TUTTO
LO
SPORT
DEL
FRIULI
VENEZIA
GIULIA
A
360
magazine
GRADI
23 |16 21|12|2016
w w w. t re m i l a s p o r t . c o m
LEGA PRO
SUCIU, UN CUORE GRANATA PER TEDINO
UDINESE
DELNERI STUDIA E IMPALLINA pagG 24-25
pagG 6-7
DILETTANTI
BRAIDOTTI, LAVARIAN CHE SORPRESA pagG 14-15 IL ROSSO DI BUJA Alessandro De Marchi, punta di diamante del ciclismo friulano
STEFANO BANDOLIN, NUOVO PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE CICLISTICA REGIONALE, EVIDENZIA UN PROGRAMMA DAI PUNTI FERMI
BANDO AI
COMPROMESSI PAG 42
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SOMMARIO
23|16
21|12|2016
6
24-25 UDINESE
CALCIO
6-7 FOCUS: SUCIU, UN CUORE GRANATA PER TEDINO 14-15
AI RAGGI X: PRIMA CATEGORIA, RIVELAZIONE LAVARIAN-MORTEAN
10 L'ALTRO CALCIO: GLI ULTIMI COLPI DEL CALCIOMERCATO
20-21 GIOVANILI:
29
Le Belle di TremilaSport Deborah Percopo
34
MARCO MAGANZA Il 2,04 di Carlino, è capitano della formazione jesina che domenica scorsa si è imposta sulla Gsa Udine.
PIANETA ANCONA
22 CALCIO A 5
23 CALCIO FEMMINILE
34-35 BASKET 36-41 VOLLEY 42-43 SPORT VARI
RUBRICHE 20-21 A SCUOLA DI CALCIO 26-27 SI DICEVA... 29-32 LE BELLE DI TREMILASPORT
28 CULTURA
46-47 MONDO LIBERTAS 44-45 ITINERARI MTB
TremilaSport+ | 21 12 2016 | 03
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EDITORIALE
TUTTO
LO
SPORT
DEL
FRIULI
VENEZIA
GIULIA
A
360
magazine
GRADI
23 |16
....
Per il basket regionale entusiasmi rinati E BANDOLIN BANDISCE IL “CUMBININ”
21|12|2016
w w w. t r e m i l a s p o r t . c o m
LEGA PRO
SUCIU, UN CUORE GRANATA PER TEDINO
UDINESE
DELNERI STUDIA E IMPALLINA pagG 24-25
pagG 6-7
DILETTANTI
BRAIDOTTI, LAVARIAN CHE SORPRESA pagG 14-15 IL ROSSO DI BUJA Alessandro De Marchi, punta di diamante del ciclismo friulano
STEFANO BANDOLIN, NUOVO PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE CICLISTICA REGIONALE, EVIDENZIA UN PROGRAMMA DAI PUNTI FERMI
BANDO AI
COMPROMESSI PAG 42
T È
empo di vacanze manuovo non per tutti, uno in primis per il calcio professionistico, Stefano Bandolin, numero del ciclismo regionale, il personaggiàgio-copertina in preparazione in vista di una nuova Le stagione inizieràa ilvotare prosdel numero pre-natalizio. societàche chiamare simo mese lasciandosi alle spalle la delusione europea della nazionale. hanno preferito lui a Battistella e il neo-eletto ha sin da subito chiarito L’Udinese, con il“sisuo nuovo allenatore effettuato le sue prime che il verbo cumbìne” (si combina)Iachini, per luiha non esiste e che prima di uscite contutto risultati, seppure estivi, che non entusiasmano e d’altra parte non verrà il lavoro, senza condizionamenti politici o di altra natura. promette d’artificio un organico sulla lafalsariga dei due preUna bella efuochi coraggiosa esternazione d’esordio, sua, chedigliquello ha creato attorno cedenti risicati campionati e privo fra l’altro ormai della classe di Di Natale. un’aura di simpatia che certo lo agevolerà nel suo non facile compito. E a un altro Ido Cibischino ha comunque individuato nel giovane esterno personaggio, il cestista di Carlino Marco Maganza, capitano di Jesiceco in A2,Jankto abbiamola possibile sorpresa di stagione, vedremo se la sua profezia si avvererà. E per voluto dedicare un servizio particolare, con il contributo della testimonianza del il basket regionale è invece temponei di primi entusiasmi rinati, Trieste al suo tecnico Luigi Colosetti, che lo scoprì anni 2000 e locon crebbe alla Cbu finoena nesimo campionato di A2 affrontato sullail base deinel giovani farlo approdare alla Snaidero, con cui iniziò suo iter mondodeldeiproprio senior. vivaio E rae l’Apu, di voluto promozione, a presentare le proprie livello di gazzi cuifresca abbiamo dedicare un profilo speciale sonoprime anche mosse un altroacestista, campagna abbonamenti e di mercato. Ritorna dunque il derby friul-giuliano Alessio Zakelj, ala della Dgm di C Silver, che dichiara di essere concentrato primaa conferire sale sugli ad unstudi movimento negli eultimi in Friuli un po’ del assopito dall’asche sul basket di economia, Saraanni Bottacin, capitana Portogruaro senza di una formazione di vertice dopo la chiusura dei battenti da parte che in futuro si vede nelle vesti di allenatrice. Sogni e speranze che ci piace della eviSnaidero Ee l’Udinese? il direttoreRisollevata sportivo del triestino,Delneri, Mario la Ghiacci, nonbianconera vede l’ora, denziare. dal club friulanissimo squadra come afferma nella nostra eintervista, di effettuare la sua a Udine. viaggia ora a metà classifica il nostro Ido Cibischino, cifre allarimpatriata mano, sostiene che Ma rimane ildinodo relativo un palasport Carnera in preda a problecontinuando questo passoad l’accesso all’Europa non è da più anni un’utopia. E parlando di matiche e la cuiapratica si prova ora in fretta e furia a chiudere in calcio, conburocratiche quello dei dilettanti fare come di consueto la parte del leone, abbiamo vista didare un campionato le cui battute iniziali ci si augura solo per voluto spazio anchedialA2ricordo di una delle più(egrandi squadre maiquelle), prodotte l’Apu, avranno luogo a Cividale. Come Mazzola sempre perito ci dedichiamo poi ai di personaggi dal calcio italiano, il Torino di Valentino nella tragedia Superga: ine quello alquanto di spicco insolita stavoltaneè ha la bella pallavolista Manzano, che la nostra Bianforma parlato in un libroElisa lo scrittore-psicologo piemontese camaria Gonano ha scovato in Birmania nel corso del suo giro del mondo: una Stefano Bovero, che ha voluto ipotizzare il prosieguo dei granata se tutto ciò non lunga avvenuto. pausa di riflessione, l’atleta friulana, poi deciderà il da farsi dal punto fosse Curioso, madice anche amaro da leggere. di vista sportivo, vagliando le offerte che le perverranno. Chi non vorrebbe l’esempio di Elisa, staccando la spina per qualche mese per ricaricarsi? Ilseguire Direttore Immedesimiamoci nella sua esperienza, lasciando spazio all’immaginazione.
Edi Fabris Il Direttore Edi Fabris
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DIRETTORE RESPONSABILE RESPONSABILE DIRETTORE Edi Fabris Fabris Edi VICEDIRETTORE VICEDIRETTORE Massimo Muzzin Muzzin Massimo EDITORE EDITORE MEDIATREMILA EDIZIONI EDIZIONI srl srl MEDIATREMILA Viale Palmanova Palmanova 146 146 -- 33100 33100 Udine Udine Viale Tel. 0432. 0432. 33 33 30 30 893 893 Tel. direzione@mediatremila.com direzione@mediatremila.com REDAZIONE REDAZIONE Viale Palmanova Palmanova 146 146 -- 33100 33100 Udine Udine Viale Tel. 0432. 0432. 33 33 30 30 893 893 Tel. redazione@tremilasport.com redazione@tremilasport.com
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tremilaSport+ || 21 2012072016 2016| 05 |5 TremilaSport+
CALCIOUDINESE
Foto Antonio Ros / Pordenone Calcio
Suciu: “Da tifoso granata, l’esordio in A col Torino è stato un momento indescrivibile”
SERGIO SUCIU
PORDENONE MIO, PRENDITI TUTTO Il centrocampista dei neroverdi, che con Burrai e Misuraca sta formando una mediana di ferro, è convinto del potenziale dei Ramarri. A questo punto sognare la B non è più vietato
06 | 21 12 2016 | TremilaSport+
Q
uando parli con Sergiu Suciu capisci subito di avere davanti un ragazzo dall'alta caratura morale. Sorridente, modesto, attento ai dettagli (con, c'è da dirlo, un italiano eccellente che fa invidia a chi è nato nello Stivale), il centrocampista classe '90 è arrivato in Italia dalla Romania 13 anni fa, a Torino. Lì ha trovato il suo habitat naturale, che l'ha portato a esordire in Serie A con la maglia granata, a
sentire le grida in panchina di chi ora allena la Nazionale italiana, e a muovere i primi passi di quella che è stata, è e sarà una grandissima carriera. - Partiamo dalla partita con la Sambenedettese È stata una sfida nella quale, per quello che abbiamo prodotto, avremmo meritato di portare a casa tutti e 3 i punti in palio. In realtà siamo stati bravi a rimettere in piedi un match che dopo soli tre
minuti, con un gol un po' fortunoso, si era incanalato su brutti binari. A mio giudizio ci mancano due punti, peccato per il rigore sbagliato, ma capita: loro sono stati più rinunciatari, non volevano fare la partita. Ci mancava poi Burrai, che ritengo un valore aggiunto e indispensabile. Peccato… - Tu Burrai e Misuraca formate un trio di centrocampo da urlo. Come ti trovi con loro? Intanto ti ringrazio per il complimento, ma di me non piace parlare, preferisco sottolineare l'importanza e il valore dei miei compagni. Loro due sono ragazzi meravigliosi che avrebbero meritato di togliersi in passato soddisfazioni maggiori. Ce lo siamo detti più volte: questo deve essere l'anno dove dobbiamo riprenderci tutto ciò che in passato abbiamo lasciato per strada. Formiamo un terzetto molto tecnico: Burrai è molto intelligente, ha qualità sopraffine, una forte cattiveria agonistica e nei calci piazzati è unico. Misuraca, per tagliare corto, è la mezzala più forte del campionato. È un privilegio combattere al loro fianco.
FOCUS
“
“A Lecce sono stato preso di mira. Di sicuro non porterò mai nel cuore quei colori” - Torniamo al campionato e all'ultima vittoria, contro la Feralpisalo… Siamo stati molto bravi perché abbiamo incontrato una squadre che aveva il dente avvelenato. Avevano raccolto meno di quanto avrebbero meritato e volevano riscattarsi. Siamo stati molto bravi a trovare il vantaggio e a gestire al gara: una vittoria meritata. Ho sentito post gara qualche dichiarazione da parte loro che non mi è piaciuta, ma penso faccia parte del gioco. Sono stati tre punti fondamentali, che valgono di più visto che li abbiamo strappati in trasferta a un rivale assetato di punti. - Siete il miglior attacco mentre per quanto riguarda la difesa tutte le squadre si equivalgono. Noi, al di là del buon gioco che stiamo riuscendo a esprimere, siamo un bel gruppo. Tutti si sono sempre fatti trovare pronti, anche chi aveva meno spazio, e questo ha permesso di avere ottime statistiche a portata di mano. In attacco abbiamo qualità importanti per la categoria, Berrettoni e Cattaneo sono fantastici, Arma è un grande finalizzatore. In difesa non cambierei nes-
Io ho visto un Venezia molto solido, ma che non esprime un gran gioco. Sono cinici, pragmatici, badano al sodo. Poi sono primi, la classifica non mente mai. Hanno davanti dei bestioni che possono risolvere le partite da soli. Sono rimasto impressionato dalla Reggiana, che lunedì ha perso il derby, ma è storia nota che sono partite che vince sempre la squadra più in difficoltà. Ecco, il Parma, nonostante il nome blasonato, non lo metto tra le regine del girone. Io chiaramente mi limito a dare un'opinione per quello che ho visto. Altrimenti, se si giocasse con i nomi, sarebbe tutto già scritto nel calcio… La classifica come ho già detto non mente mai: siamo noi e le squadre in testa attualmente a poter pensare alla vittoria finale. - Come è nata la trattativa col Pordenone? Avevo l'ultimo anno di contratto col Torino e il mio procuratore mi aveva parlato di questa società: una delle poche sane nel calcio d'oggi. Aveva speso belle parole anche per mister Tedino, che non conoscevo, ma il cui lavoro avevo notato guardando il Pordenone nella passata stagione. Qui c'è
suno, a volte abbiamo subito qualche gol di troppo, ma credo sia responsabilità di tutto l'11 in campo. Poi c'è da dire che abbiamo preso 3 e 4 gol in una sola partita, quindi è anche vero che in tanti match abbiamo tenuto al porta inviolata. Personalmente credo che siamo una grandissima squadra. Ci sono tutti i numeri per fare bellissime cose… - Le avversarie più toste?
