TrentinoMese Marzo 2014

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ANNO XXII N. 265

MARZO 2014 9 771724 550829

ISSN 1724-5508

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appuntamenti, incontri e attualità trentina

sei di... se facebook

IGINIO ROGGER IL “MONSIGNORE” CHE HA SCAVATO LA STORIA E SCARDINATO GLI ALTARI

il social network che guarda al futuro fa incontrare in rete chi cerca storie, tracce ed immagini... del passato. in Trentino, ad esempio, ecco cosa abbiamo scoperto.

BENVENUTI A SANBÀPOLIS, FINALMENTE UNA PALESTRA DI ROCCIA A TRENTO TERZA PUNTATA

UNA “GUERRA TRA PARENTI”

1914-1918

CENTO ANNI DALL’INUTILE STRAGE

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RING di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi NEI TERRITORI DELL’ARTE CONTEMPORANEA RICORDANDO ORLANDO GASPERINI

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n questi ultimi anni l’informazione ha subito una brusca accelerazione, complici i molteplici media informatici. L’arte ne segue pedissequamente le orme. La velocità ha portato con sé aspetti positivi e altrettanti negativi. Tra quest’ultimi spicca la riduzione della complessità dei fenomeni ad una dimensione, ad una forma acritica di appiattimento, ad uno spegnimento della ricchezza e della varietà dei diversi sensi percettivi che un’opera d’arte porta con sé. Soprattutto è scomparsa la gerarchia di valori che l’opera solitamente porta con sé, accomunando il Senso con il non-senso, la ricerca con la gratuità, il pensiero con il consumo. Basta aprire le pagine dei quotidiani o delle riviste: si concede grande spazio ad eventi artistici o ad artisti che non meritano affatto di fregiarsi di questo termine. Viceversa, eventi importanti per la loro portata culturale vengono dimenticati o relegati a semplici notizie di cronaca. Troviamo così valorizzate opere che non hanno valore e altre opere meritevoli cadono nel dimenticatoio. Una delle discriminanti, false e culturalmente insignificanti, è quella dell’apparire: più si appare più si crede di valere. E i giornalisti diventano complici delle grandi abbuffate di stupidità umana. Un tempo c’erano delle severe distinzioni tra chi praticava l’arte come diletto – e onestamente nessuno si credeva di essere un Picasso –, chi per terapia personale, chi per lavoro, oppure chi era riuscito a compiere il grande salto concettuale e materiale presentando quelle che Umberto Eco chiamava “opere aperte”, le vere opere d’arte. Oggi si concedono ampi spazi giornalistici ad opere che sono insignificanti. Lo stesso avviene per le opere presenti nei concorsi pubblici: la maggior parte sono estremamente banali, premiate da commissioni composte non da stimati conoscitori dell’arte ma semplicemente da presenze evanescenti del mondo dell’arte o di quello politico. Così grandi artisti sono precocemente caduti nel dimenticatoio. Pensiamo a Bruno Colorio, Carlo Andreani, veri e propri indagatori della materia e del segno, pionieri di un’arte regionale che ha saputo scavalcare i confini mentali e fisici. Di queste persone “dimenticate” sentiamo profondamente la mancanza, della maggior parte degli artisti che oggi “appaiono” sicuramente no. Tra i giovani scomparsi, annoveriamo l’indimenticabile Orlando Gasperini che qui vogliamo ricordare affinché non ci si dimentichi di un grande e lucido intellettuale e valente

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RING artista. Profondo conoscitore della manualità dell’arte, dei saperi antichi di mescolare i colori e di formare i segni, ha saputo esprimere dei cicli pittorici di una ricchezza concettuale inusitata nel panorama artistico trentino degli anni a scavalco del millennio. Cristiano dei più puri, sapeva districarsi nei labirinti della simbologia e della teologia, con un occhio di riguardo al suo aspetto fisico e alle malattie che lo perseguitavano, impedendogli talvolta di lavorare per mesi. Un altro occhio lo aveva per l’impegno civile e sociale, coniugando sulle tele gioia, dolore, denuncia, speranza, sogno, credenza e utopia. I suoi angeli smarriti, il bestiario di Cristo, i vizi e le virtù teologali, gli esseri mitologici e My Life, gli ex voto e la carne e il cielo, sono alcuni dei cicli animati con il cuore e l’anima, scontratisi con l’ipocrisia di persone, anche di cultura, che hanno impedito la visione pubblica di queste opere arrogandosi il diritto di giudicare e di censurare. Non capendo, non riuscendo a penetrare la semplice superficialità. Quanta ignoranza corre nei corridoi e nelle sale del potere e del sapere usato come potere. Come annotava Elisabetta Staudacher, la sua abilità pittorica, decisamente inusuale per i nostri tempi, ci riporta indietro nel tempo, alla perfezione di bella maniera vasariana, alla ricerca di un equilibrio tra naturalità, idealità e tradizione classica culminato nel virtuosismo del secondo Cinquecento. La sua era un’arte fatta di luoghi in opposizione ai non luoghi, un’arte di memoria e di storia, consapevole che ogni seme porta con sé, se ben curato, la pianta e il conseguente frutto. Su tutto aleggiava la luce della fede, di quella nata dalla conoscenza di un sacro che andava molto oltre il religioso. Opere inusuali, comprese da pochi, ignorate, per l’ormai analfabetismo culturale dilagante, da molti censurate ripetutamente perché il sapere non abita più in queste terre, diventate fredde come i microcips, dove l’amicizia si chiede ma non si dimostra mai. Lui, tra spaesamenti e de contestualizzazioni, tra sacro che muta nel profano e viceversa, cercava il suo proprio filo d’Arianna in un mondo diventato ormai caotico, disordinato, pieno di contraddizioni, consumista, destinato alla morte precoce per asfissia del cervello e aridità del cuore. Orlando, colui che viveva nella piccola frazione di Martincelli, in Valsugana, sull’orlo del confine di due provincie, uomo dalla mente universale, dalla ricca e poliedrica curiosità che ti coinvolgeva trasportandoti nei più disparati labirinti del sapere, ci manchi.


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RING di Carlo Martinelli

alla carlona I VIGILI DI QUARTIERE PER SENTIRSI TUTTI PIÙ SERENI E PIÙ SICURI

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a questione tiene banco, fors’anche viene sovente ingigantita, perché quella dell’insicurezza nella gran parte dei casi più che un dato di fatto – i numeri sono lì a dirci che tutto sommato dalle nostre parti e per fortuna la criminalità è all’acqua di rose – è una percezione e come tale sottoposta a mille variabili. Però è certo che se, ad esempio, chiedete a molti trentini cosa ne pensano dei giardini di piazza Dante, a Trento – ora chiusi per l’attesa risistemata che dovrebbe restituirceli nuovi ed appetibili – vi diranno di una sorta di terra di nessuno il cui attraversamento presenta rischi non da poco. Va da sè che non è così. Ciò non toglie che ci si debba comunque attrezzare per far sì che la città – e i nostri paesi, dove lo stillicidio dei furti è comunque un problema non da sottovalutare e certamente irritante e fastidioso, visto che ritrovarsi la propria abitazione svaligiata e “profanata” resta una esperienza assai negativa – si presenti più sicura o, se preferite, con una aumentata percezione di sicurezza. Ecco perché siamo qui a dire la nostra, senza la pretesa di insegnare alcunché, sulla polizia municipale il cui ruolo, nel creare una sensazione di sicurezza, resta fondamentale. Perché è vero che carabinieri, polizia e guardia di finanza sono il braccio operativo più immediato nel contrasto a chi “attenta” alla sicurezza. E c’è dentro di tutto e qualche distinzione andrebbe fatta. Perché si va dai delinquenti incattiviti e bastardi dentro ai poveri diavoli senza tetto né companatico che cercano di sbarcare il lunario, dagli spacciatori maiali che meritano il peggio ai mendicanti in bilico tra sfruttatori – quelli sì da mazziare e

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RING stangare – e una derelitta esistenza che meriterebbe considerazioni meno frettolose e meno irritate. Ma è altrettanto vero che i vigili urbani - massì, chiamiamoli ancora così, c’è un che di civico e civile nell’idea di una vigilanza appunto urbana, più di prevenzione che non di repressione, più di accompagnamento e aiuto che non di sanzione e reprimenda – possono (potrebbero?...) svolgere un ruolo decisivo nel levare, almeno in parte, quella percezione di insicurezza di cui sopra. E qui qualche problema c’è, diciamocelo. Perché il vigile urbano – o poliziotto municipale che dir si voglia – che abbiamo in testa è quello che si ispira ai bobbies inglesi, ai poliziotti di quartiere tedeschi, persino agli sceriffi americani che non tanto nelle metropoli quanto nelle cittadine conoscono tutto e tutti. Gente che scarpina (o pedala: il vigile in bicicletta è figura da considerare eccome...) tutto il giorno, che entra nei bar, che parla con i negozianti, che conosce i bidelli della scuola del quartiere, che dialoga con il postino, il netturbino e il barbiere, formidabili conoscitori del tessuto umano della zona in cui lavorano. Perché la polizia municipale davvero attenta alla comunità in cui opera – di questo si tratta – dovrebbe badare più alle persone e meno alle cose, più al viavai di uomini, donne e bambini che non alle automobili e alle multe, insomma. Conoscere il territorio e chi lo abita è il modo migliore per renderlo più sicuro, più protetto, più tranquillo. Per far sì che questo avvenga i vigili urbani devono “vivere” la loro zona, il loro quartiere. Devono diventare punti di riferimento imprescindibili, conosciuti da tutti, capaci di parlare e dialogare, di notare e accompagnare i cambiamenti, di intuire che qualcosa non va a partire dalle facce nuove che incontrano, dai comportamenti che registrano. Far questo significa certo coltivare una attitudine che va oltre il blocchetto delle multe e il timore che una divisa può incutere. Significa prima di tutto dialogare con i cittadini, sempre e comunque. Essere percepiti come amici. Il che oggi – pronti ad essere volentieri smentiti – non sembra accadere dentro le mura della città. Ecco, una ritrovata percezione di sicurezza non inizia forse dal fatto di percepire i vigili di quartiere – così li vorremmo, non vigili urbani o polizia locale – come amici di strada, in grado di contrastare le piccole grandi ingiustizie e cattiverie di questo tempo incerto e confuso? Non ne guadagnerebbe forse la vivibilità e la serenità della città, dei cittadini e degli stessi vigili?


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ARREDAMENTI


RING

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RING di Tiziana Tomasini

di Francesca Negri

a mali estremi

colpo di tacco ANDARE O NON ANDARE AL MATRIMONIO DELL’EX?

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altro giorno chiacchieravo con la mia amica Anna, davanti a un bicchiere di Sauvignon Blanc Cloudy Bay, Nuova Zelanda. Il tema era il matrimonio del suo miglior amico. Al di là dell’indecisione del vestito da scegliere per l’occasione, l’argomento si è diretto verso un fatto molto dibattuto: lui, infatti, ha invitato la sua storica ex al matrimonio e lei ha ringraziato confermando la sua presenza. La futura moglie aveva storto il naso, la mia amica anche. È bellissimo restare amici delle persone con cui si sono condivise grandi storie d’amore. Lo so per certo, perché anch’io ho la fortuna di poter avere vicino degli ex particolarmente importanti, di cui ho sempre avuto – mentre ci amavano e dopo – una grandissima stima. La mia vita senza di loro non sarebbe la stessa. Mio marito lo sa, li conosce, non dico che siano diventati amici (c’è sempre un po’ di “chi va là”), ma li ha accettati e ha capito. Mi sono sposata con una cerimonia molto intima, a cui hanno partecipato solo i parenti più stretti, mentre dopo il viaggio di nozze abbiamo fatto una festa per tutti gli amici, a cui avevo invitato anche gli ex più cari. Sapevo che avrebbero apprezzato il gesto ma che non sarebbero venuti, così è stato. Gli ex ora diventati amici si invitano al matrimonio per amicizia, ma credo ci si aspetti che loro, sempre per amicizia, declinino l’invito. In fondo, se la storia è stata importante c’è stato un momento in cui uno dei due – o tutti e due – avrà sognato di convolare a nozze e vedere quel sogno realizzato con un altro è un film che può non piacere. Non si tratta di gelosia, di essere ancora segretamente innamorati o di cose simili: si tratta forse di rispetto verso la storia che è stata. Quanto alla ex dell’amico di Anna che invece ha accettato di buon grado l’invito, penso che un pizzico di rivalità femminile ci sia. Sono certa che quel giorno si presenterà con l’abito più bello che possa trovare e che sarà più splendente che mai. In fondo a noi stesse c’è sempre un po’ di voglia di far vedere all’uomo “cosa si è perso”. Ma se siamo davvero amiche dobbiamo rinunciare a questa cosa. Anche se al nostro ex vogliamo bene e gli auguriamo ogni bene, può essere davvero un traguardo condividere le sue nuove nozze con lui? Non sarebbe forse più elegante fare un bel regalo e declinare, gentilmente, l’invito? 12

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AIUTOOO! QUALE SCUOLA SCEGLIERE?

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llora mamma, cosa posso scegliere?” A tre giorni dalla scadenza delle domande d’iscrizione per le scuole superiori, il problema non solo si pone in modo sempre più incalzante, ma ruba notti e intere giornate ai genitori ed allo studente in questione, arrovellato tra le più disparate opzioni di scelta. Sì, perché se non avete quel tipo di figlio con il dna dello studio satanico in corpo, votato già dalla notte dei tempi verso il classico e lo scientifico (con la relativa media di quattro/ cinque ore di studio al giorno), le possibilità sono molte, spesso inversamente proporzionali all’eventualità di trovare poi un lavoro. Alcuni tipi di istituti prevedono inoltre test di ammissione, spesso basati sul rilevamento delle cosiddette attitudini rilevabili da un paio di fogli di domande a crocetta… All’ansia di queste prove si aggiunge lo stress di riuscire a valutare a mente veramente lucida pro e contro di ogni indirizzo, perché se è pur vero che per i primi due anni è possibile correggere il tiro e cambiare scuola, è altrettanto comprensibile che ripensare – a percorso già avviato – ad altri orizzonti risulti comunque faticoso non solo a livello disciplinare quanto a quello di ambientazione e di rapporti interpersonali. In questa delicata fase di scelta ruolo peggiore spetta al genitore: può proporre ma non imporre (altamente controproducente!), può mediare ma non interferire, può prospettare ma non decidere. Deve inoltre arginare – in questo problematico periodo di preadolescenza – tutta quella serie di fattori che rischiano di “inquinare” le reali inclinazioni del ragazzo: “Ma il mio amico farà questo…” “Il compagno di squadra mi ha detto che quella scuola è bellissima” “In quell’altra non c’è il sabato, ti rendi conto?!” “Ma quelli della mia classe fanno quasi tutti il liceo, mi prendono in giro se...” Anche le visite ai vari istituti nelle giornate di “Scuola aperta” sono ottimi momenti di presentazione ma non aiutano a chiarire troppo le idee: ognuno, giustamente, “tira l’acqua al suo mulino” e da qualsiasi sede si esca, si ha la sensazione di aver visto proprio quella giusta. Salvo tornare a casa con la mente ancora più confusa. E mentre, per uno strano gioco del destino, i fratelli minori sanno già esattamente quello che vorranno fare da grandi, il maggiore cambia opinione ogni ora, manifestando il leggero stato di ansia a colpi di phon, a sistemare il ciuffo di capelli sulla fronte. Il suo futuro scolastico ha i minuti contati. L’adrenalina sale vertiginosamente. È legittimo avere le idee confuse a tredici anni? È più che legittimo, mi dicono le amiche. Ma resta quel vago senso di stordimento e la voglia di gridare: “Fermate il mondo, voglio scendere!” Almeno fino al termine ultimo delle iscrizioni.


trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI

il dialetto in-forma EL CIAPAMOSCHE E EL GARDELÌN EL CIAPAMOSCHE

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e ti dico : che cos’è il pigliamosche, tu che cosa mi rispondi? Non so: un attrezzo per pigliare le mosche? Sì,anche. Ma prima di tutto è un uccello, un passeriforme, della specie Muscucapa striata: per via del suo piumaggio grigio-biancastro che è striato sul collo. È lungo intorno ai 15 centimetri e ha un’apertura alare sui 25 centimetri. Si nutre di insetti che cattura in volo. Sverna in Africa e da noi si presenta in aprile – maggio e se ne va via in settembre. Ha un canto modesto e sommesso. Si riproduce da maggio ad agosto sino a circa 1900 metri di altitudine, in nidi in cavità di alberi, ma anche in cassette-nido, se le trova (cossita el sparmia la fadiga de farse la ca’ e no ‘l spende na eva: ciàmeghe mago…). Depone due volte l’anno con tre-sei uova alla volta. Nei dialetti trentini viene via via nominato “ciapamosche” “becamosche” e - per via del suo colore grigio - “grisàtol”, “grisato”, “sgrisàtol”, “grisàtola” (anche se è un maschio), “vignaròla” (perché frequenta le vigne, non per beccare l’uva, ma gli insetti da essa attirati) e anche “batiàle”. Quest’ultimo nome gli deve essere stato dato da un individuo particolarmente intelligente, che aveva notato come questo uccellino battesse curiosamente le ali…

EL GARDELÌN

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nche il cardellino (Carduelis carduelis) è un specie di passero, ovvero un passeriforme. E come gli uccelli della sua specie è un vegetariano,solo in parte insettivoro. È un bellissimo uccelletto dalle piume marrone, biancastre; gialle e rosse nella mascherina che gli cinge il becco e gli occhi. Oltre che del piumaggio variopinto è dotato di un bel canto. È proibito cacciarlo e chiuderlo in gabbia: chi lo fa commette un reato, ovvero è un “delinquente”. Il cardellino si fabbrica il nido sulle piante e nei cespugli; fa due o tre covate all’anno, di tre-sette uova ciascuna. Eppure di cardellini se ne vedono girare davvero pochi. Si chiama così perché predilige i semi dei cardi. Il cardellino emigra ma, eccezionalmente,ne puoi incontrare qualcuno anche quando c’è la neve (na roba da farte nar for de testa!). In dialetto è chiamato “gardelìn”, ”cardelìn”, “garelìn”, “giardelìn”, “códarlo”, “códerlo”, “sgarzelìn” (da “sgarzi”, i tralci verdi della vite). E chi che mazza en gardelìn, el vegna da mi se el vol ciapar zo na sgarzada! 13

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Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher, Gennj Springhetti Hanno collaborato a questo numero: Alberto Folgheraiter, Annalisa Borghese, Paolo Chiesa, Silvia Conotter, Lara Deflorian, Fiorenzo Degasperi, Fabio De Santi, Renzo Francescotti, Flora Graiff, i Maceta, Alice Manfredi, Carlo Martinelli, Francesca Negri, Tiziana Tomasini Grafica: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170

SOMMARIO MARZO2014

6 COMMENTI 11 IL DIALETTO IN-FORMA

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Registrazione Tribunale di Trento n. 536 - 4 aprile 1987

COME ABBONARSI:

(un anno, 12 numeri a Euro 20,00) BOLLETTINO POSTALE c/c N. 11492386 Curcu & Genovese Associati - TM Via Ghiaie, 15 - 38122 TRENTO BONIFICO BANCARIO CASSA RURALE DI TRENTO IBAN IT15 E083 0401 8040 0000 3080 485 CARTA DI CREDITO Telefonando allo 0461.362122 DIRETTAMENTE PRESSO L’UFFICIO ABBONAMENTI Via Ghiaie 15 - Trento Tel. 0461.362107 ufficioabbonamenti@trentinomese.it I Suoi dati saranno trattati per dar corso al suo abbonamento; il conferimento dei dati è necessario per perseguire la finalità del trattamento; i Suoi dati saranno trattati con modalità manuali, informatiche e/o telematiche e non saranno diffusi. Lei potrà rivolgersi (anche telefonicamente) al Servizio Privacy presso il titolare del trattamento per esercitare i diritti previsti dall’art. 7 del D.lgs 196/03. Titolare del trattamento dei dati è la CURCU & GENOVESE ASSOCIATI S.r.l., Via Ghiaie, 15 – 38122 Trento - Tel 0461.362122 AVVISO AI LETTORI La scelta degli appuntamenti è a cura della redazione. La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti delle programmazioni annunciate.

FENOMENI VIRALI DI FACEBOOK I FUMETTI DI LUIGI SIVIERO

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UNA “GUERRA TRA PARENTI”

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RICORDO DI IGINIO ROGGER

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BENVENUTI A SANBÀPOLIS COME SI CAMBIA (A 2000 METRI) IL SOGNO CINESE DI GABRIELLA GUSTO SENZA BARRIERE UN TERRITORIO PER CRESCERE CINZIA ANGELINI A HOLLYWOOD ANNALISA FILIPPI SPECIALE GIARDINAGGIO

Panorama

58 I “KENNEDY” AL MUSE 61 ENRICO RUGGERI 62 DOLOMITI SKI JAZZ

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Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 - 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. TRENTO - Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 Fax 0461.935706 studiotn@bazar.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese

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ANTONIO ALBANESE

66 FIORELLO “FUORI PROGRAMMA” 68 SIMONE CRISTICCHI 69 DELITIAE MUSICAE 70 SIPARIO D’ORO 72 CENERENTOLA 73 TEATRO A TRENTO E A ROVERETO

Giorno per giorno

74 MOSTRE 78 APPUNTAMENTI DEL MESE

Scoop&news

90 LE SIGNORE DELLA GRAPPA 90 EXPORIVA CACCIA PESCA E AMBIENTE 91 MARIA PASQUINELLI, CHI ERA COSTEI?

Rubriche 94 96 97 98

LIBRI E LIBRERIE FRATELLI DI TAGLIA IL RISTORANTE LA VIGNETTA

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trentinoattualità

fenomeni virali:

“SEI DI... SE” di Carlo Martinelli

IL SOCIAL NETWORK CHE GUARDA AL FUTURO FA INCONTRARE IN RETE CHI CERCA STORIE, TRACCE ED IMMAGINI... DEL PASSATO. IN TRENTINO, AD ESEMPIO, ECCO COSA ABBIAMO SCOPERTO

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ostalgia canaglia? O qualcosa d’altro? E perché no, magari, un modo nuovo – collettivo, sincopato, rapido come si conviene ai tempi di internet, tutto immagini e poche parole, con in più la curiosa variante di un dialetto usato in barba ad ogni regola – di recuperare e (ri)costruire quella memoria della quale ci ostiniamo a dire che è

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ingrediente essenziale per andare verso il futuro? Sta di fatto che di fenomeno si tratta. Migliaia di persone – le cifre presentate in queste stesse pagine parlano chiaro – si affidano ai gruppi nati in particolare in Facebook, il social network per eccellenza, per rilanciarsi l’un l’altro la fatidica frase: “Sei di Trento se…” e, a cascata, tutte le varianti possibili, da

Rovereto a Luserna, da Mezzocorona alla val di Ledro. È il trionfo del ricordo, della foto in bianco e nero tirata fuori dai cassetti, delle immagini di gite, classi scolastiche, partite di calcio, vacanze al mare, naja, concerti, foto di famiglia. Niente di nuovo sotto il sole, a ben guardare. Come negare, ad esempio, che proprio la rivista che avete tra le mani non abbia raccontato, e continui convintamente a farlo, gli anni che furono? Basti pensare che nel numero scorso Paolo Curcu ha ripercorso gli anni Sessanta a Trento e che due mesi fa si sono raccontati gli anni nei quali migliaia di trentini, alla domenica, prendevano d’assalto lo stadio Briamasco per le partite del calcio Trento. Ma su queste pagine sono sfilate le maestre di una volta, i fotografi degli anni Cinquanta, i protagonisti della contestazione, i musicisti dell’invasione beat e capellona. Volti e storie accomunati appunto dal ricordo, da quel sottile filo della nostalgia che tanto ammalia e da un immagine che ritorna improvvisa, quando meno te lo aspetti. Certo, internet rende tutto più facile. In queste ultime settimane, a colpi di


trentinoattualità

BORGO VALSUGANA / RICONOSCIUTI IN FOTO, PERCHÉ “QUESTA È STORIA”

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clic, è esploso un “te ricordet” collettivo che merita una attenzione non distratta. Perché al di là di esagerazioni, ingenuità, persino qualche polemica, un dato di fatto è incontrovertibile. La rete funziona. Fa ritrovare persone che si erano perse di vista, fa riaffiorare storie e volti che sembravano per sempre dimenticati, riallaccia contatti, ricostruisce rapporti. Certo, lo fa lungo quel sottile confine che è fatto dallo schermo di un computer o di un palmare per non dire di un telefonino. Una sorta di liquida realtà che ora appare ora scompare. Per questo, paradossalmente, è molto più probabile che resti un articolo come questo a documentare il fenomeno “Sei di… se” che non le stesse pagine di facebook. E però se questo articolo prende forma e racconta, è proprio in virtù di quel cercarsi a colpi di clic, in rete.

al gruppo di Borgo Valsugana peschiamo la storia di una foto. Dimostra come la memoria condivisa riesca a sua volta a ripescare dal baule dei ricordi tanti volti, nomi, storie. Tante emozioni. Franco Casagrande pubblica l’immagine della premiazione di una gara ciclistica, probabilmente negli anni Sessanta. Poco dopo Giorgio Dalledonne scrive: “Franco li riconosci tutti? Io sì, c’è anche tuo padre!”. Poco dopo Armando Orsingher chiede: “Giorgio aiutaci!”. E Giorgio Dalledonne lo fa. Preciso, enciclopedico: “Da sinistra un atleta, ragionier Livio Rossi sindaco, dietro il ragionere Micheletto della ditta Dalbera, Aldo “paia”, il senatore Remo Segnana, il dottor Rossi direttore ENEL, dietro Tullio Dietre, il ragioniere Nicolussi vice direttore Enel, il cavaliere Egidio Casagrande, il dottor Adriano Caumo. Spero di non aver sbagliato”. Chiude Armando Orsingher: “Grazie Giorgio, prendo nota sulla foto stampata. Questa è storia.” Come dare loro torto?

generazione piena di ideali ma mica tanto furba”; piazza Cesare Battisti sarà sempre e solo Piazza Italia, ed era li che ci si incontrava tutti i sabati pomeriggio prima di tornare a casa per cena; si andava al Picaro a bere il the e a leggere i bigliettini stipati sotto il tavolo di vetro; al Miky si leggeva “il librone” alla ricerca di una dedica, un pensiero, un minimo cenno che qualcuno aveva pensato a te perché ai tempi in cui internet non c’era il librone del Miky ha rappresentato la bacheca virtuale di un’intera ge-

nerazione: i suoi sogni, i suoi pensieri, il suo testamento per il futuro; a scuola a ricreazione si mangiavano i panini del Moro con il prosciutto o il formaggio e un tovagliolo a proteggerli dagli effetti patogeni esterni perché erano i tempi in cui le regole sull’igiene non venivano ignorate: semplicemente non si conoscevano; nel week end “o prendevi quell’autobus o tornavi a casa a piedi” perché poi non ne passavano altri; l’autogestione era un modo per affermare la nostra identità e l’okkupazione della scuola era un

Cinema Dolomiti

Non resta che lasciarsi andare al “ti ricordi” generalizzato. Quando – citiamo qua e là dalla pagina di “Sei di Trento se…”- a scuola si andava tutti con l’Invicta personalizzato con 1000 scritte e guai a lavarla che altrimenti venivano via e quando Chernobyl lo ricordi come una mamma alla finestra che ti chiama a casa e ti dice di non mangiare insalata e i Ghostbuster, quelli belli con il gorilla e la macchina parlante, li guardavi su Odeon a orari che cambiavano a seconda dell’umore dell’emittente e la nevicata del gennaio 1985 è stata la più bella di sempre perché hanno chiuso la scuola e l’estate del 2003 è stata in assoluto la più lunga e la più calda di cui si ha memoria. Ancora: in marina si andava tutti quanti al Boston, strategicamente seduti davanti alle vetrate, perché “eravamo una 17

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LA HIT PARADE DEGLI ISCRITTI

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l rilevamento, parziale e dettato solo dalla curiosità e dunque senza pretesa di completezza, è stato effettuato consultando le pagine facebook tra le 9.30 e le dieci di domenica 16 febbraio. La classifica degli iscritti ai gruppi “Sei di... se” in quel momento era la seguente. Trento................................................. 4.402 Gardesano (del lago di Garda).....................3.804 Rovereto...........................................3.234 Riva del Garda.............................. 1.338 (c’è anche un altro gruppo con 267)

CHE PERSONAGGI!

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ricordi sono sempre affettuosi, affidati ad un dialetto che certamente non rispetta le regole canoniche della grammatica dialettale, appunto, ma che restituisce la voglia di ricordare chi non c’è più, chi c’è ancora e ha cambiato vita, chi è sempre uguale a se stesso. Così, affidati alle immagini del gruppo “Sei di Trento se...” ecco tre personaggi che hanno segnato la vita della città di Trento. El Moro. Il mitico venditore ambulante di panini, brioches e “ciunghe”. Immancabile davanti alle scuole e davanti al Briamasco. Juventino inossidabile. RIP. Qui è restituito dalla bella immagine di Maurizio Rossi. L’Arturo. Il clochard per anni figura onnipresente nelle strade di Trento. Oggi, pulito e sbarbato, vive ad Arco. Qui l’obiettivo di Dino Panato l’ha colto in una dei suoi rari ritorni in città. Ma v’era un motivo, eccome: i funerali di don Dante Clauser, il prete degli ultimi. El Dario beat. Onnipresente. La musica è il suo destino, la bicicletta il suo destriero. Se non l’avete mai incontrato... non siete di Trento. La foto, e le citazioni affettuose in rete verso “il mitico Dario”, sono di Walter Gottardi.

Pergine Valsugana.................... 1.330 Cles.......................................................1.274 Arco..................................................... 1.005 Val di Ledro........................................ 994 Primiero.................................................878 Mori......................................................... 796 Borgo Valsugana.............................679 Lavis.........................................................522 Dro.............................................................461 Cavalese............................................... 459 Mezzolombardo...............................423 Mezzocorona..................................... 315 Malè......................................................... 217 Luserna.................................................. 102 Una occhiata anche “oltreconfine”, al vicino Alto Adige, rivela che Bolzano contava ben 7.521 iscritti mentre Merano era a quota 4.423. Cifre sorprendenti fino ad un certo punto se si considera che a Bolzano sono attivi, e ben prima che scoppiasse la “Sei di...se mania”, molti gruppi che della memoria fanno la loro bandiera: “Quando pattinavamo in via Roma” (685 membri), “Quelli del campetto di Oltrisarco” (154), e soprattutto “Lo slang di Bolzano” (1.762) nato dopo la fortunata pubblicazione dell’omonimo libro di Paolo Cagnan (Curcu & Genovese editore). Ultima curiosità: la medesima rilevazione indicava in 5.227 i membri del gruppo di Milano (ma con lo stesso nome e con poche decine di aderenti se ne trovano a decine) mentre a Palermo non scherzano: sono 115.197.

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momento che si attendeva con ansia: si pensava davvero di cambiare il mondo con qualche cartellone colorato e uno slogan gridato nelle vie della città; potevi passeggiare con il buio senza paura, perché a Trento non c’è niente da fare, ma almeno non succede mai niente di Sait di Corso 3 Novemebre, 1967

brutto; al parco di piazza Dante si andava a dare da mangiare alle papere; per l’esame della patente speravi di non trovare la famigerata “esaminatrice con i capelli rossi”, personaggio mitologico di inaudita cattiveria; la domenica pomeriggio andavi a ballare gratis al Maverick.


trentinoattualità

Alpini 1987

Come ha efficacemente scritto Paolo Piffer sul “Trentino”, quando gli strumenti telematici di ultima generazione si mischiano con segni espressivi d’antan come quelli dialettali può anche nascerne una commistione più che mai godibile,

che fila via come un romanzo. Per quanto composto da frasi mozze, pure a volte disarticolate, ma, a loro modo, efficaci, almeno come rappresentazione dei tempi, sgrammaticati, nei quali gli input prevalgono su sintassi e punteggiatura.

GLI SPORTIVI DI GORGAZZINI

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oberto Gorgazzini tira fuori dai suoi cassetti questa immagine. La pubblica su facebook scrivendo: “Foto storica: squadra agonistica del primo Gruppo Sportivo Battisti ( poi divenuto ATA Battisti). Quelli che conosco sono: il primo in basso a sinistra seduto, mio padre, Ugo Gorgazzini, sempre seduto con il numero 88 Roberto Moggio e in piedi con il numero 93 Rolly Marchi. So che nella foto c’è Arturo Catoni (fotografo che aveva il negozio. all’inizio di via Perini) ma non so quale sia (forse il n. 68)”.

E mica per ignoranza degli adepti della Rete, ci mancherebbe, ma per proprietà e “volontà” del mezzo. “Sei di Trento se...” è dunque la frase mantra, ricorda, che ha dato il via alle danze ed ad un effluvio di interventi che hanno mano a mano delineato un racconto su “cosa facevamo in città per poterci dire trentini”, tra gli anni Settanta e Ottanta, ma anche un po’ prima. Senza scomodare Fogazzaro e il suo piccolo mondo antico, un ritratto, scrive Piffer, di “cosa eravamo, cosa facevamo e dove andavamo” che potrebbe ormai entrare a far parte a buon diritto di una storia minima dei costumi cittadini. C’è di tutto in quell’amarcord. “Nel 68-69 tutta la città assediata da camionette di carabinieri, io avevo 5-6 anni mi ricordo che andavo alle Crispi e passavo dietro alla poste per andare a scuola e in via Mantova prendevo sempre un panino all’uva al Sosi. Abitavo in cima a via Galilei e dal balcone assistevo agli scontri…spesso con il fazzoletto in viso per via dei lacrimogeni (9-10 anni). Dopo la funzion del magio se neva a robar zireze a la Vela. No te sei de Trènt se no t’hai mai vista almen ‘na volta la TrentoBondone (intendo corsa di macchine). Se andavi al cinema Dolomiti la domenica pomeriggio. Quando se neva a sciar en Bondon e se ciapava la bidonvia en Vaneze che la ghe meteva do ore a rivar en zima. Te sei na sulle roste del Ades a veder la tonca e i foghi al 26 de san Vigili. Se te nevi all’Ufo e po al 3di a magnar la pizza dopo esser pasà dal Tirrena a saludar el Gasperetti bei tempi. Se te nevi al Zanella a magnar el gelato prima del’80. Sei di Trento se ti sei comprato almeno un paio di Wrangler o di Levis all’Officina da quel figon dell’Ivan. Se ti ricordi la strada vecchia della via Valsugana. Se da bocia, ai tempi de la Bepina, te fevi dar for da mat “gambalesta” e “mano di fata” guardiani en piazza Dant, a pescar trote e pesati rosi nascosti en tra le canne. Se te nevi a zugar al bilardo al bar Vicenza, zo soto en de la fumera. Se te pasavi dal Tartina. Se sei entrato a

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VI RICORDATE IL BAR BIANCO? E SUBITO SPUNTANO LE IMMAGINI

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al gruppo di Trento un altro pezzo di storia cittadina, quella della vita quotidiana, delle amicizie, dei mille percorsi esistenziali. Il 3 febbraio Rino Belli scrive: “Te sei de Trent, se te te ricordi del bar Bianco en via del Suffragio, quel del Tony Montone, en do che gh’era la Betty e ogni tanto capitava anca l’Andy Luotto”. Passano tre giorni e Dino Panato, fotografo che è anche inesauribile memoria delle vicende cittadine, sportive, musicali e non solo, fa un bel regalo a tutti quelli che in rete stavano già scervellandosi su chi avesse frequentato il bar. Pubblica infatti non solo l’immagine dell’esterno del locale, pescata chissà dove, ma anche una stupenda foto d’epoca oltre che di gruppo. “Forse - scrive Panato - la foto è stata scattata da Luca Boscheri”. Commenta Claudio Rossi a stretto giro di post: “Nela foto gh’è en pò de tut: komunisti, fotografi, inzenieri, vignetisti... La Trento bene!”.

lavorare alla Michelin. No te sei de Trènt se no t’hai mai viste l “Dario Beat” girar en zità con la bicicletta. Se te nevi al bar Rosa a magnar i panini del Paolo. Sei de Trent se hai giocato a calcio nell’Orione o nell’Ara Aquila”. Ed anche Matteo Lunelli, questa volta dalle colonne de “l’Adige”, ha colto ciò che sembra la tendenza dominante: la nascita su facebook di decine di pagine e di gruppi con lo sguardo rivolto più al passato che al futuro. E l’elenco che fa è una sorta di cartina della città – ma questo vale per tutte le località, compresi i paesi più piccoli – dove la geografia delle persone e delle cose è riscritta in una sorta di macchina del tempo. Avete presente quel gioiello di film che è stato “Ritorno al futuro”? Ecco, è proprio così. La cabina a gettoni di piazza Italia, quando alle 23 si chiamava a casa per farsi venire a prendere, perché non c’erano più autobus. Il Chesani, la Standa, l’Upim, il reparto giocattoli del Nicolodi, un paese della cuccagna per i bambini. I cigni in piazza Dante e l’orso a Goc20

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ciadoro, le dediche romantiche di radio Dolomiti, “Sol” di Andrea Castelli, le partite nella polvere al Santissimo o in Santa Maria o all’Oratorio del Duomo, la festa di Mesiano, gli scioperi del Da Vinci, le estati in piscina, la piccionaia di Sociologia, i punk a carnevale, il Freddie Mercury di Trento, l’Arturo e moltissimo altro ancora. Su tutto, lo stupore di chi si ritrova in rete

la foto di papà o dell’amico di scuola o di chi all’improvviso trasecola nel ricordare ciò che aveva semplicemente dimenticato. Gli storici faranno spallucce ma una piccola grande convinzione si fa largo: in qualche modo, magari disordinato ed ingenuo – epperò vero e sincero – anche questo è un buon metodo per (ri)scrivere la nostra storia. Quella di ciascuno e quella di tutti. ■


trentinoattualità

di Carlo Martinelli

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ome tutti ha cominciato con Topolino e gli altri personaggi della famiglia Disney. Ma i fumetti per Luigi Siviero non sono stati solo una passione adolescenziale. Sono poi diventati ragione di passione, di studio, di scrittura. Oggi si può ben dire che Siviero – Trento, 6 giugno 1977, laureato in giurisprudenza – è saggista conosciuto a livello nazionale. Il suo “Dylan Dog e Sherlock Holmes: indagare l’incubo” (Edizioni NPE), un libro che contiene un’analisi del Dylan Dog di Tiziano Sclavi accompagnata da un’intervista al creatore dell’indagatore dell’incubo, pubblicato nel 2012, è pressoché introvabile. E la sua più recente fatica – “Dall’11 settembre a Barack Obama. La storia contemporanea nei fumetti” (sempre Edizioni NPE), dedicato ai fumetti che hanno come temi gli attentati terroristici dell’11 settembre 2001 e la Guerra al Terrore – è recensita e segnalata sulle riviste e sui siti specializzati come testo fondamentale. Già: attento e documentato osservatore di tutto quello che ruota attorno alle “nuvole parlanti”, Siviero si è confermato con un corposo, documentato ed intrigante saggio dedicato al “come” siano stati affrontati dai fumetti temi caldi come l’11 settembre, la caccia a Bin Laden, l’elezione di Barack Obama, il conflitto araboisraeliano, gli Stati canaglia. Sfilano le vignette danesi su Maometto, il caso Assange e gli stessi supereroi di carta che hanno collaborato diverse volte con Bush o con Obama, alcuni di essi dando la caccia ai terroristi, altri vedendo l’altra faccia della me-

LA VITA A FUMETTI DI LUIGI SIVIERO RICONOSCIMENTI IMPORTANTI PER LO STUDIOSO E SAGGISTA TRENTINO. CHE È ANCHE SCENEGGIATORE NONCHÉ POETA, HAIKU COMPRESI

daglia della Guerra al Terrore. Il rapporto tra il presente storico e l’immaginario a strisce in un viaggio ricco di citazioni (ed immagini). Perché un fumetto può essere più potente ed incisivo di mille articoli di fondo. Ma Siviero è altro: oltre a migliaia di fumetti letti, ecco la tentazione della sceneggiatura dietro l’angolo - proprio su questo mensile è apparsa mesi fa una sua storia a fumetti ambientata ai Lavini di Marco, luogo della ruina dantesca - e la grande passione per la poesia. Sì, Siviero è uno che spazia con costante determinazione negli interessi che hanno segnato la sua vita. Basti dire che ha realizzato anche il breve saggio

“Analisi del fumetto. La composizione delle coppie di tavole” (Abigail Press, 2007), il fumetto sperimentale (C6H10O5)n (Abigail Press, 2009) e degli interventi critici pubblicati nell’antologia “Garth Ennis. Nessuna pietà agli eroi” (Edizioni XII, 2010) e nel catalogo della mostra “Interni immaginari” dedicata ad Ausonia dal festival Lucca Comics & Games (Associazione culturale DOUble SHOt, 2010). I suoi articoli sono pubblicati nei portali “Fumetti di Carta” e “Lo Spazio Bianco”, nel suo blog House of Mystery – una miniera di notizie per i patiti del fumetto e non solo –, nella rivista “Fumo di China” e nel sito del festival BilBOlBul

di Bologna. “Velo d’oscurità” – una raccolta di haiku – e “La composizione chimica dell’Inferno” (entrambi Abigail Press) sono invece i titoli delle sue prime due raccolte di poesie. Ci piace pensarlo così, sospeso tra le tavole dei Super eroi americani, dei quali conosce tutto, ma proprio tutto e i versi che raccontano le inquietudini che sono comuni a molti. Così un suo haiku dice che “Scrivere un libro / E poi ricominciare / Fino a perdersi”, mentre una sua poesia annuncia che “Il Diavolo gioca a dadi / Vince e perde / senza saperlo”. ■

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1914-1918 - UNA “GUERRA TRA PARENTI” – 3° PUNTATA

DISCRIMINATI E MALTRATTATI: I TRENTINI VITTIME DUE VOLTE I TRENTINI “FURONO VITTIME DI MISURE DISCRIMINANTI NEL RECLUTAMENTO, NELL’ASSEGNAZIONE AI CORPI E NELLA CONCESSIONE DELLE LICENZE. A TUTTO QUESTO SI AGGIUNSE, CON L’ENTRATA IN GUERRA DELL’ITALIA, L’APERTA DIFFIDENZA DEI COMANDI AUSTRIACI NEI LORO CONFRONTI CHE SFOCIAVA SPESSO IN PUNIZIONI E MALTRATTAMENTI”. di Alberto Folgheraiter

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primi mesi di guerra furono i più tragici anche per i Trentini inviati sul fronte orientale. I due giornali che ancora si pubblicavano a Trento – “Il Trentino”, di impronta cattolico-popolare, diretto da Alcide Degasperi, e “l’Alto Adige”, liberale – davano ogni giorno notizie sulla guerra, ma ogni giorno aumentavano gli spazi lasciati vuoti dalla censura militare. Non si doveva sapere, per esempio, che in Galizia il sangue correva a fiumi e che dei 22.892 soldati morti tra i Kaiserjäger nel primo anno di guerra, alcune migliaia erano del “Welschtirol”, il Tirolo di lingua italiana. Trentini. Cesare Battisti, deputato al ParlamenBandiera del IIIº Reggimento Tiroler Kaiserjäger.

