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StadioFriuli s e g u i c i a n c h e s u w w w. t re m i l a s p o r t . c o m
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ARRIVA UNA JUVE DA FORZA NOVE
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LEGGENDE BIANCONERE OLIVER BIERHOFF
Supplemento al n° 22 di TremilaSport
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CALCIOMERCATO: FARI PUNTATI SU KEITA
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n° 6 17|01|2016
LE NEWS DAGLI ALTRI CAMPI DI SERIE A
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17 gennaio 2016
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IL PUNTO
Verso la sfida con la vecchia signora
CONTRO IL BABAU JUVE MOTIVAZIONI A MILLE La debacle contro il Carpi richiede un immediato riscatto da parte degli uomini di Colantuono. Di fronte l’undici di Allegri reduce da nove vittorie consecutive ettimana di atte sa spasmodica a Udine. Domenica al Friuli sarà di scena la Juve dei quattro scudetti consecutivi e della strepitosa rimonta che l’ha vista ritornare nelle zone che contano, a due soli punti dalla vetta, dopo un inizio a dir poco disastroso. Una gara che non è mai come le altre, visto il blasone della formazione avversaria e visti i tantissimi tifosi che la Juve ha anche in Friuli. Cominciamo con le statistiche del caso: una in particolare vede Stefano Colantuono non essere mai uscito con un pareggio nelle occasioni in cui una sua squadra ha affrontato la Juventus. Due vittorie per il tecnico romano, nove successi per la Juve. Anche il confronto tra Colantuono e Allegri non ha mai visto uscire pari: due vittorie per il primo, contro le sei dell’allenatore juventino. Si tratta della prima volta che l’Udinese ospita la Juve alla prima di ritorno. In precedenza si erano avuti tre confronti tra le due formazioni alla prima di ritorno, ma in tutti i casi si era giocato a Torino, e la Juve era sempre riuscita a fare bottino pie-
tare sulla difesa a tre che dà parecchie garanzie. Quindi Buffon tra i pali, Barzagli, Bonucci e Chiellini in difesa, Lichtsteiner, Khedira, Mar-
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In attacco Colantuono dovrebbe affidarsi a Thereau e Perica chisio, Pogba e Alex Sandro a centrocampo, e coppia d’attacco composta da Mandzukic e Dybala. A disposizione: Neto, Rubinho, Rugani, Caceres, Evra, Hernanes, Padoin, Sturaro, Asamoah, Cuadrado, Morata, Zaza. Fischio d’inizio domenica alle ore 15. no: si trattava dei campionati 1961, 1987 e 2012. In generale la Juventus ha perso solo una volta nelle ultime 22 partite in Seria A alla prima di ritorno, ossia nel 2010 contro il Chievo, vincendo 15 match in questo parziale. Venendo alle formazioni, Co-
lantuono è alle prese con le assenze di Merkel, Pasquale e Domizzi. In campo dovrebbero scendere Karnezis in porta, Piris, Danilo e Felipe in difesa, Widmer, Badu, Lodi, Fernandes e Adnan a centrocampo, Perica e Thereau in attacco.
A disposizione figurano: Romo, Meret, Wague, Heurtaux, Iturra, Guilherme, Marquinho, Edenilson, Kone, Aguirre, Di Natale e Zapata. Per Allegri certa l’assenza per infortunio di Pereyra e Lemina. Il tecnico bianconero dovrebbe continuare a pun-
StadioFriuli è un supplemento di
Registrazione Tribunale Udine n. 38/07 del 19.11.2007 Direttore Responsabile Edi Fabris redazione@tremilasport.com www.tremilasport.com
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S A L A S TA M PA
17 gennaio 2016
FELIPE: “ABBIAMO
SBAGLIATO ATTEGGIAMENTO Il difensore bianconero commenta la brutta prestazione delle Zebrette che ha portato l’Udinese ad uscire a mani vuote dal campo del Carpi. “Con la Juve è più facile avere grandi motivazioni. Dobbiamo imparare ad averle anche con le piccole” a sconfitta contro il Carpi è stata un duro colpo per i tifosi bianconeri. La stessa squadra ha fatto mea culpa al termine della partita soprattutto a causa dell’approccio sbagliato con cui le Zebrette sono scese in campo nel match contro gli emiliani. “Sapevamo che il Carpi sarebbe stato aggressivo, ma oggi non siamo entrati bene in campo – commenta il difensore bianconero Felipe ai microfoni di Udinese Tv -. Abbiamo commesso troppi errori, troppe disattenzioni, concesso troppi cross e su uno di questi è arrivato anche il gol. Non siamo stanchi, è un discorso di testa. Ci è mancata l’attenzione, è un incidente di percorso che ci farà sicuramente crescere per il futuro. Con la Juve dovremo avere la giusta aggressività, come abbiamo sempre dimostrato finora. Domenica sarà facile avere l’attenzione giusta, il problema è averla anche con squadre come il Carpi altrimenti rischiamo di perderle, come accaduto oggi”. A fargli eco è stato il centrocampista Emmanuel Badu che non ha usato mezzi termini nel commento rilasciato all’emittente bianconera: “Abbiamo sbagliato l’atteggiamento nel primo tempo, nel secondo abbiamo lottato con il cuore e provato a raggiungere il pareggio. Ho preso anche un palo ma non c’è stato nulla da fare. Non serve tanto parlare ora, dobbiamo solo lavorare. Ci dispiace sopratutto per i tifosi, ma ades-
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SFOGATOIO BIANCONERO I commenti del popolo bianconero dopo la sconfitta contro il Carpi “Povera Udinese, se la sua difesa è come quella vista adesso, aggiornata da un grande allenatore, contro la Juve non prenderà solo le 2 pere che gli ha infilato il Carpi.... ma ben altre....” (Andreas Blaufort) “Saranno concentrati con una grande è facile, faranno forse una bella figura ma perderanno lo stesso, alla Juve daranno, se saranno in difficoltà il solito rigoretto”. (Gianni Felice) “Io dico che con una bella squadra e con scelte societarie più redditizie dal punto di vista sportivo ventimila tifosi dell’Udinese ci sarebbero ogni domenica. Invece ci troviamo diecimila scarsi di cui mille in meno con le grandi. Domenica ci sono almeno 3\4 mila friulani traditori più altri 6\7 dal resto d’Italia. Sto già male. Ho visto la Samp ma non ho visto tifosi ospiti mischiati con quelli doriani. Perché da noi è cosi?” (Marco de Stefani)
so dobbiamo pensare subito alla Juventus. Per la gara di domenica prossima dobbiamo subito cambiare mentalità e atteggiamento. Col Carpi abbiamo fatto davvero troppi errori e li abbiamo pagati. Non credo abbia influenzato la stanchezza, è stato un problema di mentalità”. Decisamente arrabbiato il tecnico Stefano Colantuono che non le manda a dire, definendo assolutamente meritato il ko contro gli emiliani: “Prestazione brutta, sconfitta meritata. Non l’abbiamo approcciata bene, malissimo nel
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Ci dispiace soprattutto per i tifosi, ma adesso dobbiamo pensare subito alla Juventus primo tempo, nel secondo siamo andati più con il cuore che con le idee giuste. Dispiace per i tifosi che ci hanno seguito anche oggi. Per arrivare al risultato dobbiamo fare un
altro tipo di calcio, non quello messo in mostra oggi. Le cose positive di oggi sono solamente due: i nostri meravigliosi tifosi e il gol di Duvan che sarà fondamentale nel girone di ritorno. Devo dire che prima o poi mi aspettavo di pagare una partita visto che stiamo tenendo un ritmo altissimo dalla gara con il Sassuolo. Ci servirà da lezione per le prossime gare. Avevamo aggiustato la classifica con le ultime gare, giriamo a 24 punti è comunque non può essere considerato un cattivo bottino”.
