei casi sono ormai certe le panchine di Eccellenza e Promozione per il prossimo campionato. In Eccellenza, cambiano titolare le panche di Cordenons, Union Pasiano e Fontanafredda: i granata hanno scelto Gabriele Dorigo, i rossoneri Gianluca Stoico, mentre i mobilieri si affideranno all’esperienza di Adriano Boccalon, che a Pasiano aveva già allenato alcuni anni fa. I vicini di casa del Chions hanno invece confermato Alessandro Lenisa. Spostandoci in terra giuliana, Knezevic resterà al Kras nel doppio ruolo di allenatore/direttore sportivo, mentre il San Luigi ha ufficializzato Luigino Sandrin. Nel goriziano, sarà ancora Fabio Franti a guidare il neopromosso Ronchi. Scendendo in Promozione, Nicola Sepulcri ed Enrico Coceani rimarranno a Gorizia rispettivamente alla guida di Juventina e Pro Gorizia, mentre Giovanni Tomizza è stato chiamato a guidare la Pro Romans. Volto nuovo anche all’Ism Gradisca, con Furio Corosu che rileva l’eredità di Luca Lugnan passato in Serie D con il CjarlinsMuzane. Nel triestino resta un
08 | 21 06 2017 | TremilaSport+
grosso punto di domanda per quanto concerne la panchina del Costalunga, mentre hanno trovato titolare quelle di Sistiana, Trieste Calcio e Zaule, rispettivamente affidate a Biloslavo, Saina e Petagna. Al neopromosso e ambizioso Primorje è rimasto Ravalico, mentre il Vesna si è affidato a Corona. Per quanto riguarda le formazioni della Destra Tagliamento, molte le conferme e poche le novità: Casarsa, Corva e FiumeBannia continueranno rispettivamente con Comisso, Geremia e Giavon, mentre il PrataFalchi, dopo l’addio di Della Bella, ha trovato l’accordo con Fabio Mazzer. Il totem Tita Da Pieve si appresta a vivere l’ennesima stagione alla guida
“
Il Cordenons sarà guidato da Gabriele Dorigo. Peruch nuovo portiere del Fontanafredda
Adriano Boccalon, nuovo tecnico dell’Union Pasiano del Porcia, mentre il San Quirino cambia mister con l’arrivo di un Alberto Toffolo reduce da una stagione strepitosa con l’Unione Smt. Conferme ufficiali sono arrivate da Pravisdomini e Vivai Rauscedo, con Colletto e Chivilò, così come da Torre e Spal Cordovado, nuovamente affidate a Giordano e Paissan. Manca l’ufficialità alla Sanvitese e al Sesto Bagnarola, anche se le ultime voci danno per vicine le permanenze di Max Rossi e Tonino Conversano. Venendo ai veri e propri movimenti di mercato, c’è l’ufficialità del passaggio di Luigi De Blasi, ormai ex capitano della Virtus Corno, alla corte del Torviscosa. Intanto al
Fontanafredda, il neo direttore sportivo Cusin ha voluto per prima cosa chiudere il discorso portiere, portando in rossonero Luca Peruch, che prenderà il posto di Mattia Onnivello, destinato a lasciare. Non è invece arrivato nessuno dei due giocatori ex Tamai di cui si vociferava nelle scorse settimane: De Poli è infatti passato dalle Furie Rosse all’Union Pro, mentre Paladin ha scelto la corazzata San Donà. In Promozione, le certezze arrivano dai due nuovi volti del Primorje che punta ad un campionato di vertice: dopo il colpaccio Zubin, sono arrivati l’estremo difensore Mattia Bossi, ex Muglia, e il difensore Daniel Tomizza, in arrivo dal Kras. Il Torre, invece, ha già ufficializzato gli arrivi dell’ex Porcia, Paolo Gaiarin, e di Mattia Pitton, ex Union Rorai, entrambi centrocampisti. Sempre dal Porcia in difesa è arrivato Denis Accordino, mentre per l’attacco è quasi fatta per il giovane Del Savio, punto di forza offensivo dell’Aviano. In uscita Serban Gurgu con destinazione Cordenons, Danilo De Zorzi, sul quale hanno messo gli occhi diverse formazioni, e il capitano Gabriele Rubert, che chiude con il calcio giocato.
CALCIOMERCATO
PRIMA & SECONDA CATEGORIA
VILLANOVA, COLPI DA PROMOZIONE Dopo Martini e Bertolo, l’attacco dei naoniani si rinforza con l’ex Pordenone e Fontanafredda, Manuel Roman Del Prete. Del Negro verso la Buiese, mentre Mocchiutti scende a rinforzare il Trivignano
S
tanno entrando nel vivo nel trattative di calciomercato del calcio dilettanti. In Prima categoria lascia il Codroipo lo stopper Michele Tito: il giocatore non ha ancora deciso se accettare una nuova avventura o appendere definitivamente gli scarpini al chiodo. Un addio si registra anche in casa Santamaria con Mocchiutti che ha preferito scendere in Seconda andando a rinforzare la mediana del Trivignano. Matteo Del Negro sarà quasi sicuramente il prossimo portiere della Buiese, con la Fulgor ha confermato Giorgiutti. Il SeveglianoFauglis, intanto, si è assicurato il centrocampista Cimigotto. In Seconda categoria il colpo di mercato delle ultime ore lo ha messo a segno il Villanova che ha trovato l’accordo con il bomber Manuel Roman Del Prete che andrà a comporre uno strepitoso trio d’attacco con Valerio Martini e Marco Bertolo, quest’ultimo arrivato per sostituire il partente Abraham Antwi, passato al Corva. Per quanto concerne invece il capitolo allenatori, in Prima categoria, Mariano e Villesse hanno confermato rispettivamente Veneziano e Pinatti, mentre c’è stato il cambio della guardia al Fo.Re.Turriaco, all’Isontina e all’Isonzo, con gli arrivi dei timonieri Mauro Musig, Giovanni Longo e Sergio Bandini. Volti nuovi anche sulle panchine di Mladost e Gradese, che si sono affidate a Stefano Caiffa e Mauricio Nunez. Tra le giuliane, invece, Michelutti e Stefani sono stati confermati al Sant’Andrea SV e al ChiarbolaPonziana, mentre Quagliarello è il nuovo allenatore del Domio. Il Primorec ha scelto De Sio, mentre il San Giovanni ha ufficializzato Lorenzo Cernuta per provare la scalata alla Promozione. Venendo alla Destra Tagliamento, si è cambiato decisamente molto: confermati a
Vallenoncello e Maniagolibero Anzanello e Gregolin, sugli altri campi si è avuto quasi ovunque un cambio al timone. Stefano Dorigo ha preso in mano le redini del Barbeano, mentre Marzio Giordano si è accomodato sulla panca del Ceolini. Michele Sera è andato al Bannia, mentre alla Tilaventina si è puntato sull’esperienza e il carisma di Gianfranco Santarossa. Pesante eredità quella rilevata da Angelo Mazzucchin, chiamato a sostituire Andrea Biscontin all’Union Rorai, mentre già si sapevano gli approdi di Giovanni Mussoletto al Vajont e di Paolo Bertolo all’Unione Smt. In Seconda categoria, sempre nel pordenonese, confermano il Brugnera (Zaros), il Gravis (Cesco), la Liventina (Matteo), la Sacilese (Meneghin), il Polcenigo (Vendramin), lo Spilimbergo (Cesaratto) e il 3S Cordenons (Cancian). A cambiare sono invece l’Azzanese (Buset), il San Leonardo (Zambon), il SaroneCaneva (Fior), il Tiezzo (Bozzer), il Valeriano (Rosa), il Valvasone (Innocente), la Virtus Roveredo (Moras) e il Villanova (Cocozza). Nel goriziano l’unico cambiamento è quello dell’Audax che si è affidata a Ezio Pauletto. Confermano invece la Romana Monfalcone (Maranzana), il San Canzian Begliano (Grillo), la Terenziana (Gregoratti), l’Ufm (Trentin), la Cormonese (Mauro) e il Sovodnje (Cijan). Nel triestino, Bovino resta all’Alabarda e Varljen al Campanelle, mentre cambiano padrone le panchine di Opicina e Roianese, affidatesi rispettivamente a Sciarrone e Melissano. Infine una vecchia conoscenza del calcio regionale, Franco De Maris, ha trovato una panchina senior per la prossima stagione: si tratta di quella della Vigor Cintocaomaggiore, squadra di cui lo scorso anno l’esperto tecnico pordenonese allenava la formazione Juniores.
Manuel Roman Del Prete in azione
“
Franco De Maris guiderà la prima squadra della Vigor Cintocaomaggiore
Matteo Del Negro (Foto Sant)
TremilaSport+ | 21 06 2017 | 09
L'ALTRO CALCIO
IL TORNEO
MEMORIAL PILLININI: LA
GRANDE FESTA DEGLI ESORDIENTI Sei formazioni in gara nella ventunesima edizione della kermesse, vinta quest’anno dai padroni di casa del Tolmezzo che hanno piegato in finale la formazione slovena dell’Izola, campione uscente
C
on la vittoria per due a zero con i campioni in carica, gli sloveni dell’Izola, gli esordienti del Tolmezzo Carnia si sono aggiudicati il torneo dedicato a Loris Pillinini, giunto alla sua 21^ edizione, che si è svolto sui campi dello Stadio Comunale F.lli Ermano. Si è trattato di una manifestazione pienamente riuscita, che ha visto la partecipazione di sei buone squadre, tra le quali anche quella austriaca del S.G. Villach, che hanno dato vita a quindici combattute mini-partite “9 vs 9”, della durata di venti minuti l’una, durante tutta la giornata, nel corso della quale ha regnato lo spirito del fairplay; nell’occasione è stata tra l’altro effettuata una raccolta fondi a favore dell’ADMO, l’Associazione Donatori Midollo Osseo. Alla fine “miglior squadra” del torneo è risultata la squadra di casa, il Tolmezzo, compagine per l’occasione piuttosto competitiva, costituita da dodici 2004 e da sei 2005, un mix fra le formazioni A11 di Walter Tarussio e A9 di Carmelo Foti che in questa stagione hanno disputato, con risultati più che buoni, i rispettivi tornei provinciali della Delegazione di Udine. Pur-
10 | 21 06 2017 | TremilaSport+
troppo, per impegni di allenamento con la nazionale italiana, non è potuto essere presente il campione di “combinata nordica”, plurimedagliato a Campionati Mondiali e all’Olimpiade di Vancouver, Alessandro Pittin, già l’anno scorso “testimonial” della manifestazione. Durante la giornata non ha comunque voluto far mancare la sua presenza il già-Presidente della FIGC Regionale Gianni Toffoletto. Al termine delle partite, alla presenza della vedova di Loris Pillinini, la signora Silva e, tra gli altri, della Vice Presidente del Comitato Regionale della FIGC, Flavia Danelutti, dell’Assessore allo Sport del Comune di Tolmezzo, Mario Mazzolini, del referente per la Carnia dell’ADMO, Onorino Brovedan e del Presidente dell’Associazione Allenatori della Carnia, Fausto Barburini, si sono svolte sul campo le premiazioni delle sei squadre partecipanti, del capocannoniere del Torneo, Kleai Memolla, della Tarcentina (4 le reti al suo attivo) e del giocatore più giovane, Luca Vuerich della Pontebbana, nato il 10 dicembre 2006. Queste le rose delle formazioni che hanno partecipato al Torneo: AZZURRA PREMARIACCO: Cancian Leonardo, De Sabbata Giulio, Co-
Nell’occasione è stata tra l’altro effettuata una raccolta fondi a favore dell’ADMO stantini Tommaso, Cuomo Samuele, Miani Tommaso, Halili Samoel, Vanone Cristian, Cepile Iacopo, Ricci Fabio, Mesaglio Sebastian, Sattolo Nicolo’, Greco Kevin. Allenatore Claudio Spilotti MLADINSKI NOGOMETNI KLUB “IZOLA”: Hodzic Denis, Mahmutovic Vaness, Bozic Rok, Nimani Blinrd, Hoti, Dion, Jurman Tim, Ljubojevic Dorotej, Ukovic Ijan, Frank Mitja, Pavlovic Enej, Gregoric Pohlen Etienne, Brajko Denis, Franceskin Matija, Kokol Leo, Marinkovic Vid. Trener: Mujanovic Mirsad. S.S.D. PONTEBBANA: Martina Massimiliano, Vuerich Luca, Longo Riccardo, Galtarossa Fabio, Tolazzi Andrea, Buzzi Michele, Valente Cristiano, Ottogalli Mattia, Piro-
li Tommaso, Buzzi Nicola, Baron Mattia, Macor Erik, Cecon Igor. Allenatore: Francesco Bussalay A.S.D. TARCENTINA: Giorg iutti Enrico, Cenacchi Michele, Zorino Leonardo, Merluzzi Giacomo, Evangelista Jonathan, Dridi Fadi, Memolla Kledi, Pugnetti Filippo Giuseppe, Cragnolini Lorenzo, Nodale Alessandro, Nicolosi Alfio, Comelli Gabriele, Casco Leonardo, Zanoni Thomas, Salvatore Giovanni, Battoia Elia, Huetter Mathias. Allenatore Luca Di Lenardo. A.S.D. TOLMEZZO CARNIA: Beltrame Leonardo, Ciani Nicolò, Candoni Jacopo, Nait Alessandro, Vuerich Fabrizio, Della Pietra Elia, Plozner Jacopo, Tremonti Dylan, Borta Luca, Romanin Patrick, Romanin Alex, Fabris Riccardo, Gortani Federico, Urban Giovanni, Accaino Giovanni, Fachin Tommy, Luca Emanuele, Del Missier Francesco. Allenatore Daniele Goi. S.G. VILLACH: Rauscher Fabian, Kolic Cajetan, Kriezi Albion, Novak Lukas, Osmani Hektor, Aichelburg Marco, Krajinovic Edin, Trummer Sebastian, Ungerbock Marvin, Kopp Manuel, Saringer Raphael, Resch Joshua, Schwarz Maximilian, Jocham Sebastian. Allenatore Markus Udgerbock.