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to di Vienna, acceso sostenitore dell’irredentismo, il 12 agosto 1914 aveva abbandonato il Trentino e si era rifugiato a Milano. Due giorni prima, assieme ad altri due irredentisti (Guido Larcher e Giovanni Pedrotti) aveva firmato un appello al re Vittorio Emanuele III perché la Corona e il Governo operassero “attivamente al fine di liberare dalla sovranità austriaca le terre irredente”. Sospese le pubblicazioni del suo giornale, “Il Popolo”, Cesare Battisti aveva cominciato a girare l’Italia per propugnare un intervento militare contro l’Austria. A Torino aveva pubblicato un opuscolo nel quale sollecitava “o si pensa ora a salvare Trento, o si rinuncia per sempre ad avere un inespugnabile baluardo che assicuri alla penisola tutto il suo pacifico e civile progresso. Ora o mai!” Dalle colonne del giornale socialista l’“Avanti”, Benito Mussolini (già collaboratore per qualche mese, nel 1909, a Trento, del “Popolo” di Battisti) cavalcava lo slogan della “neutralità attiva e operante”. Il compagno Mussolini non faceva mistero della sua conversione all’interventismo. Tant’è che, con il denaro ottenuto dalla Francia e l’appoggio del “Resto del Carlino” di Bologna, il 15 novembre 1914 fu in grado di far arrivare nelle edicole un giornale nuovo di zecca: “Il popolo d’Italia”. In Trentino altre pubblicazioni erano state sospese a causa della guerra: “il Baldo” a Riva del Garda e “Il contadino” a Rovereto. “Il Trentino” e “L’Alto Adige” avrebbe-

1915 Galizia Fronte Russo. Foto ricordo di Kaiserjäger di Trento

ro chiuso bottega nel mese di maggio dell’anno seguente. Scrisse Aldo Gorfer: “I Trentini restarono dunque privi di un’arma di difesa e di pensiero quali sono i giornali liberi. Era la guerra moderna con il predominio della gerarchia militare su ogni attività; specie in una terra come il Trentino che aveva dato, e stava continuamente dando, testimonianze di irrequietezza. Si battevano le più impensate strade persino con i biglietti chiusi in bottiglie affidate alla corrente dell’Adige - onde far giungere informazioni di carattere militare-politico agli Italiani; cartoline trattate con inchiostro simpatico eludevano la stretta censura. Spesso contenevano accorati appelli e talvolta


trentinoattualità

CONDANNE A MORTE: I MILITARI GIUSTIZIATI E LE DONNE “GRAZIATE”

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l primo “irredentista” condannato a morte e fucilato dagli austriaci, in Trentino, fu il soldato Giovanni Battista Tonini, da Casatta di Valfloriana. Era in servizio militare a Cembra dov’era ammassata la divisione austriaca Edelweiss pronta per essere impiegata nella Strafexpedition. Il 22 aprile 1916, in una cantina del paese, un sottufficiale austriaco aveva invitato i militari presenti a brindare alla Patria e alla salute dell’augusto Imperatore. Al che, GB Tonini aveva esclamato: “Brindo volentieri alla patria ma non a questa”. Il giovanotto fu subito arrestato Giovanni Battista Tonini per “alto tradimento”. da Casatta di Valfloriana Scrisse Ferdinando Cortelletti sul giornale “Alto Adige” (24 aprile 1983): “L’apparato di forze era tale che la vita locale fu del tutto paralizzata e nessuno si azzardava, addirittura, a uscire da casa. Ma non bastò. Si aspettava al varco un motivo plausibile per dare un esempio politico della forza austriaca specialmente qui in terra trentina dove l’esercito non godeva certo delle migliori simpatie. Giovanni Battista Tonini da Valfloriana fu il capro espiatorio”. Dopo un processo sommario, celebrato a Cembra, Giovanni Battista Tonini fu condannato a morte. Fu fucilato la sera del 25 aprile 1916 nei prati del maso Bersaglio, poco sopra la parrocchiale. La popolazione aveva tentato, invano, di ottenere clemenza con petizioni e con orazioni. Poi toccò a Damiano Chiesa, di Rovereto. Arruolatosi nell’esercito italiano, fu catturato a Costa Violina, sul monte Zugna, e fucilato nella fossa del castello del Buonconsiglio il 19 maggio 1916. Due mesi dopo fu la volta di Cesare Battisti e Fabio Filzi, giustiziati per impiccagione nella medesima fossa del Buonconsiglio, il 12 luglio 1916. Altri irredentisti trentini furono condannati a morte. La pena fu poi commutata in anni di carcere duro da scontare in varie prigioni dell’impero. Anche dieci donne trentine furono condannate a morte dal tribunale militare speciale di Trento per reati di natura politica. In tutti i casi, la pena fu sostituita con il carcere duro, aggravato da digiuni.

speranze deluse. Eccone una dei primi mesi del 1915: “Sono andato a cercarti. Tutto andò liscio. La censura è quanto mai rigorosa. Dunque precauzione. Non scrivere alla Ditta. Le notizie politiche ormai ci interessano poco. Costì facciano quanto credono. Se vogliono venire vengano; se nò stiano lì. Noi siamo stanche di questa tiritera”. Invero notevole fu l’apporto dei fuoriusciti trentini a sostegno della tesi degli

G. B. Miramonti (“Il sacrificio delle donne trentine”, 1927) rammentò che furono condannate a morte per fucilazione: Silvia Gottardi da Trento (12 ottobre 1915); Anna Eller da Trento (20 ottobre 1915); Adalgisa Dalrì da Trento (13 gennaio 1916); Maria Lazzeri da Trento (15 febbraio 1916); Maria Danieli Pederzolli da Riva del Garda (28 marzo 1916); Maria Boni da Villa Rendena (4 aprile 1916); Pia Tomasi da Serravalle di Ala (agosto 1916); Cornelia Lorenzoni da Cles (4 novembre 1916). Inoltre, furono condannate alla pena del capestro Fortunata Moser da Trento (1. dicembre 1915) e Bice Rizzi da San Bernardo di Rabbi (27 gennaio 1916). Tutte e dieci ebbero commutata la pena. Per quarant’anni, Bice Rizzi (1894-1982) fu la direttrice del Museo Trentino del Risorgimento (1923-1964), istituzione che aveva contribuito a fondare l’indomani della prima Guerra mondiale. Così la ricorda una scheda biografica del Museo storico in Trento: “Il 3 luglio 1915 viene presa in ostaggio in cambio della libertà concessa al padre morente, imprigionato per spionaggio militare a favore dell’Italia. Nell’agosto dello stesso anno viene avviato un processo a suo carico per alto tradimento e il 27 gennaio del 1916 è condannata a morte per capestro: è ritenuta responsabile di propaganda a favore dell’intervento in guerra dell’Italia e di aver fornito informazioni militari segrete. La condanna viene in seguito commutata in quella di 10 anni di carcere duro che sconterà solo in parte nella fortezza di Weiner Neustadt. L’8 novembre 1918 segna il giorno della ritrovata libertà. La fine del conflitto mondiale e la disfatta dell’Austria le consentono il rientro a Trento. Qui è tra le fondatrici del Museo trentino del Risorgimento che dirige fin dall’anno della sua istituzione, il 1923. La sua attività al Museo si protrae fino al 1964: Bice Rizzi accompagna quarant’anni di incessante il presidente della Repubblica azione volta ad incrementare Giovanni Gronchi le raccolte, gli archivi e la biin visita al Castello del Buonconsiglio nel 1956 blioteca”.

interventisti italiani che da tempo avevano iniziato una gran polemica con i neutralisti. Visti sotto la prospettiva nazionalistica, che anche molti anni dopo la cessazione della guerra ispirò i cronisti delle patrie vicende, i primi furono appellati “piccola pattuglia audacissima di intellettuali e di divinatori, che seppero crescere via via e trascinare dietro la bandiera della riscossa il tentennante governo italiano e l’immenso gregge

della gente senza idee e senza nervi”; i secondi, invece, vale a dire i neutralisti, tra i quali bisogna porre gran parte di socialisti, avrebbero avuto, sempre secondo la precitata prospettiva, la “rispondenza negli strati bottegai della nazione”. Oltre ai trentini, sul fronte orientale della Galizia, della Bucovina e della Volinia, erano stati inviati anche altri italiani d’Austria (32mila500 giuliani, 30mila 23

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Galizia 1915

friulani). Scrive Quinto Antonelli (“I dimenticati della Grande Guerra”, 2009): “Al fronte, i soldati di nazionalità italiana sono subito coinvolti nelle sanguinose battaglie di Rawa-Ruska, di Godek, di Leopoli e travolti dalla controffensiva dell’esercito russo che in pochi mesi occupa la Galizia orientale e centrale fino a giungere al campo trincerato di Cracovia. Conoscono, spesso con disperazione, una guerra moderna che ai bombardamenti assordanti e allo scoppio degli shrapnel, le micidiali granate a frammentazione, aggiungeva gli assalti con la baionetta, la lotta corpo a corpo, le spaventose cariche dei cavalieri cosacchi; e poi la distruzione dei villaggi e dei raccolti e l’opera sistematica degli “impiccatori” militari, che conducevano una loro guerra di pulizia giustiziando presunte spie e sabotatori galiziani. La ferocia degli scontri è riflessa nel numero dei caduti, dei dispersi, dei prigionieri: alla fine del primo anno di guerra l’esercito austro-ungarico aveva perso 994mila uomini, più di un milione quello russo. Molti dei 10.500 caduti trentini che si conteranno al termine del conflitto (ma ancora il conteggio non è certo), morirono in questi primi mesi, mentre altri caddero prigionieri dei russi, quando non agevolarono con la diserzione la propria cattura”. Finita la guerra, il fascismo volle interpretare la resa dei Trentini ai Russi come un inequivocabile segno di “atteggiamento nazionale filoitaliano”. Per taluni, forse, fu così. Per la maggior parte, il “trauma galiziano”, come lo definisce 24

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Quinto Antonelli, contribuì ad accelerare “forme di disobbedienza e di rifiuto”. Infatti, i Trentini “furono vittime di misure discriminanti nel reclutamento, nell’assegnazione ai corpi e nella concessione delle licenze. A tutto questo si aggiunse, con l’entrata in guerra dell’Italia, l’aperta diffidenza dei comandi austriaci nei loro confronti che sfociava spesso in punizioni e maltrattamenti”. Nell’autunno del 1914, mentre le truppe tedesche avanzavano nel territorio della Polonia russa, i cosacchi dello zar penetravano ancor più in profondità nella Galizia austriaca. In quella terra viveva quasi un milione di ebrei. E quando la guerra si fece via via più cruenta, la popolazione locale cominciò a infierire contro quel popolo che abitava la Galizia da secoli. Cominciavano i pogrom. Pochi anni dopo, quelle “pulizie etniche” avrebbero dato tragica notorietà a un caporale austriaco il quale, il 1. agosto 1914 si era arruolato volontario nel 16° reggimento di fanteria Bavarese. Quel soldato, già riformato, perché gracile, dall’esercito di Francesco Giuseppe, si chiamava Adolf Hitler. Era nato a Braunau am Inn il 20 aprile 1889. La cittadina natale del futuro Führer del Terzo Reich sarebbe diventata tristemente nota anche ai profughi trentini della prima guerra mondiale. Infatti, nel lager di baracche di legno di Braunau, allestito nel quartiere periferico di Laab-Höft, tra il 1915 e il 1918 furono ammassati dodicimila profughi, “austriaci” di lingua italiana, evacuati dal Tirolo meridionale (Riva del Garda, Valle di Ledro, Arco, Folgaria, Lavaro-

ne, la zona di Rovereto e la Valsugana). A causa delle malattie e della scarsa alimentazione, nel campo-lager di Braunau morirono più di 700 profughi del Trentino. Li ricordano un monumento e una lapide. Scrive Quinto Antonelli: “La residenza nei campi era di fatto coatta, i trasferimenti difficili da ottenere, le uscite rigidamente regolamentate, la posta censurata, l’ordine interno assicurato da gendarmi. I profughi italiani sperimentano qui l’amaro paradosso che muta sudditi austriaci, con figli e mariti al fronte, in sorvegliati speciali”. Nel campo di Mitterndorf fra il 1915 e il 1918 morirono 1.931 profughi del Trentino. Di questi, 875 erano bambini con meno di dieci anni. Quando, nel 1917, Alcide Degasperi ispezionò il campo di Braunau e gli insediamenti dei deportati trentini in Boemia, il parlamentare fu colpito dal fatto che i profughi erano stati trattati “come oggetti”. Lo denunciò in una seduta del Parlamento di Vienna, il 12 luglio 1917: “Essi (i profughi) vennero evacuati, instradati, perlustrati, approvvigionati, accasermati, come se non avessero alcuna volontà propria, come se non avessero alcun diritto”. L’evacuazione di vaste aree del Trentino meridionale era avvenuta con “spirito di persecuzione”, dichiarò il parlamentare trentino. Ma tutto questo era accaduto a partire dal mese di maggio del 1915. Torniamo all’autunno del 1914. Sulla linea del fronte fra austro-tedeschi e russi, centinaia di migliaia di ebrei furono costretti a una ennesima diaspora, a lasciare città e villaggi per trascinare la loro grama esistenza verso est nel cuore dell’impero russo ormai agonizzante. Nel mese di ottobre del 1914, l’inviato del “Times” di Londra, Stanley Washburn, giornalista al seguito delle armate russe, scriveva dalla Galizia: “Tutt’intorno ai crateri scavati dalle granate sono sparsi in ogni direzione i frammenti di panno azzurro delle divise austriache; sul campo di battaglia si possono ancora vedere monconi di braccia, una gamba infilata in uno stivale e altri macabri brandelli di soldati che, rispettosi della disciplina, hanno tenuto la posizione sotto una pioggia di bombe e di granate”. Documentò Martin Gilbert (“La grande storia della prima guerra mondiale”, 1998) che su una croce scheggiata da una granata, il giornalista del “Times” aveva scorto una tavoletta con la scritta:


VOLKER JESCHKEIT è nato nel 1954 in Germania. Ingegnere meccanico, dirige lavori edili per una società altoatesina. È stato ricercatore per il rilievo della fortezza di Trento, in particolare per le opere di fortificazioni campali del maggiore generale Franz Steinhart. Ha collaborato con l’archivio di Stato di Vienna, il Museo Storico della Guerra di Rovereto e con W. Rosner, direttore dell’Archivio di St. Pölten-Austria, massimo esperto per le fortificazioni austro-ungariche nel Trentino. Risiede a Villamontagna di Trento.

TRENTO Via Ghiaie, 15 Tel. 0461.362111 BOLZANO Via Bari, 15 Tel. 0471.930993 ROVERETO Via Magazol, 30 Tel. 0464.414404


Trentini nel campo di Mitterndorf

“Qui giacciono i corpi di 121 combattenti austriaci e di 4 soldati russi”. Il 28 novembre 1914, a Vienna si diffuse la voce, poi censurata nei giornali, che i russi erano arrivati a tredici chilometri da Cracovia, la capitale della Polonia asburgica. Serpeggiò il panico. Qualche giorno dopo si seppe che a Limanowa, con una battaglia durata una settimana, i soldati di Cecco Beppe avevano sconfitto e respinto i russi verso oriente. Cominciava la guerra di trincea. Il 2 dicembre le truppe di Vienna occuparono Belgrado. Erano in ritardo di cinque mesi su quello che sarebbe dovuto restare l’unico obiettivo della ritorsione al regicidio di Serajevo del 28 giugno 1914. Quel giorno era la festa dell’Imperatore, salito al trono giusto il 2 dicembre del 1848, sessantasei anni prima. Nell’anniversario “del glorioso avvento al Trono”, sulla fortezza di Belgrado fu issato lo stendardo imperiale. Sventolò poco. I serbi riconquistarono la loro capitale due settimane dopo, non prima di aver catturato quarantamila soldati austriaci e 133 cannoni pesanti. Il comandante della piazza di Bosnia e dell’Erzegovina, il generale Oskar Potiorek, fu immediatamente sollevato dall’incarico “per ragioni di salute”. Si avvicinava Natale. Il papa, Benedetto XV, aveva chiesto alle Nazioni in guerra almeno un giorno di silenzio delle armi, la “tregua di Dio”. Non fu ascoltato. Sul Trentino si era scatenata una bufera di vento e di neve. I due giornali, “Il Trentino” e “l’Alto Adige” scrivevano di guerra aerea, di bombardamenti, di “terrore che viene dal cielo”. Fra un reportage e qualche notizia non censurata, continuava la pubblicazione - da settembre 1914 era diventata una rubrica fissa - degli elenchi di morti e di feriti predisposto dal 26

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“Segretariato per i Richiamati”. Il 12 dicembre 1914, “il Trentino” scriveva che “si voleva preavvisare le famiglie (dei caduti) e finalmente giovedì scorso fu possibile diramare ad oltre centottanta curatori d’anime le lettere recanti il lugubre annunzio”. Scrive Sergio Benvenuti (“Il Trentino durante la guerra 1914-1918”): “Le liste delle perdite (Verlustliste) fornite dal ministero della Guerra e dalla Croce Rossa austriaca divennero progressivamente sempre più lunghe e arrivarono al loro punto più alto in coincidenza con le battaglie che infuriarono in Galizia e sui Carpazi”. La guerra, intanto, perversava su tutti i fronti. Quando non erano i nemici a uccidere, era il “fuoco amico” a causare la morte. Taulero Zulberti, giornalista e scrittore, per vent’anni corrispondente da Berlino dell’Agenzia Stefani, kaiserjäger in Galizia, rievocò così l’omicidio di un ufficiale: “Il giovane alfiere trentino imbracciò il Profughi trentini a Mitterndorf

fucile per sparare contro il comandante feroce che da quattro giorni lasciava loro patire la fame. Aveva ucciso con la propria rivoltella cinque giovani perché erano caduti a terra esausti e aveva detto: non adoperiamo queste carogne. Il comandante fu colpito in pieno dalla pallottola; oscillò, quindi cadde da cavallo”. (Il brano è riportato da Luigi Sardi in “1915, Monti Scarpazi, il Trentino nella Grande guerra”, Curcu&Genovese, 2005). Finiva l’anno 1914 e il bilancio di quei primi mesi di guerra era già catastrofico. Se le perdite subite dagli Austriaci in Serbia, Galizia e sui Carpazi furono ingenti, anche i morti trentini avevano contribuito a quello spaventoso bilancio. “Il XXIII battaglione della milizia territoriale tirolese, composto esclusivamente da soldati del Trentino e del Tirolo, fu mandato in Galizia nel dicembre del 1914 forte di 960 uomini e ritornò in Trentino nel luglio 1915 ridotto a 147 unità”. Scrive ancora Sergio Benvenuti che “nella relazione ufficiale compilata dal Kriegsarchiv di Vienna nell’anno 1914 si afferma che la “carta del sangue” indicante la percentuale delle perdite in rapporto alla popolazione, per gli italiani del Tirolo meridionale dà il 19 per mille di soldati rimasti sui campi di battaglia (il 15 per mille per il goriziano e il 6 per mille per l’Istria). Nelle regioni dell’Austria tedesca vi fu una percentuale di 29 morti su mille abitanti. In conclusione, i soldati trentini caduti sul fronte russo in quel primo periodo di guerra, secondo questa statistica, sarebbero stati oltre ■ settemila”. 3 - CONTINUA SUL PROSSIMO NUMERO



SANBÀPOLIS

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di Silvia Tarter


trentinoattualità FINALMENTE TRENTO HA LA SUA PALESTRA DI ROCCIA. SI TROVA A SANBÀPOLIS, LA NUOVA STRUTTURA POLIFUNZIONALE NEL QUARTIERE DI SAN BARTOLAMEO. PRESENTATA IN POMPA MAGNA IL 18 SETTEMBRE, APERTA UFFICIALMENTE IL 2 GENNAIO, HA GIÀ REGISTRATO IL SOLD OUT DI UOMINI RAGNO, O ASPIRANTI TALI

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opo le piramidi del Muse e le sequenze geometriche de Le Albere, l’ultima novità architettonica di Trento è una montagna alta quasi trenta metri, sorta in via della Malpensada nel quartiere di San Bartolameo, da cui appunto prende il nome Sanbàpolis. Una struttura rivestita in porfido grande 86.000 metri cubi, ma che riesce ad inserirsi bene nell’ambiente circostante, anzi, sullo sfondo di montagne spruzzate di neve fresca delle scorse settimane, nel suo profilo netto e lineare ricorda proprio una roccia aguzza. Commissionata dall’Opera Universitaria, Sanbàpolis è stata realizzata in due anni e mezzo dal Consorzio Lavoro Ambiente, su un progetto di STS Trentino Engineering s.r.l e STS Servizi Tecnologie Sistemi S.p.A., che ha diretto i lavori, in collaborazione, per la parte architettonica, con lo Studio Palerm Y Tabarez de Nava di Tenerife. Non certo un lavoretto da poco, visto che il complesso si articola su 5 livelli per contenere una serie di intrattenimenti: dal palazzetto dello sport con sala fitness, alla palestra di roccia, oltre a uffici e sale conferenze, teatro polivalente con spazi per le registrazioni,

ristorante, caffetteria lounge bar. Sport, cultura, lavoro, ma anche solo semplice ritrovo tutti insieme sotto lo stesso tetto, riuniti in un’opera decisamente ambiziosa che è costata all’Amministrazione Provinciale 32 milioni di euro. In questi numeri rientra anche una particolare attenzione all’impatto ambientale che può avere un edifico simile. Una delle parole chiave a guidare il progetto è stata infatti l’eco sostenibilità. Cercando di perseguire gli standard qualitativi LEED ai massimi livelli, Sanbàpolis è stato costruito ottimizzando lo sfruttamento della luce naturale, per minimizzare il consumo di energia elettrica. L’energia per la climatizzazione estiva e invernale e per l’acqua calda è prodotta invece da un sistema geotermico. Con 47 sonde che arrivano fino a 150 m nel sottosuolo, alimentate dall’energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico sulla copertura (con potenza di 50 kWp), è il più grande sistema geotermico del Trentino. Un progetto importante insomma che, comunque, non sarebbe stato altrettanto azzardato se pensato esclusivamente per un’utenza universitaria, spiega il Pre-

sidente dell’Opera Universitaria Fulvio Zuelli. Attualmente, dice, è tutto ancora in fase di rodaggio, ma la cittadella nel cuore di San Bartolameo non poteva ricevere un battesimo migliore delle Universiadi di dicembre, quando ha ospitato la cena finale della manifestazione: «Sono stati serviti più di 800 pasti e si è data prova di un servizio efficiente in uno spazio funzionale, che ha fatto un’ottima impressione anche agli atleti stranieri» Commenta soddisfatto. E i prossimi eventi in cui Sanbàpolis sarà protagonista? Si pensa già al FilmFestival della Montagna? «E’ presto per definire il ruolo che avrà Sanbàpolis durante il Festival di maggio, e dire se ospiterà o meno alcune delle proiezioni – afferma il Presidente. Nel corso di tutto l’anno però, a prescindere dal festival, si cercherà di proporre una serie di film e documentari, naturalmente inerenti al tema della montagna, oltre ad altri eventi e manifestazioni già pianificati, come l’Ateneo dei racconti». Invece, si sa già che a breve, entro l’inizio dell’autunno, anche gli uffici dell’Opera Universitaria avranno sede a Sanbàpolis, anticipa Zuelli. Abbandonando l’attuale collocazione in via Santa Margherita verranno a consolidare ancor più il quartiere di San Bartolameo come nucleo universitario della città. Ma come si è integrata e come si integrerà una simile realtà in una parte di Trento che comunque, oltre agli 850 studenti residenti negli alloggi, provenienti da tutt’Italia e da diversi paesi, appartiene, ancor prima di loro, anche alle famiglie trentine? C’è poi quel lato della città che preme sempre più per mostrare il suo aspetto più giovane e vivace, e che ultimamente si scontra con il suo opposto, il lato più “domestico” e residenziale, se così lo si può definire. «In realtà la città ha accolto positivamente Sanbàpolis, e ancor prima lo studen29

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I CORSI

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Sanbàpolis ci sono corsi per tutti e per tutte le età: da chi è già un po’ esperto della disciplina e desidera migliorare, a chi invece è solamente incuriosito dal mondo dell’arrampicata e vorrebbe capire se questo è lo sport che fa per lui. Il 13 febbraio sono partiti i corsi rivolti ai ragazzini dai 6 agli 11 anni, che prevedono una serie di 8 lezioni, di 2 ore ciascuna, distribuite su due sere a settimana, a partire dalle 17.30. Fino ai 16 anni di età il costo è di 235 euro, inclusivo di entrate, noleggio materiali e insegnante guida alpina. I corsi per gli adulti prevedono 8 lezioni, per un costo di 250 euro. Ci sono poi dei test della durata di 2 ore, al prezzo di 35 €, per avere un’infarinatura sulle fondamenta dell’arrampicata, insieme a una guida alpina. Info: www.mountime.com L’ingresso giornaliero per un adulto ha un costo di 12 €, 8 € ridotto per studenti universitari, Guide Alpine -Istruttori CAI-FASI. Ingresso libero per i bambini al di sotto dei 6 anni, accompagnati da un genitore. Tutte le informazioni dettagliate su costi, abbonamenti, noleggio attrezzature sono disponibili sul sito: www.operauni.tn.it, http://sanbapolis.it/ info@sanbapolis.it Tel. 0461.217478 Via della Malpensada 88, Trento Sud. Orari di apertura: dalle 9.00 alle 23.00, (si può arrampicare fino alle 22.30)

tato, anche perché da subito San Bartolameo ha saputo inserirsi bene. Si trova inoltre in una posizione che, alla luce delle ultime problematiche legate alla movida in città, qui invece non rischia di creare troppi problemi, anche in caso di eventi previsti per l’estate, utilizzando lo spazio del bar sulla terrazza». Eventi, film, uffici… anche Sanbaradio finirà a Sanbàpolis? «No, anche se la radio lavora molto bene e certamente l’attività verrà intensificata. A Sanbàpolis arriverà invece il Centro Musica (ora si trova in via Fermi). Il Comune ha già avviato delle trattative per trasferirlo nel quartiere, poiché un terzo dei ragazzi che lo frequentano sono 30

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proprio residenti a San Bartolameo». E se non dovesse bastare, con buone probabilità, alla luce del recente incontro tra l’Assessore provinciale allo sport Tiziano Mellarini, l’assessore alla ricerca, università e politiche giovanili Sara Ferrari, il sindaco Andreatta, il Presidente Zuelli e Giorgio Torgler del Comitato provinciale di Trento Coni, Sanbàpolis potrebbe diventare anche la sede della casa dello sport tanto sospirata dal Coni, visto che gli uffici delle federazioni, ora come ora, sono ancora dislocati in tre edifici differenti. «Abbiamo questi spazi in locazione – commenta Zuelli – e la proposta sarebbe per noi, Opera Universitaria, economicamente vantaggiosa. Entro l‘autunno bisognerà decidere anche questo». Se tutto andrà in porto quindi la nuova cittadina a San Bartolameo sarà un vero e proprio concentrato di sedi, spazi, progetti, manifestazioni, vòlti a rendere Trento ancora più attrattiva, anche agli occhi di chi ci osserva da oltre confine:

«Oggi ciò che è fondamentale per l’università, non solo a Trento, è l’accoglienza, afferma Zuelli. Occorre colloquiare con altre sedi e saper rispondere alle esigenze degli studenti stranieri. E dar modo agli studenti di sapere che ci sono queste possibilità di intrattenimento, senza volersi comunque sostituire alle loro forme di svago». Dato che bar, ristorante e teatro al momento non sono ancora pronti, abbiamo fatto una capatina nelle viscere di Sanbàpolis, nella palestra di roccia. Grande per Trento, che si era abituata ad essere orfana di una palestra di roccia dopo che nel 2003 un incendio aveva distrutto Action House, grande per l’Italia, dove si è piazzata subito al primo posto per dimensioni. Un bel bronzo invece sul podio europeo. Varcata la soglia, sembra di addentrarsi in una caverna dalle pareti alte 16 metri, dove arrampicare su un’area di oltre 2.200 metri quadri, con uno spazio attiguo dove praticare il bouldering. Ad


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ora ci sono 250 vie con cui sbizzarrirsi, partendo da una difficoltà media alla ferrata, a passaggi estremi per climber professionisti, fino a una parete speed, omologata per il record del mondo sui 15 metri. Un’area è poi riservata a principianti e scolaresche, sempre sotto la sorveglianza degli operatori e guide alpine per garantire la massima sicurezza. A turno, infatti, poiché la palestra è aperta dalle 9 alle 23 a orario continuato, lavorano 8 persone. Il costo d’ingresso è di 12 euro, 8 il ridotto, e con tariffe aggiuntive dai 2 ai 4 euro si possono noleggiare tutte le at-

trezzature necessarie: corde, scarpette, imbragature. Insomma, chi vuole assaggiare il brivido dell’arrampicata, o mantenere l’allenamento non ha scuse: lo spazio è accessibile, funzionale, e vicino a casa, come conferma chi la frequenta. Una giovane coppia, Andrea e Sabrina, lei di Caldonazzo, lui di Mezzolombardo, approfittando di un attimo di riposo scambiando volentieri due chiacchiere: «È lui quello bravo» scherza Sabrina. «Da quando ha aperto veniamo qui almeno una volta alla settimana. E’ comodo e soprattutto vicino. Prima bisognava andare fino a

SANBÀPOLIS IN NUMERI Costo: 32 milioni di euro Volume totale: 86.000 m3 Lunghezza: 155m Larghezza: 60 m Altezza massima: 29 m Una struttura in 5 livelli: 1. Parcheggio interrato, magazzini; palestra di roccia. 2. Palazzetto dello sport con 850 posti, di cui 560 a sedere, omologato per futsal, pallacanestro, pallavolo; sale fitness e didattiche. Spazio teatrale polivalente con una gradinata da 240 poltrone fisse, estendibile fino a 400 posti disponibili, per ospitare teatro all’italiana, teatro sperimentale contemporaneo oppure il cinema, o altri eventi culturali. Ci sono 4 sale teatrali polivalenti pensate per le registrazioni, sale prova per gruppi musicali, sale conferenza, sale per corsi teatrali e di danza e piccole produzioni. 3. Uffici, open office, sale riunioni e sale conferenze, bar e ingresso principale al palazzetto dello sport. 4. Ristorante collegato alla piazza ricavata sulla copertura del teatro. 5. Nella “montagna” vera e propria: caffetteria lounge bar con apertura sul giardino esterno, allo stesso livello della piazza di copertura

Verona o Bolzano, le palestre più vicine per chi volesse allenarsi. Che tipo di arrampicatori siete? «Noi non ci poniamo obiettivi di chissà quali scalate, dicono, non siamo tra quelli “sfegatati”, ci basta allenarci per prepararci all’estate. Molte delle persone che vengono qui, osserva Sabrina, non hanno mai nemmeno toccato una roccia dal vivo e si vede. Infatti parecchi praticano il bouldering: una differenza abissale rispetto all’alpinismo». Ad ogni modo, montanari o meno, la palestra dà la possibilità a tutti di esercitarsi, fare un po’ di sport, mettersi alla prova, anche se si è piccolissimi. Come Teresa, una bimba di 5 anni che sotto lo sguardo fiero del papà, già promette bene appesa a una parete. Giovani, famiglie, un pubblico decisamente vario, raccontano gli operatori, specie dopo le 5 di pomeriggio. Nei primi giorni di apertura ha fatto registrate talmente tante presenze, con una media di oltre 250 ingressi giornalieri e punte di 300, che si è dovuta limitare l’entrata. Naturalmente, ha dato un aiutino, insieme alla curiosità, anche il prolungarsi del brutto tempo. Col sopraggiungere della bella stagione il maltempo lascerà il posto al sole, portando molti a cimentarsi con scalate “live”, in montagna. Intanto, comunque, non fa male allenarsi un po’ al chiuso e far condividere uno spazio comune a studenti che si dilettano a penzolare tra le pareti, tra un post di facebook e un esame, arrampicatori esperti, bambini, neofiti, uomini e donne di qualunque età, tutti a infarinarsi le mani di magnesite e provare a spingersi su, verso l’alto. ■ 31

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trentinoattualità di Alberto Folgheraiter - Foto Gianni Zotta

IL RICORDO

ROGGER, IL “MONSIGNORE” CHE HA SCAVATO LA STORIA E SCARDINATO GLI ALTARI LA MORTE, A 94 ANNI, DI MONS. IGINIO ROGGER, CANONICO DELLA CATTEDRALE, STUDIOSO E ILLUMINATO STORICO DELLA CHIESA DI TRENTO, RIMANDA AD ALCUNE INTUIZIONI CHE HANNO INCISO LA CULTURA E FINANCHE LA POLITICA IN TRENTINO-ALTO ADIGE. UN GRUPPO DI AMICI PIANTERÀ UN OLIVO, IN SUO NOME, NELLA TERRA DEL POPOLO EBRAICO

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L’ultimo saluto di mons. Rogger al “suo” Museo 32

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iù che un Giusto tra le Nazioni, un Giusto tra gli uomini”. Così Renzo Fracalossi, autore e regista teatrale, l’indomani della morte di mons. Iginio Rogger, passato oltre la storia dopo aver speso una lunga vita (94 anni) a riscrivere alcuni brani fondamentali della Storia non soltanto trentina. Nel nome di Iginio Rogger non sarà piantato un albero nel Giardino dei Giusti a Gerusalemme. Quel luogo, infatti, è destinato per legge soltanto a quei non-ebrei che hanno rischiato la propria vita per salvare almeno un israelita dallo sterminio della Shoah. Un riconoscimento attribuito, finora, a 525 italiani. Tuttavia, un gruppo di amici trentini farà piantare, secondo la migliore tradizione ebraica, un olivo sulle pendici del monte Carmelo, a Haifa, perché il nome di quel Giusto che è stato mons. Rogger va comunque legato alla storia del popolo di Israele. Ed è tanto più significativo il ruolo giocato dal “monsignore” se si pone mente al fatto che la ricerca storica di uno studioso-prete della Chiesa cattolica romana è servita ad


trentinoattualità abolire il culto che da quattro secoli quella stessa Chiesa attribuiva a un bambino. Vittima, si credeva, di omicidio rituale del quale erano stati ingiustamente accusati gli ebrei nella primavera del 1475. “La calunnia del sangue”, argomentazione antisemita diffusa fin dal XI secolo e secondo la quale gli ebrei avrebbero usato sangue umano per impastare gli azzimi della Pasqua, nel 1475 aveva portato allo sterminio dell’intera comunità ebraica di Trento (9 maschi e 4 donne), ovvero tre famiglie, con i loro servitori, che vivevano pacificamente in prossimità del quartiere tedesco di Trento. Mons. Rogger cominciò a occuparsi di quella faccenda a metà degli anni Cinquanta dopo che, nel 1955, si era svolta per le vie della città la decennale processione con l’urna contenente il corpicino mummificato dell’ancora creduto “beato” Simone. Troppe tessere di quel puzzle di quattro secoli prima non combaciavano, troppa fretta nel condannare gli ebrei per “omicidio rituale” anche perché la loro religione proibisce il contatto con il sangue e ancor più se umano. Figurarsi mangiarlo mischiato negli azzimi, il pane non lievitato della Pasqua ebraica! E l’inviato del papa, Sisto IV, non aveva forse tentato, invano, di salvare gli ebrei dal rogo? “È stata una grande decisione, quella di togliere dagli altari il culto del Simonino” confidò, a chi scrive, mons. Rogger. “Se avessi avuto voglia di farmi un nome, con l’arcivescovo Gottardi bastava volerlo e scriverla la storia del Simonino riveduta e corretta. Mi son detto: non farlo perché sennò quei dieci preti tradizionalisti son pronti a dire: quel lì el s’ha ‘nventà tut. Così ho cercato, tra le mie conoscenze in Germania, il padre domenicano Willehad Paul Eckert, di Co-

29 aprile 1995 : mons. Rogger con il vescovo Sartori e papa Giovanni Paolo II

lonia, il quale aveva una sua notorietà comprovata ed ha operato con grande obiettività e perizia”. Diego Quaglioni, professore ordinario di storia del diritto medievale e moderno, commenta: “Sarà per sempre merito riconosciuto di monsignor Rogger l’aver promosso la restaurazione della verità storica, e di aver così contribuito al rinnovamento spirituale dei rapporti della cristianità con la religiosità ebraica, aprendo la via a nuovi studi e ricerche”. Per quegli studi, proprio Quaglioni ha propiziato la laurea in giurisprudenza honoris causa che fu conferita a mons. Rogger dall’Università di Trento nel 2006. Il sigillo dell’innocenza del popolo ebraico nell’omicidio rituale del piccolo Simone, attirò su mons. Rogger (e su don Dante Clauser, allora parroco della chiesa di San Pietro, dove il Simonino era sepolto) l’anatema dei tradizionalisti. I quali ebbero nei loro confronti, anche tra il clero, giudizi spietati. Per contro, nel 1992 gli israeliti cancellarono la Chèrem, la “scomunica” che avevano lanciato sulla città di Trento sin da tragici giorni delle tor-

ture e del processo agli ebrei innocenti. Così come aveva contribuito a far togliere dagli altari l’infante Simone, mons. Rogger compilò e “ripulì” dalle incrostazioni fantastico-devozionali il calendario dei santi della Chiesa di Trento, levando dalla categoria dei “martiri” il vescovo Vigilio. Approfonditi studi, lo portarono ad affermare che il vescovo Vigilio, patrono della città e della diocesi, morì nel suo letto e non, come creduto per più di quindici secoli, assassinato dai pagani della Val Rendena. La pia leggenda del conclamato martirio si era diffusa nel VI-VII secolo, ma era appunto una fola. I rendenesi non presero bene le conclusioni di Rogger. Certo, era tolta loro l’onta dell’omicidio ma, contestualmente, perdevano un martire da spendere sul mercato del turismo del sacro. A ogni buon conto, Vigilio restava un santo per ben altri meriti. La sottrazione dei titoli portò mons. Rogger a togliere anche la maternità vigiliana di S. Massenza, fino a pochi decenni or sono invocata quale “vergine e madre di S.

