n° 20 TremilaSport 09 11 2016

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TUTTO

LO

SPORT

DEL

FRIULI

VENEZIA

GIULIA

A

360

magazine

GRADI

20|16 09|11|2016

w w w. t re m i l a s p o r t . c o m

PROMOZIONE

BRIAN, L’ INVINCIBILE ARMATA pagG 18-19

BASKET

ADAMI E IL SUO SECONDO LAVORO pag 36

PALLAVOLO

CARAVELLO, BENVENUTA AL SUD pag 40

MAURO MILANESE l’ex difensore di Inter, Napoli e Parma è amministratore unico della Triestina

In pochI mesI mauro mIlanese è rIuscIto a tIrare fuorI la trIestIna dalle sabbIe mobIlI, e ora trIeste sogna la lega pro

COSì RISOLLEVO

L’ALABARDA PAGG 6-7


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UDINE: Venanzio Ortis Email: libertas.udine@gmail.com


6

SOMMARIO

20|16

09|11|2016

18

26-27 UDINESE

CALCIO

6-7 FOCUS: SERIE D, LA TRIESTINA TORNA A VOLARE

10 IDENTIkIT: ECCELLENZA, FABRIZIO PRATOLINO

18-19

AI RAGGI X: PROMOZIONE, BERTI E IL SUO BRIAN ANCORA IMBATTUTO

14 L'ALTRO CALCIO: BUIATTI IN MOSTRA

20-21 GIOVANILI:

31

Le Belle di TremilaSport Andrea Quadroni

PIANETA OL3

24 CALCIO A 5

36-37 BASkET 38-43 VOLLEY 45-50 SPORT VARI PALLAVOLO Lara Caravello (nella foto) si racconta nella sua prima esperienza lontano dal Friuli, nella calabrese Soverato.

40

RUBRICHE 22-23 A SCUOLA DI CALCIO 28-29 SI DICEVA... 31-34 LE BELLE DI TREMILASPORT

30 CULTURA

52-53 MONDO LIBERTAS

TremilaSport+ | 09 11 2016 | 03


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EDITORIALE

TUTTO

LO

SPORT

DEL

FRIULI

VENEZIA

GIULIA

A

360

magazine

GRADI

20|16 09|11|2016

w w w. t r e m i l a s p o r t . c o m

PROMOZIONE

BASKET

BRIAN, L’ INVINCIBILE ARMATA

ADAMI E IL SUO SECONDO LAVORO

pagG 16-17

pag 36

PALLAVOLO

CARAVELLO, BENVENUTA AL SUD pag 40

MAURO MILANESE l’ex difensore di Inter, Napoli e Parma è amministratore unico della Triestina

IN POCHI MESI MAURO MILANESE È RIUSCITO A TIRARE FUORI LA TRIESTINA DALLE SABBIE MOBILI, E ORA TRIESTE SOGNA LA LEGA PRO

COSÌ RISOLLEVO

L’ALABARDA PAGG 6-7

....

Per il basket regionale entusiasmi rinati PERSONE PRIMA CHE CAMPIONI

T C

opertina a Mauro Milanese, salvatore della calcistica triestina empo di vacanze ma non per tutti, in primis perpatria il calcio professionistico, i tempi bui culminati la partecipazione dellache squadra alabardagiàdopo in preparazione in vistacon di una nuova stagione inizierà il prosta al campionato dilettantistico ritornare ai tempi simo mese lasciandosi alle spalledilaEccellenza. delusioneBisogna europea della nazionale. belli, si ècon detto l’ex nuovo calciatore dall’anima giuliana dalle buoneleconoscenL’Udinese, il suo allenatore Iachini, ha eeffettuato sue prime e rimboccatosi maniche conducendo dalla escrivania la società uscite conze,risultati, seppureleestivi, chesta non entusiasmano d’altra parte non del cuore verso und’artificio primo, auspicato step, quello promozione in LegaPro. promette fuochi un organico sulla della falsariga di quello dei due Trapreguardo facile vista la concorrenza un Mestre che recentemente cedentiperaltro risicati non campionati e privo fra l’altro di ormai della classe di Di Natale. ha i rossoalabardati vetta della il campionato di seriela Idoscalzato Cibischino ha comunquedalla individuato nelclassifica giovane ma esterno ceco Jankto D è ancorasorpresa lungo. Intanto leggiamo con interesse gli intendimenti MilaneseEnella possibile di stagione, vedremo se la sua profezia si di avvererà. per nostra intervista esclusiva realizzata daentusiasmi Riccardo Gregori. il basket regionale è invece tempo di rinati, con Trieste al suo enAnche di Udinese si parla, e della graduale resurrezione operata da nesimo campionato di A2naturalmente, affrontato sulla base dei giovani del proprio vivaio Luigino lo chiamano i compaesani aquileiesi) Delneri diprime un’Udinese e l’Apu, (così fresca di promozione, a presentare le proprie mosserisistemata a livello di tatticamente e agonisticamente da un allenatore “de noantri”, come dicono nellaa campagna abbonamenti e di mercato. Ritorna dunque il derby friul-giuliano capitale, e che si sta negli accattivando le simpatie della anche graconferire saleastutamente ad un movimento ultimi anni in Friuli un po’piazza assopito dall’aszie al suo parlare friulano. Almeno unodopo dallalacarta d’identità italiana nella babele di senza di una formazione di vertice chiusura dei battenti da parte della stranieri a disposizione. Snaideromessagli e il direttore sportivo del club triestino, Mario Ghiacci, non vede l’ora, E come sempre molto di personaggi nel nostro magazine, con l’ex camcome afferma nella nostra intervista,sidiparla effettuare la sua rimpatriata a Udine. pionessa di scherma Margherita raccontarsi anche Ma rimane il nodo relativo ad unGranbassi, palasportdiventata Carneramadre, da annia in preda a problenel nuovoburocratiche ruolo di testimonial le vaccinazioni infantili, e la pallavolista Lara Camatiche e la cuiper pratica si prova ora in fretta e furia a chiudere in ravello, d’inserimento nella realtà in (e cuicista giocando, dalle Alpi alle vista diinuncorso campionato di A2 le cui nuova battute iniziali si augura solo quelle), per piramidi, nella calabrese Soverato. l’Apu, avranno luogo a Cividale. Come sempre ci dedichiamo poi ai personaggi e E di persone ancora che dipallavolista sportivi si Elisa parlaManzano, nel basket, con la riproposiquello di spiccoprima stavolta è la bella che la nostra Bianzione dell’avvocato udinese Giovanni Adami nel allacorso guida del della Federbasket regionale camaria Gonano ha scovato in Birmania suo giro del mondo: una nel prossimo quadriennio, di tre atletifriulana, “estremi”poi protagonisti non lunga pausa di riflessione,edice l’atleta deciderà il di daprestazioni farsi dal punto da tutti. sportivo, vagliando le offerte che le perverranno. Chi non vorrebbe di vista Atleti d’eccellenza del tempo passato propostimese poi nell’amarcord riseguire l’esempio dicome Elisa, quelli staccando la spina per qualche per ricaricarsi? guardante il libro della pregiata coppia Provini-Anzil, ha voluto dedicare l’opera Immedesimiamoci nella sua esperienza, lasciando che spazio all’immaginazione. a sette friulani illustri di altrettante discipline. Storie di persone, in sostanza, prima che di campioni, la nostra filosofia è sostanzialmente questa. Il Direttore

Edi Fabris Il Direttore Edi Fabris

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DIRETTORE RESPONSABILE RESPONSABILE DIRETTORE Edi Fabris Fabris Edi VICEDIRETTORE VICEDIRETTORE Massimo Muzzin Muzzin Massimo EDITORE EDITORE MEDIATREMILA EDIZIONI EDIZIONI srl srl MEDIATREMILA Viale Palmanova Palmanova 146 146 -- 33100 33100 Udine Udine Viale Tel. 0432. 0432. 33 33 30 30 893 893 Tel. direzione@mediatremila.com direzione@mediatremila.com REDAZIONE REDAZIONE Viale Palmanova Palmanova 146 146 -- 33100 33100 Udine Udine Viale Tel. 0432. 0432. 33 33 30 30 893 893 Tel. redazione@tremilasport.com redazione@tremilasport.com

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Questo numero è stato chiuso in redazione redazione mercoledì mercoledì 920novembre luglio 2016. in 2016.

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CALCIOUDINESE

Entro due anni vorrei riportare la Triestina in Lega Pro per festeggiare il centenario

TRIESTINA

COSì HO RISOLLEVATO L’ALABARDA Giuliani finalmente ai piani alti della classifica di Serie D dopo anni di delusioni e bocconi amari. Deus ex machina della rinascita alabardata è l’ex difensore Mauro Milanese, ora amministratore unico del club giuliano

06 | 09 11 2016 | TremilaSport+

C

on la grandissima partenza nel campionato di serie D, con ben otto vittorie e due pareggi, sotto i riflettori è inevitabile sentire il protagonista indiscusso della rinascita della blasonata Triestina, Mauro Milanese, amministratore unico della Triestina.

- Dev'essere stato molto difficile ricostruire interamente tutto, società, squadra, vivaio, ripartendo da zero dalle ceneri della passata gestione, vero? “Senza alcuna ombra di dubbio, è stata una fatica improba, una salita durissima di cui non vedevamo la fine. Siamo ripartiti completamente da zero, abbia-

mo saldato tutti i debiti pregressi, pagato tutti i creditori, ricostruito un'intera rosa, creato dal nulla un settore giovanile che attualmente conta ben 100 giovani delle varie categorie. E tutti, lo ricordo, vestono un marchio prestigioso, mentre ciascuna squadra è rispettivamente accompagnata da un al-


FOCUS

Fare il calciatore è decisamente più facile: finita la partita puoi staccare la spina lenatore, un vice e un accompagnatore e almeno da un dirigente. Sinceramente credo non sia poco dopo anni di buio assoluto o quasi”.

pronti, non farsi mai trovare impreparati. Ci vuole grande equilibrio, sagacia e, sinceramente, tanta capacità di gestire il tutto”.

– Da ottimo calciatore professionista in serie A con squadre del calibro di Torino, Napoli, Parma e Inter, poi in Inghilterra, a amministratore delegato della Triestina, squadra con cui sei cresciuto e hai spiccato il volo verso il calcio che conta. Come cambia il rapporto? “Diciamo che fare il calciatore è decisamente più facile. Da calciatore ti alleni durante la settimana e poi scendi in campo in campionato cercando di dare il massimo. Una volta però, finita la partita, stacchi la spina e non hai più pensieri. Fare invece l'amministratore

– Pur con poco tempo a disposizione avete allestito una squadra forte e un organico solido. Te lo saresti aspettato un inizio di campionato della squadra così perentorio? “Me l'auguravo ma, sinceramente, non me l'aspettavo in così poco tempo. Abbiamo avuto davvero pochi giorni per ricostruire un organico di qualità. Ma, come in tutte le cose nuove, ci vuole tempo, molto tempo per vedere i primi frutti di un lavoro importante fatto in estate. Solitamente è molto difficile ottenere risultati positivi in maniera continuativa avendo, non dico i giorni,

unico di una squadra come la Triestina comporta tanti pensieri, innumerevoli impegni con la testa che lavora sempre a mille. E' tutto molto più difficile e complicato. Considerato che sono responsabile del budget economico, devo programmare tutte le spese, i costi, gli impegni sia ordinari che straordinari. I problemi e le spese impreviste non mancano mai e bisogna essere sempre

ma quasi le ore contate. Abbiamo lavorato sodo e scelto giovani di sicuro valore tecnico ma anche di indubbi valori umani. Il gruppo non si costruisce con i nomi, ma con il carattere delle singole persone, alla fine si vince sempre con un gruppo solido, mai con singoli nomi, io la vedo così. Sinceramente un grande aiuto, una grossa spinta ce l'hanno data i nostri tifosi, davvero unici. Hanno

subito capito il grande sforzo fatto e si sono stretti attorno a noi, facendoci sentire tutto il loro affetto, il grande amore che nutrono per i colori alabardati. Sono davvero incredibili, altro che storie!”. – Grande entusiasmo della tifoseria e della città per la Triestina, gran parte per merito tuo: prospettive e traguardi per il futuro? “Tra due anni (n.d.r. 2018), ricorre il centenario della Triestina. Vorrei tanto riportarla nel calcio professionistico, nel calcio che conta, salire almeno in Lega Pro. Abbiamo poco tempo, in quanto questo è il primo anno e siamo, come detto, ripartiti da zero in tutti i sensi. Dobbiamo sfruttarlo al massimo, dare finalmente tanta gioia a Trieste. Amo profondamente questi colori, questa società, una fra le più gloriose dell'Italia intera. I nostri tifosi sono meravigliosi e lo meritano davvero. Per troppi anni hanno sofferto, tra fallimenti, delusioni e scandali, è ora che ritornino ad assaporare il grande calcio. Il Rocco è uno fra gli stadi più belli d'Italia, vorrei tanto rivederlo pieno di gente, con tante famiglie e bambini”. - Come sono i tuoi rapporti con enti e istituzioni, in primis Comune e Regione? “Abbiamo instaurato ottimi rapporti con tutte le istituzioni. Teniamo conto che soltanto la prima squadra gioca al Rocco le partite di campionato, mentre gli allenamenti della stessa e di tutto il settore giovanile avvengono su campi che non sono di nostra proprietà. E' dura, per noi indubbiamente questo è un grosso problema che speriamo di risolvere quanto prima, con l'aiuto proprio delle istituzioni. Crediamo molto nella loro volontà di aiutarci. Trieste è una città importante e capoluogo di regione, sinceramente ci teniamo a fare bella figura con tutte le nostre squadre su ogni campo in cui giochiamo. Vogliamo portare in giro fieri la maglia rossoalabardata, simbolo della mia splendida e unica città”. Riccardo Gregori TremilaSport+ | 09 11 2016 | 07


CALCIOFOTOGALLEY

SECONDA CATEGORIA B

VIRTUS CORNO – UNION PASIANO

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FOTOGALLEYCALCIO

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IDENTIKIT

ALLA SCOPERTA DI...

FABRIZIO

PRATOLINO

Ha solo ventidue anni ma è già una certezza, tanto da essere stato quest’estate uno dei fiori all’occhiello della campagna acquisti del Lumignacco del totem Giuliano Zoratti. Fabrizio Pratolino, lo stopper con la passione per Kendrick Lamar, punta quest’anno a bissare con la maglia rossoblù quel successo in Eccellenza che due stagioni orsono riuscì a conquistare con l’Ufm.