TremilaSport+ | 07 06 2017 | 11
CALCIOUDINESE GIOVANILI
PIANETA TOLMEZZO
CITRAN, IN ECCELLENZA COI NOSTRI GIOVANI
Il sodalizio carnico punta a ritornare nel giro di un paio d’anni nel massimo campionato dilettantistico regionale dopo la cocente retrocessione in Promozione: per farlo punta forte sui virgulti del proprio vivaio
I
l Tolmezzo ha un obiettivo importante: il ritorno in Eccellenza. Un traguardo ambizioso, che riporterebbe i rosso azzurri nel loro habitat naturale. Per arrivare tra i grandi, però, è necessario un lavoro a 360°. Un lavoro che passa anche per i giovani. Andrea Citran, responsabile del settore giovanile in carica da 8 anni, ci presenta il vivaio che un giorno sogna di calpestare l’erbetta dell’”Ermano” con indosso la maglia della prima squadra. - La vostra è una grande famiglia “Ad oggi contiamo oltre 200 iscritti: da noi ci sono circa 180 ragazzi, si arriva a 200 con gli Juniores. Un percorso di crescita che parte dai piccoli amici a salire”. - Come si sviluppa il progetto? “L’obiettivo è portare in Prima Squadra il maggior numero di ragazzi possibili. La società vuole tornare in Eccellenza, nel giro di un paio d’anni, e farlo con la stragrande maggioranza di giovani cresciuti tra le nostre fila”. - Un percorso difficile? “Per il momento tocca ancora andare a pescare qualche giocatore
Giovanissimi Regionali fascia B
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Pulcini B al di fuori. Nelle ultime stagioni, ad esempio, abbiamo fatto fatica ad assicurarci un portiere "home made". Stiamo lavorando
anche a questo: creare un portiere nostrano in grado di fare la differenza in categorie importanti. Siamo comunque soddisfatti del
“
Citran: “I ragazzi sono tanti, non è semplice gestire il tutto, ma ci riusciamo alla grande” numero di ragazzi che fino a oggi hanno esordito in Prima Squadra”. - Come molti suoi colleghi evidenzia una cosa: serve costruirsi il futuro… “La problematica dei soldi nel mondo del pallone è cosa nota a tutti. Ma penso sia anche giusto puntare sui giovani e svilupparne le potenzialità”. - In quanti hanno esordito in
UDINESECALCIO GIOVANILI
Juniores regionali
Esordienti questa stagione? “A parte 5-6 giocatori il resto viene dal settore giovanile: la base è solida. Si cerca comunque di portare gente del posto, per un senso di appartenenza”. - Cosa ha visto peggiorare negli anni nei ragazzi in questa sua carriera da dirigente? “Io ho iniziato 23 anni fa a fare il dirigente. Una volta i ragazzi avevano meno attività sportive rispetto ad oggi. Ora si fanno molti sport, vero, ma mi sembra che i ragazzi siano meno vivaci, più casalinghi. Colpa dei telefonini e dei computer? Forse. Credo sia giusto che si provino molte attività ma questo talvolta fa perdere fondamentali importanti per il calcio che, come ricordato da Messina pochi giorni fa in un convegno a Udine, è lo sport praticato in Italia da un ragazzo su 4 nella fascia 8-12 anni. A livello motorio si riscontrano poi più difficoltà: noi lavoriamo molto su questo aspetto”. - Come? “Come società sportiva cerchia-
mo di migliorare e migliorarci sempre anche dal punto di vista degli allenatori, prendendo quelli più preparati. Adesso tutti anno il corso FIGC, mentre in passato, rimanendo su un discorso di differenze, c'era meno gente istruita calcisticamente. Chiaramente il settore giovanile è più strutturato oggi, c'è una responsabilità tecnica maggiore, all'epoca invece
era tutto più improvvisato”. - Come vengono scelti i tecnici? “In base alle competenze chiaramente. Da qualche anno stiamo provando a inserire studenti di scienze motorie così da arricchire il livello qualitativo e tecnico”. - Nel 2003 siete arrivati sul tetto del mondo con gli Juniores “È stata una cosa irripetibile, una emozione enorme: abbiamo girato 3-4 località d'Italia in pullman, facendo viaggi lunghi e faticosi con grandi soddisfazioni. Abbiamo coniugato alla perfezione discorso tecnico e divertimento. Ogni tanto si ritrovano ancora quei ragazzi: si è creato un legame unico e indissolubile e alla fine, visto che mio figlio ha fatto parte di quel gruppo di campioni, da papà dico che è la cosa più bella di tutte”. - Un pensiero conclusivo? “Come già detto cerchiamo sempre di crescere e migliorare. Ci è capitato di avere qualche problemino con i genitori nelle ultime stagioni, ma noi operiamo sempre per il bene della squadra e dei ragazzi. Sarebbe importanti che i genitori facessero il loro ruolo e lasciassero a mister e socie-
“Nel 2003 con gli Juniores coniugammo alla perfezione discorso tecnico e divertimento” tà il discorso tecnico. I ragazzi sono tanti, non è semplice gestire il tutto, ma ci riusciamo alla grande dando il meglio di noi. E poi, se vogliono proseguire il loro percorso altrove, non ci opponiamo assolutamente, sempre per il loro bene. Basti pensare che quest'anno quasi una decina di ragazzi sono approdati nel settore giovanile dell'Udinese”. Luca Feole
Allievi regionali
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In collaborazione con
A SCUOLA DI CALCIO
SPAZIO DI GIOCO NEL CALCIO: VEDERE, COMPRENDERE, FARE Nuovo capitolo del contributo di coach Apicella relativo all’occupazione dello spazio di gioco nel calcio nella Scuola Calcio e nel Settore Giovanile. Cos’è più importante: apprendere la tecnica sport specifica o la comprensione degli elementi fondamentali costituenti gli sport di situazione?
Stimolare la comprensione dello spazio di gioco nel calcio “Ci sono giocatori che vanno verso il pallone: quasi tutti. E ci sono palloni che vanno dai giocatori. Succede solo ai giocatori più bravi.” [Nils Liedholm]
M
olti metodi di insegnamento del calcio prevedono la centralità della tecnica rispetto a tutto. Plasmiamo dei giocatori che sappiano esattamente come e cosa fare con la palla, in modo che poi possiamo insegnar loro come muoversi efficacemente sul terreno di gioco. Questi metodi (di cui non citerò il nome, ma che provengono da Olanda e e poi dall’Italia, scimmiottando il primo) sono diametralmente opposti a quello che è il mio modesto pensiero di calcio. Beninteso, non ho inventato niente, poiché niente più si inventa dopo oltre 100 anni di storia e studi su un singolo sport. La centralità del mio pensiero è lo spazio di gioco nel calcio. L’occupazione dinamica dello spazio di gioco nel calcio libero e liberato, in relazione alla
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propria posizione nello spazio di gioco, alla posizione del compagno, dell’avversario, della palla, della porta da offendere e da difendere. La tecnica calcistica intesa come dominio dell’attrezzo e capacità di trasmettere, ricevere e orientare il controllo dello stesso, le capacità di tattica individuale, non sono altro che dei mezzi per occupare efficacemente lo spazio di gioco nel calcio. Non è quindi condizione necessaria essere in possesso di un raffinato tocco di palla, o di una esagerata precisione nel controllo. Basteranno le condizioni minime per potersi muovere con efficacia all’interno dello spazio di gioco nel calcio, in modo da anticipare i movimenti e ritrovarsi sempre al posto giusto al momento giusto. Avere più spazio per control-
lare, passare, tirare dribblare. Con questo non si intende che il giocatore, all’interno della sua formazione nella scuola calcio non debba essere adeguatamente istruito nella tecnica individuale di base, ma semplicemente che la tecnica individuale non è obiettivo principale dell’insegnamento. L’obiettivo principale è instillare un tipo di mentalità scevra da condizionamenti mentali per quanto riguarda lo spazio da occupare e i tempi da impiegare per farlo. L’insegnamento della tecnica individuale diventa funzione di questo. Parimenti, non credo che estrapolare dal gioco alcune componenti e svilupparle in sequenza sia la via giusta per raggiungere gli obiettivi prefissati. Non possiamo e non dobbiamo dare per acquisite delle competenze dai nostri allievi e
Ci sono tre generi di calciatori. Quelli che vedono gli spazi liberi, gli stessi spazi che qualunque fesso può vedere dalla tribuna e li vedi e sei contento e ti senti soddisfatto quando la palla cade dove deve cadere. Poi ci sono quelli che all’improvviso ti fanno vedere uno spazio libero, uno spazio che tu stesso e forse gli altri avrebbero potuto vedere se avessero osservato attentamente. Quelli ti prendono di sorpresa. E poi ci sono quelli che creano un nuovo spazio dove non avrebbe dovuto esserci nessuno spazio.” [Osvaldo Soriano, Fútbol. Storie di calcio, 1998] poi passare ad altro. Banalmente, alcuni metodi intendono la formazione del calciatore come una piramide di competenze da acquisire. Alla base c’è il dominio dell’attrezzo, poi la capacità di ricevere/trasmettere/orientare, la capacità di affrontare degli 1v1 in fase offensiva e difensiva, poi il gioco collaborativo. Non fa un piega, è lineare e sequenziale, ma ammette come base di tutto la competenza di tecnica individuale, acquisita la quale si può passare oltre.
A SCUOLA UDINESECALCIO DI CALCIO
SPAZIO E TECNICA INDIVIDUALE l mio pensiero invece intende la formazione del giovane calciatore come una sfera, la cui superficie esterna è l’occupazione dello spazio, e all’interno di questa fluttuano le altre componenti essenziali per poter praticare il gioco. Niente va dato per scontato e acquisito, ma l’acquisizione di competenze tecniche e di tattica individuale vanno riprese e somministrate con continuità per tutto il percorso, permettendo all’occupazione dello spazio di gioco nel calcio mantenere la sua posizione portante, entro cui tutto scorre. Nei bambini, l’occupazione dello spazio è un concetto assolutamente astratto, viziato dalla centralità del soggetto, per cui tutto il mondo gira intorno a se. Essendo però un gioco nel quale sono previsti dei compagni di squadra, il primo ostacolo consiste proprio nella centralità di ognuno rispetto agli altri. Il processo, come accennato nei capitoli precedenti, dura otto anni e si completa con il passaggio obbligato al calcio a 11 giocatori, quello dei “grandi”. Sulle prime è “sconfortante” ed “avvilente”,
perché non si ottengono miglioramenti visibili, anzi sembra che l’effetto sia contrario a quello voluto: come le api sul miele, tutti dietro al pallone. Poi cambia repentinamente
e, grazie al numero ridotto di giocatori, indifferentemente si occuperanno ognuno di una parte del campo, quella non occupata da altri in quel momento.
SPAZIO DI GIOCO NEL CALCIO: CHI HA LA PALLA COMANDA Fondamento di tutto il discorso, chi detiene il possesso dell’attrezzo determina lo sviluppo del gioco. Estendendo successivamente questo concetto al gioco collaborativo, la squadra che è in possesso palla domina letteralmente il terreno di gioco, e determina l’esito di una partita. Nei piccoli, il concetto di “chi ha la palla comanda”, sottende il fatto che il giocatore che in quel momento ha il possesso dell’attrezzo decide cosa fare. Chi non ha il possesso dell’attrezzo, non può far altro che sistemarsi in modo da poterlo ricevere, se è un compagno, o sistemarsi in modo da poterlo conquistare, se è un avversario. Si definiscono quindi gli uni-
ci due ruoli dominanti nel gioco del calcio, come accennato in precedenza: Chi ha la palla Chi non ha la palla. Chi ha la palla decide. Chi non ha la palla aiuta. Alternative, quindi. La scelta più consona nei piccoli è saltare tutti i suoi avversari e fare goal. La prima scelta è sempre il dribbling. Le altre scelte che può effettuare sono determinate dall’occupazione dello spazio da parte dei suoi compagni, ed essenzialmente sono: La passo in avanti La passo di fianco La passo indietro Ecco che si vanno determinando i concetti semplicistici di appog-
gio, aiuto, sostegno. All’aumentare del numero di giocatori, e quindi passando da 5 a 7 a 9 le alternative di scelta da parte del possessore dell’attrezzo si arricchiscono: con giocatori in più, oltre a sostegno, appoggio e aiuto, abbiamo vertici alti e vertici bassi, ovvero quei giocatori più avanti o più indietro la prima linea di compagni che possono ricevere un passaggio utile. Detto questo, ad ogni cambio di possesso della palla da parte di un giocatore, la condizione si
deve ripetere, in un loop continuo. Cambia il possessore, ma non l’occupazione dello spazio da parte dei suoi compagni, che si risistemeranno in modo da dare alternative di appoggio, sostegno, aiuto, vertice alto o basso. Scrivi in qui sotto per contattare l’autore.
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CALCIOC5
IL PAGELLONE DEL FUTSAL REGIONALE
PARTITI TRA I FAVORITI, GLI UDINESI SI SONO INCEPPATI NEL MOMENTO CLOU DELLA STAGIONE
UDINE CITY, OCCASIONE SPRECATA
FLASH LE NOVITA’ DELLA PROSSIMA STAGIONE
SERIE C
C’è curiosità per capire come sarà composto numericamente il prossimo campionato regionale di serie C1; con lo scambio con i campionati nazionali tra Manzano e Maccan Prata, restano molto in dubbio le situazioni di Basiliano e Adriatica, le due damigelle dell’ultimo campionato. Alcune voci portano ad un possibile rientro del Tavagnacco calcio a 5 dopo due anni di pausa, e forse anche una nuova formazione da Martignacco.
IL LUNA THIENE VOLA IN SERIE B
PLAY-OFF NAZIONALI
Luna Thiene in serie B: la squadra veneta che ha eliminato il Palmanova nel turno precedente, si aggiudica anche la finalissima di ritorno in casa del Città Giardino Marassi Genova risultato che sommato all’8-3 dell’andata manda la squadra di Thiene per la prima volta nella sua storia in serie B.
IL MACCAN PUNTA KRISTIAN CUJEC
MERCATO
Molto attiva la formazione del presidente Maccan, che alla sua prossima prima avventura nel campionato nazionale di serie B sta allestendo una formazione di tutto rispetto in grado di ben figurare: confermato il duo sloveno Vukilic-Stendler assieme a capitan Aziz, voci di corridoio parlano di un interessamento niente meno che per Kristian Cujec, in forza al Nacional Zagabria, ma già all’opera in Italia con New Team, Luparense ed Asti.