Vigilio”. Se fu madre non poteva essere contestualmente vergine. Inoltre, come poteva avere avuto altri due figli, Claudiano e Magurio i quali, guarda caso, corrispondevano ai nomi di due vescovi succeduti a Vigilio? Mons. Rogger scoprì che su un messale, accanto al proprio della messa nella ricorrenza di S. Massenza, nel medioevo qualcuno aveva scritto “Vigilia”. Intendendo con ciò che il celebrante doveva indossare, quel giorno, la casula della vigilia delle festività importanti. Il passo da “Vigilia” a “Vigilio” fu breve. Attribuire a S. Massenza il titolo di “mater sancti Vigilii” fu la logica conseguenza. Ma una siffatta santa madre non poteva avere avuto un unico figlio. Pertanto, da altra mano e da altra fertile fantasia, le furono attribuiti come figli i nomi dei primi due vescovi che erano capitati sotto mano. Così si faceva (e disfaceva) il martirologio nel Medioevo. Oltre a rivoltare le zolle della Storia, al principio degli anni Sessanta del secolo scorso mons. Rogger prese a scavare sotto il pavimento della 33

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cattedrale di Trento. Anche in quel caso gli studi e l’intuizione lo avevano portato a ipotizzare che il Duomo nascondesse un racconto precedente alla costruzione avviata dai lapicidi comaschi nel 1212 sotto l’episcopato del principe Wanga. Contrastato dal Sovrintendente alle belle arti, Nicolò Rasmo; assecondato dall’arcivescovo Gottardi, Rogger “il testardo” riuscì alfine a individuare la basilica paleocristiana e la prima “ecclesia” fatta costruire dal vescovo Vigilio, fuori le mura della città, per dare degna sepoltura alle ossa carbonizzate dei Martiri d’Anaunia. Quei tre missionari, extracomunitari si direbbe oggi, venuti dalla Cappadocia e inviati da Vigilio a evangelizzare la Val di Non ancora pagana, furono trucidati e bruciati il 29 maggio del 397. Vigilio morì tre anni dopo e fu seppellito pure lui in quel luogo. Al suo funerale non partecipò, è certo, l’eremita Romedio che un’altra pia leggenda voleva coevo di Vigilio e il quale, invece, visse (ammesso sia mai esistito) dopo l’anno Mille nella forra di Tavon, in Val di Non. E che dire del libretto, attribuito alla sacra Congregazione Romana dei Riti, che si diceva stampato dalla Poliglotta Vaticana, con il quale nel 1911 si tendeva ad avvalorare le asserite visioni della Madonna da parte di Domenica Targa, a Piné? Rogger scoprì non soltanto che si trattava di un falso, stampato a Milano, ma risalì pure all’autore: un prete poi morto suicida. Oltre agli scavi del Duomo, conclusi nel 1977, l’opera della quale andava particolarmente fiero era il Museo Diocesano, nella categoria uno dei migliori d’Italia. Come ha ricordato la sua vicedirettrice, l’arch. Domenica Primerano, la prima guerra mondiale aveva disperso il patrimonio del 34

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primitivo museo, fondato al principio del XX secolo da don Vincenzo Casagrande. “Solo mons. Rogger riuscì nell’impresa, che altri avevano inutilmente tentato. Nel 1963, in occasione del quarto centenario dalla chiusura del Concilio, convinse il comitato organizzatore delle celebrazioni che assegnare una sede adeguata al Museo e riaprirlo sarebbe stato il modo migliore per ricordare lo storico evento. Non un monumento, dunque, ma un luogo in cui promuovere una conservazione “attiva” dei beni storico artistici delle nostre chiese. Non una “semplice vetrina”, come diceva sempre lui, ma un centro di ricerca, di studio, messo a disposizione del pubblico”. Il Museo Diocesano Tridentino, oggi è un gioiello dentro lo scrigno di Palazzo Pretorio. Rogger ha contribuito a salvare dai ladri d’arte sacra autentici capolavori, sconosciuti ai più, e che il museo conserva in nome e per conto delle Comunità dalle quali provengono. C’è un altro patrimonio che più di tutto sta a cuore agli studiosi. È la biblioteca e l’archivio personale di mons. Rogger. Un appello perché non vada disperso è stato firmato da decine di personalità della cultura e dell’accademia. In quell’archivio sono conservate “le carte” e, per dirlo con Franco de Battaglia, “sono custodite molte vicende, e probabilmente molti segreti dell’ultimo secolo di storia civile ed ecclesiastica del Trentino. Non solo corrispondenze con gli uomini di Chiesa più in vista dei tempi conciliari (i cardinali König di Vienna, Döpfner di Monaco, il vescovo Gargitter di Bressanone), ma anche confronti politici sull’Alto Adige; la vendita dei beni ecclesiastici (Beneficio di San Martino), la stagione non facile e dolorosa che vide la diocesi di fatto “commis-

20 agosto 2013 : mons. Rogger a Piné il giorno del suo 94° compleanno

sariata” dalla nomina di Gargitter, vescovo di Bressanone, le testimonianze di don Bruno Vielmetti, uno dei “profeti” del pre-concilio, di cui era amico e di cui custodì, dopo l’improvvisa morte in una gita sul Catinaccio nel 1969, testi, omelie e lezioni che attendono ancora di essere riscoperte. Per non dire dell’Istituto di Scienze Religiose che egli fondò anche come “scuola” da cui uscirono fra i più preparati giovani storici del Trentino e che lasciò poi a un diverso destino. Anche Isa e Btb, quando questa pensava di poter assorbire le Casse Rurali, possono entrare nel carteggio. In genere i sacerdoti sono obbligati, nel testamento, a lasciare all’autorità diocesana i loro documenti. Rogger era un uomo prudente e consta che il suo appartamento sia accuratamente custodito”. Oltre ai documenti di uomo

della “finanza” cattolica, mentore e ascoltato consigliere di Bruno Kessler, nell’archivio privato di via Esterle, a Trento, ci sono pure i faldoni con i documenti più squisitamente ecclesiali. Tra quelle carte c’è di sicuro anche la nota sull’ultima dimora dell’infante Simone. “No, non dirò mai dove l’abbiamo sepolto dopo che ne abbiamo tolto il corpicino mummificato dall’urna accanto alla chiesa di San Pietro a Trento”. Così disse, a chi scrive, mons. Rogger. “Il Simonino sta bene dove sta, lontano dalle polemiche e dalle strumentalizzazioni. Riposi in pace”. Anche “don Rogger”, che non si fece un gran cruccio per la mancata mitra vescovile, e che venerdì 14 febbraio 2014 è stato sepolto, come un semplice cristiano, tra i suoi morti nella terra di Levico. ■



TUTTO UN ALTRO MONDO

di Silvia Conotter

COME SI CAMBIA (A 2000 METRI D’ALTEZZA) ALESSANDRO BENAMATI RACCONTA COM’ERA SESSANT’ANNI FA IL RIFUGIO NEGRITELLA, IN VAL DI FASSA, COSTRUITO FISICAMENTE DA NONNO ARTURO. NIENTE BAGNO IN CAMERA E ACQUA SCALDATA CON LA STUFA ECONOMICA. EPPURE UNO DEI CLIENTI PIÙ AFFEZIONATI ERA ALBERTO TOMBA. MERITO DI ZIA GIOVANNA

C’

era una volta un rifugio e per fortuna c’è ancora: dopo sessant’anni molte cose sono cambiate, ma lo spirito è rimasto lo stesso. Stiamo parlando del Rifugio Negritella, in Val di Fassa, a duemila metri di altitudine. Si arriva in cinque minuti di funivia da Vigo di Fassa e quando scendi ti trovi di fronte ad una vista ineguagliabile, dominata dal gruppo del Catinaccio - con la Roda di Vael, le Cigolade, le Torri del Vajolet e i frastagliati dirupi del Larsec - e in lontananza il Sella e il Pordoi, la maestosa Marmolada, il Lagorai e il Latemar. Dal 2005 lo gestisce Alessandro Benamati, 47 anni, a lungo ristoratore a Canazei, che ha deciso di continuare a dare vita alla struttura costruita negli anni 36

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Cinquanta dal nonno Arturo Battisti. Benamati, com’è nato il Negritella? Mio nonno portava fin quassù le mucche di chi non aveva le malghe e non poteva portarle in alpeggio. Si fermava alla Baita Prà Martin e con il latte produceva il burro e la panna montata. Vedendo che questo luogo era amato dai turisti decise di acquistare un pezzo di terreno per costruire un rifugio proprio sul confine tra Vigo e Pera. Iniziò i lavori nel 1950 e aiutato da alcune persone, tra cui suo padre, riuscì ad ultimare la struttura due anni dopo. Espose all’esterno un cartello con scritto “panna montata fresca” e fu la sua fortuna, tant’è che in famiglia dicono che si sia ripagato il rifugio con tutte le

panne montate vendute. Chi l’ha provata sa che quella di oggi ha un buon sapore, ma non ha niente a che vedere con l’originale. Questo cartello c’è ancora. Sì, alcuni lo prendono addirittura per il nome del rifugio. Non scherzo, e questo la dice lunga sul tipo di clientela che ora a volte arriva fin quassù, visto che il Negritella è facilmente accessibile grazie alla funivia. Com’era all’inizio il rifugio? Molto carino, con undici camere: doppie, triple e quadruple, più uno stanzone da dieci posti letto. Non era raro che nella stessa stanza dormissero persone che nemmeno si conoscevano, era una situazione normale. Nelle doppie i letti singoli erano divisi da un unico comodino e anche

l’armadietto era uno solo, nonostante ci fossero clienti che si fermavano anche per un mese intero. Fino al 2005 è rimasto tutto così, con una turca a piano terra e un solo bagno comune di sopra. Tanti clienti però sono rimasti gli stessi, anche per 30 o 40 anni: amavano star fuori la sera a godersi il tramonto e il silenzio, non cercavano di certo i servizi in camera. Il rifugio è sempre stato gestito dalla sua famiglia? Sì, mia nonna Olga l’ha tenuto fino al 1983, all’età di 80 anni. La gestione è passata poi a mio zio Beppino, tanto socievole da avere come ospite Alberto Tomba. Il grande campione si fermava qui spesso, grazie alla torta di carote preparata, sempre in suo onore, dalla zia Giovan-


trentinoattualità

na. Questo è sempre stato il punto di riferimento della mia famiglia: ricordo che da piccoli, a me e ai miei cugini davano un sacchetto con il pranzo e ci mandavano “in passeggiata” da un’altra zia che aveva una malga al Gardeccia. Era un modo per liberarsi di noi, che facevamo una gran confusione, mentre i grandi si occupavano dei clienti. Stavamo via tutto il giorno, a girare nel bosco, a giocare con la legna. Io ero

già un imprenditore: estraevo dalle pigne i pinoli e li vendevo ai clienti. Stessa cosa con i minerali che mi portava lo zio, grande appassionato di rocce e guida alpina. Che vita faceva sua nonna? Molto dura. Mio nonno è morto a 47 anni e ha dovuto occuparsi da sola del rifugio, di sei figli - la più grande di 17 anni e il più piccolo di 3 e anche degli animali. In più in valle aveva un orto che le permetteva di avere la ver-

Sandro da ragazzo con l’amata Scavia

dura fresca: non esisteva per lei comprare le lattine per preparare il minestrone. Io lo stesso: preparo gli gnocchi, le tagliatelle, il pane e cuocio tutto rigorosamente sulla stufa. La stessa che utilizzava lei. Tante persone oggi non sanno nemmeno cosa significhi mangiare la pasta appena fatta a mano: comprano i sughi pronti, i piatti da mettere nel microonde. Io invece continuo su quella strada: preparo le marmellate, le grappe, affino i formaggi e i salumi. E poi vado per funghi, ricordando bene che se tratti bene il bosco ritornano sempre. Ma l’acqua calda c’era una volta? No, le camere non avevano nemmeno i lavandini e nei bagni l’acqua era gelida. La nonna si alzava tutte le mattine alle sei per accendere la stufa e scaldarla. I clienti poi scendevano con le brocche e i catini per lavarsi. Quanto rimaneva aperto il rifugio? Solo in estate, dal 20 giugno al 20 settembre. Noi venivamo su ogni tanto durante le feste natalizie. Le camere avevano un solo vetro e non c’era il riscaldamento: ricordo che c’era più ghiaccio dentro che fuori, ma era bellissimo stare quassù. Poi ha cominciato a tenere aperto quando uno zio ha avviato un piccolo skilift. Non c’erano seggiovie qui attorno, solo alcuni impianti di quel tipo. Un profumo di allora che ricorda con nostalgia? Quello dei krapfen ancora caldi con la marmellata fatti dalla nonna. Come ci si vestiva per le escursioni? Bastava un paio di scarpe buone. Qui le passeggiate sono facili e adatte per le famiglie. Basta aver voglia di camminare e amare la quiete. Nel 2005 ha preso lei in gestione il rifugio e l’ha ristrutturato. Sì, ma cercando di mantenere l’impronta di una volta e di

non stravolgere la struttura. Mi piace però che sia diventato un piccolo albergo in alta montagna: nel 2008 infatti ho realizzato con le mie mani un piccolo centro benessere: una sauna esterna a baita, il bagno turco, le sdraio ricoperte da materassini costituiti da sacchi imbottiti di fieno, la pavimentazione composta con le pietre di un rio vicino. Com’è la sua clientela oggi? Prima del mio arrivo il rifugio è stato per un periodo chiuso e ho dovuto ricominciare daccapo. Ma dopo sette anni si è costituito un bel giro, con tante persone da tutta Europa che vengono regolarmente e che prenotano da un anno all’altro. La mia più grande soddisfazione è sapere che tanti bambini vogliono tornare qui e che per loro andare in montagna significa praticamente venire al Negritella. Situazione neve? Ce ne sono più di due metri, uno spettacolo. Nei giorni scorsi sono scesi 20 centimetri in 20 minuti. Ricordo nell’86, quando ero al Rifugio Carlo Valentini - gestito dalla mia madrina Lidia De Bertol e un gruppo di belgi rimasero chiusi nella struttura per una settimana. Io andavo con la motoslitta ad Ortisei a comprare il pane e il gasolio. Per andare a spalare la neve bisognava quasi nuotarci dentro. Sono queste le cose che ci piace non cambino mai, nonostante lo scorrere del tempo: la passione per quello che si fa, la cucina sana, l’amore per l’ambiente circostante, la neve soffice che continua a cadere. ■ 37

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IL SOGNO CINESE DELLA FILOSOFIA di Annalisa Borghese

GABRIELLA STANCHINA, TRENTINA LAUREATA A MILANO E VENEZIA, STA CORONANDO IL SUO SOGNO ALL’UNIVERSITÀ FUDAN DI SHANGHAI DA DOVE CI RACCONTA CHE COSA HA SCOPERTO FINORA DELLA CINA

«L

a Cina ha un futuro. Magari la crescita sarà più lenta rispetto a questi ultimi anni, ma il futuro sarà comunque migliore del passato. L’Italia invece ha un grande passato alle spalle e la condizione condivisa di un paese che non offre opportunità». Gabriella, iscritta al biennio della laurea magistrale in filosofia cinese a Shanghai, dove le lezioni si tengono in inglese, fa la pendolare fra Italia e Cina e sente forte la differenza di “umore” dei due paesi. Inoltre, sembra che da un bel pezzo i cinesi abbiano le idee chiare sull’Italia: debito pubblico spropositato, eccessiva influenza del Vaticano e un livello di corruzione da far 38

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spavento. Lo si legge sui giornali già nel 1898 dopo la prima crisi diplomatica fra i due paesi. A proposito di stampa, i giornalisti cinesi hanno un elenco di tremila caratteri, stilato dal governo, sul quale basarsi quando scrivono gli articoli. La soglia di alfabetizzazione, infatti, è fissata a tremila ideogrammi, il minimo per poter leggere i giornali, appunto. Una persona di cultura, esigua minoranza, arriva agli 8000 e poi non si finisce mai di impararne di nuovi considerato che il dizionario ne contiene più di 40mila! Ma a parte le cose brutte, che idea hanno dell’Italia i cinesi possiamo intuirlo dall’esempio che Gabriella ci riporta a proposito di un

manager italiano al termine di un lungo periodo di lavoro a Pechino. Per festeggiarlo con tutti gli onori, i colleghi orientali hanno scelto vini francesi e ballerine di flamenco. In fondo, Francia, Spagna e Italia sono tre piccolissimi stati contigui, o quasi. Le differenze risultano minime per un paese che ha regioni grandi come l’Europa intera. Ma dell’Unione europea avranno un’idea un po’ più precisa… «Per loro la questione più problematica riguarda la pluralità di autorità con cui trattare, ragion per cui l’Europa ha meno potere degli Stati Uniti. E poi la vedono come un’accozzaglia di stati-francobollo


trentinoattualità che non si intendono per mancanza di una lingua comune. Per questo, quando qualche anno fa si è discusso se abbandonare o meno gli ideogrammi in favore di una scrittura alfabetica, hanno deciso di no, memori della sorte dei paesi europei che erano molto più compatti quando si parlava il latino. Nella complessità della loro lingua, gli ideogrammi almeno sono uguali per tutti ed è la pronuncia che cambia». Ritengono importante poter comprendere, però l’inglese non lo studiano. «In realtà lo studiano a scuola come facciamo noi, ma per loro è enormemente difficile imparare la grammatica e la pronuncia. Con l’alfabeto se la cavano perché alle elementari studiano il pinyin, cioè la trascrizione fonetica degli ideogrammi in alfabeto occidentale». Luoghi comuni? «Il calcio, la moda, l’opera lirica. E poi l’idea che per un italiano il lavoro viene dopo le vacanze e il tempo libero». E sì che non ci si può rimproverare la mancanza di capacità imprenditoriale! «Infatti ce la riconoscono, ma l’ascesa economica e sociale dell’Occidente in genere la spiegano anche ricorrendo alla filosofia». In che senso? «Secondo loro a favorire il progresso è stata la filosofia occidentale, così sistematica, logica, pragmatica, volta alla spiegazione del mondo e delle sue leggi. Non è un caso che la scienza sia nata in Occidente come disciplina autonoma. La filosofia orientale, invece, si può definire sapienziale, si occupa cioè di come vivere più che di spiegare l’ordine del mondo». In quanto a progresso e cambiamenti, Il quartiere finanziario di Pudong

COME TUTTO COMINCIÒ...

G

abriella Stanchina, filosofa e scrittrice, alla soglia dei quaranta lascia un lavoro a tempo indeterminato per il suo sogno. Si laurea con lode in lingua cinese alla Ca’ Foscari e l’Università Fudan di Shanghai le spalanca le porte della carriera accademica. L’antefatto della sua storia ha dell’incredibile. Risale ai tempi degli studi di filosofia a Milano e lo racconta lei stessa nel suo blog www.mysoulinchina.com UN PASSEGGERO MI DISSE… Frequentavo il primo anno di filosofia a Milano. Il lunedì mattina non avevo lezione, così potevo arrivare comodamente con il treno delle 10, che attraversava pigramente nebbie e pianure con i suoi vagoni semivuoti. Quel giorno a Treviglio, l’ultima fermata prima della Stazione Centrale, salì un viaggiatore, non avrei saputo dire se cinese o giapponese: all’epoca li confondevo, come avviene alla maggior parte delle persone. Forse l’avevo fissato un minuto di troppo, perché lui si sentì in dovere di presentarsi. Era un tipo affabile, con una stretta di mano vigorosa. Mi raccontò che veniva da una cittadina vicino a Shanghai, si era trasferito a Milano da dieci anni, aveva aperto una palestra di arti marziali.... però, adesso fanno sul serio anche loro. E con quali conseguenze? «I giovani non stanno poi tanto bene nel senso che sono la fascia sociale più esposta alle nuove esigenze sociali legate al capitalismo e, nello stesso tempo, sollecitata dal mondo adulto a restare ancorata alla tradizione. Basta pensare che l’idea di non sposarsi e di non volere figli è considerata una grave mancanza di rispetto nei confronti degli antenati. Così facendo si blocca l’energia vitale della famiglia. Per questo c’è una forte pressione sulle laureande affinché si sposino prima di intraprendere la carriera universitaria. Al contrario, dopo sarebbero troppo in là negli anni, diventerebbero, come le chiamano loro, donne “avanzate” nel senso proprio di “avanzi” e poi sarebbero troppo colte per trovare marito».

Non sposarsi quindi è un atto di ribellione? «È una scelta di rottura con la tradizione». E separarsi allora? «Separarsi o divorziare non è una cosa drammatica. Si fa in tre giorni e le separazioni sono all’ordine del giorno. Ciò non toglie che ci siano ancora molte donne che fanno le sensali e genitori che continuano a trovarsi in piazza con il book fotografico dei propri figli per combinare un matrimonio. E i figli, in fondo, li lasciano fare perché per loro il matrimonio ha una connotazione fortemente pragmatica più che romantica-affettiva e questo spiegherebbe la grande quantità di imprese a conduzione familiare». Certo che è curioso, se non vuoi avere figli manchi di rispetto all’intero albero genealogico, ma poi non puoi averne più di uno. «In effetti la questione del figlio unico rientra nel dibattito sui diritti umani. Questa linea politica nasce dal fatto che se la Cina avesse continuato a crescere con il trend di qualche anno fa, a lungo andare non ci sarebbe stato cibo per tutti. Oggi, in realtà, i figli unici possono avere fino a due figli, le minoranze etniche fino a tre e nessuna restrizione per i tibetani. Due figli servono a equilibrare il sistema delle pensioni perché la popolazione sta invecchiando anche lì. Se poi non si rispetta la legge, si paga la multa. Questo ha comportato una sorta di trasgressione da parte di qualche famiglia senza alcun problema economico per cui tanti figli equivalgono ad uno status symbol». Insomma, una questione aperta e una strada ancora molto lunga da percorrere. ■ 39

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festival nazionale di teatro amatoriale

1/03-11/04 2014

ROVERETO

AUDITORIUM FAUSTO MELOTTI VENERDì 14/03

PICCOLI CRIMINI CONIUGALI La Corte dei Folli

VENERDì 21/03

MANDRAGOLA

Compagnia Al Castello VENERDì 28/03

PIGMALIONE

Accademia Teatrale Campogalliani

Informazioni, prenotazioni e vendita abbonamenti e biglietti La segreteria del Sipario d’Oro in Corso Bettini 64 è aperta tutti i giorni esclusa la domenica dalle ore 15 alle 18 dal 20/2 all’11/4. Nello stesso orario si può telefonare al numero 0464 480686 o inviare una email a teatro@compagniadilizzana.it Info anche sul sito www.sipariodoro.it Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 20.45

VENERDì 4/04

BALERA PARADISO Estravagario Teatro VENERDì 11/04

SERATA DELLE PREMIAZIONI BARUFE IN FAMEGIA Compagnia di Lizzana

LIZZANA

TEATRO SAN FLORIANO SABATO 15/03

LA LUPA

Gad Città di Trento SABATO 22/03

NEMICI COME PRIMA La Barcaccia

SABATO 29/03

TRE SULL’ALTALENA

Laboratorio Minimo Teatro SABATO 5/04

IL MERCANTE DI VENEZIA C.T.R. di Macerata


ALA

TEATRO SARTORI E TEATRO DI SERRAVALLE SABATO ALA

8/03

BRENTONICO

TEATRO MONTE BALDO VENERDì 14/03

L’USEL DEL MARASCIAL

Teatro dell’Attorchio

UOMINI SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI VENERDì 21/03 Estravagario Teatro AMERICA SABATO 15/03 SERRAVALLE

QUASI QUASI PROVO ANCA MI

Teatro Impiria

VENERDì 28/03

IL BUGIARDO

POMAROLO AUDITORIUM COMUNALE

VENERDì 14/03

I SEGRETI NEL COR

Filodrammatica I Sarcaioli VENERDì 21/03

NON TUTTI I LADRI VENGONO PER NUOCERE

VENERDì 4/04 FiloBastìa

VENERDì 4/04

LA MARIA ZERLA El Filò di Taio

MORI

TEATRO SOCIALE

Compagnia El Mesedò

RUMORS. UNA FARSA A SUON DI PALLOTTOLE E PETTEGOLEZZI Le Voci di Dentro

SABATO 8/03

AVIO

TEATRO PARROCCHIALE E TEATRO DI SABBIONARA SABATO 15/03 AVIO

GLI ANGELI DI CHARLIE

Compagnia di Lizzana SABATO 15/03

I RUSTEGHI La Barcaccia

LA VISITA DELLA VECCHIA SIGNORA

SABATO 29/03

SABATO 22/03 AVIO

Prototeatro

Filodrammatica di Laives

FAVOLESCION La Maschera

SABATO 29/03 AVIO

ANGIOLO. QUEL DIAVOLO DEL CARAVAGGIO SABATO 5/04

I 39 SCALINI Colonna Infame

Pù BUSIE CHE POESIE

Filodrammatica Amicizia

Filodrammatica La Grinta

SABATO 22/03 SERRAVALLE

SABATO 29/03 SERRAVALLE

NIENTE DA DICHIARARE?

VENERDì 28/03

NO BASTA EN COLP DE FORTUNA PER AVER LA LUNA

Compagnia di Lizzana

SABATO 1/03 CASTELLANO

SABATO 8/03 PEDERSANO

Compagnia Teatrale Giorgio Totola

PILLOLE, AMORE E FRENESIA

TEATRI DI CASTELLANO E PEDERSANO

Filodrammatica El Grotèl

Filodrammatica Nino Berti

BARUFE IN FAMEGIA

VILLA LAGARINA

TRAMBILENO AUDITORIUM COMUNALE DI MOSCHERI SABATO 1/03

VACANZE FORZATE. STESSA CASA STESSO MARE Filodrammatica di Viarago SABATO 8/03

NO VE CAPISSO Pù SABATO 15/03 CASTELLANO

BARUFE IN FAMEGIA Compagnia di Lizzana SABATO 22/03 PEDERSANO

LA PARONA DEL VAPOR

Filodrammatica Segosta ’90 SABATO 29/03 CASTELLANO

ULISSE PRINOT FARMACISTA DE NOT Filodrammatica Toblino

SABATO 5/04 PEDERSANO

FAR FINTA D’ESSER GABER Clochart

EL PROCESS

VOLANO

Gruppo Amici del Teatro di Serravalle

TEATRO CONCORDIA

SABATO 22/03

IL VENTAGLIO

TUTI EN TERAPIA

Filodrammatica La Logeta

di e con Loredana Cont

SABATO 5/04

SABATO 5/04 SABBIONARA

Schio Teatro Ottanta

TRAMACI PAR L’EREDITà

FUM ’N TEI OCI

Filodrammatica Concordia ’74

VENERDì 14/03

La Barcaccia

VENERDì 21/03

DIGHE DE YES La Nogara

VENERDì 28/03

Pù BUSIE CHE POESIE

di e con Loredana Cont VENERDì 4/04

Comunità della Vallagarina Comuni di Rovereto, Volano, Mori, Ala, Avio, Brentonico, Villa Lagarina, Trambileno, Pomarolo Provincia autonoma di Trento - Assessorato alla Cultura Compagnia di Lizzana - Trentasettesima Rassegna Fabio e Alberta Barberi Cofas Compagnie Filodrammatiche Associate, Uilt Unione Italiana Libero Teatro

LA BAITA DEGLI SPETTRI

Filodrammatica di Ora


di Alice Manfredi

U

na cooperativa sociale rileva un ristorante chiuso da anni. Autonomamente, senza contributi provinciali. Per mesi i suoi membri chiedono e ottengono tutte le autorizzazioni e i permessi necessari; poi, con l’aiuto di alcuni volontari, rimettono a nuovo i locali, sistemandoli anche dal punto di vista dell’accessibilità. Nel giro di un anno dall’inizio del progetto, riavviano quindi l’attività grazie alla collaborazione di persone – in particolare giovani – con disabilità che si impegnano nei ruoli scelti in base ai propri desideri, a ciò per cui si sentono più “tagliati”. Chi fa l’aiuto-cuoco, chi serve in tavola, chi si propone come pasticcera. A questo punto, il compito degli operatori della cooperativa diviene semplicemente, si fa per dire, quello di coordinare il tutto e agevolare il lavoro di ciascuno. Un’iniziativa come questa, in particolare in un periodo di crisi economica e sociale, sembra quantomeno ambiziosa e un po’ folle. Eppure esiste e, forse proprio perché ambiziosa e un po’ folle, è partita con il piede giusto. Il ristorante “Dal Barba” a Villa Lagarina dal 22 settembre 2013 è di nuovo aperto, come sezione culturale della cooperativa “La Ruota”. Responsabile del progetto è Rachele Gottardi che vi la-

GUSTO SENZA BARRIERE “DAL BARBA” A VILLA LAGARINA, UNA TRATTORIA FUORI DAL COMUNE, DOVE GIOVANI CON DISABILITÀ SI IMPEGNANO NEI RUOLI A LORO PIÙ CONGENIALI, DALL’AIUTO CUOCO ALLA PASTICCERA vora assiduamente con Francesco Gerosa – entrambi de “La Ruota” – e con un nutrito gruppo di volontari. Le attività che si svolgono nei locali del “Barba” però non sarebbero possibili senza la collaborazione di altre cooperative e realtà trentine: tra queste, “Amalia Guardini”, “Perla”, “Centro Agsat di Rovereto (Associazione genitori soggetti autistici del Trentino) e “Anffas (Associazione nazionale di famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale)”. Grazie a questa rete, gli spazi vengono messi a disposizione per l’organizzazione di attività rivolte agli utenti delle cooperative ma anche a tutti gli esterni interessati. Un’iniziativa che ha destato molto interesse è stata la presentazione di una tovaglietta personalizzata. Un foglio di carta, sotto molti aspetti del tutto simile a quelli che si trovano in qualsiasi ristorante. Ma la tovaglietta del “Barba”

Rachele Gottardi (a destra), Francesco Gerosa e due volontarie 42

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è in realtà molto speciale. Sì perché, attraverso alcuni disegni e simboli, facilita la comunicazione di persone con difficoltà, per esempio autistiche. Grazie a questo oggetto da ora possono cimentarsi sia nel ruolo di clienti che in quello, ben più impegnativo, di camerieri o di ristoratori. Un’idea semplice che può migliorare la vita di molti: il merito va alla collaborazione tra “La Ruota” e “Blu(e)”, divisione interna della start up “Neocogita”. Altra iniziativa, organizzata a gennaio, è stata la presentazione dell’attività dell’associazione “Zampa amica” che opera per migliorare il benessere delle persone attraverso il rapporto con amici a quattro zampe. “Dal Barba” è insomma un luogo in cui trovano spazio attività culturali e sociali di ogni tipo. Ma ciò che è davvero straordinario, in fondo, questa volta sta nell’ordinario. Al di là delle encomiabili iniziative che qui vengono organizzate e ospitate, ciò che caratterizza veramente questo luogo è il suo essere semplicemente un ristorante. Una comune trattoria che parte però da presupposti del tutto fuori dal comune. Partiamo dall’ordinario. Dal “Barba” si può mangiare e bere a pranzo tutti i giorni e a cena prenotando per almeno quindici persone. Il costo è contenuto: si va dai

10 euro per un pasto ridotto, ai 15 per uno completo. I menù possono anche essere adeguati a particolari richieste o esigenze alimentari. E fin qui siamo nell’ambito di un’offerta competitiva e interessante ma certamente non unica. E ora veniamo allo straordinario. Dal “Barba”, nei vari ruoli di aiuto-cuoco, cameriere, pasticcera, responsabile della lavanderia e così via, operano utenti delle cooperative o giovani con disabilità che, magari attraverso le loro famiglie, sono venuti a conoscenza di questa possibilità. “Questi ragazzi sono una forza lavoro e la scommessa dell’iniziativa è che siano in grado, attraverso il loro impegno, di pagarsi il cuoco professionista e l’operatore che li segue” dice la responsabile Rachele Gottardi . “In linea con questo ragionamento – spiega ancora Got-

INFO

R

iaperto il 22 settembre 2013 come sezione culturale della cooperativa “La Ruota”, il Barba si trova in via Pesenti 1 a Villa Lagarina. Aperto tutti i giorni a pranzo; a cena su prenotazione per almeno 15 persone. Prezzi: 10 euro per un menù ridotto, 15 per un pasto completo. Prenotazioni e informazioni: 389.8791844


trentinoattualità

Si lavora nella cucina del “Barba”

tardi – a differenza degli altri centri che ricevono una somma per ogni utente coinvolto, la partecipazione alle attività di questo spazio socio-culturale e non sanitario non prevede contributi di sorta”. Ma ci sono anche altri aspetti che rendono straordinaria questa iniziativa dirompente. Ad esempio, alcuni degli arredamenti e dei materiali utilizzati all’interno del “Barba” sono stati donati da aziende locali convinte della bontà e dell’utilità del progetto. Inoltre, come è logico aspettarsi in un luogo come questo, gli spazi sono accessibili e a misura di bambino. Per i più piccoli è stata pensata inoltre una mini fattoria didattica che si trova sul retro del ristorante. Alcune galline e caprette possono fare la felicità di più di un piccolo cliente di questo luogo innovativo. Dal “Barba” è possibile, con un piccolo contributo, chiedere il trasporto di qualche anziano o persona con difficoltà motorie, da casa o da una struttura al ristorante e ritorno. Un’idea innovativa nella sua semplicità. Semplicità e idee hanno agevolato una buona partenza all’attività e, con una punta di orgoglio, il team che lavora al “Barba” elenca le provenienze di molte famiglie che sono venute a mangiare qui e ad esplorare questo luogo. Dal Veneto, dall’Emilia, dall’Alto Adige sono arrivati clienti ed ospiti. Tutti incuriositi da un’iniziativa che ha qualche precedente a cui fare riferimento ma che in zona è unica e in conti-

nua evoluzione. Anche le idee per il futuro non mancano. Anzi, sono molte, alcune quasi già pronte, altre ancora in fase progettuale. Per iniziare, questa estate si organizzerà una colonia diurna. I bambini potranno frequentare questo luogo, rendendolo ancora più vivace ed accogliente: saranno invitati a venire qui per fare i compiti e giocare. Un’altra iniziativa che non tarderà molto a partire sono gli orti. Di fronte al ristorante infatti c’è una striscia di terreno abbastanza ampia già pronta per seminare e far crescere verdura e frutta. A questa e ad altre attività potrebbero partecipare anche gli anziani che, come racconta Francesco Gerosa, si vorrebbe ben presto coinvolgere in questo progetto dalle molte sfaccettature. Se tutto dovesse andare secondo i piani potrebbe quindi arrivare il momento di aprire nelle stanze sopra il ristorante un piccolo bed and breakfast, magari riservando un po’ di spazio per un appartamentino destinato ai ragazzi che, per ragioni di lavoro, hanno necessità di fermarsi di più. Si corre troppo forse? Eppure serve molto entusiasmo e continuo cambiamento perché un progetto così nuovo, nei tempi e nella forma, non si ripieghi su se stesso. Servono idee e sguardi diversi per continuare ad ampliare questo angolo di società governato da logiche un po’ più umane. Un luogo in cui domina un’atmosfera allegra e rilassata; ormai qualità così rare. ■ 43

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di Paolo Chiesa

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uali sono i bisogni degli adolescenti? Che sogni hanno? Quali sono i desideri che li muovono e quali le certezze che li confortano? Molto spesso non c’è una risposta a queste domande. O meglio: loro, i ragazzi, in alcuni casi lo sanno benissimo cos’hanno in mente. Sono gli adulti che ne hanno un’idea confusa. E visto che le Istituzioni e le Amministrazioni pubbliche sono gestite dagli adulti, spesso l’argomento “giovani” rischia di venire trattato in maniera poco funzionale alle sue finalità. A Pergine Valsugana, l’argomento “giovani” è sentito molto e non potrebbe essere altrimenti in una città di 21mila abitanti, il 20 per cento dei quali ha dagli 11 ai 29 anni e nella quale gli studenti che frequentano i due Istituti Comprensivi e l’Istituto Superiore d’Istruzione Marie Curie sono 800. E quali sono gli strumenti che permettono di avvicinarsi ai giovani e di essere al loro fianco nella loro quotidianità? Il primo strumento è il Piano Giovani di Zona che, per sua natura, attiva azioni a favore del mondo giovanile e cerca di sensibilizzare la comunità verso un atteggiamento positivo e propositivo nei loro confronti. Da qualche tempo in via Amstetten a Pergine è attivo il Centro #KAIROS, un centro di aggregazione e di incontro aperto, con la presenza di adulti qualificati in possesso di specifiche abilità, soprattutto ricreative, musicali o sportive. Un terzo strumento è lo “Sportello della Gioventù. Ti do un@dritta” che all’interno del Piano giovani di Zona fa informazione e orientamento per facilitare l’accesso alle opportunità offerte ai giovani e fornisce pri44

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UN TERRITORIO PER CRESCERE A PERGINE VALSUGANA, UN’INIZIATIVA DI SCUOLA, ISTITUZIONI E TERRITORIO PER LA COMPRENSIONE E LA CONOSCENZA DEL MONDO DEI GIOVANI. CHE HA RICADUTE ANCHE SUL MONDO DEGLI ADULTI me risposte alle loro richieste e a quelle delle loro famiglie. Per parlare di giovani abbiamo incontrato Clara Briani, referente per le politiche giovanili dell’ASIF Chimelli e due degli Educatori che, con i giovani della zona, operano quotidianamente a stretto contatto: Marco Baino ed Elisabetta Ferrari. L’occasione è quella di parlare di un’iniziativa del 2013 che si chiamava: “Un territorio per crescere: tante strade per un traguardo condiviso”. Inizialmente si era pensato a un percorso degli studenti principalmente all’interno della scuola, con il supporto degli Educatori a elaborare strategie organizzative per svolgere in autonomia il lavoro scolastico e l’acquisizione di una motivazione scolastica come valore “in sé” e non solo come richiesto dalla scuola. Durante la gestione del progetto è però emersa, sempre più, la sensazione che erano altrettanto importanti anche altri obiettivi specifici e cioè quelli della comprensione e della conoscenza del mondo dei giovani. Marco ed Elisabetta hanno iniziato a intensificare il loro lavoro, avvicinando e incontrando i giovani singolarmente e nei gruppi informali che si formano sul territorio, cercan-

do di conoscerli e di scoprire le loro idee e aspettative e affiancandoli nell’evitare situazioni a rischio come le compagnie devianti o l’assunzione di alcol e di sostanze. Un altro importante compito degli Educatori è stato quello di accompagnare e sostenere i ragazzi nel loro percorso di definizione di sé, di crescita e di costruzione dell’identità. È poi ovvio che un Progetto del genere non può incentrarsi solo sui giovani, ma deve avere delle ricadute sul mondo degli adulti. Ed infatti c’è stato spazio anche per un lavoro rivolto agli adulti e alla comunità, dove si è cercato di favorire l’incontro e il dialogo tra generazioni e i rapporti di rete con le varie realtà che si occupano di adolescenti. Un progetto

ambizioso, come lo definisce Clara Briani: “Si è trattata di una vera unione tra scuola, istituzioni e territorio, con un lavoro in rete molto efficace che ha portato la grande novità di fare entrare gli Educatori esterni all’interno del sistema scolastico”. E questa è stata proprio una ricchezza perché, come ci racconta Marco: “Essere a scuola e incontrare i ragazzi nell’ambiente che frequentano per molte ore al giorno, ti permette una visione veramente efficace di quello che stai facendo. Parlando non di cose da fare, ma di loro, dei loro amici, dei loro rapporti con i professori, delle loro idee per il futuro”. Un aspetto che anche Elisabetta ha colto: “Abbiamo potuto proporci e proporre le no-

Marco Baino, Elisabetta Ferrari e Clara Briani


trentinoattualità stre cose in maniera diversa. Siamo stati una terza figura che loro hanno apprezzato. Ci hanno invitato alle Assemblee di Istituto e abbiamo potuto fare da tramite tra i ragazzi e i professori”. Quindi, conoscenza e presenza attiva nei momenti informali ma anche veri e propri supporti nelle varie attività e nei vari progetti scolastici come l’organizzazione e la condivisione dei viaggi etici di istruzione sui luoghi della mafia, o come il supporto all’attività di Peer Leader, cioè l’educazione tra pari. Ma una bella parte del lavoro, si diceva, si è svolto all’esterno della scuola, con il coinvolgimento dei ragazzi in iniziative che sono state apprezzate e condivise moltissimo, come la “Festa per la pace” che si è svolta per le strade di Pergine, con i ragazzi delle superiori che facevano l’animazione per quelli delle elementari e con i ragazzi delle medie che organizzavano i giochi per quelli della scuola dell’infanzia. Ma “Un territorio per crescere” è stata anche l’occasione per fare una “mappatura” del territo-

rio e vedere dove e come i giovani si incontrano e per vivere quegli spazi con loro. Elisabetta e Marco ne hanno visti di luoghi, incontrando per strada i ragazzi che avevano già frequentato a scuola in un continuo dentro e fuori che ha permesso di conoscere e di far conoscere i vari aspetti del quotidiano giovanile di Pergine. I luoghi? Quelli canonici di incontro tra ragazzi come il Parco delle Giarete, dove i ragazzi che giocavano a pallone hanno potuto mettere in cantiere un torneo scolastico del Marie Curie. O come il Centro Commerciale Shop Center dove più che guardare le vetrine non puoi fare. O la Stazione Intermodale, luogo di arrivi e

partenze ma anche di incontri e di socializzazione. Inoltre, i locali pubblici o la piazza. Ma anche luoghi meno comuni, come lo Skate Park vicino allo stadio del ghiaccio. Ne hanno fatti di chilometri Marco ed Elisabetta, arrivando in tutti i posti “giovani” di Pergine, dove sono sempre stati accolti bene e con curiosità e anzi, dove sono diventati amici, confidenti e in alcuni casi anche consiglieri. Dove per fortuna non hanno riscontrato molte situazioni preoccupanti. E questo loro girare, ascoltare, proporre e organizzare è stato il filo che ha aiutato a cucire molte delle iniziative della fine del 2013, come la festa per l’ini-

ziativa riguardante la Convenzione dei Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, alla quale, presso il Centro giovani #KAIROS hanno partecipato oltre 300 persone di più di 15 associazioni, proponendo e promuovendo le loro varie specificità. O come “I have a dream”, l’iniziativa che ha portato venti giovani artisti, dieci di Capo Verde e dieci trentini, alla creazione di una canzone, di varie opere d’arte e di un video. Ma ha permesso anche la nascita di un gruppo di “ambasciatori del dialogo” che sono stati insieme a Pergine e che lo saranno in aprile a Prai, capitale di Capo Verde. Chi vuole conoscerli, i ragazzi di Pergine, può vederli parlare di sé nel video che loro stessi hanno realizzato all’interno del progetto “Ciak/Ci si@mo!”, dove all’interno di un confessionale hanno risposto alle domande che si sono voluti fare. Il video si può vedere a questo indirizzo: http://www.youtube. com/watch?v=PA98o-J8LKs. Lo consigliamo: vale più di mille conferenze sui giovani e sui loro desideri. ■

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di Gianfranco Gramola

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on quasi vent’anni d’esperienza, Cinzia Angelini è una dei professionisti italiani più apprezzati nel campo dell’animazione. Collabora con le più importanti major cinematografiche ed ha partecipato alla produzione di film animati realizzati sia con tecnica tradizionale che con computer. La sua firma appare in successi quali “Spider-man 2” (Vincitore Oscar per i migliori effetti visivi nel 2004) e “Open season” (Sony Imageworks), “Balto” (Amblimation), “Prince of Egypt”, “The road to Eldorado”, “Spirit” e “Sinbad” (Dreamworks), “Meet the Robinsons” e “Bolt” (Walt Disney Animation Studios). Cinzia ha inoltre lavorato come story artist al film “Les Minions” per Illumination Entertainment che uscirà nel 2015. Recentemente è tornata a Dreamworks dove lavora come story artist. Che ricordi ha della sua infanzia trentina, Cinzia? I ricordi d’infanzia legati a Trento e al Trentino sono molto belli e positivi. Anche se sono nata a Milano (i suoi genitori si sono spostati a Milano per gli studi, ndr.), ho passato tutti i fine settimana e le estati a Trento. Quindi mi sento più trentina che milanese. In che zona abitava? La maggior parte del tempo stavo a Piedicastello, in Via Verruca, a casa di mia Nonna Luisa. Quante volte all’anno torna a Trento? Dal 1997 vivo a Los Angeles con mio marito William e i nostri bambini, Sofia e Jacques. Purtroppo non torno molto spesso in Italia, ma tutte le volte che sono tornata sono passata da Trento per stare con la famiglia. Ero a Trento recentemente, in ottobre, do46

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MANI TRENTINE ALLA CONQUISTA DI HOLLYWOOD CINZIA ANGELINI COLLABORA CON LE PIÙ IMPORTANTI MAJOR CINEMATOGRAFICHE ED HA PARTECIPATO ALLA PRODUZIONE DI FILM ANIMATI REALIZZATI SIA CON TECNICA TRADIZIONALE CHE A COMPUTER. DEL TRENTINO LE MANCANO LE MONTAGNE, I LAGHI E L’ANDAR PER FUNGHI... po tre anni che non tornavo in Europa. Ho trovato la mia città sempre più bella. Cosa le manca di Trento? Onestamente mi manca l’Italia in generale: la cultura, l’arte, l’architettura, il cibo. Del Trentino le montagne, i laghi, andare a funghi. A Los Angeles non sanno nemmeno cosa sia un porcino… Ha un luogo del cuore nel Trentino? Le Dolomiti, la Val di Fassa, il Lago di Garda, la Val San Nicolò. Sono così tanti i posti straordinari che abbiamo. I suoi genitori che lavoro sognavano per lei? Penso che non avessero niente di specifico in mente. Mia mamma, in particolare, visto che è un’ottima pittrice, credo sia stata contenta quando ho incominciato ad interessarmi ad un mondo artistico e in modo particolare all’animazione. Premi? Un riconoscimento dall’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles e da Cinema Without

Borders per risultati raggiunti nel campo dell’animazione. Artisticamente come si definisce? Disegnatrice di fumetti o animatrice? Non ho mai lavorato come fumettista ma solo nel mondo dell’animazione. Sono due cose molto distinte. Al momento il mio titolo ufficiale a Dreamworks e “Story Artist”, cioè un’artista che lavora a stretto contatto con il regista per delineare la storia di un lungometraggio attraverso

lo storyboard, sequenza di immagini che appunto, raccontano la storia. Durante gran parte della mia carriera ho lavorato come animatrice sia 2D che 3D a Dreamworks, Sony Imageworks, Warner Brothers e Disney Animation; Negli ultimi anni sono passata a lavorare al dipartimento di Story e dopo aver lavorato per “Illumination” sul film dei Minions, che uscirà nel 2015, sono tornata a Dreamworks. Com’è nata la passione per


trentinoattualità tutti i genitori a non sgridare i loro bambini se si mettono a disegnare sui muri di casa come ho fatto anch’io! Quali sono gli strumenti che utilizza maggiormente e quali sono le sue tecniche? Al momento mi occupo principalmente di story e quindi è fondamentale vedere molti film sia attuali che non, e continuare a tenersi informati sulle tecniche cinematografiche in continua evoluzione. Al lavoro utilizzo principalmente photoshop per disegnare gli storyboards e Flix per gestire i disegni e comunicare con il dipartimento di montaggio. Ho iniziato come animatore 2D, cioè con carta e matita e nel 2000 sono passata a fare animazione al computer. Da quando faccio storyboard sono ritornata a disegnare, ma questa volta, con la tavoletta grafica. I fondamenti dell’animazione sono gli stessi ma bisogna adattarsi a nuove tecnologie e a nuove esigenze di pubblico e di mercato. Quando disegna una storia, segue delle regole particolari? Lo story artist solitamente riceve uno script (pagine di sceneggiatura) e dopo aver discusso con il regista e “head of story”, inizia a trasformare le parole in disegni che, montati in successione, daranno l’illusione dello sviluppo di una situazione, di un dialogo o di un’azione a seconda della sequenza. A volte il regista vuole sperimentare o è semplicemente a corto di idee e si provano quindi variazioni uscendo dallo script, appoggiandosi molto di più alla creatività dello story artist e di quello che può apportare alla storia. È sicuramente uno dei dipartimenti più creativi nel mondo dell’animazione. La storia è l’aspetto più importante di un film, se non funziona la storia, il film non può essere salvato da una bella animazione o da un look meraviglioso.

