n° 19 TremilaSport 04 11 2015

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TUTTO

LO

SPORT

DEL

FRIULI

VENEZIA

GIULIA

A

360

magazine

GRADI

19|15 04|11|2015

w w w. t re m i l a s p o r t . c o m

FINOCCHIO, TANTA VOGLIA DI AZZURRO pagg 6-7

BASKET

VANUZZO, DALLO SCUDETTO ALLA B pag 39

ECCELLENZA

GODEAS E LA MINA VAGANTE TORVISCOSA pag 10

PUNTA

PAOLA BRUMANA

in azione con la maglia del Tavagnacco.

SINDACALISTA PAOLA BRUMANA E IL SUO IMPEGNO SUL CAMPO E SULLE BARRICATE PAGG 16-17

, All interno

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SOMMARIO

16

19|15

04|11|2015

6

27-29 UDINESE 6-7 LEGA PRO

CALCIO

8 LEGA PRO

10-11 ECCELLENZA 12-15 PROMOZIONE 18-19 PRIMA CATEGORIA 20-22 SECONDA CATEGORIA

23 TERZA CATEGORIA

24-25 GIOVANILI

26 CALCIO A 5

16-17 FEMMINILE 38-39 BASKET 40-42 VOLLEY 44-45 ALTRI SPORT

33

RUBRICHE

Le Belle di Tremila Sport: Giulia Elegante

30-31 SI DICEVA... 33-36 L E BELLE DI TREMILASPORT

32 NONSOLOSPORT

46-47 MONDO LIBERTAS 48-49 G LI ITINERARI DI TREMILASPORT

38

MANUEL VANUZZO Con lo scudetto di Sassari sul petto si è calato nella nuova realtà di leader dell'APU in B. TremilaSport+ | 04 11 2015 | 03


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EDITORIALE

....

Storie di personaggi, come piace a noi

E

'dedicata al calcio femminile, e segnatamente ad una delle sue atlete regionali più rappresentative, la copertina del nuovo numero del nostro magazine: Paola Brumana, comasca ormai naturalizzata friulana, è infatti protagonista non solo sul terreno di gioco ma anche sulle barricate,. pronta a difendere pubblicamente i diritti dello sport di cui è da anni protagonista. "Prima", dunque, e ampio servizio interno meritati, così come significativa è la passerella che abbiamo voluto dedicare a due protagonisti del calcio regionale, Francesco Finocchio del Pordenone e Federico Godeas del Torviscosa, attaccante il primo e centrocampista con il vizio del gol il secondo. Non solo calcio comunque nel dna del nostro magazine e allora, per il basket, non abbiamo voluto dimenticare uno dei grandi della Snaidero, l'allenatore sloveno Boris Kristancic, scomparso la scorsa settimana a 83 anni nella sua Lubiana. Uno che le testimonianze identificano come un signorile professionista che con acume cestistico e personalità condusse nel 1967/68 la formazione arancione nella massima serie, portando al top gli entusiasmi di una piazza, quella friulana, vogliosa di grande pallacanestro. E accanto al ricordo di un protagonista del tempo passato, l'intervista all'attuale capitano dell'Apu, Manuel Vanuzzo, veneto di Dolo, che dopo lo scudetto conquistato nella scorsa stagione a Sassari ha accettato di scendere di due categorie per farsi primattore con l'ambiziosa formazione di Lino Lardo. Storie di personaggi come piace a noi, visti nella loro quotidianità oltrechè nella pura e semplice espressione delle loro capacità sportive. Vetrina poi anche su uno sport, la pallanuoto, che a Trieste, nella recentemente conquistata serie A1, sta esprimendo inconsueti fenomeni di divismo in una città in cui il calcio è ormai lontano dalle dimensioni passate. E interessante ci è sembrata pure la riproposizione di un evento sportivo lontano nel tempo, il Giro d'Italia che nel 1949 fece tappa anche a Udine, negli articoli dello scrittore Dino Buzzati, allora inviato dal Corriere della Sera. Vinse, tanto per cambiare, Fausto Coppi, davanti a Gino Bartali. Erano gli anni del ciclismo da leggenda.

Il Direttore Edi Fabris

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Questo numero è stato chiuso in redazione mercoledì 4 novembre 2015.

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(Foto Antonio Ros - Pordenone Calcio)

CALCIOLEGAPRO

LA SCHEDA

FRANCESCO FINOCCHIO

TANTA VOGLIA DI AZZURRO FRANCESCO FINOCCHIO Nato il 30 aprile 1992 a Caserta, l'attaccante italo-brasiliano Francesco Finocchio è arrivato a Pordenone quest'estate, svicolato dopo il crac del Parma. In carriera ha vestito anche le maglie di Cremonese, Feralpi Salò, Trapani, Pisa e Nova Gorica. Con la formazione slovena ha militato nella massima serie vincendo la coppa nazionale.

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U

n po' brasiliano, un po' di Caserta, un po' di Reggio Emilia. Francesco Finocchio, ala del Pordenone classe '92, è un vero e proprio mix di talento, un frutto che ha riunito in sé i semi di terre magiche per chi gioca a calcio. "In Campania vado sotto le festività natalizie, di più invece a Reggio Emilia: lì ci ho vissuto da quando avevo 12 anni e i miei ci abitano tutt'ora. Sud America? Nel periodo estivo, lì ci vogliono almeno un paio di settimane di vacanze…". Ora, in Friuli, la sua nuova vita sportiva. - Come state dopo la vittoria con il Bassano? «Estremamente felici. Inoltre per quanto mi riguarda il problemino all'adduttore sembra superato. Mi

ha tenuto fuori qualche partita ma ora sono davvero in forma. Spero di proseguire su questa strada». - Fermati un attimo e pensa ai pronostici di inizio anno. Pensavi di essere a questo punto adesso? «Sinceramente vedendo la squa-

dra che si era creata non la ritengo una vera e propria sorpresa: io e i miei compagni ci abbiamo sempre creduto. Il nostro però è un girone davvero tosto, guardi e vedi squadre come la Cremonese o l'Alessandria che sono accanto a noi, e può sembrar strano, ma alla fine conta la parola del campo, e

Mi è bastata una chiacchierata con mister Tedino per capire la serietà del progetto Pordenone


LEGAPROCALCIO lì stiamo dimostrando il nostro valore. Difficile fare pronostici in un torneo così equilibrato, troppo presto. Più che altro penso che ci manchi qualcosa lasciato per strada». - Qualche rammarico? «Ingenerale no, ma dagli errori si impara. Forse poco cinici qualche volta, più semplicemente un pizzico di fortuna in più non sarebbe guastata: anche quella è una componente fondamentale. Ciò che più conta è crescere dopo gli sbagli e lo stiamo facendo. Siamo giovani, cresciamo a livello di intesa partita dopo partita e abbiamo sempre espresso un buon gioco». - Tante squadre in carriera: qual è il ricordo più bello? «Senza dubbio col Nova Gorica, nella serie A slovena, dove abbiamo vinto la Coppa. Finale con il Maribor, ci davano per spacciati, loro erano addirittura reduci da un quarto di finale di Europa League contro il Siviglia, che poi vinse la competizione. Era due anni che alzavano quel trofeo, andavano a caccia del tris, ed avevano appena vinto il campionato con tre turni di anticipo, invece abbiamo compiuto un'impresa, ed ho pure segnato una doppietta (la partità finì 2-0 con le reti realizzata al minuto 79' e 86', ndr). Da spacciati a eroi, il momento più bello». - Rapporta quel campionato ai tornei nostrani… «Là è diverso, si gioca di più a calcio, meno tatticismi e squadre più offensive: un attaccante ha più possibilità di mettersi in mostra. Io l'anno prima ero a Trapani, in B, quindi posso dire per esperienza diretta che il livello della serie A slovena sia come la nostra serie cadetta». - Sei una delle vittime del crack Parma. Come hai vissuto quell'esperienza? «Purtroppo penso che tutti quelli che erano legati al Parma, dai giardinieri ai magazzinieri, hanno subito un enorme torto. Chi con famiglia, chi rimasto senza lavoro o senza contratto. Brutto per una città ed una società con quella storia ripartire dalla D, non è facile, ma ci stanno riuscendo. In quei momenti di morte annunciata ti arrabbi, te la vorresti prendere con chi ha gestito la società ma anche con gli organi di controllo della Federazione: non è accettabile arrivare a quel punto, bisogna prevenire certe situazioni. Eravamo davvero tanti giocatori, e alla fine i nostri unici rapporti erano con i curatori fallimentari. Per fortuna è parte del passato. Un brutto momento. Speriamo che sia da lezione a tutti». - L'importanza del tuo gol al

COPPIA GOL - L'abbraccio tra Francesco Finocchio e Caio De Cenco dopo il gol del bomber brasiliano. Sudtirol. «È stato bello sbloccarmi e dare una mano ai compagni. Fare gol per un attaccante è l'obiettivo, spero ora di dare continuità alle prestazioni e fare bene con gol o assist, come con il Bassano: non mi son posto nei limiti». - Perché hai scelto Pordenone? «Progetto serio, società forte, centro sportivo stupendo. Ho visto la voglia di creare una squa-

LEGA PRO 10^ Giornata ALBINOLEFFE - FERALPI SALO' GIANA E. - SUDTIROL BASSANO - MANTOVA ALESSANDRIA - PRO PATRIA RENATE - PAVIA PADOVA - PORDENONE PRO PIACENZA - CREMONESE REGGIANA - CUNEO LUMEZZANE - CITTADELLA

dra competitiva, il procuratore mi ha consigliato bene. Appena ho parlato con mister Tedino non ho avuto alcun dubbio. Lui ci tiene molto al lavoro e questo nel calcio, così come in tutti gli aspetti della vita, alla lunga paga». - Hai mai pensato di andare a giocare in Brasile? «In realtà no, ma ho due cugini che giocano in Serie B brasilerao. Mi confronto con loro ogni tanto ma no, mi sento italiano e voglio stare qui». - A proposito. Raccontaci degli Europei under 17. «Siamo usciti in semifinale con la Germania. vestire la maglia azzurra è sempre bello, un sogno per i ragazzini e non solo. Quando ci sono Europei e Mondiali ti immagini lì, non può essere altrimenti». - Quindi al prossimo Mondiale sarai il nostro Grosso di turno, che arriva dalla Lega Pro al rigore decisivo? «Magari! Ora pensiamo al Padova, un passo alla volta. È una partita difficile, loro non sono molto lineari con i risultati, ma sono tosti. Là ci sarà una gran cornice ad aspettarci, non vedo l'ora». - E magari dopo l'intervista ti portiamo fortuna e segni. Con De Cenco ha funzionato… «(ride, ndr) Tripletta anch'io? Dove devo firmare?». Luca Feole

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CALCIOsERIED

NON SAREMO

VITTIME sACRIFICALI

Il tecnico del Tamai, Stefano De Agostini, scalda i suoi in vista del match col Venezia

T

amai reduce da un ottimo pareggio sul campo della Luparense, pari che consente agli uomini di Stefano De Agostini di conservare un tranquillissimo posto di metà classifica. - Mister, partiamo dal paraggio con la Luparense... «Tanto rammarico. Eravamo in completo controllo, non abbiamo mai rischiato praticamente, poi ci siamo fatti fregare con due palle da fermo. Non siamo stati attenti: peccato, perché meritavamo di vincere. Dobbiamo accettare il verdetto del campo, anche se abbiamo lasciato un po' di punti per strada». - Come si riparte dopo partite così?

GIRONE C - 12^ Giornata 08/11/2015 BELLUNO - SACILESE CALVI NOALE - LUPARENSE CAMPODARSEGO - ABANO TERME ESTE - GIORGIONE FONTANAFREDDA - VIRTUS VECOMP LEVICO TERME - UFM MESTRE - DRO MONTEBELLUNA - LIVENTINA TAMAI - VENEZIA UNION RIPA - TRIESTINA

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«Non la definirei nemmeno una delusione, è solo un risultato che dobbiamo lasciare alle spalle. Come ripartire? Dalla prestazione. Sono molto soddisfatto, dobbiamo solo continuare così e metterci quel pizzico di attenzione in più. Non siamo di certo col morale a terra, il diavolo non era così terribile come l'avevano dipinto e, anzi, abbiamo dimostrato di essere superiori, per lo meno in questi 90 minuti. Ora dobbiamo dimostrare di essere squadra e far capire che i due gol sono stati solo due episodi. Non servirà nemmeno stimolare i ragazzi: dopo queste disattenzioni vorranno rifarsi subito. Il gol di Paganelli alla fine era difficile da evitare, ci mancava Giacomini e in quanto a centimetri eravamo in deficit». - Dopo la salvezza dell'anno scorso una partenza super. Se l'aspettava? «Io non mi sono posto obiettivi: è un campionato strano, per me c'è un "vuoto di potere". Mi spiego, con tutto il rispetto ci aspettavamo tante squadre tra cui Triestina, Belluno, Luparense, eccetera. Mancano là in alto un po' di team che avevano altre premesse: questo potrebbe far sì che qualcuno gli rubi il posto, e noi potremmo essere fra quel

qualcuno. Il valore assoluto di queste squadre deve ancora venir fuori, ovviamente spero di no (ride, ndr) ma sono attrezzate per fare un gran campionato. Credo, e sottolineo credo, che il mercato di dicembre farà la differenza. Già si sentono voci di acquisti roboanti, vedremo. Tornando al discorso iniziale lo confesso: nemmeno nei miei sogni pensavo di essere qui. Ma meritiamo tutto quello che abbiamo preso, anzi, ci manca qualche punto». - Fa riferimento a qualche episodio in particolare? «Sacilese ad esempio. Ma le sconfitte con Dro e Ripa sono meritate: io credo che se la squadra non scende in campo nel modo giusto, con l'approccio corretto, meriti la sconfitta. Ai punti magari quelle sconfitte sono state esagerate, ma faccio un discorso di mentalità, di porsi rispetto al match». - Ora arriva il Venezia. Lei è una sorta di ex… «Ho fatto un pezzo di percorso calcistico lì, stagione '96/'97. Ma la annovero tra le peggiori della mia carriera, forse la più brutta. Nulla contro il Venezia in sé, sia chiaro, ma è stato un periodo particolare in cui a non funzionare erano tante piccole cose, a partire dal mio difficile rapporto con il mister. Tante componenti

chenon hanno fatto funzionare quel matrimonio. In 21 anni di calcio può capitare. A Como, poi, sono rinato». - Torniamo al presente. Quanto spaventa il Venezia? «Dobbiamo prepararla con attenzione come tutte le altre, calarci nel modo migliore possibile nel match. In partite come questa serve la tua miglior giornata a fronte di una loro non ottima prestazione. Penso che siano 90 minuti che vanno considerati al di fuori del campionato. Se va bene ci sarà esaltazione, altrimenti tirare una linea e andare avanti. Nulla da perdere, ma non troppo, perché può capitare con questo spirito di accontentarsi e non voglio succeda. Negli uno contro uno hanno tanta gente forte». - Un esempio. Barreto. «Già questo fa capire che ci sono due situazioni completamente diverse che si affrontano, penso che valga per tutti. Barreto è solo la punta dell'iceberg, ci sono Fabiano, Serafini, per citarne alcuni. Fanno 6 allenamenti a settimana: c'è un mondo di differenza». - Le auguriamo una grande impresa allora… «(ride, ndr) Per me i 3 punti sono 3 punti, come tutti gli altri. Daremo il massimo, questo è certo». (l.f.)


UDINEsECALCIO

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CALCIOECCELLENZA

GODEAs

TORVIsCOsA,

MINA VAGANTE


PRIMAECCELLENZACALCIO CATEGORIACALCIO

T

orviscosa tra le più belle realtà del campionato di Eccellenza. Che i bassaioli potessero essere una delle outsider per i quartieri alti lo si era capito già sul finire dell’estate; ora i ragazzi di Carpin lo stanno dimostrando sul campo. Il punto ottenuto con il Chions mantiene infatti i biancazzurri al secondo posto a pari merito con il Cordenons: «Con il Chions è stata una partita equilibrata tra due squadre che vogliono vivere i piani alti della classifica – commenta Federico Godeas, uno dei leader indiscussi della formazione di Carpin -. Loro hanno avuto il merito di segnare sull’unica nostra disattenzione, ma siamo stati bravi a recuperare. Poi le squadre si sono allungate e, un po’ l’orario anomalo, un po’ la voglia di non perdere, hanno fatto sì che la partita si incanalasse sul risultato di parità. Se mi aspettavo un inizio così? Onestamente non lo so. Eravamo un po’ un’incognita, ma il mercato estivo ha portato acquisti di qualità, quindi in cuor mio speravo che, lavorando bene sin dall’inizio, potessimo partire nel migliore dei modi. Siamo una squadra attrezzata e l’entusiasmo ci sta dando una grande spinta. La squadra è stata fatta per ottenere una salvezza tranquilla. Pensiamo intanto a quella, poi vediamo cosa succederà». Una passione per il calcio, quella di Godeas, nata nella sua Ruda, squadra dove ha fatto tutta la trafila delle giovanili: «Ho sempre giocato lì – rivela l’asso del Torviscosa -. In realtà ho avuto parecchie richieste per trasferirmi in altre squadre, ma il perché non abbia mai cambiato andrebbe chiesto a mio padre, che del Ruda era dirigente». Poi in prima squadra l’esordio col Ruda in Prima categoria, e i trascorsi alla Pro Gorizia (Eccellenza e Serie D), Gradese

Le vere delusioni sono gli infortuni: è dura non poter contribuire alla causa (Eccellenza), Itala San Marco (Serie D), Palmanova (Eccellenza), Monfalcone (Eccellenza), Pordenone (Eccellenza), Manzanese (Eccellenza e Serie D), e Ism Gradisca (Eccellenza), prima di approdare cinque anni fa al Torviscosa. «Qui ho trovato in primis una famiglia, ed è per quello che dopo tanti anni da nomade in giro per la regione, ho deciso di fermarmi. Provo un grosso sentimento di amore per questa maglia e questi colori». Nel suo palmares coppe e campionati – ben quattro in Eccellenza -, ma anche qualche infortunio pesante: «A mio avviso nel calcio le grosse delusioni non sono le sconfitte. Quelle fanno parte del gioco. I veri rammarichi sono gli infortuni: quando stai male e non puoi essere utile alla causa è davvero dura». E ora, nella segreta speranza di poter vincere con la maglia del Torviscosa il suo quinto titolo nel massimo campionato regionale, si appresta ad affrontare un Tolmezzo pronto a farsi in quattro per portare a casa punti pesanti in chiave salvezza: «Domenica affronteremo una squadra affamata di punti e non sarà affatto facile – conclude Godeas -. Loro sono molto bravi davanti, dovremo fare la nostra partita puntando sulle nostre armi migliori, ossia determinazione e cattiveria agonistica». (m.m.)

PROSSIMO TURNO GIRONE A - 9^ Giornata 08/11/2015 CHIONS - RIVIGNANO CORDENONS - LUMIGNACCO GEMONESE - KRAS REPEN ISM GRADISCA - VIRTUS CORNO MANZANESE - FLAIBANO TORVISCOSA - TOLMEZZO TRICESIMO - CJARLINSMUZANE VESNA - SANVITESE

Fari puntati sulla supersfida di alta classifica tra Cordenons e Lumignacco. Le due formazioni sono staccate di sei punti in classifica, soprattutto per merito di uno strepitoso Lumignacco che continua a stupire grazie alle sette vittorie e un pareggio fin qui conseguiti. Di fronte le due squadre che hanno vinto più di tutte in questo avvio di stagione. Spera in un pareggio il Torviscosa, appaiato in classifica ai granata e prossimo avversario del Tolmezzo. Carnici ancora a secco di vittorie lontano dalle mura amiche, mentre i bassaioli sono ancora imbattuti in casa. Verrebbe facile scommettere sul successo dei padroni di casa, ma la banda Damiani non è certo cliente che si può sottovalutare. Altra sfida tosta in arrivo per la Gemonese che, dopo aver provato invano a fermare la marcia della capolista, tenterà ora di mettere i bastoni tra le ruote al Kras. Nei bassifondi, l'Ism Gradisca deve provare a sfruttare appieno il fattore campo per agganciare la Virtus Corno nello scontro diretto lasciando così l'ultima piazza, al momento condivisa con la Manzanese, che se la dovrà vedere con un Flaibano dal morale altissimo dopo la vittoria sul CjarlinsMuzane. Gli orange della Bassa, grande delusione di questo avvio di torneo, sono attesi in quel di Tricesimo, mentre la Sanvitese e il Rivignano andranno a testare le ambizioni di Vesna e Chions.

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CALCIOPROMOZIONE CALCIOECCELLENZA

Girone A Ostacolo Pro Fagagna per la capolista Lignano. Rivieraschi ancora imbattuti tra le mura amiche dove fin qui non hanno subito nemmeno una rete. Per contro una Pro Fagagna in evidente difficoltà e relegata in piena zona play-out. Solo sei i punti racimolati dai ragazzi di Crapiz che però continuano ad andare meglio in trasferta che in casa. Il big match è però in programma a Pasiano, con l'Union impegnata a fermare la rincorsa al primo posto del Torre. Delle due, sono i viola quelli che rischiano di più, ma in trasferta hanno toppato solo una volta. Il Bannia, tornato a respirare dopo un inizio traumatico, ospita l'Aurora Remanzacco, che in trasferta si è fin qui ben comportata, portando a casa sette punti su dodici. Ben più facile sulla carta l'impegno del Casarsa che punta al bottino pieno contro il Flumignano, ultimo e già subissato da 39 reti al passivo. Fulgor - FiumeBannia metterà di fronte la rivelazione e la delusione di questo primo scorcio di campionato: alla fine potrebbe uscirne un pareggio. Pravisdomini e Brian vanno rispettivamente nelle tane di PrataFalchi e Sesto Bagnarola: eventuali sconfitte p ot re b b e ro costare molto, molto caro.