Nome e Cognome: Fabrizio Pratolino Soprannome per gli amici: “Prato” Data e luogo di nascita: Udine, 6 aprile 1994 Città di residenza: Trieste Altezza: 1,80 m Peso: 78 kg

Squadra attuale: Lumignacco

Segni particolari: nessuno

Pratolino stopper del Lumignacco

Settore giovanile: Donatello, Triestina, Udinese

Ruolo: Difensore centrale

Squadre in cui hai militato: Triestina, Ufm, Lumignacco

Piede: Destro

Numero gol segnati in carriera: 5 in Eccellenza, 2 in Coppa Italia di Eccellenza, e 1 in Serie D

More, ho un debole per le castane con gli occhi chiari

Palmares: Vittoria del campionato di Eccellenza 2014/2015 con l’Ufm

Mare o montagna: Mare

Squadra del cuore: Inter

Piatto preferito: Pennette con panna, radicchio e salsiccia

Idolo da bambino: Ne ho avuti due: Puyol e Samuel

Animale preferito: Cane

La più bella soddisfazione: Per adesso la salvezza diretta con l’Ufm in Serie D conquistata lo scorso anno

Il più bel viaggio fatto: Capodanno 2015 a Madrid con i miei tre amici di sempre

La più grande delusione: Quest’estate ci sono rimasto davvero male quando ho saputo che l’Ufm avrebbe presentato la rinuncia all’iscrizione in Serie D. L’allenatore che ti è rimasto nel cuore: A livello giovanile è stato sicuramente Giorgio Gorgone alla Triestina Beretti (è da quattro anni il vice di Stellone). L’anno scorso a Monfalcone il rapporto con Zanuttig è stato speciale. Numero di maglia preferito: Quello che indosso la domenica, il 5 Filosofia: vince chi? Sicuramente chi segna di più, ma una difesa forte fa la differenza. La scaramanzia: Troppe…scherzo, non credo tanto a queste sciocchezze

10 | 09 11 2016 | TremilaSport+

Il più bel regalo ricevuto: Ce ne sono stati tanti, in genere mi emozionano molto le sorprese La cosa che ti fa più arrabbiare: L’incoerenza, non la sopporto

I tre migliori pregi: Carismatico, socievole e responsabile I tre peggiori difetti: Permaloso, rompiscatole e ansioso Professione: Studente universitario a Trieste Hobby al di fuori del calcio: Ho un debole per le serie tv Film preferito: Il padrino

Libro preferito: Non ne ho letti molti, ma mi interessa la narrativa di inchiesta come tipologia di genere letterario Cantante/Band preferito: Mi piacciono molto Kanye West e Kendrick Lamar La canzone del cuore: “Bitch, don’t kill my vibe” di Kendrick Lamar Bionde o more:

Come ti immagini una volta conclusa la carriera calcistica: Mi immagino lavoratore, ma ammetto che non mi dispiacerebbe un giorno allenare Sogno nel cassetto: Se lo rivelo non si avvera, preferisco tenerlo per me… Il motto: Non ne ho uno, però mi rifaccio ad una citazione di Giorgio Faletti: “L’importante non è quello che trovi alla fine di una corsa, l’importante è quello che provi mentre corri”.


Scelto da Zoratti per rinforzare la difesa rossoblu

TremilaSport+ | 12 10 2016 | 11


CAMPIONATO REGIONALE

LA SOCIETÀ Presidente Michele Bonotto Vice Presidenti Roberto Canton, Sergio Pase Segretario Maurizio Babuin Consiglieri Marzio Gerolin, Giuseppe Iacovitti, Amerigo Luderin, Andrea Marcuzzo, Denis Pieroni, Salvatore Russo, Mauro Segat, Luciano Ugabini Dirigenti Accompagnatori Paolo Marcon, Flavio Martin Direttore Sportivo Johnny Rosada Allenatore Prima Squadra Giulio Cesare Franco Martin Massaggiatore Michele Parro Assistente Juniores Regionali Luigino Prizzon Allenatore Juniores Regionali Damiano Viel Sede Stadio Comunale “Sergio Pase” Via Coletti, 39 Pasiano di Pordenone (Pn)

P

rima volta in Eccellenza per l’Union Pasiano, ma l’esordiente non sembra assolutamente spaventata. La squadra del presidente Michele Bonotto occupa attualmente la seconda posizione di un girone avvincente. Ma da una squadra capace di realizzare tre salti di categoria consecutivi c’è da aspettarsi questo e altro. Il numero uno della società ci racconta i segreti di un gruppo vincente, che nell’ultimo turno di campionato ha trionfato

per 3 a 0 in casa della Virtus Corno. - Presidente, la domanda è una sola: chi vi fermerà? (sorride, ndr) Noi siamo felicissimi per quanto stiamo facendo e per quanto abbiamo realizzato sotto la mia gestione, che ora è al quarto anno. La squadra si sta muovendo bene e i risultati sono quelli di un gruppo coeso che lavora da molte stagioni con costanza e dedizione. Stiamo raggiungendo traguardi al di sopra

delle aspettative grazie a un insieme di cose che funzionano perfettamente. E i ringraziamenti vanno in primis a ogni componente della squadra, dagli accompagnatori ai dirigenti, fino ad arrivare al mister e ai ragazzi. Insieme, soltanto così, ci siamo tolti grandi soddisfazioni. - Che partenza in Eccellenza… Pur non avendo nomi importati ho visto che la classe operaia sa regalare emozioni forti. Personalmente è motivo di vanto: abbiamo

in rosa ragazzi raccolti in seconda categoria 4 anni fa che ora sono titolari e fanno la differenza. Pochi presidenti in Regione sono riusciti a scalare così rapidamente le categorie, non posso che essere felice di tutto questo. Ho preso in mano la squadra quando gli spareggi per andare in Prima Categoria incombevano. Siamo saliti anno dopo anno, passando per i playoff e senza mai alcun rimpianto, consapevoli dei nostri mezzi e del nostro valore. Rimpianti per


ECCELLENZA 2016 /’17

LA ROSA Portieri Mattia Moras Andrea Zanchetta Difensori Nourdine Bara Dennis Guernier Davide Ferrara Marco Ortolan Daniele Pase Michael Perlin Riccardo Rosolen Davide Triadantasio Centrocampisti Davide Carniello Massimo Carolo Massimiliano Dedej Gabriele Lorenzon Luca Corazza Paolo Faloppa Martino Pezzutto Attaccanti Norberto Carlos Borda Davide Grotto Marcelo Kaculi Claudio Montagner Thomas Perlin Luca Trevisiol Allenatore Giulio Cesare Franco Martin

qualche campionato non vinto? Nessuno. Anzi... Forse è un bene che non ci siano i playoff in Eccellenza visto che il nostro mister è uno specialista delle fasi finali... (ride, ndr) - Quindi qual è il vostro obiettivo? Senza dubbio raggiungere il prima possibile i 40 punti: ma non firmo per niente. Voglio tagliare la soglia prefissata e poi ci divertiremo. Noi non soffriamo di vertigini. Ora siamo secondi e ci manca

anche qualche punto: penso al pareggio con il Cjarlins alla prima di campionato, con la nostra traversa nel finale, o allla sfida con il Lumignacco dove abbiamo colto un palo a tempo scaduto. Ecco: mi piacerebbe incontrare adesso il Cjarlins, ora che siamo più consapevoli di cosa siamo e abbiamo toccato con mano la categoria. - Come vede questo girone? Mi aspettavo di più da squadre come Kras, Lumignacco, Tolmezzo, Torviscosa.

Ma sono sicuro che sul lungo periodo usciranno. Ho visto molte categorie e il più grosso spaccato l’ho individuato tra Promozione e Eccellenza. Qui vieni punito al minimo errore, gli avversari sono di un livello ben più alto rispetto alla categoria precedente. E noi viaggiamo benissimo: nonostante gli infortuni delle nostre punte siamo il secondo miglior attacco. La nostra forza è il gruppo: se manca qualcuno, c’è subito qualcuno pronto a sostituirlo:

il mister trasmette passione, voglia, determinazione, concentrazione. - Pronostico: chi vincerà il campionato? Dico Cjarlins al 100%, anche se credo che il Lumignacco darà filo da torcere… Io intanto mi godo la mia creatura: sono orgoglioso della squadra, abbiamo coinvolto un intero paese che ci segue con passione. È la nostra vera vittoria. (Luca Feole)

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L'ALTROCALCIO

L’EVENTO

INAUGURATA LA MOSTRA

DEDICATA A BUIATTI I cinquant’anni di sport del poliedrico campione verranno celebrati a Monfalcone fino a domenica 12 novembre presso la società monfalconese di mutuo soccorso

I

l mondo sportivo, con in testa il presidente regionale del CONI Giorgio Brandolin, ha partecipato all’inaugurazione della mostra dedicata ai cinquant’anni di carriera agonistica di Lucio Buiatti. La mostra allestita nella sede della Società Monfalconese di Mutuo Soccorso di Monfalcone di via Barbarigo 26, rimarrà aperta fino al 12 novembre, dalle ore 9 alle 13 e dalle 17.30 alle 20 dal lunedì al sabato, con ingresso libero. Atleta poliedrico Buiatti esordì quale calciatore per quindi cimentarsi in diverse discipline sportive, baseball, softball, ciclismo, ping-pong, atletica leggera, fino ad intraprendere nel 1986 la carriera di giavellottista. Da quel momento ad oggi Lucio Buiatti conquista 14 titoli italiani e 10 secondi posti nei campionati nazionali di lancio del giavellotto, oltre a numerosi piazzamenti in gare continentali e italiane: in questi trent’anni partecipa a 469 gare in 105 città diverse in quattordici

Buiatti esordì come calciatore per poi dedicarsi a baseball, softball, ciclismo, ping-pong, atletica leggera e lancio del giavellotto

regioni italiane, una decina di trasferte in Austria e Slovenia, più di una le trasferte in Svizzera, Polonia e Finlandia ma anche Ungheria, Francia, Belgio… Leitmotiv della mostra sono i temi di questo mezzo secolo d’attività, calcio, baseball, atletica, solidarietà, territorio, ma l’intento non è una mera rievocazione: gli oggetti raccolti, premi, trofei, attestati, fotografie, vogliono idealmente parlare a tutti, anche a chi per un motivo o per l’altro vuole avvicinarsi alle attività sportive e sociali nel presente e nel futuro.

IL CASO

BERTOLO: “L’ESONERO? FULMINE A CIEL SERENO” Il tecnico del S.Quirino liquidato nonostante la buona situazione di classifica dei Templari. Ma precisa: “Con il gruppo il rapporto era ottimo, mai avuto problemi con la squadra”

Un San Quirino neopromosso in Promozione e che a otto giornate navigava tranquillamente a metà classifica con 11 punti frutto di 3 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte. Tutto bene, verrebbe da dire. Eppure no, perché qualcosa alla dirigenza dei Templari non è andata giù per il verso giusto e a farne le spese è stato il tecnico Paolo Bertolo, esonerato la scorsa settimana con sua enorme sorpresa. “L’esonero? Un vero e proprio fulmine a ciel sereno – commenta il diretto interessato –. Una decisione che non mi sono spiegato sul momento e che non riesco tuttora a capire. Il mio rapporto con i ragazzi era molto buono, sono sempre stato disponibile a chiarimenti nel caso di incompren-

14 | 09 11 2016 | TremilaSport+

sioni. Quindi ci tengo che questa cosa sia precisata, e non a caso in questi giorni sono stati tantissimi i miei ex giocatori ad avermi chiamato”. “Cosa non ha funzionato? I punti ottenuti sono quelli che ci si poteva aspettare da questa rosa, che è neopromossa ma attrezzata per fare bene. Peccato per la sconfitta col Rivignano, ma una partita storta, oltretutto condizionata da episodi, credo ci possa stare. Non è nemmeno vero

che era calato l’entusiasmo: in una stagione si sa che ci possono essere degli alti e bassi. L’unica cosa su cui posso essere d’accordo è che ancora non si era visto il gioco, ma abbiamo spesso avuto problemi con gli infortuni, e tuttora avevamo fuori un paio di tasselli importanti”. “Non posso nascondere la mia grande amarezza – conclude il tecnico -. Sono convinto che, con questa rosa a disposizione, chi mi sostituirà (si parla di Bobo Sonego, ndr) farà bene. Mi rimane il rammarico per non essermi potuto divertire nei prossimi sei mesi e non potermi prendere quelle soddisfazioni che sono convinto siano alla portata di questo San Quirino”. (m.m.)


Forgaria BENVENUTI A

Ph: www.montdibike.it

nel Friuli

P

er gli amanti della mountain bike, Forgaria rappresenta un paesaggio estramamente ideale per i più appassionati e preparati. Grazie ai sentieri più faticosi si può ragggiungere il Monte Prât. Si parte attraversando l’altipiano e si prosegue lungo la strada che taglia il versante sud est del Monte Corno verso il Cuel de Forchia dove inizia la discesa, che presenta pendenze molto marcate. Superati alcuni tratti di ripida discesa, occorre far attenzione a girare a destra, per imboccare la pista sterrata alla volta di Malga Monte Cuar. La strada che porta al Cuel di Forchia presenta due tornanti. Al secondo tornante si segue a sinistra per Malga Gadoria; proseguendo diritti si sceglie la variante ridotta che si collega con il percorso principale agli Stavoli Pra’ di Steppa. Per coloro che non vogliono affaticarsi troppo esiste un altro itinerario. Si tratta di un tracciato che richiede meno energia ma sempre una bici sicura. Si parte da Meduno e si prosegue sulla carrozzabile diretta verso l’alta Carnia, costeggiando il Lago di Tramonti risalendo la verde valle del torrente Chiarsò per scendere verso la spettacolare e panoramica piana del Tagliamento e raggiungere la Riserva Naturale del Lago di Cornino. Forgaria essendo un paesaggio versatile, offre anche la possibilità di praticare la pesca sportiva all’interno del primo specchio d’acqua posto ai margini della strada provinciale. p La medesima sima attività si pratica nei laghetti etti Pakar a carattere carsico.

Continua il nostro viaggio a Forgaria nel Fiuli, spettacolare, versatile e adatta a tutti. Oltre al birdwatching, si presentano sentieri ben segnalati che conducono alla scoperta del lago di Cornino. Non a caso esistono numerosi itinerari di trekking, attraverso cui si raggiunge il soprastante altopiano del Monte Prât, da cui si gode di panorami mozzafiato.

Forgaria nel Friuli è un luogo prezioso che vi regalerà emozioni e sensazioni vere!

Il prossimo to appuntamen sarà il 23 novembre con la storia di Forgaria del Friuli

Casa Vigilant

Monte Prat e Forgaria

Panorama

Il torrente Arzino

Fiordaliso di montagna

Laghetti Pakar

Trekking a Monte Prat

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CALCIOFOTOGALLEY

SECONDA CATEGORIA B

ancona pagnacco

1-3 30-10-2016

16 | 09 11 2016 | TremilaSport+


FOTO ALBERTO TRANGONI

FOTOGALLEYCALCIO

TremilaSport+ | 09 11 2016 | 17


AI RAGGI X

PROMOZIONE

CORAzzATA BRIAN, L’INVINCIBILE ARMATA In estate il ds Fabio Berti ha allestito una rosa di primissimo livello per consentire a mister Muzzin di conquistare l’Eccellenza, e per il momento l’undici di Precenicco non ha sbagliato un colpo

I

mbattuto dopo nove partite, con ben otto vittorie e un solo pareggio, arrivato al termine dell'ultima sfida di campionato contro il San Quirino. Il Brian quest'anno sta impressionando tutti gli addetti ai lavori: una macchina instancabile che macina punti su punti e non si ferma davanti a nulla. Fabio Berti, direttore sportivo della capolista del girone A di Promozione, ci racconta che aria si respira in uno spogliatoio vincente. Lui che, dopo diversi anni a difendere i pali e a crescere portieri, ha deciso di affrontare la sfida di una piazza assetata di trofei. Al suo secondo anno, guardandosi intorno, i risultati cominciano ad affiorare.