U
DINE CITY p.ti 44 : 7,5 – Partita tra le squadre da battere, la formazione di Titta Pittini non ha espresso con continuità il proprio potenziale (l’unica squadra a non aver perso in campionato con il Prata ndr) che con i nomi di Contin, Melink, Currò, Pitta e Mattiussi avrebbe dovuto per lo meno restare in scia della lepre Maccan. Ed invece tra fine anno e febbraio i soli tre punti raccolti in cinque partite hanno compromesso una stagione, poi parzialmente ripresa con la finale play-off ma sfuggita sul piÚ bello contro il Palmanova. La scoperta del giovanissimo talento Della Bianca la nota piÚ lieta degli udinesi, chiamati nella nuova stagione a ricandidarsi per la promozione. PORDENONE p.ti 42 : 6,5 - Non convince per il fatto di aver fallito per il secondo anno di fila l’accesso ai play-off. La crescita dei virgulti neroverdi non ha trovato il giusto equilibrio, nonostante una serie innumerevole di infortuni che ha tolto di mezzo diversi attori protagonisti a mister Asquini. Finato e Milanese i due piÚ continui per tutta la stagione, un passo indietro per Buriola troppo poco presente nel tabellino dei marcatori
stagionali e decisamente non piÚ esplosivo come nelle passate stagioni, certo che ora è tempo di pensare a qualcosa di piÚ importante, e la base di partenza sicuramente non manca. CALCETTO LIGNANO p.ti 36: 7 – La mezza rivoluzione estiva con numerosi nuovi innesti in rosa faceva pensare ad un Lignano ambizioso, sicuramente piÚ tenace rispetto alla precedente stagione; la squadra del presidente Sica allenata da Lorenzo Acampora non ha tradito le attese, cogliendo successi importanti vedi in casa di Udine City (anche in casa) e Palmanova ma sono mancate piÚ del solito le giocate del fromboliere Imazio in grado di far cambiare la stagione. FUTSAL UDINESE p.ti 33: 7 – Stagione da voto altissimo per il girone di andata fino alla conquista contro ogni pronostico della prima storica Coppa Italia contro la fuoriserie Maccan (3-2); da lÏ in poi una sorta di involontario appagamento con soli dodici punti nel girone di ritorno i bianco-neri sono subito scesi dal carro play-off terminando mestamente la stagione lontanissimi dalle zone nobili. Peccato, perchÊ sicuramente si poteva ambire alle zone nobili.
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ARTISTI
MONIA, ANIMA INDIPENDENTE Non segue correnti pittoriche predefinite, Monia Ferrazzo, fedele alla propria indole di donna indipendente nella vita e nell’arte. Le sue opere nascono così dalla sua anima, istintivamente, espressione di un’intensa sensibilità che trasmette sulla tela sguardi, atteggiamenti, gioia e sofferenza della gente comune. “Non sono una pittrice di paesaggi – sottolinea l’artista di Musile di Piave, piccolo centro alle porte di S.Donà - . Sono le persone il mio punto di riferimento ed è su di esse che amo lavorare”. Sono nati così dei penetranti ritratti, dall’impronta vagamente naif, di bimbi piangenti, di volti segnati dal tempo e dalla sofferenza e di donne in amore, con anche un’impronta di sensualità in alcune immagini di inquietanti nudità femminili. Un critico d’arte, parlando di lei, ha voluto citare al proposito una frase di Van Gogh: “Preferisco dipingere gli occhi degli uomini che le cattedrali, perché negli occhi degli uomini c’è qualcosa che non c’è nelle cattedrali”. E Monia Ferrazzo in effetti interpreta al meglio tale assioma, con naturalezza (“La mia indole mi ha portato a dipingere fin da bambina, con una spinta interiore peraltro appartenente ad ogni artista”, lei rivela), riscuotendo sempre più ampi consensi in un mondo, quello dell’arte, che non esita a definire “difficile”. Successo che di recente le ha arriso pure nell’ambito di una collettiva a Jesolo dove il critico Vittorio Sgarbi l’ha gratificata di stimolanti considerazioni. Nei suoi programmi, comunque, non c’è nulla di stabilito sulla lunga distanza: “Le mostre arrivano mano a mano – considera – e spero in primis ad una prossima partecipazione alla Biennale di Venezia. Il mio comune, Musile di Piave, mi ha comunque già riservato una personale l’8 dicembre e tengo moltissimo alla presenza tra la mia gente”. Allieva della scuola d’arte veneziana, Monia Ferrazzo ha dalla sua un nutrito curriculum partecipativo a diverse esposizioni in vari siti nazionali ed internazionali, fra le quali quella particolarmente qualificata ad Astana, in Kazakistan. Edi Fabris CHRISTIAN JACQ
LA MALEDIZIONE DI TUTANKHAMON TEA
L’archeologa Jennifer Stowe aveva un sogno: sfatare le superstizioni che da sempre circolano sulla mummia di Tutankhamon. Per questo aveva radunato un gruppo di ricercatori per recarsi in Egitto e risolvere finalmente il mistero, ma la maledizione sembra aver colpito ancora: poco prima della partenza, infatti, Jennifer viene trovata morta, pugnalata con la daga appartenuta al faraone. È chiaro che qualcuno vuole impedire che la verità sulla mummia venga rivelata... Ma chi? E perché? A indagare sul caso viene chiamato l’ex ispettore Higgins di Scotland Yard. Prima ancora che riesca a scoprire qualcosa, però, gli viene recapitato un terribile messaggio anonimo: chiunque cerchi di disturbare il sonno di Tutankhamon sarà distrutto..
L’ANGOLO DELLA
LETTURA SILVIO TESTA
LA ZARATINA MARSILIO
Dopo l’8 settembre 1943 su Zara italiana, in Dalmazia, si scatena l’inferno. Decine di pesanti bombardamenti angloamericani radono praticamente al suolo la perla veneziana, mentre la popolazione civile, prevalentemente di lingua e cultura italiana, fugge dove può. Quando i partigiani di Tito entrano a Zara nell’autunno del 1944, contro la superstite popolazione italiana divampa la pulizia etnica con fucilazioni, uccisioni orrende, violenze, soprusi. Una famiglia italiana cerca di resistere come può, e ci riesce, aggrappata alla vita, ma alla fine è costretta a dividersi per sempre e ad abbandonare tutto. Di là dal mare Zara è ormai diventata Zadar.
AFFINITY KONAR
GEMELLE IMPERFETTE LONGANESI
Stasha e Pearl sono gemelline. Come spesso accade con i gemelli, hanno il loro linguaggio, i loro codici, un modo tutto loro di affrontare la realtà che di volta in volta si affida alle capacità dell’una o dell’altra di interpretare il mondo. Pearl ha da sempre l’incarico di occuparsi della tristezza, del bene, del passato. Stasha invece ha su di sé la cura di tutto ciò che è gioco, del futuro, ma anche del male. Non c’è nulla che, se affrontato insieme, le possa spaventare. Quando però la realtà da comprendere è quella del campo di concentramento, il compito imposto alle due sorelline sembra davvero immane.
ENRICO RUGGERI
WAJDI MOUAWADI
MONDADORI
FAZI
SONO STATO PIÙ CATTIVO In occasione del suo sessantesimo compleanno, Enrico Ruggeri, per la prima volta, decide di raccontare la sua vita. E lo fa partendo dal principio, dalla sua infanzia milanese: con la rabbia, la sete di riscatto e la voglia di andare controcorrente come inseparabili compagni di avventura. Partendo dalla convinzione che siamo quello che viviamo, nel bene e nel male, e che “scrivere può salvarti la vita”, Ruggeri compone uno splendido memoir letterario onesto e spietato, una corsa sulle montagne russe che, ripercorrendo con affetto e durezza la sua vita, tappa dopo tappa, illumina tutti i successi e i fallimenti, le cadute e le rinascite.
IL VOLTO RITROVATO
Wahab è un bambino libanese brutalmente colpito dalla violenza della guerra civile appena scoppiata. Il conflitto imperversa, e la famiglia decide di trasferirsi in “un paese lontano e piovoso”. È l’addio di Wahab alle montagne bianche della sua infanzia, alla sua terra, alla sua lingua madre. Passa qualche anno e un giorno, rientrando da scuola, Wahab trova l’appartamento inspiegabilmente cambiato, soprattutto nel luogo che gli era più familiare, la sua camera. L’incubo diventa insostenibile quando non riconosce più la madre, né la sorella. Si convince così di essere diventato pazzo e decide di fuggire da quella casa ostile.
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CALCIOUDINESE LA SITUAZIONE
MERET CATTURA ANCHE PAVOLETTI di IDO CIBISCHINO
Quella di Napoli è la strada più vantaggiosa per l'Udinese. Subito il centravanti in bianconero, il portiere potrebbe essere lasciato un anno a Udine
P
iacerebbe a tutti vedere un talento come Alex Meret titolare per un annetto tra i pali dell'Udinese, che poi è anche il suo desiderio in virtù di un senso di appartenenza che gli fa onore e lo rende ancora più apprezzabile. Ma che sia possibile è tutto da dimostrare. Il futuro sarà di certo luminoso stante la caratura tecnica e umana del personaggio, non oltrettanto chiaro è il destino immediato, offuscato da tanti “se” e tanti “ma” legati alle opportunità di mercato e alla destinazione del prodigio dei prodigi, alias Donnarumma.
bene, un po' quel che è successo a un altro bravo e caro ragazzo nostrano, Simone Scuffet: il prestito al Como nella stagione 2015-2016 (35 presenze, 52 gol incassati, retrocessione) non è stata una gran-
disegnare il quadro migliore, così da accontentare (quasi) tutti, Meret dovrebbe fare il titolare a Udine nella prossima stagione prima di prendere definitivamente il volo e lasciare la porta a Scuffet, da piaz-
“
Si profilerebbe un anno di prestito per Scuffet, ma non alla Spal dopo la difficile esperienza di Como: potrebbe rimanere in casa Pozzo, al Watford
di contratto e non è pensabile che i cinesi rossoneri - per ritorsione nei confronti del ragazzo e del “micidiale” procuratore Raiola capace di rifiutare un rinnovo a 5 milioni netti d'ingaggio a stagione - lo tengano inattivo in tribuna. Più verosimile che, onde scongiurare il parametro zero tra un anno, il Milan lo ceda subito: è in una posizione di debolezza, bravo se ne ricaverà una trentina di milioni. Gigio sul mercato, dunque, e la Juve l'ha messo subito in cima agli obiettivi, allontanando pure il profilo del romanista Szcsesny sul quale Marotta si era buttato una volta conosciuto il prezzo (ritenuto eccessivo) del cartellino di Meret. Dando per scontata la cessione di
RISALITA Ci ha messo qualche mese Simone Scuffet per riprendersi dalla difficile esperienza di Como. Ora è tornato ai massimi livelli tanto da essere convocato in Nazionale.
A livello personale, strettamente personale, so cosa non vorrei per il ventenne portiere di Flambruzzo che - parlando di fenomeni - sta dalle parti del Gigio rossonero. Non vorrei che Alex, reduce dalla trionfale stagione in serie B a Ferrara, tornasse in prestito alla Spal che ha contribuito a riportare in serie A dopo 49 anni. C'è il rischio, da mettere in conto trattandosi di una neopromossa, che gli scarichino alle spalle sventagliate di palloni al punto da minarne sicurezze e serenità. In tal caso verrebbe intaccato anche il valore di mercato, ciò che l'Udinese teme di più. Se guardiamo
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de idea e c'è voluto il suo tempo perchè il ragazzo di Remanzacco si purgasse da quell'esperienza e riprendesse il processo di crescita e di affermazione. Un livello sancito dal segmento finale di stagione concessogli da Del Neri e dalle convocazioni azzurre, con la titolarità nell'amichevole contro San Marino: un bel riconoscimento, da parte del ct Ventura, al valore del ventunenne portiere friulano. Piazzato Karnezis (il greco, 32 anni, ha mercato dalla Turchia all'Inghilterra), mantenere Meret a Udine vorrebbe dire rinunciare a Scuffet. E viceversa, ovviamente. Volendo
zare in prestito nel prossimo campionato presso un club (non la Spal, ribadsco) di una certa levatura nella massima serie, oppure da ruotare nel circuito interno (leggi Watford). Non risulta che ci siano offerte interessanti per Scuffet (valutazione attorno ai 6-7 milioni), mentre tante mani si allungano verso Meret. Pareva che Alex fosse destinato alla Juve come erede di Buffon. Accadeva prima che Gino Pozzo ne facesse il prezzo (20 milioni) e soprattutto prima che esplodesse il caso Donnarumma in fuga dal Milan dopo promesse di amore eterno. Donnarumma ha ancora un anno
Donnarumma, il Milan avrà bisogno di un portiere di assodato valore e tra i nomi del genoano Perin (da sei mesi inattivo causa infortunio), per il quale Preziosi chiede 15 milioni, e del “secondo” juventino Neto (valutato 10) è sbucato anche quello del nostro Meret. Una pista percorribile, ma credo non la privilegiata se consideriamo l'abitudine dei Pozzo di concludere operazioni più articolate, comprensive di contropartite tecniche. Tanto più necessarie oggi che l'Udinese va cercando la punta centrale del dopo-Zapata. E in questo senso la corsia preferenziale porta a Napoli. Il centravanti in “esube-
UDINESECALCIO
VALE 20 MILIONI Alex Meret, 20 anni, è considerato sugli stessi livelli di Donnarumma.
INFORNATA DI ESTERNI: DALLA SVEZIA ARRIVA ANCHE INGELSSON
DEL NERI BALLA CON I TERZINI PIACCIONO LAURINI E PEZZELLA
ro” Pavoletti da convincere (non per forza!) ad abbracciare subito Udine, e Meret tra i pali bianconeri nel prossimo campionato prima di prendere il posto di Reina sotto il Vesuvio tra un anno. Scenario di un certo fascino, non c'è che dire. Ma si sentirebbe sacrificato Scuffet? Nel luglio del 2014 respinse quella che per molti sa-
rebbe stata l'occasione della vita rinunciando a trasferirsi all'Atletico Madrid; stavolta potrebbe decidersi a lasciare momentaneamente il Friuli per farsi un giretto a Londra. Se poi la Premier dovesse piacergli (e remunerarlo) al punto da mettere radici, beh, l'Udinese non resterebbe in braghe di tela. C'è sempre Samuele Perisan a fare buona guardia.