Martino Pezzutto

PROMOZIONE A - 08/11/2015 9^ Giornata BANNIA - AURORA REMANZACCO FLUMIGNANO - CASARSA FULGOR - FIUMEBANNIA LIGNANO - PRO FAGAGNA PORCIA - SPAL CORDOVADO PRATAFALCHI - PRAVISDOMINI SESTO BAGNAROLA - BRIAN UNION PASIANO - TORRE

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IL CENTROCAMPIsTA dell'Union Pasiano, Martino Pezzutto, qui con la maglia del Cordenons..

PEZZUTTO

UNION PASIANO,

OBIETTIVO PLAY-OFF

U

nion Pasiano in lotta per i playoff di Promozion e : erano anni che i tifosi rossoblù non vedevano i loro colori così in alto. Merito della dirigenza guidata dal presidente Bonotto che ha saputo ricostruire la squadra e risollevare gli animi, raccogliendo i cocci lasciati dalla precedente gestione, a dir p o c o d i s astrosa se si

PROMOZIONE B - 08/11/2015 9^ Giornata GONARS - SANGIORGINA COSTALUNGA - RONCHI JUVENTINA - SEVEGLIANO OL3 - ZAULE PRO CERVIGNANO - SAN LUIGI S.ANDREA SV - PRIMOREC S.GIOVANNI - SISTIANA VALNATISONE - TRIESTE CALCIO

pensa che solo tre anni fa l’undici rossoblù lottava per non finire in Terza categoria. A raccontare il momento della formazione guidata dal sanguigno Giulio Francomartin, è il centrocampista Martino Pezzutto, arrivato in riva al Fiume in estate. - Cominciamo dalla gara col Casarsa: un punto guadagnato o due punti persi? «E’ stata una partita difficile e direi una delle più belle, oltre ai quattro goal visti in campo, entrambe le squadre non si sono risparmiate cercando di portare a casa i tre punti fino alla fine. Bravi noi a non mollare fino alla fine per cercare di agguantare il pareggio, perché non era facile contro un ottimo Casarsa che si è dimostrato una squadra ben organizzata e allo stesso tempo molto veloce nelle ripartenze, soprattutto sulle fasce dove probabilmente cercavano di giocarsela maggiormente». - Cosa l’ha spinta a sposare il progetto Union Pasiano? «In primis la voglia di crescere calcisticamente di tutto l’ambiente. Vi spiego: quando in spo-

gliatoio ti ritrovi, cito tanto per fare un esempio lo spogliatoio del Cordenons dell’anno scorso, compagni di squadra che si chiamano Campaner, De Nardi, Russo, Posocco o Sessolo, anche se non vuoi, arrivi a capire qual è la mentalità con la M maiuscola, quella che serve per giocare a calcio. Ecco, a Pasiano mi ha subito attratto questa voglia di crescere e arrivare a quella mentalità, ovviamente con le dovute maniere e con le proprie possibilità, dentro e fuori dal campo, e così ho deciso di contribuire anch’io cercando di trasmettere tutto quello che sono riuscito a imparare in passato». - Quali obiettivi vi siete posti per questa stagione? «Sono sincero. Odio sentir parlare della salvezza o dei famosi 40 punti. Il mister e la società l’hanno detto che i playoff sono un obiettivo, perché non provarci? Il campo deve dimostrarlo, e direi che fino ad ora non sono poi così lontani dato che i risultati dicono che possiamo giocarcela con tutti. Sempre con i piedi a terra però perché il campionato


è ancora lungo. A fine andata richiedetemelo e vi dirò dove può arrivare questo Pasiano». - Come si trova con mister Francomartin? «Lui è un grande. Prima ho citato alcuni giocatori di un certo livello, potevo tranquillamente nominare anche Francomartin perché ho avuto la fortuna di condividere uno spogliatoio da giocatore anche con lui. Ho 27 anni, mastico calcio sabato e domenica, ma non ho mai trovato uno con il suo carisma. E ovviamente quella voglia, mentalità, fame, chiamatela come volete, ora ce l’ha trasporta da mister. Magari le sue squadre a volte non saranno belle da vedere, perché preferisce la concretezza alla bellezza, ma la voglia e la cattiveria agonistica ai propri giocatori non mancherà mai. Non a caso in 3 anni in panchina ha già due promozioni all’attivo». - Che idea si è fatto di questo campionato di Promozione? «Lo disputai col Cordenons anche due anni fa nell’anno della promozione e a dire la verità penso che quest’anno il livello si sia abbassato; è una cosa che si riscontra a cascata dalla D in giù. Ovviamente l’età media delle squadre si abbassa il che significa che si cerca di lavorare molto di più con i giovani, anche per ovvie ragioni economiche. Il livello di questi giovani è molto basso, a volte peccano di elementi calcistici di base (tecnicotattici) che purtroppo non sono stati insegnati nei vari settori giovanili. Brutto da dire, ma a volte l’annata dipende per gran parte da loro, o te li coltivi in casa - e questo è il futuro -, o sei bravo a pescarteli altrimenti rischi grosso. Con questo non voglio assolutamente dar la colpa a loro, se predisposti, è un piacere allenarli e giocarci assieme. Sarebbe da prendersela con chi non ha investito nemmeno un euro nei settori giovanili nel recente passato». - Tra le squadre che stanno davanti chi le ha fatto la miglior impressione? «Delle prime cinque abbiamo incontrato Casarsa, Porcia e Fulgor. Il Torre lo incontriamo domenica e il Lignano ce l’abbiamo alla penultima giornata. Se devo dirti la verità, la squadra che fino ad ora mi ha impressionato per gioco è il Prata che però stenta in questo periodo a far punti; magari come si suol dire, una partita non fa testo. Occhio al Casarsa, è un bel mix di esperienza e giovani davvero bravi. Porcia e Fulgor belle sorprese che potrebbero lot-

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PROMOZIONECALCIO

Saverio Cucciardi (Sanvitese) Jan Pahor (Kras) Matteo Nardoni (Ol3)

Matteo Melchior (Flaibano) Patrick Gesuato (Trieste Calcio)

Dennis Dal Forno (Torviscosa) Nicola Paolini (Lignano)

Sandro Andreolla (Pravisdomini)

Nicholas Graneri (Fulgor)

Jonatan Garzitto (Lumignacco)

Nesim Haxhija (Costalunga)

LO SQUADRONE DI ECCELLENZA E PROMOZIONE

tare per i playoff ma non penso resistano per la lotta all’Eccellenza. Il Torre lo conosco bene, col Cordenons l’ho incontrato ben 5 volte; a mio avviso sono la squadra da battere, molto solidi con delle individualità anche da categoria superiore e in più hanno un anno di esperienza di Eccellenza che non è poco. Del Lignano conosco solo alcuni nomi, attendo di incontrarli per giudicarli, però la classifica dice sempre la verità, quindi se sono lì davanti vuol dire che è tutto meritato». - Quali ritiene siano i punti di forza di questa Union Pasiano? «Se c’è una cosa da imparare da questa squadra è la voglia di non mollare mai. Non a caso molte partite le abbiamo recuperate dallo svantaggio oppure sbloccate nel secondo tempo, segno che la squadra ci crede sempre e non si abbatte alla minima difficoltà: è una squadra che rispecchia l’allenatore. Poi il gruppo: a volte puoi avere una squadra composta da nomi altisonanti ma se non si riesce a trovare l’amalgama giusta dentro e fuori dal campo, farà molta fatica a portare a casa risultati positivi. Per quanto riguarda il

Se il calcio dilettantistico cala di livello è colpa di chi non ha investito un euro nei settori giovanili

campo direi che possiamo vantarci di avere uno degli attacchi che molte squadre ci invidiano, non a caso la via del goal bene o male riusciamo a trovarla sempre. Fino ad ora non abbiamo avuto l’occasione di schierare il trio Violo-Borda-Montagner, ma vedrete vi assicuro sono davvero forti». - In cosa invece pensa dobbiate ancora crescere? «Quando sali di categoria gli errori li paghi sempre di più. Dobbiamo cercare di limitare alcune ingenuità che ci sono costate a volte delle reti. Può esser considerato lo scotto della categoria nuova, ma con l’applicazione e l’impegno settimanale miglioreremo anche qui». - Nel prossimo turno affronterete il Torre… «Una partita difficilissima. Ovviamente loro partono con i favori del pronostico. Dovremo stare attenti ad alcuni giocatori che possono farti male in qualunque momento, come Giordani, ma nel complesso l’esperienza dei Torre non dà scampo ad errori. Conoscendo il loro allenatore e avendoli incontrati cinque volte negli ultimi due anni, potrebbero giocarsela molto sull’aggressività e l’agonismo. Dal canto nostro cercheremo di fare la nostra partita, senza badare tanto all’avversario, sono loro che devono preoccuparsi di noi, va bene sapere chi avrai di fronte ma poi meglio se pensiamo a far bene quello che sappiamo fare noi. Per portare a casa il bottino ci vuole una partita perfetta, magari senza rischiare nulla e cercare di sorprenderli nella velocità. Sono comunque fiducioso, la partita di Casarsa dice che siamo sulla strada giusta, se poi l’avversario è più forte, gli faremo i complimenti». Massimo Muzzin

Girone B Lotta apertissima per il vertice del girone. La capolista San Luigi andrà a far visita alla Pro Cervignano, mentre la rivelazione Costalunga si appresta ad ospitare un Ronchi penultimo in classifica e reduce dalla sconfitta interna contro la Juventina. Proprio i goriziani riceveranno la visita del fanalino di coda Sevegliano, ultimo ma per nulla remissivo e deciso ad evitare il ruolo della vittima sacrificale. Gonars - Sangiorgina è un derby apertissimo ad ogni risultato: i biancocremisi si stanno ancora leccando le ferite per sconfitta interna ad opera del Costalunga, e riuscire a vincere una partita così sentita potrebbe rivelarsi la panacea di tutti i mali. In zona salvezza, sfide che si annuncia calda tra Sant'Andrea San Vito e Primorec, mentre il Sistiana cercherà di fare lo sgambetto ad un San Giovanniulteriormente ringalluzzito dalla vittoria nella stracittadina contro la capolista.

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promozione GIR. A

AURORA BUONACQUISTO sesto bagnarola

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Foto:vanni snidero

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CALCIOFEMMINILE

PAROLA DI CAPITANA

Paola Brumana, attaccante-sindacalista, e il momento-si del suo Tavagnacco di Valeria Degano

S

i scrive Fiorentina 0 Tavagnacco 3, si legge partita quasi perfetta di una squadra che, fino a pochi giorni fa, era ancora alla ricerca della giusta quadratura e di una convinzione che solo le grandi prestazioni possono dare. Una gara che, in 90 minuti, ha fornito l’assaggio di un menu completo a tutti gli amanti del grande calcio. L’antipasto è stato offerto dalla coppia Parisi-Clelland, la

L'atleta comasca (qui a destra e in azione nella seconda pagina) parla della crescita del Tavagnacco (in alto) e del suo impegno nel portare avanti le istanze del calcio femminile. "Ma non mi ci vedo in futuro alla scrivania...". prima abile a trasformare un rigore fischiato per un fallo di mano di Guagni, la seconda vero e proprio cecchino capace di ribadire in rete un’ottima azione corale orchestrata da Zuliani prima e capitan Brumana poi. Il primo piatto ha visto protagonista un piacevole ritorno, quello tra i pali di una Sara Penzo

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emblema della solidità della Di Filippo-band capace di soffrire la caratura delle avversarie con umiltà e determinazione, riuscendo, a volte anche con un pizzico di fortuna, a far sfogare la Fiorentina senza sfaldarsi sul più bello. Palo e traversa negano la gioia del gol a Panico e compagne ma il portiere gialloblu ci mette del suo proteggendo la porta in molte occasioni, una su tutte il rigore parato a capitan Guagni. La seconda portata è invece il coronamento dell’intero pranzo gourmet, il secondo centro di una Clelland scatenata che mette fine ai propositi bellicosi delle padrone di casa proprio sul più bello fissando il risultato su un netto 3-0. Che sia l’inizio di una nuova storia vincente dalle tinte gialloblu? Il capitano Paola Brumana inquadra molto bene il momento che sta vivendo la sua squadra: «Quello di sabato è senza dubbio un risultato importante, che dà morale e sicurezza a tutto l’ambiente, in primis a noi giocatrici. Abbiamo disputato un primo tempo praticamente perfetto, pressandole molto alte e non dando loro modo di giocare, soprattutto a centrocampo. Abbiamo brillato per compattezza e convinzione; nessuna di

quelle che ha giocato ha mollato, nemmeno per un secondo, hanno lottato tutte dall’inizio alla fine. Ci voleva un risultato così!». Leggendo la cronaca della partita sembra passato un secolo da quella gara non soddisfacente con il San Zaccaria, invece si parla dello scontro precedente a questo. «Partite come quella contro la Fiorentina si giocano da sole, è il sogno di ogni calciatrice poter scendere in campo contro una squadra di livello come quella viola, confrontarsi con giocatrici importanti e riuscire a portare a casa la vittoria. Quella di sabato per noi è stata una prova, solo noi potevamo deciderla, solo noi potevamo portare a casa i tre punti grazie alla consapevolezza nei nostri mezzi e un amalgama di squadra sempre più collaudato. Non so se quella che abbiamo incontrato è la vera Fiorentina o se siamo state noi brave ad annichilirla, certo è che ho visto una squadra senza una trama di gioco apparente, che puntava solo Panico nonostante abbia giocatrici di livello assoluto. Contro il San Zaccaria è stata tutta un’altra storia, se non altro il pareggio è un risultato abbastanza bugiardo: se invece di colpire la traversa avessimo sbloccato il risultato subito, probabilmente parleremmo di una prestazione differente. Forse quel giorno è mancata un po’ di fiducia, sicuramente a Firenze stavamo molto meglio fisicamente. Contro il San Zaccaria abbiamo perso molte seconde palle, cosa che solitamente


FEMMINILECALCIO

Sarebbe importante l'inserimento del calcio maschile non appartiene al nostro modo di giocare. Personalmente mi dispiace per i due punti persi in casa, anche se mi godo quelli conquistati sabato aspettando il Verona». Ecco il Verona, appunto, la squadra campione d’Italia in carica dell’ex Bonetti, reduce da un 6-0 rifilato alla malcapitata Sud Tirol. Una macchina da gol capace di collezionare 13 reti nelle prime due uscite stagionali, a fronte di un solo gol subito. Un biglietto da visita niente male per una squadra che non ha certo bisogno di presentazioni. «La partita di sabato ci ha conferito una gran bella dose di fiducia e visto che vincere aiuta a vincere affrontiamo la settimana di preparazione alla prossima partita con il sorriso di chi ha bene in mente cosa potrebbe combinare. Abbiamo la fortuna di giocare in casa, il campo di Tavagnacco è abbastanza piccolo e tutte le nostre avversarie hanno sempre sofferto un po’ questa condizione. Dovremo riuscire a ripetere la prestazione di sabato scorso, giocando a viso aperto senza timori reverenziali. La passata stagione, se avessi dovuto trovare un punto debole a quel Verona, avrei puntato il dito sulla difesa, leggermente sotto gli standard del resto della squadra. Quest’anno invece hanno rinforzato il reparto. Forse gli manca il perno in attacco, quella Panico capace di segnare più di trenta gol e di trasformare in oro la mole di gioco creata da Gabbiadini & Co. Stiamo comunque trovando il pelo nell’uovo di una compagine che può vantare una rosa di livello internazionale. Anche noi però abbiamo parecchie frecce al nostro arco: un centrocampo composto

PORDENONE A FORZA-5 sUL FERRARA. E ADEssO RIPROVARCI CON IL PADOVA

da Camporese, Parisi e Tuttino ce lo invidiano dappertutto. Se quelle tre sono in giornata, come lo sono state a Firenze, nessun obiettivo è proibitivo. Di contro in difesa dobbiamo ancora trovare gli automatismi giusti; siamo giovani e abbiamo effettuato parecchi nuovi innesti, normale quindi avere qualche defaillance durante i 90 minuti. Sono invece molto contenta per Sara Penzo: dopo uno stop di un anno, infortunio particolarmente grave condito da un difficile recupero, aveva bisogno di ritrovare la consapevolezza nei propri mezzi. Quale modo migliore se non sfoderare una prestazione impeccabile in una partita dal sapore di alta classifica? Sono sicura che questo le darà la carica giusta per riprendere da dove aveva lasciato, più forte di prima». Dove può arrivare questo Tavagnacco per il suo capitano? «Noi come ogni anno puntiamo a migliorare la posizione in classifica dell’anno scorso, quindi direi che un quarto posto potrebbe starci bene. Penso che potremmo fare il nostro cam-

Prima vittoria stagionale per una Graphistudio Pordenone a forza-5 sul New Team Ferrara. La squadra di mister Toffolo, reduce da uno 0-0 contro il San Bonifacio, si supera grazie a una scatenata Zanetti, che apre al 5’ con un sontuoso pallonetto e chiude al 90’ regalandosi una doppietta che fa ben sperare per

pionato su Fiorentina e Mozzanica, tenendo ben presente che Verona e Brescia fanno paura, calcisticamente parlando. Non bisogna tuttavia dimenticare che sono impegnate in Champions e molte atlete giocano stabilmente anche con le varie nazionali. La passata stagione hanno entrambe perso punti per strada a causa di prestazioni assurde (mi riferisco ad esempio al Brescia che ha lasciato sei punti al San Zaccaria). Qualche anno fa noi siamo arrivate seconde in campionato non perdendo nessuna partita e pareggiando appena tre incontri. Ecco, se penso a quel periodo un leggero magone mi viene. Tutto questo per dire che bisogna lottare sempre fino all’ultimo secondo, senza mai mollare. Molto spesso, quando ti giochi un quarto o un quinto posto, cominci a tirare i remi in barca, magari inconsciamente, in fin dei conti sei comunque fuori da tutto. In questi casi dovremmo imparare dai nostri dirigenti, loro sì che non si danno mai per vinti». Oltre a essere uno dei punti di

il futuro. In mezzo tanta qualità e sostanza grazie alle gioie di Tommasella, abile a sfruttare al

riferimento del tuo Tavagnacco in campo, ti sei anche mostrata attiva sostenitrice del movimento calcio femminile inteso in senso un po’ più burocratico, mettendoci la faccia negli ultimi spiacevoli accadimenti che hanno minato ancora una volta la credibilità delle varie istituzioni.Pensi che potresti assumere un ruolo dietro la scrivania una volta appese le scarpe al chiodo? «No, penso che non mi ci vedrei nei panni di ambasciatrice del calcio femminile. Il dover ascoltare tutti, parlare utilizzando determinati linguaggi e molto spesso scontrarmi con dei muri invalicabili non credo sia nelle mie corde. A dire la verità non ho ancora ben deciso cosa farò da grande e in questo momento non mi ci vedo nemmeno nei panni di allenatrice. Chissà, può essere che sia addirittura disposta a mollare totalmente l’ambiente calcio una volta appese le scarpe al chiodo. Ora come ora punto a far bene quest’anno, poi se il fisico me lo permetterà, continuerò a lottare per questi colori". È inutile quindi fare programmi a lungo termine? "Non sono più una ragazzina! Negli ultimi tempi, vista la situazione complicata che stiamo attraversando come movimento nazionale, ci ho messo la faccia, non perché ambissi a chissà quale posizione ma per il futuro delle mie compagne di squadra e di tutte le giovani calciatrici. Mi sono sentita spesso con Sara Gama e Chiara Marchitelli e insieme abbiamo deciso di lottare per dare la possibilità alle nuove leve di riuscire, tra qualche anno, a giocarsela alla pari con le rappresentative nazionali più rinomate. La strada è lunga; sembra che si stia muovendo qualcosa a livello federale visto che Tavecchio dovrebbe aver firmato il verbale contenente i punti che avevamo suggerito". L’inserimento delle società maschili è un passo in avanti? "Certo, bisogna vedere se lo fanno perché ci credono veramente, come la Fiorentina, o perché sono obbligati. Nel primo caso si potranno avere dei miglioramenti significativi, nel secondo, invece, assisteremmo al collasso definitivo di una realtà ancora troppo debole».

meglio un calcio di punizione, Paoletti, capocannoniere della scorsa stagione con la maglia del Bearzi, e Bellan, entrata al posto di Cimarosti. Domenica prossima contro il Padova, un punto in classifica sotto le neroverdi, Schiavo e compagne avranno la possibilità di allungare la serie di risultati positivi.