“Le sterline non vanno in campo! E chi va in campo, senza giocare, dovrebbe comunque almeno ringraziare gli 800 tifosi al seguito che hanno incitato durante tutta la gara. Ingrati! (Gabriele Lodolo) “Colantuono dice che di buono c’è stato solo l’affetto dei tifosi? E allora perché non avete ricambiato l’affetto dei tifosi venendo a salutare sotto la curva, visto che siete stati sempre incitati e mai fischiati in 90 minuti? Io ero presente e questo per me è vergognoso!” (Alessandro Giavon) “Trovo inconcepibile che una squadra come l’Udinese possa solo pensare di sottovalutare il Carpi quando squadre in lotta per vincere il campionato hanno dovuto sudare per vincere...” (Marco Moratto)
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LEGGENDE BIANCONERE
OLIVER BIERHOFF,
IL GIGANTE DI KARLSRUHE In soli tre anni è riuscito a lasciare un segno indelebile nel cuore della tifoseria udinese. Con le Zebrette ha messo a segno 92 reti tra il 1995 e il 1998, portando i bianconeri alla storica qualificazione in Coppa UEFA. metà degli anni Novanta a Udine arrivò un gigante teutonico destinato a prendere in fretta il posto di Abel Balbo: il suo nome era Oliver Bierhoff, e nel giro di pochi anni contribuì a scrivere alcune tra le pagine più belle della storia dell’Udinese. Nato a Karlsruhe il primo maggio 1968, esordisce in Bundesliga a 18 anni fra le file dell’Uerdingen, squadra con la quale disputa i suoi primi due campionati, prima di passare, nel 1988 all’Amburgo. Dopo un campionato, nel gennaio 1990 è ceduto al Borussia Mönchengladbach dove gioca per pochi mesi, per poi passare in Austria al Salisburgo dove va a segno ben 23 volte in una stagione. Anche gli osservatori italiani lo notano, e a fine campionato si accasa all’Inter che lo gira in prestito all’Ascoli di Costantino Rozzi. L’esordio nel massimo campionato italiano non è dei migliori: 17 partite con soli 2 gol, uno contro il Foggia e l’altro contro l’Inter, e l’Ascoli retrocede in Serie B. Con i marchigiani Bierhoff disputa tre campionati cadetti. Il suo sarà un pronto riscatto, con il titolo di Capocannoniere conquistato 1992-93 e di Vice capocannoniere nel 1993-94. Nulla può invece, alla terza stagione fra i cadetti, per evitare la retrocessione agli ascolani. Nel 1995 Bierhoff passa così all’Udinese per 2,5 miliardi di lire e segna subito 18 gol in campionato. Nel 1996-1997 l’Udinese si piazza al quinto posto, che all’epoca garantiva la partecipazione alla Coppa UEFA. Nel 1997-1998 i friulani
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Dopo il Campionato del Mondo del ’98 passa al Milan dove fa coppia con Weah ottengono il terzo posto dietro Juventus e Inter, mentre Bierhoff sarà Capocannoniere con 27 gol: era dal 1960-1961 che un giocatore di Serie A non segnava tanto (all’epoca fu Sergio Brighenti). Proprio nel suo periodo ad Udine Bierhoff è convocato per la prima volta nella Nazionale tedesca, con cui esordisce il 21 febbraio 1996 contro il Portogallo. In Nazionale in poco più di due anni mette a segno 20 gol. È anche fra i protagonisti del titolo europeo vinto dai teutonici nel 1996 in Inghilterra: subentrato nella finale contro la Repubblica Ceca, con la sua squadra sotto per 1-0, Bierhoff sigla prima il pareggio e poi il golden goal che vale il trionfo. Partecipa poi con la maglia tedesca anche ai Mondiali del 1998 in Francia con 5 presenze e 3 gol. Dopo il Campionato del Mondo passa al Milan nel quale è chiamato a far coppia con George Weah: mette a segno 19 gol in Serie A, due dei quali su rigore, e il Milan vince lo scudetto. I due anni successivi rimane al Milan, i suoi gol cominciano a diventare sempre più rari e perde dunque il confronto con Andrij Shevchenko dalla stagione 1999-2000. Nell’estate 2001 passa al Mo-
naco e con i francesi sfiora la retrocessione. A 34 anni, disputa i Mondiali con la Germania, segnando un gol nella partita contro l’Arabia Saudita, e giungendo fino in finale, perdendo poi contro il Brasile. Sarà quella l’ultima partita di Bierhoff con la nazionale tedesca. Dopo i Mondiali torna in Italia per giocare nelle fila del Chievo, dove chiude la sua parentesi da giocatore. A Verona, con la sua esperienza, si rivela un punto di riferimento per la squadra che finisce il campionato in 7 posizione, sfiorando la qualificazione alla Coppa UEFA, persa all’ultima giornata. A fine stagione, dopo aver
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segnato 7 gol in 26 presenze, si ritira dal calcio giocato. Dopo la fine della sua carriera da calciatore è diventato dirigente della Federcalcio tedesca, di cui è l’attuale team manager, nonché responsabile del settore giovanile. Bierhoff, in totale, ha disputato, in 17 stagioni da professionista, 443 gare di campionato, segnando 185 gol. Ha giocato in quattro nazioni diverse: in Germania, in Austria, in Italia e in Francia e ha vestito la maglia di 9 società calcistiche. Nei campionati italiani ha messo a segno 148 gol (102 in Serie A e 46 in Serie B) in 320 partite (220 in Serie A e 100 in Serie B) e ha giocato per sei anni nella
Nazionale tedesca (70 gare e 37 gol, nono miglior marcatore di sempre nella Nazionale della Germania). È l’unico calciatore straniero ad aver vinto la classifica capicannonieri sia in Serie A che in Serie B. Con la maglia dell’Udinese ha disputato in tre stagioni 96 partite mettendo a segno 62 gol, di cui 87 in campionato, 3 in Coppa Italia e 2 in Coppa UEFA. Nel suo palmares figurano: un campionato italiano con il Milan (1999), un Europeo con la Germania (1996), un titolo di capocannoniere di B con l’Ascoli (1993), un titolo di Capocannoniere di A con l’Udinese (1998), e un titolo di giocatore tedesco dell’anno (1998).