- Partiamo dal primo stop in campionato: l'1-1 con il S.Quirino “Dopo un percorso netto fatto di 8 partite consecutive siamo arrivati anche a questa sfida con l'idea di vincere. Loro hanno fatto un cambio allenatore in settimana e questo sicuramente ha influito: sono partiti con grinta, con determinazione, davvero molto bene. È così che hanno trovato il gol del vantaggio. Noi però siamo stati

bravi a reagire: prima il pareggio su rigore e poi una valanga di occasioni da rete che però non abbiamo saputo sfruttare. Vuoi per la nostra imprecisione, vuoi per la grande prestazione della loro difesa e del loro portiere. Hanno fatto la loro partita: avremmo potuto provarci per altri 30 minuti senza che il risultato cambiasse, ne sono certo. Resta una prestazione positiva, chiaro che quando trovi

Berti: “La squadra che temo di più? Il Flaibano, c’è una rivalità fortissima”

spazi chiusi o squadre che riescono a compattarsi in maniera ordinata il pareggio è un risultato probabile”. - L'aspetto più positivo di questo inizio stagione? “Oltre ovviamente al filotto, il fatto di aver trovato continuità in un campionato cosi equilibrato: ora c'è la possibilità di creare un gap tra noi e le inseguitrici. Altra cosa: abbiamo cominciato l'anno con molti infortuni e squalifiche, e una nota lieve è il fatto di aver saputo trovare giocatori giovani capaci di fornire sin da subito le risposte giuste sul campo: sono stati bravi ad assumersi responsabilità senza attendere troppo. Uno su tutti, Giacomo Battistella, reduce da un brutto infortunio al ginocchio. Tanti giocatori giovani, tanti test superati brillantemente”. - Siete partiti con un solo obiettivo… “Assolutamente: è da parecchi anni che qui ci si pensa. Dopo salvezze e playoff persi, noi non ci nascondiamo. Vogliamo vincere, fare il salto di categoria”. - E i risultati confermano il frutto di tanto duro lavoro “È un aspetto da sottolineare: siamo solo a un terzo del campionato vero, il calcio non è scienza esatta, ma siamo strutturati bene. Abbiamo costruito una rosa cercando fra tantissime alternative, scegliendo coloro che potevano essere più congeniali all'ambiente Brian”. - Quale squadra vi ha dato più filo da torcere finora? “C'è da dire che nonostante i 25


DILETTANTICALCIO

Foto Fabio Berti

Una fase di gioco di Brian-Aurora Remanzacco della passata stagione. che ha un progetto meraviglioso in termini di strutture, tempistiche, lancio di giovani. Mi aspetto che nel giro di qualche anno giocheranno su campi di categorie più alte. Sono una sorta di modello. Porcia? Mi stupisce vederli in quella zona di classifica. Ma sono tutti indizi che devono far capire che fino a gennaio la classifica non va guardata”. - Chi arriverà in alto con voi? “Un nome secco? Il Flaibano”.

punti su 27 raccolti, nessuna partita è stata facile. Penso al Rive, forse l'unica sfida facile vista l'espulsione del loro portiere dopo pochi minuti di gioco. Ma le sfide con Camino, Sesto Bagnarola, FiumeBannia, e tante altre, sono frutto di una lotta estenuante fino all'ultimo minuto. Hanno dimostrato che questo campionato è equilibratissimo e tutti possono fare punti con chiunque. Mi ha impressionato il Casarsa,

Dopo salvezze e playoff persi, non ci nascondiamo. Vogliamo fare il salto di categoria

dello scorso anno sia speciale. Abbiamo pianto la scomparsa di un loro giocatore, e in quei momenti il calcio ritorna a essere ciò che deve essere: sport, momento di aggregazione. C'era forte animosità tra le due squadre, ma quando succedono queste cose rifletti inevitabilmente. Siamo padri, siamo uomini di sport. Una giornata che porterò sempre dentro”. Luca Feole

- Che è la prossima avversaria… “C'è una fortissima rivalità che, sinceramente, non so da dove nasca. Forse una doppia sfida recente, ma si sente davvero molto. Giocheremo da loro, un campo caldo. Per me continuano a essere una delle squadre più importanti della categoria. Ci vorrà del tempo forse, speriamo non emergano questa domenica (ride, ndr)”. - Un momento che porterà dentro di questa sua avventura? “Riavvolgendo il nastro penso che probabilmente, dal punto di vista emotivo, la vittoria a Cordovado

TremilaSport+ | 09 11 2016 | 19


GIOVANILI

PIANETA OL3

IN QUATTRO ANNI IL VIVAIO È DECOLLATO La società orange sta pian piano diventando un vero e proprio fiore all’occhiello a livello di calcio giovanile. A beneficiarne è anche la prima squadra, ora al vertice della Promozione B con molti ragazzi del proprio vivaio


GIOVANILI

Per chi non ha costruito un buon settore giovanile sarà dura fare prime squadre”

A

Kazan, in RuL'Ol3 è in testa al girone B di Promozione davanti a squadre che, sulla carta, dovrebbero invece precederla. Ronchi, Valnatisone, Zaule, Juventina, Pro Gorizia, e tutte le altre pretendenti al titolo si trovano a inseguire quello che è il frutto di tanti anni di lavoro. Programmazione, la parola chiave per Alessio Battistig, direttore sportivo che sta raccogliendo quanto di buono seminato sotto la sua gestione quadriennale. Insieme al lavoro dei responsabili del settore giovanile Fabio Casu, Rovert Rocco e Stefano Tomasino, gli orange di via Casali stanno stupendo in positivo, annoverando tra le fila della prima squadra oltre il 75% di calciatori cresciuti in casa propria. A fare il punto della situazione è proprio il ds della formazione collinare. - Partiamo dalle basi: quanto è grande la famiglia dell'Ol3? “Ad oggi contiamo 160 tesserati dai piccoli amici agli allievi regionali, passando per gli Juniores e gli esordienti a 9. Copriamo praticamente tutte le annate, lavoriamo con ragazzi di tutte le età e, soprattutto, lavoriamo con allenatori di elevata caratura. Sono tutti preparati sia dall'esperienza personale di categorie regionali, sia dai corsi che frequentano con costanza. Zampa per gli allievi 2000, Crasnich per gli Allievi 2001, Rocco per i Giovanissimi 2002/03, Casu e Calligaris per gli Esordienti, Pentima, Coniglio e Appi per i Pulcini. I portieri li allena Gianluca Parlato. Poi ci sono i collaboratori tecnici Petrigh e Gardellini mentre i piccoli amici e i primi calci sono coccolati da Valentina Bernardinis, Angelo Casciaro ed Erika Errico. Ai piani alti ci sono Gorenszach per gli Juniores e il mister della prima squadra, Ernesto Candon. In particolar modo quest'ultimo può essere l'esempio di quanto qui fatto: un allenatore che ha gestito le giovanili e ora si trova sulla panchina della prima squadra”. - Come siete strutturati? “Proviamo a integrare ogni anno in rosa 3-4 ragazzi in modo da poter fare sempre una squadra

regionale all'altezza. Cerchiamo di metterci a disposizione dei ragazzi a 360 gradi: abbiamo pulmini per i ragazzi che vengono dal cividalese, da Magnano in Riviera, Valvasone, Cussignacco. Lavoriamo in modo tale che si possa garantire anche alle annate successive di fare una stagione dignitosa: l'obiettivo non è vincere, ma maturare e preparare i ragazzi a juniores e prima squadra”. - Età media? “Fra Juniores e prima squadra siamo intorno ai 20-21 anni. Di 40 giocatori di queste due squadre almeno tre quarti hanno militato nelle nostre giovanili. I fuori quota sono di nostra proprietà. Abbiamo fatto salire i '99 cresciuti con noi che hanno deciso di proseguire il progetto. Certo, se poi ci sono ragazzi che vogliono avventurarsi altrove è giusto che lo facciano: abbiamo contatti con Pordenone, Udinese, Cesena e altre formazioni. Domenica abbiamo impiegato 14 giocatori, dei quali undici sono nostri tesserati. Si segue un percorso iniziato tempo fa. E come detto, se un ragazzo preferisce accettare altre proposte, non ci sono problemi: abbiamo circa venti prestiti”. - Siete anche affiliati al Cesena. Cosa comporta? “Essenzialmente un discorso di

monitoraggio e provini sul territorio. La strada che ha portato a Pordenone alcuni ragazzi poi è ormai ben marcata: una tappa intermedia. Lavan è un '99 arrivato da poco a Perugia, diventato il più giovane giocatore con contratto professionistico di tutta la serie B. C'è Nardini, convocato in Under 15; Toffolini che gioca con la beretti neroverde, e altri ancora”. - Le soddisfazioni in questi anni non sono mancate insomma “Io sono al quarto anno qui: quando abbiamo iniziato tutte le squadre erano provinciali. Dall'anno scorso sono tutte regionali. Se vuoi portare in prima squadra i ragazzi questi campionati sono un ottimo banco di prova. L'anno scorso siamo arrivati secondi con gli allievi sperimentali, l'anno prima abbiamo vinto. Il lavoro del settore giovanile deve essere proiettato per la prima squadra: è l'unica cosa che conta. Se il ragazzo è bravo lo portiamo su, proviamo a farlo salire subito. L'anno scorso ben tre

'99 avevano già giocato in prima squadra. Nelle giovanili puoi vincere o perdere, certo, si scende in campo con la fame di vittoria, ma lo scopo di tutto questo è un altro. Crescere, non vincer campionati. Poi ci si trova davanti a situazioni paradossali: squadre che chiedono sempre di spostare le partite in modo da avere sempre e solo i migliori giocatori a disposizione che magari non hanno spazio in prima squadra quella domenica. Noi siamo fieri del nostro progetto”. - La strada è quella giusta… “Per come siamo strutturati adesso abbiamo una prima squadra che ci sta dando soddisfazioni. Chi parla di campionato da vincere non ha capito nulla. Noi pensiamo ad altro adesso, passo dopo passo. Progettualità prima di tutto. Penso che chi nei prossimi anni non avrà costruito un buon settore giovanile si troverà in estrema difficoltà a formare la rosa della prima squadra. Noi abbiamo lavorato da formica, e adesso è arrivato l'inverno”.

Battistig: “Ben marcate le collaborazioni con Udinese, Pordenone e Cesena” TremilaSport+ | 09 11 2016 | 21


In collaborazione con

A SCUOLA DI CALCIO

L'ATHLETIC CLUB DI BILBAO, comunemente chiamato Athletic Bilbao, è una delle squadre più famose e longeve di tutto il calcio spagnolo. Fondata nel 1898 l'Athletic Bilbao è uno dei tre club spagnoli - con Barcellona e Real Madrid - a non essere mai retrocesso e ad avere partecipato a tutte le edizioni della Primera Division. Società

autoctona vera e propria: tra le sue file annovera soltanto atleti baschi o con tali origini. Come può essere costantemente competitiva ai massimi livelli potendo attingere unicamente da un bacino di utenza così limitato rispetto ai suoi competitor nazionali e internazionali? Su quali segreti poggia il longevo e costante successo dell'Athletic Bilbao?

AThLETIC BILBAO:

GEOGRAFIA DELL'ORGOGLIO BASCO

I

n un mondo sempre più piccolo e interconnesso la ricerca del talento è diventata via via più semplice. Le più importanti squadre di club dispongono di una rete di osservatori e selezionatori aventi il compito di setacciare ogni angolo del globo. Essi sono alla costante ricerca di giovani promettenti da inserire in prestigiosi settori giovanili o da proporre ad ambiziosi procuratori. In questo modo i calciatori più abili diventano patrimonio di blasonate società contribuendo al sensibile aumento di fatturato e, forse, del tasso tecnico della rosa. Tutto questo sembra relativamente semplice. Io presidente della società di

22 | 09 11 2016 | TremilaSport+

La formazione biancorossa è nota per schierare solo giocatori baschi calcio MF decido che una parte del fatturato venga messa a disposizione ogni anno per la ricerca, l'analisi e la valutazione del talento. Questa "caccia al tesoro" produrrà vantaggi economici ogni qual volta il valore complessivo dei giocatori scelti e "importati" supererà le spese sostenute per la loro ricerca. Voglio nella mia squadra un talentuoso calciatore, con piedi

fini, infinito estro e velocità? Presto fatto. Sguinzaglio la mia "intelligence" in America del Sud. I miei emissari scoveranno sicuramente un talento puro e brillante, rovistando nei 420

milioni di persone che occupano il continente. Ma se non avessi a mia disposizione il mondo intero? Se volessi creare squadre competitive utilizzando solo i calciatori della mia regione?


A SCUOLA DI CALCIO

AThLETIC BILBAO: vecchia e nuova "Catedral" Paesi Baschi e Lombardia La popolazione dei Paesi Baschi conta poco più di 2 milioni di abitanti che occupano un'area geografica composta da circa 7000 km quadrati. In questo minuscolo bacino d'utenza - rispetto a 420 milioni - l'Athletic Bilbao valuta, seleziona e prepara i propri calciatori d'elite. La Lombardia si estende su una superficie pari a più del triplo del territorio basco e al suo interno vivono all'incirca 10 milioni di abitanti. Un numero di persone che per i baschi sarebbe sufficiente a costituire organici competitivi di quattro importanti società sportive. Sarebbe come pensare che i calciatori di prima squadra e di settore giovanile di Milan e Inter fossero tutti nati in provincia di Milano. Forse è una questione genetica? Forse i nord-iberici fanno parte di un'antica razza di calciatori selezionata e perfezionatasi lentamente nel corso dei secoli? O più probabilmente la chiave di lettura è da ricercarsi nell'utilizzo di un'organizzazione e di una metologia di allenamento che stimola e facilita la genesi di giovani atleti di livello? Nel prossimo articolo approndiremo la filosofia di gioco e la metodologia di insegnamento dell'Athletic Bilbao. N e l p a r a g r a f o s u c c e s s i v o u n interessante articolo di approfondimento sul San Mames, lo storico stadio di casa dei biancorossi, a cura di Antonio Cunazza.

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I

l primo passo da compiere per comprendere a fondo l'orgoglio, il senso di appartenenza, la filosofia di gioco su cui poggia la metodologia di lavoro di questo club è entrare nella casa dell'Athletic Club de Bilbao. Antonio Cunazza, allenatore, architetto ed esperto di stadi, racconta i significati sportivi e sociali che legano ogni stadio al loro luogo d'appartenenza e alle persone che l'hanno vissuto. Il San Mamés è senza ombra di dubbio il luogo in cui tutto ebbe inizio. "Raccontare la storia del San Mamés significa pensare al "vecchio" stadio, l'originale Catedral, uno dei simboli del calcio europeo per un secolo esatto, dal 1913 al 2013. L'Athletic Bilbao ha legato ogni aspetto di sé a quell'impianto, inizialmente composto da tre semplici gradinate in terra e una tribuna principale in splendido stile tardo ottocentesco, opera dell'architetto Manuel Maria Smith.