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CALCIOPRIMA CATEGORIA

sTAMPETTA

TARCENTINA, ORA

PUOI OsARE 018 | 04 11 2015 | TremilaSport+


PRIMA CATEGORIACALCIO CATEGORIACALCIO UDINEsECALCIO

Q

uando si cerca un giocatore alla Pirlo nel panorama calcistico regionale il pensiero corre subito ad Andrea Stampetta: piedi buoni, cervello fino, il centrocampista della Tarcentina è il classico giocatore per il quale l'età del pensionamenteo arriva sempre con qualche anno di ritardo rispetto alla media. Ne sanno qualcosa a Tarcento, dove non si sono fatti sfuggire l'occasione di accaparrarsi un regista coi fiocchi dopo il suo addio alla Gemonese: «A Gemona ho vissuto alcuni degli anni più belli della mia avventura calcistica – commenta Stampetta -. Non posso che ringraziare il presidente e tutto lo staff. C'era la possibilità di rimanere ancora un anno, ma purtroppo alcune problematiche mi hanno fatto propendere per l’addio. Mi riferisco in primis all'età, ma anche all'impegno lavorativo e quelli con la famiglia. Ho scelto quindi di scendere di qualche categoria per avere un ambiente più vicino, più tranquillo e con meno pressioni». E il regista gialloblù ci ha messo ben poco per prendere in mano le redini della squadra: «Non abbiamo obiettivi prefissati. L'importante è stare nella parte alta della classifica e lottare per le posizioni che contano. Qui ho trovato una società con ambizioni importanti, ma anche diversi giocatori con cui avevo giocato in passato, come Mini, Serafini e Cimbaro. Per ora le prestazioni sono in linea con il nostro livello, anche se potevamo avere qualche punticino in più. Ad ogni modo la squadra ha ancora bisogno di trovare l'amalgama giusto, visti i tanti nuovi acquisti di quest’estate. Io e gli altri "anzianotti" stiamo lavorando proprio per migliorare al massimo l'intesa». Una carriera iniziata nella Savorgnanese e che lo ha visto successivamente transitare per l’Udinese, dove ha vestito le casacche degli Allievi e della Primavera. Poi il salto in prima squadra, con l’esordio in Serie C2 con la maglia del Sandonà, e la promozione in C1: «Pensare a quell’anno mi dà ancora grandissime emozioni. Nonostante la successiva retrocessione è stato uno degli anni più belli, che mi ha permesso di girare alcuni dei più importanti campi della categoria, tra cui Reggio Emilia, Trieste, Pisa e Ferrara». Dopo l’esperienza in Veneto, per Stampetta è stata la volta di Sudtirol, Santa Lucia di Piave, Pozzuolo e Cordignano, fino all’approdo alla Gemonese, con quei

Io allenatore? No, sono uno troppo sanguigno colori giallorossi che gli sono rimasti appesi addosso e di cui è divenuto un’autentica bandiera: «A livello personale la promozione in Eccellenza a Gemona è stata davvero qualcosa di magico, visto l’attaccamento che avevo per la società e lo straordinario rapporto venutosi a creare all’interno dello spogliatoio. Ero entusiasta di aver contribuito a portare la Gemonese ad un traguardo tanto importante». Chiuso il capitolo giallorosso, Stampetta punta a scrivere ancora qualche pagina importante con la maglia della Tarcentina: «In tutta sincerità non mi aspettavo un livello così buono in Prima categoria: per adesso tutte le squadre che abbiamo affrontato hanno messo in campo un livello tecnico invidiabile e una propensione al gioco arioso e con palla a terra. Tra tutte il Fauglis è la squadra che mi ha impressionato maggiormente fin qui. Ora attendiamo il LavarianMortean, formazione di cui mi hanno parlato molto bene, soprattutto in attacco. Credo però siano alla nostra portata. Dobbiamo imparare ad essere più cinici sotto porta e a finalizzare di più le occasioni che creiamo: dobbiamo essere noi a fare paura»”. E nonostante le 36 primavere Stampetta non ha ancora pensato a cosa farà una volta appese le scarpe al chiodo: «Sono uno sanguigno, non mi ci vedo tanto nel ruolo di allenatore. Quantomeno non di una prima squadra. Lavorare con i più piccoli mi piacerebbe, quindi perché no?».

PROSSIMO TURNO GIRONE A - 9^ Giornata 08/11/2015 BARBEANO - PALAZZOLO MANIAGOLIBERO - CAMINO CODROIPO - GRAVIS S.QUIRINO - CORVA TEOR - UNION RORAI VALLENONCELLO - VALERIANO VALVASONE - VAJONT VIVAI RAUSCEDO - CEOLINI

GIRONE B - 9^ Giornata 08/11/2015

AZZURRA PREMARIACCO - SANTAMARIA BEARZI - ATLETICO FAUGLIS DIANA - ANCONA LAVARIANMORTEAN - TARCENTINA REANESE - BUIESE RISANESE - TORREANESE RIVE D'ARCANO - RAGOGNA UNION MARTIGNACCO - RIVIERA

GIRONE C - 9^ Giornata 08/11/2015 DOMIO - AQUILEIA ISONTINA - FO.RE.TURRIACO MARIANO - GRADESE MLADOST - ISONZO PORPETTO - SOVODNJE PRO ROMANS MEDEA - PRO GORIZIA TERZO - BREG ZARJA - CORMONESE

Nel girone A il Vivai Rauscedo dopo il primo scivolone stagionale cercherà di riprendere il cammino verso lo scudetto affrontando in casa un Ceolini penultimo in classifica e a caccia di punti salvezza. Nel girone B, la capolista Risanese affronterà in casa una Torreanese che in trasferta non ha ancora mai vinto. L'altra capofila, il Diana, ospiterà l'Ancona che lontano dalle mura amiche ha fin qui ottenuto un solo misero punticino. Nel girone C, sfide da tripla a Terzo e San Dorligo: nel primo caso sarà di scena il Breg, nel secondo i biancoverdi se la vedranno con l'Aquileia.

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seconda categoria GIR. C

zompicchia lestizza

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Foto:massimo melato

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CALCIOUDINEsE CALCIOsECONDACATEGORIA

La capolista del girone C, il Rivolto

RIVOLTO SULLE ALI DELL’ENTUsIAsMO

Un nuovo mister, forze fresche in squadra: così i verdeblu sono rinati e punta alla promozione

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ei vittorie e due pareggi: 20 punti nelle prime otto gare. Il Rivolto non scherza. Non è un fuoco di paglia come molti pensavano. Era passato sotto traccia quest’estate dopo una campagna acquisti all’insegna delle forze fresche, della gioventù. Ma senza botti. Come l’ufficializzazione del nuovo allenatore: Luca Nonis, ex giocatore della Sanvitese, un’esperienza da vice sulla panchina del Camino, ma nulla di più. E invece il Rivolto ha messo finora alle proprie spalle tutte le

big: Flambro, Maranese e Serenissima. Ne abbiamo parlato con il Presidente Alessandro Grillo. - I numeri parlano chiaro… “Bè, direi di sì. Siamo la squadra che ha collezionato più punti in tutti e quattro i gironi. Non abbiamo mai perso. Insomma sta andando tutto per il verso giusto dopo una stagione purtroppo deludente culminata con la retrocessione”. - Cosa è cambiato? “Il gruppo si è reso conto della propria forza ma soprattutto sono arrivate

Luca Nonis, il nuovo allenatore, è il simbolo della rinascita. E’ alla sua prima esperienza su una panchina dopo aver fatto da vice nel Camino

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forze fresche che hanno portato entusiasmo. Pensiamo al nostro nuovo mister, alla sua prima esperienza su una panchina. Ha appena conseguito il patentino e ha dato uno spirito nuovo al pari dei nuovi arrivati: Breda, Zamparo e Giuliani. Abbiamo poi promosso in prima squadra quattro juniores mantenendo comunque l’intelaiatura dello scorso anno. Insomma questo mix di esperienza e novità ci sta ripagando delle scelte”. - Domenica arriva il Flambro. Siamo appena a un quarto del campionato. Ma già si parla di scontro decisivo per la promozione “ Finora negli scontri al vertice ci si è sempre andata bene. L’abbiamo spuntata sia con la Maranese sia con la Serenissima. E forse è stata questa la nostra forza. Aver battuto quelle che erano state pronosticate come le grandi quest’estate. Ci ha dato consapevolezza dei nostri mezzi. Ci dispiace solo non poter affrontare questa gara con il Flambro con un margine più elevato. Domenica siamo stati costretti al pareggio da un

Trivignano tignoso, una squadra che non ti lascia giocare. E lo dimostrano i numeri visto che ha la miglior difesa e il peggior attacco del girone. Comunque ci può stare un giro a vuoto. Il mister era molto tranquillo a fine partita. Il nostro portiere non è mai stato impegnato”. - Cosa consiglia ai suoi ragazzi in vista della gara di domenica? “Non aver paura di nulla. E’ ancora presto per dire quale è la squadra più accreditata per il salto di categoria. Dobbiamo giocare tranquilli ma senza la presunzione di essere la capolista. Un’eventuale sconfitta non sarebbe un dramma”. - Quattro juniores in prima squadra: è la dimostrazione che credete nel settore giovanile “Guai altrimenti. E’ una questione di bilanci. Mantenere un vivaio ha comunque i suoi costi, ma è pur sempre meglio che andare a fare acquisti folli fuori casa. I giovanissimi sono primi in classifica. E questo ci fa ben sperare per il futuro”. Davide Vicedomini


TERZA CATEGORIACALCIO UDINEsECALCIO

LE ULTIME DAI CAMPI

FOCUs

PRIMA GIOIA PER sPILIMBERGO Il Calcio Aviano si aggiudica il big match con la Liventina e aggancia in testa al girone A il Villanova fermato davanti al proprio pubblico da un sorprendente Sarone. Si avvicina alla vetta anche la Tilaventina. In fondo alla classifica primo successo interno per il Spilimbergo che abbandona così l’ultimo posto al Morsano battuto dalla neopromossa Azzanese. Punticino prezioso per il Real Castellana in casa del Cordenons. Nel girone B i Grigioneri gettano alle ortiche un’ottima chance per tentare la fuga. Ne approfitta il Tagliamento che battendo nel match clou della giornata la diretta concorrente Nuova Sandanielese si porta

IL POZZUOLO DEI RECORD

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subito a ridosso della squadra di Savorgnano. Prosegue a corrente alternata la stagione del Colloredo e del Venzone, reduci questa volta da una domenica di vittorie. Più o meno definita la griglia delle pericolanti. Panchina calda ai Rizzi, mentre Ciconicco e Moruzzo preferiscono non farsi male e tornano a casa con un punticino a testa. Nel girone C frena il Rivolto in casa del Trivignano che vanta il peggior attacco e la miglior difesa. Si fa avanti il Flambro. E domenica c’è il big match. Serenissima e Maranese impattano. Un pareggio che serve a poco a entrambe le squadre se vogliono agguantare la promozione diretta. Continua a sorprendere ancora il Tre Stelle che ora si trova a ridosso delle regine del campionato. Nel girone D è lotta a due tra Primorje e Chiarbola. Gaja, Sagrado e Alabarda costrette a una stagione di sofferenza. In Terza categoria infine il Pozzuolo centra il quinto successo stagionale. Il girone più combattuto è quello C dove ci sono nove squadre in appena quattro punti.

n estate una vera e propria rivoluzione. Un nuovo direttore sportivo: Marco Galoppi, reduce da alcune esperienze tra gli amatori; un nuovo preparatore dei portieri, Daniele Nadalutti, dalla Reanese. Otto facce nuove in prima squadra ai servizi di mister Gaetano Di Rienzo, che aveva traghettato la squadra nelle ultime giornate della passata stagione. Un chiaro obiettivo: arrivare in Prima Categoria entro il 2018, giusto in tempo per festeggiare il trentesimo anniversario dalla fondazione della società. Il Pozzuolo ha cambiato verso. Quello giusto. Quello dei record. Perché finora è l’unica squadra a punteggio pieno in tutte le categorie dei dilettanti. In una terza categoria spesso criticata, ecco almeno un motivo per parlare. E bene. “Abbiamo stretto i denti in questi anni – spiega il Presidente Denni Tion – Abbiamo ripianato i buchi in bilancio. Io e miei collaboratori ci siamo rimboccati le maniche. Abbiamo ricominciato dalla terza categoria e ora siamo pronti a risalire. - L’obiettivo è ambizioso “Di sicuro non sarà facile centrare due promozioni in tre stagioni. Ma noi ce la tenteremo tutta. Siamo convinti delle nostre capacità. Poi sarà il campo a dire se saremo in grado di raggiungere il traguardo. Finora sta andando bene. Speriamo di continuare su questa strada”. - La rivoluzione sembra funzionare “Abbiamo cercato di mettere gli uomini giusti nei posti giusti. Abbiamo do-

vuto fare delle scelte prendendo anche giocatori che non sono del paese. Senza però esagerare. Fanno parte del circondario: Basaldella, Mortegliano. Abbiamo una squadra di rango che può fare il salto di qualità”. - Cosa dovete fare per continuare questo cammino che sembra per ora trionfale? “Dobbiamo mantenere lo spirito di gruppo che si è creato. Non bisogna esaltarsi davanti a queste vittorie. Io ho già fatto questo discorso negli spogliatoi e i ragazzi ce l’hanno bene impresso”. - L’avversario più tosto? “Credo che con il Latisana ce la giocheremo fino alla fine”. - A macchiare la gioia purtroppo la morte di Omar Deanna “Lo portiamo sempre nel cuore. Il 25 ottobre lo abbiamo ricordato sul campo. Quando giochiamo in casa c’è sempre uno striscione e quando siamo in trasferta abbiamo sempre la sua maglia con noi. La appendiamo in panchina”. D. V.

Nessuno come la squadra del Presidente Denni Tion. Cinque vittorie in altrettante gare. Nel ricordo di Omar, scomparso tragicamente

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CALCIOGIOVANILE REGIONALE

Trieste saluta tutti e se ne va

Il Tricesimo riapre le sorti del girone A degli juniores. Battendo la Sanvitese, finora sempre vittoriosa nelle prime sette gare del campionato, i friulani rimettono in gara i campioni uscenti del Flaibano. E ora arriva il bello. Le tre formazioni sono distanziate solamente da tre punti. Il Casarsa si mangia invece le mani per lo striminzito pareggio a Chions e fallisce così il tentativo di restare in scia al terzetto di testa, raggiunto peraltro dalla Spal Cordovado. Tutta un’altra storia, invece, nel girone B, dove il Trieste ha deciso di ammazzare il campionato. Dopo la vittoria con il Ronchi, sono ora sei i punti di vantaggio sulle dirette inseguitrici. Il San Luigi agguanta al secondo posto il Lumignacco, mentre l’Ol3 perdendo sul campo della Pro Cervignano finisce fuori dal podio. Negli allievi si accende la lotta nel girone B. L’Ol3 a sorpresa batte il Donatello rimescolando le carte in tavola. Ora la formazione di Faedis comanda il raggruppamento in compagnia della Nuova Sandanielese. Ma nulla è ancora deciso e anche il Tolmezzo che ha una gara in meno può dire la sua. Nei giovanissimi combattuti i girone B e C. I Rizzi perdono la testa a favore del Tricesimo, mentre il pareggio tra Cjarlins Muzane e Trieste fa il gioco dell’Ancona.

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IL TRICESIMO RIACCENDE LA sFIDA La vittoria degli udinesi rimescola le carte tra gli juniores

I

n pochi sabato prima della sfida tra Tricesimo e Sanvitese avrebbero scommesso un centesimo sulla vittoria degli udinesi. Vuoi per la prova di forza contro il Flaibano, detentori del titolo, vuoi per la marcia trionfale nelle prime sette gare con 21 punti conquistati. Un bottino pieno che lasciava già presagire a un campionato già chiuso. E invece il calcio ci ha abituato a questi colpi di testa. Il Tricesimo ha riacceso la sfida nel girone A degli juniores rimettendo in gioco anche il Flaibano. E ora il Tricesimo non si pone limiti dopo che nella passata stagione aveva colto un buon quarto posto, con un podio sfumato nell’ultima giornata con la sconfitta in casa del Corno. Il responsabile degli juniores Pierluigi Bianchet sorride. “Sta

andando tutto per il verso giusto. Abbiamo una squadra buona . Abbiamo mantenuto quasi la stessa intelaiatura, con un anno di esperienza in più e qualche allievo”. - Sabato avete dato una prova di forza “A dir la verità ci aspettavamo una Sanvitese più tosta. Invece non c’è stata partita. Abbiamo avuto sempre noi la palla tra i piedi. Comunque una giornata storta può capitare a tutti. E la Sanvitese rimane pur sempre la favorita. Se avessimo perso sabato, il campionato sarebbe già stato chiuso. E invece abbiamo avuto la capacità e la forza di riaprirlo”. - A questo punto non potete più nascondervi. Dove volete arrivare? “Abbiamo chiesto ai ragazzi di fare meglio. Lo scorso anno per poco ci è sfuggito il podio nell’ultima sfortunata partita”. - Quindi puntate al secondo posto? “Il secondo è il primo dei perdenti (sorride)” -Quale è il consiglio che dà ai ragazzi? “Di continuare così e di crederci. Questi sono ragazzi che hanno vinto il campionato di allievi e giovanissimi provinciali. Insomma ci hanno regalato enormi soddisfazioni. Il problema sta tutto nella testa. Ora viene il momento della verità. Nelle prossime due sfide avremo di fronte Gemonese e Torre, che viaggiano nei bassifondi della classifica. Ma con le cosiddette piccole abbiamo sempre perso punti per strada. Dobbiamo dimostrare di essere maturati”. D. V.


GIOVANILE PROVINCIALECALCIO

provinciali in pillole Allievi

LA RIFONDAZIONE DEI RANGERs

Aurora ancora in vetta al girone A degli allievi inseguita a una sola lunghezza di distanza dal Tricesimo. Ma attenzione a questa Buiese: due gare da recuperare rispetto alla capolista, sei punti di distanza, ma lo stesso passo. E domenica la vittoria sulla Tarcentina che fa capire quali sono le ambizioni dei collinari. Girone equilibrato e pieno di sorprese. Capita così che la Reanese scivoli in casa contro il Pro Fagagna. Raggruppamento B altrettanto denso di emozioni. Comanda il Forum Julii ma con una gara in più rispetto al Pagnacco, unica squadra finora ancora imbattuta. Balzo in avanti della Sangiorgina che batte e agguanta in classifica il Lignano.

Anno zero per la società del quartiere di San Rocco 66 gol nelle prime 6 partite. Una media reti da guinnes dei primati. I giovanissimi provinciali dei Rangers non conoscono rivali e si involano verso la conquista dello scudetto di categoria. Certo, un sogno per ora. Perché la strada è ancora lunga. Ma se il buongiorno si vede dal mattino…. Nel frattempo i rossoneri guardano tutti dall’alto verso il basso. E le nubi sul cielo del quartiere di San Rocco non ci sono più. E’ iniziato infatti l’anno zero per la società retta dal Presidente Marrandino. Tre anni fa i Rangers potevano vantare di avere due squadre nelle regionali. Lo scorso anno ci fu la rinuncia degli allievi al campionato di vertice per mancanza di giocatori. “Mi presi anch’io – spiega il responsabile del settore giovanile Alessandro Petriccione – un anno sabbatico poi per I BABY evitare il decadimento della CALCIATORI situazione ho ripreso in mano sTRANIERI la gestione”. - I risultati vi stanno preTEssERATI miando “E’ vero, ma i risultati lasciano il tempo che trovano. Dipende dalle squadre che incontri, dal girone in cui sei inserito. Di sicuro non possiamo nascondere che la nostra ambizione è quella di centrare

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subito il traguardo e tornare tra i regionali, che è la categoria che ci compete maggiormente. Vogliamo tornare ad essere i protagonisti”. - Tutto il vivaio sta risentendo di questa rifondazione? “Abbiamo i piccoli amici, tre squadre di pulcini, due di esordienti e poi ci sono gli allievi provinciali e i giovanissimi sperimentali, allenati per riempire le fila di una prossima squadra regionale. Ma come dicevo al di là dei risultati ci interessa vedere i pulcini classe ’97 come si presentano con senso di dovere agli allenamenti, l’educazione nei confronti dell’allenatore e degli avversari, la cura dei materiali. Da questi piccoli particolari capiamo che il futuro è assicurato per la nostra società. Anche se ci sono sempre dei lati oscuri…” - Ovvero? “I rapporti non idilliaci con il Comune di Udine. Da un anno attendiamo il nuovo bando per la concessione dell’impianto. E intanto viviamo in condizioni disagiate, senza un chiosco che è stato demolito, con scarsa pulizia, acqua troppo calda. E intanto lì giocano bambini che hanno sei – sette anni. Così non possiamo andare avanti”. Davide Vicedomini

GIOVANIssIMI Testa a testa tra Rangers e Majanese, due autentiche macchine da gol. Alla strapotenza delle due regine è costretta ad arrendersi anche il Deportivo che perde contatto. Nel girone B l’Aurora continua a viaggiare a punteggio pieno, mentre il Trivignano cerca di mantenersi a ruota forte anche di una difesa imperforabile. Nel girone C il Gonars cade clamorosamente a Sedegliano. Ora la lotta si allarga a cinque squadre che hanno superato nel punteggio in classifica la doppia cifra.

TremilaSport+ | 04 11 2015 | 25


CALCIOC5

UDINEsI IN VOLO

SBANCATO IL CAMPO DI PRATA NONOSTANTE L'ASSENZA DEI PORTIERI

FLASH SALTA LA PANCHINA DI JOVIC ALL'ADRIATICA

SERIE B

Acque agitate in casa Adriatica, dove l'ultimo posto in graduatoria dopo quattro giornate costa il posto ad Alexander Jovic. Il tecnico è stato esonerato dalla società dopo più di due anni di collaborazione. Al suo posto Alessio Marega, che dopo aver sfiorato la B con la Starfive nella passata stagione, proverà a salvare la squadra del presidente Rizzo. SELEZIONE

LA CLARK

RAPPRESENTATIVA FVG AL LAVORO CON SBISA' Partita l'attività ufficiale della Rappresentativa Regionale guidata anche quest'anno da Marco Sbisà con il primo raduno ufficiale che si è svolto presso il nuovo impianto Bienneci di Ipplis di Premariacco. Ben 17 i presenti, con le virtuose Maccan, Pordenone e Futsal Udinese a farla da padrone con ben quattro atleti. La Rappresentativa sarà impegnata nel Torneo delle Regioni nel periodo prepasquale: questa la differenza rispetto alle precedenti edizioni. COPPA

BASSA A MANI BASSE

Si sono disputati i quarti di finale ad eliminazione diretta, con tre gare risolte solo nei minuti finali. L'unica a non faticare troppo è la Bassa Futsal, come testimonia l'8-4 finale sul Lignano. Più duro il compito per Manzano (4-2 sul Pentalcor) mentre il Pordenone la risolve proprio all'ultimo minuto, 3-2 sull'Udinese. Minuti finali decisivi anche per la Torriana che espugna a fatica 5-3 il green della Clark.

