Obiettivi assegnati all'Azienda provinciale per i servizi sanitari. Anno 2009

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Servizio Sanitario del Trentino

Provincia Autonoma di Trento Assessorato alla Salute e Politiche sociali

Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari

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Obiettivi assegnati all’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari Anno 2009



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Obiettivi assegnati all’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari Anno 2009

Edizioni Provincia Autonoma di Trento Assessorato alla salute e politiche sociali Trento, 2009


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Obiettivi assegnati all’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari - Anno 2009 Giulio Panizza (a cura di)

Assessorato alla Salute e politiche sociali Servizio Economia e programmazione sanitaria Ufficio Programmazione, valutazione e controllo dell’attività sanitaria Via Gilli,4 - 38100 Trento tel. 0461 494044 - fax 0461 494073 comunicazione.salute@provincia.tn.it www.trentinosalute.net © copyright Giunta della Provincia Autonoma di Trento. 2009 L’utilizzo del materiale pubblicato è consentito con citazione obbligatoria della fonte


Presentazione

Le indagini sullo stato di salute della popolazione, sulla gestione dei servizi e sul gradimento dei cittadini assegnano un giudizio sostanzialmente positivo in merito al nostro sistema sanitario: frutto dell’impegno assicurato dalla Giunta provinciale e dall’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari per corrispondere alle esigenze di garanzia, funzionamento e continuo sviluppo del settore. La sanità trentina si colloca in una buona posizione all’interno del quadro nazionale, ma alcuni elementi di criticità e inadeguatezza che continuano a caratterizzare il Servizio Sanitario Nazionale possono essere migliorati e devono costituire oggetto di attenzione e investimento anche nella situazione locale. I risultati finora ottenuti, messi a confronto con le esigenze e le aspettative dei cittadini, dei malati e delle loro famiglie, degli operatori, delle strutture, della scuola, della rete dei servizi sociali, delle associazioni delle categorie produttive, del volontariato, costituiscono il nostro dovere e un forte stimolo al miglioramento continuo. Questa è la motivazione che sta alla base degli obiettivi specifici che la Giunta provinciale assegna annualmente all’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, che per il 2009 riguardano la promozione della salute e prevenzione delle malattie; le patologie prioritarie e i gruppi di popolazione da tutelare; i livelli di assistenza sanitaria e l’organizzazione dei servizi; le strategie per il miglioramento. Gli obiettivi specifici annuali, assegnati all’Azienda in aggiunta ai due obiettivi fondamentali dell’erogazione dei livelli di assistenza essenziali e aggiuntivi e del rispetto del vincolo di bilancio - hanno lo scopo di tradurre particolari necessità espresse dalla popolazione trentina in interventi e azioni da realizzare a cura dell’Azienda. La diffusione della loro conoscenza attraverso questa pubblicazione corrisponde da un lato all’esigenza di informare i cittadini sulle scelte di programmazione sanitaria che necessariamente ricadono sulla nostra vita di tutti i giorni e sul nostro interfacciarci con il Servizio Sanitario Provinciale; dall’altro costituisce uno stimolo, per quanti giornalmente e a vario titolo operano nel settore sanitario, al loro pieno raggiungimento.

Ugo Rossi

Assessore provinciale alla salute e politiche sociali



Indice

La deliberazione di approvazione da parte della Giunta provinciale................ 9 Premessa............................................................................................. 15 Area 1. Promozione della salute e prevenzione primaria della malattia........... 21 Obiettivo 1. Promozione della salute - Profili di salute di comunità.......... 23 Obiettivo 2. Operatori sanitari “Promotori di salute” - Formazione............ 24 Area 2. Patologie prioritarie e gruppi di popolazione da tutelare.................. 25 Obiettivo 3. Allergie e intolleranze alimentari Rete allergologica provinciale............................................................. 26 Obiettivo 4. Ictus - Sersibilizzazione, informazione, gestione................... 27 Obiettivo 5. Patologie croniche - Modelli di gestione (clinica-organizzativa) innovativi........................................................ 28 Area 3. Livelli di assistenza sanitaria e organizzazione dei servizi................. 29 Obiettivo 6. Integrazione livelli di assistenza Procedure e buone pratiche di presa in carico: consolidamento attività di case manager e semplificazione..................... 30 Obiettivo 7. Medici di medicina generale e pediatri di libera scelta - Forme associative........................................ 31 Obiettivo 8. Assistenza specialistica e diagnostica Prestazioni innovative....................................................................... 33 Obiettivo 9. Spepsi ospedaliera - Sorveglianza e terapia.......................... 34 Obiettivo 10. Assistenza ospedaliera - Rete ospedaliera provinciale Integrazione e coordinamento clinico-gestionale................................... 36 Area 4. Strategie per il miglioramento dei servizi....................................... 39 Obiettivo 11. Linee guida - Adozione operativa e meccanismi di verifica... 40 Obiettivo 12. Indicatori di performance clinici e organizzativi Registro protesi d’anca...................................................................... 42