Il primo stadio spagnolo costruito appositamente per il calcio, con 3.500 persone alla partita inaugurale contro il Racing de Irún il 21 agosto 1913 (soltanto 7 mesi dopo la posa della prima pietra) e capienza subito aumentata a 9.000 posti dagli anni '20, con il primo ampliamento e la costruzione delle gradinate de la General, prima, e de Capuchinos, poi. Un impianto dove, subito dopo la sua scomparsa, trovava posto il busto in onore di Rafael Moreno Aranzadi, detto "Pichichi", bandiera del Club tra gli anni '10 e gli anni '20, primo giocatore a segnare al San Mamés - il giorno della partita inaugurale - e oggi ricordato ogni qual volta viene assegnato il premio di miglior marcatore del campionato spagnolo (il "premio Pichichi"). La ristrutturazione della tribuna principale nel 1952, con la costruzione di una meravigliosa struttura a due livelli con un enorme arco sulla sommità della copertura - che permetteva di eliminare i pilastri di sostegno, sempre dannosi per la visuale - confermava il San Mamés come uno stadio all'avanguardia ma, allo stesso tempo, sempre fedele a sé stesso. Ammodernato e ampliato negli altri tre settori per ospitare i Mondiali del 1982, questo impianto è arrivato a compiere il secolo di vita ma, allo stesso tempo, ha dovuto lasciare spazio al nuovo corso del calcio. Nel 2013 la vecchia e originale Catedral ha lasciato spazio a quella "nuova", dal nome completo San Mamés Barria, inaugurata il 16 settembre ancora incompleta, in attesa della costruzione

dell'ultima gradinata, quella sud, che insiste sul terreno dove prima c'era la tribuna del vecchio impianto. Un edificio, progettato da César Azkarate, che propone un impatto diverso, più moderno e più impressionante. Con la facciata esterna rivestita da elementi geometrici (illuminabili in notturna) pare quasi un'evoluzione meno "gommosa" dell'Allianz Arena di Monaco. Ciò che si immagina dall'esterno, poi, è confermato dall'interno: un enorme catino rosso a due livelli, imponente, ripido sul campo. Oggi il San Mamés è uno degli stadi più grandi del massimo campionato spagnolo e continua a portare quel nome, che è parte della simbologia stessa del Club. Per certi versi può essere considerato un progetto non del tutto "utile" - insomma, l'Athletic stava benissimo anche nel vecchio stadio - ma il romanticismo degli appassionati è bilanciato

dal fatto che questo nuovo impianto, oltre a essere stato ottimamente realizzato, ha regalato alla vecchia Catedral il posto d'onore che gli compete nella storia".

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TremilaSport+ | 09 11 2016 | 23


CALCIOC5

FLASH MARIANO IN FORMA STERPITOSA

IL TALENTO

IL MACCAN PRATA MARAMALDEGGIA CONTRO IL BASILIANO: PER I MOBILIERI E’ UN SONTUOSO 9-0

Foto AsdMaccanC5.it

SBANCATO IL CAMPO DELL’UDINE CITY

Foto Christofer Dozzi

Quando è in condizione, e senza dubbio uno dei giocatori di maggior talento della nostra regione, come dimostrato nell'ultimo turno di campionato in casa dell'Udine City: giocatore a tutto campo, dribbling fulminante, assist-man e realizzatore, al Palacus ha messo in mostra tutto il suo repertorio.

IL PALMANOVA VOLA IN SEMIFINALE

COPPA ITALIA

Ăˆ il Palmanova la prima semifinalista di Coppa Italia: la squadra di mister Noselli vince 4-1 (Cedermas, De Bernardo, Fabbro e Michele Collevati i marcatori) con l'Udine City ed ora attende il nome della prossima avversaria che uscirĂ dalla sfida tra Prata e Maniago. Nella parte bassa del tabellone il Pentalcor mercoledĂŹ ospiterĂ la Clark nella sfida tra due prime in classifica, mentre l'ultimo quarto di finale vedrĂ scontrarsi la Futsal Udinese e la Torriana.

UDINE CITY, SI TORNA SUL MERCATO

SERIE C

Momento buio per i bianconeri di Titta Pittini che incassano in campionato la prima sconfitta casalinga contro il Tergesteo e due giorni dopo perdono anche il quarto di finale di Coppa Italia con il Palmanova. Rosa ridotta all'osso da assenze ed infortuni, uno per tutti quello del bomber Contin, la stagione è ancora lunga, ed alle porte c'è un tesseramento da novanta per avviare la rincorsa al vertice della classifica.

CLAMOROSO TERGESTEO

A

ncora quattro squadre, sebbene non tutte col medesimo numero di gare disputate, al comando del campionato regionale di serie C di calcio a 5, in una giornata che segna una prima spaccatura tra le battistrada (Maccan, Torriana, Clark e Pentalcor) e le immediate inseguitrici nella quale balza all'occhio la clamorosa vittoria del Tergesteo, che sbanca per 4-6 il parquet dell'Udine City di Pittini, ed il Lignano che ferma la rincorsa del Palmanova ora attardato di ben sette punti dal vertice. In vetta fa la voce grossa il Prata che, dopo il riposo forzato, asfalta il Basiliano: finisce 9-0 per i gialloneri di Bovolenta con capitan Aziz mattatore di giornata, quattro reti, doppiette per gli sloveni Stendler e Vulikic. Non cedono le dirette antagoniste: la Clark Udine non brilla ma vince 3-0 con il fanalino Adriatica ancora fermo al palo, mentre la Torriana fatica un tempo per avere ragione di un Maniago che lotta stoicamente ma alla fine deve cedere per 3-1 (doppio Di March) in riva all'Isonzo. Faticano e non poco Palmanova e Udine City: i primi, dopo la vittoria in Coppa, non riescono ad espugnare per la seconda volta Lignano e vengono fermati sul

2-2 dalla squadra di mister Acampora, che recrimina pure per l'annullamento della terza rete nel finale di gara. Gli udinesi invece fanno peggio, e dopo aver chiuso la prima frazione in vantaggio per 4-2, nella ripresa subiscono l'onda d'urto di uno scatenato Tergesteo che ribalta il risultato imponendosi per 6-4 trascinato da un Mariano sopra le righe. Sofferta infine ma significativa la vittoria del Pentalcor Grado sull'Udinese Futsal: la squadra di Movio vince per 2-1 (Ramirez ed un autorete) lo scontro diretto con i bianconeri di Della Negra e continua a sognare restando in vetta appaiata a Clark, Maccan e Torriana. In serie B fallisce l'ennesima prova di maturitĂ la BassaManzano: dopo l'importante vittoria casalinga nel turno infrasettimanale del 1 novembre contro il CittĂ di Mestre (2-0), la squadra di mister Salfa era attesa al salto di qualitĂ per una classifica piĂš tranquilla in casa del fanalino Belluno, ancora a secco di vittorie dopo sei turni di campionato. Invece i veneti portano a casa l'intera posta con un netto 6-0 che evidenzia ancora una volta i limiti mentali e tecnici di una squadra troppo discontinua ed altalenante nel giro di pochi giorni.

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CALCIOUDINESE IL COMMENTO

IL CONSOLE D'AQUILEIA AVANzA SU TRE FRONTI Tattica, psicologia, cultura friulana: così Del Neri è diventato il leader bianconero in campo e fuori. Quattro risultati utili di fila: non accadeva da un anno

di IDO CIBISCHINO

E

quattro! Pareggiando a Genova col Grifone, Gigi Del Neri serve la mini-serie di quattro risultati utili consecutivi, portando a casa 8 punti in cinque partite, con 10 gol fatti e 7 subiti. E quasi quasi ci scappava pure un mezzo scalpo di lusso se soltanto l’Udinese, alla prima del dopo-Iachini, non avesse omaggiato la Juventus di due calci franchi (una punizione e un rigore) che le capacità balistiche di Dybala hanno fatto fruttare al massimo, addirittura oltre i meriti.

E infatti la formula Colantuono si è sciolta definitivamente in primavera, con conseguente cambio di timoniere (ma non è che De Canio abbia fatto tanto meglio). Prima ancora era stato Stramaccioni, con l’Udinese ancora forte di sangue italiano, a centrare quattro buoni risultati consecutivi, in tre fasi diverse, l’ultima dalla 26ma alle 29ma giornata a cavallo tra marzo e aprile del 2015. Non bastò, com’è noto, per meritargli la conferma, bruciata dalle ultime quattro partite, tutte perse. MERITI - L’argomento è sfizioso

psicologico per dare sicurezze e, con le rotazioni, recuperare scontenti ed emarginati, quasi tutti riportati sullo stesso piano. Non solo: per consuetudine o per calcolo, Gigi si è pure impegnato in un’operazione culturale nel momento in cui, finalizzata al progetto identitario, ha fatto ricorso anche alla lingua friulana, rendendo familiari parole come “sgarfâ” o “dindiats” per rendere l’idea della volontà e del coraggio necessari per fare risultato. Ne consegue il gradimento del popolo, che si riconosce nel condottiero più che in ogni altro uomo

ottimismo all’ambiente. Avanti così, insomma. SIMBOLO - A parte che pure Del Neri i suoi bei giovani continua a esibirli (Fofana e Jankto, per esempio), il recupero-capolavoro è stato quello di Thereau, il simbolo del nuovo corso. Intristito prima da acciacchi assortiti e poi da schemi che lo inchiodavano a fette di campo, a rigidità che ne umiliavano qualità e creatività, Cirillo sembrava perso. Iachini lo stava ammazzando. Del Neri ne ha fatto lo scudiero più fedele e il leader, lasciandogli la libertà di cui

Qui a fianco, Delneri osserva una giocata di Fofana. Nell'altra pagina, Thereau fra i difensori del Torino, e De Paul in dribbling.

Ci voleva un console nostrano, il console di Aquileia, per ricompattare le disperse truppe bianconere, farci uscire dalla grande depressione e ristabilire una normalità di prestazioni e di risultati cui ci aveva abituati l’era Guidolin. E’ un piccolo prodigio che alle nostre latitudini mancava da un anno esatto. Per ultimo era stato Colantuono (a proposito: risolto il contratto con l’Udinese, ha appena trovato panchina a Bari) a mettere in fila quattro risultati utili, dalla sesta alla nona d’andata dello scorso campionato, raccogliendo 8 punti con due vittorie a Bologna e sul Frosinone, più i pari con Genoa e Verona. Arrivarono i risultati ma non il gioco, nonostante l’innesto di un vero regista come Lodi (prima si arrabattava nel ruolo il piccolo Iturra).

26 | 09 11 2016 | TremilaSport+

e torna fuori di frequente, senza che ne sortiscano responsi definitivi. Cioè: quanto incide l’allenatore nelle fortune di una squadra? Una percentuale universale non può esistere, tanti sono i casi e le variabili. Di certo l’incidenza di Gasperini, che ha rotto ogni indugio affidandosi ai giovani usciti dal vivaio di Zingonia, è enorme nel ruspante volo dell’Atalanta-rivelazione che nelle gerarchie del campionato ha preso il posto dell’Udinese dei tempi d’oro e poi del Sassuolo. Così come è stata decisiva la mano di Del Neri nel bloccare l’involuzione dei bianconeri e lanciarli verso una dimensione meglio intonata ai loro valori. Lavoro tattico, con la semplificazione e la chiarezza dello schema così da ricavare compattezza ed equilibrio; lavoro

L'uomo della svolta è Thereau, finalmente libero di esprimeri. Ma non tutto luccica: Felipe non può fare il terzino e De Paul non sa giocare di squadra della società, ora che paron Pozzo si è defilato. Un ruolo che il console di Aquileia regge con naturalezza, anche divertito dal fatto che basti così poco per restituire sorriso e

ha bisogno per esprimersi: “E’ lui, con i suoi movimenti – così lo ha omaggiato il tecnico – a determinare il nostro schema offensivo”. Risultato: sempre a segno nelle ultime quattro partite per cinque gol totali. L’occhio ceruleo di Gigi ha visto giusto anche sul conto di Kums. E quello sarebbe un regista? si mormorava alle prime esibizioni del reclamizzato belga arrivato in prestito grazie alle sterline del Watford. La partita di Marassi, giocata con personalità e a vasto raggio, ne ha invece svelato la reale caratura, che attende soltanto il gol per consacrarsi. Il brutto, ahinoi, sarà che a fine stagione dovremo spedirlo a Mazzarri in Inghilterra, come da accordi. LE SPINE – Ma non è un’Udinese


UDINESECALCIO

I FEDELISSIMI DI GIGI

SI GIOCA SEMPRE IN 14 DE PAUL, MAI 90 MINUTI

ancora perfetta, persistendo delle criticità evidenti. La fascia sinistra non ha un interprete all’altezza di Widmer sull’altro fronte. Del Neri, forzando le caratteristiche del brasilfurlan, che è un difensore centrale per passo e mentalità, sta schierando come terzino Felipe. Da un lato, con la reattività di Wague rimedia alle opacità di Danilo in mezzo, ma con Felipe fuori ruolo espone il fianco sul lato sinistro, com’è successo anche a Marassi, dove Edenilson ha letteralmente asfaltato il bianconero. Felipe, comunque apprezzabile per la disponibilità ad adattarsi, non può giocare in quel ruolo e la maglia da titolare la dovrà contendere a Danilo e a Wague, ammesso che non decida

di cambiare aria a gennaio. Un’altra spina bella grossa si conficca sul nome di De Paul. Schierato da esterno d’attacco o trequartista, mai ha convinto. Uno con le sue caratteristiche – proprietà tecnica, capacità di saltare l’uomo, anche personalità - farebbe comodo, a patto di non esagerare, sopratutto di capire che ciò che è concesso nei pressi dell’area avversaria non è accettabile in altre zone del campo. Lontano dalla porta il dribbling non è decisivo, mentre può esserlo in senso negativo una palla persa. A forza di sostituzioni forse gli entrerà in testa. In caso contrario l’argentino è destinato a replicare il fallimento della sua ultima stagione al Valencia, da fenomeno sgonfiato.