MARCA L'IMPREsA

F

uochi d'artificio nella settima giornata di campionato in serie C di calcio a 5, dove tre delle prime quattro squadre in graduatoria incappano in una sconfitta, a partire dalla corazzata Bassa, affondata dai siluri del Pordenone; la Torriana fa harakiri in casa col Gold Feet Aquileia, Manzano ringrazia e vola in vetta solitario; impresa eroica infine della Clark Udine, senza portieri di ruolo a Prata espugna il campo del Maccan al secondo stop di fila. Partendo dagli anticipi, ancora una vittoria di misura 6-5 del Calcetto Lignano sul Pentalcor situazione diffficile per i gradesi fermi a quota 6, non festeggia nemmeno l'altra metà di Grado, con il Tergesteo fermato tra le mura amiche per 4-3 dalla Futsal Udinese; primo successo del Tavagnacco 4-1 in casa del fanalino Udine City. Il sabato offre mille emozioni come quelle vissute al PalaFlora di Pordenone dove i ramarri di Asquini infliggono il primo stop stagionale alla candidata principale al titolo, al secolo Bassa Futsal Latisana. Uomini di Criscuolo avanti per 0-2 nel primo tempo poi la rimonta stoica dei locali passati a condurre nel finale con una "remuntada" incredibile fino al 5-3 finale. Non si scherza nemmeno sul neutro

di Lauzacco che ha ospitato la Torriana, contro il Gold Feet gara equilibratissima con i gialloblu di Sfiligoi avanti per 1-0 all'intervallo, nella ripresa però il duo Degrassi-Gordini mette la freccia (2-1) e resiste nel finale agli assalti degli isontini. Sornione il Manzano di Pittini passa al comando della graduatoria: contro il fanalino Svt Futsal è un pomeriggio tranquillo come conferma il 6-1 finale con in evidenza Frosutto e Turolo, due reti a testa. In serata l'impresa epica della Clark Udine che stavolta si presenta a Prata però senza portieri di ruolo, ricicla Markovic di professione ex centrale difensivo dandogli i guantoni, ed espugna per 6-5 il campo del Maccan infuriato per diverse decisioni arbitrali, dilagando anche nel corso della ripresa fino all'1-5 salvo poi rischiare grosso nel finale, ma resistendo con un risultato che regala un bel successo al patron Tirindelli. In serie B non è bastato l'avvicendamento alla guida tecnica di mister Jovic con Marega per dare una scossa all'Adriatica, sconfitta pesantemente 0-6 dal Bubi Merano e ancora ultima in graduatoria assieme a Forlì e Cannottieri Belluno, attesa nel prossimo turno ad un vero scontro salvezza contro la Fenice Mestre che precede con tre punti il terzetto di coda.

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ASPETTANDO UNO SCUDETTO

LUNGO 120 ANNI

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i sono accesi i cuori della passione bianconera dopo la recente iniziativa del sito internet Mondo Udinese, con la proposta di una petizione online da inviare alla FIGC per il riconoscimento del “primo scudetto” assoluto del calcio italiano, quello vinto dalla Società Udinese di Ginnastica e Scherma nel 1896. Da anni ormai seguo personalmente e con grande passione la ricerca d’archivio su questi primi vagiti sportivi di fine ‘800, maturandone con convinzione e dovizia di fatti particolari, che quel foot-ball pionieristico fu veramente l’anno zero del calcio italiano. Già nel 1996 in occasione del centenario dalla fondazione l’Udinese Calcio, diretta discendente della società Ginnastica Udinese, tentò la strada di questo riconoscimento peraltro senza successo. Altri tempi oggi, la società bianconera gode un maggiore peso politico all’interno della FIGC ed è una società ritenuta da tutto il mondo “pallonaro” come modello di efficienza sportiva e manageriale. La strada per il riconoscimento di quel primo “Campionato Italiano di Foot-Ball” non sarà facile e

scontata, soprattutto perché da sempre è stata fatta l’obiezione che la Federazione calcio (FIF) nasce due anni dopo la disputa, cioè nel 1898 e quel primo campionato era invece organizzato dalla Federazione Ginnastica (FGNI). Un’obiezione facilmente “smontabile” se si pensa che grazie alla grande volontà del Senatore fagagnese Gabriele Luigi Pecile e del primo maestro italiano di calcio tale Francesco Gabrielli di Rovigo, si sviluppò tra Veneto e Friuli un movimento talmente entusiasta del “nuovo gioco britannico” da portare al Concorso Ginnico Nazionale di Roma nel 1895 le due società Udinese e Rovigo a disputare davanti a ben ventimila spettatori compreso Re Umberto I e alla Regina Margherita di Savoia, quella che viene considerata la prima partita ufficiale assoluta disputata in Italia. Fu tale la curiosità che da quel giorno il calcio iniziò ad essere praticato dai primi pionieri romani. Dopo solo un anno venne indetto un Concorso Interprovinciale Ginnastico a Treviso, dove era previsto il “Primo Campionato Italiano di FootBall” che pur con regole non ancora

del tutto definite ma con giovani atleti friulani orgogliosamente divenuti Italiani con l’Unità d’Italia del 1866, venne disputato con grande entusiasmo e determinazioni tali da portare alla vittoria la Società Udinese di Ginnastica e Scherma, che per la prima volta si laureava Campione d’Italia. La federazione ginnastica era l’unico organismo potente nel mondo

sportivo italiano, solo per questo il calcio si avvalse degli atleti delle palestre. Questa “preistoria” calcistica fu il preludio per la nascita della FIF e l’istituzione del primo campionato federale vinto dal Genoa nel 1898 con una squadra composta da atleti inglesi e svizzeri. Quello fu il calcio britannico, il nostro era il calcio ITALIANO. Renato Favretto

TremilaSport+ | 04 11 2015 | 27


CALCIOUDINEsE

LA sFIDA (IMPOssIBILE?) DI COLANTUONO: ILLUMINARE UN'UDINEsE MAI COsì GRIGIA di IDO CIBISCHINO

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ovessi condensare in un'immagine l'Udinese di oggi, la prima cosa che mi viene in testa è una fascia grigia. Un grigio uniforme e cupo, di una compattezza interrotta qua e là da accenni intermittenti di chiarore. Il tutto in contrasto clamoroso con la bellezza e il fantasmagorico scenario del nuovo stadio così ricco di colori, di esuberanza, di gioventù, di pro-

messe. È la più totale mediocrità il segno distintivo di questa Udinese, del gruppo che si trova a maneggiare Colantuono, pure lui personaggio senza lampi, di scuola conservativa, e con l'ingrato compito di cercare di impostare l'Udinese del dopo Di Natale, di immaginare un futuro che prescinda dal giocatore in cui si sono identificati per un decennio i colori del bianconero friulano e le glorie dei Pozzo. ZOCCOLO - Sta arrancando, Colantuono, senza nulla aggiungere al lascito del predecessore Stramaccioni, arenatosi per primo davanti al compito di dare una nuova identità di gioco e di personalità alla squadra. Annata di transizione, si disse. Soltanto che anche la presente si sta snodando sulla falsariga perchè non c'è nulla su cui poggiare un nuovo ciclo dopo lo sgretolarsi dello zoccolo italiano che negli anni aveva garantito la continuità

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Il tecnico si trova a gestire una situazione complicata tra infortuni e rosa modesta e male assortita. Il dopo-Di Natale non riesce a partire

Cambiando modulo si rischierebbe altra confusione. Manca la forza trascinante di Duvan Zapata, ma a gennaio Pozzo deve recapitare rinforzi

della gestione guidoliniana. Totò trentottenne visibilmente smonato, senza più nemmeno la voglia di arrabbiarsi, che trascorre intere partite senza un tiro in porta; Pinzi spedito in tutta fretta al Chievo, Domizzi sepolto in panca. Né dietro si vedono forze nuove in grado di promuovere l'impennata. C'è tanto di quel grigio che ferisce gli occhi. La parte più scura è rappresentata da giocatori che ti chiedi quale mente - se non condizionata dall'idea del risparmio - abbia pensato risultassero funzionali all'Udinese. Colantuono, si sa, aveva osato chiedere per il centrocampo Carmona, uno che tra l'altro non sempre gioca nell'Atalanta che fu sua, mica una prima scelta; e si è visto recapitare un esodato del Granada come Iturra e un ibrido, un ottoemezzo, per di più di gamba leggera e fuori ritmo, che di nome fa Marquinho. Ma ave-

te visto che danza ha menato nel Sassuolo Biondini? Dicesi Biondini, mica Marchisio. Un tanto per dire che si sarebbe potuto pescare di meglio nella nostra serie B. DOVE SIETE? - Resta, poi, il mistero degli inespressi. Edenilson, nella passata stagione genoana nel novero dei migliori esterni del campionato, si è rattrappito, corricchia nella zona di nessuno, sono un ricordo gli spunti rabbiosi che fecero parlare di lui in termini lusinghieri Gasperini. Widmer è un caso ancora più eclatante. C'è stato di mezzo un infortunio, ma nella fattispecie, oltre alle gambe molli, è la testa a non sembrare più connessa con le vicende bianconere. Un contraccolpo per la mancata cessione alla quale aveva creduto fino all'ultimo giorno di mercato? Per certi aspetti, pare di trovarsi di fronte a un altro caso D'Agostino. Nella categoria va inserito pure

Kone, fuori da un mese per un serio infortunio da nazionale. Appunto: titolarissimo e imprescindibile nella Grecia, incollocabile nell'Udinese. Un ulteriore mistero, dunque, che si allunga a sfiorare un altro protagonista sfiorito, il francese Heurtaux, pure lui da tempo fuori dai radar. Ogni tanto mi chiedo: al posto di Colantuono che cosa faresti? E qui, inevitabilmente, sei costretto a guardare cosa resta in panchina.

Contro il Sassuolo, per dire, il tecnico ha mandato in campo tutto quello che aveva. Una volta Guidolin perdeva quattro partite di fila senza che nessuno battesse ciglio, tutti ultrasicuri che la qualità di gente giovane e motivata (Banatia, Cuadrado, Inler, Asamoah, Isla, Sanchez... ) alla fine sarebbe esplosa. Oggi, il miglior giovane è Bruno Fernandes e non sono affatto sicuro che sia dello stesso livello dei nomi fatti sopra. VARIANTI - Come uscire da questo grigiore che acceca? Possibili varianti tattiche presentano pro e contro. Un 4-4-2 implicherebbe la rinuncia a un difensore centrale (i tre dietro, oggi, sono l'unica garanzia solida) e all'ultimo arrivato Lodi, inadatto al modulo. Con un 4-3-3 si manterrebbe il regista, si impiegherebbe Edenilson più alto secondo attitudini genoane, forse potrebbero essere riciclati nel


UDINEsECALCIO

A Napoli con coraggio peggio che a Roma non si potrà fare

INVOLUZIONE - Finora all'Udinese è mancato anche Widmer, in fase involutiva. A destra, Totò anticipato. Nella pagina accanto, Felipe, e Perica mentre si spiega con Thereau. tridente avanzato “liberi pensatori” tipo Fernandes e Thereau. E sottolineo “forse” perchè tutto andrebbe reinventato e reimpostato come si fosse a inizio stagione e non a metà campionato. Sono solo alcuni degli innumerevoli spunti di riflessioni sui quali si sta arrovellando da mesi Colantuono il quale, tirate le somme, è giunto alla conclusione dell'imprescindibilità di questo 3-5-2, al quale coerentemente continua ad affidarsi. Purtroppo il prodotto è quello che vediamo, di bassa qualità. Dieci partite - si dice bastano e avanzano per battezzare una squadra e chi la guida. Nel caso dell'Udinese, tuttavia, è doverosa l'eccezione, sperando che i rimedi non arrivino fuori tempo massimo. Più di Guilherme (Lodi lo sta surro-

gando in meglio), più di Kone che non ha mai inciso, la vera medicina si chiama Zapata. E' della sua determinazione, della sua forza nel trascinare la squadra in avanti, della sua fame di gol, che l'Udinese ha bisogno. Con lui in campo, oggi probabilmente non saremmo qui a fare certi discorsi. Resta da vedere quando tornerà e come tornerà dopo l'operazione a muscolo e tendini del retto femorale. Più che a Colantuono, allora, ci rivolgiamo ai Pozzo: vedano di ripulire lo spogliatoio liberandosi di un po' di zavorra, e di tenere in caldo per gennaio un paio di soluzioni in entrata. Stavolta le retrocessioni non sono già scritte, la salvezza è da conquistare con le proprie forze.

Abc C'è una costante nelle ultime tre stagioni dell'Udinese: Colantuono si allinea p e r f e t ta m e n te con Stramaccioni e con Guidolin-4 in fatto di gol incassati dopo undici giornate, 14 in tutte e tre i più recenti campionati. Per il resto, l'Udinese di oggi è sotto nei punti (12 rispetto ai 17 di Stramaccioni e ai 13 di Guidolin) e nelle reti segnate: 10 finora (Di Natale una sola volta a bersaglio), 14 nella passata stagione (e Totò aveva già tuonato 6 volte) e 11 (Di Natale 3) nella precedente. Si nota un progressivo impoverimento generale tranne che nella resa difensiva che resta dunque costante, segno che gli interpreti di retroguardia - almeno loro - sono all'altezza e si sa che le fortune di una squadra cominciano proprio dalla saldezza difensiva. E bisognerà rinserrare le fila, domenica, andando ad affrontare al San Paolo (dove ha strappato un punto solo la Samp alla seconda di campionato) il Napoli, il cui attacco, con 21 reti, è il terzo del lotto dopo quelli della Roma (25) e della capolista Fiorentina (22). Per il resto, beh, non sembra il caso di proporre il vecchio interrogativo: giocherà Di Natale? Totò, per piccoli malanni e altre ragioni non sempre chiare, evitava di incrociare la sua città ai bei tempi, figurarsi oggi che ai bianconeri si richiederà una partita di grande sacrificio, a cominciare dagli attaccanti, per non finire travolti da Higuain e compagnia. Possibile che Colantuono si voti a un prudentissimo 3-5-1-1 con interpreti tutti da svelare. Ci vorrebbe un colpo di genio, una soluzione destabilizzante, chessò, per esempio partire subito con Perica e Aguirre davanti come primi interditori. Di certo, peggio che a Roma non si potrà fare. di Biancamaria Gonano

COLLI MORENICI L'Udinese Club Colli Morenici prende vita nel maggio del 2009 a Tricesimo, presso il bar Al Taj grazie all’idea di Denis Birarda che ne è tutt'ora presidente. Così ci racconta lui stesso: “ Dopo qualche anno ci siamo trasferiti a Sant’ Eliseo di Majano, esattamente nel 2014. Il numero dei tesserati è via via aumentato e nella stagione 2014-2015 ha

raggiunto i 72 iscritti di cui due abbonati nel settore distinti e 16 fedelissimi in curva nord. Il club è molto attento al sociale e si occupa anche di cene di beneficienza, come quella organizzata lo scorso anno con l’Udinese club di Fagagna a favore degli alluvionati di Genova, oppure il riuscitissimo torneo di calcetto per la raccolta fondi dopo il terremoto in Emilia. Oltre al supporto for-

nito per la sottoscrizione degli abbonamenti nella calda estate appena trascorsa, il club organizza trasferte per seguire la squadra anche fuori casa: storiche quelle a Brema, Madrid e Liverpool in ambito europeo, Cesena, Verona, Roma, Bergamo, Bologna, Firenze e Torino, città questa nella quale torneremo il 19 e 20 dicembre per una gita di due giornate approfittando della sfida con i granata di Quagliarella e Padelli. Siamo attivi ha anche con una pagina fb e un sito http://udinese-

clubcollimorenici.oneminutesite.it Nonostante le due ultime stagioni siano avare di entusiasmo sportivo, la fiducia c'è sempre. I veri tifosi non dovrebbero mai perderla anche se devo dire che quest'anno

speravo in qualcosa di più da parte della società, ma alla fine penso che finiremo il campionato tra i primi 12. Manca sicuramente un centrocampista che dia i tempi del gioco ma sto vedendo Lodi in crescita e poi dovrebbe rientrare Guilherme che, se messo nelle condizioni di giocare nel suo ruolo, può rappresentare una pedina importante dai piedi buoni. Per quanto riguarda lo stadio dobbiamo ringraziare sicuramente i Pozzo che ci stanno regalando una struttura fantastica”.

TremilaSport+ | 04 11 2015 | 29


sIDICEVA...

si diceva...

UNA PENNA TRA RUOTE DA LEGGENDA I reportages del grande scrittore bellunese al Giro d'Italia del 1949, vinto da Coppi davanti a Bartali

Q

uando nel 1949 il Corriere della Sera inviò al seguito del 32° Giro d'Italia lo scrittore Dino Buzzati, lettori e uomini di cultura furono presi da una sorta di meraviglia. Erano gli anni del grande dualismo Coppi-Bartali, e furono infatti i due leggendari campioni a concludere in questo ordine la classifica finale della popolare kermesse, precedendo un asso "nostrano", il triestino Cottur. Un Giro che attraversò anche le strade regionali, facendo tappa alla decima a Udine, dove al Campo Moretti tagliò per primo il traguardo Leoni. Anni di ciclismo leggendario, con i tifosi a suddividersi per la gran parte in "coppiani" e "bartaliani" e sono proprio Coppi e Bartali ad apparire sulla copertina del libro composto da Claudio Marabini raccogliendo appunto gli articoli di Dino Buzzati. Quelli che fin dalle prime uscite offrirono netta l'impressione di

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essere stati partoriti da una fantasia che scavalcava la pura e semplice cronaca di un evento sportivo. Articoli che possono di diritto far parte della miglior produzione letteraria dello scrittore bellunese, morto nel 1972. Sullo sfondo del Giro scorrono le immagini di un'Italia da poco uscita dalla guerra e speranzosa in un mondo migliore, gente che anche dagli eventi sportivi sapeva trarre un'indispensabile fiducia nel futuro. E nei reportages di Buzzati si ritrova l'atmosfera di tale desiderio di ripresa, il mondo della provincia italiana, il fresco ricordo di rovine e lutti. Un contesto in cui appunto si stagliavano le figure del vecchio campione Bartali e del più giovane Coppi, idolatrati dalle folle che dalle loro imprese sportive traevano una sorta di messaggio a non mollare. Vi proponiamo qui degli estratti di quel libro, testimonianza di un passato lontano ma comunque indimenticabile.

Tempaccio... Nessuno parla della tappa che ci ha portati in 150 chilometri da Udine ai piedi del Grappa


sIDICEVA...

Nelle immagini: Coppi seguito da Bartali nella copertina del libro dei reportages di Buzzati al Giro d'Italia del 1949, di cui figura nella cartina il tracciato che portò i corridori da Palermo al traguardo finale di Milano. A corredo alcuni passi degli articoli del grande scrittore.

TremilaSport+ | 04 11 2015 | 31


NONsOLOsPORT

CULTURA

Novità su mostre, spettacoli, eventi, personaggi del panorama culturale

MOsTRE

MIRO' NOTTURNO A VILLA MANIN

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oan MirJoan Mirò viene spesso ricordato come uno dei capostipiti del surrealismo, insieme a Dalì, Magritte, Ernst e molti altri. In realtà nella sua lunga carriera l’artista spagnolo ha saputo fare propri i diversi movimenti avanguardistici del secolo scorso, lasciandosi influenzare dalla violenza cromatica delle opere di Matisse ma soprattutto dall’astrattismo dei dipinti di Kandinskij e in seguito dall’istintività di quelli di Pollock. Ma è in età matura che Mirò ha iniziato a sviluppare un suo personale e davvero riconoscibile stile. Palma di Maiorca, da rifugio ideale durante l’invasione tedesca in Francia, diviene selvaggio e incontaminato ambiente per la sua tarda e prolifica produzione. “Joan Mirò. Soli di notte” è l’esposizione, con sede a Villa Manin di Passariano, dell’opera di questo ultimo periodo artistico del maestro. La mostra, aperta fino al prossimo 3 aprile, raccoglie duecentocinquanta fra suoi dipinti, sculture, disegni e stampe, oltre a oggetti personali che furono per lui fonte d’ispirazione, molti dei quali mai mostrati al pubblico in Italia; è anche presente una selezione di fotografie ritraenti Mirò firmate Cartier-Bresson, Mulas, Brassai, List, Man Ray. In questo percorso, accompagnato dalle piacevoli suggestioni sonore del compositore Teho Teardo, abbiamo finalmente l’occasione di osservare i frutti di un periodo di incessante sperimentazione, dai primi anni ’50 alla sua scomparsa, avvenuta nel 1983 all’età di novant’anni. In questi ultimi decenni la sua diventa una pittura essenziale, a volte aggressiva, primitiva, ma che richiama comunque la vitalità della natura che lo circonda. La mostra è aperta dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19. Biglietto intero 12€, ridotto 10€. Massimo Gaudino

JEFFERY DEAVER

HARD NEWs RIZZOLI

Randy Boggs è innocente. Rune, ambiziosa assistente cameraman in un notiziario locale newyorkese, ne è convinta. Prove inconsistenti, indagini superficiali, testimonianze frammentarie, tutto fa pensare che dietro a una frettolosa condanna per omicidio si nasconda una grande storia che aspetta solo di essere raccontata. Rune ricostruisce tutta la vicenda partendo dal cortile in cui Hopper è stato assassinato. Proprio lì la ragazza trova un nuovo testimone, ma il giorno della trasmissione, il servizio scompare nel nulla, cancellato dal sistema e rubato dalla scrivania di Rune, e il testimone viene trovato morto. La polizia parla di un incidente, ma la ragazza comincia a sospettare che dietro ai due eventi si nasconda il vero assassino di Hopper.

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L’ANGOLO DELLA

LETTURA

CAMILLA LACKBERG

TEMPEsTA DI NEVE E PROFUMO DI MANDORLE MARSILIO

Manca poco meno di una settimana a Natale. Adagiata contro le rocce grigie, con le sue casette di legno ammantate di neve Fjällbacka regala uno spettacolo particolarmente suggestivo, un paesino fiabesco affacciato sul mare di ghiaccio. Martin Molin, collega di Patrik Hedström alla stazione di polizia di Tanumshede, ha raggiunto la fidanzata Lisette sulla vicina isola di Valö per una festa di famiglia. Mentre il vento infuria, durante la cena il vecchio patriarca dall'immensa fortuna muore improvvisamente. Nell'aria si avverte un vago aroma di mandorle amare, e a Martin Molin non resta che cercare di far luce su quella morte misteriosa. Intanto, la violenta tempesta che agita le acque gelide dell’arcipelago non accenna a placarsi, e ogni contatto con la terraferma è interrotto.