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V I TA D A C L U B
ALLA SCOPERTA
DELL’UDINESE CLUB LATINAMERICA Nato nella primavera del 2008, L’Udinese Club Latin America è guidato da Rolando Vidoni che ha raccontato alla nostra Biancamaria Gonano le iniziative e le attività che animano il sodalizio, dedicato a tutte le Zebrette sudamericane li appassionati del tifo bianconero coprono davvero tutte le latitudini. Del resto la squadra pullula da molti anni ormai di talenti internazionali, in numero sempre più crescente mentre la base nostrana italica sembra essere in estinzione. Il caso Pinzi è l’ultimo episodio. A Ciconicco di Fagagna trova sede presso il ristorante La Crosere un club davvero originale. Ce ne parla il suo presidente, Rolando Vidoni: “Era la primavera del 2008 quando ebbi l’idea di istituire un Udinese club in onore di Eduardo Valencia Cristian Zapata, non fosse altro per il legame di amicizia che mi legava al giocatore stesso, sia alla Colombia avendo parenti in quella terra favolosa e così lontana
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da noi. Parlando con altri tifosi di questa idea, abbiamo deciso di estendere la dedica del club a tutti i sudamericani della rosa, per altro sempre molto numerosi nella storia dell’Udinese specie quella più recente. Inutile ricordare mostri sacri come Zico, Edinho,
Barbadillo per passare ad Abel Balbo, Sensini e Marcio Amoroso, poi Sosa, Felipe e Pizarro, prima dei più attuali Armero, Cuadrado, Denis, Isla, Sanchez, Zapata. Tanti campioni che siamo certi giungeranno ancora a “combattere” per i colori bianconeri friulani”.
“È così quindi che il 28 dicembre 2010, questa idea grazie all’aiuto e all’impegno di vari tifosi, è diventata realtà con l’istituzione dell’Udinese club LatinAmerica”. Un gruppo di cento tesserati e un direttivo attuale di sette persone che vuole far sentire a tutti i giocatori, in particolare a quelli sudamericani presenti nella rosa la vicinanza, il calore, e l’affetto di noi tifosi friulani, cercando di ridurre, per quanto utopistico e difficile, la distanza che li separa dalla loro rispettiva terra natia”. “Tutti i protagonisti delle manifestazioni sportive amano infatti avere il supporto dai propri tifosi e simpatizzanti, ed i giocatori dell’Udinese non sfuggono a questa regola. Crediamo che un gruppo di sostegno ad essi dedicato
non possa che portare loro ulteriore entusiasmo in ciò che fanno e la volontà di raggiungere traguardi sempre più ambiziosi facendoci sognare sempre di più. L’Udinese club
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Un gruppo di cento tesserati e un direttivo attuale di sette persone LatinAmerica entra ufficialmente nella grande famiglia dell’AUC il 3 marzo del 2015, una data non a caso perché in quel giorno si celebra il compleanno del mostro sacro Arthur Zico”.
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C A L C I O M E R C AT O
17 gennaio 2016
ANCHE L’UDINESE
SULLE TRACCE DI CHEICK KEITA Per la difesa spunta l’ipotesi Cheick Keita, terzino franco-maliano classe 1996 della Virtus Entella. Dopo gli interessi manifestati da Napoli e Roma, anche Sassuolo e Udinese si sono fatte sotto, ma resta un obiettivo per giugno na delle poche certezze del calciomercato di que sta se ssione invernale sembra essere il rientro in Italia di Alessandro Diamanti. Il fantasista, dopo essere stato avvicinato da Udinese, Bologna e Livorno, pare essere ad un passo dall’Atalanta: come riporta Sky Sport, il club orobico ha raggiunto l’accordo col Guangzhou, proprietario del suo cartellino, sulla base del prestito e l’affare è in dirittura d’arrivo. Dopo sei mesi poco soddisfacenti al Watford, Diamanti si appresta dunque a rilevare l’eredità dell’ex nerazzurro Maxi Moralez. Porte dell’Udinese che si chiudono dunque per Diamanti, ma che potrebbero facilmente aprirsi per Fabio Quagliarella. L’ex attaccante della Juve è in rotta di collisione con la tifoseria granata a causa della mancata esultanza in occasione del gol rifilato al Napoli e starebbe seriamente valutando l’ipotesi di lasciare la Mole, e di tornare nuovamente a vestire una maglia già indossata. Udinese e Sampdoria sono interessate e osservano la situazione, mentre al Torino la sua permanenza è sempre più in bilico. A centrocampo resta for-
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Quasi certo il passaggio all’Udinese del difensore ghanese Kingsley Fobi
tissimo l’interesse per Valon Behrami, così come per l’esterno Berisha di proprietà dello Skenderbeu e seguito anche dai russi dell’Anzhi; per la difesa, invece, spunta l’ipotesi Cheick Keita, terzino franco-maliano classe 1996 della Virtus Entella. Dopo gli
interessi manifestati da Napoli e Roma, anche Sassuolo e Udinese si sono fatte sotto. Il trasferimento in ogni caso si farà la prossima estate, vista la volontà del club ligure di tenersi stretto il suo gioiellino per questa stagione. Per un terzino che potrebbe
entrare in rosa il prossimo anno, ce n’è uno che molto probabilmente lascerà il Friuli. Si tratta di Silvan Widmer, conteso da Juve e Inter. “Sta attraversando un ottimo momento di forma, ma è felice all’Udinese con cui ha un contratto lungo
che scadrà nel 2020 - ha dichiarato il suo agente Fredy Strasser in esclusiva a ‘interlive.it’ - Scambio con Gnoukouri? Preferisco non commentare le proposte che arrivano al club”. Obiettivo Isaac Success per il Valencia. L’attaccante classe 1996 del Granada, ma di proprietà dell’Udinese, autore di un’ottima prima parte di stagione con gli andalusi, sembra infatti finito dritto dritto nel mirino dei valenciani, pronti a farsi avanti con una proposta di acquisto. Infine radiomercato dà per quasi certo il passagg io all’Udinese di Kingsley Fobi, difensore classe 1998 in forza ai Ghana Black Starlets, seguito anche dal Manchester City. A rivelarlo è stata ieri la Gazzetta dello Sport.