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l’animazione? Sono sempre stata appassionata di cartoni animati fin da piccola; mi immaginavo come si facessero, quale potesse essere il processo per realizzare le puntate che vedevo in televisione. Finito il liceo direi che l’animazione mi ha cercata, visto che sono arrivata molto casualmente ad iscrivermi alla sezione di animazione del C.T.C del comune di Milano, che ora non esiste più. Quando ha capito che l’animazione sarebbe stato il suo mestiere? Dopo il liceo mi sono iscritta all’International College of Arts and Siences di Milano dove ho seguito un corso di grafica pubblicitaria ma dopo il primo anno di animazione, che ho frequentato contemporaneamente a quello di grafica, avevo già le idee molto chiare e sapevo che l’animazione sarebbe stata il mio destino. Infatti, tre anni dopo, appena completati entrambi i corsi, ho preso la mia decisione e non mi sono più guardata indietro. In quale scuola ha imparato i rudimenti del disegno? Ho sempre disegnato, mia mamma è pittrice e quindi mi ha sempre incoraggiata a disegnare, a seguire il mio desiderio artistico, nonostante il parere contrario di molte persone che credevano maggiormente in un indirizzo più “sicuro”. Le sono molto grata e sono sicura che non sarei qui se non fosse stato per il suo infinito sostegno. Invito

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Quando è nato il desiderio di lasciare l’Italia per seguire il suo desiderio artistico nel campo dell’animazione? Più che un desiderio è stata una necessità perché in Italia non c’era la possibilità di partecipare a lavori di alto livello ed è stato il mio stesso primo datore di lavoro a consigliarmi di lasciare il Paese. Di tutti i suoi lavori, di quale va più orgogliosa? Sono molto orgogliosa di aver partecipato come animatore 2D a film come il “Principe d’Egitto” e “Spirit”; come ani-

matore 3D a film come “Spiderman 2” e “Open Season” e ovviamente come story artist al film dei Minions in prossima uscita e all’attuale film in sviluppo a Dreamworks di cui non posso parlare. Al di fuori dei progetti editoriali, cosa le piace disegnare o dipingere? Al momento tutto il mio tempo libero lo dedico alla produzione del mio cortometraggio. Siamo 150 artisti da 25 paesi per cui è una produzione che ha bisogno di molta attenzione. Sto anche lavorando con mio marito a vari libri per bambini. Lui li scrive e io li illustro. Spero di trovare al più presto l’editore giusto per noi. Lei ha lavorato con gli animatori più bravi al mondo. Può farmi qualche nome? Certo. Sono stata molto for48

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tunata perché la vera scuola l’ho fatta lavorando con i migliori dell’animazione. Kristof Serrand era head of animation a Dreamworks quando ho iniziato a lavorare lì. Ho poi lavorato come animatore 2D nel team di James Baxter a Eldorado e Spirit. William Salazar, che è sempre a Dreamworks, è un altro animatore fantastico con cui ho lavorato e da cui ho imparato moltissimo. È vero che durante l’adolescenza ha perso un po’ la passione di disegnare, ma ben presto lo stimolo di voler conoscere Adriano Celentano, (suo cantante preferito) l’aveva portata a ricominciare a disegnare, creando copertine di LP per lui? Sì, è vero! Non conoscevo molto Celentano ma una sera l’ho sognato, dopo aver visto una delle puntate di Fantastico degli anni 90 ed è così che mi sono appassionata alla sua musica. Mi ero fissata di volerlo conoscere, cosa che purtroppo non è mai successa, ma il desiderio mi ha portata fino a conoscere persone professionalmente molto vicine a lui. Mi hanno consigliato di parlare con Fiorucci dopo aver visto le copertine che avevo fatto e le chitarre dipinte che facevo all’epoca. Fiorucci è stato molto gentile e mi ha introdotto a dei suoi collaboratori, cosa che ha poi portato a dei foto shoots di moda che utilizzavano appunto le mie chitarre dipinte. È stata una bella esperienza che ha iniziato a lanciarmi verso il mondo del lavoro e che sopratutto mi ha insegnato che la tenacia paga e che c’era possibilità di seguire una carriera artistica. Fra le più importanti major cinematografiche dove ha lavorato, in quale si è trovata meglio e considera la migliore, la più professionale? Ho lavorato in molti studi tra i più importanti del mondo

Cinzia Angelini

dell’animazione. Alcuni dei principali sono Amblimation, Warner Brothers, Disney, Sony Imageworks, Dre amworks e Illunination. Sono tutti ottimi Studi e mi hanno dato molto, ma la scelta di rientrare a Dreamworks parla da sola. Ho letto del suo progetto Mila. Ne vuole parlare? Da qualche anno sto lavorando a “Mila”, un cortometraggio d’animazione 3D, mio progetto personale ispirato da racconti di guerra e ambientato a Trento, in particolare tra Piazza Duomo e Piedicastello, durante i terribili bombardamenti del 1943. Il film trasmette le emozioni, le paure e le speranze di chi ha purtroppo vissuto quella tragica esperienza. Lo scopo del progetto, che affronta un tema forte come quello della guerra, visto attraverso gli occhi di Mila, la piccola protagonista, è quello di sensibilizzare le nuove generazioni su questo grave problema che si sta ripetendo in così numerose parti del mondo. Mila è un “World-wide effort” che si sta sviluppando e cresce giornalmente con la creatività e il lavoro volontario di tanti artisti, per la precisione 150 provenienti da 25 paesi. Valerio Oss con Pixel Cartoon si occuperà della parte di rendering e compositing. Economicamente Mila finora ha avuto l’appoggio della

Trentino Film Commission. Il cortometraggio sarà finito nella seconda metà del 2015 e l’obiettivo è di presentare il film a festival nazionali ed internazionali. Che consigli vuole dare ai giovani che intendono tuffarsi nel mondo dell’animazione? Chiaramente dipende dal livello di animazione di cui si parla e dall’interesse dell’artista. Parlando specificatamente di animazione di lungometraggio di livello internazionale consiglio di andare a studiare all’estero. La scuola migliore in Europa è Les Gobelins di Parigi. Per gli animatori in particolare ci sono scuole online come Animation Mentor o Animate che preparano molto bene per una carriera nell’animazione. Il lavoro però, attualmente, sta andando sempre di più all’estero in paesi come Korea, Cina, India e i dipartimenti che restano più solidi sono quelli di sviluppo visivo e story per cui consiglio, a chi fosse interessato, di andare avanti in quella direzione. Ha altri progetti o idee per il futuro? Sì. Ho idee per altri cortometraggi e per un lungometraggio animato che forse presenterò a Dreamworks nel nuovo anno. La creatività è una cosa che va costantemente stimolata per cui non smetto mai di pensare e creare nuove storie con nuovi personaggi. ■


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bita con suo marito Luca a Pergine Valsugana; ha la sua bottega d’artista ad Albiano, nelle casa dei suoi dove è cresciuta; insegna a Trento all’Istituto per le Arti Grafiche Artigianelli. Biani vengono chiamati gli abitanti di Albiano; e benché sia nata nel 1976 a Trento, Annalisa Filippi è una biana. Di Albiano sono i suoi genitori, Paolo, impiegato comunale in pensione e Mariella, sarta, che hanno messo al mondo tre figli, di cui due femmine. In famiglia la musica è dominante: tutti i Filippi suonano e cantano in cori parrocchiali e polifonici. Annalisa, pittrice, sembrerebbe l’unica fuori del coro: e invece no, dato che anche lei è una grande appassionata di musica. Ha conseguito la laurea di primo livello in canto lirico, nel settembre scorso, al Conservatorio di Trento, dopo aver studiato con Mattia Nicolini. Ma i suoi studi più professionali sono stati nel campo dell’arte. Ha studiato e si è diplomata a Trento (1995) all’Istituto d’Arte “Vittoria” proseguendo all’Accademia di Belle Arti di Venezia, allieva di Riccardo Guarneri ed Ennio Finzi, diplomandosi nel 2001. Si è poi perfezionata all’Accademia Internazionale di Sali-

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DALLA BELLEZZA ALLA VERITÀ NELLA SUA FEMMINILITÀ SENZA SDILINQUIMENTI E CIVETTERIE, ANNALISA FILIPPI È UN’ARTISTA DAL SEGNO FORTE E MASCOLINO, CHE AFFONDA LE RADICI NELL’OPERA DEGLI ARTISTI DEL DIE BRÜCKE sburgo con Giulio Paolini e al corso di incisione di Urbino, allieva di Mario Guadagnino e Giovanni Turria. A 19 anni, nel 1995, esordisce a Venezia nella sua prima collettiva di giovani artisti Bevilacqua La Masa. Da allora – facendo parte degli Incisori Veneti, dell’UCAI e del “Giardino delle Arti” di cui è stata tra le fondatrici nel 2013 – ha preso parte a collettive e personali in Italia e all’estero. Tra di esse spiccano le due personali alla “Fogolino” di Trento nel 2004 e nel 2008 (quest’ultima tutta di incisioni in bianco e nero) e le tre di Milano, nel 2008, 2010, 2011. Annalisa ha anche realizzato opere pubbliche: come, nel 2003 nel Cimitero di Albiano, una fascia lunga circa 25 metri e alta trenta centimetri, in smalto vitreo, di temi biblici, dalla Genesi all’Apocalisse. Nella sua femminilità senza sdilinquimenti e civetterie, è un’artista dal segno forte, mascolino la nostra Annalisa, che affonda le radici nell’opera degli artisti del Die Brücke, che poco più di un secolo fa a Dresda fondavano l’Espressionismo, sostituendo il millenario concetto di “bellezza” con quello di “verità”. E con questo rivoluzionando l’arte, dando diritto di cittadinan-

XCVII Danza macabra, 1999

za al “brutto”. Quei giovani artisti capeggiati da Ernest Ludwig Kirchner, tutti tra i venti e i trent’anni, affondavano a loro volta le radici nel medioevo tedesco delle Danze macabre, ovvero nelle meditazioni sulle miserie dell’uomo, sulla fragilità e la morte di ogni cosa e di noi stessi. Vai a vedere e una delle prime opere della Filippi, riprodotte in catalogo, si intitola “XCVII Danza Macabra”, un’acquaforte acquatinta del 1999. Il piccolo catalogo è quello della “Fogolino”per la mostra del 2008; riproduce incisioni (acquaforte, acquatinta, puntasecca, vernice molle) che arrivano al 2007. La varietà del segno in una ricerca insonne,

l’esplorazione e auto-esplorazione psichica, la scrittura automatica di matrice surrealista presiedono queste incisioni. Annalisa dimostra di padroneggiare perfettamente le tecniche calcografiche che ha perfezionato specialmente a Urbino; allo stesso tempo rivela e conferma il suo talento per il segno. Talvolta esso (come nell’opera citata) è espresso a bande larghe e scure, a contrasto dei bianchi cartacei; tal’altra il segno scuro è dato da tratti forti accostati (“Verso”, 1999); a volte si fa estremamente sottile, alterandosi a piccole macchie con cui si intreccia e dialoga, in una sorta di intrigante zendado mentale


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(“La stagione nuova”, 2007); a volte (“Io e Luca”, 2007) l’immagine calcografica si risolve in un ampio spazio grigio interrotto da minimalisti segni scuri e da ritorni figurativi sotto forma di piccoli nudi femminili stilizzati, come avviene nelle sue tele sulle tavole dipinte a tecnica mista dello stesso periodo. Così anche nella mostra milanese del 2010 alla Miradoli Arte Contemporanea, dal titolo “Condensato di bianco e forme rotonde”, in cui le forme rotonde sono quelle femminili, ma compaiono anche quelle maschili, come di norma non accade in troppe pittrici, che si autoescludono in questo modo dall’altra metà del mondo. In questa sua seconda personale a Milano – a mio avviso la più affascinante creata da Annalisa – a dimostrazione della ricca qualità di questa artista, sulle tele e tavole si stendono cromie accattivanti: azzurri-cielo, verdi-erba, gialli oro-antico, rossi-cremisi. L’anno seguente, la terza mostra milanese della Filippi, registra un’impennata: le immagini hanno espliciti, plastici riferimenti figurativi ai corpi umani: sono presenze potenti (“Possente spirito”), risentite, sdegnate (“Perch’ha lo sdegno”,“Stelle ingiuriose” sono i titoli di alcune tele). E in questi quadri appare un nuovo timbro di rosso, che contraddistingue la produzione degli ultimissimi anni, quello che io chia-

mo rosso sangue-rappreso (forse non è abbastanza noto che il sangue, appena entra in contatto con l’aria, si ossida, scurisce, perde il suo colore scarlatto). Questa tonalità di rosso, a mio avviso, è quella del sangue versato dall’essere umano ferito, torturato, ucciso; del mestruo e del parto femminili: vale a dire i colori della sofferenza, della violenza, della morte, ma anche della vita che rinasce. Coraggiosamente la nostra Annalisa ci propone una pittura che dovrebbe farci sostare, dovrebbe indurci a fare silenzio attorno e dentro di noi nel demenziale chiasso che ci assedia. Un’esposizione che non concede nulla alla piacevolezza estetica, all’intrattenimento; una mostra fondata non sulle assonanze ma sulle dissonanze. Come nella sua mostra più recente del gennaio-febbraio di quest’anno, dal titolo “De Humana Proportione” tenuta a Palazzo Libera di Villa Lagarina, presentata da Romano Perusini, già docente nelle Accademie di Venezia e di Brera, artista rigoroso dei “silenzi bianchi” (come amo dire), che ha scritto: “Anche per Annalisa dipingere è un naturale prodotto del suo esistere, talvolta un combattere contro se stessa”, come certi artisti di inquieta sensibilità, “anime in continua tensione, perennemente alla ricerca di interiore improbabile pacificazione”. ■

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a bella stagione sta lentamente avanzando, lasciandosi alle spalle il lungo inverno. Nelle giornate di marzo, caratterizzate da un clima decisamente meno rigido e dal sole che scalda con maggior intensità, nasce spontaneo ripensare alla ciclica rinascita del verde ed alla conseguente organizzazione degli angoli di natura di cui disponiamo. Per quanti non possano godere di ampi spazi da dedicare alle coltivazioni di fiori e frutti, consigliamo di curare balconi e davanzali con le tipiche fioriture stagionali; quanti invece hanno la fortuna di avere un giardino od un orto possono pianificare gli interventi per questa nuova primavera, anche alla luce di attuali tendenze, di piacevoli fragranze e di ritrovate combinazioni. Partendo dal presupposto che circondarsi di verde contribuisce in larga parte al nostro benessere, è certo che prendersi cura di piante ed affini è un’attività sana e gratificante per il corpo e soprattutto per lo spirito: è un ottimo e rilassante impegno per alleggerire i carichi importanti dei consueti doveri lavorativi; inoltre i risultati risultano essere altamente appaganti e soddisfacenti. Chi non ammira estasiato questo o quel davanzale piacevolmente decorato di macchie fiorite dai mille colori? Quanto cambia una terrazza arredata di verde, con rampicanti e piante ornamentali? Come si

riesce a trasformare un giardino in un’ordinata esplosione di fiori e piante? Le possibilità di creare qualcosa di unico e speciale esistono concretamente: ogni realtà può venire gradevolmente trasformata in una piccola oasi di natura, con semplici accorgimenti e costanza nella manutenzione. Prendersi cura del verde, quindi, non ha nessuna controindicazione e nessun effetto indesiderato, anche per i più piccoli. Avvicinare bambini e ragazzi alle sane attività di giardinaggio contribuisce ad arricchire il patrimonio delle conoscenze e contemporaneamente ad educare al rispetto dell’ambiente. ORGANIZZARE L’ORTO È giunto il momento di risvegliare l’orto, assecondando i primi tepori primaverili. È arrivata l’ora di gettare le basi per avere produzioni sane e abbondanti. Il primo metodo di intervento è senza dubbio la pulizia delle aree destinate a nuova semina, per disporre il terreno nelle condizioni ottimali di lavorazione. Conviene quindi procedere con la rimozione dei detriti vegetali ancora presenti, andando ad eliminare non solo le parti superficiali ma anche gli apparati radicali. Per l’eliminazione dei materiali, è possibile provvedere a due fondamentali tipi di destinazione: la combustione (sempre con i dovuti accorgimenti, possibilmente su una lamiera


trentinoattualità sollevata dal terreno precedentemente ben irrigato) ed il compostaggio (solo se residui sani e non marci). Dopo questa prima ed importante operazione, in attesa di intervenire a semina, si deve aver cura di ripristinare il sistema di scolo, per consentire all’acqua piovana di non stagnare in ruscellamenti nocivi. Tali primari interventi sono da compiere per ogni tipo di orto, dal più grande al più piccolo, dall’ampia metratura al cosiddetto “fazzoletto” casalingo. Spinaci,melanzane, pomodori, zucchini, fagioli, carote, piselli, patate e cavolfiori sono forse gli ortaggi più coltivati. Verificata la fertilità del terreno, si può procedere a semina, facendo attenzione alle fasi lunari: esistono calendari precisi e dettagliati su cosa seminare ed in quale momento, risalenti alle solide tradizioni contadine. Generalmente le potature si effettuano in fase di luna calante, le semine in fase di luna crescente. Nell’ambito dello spazio dedicato alla coltivazione, va senz’altro ritagliato un angolo per l’eliminazione

dell’organico, nonché un limitrofo vano per riporre gli attrezzi da lavoro e quanto necessario per l’irrigazione, manuale o programmata. Nella scelta delle varietà da porre a semina, non vanno dimenticate le piante aromatiche – per arricchire i sapori della cucina – e quelle ornamentali; la gamma è infinita, si possono selezionare le varietà che più si prediligono e che ben si intonano al contesto ambientale, per risultati gradevoli alla vista e di sicuro effetto ornamentale. IL FIORE DEL RISVEGLIO PRIMAVERILE Le primule sono piccole piantine perenni della famiglia delle Primulacee, dai fiori molto colorati; sono tra le prime specie a sbocciare e rappresentano simbolicamente l’atteso passaggio dalla stagione invernale alla stagione primaverile. Sono piante molto resistenti e si distinguono per dare una nota decisa di colore ai nostri balconi già sul finire del freddo. Posizionate in modo adeguato e con poche cure di manutenzione, queste

simpatiche piantine restano fiorite fino a primavera inoltrata. Le primule, che ormai è possibile acquistare un po’ ovunque, necessitano di adeguato trapianto non appena giungono nelle nostre abitazioni, a garanzia di una sicura sopravvivenza. Ma come si fa? Qual è il metodo più efficace d’intervento? Al momento della messa a dimora, si deve scegliere una cassetta con larghezza e profondità di almeno venticinque centimetri. I fori di drenaggio vanno accuratamente coperti utilizzando cocci ridotti a piccoli pezzi; sul fondo va steso uno strato

di argilla, con la funzione di isolante. La cassetta va riempita fino a tre centimetri dal bordo con terriccio composto da un mix di torba terriccio universale e sabbia, in proporzioni equilibrate. Con una paletta si procede quindi alle sistemazione delle piantine all’interno della cassetta, facendo attenzione a comprimere il composto intorno alle radici e innaffiando abbondantemente. Naturalmente l’annaffiatura deve essere regolare e continua, in modo che il terriccio sia sempre umido; periodicamente si deve aggiungere del concime liquido

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LA GARDENING MANIA La voglia crescente di avere a disposizione uno spazio ver-

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de è testimoniata dai numeri elevati di partecipazione alle fiere ed alle mostre tematiche. Pare che il desiderio italiano ed europeo di disporre di angoli verdi sia un’istintiva risposta ai tempi di crisi: una vita più sana, più genuina e vissuta all’aria aperta, contribuisca a far ritrovare ed apprezzare i valori essenziali della vita. I saloni del gardening offrono attualmente una panoramica vastissima ed articolata, per tutte le esigenze

le filosofie orientali. Un angolo di verde rappresenta una via di fuga dalla realtà quotidiana e diventa, in taluni casi, una sorta di terapia. Il giardino su misura, definito dagli esperti del settore “urban farm”, è interpretabile in mille modi diversi: nel green di casa si riesce a ritrovare il tempo di leggere un libro, si ritrova la piacevole sensazione di assaporare attimi di tranquillità, si possono ospitare gli amici e trascorrere momenti conviviali in un luogo di tendenza. Curiosando tra le recentissime linee guida del settore, scopriamo che la scelta esotica è decisamente “out”, a favore di piante e fiori autoctoni, nel più ampio rispetto dell’habitat e del contesto di vita. In definitiva, è sempre più condivisa la volontà di assecondare climi e terreni del nostro ambiente naturale. Da non dimenticare una delle risorse primarie per la crescita del verde casalingo, l’acqua. Quello che viene considerato il più grande patrimonio dell’umanità, va gestito con parsimonia ed oculatezza, attraverso una progettazione at-

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specifico, sciolto nell’acqua. Vanno tolte le foglie morte o ingiallite, nonché i fiori appassiti. In estate le piantine di primula vanno conservate in luogo fresco, (ad una temperatura compresa tra 10° 16°C), in posizione luminosa ma protetta dai raggi diretti del sole. In autunno si può ricominciare a concimare.

e le metrature. Si presentano agli appassionati del genere nuove tendenze e produzioni: si va dai mobili da esterno di alta qualità alle ultimissime soluzioni per il giardinaggio tradizionale e l’orticoltura; dalle tecniche avanzate ai macchinari dell’immediato futuro. La novità rilevante consiste nel fatto che tutti – ma proprio tutti – possono avere un giardino personale: ogni spazio domestico può essere considerato idoneo alla creazione di uno angolo verde. Questo desiderio si traduce in realtà e si esprime ottimamente anche su un terrazzo, su un balcone, nell’angolo del soggiorno; non solo: le soluzioni più originali sfruttano tutti gli spazi e si realizzano in nuove fantasie che si sviluppano in senso orizzontale, in verticale, persino pensile e ciondolante. Lo spazio fisico non è più un problema; ogni appassionato di natura può arricchire con il verde quanto ha a disposizione. Luogo di benessere e relax, il giardino è anche interpretabile come luogo di meditazione e di pace, secondo i principi del-

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trentinoattualità tenta a sfruttare e calibrare al meglio l’utilizzo di strumenti per l’irrigazione. UN FIORE, UN COLORE, UN PROFUMO Uno dei grandi sogni degli amanti del verde è quello di riuscire a realizzare splendidi mazzi di fiori recisi. Pare che oggi, con la dovuta pratica e con una minima spesa, si possa riuscire a realizzare proprio questa importante ambizione, coltivando direttamente la materia prima. Del resto, a ben considerare, nelle nostre vite non mancano le occasioni per donare o ricevere fiori: compleanni, ricorrenze, festività, eventi pubblici e momenti intimi; in queste circostanze, i fiori rappresentano i sentimenti e creano relazioni positive. Un tempo, le residenze signorili destinavano ampie parti del giardino alla coltivazioni di fiori, per poi abbellire gli ambienti interni; attualmente, chi possiede un giardino, può – in egual maniera – stabilire una zona precisa destinata alle piante da taglio. Anche in spazi di verde ridotti, con attenta progettazione, si possono mescolare piante adatte per i mazzi; per evitare l’antiestetico effetto creato da vuoti, si consiglia la scelta di varietà con fioritura che si protrae per diversi mesi. Il luogo giusto per tale progetto verde deve innanzitutto ricevere pieno sole; parallelamente va considerato il terreno, preparato all’uso e ben drenato. Nel momento in cui le piante si trovano a pochi centimetri di altezza, si provvede a distribuire in modo uniforme uno strato di paglia specifica o foglie, per evitare la crescita di erbacce indesiderate e per mantenere la giusta umidità del suolo. In fase di piena produzione, occorre somministrare dosi regolari di concime, per arricchire l’alimentazione dei vegetali. Non da ultimo, è indispensabile controllare la presenza di ospiti indesiderati

(come ad esempio gli afidi) ed eventualmente provvedere rapidamente all’eliminazione con metodi biologici o con antiparassitari chimici. La scelta di quali varietà piantare è naturalmente illimitata; certo bisogna fare attenzione al ritmo delle stagioni; per i mazzi di primavera/estate gli esperti del settore consigliano anemone giapponese, garofano, limonio, margherita, rosa, viburno e nigella. IL KIT DEL GIARDINIERE La potatura non può e non deve essere un problema: basta acquistare la cesoie potatrici di ultima generazione, che permettono di distribuire la forza esercitata dalle dita in maniera uniforme. Esistono cesoie per ogni specifico utilizzo, dalla semplice pulitura dei fiori fino alle più complesse potature per arbusti e piccoli alberi. Una delle ultimissime del settore giardinaggio è la serra gonfiabile, che si gonfia (e naturalmente si sgonfia) come un canotto. Collocabile ovunque, trova spazio dal salotto al balcone e si rivela essere una pratica soluzione per non rinunciare alla gioia di circondarsi di piante, anche in situazioni di superfici abitative estremamente ridotte e limitate. Riporre gli attrezzi per il giardinaggio può costituire davvero un problema; tuttavia esistono sul mercato funzionali strutture a baule, in grado di contenere quanto necessario e riparando dal freddo e dall’umidità quanto occorre per il garden. I bauli e le cassapanche idonee all’uso sono costruite in resina, plastica e vetroresina, per una conservazione ottimale del materiale. In ambito di irrigazione, il mercato offre oggi ampia ed articolata disponibilità di strutture e modelli, che tengono naturalmente conto delle reali necessità di innaffiatura, con molto riguardo anche al rispar-

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mio di risorse ed al rispetto ambientale. Secondo questa logica, molteplici sono i sistemi dotati di timer e regolazioni programmate, per una resa interpretabile nell’ottica dell’ottimizzazione dei risultati. Anche il compostaggio oggi non è più un problema: alle più datate strutture molto ingombranti, pesanti ed invasive, si vanno attualmente ad utilizzare contenitori di facile montaggio e smontaggio, anche senza attrezzi. Le operazioni di riempimento sono rese sempre più snelle ed agevoli grazie ad aperture parziali e facilitate, che evitano anche la spiacevole fuoriuscita di cattivi odori. L’EMBLEMA DELLA FIORITURA: L’ORTENSIA Sotto il termine di ortensia si racchiudono circa ottanta specie tra arbusti e rampicanti, originarie dalla Cina. La varietà più coltivata (Hydrangea macrophilla) è quella che tutti conosciamo ed amiamo, caratterizzata da grosse infiorescenze a forma di globo e dai colori diversi che sfumano dal bianco al rosa, dal rosso all’azzurro. Considerato il loro sviluppo, queste piante sono idonee alla coltivazione in vaso come a quella in piena terra. Per una crescita regolare ed ordinata, la specie va potata secondo precisi criteri ed a seconda della tipica specificità: potature sbagliate possono seriamente compromettere la fioritura. La varietà 58

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sopra menzionata deve essere potata in questo periodo dell’anno, seguendo precisi passaggi operativi. I rami più vecchi vanno eliminati alla base per dare vigore al cespuglio; tali rami sono facilmente riconoscibili per il loro colore molro scuro, quasi nero. Si procede quindi alla rimozione dei fiori secchi, avendo cura di tagliare sopra l’ultima coppia di gemme, quelle che poi saranno i fiori della stagione successiva. Quanti possiedono nel loro giardino questa bella pianta ornamentale, devono provvedere – qualora siano coltivate da oltre dieci anni – ad una potatura ancor più radicale, eliminando i fusti più vecchi fino al livello del suolo. La motivazione è duplice e facilmente intuibile: ne deriva il ringiovanimento della pianta e l’illuminazione delle parti più interne. VITA DA SERRA Anche le piccole strutture da terrazza richiedono costante impegno e puntuale manutenzione, in modo che tutto funzioni secondo quanto progettato. Esistono regole dalle quali non si può prescindere, sia per mantenere un ambiente interno sano e idoneo alla vita delle piante, sia per assicurare crescita e integrità delle specie vegetali. Una delle prime attenzioni riguarda l’esposizione: la serra deve essere collocata in pieno sole per questione di temperatu-


trentinoattualità re e di illuminazione. Per fare in modo che la luce solare venga sfruttata al massimo, la superficie della serra deve essere pulita e disinfettata periodicamente, sia all’interno che all’esterno. Ne deriva che è buona consuetudine evitare di appoggiare alle pareti arredi ed oggetti di vario genere, per non compromettere i risultati di crescita. Ogni quindici giorni si deve inoltre provvedere alla rotazione dei vasi di un quarto di giro, per favorire un’esposizione completa e uniforme delle piante. Attenzione al rischio di sovraffollamento: nelle serre, specialmente in quelle più piccole, si tende a riempire ogni minimo spazio. Se troppo ravvicinate, il rischio è che la vegetazione sia compromessa e sovrapposta; il contatto con il vetro poi può essere deleterio, perché il contatto con le superfici causa con facilità ustioni, ingiallimenti e necrosi. Esiste inoltre una precisa gerarchia di collocazione: a livello del terreno vanno posizionati i vasi più grandi; quelli di dimensioni ridotte si sistemano preferibilmente su scale o mesole regolabili in altezza; al centro si posano i vasi con le piante ad alberello, con la chioma slanciata verso l’alto. La serra deve essere dotata anche di un termostato, per verificarne la temperatura; se posizionata in luogo molto soleggiato, non si rende necessario un riscaldamento supplementare rispetto a quello solare; se le condizioni esterne sono particolarmente rigide, conviene far uso di candele a lunga durata, avendo cura di isolare l’ambiente con materiale plastico. ANGOLI RACCOLTI IN FIORE: LE AIUOLE Sottolineato che è questo il periodo ottimale per scegliere le varietà preferite ed effettuare le semine, si può progettare la crescita di molte qualità floreali, incluse quelle di difficile reperibilità. La

struttura portante dell’aiuola modello – sia essa annuale o perenne – prevede la collocazione di arbusti piacevolmente colorati, come ad esempio l’eucalipto: le sue foglie azzurrine ben si intonano al viburno, che in primavera fiorisce regalando grosse e voluminose infiorescenze ed in autunno si trasformano piacevolmente in bacche di color rosso vivo. Per la bordura, conviene puntare sul classico: la rosa a cespuglio e le sue varie declinazioni, per risultati di sicuro effetto e di lunga durata. Analizzando l’intero e complesso panorama della floricoltura, si possono individuare specie ideali per un progetto annuale - come calendula, campanula, cosmos, nicotiana, viola del pensiero, petunia, girasole – e varietà perfette per obiettivi più a lungo termine, come achillea, campanula, coreopsis, delphinium, digitale, echinacea, heuchera, lupino, papavero, salvia sclarea, veronica. Per fornire qualche caratteristica specifica, si può aggiungere che la rosa sboccia ininterrottamente durante tutta la bella stagione; fiore robusto, può avere diverse dimensioni; le varietà più piccole sono facili da coltivare e si rendono ideali per formare siepi e bordure, con effetti ottici strepitosi. Altro immancabile elemento decorativo risulta essere l’edera: pianta molto comune, cresce ovunque in zone non troppo soleggiate; resiste al freddo e le sue note foglie verde scuro con venature di color argento, arricchiscono in maniera rilevante a decorare aiuole e giardini. Il viburno è una pianta estremamente ornamentale, che in primavera si presenta con fiori bianchi e profumati – dalla caratteristica crescita a ombrello – ed in autunno si rinnova con frutti carnosi a grappolo, che riescono a resistere anche alla stagione ■ invernale.

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i tratta di 80 scatti in bianco e nero che ben riassumono le tappe salienti della lunga battaglia per i diritti civili e le conquiste raggiunte negli Stati Uniti anche grazie all’impegno e al sostegno di John e Robert Kennedy. La mostra, organizzata dal Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights Europe (RFK Center Europe), in collaborazione con l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia e curata dalla Fondazione Forma per la Fotografia e Contrasto, dopo aver fatto tappa nella capitale, giungerà a Trento per intervento della Fondazione Caritro. Un’iniziativa per sensibilizzare e far riflettere rispetto ad un tema, quello dei diritti civili che, a distanza di cinquant’anni dalla firma del Civil Rights Act e della consegna del Nobel per la Pace a Martin Luther King Jr., è ancora tristemente di attualità. La prima sezione della mostra propone un’accurata cronologia relativa alle tappe che hanno segnato la battaglia per i diritti civili, ripercorrendone le diverse fasi e i protagonisti che l’hanno animata – tra cui Malcom X e Martin Luther King – attraverso testi e immagini che, come un nastro cinematografico, scorrono su grandi pannelli a parete. L’arco cronologico parte dal 1776, anno in cui il “Comitato dei Cinque” costituito da John Adams, Benjamin Franklin, Thomas Jefferson, Robert R. Livingston e Roger Sherman, presenta al Congresso la bozza della Dichiarazione di Indipendenza, e arriva fino al 1964, anno in cui fu assegnato il Premio Nobel per la Pace a Martin Luther King. La seconda sezione pre60

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I KENNEDY AL MUSE

Uomini e donne afroamericani che aspettano in fila per la registrazione degli elettori nella Chiesa Battista di Antiochia. Località sconosciuta, 1948. © Courtesy Everett Collection

“FREEDOM FIGHTERS. I KENNEDY E LA BATTAGLIA PER I DIRITTI CIVILI”, LA MOSTRA OSPITATA A TRENTO NELLA GALLERIA “PICCOLO VUOTO” FINO AL 18 MARZO

Martin Luther King. Washington, 01 Gennaio 1960. © KEYSTONE Pictures USA / eyevine

senta alcune fotografie di grande formato che ricordano i gesti e le immagini iconiche che hanno segnato i momenti più importanti ed emblematici di que-

Il Presidente Kennedy alla News Conference. 20 Novembre 1962. © Abbie Rowe / John F. Kennedy Presidential Library and Museum

sta grande lotta civile. Dai celebri scatti che ricordano l’assurdità della segregazione razziale negli anni Cinquanta (immagini di Elliott Erwitt e Eve Arnold, tra gli altri), alle fotografie degli scontri di Birmingham, a quelle che ritraggono il movimento dei “Freedom Riders” o alla quotidiana attività politica dei fratelli Kennedy, ripresi nelle loro riunioni o nei comizi pubblici o negli incontri con la stampa e con i leader dei movimenti di emancipazione. Infine, negli scatti di Bruce Davidson, di Danny Lyon e di altri grandi fotografi, l’emozione della Marcia su Washington rivive in tutta la sua

grandezza, così come nell’immagine di Leonard Freed vediamo Martin Luther King al suo rientro negli Stati Uniti dopo aver ricevuto il Premio Nobel, attorniato dalla folla. La Fondazione Caritro, da sempre attenta nel sostenere iniziative che possono contribuire efficacemente alla crescita culturale, formativa e sociale della comunità locale, ha avviato una stretta collaborazione con il RFK Center – organizzazione impegnata a livello mondiale per la promozione dei diritti umani, presieduta da Kerry Kennedy, figlia del Senatore Robert F. Kennedy – riconoscendone la comunanza di obiettivi e finalità. Alla luce di questa collaborazione, dal 2008, la Fondazione, ogni anno, distribuisce nelle scuole il volume «Speak Truth To Power»: una pubblicazione del RFK Center, nella quale sono raccolte le storie di tante persone, più o meno famose che, attraverso il loro agire, hanno dimostrato, come dice il titolo, un “coraggio senza confini”. La visita alla mostra, con lo stesso orario del museo, sarà compresa nella tariffa d’ingresso al Muse. ■


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on si arresta la scia di furti nelle abitazioni. Un fenomeno purtroppo quotidiano che in certi periodi tocca picchi preoccupanti con una frequenza sempre più assidua sia in appartamenti che nelle villette singole. Non è possibile tracciare una mappa delle effrazioni perché episodi del genere si registrano e ad ogni ora del giorno ed in ogni zona della provincia: dalla città alla valle periferica. Non si tratta di furti eseguiti con metodo, preparati con cura e studiati a tavolino; ma piuttosto siamo di fronte a veri e propri raid estemporanei dettati per lo più dall’assenza dei padroni di casa. I dati indicano che il ladro entra scassinando la serratura, oppure forzando una finestra. Una volta in casa arraffa tutto quello che può e se la dà a gambe. Tutto accade nella maggior parte dei casi, nel giro di pochi minuti. Un tempo necessario per mettere a soqquadro l’abitazione e portarsi via oggetti cari a cui sono magari legati i ricordi più intimi della propria vita. Per la maggior parte delle persone, subire un furto nella propria abitazione comporta un grave choc. Le vittime di queste ruberie, raccontano che hanno la sensazione di non sentirsi più sicure e spesso sono soggette a disagi psicologici molto seri. BUONE REGOLE PER DIFENDERSI DAI LADRI Per contrastare i furti, il miglior modo è quello di seguire alcune semplici regole. La prima cosa da fare è quella

FURTI: PREVENIRE È MEGLIO LE REGOLE PIÙ IMPORTANTI PER DIFENDERE LA PROPRIA CASA DALLE INTRUSIONI. PERÒ PREVENIRE RESTA LA SOLUZIONE MIGLIORE Una casa isolata è facile bersaglio per i ladri, occorre difenderla con sistemi adeguati.