CHARLOTTE LINKE

L’INGANNO CORBACCIO

Quando Jonas e Stella Crane ricevono la visita della madre biologica del loro bambino, Sammy, capiscono che stanno per precipitare in un incubo. Il nuovo compagno di Terry è un uomo violento, un manipolatore e di sicuro non è mosso dall’impulso di appagare il desiderio della giovane donna di rivedere il figlio dato in adozione appena nato. Dentro un incubo, invece, si trova già Kate Linville, poliziotta di Scotland Yard, da quando il padre, ispettore di polizia in pensione, è stato trovato brutalmente assassinato a casa sua nello Yorkshire. Kate non si fida degli agenti che si occupano del caso, sa che suo padre nel corso di un’integerrima carriera si è fatto molti nemici fra i delinquenti che ha contribuito ad arrestare, ma tutte le indagini in quella direzione sembrano portare a un punto morto. E nel frattempo una donna viene uccisa nello stesso identico modo…

MATILDE AsENsI

JOHN TAYLOR

RIZZOLI

ARCANA

Ottavia Salina è di nuovo coinvolta in una missione misteriosa, una ricerca nelle pieghe più oscure del Cristianesimo. Smesso l’abito da suora e chiuso ogni rapporto con il Vaticano, suo massimo committente nella decifrazione di antiche scritture, oggi Ottavia è una brillante ricercatrice di Paleografia all’Università di Toronto innamorata del marito, l’archeologo Farag Boswell. Tuttavia è molto difficile essere al sicuro quando si è custodi di un passato eccezionale. Una coppia di multimilionari appassionata di antichità e reliquie, infatti, individuato il talento di Ottavia e Farag, li coinvolge nella ricerca degli ossari contenenti i resti di Gesù e della sua famiglia...

JPer la prima volta, John Taylor racconta la sua incredibile storia. Un romanzo di sogni realizzati, di lezioni imparate e di demoni conquistati. Timido figlio unico, Nigel John Taylor non sembrava destinato allo stardom del pop e alle masse di ragazze sovraeccitate. Ma quando si disfò del suo primo nome e imbracciò un basso elettrico, tutto cambiò. In questa avvincente autobiografia, John rievoca i momenti più entusiasmanti della sua carriera: gli incontri con autentiche icone, gli appuntamenti con le modelle di «Vogue», le macchine veloci, il tutto vissuto mentre suonava e lavorava con la band che amava. Ma non dimentica i tormenti che lo condussero sull’orlo dell’autodistruzione, le dure lotte che ha dovuto affrontare prima di dare una svolta positiva alla sua esistenza.

IL RITORNO DI CATONE

NEL RITMO DEL PIACERE


le belle di TremilaSport

UDINEsECALCIO

Giulia

Deanmiocic.com

Statuaria


le belle di TremilaSport

34 | 04 11 2015 | TremilaSport+


le belle di TremilaSport

TremilaSport+ | 04 11 2015 | 35


le belle di TremilaSport Giulia Elegante lascia i concorsi di bellezza per dedicarsi al lavoro di modella fotografica

MEGLIO I SET

CHE LE PAssERELLE

A

ma i set di posa più delle passerelle, Giulia Elegante, ventenne modella friulana di lontane radici venete che nella recente kermesse per l’elezione della nuova testimonial di un centro commerciale dell’hinterland udinese si è aggiudicata una delle fasce in palio. “Ma è stata l’ultima mia partecipazione a questo tipo di manifestazioni – assicura - , perché quel mondo non mi affascina più di tanto e preferisco dedicarmi al lavoro di modella fotografica”. Le peculiarità, al proposito, non le fanno difetto, grazie ad un fisico longilineo abbinato ad una significativa intensità espressiva, doti che in sostanza le fanno “bucare” l’obiettivo. Diplomata geometra (“Senza averne la vocazione”, lei

36 | 04 11 2015 | TremilaSport+

sottolinea), Giulia ha un passato sportivo nella pallavolo, nel nuoto e nella ginnastica artistica e dal proprio futuro spera di ricevere delle soddisfazioni professionali ancora non chiaramente identificabili. Testarda, spontanea e amichevole, come si autodefinisce, è anche molto amante degli animali: “Avevo un cagnolino ed ora gli ho dato per compagno…un gatto – sorride - . E come vanno d’accordo!”. Viaggiare è una delle sue passioni, insieme a quella della musica (“Ad alto volume, mi scarica e mi piace ballarla”), e il ricordo di una vacanza a Palma de Maiorca le riempie ancora il cuore e la mente: “Fu la mia prima indipendente e mi diede un indimenticabile senso di libertà”, ricorda. Un flash back lo riserva poi ai suoi esordi in passerella: “A

quindici anni, stimolata dagli amici, feci la prima uscita a Mortegliano ma non ebbi successo e per un po’ lasciai perdere. Ci riprovai due anni fa nel centro commerciale in cui ho vinto la recente fascia e fui prima. Ma adesso, appunto, voglio chiudere con le passerelle e dedicarmi al lavoro di modella e ragazza-immagine”.


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BORIs, L'UOMO CHE VENNE DALL'EsT Ricordo di Kristancic, l'allenatore sloveno che condusse la Snaidero nella massima serie di EDI FABRIS

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n altro pezzo di storia della pallacanestro friulana, Boris Kristancic, l’ “ingegnere”, se n’è andato nei giorni scorsi a Lubiana all’età di 83 anni. Il suo nome è inevitabilmente abbinato al boom del basket della Snaidero, che nel 1967/68, sotto la sua guida tecnica, salì in serie A e successivamente infiammò, nella bolgia dello storico “Marangoni” prima e nel nuovo “Carnera” poi, un pubblico che per la prima volta era spettatore di spettacoli cestistici di così alto livello. Da Udine nessun avversario “usciva vivo” (lo fece il primo anno di A solo l’immenso Simmenthal Milano) e l’entusiasmo, con il calcio bianla promozione conero relegato allora in serie C, della snaidero era a mille in tutti gli ambienti sportivi cittadini e friulani in gein serie A nerale. Un’epoca d’oro di cui Kristancic fu appunto protagonista, un divo schivo e part time, visto che mai si stabilì a Udine, preferendo il quotidiano pendolarismo in auto (sulle strade di allora, quando l’Italia e la Jugoslavia era ancora politicamente molto distanti e divise da confini austeri) tra la sua Lubiana e il capoluogo friulano. Rino Snaidero, il popolare “Rino marangòn” di Majano divenuto re delle cucine componibili e presidente del club dai colori arancione, aveva in sostanza visto giusto, ingaggiandolo su consiglio del ds Manlio Cescutti, fratello di uno dei pilastri della squadra, il grande Nino.

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L'AsCEsAE dalla serie B arrivarono appunto i grandi successi che proiettarono in alto il nome Snaidero. Chi scrive lo conobbe da vicino nella prima, importante conferenza stampa cui venne comandato e da giornalista agli esordi si ritrovò seduto attorno ad un tavolo, nella sede della società in piazza Primo Maggio a Udine, accanto a molti protagonisti della stampa e del basket di allora: il patron Rino Snaidero, appunto Kristancic e giornalisti molto noti come Isi Benini, Plinio Palmano, Ivan Naliato e Claudio Cojutti. L’occasione non era delle più felici, poiché veniva comunicato che l’unico americano permesso allora (si era nel ’71/72), Nelson, aveva deciso di mollare tutto e rientrare negli Usa, lasciando la Snaidero in “braghe di tela”. Una situazione spiacevole che sia il patron che l’allenatore commentarono comunque con toni misurati, con la squadra a diventare “all Italy” ed Enrico Bovone ad essere promosso al ruolo di “americano d’Italia” sotto i tabelloni. E fu comunque una Snaidero che faceva tremare ogni avversario, attirando al Carnera, inaugurato l’anno prima, folle di spettatori che riempivano il palazzo dello sport in ogni buco praticabile. Il giorno di quella mitica conferenza stampa l’impressione che trassi dell’ “ingegnere” fu la stessa di tutti coloro che l’avevano frequentato o solamente avvicinato: un uomo senza alcuna spocchia, professionale nell’atteggiamento, che trattava con pari signorilità

il colto e l’inclita, la persona importante e quella dietro le quinte. Ma com’era Boris Kristancic in campo e in spogliatoio? TEsTIMONIANZA DI EX Una testimonianza diretta giunge da Ferruccio Tomat, classe ’50, giovane di belle speranze di allora in un gruppo zeppo di campioni: “La preparazione atletica di Kristancic era durissima – ricorda l’ex lungo arancione - , tanto che in un’occasione ci fece persino correre la classica cavallina sulla sabbia di Lignano. Io e Fiorini non entravamo praticamente mai in campo ma lui non giustificava le sue scelte a nessuno. Zitti e mosca. I suoi pilastri erano Joe Allen, Cescutti, Bisson, Gergati, Pellanera, Sarti, Paschini e Melilla. A fine allenamento o dopo le partite nessun rapporto personale, risaliva in macchina e tornava a Lubiana, dove talvolta ci portava ad allenarci al Tivoli, impianto all’epoca avveniristico”. In quanto a schemi, Tomat ricorda poi la loro semplicità: “Non c’erano troppe alchimie, si giocava un po’ alla slava, ovviamente. La manovra era sostanzialmente a beneficio di Joe Allen, che con la sua stazza dominava sotto canestro, e quando l’americano non andava a segno, un taglio ed ecco Bisson a supporto. C’era poi il tiro di Cescutti e Gergati a completare l’opera, con Melilla in regia”. A Carnera malinconicamente chiuso da tempo e con il grande patron Rino scomparso da tempo, ora l’addio all’ingegnere: la sensazione di chi ha vissuto quel periodo è che si tratti di un’epoca d’oro sicuramente irripetibile.


BAsKET PERSONAGGI

VANUZZO, LUNGO BICENTENARIO

CAMPIONATI

E TARCENTO GUIDA LA FILA

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alle luci della ribalta di più di trecento partite in serie A e dai fasti dello storico tricolore conquistato a quarant'anni come capitano della multietnica Sassari della scorsa stagione, a giocatore chiamato a offrire un contributo decisivo per i sogni di promozione in A2 dell'Apu. Sicuramente un bel salto e una bella sfida per Manuel Vanuzzo, al quale abbiamo chiesto quali motivazioni l’abbiamo portato a scendere di due categorie per accettare le offerte di Udine. “Rispetto alla prospettiva di rimanere a Sassari con un ruolo di “capitano non giocatore”, dopo aver vagliato diverse offerte, fra cui quella più insistente di Trapani, ho deciso di accettare la sfida che mi hanno proposto a Udine in una società ambiziosa che non prevede assolutamente un “piano B” rispetto alla promozione in A2 - dice il lungo di Dolo - . La motivazione principale è stata in ogni caso la voglia di giocare: mi sento integro e desideroso di tornare a confrontarmi con tanti giocatori italiani dopo anni passati a battagliare sotto canestro con gli stranieri che purtroppo occupano i roster di tutte le squadre di serie A”. Quali sono le difficoltà maggiori incontrate nella nuova categoria? “La maggiore è legata al diverso metro arbitrale che ho trovato in serie B e a cui mi devo ancora abituare.Sicuramente il fatto che siano in due invece di tre è già di per sé causa di un diverso sistema di valutazione, quello che mi costringe di volta in volta a tarare l’atteggiamento in

campo, rispetto agli arbitraggi certamente più uniformi della massima serie”. Qual è il bilancio di questa prima parte della stagione che “deve” concludersi con la promozione e quali sono le avversarie più temibili? “Siamo una squadra molto ben attrezzata, con una panchina molto lunga e guidata da un tecnico abituato a gestire le pressioni, esperto e di assoluto valore come Lino Lardo. Non dobbiamo però assolutamente cedere a cali di tensione, come accaduto con Orzinuovi , e dobbiamo migliorare ancora nei movimenti con la palla e imparare a leggere meglio i momenti delle partite, rinunciando di ricorrere sempre al corri e tira e giocando più di squadra, come pretende sin dall’avvio della stagione il tecnico. In quanto alle candidate alla promozione forse è ancora presto per delle indicazioni nette, ma credo che nel girone Orzinuovi e Bergamo saranno le compagini che ci daranno più filo da torcere mentre per le final four molto alte sono a mio avviso le quotazioni di Piacenza.” Guardando al tuo futuro, quando pensi arriverà il momento della tua uscita di scena? “Ho lasciato la Dinamo con l’impegno di risentirci quando arriverà quel momento, per valutare se ci saranno le possibilità di iniziare a lavorare a bordo campo: ho passato nove anni a Sassari e oramai mi sento quasi un sardo di adozione. Comunque è ancora presto e l’eventuale decisione andrà condivisa con la mia compagna, dalla quale ho avuto da poco il mio primo figlio.” Giuseppe Passoni

entre in A2 la Pallacanestro Trieste si arena a Recanati dopo due vittorie consecutive, in B l’Apu di capitan Vanuzzo (intervista in pagina) batte Crema solo all’overtime, mantenendosi solitaria in scia della capolista Orzinuovi e apprestandosi alla prossima, sulla carta non proibitiva trasferta di Padova. In C Gold, in una classifica cortissima, Tarcento si ferma ad Arzignano, mantenendo comunque la testa della graduatoria in compagnia anche delle altre due regionali Ardita Gorizia e Jadran Trieste. Corno di Rosazzo segue comunque a due sole lunghezze, mentre Spilimbergo annaspa nei bassi fondali, reggendo il fanalino di coda con 2 soli punti insieme alla Guerriero Padova. In B femminile, Basket School Udine e Muggia inseguono a braccetto al secondo posto, a due punti di distanza, la capolista S.Martino, mentre più sotto si difendono a quattro lunghezze Monfalcone e Piemme Trieste. Più staccate ma in linea di galleggiamento Isontina e Oma Trieste. A livello regionale, in C Silver è il Bor a fare da battistrada, con il quintetto formato da Ubc, S.Daniele, Romans, Breg e Latisana ad incalzare

seppure a ben quattro punti di distanza. Ancora a secco dopo quattro incontri la matricola Grado. Nei due gironi di serie D, nel “Pituello” sono in fuga Cordenons e Aviano a punteggio pieno dopo quattro gare, ma rimane in scia il Feletto di Lorenzo Bettarini a due lunghezze. Ancora al palo il Rorai. Nel “Gasparo”, a punteggio pieno la Goriziana, con il Duino due punti sotto. Dinamo Gorizia a digiuno di vittorie dopo le prime quattro giornate.

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CALCIOUDINEsE

SERIE B1 FEMMINILE

LE ALI PADOVA - LIBERTAS MARTIGNACCO 3-2

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UDINEsECALCIO VOLLEY

Photo Andrea Moratto TremilaSport+ TremilaSport+| 04 | 0411112015 2015| 041 | 41


VOLLEY

PRIMO PIANO

PALLEGGIATRICE

E MISS

Letizia Ciani, dopo la Pav Udine, gioca in B2 con la Libertas Trieste

PECULIARITà Palleggiatrice, grande carattere, Letizia Ciani è alla Libertas Trieste dopo la Pav Udine

Spero di riuscire ad entrare nella facoltà di Scienze motorie, per rimanere anche un domani nello sport

“C

hi lascia la strada vecchia per la nuova…” recita un famoso p r ove r b i o . M a a volte la saggezza popolare non si dimostra essere così vera. Infatti Letizia Ciani, dopo i trascorsi alla Pav Udine, sembra essersi perfettamente ambientata nella Libertas, la squadra triestina in cui ha iniziato a giocare quest’anno, dove, considera l'atleta di Pasian di Prato, “l’amicizia fra noi non svanisce una volta terminato un allenamento o una partita, ma continua anche fuori dal campo.” Una società, come lei stessa riferisce, che ha in primis un obiettivo irrinunciabile: “La salvezza è sicuramente il principale. Ci sono infatti la convinzione e la speranza di poter fare ancora meglio rispetto all’anno scorso. Siamo un gruppo di atlete molto affiatate, un team motivato e impegnato, su questo non ci piove". Riesci a conciliare al meglio gli impegni scolastici con quelli

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sportivi, visto che ti devi trasferire più volte la settimana a Trieste per gli allenamenti e gli incontri? “Si, certo. Frequento l’ultimo anno dell’istituto tecnico Deganutti di Udine e spero innanzitutto di riuscire a superare gli esami di maturità. Dopodiché vorrei poter realizzare il desiderio di iscrivermi e soprattutto venire ammessa alla facoltà di scienze motorie. Mi piacerebbe insomma focalizzare gli studi su quella che è la mia passione, lo sport. E la mia intenzione ovviamente è continuare nel contempo a giocare.” Quale il tuo punto di forza e quello che ritieni da migliorare? “Sono palleggiatrice e posso dire che la grinta non mi manca.e m'impegno sempre a sostenere e incitare le compa-

gne durante gli incontri. E sono anche una persona abbastanza testarda, che prova e riprova, tenta e ritenta. Al di là di questo sento un forte bisogno di crescita, perchè essendo una delle più giovani ho molto da imparare dalle compagne più esperte”. s e h a i d e l te m p o l i b e r o come lo investi? Hai altre passioni, un hobby? “Mentre d’inverno sono sempre molto impegnata, d’estate mi piace dedicarmi a sfilate e concorsi di bellezza. In particolare ho gareggiato per il titolo di Miss Excellence e di Miss Mondo Carnia: quest’ultimo l’ho vinto.” In futuro, fino a quando ti immagini ancora sul campo, a ribattere il pallone oltre la rete? “Nella speranza che la

mia carriera sportiva continui nel migliore dei modi, il mio sogno è poter praticare questa disciplina finché mi sarà possibile. E oltre a questo spero di potermi impegnare un giorno in un lavoro soddisfacente”. Fino a qualche tempo fa eri fidanzata con l’ex portiere dell’Udinese, attualmente al Como, simone scuffet: Cosa ci puoi dire di lui ? "Simone è senza dubbio un ottimo giocatore e lo testimonia il fatto che esordire in serie A a diciassette anni è cosa assolutamente rara. La dedizione, la passione per lo sport che pratica possono sicuramente essere di esempio per tutti i giovani. Gli auguro quindi che la sua possa essere una carriera costellata di successi.” Massimo Gaudino


VOLLEY VOLLEY

SERIE C FEMMINILE

Photo Andrea Moratto

VOLLEYBAS - VOLLEY PORDENONE 0-3

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ALTRI sPORT

DIVI IN VASCA T

La Pallanuoto Trieste al top ma da matricola punta alla salvezza rieste e la pallanuoto. Un sogno che si realizza nella scorsa stagione con una storica promozione in A1. Ragazzi terribili fra cui capitan Giorgi, il sedicenne Podgornik, il portiere paratutto Jurisic, il talentuoso Petronio e un tecnico, Stefano Piccardo, ligure di 44 anni che si è incollato addosso l’etichetta di vincente. Una squadra che, al termine di un’entusiasmante cavalcata, batte Catania alla piscina Bianchi davanti a 1600 spettatori e si ritrova nell’élite della pallanuoto italiana. L’allenatore, genovese di Voltri con alle spalle due campionati di A2 vinti con Imperia e Como, è stato confermatissimo in estate, ritrovando un nucleo consolidato di giovani promettenti con l’innesto di Popovic. Il campionato di A1 è certo un’altra cosa e le difficoltà si sono subito presentate per la squadra alabardata che occupa le parti meno nobili della classifica. Nella quarta giornata di andata del campionato la squadra neopromossa in A1 si era arresa alla Canottieri Napoli (10-11) ma i giovani triestini avevano lottato su tutti i palloni e dimostrando di possedere grandi doti pronte ad emergere, seppur con numerosi errori. Sabato scorso infatti, al termine di un acceso duello sportivo, Trieste si è imposta per 12-13 sull'Ortigia a Siracusa, conquistando così il primo storico successo nel campionato di serie A1 maschile e i primi tre punti fondamentali nella lotta per la salvezza. Così Piccardo spiega l’inizio di questa nuova avventura e parla degli obiettivi per la stagione: “Non siamo partiti bene nelle prime giornate, facendo i conti con

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SOCIETA' CHI LA GUIDA

STAFF DIRIGENZIALE Consiglio Direttivo Presidente: Enrico Samer Vice-presidente: Renzo Colautti

vari infortuni, come quello alla schiena di Elia Spadoni, classe ‘97, una delle pedine più importanti del nostro scacchiere. Ora stiamo attendendo i risultati degli esami e confidiamo in un suo recupero. Per il resto siamo in un buono stato di forma e speriamo di tirar fuori ciò che di positivo è stato fatto nella scorsa stagione. La vittoria di sabato è maturata al termine di una partita di alto livello da parte nostra e non deve rimanere isolata. Lo scorso campionato abbiamo vissuto una favola che si è materializzata in una splendida realtà. Adesso siamo fra le grandi e dobbiamo dimostrare ciò che sappiamo fare". La grande percentuale dei nostri giocatori proviene dal vivaio cittadino. "Certo, ed è un fatto altamente positivo. Il nostro obiet-

Consiglieri: Mario Giamporcaro, Gianfranco Semez Collegio dei Probiviri Presidente: Sergio Franco Membri effettivi: Lorenzo Bevagna, Stelvio Giacomini Collegio dei Revisori dei conti Presidente: Maura Busico


ALTRI sPORT

tivo resta la salvezza, anche attraverso i play out. I ragazzi devono capire che le insidie sono soprattutto di natura emotiva. Siamo una squadra molto giovane che deve ragionare in termini molto diversi rispetto allo scorso anno in cui vincemmo tutte le partite. C’è da lavorare per metabolizzare al meglio il passaggio ad una categoria superiore tenendo conto che giochiamo in uno dei campionati più difficili e belli al mondo. Per noi è insomma un onore e un onere”. Lei ha dichiarato più volte il suo amore per la città giuliana: “Trieste ha capito la nostra forza travolgente nei mesi scorsi e ci ha seguito con molta passione, con una media di 700 persone ad incontro con punte anche di 1500-1600 persone, numeri impensabili per questo sport. Sono sempre stato profondamente innamorato di questa città sin da quando ci venivo da atleta e da allenatore e mi considero molto fortunato ad essere stato scelto e confermato dal presidente Enrico Samer. Provengo da Genova che per molti aspetti è simile a Trieste.