Obiettivo 13. Interconnessione e interoperabilitĂ Soluzioni di eHealth centrate sul cittadino........................................... 44 Le proposte dei Comitati di distretto........................................................ 46


La deliberazione di approvazione da parte della Giunta provinciale Deliberazione della Giunta provinciale n. 3217 del 12 dicembre 2008: “Obiettivi annuali specifici assegnati all’Azienda provinciale per i servizi sanitari per l’esercizio 2009 ai sensi della legge provinciale 1 aprile 1993, n. 10, articolo 7, comma 5”.

Nel sistema ordinamentale stabilito dalla legge provinciale n. 10/1993 - Nuova disciplina del Servizio sanitario provinciale, la Giunta provinciale definisce la politica per la salute, le azioni di indirizzo e di controllo e determina le condizioni di finanziamento del Servizio sanitario provinciale, mentre l’Azienda provinciale per i servizi sanitari (ente strumentale) ha il compito di assicurare il funzionamento efficace ed efficiente delle strutture e lo svolgimento delle attività di prevenzione, cura e riabilitazione necessarie alla tutela e al mantenimento della salute dei singoli e della comunità trentina. In questo quadro istituzionale, la Giunta provinciale - nell’esercizio delle competenze di pianificazione strategica - assegna annualmente all’Azienda provinciale per i servizi sanitari, oltre agli obiettivi generali costituiti dall’erogazione dei livelli di assistenza sanitaria (essenziali e aggiuntivi) e dal rispetto del vincolo di bilancio, diversi “obiettivi specifici” di miglioramento, riqualificazione, razionalizzazione e sviluppo del Servizio sanitario provinciale. In particolare, a norma dell’articolo 7, comma 5, della citata legge provinciale, la Giunta deve determinare entro il 31 ottobre dell’anno precedente a quello di riferimento, l’ammontare delle risorse finanziarie disponibili con riguardo alle previsioni del bilancio annuale e pluriennale della Provincia e gli obiettivi specifici e temporalmente definiti che dovranno essere raggiunti dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari nell’anno successivo, in relazione agli indirizzi e obiettivi generali stabiliti nel Piano per la salute dei cittadini e negli altri atti di programmazione sanitaria. In conformità a tali atti della Giunta provinciale, l’Azienda provinciale per i servizi sanitari provvederà a elaborare il proprio Bilancio di previsione annuale e pluriennale con annesso il “Programma annuale di attività” - il cui contenuto è riferito a tutte le attività e funzioni svolte dalla medesima e quindi sia alle attività di mantenimento (ordinarie) che a quelle di sviluppo (innovative) - che deve essere formulato nel rispetto delle determinazioni di riparto del Fondo sanitario provinciale, di quelle contenute nel Piano per la salute dei cittadini, di quelle adottate dalla Giunta pro-