Terzini ed esterni cercansi. Un po' alla volta, limando e rigirando il modulo, Gigi Del Neri è uscito allo scoperto: signori miei, con me si gioca con il 4-4-2, se vogliamo migliorare e finire nella parte sinistra del tabellone della classifica bisogna comprare i giocatori giusti, funzionali al sistema. Confermando il Console di Aquileia, i Pozzo hanno dimostrato di credere nel suo progetto. La conseguenza non sono più le infornate di piedi senza specializzazione, per lo più mezze punte e affini, ma la ricerca mirata di giocatori di un certo tipo. Gigi non chiede campioni, gli bastano interpreti di ruolo, che capiscano e interpretino il suo linguaggio. S'è viso, per esempio, che Silvan Widmer non è più (semmai lo è stato in passato) un terzino: dalla sua parte sono arrivati buchi e dolori in serie. Il fresco sposo svizzero, per contro, è un buon esterno di centrocampo, di una qualità che può far gola anche a club di fascia alta (vedi Napoli). Silvan ha dichiarato che Udine gli va a pennello, ma dopo quattro annate pare giunto al capolinea dell'esperienza friulana. Considerato che come esterno di centrocampo bene se la sta cavando De Paul, l'Udinese sta cercando un terzino destro di pronto impiego, individuato in Vincent Laurini, 28 anni, dell'Empoli. Singolare la storia di questo ragazzo nato a
Thionville, in Francia, e arrivato in Italia a cercar fortuna, trovata nel Fossombrone e poi al Carpi prima di approdare a Empoli per cinque stagioni di buon livello. Usato sicuro, insomma. Sull'altra fascia le cose non sono andate meglio una volta che la grande scoperta Samir s'è azzoppata. Né Adnan né il redivivo Gabriel Silva hanno dato garanzie, talchè Del Neri ha dovuto far scivolare a sinistra il centrale Felipe, bravo come sempre ad adattarsi. Samir tornerà in grande spolvero nella nuova stagione (raduno il 6 luglio al Friuli) e sotto la sua ala la società intende far crescere un giovane di valore, individuato nel palermitano Giuseppe Pezzella, 19 anni, azzurrino dell'U21. Pare che i rapporti tra i Pozzo e Zamparini, ormai stanco di battagliare sul fronte pallonaro, si siano normalizzati, al punto da rendere possibile anche un'altra operazione, cioè l'arrivo a Udine del croato-bosniaco Mato Jajalo, centrocampista esperto e combattivo di 29 anni che nella rosa dovrebbe surrogare il ghanese Badu, segnalato al capolinea della storia bianconera. Pensando al futuro, un altro piccolo investimento porta allo svedese Svante Ingelsson del Kalmar, classe 1998, robusto centrocampista esterno nel giro delle nazionali giovanili svedesi. (i.c.)
di Biancamaria Gonano
PULCINI AUC IN FESTA A REANA Sabato 10 giugno si è svolta presso gli impianti sportivi di Reana del Rojale la quindicesima edizione del Torneo Auc. La giornata è iniziata alle 9 sotto un cielo velato ma poi l’estate ha preso il sopravvento con sole a picco e molto caldo per tutta la manifestazione. Del resto, il preannunciato Giuda, non si è fatto attendere! Grandi numeri quest’anno: venti squadre di Pulcini provenienti da società della regione affiancate dai vari Udinese Club si sono sfidate in mini partite da 12 minuti in gironi da 5 squadre. Poi, in una fase successiva, le prime squadre di ogni girone si sono giocate la vittoria in un girone Oro. Bravissimi i giovani atleti in campo quattro volte al mattino e altrettante al pomeriggio, spalleggiati dai loro allenatori e sostenuti dal tifo delle famiglie. A pranzo pasta pronta per tutti loro sotto il tendone bianco organizzato dallo staff. Davvero molto belli
gli impianti del comune, ben attrezzati e immersi nel verde, capaci di ospitare a rotazione continua le partite del torneo su due campi attigui. Al termine delle gare, hanno avuto la meglio i Pulcini di Zoppola, abbinati al Club Noi con Voi, che si sono aggiudicati la mega-coppa che da quindici anni gira il Friuli e che si rimette in gioco come la Coppa del Mondo o quella della Champions. Un bel modo per passarsi il testimonial come fanno i campioni veri. Le premiazioni sono avvenute in mezzo al campo, con una foto finale conclusiva con tutti gli oltre 250 bambini festanti. Perché poi, come ha ricordato il presidente dell’Auc, Daniele Muraro, nei Pulcini tutte le altre squadre arrivano a pari merito al secondo posto. Ora la stagione è proprio finita e i tifosi dell’Udinese attendono di andare al fresco dell’Austria per seguire dal 15 luglio il prossimo ritiro dei bianconeri.
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SIDICEVA...
si diceva...
IL CALCIO, PIÙ
BUSINESS CHE SPORT
Lo sostiene Cristian Sibilla, ex procuratore, nel libro “Tutti giù per terra” del 2011, denuncia di un mondo di cui ha fatto parte e che ha lasciato dopo averne scritto
H
a un titolo quasi scherzoso, “Tutti giù per terra”, quello che Cristian Sibilla, oggi 39enne ex calciatore e in seguito procuratore e organizzatore di eventi, ha dato al suo libro del 2011, ma i contenuti sono invece di denuncia di un mondo, quello del pallone, dai molti lati oscuri. “Scritto di getto – sottolinea l’autore - , senza troppi dubbi di chi il calcio lo vive e lo ama. La voglia di esternare pensieri sinceri, gioie e malumori. Una finestra che lascia il tempo per riflettere e per capire un po’ di più un mondo fatto solo di apparen-
za”. Una decisione, quella di mettere nero su bianco i propri pensieri, quella di Sibilla, nata all’improvviso, lui riferisce, di ritorno da una stagione giocata in serie A a Kosice, nel nord della Slovacchia, e in attesa
chiodo e operare nel calcio come Agente Fifa, idea poi concretizzata con la creazione di uno studio per la gestione di calciatori, sport e spettacolo con orientamento prevalente su paesi dell’est europeo (“dove la gente non ride mai, retaggio del comunismo cui è stata soggetta per decenni”, gli è stato spiegato). Da qui, oltre al lavoro, la presa di coscienza su un mondo, quel del calcio, che dietro la facciata del divertimento presenta appunto lati oscuri che il tifoso della strada non conosce e dove ad agire (all’insegna di un continuo “magna magna”, sottolinea
Continuare a lavorare nel calcio significherebbe usurarsi mentalmente, fino al rigetto
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di una successiva sistemazione. E ritrovandosi una sera a tavola con alcuni amici, nacque invece in lui l’idea di appendere le scarpe al
L'AUTORE Cristian Sibilla e la copertina del suo libro. Nella foto grande, un'immagine di calcio giovanile.
SIDICEVA...
Sibilla) è un ristretto numero di pochi appartenenti al giro, privilegiati ammessi per vari motivi. EPISODI E PROCURATORI Quello d’apertura porta a Nocera Inferiore, dove Sibilla organizzò uno stage di allora ragazzini dal ’92 al ’94 e in quel contesto individuò un talento in nuce che ben presto divenne oggetto del desiderio di molti club di serie A, con relativo disorientamento della famiglia che, dice l’autore, “esce sconfitta da questa storia perché ha creato al bambino più danni che benefici” e conclude constatando, come molti addetti ai lavori, che “ogni squadra giovanile dovrebbe essere composta da ragazzini orfani”. Ed entra in gioco la figura del procuratore, quella che in tempi andati non esisteva e che ad un certo punto, il recente caso-Donnarumma docet, è decisiva nelle sorti dei calciatori. Ricorda un giocatore friulano degli anni '60, Ivano Bosdaves, che quando dall’Udinese andò alla Spal, dalla serie C alla serie A, trattò direttamente con il presidente del club di Ferrara, il potente Mazza, che gli propose una cifra non elevatissima evidenziando però il fatto che comunque avrebbe giocato in serie A e che se si fosse messo in luce, più lauti guadagni li avrebbe ottenuti in seguito. Lui accettò, naturalmente, e così fu in seguito quando passò al Napoli. Oggi non è più così e chi comanda è il procuratore, che se ha la fortuna di avere tra le mani giocatori interessanti rende ricco anche se stesso. E, ironizza Sibilla, non è essenziale che un procuratore capisca qualcosa di calcio o abbia giocato, l’importante è che sappia inserirsi in un certo ambiente e sappia mediare con le società e chi le rappresenta. Possono farlo anche le donne, e quello della moglie del calciatore dell’Udinese, Felipe, procuratrice del marito, e quello della signora Icardi, dell’Inter, sono casi emblematici. Donne, sottolinea ancora l’autore, che meriterebbero magari considerazione in molti ruoli ma che di calcio non capiscono assolutamente nulla. I GENITORI Il sogno di ogni genitore, fantasticando anche su un futuro milionario, constata Sibilla nel capitolo intitolato “Il concetto familiare”, è quello di avere un figlio campione.
ATTUALITÀ In alto, il procuratore Rajola e il suo assistito Donnarumma. Sotto, i calciatori Felipe (Udinese) e Icardi (Inter), con in tondo le rispettive consorti procuratrici.
E anche se il talento il ragazzo non ce l’ha nel dna, molti altri sono i mezzi per centrare l’obiettivo. Ed ecco allora la divertente descrizione del panorama di padri e madri che vedono nel figlio un fenomeno e spendono una fortuna in cene e regali ai procuratori per stimolarli ad interessarsi ai loro rampolli. Lontani insomma i
tempi in cui le madri mai si vedevano ai bordi di un campo di calcio e i padri vi accorrevano per guardare la partita e bere un taglio di vino al chiosco. Oggi un figlio che ha un minimo di dimestichezza con un pallone diventa come un gratta e vinci che ti può dare una vita agiata senza colpo ferire. Episodi divertenti ma dal
retrogusto amaro, quelli di Sibilla, che conclude in modo inaspettato: “Dopo questo libro non lavorerò più nel calcio, perché continuare a farlo significherebbe usurarsi mentalmente fino ad avere il rigetto di questo sport, che amo ma che ormai è solo business”. E così è stato. E.F.
TremilaSport+ | 21 06 2017 | 21
BASKET PER I GIOVANI Tiziano Lorenzon insieme ai ragazzi di un suo camp e nella foto piccola in un intenso atteggiamento in panchina.
QUANDO UN CAMPIONE INSEGNA BASKET Tiziano Lorenzon opera a Povoletto in una società sana e dal buon bacino d’utenza, organizzando a luglio il suo annuale Stand by city camp a Laipacco
di EDI FABRIS E’ un tipo tutto d’un pezzo, Tiziano Lorenzon, allenatore il cui impegno primario è volto a trasferire nei suoi giovani allievi non solo le conoscenze tecniche che gli sono proprie ma anche i principi di serietà nel lavoro e di educazione che ritiene giustamente indispensabili alla crescita non solo sportiva dei ragazzi. I risultati sul campo, in tale contesto, vengono perciò teoricamente in seconda battuta ma fino ad un certo punto, ed è ovvio che sia così: “Lo scorso anno portai l’Under 16 di Feletto all’interzona e fu per me una grande soddisfazione – ammette il tecnico – e spero di poter ottenere nel prossimo futuro dei buoni risultati anche a Povoletto, dove opero attualmente in una società seria e dai numeri interessanti in quanto a tesserati”. Ma un principio basilare al quale Lorenzon non deroga è appunto, in ogni categoria, l’impegno nella preparazione accanto all’applicazione delle regole di civile convivenza nell’ambito del gruppo: “Non è necessario giocare in serie A per essere puntuali agli allenamenti e impegnarsi al massimo durante gli stessi – sottolinea - . Ricordo di aver allenato in passato in alcune società i cui giocatori venivano per la gran parte ad allenarsi tanto
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per passare un’ora e poi andare a bere birra in compagnia, e questo non fa per me. In questi casi o i giocatori cambiano atteggiamento o me ne vado io”. CARRIERA Principi propri del suo carattere affinati dalla lunga militanza nel basket ad alti livelli, quelli dell’oggi 56enne ex giocatore nato a Treviso ma cresciuto a Roma, cestisticamente in quella Stella Azzurra vivaio riconosciuto di talenti espressisi in ambito nazionale ed internazionale. Centro-ala grande di 2 metri, Lorenzon approdò a Udine, all’Apu, nel 1981, rimanendovi fino all’86 prima del suo ritorno nella capitale nelle file della Virtus Roma, società che nel 1988 lo lanciò in nazionale, dove
“
Non è necessario giocare in serie A per essere puntuali agli allenamenti
giocò 7 partite realizzando 39 punti. Ma è a Udine che i suoi ricordi assumono toni più dolci, ripensando soprattutto alla mitica promozione in A1 dell’83/84 sotto la guida di Lajos Toth: “Fu un risultato imprevisto a priori – lui testimonia - , anche se quella era una squadra sicuramente ben attrezzata e di elevata qualità soprattutto nei due stranieri Hardy e Dalipagic. La nostra fu un’escalation costante, che mano a mano portò al Carnera un pubblico in alcune occasioni strabocchevole, come ad esempio nell’ultima in casa contro Reggio Emilia, nelle cui file militava Pino Brumatti, e che concluse prima, con noi a ruota. C’era una chimica perfetta, in quel
gruppo, e Lajos era il nostro estroso condottiero che sapeva darci sicurezza in ogni occasione”. Ma l’anno dopo, in A1, non andò altrettanto bene: “La potenzialità economica della società non era certo sostanziosa e alla fine retrocedemmo. Toth aveva seguito il ds Fadini a Siena e noi iniziammo con Nikolic, un santone ormai sulla via del tramonto. Venne anche ingaggiato un ex Nba, Nater, che però non si espresse secondo le attese e costituimmo così uno degli anelli deboli della massima categoria”. Chiusa l’esperienza udinese, Lorenzon approdò poi a Reggio Calabria e a Sassari, chiudendo l’attività agonistica nel 1995. Ma in Friuli ci tornò per fare l’allenatore, ottenendo due promozioni consecutive, dalla D fino in C1, con l’Nbu dopo le precedenti esperienze con Cormons, Corno di Rosazzo, Busatta basket, Antoniana Pescara e Fallo basket e prima delle successive a Fagagna e Feletto, appunto alla guida dell’Under 16. E a trasmettere basket Tiziano non smette neppure d’estate, organizzando il suo “Stand by city camp” che porta annualmente nella palestra di Laipacco molti giovani cestisti per affinare le loro peculiarità, anche con l’aiuto di altri specialisti del settore ad affiancare l’ex campione.