Sono 19 i giocatori che Del Neri ha schierato nelle cinque partite della sua ancora breve (ma produttiva) gestione bianconera. E in ogni occasione ha sfruttato tutti e tre i cambi a disposizione, con tempistiche diverse. L'intervento in corsa più inusuale, così da rimediare a un assetto di partenza piuttosto leggerino, lo si è avuto nella partita interna col Torino. Sotto di un gol (Benassi), al primo minuto della ripresa Del Neri ha mandato in campo il prestante Hallfredsson per Kums come schermo davanti alla difesa, e l'irriducibile Perica per il latitante De Paul, riservandosi in seguito di inserire Badu per Jankto. Ciò ha permesso di ribaltare il risultato (2-1) con Thereau e Zapata, vantaggio purtroppo non conservato per la prodezza di Ljajic complice l'immbilismo dei centrali bianconeri. Il giocatore più sostituito è De Paul: una sola volta (a Palermo) non è partito titolare, per il resto è stato sempre inserito da Del Neri nell'undici di partenza, salvo poi finire anzitempo sotto la doccia. L'argentino, per ora, non incide abbastanza in zona avanzata e gli mancano mentalità e tempi (vedi lo sgambetto in area ad Alex Sandro) nella

fase difensiva. Del Neri sta lavorando sul ragazzo con particolare puntiglio, convinto di farne un buon interprete del calcio europeo. Se non ci riesce lui, un maestro di calcio al pari di Guidolin, vuol dire che non c'è proprio speranza. In questo scorcio di gestione Del Neri, non si sono ancora visti in campo, a causa di infortuni o postumi, o per scelta tecnica, potenziali titolari come Kone, Armero e Lodi, e i giovani Balic, Evangelista, Penaranda ed Ewandro. Più i due portieri di riserva Scuffet e Perisan, i quali hanno poche speranze di scalzare

un drago come Karnezis, che a Marassi ha respinto al 93' l'ultimo assalto del Grifone con due balzi prodigiosi. Gli occhi di Pavoletti erano più eloquenti di ogni parola: ma da dove sbuca questo gattaccio? (i.c.)

di Biancamaria Gonano

Un LIBRO DI ImARA BERtOSSI PER CELEBRARE IL FRIULI E L'UDInESE Mercoledì 9 novembre a Palazzo Belgrado a Udine verrà presentato il libro di Imara Bertossi, grande tifosa e cuore dell’ Udinese club Pradamano, nato lo scorso anno: “ Questo libro vuole essere un atto d’amore e di orgoglio verso la mia terra, la mia cultura, la mia lingua e l’Udinese calcio - dice l'autrice - . Amo tutte le realtà sportive che rappresentano il Friuli. Lo sport per me è sempre stato uno strumento di inclusione sociale e di gioia. Il libro è l’ampiamento della mia tesi di laurea magistrale, ottenuta il 23 ottobre 2015 presso l’Università di Trieste in “Studi storici dal Medioevo all’età contemporanea” con il massimo dei voti e lode". E poi il collegamento con l'Udinese: "L’idea di collegare terremoto e il calcio mi è venuta guardando una trasmissione televisiva nella quale il professor Gianfranco Ellero, parlando di Udinese, disse: «Se si cercano esempi di nobiltà, è giusto ricordare l'anno di fondazione, il 1896. Nei primi anni del

dopoguerra l'ascesa dell'Udinese Calcio dalla Serie C alla Serie A fu il felice controcanto sportivo della ricostruzione del Friuli dopo la seconda guerra mondiale. Il fenomeno, della crescita parallela del Friuli e dell'Udinese si è ripetuto anche dopo il 1976, quando il mondo rimase stupito per l'onestà e la celerità della ricostruzione del Friuli dopo il terremoto, noto a livello internazionale, come Modello Friuli». Il libro è suddiviso in due parti distinte ma allo stesso tempo collegate da un filo conduttore. "Nella prima ho pubblicato varie testimonianze, alcune inedite come quelle rilasciatami da Gabriella Gheno e da Eliseo Fabbro, che all’epoca del terremoto vestiva la casacca bianconera in Serie C - spiega la Bertossi - . Significativa è anche l’intervista a Massimo Giacomini, che ricorda le visite della squadra agli Udinese Club, in sedi dove erano evidenti gli effetti del sisma. L’Udinese

di quel periodo, grazie ai successi sportivi, ha “aiutato” moralmente la gente friulana impegnata nella ricostruzione. Doveroso precisare che il “modello Friuli” è stato un punto di partenza e un prototipo da seguire anche per altre calamità avvenute successivamente". Nella seconda sezione dell’elaborato vengono esposte le caratteristiche del Friuli prima e post terremoto, rapportandole al contesto sportivo dell’Udinese Calcio: "Per sottolineare il forte legame tra la compagine sportiva e il suo territorio, mi sono soffermata anche sul calciatore svedese Arne Selmosson (stagione 1954-1955) e sul campione brasiliano Zico (stagione 1983-1985): due personalità che hanno lasciato un ricordo indelebile soprattutto per le loro doti morali ed umane. Per completare e rendere al meglio l’ elaborato ho intervistato Massimo Giacomini, Enzo Ferrari, Italo Nicoletti, Ido Cibischino, Alessandro Calori, Marcio dos Santos Amoroso, Valerio Bertotto e Antonio Di Natale. Un capitolo è stato inoltre interamente dedicato alla storia dell’Udinese Club “Arthur Zico” di Orsaria".

TremilaSport+ | 09 11 2016 | 27


SIDICEVA...

si diceva...

7 PERSONAGGI CHE HANNO TROVATO GLI AUTORI Campioni di ieri narrati da Luciano Provini e Faustino Anzil in un libro che appassiona e trasmette valori

S

e Pirandello si era dedicato a sei personaggi in cerca d’autore, Luciano Provini e Faustino Anzil l’hanno fatto con sette sportivi friulani emeriti, dedicando loro un volume di piacevole lettura che in molti tratti anche commuove in presenza di eventi lieti e tristi che ne hanno contraddistinto la carriera. I prescelti, emblematici di un movimento senza limiti nella storia dello sport di casa nostra, sono la sciatrice Fides Romanin, l’arbitro Francesco Milano, il ciclista Virginio Pizzali, il preparatore atletico Sergio Zanon, il rallysta e calciatore Gianni Marchiol, il pugile Alfredo Vogrig e il calciatore Enore Boscolo, tutti meno uno (Zanon) presenti all’affollata

presentazione del libro nei giorni scorsi a Palazzo Belgrado a Udine. Il libro, promosso dall’Associazione nazionale atleti olimpici e azzurri d’Italia, s’intitola “7 personaggi dello sport friulano” e l’originale copertina, raffigurante un mobile antico

quella di Fides Romanin, sciatrice di Forni Avoltri, che per poter partecipare nel 1952 (quando aveva 19 anni) alle Olimpiadi invernali norvegesi, nelle quali fu poi pure portabandiera azzurra, dovette usufruire del beneplacito del Parroco del suo paese, al quale si erano r i vo l t i i g e n i t o r i per riceverne un consiglio. Carriera, quella della Romanin, che si concluse in seguito a soli 25 anni, perché allora, come lei stessa dice, le ragazze pensavano prima di tutto a sistemarsi, mettendo su famiglia. Risvolti tragici ebbe invece la carriera arbitrale di Francesco Milano, classe 1929, che dirigendo un match di pugilato nel dicembre 1974, assistette a Pavia al dramma di un boxeur diciannovenne, Paolo

Sergio Zanon entrò in crisi ideologica all'apparire della farmacopea nel mondo dell'atletica leggera

28 | 09 11 2016 | TremilaSport+

dai cui cassetti spuntano i “ferri del mestiere” dei protagonisti, è dell’illustratore Mario Baschirotto. Cassetti che contengono appunto storie, tratteggiate sapientemente e simpaticamente dagli autori, talvolta incredibili, come ad esempio

PERSONAGGI Enore Boscolo, qui sopra, udinese che esordì in A con la Triestina nel 1949 segnando un gol al Torino. Nella foto grande, la sciatrice Fides Romanin.


INOSSIDABILI Gianni marchiol, sopra, e Virginio Pizzali, friulani doc dal grande palmarès

Garioni, colpito da infarto sul ring e deceduto poi all’ospedale della città lombarda. E ancora testimonianze coinvolgenti, quelle riportate dagli autori, con il contorno di fotografie e ritagli di giornale riguardanti i personaggi trattati. Con Virginio Pizzali, di Mortegliano, a vincere gare “eroiche”, Gianni Marchiol a cominciare a spingere sull’acceleratore nei rally quasi per caso dopo una buona carriera di calciatore, Alfredo Vogrig pugile giramondo che andò a battere nel 1970 nella sua tana spagnola il mitico spaccapietre Urtain e Enore Boscolo, il “granellin di pepe” udinese, classe 1929, che esordì in serie A con la maglia della Triestina, il 4 dicembre 1949, realizzando un gol al Torino. E poi Sergio Zanon, preparatore che entrò in crisi ideologica con l’apparire della farmacopea nel mondo dell’atletica. Mondi diversi uniti dal comune denominatore della passione, quella che anima anche gli autori del libro, Lupro, al secolo Luciano Provini, decano dei giornalisti udinesi, classe 1928, e Faustino Anzil, a sua volta allenatore e preparatore atletico e testimone di epoche importanti dello sport nazionale e internazionale. Un libro che arricchisce e trasmette valori ai giovani e ai meno giovani. (E.F.)

QUATTRO MANI Si sono divisi i compiti, Luciano Provini e Faustino Anzil, nel descrivere i sette grandi dello sport friulano (qui la copertina realizzata da Baschirotto)

STAR DEL RING Alfredo Vogrig divenne popolare battendo lo spagnolo Urtain nel 1970 davanti al suo pubblico. Di vocazione giramondo, ha viaggiato molto anche per diletto e oggi vive a Udine.

TremilaSport+ | 09 11 2016 | 29


NONSOLOSPORT

CULTURA

Novità su mostre, spettacoli, eventi, personaggi del panorama culturale

MOSTRE

LORENZO MATTOTTI, ORA PROFETA IN PATRIA Ci sono nomi di personalità, non solo appartenenti al mondo dell’arte, dello spettacolo, della cultura in toto, che godono di discreta fama in madrepatria ma che con il tempo si fanno conoscere e stimare ancor di più al di fuori dei confini. E la rottura di certi confini, appunto, costituisce le fondamenta su cui è costruita l’esposizione di Villa Manin dedicata a Lorenzo Mattotti, illustratore, fumettista, pittore che sempre più si è fatto rispettare non solo in Europa, ma in tutto il mondo. Tant’è vero che i suoi disegni sono comparsi in quotidiani e periodici internazionali quali The New Yorker, Le monde, Suddeutsche Zeitung, ma anche Glamour, Vanity fair e Cosmopolitan. Senza dimenticare gli interventi nel mondo del cinema d’animazione: in Pinocchio di Enzo D’Alò, per citare un esempio, suoi sono gli sfondi e i personaggi. Quattrocento sono le opere esposte fino al prossimo 19 marzo nelle numerose stanze del corpo gentilizio della Residenza di Passariano di Codroipo: ad affascinare lo spettatore è il percorso della mostra, liberato da ogni vincolo di ordine cronologico o tematico. Curata da David Rosenberg con la collaborazione di Giovanna Durì e la supervisione di Mattotti stesso, dopo la prima tappa a Landerneau, in Bretagna, la mostra è stata arricchita di altre opere facenti parte di collezioni private. Ci si lascia quindi sopraffare, sorpresi dai diversi caratteri delle opere dell'artista: corvi semiumani dall’aspetto cupo, luciferino o angeli caduti di cui non si scorge nemmeno il volto ma anche pianure idilliache dove gli uomini sembrano leggeri come piume o tenere, intime scene notturne. Il surreale, l’immaginifico, ma anche il quotidiano, il banale. Questo è Sconfini. Aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19. Il costo è di 10€ per il biglietto intero e 8€ per quello ridotto. Massimo Gaudino

ROBERT hARRIS

PADRINI E PADRONI MONDADORI

Nel 1908, un tragico terremoto divora Messina e Reggio Calabria. Si stanziano quasi centonovanta milioni di lire per la ricostruzione, ma la presenza nella gestione dei fondi anche di boss e picciotti – molti dei quali tornati dall’America per l’occasione – causerà danni gravissimi, sottraendo risorse preziose, trasformando le due città in enormi baraccopoli e dando vita a un malcostume ormai diventato abituale. Lo stesso scenario che si ripeterà, atrocemente, cent’anni dopo, nel 2009, con il terremoto dell’Aquila. Mentre la gente moriva, in Abruzzo c’era chi già pensava ai guadagni. Questo di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso è un ibro di denuncia forte, coraggioso, che racconta una verità amara. Senza sconti per nessuno.

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DIANA ROSIE

IL COLORE DELLA GIOIA NORD

Alberto è un uomo concreto, di quelli che preferiscono concentrarsi sul futuro piuttosto che sprecare tempo a rimuginare sul passato. Anche perché, del suo passato, ricorda ben poco. Non sa nemmeno quando è nato. Un dettaglio poco importante per lui, ma non per suo nipote Tino: quando scopre che nonno Alberto ha «perso» il compleanno, con l’innocenza tipica dei bambini gli propone di andare a cercarlo. Forse per distrarre Tino, preoccupato per il padre ricoverato in ospedale, forse per soddisfare una curiosità mai del tutto sopita, Alberto accetta. E così, partendo dall’orfanotrofio in cui Alberto ha trascorso l’infanzia, nonno e nipote intraprendono un viaggio attraverso una Spagna che profuma di nostalgia e di brandy, di sole e di occasioni perdute

L’ANGOLO DELLA

LETTURA

JUAN ESTEBAN CONSTAIN

L’UOMO ChE NON FU GIOVEDì FAZI

Poco prima delle dimissioni di Benedetto XVI, torna alla luce un vecchio processo per la canonizzazione di G.K. Chesterton, celebre scrittore e teologo inglese convertitosi al cattolicesimo dopo un travagliato percorso interiore. Il dossier riguardante il caso, conservato gelosamente per anni, ricompare nel polverone sollevato dalle lotte intestine, dai furti di documenti e dagli scandali che hanno assediato la Chiesa nel corso dell’ultimo decennio. Essere un cristiano devoto va bene, ma diventare santo è tutt’altra cosa: quale segreto si cela dietro questa storia? Un intrigante giallo a sfondo religioso, omaggio all’eterno creatore di padre Brown, ma anche un esilarante romanzo satirico, poliedrico e coltissimo.

CARL JOhAN VALLGREN

NEL TUNNEL MARSILIO

Una rapina a un trasporto valori. Sembra un colpo facile per Jorma Hedlund, l’ultimo prima di tornare a fare qualcosa di costruttivo dopo anni di carriera criminale. Ma le cose prendono una piega diversa, e mentre Jorma è ricercato dalla polizia di tutta la Svezia, il suo amico di gioventù e compagno di malavita Danny Katz sta cercando di capire cosa sia accaduto al suo pusher di un tempo e alla sua ragazza. Da dove arriva tutta la droga che si ritrovano tra le mani?

KEM NUNN

ChANCE

TIMECRIME Quando Jaclyn Blackstone varca la soglia del suo studio, Eldon Chance non può immaginare che quella che all’apparenza è solo l’ennesima paziente affetta da amnesie possa rappresentare il più grave pericolo che abbia mai corso. Il dottor Chance è un rinomato neuropsichiatra di San Francisco nel bel mezzo di un divorzio difficile, alle prese con i problemi di una figlia adolescente piuttosto complicata, con l’invidia dei colleghi e con grane finanziarie che non gli danno tregua. Jaclyn, affetta da un grave disturbo della personalità, lo intrappola in una rete di sesso e inganni, mistero e crimine, in una dimensione psichica in cui il binario della realtà scorre parallelo a quello dell’illusione.