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vinciale con il citato provvedimento di assegnazione degli obiettivi specifici nonché delle altre indicazioni contenute in direttive provinciali a valenza programmatoria volte a definire e disciplinare specifici ambiti o forme di assistenza. Dopo averne approvato il Programma annuale di attività e il Bilancio di previsione per l’anno 2007, la Giunta provinciale procederà nell’assegnazione all’Azienda sanitaria dei fondi necessari per l’esercizio delle funzioni attribuitele dalla legge. Le indagini sullo stato di salute della popolazione trentina, sulla gestione dei servizi sanitari e sul gradimento dei cittadini consentono di dare un giudizio sostanzialmente positivo in merito alla performance complessiva del sistema sanitario locale. La documentata e riconosciuta “buona sanità” locale – che ha garantito, nel rispetto delle risorse di bilancio messe a disposizione dalla Giunta provinciale, i livelli di assistenza sanitaria essenziali (erogati dall’intero Servizio sanitario nazionale) e, oltre a questi, specifici livelli di assistenza sanitaria aggiuntivi e, cioè, erogati solo nell’ambito del Servizio sanitario provinciale – è il risultato del forte e continuativo impegno assicurato dalla Giunta provinciale e, rispettivamente, dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari per corrispondere alle esigenze di garanzia, funzionamento e continuo sviluppo del settore. Va altresì evidenziato come - pur collocandosi la sanità trentina in una buona posizione all’interno del quadro nazionale - diversi degli elementi di criticità e inadeguatezza che continuano a caratterizzare il Servizio Sanitario Nazionale sono suscettibili di miglioramento anche nella situazione locale e, in questo senso, devono costituire oggetto di ulteriore attenzione e investimento. Del resto, i risultati finora ottenuti, le esigenze e aspettative delle diverse parti interessate al funzionamento del servizio sanitario - i cittadini contribuenti, i malati e le loro famiglie, il personale dipendente o convenzionato, le strutture private accreditate, la scuola, la rete dei servizi sociali, le associazioni delle categorie produttive, il volontariato, ecc. - e le potenzialità del sistema trentino costituiscono, al contempo, dovere e stimolo al miglioramento continuo. Nello scenario istituzionale, normativo e programmatorio che oggi caratterizza l’assetto organizzativo e ordinamentale del Servizio sanitario provinciale, va sottolineato che - in continuità e coerenza sostanziale con quanto fin qui realizzato - gli obiettivi specifici che si intendono assegnare all’Azienda provinciale per i servizi sanitari per l’anno 2009: ►► tengono conto delle linee strategiche di evoluzione del Servizio Sanitario Nazionale esplicitate a livello centrale; ►► costituiscono momento attuativo delle strategie individuate nei documenti a valenza programmatica approvati dalla Giunta provinciale nel corso della 13ma legislatura e, in particolare, delle indicazioni contenute nel disegno di legge avente ad oggetto: “Approvazione del Piano provinciale per la salute dei cittadini della XIII Legislatura” approvato dalla Giunta provinciale con deliberazione n. 1748 di data 11 luglio 2008;

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supportano il riorientamento del sistema verso “obiettivi di salute” favorendo la relazionalità tra operatori e utenti, ponendo attenzione particolare a soggetti e ai gruppi più deboli e vulnerabili, investendo sugli aspetti qualitativi e sull’efficacia degli interventi, affrontando i vari problemi in un’ottica progettuale; ►► riguardano le seguenti aree di intervento: ►► promozione della salute e prevenzione delle malattie ►► patologie prioritarie e gruppi di popolazione da tutelare ►► livelli di assistenza sanitaria e organizzazione dei servizi ►► strategie per il miglioramento dei servizi; ►► danno ulteriore impulso alla concreta realizzazione di interventi che rispondono alle principali esigenze del Servizio sanitario trentino e sono finalizzati a garantirne la sostenibilità nel tempo e a favorirne lo sviluppo a beneficio della comunità e dei singoli. Gli obiettivi specifici annuali - assegnati all’Azienda sanitaria in aggiunta ai due obiettivi fondamentali della erogazione dei livelli di assistenza essenziali e aggiuntivi e del rispetto del vincolo di bilancio stabilito dalla Provincia - hanno lo scopo di tradurre particolari necessità espresse dalla popolazione trentina in interventi e azioni da realizzare a cura dell’Azienda sanitaria e, pertanto, con il presente atto il relatore propone alla Giunta provinciale di approvare gli obiettivi specifici per l’anno 2009 come individuati e descritti nell’apposito documento “Obiettivi specifici per l’esercizio 2009 assegnati all’Azienda provinciale per i servizi sanitari” che, allegato al presente provvedimento, ne costituisce parte integrante e sostanziale. In riferimento alla valutazione degli obiettivi annuali specifici si precisa che la relativa procedura si articola nelle seguenti modalità: 1. confronto trimestrale con il management dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, organizzato e coordinato a cura dell’Assessorato alla salute e politiche sociali; 2. analisi delle evidenze documentali risultanti dalla Relazione sulla gestione predisposta a cura dell’APSS (rapporto in progress al 30 giugno e Relazione finale al 31 dicembre annessa al bilancio di esercizio) ai sensi dell’articolo 11 della legge provinciale n. 10/1993. In relazione al livello di complessità e alle conseguenti difficoltà nella loro realizzazione, anche ai fini della successiva valutazione dell’operato del Direttore Generale dell’Azienda sanitaria - dato atto che per l’esercizio 2008 dei 15 obiettivi specifici assegnati, tre obiettivi (1, 7 e 14) sono stati attribuiti alla categoria A, quattro obiettivi (2, 6, 8 e 12) sono stati attribuiti alla categoria B e otto obiettivi (3, 4, 5, 9, 10, 11, 13 e 15) sono stati attribuiti alla categoria C, come precisato all’Azienda provinciale per i servizi sanitari anche in occasione degli incontri trimenstrali di cui sopra - gli obiettivi specifici assegnati per l’esercizio 2009, sono: ►►