Il mare non può mancare nella mia vita”. Come giudica l’organico a sua disposizione? “ Ci siamo rinforzati con Marko Elez che è stato finalista di Coppa Campioni con il Rijeka e che rappresenta la guida esperta in una posizione chiave di cui avevamo bisogno, e con Grummy Gustavo Guimaraes, un brasiliano di vent' anni. Il programma della società è di guardare in prospettiva, con molti innesti dal settore giovanile, e infatti la nostra campagna acquisti non è stata faraonica. Alle spalle ci sono formazioni giovanili interessanti, le Under 20, 17, 15 (con la squadra femminile terza in Italia) e 13, e anche i bambini si avvicinano al nostro sport, affascinati dagli schemi o dalle palombelle dei nostri giocatori. Ci sono le premesse per vedere Trieste tra le prime 8-9 principali realtà nazionali ed un futuro senz’altro più che roseo”. Due promozioni, con Trieste una regular season con 21 vittorie in 22 gare e l’accesso alla finale. Qualcuno la chiama Mago. Lei cosa dice? “Non mi vedo assolutamente in questi termini e resto molto umile. Sono innamorato del mio lavoro, questo sì. Ho la fortuna di fare il lavoro che mi piace e di viverlo anima e cuore, con passione e a trecentosessanta gradi in una città che considera noi e i giocatori del basket come i grandi campioni del calcio che qui è quasi morto. Siamo senza dubbio gli sportivi più seguiti e questo ci inorgoglisce. La città ha fame di grandi eventi sportivi e le 1500 presenze di gara-3 lo dimostrano. I nostri valori e il nostro modo di concepire lo sport sono molto simili al rugby. Purtroppo c’è una pecca che complica un po’ i nostri programmi nella preparazione: sarebbe bello infatti disporre di un impianto tutto nostro. Alla Bruno Bianchi siamo ospiti del

Adesso siamo fra le grandi e vogliamo rimanerci, anche passando dai play out centro federale, con la A1 abbiamo sicuramente più spazi ma siamo condizionati dalle decisioni di altre persone per gli orari e i giorni di allenamento. Inoltre non possiamo svolgere la seduta defatigante la domenica perché la piscina è impegnata. Ogni tanto frequentiamo la piscina di 25 x12 ma è troppo piccola per le nostre esigenze. Potessimo disporre di

uno spazio tutto nostro idoneo, lavoreremmo più sereni”. Chi sono i candidati al titolo? “ Nel nostro campionato vince sempre Recco e la finale sarà certamente Lecco-Brescia, con Posillipo Napoli come outsider. Noi senz’altro parteciperemo invece alla final four dei play out per salvarci”. Biancamaria Gonano

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sPECIALE LIBERTAs

Pioggia di medaglie per il Judo Villanova

GINNASTICA

MEMORIAL DOSE ALLA LIBERTAS MARTIGNACCO

Cigalotto, Mattia Menegatti, Samuel Serodine (primi nelle rispettive categorie) e Riccardo Pasut (terzo).. ■ Lo Skorpion Pordenone festeggia l'ingresso di un suo atleta nel già corposo elenco delle cinture nere societarie. Si tratta di Enrico Sartor, protagonista al memorial Tiberi di Spilimbergo. Per il blasonato club pordenonese sono saliti sul tatami anche gli esordienti Carlo Rosso (categoria -40kg, che con due incontri vinti e uno perso si è classificato terzo, nella foto il podio), Anna Zoff (che ha combattuto in una categoria di peso superiore ottenendo un quinto posto) ed Elena De Bortoli. Tra i cadetti si sono registrati la quinta piazza di Ivan Grando e la settima di Giovanni Rosso. Dal gruppone dei più grandi è arrivato il bronzo di Alberto Ciardo.

■ In terra purliliese, il 14 e 15 novembre il palasport Cornacchia ospiterà il 21° Trofeo nazionale giovanile Libertas "Città di Porcia", organizzato in collaborazione con il locale Judo club. Sabato 14 novembre si confronteranno i tesserati delle categorie Esordienti A e B, mentre la domenica è riservata alle classi preagonisti. Il termine per le preiscrizioni è venerdì 6 novembre all'indirizzo telematico judo.libertasnazionale@gmail.com. Possono partecipare anche i tesserati Fijlkam.. ■ Si susseguono gli impegni agonistici per i ragazzi della polisportiva Villanova Judo Libertas di Pordenone che, dopo il Città del Mosaico e il Trofeo Internazionale di Capodistria,

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hanno partecipato al Trofeo Città di Lodi, una trasferta ancora una volta ricca di medaglie. Sono infatti rientrati con l'oro al collo Yasmine Dene, l'argento per Francesco Sanapo, e il bronzo di Nicolae Bologa e Kenny Bedel. Positivi piazzamenti per i compagni di club Axel Andrijczuk (7°), Giovanni Boscaia (idem) e Marvin Bedel (13°). E' stata poi la volta dei giovanissimi (classe 2004) a coprirsi di gloria, scendendo sui tatami del Palasport di casa, impegnati nella quarta tappa del Criterium Giovanissimi. Emma Aldeni è salita sul gradino più alto del podio e Chiara Camilot sul terzo, praticamente un ruggito, considerando che erano al loro debutto agonistico. Non da meno sono stati i più esperti Andrea

■ Riparte il Criterium Giovanissimi dopo la pausa estiva ed il Judo Club Tolmezzo porta in gara 17 grintosi judoka. È la prima gara per molti degli atleti tolmezzini ed è andata molto bene. Dal 2004 al 2009 si sono così piazzati: al primo posto Florida Gabriele, Mari Gaia, Dionisio Fabio, Pasqui Francesco, Bonanni Ivan e Conte Sirio. Secondi classificati Concina Dimitri, Marcolini Alessandro, Serli Miguel, Cargnelutti Gabriele, Biscosi Benedetta, De Caneva Aurora, Zinutti Davide e De Ninno Chiara. Medaglia di bronzo per Larcher Ignazio, Gortani Anthony e Cappello Giacomo. Sempre domenica 25 ottobre a Dueville (Vicenza) in gara di Coppa Italia Cadetti valevole per il triveneto, Zarabara Mattia e Lara Mari sono saliti sul podio rispettivamente al 2° e 3° posto.

La Libertas Vannello volley Martignacco ha vinto la settima edizione del Memorial Andrea Dose per squadre Under 16, istituito in ricordo dell'atleta e allenatore di Gonars, per volere dei genitori Clara e Giuliano. La manifestazione sportiva della Libertas si è disputata nelle palestre di Trivignano Udinese e Gonars e vi hanno partecipato, con la vincitrice Libertas Martignacco, la Libertas Gonars, classificatasi seconda, il Volley Ball Gemona, terzo, ed il Rizzi Volley; quale migliore atleta del torneo è stata premiata Elisa Fabbro, della Libertas Vannello Martignacco. L'evento è stato organizzato e coordinato dal responsabile settore pallavolo della Libertas Mauro Vicedomini e alla cerimonia di premiazione sono intervenuti, tra gli altri, i Sindaci di Gonars Marino del Frate e di Trivignano Udinese Roberto Fedele, il Vice Sindaco di Santa Maria la Longa Fabio Petenà, il Presidente fondatore della Libertas Gonars Carletto Candotto, l'attuale Presidente Silvano Menon e il Presidente Regionale Libertas Bernardino Ceccarelli.

UDINE | TRIESTE | PAD

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sPECIALE LIBERTAs

IN BREVE

LA DELSER BASKET FA 5 SU 5 LIONS AL FIANCO DI PORCIA EDUCAZIONE

Terza Giornata Annuale di promozione dello sport ■ "Piccoli attrezzi per grandi utilizzi" sarà il tema conduttore della terza giornata annuale di promozione dell’attività sportiva nelle scuole, organizzata per il 5 novembre dal Centro Provinciale e Regionale Libertas e dall’Ufficio Educazione Motoria, Fisica e Sportiva dell’Ufficio VI dell’Ambito Territoriale per la Provincia di Udine coordinato dal prof. Claudio Bardini e che si articolerà in due parti. Nella giornata saranno infatti coinvolti rispettivamente allievi di una scuola per l'infanzia e una primaria ed i laureandi di scienze motorie a Gemona, ai quali parlerà Prof. Francesco Cuzzolin, preparatore fisico della nazionale di basket e massima espressione della preparazione fisica atletica a livello europeo. "Questa ormai tradizionale collaborazione con il mondo scolastico-sportivo della provincia di Udine - ha rilevato il Presidente della Libertas regionale Bernardino Ceccarelli - rientra tra gli scopi cardine dell'Ente di promozione sportiva: quello della formazione, che ci vede attivi nell'organizzazione di corsi, seminari e convegni sia a livello tecnico, sia medico, il cui successo ci sostiene e ci sospinge a proseguire con crescente impegno". Questa iniziativa, rivolta oltre che ai laureandi in scienze motorie, anche ai maestri delle scuole dell’infanzia e

primaria, a docenti di educazione fisica, tecnici, operatori sportivi e preparatori fisici di Friuli Venezia Giulia e Veneto, si avvarrà inoltre della fondamentale collaborazione della docente dell’Istituto Comprensivo di Tavagnacco dott. Gloria Aita, del Corso di Laurea di Scienze Motorie Sportive di Gemona e della dott. Alessia Sergon, esperta nel proporre esercizi e giochi coinvolgenti le giovani popolazioni scolastiche, che in mattinata eseguirà una dimostrazione con gli allievi di Feletto Umberto. Questa parte dell'iniziativa comprenderà anche le riprese di un video didattico che sarà utilizzato nell'ambito di uno specifico seminario già in preparazione per l'inizio del prossimo anno. Nello stesso pomeriggio del 5 novembre a Gemona ci sarà invece l'intervento del prof. Cuzzolin che, alle ore 14.30, nella palestra del D'Aronco si avvarrà anche di dimostrazioni pratiche con giovani studenti. "L'obiettivo, comune a quello della Libertas ha spiegato il prof. Bardini - è di coinvolgere sempre più giovani, strappandoli alla dilagante sedentarietà e avviandoli alle attività motorie, poiché solo così si compie il primo indispensabile passo che poi può portare anche a svolgere delle attività sportive vere e proprie".

DOVA | MILANO | PRATO

■ È La Delser Basket School domina la gara e si porta a casa la quinta vittoria consecutiva, imponendosi al PalaBenedetti per 64-38 sulla Thermal Basket nella sesta giornata. Un’ennesima conferma dell’ottimo inizio di stagione della formazione udinese che, con la partita di questa sera, si guadagna il suo decimo punto in classifica, facendo intravedere segnali assolutamente positivi. «Prima della partita – commenta Alessandra Mio – eravamo tranquille anche se, non avendo mai incontrato la Thermal Basket prima di oggi, non sapevamo contro chi ci saremmo confrontate. Eravamo a conoscenza del fatto che le nostre avversarie arrivavano da tre vittorie consecutive, ma anche noi, oltre al fattore campo, avevamo alle spalle un ottimo periodo. La partita tutto sommato è risultata semplice perché fin dall’inizio abbiamo trovato un vantaggio cospicuo che poi abbiamo mantenuto fino alla fine. È vero che nel secondo tempo abbiamo avuto un leggero calo che però non ha influenzato più di tanto il proseguo della gara. Sono contenta perché tutte hanno avuto il loro spazio, soprattutto le più giovani che hanno risposto bene alla fiducia data loro. È stata quindi una vittoria collettiva e un segnale positivo per migliorare e affrontare al meglio i prossimi impegni» ■ Il Lions Club Porcia ha donato alla Pattinaggio Libertas Porcia un defibrillatore. Un'apposita serata informativa permetterà di istruire l'associazione sulle metodologie del primo soccorso e sull'uso dell'apparecchiatura salvavita. Alla cerimonia di consegna sono intervenuti Luigi Luca Da Riva (presidente del Lions purliliese) e gli associati della Libertas Porcia, guidati dal massimo dirigente Pierino Gava.

Tel. 0432 690761 info@ceccarellionline.it www.ceccarelligroup.com TremilaSport+ | 04 11 2015 | 47


TREMILAITINERARI MTB

www.natisoneinbici.it

a cura di STEFANO OSSO

DA CIVIDALE A sPECOGNIs

C

roCTaL, BiMoBIS, CS2, A-13 non sono nuovi farmaci contro la depressione ma i fantasiosi nomi dati ai vari progetti per il cicloturismo nelle Valli del Natisone. La zona è talmente bella che Comunità Montana, Provincia, Unione Europea, unione dei Comuni, ognuna per proprio conto, hanno “creato” degli itinerari cicla-

bili che risalgono il fiume a nord di Cividale: peccato solo che in realtà il percorso sia sempre lo stesso, lungo il quale appaiono diverse tabelle e differenti indicazioni per segnalare un’unica via. Lungo l’asta del Natisone è inoltre attivo un progetto per la definizione del “Parco Fluviale Transfrontaliero del Natisone” che ha tra i suoi obiettivi anche quello

Fontana a Biacis con Francesco Giuseppe

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della valorizzazione cicloturistica della zona. Per scoprirla proponiamo un giro presentato nel 2014 in occasione della prima “Festinparco”, una manifestazione organizzata proprio per fare conoscere gli scopi del progetto del parco fluviale. L’anello inizia da Cividale e risale il Natisone fino a Specognis, all’ultimo ponte stradale sul Natisone in territorio italiano, e poi ridiscende praticamente lungo lo stesso itinerario in quanto non ci sono altre alternative, a meno di seguire la trafficata statale 54 “del Friuli”. Il percorso è quasi tutto su strade provinciali, con tre soli tratti di sterrato, ma la bellezza delle zone rende la pedalata comunque affascinante. Si parte dalla vecchia stazione di Cividale e, dopo aver attraversato il Natisone sul Ponte del Diavolo, lo risale fino a Ponte San Quirino passando per il Parco della Lesa e la strada dei mulini. Tornati sulla riva destra si continua a costeggiare il fiume lungo la tranquilla provinciale fino a Ponte Tiglio dove un bel tratto di sterrato conduce a Lasiz. Via Cigigolis si arriva al ponte di Specognis dove si gira la bici e si ripercorre la strada fatta all’andata evitando però lo sterrato di Tarcetta e, una volta giunti a Vernas-

Passerella Oculis

RISALENDO LE CICLABILI DEL NATISONE

so, rientrando a Cividale attraverso la vecchia cava e l’amena conca di Sanguarzo e Guspergo. Chi volesse allungare un po’ il giro, da Specognis può attraversare il Natisone e da Linder/Loch seguire la statale per 2,5 chilometri fino a Stupizza, dove una passerella pedonale consente di raggiungere il Villaggio degli Orsi. Quest’ultimo tratto, pur essendo sulla strada statale che conduce al confine, non è molto trafficato ma passa lungo due gallerie artificiali per cui è bene controllare di avere le luci funzionanti.


DAL SATELLITE

Tutta la zona è compresa nella mappa escursionistica 1:25.000 edita dalla Tabacco, foglio "041-Cividale e Valli del Natisone". La descrizione completa di cartina e traccia GPX è disponibile

http://www.natisoneinbici.it/?p=2619

La traccia e i dati sono disponibili anche su

Tratto

valleggeri Fontana dei Ca

COME RAGGIUNGERE

CIVIDALE

verso la cava

Stupizza

14.1

Cividale è facilmente raggiungibile in auto (da Udine sono 16 km) oppure in corriera o meglio ancora in treno dove è possibile anche portare la bici. Informazioni su prezzi e orari (c’è praticamente un orario cadenzato) sono disponibili sul sito della Ferrovia Udine–Cividale http://www. ferrovieudinecividale.it/

Mo

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PERCORSO

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Si parte dalla vecchia stazione di Cividale e si passa il ponte del Diavolo. In piazza San Nicolò si seguono le indicazioni per l’ospedale dove inizia il percorso “Anello sud del Natisone” che su un bellissimo sterrato arriva Tar Faecento fino alla provinciale nei dis pressi di Purgessimo. Da qui si raggiunge Ponte San Quirino dove si attraversa nuovamente il fiume per Cividale del Friuli poi svoltare a destra, in 28.8 direzione Vernasso, e seguire la provinciale ne e s in che costeggia il NatiUd sone.

N

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Oculis

San Pietro al Nat.

Macorins Vernasso

22.6 22.7

S D avo Gr renc gna i Sa Str mac hia n L eg co eo na na rdo

Biacis

5.7 Guspergo

Azzida

27.1 28.1 S

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Ponte San Quirino

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4.6 Purgessimo

2.6 Carraria

0.9

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Caste

5.6

INFO UTILI Il percorso è lungo 28,8 km di cui 3,9 su sterrato, ai quali vanno aggiunti altri 5 km nel caso si voglia raggiungere Stupizza. Il dislivello complessivo è di 190 metri senza grossi strappi, a parte una breve salita a Cicigolis. Il tempo di percorrenza è di circa 3 ore ma conviene programmare almeno mezz’ora/ un’ora in più per le soste, visto che non mancano le occasioni per fermarsi. Il giro è percorribile in ogni periodo dell’anno anche se durante l’inverno si può trovare umidità o foschia nella parte alta del percorso; il periodo migliore però è da aprile a ottobre, con possibilità, durante l’estate, di fare un bagno nelle fresche acque del Natisone. Attenzione se ha piovuto nei giorni precedenti perché il tratto in cemento tra Vernasso e la cava si allaga facilmente. Come cartografia di riferimento c’è la solita Tabacco 1:25.000 (foglio 041 “Valli del Natisone – Cividale del Friuli”) oltre ai servizi online quali OpenStreetMaps, Google Maps, ecc. La scheda dettagliata del percorso, scaricabile in PDF e stampabile su un A4 fronte/retro è su www.natisoneinbici.it/?p=2619 dove c’è anche la possibilità di salvare la traccia in formato GPX da caricare sul GPS. Lungo il percorso ci sono alcune fontane dove rifornirsi d’acqua (ottima quella del 14º Cavalleggeri di Alessandria, nei pressi di Biacis) ma in ogni casi ci sono innumerevoli locali dove fermarsi a mangiare a bere. Merita comunque una sosta l’Emporium di Cicigolis: un negozio come quelli di una volta dove si può trovare di tutto, dai libri al pane, dai chiodi a una bottiglia di birra fresca!

TremilaSport+ | 04 11 2015 | 49


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ORARIO: DAL MARTEDÌ AL MERCOLEDÌ E VENERDÌ 9.00-12.00

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BMW X1

NUOVA OPEL ASTRA

COmPATTA E LEGGERA

MOTORI n 10 | novembre 2015

DALL'ELEVATA VERSATILITà UDINEsECALCIO

Partner ufficiale Federmoto FVG Partner

NUOVA MINI CABRIO equilibrio preciso tra eleganza raffinata e sportività.

NUOVO V4

PER HONDA CROSSTOURER 2016 ORA CON CAMBIO SEQUENZIALE A DOPPIA FRIZIONE DCT

70-71 MANNI

62-63

SPECIALE “AUTO E mOTO D’EPOCA 2015”

AUTOMOBILI, LO SPECIALISTA DELL’USATO


BMW X1

è GIà L’AUTO DEI RECORD

stato un vero e proprio fine settimana da record nei due giorni dedicati all’Open Week End della nuova BMW X1: si sono infatti registrati più di 26mila visitatori che hanno dimostrato particolare attenzione alle offerte della gamma BMW, che si presenta come una delle più fresche sul mercato, e alla possibilità di effettuare i test drive dei nuovi modelli: si sono effettuati 4.250 prove prodotto con il modello di lancio. L’eccezionale attenzione verso la nuova BMW X1 si percepisce anche dai più di 1.200 ordini in fase di prevendita, quindi ottenuti prima dell’Open Week End e prima che si sia potuto vedere e provare la vettura. La nuova X1 rappresenta la seconda generazione di un modello di successo, venduto su scala mondiale in oltre 730mila esemplari. Si presenta con il tipico design della scocca dei modelli BMW della Serie X. L’abitacolo della nuova BMW X1 offre nettamente più spazio a passeggeri e bagaglio, in un moderno ambiente premium, ricco di pratiche funzionalità. Grazie ai motori a tre e quattro cilindri dell’ultima generazione di propulsori del BMW Group, alla trazione integrale intelligente BMW xDrive ad efficienza ottimizzata e all’assetto di nuova concezione, è garantito un sensibile aumento della sportività

E'

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e del comfort di guida, accompagnato da una riduzione dei valori di consumo di carburante e delle emissioni fino al 17% rispetto ai corrispondenti modelli precedenti. L’eccellente posizione della nuova BMW X1 nel segmento di appartenenza è il risultato, oltre dei migliori valori di dinamica di guida e di efficienza, anche dei numerosi equipaggiamenti innovativi, caratteristici dei segmenti superiori. Come optional sono disponibili, per esempio, proiettori full-LED, Dynamic Damper Control, BMW Head-Up-Display e il sistema Driving Assistant Plus. È possibile iniziare una nuova avventura a partire da 30.550 euro. Le sue proporzioni robuste, la presenza muscolosa e l’andamento dinamico delle linee conferiscono alla BMW X1 un’immagine marcata che la identifica immediatamente come appartenente alla famiglia di modelli X di BMW. Nel confronto con il proprio predecessore, è cresciuta in altezza (+53 millimetri), così da migliorare l’abitabilità degli interni. Inoltre, la posizione di seduta nettamente rialzata (anteriore +36 millimetri, posteriore +64 millimetri) ottimizza la vista e l’osservazione del traffico. Nella zona posteriore, lo spazio per le gambe è cresciuto di 37 millimetri con l’equipaggiamento di serie e fino a 66 millimetri con l’optional divanet-


Un tipico modello BMW della Serie X: proporzioni robuste, elevata versatilità e caratteristiche premium maturate

to posteriore regolabile. Il volume del bagagliaio è di 505 litri, superando il valore del modello precedente di 85 litri. Ripiegando lo schienale del divanetto posteriore, divisibile di serie nel rapporto 40:20:40 e, a richiesta, regolabile anche in inclinazione, il volume del bagagliaio è ampliabile fino a 1.550 litri. Per elevare ulteriormente

il livello di versatilità, sono disponibili come optional lo schienale del sedile del passeggero ribaltabile e il divanetto posteriore regolabile di 13 centimetri in direzione longitudinale. Il design degli interni della nuova BMW X1 combina il tipico orientamento verso il guidatore di un cockpit del marchio BMW con tocchi stilistici che accentuano il raffinato piacere di guida in un SAV dal moderno ambiente premium. L’equipaggiamento di serie comprende l’impianto di climatizzazione, il sistema audio con interfacce USB e AUX-In, nonché il sistema di comando iDrive con schermo da 6,5 pollici integrato nella plancia portastrumenti come monitor di bordo separato. Per una maggiore personalizzazione vengono offerti, in alternativa alla dotazione di serie, le varianti Modello Advantage, Modello Sport Line, Modello xLine e Modello M Sport.