BASKET IL PERSONAGGIO
PAOLO MONTENA,
LA CULTURA DEL LAVORO
LA NOTA
FINALI UNDER 18, PARLIAMO DI LIVELLI Siamo stati buoni profeti, nel numero scorso, nel pubblicare la foto della squadra Under 18 della Virtus Bologna e pronosticarla quale papabile allo scudetto nelle finali nazionali di Udine: detto e fatto, con gli emiliani (nella foto trionfanti dopo lo scudetto di Udine) schiacciasassi anche in finale (70-32) contro un comunque interessante Trento. Considerazione generale, comunque, sul non eccelso livello tecnico di molte squadre partecipanti, con il rammarico che nel lotto non figurasse alcuna regionale che certo avrebbe saputo esprimersi a livelli superiori ad altre viste all’opera. E a proposito di rammarico, anche quello sulla latitanza di un pubblico friulano che nonostante l’appeal del rinato Carnera non ha saputo accorrere, forse anche a causa appunto della mancanza di una formazione regionale
A
rchiviata la stagione che ha visto permanere Udine in serie A2, centrando un'anticipata salvezza e mancando d'un soffio la qualificazione ai play-off che sarebbe stata meritata in ragione dello strepitoso rush finale, la dirigenza dell'Apu si è subito messa al lavoro per allestire un roster in grado di alzare ulteriormente l’asticella dell’entusiasmo e dei risultati in vista di un campionato che segnerà anche l’agognato ritorno nel “tempio” naturale del basket friulano , il palasport “Carnera” , dopo l’anno di lontananza nel “fortino” di Cividale. Nello spazio delle grandi manovre che si stanno sviluppando, l’occhio dei vertici della società udinese si sono posati anche sulla necessità di irrobustire e consolidare non solo la prima squadra ma anche il settore giovanile e a tal fine è stato ingaggiato il 56enne monfalconese, Paolo Montena in qualità di responsabile tecnico. L’esperto istruttore, che nelle ultime stagioni ha curato il settore giovanile a Cordenons, ha iniziato la sua carriera nel 1980, alternando significative esperienze come assistente e head coach sia a livello maschile di squadre giovanili e di prime squadre in serie C e serie B in Friuli ed Emilia Romagna, che femminile, dove ha raggiunto anche la massima serie. Qual è il mandato ricevuto dal club udinese e cos'ha già trovato in casa? "L'incarico ricevuto è quello di responsabile tecnico del Settore giovanile e assistente in serie A, dove affiancherò il responsabile organizzativo Mauro Rosso e gli assistenti del coach Lino Lardo, Christian Braidotti e Federico Vignola. A livello giovanile trovo un gruppo di squadre e di allenatori che hanno lavorato bene in questi anni e il mio compito sarà quello di cercare di
uniformare le proposte tecniche e programmare le metodologie didattiche per le varie categorie. A livello prima squadra cercherò di mettere a disposizione la mia esperienza per il lavoro settimanale sul campo e in partita". Cosa propone oggi il Friuli a livello giovanile? "In questi anni il livello giovanile della regione non è stato di altissima qualità - considera Montena -. La competizione interna è stata limitata e i risultati fuori regione non proprio esaltanti. Ci sono tuttavia numerose realtà che lavorano molto bene sul proprio territorio e mantengono vivo il movimento. Riprendendo seriamente il reclutamento e provando a ricreare le condizioni per la collaborazione fra società, le potenzialità della provincia Udinese e dell'intera regione, potrebbero essere davvero sviluppate". Quali sono i tuoi metodi di lavoro e i progetti per l'annata? "In verità non possiedo né ricette magiche, né tantomeno segreti. Sono un antico animale da palestra che ritiene la fatica e il rispetto degli impegni e delle regole ingredienti indispensabili per la conquista di qualsiasi risultato. Nel corso di questo primo anno cercheremo di proporre una metodologia di lavoro basata su tali principi, cercando la collaborazione delle famiglie nel progetto di convivenza Scuola-Sport. Sono cosciente che oggigiorno il lavoro nei settori giovanili richieda molto più attenzione e pazienza rispetto ad un tempo, ma anche i ragazzi di oggi, esattamente come quelli di ieri, si meritano un'opportunità , essendo il nostro futuro. Starà poi a noi allenatori ricordare loro che il privilegio dell'appartenenza ad una squadra di basket bisogna riguadagnarselo ogni giorno". Giuseppe Passoni
tra le finaliste che fungesse da stimolo particolare, come negli auspici della vigilia al Benedetti e appunto al Carnera. Pubblico, quello delle finali nazionali Under 18, formato mediamente in prevalenza, nei vari incontri, nonostante la gratuità, da amici e parenti dei giocatori, tecnici e dirigenti della formazioni impegnate, con l’aggiunta del consueto zoccolo duro di appassionati locali. E parlando di livelli, è giusto evidenziare anche quello di latente buona educazione di molti spettatori cui è piaciuto camminare sui nuovi seggiolini del palasport, adoperandoli anche come poggiapiedi o come discarica di cartocci e bicchieri vuoti. Un consiglio prima dei prossimi mondiali femminili e della nuova stagione che vedrà impegnata in A2 l’Apu: piazzare agli ingressi dei cartelli in cui s’invitano gli spettatori ad un maggior senso civico. Non si risolverà così del tutto il problema ma qualcosa forse si otterrà. (e.f.)
TremilaSport+ | 21 06 2017 | 23
PALLAVOLO CALCIOUDINESE
A UN PASSO DAL CIELO
Sfumata nella "bella" con Cuneo la promozione in A2 di Talmassons ma i protagonisti e le protagoniste di un campionato comunque strepitoso rinviano la gioia al prossimo anno
D
omenica 11 giugno sembra lontana ma a rivivere mentalmente la partita della “bella” della finale play off si sente ancora l’acqua gelata scorrere lungo la schiena. Talmassons va al tie break che vale la Serie A2. In casa si gioca punto a punto con Cuneo avanti per 8 a 7 al cambio di campo. Il set finisce 11 a 15 per Cuneo, tra gli applausi per le ragazze friulane che in campo hanno comunque dato tutto. Sfuma così un sogno che nemmeno si poteva immaginare lo scorso agosto ma tanto vicino da poterlo toccare, oltre la rete. Ci racconta il risveglio e le sensazioni del dopo gara il presidente Gianni De Paoli: “La delusione è solo quella della sconfitta sportiva. Per come abbiamo affrontato l’annata invece non ho nulla da recriminare. Se avessimo vinto, la serie A2 ci sarebbe caduta dal cielo. C’è tanta soddisfazione per avere vinto una scommessa sportiva nei confronti delle altre società regionali con un progetto Made in Friuli che
evidentemente paga. Il fatto di esserci così avvicinati al mondo del professionismo ci ha resi consapevoli che per giocare in serie A è necessario avere una struttura societaria adatta. In 15 giorni avrei dovuto rivoluzionare tutto". Però dal punto di vista sportivo eravamo molto vicini ed avremmo meritato la serie A, considera De Paoli : "Tanto che eravamo alla pari di Cuneo e Collegno e questo è molto importante. Oltretutto i play off sono un terno al lotto in cui gli equilibri si giocano su alcuni fattori anche casuali come errori, tocchi sbagliati o decisioni arbitrali. La squadra ha fatto l’impossibile, forse abbiamo sbagliato la partita a Cuneo perdendo con un netto 3-0, però ad una squadra di non professioniste non si poteva chiedere di più”. A freddo è più facile essere obiettivi e guardare il quadro generale con uno sguardo sereno ed appagato. Però la botta a caldo è stata sicuramente dolorosa, come racconta lo stesso presidente: “Dieci minuti di crollo emotivo e sconforto, poi anche le ragazze l’hanno presa con
Vorrei continuare con il progetto di far giocare ragazze friulane
24 | 21 01 2017 | TremilaSport+
filosofia. Alla cena ho detto che le loro lacrime erano importanti, frutto di un grande gruppo, e vanno oltre il valore sportivo perché dimostrano attaccamento profondo anche quando hanno salutato l’addio al volley del capitano, Antonella Rizzetto, consegnandole un mazzo di fiori. Il gruppo che si identifica con il capitano non può che essere un grande gruppo”. Questo il presente. E il futuro? Ci riproverete? “Nello sport non puoi mai tornare indietro ma cercare sempre di migliorarti. Fare di meglio significherebbe arrivare primi. Io vorrei continuare il nostro progetto di far giocare ragazze friulane. Se ci saranno dei cambiamenti e non sarà possibile realizzare ciò, cercheremo fuori regione. Questa è la nostra filosofia e volevo dare un messaggio chiaro: domenica scorsa alla “bella” anche altre società sono venute a fare il tifo per noi". NUMERI "Il nostro movimento ha dei numeri incredibili - dice De Paoli - e se tutte le società collaborassero senza perdersi a guardare al proprio orticello avremmo una serie A di sole friulane. Una parola la vorrei inoltre spendere per il pubblico che ci segue, il cui coinvolgimento è in crescendo: molte
UDINESECALCIO PALLAVOLO
Smettere di giocare sfiorando d'un soffio la promozione in A2 è stato incredibile signore lasciano i mariti a casa a vedere il calcio e ci seguono con molta passione. Ai play off ho avuto la risposta che cercavo: mi chiedevo se ottenendo la serie A2 ci fosse un pubblico interessato a seguirla. La risposta dei play off, con il palazzetto debordante di gente, è stata più che eloquente". Ripescaggio? "Sinceramente preferisco ottenere una promozione sul campo e nel frattempo adeguare la struttura societaria e il palazzetto -ammette De Paoli - . Si va avanti così, con il confermatissimo Stefano Castegnaro in panchina e un progetto vincente anche grazie alla nostra società che ha saputo trovare un main sponsor incisivo e fondamentale come Ambrogio Cattelan, un tifoso d’eccezione come il figlio, Fabrizio, che sta portando delle idee nuove come la resposabilità d'impresa con un pool di sponsor il cui valore sul territorio è tangilbile. Questo rappresenta la nostra ricchezza e possiamo disputare campionati low cost rispetto per esempio a Udine o Martignacco che spendono di più per investire. La pallavolo ha poi reso importante un paese di 4000 abitanti come Talmassons”. CAPITANA IN LACRIME Ed è stata anche l’ultima partita della capitana Antonella Rizzetto. Le compagne di squadra l’hanno abbracciata e omaggiata con un mazzo di fiori, facendola piangere di commozione: “L’affetto di società, squadra e pubblico sono la vittoria più bella, per me è stato come vincere la Champions League. Smettere di giocare sfiorando il sogno pro-
CICLISMO
PARTE DA AQUILEIA IL GIRO D'ITALIA FEMMINILE, CECCHINI E BARTELLONI PROTAGONISTE
SOTTO RETE Antonella Rizzetto (qui sopra e nella foto grande a sinistra) , carisma di capitana nella sua ultima gara contro Cuneo mozione per pochi punti, è stato incredibile. In campo non c’erano differenze ma loro sono professioniste e noi no, lavoriamo e poi ci alleniamo. Quando sono arrivata a Talmassons due anni fa sono stata accolta a braccia aperte. Concludere il mio percorso così è davvero emozionante, non ho mai pianto tanto! La delusione bruciante è passata se penso alla stagione stellare che abbiamo disputato. Siamo partite un po' in sordina poi, con il contributo di tutte, abbiamo tirato fuori la nostra arma vincente: siamo rimaste umili e non ci siamo mai lamentate per dolori fisici o infortuni usandoli come alibi". Se fosse accaduto il miracolo? "Avrei smesso comunque, convinta che il lavoro venga prima dello sport, pur amando la pallavolo da morire - Antonella è sincera - . Conoscendo la società, credo che il prossimo campionato si ritenterà l’impresa con la mentalità imperniata sulla calma e la
Parte da Aquileia venerdì 30 giugno la 28^ edizione del Giro d'Italia femminile, con una cronometro a squadre di 11,5 chilometri fino a Grado. 24 le squadre in gara per 160 atlete, delle quali 125 provenienti da ogni parte del mondo. Tra le concorrenti anche due personaggi di spicco delle due ruote regionali, Elena Cecchini e Beatrice Bartelloni. Una kermesse in dieci tappe che si concluderà il 9 luglio e che avrà la sua vetrina giovedì 29 giugno alle 21,15, con la sfilata di tutte le squadre davanti alla Basilica di Aquileia. Prima vera
programmazione. Se ci arriveranno, saranno pronti per disputare la A2" . "Io lascio davvero il cuore lì - continua la giocatrice di Fontanafredda, una carriera partita dal suo paese, passata poi per Pordenone, Codognè e Porcia, con la promozione in A insieme alle due compagne attuali, Letizia Poser e Sara Perrone. Elogi poi per il tecnico Castegnaro: “Mi sono trovata bene con lui, sempre alla ricerca della perfezione e con la voglia di non accontentarsi mai, spinto dalla passione e dal cuore, molto severo. E accanto a lui l'assistente Francesca Terasso, il cui contributo è stato fondamentale. Una coppia vincente". Ma riuscirà ora la capitana a stare lontana dai campi di gioco? “Al momento sono stanca e quasi satura di pallavolo dopo tanti sacrifici ed una stagione molto pesante ammette Antonella - ma il cuore è rimasto lì e continuerò a tifare Talmassons".. Biancamaria Gonano
battaglia il 1° luglio, con la tappa pordenonese Zoppola-Montereale Valcellina di 122 chilometri. Una frazione che prevede anche un traguardo del Gran Premio della montagna a Pala Barzana, a 846 metri di altitudine. Poi giù fino in Campania, attraverso Veneto, Marche, Abruzzo e Molise, per un totale di mille chilometri. A Torre del Greco la tappa conclusiva. "Il ciclismo promuove il territorio in maniera eccezionale", considera Enzo Cainero, patron delle tappe friulane del Giro d'Italia maschile e deus ex machina anche di quello
femminile, che promette novità per l'edizione 2018 della corsa riservata alle donne: "Il prossimo anno faremo concludere il Giro femminile nella nostra regione e l'anno dopo aspettiamoci ulteriori sorprese". Grande attesa c'è naturalmente per le protagoniste di casa nostra, Elena Cecchini, di S.Marco di Mereto di Tomba, e Beatrice Bartelloni, di Staranzano, che nel loro palmarès vantano successi sia su strada che su pista e che si preannunciano fra le candidate al successo finale pure in un lotto qualificatissimo di atlete di livello internazionale.