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CLASSIFICATI nelle seguenti tre categorie: categoria A - obiettivi 5, 6, 10, 11 categoria B - obiettivi 1, 3, 4, 7, 9 categoria C - obiettivi 2, 8, 12, 13. VALUTATI, in merito al grado di conseguimento da parte dell’Azienda sanitaria, secondo il seguente procedimento: livelli di conseguimento: conseguito pienamente: il grado di conseguimento dell’obiettivo è pari al 100% (essendo stata verificata la precisa coincidenza tra quanto assegnato e quanto realizzato); conseguito: il grado di conseguimento dell’obiettivo è compreso fra l’80% e il 100%; conseguito in parte: il grado di conseguimento dell’obiettivo è parziale e compreso fra il 50% e l’80%; conseguito in misura minima: il grado di conseguimento dell’obiettivo è parziale e inferiore al 50% (essendosi attestato in attività di impostazione); non conseguito: il grado di conseguimento è nullo. ►► ►► ►►

valutazione Numero Obiettivi assegnati = 13 categoria A = conseguito pienamente = conseguito = conseguito in parte = conseguito in misura minima = non conseguito =

4 obiettivi 5,50 4,40 2,75 1,10 0

categoria B = 5 obiettivi conseguito pienamente = 3,60 conseguito = 2,88 conseguito in parte = 1,80 conseguito in misura minima = 0,72 non conseguito = 0 categoria C = 4 obiettivi conseguito pienamente = 2,50 conseguito = 2,00 conseguito in parte = 1,25 conseguito in misura minima = 0,50 non conseguito = 0

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In riferimento a quanto disposto dalla Giunta provinciale con deliberazione n. 2084 del 10 settembre 2004, si stabilisce - ai fini dell’individuazione della misura del compenso aggiuntivo per l’anno 2009 da corrispondersi in favore del Direttore generale dell’Azienda sanitaria - che il giudizio finale complessivo è articolato in modo da assegnare al grado di raggiungimento degli obiettivi annuali specifici, definito attraverso la sopra descritta istruttoria tecnica, un peso percentuale che incide nella valutazione finale complessiva nella misura massima del 50%, riservando conseguentemente la rimanente quota di valutazione, pari al 50%, alla Giunta provinciale che assumerà, tra l’altro, i seguenti ambiti di valutazione: ►► il grado di attuazione delle linee di sviluppo strategico del Servizio sanitario provinciale, come individuate nei documenti di programmazione sanitaria provinciale; ►► l’andamento della gestione del Servizio sanitario provinciale; ►► la funzionalità organizzativa dei servizi sanitari e la loro rispondenza ai principi di efficacia ed efficienza; ►► il rispetto dei vincoli di bilancio, esaminati in sede di approvazione del bilancio di esercizio dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, per l’anno di riferimento. Tutto ciò premesso, LA GIUNTA PROVINCIALE ►► udita la relazione; ►► vista la legge provinciale 1 aprile 1993, n. 10 e gli altri atti citati in premessa; ►► a voti unanimi, espressi nelle forme di legge, delibera: 1. di approvare gli obiettivi annuali specifici assegnati all’Azienda provinciale per i servizi sanitari per l’esercizio 2009, come descritti nell’apposito documento (Allegato A) intitolato “Obiettivi specifici per l’esercizio 2009 assegnati all’Azienda provinciale per i servizi sanitari” che, allegato al presente provvedimento, ne costituisce parte integrante e sostanziale; 2. di approvare il sistema di classificazione e valutazione del grado di conseguimento degli obiettivi specifici così come determinato e descritto in premessa, anche al fine della valutazione dell’operato del Direttore Generale e del management aziendale; 3. di dichiarare la presente deliberazione immediatamente esecutiva, sotto le riserve di legge; 4. di trasmettere la presente deliberazione all’Azienda provinciale per i servizi sanitari e ai Comitati di Distretto.