Il design degli interni della nuova BMW X1 combina il tipico orientamento verso il guidatore di un cockpit del marchio BMW con tocchi stilistici che accentuano il raffinato piacere di guida

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MOTORI

UNA NUOVA GENERAZIONE DI MOTORI I propulsori saranno abbinati a un cambio manuale a sei rapporti oppure a un cambio Steptronic a otto rapporti

L

a seconda generazione della BMW X1 (consumo di carburante nel ciclo combinato: 6,4 – 4,1 litri; emissioni di CO2 nel ciclo combinato: 149 – 109 g/km) si pone sul mercato con una gamma di motorizzazioni completamente rinnovata. Al lancio sono disponibili due motori a benzina e tre motori diesel a quattro cilindri, tutti appartenenti alla nuova famiglia di propulsori del BMW Group, dalla fascia di potenza da 110 kW/150 CV fino a 170 kW/231 CV. I propulsori saranno abbinati a un cambio manuale a sei rapporti oppure a un cambio Steptronic a otto rapporti, sviluppati anch’essi ex novo. Nella nuova BMW X1 è stata ottimizzata anche la trazione integrale intelligente xDrive. Grazie alla frizione a lamelle a regolazione elettro-idraulica, il com-

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MOTORI

patto sistema a peso ottimizzato dall’esercizio particolarmente efficiente assicura in qualsiasi momento la ripartizione ottimale della coppia motrice tra asse anteriore ed asse posteriore, in base alla situazione di guida. Nella BMW X1 sDrive20i e nella BMW X1 sDrive18d viene montata la trazione anteriore, che si è affermata già nella BMW Serie 2 Active Tourer e nella BMW Serie 2 Gran Tourer e assicura la tipica dinamica di guida del brand. Il cambio generazionale della BMW X1 comporta un grande progresso anche nel campo del collegamento intelligente in rete. Una novità nell’offerta di BMW ConnectedDrive è il BMW HeadUp-Display che visualizza le informazioni più importanti per il guidatore direttamente sul parabrezza, analogamente ai modelli più grandi BMW della Serie X. Inoltre, la BMW X1 è equipaggiabile adesso con i sistemi Active Cruise Control con funzione Stop & Go, Lane Departure Warning, assistente di guida in colonna e Approach and Pedestrian Warning con funzione frenante City, inclusi tutti in Driving Assistant Plus. L’offerta viene completata dall’ultima selezione di app per ampliare le funzioni di comfort, di navigazione e d’infotainment in base alle preferenze personali.

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E’ ARRIVATA LA NU

N

uova edizione della prima e tutt’ora unica Cabriolet premium nel segmento delle piccole compatte: la nuova MINI Cabrio dà seguito al cambio generazionale nella gamma di modelli del tradizionale marchio britannico e regala divertimento di guida a cielo aperto a quattro posti abbinato a qualità ottimizzate a livello di sportività, efficienza, comfort, funzionalità, sicurezza, interconnessione, materiali e lavorazione. Il design esterno è inconfondibile: equilibrio

preciso tra eleganza raffinata e sportività. Proporzioni caratteristiche con superfici muscolose e silhouette dallo slancio dinamico. Evidente l’interpretazione moderna dei classici stilemi di design MINI con proiettori circolari e luci posteriori avvolti da cornici cromate, griglia del radiatore esagonale, cornice nera della scocca, elementi tipici degli indicatori direzionali. Decisamente pregiata la capote in stoffa con meccanismo automatico di apertura e chiusura e funzione di tetto scorrevole. Innovativo l’azio-

namento, per la prima volta completamente elettrico, e molto silenzioso. Le dimensioni della nuova MINI Cabrio sono cresciute rispetto al modello precedente di 98 millimetri in lunghezza, di 44 millimetri in larghezza e di 1 millimetro in altezza; il passo è allungato di 28 millimetri, la carreggiata allargata, sull’anteriore di 42 millimetri, sul posteriore si 34 millimetri. Aumentati anche i comfort degli interni in tutti i quattro posti: nuovi sedili anteriori dal campo di regolazione ampliato, mentre per i passeggeri della zona posteriore, è ora garantito un


UOVA MINI CABRIO! Il design esterno è inconfondibile: equilibrio preciso tra eleganza raffinata e sportività. Proporzioni caratteristiche con superfici muscolose e silhouette dallo slancio dinamico.

accesso comodo e una superficie di seduta allungata. Inoltre, il volume del bagagliaio è stato ampliato del 25% circa, fino a 215 litri a capote chiusa e a 160 litri a capote aperta. L’equipaggiamento di serie include lo schienale del divanetto posteriore ribaltabile separatamente, apertura di carico passante ampliata e funzione Easy-Load. Caratteristico il design degli interni, con cockpit a struttura orizzontale, unità di visualizzazione, bocchette di aerazione e pannelli interni delle porte dalla sagoma circolare o ellissoidale,

completati da sofisticati abbinamenti cromatici e mix di materiali. Al lancio la nuova MINI Cabrio sarà disponibile in tre varianti di modello (consumo di carburante nel ciclo combinato: 6,0 – 3,8 l/100 km; emissioni di CO2 nel ciclo combinato: 139 – 100 g/km), tutti dotati di una nuova generazione di motori con tecnologia MINI TwinPower Turbo; motore tre cilindri a benzina da 100 kW/136 CV nella MINI Cooper Cabrio, motore quattro cilindri a benzina da 141 kW/192 CV nella MINI Cooper S Cabrio, motore tre cilindri diesel da 85 kW/116 CV nella

MINI Cooper D Cabrio. Per quanto concerne la trasmissione, è di serie il cambio manuale a sei rapporti, mentre come optional è previsto il cambio Steptronic a sei rapporti. Per la MINI Cooper S Cabrio è previsto anche il cambio Steptronic sportivo a sei rapporti con paddles al volante. Grazie alla tecnica di assetto dalla taratura speciale, in combinazione con la carreggiata larga e il passo lungo, è garantito il tipico go kart-feeling di MINI. L’asse anteriore McPherson e l’asse posteriore multilink hanno una rigidità incrementata e un peso alleggerito.


MOTORGALLERY

NUOVA OPEL ASTRA Totalmente rinnovata, la classica berlina “media” della tedesca è ora più compatta e leggera: la lunghezza diminuisce di 5 cm e, complici l’altezza ridotta di 2,5 cm e le linee maggiormente scolpite della carrozzeria, l’insieme acquista un maggiore dinamismo.

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MOTORGALLERY

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MOTORI

NUOVO V4 PER HONDA CROssTOURER 2016

I

Il Crosstourer è dotato del controllo di stabilità 'Honda Selectable Torque Control' (HSTC), impostabile su 3 livelli di intervento e disattivabile.

l Crosstourer 2016, ora con omologazione Euro4, è una moto progettata per trasmettere al pilota la sensazione che non ci sia nulla di impossibile: nessun viaggio è troppo lungo o troppo impegnativo, nessuna strada o superficie è proibitiva. Un contributo decisivo a questa percezione di grande sicurezza arriva dal motore V4 Honda da 1.237 cc, configurato in declinazione ‘Adventure Sports Touring’ per offrire grande potenza e coppia inarrestabile. La configurazione V4 Honda è compatta sia in senso longitudinale che trasversale, riduce la sezione frontale ed è determinante per la centralizzazione del

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baricentro e la massimizzazione della maneggevolezza. Il motore si distingue per la bancata posteriore con i cilindri ravvicinati, in modo da massimizzare la snellezza della zona mediana della moto. Parallelamente, le testate sfruttano la tecnologia Unicam Honda, derivata dalle vincenti monocilindriche CRF della gamma motocross. Questo sistema di distribuzione impiega una configurazione monoalbero a camme in testa che riduce le dimensioni e il peso delle testate dei cilindri, ottimizzando la forma della camera di combustione a vantaggio delle prestazioni. La versione con cambio tradizionale dispone di frizione con sistema

antisaltellamento. Il motore V4 del Crosstourer ha un angolo di 76° fra a le due bancate e l’albero a gomiti con fasatura dei perni di 28°, quindi a scoppi irregolari, per eliminare le vibrazioni e fornire una favolosa erogazione di coppia e potenza. Con questa configurazione non è necessario un contralbero antivibrazioni, che avrebbe assorbito potenza, mentre è garantita un’erogazione fluida e una spinta eccezionale a qualsiasi regime. Un motore infaticabile, dolce nell’uso quotidiano e grintoso quando serve, capace di percorrere migliaia di chilometri tutti d’un fiato lasciando al pilota solo un immenso piacere di guida.

L'alimentazione è ad iniezione elettronica Honda PGM-FI, con corpi farfallati da 44mm e comando del gas 'Throttle-by-wire'. I valori di potenza e coppia sono al top della categoria, con 95 kW (129,2 CV) a 7.750 giri/min e 126 Nm a 6.500 giri/min. Il Crosstourer è dotato del controllo di stabilità 'Honda Selectable Torque Control' (HSTC), impostabile su 3 livelli di intervento e disattivabile. Il sistema monitora costantemente la velocità della ruota anteriore e posteriore nonché vari parametri del motore e la posizione delle valvole a farfalla. Quando rileva variazioni che potrebbero implicare un'imminente slittamento della ruota


MOTORI motrice la potenza del motore viene momentaneamente ridotta combinando l'azione dell'iniezione con la modulazione delle valvole a farfalla attraverso il sistema 'Throttle-By-Wire. Mano a mano che si riduce la differenza tra la velocità della ruota anteriore e di quella posteriore, il sistema passa alla sola modulazione delle valvole a farfalla. Ciò garantisce un controllo della trazione uniforme ed equilibrato, senza tagli dell'accensione che disturberebbero l'efficacia della guida. Le modalità di funzionamento sono 3, dalla più conservativa per i fondi bagnati e a scarsa aderenza alla meno restrittiva per i percorsi offroad. La modalità intermedia è adatta a tutti gli altri utilizzi su fondi regolari e asciutti. La modalità in uso è segnalata tramite indicatore digitale sul cruscotto e il sistema può come sempre essere facilmente disinserito tramite l'apposito tasto sul fianco del cupolino.

ORA CON CAMBIO SEQUENZIALE A DOPPIA FRIZIONE DCT Il cambio Honda DCT esalta il piacere di guida perché offre sia le sensazioni tipiche del cambio manuale sia quattro modalità totalmente automatiche.

I

l cambio a doppia frizione DCT (Dual Clutch Transmission) è stato introdotto da Honda per la prima volta su una motocicletta nel 2010 sul VFR1200F, la “road sport” ad altissime prestazioni con motore V4 da 173 CV. Successivamente, con l’arrivo della serie NC (nelle versioni X, S ed Integra), è stato sviluppato il cambio DCT di seconda generazione, più compatto per via del motore di minore cilindrata. Il gradimento del pubblico europeo per questa sensazionale tecnologia, precedentemente prerogativa del solo mondo auto con le costosissime supercar di fascia premium, è stato tale che dalla sua nascita oltre il 50% delle moto Honda offerte in questa variante sono state acquistate appunto con cambio DCT. Il cambio Honda DCT esalta il piacere di guida perché offre sia le sensazioni tipiche del cambio manuale sia quattro modalità totalmente automatiche. Il sistema sfrutta due frizioni coassiali: una per le partenze e quindi per la 1^, 3^ e 5^ marcia, l’altra per la 2^, 4^ e 6^ marcia. Preselezionando la marcia successiva tramite la frizione non in uso, il sistema è in grado di innestare elettronicamente e in modo istantaneo le marce garantendo un cambio di rapporto sempre rapido, fluido e senza interruzione dell’erogazione.

Queste qualità rendono la guida piacevolissima in ogni situazione, e particolarmente confortevole quando si viaggia con il passeggero. Le tre modalità del cambio Honda DCT offrono tutta la flessibilità necessaria per assecondare i diversi stili di guida e per affrontare ogni percorso. La modalità Manuale (MT) permette di cambiare marcia agendo sulle apposite palette al manubrio, lasciando al pilota la scelta sul momento più opportuno per cambiare marcia, proprio come avverrebbe su una moto con tradizionale cambio manuale. La modalità automatica (AT) è disponibile in quattro funzionalità. Drive (D) è ideale per le andature turistiche, per i percorsi cittadini o le percorrenze autostradali, ed enfatizza inoltre l’efficienza nell'uso del carburante. Sul rinnovato modello 2016 la modalità Sport (S) si articola su 3 livelli, ‘S1’, ‘S2’ ed ‘S3’, in ognuno dei quali, e in modo crescente, il motore sale maggiormente di giri prima di cambiare, e scala marcia con anticipo quando si rallenta, per un maggior freno motore. Inoltre, sia in modalità D che nelle tre modalità S, è sempre possibile un intervento manuale se ritenuto necessario: è sufficiente agire sulle palette al manubrio della modalità MT. Il ritorno alla modalità automatica avviene al momento opportuno, per lasciare al pilota la libertà di

affrontare una particolare situazione di guida, come un sorpasso o un tornante, nella marcia che preferisce, offrendogli al tempo stesso la comodità del ripristino della modalità automatica con cui stava procedendo.Ma non basta. La centralina di gestione è ora in grado di riconoscere la pendenza ed adattare i regimi di cambio marcia sia in salita che in discesa, fornendo così sempre la spinta più adeguata o il necessario freno motore. Come sempre, nella modalità "D", il sistema DCT rileva lo stile di guida del pilota e, in particolari condizioni, come per un sorpasso o semplicemente per un “prurito” sportivo, autoinstalla una mappatura intermedia dalla risposta più brillante, per disinserirla autonomamente appena il comportamento di guida si normalizza. I vantaggi del cambio Honda DCT sono innumerevoli e innegabili. La gestione elettronica impedisce qualsiasi errore delle cambiate, ottimizza il regime di giri e massimizza l’efficienza dei consumi, inoltre aumenta durata e affidabilità del motore, in quanto le due frizioni lavorano alternativamente dimezzandone di fatto il deterioramento. Ecco perché il pubblico lo ha apprezzato fin da subito determinando il successo commerciale dei modelli che ne sono equipaggiati.

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MOTORIsPORT

SALONI

sPECIALE “AUTO E M

L

a novità 2015 è che l’Italia ha, di nuovo, un appuntamento leader nel mondo dell’auto contemporanea. “Auto e Moto d’epoca”, andato in scena a Padova a fine ottobre, è divenuto il punto di riferimento per Case automobilistiche e appassionati con un’offerta d’anteprime e partecipanti assolutamente unica nel panorama nazionale. Quest’anno - spiegano gli organizzatori - è arrivato il punto di svolta per la manifestazione divenuta, in trent’anni di successi, la prima fiera in Europa nel settore dell’Heritage. Con il 2015, infatti, l’auto moderna entra ad Auto e Moto d’Epoca a ranghi

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completi. La fiera è divenuta la vetrina privilegiata per le anteprime nazionali e i restyling presentati – a livello globale – al Salone di Francoforte”. “Da una parte, perciò, si è avuto il meglio dell’Heritage, collezionisti e club storici da tutta Europa. Dall’altro, la panoramica sul presente e il futuro dell’auto con i nuovi modelli di oltre venti Case automobilistiche. Il punto di raccordo è stato la tradizione che racchiude il carattere identitario e la riconoscibilità di ogni singolo Marchio. Tra questi figurano Abarth, Alfa Romeo, Citroen, DS, Maserati, Peugeot e Porsche”. La svolta nasce dall’intuizione di Mario Carlo Baccaglini, che da


sPORTMOTORI

MOTO D’EPOCA 2015”

30 anni con Intermeeting organizza AME: “L’Heritage è garanzia di qualità e il più importante veicolo di promozione per l’auto contemporanea. Sottolineare la discendenza e la tradizione di un modello, associando passato e presente, è divenuto un elemento centrale nelle campagne pubblicitarie come nella partecipazione ai più importanti saloni internazionali”. “La forza dell’auto – aggiunge Baccaglini – si gioca sulla passione che suscita nelle persone. Una fiera dell’auto, per avere successo, deve essere costruita attorno a questa passione , offrendo qualità, tradizione e futuro in un colpo d’occhio che riporti il mondo dell’auto alla sua

unità fondamentale”. Contenuti, anteprime, auto uniche, club storici, espositori internazionali e la grande tradizione dei motori: questi gli ingredienti che hanno fatto il successo dell’edizione 2015 di “Auto e Moto d’Epoca”, per stupire ed emozionare in un evento dedicato all’auto, alla passione a tutto tondo e al futuro dei motori.

TremilaSport+ | 04 11 2015 | 63


ANCORA UN TROFEO PER MITJA EMILI

H

Finale di stagione da incorniciare per il pilota triestino portacolori del Moto Club Trieste e della Scuderia Tecnobike

a concluso con una sonante vittoria il pilota triestino Mitja Emili nel Trofeo Nazionale Michelin Power GP pur avendo, dalla penultima prova del Campionato, la certezza matematica della testa della classifica. Al Circuito del Mugello infatti il portacolori del Moto Club Trieste e della Scuderia Tecnobike aveva cominciato la gara in sella alla Honda 600 mantenendosi in quinta posizione per controllare, senza correre rischi, la gara che si stava svolgendo sul bagnato. Avendo scelto

gomme da asciutto ed essendo poi migliorate le condizioni della pista, Emili non ha avto diffocoltà a riagguantare progressivamente la testa della corsa, scatenando spettacolarmente tutta la potenza del quattro cilindri derivato di serie. Cinque vittorie e un podio su sei gare, conquistati nella stagione tra il Mugello, Vallelunga e Misano, gli hanno dunque valso ancora un alloro di prestigio nei trofei nazionali di Marca, competizioni in cui il centauro di Prosecco è un autentico specialista e uno stimato esperto. Campione Europeo con

le 600 SS nel 2007, Emili ha conquistato, nelle ultime stagioni, il Trofeo Nazionale Kawaski 600, il Trofeo Nazionale Honda 600 e ora il prestigioso “Michelin”. La soddisfazione raccolta dalla scuderia romagnola Tecnobike, induce a puntare ancora più in alto nel prossimo futuro, affrontando Campionati Internazionali di primo livello che fin’ora, a causa dei costi elevatissimi, hanno precluso ad un pilota esperto e combattivo come Emilj gli scenari che gli sarebbero più consoni.

TRIONFO TRICOLORE PER ALESSANDRO BATTIG A Borno il giovane giuliano è riuscito nell’impresa di laurearsi campione agli Assoluti d’Italia di Enduro.

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Alla fine ce l’ha fatta , e con un buon margine, Alessandro Battig a vincere gli Assoluti d’Italia di Enduro nella sua categoria ,la 250 (E1), con la Honda Red Moto-Zanardo. A Borno, in provincia di Brescia, si sono svolte le due ultime prove delle nove previste dal durissimo calendario. Durissimo anche perchè Battig ha partecipato a tutto il Campionato Mondiale, in questo caso tra gli Juniores, concludendolo al quarto posto, grazie ai due magnifici secondi posti guadagnati al gran Prix di Francia solo due settimane fa. Se non fosse stato per due ritiri per guasto tra le quattordici prove , il giovane pilota del Moto Club Trieste avrebbe conquistato anche il podio iridato. Tornando all’epilogo italiano di Borno, Battig ha finito la prima giornata, quella di sabato, al terzo posto, mantenendo però ancora un

buon vantaggio sui rivali più vicini in classifica, Albergoni e Manzi. La giornata successiva, Battig è riuscito a “spingere” fino ad aggiudicarsi la gran parte dell 11 prove speciali previste nel grande giro prealpino e a conquistare il titolo italiano con grande merito. A soli 23 anni, è questo il terzo titolo italiano che il giovane può vantare, dopo i due vinti – il primo a sedici anni – nel Motocross, classe 250, e senza contare i quattro vinti da “ minicentauro”. Un

talento, oltre che figlio d’arte. Agli Assoluti d’Italia si sono distinti altri piloti regionali: Maurizio Micheluz, nella categoria di Battig, termina al quinto posto riportando al suo attivo alcune performances vincenti in varie prove speciali; anche nel Mondiale l’avianese delle Fiamme Oro è stato autore di ottime prove. Brillantissimo il manzanese Lorenzo Macoritto, secondo negli Junior under 18. A Borno si è conclusa anche la Coppa Italia di Enduro nella quale un altro pilota del “Trieste” ha centrato la vittoria: si tratta di Alberto Cicalò, primo assoluto e vincitore della classe Senior. Per il club triestino la stagione delle specialità fuoristrada si è arricchita anche con le affermazioni di Marco Massarotti, vincitore del Trofeo Testori (Enduro under 18), e di Marino Fontanot, neo Campione Italiano di Trial d’ Epoca, classe 125.


sPORTMOTORI

LUCA VICARIO

VINCE L’ADRIATIC MASTER SHOW

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lla sua seconda edizione l’ “Adriatico Master Show” di Portogruaro (Ve) ha confermato le attese, e si e’ dimostrato l’appuntamento più importante dei motori della zona del Gruarese. La gara del riuscitissimo “DCC 2015 Downtown City Circuits” con caratteristiche da Motor Show, disputata nella giornata di domenica, ha infatti raccolto l’adesione di un nutrito gruppo di drivers tra i piu affermati e pluridecorati del Nord Italia, che si sono sfidati all’interno di un circuito asfaltato di 1.4km chilometri di lunghezza, ricavato all’interno del Centro Commerciale Adriatico 2. Oltre all’alto livello qualitativo dei partecipanti la manifestazione, con autovetture che difficilmente si riescono a vedere ultimamente anche in più blasonate competizioni del settore, la manifestazione è stata un vero proprio successo di pubblico, che sfruttando un weekend baciato dal sole, ha molto apprezzato l’avvincente formula della competizione che, prevedeva 2 auto all’interno del circuito, che si sfidavano in avvincente inseguimento ad eliminazione diretta, che ha assicurato continue sorprese e colpi di scena favoriti dall’alto livello tecnico dei partecipanti. Ad aprire le danze come apripista di livello, 2 dei migliori driver DRIFT d’Italia, Paolo Iuri, Massi Nascetti, che hanno reso fin da subito l’atmosfera elettrizzante.