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I PROBABILI UNDICI
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LE FORMAZIONI DI OGGI UDINESE 3-5-2
JUVENTUS
UDINESE
Panchina
53 Adnan
90 97 2 75 16 19 23 21 33 74 10 9
26 Lichtsteiner
30 Felipe
15 Barzagli
8 Fernandes
6 Khedira
ROMO MERET WAGUE HEURTAUX ITURRA GUILHERME MARQUINHO EDENILSON KONE AGUIRRE DI NATALE ZAPATA
Allenatore: Colantuono 77 Thereau
17 Mandzukic
JUVENTUS 3-5-2 31 Karnezis
5 Danilo
20 Lodi
8 Marchisio
18 Perica
19 Bonucci
1 Buffon
21 Dybala
7 Badu
10 Pogba
89 Piris
3 Chiellini
12 Alex Sandro
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Panchina 25 NETO 34 RUBINHO 24 RUGANI 4 CACERES 33 EVRA 11 HERNANES 20 PADOIN, 27 STURARO 22 ASAMOAH 16 CUADRADO 9 MORATA 7 ZAZA Allenatore: Allegri
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LA CLASSIFICA
CLASSIFICA SERIE A SQUADRA NAPOLI JUVENTUS INTER FIORENTINA ROMA SASSUOLO EMPOLI MILAN LAZIO CHIEVO ATALANTA UDINESE SAMPDORIA TORINO BOLOGNA PALERMO GENOA FROSINONE CARPI VERONA
punti
giocate
V
N
P
M.I.
GF
GS
41 39 39 38 34 31 30 29 27 26 24 24 23 22 22 21 19 15 14 8
19 19 19 19 19 18 19 19 19 19 19 19 19 18 19 19 19 19 19 19
12 12 12 12 9 8 9 8 8 7 7 7 6 6 7 6 5 4 3 0
5 3 3 2 7 7 3 5 3 5 3 3 5 4 1 3 4 3 5 8
2 4 4 5 3 3 7 6 8 7 9 9 8 8 11 10 10 12 11 11
+4 +2 0 -1 -3 -3 -7 -8 -12 -11 -13 -13 -16 -16 -17 -18 -18 -24 -25 -31
38 33 24 37 36 23 24 25 23 25 20 18 28 22 20 19 19 20 17 12
15 15 12 19 22 17 23 23 27 21 23 27 30 23 25 29 26 41 34 31
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LE ALTRE GARE 20ª giornata 17.01.2016 ATALANTA TORINO NAPOLI GENOA BOLOGNA CARPI CHIEVO ROMA MILAN
INTER FROSINONE SASSUOLO PALERMO LAZIO SAMPDORIA EMPOLI VERONA FIORENTINA
PROSSIMO TURNO 21ª giornata 24.01.2016 INTER FROSINONE EMPOLI FIORENTINA VERONA LAZIO PALERMO SAMPDORIA SASSUOLO JUVENTUS
CARPI ATALANTA MILAN TORINO GENOA CHIEVO UDINESE NAPOLI BOLOGNA ROMA
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NEWS BREVI
CON LA JUVE
SI ENTRA NELLA STORIA Tra pochissimi giorni l’impianto sarà completamente a disposizione per 25mila spettatori; la società bianconera sta facendo il pienone visto che i biglietti per il match contro la Juventus sono già andati a ruba. dinese-Juventus sarà una partita storica per i colori bianconeri: al fascino tradizionale della sfida alla Vecchia Signora si unisce la gioia di vedere finalmente interamente omologato lo stadio per la sua intera capienza. Facile dunque comprendere la soddisfazione di Alberto Rigotto, direttore amministrativo bianconero e project manager che ha vissuto tutte le fasi della ristrutturazione con enorme entusiasmo: “Tra pochissimi giorni l’impianto sarà completamente a disposizione per 25mila spettatori, stiamo facendo il pienone visto che i biglietti sono andati a ruba – ha commentato sul sito ufficiale della società bianconera -. Un grandissimo momento che è il coronamento di tutti questi anni di lavoro e del progetto targato Udinese Calcio”. Il direttore ha tenuto a precisare anche alcuni passaggi chiave riguardanti inaugurazione e sponsorizzazione: “Il 17 Gennaio lo stadio sarà completamente aperto ma non ci sarà alcuna inaugurazione, la data è ancora da decidere. Stiamo lavorando ad un grande evento e qualsiasi data che dovesse emergere, se non comunicata dalla società, non corrisponde al vero. Domenica si affronteranno le due squadre che hanno costruito in proprio
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ponomastico con il suo nome Stadio Friuli”.
lo stadio di appartenenza. Delle due solo l’Udinese è riuscita a vedere sponsorizzato il proprio stadio, con la denominazione Dacia Arena. È significativo che il marchio di un brand importante come quello del Gruppo Renault abbia puntato su di noi e il contratto pluriennale è una ulteriore conferma della bontà del nostro progetto. La sponsorizzazione è come griffare la maglia, lo stadio rimarrà invariato dal punto di vista to-
CON LA JUVENTUS E’ GIA’ SOLD OUT Sono andati letteralmente a ruba i tagliandi per la sfida tra Udinese e Juventus, in programma domenica 17 Gennaio alle ore 15: ad eccezione del settore ospiti (riservato ai possessori di tessera del tifoso, a disposizione ancora circa 100 posti), la massiccia risposta del pubblico ha generato il tutto
esaurito per la prima gara con lo stadio aperto nella sua intera capienza. Dal suo sito ufficiale, l’Udinese Calcio si riserva comunque la possibilità di rimettere in vendita nei prossimi giorni eventuali tagliandi che possano tornare disponibili per rinunce o disdette rispetto a biglietti già emessi. GUBERTI GRAZIATO DA TAVECCHIO Stefano Guberti è pronto a tornare in campo: secondo
“
Domenica si affronteranno le due squadre che hanno costruito in proprio lo stadio di appartenenza quanto riporta Calciomercato.com, l’ex giocatore di Bari, Roma e Sampdoria, coinvolto nell’inchiesta sul calcioscommesse del 2012, ha ricevuto la grazia dal Presidente della FIGC Carlo Tavecchio, e può ora tornare a giocare. Accusato di frode sportiva dall’ex compagno di squadra al Bari, Andrea Masiello, Guberti fu considerato responsabile di un tentativo di combine ai tempi della sua militanza nella Sampdoria. Squalificato dalla giustizia sportiva, Guberti fu assolto dal Tribunale di Bari il 17 settembre 2015 “perchè il fatto non sussiste”, permettendogli di aggregarsi al Perugia, pur senza avere la possibilità di giocare partite ufficiali. Colpevole per la giustizia sportiva, innocente per quella penale: con l’intervento del Presidente Tavecchio il centrocampista può così scendere di nuovo in campo.