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Premessa

Il contesto generale L’Italia è da lungo tempo caratterizzata, sotto il profilo dello stato di salute della popolazione, dalla prevalenza delle malattie croniche essendosi oramai consolidata la transizione epidemiologica da comunità nella quale il carico di malattie era legato in modo considerevole al rischio infettivo. In misura via via crescente negli ultimi anni, il nostro Paese ha visto - anche grazie al miglioramento della tempestività e dell’accuratezza delle diagnosi e dell’efficacia dei trattamenti disponibili - un’importante e costante riduzione della mortalità a tutte le età. Le prospettive di sopravvivenza della popolazione italiana non sono mai state così favorevoli come negli anni recenti e la tendenza all’aumento dell’aspettativa di vita - in virtù della riduzione della mortalità e di una lieve ripresa della natalità (soprattutto straniera che pone, peraltro, particolare problemi inerenti agli aspetti organizzativi dei servizi) - determina un invecchiamento progressivo della popolazione generale. Con specifico riferimento ai profili demografico, epidemiologico e nosologico, va considerato tra l’altro che: 1. la concezione della salute come “bene essenziale per lo sviluppo sociale, economico e personale” che vede nelle “persone stesse la maggiore risorsa”, impone di attivare interventi organici (che coinvolgono settori diversi della società e delle istituzioni) di prevenzione e contenimento dei fattori di rischio – sia in ambito individuale che collettivo/comunitario – finalizzati a modificare i comportamenti soggettivi (stili di vita) e a migliorare i contesti ambientali e socioeconomici; del resto, la demografia storica dimostra che anche la transizione epidemiologica di cui si è detto sopra è stata ottenuta con cambiamenti ambientali e di stile di vita; la salute rappresenta il risultato marginale di tutte le politiche e gli interventi che riguardano lo sviluppo (educazione, occupazione, welfare, urbanistica, infrastrutture, tecnologia, ecc) e, per questo, dovrebbe emergere un orientamento finalizzato a sottoinfosalute 1

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porre ogni intervento di una certa rilevanza alla valutazione del suo impatto sulla salute (Health Impact Assessment); d’altro canto, poiché la salute è prodotta dagli individui e dalle famiglie e non dai medici né dagli ospedali, è necessario offrire più informazioni sulla salute e più educazione sanitaria come mezzi efficienti che producono salute individuale e collettiva; 2. una società, all’interno della quale aumenta in maniera rilevante la presenza degli anziani e diminuisce quella dei giovani, è obbligata a riconsiderare in maniera complessiva le proprie forme organizzative in quanto i cambiamenti nella struttura della popolazione vedono l’azione simultanea della diminuzione della base contributiva attiva e dell’aumento della quota di popolazione da assistere e investono in modo diretto la famiglia chiamando soprattutto le età di mezzo a prendersi cura sia dei figli che dei genitori anziani bisognosi di cure; 3. se si è ridotta la mortalità per le malattie cardiovascolari, per quelle oncologiche e per le respiratorie, il numero di persone affette da queste patologie aumenta e comporta un incremento del bisogno d’assistenza sanitaria e di servizi sociosanitari con conseguenti e pesanti implicazioni in termini di risorse necessarie; conseguentemente, il favorevole aumento della speranza di vita media non porta a una visione altrettanto positiva dello stato di salute della popolazione: l’invecchiamento e l’aumento progressivo di malattie croniche e degenerative rendono sempre più impegnativo e oneroso il mantenimento di un buon livello della qualità degli anni di vita “guadagnati”; 4. sul versante della salute in età evolutiva (fasi più delicate e vulnerabili della vita: nascita, infanzia, adolescenza), se da un lato sono stati consolidati risultati positivi grazie alle attività di prevenzione (educazione, vaccinazioni, ecc) d’altro lato si registrano nuove emergenze legate a condizioni patologiche ma anche, e soprattutto, psicologiche (tra i bambini e i ragazzi aumentano i disturbi dello sviluppo e comportamentali ed è necessario mettersi in condizione di fare “diagnosi precoce del disagio”) oltre a diverse criticità sul piano organizzativo sia riguardo l’assistenza pediatrica di base e ospedaliera che della neuropsichiatria infantile; per questo, anche in termini di investimento per il futuro, questo ambito di tutela deve essere considerato prioritario riservando ad esso particolare attenzione in termini di monitoraggio e di miglioramento. La situazione sanitaria italiana sarà influenzata, oltre che dalle dinamiche demografiche e epidemiologiche, fondamentali nel medio-lungo periodo: ►► dalle politiche sanitarie delineate dall’OMS e dalla Comunità Europea, anche in ragione dei nuovi scenari indotti dalla mobilità dei pazienti in ambito europeo); ►► dalla situazione economica generale del nostro Paese che registra - in un quadro di crisi finanziaria che sta interessando l’intera economia mondiale con tassi di crescita drasticamente e improvvisamente regressivi e ormai evidenti