Nella doppia manche di Finale ha regolato un altro driver friulano il manzanese Luca Beltrame su Peugeot 207 S2000, che fin dalla vigilia era considerato un possibile outsider. A conquistare la vittoria e a salire sul più alto gradino del podio, allestito nell’inedita location di piazza Marcello d’Olivo, è stato il pluridecorato driver Udinese Luca Vicario su Peugeot 206 WRC coadiuvato alle note da Stefano Doneddu, che ha messo subito in chiaro dall’inizio che era sua intenzione migliorare il 2’ posto dello scorso anno. Nella doppia manche di Finale ha regolato un altro driver friulano il manzanese Luca Beltrame su Peugeot 207 S2000, che fin dalla vigilia era considerato un possibile outsider. Al 3’ posto un pilota locale molto aggressivo, quale e’ Fabio Nosella, che sulla sua Clio Williams Cup, ha davvero insidiato fino all’ultimo in semifinale il vincitore, vincendo anche una delle 2 manche, ma che per soli poci decimi

di secondo, non lo ha visto riuscire a qualificarsi alla Finale, chiudendo in 3° posizione assoluta. 4° il giovane Mattia De Cecco su Citroen DS3 R5, che per soli 3 decimi di secondo ha fallito l’ingresso in finale. Semifinali, che sono state rese davvero entusiasmanti, dall’incredibile livellamento di prestazioni, con manche che si sono risolte per davvero manciate di centesimi, e che il pubblico ha applaudito calorosamente, dando un caloroso tributo finale ai protagonisti assoluti di una splendida giornata di sport. Continuando con la Top Ten, ha concluso 5’ un bravissimo Alberto Feragotto su Peugeot 206 S1600,che precede Mirko Carraro ottimo 6° su Renault Clio N3, che dimostra di esser particolarmente capace a sfruttare il suo mezzo in queste occasioni. Al 7′ posto e 1° di Under 26 Drigo Manuel coadiuvato da Calabretta Paolo su Peugeot 106 Gruppo A6, e all’8° posto un combattivo Andrea Cassan su Renault Clio Cup e splendido 9° Grassi Athos su Peugeot 106 N2. Chiude 10° e conferma le sue attitudini corsaiole, con la piccola Twingo R2 di casa Renault Andrea Paviotti. Una manifestazione perfettamente organizzata, con un altissimo livello di sicurezza e notevole livello tecnico dall’ASD Piloti Terra affiliata CSEN che in collaborazione con Park Rally Test e RS Promotion, hanno ricavato un circuito spettacolare dall’incredibile colpo d’occhio.

TremilaSport+ | 04 11 2015 | 65


MOTORI

BERTUZZO E PEDERIVA SUPER ALL’ENDURO COUNTRY DI LIGNANO

Ben 150 piloti provenienti dal triveneto, a battagliare sul tracciato di cinque chilometri, pianeggiante con un misto di terra e sabbia con diversi passaggi tecnici e tratti veloci.

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uattro ore di spettacolo all'Enduro Country città di Lignano Sabbiadoro Memorial Alessandro Morsanutto, gara andata in scena nella città balneare domenica 18 Ottobre. Divertito il pubblico a bordo tracciato nella zona del Luna Park, che ha assistito ad un'avvincente gara di enduro Country di quattro ore a coppie e Marathon, con 150 piloti provenienti dal triveneto, a battagliare sul tracciato di cinque chilometri, pianeggiante con un misto di terra e sabbia con diversi

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passaggi tecnici e tratti veloci, un percorso di gara disegnato per essere ancora più guidato rispetto alle passate edizioni. Anche quest'anno accesa sfida tra piloti di enduro e crossisti, che hanno animato la competizione lignanese. Una giornata di gara illuminata dalla classe di Perfilippo Bertuzzo pilota quest'anno impegnato in alcune gare del mondiale motocross nella classe regina la MX1. Il pilota di Caorle su una Yamaha 250 4 tempi in coppia con Diego Pederiva, uno specialista dell'Enduro Country in sella ad una Honda, ha domi-

nato la gara friulana, di quattro ore a coppie valida per il trofeo di specialità. Al secondo posto, staccati di 2 minuti e 15, autori di una efficace rimonta nella seconda parte di gara, gli alfieri del Motoclub Albatros Andrea Cescon e Marco Della Libera entrambi su Honda. Completano il podio al terzo posto Mauro Melandri e Matteo Zoppas, coppia inossidabile su Ktm a 2 minuti e 34 secondi, davanti a tutti nella classe Oltre. Il trevigiano Guerrino Zanardo trionfa nella Marathon, la gara di quattro ore in solitaria, Matteo Mario e Nicola

Corradin del Motoclub Bibione, quarti assoluti, primeggiano nella classe Unica. Bertuzzo e Pederiva oltre a trionfare nella classifica assoluta, portano a casa anche la vittoria in classe E1. Dopo il successo organizzativo degli assoluti d'Italia di Enduro a febbraio, il Motoclub Sabbiadoro, si riconferma su alti livelli. Ora si attende l'uscita dei calendari nazionali, per la certezza di rivedere a febbraio il Campionato Italiano assoluti d'Italia, con la spiaggia di Lignano di nuovo sotto i riflettori, con tanti campioni mondiali di enduro che ritorneranno in Friuli.


MOTORI

FEDERICO LIBER

VINCE LA CIVIDALE-CASTELMONTE

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ederico Liber, il forte pilota di Caprino Veronese, vince la 38sima edizione della Cividale – Castelmonte. Il driver veronese, a bordo di una Gloria C8P EVO, ha fatto fermare il cronometro a 6:29.70, frutto di due salite guidate con precisione e regolarità (1a manche in 3:14.45, seconda in 3:15.25). Liber, già vincitore a Cividale nel 2013, precede il secondo classificato Enrico Zandonà (Reynard), staccandolo di ben 14 secondi, e Alessandro Tinaburri (Gloria), terzo con un tempo complessivo di 6:49.82. Ai margini del podio si piazzano l'udinese Stefano Gazziero (6:45.05) su Osella FA30 e l'austriaco Karl Schagerl (VW Golf Rallye TFSI-R ) in 6:49.82. Tra le auto storiche si aggiudica il gradino più alto del podio Uberto Bonucci (Osella Pa 9/90) in 6:57.89, un tempo notevole che gli avrebbe permesso di finire nono tra le auto moderne. Precede il cividalese Rino Muradore (7:49.75) , molto veloce sin dalle prove di ieri su Ford Escort RS; chiude terzo l'austriaco Gerald Glinzner su Porsche 911 Carrera (7:55.84). La cronoscalata, illuminata per tutta la giornata

Liber precede il secondo classificato Enrico Zandonà (Reynard), staccandolo di ben 14 secondi, e Alessandro Tinaburri (Gloria), terzo con un tempo complessivo di 6:49.82.

dal sole autunnale, non è stata caratterizzata da molte interruzioni e le salite si sono alternate con ritmo regolare, permettendo di chiudere la gara già a metà pomeriggio. Ottimo il lavoro della Scuderia Red White e di tutti i volontari che le gravitano attorno, con la cronoscalata che ha vissuto il suo momento finale presso il piazzale del Santuario di Castelmonte, dove le autorità locali hanno consegnato ai piloti vittoriosi il meritato trofeo, tra gli applausi e le consuete bottiglie di spumante. Ottimo l'afflusso di pubblico sul percorso ed il riscontro di chi ha seguito la diretta della gara sulla fan page della Scuderia Red White. www.facebook.com/cividalecastelmontehillclimb) e sul sito www.scuderiaredwhite.com (sul quale sono disponibili tutte le classifiche finali), con migliaia di contatti a testimoniare l'interesse per questa storica cronoscalata Tantissime emozioni sportive, il volto sorridente dei tanti premiati e gli applausi del folto pubblico lungo il tracciato rappresentano il giusto epilogo della 38^ edizione della Cividale – Castelmonte, che anche quest'anno ha proposto un grande spettacolo fatto di motori e di amicizia.

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MOTORGALLERYsPORT

MCLAREN 570S La mcLaren 570S è lunga 456 cm, larga 210 e alta 120. Il peso complessivo è di 1.313 kg, che vengono spinti da un motore 8 cilindri a V di 3.799 cc, con due turbo, capace di erogare 570 CV a 7.400 giri e una coppia massima di 600 Nm nell’arco di regimi da 5.000 a 6.500 giri.

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MOTORGALLERYsPORT

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MOTORI

MANNI AUTOMOBILI,

LO SPECIALISTA DELL’USATO Da quasi mezzo secolo è uno dei principali rivenditori di auto usate in provincia di Udine

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er qualcuno può essere un rito entrare in un’auto appena uscita dalla fabbrica, lucida e intonsa, e sentire nell’abitacolo il tipico odore di interni nuovi. Magari è l’automobile che aveva adocchiato da un po’ e non vede l’ora di averla nel proprio garage. Ma c’è anche chi rinuncia senza alcun problema a tutto ciò preferendo di gran lunga il piacere di lasciare il concessionario con un’automobile comunque molto recente e dall’ottimo aspetto, facendo la gioia del proprio portafoglio. È quasi trascorso mezzo secolo da quando uno dei maggiori rivenditori di auto principalmente usate della provincia, Manni Automobili, apriva i battenti. Con il venditore Giorgio Mrakic abbiamo indagato sul successo dell’azienda. - Manni automobili” è un rivenditore multimarca. Ma qual è il marchio più richiesto?

“Le italiane vanno per la maggiore: Fiat, Lancia, Alfa Romeo. Ovviamente si vendono anche auto di case estere, ma in minor misura”. - Quali sono i motivi che spingono la clientela all’acquisto di un usato? “Il risparmio è senz’altro la prima motivazione. Volendo fare subito un esempio: un’Alfa Mito del 2012 viene a costare 8900€, mentre nuova la si pagherebbe più del doppio. Nel bisogno di un ridimensionamento dei costi, l’acquisto di una vettura di seconda mano è assolutamente vantaggioso: una bella automobile a un prezzo sicuramente abbordabile. Ritengo che spesso l’usato venga sottovalutato da molte persone, le quali si lasciano a volte impressionare da un chilometraggio piuttosto alto, ad esempio; se si tratta di un veicolo diesel il problema è di scarsissima importanza. Credo che queste preoccupazioni siano dettate

da una scarsa cultura di fondo in questo senso”. - In genere gli utenti di quale fascia d’età si rivolgono a voi per l’acquisto? E chi vi affida la propria auto per poterla vendere? “Una buona percentuale di neopatentati decide di acquistare una macchina da noi. Ma la nostra clientela varia dallo studente, appunto, al pensionato. Diversamente da chi invece pensa sia il momento di cambiare auto, magari in occasione dell’arrivo di un bambino o di un passaggio da uno stile di vita a un altro: si parla di persone di età compresa fra i 30 e i 45 anni”. - Solitamente quanto tempo hanno invece le vetture con cui avete a che fare? “Nel parco auto ne troviamo di molto recenti o con qualche anno in più: grosso modo l’anno di immatricolazione va dal 2004 al 2014”. - Spesso per l’acquisto di un’auto nuova il cliente ha le idee sufficientemente chiare. Funziona così anche per quanto riguarda l’usato? “Si, solitamente si ha già un’idea di ciò che serve. Si conoscono le proprie esigenze: quanti chilometri di norma si percorrono, di che tipo di auto si necessita”. - Si può dire che il mercato dell’usato abbia più fortuna oggi o in passato? “Dopo la crisi economica il valore dell’usato è sicuramente aumentato, è avvenuto un notevole cambiamento. Fino a non troppo tempo fa un’auto di dieci anni andava in rottamazione; oggi l’usato fa sicuramente più strada.” - I veicoli a km 0 sono maggiormente richiesti rispetto a un usato classico? “Acquistando un’auto a km 0 si abbattono alcuni costi aggiuntivi; proprio per questo attrae la clientela. Ma succede anche molto spesso che la differenza con un nuovo sia minima: ogni casa automobilistica infatti lancia una differente campagna a favore del nuovo”. Massimo Gaudino

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MOTORI

MEM è un bar/ristorante dove puoi comperare oppure è un negozio dove puoi mangiare; girala o guardala come vuoi la sostanza non cambia! MEM è un locale dove puoi mangiare quattro cose fatte bene, bere una birra o un bicchiere di buon vino ed acquistare quello che ti sta intorno: il tavolo dove stai mangiando, la sedia sulla quale sei seduto, il quadro che vedi appeso alla parete, l’oggettistica esposta, il modernariato che ti circonda, il lampadario che ti illumina... insomma, è in vendita tutto ciò che stai guardando! Fare affari, se ti piacciono le cose originali, stravaganti ed introvabili non sarà difficile!

TremilaSport+ | 07 10 2015 | 71


FLASH NEWS

ALLESTIMENTO COUNTRY PER SUZUKI CELERIO

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on il nuovo allestimento Country, Suzuki Celerio diventa una versatile citycar con la quale affrontare tutte le sfide del traffico quotidiano: dinamismo, comfort e look distintivo in soli 3,6 metri di lunghezza, con cambio manuale o automatico robotizzato AGS. Con nuova Celerio Country si amplia la gamma della city car Suzuki: questa versione propone dettagli che, oltre a sottolineare le linee alte e la versatilità d’uso, proteggono la carrozzeria dai piccoli urti cittadini. Cerchi in lega da 14” Black con profilature Silver, passaruota maggiorati, Cross Band laterali, spoiler frontale e montanti laterali Black, impreziosiscono le sue forme sottolineando un look che si ispira ai crossover compatti. Nuova Celerio Country è disponibile con il propulsore 1.0 tre cilindri (K10B) capace di 68 CV di potenza e 90 Nm di coppia.

TOYOTA AL sALONE DELL’AUTO DI TOKYO Il Salone di Tokyo 2015 ha aperto ufficialmente i battenti il 28 ottobre e Toyota ha stupito con tutte le novità che la vedranno impegnata sul fronte dell’ibrido, con la premiere giapponese della nuova Prius e il Cross over CH-R concept di prossima produzione, sul fronte della tecnologia sportiva, con la premiere mondiale del Toyota S-FR concept, il prototipo delle Sports car Toyota, facili e divertenti da guidare. Protagonista indiscusso l’idrogeno, con la premiere mondiale della Energy car Toyota FCV

plus, in grado di trasformare questa risorsa in una sorgente di energia stabile, da utilizzare tra le mura domestiche. A sorprendere i visitatori anche la KIKAI, in premiere mondiale, prototipo dalla forma innovativa e creativa, realizzato per enfatizzare il fascino di un’automobile caratterizzata da maestria artigianale e sensazione del movimento. Non solo auto per Toyota al Salone di Tokyo. In premiere mondiale è stato infatti esposto il Kirobo Mini, il robot spaziale che comunica con gli esseri umani, regalando nuove emozioni e sorrisi. 72 | 04 11 2015 | TremilaSport+

FORD sEMPRE PIU’ VICINA ALL’AMBIENTE Ford ha ricevuto il rating più elevato possibile, ‘A’, per la gestione delle risorse idriche in tutto il mondo. Le politiche di management dell’Ovale Blu nel campo della sostenibilità ambientale rispetto all’utilizzo di acqua sono state analizzate e valutate dall’agenzia indipendente CDP, che ha inserito Ford nell’elenco delle aziende globali virtuose, solo 8 sulle oltre 400 prese in considerazione, che hanno ottenuto il rating più elevato. L’acqua, storicamente considerata relativamente accessibile, è invece oggi una risorsa da considerare limitata e i cui costi continuano a crescere. Dal 2000 al 2014, Ford ha tagliato del 62% l’utilizzo di acqua negli impianti in tutto il mondo, per un risparmio di oltre 35 miliardi di litri, raggiungendo gli obiettivi di sostenibilità idrica con 2 anni di anticipo.

LANCIA E sMUTNIAK UNITI PER IL NEPAL

In occasione della X edizione della Festa del Cinema di Roma, Lancia è stata main sponsor, insieme a Cinecittà Studios, della serata di beneficenza "Insieme per il Nepal", andata in scena venerdì 23 ottobre. L'evento di raccolta fondi, nato per iniziativa di Désirée Colapietro Petrini, è stato realizzato a sostegno dell'Associazione Pietro Taricone Onlus fondata da Kasia Smutniak: l'attrice di origine polacca, italiana di adozione, dal 2011 è impegnata in prima persona nella costruzione e nella gestione di una scuola nel Mustang per accogliere i bambini nepalesi.


FLASH NEWS

RB MOTORsPORT PROTAGONISTA AL RALLY PORTA DEL GARGANO

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rande performance per i due equipaggi del team di Faedis in gara alla quinta edizione del Rally Porta del Gargano disputatosi a Manfredonia nel week end appena trascorso. Alla gara pugliese RB Motorsport ha schierato due Ford Fiesta R5 per gli equipaggi Azzarone-Paglione e RizzelloFiorito che già sulla carta erano tra i papabili candidati ad un posto sul podio. Ed infatti questo pronostico si è subito rivelato veritiero, con i due piloti subito inseriti nelle prime tre posizioni assolute già a partire dalle prime due prove speciali del sabato sera. Nella seconda giornata di

VERONA AGRODOLCE PER MRC SPORT Mrc Sport di Brugnera al 33esimo Rally Due Valli con l’equipaggio formato dal driver Gianmario Micheloni e dal navigatore Stefano Sabaini, che hanno gareggiato a bordo di una Peugeot 106 A5. La gara, a cui era iscritto l'equipaggio liventino, era valida per il Trofeo Rally Nazionale, ed ha avuto inizio alle 20:00 del venerdì sera, con la prova speciale “ Torricelle ” lunga 2,62 chilometri e disegnata sulle colline adiacenti a Verona. Nella giornata di sabato le vetture iscritte al Trofeo Rally Nazionale hanno ricalcato lo stesso percorso, disegnato per la gara valida per il

Campionato Italiano Rally, percorrendo, per due volte ciascuna, le prove speciali situate sulle colline della provincia veronese: la “ Porcara ” ( 2 – 6 ), la “ Ca' del Diaolo ” ( 3 – 7 ), la “ Badia Calavena ” ( 4 – 8 ) e la “ Marcemigo ” ( 5 – 9 ), per un totale di 111,30 chilometri di prove cronometrate. La competizione è poi terminata la sera stessa sul palco situato, per l’occasione, nella scenografica cornice di Castelvecchio, a Verona. L’equipaggio Micheloni – Sabaini, che ha difeso i colori blu arancio della scuderia, si è, purtroppo, ritirato durante la seconda prova speciale del sabato mattina.

gara la classifica si delineava con il primo assoluto, un forte driver locale che allungava di poco ma costantemente il suo vantaggio, mentre era guerra aperta in casa RB per aggiudicarsi la seconda piazza assoluta. Rizzello e Azzarone, compiendo una gran gara con le performanti Fiesta R5, hanno siglato tempi molto vicini tra loro, rendendo incerto fino all’ultimo quale fosse il destino dei due gradini del podio rimanenti a disposizione. Al termine della gara Rizzello conquistava definitivamente il secondo posto, distaccando di pochi secondi un ottimo Azzarone che giungeva terzo con un buon distacco sul quarto assoluto.

ROMEO FERRARIS SPLENDE AL RALLY DI SPAGNA Splendida trasferta in Spagna per i due equipaggi di Romeo Ferraris-ACI Team Italia formati da Fabio Andolfi, con Simone Scattolin, e Damiano De Tommaso, navigato da Massimiliano Bosi. I giovani leoni di ACI Team Italia sulle Peugeot 208 Romeo Ferraris si sono messi in evidenza in Catalogna disputando una gara splendida. Fabio Andolfi, in coppia con Simone Scattolin ha dominato tra le RC 4 chiudendo la sua gara 20° assoluto e terzo di Wrc

GARANZIA 9+ PER LE PORSCHE TRA I 9 E I 13 ANNI Garanzia 9+ è il programma di garanzia proposto in esclusiva solo da Porsche Italia per la propria clientela Porsche Boxster (986 e 987), 911 (996 e 997), Cayman (987) e Cayenne (9PA) di età compresa tra 9 e 13 anni e meno di 200 mila chilometri, che abbiano superato i 45 controlli svolti in modo scrupoloso dai tecnici Porsche Service sulle principali componenti del motore, cambio e trasmissione, oltre che su tutti gli organi attinenti alla sicurezza. Controlli che sono necessari per accedere al programma di copertura. La Garanzia 9+, la cui durata è di 12 mesi indipendentemente dalla percorrenza chilometrica nel periodo di validità, rappresenta inoltre un importante segnale di cura verso i clienti proprietari di questi modelli: la copertura infatti offre protezione dagli eventuali costi di riparazione che dovessero rendersi necessari sulle componenti principali del veicolo quali motore, cambio e trasmissione.

3; mentre Damiano De Tommaso alle note di Massimiliano Bosi ha terminato 24° assoluto, riuscendo ad ottenere il 2° posto di RC 4 e 5° di Wrc 3, dopo un'ultima tappa davvero strepitosa . «E’ stata davvero una grande prestazione quella dei nostri ragazzi in questo Rally di Catalogna – ha commentato Claudio Bortoletto – in una gara dove hanno fatto vedere delle cose fantastiche. Sono davvero contento e soddisfatto per come hanno guidato, sia Andolfi che De Tommaso hanno fatto appieno il loro dovere ».

TremilaSport+ | 04 11 2015 | 73


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