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di rendere più sicuri i serramenti della vostra casa con finestre e porte a prova di ladro e poi dotarvi di un buon sistema d’allarme. Altra prevenzione è quella di non dire in giro, e nemmeno sui social network i vostri programmi di viaggio e di assenza; tantomeno raccontare se in casa avete oggetti di valore. Qualora vi assentiate per pochi giorni, evitate che nella vostra buca delle lettere si accumuli posta perché quello è un chiaro indizio che non siete presenti. Infine se siete in casa da soli, non aprite mai la porta d’ingresso senza esservi accertati di chi si tratta. PREVENIRE È MEGLIO Il miglior modo per contrastare i furti nelle abitazioni è sostituire i vecchi serramenti con nuove finestre munite di sistemi di sicurezza come

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ra da tempo che volevo scrivere un album nel quale raccontavo lo stato di salute dell’uomo nel mondo di oggi. Avevo bisogno di un’idea che non fosse banale e strana. Lo scorso anno ho riscoperto “Frankenstein”, uno di quei libri che magari leggi solo da adolescente, e ci ho scoperto un sacco di cose, un sacco di spunti ed analogie con la vita di oggi”. Sono queste le parole che Enrico Ruggeri ha usato per delineare i contorni del suo ultimo disco “Frankenstein” che proporrà in tour con un nuovo live. E per aprire questa sua avventura on stage Ruggeri ha scelto proprio Trento con il concerto in programma il 23 marzo all’Auditorium S. Chiara, il nuovo tour di Enrico Ruggeri. Per il cantautore milanese si tratta di un ritorno a teatro a quattro anni di distanza dal precedente tour, con uno spettacolo che ha come sigla quella legata al web di “Frankenstein 2.0”. Nelle intenzioni di Enrico Ruggeri lo spettacolo sarà diviso in due parti: la prima sarà un excursus sulla rock opera Frankenstein mentre nella seconda sarà

ENRICO RUGGERI PER APRIRE “FRANKENSTEIN”, QUESTA SUA AVVENTURA ON STAGE, IL CANTAUTORE MILANESE HA SCELTO PROPRIO TRENTO, IL 23 MARZO protagonista anche il pubblico, chiamato ad interagire attraverso i social. L’idea dell’artista è quella di far interagire il pubblico presente in sala con quello che tramite il web potrà intervenire da luoghi lontani: tutti così potranno partecipare allo show dando vita ogni sera ad una performance sempre unica e irripetibile. Ad accompagnare Ruggeri sul palco ci saranno gli inseparabili Luigi Schiavone (chitarra) e Fabrizio Palermo (basso e tastiere) accanto a Francesco Luppi (tastiere) e Marco Orsi (batteria). Enrico Ruggeri, lo scorso 23 giugno era stato ospite della serata finale del Festival Acustico in Piazza Fiera dove aveva proposto in chiave acustica alcuni dei suoi maggiori suc-

cessi. In questa occasione al centro dello show ci sarà il particolare progetto legato al classico di Mary Shelley. «Rileggendo Frankenstein – ha raccontato Ruggeri – non ho potuto fare a meno di trovare spunti di riflessione e molti parallelismi con la società contemporanea. Si parla di ambizione e di superamento delle leggi morali, temi assolutamente riscontrabili anche ai giorni nostri. Non vogliamo invecchiare e non ci rassegniamo al tempo che passa. La creatura del romanzo è un diverso, un disgraziato in cerca di amore ed è innegabile che le questioni legate alle minoranze e ai rapporti umani siano cambiate nel corso di duecento anni, ma ieri come oggi sono al centro dell’interesse comune».

Frankenstein è un disco ambizioso ma particolarmente ispirato: un vero e proprio concept album ispirato al libro della Shelley che racchiude tredici brani in cui si parla di ambizione sfrenata, bioetica, paura della diversità, necessità di amare, odio e desiderio di restare giovani sfidando le leggi del tempo». Ruggeri ha anche evidenziato come per lui: «Produrre un concept album in un’epoca di canzoni usa e getta e abbinarlo ad un racconto è stata una vera sfida, in un periodo come questo, caratterizzato da musica virtuale, da iTunes, da Youtube e da artisti che prediligono la piaggeria alla qualità. Il bisogno di apparire e piacere a tutti i costi oltrepassa la voglia di ■ emozionare».

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ista!!! Per apprezzare al meglio la “valanga” di concerti di Dolomiti Ski Jazz, la cui diciassettesima edizione si terrà dall’8 al 15 marzo in Val di Fiemme, è consigliabile avere gli sci ai piedi: gli spettacoli più caratteristici del festival si tengono infatti lungo i tracciati di alcune delle piste innevate più celebri al mondo. Immersi nella natura alpina, i concerti di Dolomiti Ski Jazz sono un après-ski assai originale: band internazionali per una girandola di live che spaziano dal jazz al blues, con incursioni anche nel rock, che andranno in scena letteralmente in mezzo alla neve. Oltre che agli amanti degli sport invernali d’alta quota, Dolomiti Ski Jazz pensa anche a chi preferisce ascoltare musica in luoghi più tradizionali, come i teatri e i locali notturni. Al calar del sole, il festival scende infatti dalle baite e i rifugi d’alta montagna fino ai paesi della Val di Fiemme. Qui si ascolteranno i gruppi di maggior prestigio della programmazione. Tra gli artisti che parteciperanno a Dolomiti Ski Jazz 2014 spiccano i Quintorigo, la vocalist Patrizia Laquidara, il virtuoso clarinettista Gabriele Mirabassi, il quartetto dell’intenso sassofonista statunitense Logan Richardson e quello del giovanissimo prodigio del sax Mattia Cigalini. Sei rifugi in alta quota saranno coinvolti quest’anno nei concerti diurni di Dolomiti Ski Jazz, tutti a ingresso gratuito, doneranno momenti di emozionante contatto tra musica, sport e natura. Alcuni di questi luoghi di ritrovo, in cui si potranno ascoltare concerti dai ritmi coinvolgenti tra una discesa sugli sci e una risalita con gli impianti, 64

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DOLOMITI SKI JAZZ LA 17A EDIZIONE SI TERRÀ DALL’8 AL 15 MARZO: SPICCANO I QUINTORIGO, LA VOCALIST PATRIZIA LAQUIDARA, IL CLARINETTISTA GABRIELE MIRABASSI Kicca & Intrigo

sono storicamente legati all’immagine del festival: il Ciamp de le Strie di Bellamonte (qui martedì 11 marzo si esibirà il quartetto del clarinettista Alfredo Ferrario con un ospite davvero speciale, la cantante Patrizia Laquidara); il rifugio Zischgalm di Pampeago (che ospiterà il tributo a Carlos Santana della Shamanes Band, mercoledì 12); lo chalet Valbona all’Alpe Lusia (dove giovedì 13 si potranno ascoltare le surreali canzoni di Charlie and the Cats); il Rifugio Passo Feudo dello Ski Center Latemar di Predazzo (si farà tappa venerdì 14 con le melodie balcaniche e klezmer del Dunavsko-Trio); il rifugio Doss dei Laresi all’Alpe Cermis (sabato 15, coi travolgenti ritmi dei Gamma3). Una novità assoluta nelle scalate in alta

quota di Dolomiti Ski Jazz è invece il Rifugio Fuciade al Passo San Pellegrino, paradiso paesaggistico e della ristorazione (dove domenica 9 suonerà il gruppo Revensch della sassofonista Helga Plankensteiner). I teatri della Val di Fiemme apriranno le porte per accogliere gli artisti di punta del programma di Dolomiti Ski Jazz. Questi concerti, in pri-

ma serata, sono gli unici a pagamento del festival. Ai celebri Quintorigo sarà affidato il concerto d’apertura, sabato 8 marzo a Cavalese (Palazzo dei Congressi). Da sempre fautori di una eccitante sovrapposizione dei linguaggi (jazz, classica, rock, punk, funk, blues), i Quintorigo sono un quartetto sui generis, incrocio di archi e sax ad elevato tasso d’elettrificazione. Un organico quanto mai congeniale per rendere omaggio alle musiche di Jimi Hendrix: eclettismo stilistico, versatilità, uso immaginifico degli strumenti sono tratti comuni al chitarrista di Seattle e ai Quintorigo. Hendrixiano doc è poi Moris Pradella, il cantante coinvolto dal gruppo come guest per questo progetto. Il secondo appuntamento teatrale del festival, lunedì 10 a Castello di Fiemme (Sala Polivalente), porterà alla ribalta il quartetto che affianca Maurizio Bestetti trio


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la giovane rising star del jazz italiano Mattia Cigalini a tre musicisti ormai ben affermati come Luigi Tessarollo, Paolino Dalla Porta e Manhu Roche. Mattia Cigalini, col suo sax, è probabilmente la più stupefacente nuova rivelazione del jazz italiano: potenza di suono, fraseggio avviluppante, timbrica smaltata, espressività al calor bianco, una capacità comunicativa che si traduce, per chi l’ascolta, in un immediato rapimento dei sensi. Uno spaccato di contemporaneità newyorkese si ascolterà mercoledì 12 a Tesero (Teatro Comunale) con il quartetto del sassofonista Logan Richardson. Innovatore dalla notevole consistenza espressiva, Richardson viene da Kansas City, ma è ormai da tempo attivo nella scena della Grande Mela, dove oltre a dirigere i propri gruppi collabora con personalità del calibro di Nasheet Waits e Joe Chambers. Un suadente, romantico, coloristico tocco sudamericano arriverà venerdì 14 a Moena (Teatro Navalge) con l’omaggio alle musiche di Jobim, ma non solo, per mano di tre stilisti della musica carioca come Gabriele Mirabassi (clarinetto), Roberto Taufic (chitarra) e Cristina Renzetti (voce, chitarra). La serata finale del festival, sabato 15 a Predazzo (Sala Comunale), avrà per protagonista il quartetto del cantante e pianista altoatesino Winfried Gruber. Gruber, che si presenta alla testa di una ritmica austriaca, è inevi-

tabilmente noto per essere il fratello della celeberrima giornalista televisiva Lilli Gruber, oltre che per la fine ironia delle sue canzoni a cavallo tra jazz e blues. Ulteriori concerti animeranno poi le notti di Dolomiti Ski Jazz, con appuntamenti nei locali della Val di Fiemme. Domenica 9 marzo Helga Plankensteiner sarà al Club La Grenz di Moena con il gruppo Plankton. Martedì 11 l’Alfredo Ferrario Quartet e Patrizia Laquidara bisseranno il loro concerto diurno, tornando a esibirsi in serata al Wine Bar dell’Hotel Bellavista di Cavalese. Il Bar B’art di Predazzo ospiterà l’immancabile jam session (giovedì 13). L’appuntamento conclusivo del festival sarà la sera di sabato 15 al Poldo Pub di Predazzo, con i Blu Job e il loro jazz dagli imponenti influssi rock. Venerdì 14, il virtuoso fisarmonicista bulgaro Aleksey Asenov sarà protagonista di un concerto pomeridiano in solo al Bar Birreria il Vicoletto di Cavalese. Dolomiti Ski Jazz 2014 è organizzato dall’Azienda per il Turismo della Val di Fiemme, in collaborazione con Trentino Sviluppo, il Consorzio Impianti a Fune Val di Fiemme Obereggen, i comuni di Cavalese, Predazzo, Tesero, Ziano di Fiemme, Castello-Molina di Fiemme, Moena. ■ Informazioni: APT Val di Fiemme: Tel. 0462.241111 Dolomiti Ski Jazz: www.dolomitiskijazz.com info@dolomitiskijazz.com

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di Fabio de Santi

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orrei che dopo un mio spettacolo tutti si sentissero un po’ meno soli, un po’ più allegri, un po’ più forti, vorrei abbracciarli tutti. La risata è un abbraccio, un bisogno che ci sarà sempre». Così Antonio Albanese confessa il suo auspicio per lo spettacolo “Personaggi” che riporta il comico nei teatri per uno dei tour più attesi di questo 2014. Uno show che si annuncia travolgente e che andrà in scena anche all’Auditorium S. Chiara il 2 marzo per la rassegna “Cabarettiamo. Comici a Teatro” organizzata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara insieme a Fiabamusic. Scritto da Albanese con Michele Serra, Piero Guerrera e Giampiero Solari “Personaggi” metterà in scena i mille volti con i quali Antonio, il comico da sempre racconta il presente e i vari aspetti di un’umanità varia. Quella realtà che diventa teatro attraverso Epifanio, L’Ottimista, il Sommelier, Cetto La Qualunque, Alex Drastico e Perego, maschere e insieme prototipi della nostra società, visi conosciuti che si ritrovano nel vicino di casa, nell’amico del cuore, in noi stessi. Lo spettacolo

ANTONIO ALBANESE UNO SHOW CHE SI ANNUNCIA TRAVOLGENTE E CHE ANDRÀ IN SCENA ALL’AUDITORIUM S. CHIARA DI TRENTO DOMENICA 2 MARZO

“Personaggi” riunisce alcuni tra i volti creati da Antonio Albanese: dall’immigrato che non riesce a inserirsi al Nord, all’imprenditore che lavora 16 ore al giorno, dal sommelier serafico nel decantare il vino, al candidato politico poco onesto, dal visionario Ottimista “abitante di un mondo perfetto” al tenero Epifanio e i suoi sogni internazionali. “Personaggi” appunto, che in questi anni, abbiamo impa-

rato a conoscere e ad amare, dove la nevrosi, l’alienazione, il soliloquio nei rapporti umani e lo scardinamento affettivo della famiglia, l’ottimismo insensato e il vuoto ideologico contribuiscono a tessere la trama scritta da Michele Serra e Antonio Albanese. In scena uomini del Sud e del Nord, uomini alti e bassi, grassi e magri, ricchi e poveri, ottimisti e qualunquisti. Maschere irriverenti e grottesche specchio di una realtà guardata con occhio attento a carpirne i difetti, le abitudini e i tic. Una galleria di anti-eroi che svelano un mondo fatto di ossessioni, paure, deliri di onnipotenza e scorciatoie, ma dove alla fine anche la poesia trova posto. Un recital che racconta, con corrosiva comicità e ritmo serrato, un

mondo popolato da personaggi tipici del nostro tempo, dal pensiero contemporaneo interpretato con dirompente fisicità. Su come nascano le sue maschere tragicomiche Albanese ha raccontato: «Ogni mio personaggio nasce dal desiderio di dire o denunciare qualcosa. Oggi viviamo l’epoca delle nevrosi e della diffidenza che ognuno di noi ha verso gli altri, il mio prossimo personaggio rispecchierà proprio questo aspetto della società, sto pensando ad un intellettuale pieno di pillole e psicofarmaci! In fondo noi non ce ne rendiamo conto, ma stiamo tutti un po’ sclerando! Basta vedere come camminiamo e come ci muoviamo, gesticoliamo come dei nevrotici...». ■

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di Fabio de Santi

«I

l mio nuovo spettacolo toccherà soprattutto i teatri della provincia italiana. Quei luoghi in ogni angolo della Penisola in cui l’atmosfera è unica, particolare e in grado di creare sempre qualcosa di diverso e di nuovo. Si tratterà di un tour per creare repertorio. Poche scene, pochi testi, orchestra essenziale di solo quattro elementi, insomma un Fiorello nudo e crudo che si inserisce nei cartelloni come, appunto, un fuori programma con un show work in progress che cambierà forma ogni sera». Le parole sono quelle che Fiorello ha usato per delineare il perimetro del suo nuovo spettacolo “Fuori Programma” con cui uno dei più amati uomini di spettacolo italiani ritorna a calcare i palcoscenici italiani con quello che si annuncia fin d’ora come uno degli show più importanti di questo 2014. E fra le date dello showman siciliano sono previste anche due tappe a Trento, quelle del 21 e 22 marzo: due date attesissime. “Fuori programma” debutterà il 16 marzo a Novara, ma a

FIORELLO “FUORI PROGRAMMA” LO SHOWMAN SICILIANO FA DUE TAPPE A TRENTO, IL 21 E IL 22 MARZO: DUE DATE ATTESISSIME parte qualche dichiarazione rilasciata al settimanale “Tv Sorrisi e canzoni”, ben poco si sa delle intenzioni dell’artista. Quel che appare certo è il fatto che ad accompagnare Fiorello ci saranno i fidi musicisti della sua band con cui si esibisce da anni a fianco del maestro Cremonesi e dei Gemelli di Guidonia, personaggi lanciati dall’EdicolaFiore, la striscia quotidiana on line diventata un vero e proprio fenomeno di culto negli ultimi anni. Ma come ama da sempre ricordare Fiorello, a caratterizzare i diversi momenti di “Fuori Programma” saranno gli spazi dedicati all’improvvisazione, magari legati alla cronaca e anche alle realtà delle varie città in

cui farà tappa lo spettacolo. Se con la sua “EdicolaFiore” Rosario Tindaro, in arte Fiorello,ha imposto un nuovo modo di fare informazione e comicità attraverso Internet, e da novembre anche su Radio 2, creando un vero e proprio modello di commento ironico, in diretta da un bar di Roma, alla realtà tricolore ora pare aver voglia di tornare a confron-

tarsi con il pubblico come ha raccontato a Tv Sorrisi e Canzoni: «Tre o quattro cose saranno preparate, tutto il resto sarà improvvisato. Cambierò ogni sera. E il punto di partenza sarà lo show della sera prima. Il pubblico farà da autore aggiunto: se una cosa funziona la riproporrò nella data successiva, anche arricchita. Se invece non va la cancello. Magari uno spettacolo avrà tre inizi. Esordirò con tre cose diverse e poi dirò alla gente ‘Secondo voi qual è l’inizio migliore per il mio spettacolo? E via così, finali compresi. Solo che, quando la gente avrà detto la sua su ogni aspetto dello spettacolo, non potrà più vederlo: sarà finito e io me ne andrò». ■

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di Nicola Tomasi

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educe dal successo con il monologo “Li romani in Russia”, Simone Cristicchi presenta un nuovo spettacolo sulla memoria della seconda guerra mondiale: “Mio nonno è morto in guerra” prodotto da Promo Music di Marcello Corvino, in programma al Teatro Valle dei Laghi, sabato 29 marzo (ore 20.45). Uno spettacolo di parole e musica, commovente, coinvolgente e ironico: un affresco di piccole e grandi storie individuali, un mosaico di istantanee emozionanti, schegge di voci inghiottite dal vortice della Grande Storia e salvate dall’oblio. Palco spoglio, quattordici vecchie sedie accatastate, che proiettano sullo sfondo una ragnatela di luce, un pianoforte, strumenti giocattolo. Questo è quanto basta per raccontare le storie “in bianco e nero” di quattordici piccoli eroi quotidiani attraversati dal terremoto della

MIO NONNO È MORTO IN GUERRA A VEZZANO CON SIMONE CRISTICCHI SI TORNA INDIETRO, AI TEMPI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE. IN PROGRAMMA AL TEATRO VALLE DEI LAGHI, SABATO 29 MARZO, L’UNICA DATA PROVINCIALE DELLO SPETTACOLO seconda guerra mondiale. Alternando registri vocali e stilistici, il poliedrico cantautore e attore romano dà vita ad ogni singolo personaggio, raccogliendo un album di ricordi che ancora oggi gridano rabbia per un dolore gratuito

e inutile e, che per contraltare ha bisogno di leggerezza, una leggerezza indispensabile a sopravvivere. A questa raccolta di aneddoti e ricordi, si affiancano brani scelti dal repertorio della canzone popolare e d’autore: De Grego-

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rosegue il nostro viaggio nel meglio della produzione discografica indipendente nazionale e non solo. Questo mese, gratis sul sito di Trentino Mese, una compilation di cinque brani. In apertura una leggenda dello ska italiano: i Vallanzaska ci fanno ascoltare il singolo “Generazione di Fenomeni”, tratto da “TheGenerazione”, il loro decimo album. Per i palati più fini, abbiamo inserito in seconda posizione il singolo dei Chat Noir, un trio di jazz acustico molto aperto alla sperimentazione elettronica, prodotto dall’etichetta italo inglese RareNoise Records. Il viaggio prosegue passando per la Sicilia, con il brano “Am I Wrong” dei Nigga Radio, una nuova band che coniuga il bel cantato popolare, in inglese e dialetto siciliano, al soul più sofisticato. Sempre dalla Sicilia proviene la proposta musicale de Ipercussonici, band divisa fra la vocazione di tramandare le influenze musicali e culturali sicule e l’apertura mentale agli stimoli più contemporanei. È una contrapposizione solo apparente, che porta la band a giocare con i generi musicali producendo un disco avvincente e da scoprire. Non meno meritevole è la proposta dei Gonzalo, band pordenonese prodotta dalla Seahorse Recordings. Un folk rock minimale che guarda dritto alla tradizione britannica degli anni ‘90, per una band tutta da scoprire.

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ri, Fossati, Vian, canti alpini reinterpretati da Cristicchi accompagnato al pianoforte da Riccardo Ciaramellari. Molti altri saranno gli appuntamenti in cartellone per il mese di marzo. Ricco il cartellone in concomitanza con il fine settimana che celebra la “festa delle donne”: Venerdì 7 marzo appuntamento cinematografico con il film “Come pietra paziente”, un film sulla femminilità negata, a cui seguirà Sabato 8 marzo il concerto “Fabrizio, le donne e l’amore”, dove Mimmo De Tullio e Michele Ascolese proporranno una raccolta di brani di De Andrè dedicati al mondo femminile, per dire basta alla violenza sulle donne. Domenica 9 marzo da non perdere per le famiglie l’appuntamento con “I tiri burloni di Till Eulenspiegel”: i fiati solisti dell’Orchestra Haydn portano la nota partitura straussiana nella trascrizione per quintetto di fiati di Andrea Chenna e nell’originale allestimento per teatro di burattini di Luciano Gottardi, che interpreterà con la ben nota fantasia e i suoi coloratissimi burattini le vicende dell’irresistibile personaggio. A chiudere, troviamo Marx a Soho (14 marzo), spettacolo di Fondazione Aida, dove prendono voce le vicende di un uomo che ha segnato la storia dell’economia, e l’appuntamento con Black and White (22 marzo) per la rassegna danza. ■


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di Fabio De Santi

È

quello con i Delitiae Musicae (ensemble vocale e strumentale), diretta da Marco Longhini, il primo evento di marzo, lunedì 10, per la Stagione della Società Filarmonica di Trento. Il lascito musicale di Claudio Monteverdi rappresenta sicuramente uno dei vertici assoluti della scrittura musicale occidentale e il Libro ottavo ne è sicuramente la vetta. Per la sua lettura arriva a Trento un complesso italiano riconosciuto internazionalmente come uno dei massimi interpreti monteverdiani. Il Delitiae Musicae, infatti, ricostruisce filologicamente una cappella musicale del Rinascimento italiano composta esclusivamente da solisti vocali maschili e da strumenti antichi. Fondato nel 1992 è considerato uno dei più interessanti gruppi di musica antica, richiesto da importanti Festival come San Maurizio di Milano, Monteverdi di Cremona, Oude Musik di Utrecht, Friburg, Zurigo. A guidarla Marco Longhini; si diploma in Direzione d’orchestra a Milano e si laurea in Architettura a Venezia dopo i diplomi in Composizione, Canto e Direzione di Coro. Vent’anni di specializzazione nel repertorio della musica antica italiana

DELITIAE MUSICAE IL LASCITO MUSICALE DI CLAUDIO MONTEVERDI CELEBRATO A TRENTO LUNEDÌ 10 MARZO Camerata Bern

del XVI e XVII secolo, spesso inedito, ne fanno uno dei direttori più seguiti e amati per il repertorio vocale, l’opera e l’oratorio. Con ricercata tecnica gestuale, a disposizione della sua innata espressività, ama indagare quell’antica possibilità della musica d’essere emotivamente coinvolgente. Un grande virtuoso, il violinista francese Rodolphe Kreutzer, un compositore drammatico e trascinante, Beethoven, un romanziere fantastico, Lev Tolstoj e un musicista innamorato di tutti e tre i suddetti, ovvero Leoš Janácek: attorno a que-

sta quaterna si snoda intelligentemente il programma offerto dalla Camerata Bern in concerto venerdì 21 marzo. A Trento la Camerata giunge guidata dalla violinista moldava Patricia Kopatchinskaja. Una musicista che ha studiato composizione e violino a Vienna e Berlino meritandosi prestigiosi premi internazionali. Chiamata a collaborare con i Wiener Philharmoniker, la Staatskapelle di Berlino e la Deutsche Kammerphilharmonie di Brema è stata protagonista di molte prime esecuzioni. Per la Filarmonica, suonando

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un violino, Pressenda del 1834, proporrà una sua composizione originale. Fondata nel 1962 con lo scopo di dar vita a una formazione la cui flessibilità e duttilità consentano alla compagine di esibirsi senza direttore, la Camerata Bern è composta da solisti e cameristi assai esperti. Sotto la direzione artistica della titolare Antje Weithas o dei violinisti Kolja Blacher, Carolin Widmann, Erich Höbarth, il suono dell’ensemble si caratterizza per un’omogeneità, freschezza e sicurezza stilistica davvero rare. ■

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di Antonia Dalpiaz

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arà tutto d’oro il sipario che si alzerà per ben quarantatré serate di spettacoli in tredici Teatri della Vallagarina nei mesi di marzo ed aprile: Rovereto, Lizzana, Ala, Serravalle, Avio, Sabbionare, Brentonico, Mori, Pomarolo, Trambileno, Castellano, Pedersano e Volano. Un Festival Nazionale di Teatro Amatoriale arrivato alla 33a edizione, promosso dalla Comunità della Vallagarina e organizzato dalla Compagnia di Lizzana. Un circuito nei Comuni del territorio, realizzato in collaborazione con la Co.f.as e la UILT che si affianca al concorso Nazione che mette a confronto otto tra le migliori Compagnie Italiane. La manifestazione iniziata il primo marzo si concluderà l’undici aprile con la serata delle premiazioni al Teatro Melotti. Molti gli spettacoli comici, in maggioranza espressi sia nei dialetti trentini che in quelli veneti, ma non mancheranno anche testi classici e titoli significativi. Un “Sipario d’oro” ad ampio raggio che rispetta tutti i gusti, ma che sa anche proporre novità ed originalità. Ricca la serata del primo marzo, a partire dall’Auditorium Di Moscheri di Trambileno con “Vacanze forzate, stessa casa, stesso mare” traduzione in dialetto di AnScena tratta da “Mandragola”

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SIPARIO D’ORO ...SI ALZERÀ PER BEN 43 SERATE DI SPETTACOLI IN TREDICI TEATRI DELLA VALLAGARINA tonella Zucchini con la filo di Viarago diretta da Lorenzo Zampedri. L’8 marzo al Teatro Castellano di Villalagarina la Filo Amicizia di Romeno è di scena con “Niente da dichiarare” di Hennequin e Veber per la regia di Bruno Vanzo. L’Estravagario Teatro di Verona sarà al Teatro Sartori di Ala con “Uomini sull’orlo di una crisi di nervi” di Capone e Galli. Regia di Alberto Bronzato. “Gli angeli di Charlie” è il titolo del testo di Roberto Marafante che dirige la Compagnia di Lizzana al Teatro Sociale di Mori. All’Auditorium di Trambileno Il gruppo Amici del Teatro di Serravalle propone “El process” di Roberto Caprara per la regia di Beniamino Sala. La Filo La Grinta di Arco allestisce al Teatro di Pedersano la commedia di Loredana Cont “No ve capisso pu”. Regia di Paola Prati.

Il 14 marzo, a concorso, presso l’Auditorium Melotti, la Corte dei Folli di Fossano propone “Piccoli Crimini Coniugali” di Eric Schmitt, regia di Marina Molla. Al Teatro Monte Baldo di Brentonico, va in scena una traduzione in veneto del testo di Loredana Cont “Lusel del marascial” con la Compagnia Teatro dell’Attororchio di Cavaion Veronese. Regia di Ermanno Regattieri. All’Auditorium di Pomarolo I Sarcaioli di Arco mettono in scena “I segreti del cor”, testo e regia di Alberto Maria Betta. La Barcaccia di Verona, diretta da Roberto Puliero propone al Teatro Concordia di Volano “Il Ventaglio” di Carlo Goldoni. Il 15 marzo nel teatro S.Floriano di Lizzana Il Gad Città di Trento propone a concorso “La Lupa” di Giovanni Verga. Regia di Alberto Uez. Al Teatro di Serravalle la Filo Nino Berti allestisce “Quasi quasi provo anca mi” di Gloria Gabrielli, regia di Andrea Baroni. La Filo di Laives sarà invece al Teatro di Avio con “La visita della vecchia signora” di Duerrenmatt, regia di Roby De Tomas. Al Teatro Sociale di Mori è di scena il testo di Goldoni “I Rusteghi” con la Barcaccia di Verona diretta da Roberto Puliero. “Barufe en famegia” di Giacinto

Scena tratta da “Uomini sull’orlo di una crisi di nervi”

Gallina è il lavoro proposto al teatro di Castellano dalla Compagnia di Lizzana per la regia di Paolo Manfrini che verrà replicato il 22 marzo al Teatro di Serravalle. Il 21 marzo, a concorso, presso l’Auditorium Melotti di Rovereto la compagnia Al Castello di Foligno è di scena con “La Mandragola” di Macchiavelli, regia di Claudio Pesaresi. Al Teatro Monte Baldo di Brentonico la compagnia Impiria di Verona allestisce “America” di Canteri per la regia di Andrea Castelletti. “Non tutti i ladri vengono per nuocere” di Dario Fo è il testo proposto all’Auditorium di Pomarolo dalla Filo El Grotèl di Condino diretta da Renzo Bodio. Questi solo alcuni degli appuntamenti del ricchissimo calendario del Sipario d’Oro 2014. Il programma competo è sul sito ufficiale. ■


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distanza di un anno è quasi obbligatorio parlare della nostra convenzione odontoiatrica. È obbligatorio parlarne in quanto è stata in assoluto la prima convenzione-accordo tra alcuni medici odontoiatri trentini e Confindustria Trento. Primo progetto innovativo di questo tipo in Italia. Una comunione di intenti per dare finalmente la chiave per aprire e dare un aiuto concreto e operativo immediatamente per tutte le maestranze, operai, impiegati, tutti di Confindustria Trento, compresi tutti i loro familiari. Nell’arco del 2013 siamo stati precursori e molto lungimiranti, siamo riusciti ad interpretare e tradurre prima di tante altre associazioni il nostro futuro e quello che sarebbe accaduto nella nostra regione e soprattutto per il mondo del lavoro trentino. In questi momenti di trasformazione, dove anche le primarie esigenze di vita, le nostre necessità non sono più così inossidabili e garantite, per non parlare di salute, dei nostri diritti sacrosanti, è giusto essere curati decentemente e in tempi adeguati nella nostra regione. Avere la possibilità di curarsi tramite una convenzione per tutti gli assicurati e le loro fam è un fattore molto importante per questi momenti. Riuscire oltretutto a dare delle cure OGGI, dei servizi garantiti, con un prezziario ODIER-

UN AIUTO CONCRETO PER LE FAMIGLIE CARO LETTORE DI TRENTINO MESE, SAI CHE PUOI ESEGUIRE LE TUE CURE ODONTOIATRICHE A PREZZI CONVENZIONATI? NO, ATTUALE, strutturato e fatto dalla ASL. TRENTINO negli anni 2007-2009 per la popolazione trentina direi che molto apprezzabile, senza l’incognita del reddito ICEF visto i tempi e i costi delle cure odontoiatriche senza convenzioni di sorta. Per la mia esperienza lavorativa e per le cure eseguite all’interno del mio studio,in questo ultimo anno, solo gli assistiti aiutati da convenzioni dei diversi enti di appartenenza hanno avuto notevolissimi vantaggi dai loro benefit aziendali-lavorativi, sia per loro che per i propri figli e familiari. Di questo posso essere garante e testimone delle cure erogate. Testimonianze certamente supportate e condivise dagli altri colleghi che hanno avuto le stesse sensazioni nel proprio studio. Le potenzialità di questo progetto ogni giorno che passa aumentano sempre di più. Dico questo in quanto il mio ambulatorio lo scorso anno 2013, in collaborazione con il comune di Trento, ha svilup-

INFO dr. GIOVANNI BAIARDO Odontoiatra spec. in ODONTOIATRIA e PROTESI DENTARIA via Stoppani 2, Trento Tel. 0461.1920700 Mob. 347.7329171 gbaiardo@hotmail.it www.studiobaiardo.com

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pato un progetto di incontri sul nostro territorio, nelle circoscrizioni. Le tematiche svolte per dare informazioni alla nostra gente hanno avuto una bella partecipazione ai nostri incontri. Logicamente a costo zero per il Comune e la popolazione. Ed è servito MOLTO parlare di filiera trentina alla gente, di cercare di riprenderci e di preservare e proteggere la nostra economia, anche NEL far capire il lavoro di uno studio odontoiatrico e le difficoltà di far rimanere la produzione trentina nel nostro territorio. Deve essere fondamentale farsi curare a casa nella propria terra. È molto importanteinoltre avere un laboratorio odontotecnico tutto trentino doc: qualità, tecnologia all’avanguardia, gente che ci mette la sua reputazione, la propria faccia tutti i giorni. Ma questo vale anche per il mio studio. È importante dare affidabilità, cortesia, continuità nel servizio,avere la sensazione impagabile di portare avanti lo studio di mio

padre da oltre cinquanta anni, e al contempo sforzandomi di aumentare ogni giorno la mia professionalità e quella del mio studio. I pazienti hanno bisogno di conferme e, dal mio punto di vista, è bello proporre un rapporto medico-paziente come una volta. Non occorre parlare jugoslavo per farsi curare. Del resto questa nuova visione di odontoiatria è stata strutturata in maniera intelligente, non caricando ulteriormente il cittadino con prelievi forzati dalla sua busta paga e neppure le aziende gravandole ulteriormente di spese in questo periodo alquanto delicato. Cari lettori, la vostra azienda o il vostro ente vi danno questa opportunità per il vostro benessere personale di partecipare al nostro progetto? Informatevi presso la vostra azienda, controllate la vostra busta paga. Considerando le nostre convenzioni in studio se avete bisogno possiamo darvi informazioni ■ e aiuto al riguardo.

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di Lara Deflorian

L’

interesse per la danza a Trento si mantiene sempre alto, soprattutto rispetto a prime nazionali di spettacoli dinamici e contemporanei. E seppur di genere diverso, anche il prossimo appuntamento della stagione tersicorea previsto per il 6 marzo al teatro Sociale di Trento, potrà incuriosire il grande pubblico, solitamente attratto dalle rivisitazioni. Vedremo, infatti, una rappresentazione della nota fiaba Cenerentola interpretata dal Ballet Biarritz, protagonista di uno spettacolo concepito dal coreografo francese Thierry Malandain. Non sarà una prima nazionale, messa in atto con successo la scorsa estate a Verona, ma la versione presentata, fedele alla drammaturgia di Cenerentola scritta da Charles Perrault e alla partitura composta da Prokofiev, si traduce nel percorso esistenziale di un’étoile della danza che, passando attraverso il dubbio, l’emarginazione, la sofferenza e la speranza, raggiungerà la luce. Un percorso “fatto di ceneri e di magia” con elementi ora tragici e ora comici dal sapore

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CENERENTOLA PROSSIMO APPUNTAMENTO DELLA STAGIONE TERSICOREA PREVISTO PER IL 6 MARZO AL TEATRO SOCIALE DI TRENTO, POTRÀ INCURIOSIRE IL GRANDE PUBBLICO, SOLITAMENTE ATTRATTO DALLE RIVISITAZIONI. VEDREMO, INFATTI, UNA RAPPRESENTAZIONE DELLA NOTA FIABA universale. Conosciuto per le sue riletture dei classici del balletto come ad esempio Romeo e Giulietta, Schiaccianoci e Carmen, la scintilla per la creazione di Cendrillon è stata per Thierry Malandain la frase di Nietzsche, “bisogna avere il caos dentro di sé per generare una stella danzante”. Il risultato finale è quindi la messa in scena del percorso di una stella, Cenerentola appunto, una stella che danza. Attraverso “un grido alla luce”, un richiamo al chiarore sereno delle stelle,

sorta di contrappunto al caos interiore in cui si moltiplicano i dubbi, le rivolte, i dispiaceri sofferti e le felicità sognate, la coreografia ci porta sulla via della realizzazione. Assisteremo al piacere trasmesso dall’umanità e dalla magia del racconto, dalla sontuosità della musica, ma anche dalle risate delle scene burlesche che controbilanciano gli episodi onirici o di sventure. Tra le tante rivisitazioni di Cenerentola, entrate a far parte della storia del balletto, ne possiamo ricordare alcune di particolarmente significative: in primis quella anticonformista e antiromanica del 1985 di Maguy Marin ambientata in un universo di bambole paffute, poetiche e crudeli; poi quella di Rudolf Nureyev

che nel 1986 rilesse la fiaba in chiave moderna, ambientata nel mondo cinematografico di Hollywood degli anni Trenta. Inoltre possiamo menzionare quella più recente di Matthew Bourne per il gruppo Adventures in Motion Pictures che, nel 1997 ambienta la vicenda nella Londra distrutta dalle incursioni dei caccia tedeschi. In scena al Sociale vedremo 20 danzatori di formazione accademica, che oggi compongono il Malandain/Ballet Biarritz, la compagnia guidata dal 1998 da Thierry Malandain e residente presso il Centre Chorégraphique National d’Aquitaine, località situata tra i paesi baschi della Francia. Nell’ambito del circuito provinciale, per questo mese è inoltre previsto un secondo appuntamento con la danza. Dopo Riva del Garda il 22 marzo potremo rivedere in scena, al teatro Valle dei Laghi di Vezzano, la compagnia sanremese Proballet con lo spettacolo di pura energia dalle linee classiche e dai movimenti contemporanei, Black and White – dal Buio alla Luce del coreografo Marcello Algeri. Per info: numero verde 800.013952 - www.centrosantachiara.it. ■


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di Antonia Dalpiaz

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i apre con un giallo di Agatha Christie il mese di marzo al Teatro Auditorium di Trento con “La tela del ragno”, in scena dal 6 al 9, proposto dalla Compagnia Teatro Vittoria- Attori & Tecnici diretta da Stefano Messina. Nel testo, considerato uno dei più originali e brillanti dell’autrice, un cadavere sconvolgerà la vita di una tranquilla coppia londinese, creando una serie di colpi di scena ed intrecci davvero divertenti, ingredienti perfetti per un lavoro di suspence. Al teatro Portland in Via Papiria, la Compagnia Arditodesio è di scena il 7-8-9- marzo con “Bum!”: 14/18 storie e suoni della grande guerra con Andrea Brunello ed Enrico Merlin. Quest’ultimo un concerto, un gioco teatrale per rileggere le avventure dei soldati sul fronte della Prima Guerra Mondiale. Al teatro Melotti di Rovereto lunedì 10 marzo Sara Bertelà, Nicola Pannelli, Davide Lorino ed Angelica Leo sono i protagonisti di “Exit” per la regia di Fausto Paravidino. Una coppia in crisi innesca tutta una serie di situazioni paradossali alla ricerca di una risposta e

“EXIT” AL TEATRO MELOTTI DI ROVERETO LUNEDÌ 10 MARZO SARA BERTELÀ E NICOLA PANNELLI SONO TRA I PROTAGONISTI DEL TESTO DI FAUSTO PARAVIDINO. SUL PALCO, ANCHE “GIORGIO AMBROSOLI” E... di una possibile soluzione ai problemi che dallo spazio del privato diventeranno elemento di discussione e di analisi a livello pubblico, tra battute e dialoghi fulminanti. Sempre al Teatro Portland il 14 marzo Luca Maciacchini presenta “Giorgio Ambrosoli” testo di Hugony Bonzano e Michela Marelli, che ne cura anche la regia. In Italia chi indaga sulla criminalità organizzata viene ucciso. Perché continua a farlo? Il 20 marzo al Melotti di Rovereto è di scena “Una notte in Tunisia” di Vitaliano Trevisan con Alessandro Haber, regia

di Andrèe Ruth Shammah. Il lavoro esamina gli ultimi giorni di vita di Craxi, X è il suo nome nel testo, metafora del potere e della sua caduta, un pezzo di storia inquietante, di cui è interprete un attore qui acclamato dal pubblico e dalla critica. Altro appuntamento al Porland il 21-22-23 marzo con “Mozart”, uno spettacolo scritto, diretto ed interpretato da Corrado Accordino per la regia di Valentina Paiano. Un racconto, un storia d’amore per il genio della musica. A Rovereto il 22 marzo è di scena “Quod Supererat”, ideato e diretto da Chiara Condrò ed Elisa Turco Liveri che lo interpretano assieme a Manuel Cascone. Il testo riprende il racconto “Le due zitelle” di Landolfi, una favola nera che

affonda in un mondo malato, cupo e demenziale. Il 27 marzo a Rovereto sarà il turno di “Sacrificio” tratto dal romanzo di Giacomo Sartori, proposto da Stradanòva. Uno spettacolo costruito sulla base dello slow theatre che ha visto scendere in campo un gruppo di giovani artisti trentini diretti da Elena Galvani e Jacopo Laurino. Una tragedia moderna, ambientata in una valle del trentino, che racconta il disagio giovanile. Il 28, 29, 30 marzo a Portland Maura Pettorruso è la protagonista di “Alice delle meraviglie” prodotto da Macelleria Ettore. Testo e regia di Carmen Giordano. Nel monologo Alice mostra lo scarto tra quello che siamo e l’immagine che abbiamo di noi. ■ 75

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IN MOSTRA L’UNIVERSO DEI SENSI, DA ORIENTE A...