UDINESECALCIO

le belle di TremilaSport

Andrea

Felicemente single

PHOTO BY


le belle di TremilaSport

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PHOTO BY DaRIO VEnTRE

le belle di TremilaSport

TremilaSport+ | 09 11 2016 | 33


le belle di TremilaSport

Andrea Quadroni, modella comasca, è giovane madre e si autodefinisce “felicemente single”

SONO FANATICA DELLA SINCERITà

M

amma di un maschietto di quattro anni e felicemente single. Così si autodefinisce, con un pizzico d’ironia, Andrea Quadroni, ventottenne fotomodella di Colico, pittoresco centro di quel ramo del lago di Como di manzoniana memoria. Bella la libertà, sembra dire Andrea, ammettendo il proprio piacere del ridere in compagnia e delle atmosfere leggere ma anche della serietà di fondo quando si tratta di affrontare argomenti importanti. “Sono determinata, indipendente e fanatica della sincerità – si descrive la ragazza – e chi si relaziona con me deve spesso avere molta pazienza. Ma quanti mi conoscono apprezzano il mio essere diretta ma anche amichevole e affettuosa, a dispetto di un’apparenza che alcuni giudicano di persona 34 | 09 11 2016 | TremilaSport+

distaccata”. E anche in amore per Andrea la sincerità è, come dice la canzone di Arisa, un elemento imprescindibile: “Certo, insieme al rispetto reciproco se si vuole essere felici. Anche se la felicità è qualcosa di indefinibile, perché è possibile viverla solo a momenti. Sono una sentimentale, lo ammetto, e certi presupposti, in un rapporto affettivo, sono per me una necessità irrinunciabile”. Diventare fotomodella, evidenzia Andrea, è stato per lei quasi casuale: “Dicono che io sia più bella dal vero che in fotografia – sorride – e forse grazie a questo mi venne offerto di posare, quando avevo solo diciott’anni. A sfilare in passerella però non ci penso, anche perché mi mancano quei quattro centimetri indispensabili al ruolo, e mi dedico perciò solo agli studi di posa”. Con buoni risultati, è inutile sottolinearlo.


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BASKET MANDATO Giovanni Adami (qui con il presidente federale Petrucci) è al suo secondo mandato, al termine del quale è intenzionato a passare il testimone

IL MIO SECONDO LAVORO DA VOLONTARIO Giovanni Adami, riconfermato presidente regionale a maggioranza assoluta, tra passato, presente e futuro. di EDI FABRIS

U NAZIONALE Nel corso della sua presidenza, Trieste ha ospitato per ben quattro volte la nazionale italiana (nella foto l'ex allenatore Pianigiani).

nico candidato alla rielezione, ma dall’urna di Palmanova sono usciti 66 voti a favore su altrettanti aventi diritto, con un suffragio totale che testimonia la bontà del lavoro svolto nei suoi cinque anni di presidenza della Fip regionale. Ma Giovanni Adami, avvocato udinese di origine padovana, guarda anche a ciò che sarà dopo di lui, perché, sembra dire, il potere logora pure chi ce l’ha. “Mi accingo ad operare con il consueto impegno per i prossimi quattro anni – premette – ma anche a preparare il terreno al mio successore. Sarà infatti questo il mio secondo e ultimo mandato, che costituisce per me un secondo lavoro e da volontario, quindi è scontato che fra quattro anni passerò la mano. Il pieno dei voti mi rende felice e mi conferisce slancio ma, appunto, due mandati e poi basta perché prolungando l’incarico si rischia di cristallizzarsi ed è necessario vedere il basket anche con occhi diversi dai miei”. I tuoi occhi hanno comunque visto finora la pallacanestro regionale nel giusto modo. “Ho fatto molte cose positive, certo, perché nascondersi? Alla base del mio modo di agire c’è sempre la passione e questo conta parecchio. Ma ho anche avuto al mio fianco degli ottimo collaboratori e anche questo è importantissimo. Ora la mia squadra si è parzialmente modificata ed è composta da Cumbat, Monorchio, Peresson, Terenzani, Visciano e Zuccolo, tutti di grande affidabili-

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tà. Con loro si tratterà ora di trovare le giuste alchimie. E ringrazio nel contempo gli uscenti Falzari, Bagnarolo e Pozzecco per il lavoro svolto”. Un modus operandi, il tuo, considerato molto democratico e anche qui sta il segreto del gradimento nei tuoi confronti. “Gli errori li fanno tutti e anch’io non mi esimo da questo: penso ad esempio all’organizzazione del Join the game al Piancavallo o alla finale Under 15 fra due squadre triestine disputata “fuori piazza”, a Monfalcone. Alcune cose vanno cambiate ma le novità le metto sempre ai voti, anche se talune decisioni devo assumerle in autonomia”. Altre tue iniziative sono comunque divenute dei “marchi di fabbrica”. “Beh, certo, il Basket Day della C Silver, ad esempio, costituisce un momento anche di aggregazione che è stato gradito da tutte le società impegnate e che verrà mantenuto anche nel mio prossimo quadriennio. Ci sono poi la Coppa Friuli di C2 e l’All Star game giovanili e l’esperimentopilota della Lega Adriatica con la Slovenia, da portare avanti non solo come Under15”. E poi le Nazionali in Regione. “Anche di questo vado fiero. Per quattro volte la Nazionale maggiore è stata

ospite di Trieste mentre a livello giovanile, grazie anche all’impegno di Davide Micalich e del suo staff, sono state organizzate molte volte a Udine e in regione delle finali nazionali e internazionali maschili e femminili. Lo scorso anno, a testimonianza dell’ottima ospitalità e organizzazione, le rappresentative Under 14, 16 e 18 sono venute in ritiro da noi. Il prossimo anno, inoltre, negli ultimi 10 giorni di luglio avranno luogo a Udine e Cividale le finali mondiali femminili Under 19, un’ulteriore perla del nostro movimento”. Un movimento consolidato ora dalla presenza di due società regionali, Udine e Trieste, in A2 a costituire pure punto di riferimento per i giovani. “Sicuramente e per quanto mi riguarda continuerò a battermi a livello nazionale anche per portare a due le promozioni dalla A2. Promozioni e retrocessioni costituiscono il sale dei nostri campionati ad ogni livello perché non siamo pronti a tornei tipo Nba, dove nessuno retrocede e si punta in primis allo spettacolo. Forse in futuro, chissà, ma per ora è giusto anche allargare maggiormente le porte a chi punta in alto e alla fine della fiera, nonostante i propri sforzi, si ritrova alle prese con una certa delusione”.

alla base del mio modo di agire c'è sempre la passione e questo è fondamentale


BASKET PROMOZIONE

LARGO AI GIOVANI PAROLA DI COCCOLO Il presidente del Laipacco punta in primis alla valorizzazione di un vivaio bacino delle formazioni maggiori udinesi

T

ra le squadre da battere nel campionato di Promozione appena iniziato c’è sicuramente il Laipacco, storico team da sempre guidato con passione e competenza da Lucio Coccolo. “Anche quest’anno la nostra società presenta ai nastri di partenza dei vari tornei 10 formazioni a partire dagli “over” nella serie A1 UISP per arrivare al minibasket dell’annata 2008, passando naturalmente per i seniores che disputano il campionato di Promozione, per un totale di 150 tesserati complessivi – esordisce il presidente con una punta di giustificato orgoglio - continuando a rappresentare per l’Apu in primis, ma anche per Ubc e Virtus Feletto un sicuro bacino in cui pescare per quanto riguarda il vivaio". Laipacco si conferma dunque un punto di riferimento importante nel panorama cestistico provinciale, un “incubatore”

La Promozione come palestra per i tanti prospetti della nostra provincia che è riuscito a sfornare ragazzi in grado di calcare negli anni successivi i parquet delle serie superiori: quali le fonti di finanziamento per garantire la continuità e la sostenibilità della gestione? “Il 30% del bilancio annuale è finanziato dalle quote tesseramento a carico delle famiglie, a testimonianza della passione

e della fiducia che circonda la nostra società, mentre la rimanente parte è garantita dalla concessione pluriennale dell’impianto sportivo che il Comune ci ha affidato e il rimanente, in assenza di un main sponsor, da tanti piccoli apporti unitari da parte di sostenitori privati – spiega Coccolo – . Questo insieme di entrate ci permette di mettere a disposizione di ciascuna delle 10 squadre un allenatore con il suo vice e sostenere tutte le spese correnti”. Alla luce di questi dati forniti dal presidente sembra che la sua società possa essere in grado di poter reggere anche eventuali salti di categoria. “Sicuramente si – lui precisa – ma il nostro obiettivo non è quello di scalare le categorie, ma unicamente di continuare a far maturare e crescere al meglio i giovani virgulti in vista di un eventuale sviluppo verso l’alto delle loro carriere e infatti tutta la nostra squadra seniores iscritta in Promozione, è composta da ragazzi di 18 anni. Dovessero dimostrarsi così bravi da vincere il campionato vorrà dire che per il prossimo anno inseriremmo non più di due giocatori esperti e affronteremmo l’avventura con l’entusiasmo, e lo stesso obiettivo di sempre”. Che tipo di campionato sarà quello appena partito? “Come già avviene ormai da diversi anni credo che costituirà una valida palestra per i tanti prospetti che militano nella nostra provincia e confermerà l’ottimo stato di salute che gode tutto il movimento a livello giovanile”. Il sogno di Lucio Coccolo? “Quello di vedere un Apu interamente fatta da giocatori che arrivano dai nostri vivai, con il “condimento” di due americani forti, per vincere il campionato di A2”. A differenza di quanto avviene nel calcio e guardando un po’ i roster delle serie A, un sogno da concretizzare fermamente. Giuseppe Passoni

L'IMPIANTO La moderna palestra "Deledda" di Laipacco.

CAmPIONATI

DUE DERBY IN ARRIVO IN C SILVER

C

on Trieste e Udine vincenti rispettivamente su Ravenna e Chieti e in attesa di ricevere Forlì e Virtus Bologna (la gara con le "V nere" verrà disputata a Cividale domenica alle 19,30 per esigenze televisive), in A2 femminile la Delser, con Mancabelli in cattedra, batte Vicenza e si sistema in posizione di classifica più tranquilla in vista della trasferta di Salerno. In C Gold maschile, Codroipo e Corno viaggiano a sei punti dalla capolista Jesolo, mentre la triestina Jadran è due punti più sotto. Nel prossimo turno, Codroipo attende proprio la capolista, mentre Corno va a Bassano. Per lo Jadran l'occasione per risalire contro Montebelluna. C Silver con un quartetto al comando a 12 punti: Servolana, Dgm, S.Daniele e Ubc, tallonate a due lunghezze dall'accoppiata Breg-Romans. Dopo aver battuto l'Ubc con un Bellina sopra le righe, i collinari daranno vita al match da primato contro la Servolana e un altro duello ad alta quota vivacizzerà il turno, con Ubc e Dgm di fronte sabato al Benedetti. Campionato sempre vivo e intenso, la C Silver, che vede in coda, ancora a quota zero, il Bor, preceduto con due soli punti in più da un'altra triestina, il Bor e da un Fagagna che non sta ripetendo i buoni

Michele Mian (terzo in piedi da sinistra) è ritornato sul parquet nelle file del Remanzacco nel campionato di A1 Uisp. campionati scorsi. E' risalito invece, dopo un avvio disastroso, il Feletto guidato da Bettarini, con la seconda vittoria consecutiva, stavolta ai danni proprio del Don Bosco. Nei due gironi di serie D, nel Mocchiutti il Sokol Duino, vincendo a Monfalcone, ha preso il largo e guida il raggruppamento a quota 12, con quattro punti di vantaggio sul Cervignano e sulle due triestine Kontovel e Cus. Da evidenziare, nel girone, i 35 punti di Nanut, protagonista del successo della Dinamo Gorizia su Muggia. Nel girone udinese-pordenonese- portogruarese intitolato a Borsoi, viaggia a punteggio pieno il Casarsa con 12 punti, inseguito da Aviano e Sacile a due lunghezze. Prima udinese il Cussignacci a quota 8, con Tarcento a 6. Bella impresa, seconda consecutiva, della Cbu, che espugna Tricesimo con 25 punti di Del Bianco. Altrettanti i punti di Clemente nel Tricesimo. Nel campionato Uisp fa notizia il ritorno in campo di Michele Mian, che insieme al fratello Andrea porta il Remanzacco , in A1, al successo sull'Ajello per 86-47, candidando la formazione udinese fra le più forti del torneo. (E.F.)

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6 novembre 2016 - SERIE B1 FEMMINILE

VOLLEY UDINE Vs LEALI PADOVA 1-3

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VOLLEY

FOTO ALESSANDRO SAIN TremilaSport+ | 09 11 2016 | 39


PALLAVOLO

IN PRIMO PIANO BANDA Lara Caravello in azione con la maglia del Soverato, la sua nuovasquadra calabrese

BENVENUTA AL SUD! Lara Caravello, dopo una vita alla Libertas Martignacco, ha scelto Soverato, in Calabria, per la sua prima esperienza lontano dal Friuli di EDI FABRIS

A

lla ricerca di stimoli nuovi. E’ una motivazione proustiana quella che ha spinto Lara Caravello, giovane ma già esperta capitana della Libertas Martignacco, a lasciare il Friuli per emigrare un migliaio di chilometri più a sud per provare una nuova esperienza a Soverato, in Calabria. “Il mio procuratore, Edoardo Vannucci, mi aveva detto che quella società di A2 cercava una banda ed io ho colto al volo l’occasione – lei spiega - , anche perché è difficile che certe opportunità si ripresentino. E poi, dopo una vita a Martignacco, dove peraltro stavo bene, cercavo appunto nuovi stimoli e sono stata accontentata”. Come hanno preso a Martignacco la tua decisione? “Avevo già ventilato in società in tempi non sospetti la mia volontà di provare nuove esperienze e quando l’oppor-

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tunità di trasferirmi si è presentata si sono dimostrati contenti per me, rivolgendomi i migliori auguri”. Qual è il bilancio di questi tuoi primi mesi in Calabria? “A livello di inserimento nel tessuto sociale e di quotidianità non è stato difficile perché qui la gente è aperta e socievole e sempre disposta ad aiutarti. Penso che al sud, rispetto alla vita del nord, ci sia molto meno stress e che la gente qui viva meglio, con maggiore semplicità. E nei confronti di noi giocatrici c’è un’attenzione speciale, perché ci fermano per parlarci e chiederci autografi. Soverato è poi una cittadina di circa diecimila abitanti, a una ventina di minuti da Catanzaro, dove non manca niente. Quindi direi che tutto va per il meglio”. A livello sportivo? “La squadra è competitiva, con anche alcune atlete di grande esperienza. L’inizio in campionato è stato in verità difficile, perché abbiamo perso le

prime due gare, vincendo poi la terza con Caserta per 3 – 0. Un successo, questo, che ci ha conferito autostima ed è sicuramente apportatore di positività. Il pubblico ci dà poi una spinta notevole, poiché è molto caloroso e vicino alla squadra. Io ho sottoscritto un contratto annuale, più in là si vedrà”. Come si sviluppa la tua quotidianità? “Sosteniamo due allenamenti al giorno e quindi tempo libero non me ne rimane molto. E il tempo che resta devo impiegarlo a fare spesa e pulizie, incombenze che condivido con altre due compagne di squadra, De Michielis e Valco, con cui vivo in appartamento e che da più esperte sono prodighe di consigli nei miei confronti. Quindi una convivenza ottimale per chi come me è alla prima esperienza fuori di casa”. Risenti molto della lontananza dalla famiglia e dal tuo ambiente? “Qualche volta si ma poco per volta ci si abitua, pensando che al ritorno


VARI PALLAVOLO SPORT "2X2 DEI BASTIONI"

PITTACOLO E TAMIGI, COPPIA VINCENTE A PALMANOVA

AMBIENTE Lara non ha faticato ad inseririsi in un gruppo e in ambiente che le stessa definisce ottimale.

a casa vorrei fare tante cose e rivedere molte persone con cui mi relaziono. Fra queste, alcune mie ex compagne di squadra, come Brusegan, Zonta, Di Stefano e altre con cui ho mantenuto un rapporto più che amichevole. Rientri che comunque, per distanza dal Friuli e per impegni sportivi, saranno purtroppo molto rari e nemmeno a Natale, visto che giochiamo in campionato il 26 dicembre, potrò tornare in famiglia. Potrò comunque farlo prima, visto che

Cercavo nuovi stimoli e ho accettato così l'offerta della società calabrese

Cambia il campo di gara, l'ambiente agonistico, ma non cambia il risultato per Michele Pittacolo che domenica ha vinto, in coppia con il podista Francesco Tamigi, la "2x2 dei Bastioni", gara a staffetta organizzata a Palmanova dall'Asd Bastioni Bike del presidente Luca Martina. Sul percorso, attrezzato attorno alle mura della città stellata di Palmanova, i due atleti hanno totalizzato il tempo di un'ora e 19 minuti per completare i 27 chilometri del percorso: Tamigi ha percorso 9 chilometri a piedi col tempo di 34'29", mentre

il 18 dicembre giochiamo a Trento e quindi un giorno di toccata e fuga riuscirò a ritagliarlo e poi a Capodanno, con due giorni a disposizione”. Ma quella di Lara è comunque una professione, da prendere con le sue positività e le sue negatività e lei di questo se ne fa una ragione, confortata da una scelta, la sua, adottata in assoluta libertà. “E’ un’esperienza di vita oltrechè di sport”, lei sottolinea, e allora… benvenuta al sud.