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OSTACOLO REJA
PER UN’INTER DELUSA La sconfitta interna rimediata nei minuti finali del match con il Sassuolo è costata il primo posto e il titolo d’inverno agli uomini di Mancini, che ora ripartono da Bergamo dove sono obbligati a vincere per non perdere ulteriore terreno
“
ATALANTA – INTER - Dopo la sconfitta interna per 0-1 contro il Sassuolo, che ha tolto agli uomini di Mancini la gioia del titolo d’inverno, l’Inter torna in campo sabato alle 15 contro l’Atalanta. Una sfida molto delicata quella di Bergamo con Mancini che potrà contare sull’intera rosa a disposizione, tranne Felipe Melo. Il 4-3-3 dovrebbe quindi vedere in campo Handanovic in porta, D’Ambrosio, Miranda, Murillo e Nagatomo in difesa, Brozovic, Medel e Kondogbia in mediana, Perisic, Icardi e Ljajic in attacco. Per quanto riguarda gli orobici, Reja dovrà fare a meno di Carmona, Pinilla e Raimondi e si affiderà a Sportillo in porta, Bellini, Paletta, Toloi e Brivio in difesa, Grassi, De Roon e Cigarini in attacco, D’Alessandro, Denis e Gomez in attacco. BOLOGNA – LAZIO – L’ottimo momento dei felsinei porta Donadoni a guardare con ottimismo alla sfida interna contro le aquile romane. Il 4-3-3 con cui l’ex selezionatore della Nazionale dovrebbe sfidare la Lazio prevede Mirante tra i pali, linea difensiva composta da Rossettini, Oikonomou, Gastaldello e Masina, a centrocampo Taider, Diawara e Brighi, in attacco Giaccherini, Destro e Mounier. Gli risponde Pioli che dovrà però ancora fare a meno di
Attacco tutto da scoprire per il Carpi contro la Sampdoria Carbonero. Fuori per squalifica Moisander e per infortunio De Silvestri, in porta giocherà Viviano, con linea difensiva composta da Cassani, Silvestre, Zukanovic e Regini. A centrocampo Soriano Fernando e Barreto.
De Vrij, Lulic, Kishna, Marchetti e Basta. In porta giocherà Berisha, coperto da Konko, Mauricio, Hoedt e Radu. Centrocampo composto da Biglia, Parolo, Candreva, Milinkovic e Felipe Anderson, in attacco Djordjevic.
CARPI – SAMPDORIA – Il colpaccio degli emiliani contro l’Udinese ha mandato a mille l’entusiasmo nello spogliatoio di Castori. Fuori Fedele, Bubnjic e Matos, il tecnico del Carpi dovrebbe optare per un 4-4-1-1, con Belec in porta, Zaccardo, Romagnoli, Gagliolo e Letizia in
difesa. Pasciuti, Cofie, Bianco e Di Gaudio a centrocampo, Lollo a ridosso dell’unica punta Mbakogu. Montella si tiene invece stretta la pur buona prova della Samp contro la Juventus, e punta ancora sull’estro di Cassano ed Eder, in attacco assieme a
CHIEVO – EMPOLI – Infermeria affollata in quel di Verona sponda Chievo, con Maran che è alle prese con gli infortuni di Mattiello, Meggiorini, Gamberini e Hetemaj. Il 4-3-1-2 con cui i clivensi dovrebbero scendere in campo prevede: Bizzarri in porta, Cacciatore, Dainelli, Cesar e Gobbi in difesa, Castro, Radovanovic e Rigoni a centrocampo, Birsa alle spalle di Paloschi e Inglese. Giampaolo dovrà invece fare a meno di Mchelidze e Tonelli, e si affiderà a Skorupski in porta, Laurini, Costa, Barba e Mario Rui in difesa, Zielinski, Paredes e Buchel a centrocampo, Saponara in rifinitura dietro a Pucciarelli e Maccarone.
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SPALLETTI ARRIVA,
MIHAJLOVIC ORA RISCHIA GROSSO Cambio della guardia a Roma con Garcia che è stato esonerato dalla dirigenza giallorossa. Al suo posto è arrivato Luciano Spalletti. Intanto a Milano, sponda rossonera, Sinisa Mihajlovic deve fare in conti con la Fiorentina e con il fantasma di Lippi gli ultimi due mesi a dir poco deludenti. Parecchi i dubbi di formazione per i giallorossi, con il tecnico toscano che potrebbe fin da subito optare per il suo marchio di fabbrica, il 4-2-3-1. Il probabile undici iniziale dovrebbe quindi vedere in campo Szczesny, Florenzi, Manolas, Rudiger, Digne, De Rossi, Nainggolan, Pjanic, Salah, Gervinho, e Dzeko punta centrale. Per contro, Del Neri dovrà fare ancora a meno di Romulo, Albertazzi e Siligardi. In campo dovrebbero quindi andare Gollini, Sala, Bianchetti, Moras, Souprayen, Wszolek, Viviani, Hallfredsson, Ionita, Toni e Pazzini.
GENOA – PALERMO – Ennesimo cambio di guida tecnica al Palermo con il vulcanico presidente Zamparini che in settimana si è affidato alla coppia Schelotto-Viviani per il dopo Ballardini. In porta spazio a Sorrentino, protetto da Morganella, Goldaniga, Gonzalez e Lazaar. Centrocampo con Hiljemark, Jajalo e Chochev, con Vazquez a ridosso delle punte Gilardino e Trajkovski. Per il lunch match di domenica, Gasperini dovrà invece fare a meno di Tino Costa, Figueiras e Cissokho. Nel 3-4-3 spazio a Perin tra i pali, Munoz, Burdisso e Izzo in difesa, Rincon, Rigoni, Dzemaili e Ansaldi in mediana, Suso, Pavoletti e Perotti in attacco. MILAN – FIORENTINA – Situazione a dir poco convulsa in casa Milan, con il tecnico Sinisa Mihajlovic che rischia grosso nel posticipo di giornata contro la Fiorentina. Panchina in bilico per l’allenatore serbo, visto che in settimana si sono rincorse le voci di un possibile approdo di Marcello Lippi sulla panca del Diavolo, e di certo la Fiorentina è uno dei peggiori clienti che il Milan potesse trovare in questo momento. Mihajlovic scenderà in campo con il classico 4-4-2 con Donnarumma in porta, Abate, Alex, Romagnoli e De Sciglio in difesa, Honda, Kucka, Bertolacci e
Bonaventura a centrocampo, Bacca e Niang in attacco. Per Paulo Sousa il problema è la squalifica di Rodriguez, con la linea difensiva che sarà composta da Roncaglia, Astori e Tomovic. In porta il solito Tatarusanu, mentre il centrocampo a quattro vedrà all’opera Bernardeschi, Vecino, Borja Valero e Alonso. In attacco, Ilicic e Fernandez opereranno alle spalle della punta Kalinic.