un gruppo fantastico e i ragazzi mi hanno dato una grande mano: è stato facile inserirmi. Un ambiente sano, un centro sportivo bellissimo ce ti spinge a dare di più negli allenamenti. Tutto di un'altra categoria. Siamo davvero serviti e riveriti. Il mio rapporto col mister? Un grande allenatore che farà strada, una persona sana e equilibrata che fa della moralità e del rispetto i suoi punti di forza. Cerca di trattarci tutti col metro
SERGIU SUCIU Centrocampista del Pordenone
giusto. Non gli ho mai visto fare cose strampalate, molto metodico e intelligente, al di là della bravura sul campo. Poi il suo calcio è offensivo e quindi fa divertire il pubblico. - Tifi Torino, sei cresciuto nel Torino, hai esordito in A col Torino… Esordire con la squadra con la quale sei cresciuto, per cui ti batte il cuore ogni domenica, è il sogno di ogni bambino. Io l'ho realizzato, è qualcosa che porterò per sempre con me. Poi ho avuto un po' troppi infortuni che mi hanno frenato: mi sarebbe piaciuto ritagliarmi uno spazio lì, ma tutte le circostanze hanno portato la società a fare determinate valutazioni. Il calcio non finisce né a Torino né a Pordenone, ma io sono riuscito a vivere un istante unico. - Sempre con il Torino, in Serie B, hai segnato un gol. In panchina c'era Ventura, attuale CT della Nazionale italiana… Tutti i giocatori di quell'anno avevano la consapevolezza di essere davanti a un uomo di grande spessore, preparatissimo dal punto di vista calcistico. Non dimenticherò mai quando a inizio stagione ci disse "Noi stupiremo". fu proprio così. Il Toro si tolse grandi soddisfazioni con lui alla guida. Oggi di quella rosa sono rimasti davvero in pochi, forse solo Vives, ma in tanti hanno fatto strada, penso a Verdi e Darmian. Ci ha insegnato che col lavoro si può arrivare ovunque: vedi Matteo a Manchester… - Sei nato a Satu Mare, in Romania, ci torni spesso? E del tuo passato calcistico cosa ricordi con piacere? È una cittadina a nord ovest della Romania, vicina a Ungheria e Ucraina. Sono tanti anni che non vado perché la mia casa è oramai Torino. Per quanto riguarda il curriculum calcistico sono sincero al 100%: sono stato benissimo ovunque, ma l'esperienza di Lecce non la rifarei mai. Sono stato preso di mira, c'erano aspettative sbagliate da parte di tutto l'ambiente e ho sofferto anche a livello umano. Non porterò mai nel cuore quei colori e non tiferò mai Lecce: mi sa che ho ribaltato la domanda, vero…? (ride, ndr). Luca Feole
TremilaSport+ | 21 12 2016 | 07
CALCIOFOTOGALLEY
ECCELLENZA
ISM GRADISCA – KRAS
0-4
FOTO TREMILASPORT
18-12-2016
08 | 21 12 2016 | TremilaSport+
FOTOGALLEYCALCIO
TremilaSport+ | 21 12 2016 | 09
L'ALTROCALCIO
CALCIOMERCATO
I GRANDI BOTTI DI RIPARAZIONE Chiusa la sessione invernale del mercato con diversi movimenti interessanti. Il colpo da novanta lo mette a segno la Risanese con Marco Rossi. Ora le società possono chiudere solo trattative con i giocatori svincolati.
S
embrava un affare ormai fatto. Gli stessi protagonisti si erano ormai espressi in tal senso. Eppure alla fine il fatidico sì tra Alessio Corvaglia e il Cordenons non c’è stato. L’attaccante si è infatti accasato al Sandonà e i granata si sono consolati alla grande con bomber Colja e con un andamento in Serie D che sta andando ben oltre le più rosee aspettative. Venendo all’Eccellenza, a Tolmezzo si registrano due partenze che sono state ufficializzate proprio dalla dirigenza carnica sul suo sito ufficiale. A partire sono stati Ruben Cadò e Danilo Capellari, due giocatori che hanno visto davvero poco il campo. Il primo, al rientro dopo l’infortunio della scorsa stagione, ha dimostrato di essere recuperato sul piano fisico ma non ha mai potuto dimostrare le sue doti. E’ stato raggiunto, quindi, un accordo con la Buiese, società nella quale Cadò si augura di trovare più spazio. Lo stesso discorso vale per Danilo Capellari, chiuso dai vari Iuri, Muffato e Marsilio. Per lui l’approdo è quello di Ragogna. In partenza anche il giovane Max Ciotola, passato al San Giovanni. In Promozione si registrano i due nuovi arrivi in casa Porcia. Gli arancio azzurri hanno infatti messo le mani sul centrocampista ex San Quirino, Michele Zigagna, e il giovane classe ’99, Fabio Amadio, in arrivo dal SaroneCaneva. Due gli arrivi al Trieste Calcio: in attacco c’è Stan Woznjak, in arrivo dall’Isontina, mentre in mediana che Stefano Stanich, ex Vesna. L’esperto portierone Simone Dapas ha intanto lasciato la Pro Gorizia per accasarsi all’Isontina. A Prata non è uno, bensì due Roman Del Prete a salutare: su Manuel è
10 | 21 12 2016 | TremilaSport+
“
Il Vajont fa sul serio e si assicura la coppia ex Casarsa, Daneluzzi – Smarra
MARCO ROSSI, rinforzo della Risanese
piombato come un falco il Chions. Assieme ai due fratelli lascia i mobilieri anche Enrico Fantuz, attaccante diciannovenne accasatosi al Ceolini. L’Aurora si è accordata con Eraldo Llani, che ha salutato la Pro Cervignano e ha già iniziato nel migliore dei modi la sua avventura a Remanzacco, andando a segno anche domenica, mentre in Prima categoria si registrano gli arrivi dell’attaccante Marco Pines Scarel e del difensore Luca Gheller, rispettivamente al Flambro e alla Sangiorgina. Il grande colpo di mercato lo ha però messo a segno la Risanese trovando l’accordo con il bomber Marco Rossi, con il quale viene affidato un ulteriore tassella al
tecnico Livon per provare a centrare la promozione diretta, resasi più complicata dopo l’infortunio dell’attaccante Bismarck. Occhio al Vajont perché l’undici dell’enclave continua a fare sul serio per quanto concerne il discorso promozione: in porta è giunta a termine la telenovela Daneluzzi, con l’arrivo dell’estremo difensore in pedemontana, via Casarsa. Ma l’undici di Bressanutti non si è fermato qui, prelevando sempre dal Casarsa l’attaccante Elio Smarra che va quindi a completare con Del Degan una coppia d’attacco potenzialmente letale. Spostandoci sul versante orientale, il Mladost ha trovato l’accordo con il Ronchi per il passaggio in prestito della coppia Mattia Di Bert e Riccardo Furlan. Decisamente movimentato anche il mercato della Romana, in Seconda categoria. L’undici monfalconese saluta Nicolò Lodi, che passa al Muglia, Cristiano Tassin, destinato al Sagrado, e Max Palmisano, nuovo rinforzo della mediana del Domio. In arrivo i due giovani ex Ufm, Giovanni De Stefano, attaccante, e Giulio Tranchina, portiere.
CALCIOFOTOGALLEY
SECONDA CATEGORIA B
PAGNACCO – VENZONE
0-1
FOTO ALBERTO TRANGONI
18-12-2016
12 | 21 12 2016 | TremilaSport+
FOTOGALLEYCALCIO
TremilaSport+ | 21 12 2016 | 13
AI RAGGI X
MAX BRAIDOTTI
UN LAVARIAN DA RIVELAZIONE
Ha stupito di gli addetti ai lavori con un inizio stagione di grande livello in uno dei campionati più equilibrati degli ultimi anni. Ora l’undici biancazzurro non può nascondersi: il suo capitano è il primo a crederci
C
Foto Alessio Beltrame
apitano del Lavarian Mortean per quasi 100 partite, Massimiliano Braidotti è rientrato in questa stagione dopo un anno di stop dovuto alla rottura del legamento crociato sinistro. Una pausa lunga, tempi di recupero rispettati più che metodicamente, "approfittando" del momentaneo saluto ai campi da gioco per godersi il suo secondo figlio, nato da poco. Ora però il capitano è tornato, leader carismatico di cui si sentiva l'assenza. Il LM è a una manciata di lunghezze dalla capolista nel girone A di Prima Categoria e nessuno si nasconde: l'obiettivo
è la vittoria finale. - Partiamo dalla vittoria con la Serenissima. Abbiamo fatto una buona partita anche se eravamo fuori sia io che Reniero. Venivamo da 5 pareggi ed eravamo un po' in difficoltà sotto il punto di vista dei risultati: fisicamente però ci siamo riscattati con una gran prova, e sotto il profilo del gioco
abbiamo mostrato ottime cose. Di occasioni create ce ne sono state tante, non abbiamo concretizzato però, segnando solo su rigore, ma era uno scontro diretto: loro hanno una squadra costruita per salvarsi che ha enormi qualità, ma siamo stati bravi a chiuderli. Mirko (il portiere del LM, ndr) ha subito solo un tiro in porta. Il risultato è giusto.
Braidotti: “Se vinciamo il campionato mi faccio dipingere i capelli di blu”
- Tanti pareggi. Come mai? Fase particolare dell'anno. I primi due-tre pareggi sono nati da errori nostri. Vuoi di ingenuità, di inesperienza, di poca concentrazione. Penso a rigori regalati al 95esimo, a falli e punizioni concessi inutilmente che hanno creato l'opportunità agli avversari di poter rientrare in partita. Il penalty con i Grigioneri è l'esempio: netto, ma ingenuo. Troppi cali di concentrazione portano inevitabilmente a questo. Gli ultimi due pari invece sono stati più giusti, contro due belle squadre come il Santamaria e il Martignacco. Qui le motivazioni sono da ricercare nella condizione atletica: con 3 partite in 7 giorni e pochi cambi a disposizione, i nostri avversari nelle riprese sono venuti fuori. Hanno prevalso sul piano fisico. Ci sta il punto con queste formazioni che puntano in alto. - Un campionato equilibrato. Io ormai è il decimo anno che faccio la Prima Categoria, l'ottavo in questo girone. Devo dire senza dubbio che è la stagione più equilibrata di sempre: non c'è più la corazzata, sono tutte buone squadre. Penso alla Risanese, a noi, alla Fulgor, a tutto il gruppo di testa che c'è ora. Nessuna ammazzerà il campionato e tutte fino alla fine proveranno a conquistare il titolo. Credo che la classifica si spaccherà con il prossimo mese. - Gli obiettivi sono chiari. A inizio anno, dopo che l'anno scorso ci eravamo prefissati i playoff finendo poi invischiati nella lotta salvezza, non ci siamo detti nulla. Siamo però consapevoli della forza del gruppo, sono arrivati nuovi ottimi acquisti, io e Vicario abbiamo ripreso, siamo
Foto Alessio Beltrame
DILETTANTICALCIO
MAX BRAIDOTTI capitano del LavarianMortean
Foto Alessio Beltrame
“Siamo consapevoli della forza del gruppo, sono arrivati nuovi ottimi acquisti” partiti bene e c'è entusiasmo. Inutile nascondersi: vogliamo provare a vincere, quando sei lassù viene gola a tutti… - Come è stato tornare dopo il lungo stop? Un infortunio beffardo, capitatomi al primo allenamento della scorsa stagione. Ho deciso di fare le cose con calma però, godendomi anche l'arrivo di mio figlio. Poi poco per volta ho messo negli allenamenti il pallone e da lì ho ripreso. Con il Flambro quest'anno mi sono procurato un bel taglio con 6 punti sulla tibia, ora sono un po' acciaccato, ma niente in confronto al grave infortunio del crociato. - La miglior partita del'anno? Domenica con il Martignacco: un ottimo primo tempo. Ma ci metto anche il periodo della vittoria con il San Giorgio. - Il peggiore invece? Le prime di campionato, quando
abbiamo pareggiato con Teor e Diana: vincevamo entrambe 2-0, per grossa colpa nostra, non avendo gestito bene il tutto, abbiamo concesso ai nostri avversari di fare 2-2. Sono quattro punti persi per strada. Contestualizzati nell'arco dei 90 minuti ovviamente, perché sono squadre davvero toste. - Sei qui dal 2009: i momenti più belli? Il secondo anno quando ai playoff abbiamo vinto lo spareggio contro la Buiese, squadra fortissima, a Fagagna. Ma anche il 4-0 nel derby con la Risanese che ci ha regalato matematicamente la salvezza. - Fai fioretto: se vinci il campionato… Detta così su due piedi è dura. Vediamo… Potrei farmi dipingere i capelli di blu da Luca Zuliani (ride, ndr)… L.F.