MASChERA DI FANGO Michele Pittacolo a fine gara

NUMERO 7 La Caravello sotto rete. "Siamo una squadra competitiva - dice - e la vittoria di Caserta di ha conferito l'autostima che era forse venuta meno in occasione delle prime due sconfitte in campionato.

Pittacolo ha corso 18 chilometri in 44'31", a oltre 24 km/h di media, registrando anche il miglior tempo di manche. "La competizione è stata divertente - ha commentato nel dopo gara la medaglia di Bronzo alle Paralimpiadi di Londra 2012 -: su un percorso molto tecnico, sono riuscito a disimpegnarmi al meglio e a prendermi, assieme al mio compagno Tamigi una bella soddisfazione". Michele Pittacolo mercoledì 9 novembre riceverà a Milano un prestigioso riconoscimento nell'ambito della 74ma Esposizione Internazionale del Ciclo e del Motociclo: l'associazione Familiari e vittime della strada "Basta sangue sulle strade" Onlus, conferirà al campione di Bertiolo una speciale menzione per l'impegno sempre dimostrato dall'atleta in questo ambito..

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5 NOVEMBRE 2016 - SERIE B1 FEMMINILE

ADRO MONTICELLI Vs LIBERTAS MARTIGNACCO 3-1

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VOLLEY

FOTO ALESSANDRO SAIN TremilaSport+ | 09 11 2016 | 43


SChERMA

ALLA FINESTRA

CON QUALCHE RIMPIANTO Margherita Granbassi mamma di Lèonor, ripensando alle glorie trascorse in pedana e alle aspirazioni giornalistiche televisive

L’

abbiamo rivista come testimonial della campagna pediatrica sulle vaccinazioni, spot trasmesso dalla televisione regionale, con in braccio la figlia Lèonor, campagna correlata da depliants e manifesti in tutto il Friuli Venezia Giulia, allo scopo di contrastare il calo evidenziatosi recentemente nelle coperture vaccinali dei bambini. Margherita Granbassi , 37 anni lo scorso settembre, è stata indubbiamente una grande stella nel firmamento della scherma mondiale: con il suo fioretto, ha gli anni dell'ex conquistato il titolo mondiale campionessa individuale nel 2006, dopo aver colto il successo l’anno prima nella Coppa del Mondo, argento nel 2007, poi due europei e due bronzo alle Olimpiadi: questi i passaggi più importanti del suo pregevole palmarès, vissuto a fianco di mostri sacri come Vezzali e Trillini. “La nascita di mia figlia-dice Margherita- è stato l’evento più importante della mia vita, che mi ha fatto dimenticare gli infortuni al ginocchio, con il conseguente abbandono delle pedane. Ho ancora qualche rimpian-

37

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PASSATO E PRESENTE Margherita Granbassi ieri e oggi, campionessa in pedana e testimonial della campagna pro-vaccinazione infantile

to, poiché credo che avrei potuto offrire ancora il mio contributo alla nazionale, ma, ripeto, la nascita di Lèonor (avuta dalla relazione con il francese Jacques Petrillo, ndr) , mi ha cambiato la vita”. -Primi passi sulle pedane dell’Asu, con il maestro Magro…. “Anni splendidi –ricorda Margherita- in cui sono maturata e cresciuta tecnicamente grazie ad Andrea. Avanti e indietro da Trieste a Udine, accompagnata dalla mamma, una faticaccia, però ne è valsa la pena”. -Periodo da ricordare anche quello in Tv, accanto a Santoro ,Goria, Mazzocchi, Volpi…. “ Effettivamente sì, la Tv mi ha dato ulteriore popolarità ed io mi sono divertita, assieme a personaggi di rilievo del mondo dello sport, della cultura e della politica”. - L’hai detto più volte che il tuo futuro è fare la mamma, ma qualche pensiero di un ritorno in Tv ti è passato per la mente? “Lo spot m' interessava , perché mi vedevo coinvolta, per il resto sto alla finestra, non si sa mai….”. Roberto Cainero


SPORT ESTREMI

ON ThE ROAD A sinistra, Franco Micolini in sella alla sua bicicletta sulle strade americane e, sotto, Sandra Fregonese durante il proprio solitario percorso lunga la Via Francigena.

OLTRE L’UMANA SOPPORTAZIONE

L’ultracycler Franco Micolini, il runner Franco Chiucchiolo e la camminatrice Sandra Fregonese parlano delle rispettive faticose ma gratificanti esperienze sportive

L

a prima domanda, semplicistica ma spontanea, che sale alla mente dopo che l’ultracycler Franco Micolini ha parlato delle proprie esperienze estreme è: ma chi glielo fa fare? Lui sorride sornione e risponde altrettanto semplicemente: “Non certo un vantaggio economico, visto che i main sponsores e le conoscenze personali aiutano appena a coprire le spese, 30mila dollari per ogni partecipazione, quindi…la passionaccia sfrenata, quella che ti aiuta a superare momenti di difficoltà talvolta sovrumani dal punto di vista fisico”. Già, perché partecipare alla Raam, da lui vinta quest’anno percorrendo in bicicletta 5mila chilometri da est a ovest negli Stati Uniti, significa in primis sottoporsi ad un calvario inimmaginabile per uno sportivo qualunque e che lui stesso descrive: “E’ un’esperienza da sconsiderati – ammette Micolini – ma che il prossimo anno voglio ripetere tenendo conto anche del tempo di percorrenza, che intendo ridurre a dieci giorni. Si pedala spesso nel nulla (nel Kansas 600 chilometri lungo una strada completamente diritta), perdendo un chilo di peso al giorno, affrontando contratture, pettorali che s’irrigidiscono, la testa che non sta su e dev’essere

supportata da un collare, ingerendo ghiaccio per abbassare temperature talvolta insopportabilmente calde, stomaco che rifiuta il cibo, sottosella doloroso, mani che perdono forza, alienazione (ci vuole anche chi ti parla dalla macchina di supporto), crisi di sonno, allucinazioni (ho visto anche Babbo Natale…)

e altro ancora”. “Un’esperienza in cui un atleta offre il peggio di sé” – commenta ironicamente la dottoressa Carmen Gerardi, che l’ha accompagnato e sostenuto durante la Raam 2016, alla quale hanno partecipato 918 concorrenti dei quali solo 268 uomini e 37 donne hanno portato a termine la corsa. “Una sfida con se stessi fino al superamento dei propri limiti - aggiunge un altro superatleta, Enrico Chiucchiolo, che dal canto proprio ha corso continuativamente per 24 ore a Telethon 2015, percorrendo 179 chilometri - . Capisco la sofferenza fisica di Micolini e i vari dolori con cui si deve fare i conti quando si affrontano determinate prove estreme, anche se la mia, rispetto alla sua, è stata più limitata nel tempo. E al di là di tutto è comunque sempre questione di testa”. Quella che ha spinto pure Sandra Fregonese ad affrontare in solitaria, a piedi, i 165 chilometri della via Francigena, da Siena a Viterbo: “Sentivo la necessità di staccare la spina e di andarmene da sola – spiega – ed è stata un’esperienza difficile ma gratificante nei panni del pellegrino in cerca di qualcosa. Le motivazioni hanno avuto una parte preponderante e alla fine mi sono sentita interiormente più ricca”. Edi Fabris

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SABATO 10 DICEMBRE 2016

12^ edizione del Trofeo

Città di Gorizia Dopo una pausa durata un paio d’anni ritorna nel capoluogo isontino il ciclismo che conta, era infatti il 20 luglio del 2014 quando la passerella tricolore aveva invaso il Parco di Piuma, ora, grazie alla passione dello staff dell’UC Caprivesi MtbTeam, il polmone verde della città gentilmente concesso dalle Regione FVG, vedrà scendere in campo i migliori specialisti del ciclopratismo internazionale per la

12^ edizione del Trofeo Città di Gorizia - Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia. La manifestazione, che sarà valida per il prestigioso circuito MASTER CROSS SELLE SMP e per il Trofeo Triveneto di specialità vedrà al via circa 400 atleti, che si contenderanno la vittoria in 14 categorie. Per l’occasione i gruppo di lavoro coordinato dal Presidente Cefarin Roberto proporrà un percorso inedito

di 2.700 metri, che si snoderà interamente all’interno del parco eccezzion fatta per la partenza/arrivo che saranno alllestiti su via Forte del Bosco. Interessante per passaggi tecnici ed un dislivello consitente, il nuovo track sarà sicuramente apprezzato dagli atleti perchè consentirà loro di esprimere non solo le doti atletiche ma anche le capacità di guida. L’appuntamento è quindi per

sabato 10 dicembre con i seguenti orari - dalle ore 9.30 alle ore 12.30 gara nationale riservata alle categorie Giovanili e Master - dalle ore 12.40 alle ore 13.20 prove percorso gara internazionale UCI - ore 13.30 start gara Junior maschile ed Open femminile - ore 14.30 start gara Open maschile - ore 16.00 ceremonia di premiazione

www.caprivesimtbteam.it - info@caprivesimtbteam.it



CANOTTAGGIO ORO L'esultanza della coppia Millo-Molinaro al termine della vittoriosa gara nel Principato

CANOTTAGGIO

SIAMO SOLO NOI! Il Circolo Barcolano Saturnia trionfa a Montecarlo con una medaglia d'oro e due d'argento di BIANCAMARIA GONANO

U

n oro e due argenti per il Circolo Barcolano Saturnia alla 9° edizione dei Campionati del Mondo per club di Coastal Rowing, disputatisi a Montecarlo dal 20 al 22 ottobre scorsi. Un ottimo risultato che conferma il Circolo del presidente Verrone come il migliore al mondo nella specialità del canottaggio. STELLINE Medaglia d’oro e titolo iridato per Beatrice Millo e Federica Molinaro, nel doppio. L’accoppiata azzurra, già tricolore tra gli Under 23, in tipo regolamentare e nel coastal, ha disputato una gara impeccabile dal punto di vista tattico, tenendo sempre distanza il doppio france-

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se bicampione del mondo giunto secondo. Un equipaggio speciale quello delle due atlete, super amiche anche oltre le gare e gli allenamenti. La più giovane, Beatrice Millo, ci racconta le emozioni del giorno del trionfo: “ E’ stata sicuramente una vittoria inaspettata contro le francesi, abituate a vincere per due anni di fila. In molti avevano fiducia in noi, ma a tal punto nemmeno noi, soprattutto in un contesto del genere”. Nata a Trieste diciotto anni fa, Beatrice frequenta l’ultimo anno del liceo linguistico Petrarca del capoluogo giuliano. Una vita complicata per chi studia e pratica sport a livello agonistico di livello. Con un esame di maturità in vista a giugno: “Anche se i sacrifici sono tanti è possibile conciliare l’ attività sportiva e gli studi - considera - . Devo


CANOTTAGGIO

AMIChE Beatrice Millo e Federica Molinaro, grande unità nello sport e nella vita.

una preparazione in palestra grazie a pesi e remo ergometro, un simulatore di voga con un display su cui controllare chilometri e minuti. Devo dire che normalmente il canottaggio si sviluppa nei laghi e nei fiumi e di solito gli atleti che si cimentano in mare possono essere penalizzati”. Beatrice e Federica, amiche nella vita e compagne di vittorie , come a Montecarlo: “Ci siamo conosciute nel 2013- racconta la Millo- e io avevo già cominciato a praticare canottaggio prima di Federica in un’ altra società, la Nazario Sauro. Siamo subito entrate in sintonia e oggi siamo molto amiche e ci frequentiamo anche con le nostre famiglie. Il nostro allenatore ci dice che la nostra amicizia rappresenta un' arma vincente. Federica ha un anno più di me e ha terminato il liceo lo scorso luglio. Non eravamo compagne di studi perché lei ha frequentato il liceo scientifico e io invece ho scelto le lingue”. Se le chiediamo cosa rappresenti il suo sport tanto da portarla sul tetto del mondo in varie occasioni, Beatrice ha le idee molto chiare: “Non mi piace parlare di sacrificio ma di un impegno che mi sono scelta, una continua sfida con me stessa. Una volta che

si comincia a vincere, la voglia cresce. Molti giovani abbandonano gli sport quando la vita li pone di fronte a bivi importanti. Io credo invece che sia giusto continuare a portare avanti la passione. Canottaggio per me è uno sfogo, un grido di libertà. Ciò mi serve nella vita perché cerco sempre la competizione". Ma niente privazioni, comunque: "Sento che non mi privo di niente e riesco comunque ad uscire con gli amici anche se il mio sport viene prima di altre cose. Ho un carattere estroverso ed espansivo. Sono stata fortunata perché non ho mai subito infortuni seri. Ho iniziato a nove anni perché ho seguito l’ esempio di mio fratello e poi di mia madre. È infatti una passione di famiglia talmente avvolgente che anche a tavola parliamo di gare e dobbiamo costringerci a cambiare argomento per non essere monotematici!". E niente vacanze: "D’ estate non ho mai molto tempo per pensare alle vacanze perché trascorriamo un mese di raduno al centro federale in Umbria prima di ogni mondiale - dice la campionessa - . In realtà in queste settimane di novembre inizia il periodo di pausa. Non ho molti passatempi, mi piace andare ai concerti, visitare i musei nei viaggi che faccio”. continua

Siamo tra i più forti al mondo, sicuramente i primi in Italia ringraziare il mio allenatore, i miei professori che capiscono gli sforzi che faccio e mi vengono incontro e naturalmente la mia famiglia che mi sostiene. Se non fosse così non riuscirei a sostenere dieci allenamenti a settimana quando siamo a pieno regime: alle 5.30 prima della scuola per tre mattine, tutti i pomeriggi e la domenica alle 8. Allenamenti che svolgiamo quando è possibile sempre in mare ma a Trieste la bora è spesso un elemento ostacolante e talvolta dobbiamo ricorrere ad