NAPOLI – SASSUOLO – Due squadre col morale a mille si apprestano ad affrontarsi nel match serale di sabato con il Napoli forte del titolo d’inverno appena conseguito, e il Sassuolo che è reduce dal successo in extremis contro l’Inter al Meazza. Sarri scenderà in campo con Reina, Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam, Allan, Jorginho, Hamsik, Callejon, Higuain e Insigne.
Per Di Francesco il problema sarà sostituire gli squalificati Berardi e Cannavaro, con un probabile undici che dovrebbe prevedere Consigli, Vrsaljko, Ariaudo, Acerbi, Peluso, Missiroli, Magnanelli, Duncan, Floro Flores, Defrel e Sansone. ROMA – VERONA – Ciao Garcia. A Roma si rivede Spalletti, chiamato a riportare entusiasmo in una piazza spenta dopo
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17 gennaio 2016
UNA PETIZIONE ON LINE PER SALVARE IL FRICO
SI PUÒ FIRMARE SU CHANGE.ORG L’iniziativa, sostenuta dal Diario di Udine, nata da un imprenditore friulano che vuole tutelare il frico da ‘minacce’ estere UDINE - Il frico? E’ un marchio di proprietà di una società olandese. Dopo il Tocai, il Friuli rischia di vedersi scippare anche il piatto tipico per antonomasia. A lanciare l’allarme è un imprenditore friulano, che dopo aver registrato in Italia il marchio ‘Frico di Carpacco’ ha tentato di commercializzarlo all’estero. Ha quindi chiesto di estendere la registrazione a livello europeo, ma ha ricevuto la diffida di una delle più grandi cooperative casearie del mondo, con sede principale proprio in Olanda. Una realtà che commercializza in tutto il mondo formaggi chiamati appunto Frico, e che, proprio per questo, ha depositato il marchio per impedire ad altri di vendere prodotti alimentari con questo nome. La vendita della pietanza tipica friulana, quindi, è obbligata a restare ‘limitata’ all’Italia se non solo al Friuli. L’imprenditore in questione si chiama Giovanni Del Missier, e ha deciso di uscire allo scoperto per rendere nota una situazione che, a suo modo di vedere, mette a rischio la sopravvivenza stessa del piatto tipico di tutti i friulani. «La società olandese mi ha formalmente diffidato dall’utilizzo del mio marchio, avviando una procedura di opposizione e asserendo che la denominazione ‘Frico’ non può essere utilizzata da nessuno in ragione del marchio registrato da tempo, con un utilizzo avviato già nel 1898».
La questione era già venuta a galla qualche anno fa e aveva visto protagonista un altro imprenditore del frico, Franco Savio. Questa volta, però, Del Missier ha voluto andare oltre, diventando il primo firmatario di una petizione online a difesa del frico come prodotto tipico friulano. Il Diario di Udine ha accettato la sfida, decidendo di appoggiare in questa battaglia l’imprenditore friulano. Da oggi infatti, sul sito e sui canali social del Diario di Udine (anche all’indirizzo internet www.change.org), si potrà trovare il link per aderire alla petizione e salvare così il frico friulano, chiedendone la tutela. «Questa vicenda che non può passare sottotraccia – aggiunge Del Missier –. Non voglio difendere il mio marchio e la mia azienda, ma una denominazione che riguarda tutti i friulani». La petizione si pone l’obiettivo di sensibilizzare la Regione e la presidente Debora Serracchiani a fare in modo che il frico venga difeso da possibili ‘attacchi’ esteri, garantendo così a tutti i friulani di poter vantare il nome frico non solo nel presente ma anche in futuro. In che modo? Ottenendo il marchio Dop per il frico, la denominazione di origine protetta, concessa dall’Ue a quegli alimenti le cui caratteristiche peculiari dipendono dal territorio in cui sono stati prodotti. Alessandro Cesare
DIARIO DI PORDENONE ONLINE Dopo Udine, Trieste e Gorizia spazio alle news della Destra Tagliamento PORDENONE – Da qualche giorno il Diario copre tutta la regione Friuli Venezia Giulia. Dopo l’apertura delle edizioni di Udine, Gorizia e Trieste, ora è attiva anche la sezione di Pordenone (all’indirizzo www.diariodipordenone.it oltre che sui profili social Facebook e Twitter). Il Diario, testata on line che ha cominciato a muovere i primi passi in Fvg nel febbraio 2015, è una realtà giovane, che sta puntando tutto sulle nuove modalità di comunicazione dell’era 2.0, e quindi su internet e sui social network, per riportare i fatti di cronaca e proporre argomenti di dibattito. L’obiettivo delle quattro
edizioni del Diario è informare i cittadini delle province di Udine, Gorizia, Trieste e Pordenone mixando notizie e curiosità, interviste e storie, sport e cultura, dando ampio spazio a video e foto. News veloci da leggere, ma anche approfondimenti sui temi più interessanti per il territorio del Friuli Venezia Giulia. Una testata on line, però, per essere davvero efficace e capillare, ha bisogno del supporto dei lettori, soprattutto oggi che la comunicazione è bidirezionale. Per questo la redazione è sempre aperta a ricevere contributi dai lettori (segnalazioni, foto, spunti di vario genere), che possono diventare protagonisti nella
realizzazione del giornale on line. In questa seconda uscita cartacea del Diario, troverete un approfondimento sul frico con il lancio di una petizione on line per chiederne la sua tutela. Nelle pagine successive, il sociologo Marco Orioles parla del rapporto tra civiltà islamica e Occidente, mentre Paolo De Luca lancia la proposta di rendere a pagamento i soccorsi in montagna. Spazio poi all’edizione 2016 del Future Forum e al bilancio della Riserva del Lago di Cornino. Infine, nella sezione cultura, sono protagonisti il borgo di Palmanova e la mostra di Mirò a Villa Manin. (a.c.)