TremilaSport+ | 21 12 2016 | 15
GIOVANILI
GIOVANILI
PIANETA ANCONA
UN VIVAIO DA ELITE
Quasi duecento tesserati nel settore giovanile del club cittadino e una solida collaborazione col Pagnacco che sta dando i suoi frutti: il vivaio degli udinesi scoppia di ottima salute, e i risultati non mancano
A
ll'Ancona si punta in alto fin dai primi calci al pallone. Il vicepresidente della società, Bruno Bertacco insieme al responsabile del settore giovanile Francesco Gigliotti, monitora quanto accade quotidianamente sui suoi campo, in un progetto di crescita di quasi 200 ragazzi. Con la stessa maglia e fede da oltre 25 anni, è lui a spiegarci cosa significa "settore giovanile" all'Ancona Calcio. - Vicepresidente, ci introduca fra i giovani dell'Ancona. Ci sono 160 ragazzi del settore giovanile che comprendono Allievi, Giovanissimi, Esordienti a 11 e a 9, tre squadre a 7 di pulcini più i piccoli amici. Copriamo tutta la filiera del settore giovanile praticamente e inoltre collaboriamo con il Pagnacco Calcio, per cui lì abbiamo dei giocatori che fanno il campionato Allievi regionali e giovanissimi provinciali che sono tesserati Pagnacco ma restano gestiti da noi. Sono i più giovani che poi ritornano alla base per proseguire il cammino qui con noi. Questa collaborazione ci permette di fare un tipo di attività davvero enorme. Siamo davvero in tanti e la media è rispettata ogni anno con
numeri davvero enormi. - Per quanto riguarda la crescita del settore? Siamo in linea con gli anni passati: le squadre top sono allievi e giovanissimi, promosse nel girone Elite da pochi giorni. - Ci spiega? Sì: praticamente si fa un campionato preliminare di 5 gironi, nella fase che va da settembre a dicembre. Poi le due migliori squadre a gennaio fanno la fase finale. Siamo perciò fra le 10 migliori in regione su 50 che si contenderanno l titolo di campioni regionali. Sarà un minicampionato avvincente e ne vedremo sicuramente delle belle. - Come si struttura il lavoro? Stiamo lavorando nel settore più giovanile, con esordienti e pulcini, con particolare attenzione alla crescita dei ragazzi a livello tecnico di base. Ci sono istruttori qualificati che seguono l'attività in modo da creare una continuità. Ogni allenatore tiene i ragazzi per circa due anni poi man mano che cresce passa a un altro L'obiettivo è farli crescere a 360 gradi. - Ci parli degli allenatori. Diciamo che il team di mister che sta lavorando quest'anno è qui già
da tre anni, c'è continuità, quindi il lavoro è stato impostato in maniera coordinata e continuativa. Si ottimizza il lavoro anno per anno. Poi c'è un allenatore che segue prettamente la parte tecnica in modo da fare richiami approfonditi, giocatore per giocatore. - Quindi allenamenti personalizzati? Sì, perche oltre ai 3 allenamenti settimanali si seguono in maniera più personale alcuni giocatori. La prospettiva punta al miglioramento della qualità, la tattica arriva più avanti. - Obiettivo finale? Normalmente i ragazzi che escono restano legati all'Ancona, poi quasi tutti il 90% trova spazio in Eccellenza o Serie D. Per cui hanno delle buon prospettive di crescita - Che squadre vi richiedono maggiormente giocatori? Ci sono squadre come il Fontanafredda il Pordenone, per cui si fanno degli stage. Poi c'è il Carlino, c'è il
Tricesimo, l'Ol3. Tutte le squadre più rinomate dell'Eccellenza hanno dei rapporti con noi. - Ci sono novità? Quest'anno abbiamo rapporti anche con società professionistiche. C'è un allievo Alessandro Peressutti, finito alla Fiorentina dall'anno scorso. Dopo il primo anno di allievi è stato confermato anche quest'anno. Poi c'è Andrea Gigante, che è alla Virtus Entella quest'anno, fra gli Allievi. Confermati entrambi, hanno qualità. Questo per sottolineare che abbiamo contatti con società di certo livello quindi se i ragazzi meritano vengono osservati. - Come viene gestito il passaggio in società di grande caratura con la famiglia? Viene coinvolta anche la famiglia perché bisogna conservare determinati valori. Si studia la possibilità di studio, le alternative, la fase scolastica in toto. Mamma e papà sono coinvolti completamenti. Ci sono dei valori familiari da preservare.
Bertacco: “Importanti i contatti con le società di livello professionistico” TremilaSport+ | 21 12 2016 | 17
CALCIOFOTOGALLEY CALCIOUDINESE
ALLIEVI REGIONALI B
TORVISCOSA OL3
1-2
FOTO VANNI SNIDERO
18-12-2016
18 | 21 12 2016 | TremilaSport+
FOTOGALLEYCALCIO UDINESECALCIO
TremilaSport+ | 21 12 2016 | 19
In collaborazione con
A SCUOLA DI CALCIO
F
inalmente ci siamo. Sembra un sogno, uno di quelli bellissimi. Anche il nostro calcio riparte dai Centri Federali Territoriali, prendendo spunto dalle piĂš importanti federazioni di calcio europee. La FIGC ha finalmente dato
Copiato il modello vincente tedesco
il via libera alla creazione di centri di formazione in cui radunare i giovani talenti scovati in ogni angolo della penisola e curare nel dettaglio il loro percorso di crescita sportiva. A cosa servono? Quanti centri verranno creati sul territorio?
Quanti saranno gli attori coinvolti nel progetto? Puoi trovare le risposte a queste e ad altre domande continuando a leggere questo articolo. Unisciti a noi su mfa.mentalfootball.com e sostieni anche tu il cambiamento del calcio italiano.
CENTRI FEDERALI TERRITORIALI Prendendo spunto dalle esperienze pregresse dei principali paesi europei - soprattutto grazie all'analisi dettagliata dell'attivitĂ svolta in Germania - anche la nostra Federcalcio ha finalmente deciso di cominciare a preparare il cambiamento. Questo nuovo programma per valorizzare il calcio giovanile si sviluppa attraverso l'implementazione di due attivitĂ principali: i Centri Federali Territoriali e i Futsal Camp.
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A SCUOLA DI CALCIO
PROGRAMMA DI SVILUPPO
LA SITUAZIONE ITALIANA
I Centri Federali Territoriali (CFT) intendono rappresentare il polo territoriale di eccellenza per la valorizzazione e la formazione tecnico-sportiva di giovani calciatori e calciatrici di età compresa tra i 12 e i 14 anni. Il bacino di utenza è rappresentato attualmente da: • 150 mila ragazzi; • 3.500 ragazze. Circa 1.200 tecnici federali qualificati e 200 dirigenti saranno impiegati nei 200 Centri Territoriali Federali. Gli obiettivi del programma: • Monitoraggio di tutti i giovani calciatori nel medio-lungo termine (nell’arco di 8 anni verranno monitorati circa 1 milione di giovani calciatori). • Lotta all’abbandono dell’attività sportiva. • Programma di supporto per lo sviluppo delle potenzialità dei giovani. • Sviluppo di un percorso di formazione tecnicosportiva coordinato.
Attualmente il "nostro calcio" presenta delle criticità che limitano fortemente la genesi del talento. Ogni momento formativo settimanale è dedicato e orientato al conseguimento del risultato. La vittoria della gara è l'unico obiettivo che molto spesso si pone l'allenatore/formatore o, addirittura, la stessa società sportiva. Lo scenario attuale manifesta alcuni "punti deboli": • Dispersione/abbandono del calciatore di talento in età giovanile. • Difformità di indirizzi tecnici fra le varie società. • Cultura del lavoro del calciatore prevalentemente orientata al raggiungimento del risultato sportivo. • Poca attenzione delle società
• Tutela del talento. • Coinvolgimento di tutti gli stakeholder (AIAC, AIC, Settore Tecnico, SGS, AIA, LND e leghe professionistiche). • Monitoraggio tecnico e sociale dell’intero territorio italiano. • Definizione di un indirizzo formativo ed educativo centrale.
GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO
• Ricerca e valorizzazione del talento “nascosto”. • Sviluppare processi formativi omogenei utili allo sviluppo di
competenze tecniche. • Formazione dei giovani calciatori e delle calciatrici delle categorie Under 15 Femminile, Under 14 Maschile ed Under 13 Maschile. • Opportunità di crescita dell’attività femminile giovanile a livello qualitativo e quantitativo. • Coordinamento e creazione di sinergie positive con le società professionistiche del territorio • Supportare/preparare il lavoro tecnico ed educativo per l’accesso alle nazionali giovanili.
• Creazione di posti di lavoro nelle aree tecniche e organizzative. • Creare forti sinergie tra tecnici del territorio e tecnici federali, anche a livello di formazione (corsi esterni rispetto a quelli federali, ma in coordinamento con AIAC e Settore Tecnico). • Cronoprogramma modulabile. • Sviluppo del senso civico attraverso l’utilizzo di un codice etico e comportamentale per calciatori, allenatori, genitori e società.
IL PROGRAMMA TECNICO • Sedute di allenamento nel Centri Federali Territoriali come momento aggregativo. • Sviluppo e consolidamento della tecnica individuale. • Applicazione della tecnica nelle situazioni di gioco: • Con palla: utilizzo della tecnica di base, gestione della tecnica nelle situazioni di gioco, sviluppo del gioco in collaborazione con i compagni. • Senza palla: smarcamento, appoggio, marcatura, coper-
tura, ecc. • Formazione del calciatore “pensante”: • Sviluppo di una metodologia che responsabilizzi il giovane nei processi decisionali. • Ampliamento delle conoscenze del gioco del calcio. • Sviluppo di una mentalità rivolta alla costruzione del gioco. • Sensibilizzazione alla cultura del lavoro e del rispetto. Articolo tratto dal "programma Centri Territoriali Federali".
ad investire nei settori giovanili. • Assenza di strumenti di monitoraggio territoriali. Ma, allo stesso tempo, il panorama calcistico italiano rappresenta anche importanti punti di forza: • Alto livello qualitativo dei tecnici. • Diffusione territoriale pervasiva delle società con 46.306 squadre giovanili. • 824.238 giovani calciatori tesserati (di cui 666.506 relativi al SGS). • Un quinto della popolazione italiana di giovani maschi tra i 5 e i 16 anni è tesserato per la FIGC. • Il rapporto aumenta considerando i circa 2 milioni di ragazzi tra i 5 e i 16 anni che praticano calcio, senza essere tesserati per la FIGC. • Forte dimensione di integrazione sociale con 37.750 giovani calciatori stranieri tesserati. I Centri Federali Territoriali hanno l'obiettivo di limare i punti deboli e di amplificare esponenzialmente i grandi punti di forza che la nostra cultura da sempre offre. Il calcio ha da sempre una immensa importanza nella vita degli italiani. Questo è un elemento che non contraddistingueva paesi come Germania e Belgio, attualmente rappresentanti delle vere e proprie fucine di giocatori di grande talento.
TremilaSport+ | 21 12 2016 | 21
CALCIOC5
I MOBILIERI SBANCANO L’IMPRESA DI GIORNATA LA COMPIE IL LIGNANO PORDENONE PER 5-2 SUL CAMPO DELL’UDINE CITY
FLASH FRIULANE TUTTE A BOCCA ASCIUTTA
UNDER 21
Foto Christofer Dozzi
Diamo uno sguardo al campionato nazionale Under21, dove tutte e tre le squadre friulane escono senza punti nell'ultima giornata del girone di andata. BassaManzano (9pti) sconfitta per 4-2 tra le mura amiche dal Flaminia, non va meglio all'Adriatica (7) sconfitta 5-2 in casa della Luparense, mentre il Maccan Prata (3) perde con l'onore delle armi 7-4 in casa del Villorba.
RICORSO DEL PALMANOVA PER LA FINALE
COPPA ITALIA
Ancora sconosciuta la data e la squadra che affronterĂ la Futsal Udinese nella finale di Coppa Italia; come noto sul campo il Maccan Prata aveva ottenuto il diritto di partecipazione grazie al 4-1 sul Palmanova, ma un ricorso degli amaranto su un presunto doppio irregolare utilizzo di Stendler, giocatore del Maccan (in campo alle 16.00 con la nazionale slovena e poi la sera in semifinale ndr) ha bloccato l'appuntamento della finalissima, in attesa del giudizio del giudice sportivo.
MANZANO, NUOVI ARRIVI PER SPERARE
MERCATO
Due nuovi arrivi per la squadra del presidente Pahor, che rimpingua la rosa della Prima squadra grazie agli arrivi dalla Clark di Wembolowa Yangala Fils e della punta Shimba Olamba Grance, classe '96 il primo e '97 il secondo, prodotti dal vivaio veneto dell'Union Ripa e passati successivamente alla Ufm Monfalcone, due giocatori giĂ messisi in luce con la maglia dei giallo-verdi.