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na mostra atipica questa che si è aperta presso le sale di Palazzo Roccabruna a Trento, in via SS. Trinità. Un’esposizione che ci permette

di intraprendere un lungo viaggio nel tempo e nello spazio, nella storia, nel gusto, nelle tradizioni e che ci apre le porte alla conoscenza di un incredibile territorio/ pianeta: la Cina. Già il titolo, Sapore

di tè,

Profumo di Oppio ci induce in quei luoghi

privilegiati dell’immaginario materiale che sono i sensi, elementi tramite e produttori di scambio simbolico tra l’uomo e il mondo. Ed è attraverso i sensi che i nostri avi hanno conosciuto le fantastiche e immaginarie terre orientali, grazie al tè prima, all’oppio e ai suoi derivati dopo. Erbe, fiori, alberi, frutti, vegetali simbolici da contrastanti richiami, geroglifici della voluttà e del piacere. Per dirla con Piero Camporesi il tè e l’oppio fanno parte di quell’officina produttrice dei sensi sfuggiti, per il loro essere orientali e in primis cinesi, a quella cristianizzazione delle erbe e dei fiori, al battesimo evangelico del bosco sacro esplorato dalla botanica degli “etnici” e da quella popolare delle plebi assetate

SELMA TODOROVA E LUIGI PENASA

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enerdì 7 marzo prossimo alle ore 17 si inaugurerà nelle sale di Torre Mirana (Palazzo Thun) in via Belenzani,19 a Trento la mostra dal titolo “ LUCE – OMBRA “ che vedrà esposte una selezione delle ultime opere della pittrice bulgara Selma Todorova e del pittore trentino Luigi Penasa. La mostra sarà visitabile, con ingresso libero, tutti i giorni dal 7 al 16 marzo 2014 con apertura continuata dalle ore 11 alle ore 19. Questo progetto intende essere il primo passo di un percorso di scambio culturale tra le realtà artistiche del Trentino e quelle della Bulgaria. L’intenzione è quella di promuovere e sviluppare una rete di scambi che faccia meglio conoscere e incontrare due comunità distanti geograficamente ma vicine per tradizioni e storia. Quello che si inaugura venerdì 7 marzo è il primo passo previsto e sarà seguito, nel prossimo mese di giugno, dall’allestimento dello stesso corpus di opere a Sofia. Gli artisti selezionati dalla curatrice Nadejda Simeonova, artista e operatrice culturale da anni residente e attiva a Trento, sono l’artista bulgara Selma Todorova e l’artista trentino Luigi Penasa, entrambi si muovono da anni in un ambito di ricerca prevalentemente rivolto alla rappresentazione della figura umana, o per meglio dire dell’umanità tutta che ci circonda e ci pervade.

di magia e di prodigi, che conobbero in occidente una

intensificazione senza precedenti. Nel tè e nell’oppio troviamo ancora sopravissuto quell’animismo totemico delle culture non cristiane o precristiane, il magismo cosmico del mondo agrario, il panteismo dei filosofi che inneggiarono a questi prodotti entrando in conflitto con la santificazione del mondo vegetale promossa dalla Controriforma. Ricordiamo poi il successo sulle lignee tavole europee della “cerimonia del tè”, culto e rito che troviamo nella letteratura europea, in numerosi libri e che divenne – ed è ancor oggi – quasi un mito per aristocrazie incantate dall’esotismo. La mostra, riportante un sottotitolo esemplificativo del 76

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trentinomostre percorso che ci invita ad intraprendere, “Commerci, cultura, conflitti tra Europa e Cina XVIII al XX secolo”, copre un arco cronologico compreso fra la metà del Settecento e la proclamazione della Repubblica (1912), concentrandosi sul periodo dei cosiddetti “trattati ineguali”, che segnarono, contemporaneamente, il punto più basso nella millenaria storia della Cina come potenza di riferimento in Asia orientale e quello più alto del predominio commerciale europeo nelle acque del Pacifico.
Nell’esposizione vi saranno tre

CAVALESE Mostre ANNAMARIA GELMI E ANNELIESE PICHLER L’IMMAGINE TERRESTRE Apertura: da venerdì 27 dicembre 2013 a domenica 20 aprile 2014. Centro Arte Contemporanea Cavalese - Piazzetta Rizzoli, 1. Fino al 6 gennaio e dal 12 al 20 aprile, aperto tutti i giorni tranne il lunedì. Nel restante periodo aperto sabato e domenica. Orario: 15.30-19.30. Info: Tel. 0462.235416; info@artecavalese.it; www.artecavalese.it.

punti focali: la ricostruzione dell’interno di una casa

PERGINE VALSUGANA

da tè, quella dell’interno di una fumeria d’oppio,

Mostre WOMAN ART Apertura: da sabato 8 a venerdì 21 marzo. C/o Spazio EventArt - Via Petrarca, 36. Saranno presentate alcune performance e un video di Alessia Franceschini. Orario: dal mercoledì al sabato ore 16-19. Info: www.spazioeventart.com.

basate su immagini d’epoca, e un settore dedicato ai video, che permetterà ai visitatori di scoprire una vasta filmografia dedicata agli argomenti della mostra. Nei primi due casi, si tratterà di creare delle quinte teatrali in cui, oltre allo sfondo costituito da immagini d’epoca, verranno collocate della mobilia e delle suppellettili, prese in prestito da aziende specializzate del settore (per esempio Latitudini Mobili Etnici di Cernusco sul Naviglio, Milano, Compagnia delle Indie Srl, Maserà di Padova) e dei manichini bidimensionali riproducenti i personaggi dell’epoca.
Nella sala video, in collaborazione con il Cineforum, verranno presentati dei film legati alla presenza europea in Asia e soprattutto in Cina, alla vita nelle concessioni internazionali e alla difficile transizione della Cina verso la modernità (ad esempio il famoso “55 giorni a Pechino” sull’assedio al Quartiere delle Legazioni da parte dei Boxer).
Lungo il percorso saranno anche collocate alcune vetrine – facenti parte della dotazione del Centro Martini o prese in prestito da musei locali – , che conterranno: servizi da tè in porcellana (sia cinese che europea) e in argento (Old Sheffield), samovar, contenitori in latta, etichette, dépliant pubblicitari, ecc. presi in prestito da raccolte private (Rovereto, Arco, Bolzano) o da antiquari, per mostrare l’importanza del tè come bevanda nazionale cinese (e inglese); libri dedicati alla cultura del tè (coltivazione, diffusione, cerimonia del tè) e dell’oppio (coltivazione, uso medicinale, diffusione) e opere letterarie aventi come tema gli argomenti della mostra; servizi da fumo per il consumo della sostanza stupefacente e, più in generale, elementi della cultura materiale cinese e sino-europea relativa al periodo preso in esame nella mostra. La mostra termina l’8 marzo. Domenica e lunedì chiuso, info per prenotazioni visite scuole 0461281343 (Centro Studi Martino Martini per le relazioni culturali Europa/ Cina), www.centrostudimartini.it.

La mostra Forte pura salubre acqua intende illustrare questo passaggio, soffermandosi soprattutto sul periodo compreso fra gli anni settanta dell’Ottocento e lo scoppio della prima guerra mondiale. Orario: Da martedì a venerdì ore 14-19; martedì e giovedì anche ore 10-13; sabato, domenica e festività ore 10-13/14-19. Chiuso il lunedì (escluso il 1° maggio e il 15 agosto 2014). Ingresso libero. Info: Biblioteca comunale di Levico Terme Tel. 0461.710206; levico@ biblio.infotn.it.

FOLGARIA FRAZ. COSTA Mostre ANNAMARIA TARGHER Apertura: fino a domenica 27 aprile 2014. Alpen Hotel Eghel. - Via Maffei, 49. Orario: tutti i giorni 08.0024.00. Ingresso libero. .

LEVICO Mostre FORTE PURA SALUBRE ACQUA: MOSTRA SUL TURISMO TERMALE NELL’ARCO ALPINO: LEVICO TRA XIX E XX SECOLO Apertura: fino a domenica 28 settembre 2014. Villa Paradiso. Le fonti di acqua minerale hanno costituito e continuano a rappresentare un’importante risorsa naturale del territorio alpino. Oltre all’imbottigliamento e alla commercializzazione delle acque, numerose località hanno conosciuto una significativa e radicale trasformazione urbanistica, socioeconomica e socio-culturale per effetto del costante incremento del flusso turistico attratto dall’efficacia delle cure idroponiche e dalla salubrità dei luoghi. È quanto accaduto anche in Trentino, dove, ad esempio, l’abitato di Levico Terme si è mutato da borgo a vocazione fondamentalmente rurale a vero e proprio centro urbano sul modello di altre famose stazioni termali mitteleuropee quali Bad Gastein, Ischl, Franzensbad, Marienbad.

Mostre SOGNO FORMATO A4 Apertura: da sabato 29 marzo a sabato 12 aprile. C/o Spazio EventArt - Via Petrarca, 36. Mostra con opere di piccole dimensioni. L’iniziativa si ispira al concetto espositivo già sperimentato con successo nello scorso anno con “C’era una volta” a cui parteciparono 116 artisti italiani e stranieri, con disegni su carta e cartoncino. Info: www. spazioeventart.com.

PIEDICASTELLO Mostre TERRE COLTIVATE - STORIA DEI PAESAGGI AGRARI DEL TRENTINO Apertura: fino a domenica 8 giugno 2014. Le Gallerie di Piedicastello. Un’esposizione sulle continuità e sui cambiamenti che hanno riguardato la parte di territorio “usata” per garantire il sostentamento della popolazione e per trasformare l’agricoltura in uno dei fattori principali dell’economia trentina. Ingresso libero. Orario: mardom ore 9-18; lunedì chiuso. Info e prenotazioni: Tel. 0461.230482; www.museostorico.it; info@museostorico.it.

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trentinomostre PREDAZZO Mostre LE SCRITTE DEI PASTORI. TRE SECOLI DI GRAFFITISMO RUPESTRE FIEMMESE IN PROSPETTIVA ETNOARCHEOLOGICA Apertura: da venerdì 15 novembre 2013 a domenica 27 aprile 2014. Museo Geologico delle Dolomiti. Mostra a cura di Marta Bazzanella. Orario: da martedì a sabato ore 10-12.30/16-19. Aperture straordinarei: domencia 29 dicembre 2013 e domenica 5 gennaio 2014. Info: www.museosanmichele.it.

RIVA DEL GARDA Mostre SGUARDO SUL LAGO DI GARDA - LIBERIO FURLINI Apertura: da mercoledì 19 febbraio a martedì 4 marzo. Galleria Civica Giuseppe Craffonara. Mostra personale dal titolo: “Colori vicino al lago”. Orario: tutti i giorni dalle 15.30 alle 19, sabato e domenica dalle 15 alle 19. Info: www.liberiofurlini.it. Mostre AREONATURA. LO SGUARDO DI TULLIO PERICOLI SUL PAESAGGIO DELL’ALTO GARDA Apertura: da sabato 22 marzo a domenica 2 novembre. MAG Piazza C. Battisti, 3/A. A bordo di un aereo da turismo Tullio Pericoli ha sorvolato, in una mattina di fine novembre 2013, il territorio dell’Alto Garda, con l’intento di cogliere, per la prima volta dal cielo, la forma che il paesaggio gli avrebbe potuto restituire da quel particolare punto di vista. Durante il volo sono state scattate numerose fotografie di quella zona che dalla Valle dei Laghi si estende fino alle rive settentrionali del Garda. È attraverso la personale suggestione “aerea” e l’aiuto delle immagini fotografiche che Pericoli - nei mesi successivi - ha creato un ciclo di tavole che saranno esposte al MAG dalla primavera all’autunno prossimi. Si tratta di circa sessanta opere su carta di diverse dimensioni e tecniche (olii, acquerelli e matite). Il titolo della mostra, Areonatura, è un neologismo ideato dall’artista per raccontare l’esperienza di un volo fatto per meglio decifrare la forma di quel particolare paesaggio. Info: www.museoaltogarda.it.

ROVERETO Mostre MARIO RADICE, ARCHITETTURA, NUMERO, COLORE Apertura: da sabato 15 febbraio a domenica 8 giugno. Mart. La mostra presenta l’opera di Mario Radice, tra i massimi esponenti del gruppo degli astrattisti comaschi, precursore e figura di spicco nel panorama dei movimenti artistici degli anni Trenta. Attraverso la presentazione di materiali inediti e i confronti con gli artisti coevi, l’esposizione propone una rilettura storico-cririca dell’astrattismo italiano. Orari: da martedi a domenica dalle 10 alle 18. Venerdì dalle 10 alle 21. Lunedi chiuso. Info: 0464.431813; 800.397760; info@mart.trento.it.

Mostre EL LISSITZKY - L’ESPERIENZA DELLA TOTALITÀ Apertura: da sabato 15 febbraio a domenica 8 giugno. Mart. Mostra a cura di Oliva Maria Rubio. Info: Tel. 0464.438887; www. mart.trento.it. Mostre ALBERTO FORCHINI - LA TRAMA DI UN NUOVO ARDORE Apertura: da venerdì 21 febbraio a sabato 15 marzo. Studio 53 Arte. C.so Rosmini, 53/55. Mostra a cura di Mario Cossali e Maurizio Scudiero. Orario: da martedì a sabato ore 16-19 o su appuntamento. Info: 389.1560899; 339.2253754.

STORO

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NELLA SEDE DI PERGINE IL PRIMO APPUNTAMENTO SARÀ L’8 MARZO, CON L’INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA “WOMAN ART”

D

opo la consueta pausa invernale Spazio Event Art riprende la propria attività. Il terzo anno di proposte artistiche è già cominciato con una mostra d’arte che ha portato in trasferta a Uboldo (VA) un gruppo di nostri artisti fino all’inizio di marzo. Partecipano: Claudia Bertera, Claudio Cavalieri, Rita Demattio, Enrico Dalfiume, Carlo

Mostre L’ESPERIENZA DELLA TOTALITÀ. EL LISSITZKY Apertura: da sabato 15 febbraio a domenica 8 giugno. Mart. La mostra ripercorre, attraverso circa 140 opere, lo sviluppo dell’arte di El Lissitzky. Pittura, fotografia, fotomontaggio, disegno e illustrazione, scultura, progetti architettonici e manifesti sono parte di un percorso ideale volto alla concretizzazione di una arte rivoluzionaria e collettiva. Orari: da martedi a domenica dalle 10 alle 18 Venerdì dalle 10 alle 21. Lunedi chiuso. Info: Tel. 0464.431813; 800,397760; info@mart.trento.it.

Mostre HERMANN ZONTINI Apertura: da sabato 8 febbraio a sabato 8 marzo. Municipio, sa-

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SPAZIO EVENTART

Scantamburlo, Silvia Moroni, Paolo Ober, Michele Rech, Rosanna Prudel, Nicoletta Spinelli, Enrico Tomasi e Gabriella Rigotti. Nella sede di Pergine il primo appuntamento sarà invece per l’8 marzo. Con l’inaugurazione della mostra “Woman Art” (ore 18.00) saranno presentate alcune performance e un video di Alessia Franceschini. L’esposizione proseguirà fino al giorno 21 con orario 16.00-19.00 dal mercoledì al sabato. Il 29 marzo partirà il secondo appuntamento intitolato “Sogno formato A4”, caratterizzato da opere di piccole dimensioni. L’iniziativa si ispira al concetto espositivo già sperimentato con successo nello scorso anno con “C’era una volta” a cui parteciparono 116 artisti italiani e stranieri, con disegni su carta e cartoncino. Questa mostra si prolungherà poi fino al 12 aprile.


trentinomostre le espositive - Piazza Europa, 5. Mostra retrospettiva dedicata a Hermann Zontini, artista storese (1958-2006) che si compone di numerose opere grafiche, pittoriche e scultoree che bene rappresentano le diverse stilistiche, particolarmente riferite agli ultimi anni della sua ricerca artistica. Orario di apertura: tutti i giorni 16/18.30.

TRENTO Fiere 68^ MOSTRA DELL’AGRICOLTURA - DOMO 2014 Apertura: da sabato 15 a domenica 16 marzo. Dalle Ore 8 alle 19. Saloni espositivi e piazzali Trento Fiere Spa - Via Briamasco, 2. In occasione della Mostra dell’Agricoltura Trento Fiere ospita anche Domo Edilizia. Info: www.mostraagricolturatrento.com; www.trentofiere.com. Fiere FIERA DI S. GIUSEPPE 16 domenica. La tradizionale fiera di primavera, nel centro storico di Trento, che come ogni anno conoscerà la vivacità di quasi 700 bancarelle. In particolare Piazza Duomo richiamerà numerosi visitatori per l’esposizione di piante e fiori. Info: www.trentocultura.it; www. comune.trento.it. Mostre ANDREW GILBERT ANDREW’S GLORIOUS ARMY CROSSES THE ALPS Apertura: fino a sabato 22 marzo 2014. Studio d’Arte Raffaelli. Info: Studio d’Arte Raffaelli Tel. 0461.982595; studioraffaelli@tin. it; www.studioraffaelli.com. Mostre GABRIELE D’ANNUNZIO AVIATORE Apertura: da sabato 16 novembre 2013 a domenica 30 marzo 2014. Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni. Una mostra dedicata al “Poeta Aviatore” nella ricorrenza dell’anno dannunziano. Mostre PAESAGGI LONTANI E MERAVIGLIOSI Apertura: da venerdì 20 dicembre 2013 a domenica 4 maggio 2014. Castello del Buonconsiglio. L’antica Russia nelle stampe tesine del Museo Pushkin di Mosca. Mostra a cura di Eugene Bogatyrev e Lia Camerlengo. Info: Castello del Buonconsiglio Tel. 0461.492803; www.buonconsiglio.it. Mostre CORPI DI REATO Apertura: da domenica 26 gennaio a domenica 30 marzo. Le Gallerie di Piedicastello. Un’archeologia visiva dei fenomeni mafiosi nell’Italia contemporanea. Mostra di Tommaso Bonaventura e Alessandro Imbriaco. Orario: martedìdomenica, ore 91-8. Lunedì chiuso.

Ingresso libero. Info: Fondazione Museo storico del Trentino Tel. 0461.230482; info@museostorico. it; www.museostorico.it. Mostre SAPORE DI TÈ, PROFUMO DI OPPIO - COMMERCI, CULTURA, CONFLITTI TRA EUROPA E CINA XVIII AL XX SECOLO Apertura: da venerdì 7 febbraio a sabato 8 marzo. Palazzo Rocabruna, via SS Trinità. Nell’esposizione vi saranno tre punti focali: la ricostruzione dell’interno di una casa da tè, quella dell’interno di una fumeria d’oppio, basate su immagini d’epoca, e un settore dedicato ai video, che permetterà ai visitatori di scoprire una vasta filmografia dedicata agli argomenti della mostra. Nei primi due casi, si tratterà di creare delle quinte teatrali in cui, oltre allo sfondo costituito da immagini d’epoca, verranno collocate della mobilia e delle suppellettili, prese in prestito da aziende specializzate del settore (per esempio Latitudini Mobili Etnici di Cernusco sul Naviglio, Milano, Compagnia delle Indie Srl, Maserà di Padova) e dei manichini bidimensionali riproducenti i personaggi dell’epoca. Ingresso libero con orario 9-18. Per informazioni e prenotazioni visite scuole, rivolgersi a: Centro Studi Martino Martini per le relazioni culturali Europa/Cina Tel. 0461281343; www. centrostudimartini.it.

Mostre SILENT FRACTURE Apertura: da sabato 8 febbraio a sabato 10 maggio. Galleria Boccanera - via Milano, 128/130. Mostra di Neboj a Despotovi , a cura di Maja iri . Orari: da lunedì a sabato 10-19 o su appuntamento. Info: www. arteboccanera.com; info@arteboccanera.com; Tel. 0461.984206; Cell. 340.5747013.

Mostre CHIAMATA A RACCOLTA. COLLEZIONI PRIVATE IN MOSTRA Apertura: da domenica 16 febbraio a domenica 11 maggio. Galleria Civica - Via Belenzani, 44. Una mostra per raccontare, attraverso oltre 100 opere, la passione, la ricerca e la dedizione dei collezionisti trentini. Dalla metà del secolo scorso fino alle ultime istanze, pitture, sculture, disegni, fotografie narrano un collezionismo spesso sconosciuto, riservato, intimo che il pubblico ha incontrato raramente. Orari: da martedi a domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Lunedi chiuso. Info: Tel. 0461.985511; 800.397760; civica@mart.tn.it; www.mart.trento.it. Mostre CHRISTIAN SCHWARZWALD - GRAPH Apertura: da venerdì 21 febbraio a sabato 24 maggio. Galleria Paolo Maria Deanesi - Via SS. Trinità, 12. Seconda personale dell’artista austriaco Christian Schwarwald. Info: www.paolomariadeanesi.it. Mostre FREEDOM FIGHTERS. I KENNEDY E LA BATTAGLIA PER I DIRITTI CIVILI Apertura: da venerdì 28 febbraio a martedì 18 marzo. Galleria “Piccolo vuoto” del Muse. Si tratta di 80 scatti in bianco e nero che ben riassumono le tappe salienti della lunga battaglia per i diritti civili e le conquiste raggiunte negli Stati Uniti anche grazie all’impegno e al sostegno di John e Robert Kennedy. La mostra, organizzata dal Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights Europe (RFK Center Europe) in collaborazione con l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia e curata dalla Fondazione Forma per la Fotografia e Contrasto, dopo aver fatto tappa nella capitale, giungerà a Trento per intervento della Fondazione Caritro. Mostre MARCELLO ZANIN Apertura: da sabato 1 a lunedì 31 marzo. Presso il “Ritrovo degli Artisti”, mostra personale. Info: cell. 334.1028483. Mostre SELMA TODOROVA E LUIGI PENASA - LUCE E OMBRA Apertura: da venerdì 7 a domenica 16 marzo. Sale di Torre Mirana (Palatto Thun), Via Belenzani, 19. Verranno esposte una selezione delle ultime opere della pittrice bulgara Selma Todorova e del pittore trentino Luigi Penasa. Orario: apertura continuata tutti i giorni, dalle ore 11 alle ore 19. Ingresso libero. Mostre ARTE E PERSUASIONE. LA STRATEGIA DELLE IMMAGINI DOPO IL CONCILIO DI TRENTO Apertura: da venerdì 7 marzo a lunedì 29 settembre. Museo Dio-

cesano Tridentino. Mostra interamente dedicata al rapporto tra il concilio di Trento (1545-1563) e le arti figurative. La strategia delle immagini dopo il concilio di Trento, ripercorre due secoli di arte in Trentino e mette a fuoco le principali funzioni assunte dalle immagini sacre, alle quali veniva assegnato il compito di informare, convincere, catturare l’attenzione e commuovere. Una storia sul potere della comunicazione visiva attraverso le opere di grandi artisti del passato. Info: Tel. 0461.234419; www.museodiocesanotridentino.it. Mostre LUCI E OMBRE DEL LEGNO. UNA MOSTRA CHE VIAGGIA Apertura: da venerdì 14 marzo a sabato 19 aprile. Palazzo Roccabruna. Rassegna delle opere plastiche premiate presso il Concorso internazionale di scultura in legno che si tiene ogni anno a Castello Tesino. Info: Palazzo Roccabruna Tel. 0461.887101; www.palazzoroccabruna.it.

Mostre RASSEGNA DEI VINI NOSIOLA DEL TRENTINO Apertura: da venerdì 14 marzo a sabato 19 aprile. Palazzo Roccabruna. In occasione di DiVinNosiola, Palazzo Roccabruna è la sede prestigiosa di una rassegna, di laboratori enogastronomici e di degustazioni dedicati ai vini Nosiola partecipanti all’iniziativa. Info: Tel. 0461.887101; www.palazzoroccabruna.it. Mostre PIO PIO... PULCINI AL MUSEO Apertura: da venerdì 21 marzo a lunedì 21 aprile. MUSE, Museo delle Scienze. La schiusa delle uova e i pulcini: una bellissima esperienza per i bambini! Info: www.muse. it; Tel. 0461.270311. Mostre CREATIVITÀ FEMMINILE IN MOSTRA 22 sabato. Piazza Duomo. La mostra ha lo scopo di valorizzare i manufatti delle donne che con passione si dedicano alla creazione di oggetti, accessori e ornamenti per la casa e la persona. Info: Comune di Trento tel. 0461.884345; ufficio_cultura@comune.trento.it.

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trentinoappuntamenti

L’IMPEGNO CIVILE E LA MEMORIA STORICA

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artiamo dalla danza, per la panoramica degli eventi del mese di marzo in Trentino. Il prossimo appuntamento della stagione tersicorea è

previsto per il 6 marzo al teatro Sociale di Trento; potrà incuriosire il grande pubblico, solitamente attratto dalle rivisitazioni. Vedremo, infatti, una rappresentazione della nota fiaba Cenerentola.

Ma questo banco, a tenere il banco degli spettacoli,

sono grandi nomi. Da Rosario Fiorello – lo showman siciliano farà due tappe a Trento, il 21 e il 22 marzo: due date attesissime – a Enrico

Ruggeri; per aprire

“Frankenstein”, sua nuova avventura on stage, il cantautore milanese ha scelto proprio Trento, il 23 marzo. Un altro show che si annuncia

GIORGIO AMBROSOLI

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ato da una famiglia borghese di forte impronta cattolica e conservatrice, seguendo le orme del padre, nel 1952, si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano e, dopo il conseguimento della laurea nel 1958 inizia l’attività professionale. Dopo alcuni anni di attività, nel 1964, inizia a specializzarsi nel settore fallimentare delle liquidazioni coatte amministrative e viene chiamato a collaborare con i commissari liquidatori della Società Finanziaria Italiana. Nel settembre 1974 fu nominato dall’allora governatore della Banca d’Italia Guido Carli commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, guidata sull’orlo del crack finanziario dal banchiere siciliano Michele Sindona, al fine di esaminarne la situazione economica prodotta dall’intricato intreccio tra la politica, alta finanza, massoneria e criminalità organizzata siciliana. Ambrosoli cominciò ad essere oggetto di pressioni e di tentativi di corruzione. Ambrosoli non cedette, sapendo di correre notevoli rischi. La sera dell’11 luglio 1979, rincasando dopo una serata trascorsa con amici, Ambrosoli fu avvicinato sotto il suo portone da uno sconosciuto. Questi si scusò e gli esplose contro quattro colpi 357 Magnum. Nessuna autorità pubblica presenziò ai suoi funerali, ad eccezione di alcuni esponenti della Banca d’Italia.

travolgente e che andrà in scena all’Auditorium S. Chiara di Trento domenica 2 marzo è quello che vedrà protagonista

sulla criminalità organizzata viene ucciso...

con lo spettacolo “Personaggi”

quarantatré serate di spettacoli in tredici Teatri della

che riporta il comico nei teatri.

Vallagarina.

Per il teatro, a Vezzano, ecco

Per la musica classica, è quello con i Delitiae Musicae

Antonio Albanese,

“Mio nonno è morto in guerra”: con Simone

Cristicchi si torna indietro, ai tempi della Seconda guerra mondiale. La pièce è in programma al teatro Valle

Il “Sipario

d’Oro”, invece, si alzerà per ben

(ensemble vocale e strumentale), diretta da Marco Longhini, il primo evento mensile proposto dalla

Società Filarmonica di Trento,

dei Laghi, sabato 29 marzo, l’unica data provinciale dello

lunedì 10; Il lascito musicale di Claudio Monteverdi

spettacolo.

rappresenta sicuramente uno dei vertici assoluti della

Al teatro Melotti di Rovereto, lunedì 10 marzo, in

scrittura musicale occidentale. Il secondo concerto è

“Exit” Sara Bertelà e Nicola Pannelli sono tra

con la Camerata Bern, venerdì 21 marzo.

i protagonisti del testo di Fausto Paravidino. Sul

Infione, festa sulla neve con Dolomiti

Ambrosoli”, testo di Hugony Bonzano e Michela

spiccano i Quintorigo, la vocalist Patrizia Laquidara, il

Marelli, che ne cura anche la regia. In Italia chi indaga

clarinettista Gabriele Mirabassi.

palco, tra le altre proposte, anche “Giorgio

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Ski

Jazz, e la 17a edizione che si terrà dall’8 al 15 marzo:


trentinoappuntamenti 1 SABATO Musica MINIFILARMONICA Trento. Ore 17.30. Sala dalla Filarmonica. Gli insegnanti dei Minipolifonici e altri loro amici vi accompagneranno in questa particolare passeggiata nella storia della musica. Ovviamente tutto ciò sarà realizzato con la vostra partecipazione; durante tutti gli spettacoli, infatti, sarete direttamente coinvolti in divertenti giochi musicali! Un’ottima occasione, quindi, per conoscere meglio tutti gli strumenti: l’oboe, il clarinetto, il pianoforte, il corno, il violino, il flauto, il violoncello e molti altri! Ingresso libero. Info: Società Filarmonica - Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it; info@ filarmonica-trento.it. Teatro L’ANATRA ALL’ARANCIA Trento. Ore 20.45. Teatro C. Demattè, Via per Belvedere, 4 - Ravina. Nell’ambito della Stagione teatrale RavinAteatro 2014 Il GAD città di Trento presenta “L’anatra all’arancia”. Quattro personaggi scolpiti tra comicità e satira psicologica, che animano una vicenda umoristica con continui colpi di scena e battute frizzanti, condiscono e danno sapore “all’anatra all’arancia” piatto aristocratico, che sta preparando per gli ospiti una divertentissima cameriera. Teatro PÙ BUSIE CHE POESIE Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium (Scuole Medie). Spettacolo di e con Loredana Cont con la Filodrammatica “I Dialettanti” di Rovereto. Per “Insieme a Teatro sull’Argentario”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ODIO SBIANCHEZAR Zambana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Commedia di Luciano Zendron con la Filodrammatica “I Rusteghi” di Avio. Per la Rassegna Teatrale di Commedie in dialetto trentino. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EL SAGRESTAN DE DON ALBINO Dro. Ore 20.30. Teatro Oratorio. Da un lavoro di Dino Belmondo - traduzione in dialetto trentino di Luciano Zendron con la Filodrammatica “Arca di Noè” di Mattarello. Per la Rassegna Teatrale “Nilo Faitelli”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro VACANZE FORZATE ... (STESSA CASA STESSO MARE) Trambileno. Ore 20.45. Teatro Comunale “Moscheri”. Commedia di Antonella Zucchini con la

Filodrammatica di Viarago. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro NIENTE DA DICHIARARE? Castellano. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Hennequin e Veber con la Filodrammatica “Amicizia” di Romeno. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’ANATRA ALL’ARANCIA Ravina. Ore 20.45. Teatro “Claudio Demattè”. Commedia di W.D. Home e M.A. Sauvajon - trad. Francesco Orsini con la Compagnia “GAD - Città di Trento. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi OPLÀ Bedollo. Ore 16.30. Nuovo Teatro Comunale di Centrale. All’interno della rassegna “A tutta scena!” spettacolo teatrale per bambini e ragazzi, con le compagnie AriaTeatro e Teatro Carta. Info: AriaTeatro 389.1151058, info@ariateatro.it, www.ariateatro.it, Teatro Comunale di Pergine info@teatrodipergine.it www.teatrodipergine.it. Tradizione CARNEVALE A TRENTO Trento. Grande sfilata dei carri e dei gruppi allegorici nel centro storico, con partenza da Via Belenzani e arrivo per le premiazioni in Piazza Duomo. Info: www.trentocultura. it; www.comune.trento.it. Tradizione CARNEVALE DEI MATOCI Valfloriana. A Valfloriana un lungo corteo di personaggi con maschere lignee e costumi sgargianti scende di villaggio in villaggio per incontrarsi nella piazza di Casatta. Deliziose le degustazioni di originali piatti tipici nelle poste di ogni frazione. Info: info@visitfiemme.it. Tradizione GRAN CARNEVALE DI STORO Storo. Satira locale, carri allegorici e gruppi mascherati! Quattro gli appuntamenti in calendario che scandiranno il ritmo del Carnevale in una delle località che, sempre di più, si conferma un punto di riferimento delle feste carnevalesche trentine e non solo. Info: www. visitchiese.it. Tradizione CARNEVALE A MONTEVACCINO Montevaccino. Ore 14. Tradizione FESTA DI CARNEVALE A MASO DOLZER E A CANALE DI PERGINE Pergine Valsugana. Info: APT Valsugana, ufficio di Pergine. Tel 0461.727760.

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2 DOMENICA Cabaret PERSONAGGI DI ANTONIO ALBANESE Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Nel suo spettacolo teatrale, Albanese propone al pubblico una galleria di Personaggi (Epifanio, L’ottimista, il sommelier, Cetto La Qualunque, Alex Drastico e Perego), maschere e insieme prototipi della nostra società che in questi anni abbiamo imparato a conoscere e ad amare. La nevrosi, l’alienazione, lo scardinamento affettivo della famiglia, l’ottimismo insensato e il vuoto ideologico contribuiscono a tessere la trama che Antonio Albanese ha scritto con la collaborazione di Michele Serra. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Cultura CONFERENZA Borgo Valsugana. Ore 17. Biblioteca Comunale, Via XXIV Maggio, 7. Incontro con Antonia Arslan: “Dalla Masseria delle allodole al Calendario dell’Avvento”, dialoga con Carlo Martinelli, introduce Pino Loperfido. Info. Tel. 0461.754052; sistemaculturale@biblio.infotn.it. Musica I CONCERTI DELLA DOMENICA Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica. Via Verdi, 30. Chorus Orchestra Gisella Ferrarin, voce; Stefano Menato, clarinetto-saxofono alto; Enrico Dellantonio, saxofono soprano -tenore; Marco Pangrazzi, saxofono baritono - tenore; Paolo Trettel, tromba; Mauro Piazzi, trombone; Paolo Bernard, pianoforte - armonium; Roberto Gorgazzini, pianoforte - banjo; Roberto Dellantonio, contrabbasso; Stefano Pisetta, percussioni. Omaggio a Kurt Weil (1900-1950). Info: Tel. 0461.884286; www.trentocultura. it; Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it.

Teatro BOSIE, SEGRETI E SCONDIROLE Zivignago. Ore 17.30. Teatro. Spettacolo di Alberto Maria Betta con la Filo “Arcobaleno” di Arco. Per la Rassegna Teatrale “Zivignago sera in... prosa”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Tradizione GRAN CARNEVALE DI STORO Storo. Satira locale, carri allegorici e gruppi mascherati! Quattro gli appuntamenti in calendario che scandiranno il ritmo del Carnevale in una delle località che, sempre di più, si conferma un punto di riferimento delle feste carnevalesche trentine e non solo. Info: www. visitchiese.it. Tradizione CARNEVALE A TAVERNARO Tavernaro. Ore 12. Tradizione CARNEVALE A MARTIGNANO Martignano. Ore 13.30. Tradizione FESTA DI CARNEVALE A CALCERANICA AL LAGO Calceranica al Lago. Info: APT Valsugana, ufficio di Pergine. Tel 0461.727760. Tradizione FESTA DI CARNEVALE A RONCEGNO TERME Roncegno Terme. Info: APT Valsugana, ufficio di Pergine. Tel 0461.727760. Tradizione CARNEVALE PANIZARO FESTA DI CARNEVALE Caldonazzo. Info: APT Valsugana, ufficio di Pergine. Tel 0461.727760.

3 LUNEDÌ Tradizione FESTA DI CARNEVALE Grigno. Info: APT Valsugana, ufficio di Pergine. Tel 0461.727760.

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trentinoappuntamenti 4 MARTEDÌ Tradizione CARNEVALE A TRENTO Trento. Racconto di una fiaba per bambini con Gellindo Ghiandedoro e distribuzione di piccoli gadget in Piazza Pasi e laboratori di trucco, distribuzione di bevande calde e krapfen, spettacoli di animazione e musica itinerante in Piazza Duomo. Info: www.trentocultura.it; www.comune.trento.it. Tradizione CARNEVALE DI GRAUNO Grauno. Teatro tenda e loc. La Pozza. Giornata centrale del Carnevale di Grauno, tra i più longevi del Trentino, caratterizzato dal rituale del rogo del pino, considerato rito di propiziazione e fecondità. Il Carnevale di Grauno inizia venerdì 28 febbraio e prosegue fino a domenica 2 marzo per poi terminare, con il momento clou dell’evento, martedì 4 marzo Martedì Grasso. Programma: alle 9 trascinamento del pino di Grauno in piazza Bociat. Alle 9.30 rappresentazione teatrale all’aperto, cerimoniale del battesimo e innalzamento del pino nella “Busa del Carneval”. Alle 12 pranzo a base di prodotti tipici trentini e specialità locali. Alle 13 allestimento del pino. Dalle 14.30 pomeriggio in compagnia

con musica, ballo ed animazione per grandi e piccini. Alle 19 sfilata lungo le vie del centro e rogo del pino, momento clou della manifestazione. Info: Pro Loco di Grauno 0461.685002. Tradizione GRAN CARNEVALE DI STORO Storo. Satira locale, carri allegorici e gruppi mascherati! Quattro gli appuntamenti in calendario che scandiranno il ritmo del Carnevale in una delle località che, sempre di più, si conferma un punto di riferimento delle feste carnevalesche trentine e non solo. Info: www. visitchiese.it. Tradizione CARNEVALE A COGNOLA Cognola. Ore 13. Tradizione CARNEVALE A MASO BOLLERI Martignano loc. Maso Bolleri. Ore 14.30. Tradizione POLENTALONGA A VILLAMONTAGNA Villamontagna. Ore 12. Tradizione BIGOLADA DI CARNEVALE Strigno. Info: APT Valsugana, ufficio di Pergine. Tel 0461.727760.

Tradizione FESTA DI CARNEVALE Telve Valsugana. Info: APT Valsugana, ufficio di Pergine. Tel 0461.727760. Tradizione CARNEVALE DEGLI ALPINI Tenna. Info: APT Valsugana, ufficio di Pergine. Tel 0461.727760. Tradizione FESTA DI CARNEVALE Roncogno di Pergine. Info: APT Valsugana, ufficio di Pergine. Tel 0461.727760.

5 MERCOLEDÌ Danza DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. Sede Associazione “Mana”. Per info e/o iscrizioni: mimosa.2009@ live.it. Musica JOHANNES DEBUS E BORIS PETRUSHANSKY IN CONCERTO Trento. Ore 20.30. Auditorium Santa Chiara. Per la stagione sinfonica Orchestra Haydn 2013-2014 su musiche di J. Brahms, L. van Beethoven. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

Teatro PURGA & CIOCCOLATO Mezzolombardo. Ore 21. Teatro “S. Pietro”. Commedia di Gian Carlo Pardini con la Filodrammatica di Telve Valsugana. Per la 3a Edizione “Comedie a Mezombart”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Tradizione PASTA DI CARNEVALE Castello Tesino. Info: APT Valsugana, ufficio di Castello Tesino. Tel 0461.727730.