TremilaSport+ | 21 01 2017 | 25
SUPERBIKE
ESSERE PREDESTINATO Marco Sbaiz con i suoi diciott'anni è il più giovane pilota al mondo in Superstock
D
iciotto anni appena compiuti e una carriera sportiva promettente con un futuro da campione predestinato: stiamo parlando di Marco Sbaiz il più giovane pilota al mondo di Superbike nella categoria Superstock. Nativo di San Michele al Tagliamento, nelle vicinanze di Bibione, così si racconta: “Ho cominciato per caso a nove anni vincendo una manifestazione di minimoto in una sala giochi, poi considerato il fatto che questo sport mi piaceva e, a detta degli altri, ero particolarmente tagliato a salire in sella, ho continuato a partecipare a corse importanti, ottenendo dei risultati pregevoli in gare dove mi trovavo spalla a spalla con avversari esperti e smaliziati". "La tensione - continua Marco - è alle stelle, specie alla partenza, dove ti giochi gran parte del successo, se riesci a schizzare in testa. Assen in Olanda, Aragona e Jerez in Spagna, sono state per me tappe significative, per un inizio stagione nella Superstock
1000 con la BMW 5 rr. A soli 16 anni ho vinto al Mugello una competizione valida per il campionato italiano e forse in quell’occasione ho capito che quella del motociclismo era una via da seguire. Ho ottenuto buoni risultati con un' escalation che mi ha portato alla ribalta e all’attenzione dei team più qualificati. Questo oltre a gratificarmi mi offre maggiori stimoli per entrare nel circuito dei grandi”. -Scuola e sport vanno d’accordo? “Debbo dire - afferma Marco - che nonostante alcune assenze dai banchi di scuola, vado bene perché mi applico costantemente (frequenta l’ultimo anno all’Itis con indirizzo meccanico, ndr). Per quanto riguarda il mio sport ,non
I costi, oltre ai sacrifici, costituiscono un problema 26 | 21 06 2017 | TremilaSport+
DNA Marco Sbaiz, qui a destra e nelle altre foto, ha cominciato a correre a nove anni quasi per caso
mi alleno molto in quanto mancano le “palestre” adatte e poi ci sono i costi, che oltre ai sacrifici costituiscono sempre un problema per chi, come me, non corre con moto ufficiali (ora è in sella alla Moto2 con motore Honda da 600 ndr), ma con team privati. Il mio sogno è quello di andare in pista con i vari Marquez, Pedrosa e Rossi prima che “invecchino” troppo e pensino al ritiro. Consentitemi di ringraziare tutti quelli che hanno creduto in me offrendomi un importante supporto e in particolare mio padre Gianni, che mi ha incoraggiato a intraprendere questo meraviglioso sport”. Roberto Cainero
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JUVENTUSSI, GRAN GALÀ A LIGNANO SA
È
stata la presidente della Regione Fvg Debora Serracchiani (foto 1 e 2, con anche il presidente dell'Ussi, Sarcinelli)) a consegnare il primo riconoscimento dei premi Juventussi a Giorgio di Centa, l'indimenticato campione olimpico di sci nordico che ha concluso la sua brillante carriera alla fine di questa stagione invernale. La presidente regionale ha ringraziato il campione carnico per aver rappresentato la Regione nel mondo attraverso i suoi straordinari risultati sportivi. Al triestino Maurizio Lombardo, segretario generale della Juventus (prima e seconda foto in basso), è andata la targa di “Amico Speciale” dell’Ussi (Unione Stampa Sportiva Italiana), premiato dall'Assessore Regionale allo sport Gianni Torrenti e dal
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presidente regionale del CONI Giorgio Brandolin, entrambi tifosissimi della "vecchia signora" e ricambiati da Lombardo con una maglietta ufficiale della Juventus versione finale Champions League. E per il ciclismo targa d'onore a Enzo Cainero (foto in centro), il patron delle tappe regionali del Giro d'Italia che da 17 anni si occupa con successo dell’organizzazione territoriale della corsa rosa, come ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop premiando l'uomo di sport friulano. Far passare “Il Giro d'Italia” in regione nella centesima edizione, indubbiamente contribuirà a rilanciare turisticamente il Friuli Venezia Giulia ha detto il presidente Iacop, tesi confermata dal direttore generale
di Promoturismo Fvg Marco Tullio Petrangelo, presente alla serata. Poi è stata la volta dei premi Juventussi ai giovani atleti distintisi per i risultati sportivi del 2016. Targhe assegnate a Cristina Pittin per lo sci di fondo, Karen Hervat per il tiro con l’arco e alla coppia Lucrezia Cergol e Sara Ingannamorte della Pallanuoto Trieste (nella foto con il vicepresidente regionale dell'Ussi, Edi Fabris, e Brandolin). Molto sentiti gli interventi di Cristiano Degano, presidente dell’ordine
dei giornalisti, e Giovanni Marzini, presidente della Pallacanestro Trieste, nel ricordo sempre vivo dell’amico e collega Marco Luchetta. Il premio “Bravi a scuola e nello sport” è andato al karateka Ion Jornea (Karate do Trieste) e all’atleta della Fai Sport Fabio Urli (nuoto). Infine la seconda edizione del Premio Felluga, in collaborazione con la Lisagest di Lignano, alla memoria del compianto ex presidente regionale del Coni, alla Società Sportiva San Giovanni calcio. Presenti alla serata
UDINESECALCIO EVENTI
ABBIADORO il direttore generale dell’Udinese Franco Collavino e il presidente del Pordenone Calcio Mauro Lovisa. Sfilata di portieri a concludere l'evento, con gli interventi in video messaggio di Gigi Buffon, autore di un saluto a Lorenzo Buffon, decano dei numeri uno, e di Simone Scuffet. Gigi Turci e molti altri numeri uno delle varie discipline sportive hanno nobilitato con la loro presenza la parte finale della serata organizzata dall'Ussi (sotto, il Direttivo).
TremilaSport+ | 21 06 2017 | 29
GINNASTICA
142 ANNI, MA NON LI DIMOSTRA L’Asu, società udinese di ginnastica e scherma fondata nel 1875, continua a svolgere la propria attività in diversi settori, con un numero sempre crescente di tesserati
1
42 anni di vita non sono pochi ma l’Asu, praticando ginnastica e scherma, se li porta splendidamente, tanto da evidenziare una sorta di seconda giovinezza pubblicando a fine stagione un bilancio dai numeri interessanti. “Abbiamo all’attivo 1500 soci, con un vero e proprio boom di quelli fino ai dieci anni – esordisce il direttore generale Nicola Di Benedetto - . Un’attività, la nostra, che si svolge nell’arco dell’intero anno solare e che ruota in vari settori, non ultimi quelli relativi agli anziani, ai disabili e al parkour. Ovviamente la parte del leone la fanno
la ginnastica ritmica e l’artistica, che continuano a darci grandi soddisfazioni in quanto a risultati nazionali e internazionali”. PUNTE Atleti e atlete di punta i cui nomi vengono portati alla ribalta dal vicepresidente Umberto Meroni: “La ritmica è sicuramente la disciplina che sta portando all’Asu i migliori risultati sportivi, in primis con le nazionali Alexandra Agiurgiuculese e Melissa Girelli, alle quali si aggiunge l’azzurrina Allieve Tara Dragas, del 2007, figlia di Spela, l’istruttrice che fra l’altro ha forgiato la stessa Agiurgiuculese. Ed
La ritmica è la disciplina che sta portando all'Asu i migliori risultati
30 | 21 01 2017 | TremilaSport+
SUL PODIO Carlo Magliocchetti è uno dei migliori prospetti sui quali conta per il futuro l'Asu
è proprio nella ginnastica ritmica che la nostra società è stata riconosciuta Polo Tecnico Federale”. Ma anche l’artistica, sia femminile che maschile, aggiunge Meroni, è una disciplina in crescita costante: “Dopo il programma di ristrutturazione iniziato due anni fa abbiamo raccolto ottimi frutti, con i talenti Carlo Magliocchetti, Enrico Meroni e Francesco Braidot a far parte dell’elenco dei migliori prospetti regionali. La squadra di serie B sta inoltre lottando per la promozione in A2 e lo stesso Magliocchetti ha conquistato la medaglia d’argento nella finale nazionale gold di specialità junior”. L’Asu, evidenzia Meroni, è una polisportiva della quale fa parte anche la scherma, ma è sulla ginnastica che si punta il nostro obiettivo e il presidente Alessandro Nutta ricorda che il club udinese, il più antico del panorama cittadino, articola la sua attività anche nelle scuole, nello sport inclusivo ed integrato e con attenzione alle persone con disagio: “Da diversi anni, grazie anche alla collaborazione con associazioni specifiche come Csen
GINNASTICA
DIFESA PERSONALE
La nuova struttura ha sicuramente favorito un notevole incentivo ai tesseramenti e Special Olympics, organizziamo corsi per persone con disabilità fisica ed intellettiva. Lo scorso 6 maggio si è svolta nel nostro nuovo palazzetto la terza edizione della Giornata dello sport integrato, con un numero di partecipanti davvero importante. Nei progetti futuri c’è la volontà di potenziare i centri estivi, attivati già da due anni, e quella di elaborare programmi specifici di formazione tecnica per coloro che vorranno diventare insegnanti. In tale ottica intendiamo rafforzare la nostra presenza nelle scuole (con anche “gite” scolastiche al palazzetto finanziate dalla società), grazie ad una più stretta collaborazione con gli Istituti comprensivi del territorio”. L’IMPIANTO La nuova struttura “arcobaleno” di via Lodi, a due passi dallo stadio Friuli, ha costituito un notevole incentivo, sottolinea Meroni, all’incremento dei tesserati, che ora in più ampi spazi possono trovare maggior comfort nella loro attività. “E c’è ora persino la volontà da parte nostra – anticipa il vicepresidente – di ampliare ulteriormente la capienza dell’impianto, a testimonianza del sempre maggior appeal che ginnastica e scherma hanno nei confronti delle persone”.
ARRIVA ANCHE IN REGIONE IL KALAH
Un impianto che di recente è stato anche intestato a un main sponsor, e il presidente Nutta chiarisce i termini del naming: “Si tratta dell’applicazione di una prassi burocratica concordata a priori, prima ancora che il palazzetto venisse costruito. Avevamo cioè firmato una convenzione che ci concedeva appunto la facoltà di intestare l’impianto a nostra discrezione e così è stato fatto”. E’ il primo anno, aggiunge poi Nutta, che il club viene sostenuto da due sponsores principali, permettendo così nuovi investimenti. Tornei, stage per tecnici anche stranieri e manifestazioni varie sono poi iscritti nel carnet dell’immediato, con la possibilità di riproporre pure il tradizionale saggio non effettuato da un paio d’anni. “E’ una manifestazione, questa, che richiama solitamente un gran numero di persone – considera Di Benedetto – e adesso che il palasport Carnera è stato ristrutturato e reso attivo possiamo pensare di effettuarla a ottobre in tale location, se ci verrà concessa la disponibilità dell’impianto”. Edi Fabris
LA DIRIGENZA Da sinistra, il vicedpresidente Meroni, il presidente Nutta e il direttore generale. Nell'altra pagina, in alto, la "stellina" Agiurgiuculese
Arriva anche in Friuli Venezia Giulia il sistema di difesa personale più concreto, efficace e testato del panorama odierno: il Kalah. La prima scuola ufficiale e riconosciuta in regione Friuli Venezia Giulia a presentare il Kalah System è la Kalah Gorizia, affiliata alla Libertas, con sede a Ronchi dei Legionari. La disciplina si propone di preparare gli allievi dal punto di vista sia fisico che mentale, oltre che di insegnare la gestione dello stress in situazioni di pericolo. Sulla strada non esistono regole ed è importante essere pronti ad affrontare ogni situazione. Il metodo kalah è già una realtà in molti paesi europei, in cui le guardie del corpo e le milizie nazionali sono addestrate con il sistema fondato da Idan Abolnik e l’istruttore Aldo Colabucci, che sta introducendo per la prima volta questa disciplina in Friuli Venezia Giulia, ha conseguito il diploma proprio con lui in persona. Le lezioni, che si tengono il martedì e il giovedì a Ronchi dei Legionari presso la palestra Corpo Libero dalle 20,45 alle 22 e il venerdì presso la palestra Crossfit Gorizia di Monfalcone dalle 20,15 alle 21,30, sono aperte a tutti. Non è necessaria una formazione o una condizione fisica specifica per partecipare, e la prima lezione di prova è gratuita. L’istruttore Colabucci sta comunque già valutando, insieme al fondatore, l’idea di iniziare anche corsi anti bullismo dedicato ai giovanissimi. Per maggiori informazioni e prenotazioni: https://www.facebook.com/kalahgorizia/ o via whatsapp al 340 33 69 636 o via mail a kravmaga.gorizia@hotmail.com.