PER IL PRATA,
IPOTECA SUL TITOLO
P
rata C5 chiude l'anno solare in vetta al campionato mettendo probabilmente la parola fine sulla lotta per la conquista del titolo regionale andando a sbancare per 2-5 Pordenone; neroverdi perfetti dopo i primi trenta minuti, 2-1 parziale al riposo per la squadra di Asquini, poi in avvio di ripresa l'ex di turno Pontillo dopo nemmeno un minuto ristabiliva la parità e la squadra di Bovolenta pigiava sull'acceleratore trovando altre tre reti in rapida successione fino al 5-2 finale. Regge l'urto la Clark Udine che si conferma al secondo posto, al termine di una partita vietata ai deboli di cuore i gialloverdi superano in rimonta 3-2 il Pentalcor: gradesi in doppio vantaggio con Ramirez e Corbatto, nella ripresa la squadra di Tirindelli aggancia il pari con Pintar e Prepkalaj, nel finale dopo una rete non convalidata a Corbatto sul ribaltamento di fronte ancora Pintar non perdona e timbra la rete del successo udinese. L'impresa della giornata la firma però il Calcetto Lignano che espugna per 1-0 il campo dell'Udine City: gara tatticamente perfetta soprattutto in fase difensiva quella predisposta da mister Acampora che imbriglia la manovra dell'Udine City e colpisce con precisione chirurgica con il super bomber Rudy Saviano che regala
un successo che potrebbe essere quello della sospirata svolta per il club dei fratelli Sica, mentre gli udinesi vedono allontanarsi in maniera definitiva la vetta. Nei piani alti della classifica ci resta la Torriana che non dà scampo al Basiliano, superato 9-0 in riva all'Isonzo. Nell'anticipo di venerdÏ importante successo esterno della Futsal Udinese a Grado con il Tergesteo per 1-2, mentre la gara Maniago-Palmanova è stata posticipata al 7 gennaio. In serie B resta in gara fino alla fine ma esce poi a mani vuote la BassaManzano contro la quotata Fenice Venezia Mestre, terza forza del campionato: senza Patti, Sironi e Tirelli, la squadra di mister Genna regge bene il confronto nella prima frazione, chiusa sotto di una rete (2-3) con Sansica che nell'ultimo minuto di gioco fallisce un penalty. Resta in equilibrio la gara anche nella ripresa, dopo il 4-2 dei veneti al 12', la BassaManzano negli ultimi tre minuti attacca col portiere di movimento, subendo altre due reti dalla distanza per un bugiardo 2-6 finale. I gialloblu chiudono il girone d'andata al quint'ultimo posto assieme al Belluno, ora si riparte dopo la pausa il 7 gennaio ospitando un ForlÏ in crisi nelle ultime giornate, una vittoria permetterebbe di risucchiare anche gli emiliani nella bagarre salvezza
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CALCIO FEMMINILE ESPERIENZE La centrocampista ha giocato nel Tavagnacco e nel Chiasiellis prima di approdare al Portogruaro
VIAGGIO SULLA SCIA DI
ANDREA PIRLO Sara Bottacin, centrocampista e capitana del Portogruaro, punta a diventare allenatrice del settore giovanile
S
ispira ad Andrea Pirlo, Sara Bottacin , capitano della squadra femminile del Portogruaro. Classe 1993 è una ex giocatrice sia del Chiasiellis dove ha disputato una stagione, sia del Tavagnacco dove ne ha disputate ben quattro. E'amante dei bambini e pur essendo molto giovane ha già allenato per due stagioni i Pulcini con Michele Rosson. La squadra è allenata da Rudy Moro e milita in serie D. Lo scorso anno, pur avendo raggiunto i
far compiere il salto di categoria alla mia squadra. Lo scorso anno eravamo riusciti a raggiungere i play –off ma non sono andati come speravamo e vogliamo fare meglio quest’ anno e provare a raggiungere la serie C". Lei è stata una giocatrice sia del Tavagnacco che del Chiasiellis: c’è un giocatore o una giocatrice alla quale si è ispirata nella sua carriera calcistica? "Sicuramente i 4 anni di Tavagnacco e la stagione passata al Chiasiellis sono state molto importanti
Il Portogruaro milita in serie D e ha come obiettivo i play off, che disputò la scorsa stagione senza riuscire a centrare il traguardo della promozione
play-off, nonè riuscita a compiere il salto di categoria. Nell’intervista rilasciataci proprio dal capitano, scopriamo di più sui progetti della società e sulle sue aspirazioni. Le sue personali a livello calcistico? "Mi piacerebbe tornare a giocare almeno in serie B , sarebbe davvero bellissimo arrivarci proprio con il Portogruaro, un’emozione unica ammette Sara - Se ci fosse una squadra nella quale mi piacerebbe giocare sarebbe sicuramente l’Udinese, con la quale c’erano stati dei contatti e delle richieste. Poi però non siamo riusciti ad accordarci, vedremo in futuro". Qual è l’obiettivo di questa stagione? "A me, da capitana, piacerebbe riuscire a
È bellissimo trasmettere a bambini e bambine ciò che ho imparato in tanti anni per me e per il mio percorso di crescita e l’esperienza maturata oggi mi aiuta tanto sul campo e fuori. Il giocatore al quale mi ispiro, e che è stato il mio idolo sin da bambina, è
Andrea Pirlo, nessuno come lui". Ritiene che all’interno della squadra ci sia qualche giocatrice che può fare la differenza? "Sono tutte fondamentali, la forza del nostro gruppo è la coesione , sappiamo che se giochiamo da squadra e se tutte siamo pronte e disponibili riusciremo sicuramente a toglierci delle soddisfazioni importanti". Quale tra le squadre avversarie ritiene la più ostica da affronare? "Senza dubbio il San Marco, sono forti , ben organizzate e puntano al salto di categoria" . Cosa le piace fare nella vita oltre al calcio? "La mia passione più grande è la lettura , poi mi piacciono davvero tanto gli animali" . Pur essendo così giovane si ritiene già un’allenatrice? "Un’ altra mia grande passione è l’allenamento dei piccoli. L'ho fatto per due anni con i Pulcini del Portogruaro ed è stata un’esperienza bellissima per me. Definirmi un’allenatrice è presto anche se ho già avuto, come le ho detto poco fa , qualche esperienza di questo tipo, ma spero sicuramente in futuro di poter allenare. E' è bellissimo poter trasmettere ciò che ho imparato in tanti anni a bambini e bambine". Tommaso Cossio
TremilaSport+ | 21 12 2016 | 23
CALCIOUDINESE IL COMMENTO
PRIMA TI STUDIO POI T'IMPALLINO
Del Neri ha bisogno di 45' per inquadrare l'avversario. Una volta prese le misure, cala gli immancabili cambi e fioccano i gol: il doppio di reti (12) nella ripresa
di IDO CIBISCHINO Ammesso (e non concesso) che gli capiti di non azzeccare al millimetro la formazione di partenza, di certo Gigi Del Neri è un mago nel ridisegnare la sua squadra, ricalibrandola con mirati e più produttivi innesti, nel secondo tempo. Se uomini e valori degli squadroni sono noti e quindi risulta più facile provare ad attivare da subito gli antidoti tattici e mentali giusti (e in questo senso i perfetti primi tempi dell'Udinese contro Juventus e Napoli ne sono la testimonianza), le avversarie di meno visibilità, le neopromosse in
decifrare gli avversari e individuarne i punti di debolezza, quindi calare i suoi assi per spezzare l'inerzia e mandare fuori giri i dirimpettai. L'ha fatto in tutte e dieci le partite della sua gestione: Del Neri gioca sempre con 14 uomini e i tre che subentrano gli servono per cambiare canovaccio tattico e l'atteggiamento della squadra. Tutte le mutazioni hanno come perno Thereau, il più tecnico e intelligente della compagnia, che a 33 anni sta esprimendo il meglio di una carriera che i mezzi tecnici potevano indirizzare verso piazze
Non lo aveva capito Iachini, che gli pretendeva rigidi schematismi, e Cirillo intristiva al punto da cullare l'idea di cambiare aria, di tornare in Francia, al Marsiglia, addirittura già da questo gennaio. HALLFRED O KUMS - Il nuovo Thereau, tra l'altro capocannoniere bianconero che le due reti al Crotone hanno issato a quota 8 (come Salah e Kalinic), è la grande riscoperta di Del Neri. Ma non la sola, secondo un indirizzo che il Console di Aquileia ha maturato con gli anni e l'esperienza: saper accantonare
allenatore è quello che costruisce il gioco sulle caratteristiche dei suoi uomini e non viceversa. Un calciatore considerato e appagato sarà anche un giocatore migliore. Dopo quello di Thereau, il caso emblematico è quello di Hallfredsson. Non c'era futuro nell'Udinese per il ruvido islandese nel ruolo di mezzala. L'intuizione (l'aveva avuta anche il vostro cronista già ai tempi di Iachini) è stata quella di riciclarlo da metodista, vertice basso della mediana, da un lato sfruttandone la potenza fisica come schermo davanti alla
La nuova vita di Thereau finalmente felice: factotum offensivo in libertà e capocannoniere bianconero con 8 gol. La nuova sfida di Gigi si chiama De Paul, talento incompiuto
difesa, dall'altra l'intelligenza nella fase d'avvio della manovra: se i mezzi tecnici non sono eccelsi, i tempi di gioco si possono imparare, così come in un contesto organizzato si possono rieducare la testa e il piedone a giocare di prima, facendo viaggiare la palla e la squadra. A livello personale, in quel ruolo vedo Hallfredsson meglio di Kums, che gli è superiore come bagaglio tecnico eppure risulta meno incisivo come peso globale. Domenica, per esempio, per far posto all'islandese avremmo tolto Kums e non Jankto, tra l'altro l'unico di gamba a tenere dietro agli scattanti calabresi di Nicola. AHI RODRIGO - Nessuno mette fretta a Del Neri, nessuno lo pressa con imperativi e traguardi irrinunciabili. A Crotone appena matato, era
Occhiataccia di Del Neri a De Paul, ancora estraneo al gioco voluto dal tecnico di Aquileia.
primis, sono quelle più difficili da decifrare e da inquadrare. Ecco uno dei motivi che spiegano certi primi tempi raffazzonati e sofferti (ultimi quelli con l'Atalanta e lo stesso Crotone) dell'Udinese, all'opposto padrona della situazione, anche se non sempre premiata dal risultato come successo a Cagliari, nella seconda parte di gara. I numeri ci illuminano in tal senso: premesso che l'Udinese di Del Neri ha segnato in ogni partita, dei 18 gol all'attivo ben 12 (il doppio) sono stati realizzati nei secondi tempi, con la perla di Danilo, addirittura al 93', che ha fruttato i tre punti col Bologna. IL PERNO CIRILLO - E' come se al Console di Aquileia servisse mezza partita, in cui spesso si erge a protettore salvifico sant'Oreste, per
24 | 21 12 2016 | TremilaSport+
di primo livello. Ma evidentemente l'ambizione non è tanto forte da soppiantare il piacere della qualità di vita, del piccolo e bello, senza tante responsabilità. Non ama lo stress, Cirillo, ma a una cosa ci tiene: che sia riconosciuto e valorizzaro il suo talento. E' un attaccante totale, raffinato e addirittura artistico in alcune espressioni che sono soltanto sue, perciò va lasciato libero di seguire l'ispirazione. Sa fare tutto: impostare, rifinire, concludere andando a raccogliere anche il frutto del lavoro sporco che produce il “bufalo” Zapata. Del Neri ama il talento e perciò ha fatto di Thereau il suo uomo, l'elemento che variando posizione e soluzioni muta il modulo e le interpretazioni dell'intera squadra.
le proprie idee, non più centrali e assolute. La flessibilità come nuovo abito prefessionale, laddove il grande
OTTO GOL: Del Neri ha fatto di Thereau il suo uomo di riferimento. Il francese l'ha ripagato con 8 reti
UDINESECALCIO
UDINESE LANCIATA
SAMPDORIA E INTER GRADINI D'EUROPA
felice Gino Pozzo, disponibile a scambiare qualche battuta con i vecchi cronisti che l'hanno visto ragazzo. “La classifica è diventata rassicurante e ci permetterà di valutare senza fretta o forzature il patrimonio che abbiamo in casa. La condizione ideale per un club come il nostro che deve programmare riducendo al minimo l'errore”, diceva il plenipotenziario. Ora sotto la pialla del Gigi sta Rodrigo De Paul, del quale abbiamo finora conosciuto più i difetti che i pregi: tecnico sì, ma dribblomane, che vuole sempre la palla sui piedi, che non va negli spazi a dettare il
passaggio, uno che non rinuncia al tocco in più e così si pappa (vedere il gol fallito davanti a Cordaz) anche le migliori occassioni per entrare nel tabellino dei marcatori. “Ma sono queste le sfide che mi piacciono, amo plasmare i giovani” confessa Del Neri, di cui l'Udinese gode oggi il meglio in fatto di esperienza ed equilibrio. Diceva lo stesso Francesco Guidolin, uno che qui ha lasciato il segno, guadagnandosi tra l'altro la gratitudine di ragazzi tipo Alexis Sanchez, ora tra i campionissimi della Premier, che hanno avuto il merito di ascoltarlo e seguirlo.
Cos'è un campionato senza obiettivi? Un trascinarsi giorno dopo giorno a caccia di qualche emozione sporadica, di qualche impresa che dia sale al lavoro quotidiano. Ecco perchè all'Udinese, cui le tre vittorie consecutive hanno garantito un cuscinetto di assoluta sicurezza, scandendo anche i progressi d'amalgama e di gioco, si chiede di andare oltre i propositi annunciati di una stagione di formazione per i giovani (Jankto, Perica, De Paul, Fofana... ) che saranno i protagonisti del domani. Insomma: perchè non provare da subito a guardare più in alto? Di Europa, del ritorno in Europa, ha parlato anche Gianpaolo Pozzo nell'incontro natalizio con la stampa. Un tantino defilato, il paron, dopo aver lasciato campo libero in società ai figli Gino e Magda, tuttavia ancora il primo tifoso. E come tale desideroso di farsi coinvolgere e trascinare da una squadra che, con l'avvento di Del Neri, ha ripreso colore e prodotto calore. Il distacco dalla zona continentale è lontana appena una decina di punti (con sei squadre davanti, però) quando restano 21 partite da giocare e 63 punti a disposizione. Se l'Udinese dà continuità al trend dell'ultimo periodo, consolidando le proprie certezze, allungare l'occhio fino a un quinto-sesto posto non sarebbe follia. Sopratutto bisognerà far bene, o meglio non perdere le prossime due partite che chiuderanno l'andata. Belle partite: a Marassi contro la Samp degli
ex (Quagliarella, Fernandes e il velenoso Muriel) e al Friuli, nella prima gara del nuovo anno, contro l'Inter delle cui paturnie Pioli non è ancora venuto a capo.