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«PROBABILE UN ATTACCO TERRORISTICO IN ITALIA» A DIRLO È MARCO ORIOLES
Per il sociologo udinese il pericolo è sempre più grande, soprattutto dopo che l’Isis si è spostato dalla Siria alla Libia UDINE - Lui è un sociologo che insegna all’Università di Udine. Da anni studia il mondo islamico e le sue evoluzioni, specializzazione che negli ultimi mesi gli è valsa una notorietà nazionale come esperto nell’interpretare le dinamiche che girano attorno ai movimenti islamisti. Marco Orioles appare sempre molto lucido nelle sue considerazioni sul rapporto tra Occidente e mondo musulmano, e anche questa volta ha ben chiaro lo scenario che potrebbe presentarsi nei prossimi mesi. Il sociologo, in particolare, si attende un attacco terroristico in territorio italiano, soprattutto ora che l’Isis sta spostando il suo raggio d’azione dalla Siria alla Libia. «L’evoluzione che sta subendo lo Stato islamico, nonostante i relativi successi militari delle forze che gli si oppongono, è preoccupante – ammette Orioles –. L’Isis è in difficoltà e sta adottando una strategia del terrore moltiplicando gli attacchi, e non solo in Europa, come dimostrano i fatti recenti in Egitto e in Iraq. In altre parole sta tornando allo stadio di formazione terroristica che si esprime con attacchi indiscriminati contro i suoi nemici». In questo scenario al Baghdadi starebbe pensando a un ripiego dal Medio Oriente, e l’alternativa si chiama Libia. «Questo Paese – chiarisce Orioles – rappresenta non solo una possibile area di espansione
del progetto di Califfato, che mira a inglobare tutti i territori islamici nel mondo, ma è anche il piano di fuga per la dirigenza dell’Isis. C’è chi parla già di un numero imprecisato di miliziani arrivati in Libia, tra 5 e 10 mila uomini, incuneati nella terra di nessuno tra Tripoli e Tobruch. Ed è qui che si sta attuando la stessa strategia messa in atto in Siria, con la conquista dei giacimenti energetici, che nel caso della Libia sono nelle mani dell’Eni». Orioles è certo che proprio la Libia sarà lo scenario di un’imminente azione delle forze internazionali, che tenteranno di riportare la calma in un territorio pronto a esplodere, distante poco più di 300 chilometri dalle coste italiane. Lo dimostra il fermento degli ultimi giorni tra ambienti governativi, militari e dei servizi segreti. «In questo contesto – chiude Orioles – il rischio attentati diventa elevatissimo. La nostra intelligence può fare molto per evitare che anche da noi accada ciò che è avvenuto a Parigi lo scorso 13 novembre. Però questa forma contemporanea di terrorismo islamico è difficile da controllare del tutto: ci sono molti musulmani radicalizzati che hanno abbracciato l’ideologia estrema e sono pronti a intervenire in maniera solitaria, senza istruzioni precise. Questo è il rischio più grande che corriamo». Alessandro Cesare
SOCCORSI A PAGAMENTO Richiesta di introdurre anche in Fvg il ticket per i recuperi in quota UDINE – Rendere a pagamento, anche in Friuli Venezia Giulia, il servizio di soccorso in montagna, così come già avviene in Veneto, Trentino, Valle d’Aosta, Lombardia e, da qualche giorno, in Piemonte. La richiesta arriva da Paolo De Luca, maestro di sci e accompagnatore di media montagna (già volontario del Cnsas), che dall’Abruzzo lancia questa sua ‘battaglia’ a livello nazionale. «Nella maggior parte dei casi – spiega – gli incidenti sono da ricondurre a superficialità e scarsa preparazione: molte tragedie si potrebbero evitare se gli escursionisti e gli alpinisti facessero più attenzione alle indispensabili norme di sicu-
rezza. Da tempo sostengo che un valido deterrente per scoraggiare gli imprudenti che si avventurano in montagna sia quello di far pagare loro le costose operazioni di salvataggio. Contare sul soccorso gratuito ha portato a un innalzamento dei margini della sfida: tanto, nel peggiore dei casi, li tirano comunque fuori». Ma quanto costerebbe il ticket per il soccorso a pagamento? «In Trentino Alto Adige costa 30 euro per il ferito grave, 110 euro per il ferito lieve e 750 euro per persona illesa – precisa De Luca –. In Veneto si paga da un minimo di 25 euro fino a un massimo di 500 euro per il ferito grave,
da 90 euro fino a un massimo di 7.500 euro per ferito lieve o persona illesa». De Luca è convinto che non debba più essere la comunità a farsi carico delle leggerezze degli irresponsabili in montagna, lasciando a questi ultimi l’onere di pagare i soccorsi. «Le operazioni di soccorso alpino, oltre a impegnare mezzi e uomini, mettendone a rischio la vita, – conclude – in Italia sono un costo imputato per intero alla collettività, perché gestito dal servizio sanitario nazionale. Serve un cambio di rotta, come già da anni avviene nelle vicine Austria e Slovenia». (a.c.)
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A UDINE RIECCO 15 MILA FUTURE FORUM VISITATORI A CORNINO Dall’1 al 5 febbraio 2016 il capoluogo friulano diventerà la città in cui si dialogherà di futuro e di nuovi scenari UDINE – Terza edizione per il Future Forum. Dall’1 al 5 febbraio Udine diventerà la città in cui si dialogherà di futuro e di nuovi scenari, partendo dall’aspetto economico per spaziare attraverso cultura, società, territori, innovazione. L’evento è stato presentato nella sede della Camera di Commercio (ente promotore) dal presidente Giovanni Da Pozzo, che ha deciso di parlare di domani e di futuro attraverso l’esperienza di un gruppo di giovani economisti. «Forse per chi si è formato negli ultimi 1520 anni, vivendo i cambiamenti della società direttam e n te , è più facile capire e interpretare gli scenari delle nuova economia», ha detto Da Pozzo. «Il mondo è cambiato e spesso si continua a guardare al domani con strumenti inadeguati: il Future Forum 2016 – aggiunge – vuole rappresentare una chiave di lettura nuova degli accadimenti della nostra era, molto diversi da quelli del passato. Cerchiamo così, ancora una volta, di proporre stimoli utili all’evoluzione del nostro sistema economico. Utili anche ad accrescere le
potenzialità della nostra regione, che può diventare luogo di sperimentazione, di futuro e di innovazione. Utili alla nostra comunità, ma anche, speriamo, esempio per tutto il Paese». Il forum di quest’anno sarà un inedito confronto fra alcuni dei maggiori e più noti esperti di teoria economica internazionale e la generazione dei più giovani studiosi di economia: dialogheranno, insieme per la prima volta proprio alla cinque giorni udinese, per individuare, assieme a imprese, istituzioni, cittadini e studenti, la possibilità di un cambio di paradigma, per capire come si possa aggiornare l’attuale modello economico, che ha esaurito ormai la sua forza propulsiva, con tutte le criticità emerse anche e soprattutto in questi ultimi anni di crisi. Tra gli ospiti attesi, Alberto Magnaghi, Piero Bevilacqua, Riccardo Illy, Tommaso Nannicini, Stefano Sacchi, Stefano Feltri, Maurizio Landini, Marco Gay, Renato Brunetta, Zygmunt Bauman. Per consultare il programma completo www.friulifutureforum.com. Alessandro Cesare
Nella Riserva Naturale Regionale il 2015 è stato ricco di soddisfazioni e per il nuovo anno già 400 prenotazioni
FORGARIA - Bilancio da record per la Riserva Naturale Regionale del Lago di Cornino, che chiude il 2015 con oltre 15 mila visitatori provenienti da tutta la regione ma anche dal vicino Veneto, dall’Austria e dalla Slovenia. Ottimo riscontro per quanto riguarda le scuole. Lo scorso anno la struttura è stata visitata da 1.600 studenti, tra cui 200 bambini delle scuole dell’infanzia. Per il 2016 le visite scolastiche già prenotate sono oltre 400. «Non ci aspettavamo numeri simili – commenta Ylenia Cristofoli, presidente della cooperativa Pavees, che gestisce la riserva -. Siamo molto soddisfatti. Gli eventi proposti lo scorso anno sono stati particolarmente apprezzati dal pubblico, in particolare il ‘Griffonday’, giornata dedicata ai grifoni, ‘Alien, le specie aliene in Fvg’ e la ‘Notte in Riserva’, un’iniziativa durante la quale sono stati liberati sette rapaci, in collaborazione con Maurizio Zuliani, responsabile del centro di recupero per la fauna selvatica di Campoformido, e gli agenti provinciali addetti al servizio
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di recupero». Per la stagione 2016, i responsabili della Riserva Naturale di Cornino sono già al lavoro per proporre ai visitatori attività didattiche, laboratori, eventi a tema e giornate dedicate all’ambiente e al rispetto della natura. «Stiamo preparando il programma per la stagione primaverile, estiva e autunnale – fa sapere la responsabile della cooperativa -. Posso anticipare che avremo il piacere di collaborare con l’associazione ‘Liberi di volare Onlus’, il ‘Villaggio degli Orsi’, il centro di recupero di Campoformido e il ‘Parco Natura Viva’, solo per citare alcune realtà. Stiamo anche pensando di proporre un’iniziativa durante la quale si parlerà di biologia e primo soccorso con il veterinario Stefano Pesaro». La Riserva Naturale Regionale Lago di Cornino resterà aperta, con orario ridotto, fino alla fine di aprile, martedì e giovedì, dalle 9 alle 13, sabato, domenica e festivi dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 16. Da maggio a settembre il centro visite resterà aperto tutti i giorni fino alle 18.