RITMO ED EQUILIBRIO Millo capovoga e Molinaro in posto 2, tandem vincente in 2

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CANOTTAGGIO

LA COMPAGNA In questa intervista doppia Federica Molinaro si racconta così, a partire dalla vittoria del prestigioso titolo iridato di Montecarlo:” Non è stato facile, perché venivo da una stagione difficile con un infortunio al collo che mi ha bloccato per alcune settimane in gennaio. Vincere è stato bellissimo anche perché era la prima volta in questa specialità. Sapevamo di aver fatto la nostra gara ma a volte l’ inaspettato è molto più straordinario del previsto! L’ emozione di arrivare insieme a Beatrice a braccia alzate in quel contesto incredibile che è Montecarlo è impagabile". Poche gare insieme, però: "Non ci capita spesso di gareggiare insieme. Lei è remo di punta, io di coppia. Personalmente non ero mai stata nella città monegasca e lo consideravo già un grande privilegio. E’ stato come essere dentro una favola. Per la nostra società partecipare al mondiale è una tradizione. Siamo fra i pochi atleti ad allenarci in mare. Rispetto ai laghi o ai fiumi, noi dobbiamo confrontarci con l’ onda che a volte è elemento disturbante. Vivendo a Trieste poi, la bora ci complica la vita!". Gloria anche per i maschi,

comunque: "Abbiamo vinto anche due belle medaglie d’ argento nel maschile - riferisce Federica - . Eravamo tre equipaggi e, agendo di squadra siamo riusciti a portare a casa tre medaglie. Nel nostro circolo si vive una bellissima atmosfera di unione che ci aiuta ad immergerci nella mentalità di gara. Essere sereni è molto importante. La nostra società è molto compatta, condividiamo la stessa idea di canottaggio e cerchiamo di realizzarla. E devo dire che i risultati si vedono”. Federica compirà 19 anni a breve e ha scelto di studiare Scienze delle investigazioni alla Sapienza di Roma perchè sogna di diventare poliziotta: “Non riesco a frequentare le lezioni e vado a Roma solo per dare gli esami. Studiando all’università è più facile gestire gli impegni sportivi ma negli scorsi anni ho dovuto fare salti mortali perché non sempre gli insegnanti capivano le mie esigenze”. Chi è delle due la più forte? “Certamente Beatrice, che ha un palmares invidiabile ed è l’unica atleta junior ad avere vinto 5 medaglie in 6 competizioni internazionali - ammette modestamente Federica - . E’

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davvero molto tosta. All’ interno della barca al Mondiale avevamo due ruoli diversi : lei era posto 1, capovoga, e dava il ritmo, io ero posto 2 e mantenevo l’equilibrio, cercando di evitare che le onde ci facessero sbandare. Insieme controllavamo il percorso da fare fra una boa e l’ altra e, non avendolo mai provato prima, i nostri quattro occhi erano meglio di soli due. In sintonia. Ci capiamo con lo sguardo e non è una frase fatta. A volte in gara non si sentono le voci a causa del vento ma guardandoci in faccia capiamo le mosse da fare “. Federica ama leggere libri thiller e praticare anche altri sport ,come il windsurf e il calcio: “Non so stare ferma e sono molto determinata e testarda. A volte può essere un pregio, altre un difetto perché voglio avere sempre ragione”. PAROLA DI ESPERTO Il tecnico Spartaco Barbo contribuisce con le sue parole a dipingere il quadro di questa realtà vincente: “Siamo la sola società in Italia che ha accettato di gareggiare nel Campionato del Mondo di Coastal Rowing già da quasi una decina d’ anni: ne abbiamo vinti tre e sette sono state le medaglie d’argento. Sicuramente siamo fra i più forti al mondo, i migliori in Italia. La vittoria delle ragazze è stata piacevole ed inaspettata ma hanno surclassato le francesi per due anni campioni del mondo. La Millo è ancora Junior mentre la Molinaro è Under 23 e ciò fa ben sperare per il futuro anche se hanno già vestito più volte la maglia azzurra e sono abituate a vincere e a lottare per primeggiare". Ma soddisfazioni sono appunto arrivate anche dai maschi: "Dai ragazzi sono arrivati due argenti molto pesanti: mai come quest’ anno gli equipaggi erano veloci ma il fatto che la Federazione abbia accettato al Mondiale anche le rappresentative nazionali ci ha un po’ danneggiato, nonostante avessimo lottato ad armi pari fino alla fine”. Tecnico vincente, da quindici anni capo allenatore della Saturnia, Barbo descrive il suo spirito di squadra: “ Le vittorie e le sconfitte si fanno insieme. Per quanto mi riguarda vincere non mi stanca mai. Quando siamo tornati dal Mondiale non ero soddisfatto appieno. In fondo ne abbiamo vinta una su tre. Come carattere voglio sempre primeggiare e se non si vince bisogna ricominciare. La leadership è la capacità di trasmettere lo spirito vincente agli atleti. Il 20 novembre si conclude la stagione agonistica con i Campionati italiani e il 26 ci saranno le elezioni del Consiglio federale che renderanno note le classifiche. Speriamo di poter festeggiare la conferma delle posizioni dello scorso anno…".

Hockey su prato

FINCANTIERI A LUCI E OMBRE

Brutta prestazione per la Fincantieri Leyline che a Monfalcone cede il passo (2-4) a una buona Tevere Eur. Dopo quattro trasferte consecutive, i biancocelesti hanno finalmente a disposizione quasi tutta la rosa ma sbagliano l’approccio al match lasciando troppi spazi ai capitolini. Gammeri, rassicurato in settimana dai medici, schiera dall’inizio Nolli ma purtroppo lo sfortunato italo-argentino dopo neanche cinque minuti s'infortuna nuovamente e difficilmente sarà disponibile per le ultime gare del girone di andata. Gli ospiti sono invece ordinati e al minuto diciotto trovano il vantaggio con De Angelis .A inizio ripresa i biancocelesti provano a riaprire il match e ci riescono dopo appena due minuti con Paolo Paronuzzi che trasforma alla sua maniera un corner corto. I cantierini alzano il baricentro alla ricerca del pari, ma otto minuti dopo è ancora Corsi su corto a riportali sulla terra. Dopo un corto fallito dai biancocelesti, i capitolini trovano il colpo del ko con De Angelis e il corto trasformato da Ajit Pal a dieci dal termine, serve solo a rendere meno amara la sconfitta dei padroni di casa. CLASSIFICA SERIE A1 MASCHILE: Bra punti 24, Amsicora Cagliari 16, Roma De Sisti e Bonomi Pavia 14, Tevere Roma e Ferrini Cagliari 13, Suelli Cagliari 10, Bologna 7, Cus Padova 6, Adige Mori (Tn) e Fincantieri Monfalcone 5, Cus Pisa 3. A valanga invece la formazione femminile (12-1 sul Cus Padova), con 4 gol di Paronuzzi. Domenica trasferta a Villafranca (Verona).


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ARTI MARZIALI

SPORT TEAM UDINE, SEI ORI E TITOLO NAZIONALE Il sodalizio cittadino ha conquistato il campionato italiano cadetti nella gara a squadre in occasione dei ventunesimi Campionati nazionali di Judo Libertas, svoltisi a noale ■ La Libertas Sport Team Judo Udine ha vinto il titolo italiano cadetti nella gara a squadre nei XXI Campionati Nazionali di Judo Libertas 2016 svoltisi a Noale (Venezia), nei quali ha inoltre conquistato nelle gare individuali ben sei medaglie d'oro ed i rispettivi titoli nazionali,

La compagine udinese ha conseguito il titolo nazionale a squadre cadetti la Polisportiva Villanova

otto secondi posti e sei medaglie di bronzo. Nella gara pre agonistica i giovanissimi judoka dello Sport Team hanno bissato il successo dei loro compagni più grandi ottenendo cinque primi posti , due secondi posti e ben nove medaglie di bronzo. La compagine udinese ha conseguito il titolo nazionale a squadre cadetti battendo in finale per 3-2 la forte compagine della Polisportiva Villanova di Pordenone ed al termine lo Sport Team Libertas Udine si è piazzato al secondo posto nella classifica generale assoluta per Società. I risultati conseguiti sono stati accolti con grande soddisfazione dal Club udinese, al quale sono giunte anche le congratulazioni del Presidente della Libertas del Friuli Venezia Giulia, Bernardino Ceccarelli "per il brillante avvio della stagione agonistica".

JUDO

PIGOZZO CAMPIONE INTERREGIONALE A SACILE Grande soddisfazione del Judo Club San Vito Libertas alla Coppa Italia Interregionale Cadetti del 29 ottobre di Sacile, dove assiste al grandissimo esordio di categoria di Luca Pigozzo (Cadetti fino 90 Kg ) che batte tutti i suoi avversari per Ippon e vince il titolo di Campione Interregionale. Ottimo anche il 5° posto per Yurgen Zizaj (Cadetti fino a 60 Kg), anche lui al primo anno nella categoria. San Vito raccoglie successi anche nella 4° tappa del Criterium Giovanissimi

1 t m

FVG 2016 che si è svolta domenica 30 ottobre sempre al Palamicheletto di Sacile, con ben 10 atleti medagliati, fra gli oltre 450 partecipanti. Ottimi i risultati dei mini atleti con Mirko Latiano (anno 2005), Agnese Borsari (2007) e Aldo Mucignato (2008) che ottengono la medaglia d’oro. Lunga la lista degli argenti vinti: David Rumelea (2005), Edoardo Consiglioi (2006), Ivan Zara (2006), Giada Gregoris (2008), Giovanni Canino (2008) e Elio Cavalleri (2009). Di bronzo

Massimo Calà (2009) e Benedetta Borsari (2009). I prossimi appuntamenti sono la 5^ tappa del Criterium Giovanissimi, che si disputerà a Fagagna il 20 Novembre 2016 e definirà la Top Ten, cioè Campioni Regionali di categoria, che saranno premiati a Tarcento agli inizi di dicembre. Gli Esordienti saranno impegnati il 12 Novembre al Trofeo Nazionale Libertas, il 22° Trofeo Città di Porcia; mentre i più grandi si recheranno al 6° Trofeo Città di Bolzano il 20 Novembre.

kARATe

COLPACCIO PER IL SATORI DOJO PRADAMANO ■ Al 4° Trofeo delle Regioni di karate tenutosi a Cartigliano(VI) gli atleti del Satori Dojo Libertas di Pradamano hanno ottenuto una lusinghiera affermazione. Il gruppo di 6 atleti ha infatti conquistato ben quattro Medaglie di cui un bronzo con Faè Pietro nella categoria Esordienti Maschi, cinture Blu/ Marrone e Nere, mentre nella categoria Cadetti Femmine Lepic Kathrin conquistava un ambitissimo Argento. Meno bene il risultato di Specogna Sofia che si è dovuta fermare ai piedi del podio conquistando un buon 5° posto. La stessa sorte di Sofia è capitata a Mian Alberto, anche lui fermatosi ai piedi del podio (5° posto), mentre il compagno di squadra Wiederhoffer Giovanni cedeva solo al più quotato avversario raggiungendo la medaglia d’Argento. L’oro nella categoria Master Femmine, cinture Marrone Nere era conquistato da De Luca Silvia, a coronamento di una lunga e prestigiosa carriera.

UDINE | TRIESTE | PAD

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SPECIALE LIBERTAS

CANOA

SPAGNOL E SIMA SI LAUREANO CAMPIONI REGIONALI

VOLLeY LA LIBERTAS MARTIGNACCO ADERISCE ALL’AIDO

Il CC Sacile fa incetta di titoli tra le categorie giovanili e vince quella femminile, mentre sono i “padroni di casa” del GKC Cordenons ad aggiudicarsi il titolo fra i senior ■ Un fine settimana baciato dal sole ha favorito il Campionato Regionale FVG di Canoa Discesa Classica e Discesa Sprint del 29 ottobre e 30 ottobre, organizzato con successo dal Gruppo Kayak Canoa Cordenons Libertas, con l’assistenza in acqua da parte della Protezione Civile di Pordenone, per la gara di sabato, e dei Vigili del fuoco di Pordenone per quella di domenica. Ottime le performance delle squadre locali sul tratto cittadino del Noncello, teatro del torneo dove il CC Sacile fa incetta di titoli tra le categorie giovanili e vince quella femminile, mentre sono i “padroni di casa” del GKC Cordenons ad aggiudicarsi il titolo fra i senior. Protagonista indiscussa delle categorie femminili è stata infatti Agata Spagnol (CC Sacile), capace di prestazioni irraggiungibili per le altre concorrenti. La Categoria kayak junior è stata invece dominata dal suo compagno di squadra Fabio Del Bel Belluz, che vince il titolo con merito. Angelino Sima del GKC Cordenons si aggiudica i titoli regionali senior (over 18), sia in kayak che in canoa per entrambe le discipline di discesa classica e discesa sprint. Similmente, il fratello e compagno di squadra Michele Sima vince l’argento tra gli junior in entrambe le specialità (K1 e C1). Sorprende Michele

■ La Polisportiva Libertas Martignacco, che conta 210 atlete e atleti e oltre 50 tra tecnici, preparatori, collaboratori e dirigenti, ha aderito all'Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule (AIDO). L'iniziativa, che si inserisce nello spirito sociale dei valori sportivi propugnati della Libertas, è stata ufficializzata con un incontro tra gli esponenti della Polisportiva Libertas Martignacco, dell'Aido e del mondo sportivo friulano. Come ha spiegato il dirigente nazionale dell'AIDO Daniele Damele (al centro nella foto con la rappresentanza dell'Under 16 della Libertas Martignacco e le autorità), anche se l'adesione effettiva parte dalla maggiore età, quella dei più giovani è in chiave educativa, attraverso lo sport e

nell’occasione è stato presentato ufficialmente il progetto “Gruppo canoa donne in rosa di Pordenone” Pontisso del CC Fiume Stella che è il miglior ragazzo del kayak, con prestazioni molto vicine a quelle delle categorie assolute. Attira le attenzioni anche la Polisportiva Montereale, che ottiene ottimi risultati tra master (over 35) e nelle categorie giovanili. Con l’occasione, il Noncello si è insolitamente colorato di rosa dal momento che il GKC Corde-

DOVA | MILANO | PRATO

nons e l’ANDOS (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno) onlus di Pordenone hanno presentato ufficialmente il progetto “Gruppo canoa donne in rosa di Pordenone”, con una quindicina di donne che si sono cimentate nella discesa classica Ponte Adamo ed Eva/ antica dogana di Vallenoncello, con il sostegno di un pubblico entusiasta.

lo stile di vita, allo scopo di mantenere la buona salute e non rischiare di andare a ingrossare un giorno liste d'attesa che sono già preoccupantemente cariche. In Italia - ha evidenziato Damele - ci sono oltre diecimila persone in attesa di trapianto, di cui ben settemila aspettano un rene. Per la Libertas Martignacco il Presidente Bernardino Ceccarelli ha sottolineato che la Società è felce di aver potuto dare un contributo di solidarietà ad una causa così rilevante e che tocca ciascuno. All'incontro sono tra gli altri intervenuti l'Assessore allo Sport di Martignacco, Catia Pagnutti; l'Assessore provinciale Marco Quai; il Delegato provinciale del CONI Silvano Parpinel; il Presidente regionale FIPAV, Giorgio Tirel, ed il Vice Presidente della Libertas Martignacco, Giuseppe Bulfoni.

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