Muriel
Sulla scia della recente striscia positiva, la squadra bianconera sta vivendo una fase psico-fisica eccellente, ha accresciuto l'autostima e la consapevolezza di poter dare ancora di più. Del Neri recupera dopo la squalifica Danilo (peraltro ben sostituito da Angella), conferma a sinistra Samir che, con naturalezza e senza strafare, ha sbaragliato la concorrenza rendendo probabili a gennaio le cessioni di Armero e Adnan, oltre a quelle di altri giocatori rimasti ai margini del progetto-Del Neri come Kone, Heurtaux, Lodi, Evangelista e probabilmente pure Faraoni. Tornando alla compilation per Genoa, resta da vedere se il tecnico riproporrà dal primo minuto Jankto e a chi, tra Kums e Hallfredsson, affiderà il ruolo di vertice basso in mediana.
di Biancamaria Gonano
UN DONO SPECIALE NELLA NOTTE DEL PRESEPE …DI NATALE Non è un gioco di parole ma uno sfavillio di emozioni e sentimentî. La sera dell’ Immacolata la nota pizzeria Ancona 2 di Udine, tradizionale ritrovo di tanti tifosi bianconeri nei post partita, è stata il teatro di due eventi importanti e carichi di significato. Nel giorno di apertura delle tradizioni natalizie, i proprietari del locale, Vincenzo e Maria Pisacane, hanno voluto inaugurare un enorme presepe realizzato dall’ artista di Feletto, Roberto Gobessi. Serata all’insegna del 10 : da 10 anni il locale allestisce all'esterno il tradizionale presepe a scopo benefico. E dieci anni compie l 'Associazione Progettoautismo FVG a cui quest’ anno verranno devolute le offerte raccolte durante il periodo natalizio. In particolare si andrà a sostenere la costruzione della casa per l’ autismo Home Special Home. L'associazione
Progetto autismo Fvg Onlus conta circa 300 iscritti e amici di cui circa 100 famiglie con una persona affetta da sindrome autistica, disturbi pervasivi dello sviluppo o sindrome di Asperger, dislocate su tutto il
territorio della regione Friuli Venezia Giulia. Essa vuole aiutare ed accompagnare nel loro difficile compito di educatori i genitori di questi ragazzi speciali. Soddisfatta la presidente Elena Bulfone accompagnata
da un gruppo dei suoi ragazzi felici di salutare Toto’ Di Natale, l’ autentico numero 10 protagonista di cavalcate europee di un’ Udinese vincente e forse irripetibile. Toto’, a Udine per qualche giorno, ha ricevuto nella stessa sera un dono speciale, di valore affettivo e non certo commerciale, da parte dell’ Associazione Udinese Club : un quadro con le dediche di tutti i club bianconeri consegnato dal presidente Daniele Muraro con dimostrazione di stima, affetto e riconoscenza per le dodici stagioni all’ Udinese. Toto’, schivo ma felice, si è lasciato scappare un « lo metterò nel mio ufficio ». Nella notte del Dieci, si è ufficialmente entrati nello spirito del Natale. Con un Di Natale abituato a sostenere la beneficenza, a fare da testimone.
TremilaSport+ | 21 12 2016 | 25
SIDICEVA...
si diceva...
SE IL GRANDE TORINO FOSSE VISSUTO ANCORA?
Nel libro di Stefano Bovero s’immagina la storia dello squadrone granata negli anni successivi alla tragedia di Superga, ancora e sempre frangiflutti alle avversarie metropolitane
S
e non fosse accaduto…I tifosi granata, e non solo, continuano a chiederselo a 67 anni di distanza da quel 4 maggio 1949 in cui il Grande Torino di Mazzola, Gabetto, Maroso e altri campioni perì di ritorno da Lisbona sull’aereo che andò a schiantarsi contro la collina di Superga, alle porte del capoluogo piemontese. Vite stroncate all’apice della gloria sportiva, con lo scudetto appuntato sul petto e un altro in via di conquista. Ragazzi di 25-30 anni che successivamente avrebbero
potuto continuare lungo la strada intrapresa, deliziando le platee nazionali e internazionali con la loro classe. Ed è quanto ipotizzato
calcio italiano negli anni successivi se quel grande gruppo non avesse incontrato un così tragico destino. Nella sua storia Bovero racconta di un anziano signore che nel corso di una lunga seduta ipnotica mirata a curare la sua nostalgia per i Caduti di Superga diventata patologica, produce sorprendentemente immagini che descrivono il seguito della storia della squadra. Già, sottolinea lo scrittore, frustrazione, nostalgia e dispetto sono i sentimenti che hanno albergato a lungo in quei tifosi granata che di fronte ai ripetuti, e talvolta
Chissà voi grandi club che cosa sareste riusciti a fare se non fosse accaduto ciò che è accaduto...
26 | 21 12 2016 | TremilaSport+
anche dallo scrittore e psicologopsicoterapeuta Stefano Bovero, nato nel 1949, che nel suo libro “Un sogno granata” ipotizza appunto cosa sarebbe avvenuto nel
SCRITTORE PSICOLOGO L'autore Stefano Bovero
SIDICEVA...
SOGNO INFRANTO Sopra, la copertina del libro. A destra, le esequie a Torino con la partecipazione di una folla straripante e commossa
spocchiosi, successi di Juventus, Milan e Inter negli ultimi 65 anni, accompagnavano il pensiero “se però ci fosse ancora il Grande Torino, chissà voi, grandi club, che cosa riuscireste a fare…”. Una storia alternativa del Torino Calcio, dunque, dai mondiali del 1950 allo scudetto del 1970, in cui i granata soffrono ancora, com’è nel loro destino, ma vivono, tra successi e sconfitte, delusioni e trionfi. Così s’immagina ad esempio la spedizione azzurra ai Mondiali del ’50 in Brasile, un anno dopo la tragedia di Superga, con una formazione formata da ben dieci granata e il solo Boniperti a non far parte del formidabile gruppo campione d’Italia. E ancora, nel ’51, un mercato nel segno del rinnovamento, con alcuni di quei giocatori ormai oltre la soglia dei trent’anni e il presidente Novo a destinare il mitico stadio Filadelfia alle giovanili e la formazione maggiore a trasferirsi al più moderno Comunale. E avanti così, con uno sviluppo narrativo che pare acquisito a piè pari dalla cronaca vera ma in realtà partorito dalla fantasia di chi ha continuato a pensare a quei campioni ancora vivi e attivi nel calcio italiano. Una lettura che porta, è inutile nasconderlo, a un pizzico di malinconia al pensiero che i fatti andarono invece in tutt’altro modo. (E.F.)
TremilaSport+ | 21 12 2016 | 27
NONSOLOSPORT
CULTURA
Novità su mostre, spettacoli, eventi, personaggi del panorama culturale
INIZIATIVE
SOTTOMONTE PER IMMAGINI Un elefante che passeggia beato in pieno centro città: situazione assurda se il teatro della scena è quel vicolo tutto contraddizioni che prende il nome di Sottomonte, a Udine. Si tratta di una fotografia di Paolo Ferrari e non è altro che una delle tante interpretazioni riguardanti la famosa via, che insieme al lavoro di altri quattro professionisti hanno costituito una mostra allo spazio espositivo Make di via Manin. I differenti modi di intendere un luogo in cui accade di tutto, dagli avvenimenti più inconsueti, belli o brutti che siano (simboleggiati appunto dalla presenza di un animale esotico), a quelli più banali: emerge proprio questo dalle opere di Francesco Comello, Alessandra Carloni, Virginie Foubert e Tommy Balestra. Chi ha immaginato addirittura vicolo Sottomonte come il percorso della vita sintetizzandone l’evoluzione in quattro immagini, nel caso di Balestra; o chi, come la Carloni, ha immortalato i passanti in istantanee volutamente mosse e di piccolo formato con cornice bianca, che ricordano le iconiche polaroid. “Immagini Sottomonte” è in realtà solo una tessera del puzzle che i collettivi artistici CasAltrove e Dmav (Dalla maschera al volto) hanno realizzato insieme: #Sottomonte – Progetto di social art e rigenerazione urbana, che si pone l’obiettivo di conferire nuovamente importanza al luogo e di “rivelarne la vera identità”, come afferma Alfonso Firmani, promotore di CasAltrove. Una via trasformata fino al 6 gennaio in un museo aperto a tutti, in qualsiasi momento. Le installazioni sono discrete, non invadenti, a volte perfino nascoste. Per una volta il passante può trasformarsi in spettatore non solo delle opere ma anche della via stessa. "Segreto visibile”, quasi il titolo dell’intero progetto artistico, sono le due scritte al neon, poste l’una al di sopra dei tetti, l’altra all’imbocco della strada: una viapraticabile da tutti, ma che viene generalmente ignorata. Solo chi vuole passare inosservato vi si apparta o la sfrutta come passaggio poco battuto. “Mi vuoi sposare”, frase stampata su fogli bianchi, potrebbe proprio fare riferimento agli innamorati più timidi che qui vi trovano rifugio. Un’installazione realizzata da Firmani stesso è costituita invece da alcuni libri aperti e appesi alla parete: appena vi si passa davanti, un faro si accende e proietta un’ombra sui volumi. Siamo tutti ombre fuggevoli e misteriose che imprimono il segno del proprio passaggio sulla storia di questo vicolo. Massimo Gaudino
CARLOS RUIZ ZAFON
IL LABIRINTO DEGLI SPIRITI MONDADORI
Barcellona, fine anni '50. Daniel Sempere non è più il ragazzino che abbiamo conosciuto tra i cunicoli del Cimitero dei Libri Dimenticati, alla scoperta del volume che gli avrebbe cambiato la vita. Il mistero della morte di sua madre Isabella ha aperto una voragine nella sua anima, un abisso dal quale la moglie Bea e il fedele amico Fermín stanno cercando di salvarlo. Proprio quando Daniel crede di essere arrivato a un passo dalla soluzione dell'enigma, un complotto ancora più oscuro e misterioso di quello che avrebbe potuto immaginare si estende fino a lui dalle viscere del Regime...
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L’ANGOLO DELLA
LETTURA
VIET THANH NGUYEN
IL SIMPATIZZANTE NERI POZZA
È il mese di aprile del 1975 a Saigon. Il generale capo della Polizia Nazionale del Vietnam del Sud, colto da improvvisa insonnia, vaga tra le stanze con la faccia di un pallore verdognolo. Il fronte settentrionale ha ceduto dinanzi all’avanzata dei Vietcong, gli aerei americani decollano giorno e notte con a bordo donne, bambini e orfani, e l’ordine ufficiale di evacuazione tarda a venire soltanto per evitare la rivolta in città. Con un volo coperto, il Generale si appresta a raggiungere gli Stati Uniti con la famiglia e parte dei suoi uomini. Crede in Dio, nella moglie, nei figli, nei francesi, negli americani e... nell’assoluta fedeltà del suo uomo di fiducia, il solo tra i suoi sottoposti ad abitare a casa sua: il Capitano. Non sa però che il Capitano è, in realtà, una spia...
CLIVE CUSSLER
FUGA
LONGANESI 1909, Stato di New York. Il re dei quotidiani, Preston Whiteway, ha deciso di offrire una somma notevole all'aviatore che, per primo, riuscirà ad attraversare l'America in meno di cinquanta giorni. In realtà, vuole che a vincere sia Josephine Frost, la pilota più in gamba e, soprattutto, più affascinante del Paese. Motivo per cui ha ingaggiato Isaac Bell, della Van Dorn Detective Agency. Josephine, infatti, ha visto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere; ora qualcuno la vuole morta e non si fermerà davanti a niente e a nessuno, nemmeno davanti a Whiteway e a Bell, il quale, per garantire l'incolumità della giovane e temeraria aviatrice, dovrà imparare a volare per seguirla nelle sue spericolate manovre.
STEPHENIE MEYER
ERALDO BALDINI
RIZZOLI
EINAUDI
THE CHEMIST. LA SPECIALISTA Lei lavorava per il governo degli Stati Uniti, per un’agenzia così segreta che non ha neanche un nome. È un’esperta nel suo campo, ma adesso sa qualcosa che non dovrebbe sapere, e i suoi ex capi la vogliono morta. Subito. Non può restare a lungo nello stesso posto, né mantenere la medesima identità per troppo tempo, e l’unica persona di cui si fidava è stata uccisa. Quando le viene offerta la possibilità di mettersi in salvo, in cambio di un ultimo lavoro, lei accetta, ma nel momento in cui si prepara ad affrontare la sfida più dura, si innamora di un uomo. E sarà una passione che può soltanto diminuire le sue possibilità di sopravvivenza. Mentre tutto si complica, la Specialista sarà costretta a mettere in pratica il suo «talento» come mai prima...