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PALMANOVA TRA I PAESI PIÙ BELLI D’ITALIA LA SCELTA DI SKYSCANNER
Nella lista dei 20 borghi più suggestivi, il portale per la ricerca di viaggi ha inserito la città stellata, candidata Unesco PALMANOVA – È ormai diventata una consuetudine. Skyscanner - noto portale per la ricerca di viaggi, nato nel 2003 e oggi fra i leader del settore – ha presentato nelle scorse settimane l’elenco dei 20 paesi più belli d’Italia. Una lista che si compone di antichi borghi romani, insediamenti abbracciati da paradisi naturali, ma anche caratteristiche borgate di epoca medievale, casupole aggrappate alla roccia e a picco sul mare. In un Paese come l’Italia, in cui la bellezza si scorge in ogni angolo, dove la storia avvolge di mistero ogni più piccolo centro abitato, non dev’essere stato facile individuare l’angolo di terra più rappresentativo. Ma veniamo alla nostra regione: qual è il paese scelto per rappresentare il Fvg? Palmanova. Proprio così, la città stellata, ancora una volta, ha fatto centro. Saranno le sue nove punte. Sarà la sua pianta, perfettamente simmetrica. Saranno le sue porte monumentali. Poco importa, ciò che è certo è che la città-fortezza non perde mai il suo fascino. Palmanova è stata voluta dalla Serenissima Repubblica di Venezia nel 1593. Il suo scopo, come è facile intuire, era quello di difendere i confini orientali in Friuli contro le incursioni dei Turchi e arginare le mire espansionistiche territoriali degli Arciducali. Una funzione assimilabile a molte altre città ma che in questo
caso ha una forma geometrica come poche altre al mondo. Un esagono perfetto da cui si dipanano, come detto, nove punte a formare la stella che le molte fotografie aeree mostrano. Una piazza centrale, l’antica piazza d’armi, dalle dimensioni considerevoli, e tre porte d’ingresso. Esse stesse dei monumenti di pregio che portano il nome delle località verso cui conducono: Aquileia, Cividale, Udine. Molti gli scorci suggestivi e le opere architettoniche che si presentano davanti ai turisti che passeggiano fra i borghi e le strade della cittadina – dal 1960 monumento nazionale –. Il Duomo, per esempio, è custode di opere di notevole interesse, nel Civico Museo Storico, sono invece conservati armi, cimeli e documenti che illustrano la storia della fortezza, dalla nascita alla Seconda Guerra Mondiale. In un contesto così ricco di storia non può mancare la rievocazione storica “A.D. 1615. Palma alle armi”. Ogni anno – il primo weekend di settembre - più di duecento figuranti in costumi seicenteschi rievocano l’inizio della guerra degli Uscocchi. Nulla da togliere a questo gioiello. Siamo certi però che sono molti i paesi da ricordare nella nostra regione. Lo chiediamo a voi. Diteci la vostra! Visitate il nostro sito e commentate questo articolo dicendoci quale paese avreste scelto e perché. Eleonora Cuberli
31 MILA VISITE PER MIRÒ Al giro di boa grande successo per la mostra di Villa Manin, a Codroipo CODROIPO - “Più invecchio, più forte è la tensione”. Sono parole di Joan Miró. A lui è dedicata la grande mostra che Villa Manin ospita sino al prossimo 3 aprile. Una rassegna che ha ormai passato il “giro di boa”: a 75 giorni dall’inaugurazione sono stati raggiunti quasi 31 mila visitatori. Parliamo di oltre 410 biglietti staccati giornalmente. Numeri importanti, insomma, che denotano il momento di riscoperta del pittore, grafico e scultore catalano. Un rinato apprezzamento che si registra anche oltre oceano. Lo scorso 9 gennaio, infatti, la rassegna e il percorso creativo di Miró sono stati protagonisti di un interessante articolo
del New York Times nel quale Raphael Minder racconta la svolta che comportò, per l’artista, il trasferimento nel nuovo studio di Palma de Majorca, non a caso, il tema sul quale si focalizza anche la mostra di Passariano dove si ricostruisce addirittura un angolo del suo studio. Fu proprio in questa isola del Mediterraneo, dove visse l’ultima parte della sua vita che l’artista - spesso descritto come un uomo dal temperamento romantico, taciturno e riflessivo - si scrollò di dosso le geometrie pulite e luminose delle “sue figure”, i “suoi colori”, lasciando spazio al nero e a segni che ricordano scrit-
ture primitive, dedicandosi a un’analisi sempre più profonda che emerge ruggente dalle sue opere. A Villa Manin vediamo un “altro” Mirò, scopriamo un nuovo percorso artistico che esce dagli schemi della pittura tradizionale: ormai anziano mette le tele sul pavimento le ricopre di spruzzi di colore con scope e spazzole o usando la punta delle dita e i pugni. L’esposizione riunisce molti lavori - per la prima volta in Italia - legati a una fase che, benché meno conosciuta, è assai fertile. Una fase che ci mostra un uomo pieno di forza, guidato dall’immaginazione e carico di vitalità (e.c.)
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