TremilaSport+ | 21 01 2017 | 31
PERSONAGGI
PERCHÈ HO LASCIATO Il "diario" dall'Australia dell'ex campionessa di nuoto udinese, che a diciott'anni, all'apice della carriera, decise di cambiare vita di RACHELE QUALLA
S
ono passati cinque anni da quando ho smesso di nuotare. Ho nuotato per tre lustri della mia vita, in cui ogni giornata era scandita da orari ben precisi. Scuola, mangiare in fretta, allenamento, allenamento a secco perche sennò ti fai male alle spalle, studio, letto…Fino a quando poi non inizi ad allenarti due volte al giorno in acqua perche sei allenamenti a settimana non sono sufficienti…… Per non parlare dell incubo-dieta: "Il culo pesa - mi dicevano - .Devi migliorare il tuo tempo, fare il tempo limite per quella gara, poi ancora migliorare il tuo tempo alla tale competizione". E giù a macinare chilometri su chilometri senza perdere un allenamento. Perche se lo fai poi ti senti in colpa per l'intero mese successivo! A scuola le amicizie create erano poche, perchè nel week end c'erano le gare e non potevi uscire la sera., la sveglia la mattina dopo sarebbe suonata presto! E i pomeriggi c'erano gli allenamenti… non sapevi proprio dove infilarla un'uscita pomeridiana! Eppure non mi pesava. La piscina era la mia casa. Quando ho smesso di nuotare e magari dovevo andare da qualche parte con la macchina, finivo sempre in piscina! Insomma… .a me piaceva, piaceva davvero. La fatica degli allenamenti, la costante e giornaliera sfida nei confronti di me stessa, l'adrenalina delle gare… e
32 | 21 06 2017 | TremilaSport+
ANTICONFORMISTA Un'immagine spiritosa di Rachele quel momento in cui ti trovi davanti al blocco e tutto tace, quasi a riuscir sentire le palpitazioni del cuore e gli intensi respiri per cacciare via l'ansia. Solo tu contro il cronometro. E in quei metri che fai ci devi mettere tutto: testa , cuore, braccia, gambe,tecnica. Mesi di allenamenti in un solo minuto. Credo non scorderò mai la sensazione di quegli ultimi 15 metri o di quando toccando il muro sentivo il mio nome… ineguagliabili! Ero felice! Il mazzo fatto in allenamento su e giu per chilometri guardando quella linea scorrere sotto gli occhi, cercando di sentire meno la fatica canticchiando canzoni su canzoni o ripetendo la lezione della mattina a scuola è stato ripagato! Come? Provando quelle sensazioni. E quando la gara andava male? Beh….. lunedi eri di nuovo sul bordo di “casa
tua”, pronta a ricominciare! LA SVOLTA Fino a quando un giorno ti accorgi che piano piano quella sensazione non vale piu quella fatica. E l'odore del cloro inizia a darti fastidio. E avevi voglia di andare in gita, o di uscire con gli amici nel week end o di andare al mare d estate. Le spalle allo specchio iniziano a diventare troppo grosse e sorge spontanea una domanda mentre guardi il riflesso di te stessa.: ma io, chi sono? Per anni, dopo quell'ottobre 2012 in cui decisi che avrei definitivamente chiuso quel primo capitolo della mia vita, me lo sono chiesta. Ho smesso per svariati motivi che non sto ad elencare, ma principalmente perchè lo facevo per amore. Ho sempre amato la sensazione dell'acqua che scorreva sul mio corpo, fin da piccola. Mi avvolgeva. La percepivo sulle mani e amavo l'adrenalina. Quando ha iniziato a diventare quasi un dovere, un' ansia giornaliera, una sensazione di soffocamento e non più di libertà, ha iniziato a perdere quel valore e quella purezza che aveva all'inizio. E qualcosa dentro mi urlava sempre piu forte che era arrivato il momento di vedere che cosa ci fosse là fuori! È un po' come in amore. A volte devi lasciar andare anche quando ami ancora (Niccolò Fabi scrive al proposito una canzone stupenda che s'intitola “vince chi molla”…
da sentire…poesia!!). Semplicemente esaurisci. Quando ho smesso di nuotare mi sono ritrovata con mille ore a disposizione e invece che sfruttare meglio la giornata, la buttavo via perchè non avevo più un ordine. Anche a scuola, l'ultimo anno in cui non nuotavo, non ho avuto le stesse prestazioni degli anni precedenti. Mi era come passata totalmente la voglia d'impegnarmi davvero in qualcosa. Sia a livello pratico che a livello emotivo. LIBERTA' Avevo mille idee che negli anni avevo rimandato e che volevo attuare ma per realizzarle servono soldi e per avere soldi un lavoro. Cosi iniziai la mia “carriera” da cameriera\barista. Lavoro che doveva essere occasionale ma che mi ha salvato le chiappe ovunque nel mondo. Comunque, mettere via qualche soldino in Italia è difficile, soprattutto quando sei alle primissime armi. Però andare all estero richiede coraggio. Una lingua diversa, un distacco (perlomeno fisico) dai legami che hai costruito……. Cosi decisi di fermarmi in italia, lavoricchiare, farmi un po' di esperienza, guadagnarmi i miei soldini e fare un po di “vida loca” come una “normale” diciannovenne dovrebbe fare. Finalmente ero "normale", .potevo fare ciò che volevo. Ho iniziato a ribellarmi ad ogni genere di regola e ritmo. Facevo le cose a caso, cambiavo lavoro di frequente, ero nervosa, non mi piaceva nulla. Non sapevo cosa e se volessi studiare. Non avevo alba di cosa volessi diventare. Figuriamoci…..non sapevo nemmeno piu chi ero. Ero una nuotatrice e ora´che sarei diventata? Non ho ancora trovato una strada definita ma ora non penso più "aiuto, non so cosa fare della mia vita" ma "che bello…ho tutta la vita davanti e un mondo da scoprire". E quando le cose vanno male a volte basta solo cambiare prospettiva. Sono sempre le piccole cose a fare la differenza. E io voglio vivere di piccole cose. C'era una frase nel libro di Amy Whinehouse, "amo la vita e vivo per amare". LE MIE REGOLE Non lasciare mai che il bambino che è in te se ne vada. Si spegnerà tutta la magia. Continua ad emozionarti davanti ad un tramonto, all'ingenua risata di un bimbo, fai un bel gesto, osserva, ascolta, leggi, capisci. Indossa sempre i panni degli altri. E ama! Perche il mondo è stupendo e anche le persone sanno esserlo, basta imparare ad osservare e quando non va, cambiare punto di vista. E come diceva Steve Jobs: Stay hungry, stay foolish! Non mi sono mai pentita di aver smesso di nuotare. Semplicemente perchè trovo che ad un certo punto gli insegnamenti ricevuti in piscina siano da trasformare in vita vera. E anche ora che vivo in Australia non smetterò mai di ringraziare il nuoto per questo.
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TremilaSport+ | 20 04 2017 | 033
ENTE DI PROMOZIONE SPORTIVA DAL 1945 SERIETÀ, PROFESSIONALITÀ E TANTA STORIA JUDO
TIGROTTE LANCIATE VERSO LE FINALI NAZIONALI
LIBERTAS FVG AL SERVIZIO DELLE SOCIETÀ SPORTIVE
BRAZILIAN JU JITSU
FERRETTI NON PERDONA: TA NITALIANI TI ORA AGLI B UON I MO TIVI
■Sale l’attesa per le U14 della Libertas Gym & Basket della presidentessa Stefania Sperzagni che stanno lavorando sodo per prepararsi al meglio alle finali nazionali di categoria che si disputeranno a Bormio a fine giugno. Per l’evento agonistico della stagione, le Tigrotte affronteranno nel girone A la Geas Basket, Magic Basket Chieti e Porto San Giorgio Basket. Esordio previsto lunedì 26 giugno alle ore 14.30 presso il Pentagono di Bormio contro il Porto San Giorgio. Questo il roster che si avvicenderà sull’importante parquet: Anna Pernarcich, Letizia Levach, Irene Richter, Gaia Biagi, Elisa Natali, Martina Kucich, Alessia Santoro, Sara Volpe, Asia Rosset, Francesca Giustolisi, Sara Fuligno e Jessica Fort. Al di là del risultato finale, l’orgo-
glio della società, che ha trovato un partner importante nella Fondazione CR Trieste per affrontare
A Bormio il quintetto giuliano proverà a conquistare il titolo Under 14 femminile questa nuova sfida: «Un cinque alto allo staff tecnico di coach Bernardi, Deste con il responsabile tecnico Nevio Giuliani e il dirigente responsabile Max Biagi – ha dichiarato la presidentessa –. Ringraziamento dovuto alla Fondazione CR Trieste che ha supportato l’evento contribuendo alle spese di vitto e alloggio delle giocatrici, e agli amici della Termoidraulica Stella e Supermercati Meta hanno fornito le divise di rappresentanza».
Due ori e due argenti: questo è il prezioso bottino che si è P ER aAFFILIARSI portato casa il Grappling! Team del J.C. San Vito Libertas nella splendida cornice del Mandela Forum di Firenze ■ Si è svolto nella splendida cornice del Mandela Forum di Firenze l’Italian BJJ Open/Campionato Italiano di Jiu Jitsu Brasiliano organizzato dall’Unione Italiana Jiu Jitsu. Questa competizione con i suoi 1.600 iscritti, divisi nelle varie categorie di età e peso, è uno degli eventi più partecipati d’Europa in questo sport. Il sabato è stato dedicato alla competizione NO GI (senza kimono) dove Marco Ferretti si riconferma campione italiano nella categoria ultra heavy M3 viola. Nel torneo Open, dove possono partecipare solo i medagliati delle varie categorie di peso, il lottatore pordenonese vince la semifinale per 2 vantaggi, ma in finale viene fermato ai punti da un atleta toscano, conquistando la medaglia d’argento. Il valvasonese Francesco Castellan passa il primo turno, ma cede in finale per una leva alla caviglia e sale sul 2° gradino del podio nei pesi medio massimi M1 bianca.
La domenica invece si tenuto il campionato GI: Ferretti si è aggiudicato la medaglia d’oro nei +100 M3 dominando la finale con una leva al braccio. Negli open invece vince agli ottavi, ma viene bloccato ai quarti di finale, rimanendo fuori dalla zona podio. Nella categoria -88 kg bianca M1 Castellan, anche se sconfitto ai punti, dimostra un progressivo miglioramento tecnico ed agonistico.
Castellan cede in finale per una leva alla caviglia conquistando il secondo posto La settimana precedente l’atleta/ istruttore Marco Ferretti ha partecipato con la nazionale italiana ai Campionati Europei di Ju Jitsu a Banja Luka (Bosnia ed Erzegovina) classificandosi al 7° posto nei +94 kg ne waza.
JUDO
L’IMPEGNO SOCIALE DELLA LIBERTAS CORDENONS ■Grande festa allo chalet di Andreis per il Judo Libertas Cordenons che ha chiuso in bellezza il suo primo anno di attività ufficiale, in compagnia del sindaco di Cordenons Andrea delle Vedove e l’assessore allo sport Lanfranco Lincetto. «La società è una delle più attive sul territorio, con un importante settore giovani-
le – hanno fatto presente a due voci i rappresentanti istituzionali –. L’amministrazione comunale ha una particolare attenzione nei confronti dei settori giovanili dello sport. Apprezziamo il loro impegno verso il sociale. Sono arrivati a Cordenons relativamente da poco tempo, ma sono entrati con forza e con competenza».
UDINE | TRIESTE | PA
UDINESECALCIO
ENTE DI PROMOZIONE SPORTIVA DAL 1945 SERIETÀ, PROFESSIONALITÀ E TANTA STORIA PATTINAGGIO
ANNA VITTORIA RIZZATO, È NATA UNA STELLA Una stagione d’oro per l’atleta purliliese che ha mosso i primi passi sui pattini a rotelle all’età di sette anni con il settore artistico del Pattinaggio Libertas Porcia al quale è rimasta fedele negli anni ■ Grazie alla preparazione acquisita nel tempo trascorso insieme al Pattinaggio Libertas Porcia, Anna Vittoria Rizzato ha superato le selezioni per entrare in due formazioni di eccellenza, il quartetto Doble Key dello Skating Club Pordenone, e il gruppo jeunesse Domino dello Skate in Sacile, allenato da Wendy Valerio e il pluricampione mondiale Daniel Morandin. Con entrambi gli schieramenti delle società, con cui il sodalizio purliliese collabora attivamente, la giovane promessa del Pattinaggio Libertas Porcia sta raccogliendo un successo dietro l’altro. Da vera fuoriclasse, ha partecipato alla Gara interregionale Pattinaggio Spettacolo di Sacile, scendendo in pista sia con il disco di gara “Benvenuti a corte” del quartetto Double Key, sia con il disco “Legàmi” del gruppo Domino. In entrambe le esibizioni è riuscita a salire sul primo gradino del podio. Medaglie d’oro che vanno a sommarsi a quella del 20 maggio nella finale nazionale Don Bosco Cup 2017, insieme alle compagne dello Skating Club Pordenone, Martina Biscontin, Beatrice del Zotto e Alice Sa-
naggio spettacolo e sincronizzato del 17 marzo a Reggio Emilia, dove hanno ottenuto un più che meritato quarto posto. Ma le fatiche per Anna Vittoria Rizzato non finiscono con l’arrivo dell’estate. I prossimi mesi
LIBERTAS FVG AL SERVIZIO DELLE SOCIETÀ SPORTIVE
In settembre sarà impegnata nella Coppa delle Nazioni 2017 a Barcellona
TA N TI B UON I MO TIVI P ER AFFILIARSI !
vian, allenate da Sara Brunetta. Ancora medaglie con il gruppo jeunesse il 21 gennaio all’International Skate Awards di Firenze, dove ottengono il primo posto,
e il 5 febbraio con l’argento nella gara regionale FIHP di Lignano. Risultato questo che ha assicurato al gruppo la partecipazione, al Campionato italiano di patti-
saranno interamente dedicati alla preparazione della Coppa delle Nazioni 2017 di Barcellona, competizione internazionale che dal 28 al 30 settembre vedrà il gruppo Domino confrontarsi con le migliori formazioni di tutto il mondo.
ARTI MARZIALI CINESI
APERTI GLI STAGE ESTIVI DELLA WEISONG SCHOOL ■Chiusa la stagione dei corsi invernali, la Weisong School Libertas del Maestro Liu Yuwei fino al 7 luglio apre ufficialmente la stagione degli stage estivi. L’offerta è ampia. Ce n’è per tutti i livelli, dai principianti agli avanzati, per bambini, ragazzi e adulti. I corsi per allievi intermedi e avanzati sono tutti tenuti dal maestro in persona e comprendono gli stili esterni dell’aquila e il Leve Chinna, le discipline interne come il Taiju
base e il circuito cinese con esercizi funzionali. Gli ultimi due, sono aperti anche ad allievi base. Ci sarà anche un corso di Tuinà, una forma di massaggio e praticato da 5.000 anni, da cui hanno avuto origine lo Schiatsu, la Riflessologia e diverse altre tecniche di massaggio. Lo stage tenuto dagli operatori Luigino e Daniele è aperto a tutti coloro che vogliono avvicinarsi a questa arte.