STIRPE SELVAGGIA
San Sebastiano in Alpe, paese dell'Appennino romagnolo, 1906. Amerigo ha nove anni e sua madre l'ha chiamato cosí perché l'ha concepito in America. Quando il Wild West Show fa tappa a Ravenna, lei decide di portare il figlio a conoscere suo padre. Buffalo Bill però non accetta di incontrarlo e questo rifiuto spinge il già inquieto Amerigo a schierarsi per sempre «dalla parte degli indiani». Con Mariano e Rachele si dipinge il viso, e scorrazzando per i boschi sogna di fare la rivoluzione. Ma la Storia divide le strade di questi amici inseparabili, travolti dalle burrasche del Novecento: le lotte di classe, il fascismo, le guerre mondiali.
le belle di TremilaSport Deborah SensualitĂ
UDINESECALCIO
le belle di TremilaSport
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le belle di TremilaSport
TremilaSport+ | 21 12 2016 | 31
le belle di TremilaSport Deborah Percopo, studentessa ligure, ama posare ma il suo primo obiettivo è la laurea
LE FOTO, LE LINGUE E IL MARE,
LE MIE PASSIONI
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riorità agli studi, puntualizza Deborah Percopo, studentessa dell’ultimo anno di lingue e culture moderne ad indirizzo imprese e turismo. Nel suo futuro, dice infatti la bruna ligure protagonista del nostro servizio, c’è infatti la speranza di poter operare nel settore turistico o in un lavoro che le permetta di mettere a frutto la sua capacità nelle lingue, in primis l’inglese. Ma posare le piace, sottolinea, anzi la entusiasma: “Ho iniziato per caso due anni fa – racconta – poi mi sono innamorata di questo mondo che mi fa vivere emozioni fantastiche e indescrivibili e in questo esprimo il massimo di me stessa”. Emozioni che le sue linee morbide trasmettono a chi le guarda, e lei ne è consapevole: “La fotografia, una delle mie passioni, ha in effetti il potere di parlarti in silenzio – ammette - . Ma amo molto anche la corsa, che mi mantiene in forma e mi rilassa. E
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da piccola ho praticato tutti i generi di danza, che poi ho lasciato per dedicarmi agli studi”. È dichiaratamente dolce e sensibile, Deborah, e talvolta insicura ma di grande determinazione in presenza di obiettivi importanti da raggiungere: “Si, quando voglio qualcosa m’impegno al massimo per ottenerla. E amo scoprire cose nuove, sono una curiosa della vita”. E anche sul prossimo ha idee ben chiare: “Nelle persone apprezzo soprattutto la sincerità e la naturalezza e non sopporto chi finge o si mette addosso maschere inutili. Detesto in sostanza la falsità. La gente la guardo negli occhi, perché parlano ed esprimono ciò che le labbra non dicono”. E negli uomini guarda soprattutto il sorriso: “Mi fa impazzire il sorriso di un uomo!”, ammette. La sua migliore amica? “Mia sorella minore, Sara, siamo molto legate”. Infine il mare: “È la meta preferita dei miei viaggi: senza di esso mi manca qualcosa”.
TremilaSport torna l'11 gennaio 2017! www.tremilasport.com
BASKET PRIMI PASSI Marco Maganza ha mosso i primi passi a S.Giorgio di Nogaro, trasferendosi poi a Udine alla Cbu, dov'è stato cresciuto dal tecnico Luigi Colosetti.
IL RAGAZZO
CON LA VALIGIA Marco Maganza, oggi fra i migliori centri di A2, venne scoperto dalla Cbu e iniziò nelle file della Snaidero il proprio percorso nel basket professionistico di EDI FABRIS
V
TIRO "Non è la mia specialità", dice, ma contro l'Apu si è distinto sul perimetro
entisei anni il prossimo 11 gennaio e nel proprio bagaglio una lunga serie di trasferimenti che l’hanno portato di volta in volta nel tempo da S.Giorgio di Nogaro alla Cbu e alla Snaidero e poi a Brescia, Recanati, Matera, Imola e Jesi, dov’è approdato la scorsa stagione a campionato in corso e dove quest’anno è capitano e idolo della tifoseria arancione: Marco Maganza, 2.04 di Carlino, nella Bassa friulana (anche se la carta d’identità dice che è nato a Gemona del Friuli), è uno dei tanti “prodotti” del basket regionale con la valigia in mano, cresciuti nella Piccola Patria e poi emersi altrove. La scorsa domenica, contro l’Apu, ha messo a segno 17 punti e accalappiato 13 rimbalzi, evidenziandosi anche per una paio di conclusioni dal perimetro (“Ma non è la mia specialità”, ha commentato) e con una valutazione che l’ha catalogato fra i migliori sul parquet. Uno, in sostanza, che avrebbe fatto molto comodo al basket udinese ma che per amore o per forza ha dovuto emigrare. IL SUO SCOPRITORE Il tecnico udinese Luigi Colosetti, che lo addocchiò quando Marco aveva suppergiù 14 anni, racconta così gli inizi del ragazzone di Carlino: “Lo seguii da
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vicino per la prima volta nel mio camp a Forni di Sopra, dopo averlo visto all’opera in precedenza a S.Giorgio di Nogaro. Era già alto quasi due metri ma oltre a questo mi colpirono in lui l’intelligenza cestistica e la sue doti di passatore. Il padre rimase contento del mio lavoro sul figlio e accettò di trasferirlo alla Cbu”. E nella società udinese il giovane Maganza potè così esprimersi al meglio accanto ad altri ragazzi di talento: “Una squadra, quella Allievi, che vinse molti titoli regionali. Ricordo ad esempio quel titolo Bam eccellenza del 2005 ma anche quell’interzona perso perché lui, perno della squadra, si infortunò a una caviglia e non potè giocare”. Ma se tecnicamente e atleticamente Maganza era una spanna sui pari età, aveva un neo caratteriale, sorride il tecnico, che
ne condizionò talvolta il percorso: “Era insomma un bambinone, propenso agli scherzi ai compagni, e anche in nazionale giovanile incontrò per questo qualche problema”. LA SNAIDERO Peccati adolescenziali che passarono comunque nel dimenticatoio e che non compromisero il suo passaggio alla Snaidero, con la quale gioco nella squadra Juniores, venendo pure inserito nel roster della formazione maggiore in Legadue. Primi passi tra i grandi di quello che oggi è uno dei migliori centri di A2 e che a ventisei anni, ai vertici della sua condizione tecnica e atletica, può avere davanti a sé mete cestistiche più ambiziose. Ci sarà anche l’Apu in fila da lui nel prossimo futuro?
A 14 anni era già alto quasi due metri ma evidenziava anche intelligenza cestistica
BASKET SERIE C SILVER
LA NOTA
ANDREA E FILIPPO,
CIVIDALE, CURVA PERICOLOSA
GRAZIE
Tifo è bello, certo, carica ulteriormente la squadra quando le cose girano per il verso giusto e la aiuta a non abbattersi se non va come dovrebbe. Ma è una manifestazione d’affetto che va mantenuta in certi limiti di correttezza, senza danneggiare cose e persone come invece avviene in molti stadi e palazzetti. In quello di Cividale, dove evoluisce l’Apu, gli ultras stazionano nella curva sopra i tavoli della stampa, con giornalisti e computers messi reiteratamente a dura prova dall’esuberanza dei tifosi che oltrechè scandire cori gettano di sotto, oltre alle comunque innocue pallottole di carta, anche lattine di birra piene, getti d’acqua e persino sputi che hanno centrato in pieno qualche
L'evoluzione cestistica di Zakelj, punto di forza della Dgm Campoformido di Malagoli
A
lessio Zakelj, classe 1992, ala forte di 2 metri e da quest’anno di nuovo in forza alla DGM Campoformido, si sta confermando come uno dei migliori nel suo ruolo nel campionato di serie C Silver, con un ruolino alla dodicesima giornata di 121 punti complessivamente messi a segno, per una media di 10,08 punti a partita; numeri importanti confermati anche nell’ultima partita vinta espugnando con autorità l’ostico campo della Ferroluce Romans, dove Alessio ha contribuito con un bottino personale di 17 punti. “Stiamo disputando sin qui un campionato in linea con le aspettative della società, che in estate ha costruito la squadra con l’obiettivo di centrare i play-off, per poi contendere senza pressioni la promozione alle dirette concorrenti”, ci spiega con chia-
Sto dando il massimo nel basket ma penso soprattutto a laurearmi rezza Zakelj, ammettendo nel contempo la difficoltà di conciliare impegni sportivi e di studio: “Sto frequentando l’ultima annualità della facoltà di Economia internazionale a Trieste e sono consapevole che nei prossimi anni la priorità andrà allo sviluppo della mia futura carriera lavorativa, che spero mi porti fuori dai confini nazionali, e quindi immagino non troppo lontano il momento in cui dovrò lasciare il basket; detto questo continuerò a dare il massimo sul campo per uno sport che mi ha dato e mi sta dando tante soddisfazioni”. Alessio Zakelj ha iniziato la sua avventura cestistica nel minibasket del Cbu, superando due anni di inattività per un serio problema al ginocchio per poi riprendere agli ordini di Cristian Braidotti nelle fila dell’Under 19 dell’ultima Snaidero e appro-
ALA FORTE Alessio Zakelj, 2 metri Dgm
dare in seguito all'Apu per partecipare alla promozione dalla C1 alla serie B2, mentre nelle ultime stagioni ha giocato con regolarità nella serie C Silver tra Ubc e Campoformido. “Tra i tecnici che mi hanno allenato, senza voler togliere nulla agli altri dai quali ho avuto modo di apprendere sempre cose importanti, mi sento di esprimere un particolare ringraziamento ad Andrea Paderni e Filippo Cargnello che rispettivamente nell’Ubc e a Campoformido mi hanno veramente plasmato come giocatore”. E qual è il rapporto con l’attuale coach Luca Malagoli? “Sono legato a Luca da rapporto di stima professionale e di amicizia, maturata sin dai tempi in cui lui era il “secondo” di Cargnello sempre qui a Campoformido e quindi non posso che essere soddisfatto di come stanno andando le cose anche quest’anno.” Un talento che si riconosce Alessio e un difetto che invece vorrebbe eliminare? “Credo di aver una buona dose di sangue freddo nei momenti topici del match e di riuscire a mantenermi sempre lucido nell’arco dell’incontro, qualità che torna molto utile specialmente nei finali in cui la palla “scotta”, mentre mi piacerebbe essere più incisivo nell’attacco alle difese schierate, prendendomi più spesso la responsabilità di penetrare in area e concludere con una bella schiacciata, invece di prediligere l’opzione del tiro in allontanamento". Giuseppe Passoni
tempo fa la testa di un cronista. Richiesti di evitare i lanci, alcuni di loro se la prendono, affrontando a muso duro chi li riprende e minacciando ritorsioni. Ora, se questo è far fronte comune per il bene della squadra e della società ritornate in A2 dopo cinque anni di buio, siamo lontani dalla verità. Non è infatti perché i gentlemen della tifoseria assolvono un compito ben accetto dai primattori, che a fine gara vanno anche a salutarli e ad applaudirli, che devono sentirsi in diritto di agire come meglio credono, anche danneggiando gli altri. Perché un getto d’acqua o un barattolo pieno di birra su un computer possono significare per il giornalista rimetterci un migliaio di euro, così come uno sputo in testa non è certo uno shampoo. L’ideale sarebbe dotare la tribuna stampa di ombrelloni ma trattandosi di una soluzione irrealizzabile non sarebbe più saggio da parte dei supporters limitarsi a scandire cori evitando di innaffiare i poveri cristi sottostanti? (E.F.)