6 GIOVEDÌ Danza CENDRILLON Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. “Cenerentola è un stella. Una stella che danza in via di realizzazione”. Thierry Malandain racconta così la sua ultima creazione che ha debuttato quest’estate a Versailles per l’ensemble che porta il suo nome. Fedele nella drammaturgia della celeberrima fiaba di Perrault e allo spirito della partitura di Prokof’ev, il coreografo francese ci restituisce in danza un sogno che passa attraverso la ricerca di un ideale, di una verità, della dualità che è in ognuno di noi. Scenografia mini-

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TRENTO – Via Ghiaie 15 Tel. 0461 362111 – annunci@bazar.it

Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.00-18.00

Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.30-18.30

ENRICO RUGGERI

GIOVANNI ALLEVI

NOEMI

STEVE HACKETT

Enrico Ruggeri torna in teatro con un concerto sorprendente intitolato ‘Frankenstein 2.0’. Lo spettacolo é diviso in due parti: la prima sarà un excursus sulla rock opera Frankenstein, nella seconda sarà protagonista anche il pubblico, chiamato ad interagire attraverso i social. I presenti in sala e quelli che interverranno da luoghi lontani potranno partecipare allo show creando momenti imprevedibili e dando vita ogni sera ad una performance unica e irripetibile.

Allevi porterà sul palco del Teatro Duse di bologna “Piano Solo ” con le melodie entrate ormai nell’immaginario musicale di tutto il suo pubblico e che lo hanno portato ad essere considerato l’enfant terrible della Musica Classica Contemporanea: da “Go with the flow”, a “Vento d’Europa”, senza dimenticare “Secret Love” e altri brani del suo ultimo album per pianoforte solo “Alien” ma eseguirà anche brani storici appartenenti ai suoi primi album, come “Cassetto” e “Filo di perle”, che non esegue in concerto da oltre 15 anni.

Noemi torna con una nuova maturità artistica e personale sviluppata grazie ad esperienze professionali e non che le hanno aperto orizzonti diversi. Questo album, come annunciato dal titolo, nasce e si è sviluppa a Londra e vede un grandissimo impegno personale dell’artista sia dal punto di vista autorale che produttivo, infatti la produzione artistica è curata della stessa Noemi.

Se vi siete persi il concerto o nel live set non c’era uno dei vostri brani favoriti, ecco l’occasione per rivivere la magia senza tempo chiamata Genesis, grazie ad uno dei suoi artefici, Steve Hackett con la sua straordinaria band dal vivo.

TRENTO Teatro Auditorium Santa Chiara 23 marzo 2014 ore 21

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BOLZANO – Via Bari 15 Tel. 0471 930993 – bazarbz@bazar.it

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TRENTO Teatro Auditorium Santa Chiara 2 aprile 2014 ore 21

TRENTO Teatro Auditorium Santa Chiara 8 maggio 2014 ore 21

TRENTO Teatro Auditorium Santa Chiara 25 maggio 2014 ore 21.00


trentinoappuntamenti malista, tempestata di scarpette, per non distogliere l’attenzione dalla danza, incantevole e immediata, neoclassica e al tempo stesso vibrante di sfumature di modernità. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it. Teatro LA TELA DEL RAGNO Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Spettacolo di Agatha Christie traduzione di Edoardo Erba, regia di Stefano Messina. Prosegue il fortunato sodalizio fra la compagnia Attori & Tecnici e Agatha Christie con la messa in scena di uno dei testi più originali e brillanti dell’autrice britannica. L’improvvisa apparizione del cadavere di uno sconosciuto nella casa di Henry Brown, stimato diplomatico londinese, sprigiona un cocktail esplosivo. La moglie Clarissa, preoccupata per la carriera del marito, decide di farlo sparire con l’aiuto di alcuni amici e, in un crescendo di esilaranti bugie, cerca di dirottare le indagini. Ma, per colpa di una telefonata misteriosa, ben presto la situazione si complica e il divertimento è assicurato grazie all’intreccio fra intrighi familiari e l’evolversi di un’indagine ricca di colpi di scena. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it.

7 VENERDÌ Musica QUARTETTO ESCHER Rovereto. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Adam Barnett-Hart, violino; Aaron Boyd, violino; Pierre Lapointe, viola; Dane Johansen, violoncello su musiche di Mendelssohn Bartholdy, Britten e Dvorak. Info: Associazione Filarmonica Rovereto Tel. 0464.435255; associazionefilarmonica1@tin.it. Teatro LA TELA DEL RAGNO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Spettacolo di Agatha Christie traduzione di Edoardo Erba, regia di Stefano Messina. Prosegue il fortunato sodalizio fra la compagnia Attori & Tecnici e Agatha Christie con la messa in scena di uno dei testi più originali e brillanti dell’autrice britannica. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it. Teatro BUM! 14/18 STORIE E SUONI DALLA GRANDE GUERRA Trento. Ore 21. Teatro Portland, via Papiria, 8. Con Andrea Brunello e Enrico Merlin. Un concerto, un gioco teatrale per rileggere assieme le incredibili avventure dei soldati sui fronti della Grande Guerra. Ricordi, aneddoti, poesie, suoni, suggestioni, uomini e fatti della Grande Guerra narrati e vissuti attraverso le musiche di Enrico

Merlin e le letture di Andrea Brunello. I due artisti da anni vanno in scena con il loro “Jazz Teatrale” un gioco dove la parola viene valorizzata in quanto concetto che diventa suono e quindi emozione e contemporaneamente il suono e la musica che diventano movimento e incontrano la voce in modi sempre nuovi e diversi. Info: Tel. 0461.924470; info@teatroportland. it; www.teatroportland.it.

8 SABATO Musica DOLOMITI SKI JAZZ 2014 Cavalese. Ore 21. Palazzo dei Congressi. Quintorigo “Experience”: Valentino Bianchi (sax), Andrea Costa (violino), Gionata Costa (violoncello), Stefano Ricci (contrabbasso), special guest live Moris Pradella (voce). Info: Apt Val di Fiemme Tel. 0462.241111; monica.deflorian@visitfiemme.it; Dolomiti Ski Jazz www.dolomitiskijazz. com; info@dolomitiskijazz.com. Teatro LA TELA DEL RAGNO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Spettacolo di Agatha Christie traduzione di Edoardo Erba, regia di Stefano Messina. Prosegue il fortunato sodalizio fra la compagnia Attori & Tecnici e Agatha Christie con la messa in scena di uno dei testi più originali e brillanti dell’autrice britannica. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it. Teatro BUM! 14/18 STORIE E SUONI DALLA GRANDE GUERRA Trento. Ore 21. Teatro Portland, via Papiria, 8. Con Andrea Brunello e Enrico Merlin. Un concerto, un gioco teatrale per rileggere assieme le incredibili avventure dei soldati sui fronti della Grande Guerra. Ricordi, aneddoti, poesie, suoni, suggestioni, uomini e fatti della Grande Guerra narrati e vissuti attraverso le musiche di Enrico Merlin e le letture di Andrea Brunello. I due artisti da anni vanno in scena con il loro “Jazz Teatrale” un gioco dove la parola viene valorizzata in quanto concetto che diventa suono e quindi emozione e contemporaneamente il suono e la musica che diventano movimento e incontrano la voce in modi sempre nuovi e diversi. Info: Tel. 0461.924470; info@teatroportland. it; www.teatroportland.it. Teatro ULTIMA CHIAMATA Civezzano. Ore 20.45. Teatro “L. Pirandello”. Commedia di Andrea Castelletti con il “Teatro Impiria” di Verona. Per la Rassegna “Bruno Palaoro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro PRIMA DE ‘NRABIARTE... CONTA! Olle Valsugana. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo tratto da “Un Natale al Basilico” di Valerio Piramo - trad. in dialetto trentino di Valerio Bombardelli con la Filodrammatica di Sopramonte. Per la Stagione Teatrale 2014 organizzata dalla Filodrammatica di Olle. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA NOT DELE STRIE Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium (Scuole Medie). Spettacolo di Aldo Cirri con la Filodrammatica “ACS - Punto 3” di Pergine. Per “Insieme a Teatro sull’Argentario”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro MIS MAS CHE RAFANAS Lavis. Ore 21. Auditorium Comunale. Commedia di Nicoletta Parrotta con la Filodrammatica “Nicola Parrotta” di Lavis. Per la 9a Rassegna Teatrale “Ricordando Nicola”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro EL PROCESS Trambileno. Ore 20.45. Teatro Comunale “Moscheri”.Commedia di Roberto Caprara con il Gruppo “Amici del Teatro” di Serravalle. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro NO VE CAPISSO PÙ Pedersano. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Loredana Cont con la Filodrammatica “La Grinta” di Arco. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro GLI ANGELI DI CHARLIE Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale. Commedia di Roberto Marafante con la Compagnia di Lizzana. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro UOMINI SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI Ala. Ore 20.45. Teatro “Sartori”. Commedia di Alessandro Capone e Rosario Galli con l’Estravagario Teatro di Verona. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro INSONNI D’UNA NOTTE... DI TERZA ETÀ Tuenno. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Gabriele Penner con l’Ass. Culturale Teatrale “Libero Teatro” di Grumes. Info: www.cofas.it; Tel. 0461.237352. Tradizione GRAN CARNEVALE DI STORO Storo. Satira locale, carri allegorici e gruppi mascherati! Quattro gli appuntamenti in calendario che scandiranno il ritmo del Carnevale in una delle località che, sempre di più, si conferma un punto di riferimento delle feste carnevalesche trentine e non solo. Info: www. visitchiese.it.

9 DOMENICA Musica I CONCERTI DELLA DOMENICA Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica. Via Verdi, 30. Simone Vebber, organo; Alessandro Marangoni, pianoforte su musiche di J.S. Bach / F. Busoni, J.S. Bach, F. Poulenc e M. Duprè. Info: Tel. 0461.884286; www.trentocultura. it; Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it.

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MARZO DONNA EVENTI LEDRO 2014

L’

azione del Comune di Ledro è ispirata da alcuni principi ed obiettivi quali la tutela dei diritti “inviolabili”della persona, dei cittadini, delle famiglie e delle formazioni sociali, promuovendo la parità tra uomo e donna e le forme di solidarietà in favore delle fasce sociali più svantaggiate e sostenendo le attività ed iniziative del volontariato. In sinergia con le linee di indirizzo di pari opportunità provinciali, l’Amministrazione comunale intende promuovere iniziative idonee a realizzare le pari opportunità fra uomo e donna in campo istituzionale, economico, sociale e culturale al fine di dare effettiva attuazione ai principi di uguaglianza e di parità sociale sanciti dalla Costituzione e di rimuovere gli ostacoli che costituiscono discriminazione diretta ed indiretta nei confronti delle donne, contribuendo al massimo sviluppo dell’autonomia, dell’identità e della specificità delle donne. In quest’ottica l’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Ledro avvalendosi della preziosa collaborazione di alcuni volontari facenti parte del Tavolo delle Parità del Comune di Ledro, dell’associazione culturale Il Mappamondo e dell’associazione culturale Asoka, promuove nel corso del mese di marzo una rassegna di appuntamenti dedicati al mondo femminile: un femminile che sia politico, sociale, scientifico e familiare e che consenta un approccio trasversale tra varie generazioni e connotazioni socio – culturali ed etniche.

PROGRAMMA: SABATO 1 MARZO 2014 ore 18.00

Sala Polivalente ex Cinema Don Bosco di Bezzecca

INAUGURAZIONE MOSTRA “LA FORZA DELLA DONNA” Accompagnamento musicale di Trentini Giovanna e Kuhara Midori. Segue rinfresco.

MARTEDÌ 4 MARZO 2014 ore 21.00 Centro Culturale di Locca STAGIONE CINEMATOGRAFICA “IL PIACERE DEL CINEMA“ Proiezione del film “Blue Jasmine” di Woody Allen VENERDÌ 7 MARZO 2014 ore 20.45 Biblioteca della Valle di Ledro - Bezzecca Presentazione del libro di Angela Segantini e Consuela Cigalotti: “VIOLENZA DOMESTICA SU DONNE E MINORI” con “Giochi di Sabbia” di Nadia Ischia e letture di Rosanna Sega. Seguono tisane e dolci. LUNEDÌ 10 MARZO 2014 ore 20.45 Centro sociale di Molina di Ledro PROIEZIONE DEL FILM “THE HELP” DI TATE TAYLOR Introduzione della dott.ssa Emanuela Zambotti SABATO 15 MARZO 2014 ore 21.00 Centro Culturale di Locca SPETTACOLO TEATRALE “VECCHIA SARAI TU” con la Compagnia La Q-Prod. Regia di Francesco Brandi MARTEDÌ 18 MARZO 2014 ore 20.45 Biblioteca della Valle di Ledro - Bezzecca Presentazione da parte di Antonia Dalpiaz del libro di Fabiola Crosina: “SUL CUORE NUDO DELLA TERRA: LA MIA VITA TRA I SAMBURU” con la partecipazione e testimonianza dell’Associazione Asoka. Seguono Tisane e dolci. VENERDÌ 21 MARZO 2014 ore 21.00 Teatro Auditorium di Tiarno di Sopra Spettacolo Teatrale “Non credergli” con l’Associazione Culturale Il Nodo. Regia di Raffaello Malesci. SABATO 22 MARZO 2014 ore 21.00 Centro Culturale di Locca Stagione cinematografica “Il piacere del Cinema” PROIEZIONE DEL FILM “PHILOMENA” DI STEPHEN FREARS VENERDÌ 28 MARZO 2014 ore 20.45 Centro sociale di Molina di Ledro DONNE E LAVORO – SERATA ALL’INSEGNA DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE. Relatori: Rita Matano – Presidente Terziario Donna Confcommercio; Alessandro De Guelmi – Assessore della Comunità di Valle; Tarcisio Matteotti – Funzionario PAT dell’ufficio dell’agricoltura di Riva del Garda; Federico Bigaran – Responsabile Ufficio produzioni agricole biologiche della PAT. Segue rinfresco.

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Musica DOLOMITI SKI JAZZ 2014 Rifugio Fuciade, Passo San Pellegrino. Ore 14. Revensch: Helga Plankensteiner (clarinetto, sax, voce), Paolo Trettel (tromba), Hannes Mock (trombone), Wolfgang Rabensteiner (tuba), Michael Lösch (pianoforte), Enrico Tommasini (batteria). Ore 21:30, Club La Grenz, Moena. Helga Plankensteiner “Plankton”: Helga Plankensteiner (sax voce), Matthias Schriefl (tromba), Gerhard Gschlössl (trombone), Michael Lösch (organo hammond), Enrico Terragnoli (chitarra e banjo), Nelide Bandello (batteria). Info: Apt Val di Fiemme Tel. 0462.241111; monica.deflorian@ visitfiemme.it; Dolomiti Ski Jazz www.dolomitiskijazz.com; info@ dolomitiskijazz.com. Musica GRUPPO VOCALE VOCI NEL VENTO Baselga di Piné. Ore 21. Concerto corale con il Gruppo Vocale Voci nel Vento di Verla di Giovo. Ingresso a offerta libera. Info: Gruppo Vocale Voci nel Vento sierra87@hotmail.it. Teatro LA TELA DEL RAGNO Trento. Ore 16. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Spettacolo di Agatha Christie traduzione di Edoardo Erba, regia di Stefano Messina. Prosegue il fortunato sodalizio fra la compagnia Attori & Tecnici e Agatha Christie con la messa in scena di uno dei testi più originali e brillanti dell’autrice britannica. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it. Teatro BUM! 14/18 STORIE E SUONI DALLA GRANDE GUERRA Trento. Ore 10. Teatro Portland, via Papiria, 8. Con Andrea Brunello e Enrico Merlin. Un concerto, un gioco teatrale per rileggere assieme le incredibili avventure dei soldati sui fronti della Grande Guerra. Ricordi, aneddoti, poesie, suoni, suggestioni, uomini e fatti della Grande Guerra narrati e vissuti attraverso le musiche di Enrico Merlin e le letture di Andrea Brunello. I due artisti da anni vanno in scena con il loro “Jazz Teatrale” un gioco dove la parola viene valorizzata in quanto concetto che diventa suono e quindi emozione e contemporaneamente il suono e la musica che diventano movimento e incontrano la voce in modi sempre nuovi e diversi. Info: Tel. 0461.924470; info@teatroportland. it; www.teatroportland.it. Teatro SAL E PEVER Mezzolombardo. Ore 21. Teatro “S. Pietro”. Commedia di Alfredo Pitteri con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di San Lorenzo in Banale. Per la 3a Edizione “Comedie a Mezombart”. Info: Co.F.As.

Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

10 LUNEDÌ Musica CONCERTO FILARMONICA Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Delitiae Musicae (Ensemble vocale-strumentale), Marco Longhini, direttore. Su musiche di B. Marini, C. Monteverdi. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it. Musica DOLOMITI SKI JAZZ 2014 Castello di Fiemme. Ore 21. Sala Polivalente. Cigalini-TessarolloDalla Porta-Roche: Mattia Cigalini (sax alto), LuigiTessarollo (chitarra), Paolino Dalla Porta (contrabbasso), Manhu Roche (batteria). Info: Apt Val di Fiemme Tel. 0462.241111; monica.deflorian@visitfiemme. it; Dolomiti Ski Jazz www.dolomitiskijazz.com; info@dolomitiskijazz.com. Teatro EXIT Rovereto. Ore 20.45. Teatro alla Cartiera. Commedia di Fausto Paravidino, con Sara Bertelà, Nicola Pannelli, Davide Lorino e Angelica Leo, regia Fausto Paravidino. Produzione Teatro Stabile di Bolzano. Info: www.comune.rovereto.tn.it.

11 MARTEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 20.45. Oratorio s. Antonio, via sant’Antonio 18, Bolghera. Conferenza dal titolo: “Questione di genere: solo questione di donne?”. Relatore: Benedetta Selene Zorzi, teologa. Info: Tel. 0461.932373; dialogo.dicomunita@gmail.com. Cultura CONFERENZA Trento. Ore 16.45. Società Dante Alighieri, Via Dordi, 8. Conferenza: “Il premio Nobel Alice Munro: chi si crede di essere?” Ne parla Luciana Grillo Laino. Info: Soc. Dante Alighieri - Tel. 0461.239994. Cultura CONFERENZA Trento. Ore 20.45. Sala dell’Oratorio S. Antonio, Via S. Antonio,18 (Bolghera). Conferenza questione di genere: solo questione di donne? con Benedetta Selene Zorzi, teologa. Entrata libera. Info: Gruppo Cultura dell’Associazione Oratorio s. Antonio Tel. 0461.932373 (Parrocchia s. Antonio); cell. 346.0235465; dialogo.dicomunita@gmail.com. Musica DOLOMITI SKI JAZZ 2014 Ciamp de le Strie, Bellamonte. Ore 12. Alfredo Ferrario Quartet special guest Patrizia Laquidara. Alfredo Ferrario (clarinetto), Gianluca Tagliazucchi (pianoforte),


trentinoappuntamenti Luciano Milanese (contrabbasso), Enrico Tommasini (batteria), Patrizia Laquidara (voce). Wine Bar Hotel Bellavista, Cavalese. Ore 21:30. Alfredo Ferrario Quartet special guest Patrizia Laquidara. Info: Apt Val di Fiemme Tel. 0462.241111; monica.deflorian@ visitfiemme.it; Dolomiti Ski Jazz www.dolomitiskijazz.com; info@ dolomitiskijazz.com. Teatro ragazzi IL PRINCIPE FELICE E LA RONDINE D’INVERNO Trento. Ore 10. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Liberamente ispirato al racconto Il Principe Felice di Oscar Wilde di Giorgio Boccassi e Donata Boggio Sola. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

12 MERCOLEDÌ Cultura L’ECONOMIA INFORMALE E LE BANCHE DEL TEMPO Faver. Ore 20.30. Molin de Portegnach. Serata di approfondimento sul tema dell’economia solidale alla base degli scambi di tempo. Ingresso libero. Info: Sorgente ‘90 info@sorgente90.org, www. sorgente90.org. Escursionismo ALBA E COLAZIONE IN PISTA: PRIMA SHHH...IA! Pampeago. Colazione e sciata alle prime luci dell’alba. L’esperienza accompagna al Rifugio Monte Agnello di Pampeago per salutare il nuovo giorno, degustando una colazione trentina dolce e salata. Quindi i partecipanti possono provare il piacere di scendere con gli sci quando le piste dello Ski Center Latemar sono ancora libere. Lungo la pista Agnello si ammirano le installazioni artistiche del parco d’arte RespirArt Pampeago. Info. info@visitfiemme.it. Musica ALEXANDER JOEL E JÖRG WIDMANN IN CONCERTO Trento. Ore 20.30. Auditorium Santa Chiara, via Santa Croce 67. Per la stagione sinfonica Orchestra Haydn 2013-2014 concerto su musiche di W.A. Mozart, Car Maria von Weber e Felix Mendelssohm-Bartholdy. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Musica DOLOMITI SKI JAZZ 2014 Rifugio Zischgalm, Pampeago. Ore 12. Shamanes Band “Tribute to Carlos Santana”. Bruno Festini (voce), Michele Ometto (chitarra), Roberto Gorgazzini (tastiere), Maurizio Conta (basso), Sandro Giudici (batteria), Jesus Alvarez, Ray El Molinero (percussioni e voce), Ivo Cestari (percussioni). Teatro Comunale, Tesero. Ore 21.

Logan Richardson Quartet. Logan Richardson (sax alto), Tony Tixier (pianoforte), Simon Tallieu (contrabbasso), Gautier Garrigue (batteria). Info: Apt Val di Fiemme Tel. 0462.241111; monica.deflorian@ visitfiemme.it; Dolomiti Ski Jazz www.dolomitiskijazz.com; info@ dolomitiskijazz.com.

13 GIOVEDÌ Musica DOLOMITI SKI JAZZ 2014 Chalet Valbona, Alpe Lusia (Moena). Ore 12. Charlie and the Cats. Charlie Cinelli (voce e chitarra), Alan Farrington (voce e basso), Cesare Valbusa (batteria). Bar B’art, Predazzo. Ore 21. Jam Session. Info: Apt Val di Fiemme Tel. 0462.241111; monica.deflorian@ visitfiemme.it; Dolomiti Ski Jazz www.dolomitiskijazz.com; info@ dolomitiskijazz.com. Teatro LIBERE STORIE Tesero. Ore 21. Teatro Comunale. Sarà un monologo “mistilingue” - ha spiegato Castelli - basato sul racconto di situazioni divertenti, a volte perfino ridicole: episodi che, nella vita, mi hanno lasciato un messaggio. Un incontro con il pubblico nel quale l’attore si nasconde dalla storia attraverso la semplicità del racconto.» Ci saranno due storie di naja, episodi legati al periodo scolastico, il primo incontro del giovanissimo Andrea con il teatro. Info: www. andreacastelli.it.

14 VENERDÌ Cultura INDOVINA CHI LEGGE AL MUSEO? Trento. Ore 18.30. MUSE, Museo delle Scienze, Viale del Lavoro e della Scienza 3. Chiara Gamberale presenterà il suo romanzo “Per dieci minuti”. Ingresso libero. Info: Museo delle Scienze Tel. 0461.270311; museinfo@muse.it; www.muse.it. Famiglia MONGOLFIERE: PREDAZZO IN VOLO Predazzo. Un giro su Predazzo in 60 minuti. Quella del volo è certamente un’esperienza fuori dal comune. Il lievitare di sensazioni indimenticabili è accompagnato dal suggestivo cambio di prospettiva. Per tre giorni, a Predazzo, è possibile toccare il cielo a bordo di una mongolfiera in volo libero o prendere confidenza con il volo su un gigante dell’aria ancorato a terra. In entrambi i casi, i membri dell’equipaggio sono a disposizione per fornire le indicazioni necessarie e soddisfare ogni curiosità sul mondo visto dall’alto. Info: apconsultingevents@gmail.com.

Musica DOLOMITI SKI JAZZ 2014 Rifugio Passo Feudo, Ski Center Latemar, Predazzo. Ore 12. Dunavsko-Trio: Stefano Menato (sassofoni), Aleksey Asenov (fisarmonica), Hannes Petermeier (eufonium). Ore 18.30. Bar Birreria il Vicoletto, Cavalese Aleksey Asenov (fisarmonica). Ore 21.Teatro Navalge, Moena. Correnteza La musica di Tom Jobim e dintorni: Gabriele Mirabassi (clarinetto), Roberto Taufic (chitarra), Cristina Renzetti (voce, chitarra). Info: Apt Val di Fiemme Tel. 0462.241111; monica. deflorian@visitfiemme.it; Dolomiti Ski Jazz www.dolomitiskijazz.com; info@dolomitiskijazz.com. Teatro GIORGIO AMBROSOLI Trento. Ore 21. Teatro Portland, via Papiria, 8. Con Luca Maciacchini di Michela Marelli e Serenella Hugony Bonzano. Musiche e canzoni di Luca Maciacchini. Info: Tel. 0461.924470; info@teatroportland. it; www.teatroportland.it. Teatro PICCOLI CRIMINI CONIUGALI Rovereto. Ore 20.45. Teatro “Fausto Melotti”. Commedia di Eric-Emmanuel Schmit con la Compagnia Teatrale “La Corte dei Folli” di Fossano (CN). Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL VENTAGLIO Volano. Ore 20.45. Teatro “Concordia”. Commedia di Carlo Goldoni con la Compagnia Teatrale “La Barcaccia” di Verona. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’USEL DEL MARESCIAL Brentonico. Ore 20.45. Teatro “Monte Baldo”. Commedia di Loredana Cont con Cavaion. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro I SEGRETI NEL COR Pomarolo. Ore 20.45. Auditorium Comunale. Commedia di Alberto Maria Betta con la Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro MARX A SOHO Vezzano. Ore 21. Teatro Valle dei Laghi. Spettacolo di Fondazione Aida, dove prendono voce le vicende di un uomo che ha segnato la storia dell’economia. Info: www. teatrovalledeilaghi.it.

15 SABATO Famiglia MONGOLFIERE: PREDAZZO IN VOLO Predazzo. Un giro su Predazzo in 60 minuti. Quella del volo è certamente un’esperienza fuori dal comune. Il lievitare di sensazioni indimenticabili è accompagnato dal suggestivo cambio di prospettiva. Per tre giorni, a Predazzo, è possibile toccare il cielo a bordo di una mongolfiera in volo libero o prendere confidenza con il volo su un gigante dell’aria ancorato a terra. In entrambi i casi, i membri dell’equipaggio sono a disposizione per fornire le indicazioni necessarie e soddisfare ogni curiosità sul mondo visto dall’alto. Info: apconsultingevents@gmail.com. Musica DOLOMITI SKI JAZZ 2014 Rifugio Doss dei Laresi, Alpe Cermis (Cavalese). Ore 12. Gamma3: Kenn Bailey (voce, sax), Michele Bonivento (tastiere), Francesco Casale (batteria). Ore 21. Sala Comunale, Predazzo. Winfried Gruber Quartett: Winfried Gruber (voce, pianoforte), Primus Sitter (chitarra), Karl Sayer (contrabbasso), Lukas Koenig (batteria). Ore 22.30. Poldo Pub, Predazzo. Blu Job; Davide Garattoni (basso elettrico, voce), Massimiliano Canneto (violino), Giancarlo Bianchetti (chitarra), Marco Frattini (batteria). Info: Apt Val di Fiemme Tel. 0462.241111; monica.deflorian@ visitfiemme.it; Dolomiti Ski Jazz www.dolomitiskijazz.com; info@ dolomitiskijazz.com. Teatro BERTA E BICE MAGICHE ATMOSFERE Mezzolombardo. Ore 15.30. Teatro S. Pietro. Spettacolo d’arte di strada con il Teatro per Caso (TN). Due insolite prestigiatrici: Berta e Bice, con le loro magie, clownerie, giocolerie, bolle di sapone giganti, sapranno coinvolgere grandi e piccini in una vorticosa kermesse di numeri. Incanto e divertimento garantiti! Info: Comune di Mezzolombardo. Teatro LIBERE STORIE Spiazzo Rendena. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Sarà un monologo “mistilingue” - ha spiegato Castelli - basato sul racconto di situazioni divertenti, a volte perfino ridicole: episodi che, nella vita, mi hanno lasciato un messaggio. Un incontro con il pubblico nel quale l’attore si nasconde dalla storia attraverso la semplicità del racconto.» Ci saranno due storie di naja, episodi legati al periodo scolastico, il primo incontro del giovanissimo Andrea con il teatro. Info: www.andreacastelli.it.

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trentinoappuntamenti Teatro QUELLO... BUONANIMA Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium (Scuole Medie). Spettacolo di Ugo Palmerini con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per “Insieme a Teatro sull’Argentario”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ME CUGNADA L’È ‘NA STAR Zambana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Commedia di Domenico e Massimo Canzano - adattamento in dialetto di Franco e Federica Kerschbaumer. Per la Rassegna Teatrale di Commedie in dialetto trentino. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’AMOR NON SE ‘L PAGA Predazzo. Ore 21. Auditorium “Casa della Gioventù”. Commedia di Italo Conti con la Filodrammatica “El Feral” di Primiero. Per la 17a Edizione “Chi è di scena”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro FUM ‘N TEI OCI Dro. Ore 20.30. Teatro Oratorio. Commedia di R. Sposito e C. Romano - traduzione dialettale di

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Carlo Giacomoni con la Filo “Concordia ‘74” di Povo. Per la Rassegna Teatrale “Nilo Faitelli”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA LUPA Lizzana. Ore 20.45. Teatro “S. Floriano”.Commedia di Giovanni Verga con la Compagnia “GAD - Città di Trento”. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro BARUFE EN FAMEGIA Castellano. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Giacinto Gallina con la Compagnia di Lizzana. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro I RUSTEGHI Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale. Commedia di Carlo Goldoni con la Compagnia Teatrale “La Barcaccia” di Verona. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro QUASI QUASI PROVO ANCA MI Ala. Ore 20.45. Teatro “Sartori”. Commedia di Gloria Gabrielli con la Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA VISITA DELLA VECCHIA SIGNORA Avio. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Friedrich Dürrenmatt con la Filodrammatica di Laives. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ROBE DA NO CREDER Condino. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Emilio Luigi Motta con la Compagnia “S. Siro” di Lasino. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TOCATÌ! Spera Valsugana. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Giorgio Tosi - trad. in dialetto trentino di Giusy Zanvettor e Andrea Turrini con la Compagnia Teatrale “El Me-

sedò” di Panchià. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EN VEDOF ALEGRO Vigo Cavedine. Ore 21. Teatro. Commedia di M. Burattini con la Filo “Toblino” di Sarche. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LIOLÀ Ravina. Ore 20.45. Teatro “Claudio Demattè”. Commedia di Luigi Pirandello - trad. in dial. trentino di Camillo Caresia con la Filodrammatica “S. Martino” di Fornace. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

16 DOMENICA Cultura PAROLE AL CHIAR DI LUNA Monte Bondone. Presso Bar al sole 2098, Monte Palon. Ore 16 ritrovo presso il Bondonero a Vason per la risalita. Ore 17 presentazione del volume “Trekking dello spirito in Trentino” di Fiorenzo Degasperi. Camminare nelle valli trentine e dintorni, ed. Curcu&Genovese. Ore 19 cena presso il Bar al Sole (facoltativo). Per prenotazioni: 339.5988944. Info: in-


trentinoappuntamenti fo@valentinamusmeci.it; www. valentinamusmeci.it. Famiglia MONGOLFIERE: PREDAZZO IN VOLO Predazzo. Un giro su Predazzo in 60 minuti. Quella del volo è certamente un’esperienza fuori dal comune. Il lievitare di sensazioni indimenticabili è accompagnato dal suggestivo cambio di prospettiva. Per tre giorni, a Predazzo, è possibile toccare il cielo a bordo di una mongolfiera in volo libero o prendere confidenza con il volo su un gigante dell’aria ancorato a terra. In entrambi i casi, i membri dell’equipaggio sono a disposizione per fornire le indicazioni necessarie e soddisfare ogni curiosità sul mondo visto dall’alto. Info: apconsultingevents@gmail.com. Musica MATINÉE IN CASA MOZART CON IL PIANISTA DAVIDE CABASSI Rovereto. Ore 11. Sede dell’Associazione Mozart Italia - Palazzo Damianti, via della Terra, 48. Protagonista dell’appuntamento sarà il pianista Davide Cabassi. Vincitore di importanti premi pianistici, tra i quali il prestigioso “Van Cliburn International Piano Competition 2005”, Davide Cabassi svolge una carriera concertistica di straordinaria qualità e di livello internazionale ed è apprezzato docente di pianoforte al Conservatorio Monteverdi di Bolzano. Il concertista proporrà un programma bello e impegnativo: le Sonate KV 570 e KV 333 di Mozart e il Carnaval op. 9 di Schumann. Info: infoami@mozartitalia. org; www.mozartitalia.org. Teatro GELSOMINO Mezzolombardo. Ore 16.30. Teatro S. Pietro. Spettacolo liberamente tratto dal libretto de “Il flauto magico” di Mozart, a cura di Giorgio Clementi con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la 11a Rassegna provinciale di Teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

18 MARTEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 16.45. Società Dante Alighieri, Via Dordi, 8. Conferenza: “Primavera d’Unterland” - presenta Roberto Marino, fondatore del Gruppo “Poeti d’Unterland” - introduce Mario Caparelli. Info: Soc. Dante Alighieri - Tel. 0461.239994.

19 MERCOLEDÌ Danza DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. Sede Associazione “Mana”. Per info e/o iscrizioni: mimosa.2009@ live.it.

20 GIOVEDÌ Teatro UNA NOTTE IN TUNISIA Rovereto. Ore 20.45. Teatro alla Cartiera. Commedia di Vitaliano Trevisan, con Alessandro Haber e con Maria Ariis, Pietro Micci e Rober to Trifirò, regia Andrée Ruth Shammah con la collaborazione di Barbara Petrecca per le scene e i costumi, produzione Teatro Franco Parenti. Info: www.comune. rovereto.tn.it.

21 VENERDÌ Musica CONCERTO FILARMONICA Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Camerata Bern: Patricia Kopatchinskaja, violino e direttore. Su musiche di P. Kopatchinskaja, L. Janàcek e L. v. Beethoven. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it. Musica TRIO WANDERER Rovereto. Ore 20.45. Sala Filarmonica. AJean-Marc Phillips-Varjabédian, violino; Raphaël Pidoux, violoncello; Vincent Coq, pianoforte su musiche di Saint-Saens, Tchajkowsky. Info: Associazione Filarmonica Rovereto Tel. 0464.435255; associazionefilarmonica1@tin.it. Teatro FIORELLO IN FUORI PROGRAMMA Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Fuori Programma sarà un happening, un laboratorio teatrale da cui nasceranno nuove gag e personaggi. Il titolo racchiude in sé tutte le caratteristiche dello show: una formula “minimal”, una scaletta di base ed ampio spazio all’improvvisazione. Con Fiorello sul palco la sua band di sempre, il Maestro Cremonesi e il nuovo acquisto: i Gemelli di Guidonia, lanciati da EdicolaFiore. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro MOZART Trento. Ore 21. Teatro Portland, via Papiria, 8. Uno spettacolo scritto, diretto e interpretato da Corrado Accordino. “Dove nasce il genio?”. Un racconto, un’indagine che diviene al tempo stesso un’appassionata confessione d’amore per Wolfgang Amadeus Mozart. Info: Tel. 0461.924470; info@teatroportland.it; www.teatroportland.it. Teatro MANDRAGOLA Rovereto. Ore 20.45. Teatro “Fausto Melotti”. Commedia di Niccolò Macchiavelli con la Compagnia Teatrale “Al Castello” di Foligno (PG). Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. In-

fo: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro DIGHE DE YES! Volano. Ore 20.45. Teatro “Concordia”. Commedia di Loredana Cont con la Compagnia “La Nogara” di Cogollo di Trengago (TV). Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro AMERICA Brentonico. Ore 20.45. Teatro “Monte Baldo”. Commedia di Raffaello Canteri con il Teatro Impiria di Verona. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NON TUTTI I LADRI VENGONO PER NUOCERE Pomarolo. Ore 20.45. Auditorium Comunale. Commedia di Dario Fo - trad. in dialetto trentino e adattata in due atti con la Filo “El Grotel” di Condino. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’ALTRO FIGLIO Rovereto. Ore 20.45. Teatro “Rosmini”. Commedia di Luigi Pirandello con l’Associazione Teatrale “Alense” di Ala. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

22 SABATO Danza BLACK AND WHITE - DAL BUIO ALLA LUCE Vezzano. Ore 21. Teatro Valle dei Laghi. Spettacolo di pura energia. Black and white creato da Marcello Algeri è un viaggio metaforico per uscire dal buio che esiste nell’animo profondo alla luce sinonimo di libertà. Con influssi minimalisti e surrealisti, il coreografo ha combinato linee classiche a movimenti contemporanei per creare un intenso balletto che guida lo spettatore all’interno di molteplici emozioni. Info: www.teatrovalledeilaghi.it. Teatro FIORELLO IN FUORI PROGRAMMA Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Fuori Programma sarà un happening, un laboratorio teatrale da cui nasceranno nuove gag e personaggi. Il titolo racchiude in sé tutte le caratteristiche dello show: una formula “minimal”, una scaletta di base ed ampio spazio all’improvvisazione. Con Fiorello sul palco la sua band di sempre, il Maestro Cremonesi e il nuovo acquisto: i Gemelli di

Guidonia, lanciati da EdicolaFiore. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro MOZART Trento. Ore 21. Teatro Portland, via Papiria, 8. Uno spettacolo scritto, diretto e interpretato da Corrado Accordino. “Dove nasce il genio?”. Un racconto, un’indagine che diviene al tempo stesso un’appassionata confessione d’amore per Wolfgang Amadeus Mozart. Info: Tel. 0461.924470; info@teatroportland.it; www.teatroportland.it. Teatro NUOVO ALLESTIMENTO Civezzano. Ore 20.45. Teatro “L. Pirandello”. Spettacolo tratto da testi di Luigi Pirandello con la Filodrammatica di Civezzano. Per la Rassegna “Bruno Palaoro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro FUM ‘N TEI OCI Olle Valsugana. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Romano C. e Sposito R. - trad. in dialetto trentino di Carlo Giacomoni con la Filo “Concordia ‘74” di Povo. Per la Stagione Teatrale 2014 organizzata dalla Filodrammatica di Olle. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’ERA EN DI DE PRIMAVERA Malé. Ore 21. Teatro Comunale. Scene tratte dal lavoro di Antonia Dalpiaz, con coreografie di danza classica e moderna Compagnia Teatrale “Virtus in Arte” di Malè & Dancing Soul. Per “Teatrando 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ROBE DA NO CREDER Verla di Giovo. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Emilio Luigi Motta con la Compagnia “S. Siro” di Lasino. Per la Rassegna Teatrale “Il Pellicano”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro NEMICI COME PRIMA Lizzana. Ore 20.45. Teatro “S. Floriano”. Commedia di Gianni Clementi con la Compagnia Teatrale “La Barcaccia” di Verona. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTI ‘N TERAPIA Trambileno. Ore 20.45. Teatro Comunale “Moscheri”. Commedia di Gloria Gabrielli con la Filodrammatica “La Logeta” di Gardolo. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info:

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FIORENZO DEGASPERI

Passeggiare CURCU & GENOVESE

in Trentino-Alto Adige

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SEMPLICI ITINERARI PER GRANDI E PICCOLI Dopo il grande successo di pubblico del libro-guida dedicato ad “Andar per malghe in Trentino”, l’autore ritorna ad occuparsi di escursionismo, indicando tempi e dislivelli delle mete proposte e volgendo una particolare attenzione alle passeggiate adatte anche a famiglie con bambini e passeggini. 35 itinerari scelti per la loro bellezza, la tranquillità, l’interesse storico-archeologico, il fiabesco, il naturalistico. 20 passeggiate in Trentino, 15 in Alto Adige, effettuabili quasi tutte nell’intero arco dell’anno, indipendentemente dalle stagioni, invitano tutti gli amanti e i curiosi del camminare, passo dopo passo, a conoscere le vie e i sentieri che uniscono i luoghi della nostra terra e che ci conducono ad assaporare la gastronomia di malghe, rifugi e Gasthof. La guida è soprattutto un invito a conoscere le storie e le leggende nate su questi sentieri, affinché non ci si dimentichi. Quindi non soltanto una proposta escursionistica, fatta di belle fotografie, mappe, numeri di telefono, posti di ristoro, dislivelli e tempi, ma anche un diario narrativo che ci aiuta a non essere soltanto turisti ma ospiti di questa nostra regione. Passeggiate dello “stupore”, intendendo con questo la capacità di “stupirsi” e di “meravigliarsi” ancora, riscoprendo la nostra dimensione in armonia con il mondo attraverso l’ambiente naturale e culturale.

Semplici itinerari per grandi e piccoli, accompagnati dalla cartina escursionistica con informazioni, storie, leggende, curiosità e tantissime fotografie.