DOVA | MILANO | PRATO
Sono previsti due stage di qigong base, uno con l’istruttore Luigino, l’altro con Monica; di kung fu di base, per bambini e ragazzi con il maestro Liu e per adulti con l’istruttore Angelo; di Sandà di base per ragazzi e adulti con l’istruttore Matteo e avanzato con Max; e di wingchun di base con gli istruttori Angelo e Riccardo. Tutti i corsi sono a numero chiuso, ma sono previste agevolazioni sui costi per chi intendesse seguirne più di uno.
Tel. 0432 690761 info@ceccarellionline.it www.ceccarelligroup.com
ENTE DI PROMOZIONE SPORTIVA DAL 1945 SERIETÀ, PROFESSIONALITÀ E TANTA STORIA BASKET
LIBERTAS TRIESTE AI VERTICI REGIONALI Il basket giovanile targato Libertas si riconferma ai vertici regionale del FVG conquistando il primo ed il terzo posto alla finale regionale ufficiosa della categoria Esordienti FIP Under 12 ■ Non esiste una finale regionale ufficiale organizzata dalla federazione per gli Under 12 nati nel 20052006, ma il Basket Feletto (UD) ha sopperito a tale mancanza organizzando un torneo fra le squadre al vertice delle 4 province. Hanno risposto all’appello tutte e quattro le compagini: per Udine il Basket Feletto, per Gorizia il Cervignano, inserito dalla FIP nel girone isontino pur essendo il comune nella provincia di UD, come tutte le squadre della bassa friulana, la Libertas Trieste in rappresentanza della provincia
PATTINAGGIO
SKATING CLUB PORDENONE SUGLI SCUDI IN FRANCIA
LIBERTAS FVG AL SERVIZIO DELLE Terzo posto per la Libertas Fiume Veneto, SOCIETÀ SPORTIVE campione provinciale di Pordenone
del capoluogo friulgiuliano e la Libertas Fiume Veneto per Pordenone. La semifinale ha visto i padroni di casa superare agevolmente la squadra di Cervignano, mentre le due Libertas (Trieste e Fiume Veneto) si sono dovute affrontare in uno scontro fratricida. I rossi triestini si sono quindi qualificati per la finalissima, mentre i blu pordenonesi hanno affrontato la finali-
TA N TI B UON I MO TIVI TRE MEDAGLIE P ER AFFILIARSI !
na per il terzo posto. Entrambe le compagini targate Libertas hanno fatto proprio l’incontro di finale, con i triestini al primo posto e i pordenonesi al terzo, con grande soddisfazione dei rispettivi allenatori, Daniele Bassi e Andrea Santarossa.
BRAZILIAN JU JITSU
PER MARIUZ E PALOMBI ■ Ottimi risultati al Campionato Italiano di BJJ che confermano il trend d’eccellenza del team pordenonese di Jiu Jitsu Brasiliano, importante sezione della Polisportiva Villanova Libertas. Quattro gli alfieri naoniani che riescono a portare a casa tre importantissime medaglie nella trasferta fiorentina, dove erano presenti gareggiato oltre 1.600 lottatori accorsi da tutta Europa per partecipare ad uno dei tornei più prestigiosi del continente. Il Mandela Forum di Firenze ha quindi premiato Valerio Mariuz che si classifica primo nella gara NoGi (senza kimono) e secondo in quella con il GI (kimono). Straordinario l’esordio di categoria per Emanuele Palombi che riesce a guadagnare addirittura una medaglia di bronzo. Buona la prestazione anche di Jeffrie Mordan e Aime Nasibu Ongala, benché non siano riusciti ad arrivare in zona podio.
■ Raccolgono successi anche in Francia le atlete dello Skating Club Pordenone che hanno partecipato all’International de Patinage de Groupe, manifestazione aperta ai club francesi e stranieri che abbiano superato le selezioni nei rispettivi campionati nazionali. Portatrici del vessillo italiano, solamente due quartetti, Caleidos dello Skating Club Pordenone e Lala Tiki, dell'Accademia San Vendemiano, entrambi nati dalla collaborazione delle due società, entrambi allenati da Luana Zanella ed entrambi saliti sul podio. Ottiene infatti la medaglia d’argento Caleidos, composto da Sara Brunetta, Anna Grazioli, Giorgia Perazzetta, con Veronica Feletti dell'Accademia Patti-
naggio San Vendemiano. Grande successo per il quartetto che con il disco TITANIUM ottiene il secondo posto su 11 partecipanti. E guadagna il primo posto Lala Tiki, in cui militano Alessia Del Puppo, Lisa Faldon e Andrea Giulia Marcon dell'Accademia San Vendemiano, con Alice Perazzetta del sodalizio affiliato Libertas, che ha presentato il disco intitolato WINTER FLOWERS in una categoria che contava 13 concorrenti.
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LIBERTAS GONARS: UFFICIALE L’ARRIVO DI MELLONI Archiviata la stagione appena conclusa con la salvezza ottenuta sul campo, è già tempo di muoversi sul mercato per la compagine bassaiola che ha annunciato l’approdo in panchina di Andrea Melloni ■ La Libertas Basket School è lLa prima importante novità in casa Libertas Gonars è rappresentata dalla nuova guida tecnica: la panchina per il campionato 2017-18 verrà infatti affidata a coach Andrea Melloni, mentre l'allenatore uscente Giacomo Piu ritornerà nel suo ruolo tradizionale di responsabile del settore pallacanestro della polisportiva e affiancando Andrea in qualità di assistente in prima squadra. Queste le parole di Giacomo "Jack" Piu, il quale in prima
Melloni: “Felice della chiamata di una squadra emergente che punta a crescere in fretta” persona ha portato avanti e concluso la trattativa con la nuova guida tecnica: "L'obiettivo era trovare un coach che sposasse la nostra linea di sviluppo e valorizzazione del settore giovanile. Obiettivi che sono raggiungibili solo con il coinvolgimento degli under in
serie D. Andrea ha condiviso subito le nostre idee ma soprattutto è una delle persone più adatte e preparate per fare questo" La squadra è al lavoro in palestra dando modo al nuovo coach di visionare diversi ragazzi uscenti proprio dal settore giovanile gonarese. Queste le parole dell'allenatore: "Felice della chiamata di una realtà emergente in un territorio (la "Bassa friulana") che storicamente ha prodotto sempre giocatori, mi auguro di poter
LIBERTAS FVG AL SERVIZIO DELLE SOCIETÀ SPORTIVE contribuire ad un'ulteriore crescita". Saranno quindi l'entusiasmo e la strategia di crescita dei propri giovani gli strumenti che la Libertas Gonars e coach Melloni useranno per un ulteriore consolidamento della loro realtà nelle minors friulane.
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SPORT & SOLIDARIETA’
GRANDE SUCCESSO PER LA STAFFETTA “METTI IL TURBO”
Ancora una volta, la compagine verde-nera dei Madracs Udine ha saputo mettere in scena un evento al limite della perfezione: tanti iscritti, tanti sorrisi e un unico grande cuore
■ Parco Ardito Desio di Udine gremito per la terza edizione di Metti il Turbo 12x1H, la staffetta benefica targata Madracs Udine ASD. Ben 72 squadre, 870 persone in gara, oltre 1000 presenze. Sembrano banali e insignificanti numeri, ma in realtà sono molto di più: significano successo, amicizia, solidarietà. Significano possibilità. Possibilità di continuare a praticare uno sport per coloro che hanno voluto e organizzato ancora una volta questo evento. La staffetta infatti, si è svolta, come ogni anno, a scopo benefico: raccogliere fondi per la prima squadra regionale di hockey in carrozzina, i Madracs Udine. Dodici ore di corsa, qualche scatto rubato, un panino e una birra al
chiosco, quattro chiacchiere con un amico. Adulti, anziani e piccini, abili e disabili, uomini e donne hanno riempito il Parco di Cemento di Udine rendendo ancora più viva una location già perfetta, che per un attimo è diventato azzurro grazie alle centinaia di persone arrivate per sancire il gemellaggio Madracs – Roller Evolution. I partecipanti per tutta la giornata hanno potuto ripararsi all’ombra di un albero (ma i più attrezzati nei loro gazebi), allietati dalla musica live dei tre gruppi che hanno suonato dal vivo, Black Madrak, Custom Life e I Fotogenici, scoprendo l’hockey in carrozzina e la bellezza di stare in compagnia.
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Il ricavato della staffetta, finanziata anche grazie al contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e patrocinata dal Comune di Udine, sarà interamente devoluto alle bisce friulane che quest’anno, in occasione della 12x1h hanno festeggiato la loro storica promozione nella massi-
ma serie del campionato italiano di powerchair hockey. La giornata infatti, dopo le premiazioni, si è conclusa con la festa per la promozione in A1 e il bagno di spumante per i protagonisti di questo splendido traguardo, delle loro famiglie e di tutti i volontari.
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CURIOSITÀ
a cura di STEFANO OSSO
L
a Brda, o Collio Sloveno, è quel lembo di colline adagiato sulle ultime propaggini delle Prealpi Giulie. È un paesaggio che somiglia molto alla Toscana, costellato da paesini con le case riunite attorno alle chiese dagli alti campanili. Il territorio è coltivato a vigneti, uliveti e piante da frutto sulle quali cui prevale il ciliegio. Infatti a primavera, il paesaggio si ammanta del bianco degli alberi in fiore che un mese dopo sono carichi di rossi, dolci e golosi frutti. Ai fiori di ciliegio sono dedicati una serie di percorsi, indicati da segnalazioni in legno, che attraversano i colli e che prendono il nome dalle varie cultivar di questo frutto. Questo itinerario attraversa completamente l’area della Brda risalendo il corso del torrente Versa/Bir a dai laghetti del Preval al paesino di Kojsko e ridiscendendo lungo il Reka prima di rientrare in Italia. E’ un giro molto vario, dove veloci sterrati un piano si
alternano a brevi strappi in salita, e traversate in quota si concludono con veloci discese verso il fondovalle. Data l’orografia della zona sono inoltre possibili deviazioni verso i paesi o le vallette che stimolano la fantasia e accendono la curiosità, così che questo tracciato sia la base per infinite varianti. Meritano attenzione anche le antiche chiesette che si incontrano lungo il percorso: da quella con crocifisso piangente alla Subida, a quella arroccata tra le mura del paese di martno, a quelle di Sveti Duh e di San Giorgio con i loro campanili merlati, a quella diroccata di San Quirino con il suo fascino medievale. Infine una sosta va assolutamente fatta alla torre panoramica di Gonja e, facilmente identificabile a distanza per la sua scala a chiocciola che porta alla piattaforma in cima, e dalla cui sommità si gode di un panorama vastissimo con lo sguardo che spazia dai Balcani all’Adriatico.
Sul punto più alto di questo giro, a 320 metri sul mare, c’è la torre panoramica (razgledni stolp) di Gonja e. Con i suoi 23 metri di altezza, consente una vista a 360° su tutta la zona circostante e lo sguardo che spazia dalle Dolomiti alle coste Istriane. Un piastra in bronzo aiuta a riconoscere le località e le montagne principali. La piattaforma sulla cima è sempre aperta ed è raggiungibile con un’ampia scala a chiocciola di 144 scalini. E’ stata costruita nel 1961 e ai suoi piedi c’è un monumento in memoria alle 315 vittime della II Guerra Mondiale, opera del pittore e scultore accademico Janez Boljka.
Descrizione giro Dalla stazione di Cormons si attraversa la cittadina e ci si dirige verso la Subida. Subito dopo la sella, si prende una serie di sterrati che, attraversando il Preval, raggiungono Vipol e, in Slovenia. Scesi di nuovo fin quasi al confine si inizia a risalire il Versa/Bir a lungo una bella strada bianca che sale dolcemente fino a Kojsko. Raggiunta, via strada asfaltata, la torre panoramica di Gonja e si scende a Imenje e quindi verso la vallata del Reka lungo un breve sterrato tecnico di difficoltà S2. Dai piedi della salita per Dobrovo si corre su un altro sterrato di
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fianco al Reka e quindi si sale, sul asfalto, a Fojana. Si prosegue sul crinale fino a Ruttars per poi scendere nella vallata del Judrio su un altro panoramico sterrato tra i vigneti del Ronc Alto. Dall’incrocio della cantina Jermann ci si dirige verso Cormons sulla provinciale 14 che però si abbandona subito dopo il ponte sul rio Fidrì per salire alla chiesetta di San Giorgio. Scesi a Brazzano si continua tra i vigneti di pianura fino all’antica pieve di San Quirino dove inizia il rientro, sempre su strade bianche tra i campi, che torna alle porte di Cormons.
DAL SATELLITE UDINESECALCIO La zona è coperta dalla cartina 1:25.000 della Tabacco, foglio 054 “Collio – Brda – Gorizia”. La descrizione completa del giro è su http://www.natisoneinbici. it/?p=3547 dove ci sono anche i link per scaricare le tracce GPS e alla mappa su Bikemap.net
Tra i ciliegi attraverso la Brda
RISALENDO LA VALLATA DEL VERSA
INFO UTILI Il giro è lungo 33,3 km con un dislivello di 550 m e per il 50% corre su sterrati o strade bianche. Non presenta particolari difficoltà eccettuata la discesa da Gonja e che ha un paio di brevi rampe di difficoltà S2 (STS) o OT (CAI): eventualmente si può scendere dalla sella e percorrerle con la bici a mano. Anche la salita verso la chiesa di San Giorgio ha un tratto di difficoltà S1/BC caratterizzato la lastroni scivolosi. Punti di appoggio si trovano a Cormons e Dobrovo mentre non ci sono difficoltà a trovare acqua visto che in Slovenia quasi ogni paesino ha la sua fontana. Non mancano, un po’ lungo tutto il percorso, agriturismi, trattorie, bar e gostilne e durante il periodo estivo spesso si incontrano bancarelle lungo la strada che vendono ciliegie, pesche, albicocche e fichi. Data la bassa quota e la zona dal clima mite l’itinerario è percorribile in ogni periodo dell’anno, compreso l’inverno. La partenza è dalla stazione di Cormons dotata di un ampio parcheggio gratuito e dove transitano parecchi treni che offrono il trasporto di biciclette.
TremilaSport+ | 21 06 2017 | 039
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