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17 DICEMBRE 2016- SERIE B1 FEMMINILE
LIBERTAS TRIESTE Vs LIBERTAS MARTIGNACCOÂ 0-3
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VOLLEY
FOTO ALESSANDRO SAIN TremilaSport+ | 21 12 2016 | 37
PALLAVOLO
La sinergia con altre società porta a buoni risultati che ci hanno premiato
LA FORMAZIONE MAGGIORE militante in serie C
DA 55 ANNI
CON GRANDE SLANCIO Il presidente dell'Olympia Gorizia, Vogric, racconta la storia della società punto di riferimento della comunità slovena
L
a Polisportiva Olympia di Gorizia nasce il 14 marzo 1961 con l’intento di dare ai giovani della città e dei paesi vicini la possibilità di svolgere l’attività sportiva tra la comunità slovena. Le prime discipline sportive della societa` sono l’atletica leggera e la pallavolo con le quali il club ottiene molti successi e soddisfazioni. Della sezione di atletica leggera si mettono particolarmente in luce Anselmi e Podberšček che nel lancio del martello veste la maglia azzurra e partecipa alle olimpiadi. Nel 1972 la societa` si affilia alla FISI. Per tre anni (1976/77/78) e` attiva la sezione di pallamano. Con l’apertura della palestra l’attivita` del sodalizio prende nuovo slancio sia a livello agonistico che organizzativo. La societa`, che nel 1996 ha celebrato il 35° anniversario della fondazione, organizza da diversi anni il Trofeo P. Šapacapan, partecipa a numerosi campionati di pallavolo maschili e
Gli Under 19 dell'Olympia
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La formazione Under 18 femminili, a varie manifestazioni sciistiche e ricreative. Il sodalizio per la molteplice attività è senz’altro uno dei più importanti nel panorama sportivo locale. LA PALLAVOLO Il Direttore sportivo Andrej Vogric
ci racconta nel dettaglio le caratteristiche della società : «E' nata 55 anni fa e da subito si è affiliata alla FIPAV. Negli anni d’ oro si dedicava sia al maschile che al femminile. Negli ultimi anni ci siamo invece specializzati nel settore maschile. Iniziamo con corsi di attività ludicomotoria di base con bambini di tre anni delle scuole dell’Infanzia due volte la settimana. Questi momenti si alternano all’attività della sezione ginnastica artistica e ritmica e della danza sportiva. Poi i giovani atleti a partire dagli 11 e 12 anni vengono canalizzati nella vera pallavolo che poi sfocia nell’ agonismo. Dal 2002 stiamo gestendo tutto il discorso della pallavolo maschile ed abbiamo creato un pool di società in
collaborazione nella gestione dei campionati con la Mavrica di Sant’ Andrea o la Sz Soca di Savogna". IL PROGETTO "Se guardiamo tutto il progetto continua Vogric - contiamo su un centinaio di atleti di tutto il bacino di Gorizia. Negli ultimi anni si era formato un gruppo molto forte di ragazzi giunti quinti nel campionato di B2 ma poi purtroppo retrocessi in C la scorsa stagione. Da quel gruppo sono usciti campioni come Jernej Terpin, reduce da un campionato di A a Lubiana o oggi in forza a Monza. Oltre a lui anche altri giovani hanno voluto scegliere altre opportunità e se ne sono andati". SCELTE "Avevamo due scelte : o tentare subito la promozione in B2 o proseguire il progetto di far crescere i giovani. In realtà, dopo la retrocessione dello scorso anno disponevamo di due serie C ma questa situazione non è fattibile in seno alla Federazione e abbiamo dovuto ovviare, portando i giovani che hanno vinto il campionato di D alla Serie C. Abbiamo giocato da protagonisti in serie C per tre anni, vincendo tutto ciò che si poteva vincere. È normale che poi ci sia il desiderio di cercare stimoli nuovi. Ad una certa età soprattutto i maschi lasciano lo sport perché lo studio li impegna in Università anche fuori regione". OGGI "Il nostro campionato attuale è partito alla grande, con quattro vittorie consecutive. Poi ci siamo un po’ arenati perdendo gli scontri diretti con le squadre più forti. Il gruppo di 22 giocatori di C gioca anche l’Under 19 e 18 mentre l’Under 16 è gestita da Sant’Andrea e le categorie più basse da Savogna. Lo scorso anno l’Under 19 ha vinto tutte le partite della regular season e lo stesso vale per under 17 e Under 16. Questa politica collaborativa porta a valorizzare i giovani che è sempre il nostro obiettivo principale. E I risultati ci hanno premiato perché siamo arrivati sesti e settimi in Italia con le finali nazionali, il massimo che può esprimere una piccola società come la nostra ». Biancamaria Gonano
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17 DICEMBRE 2016 - SERIE C FEMMINILE
PORDENONE VOLLEY Vs SANT'ANDREA S.VITO ASD TS 2-3
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VOLLEY
FOTO ANDREA MORATTO TremilaSport+ | 21 12 2016 | 41
CICLISMO
MAILA ANDREOTTI pluricampionessa italiana su pista.
"CON ME NIENTE CUMBININ" SI LAVORA ALLA FRIULANA, CON PROGRAMMI
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ue settimane fa il ciclismo regionale ha scelto il suo nuovo presidente. A vincere la sfida è stato lo sfidante: 65 voti a favore di Stefano Bandolin contro le 47 preferenze espresse dalle società friulane al presidente uscente Bruno Battistella. Una scelta netta da parte di una maggioranza delle società che ha espresso il desiderio di voltare pagina affidando al giovane ex corridore e tecnico l’arduo compito di guidare il movimento ciclistico del Friuli Venezia Giulia. Chi è Stefano Bandolin, il nuovo presidente del Comitato Regionale della FCI del FVG? Assicuratore, classe 1974, nato a Latisana ma residente a San Michele al Tagliamento, così si racconta: “ Sono nell’ ambiente ciclistico da quando avevo tre anni. Sono stato atleta fino a 18 anni poi, per un incidente serio, ho dovuto lasciare il mondo delle gare. Andavo benino, avendo vinto anche tre campionati italiani, ma così è la vita. In seguito ho allenato per 17 anni e poi sono diventato direttore sportivo e con la mia squadra, la Bando cycling Team dove milita anche Maila l'età del Andreotti, abbiamo vinto molto. presidente Quest’ estate ci siamo guardati in faccia ed è nata una cordata per capire se potevamo cambiare le sorti dell’ attuale situazione del ciclismo regionale. Ed eccomi qua”. Quali sono le sensazioni e pensieri a pochi giorni dal voto?: "Voglio ringraziare le società friulane presentatesi al voto in gran numero, dimostrando ancora una volta il proprio attaccamento alle sorti del nostro ciclismo, e le persone che hanno iniziato a lavorare con me su questo progetto già a partire dagli incontri nei mesi estivi. Nei prossimi anni avremo la possibilità di dar vita ad una nuova esperienza di Comitato Regionale. Ci siamo presentati con un programma ben preciso e intendiamo realizzarlo per rilanciare il ruolo del Friuli Venezia
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Idee chiare del nuovo presidente del ciclismo regionale, Stefano Bandolin, che succede a Bruno Battistella Giulia nel mondo delle due ruote. Sono stato anche criticato durante la campagna elettorale, un momento in cui tutti cercano di convogliare l’ acqua al proprio mulino. Ormai non DECISO è più tempo per le "Alle mie spalle polemiche, c’è solo non c'è nessuno, da lavorare". politica o altro, e Carattere "Vedo non mi sono mai o bianco o nero, inginocchiato" per me non esiste il grigio. Non mi piacciono i compromessi, i “cumbinin”. Anche se sono originario del Veneto, amo il temperamento dei friulani abituati a lavorare senza risparmiarsi. Dobbiamo fare così, lavorare per i ragazzi che credono in noi. Le società in Friuli hanno chiesto di voltare pagina dopo otto anni. E’ ciò che vogliamo fare“. Per Bruno Battistella, dopo quattro anni da vicepresidente a cui sono seguiti due mandati da presidente, la sconfitta è stata netta. Bandolin continua e presenta la sua squadra: "Dietro a me ho un gruppo molto forte: i consiglieri Antonella Boccardo, già segretaria della Federazione e giudice di gara, Aldo Segale, un’ istituzione del ciclismo regionale e i vice presidenti, Giancarlo Patriarca, presidente del Comitato provinciale negli ultimi quattro anni, e Bruno Ciotti. Queste persone rappresentano l’aspetto istituzionale e politico ma poi siamo circondati da coloro che per anni hanno gravitato nel mondo del professionismo e che saranno a contatto con gli aspetti quotidiani e operativi delle squadre”. Qual è lo stato di salute del ciclismo regionale? “Il Friuli Venezia Giulia è una delle migliori regioni in assoluto. Pensiamo che cinque atleti sui 17 partecipanti alle Olimpia-
di di Rio sono friulani, Braidot e De Marchi fra gli altri. Ho allenato il "rosso di Buja" quand'era junior e si può dire che abbia iniziato a vincere con me. In regione c’è un ambiente sano, con importanti ricambi generazionali. Le società hanno bisogno di supporto morale ma sanno lavorare bene. Ad oggi sono aumentati i numeri, con più di 500 giovanissimi dai 6 ai 12 anni suddivisi nelle varie specialità, dalla strada al BMX fino alla Mountain bike. Mentre sono circa 160 gli atleti juniores. Più si sale di età e più i numeri calano: si tratta di una struttura fisiologicamente piramidale perché ad una certa età è difficile mettere insieme studi e ciclismo”. E a livello nazionale ? “Credo che la regione rispecchi quello che è l’ Italia. Negli ultimi anni sono emersi singoli corridori forti mentre poche sono le società che partecipano per esempio al World Tour. Fra un mese ci sono le elezioni nazionali per il nuovo presidente e sarà davvero una bella lotta. Sono molto felice e orgoglioso perché la prima telefonata ricevuta lunedì 12 all’ indomani della mia elezione è stata quella dell’ attuale presidente, Renato Di Rocco, che si è congratulato con me anche per la mia giovane età. Inizio questo percorso con entusiasmo nonostante sia consapevole delle sue difficoltà. Sono sereno perché le persone che mi lavorano a fianco sono dei mostri sacri. Ho fiducia in loro quasi più che in mia moglie! Poter delegare con tranquillità è fondamentale anche se sono io naturalmente che ci metto la faccia”. Cosa mi dice della macchia nera del doping spesso associata a questo sport? “Rispondo alla provocazione dicendo che il ciclismo è spesso legato a questo fenomeno perché è l’unico sport che viene controllato seriamente, non come gli altri in cui vige spesso la legge del "cumbinin" citata prima….”. Biancamaria Gonano
TENNIS
GENITORI, CALMA Il maestro Stefano Baccarini attribuisce anche alle pressioni esterne l'abbandono dei ragazzi
I
l rapporto tra genitori, allievi e maestri non è mai stato facile. Si sa che molti padri e madri stravedono per i propri figli e li considerano già campioni in giovane età ed è così anche nel tennis, dove il ruolo fondamentale lo gioca il maestro. E a questo proposito sentiamo il parere di Stefano Baccarini, maestro nazionale Fit, laureato in scienze motorie e preparatore fisico nazionale. “Quello che desidero dire subito è che il rapporto genitori, maestri
I ragazzi di oggi vogliono tutto e subito e allievi dev'essere fondato principalmente sul rispetto dei ruoli e sulla fiducia -considera il tecnico - . Senza questi “fondamentali” si arriva agli abbandoni precoci, per il diverso modo di pensare e di agire”. - L’intromissione del genitore può essere dunque dannosa per il giovane allievo? “I genitori-dice Baccarini - devono essere consapevoli che anche il maestro da loro scelto per il figlio o figlia riveste un ruolo importante nella crescita di un giovane, così come il tecnico deve sempre più percepire l’importanza del suo ruolo e la grande influenza che può avere sul giovane atleta”. - Quindi fondamentale la collaborazione…
“E’ indubbiamente il primo passo per procedere nella stessa direzione, ma va anche detto che la linea fra conoscenza ed invadenza è veramente sottile, soprattutto nel tennis, con i genitori a bordo campo che suggeriscono ai propri figli cosa fare, mettendo in imbarazzo il maestro. Oggi la comunicazione fra maestri e allievi è di primissima importanza, in un rapporto che può andare dal totale affidamento alla pregiudiziale sfiducia. L’insegnante di tennis ha il dovere di trasmettere ai propri allievi valori come rispetto, sportività, civiltà ed integrità, che sono importanti, se non addirittura necessarie in qualsiasi sport. Ma non è facile specie per quei ragazzi ossessionati dai genitori, ragazzi che dopo le scuole
tennis, scelgono uno sport meno faticoso, ma soprattutto lontano dall’assillo dei genitori”. - Dunque abbandoni precoci solo queste le cause? “Più che altro la nausea del tennis, perché nella maggior parte dei casi viene loro imposto, ma va anche evidenziato il fatto che i ragazzi di oggi vogliono tutto e subito e questo non è possibile nemmeno nel tennis, sport che richiede rinunce e sacrifici, che tanti dei nostri giovani non sono disposti ad accettare“.
- In sintesi il tennis di casa nostra, continua a vivere fra molte ombre e poche luci, aspettando il talento, ma soprattutto l’auspicato salto di qualità. “Nonostante la situazione nella nostra Regione, non sia delle più floride – conclude Baccarini - segnali positivi arrivano da alcuni giovani che costituiscono la linfa vitale per il tennis del futuro. Dobbiamo aspettarli e avere tutti pazienza”. Roberto Cainero
TENNISTAVOLO: RANGERS VINCENTI SOLO IN D1
MAESTRO Stefano Baccarini è maestro nazionale Fit, laureato in Scienze motorie e preparatore fisico nazionale.
Fine settimana di campionato con più ombre che luci per il GSD Rangers TT Udine, infatti, delle tre formazioni impegnate nei tre diversi campionati, ha vinto solo la formazione della serie D1. Proprio questa squadra, con Davide Bassi, Luciano Bertolini, Mario Agarinis e Giuliano Toneatto, sono stati i primi a scendere in campo nel primo pomeriggio di sabato 17 in casa del Pordenone, imponendosi per 5 a 3. Autentico mattatore di giornata è stato Bertolini, autore di tre punti, cui si sono aggiunti gli altri due di Bassi e Toneatto. Una vittoria importante questa contro il Pordenone, soprattutto in chiave salvezza, la formazione rangerina, infatti, mantiene due punti di vantaggio dalla penultima in classifica, avendo anche una partita da recuperare. Nel campionato nazionale di B2 è arrivata la seconda sconfitta casalinga consecutiva.