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trentinoappuntamenti Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA PARONA DEL VAPOR Pedersano. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Silvio Castelli con la Filo “Segosta ‘90” di Bedollo. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro BARUFE IN FAMEGIA Ala. Ore 20.45. Teatro “Sartori”. Commedia di Giacinto Gallina con la Compagnia di Lizzana. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro FAVOLESCION Avio. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Quattrocchi e Cattivelli con la Compagnia “La Maschera” di Verona. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PÙ BUSIE... CHE POESIE Samone. Ore 20.45. Sala Polifunzionale. Commedia di e con Loredana Cont con la Filodrammatica “I Dialettanti” di Rovereto. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ATTENTO ALLA CIOCCOLATA, CALLAGHAN! Tuenno. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Quattrochi e Cattivelli con il Gruppo Teatrale Tuenno. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PAROCO PER TRE DÌ Dimaro. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Fabrizio Dettamanti con la Filodrammatica “R.A.L.” di Rallo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro QUOD SUPERERAT Rovereto. Ore 20.45. Teatro alla Cartiera. Commedia ideazione, drammaturgia e regia di Chiara Condrò, Elisa Turco Liveri con Manuel Cascone. Info: www.comune.rovereto.tn.it. Teatro INSONNI D’UNA NOTTE... DI TERZA ETÀ Capriana. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Gabriele Penner con l’Ass. Culturale Teatrale “Libero Teatro” di Grumes. Info: www.cofas. it; Tel. 0461.237352.

23 DOMENICA Musica ENRICO RUGGERI FRANKENSTEIN 2.0 Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Dopo 4 anni Enrico Ruggeri torna in teatro con un concerto sorprendente e imprevedibile. Lo spettacolo é diviso in due parti: la prima sarà un excursus sulla rock opera Frankenstein, che il nostro ha rivisitato completamente con un rivoluzionario ed elettronico Frankenstein 2.0. Enrico ne racconterà l’attualità e la poesia in un suggestivo scenario visivo e sonoro. Nella seconda parte il protagonista sarà anche il pubblico, chiamato ad interagire attraverso i social. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro MOZART Trento. Ore 10. Teatro Portland, via Papiria, 8. Uno spettacolo scritto, diretto e interpretato da Corrado Accordino. “Dove nasce il genio?”. Un racconto, un’indagine che diviene al tempo stesso un’appassionata confessione d’amore per Wolfgang Amadeus Mozart. Info: Tel. 0461.924470; info@teatroportland.it; www.teatroportland.it.

25 MARTEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 16.45. Società Dante Alighieri, Via Dordi, 8. Conferenza: “Letteratura e resistenza: il caso fenoglio” conversazione di Massimo Rizzante - presenta Vincenzo Calì. Info: Soc. Dante Alighieri - Tel. 0461.239994. Cultura A TAVOLA CON I MICRORGANISMI Trento. Ore 18. MUSE, Museo delle Scienze, Viale del Lavoro e della Scienza 3. Il MUSE, in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach, propone uno speciale ciclo di incontri per avvicinarsi ai più diversi temi scientifici in modo nuovo e coinvolgente. Si parlerà di gusti e mente, vino, salute e sostenibilità, tracciabilità degli alimenti, pesci in via d’estinzione, mele di oggi e di ieri, cibo e microorganismi, insetti, miele. Per parlare insieme di ambiente, alimentazione, salute e scoprire la scienza... assaggiandola! Info: Museo delle Scienze Tel. 0461.270311; museinfo@muse.it; www.muse.it. Musica SCUOLA D’ASCOLTO DELLA MUSICA ORGANISTICA Trento. Ore 20.30. Chiesa parrocchiale di Cristo Re. Incontri con l’organo e la sua musica allo strumento Ciresa-Zeni della chiesa parrocchiale di Cristo Re. Con Stefano Rattini, organista Titolare della Cattedrale di Trento. L’appun-

tamento si svolgerà attorno allo strumento, in comoda posizione e con visione diretta dell’esecutore. Ingresso libero. Teatro RACCONTI DI GIUGNO Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Spettacolo con la regia di Pippo Delbono. Pippo Delbono, conosciuto soprattutto per i suoi allestimenti corali e suggestivi, sceglie in questo monologo una deriva intima e personale per raccontare se stesso. Lo spettacolo è una sorta di incontro aperto, lieve e doloroso, nel quale si intrecciano vicende quotidiane, esperienze personali e brani scelti dai testi degli spettacoli che lo hanno reso famoso. Una chiacchierata/confessione con il pubblico per indagare il senso nascosto delle relazioni, la coscienza di una bellezza senza confini nelle storie, l’ardore (non solo etico) nelle scene della vita e nelle scene del teatro. Ma anche l’estasi delle cose che ti perdoni e che gli altri non ti perdonano e quel qualcosa di se stessi mai detto, forse perché mai chiesto. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

26 MERCOLEDÌ Musica GREGORY PORTER QUINTET Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. La voce di Gregory Porter, a tratti stentorea, a tratti morbida, ricca di sfumature timbriche ed espressive, si è imposta sulla scena del jazz negli anni recenti e di lui si è parlato come del “nuovo re nel canto jazz”. Lo stile di Porter, dal carattere fluido e naturale, squisitamente ritmico e narrativo, si allaccia al jazz moderno, al blues, al gospel. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Musica MASSIMO QUARTA IN CONCERTO Trento. Ore 20.30. Auditorium Santa Chiara, via Santa Croce 67. Per la stagione sinfonica Orchestra Haydn 2013-2014 concerto su musiche di Felix MendelssohnBartholdy e Ludwig van Beethoven. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro RACCONTI DI GIUGNO Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Spettacolo con la regia di Pippo Delbono. Pippo Delbono, conosciuto soprattutto per i suoi allestimenti corali e suggestivi, sceglie in questo monologo una deriva intima e personale per raccontare se stesso. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it.

27 GIOVEDÌ Cultura CONVERSAZIONE Cognola. Ore 20.30. Centro Civico dell’Argentario - Sala Polivalente - Via Jügl, 9. Conversazione sull’olio d’oliva: “L’oro liquido” a cura di Sergio Costa. La partecipazione è gratuita e aperta alla comunità. Info: www.acliargentario. altervista.org Musica CONCERTO Rovereto. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Mariangela Vacatello, pianoforte su musiche di Beethoven, Ginastera, Chopin, Rachmaninov. Info: Associazione Filarmonica Rovereto Tel. 0464.435255; associazionefilarmonica1@tin.it. Teatro SACRIFICIO Rovereto. Ore 20.45. Teatro Civile. Commedia con Daniela Vaia, Flavio Torresani, Barbara Facchini, Pietro Biondi, Valeria Ciangottini, Valentina Caresia, Elia Fedrizzi, Paolo Bertagnolli, Michele Fanti; regia Elena Galvani, Jacopo Laurino e produzione Stradanòva Slow Theatre snc. Info: www.comune.rovereto.tn.it.

28 VENERDÌ Teatro ALICE DELLE MERAVIGLIE Trento. Ore 21. Teatro Portland, via Papiria 8. Spettacolo con Maura Pettorruso, testo e regia Carmen Giordano. Info: Teatro Portland tel. 0461.924470; info@teatroportland. it; www.teatroportland.it. Teatro PIGMALIONE Rovereto. Ore 20.45. Teatro “Fausto Melotti”.Commedia di George Berard Shaw con l’Accademia Teatrale Campogalliani di Mantova. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PÙ BUSIE... CHE POESIE Volano. Ore 20.45. Teatro “Concordia”. Commedia di e con Lore-

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trentinoappuntamenti dana Cont con la Filodrammatica “I Dialettanti” di Rovereto. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL BUGIARDO Brentonico. Ore 20.45. Teatro “Monte Baldo”.Commedia di Carlo Goldoni con la Compagnia Teatrale “Giorgio Totola” di Vicenza. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro NO BASTA EN COLP DE FORTUNA PER AVER LA LUNA Pomarolo. Ore 20.45. Auditorium Comunale. Commedia di Giovanni Busatto - trad. in dialetto trentino di Giusy Zanvettor e Andrea Turrini con la Compagnia Teatrale “El Mesedò” di Panchià. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

29 SABATO Cabaret CINQUANTA SFUMATURE DI... PINTUS Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Con lo spettacolo Cinquanta sfumature di Pintus dove ci aiuta a capire che fare il comico è, in realtà, molto più facile di quanto si voglia far credere, perché la comicità è dappertutto: «nei politici che litigano, in alcune storie assurde di alcuni programmi televisivi, nella pubblicità. Basti pensare che Banderas parla con una gallina che si chiama Rosita!» Info: Centro Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro ALICE DELLE MERAVIGLIE Trento. Ore 21. Teatro Portland, via Papiria 8. Spettacolo con Maura Pettorruso, testo e regia Carmen Giordano. Info: Teatro Portland tel. 0461.924470; info@teatroportland. it; www.teatroportland.it. Teatro VACANZE FORZATE (STESSA CASA... STESSO MARE) Zambana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Commedia di Antonella Zucchini - tradotta in dialetto trentino con la Filodrammatica di Viarago. Per la Rassegna Teatrale di Commedie in dialetto trentino. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA TV DEI TONI MARCI Predazzo. Ore 21. Auditorium “Casa della Gioventù”. Commedia di e con il Trio Comico “I Toni Marci” di Trento. Per la 17a Edizione “Chi è di scena”. Info: Co.F.As.

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Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA GELOSIA NO LA GA ETÀ Dro. Ore 20.30. Teatro Oratorio. Commedia della Filodrammatica “S. Ermete” con la Filodrammatica “S. Ermete” di Calceranica. Per la Rassegna Teatrale “Nilo Faitelli”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TRE SULL’ALTALENA Lizzana. Ore 20.45. Teatro “S. Floriano”.Commedia di Luigi Lunari con il Laboratorio Minimo Teatro di Ascoli Piceno. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ULISSE PRINOT, FARMACISTA DE NOT Castellano. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Amendola e Corbucci con la Filo “Toblino” di Sarche. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ANGIOLO, QUEL DIAVOLO DI CARAVAGGIO Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale. Commedia di Piero Dalprà con la Compagnia Prototeatro di Montagnana (PD). Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA MARIA ZERLA Ala. Ore 20.45. Teatro “Sartori”. Commedia di Luciano Tognotti con la Filodrammatica “El Filò” di Taio. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PÙ BUSIE... CHE POESIE! Avio. Ore 20.45. Teatro. Commedia di e con Loredana Cont con la Filodrammatica “I Dialettanti di Rovereto. Per la 33a edizione del Concorso Nazionale “Sipario d’oro 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro FUM ‘N TEI OCI Castel Tesino. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Romano C. e Sposito R. - trad. in dialetto trentino di Carlo Giacomoni con la Filo “Concordia ‘74” di Povo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BOSIE, SEGRETI E SCONDIROLE Vermiglio. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Alberto Maria Betta

con la Filo “Arcobaleno” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PAROCO PER TRE DÌ Cunevo. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Fabrizio Dettamanti con la Filodrammatica “R.A.L.” di Rallo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA VISITA DELLA VECCHIA SIGNORA Ravina. Ore 20.45. Teatro “Claudio Demattè”. Commedia di Friedrich Dürrenmatt con la Filodrammatica di Laives. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro MIO NONNO È MORTO IN GUERRA Vezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi. Simone Cristicchi presenta un nuovo spettacolo sulla memoria della seconda guerra mondiale. Uno spettacolo di parole e musica, commovente, coinvolgente e ironico: un affresco di piccole e grandi storie individuali, un mosaico di istantanee emozionanti, schegge di voci inghiottite dal vortice della Grande Storia e salvate dall’oblio. Info: www.teatrovalledeilaghi.it.

30 DOMENICA Cabaret CINQUANTA SFUMATURE DI... PINTUS Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Con lo spettacolo Cinquanta sfumature di Pintus dove ci aiuta a capire che fare il comico è, in realtà, molto più facile di quanto si voglia far credere, perché la comicità è dappertutto: «nei politici che litigano, in alcune storie assurde di alcuni programmi televisivi, nella pubblicità. Basti pensare che Banderas parla con una gallina che si chiama Rosita!» Info: Centro Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro ALICE DELLE MERAVIGLIE Trento. Ore 10. Teatro Portland, via Papiria 8. Spettacolo con Maura Pettorruso, testo e regia Carmen Giordano. Info: Teatro Portland tel. 0461.924470; info@teatroportland. it; www.teatroportland.it. Teatro SI PUÒ Faver. Ore 20.30. Spettacolo liberamente tratto dal teatro-canzone di Giorgio Gaber e Sandro Luporini e realizzato dal T.I.M., Teatro Instabile di Meano. I brani proposti in questa raccolta-spettacolo rappresentano da un lato il confronto con se stessi, in bilico tra il proprio limite e la propria grandezza e dall’altro il confronto con la società, gli altri e

la nostra dimensione politica. Info: Sorgente ‘90 info@sorgente90.org, www.sorgente90.org.

GLI APPUNTAMENTI DI APRILE 1 MARTEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 16.45. Società Dante Alighieri, Via Dordi, 8. Conferenza: “Trent’anni insie” - Antologia del “Gruppo Poesia 83” - presenta Italo Bonassi - Letture di Giuliana Raffaelli Bonassi - Alla chitarra Stefano Cattoni. Info: Soc. Dante Alighieri - Tel. 0461.239994. Musica CONCERTO FILARMONICA Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Benjamin Grosvenor, pianoforte. Su musiche di F. Mendelsshon, F. Schubert, R. Schumann, F. Mompou, N. Medtner, M. Ravel, Strauss/Schulz-Evler. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it.

2 MERCOLEDÌ Danza DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. Sede Associazione “Mana”. Per info e/o iscrizioni: mimosa.2009@live.it.

3 GIOVEDÌ Musica «ORCHESTRA HAYDN» Rovereto. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Marco Pierobon, direttore e tromba su musiche di Gershwin. Info: Associazione Filarmonica Rovereto Tel. 0464.435255; associazionefilarmonica1@tin.it.

9 MERCOLEDÌ Musica ORCHESTRA HAYDN Trento. Ore 20.30. Auditorium Santa Chiara, via Santa Croce 67. Per la stagione sinfonica Orchestra Haydn 2013-2014 concerto di Gaetano D’Espinosa, Direttore; I fiati solisti dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento: Gianni Olivieri, Oboe; Stefano Ricci, Clarinetto; Andrea Cesari, Corno; Flavio Baruzzi, Fagottosu su musiche di Heinrich Unterhofer, Wolfgang Amadeus Mozart e Franz Schubert. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.


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9A EXPORIVA CACCIA PESCA AMBIENTE “SIGNORE DELLA GRAPPA” DEL TRENTINO

SABATO 29 E DOMENICA 30 MARZO AL QUARTIERE FIERISTICO DI RIVA

LIVIA BERTAGNOLLI, CAMILLA LUNELLI E ANNA MARZADRO, CONDOTTE DAL GIORNALISTA DI RAI RADIO1, DANIEL DELLA SETA

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rande successo per l’ormai tradizionale appuntamento con le “Signore della grappa” del Trentino che si sono riunite ancora una volta a Roma, nella cornice del ristorante “Il Margutta”, nel cuore della città, sotto il segno di “Spirito di donna”, questo il titolo dell’iniziativa promossa dall’Istituto di Tutela della Grappa del Trentino. Livia Bertagnolli, Camilla Lunelli e Anna Marzadro, condotte dal giornalista di Rai Radio1, Daniel Della Seta, hanno raccontato della loro esperienza nel mondo della grappa ad una qualificata e curiosa platea composta da circa cinquanta giornalisti che hanno apprezzato la passione, lo spirito imprenditoriale e il coraggio di fare un mestiere tipicamente da uomo, ma che negli anni si è arricchito proprio grazie all’influsso della presenza femminile. Alla serata hanno preso parte anche alcuni personaggi del mondo dello spettacolo, tra i quali l’attore e comico Neri Marcorè. Un evento, questo, che rientra nelle tante attività di promozione della grappa del Trentino, l’unica in Italia che rispetta un disciplinare di produzione contraddistinto con il marchio del Tridente.

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xpo Riva Caccia Pesca Ambiente, l’unica mostra-mercato del Trentino Alto Adige dedicata al mondo della caccia e della pesca, prepara la sua 9 a edizione sabato 29 e domenica 30 marzo 2014 nel quartiere fieristico di Riva del Garda (Trento). Novità del 2014, grazie alla decennale collaborazione con il Civico Museo di Storia Naturale di Jesolo, è l’organizzazione a Riva del Garda, in occasione della fiera, della XIX Edizione Nazionale Mostra Scambio del Libro, Riviste, Cartoline, Stampe, Artigianato Faunistico-Venatorio, che vedrà al suo interno la presentazione del volume “Robe di caccia” e l’esposizione di alcuni tra i più rari e bei cimeli dell’artigianato venatorio appartenenti alle collezioni private di Roberto Baggio e di Angelo Piceni. Torna anche il collaudato appuntamento “Mezz’ora con l’Esperto!”; momenti di confronto con esperti di tecnica venatoria e l’attesissima 32a Esposizione Nazionale Canina che nel 2012 ha visto in gara oltre 500 cani. Molto ricca anche l’offerta commerciale per il settore pesca. In fiera si possono acquistare, a prezzi competitivi, abbigliamento e attrezzatura tecnica per tutti i tipi di pesca, principalmente pesca mosca e spinning. Grazie alle due grandi vasche di lancio, una per la pesca e una per la mosca, i materiali in vendita possono essere anche testati. Sono inoltre presenti gli stand delle maggiori riviste di settore e tutte le Associazioni Pescatori della Provincia autonoma di Trento. Inoltre, Expo Riva Caccia Pesca Ambiente, collabora da diverse edizioni con I.F.T.A (Italian Fly Tier Association) che organizza in fiera laboratori gratuiti di costruzione mosche artificiali per appassionati grandi e piccoli. Sabato 29 marzo alle ore 18.30 presso il Palazzo dei Congressi di Riva del Garda sarà una serata imperdibile per gli amanti di pesca a mosca. Torna infatti il Rise Fly Fishing Film Festival, il più famoso festival cinematografico di pesca a mosca del mondo che, partito dalla Nuova Zelanda e arrivato nelle principali città europee, farà la sua unica tappa italiana in occasione della fiera!


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SLEDGE HOCKEY DALLA VAL DI NON A SOCHI MARIA PASQUINELLI: CHI ERA COSTEI? PARTECIPATO INCONTRO, L’11 FEBBRAIO, AL CENTRO ROSMINI DI TRENTO

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l Comitato di Trento della Società Dante Alighieri da tempo non vedeva una sala così gremita e tanta gente interessata alla grande, e non ancora del tutto chiarita, tragedia delle Foibe. Come anticipato su Trentino Mese di febbraio, l’11 febbraio la scrittrice triestina Carla Carloni Mocavero ha raccontato, con competenza e passione, il dramma delle terre orientali italiane che, a conclusione della seconda guerra mondiale, mentre si festeggiava la pace, furono cedute alla Jugoslavia di Tito. E ha descritto il dolore dei tanti italiani costretti a lasciare lì, a Zara o a Pola o nei tanti incantevoli paesi che si affacciano sull’Adriatico, le loro cose più care, le case, i ricordi di una vita, per andare profughi e ricominciare a vivere in luoghi sconosciuti e lontani. Contro questa decisione, così politica e, per gli italiani istriano-dalmati, così dolorosa e così ingiusta, una donna si ribellò platealmente, uccidendo – senza che nessuno la fermasse – un generale inglese. “La donna che uccise il generale – Pola, 10 febbraio 1947” è l’ultimo libro della Carloni, un romanzo/saggio che affronta un tema difficile con equilibrio, fondandosi sulla ricerca capillare di documenti, testimonianze, articoli pubblicati sui giornali del tempo, atti giudiziari. E riprende vita Maria Pasquinelli, la donna che amava troppo l’Italia per accettare di vivere altrove e che con un atto clamoroso manifestò rabbia, dolore, disperazione, volendo forse anche vendicare quei suoi amici infoibati che lei stessa aveva dovuto esumare e riconoscere. Di questa donna si parlò molto nell’immediatezza del fatto, poi venne dimenticata e non diventò una nuova Giovanna d’Arco… Forse era quello il momento della pacificazione, meglio far passare sotto silenzio un omicidio, meglio evitare di creare nuove e drammatiche tensioni. La Pasquinelli ha subito processo, condanna e prigione, senza mai voler spiegare quel gesto drammatico. E la Carloni non vuole giudicare,

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ltimo allenamento collegiale in Valle di Non per la squadra azzurra di Sledge Hockey che il 3 marzo volerà verso Sochi per partecipare ai giochi paralimpici invernali. Gli azzurri, che ricordiamo si sono qualificati grazie al piazzamento conquistato in Corea nel confronto mondiale dello scorso anno, partono per la Russia carichi di entusiasmo e di speranze di ben figurare anche in questo prestigioso appuntamento. I “favolosi” ragazzi di Massimo Darin hanno svolto un proficuo allenamento in quel palaghiaccio che sempre ha portato loro fortuna. È il quinto anno che la squadra del presidente Giancarlo Bolognini usufruisce della disponibilità della Val di non, portata in zona dell’Us Ronzone Sportinsieme grazie al programma ultraventennale de “Lo Sport per l’Handicap” e alla lodevole disponibilità del comune di Fondo, della Cooperatva Smeraldo e dell’Hockey Club Fondo che hanno riservato ai ragazzi di Massimo Darin un’accoglienza basata sulla più schietta e doverosa amicizia. Dalla Valle di Non un forte in bocca al lupo al capitano Andrea Chiarotti (foto) che sarà il portabandiera nella sfilata iniziale, e a tutti i componenti della formazione azzurra che a Sochi difenderanno i colori dell’Italia. condannare o salvare, vuole capire, attraverso le arringhe della difesa e dell’accusa, chi fosse davvero la Pasquinelli: una donna religiosa che ha anteposto l’amore per la Patria alla Fede, o piuttosto un’esaltata, che insegnava Mistica fascista, o forse una squilibrata incapace di intendere e di volere? Presenti in sala, numerosi istriano-dalmati hanno raccontato la loro esperienza e ricordato le loro speranze deluse, con emozione palpabile. Assai interessanti gli interventi dal pubblico, a partire da quello del dr. Vincenzo Calì che ha letto una lettera di Gaetano Salvemini. Dunque, atmosfera intensa e dibattito vibrante. Ha condotto l’incontro Luciana Grillo, ha letto alcuni passi Elisabetta Postal. E come in Comune, in quanto Presidente del Consiglio delle Donne, così nella sala del Centro Rosmini, Luciana Grillo ha allestito un “Posto Occupato”, per ricordare tutte le donne vittime di violenza. Luciana Grillo 93

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FRANCO D’ANDREA E ANDREA MASCAGNI “QUEL 28 AGOSTO 1965”: UNA STORIA DA LEGGERE

SU “TAPIS ROULANT” I RITRATTI DEL MUSICISTA E DEL POLITICO Franco D’Andrea

PRESENTATO A TRENTO UN LIBRO SUL MATRIMONIO DI GIUSEPPINA

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untualmente al Grand Hotel Trento – come ogni anno – si è svolta la megafesta dell’amicizia. Giuseppina era commossa nel vedere così tanti amici venuti da ogni parte, ringraziandoli tutti, non solo gli amici giunti in aereo, treno e auto, ma anche quelli arrivati in... bici. Il clou del pranzo è stata la presentazione della sua storia d’amore, scritta dal suo amore Claudio, a dimostrazione che la cosa più bella della loro vita è stata la tenacia e la forza dell’amore che può essere presa di esempio soprattutto per coloro che non credono nell’amore e nel matrimonio. Il titolo del libro fa riferimento al giorno in cui ha incontrato Claudio: “Quel 28 agosto 1965”; un progetto ancora una volta dedicato alla beneficenza, perché il ricavato andrà alla Piccola Fraternità di Gesù a ricordo di Don Gianni Tomasi.

In piedi da sx, Debby, Jessica, Giuseppina; seduti, Marino, M. Antonietta, Maura ed Elena

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omenica 9 marzo su “Tapis Roulant” di Rai Regione (9.45 circa su RAI3), l’evento di “Campiglio Asburgica” è testimonianza di costumi e usanze come realmente accadeva a metà dell’800 per celebrare il seducente incantesimo sfarzoso di un passato mai dimenticato. La presenza degli effettivi discendenti della casata imperiale austriaca porterà inoltre una nota autentica e favorirà, come fosse un incantesimo, l’incontro della gente con il ricordo di quello che è stato ed è ancora un mito pari a quello di Marylin Monroe: la principessa Sissi. Poi, a dieci anni dalla scomparsa, si ripropone il programma che traccia un profilo dell’artista e dell’uomo politico Andrea Mascagni, che tanto ha contribuito allo sviluppo culturale e non del Trentino Alto-Adige. Attraverso una serie di testimonianze mirate, viene ricordata la figura di quest’uomo che alternò il suo impegno umano e professionale in due settori apparentemente distinti: la musica e la politica, ma in lui intimamente collegati. Continua, infine, l’appuntamento con la le originarie ricette del trentino raccontate, riproposte e reinterpretate. La puntata è dedicata al “tortel de patate” e la ricetta è presentata dallo chef Andrea Franca Merz. La domenica successiva, 23 Mascagni marzo, ecco un profilo televisivo di Franco D’Andrea, che ha una lunga carriera musicale ed artistica ed è uno dei più importanti Jazzisti Europei. Continua l’appuntamento con la gastronomia trentina di Lucio Gardin: è la volta dello chef Paolo Betti e della ricetta: “Sguazet e polenta di patate”. E infine una visita al Mart e alle sue ultime proposte.

Da sx, Debby, Dany, Michelangelo, Rosanna, Giuseppina e Ivo

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IL LIBRO DEL MESE

PRESENTATO A LEVICO “IL DIALETTO IN-FORMA” NELLA NUOVA SEDE DEL GRUPPO PENSIONATI

IN “IL GATTO CHE SCRISSE UN LIBRO” DI ANNAMARIA DE LENA PAVCOVICH NON C’È ALCUNA PRESUNZIONE, NESSUNA MORALE. È UNA FOTOGRAFIA, QUASI UN QUADRO DAI COLORI TENUI, CON IL TRATTO VELOCE E LIEVE ANCHE SU QUESTIONI ANCOR OGGI DRAMMATICAMENTE IRRISOLTE...

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l dialetto in-forma 2”, l’ultimo libro di Renzo Francescotti pubblicato da Curcu & Genovese è stato presentato a Levico Terme il 15 febbraio scorso nella nuova sede del Gruppo Pensionati. In una sala affollata di pubblico la serata è stata introdotta da Marco Francescatti, presidente del Gruppo Pensionati che ha organizzato la manifestazione. Marina Poian, di origini levicensi, Dirigente scolastica all’Istituto Tambosi di Trento, ha poi parlato del libro di Francescotti, dialogando col suo autore. Ha messo in luce il valore del dialetto, innanzitutto come lingua degli affetti materni, poi come un linguaggio portatore di storia e di memoria e infine come strumento indispensabile per tramandare e mantenere l’identità di una comunità. La relatrice ha parlato mettendo il luce la qualità del libro che intelligentemente e brillantemente informa sul nostro patrimonio dialettale. Una serie di brani sono stati letti da Luisa Vettorazzi, Franca Pradi, Ferdy Lorenzi e Marco Francescatti. La lettura è stata arricchita da Ferdy Lorenzi nella veste di cantante-chitarrista collaudato e applaudito. La serata è stata conclusa da Arturo Benedetti, facente funzione di Sindaco che, sottolineando l’importanza della realizzazione delle nuova sede del Circolo Pensionati attivo su vari fronti, si è congratulato con gli organizzatori e con Renzo Francescotti, amico di Levico, cittadina in cui da tanti anni trascorre le sue ferie estive e arricchisce la sua vita culturale. 96

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opar, il gatto che scrisse un libro, è un romanzo che si fa leggere d’un fiato; che ti rimanda immagini, sensazioni, ricordi e riflessioni quotidiane. Quella vita familiare, vista dagli occhi di un gatto, racchiude tutte le gioie ed i dolori dell’esistenza, con tutti i suoi misteri e le sue domande senza risposta. E forse solo quel sapiente “mah..” dalle mille sfaccettature che ritroviamo nel romanzo e che spesso si usa per cavarsela, togliersi d’imbarazzo e non umiliarsi troppo al cospetto della propria piccolezza ed ignoranza di fronte a tutto ciò che ci risulta inspiegabile e irraggiungibile, può risultare alla fine illuminante. Le più recenti pagine di Annamaria de Lena corrono insomma, come corre la vita ed è un inanellarsi di gioie, affetti, amori, quotidianità, ansie e dolori, sempre alla ricerca di un qualche significato da dare alla nostra vita. Far interpretare a degli animali le vicissitudini umane in letteratura non è un percorso nuovo o che non abbia già conosciuto testimonianze di altissimo profilo: basterebbe citare Esopo per tutti. Ma in questo romanzo della de Lena non c’è alcuna presunzione, nessuna morale. È una fotografia, quasi un quadro dai colori tenui, con il tratto veloce e lieve anche su questioni ancor oggi


trentinolibreria Casarotto C., Coser E., Larentis M., Larentis N., Pasolli C. Trentatré 3000 In Trentino Alto Adige Edizioni31 Questo titolo inaugura la collana ALP PROFESSIONAL, dedicata a chi ha già ottima dimestichezza con la montagna. Le proposte qui contenute sono riservate ad alpinisti e scialpinisti esperti, in quanto richiedono preparazione atletica, esperienza pluriennale e una conoscenza della montagna in tutte le sue sfaccettature. Il Gruppo di esperti sul cambiamento climatico ha stimato che la temperatura media della Terra sia aumentata di 0,7°C durante il XX secolo. E l’aumento risulta più marcato alle alte quote. A seguito di ciò, si assiste ad un innalzamento dello “zero termico” con riduzione delle nevicate alle quote più basse. A questo si aggiungano i capricciosi inverni che possono lasciare verdi le nostre montagne. Gli scialpinisti sono quindi costretti a salire di quota per trovare la neve, muovendosi in ambienti severi che richiedono un’ottima preparazione atletica.

Davide Red Guernelli Disanima Edizioni del Faro L’opera è una raccolta di pagine di autori invisibili che stanno in una libreria immaginaria. Due persone estraggono un libro da questa libreria inesistente e ne leggono un passo che commentano con aforismi. “Red” si avvale di diversi nomi, «non pseudonimi ma una mia estensione, personaggi che vivono di vita propria e scrivono per aree tematiche diverse»: Stella Sherman incentra la sua scrittura sui sentimenti, Mario Berner sui lutti, Oliver Bloom sul dialogo crudo e serrato, Saxon Manowar sulla nostalgia e sulle vacanze. Al centro – chiave di volta del libro, con cui Guernelli dichiara le proprie intenzioni – troviamo l’unico brano che l’autore firma col suo nome, “Frammenti di una libreria invisibile”: «…Questa libreria che non vedi mi regala la possibilità di indossare la maschera che voglio e divenire l’autore o il protagonista che desidero essere su qualsiasi palcoscenico, diffondendo e ricevendo musica…».

drammaticamente irrisolte, come quelle legate al fine vita e alla buona morte. Sì proprio la morte, tema dal quale si rifugge, ma con il quale con serenità ci si dovrebbe rapportare quotidianamente, perché fa parte della vita stessa. I ritmi imposti dal consumismo e da un’organizzazione sociale dedicata alla produzione della ricchezza allontanano l’uomo da una riflessione, piccola o grande che sia, sul senso profondo della propria esistenza: solo la consapevolezza del proprio essere, del necessario rispetto solidale con gli uomini e la natura possono invece farci superare ansie e paure: e il gatto Lopar ci dà proprio la dimensione di una vita vissuta, anche fuori dagli schemi normali e dominanti, ma nella consapevolezza di tutto ciò che può offrirti per farti gioire o soffrire al tempo stesso. Orfeo Donatini, giornalista COMINCIA COSÌ Senza tanti preamboli, incomincio col dire che sono un gatto; sì un gatto che ha imparato il linguaggio degli umani. Ascoltando i discorsi dei miei padroni avevo capito che parlavano di me, gatto. Mi chiamavano Lopar, ma non chiamavano nello stesso modo gli altri intrusi. “Lopar”

Marcello Farina Li guiderò a fresche sorgenti Il canto di papa Francesco Edizioni Il Margine Il papa venuto da lontano che fa sentire tutti vicini. La rivoluzione di Jorge Mario Bergoglio in dieci brevi capitoli. Il meglio di quel che ha detto e scritto nei primi mesi appassionanti del suo servizio come vescovo di Roma. Per il mondo. Marcello Farina, filosofo teologo docente e predicatore tra i più amati da credenti e non credenti, ci regala un piccolo, prezioso viaggio nel cuore del messaggio travolgente di Francesco. Farina è docente di Ermeneutica filosofica all’Università di Trento e di altre discipline filosofiche presso il Corso superiore di scienze religiose della Fondazione Bruno Kessler. Tra i suoi libri, apprezzati e amati da un pubblico sempre più vasto, Le parole nel quotidiano. I Vangeli domenicali per i non addetti ai lavori (Milano 2001) e Parole che contano. Commento ai Vangeli domenicali (Milano 2004-2006). Per Il Margine ha pubblicato anche A rinascere si impara. Filosofia per tutti (Trento 2006).

era un nome che indicava solo me. Poi la mia padrona incominciò a chiamarmi in altri mille modi: “Loparino”, quando mi amava alla follia; “Sgnufotone”, quando era in vena di stranezze nei miei confronti; “Loparone”, quando facevo cose simpatiche; “Handicap” di casa, quando ‘povero me!’ combinavo qualcosa di grosso: ad esempio fare la cacca fuori dalla cassettina e, per mia disgrazia, lo faccio spesso. Cosa mi succeda non lo so, il mio di dietro è un po’ grosso e tende quasi sempre a rimanere fuori centro e quando la cacca è fuori, rimane fuori. Sono fortunato però, perché dovete sapere che ho un fratello di nome Leopoldo, Poldino, Dino, ma quasi sempre Poldo e per la mia padrona “Re della casa”. Mi fa una rabbia, perché anche lui fa la cacca fuori dalla cassettina, ma per dispetto. E così a volte me la scapolo per non prenderle, perché io la faccio solamente per handicap e così gli scappellotti piovono sul “Re della casa”. Una cosa è certa, queste porcheriole non le farebbe mai e poi mai la mia mamma; la delicata, dolce, meravigliosa Spiri-Spiritella-Principessina: parlare del suo nome diventa una fiaba.

Annamaria de Lena Pavcovich

Il gatto che scrisse un libro Curcu & Genovese (Euro 12,00)

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Anche i Macéta nel loro piccolo... PRODOTTI TIPICI - 2 PUZZONE DI MOENA Anemone Sgudro, mugnaio originario di Campitello di Fassa, ha 56 anni e da 15 non si lava, così ha acquisito un profumo complesso e persistente dal sapore avvolgente. In tutta la Val di Fassa è conosciuto come il vero, l’originale “puzzone di Moena”. Ormai è divenuto celebre a livello planetario, ma ciò non lo ha cambiato, lui non si dà delle arie. Addirittura l’industria cosmetica gli ha dedicato un prodotto: l’Eau de Moena. GRAPPA La grappa trentina è caratterizzata da aromi e sapori distinti di Teroldego, Müller Thurgau, Nosiola e Moscato, filtrati con particolari alambicchi da Mago Merlino nella torre campanaria di Castel Toblino. Gli esperti sommelier concordano sul fatto che la sgnappa trentina sia come una bella donna: giovane o invecchiata, da amare… senza riserva. Questo distillato di vinacce può raggiungere i 45-50° alcolici e, nelle annate migliori, i guadagni sono assicurati: i soldi arrivano a grappoli. Per tutte queste ragioni sorseggiare una buona grappa è considerato come un successo al Grappa &Vinci.

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ncombe l’Expo 2015, dedicato al cibo e alla cucina, così non ci lasciamo scappare l’occasione per proseguire nella presentazione delle specialità tipiche trentine, fiore all’occhiello della nostra terra, che con orgoglio vogliamo esibire al mondo. CANEDERLI Grossi gnocchi con molte varianti e nomi differenti. Come base c’è il pane raffermo, latte e uova, con aggiunta di speck, o pancetta, o formaggio e prezzemolo; talvolta anche cipolla. Ricetta molto antica, tanto che gli archeologi sembra ne abbiano trovato tracce tra le palafitte di Ledro, risalenti al celebre Homo Canederlensis. Dall’impasto di tutti gli ingredienti vengono modellate delle “palle” di circa 4–6 cm di diametro, particolarmente apprezzate anche dai tennisti. Una volta adagiati sul piatto, i canederli possono essere consumati con l’ausilio di cucchiai, forchette e racchette. Ogni qual volta li si possa degustare vi consigliamo di non lasciarvi scappare l’occasione e cogliere il canederlo al balzo. La variante con gli spinaci è particolarmente apprezzata da Braccio di Ferro; quella con la sottiletta, da Olivia.

MIELE Dulcis in fundo, il miele prodotto in tutto il territorio grazie alla particolare presenza di pascoli fioriti, fitti boschi di castagno e delle aree dedicate alla produzione delle mele. Imperdibile il miele ricavato dai finferli: dulcis in fungo.

STRANGOLAPRETI Piccoli gnocchi di pane raffermo, farina, latte, spinaci, uovo, burro, spezie e grana. A forma di noce e plasmati con un cucchiaio, ne sono ghiotti laici, agnostici e soprattutto atei. Si abbinano con tutti i vini, ad eccezione del vin santo.

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Macéta” sono i fratelli Luca e Siro Mantovani. Vivono fra Mantova e Tenno. Dal loro sito www.imaceta.com lanciano quotidianamente le “Maceta News” sul mondo, alcune delle quali apparse nelle edizioni 2004, 2008 e 2010 de “Le Formiche e le Cicale” di Gino & Michele – i padri di “Zelig” – e sull’Enciclopedia Universale della

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Battuta (ed. Corriere della Sera-Smemoranda). Loro testi sono usciti sull’Agenda Ridens, pubblicata dall’omonima agenzia di spettacolo di buona parte dei comici di Zelig. Dopo aver pubblicato diversi libri - l’ultimo è “Fratelli di Taglia” (Sagoma ed.) storia umoristica del Risorgimento italiano - attualmente “I Macéta” collaborano al programma “Buone Nuove”, su Radio Italia.


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Il ristorante

IN OGNI NUMERO trentinomese VI PROPONE UN RISTORANTE PROVATO PER VOI Il ristorante presentato in questa rubrica è una libera scelta redazionale. Il nostro giudizio anche se critico, è espresso in “cuori” perchè, comunque, il difficile lavoro del ristoratore merita rispetto.

Segnalazioni e commenti: info@trentinomese.it

MOKI CON LO ZAMPINO DI WALTER MIORI C’è più di un indirizzo nuovo in città, a Trento. Uno di questi è Moki, un po’ bar e un po’ ristorantino, aperto con la supervisione di Walter Miori, uno degli chef storici del Trentino e tra i più lungamente stellati. In cucina c’è una giovanissima allieva di Miori, che cerca di sfornare piatti ben fatti, privilegiando la materia prima locale e stagionale. La formula di Moki è interessante, specie a pranzo: la carta – scritta su una grande lavagna – dà la possibilità di ordinare porzioni intere ma anche mezze porzioni (non scarse) e quindi stare leggeri o più semplicemente provare più piatti. Il giorno della nostra visita abbiamo provato dei delicati gnocchetti di polenta con broccoli di Santa Massenza e trota affumicata, con ingredienti ben equilibrati tra loro; dei discreti tagliolini al caffè,

dove il ragù bianco di vitello non si sposava alla perfezione; un buonissimo brasato alla birra con cipolline glassate: carne tenera da sciogliersi in bocca, adagiata su un letto di polenta. Tra i dolci, golosa la panna cotta con rabarbaro sciroppato. L’ambiente è informale ma allo stesso tempo elegante, dove predomina il colore bianco, servizio dai tempi ben cadenzato. Prezzi corretti. Un indirizzo easy per una pausa pranzo non dozzinale o per una cena informale ma attenta al gusto.

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Il Mondo di Kako / Dizionario della crisi

N COME “NATALE” “L

e faremo sapere”: è questo il tormentone che, in Italia, conclude ogni colloquio di lavoro. Il fatto è che in Europa, ad esclusione della Germania e pochi altri Paesi, è da anni che non si crea nuova occupazione. Ora, qualche piccolo segnale di speranza arriva da soggetti che non t’aspetti: ossia dagli stranieri, a capo di 400 mila aziende, e dagli under 35 anni alla guida di 700 mila imprese. Ma la vera sorpresa è costituita dalle donne, capitane di ben oltre 1 milione e 400 mila società, quasi un quarto di quelle registrate. Insomma, c’è la concreta possibilità che questa nuova leva di imprenditori non pronunci più la frase “Le faremo sapere” ma, piuttosto, invitino molti aspiranti lavoratori a presentarsi nella loro azienda per svolgere la loro mansione.

FLORA GRAIFF

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artoonist e giornalista pubblicista, vive fra Merano e Trento. Dopo aver studiato restauro a Firenze e xilografia con Remo Wolf, crea Kako, impertinente bimbo protagonista di una strip seriale lanciata dalle riviste “Linus” e “Snoopy”e poi approdata nel web. Due iBooks di Kako da un anno stazionano nella top ten della

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classifica dei comics che si possono scaricare gratis su iTunes. Artista eclettica, ha al suo attivo anche radiodrammi scritti per la Rai e pastelli eseguiti per plaquettes di poesie inedite di Alda Merini, Ezra Pound, Salvatore Quasimodo e Marina Cvetaeva. Le sue ultime sfide professionali comprendono favole illustrate e biglietti d’auguri con protagonista Kako.


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