TremilaSport+ | 21 12 2016 | 43
TREMILAITINERARI MTB
www.natisoneinbici.it pressi della cava Colpapan. Da qui una veloce discesa — lunga il giusto per non raffreddarsi troppo — torna al punto di partenza. Nelle cave che si incontrano lungo la strada si estrae la Pietra Piasentina, che da secoli viene utilizzata per costruzione e ornamento e ora viene trasformata nelle aziende della zona industriale.
CURIOSITà In questa zona viene “coltivata” la Pietra Piasentina, adoperata sin dai Romani per la costruzione di Forum Iulii (l’odierna Cividale) e utilizzata nei secoli successivi per case, strade, mura, colonne, chiese e palazzi. Anche il Tiepolo nel fece uso a Udine e agli abitanti piacque talmente che, in diletto locale, dicevano: «questa piera piase, piase molto». Da qui, narra la leggenda, il nome di “Piasentina”, perché è una pietra che “piase”.
a cura di StEFAno oSSo e GIAn LucA toSoRAttI
U
scire in mountain bike quando la temperatura si aggira attorno allo zero è spesso un atto che richiede una grande forza di volontà, se poi il programma prevede un lungo giro, magari con la prospettiva di rientro al tramonto, lo sforzo è ancora maggiore. In questo numero proponiamo una breve uscita nei dintorni di Torreano per sgranchire le gambe, non perdere l’allenamento e smaltire qualche fetta di panettone, il che, considerato il periodo, non è un fatto
trascurabile. Questo itinerario, quasi tutto su sterrati a bassa quota e riparati dalla bora, si percorre in un’oretta e quindi è l’ideale per una veloce fuga dalle tavole imbandite del periodo Natalizio. Il percorso corre tutto sul versante occidentale della Mladesiena, salendo da Torreano al “bosc dal prarut” su una bella forestale, quindi continua sulla ex-strada militare per bivio Puller e infine scende di nuovo a fondovalle aggirando la “cjave viere” (cava vecchia) e raggiungendo la chiesetta di sant’Ermacora nei
Descrizione giro Si parte dalla piazza di Torreano, dove un comodo parcheggio consente di lasciare l’auto e sia la fontana che i bar consentono di riempire la borraccia, dirigendosi verso Masarolis. Appena oltrepassata la Locanda “da Menia” si prende lo sterrato a destra che guada il Chiarò e inizia a salire con pendenza costante lungo il fianco del monte. Il fondo è ottimo e ben pedalabile. Dopo circa 2,5 km si c’è un bivio dove si svolta a destra continuando a salire, quindi, dopo meno di un altro chilometro, si raggiunge la pista proveniente da Rubignacco che sale a a bivio Puller. Si svolta a sinistra e si prosegue su questa ex-strada militare, dal fondo piuttosto sconnesso, fino al
primo bivio dove si imbocca a sinistra la interpoderale che scende verso la cava Colpapan. Anche questo tratto è in buone condizioni e lo si percorre piacevolmente. Dopo quasi un chilometro e mezzo di discesa si raggiunge la strada asfaltata alle spalle della bella chiesetta di sant’Ermacora. Qui si prosegue a destra fino a trovarsi davanti a Casali Costa che però non si raggiungono perché si percorre una stretta curva a sinistra che punta veloce verso Casali Laurini e la provinciale di fondovalle. Si passa infine il ponte sul Chiarò, si svolta a sinistra, e in meno di un chilometro in leggera discesa si è nuovamente in piazza a Torreano.
DAL SATELLITE
Come cartografia della zona in scala 1:25.000 ci sono sia la cartina Tabacco foglio “041 – Cividale e Valli del Natisone” che la mappa allegata al volume Val Chiarò Trekking (in distribuzione presso il Comune; maggiori informazioni su http:// www.torreano.net/ trekking). La scheda dettagliata del percorso con la traccia GPX è su http://www. natisoneinbici.it/?p=1524 mentre la cartina è visualizzabile su https:// www.bikemap.net/en/ route/3846765
ATTORNO ALLE CAVE DI PIETRA PIASENTINA DELLA
VALLE DEL CHIARò ò INFO UTILI Il giro è lungo 9,7 km con un dislivello di poco più di 300 metri, non presenta difficoltà particolari e lo si percorre in circa un’ora. L’unico punto critico è il guado sul Chiarò a Torreano, che non è transitabile in caso di forti piogge. L’itinerario è protetto dai venti dominanti e, data la sua bassa quota, è percorribile in ogni periodo dell’anno. Punti di appoggio si trovano solo a Torreano, ma, data la lunghezza e la facilità del percorso, non dovrebbero esserci difficoltà. Per chi volesse approfondire la conoscenza della zona, c’è l’interessante volume “Val Chiarò Trekking – 12 itinerari escursionistici nella Val Chiarò” realizzato dall’Associazione Torreano Ambiente e in distribuzione presso il Comune. Per maggiori informazioni http://www.torreano. net/trekking dove sono disponibili anche le tracce GPX dei sentieri.
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CALCIOUDINESE
PREMIAZIONI ANNUALI PROVINCIALI LIBERTAS UDINE Si sono svolte la scorsa domenica presso il Cinema Città Fiera a Torreano di Martignacco, le premiazioni annuali delle società e degli atleti del Centro Provinciale di Udine, per l’annata sportiva 2015/2016. Ecco gli scatti salienti dell’evento.
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MONDO UDINESECALCIO LIBERTAS
FOTO TREMILASPORT TremilaSport+ | 21 12 2016 | 47
SPECIALE LIBERTAS
ARTI MARZIALI
Agnese Borsari ha vinto 4 medaglie d’oro e due d’argento nelle complessive sei tappe
SAN VITO E VILLANOVA SUPER A TRIESTE I capoluogo giuliano e Tarcento sono state teatro di importanti eventi nelle ultime due settimane: il Criterium Giovanissimi e il 39° Torneo Internazionale Città di Trieste hanno visto in grande forma i due sodalizi della Destra Tagliamento ■ Un dicembre florido per il Judo San Vito Libertas che, dopo il tradizionale appuntamento a Pasiano di Pordenone per “Judo Insieme” dedicato a bambini e ragazzi fino ai 12 anni, dove era presente con una trentina di atleti, partecipa con successo all’ultima tappa del Criterium Giovanissimi 2016 di Tarcento e al 39° Torneo Internazionale Città di Trieste, portando a casa complessivamente cinque ori, tre argenti e sei bronzi. La sesta ed ultima tappa del Criterium Giovanissimi FVG, organizzata dal Judo Kuroki Tarcento presso il palazzetto dello sport di Tarcento ha visto sul podio tutti e 10 gli atleti sanvitesi sugli oltre 400 partecipanti. Si sono aggiudicati la medaglia d’oro alla Festa di Natale Criterium 2016: Edoardo Consiglio, Aldo Mucignato, Elio Cavalleri, Benedetta Borsari e Agnese Borsari. D’argento David Rumelea e
1 t m
Giovanni Canino; di bronzo Mirko Latiano, Giada Gregoris e Isabel Da Ros. In particolare, Agnese Borsari ha vinto 4 medaglie d’oro e due d’argento nelle complessive sei tappe del Criterium, si è classificata nella TOP10 della sua annata, il 2007. Peccato per Aldo Mucignato, che non avendo partecipato alla prima tappa, ha mancato per poco l’obiettivo TOP10. Esame duro ma passato a pieni voti per i giovani judoka sanvitesi che hanno affrontato il Torneo Internazionale città di Trieste, ottenendo un argento e tre bronzi. Mattia Peressini (Esordienti + 60 kg) è titolare della medaglia d’argento, mentre di quella di bronzo Alessandro Piras (Esordienti 60 kg), Gaetano Desiato (Esordienti 66 kg) e Luca Pigozzo (Cadetti +81 kg), che dedica la sua vittoria al padre Antonio, anche consigliere del Judo San Vito, tragicamente scomparso nelle ultime settimane.
Arriva quinta su 52 squadre la Polisportiva Villanova Libertas che ha partecipato con 16 atleti alla 39esima edizione del Trofeo internazionale di judo Città di Trieste, disputata nel Palasport Giorgio Calza a Chiarbola, vincendo 2 medaglie d’oro, 2 d’argento e 4 di bronzo. Non deludono le punte di diamante della Polisportiva Jasmine Dene (70 kg) e Kenny Bedel (81 kg), che guadagnano entrambi il primo gradino del podio vincendo tutti gli incontri della propria categoria, i Cadetti. Medaglia d’argento per Samuel Soredine (Esordienti 66 kg), che vince un incontro ma deve cedere al fortissimo coetaneo croato Juraj Tekovic, e per Greta Fracas (Cadetti 63 kg), che domina tutti gli incontri tranne la finale contro la slovena Lia Ludvik. Bronzo invece per le Esordienti Chiara Camilot (52 kg) e Marianna Bortolin (Esordienti +57 kg), che perde il primo incontro, viene recuperata e vince in osaikomi. Sempre sul terzo gradino del podio i cadetti Giovanni Boscaia (60 kg) e Francesco Sanapo (81 kg), con all’attivo 3 gare vinte e una persa per ciascuno. Ottimi anche i posizionamenti degli altri giovani atleti pordenonesi. Riccardo Pasut (Esordienti 50 kg), Alexandra Iordache (Esordienti 48 kg) e Matteo Visentini (Cadetti 66 kg) si classificano quinti; Alessandro Viva (Esordienti 55 kg) settimo; Andrea Martin (Esordienti 60 kg) e Nicola Castoro (Esordienti 66 kg), noni; Vincenzo Castoro (Esordienti 60 kg) decimo e Axel Andrijczuk (Esordienti 55 kg) undicesimo.
UDINE | TRIESTE | PAD
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SPECIALE LIBERTAS
PATTINAGGIO
GAVA FESTEGGIA LA STELLA DI BRONZO AL MERITO Consegnata nelle mani del presidente della Pattinaggio Libertas Porcia l’importante onorificenza. “Un premio che ci onora, ricevuto a compimento di una vita di soddisfazioni ma anche di sacrifici in nome dello sport” ■ Si è svolta sabato 17 dicembre all’Hotel Savoia Excelsior Palace di Trieste, in un ambiente lussuoso quanto l’occasione richiedeva, la Cerimonia di Consegna delle Benemerenze Sportive del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. A fare gli onori di casa il presidente del CONI Regionale FVG Giorgio Brandolin, che ha sottolineato quanto la regione si sia sempre contraddistinta in ambito sportivo e costituisca, secondo le parole del neo presidente del CONI Nazionale Malagò “l’esempio per tutte le altre regioni d’Italia”. Fra gli illustri premiati, la Stella d’Argento è stata assegnata ai Dirigenti Paolo Da Dalt, Delegato territoriale della FIHP di Pordenone e ad Ezio Rover, presidente provinciale della FIDAL di Pordenone. La Stella di Bronzo è invece stata consegnata al Pattinaggio Libertas Porcia, grazie all’oltre trentennale attività sotto la guida appassionata del presidente Pierino Gava, premiato direttamente dal presidente del CONI provinciale uscente Giancarlo Caliman. Seppur assente per motivi istituzionali, il Comune di Porcia ha colto l’occasione per complimentarsi con l’associazione. «Questo importante premio attesta ancora una volta il grande impegno più che trentenna-
RUGBY
Gava: “Con questo premio abbiamo chiuso un anno ricco di grandi successi” le in favore della promozione dello sport del pattinaggio nel nostro territorio – queste le parole dell’assessore allo sport Martina Zanetti – e ci rende orgogliosi tutti insieme dei numerosi traguardi raggiunti». Soddisfatto il presidente Gava: «Abbiamo chiuso un anno di successi, grazie all’impegno dei ragazzi, ma anche di tutti i collaboratori che lo hanno reso possibile. – E conclude – Ma ci rende ancora più felice la Stella al Merito Sportivo ricevuta a compimento di una vita di soddisfazioni ma anche di sacrifici in nome dello sport».
DOVA | MILANO | PRATO
SORDINI: “CONTRO ODERZO UNA VITTORIA DA EROI” ■ Torna a vincere il Pedemontana Livenza Rugby contro l’Oderzo per 19-5 in una domenica pomeriggio, scaldata da un tiepido sole invernale. Il Branco è sceso in campo, un numero ridotto per gli infortuni, ma determinato e coeso come non mai. Ottanta minuti di gioco passati costantemente nella metà campo avversaria, una partita di cuore, anche se il risultato non è rispondente alla mole di lavoro fatto e la meta avversaria frutto di un unico errore neanche difensivo ma offensivo. La mischia c'era, eccome se c'era, un pack che ha arato il campo del Don Santin; il campo ora è ridotto male, pronto per una semina che non ci sarà. I mediani c'erano, ed hanno sapientemente fatto girare l'ovale creando gioco ed aprendo spiragli nella difesa avversaria. I tre quarti
c'erano, pronti, rispondenti, con centri che bucavano, ali che sfuggivano ed un estremo onnipresente. Entusiasta il DS Giampaolo Sordini: «Bravi tutti, e bravo il Capitano per aver rinsaldato il Branco...Ed ora si va a riposo, sapendo che è stato meritato, con il sapore di vittoria il Natale sarà più gustoso. Ci vediamo nel 2017. Grazie al caloroso pubblico e soprattutto ai nostri piccoli lupi che son venuti a sostenere i loro "eroi"».
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