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ripercussioni sull’economia reale - una fase di recessione con impatto pesante sull’economia e sui conti pubblici (caduta delle entrate e peggioramento rapporto deficit-Pil) e impone un costante e progressivo impegno nella ricerca dell’efficienza, nella definizione delle priorità, nel contenimento dei costi e, più in generale, nella valutazione della sostenibilità di sistema. Sulla base della conferma del Servizio Sanitario Nazionale e dei princìpi generali che lo informano - sussidiarietà (intesa come partecipazione di diversi soggetti istituzionali e non, alla gestione dei servizi, partendo da quelli più vicini ai cittadini), responsabilità (intesa come senso del proprio ruolo e leale collaborazione), adeguatezza e differenziazione (intese come assegnazione della produzione del servizio al livello più basso efficiente), equità e solidarietà (intese come riconoscimento di livelli diversi di tutela in risposta a diversi bisogni di salute) - elemento portante del nostro assetto sanitario è il concetto di universalismo “selettivo” introdotto con la determinazione dei Livelli Essenziali di Assistenza che costituiscono il sistema di garanzie e prestazioni sanitarie da assicurare uniformemente sul territorio nazionale pur all’interno del processo di federalismo sanitario, della gratuità e della libera scelta dei professionisti e dei luoghi di cura. Nel quadro d’insieme descritto, la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale richiede un forte e partecipato impegno, in particolare sulle seguenti linee d’indirizzo strategico: 1. potenziamento delle forme di collaborazione e di coordinamento tra Stato e regioni finalizzate a garantire nel tempo gli elementi costitutivi del Sistema sanitario pubblico: l’equità e l’accessibilità alle prestazioni sanitarie, l’appropriatezza e la qualità, la sostenibilità finanziaria; 2. crescita culturale della popolazione generale in termini di partecipazione individuale e associativa ai processi di programmazione e valutazione dei servizi, di responsabilizzazione rispetto a valori e comportamenti, di consapevolezza della complessità del sistema sociale e dell’organizzazione sanitaria, di adesione ai processi e programmi di promozione della salute (stili di vita sani), di prevenzione primaria e secondaria, di comunicazione istituzionale, di educazione e sensibilizzazione sanitaria; 3. accessibilità, fruibilità, monitoraggio e aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza con definizione delle priorità assistenziali basata sugli elementi epidemiologici, sulle evidenze cliniche e, anche, sull’analisi delle disuguaglianze; 4. mantenimento di standard elevati di qualità del servizio attraverso un processo diffuso di riqualificazione delle risorse umane (costanti attività di formazione e aggiornamento continuo), del patrimonio infrastrutturale sanitario, delle apparecchiature e delle procedure (governo clinico - linee guida e protocolli; sviluppo dell’Health tecnology assessment per la valutazione degli impatti, clinici, organizzativi ed economici, delle tecnologie sanitarie) e l’attività di benchmarking sia clinico che organizzativo; infosalute 1

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5. centralità del paziente attraverso il passaggio dalla logica di ”erogazione di prestazioni” al principio della “presa in carico e continuità assistenziale” con il maggiore coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta nel governo dei percorsi sanitari e l’integrazione sociosanitaria; 6. adozione di strumenti del management per la integrazione dei processi amministrativo-organizzativi con quelli assistenziali; 7. promozione del lavoro in rete a livello regionale e/o intraregionale e/o di area vasta; 8. promozione della ricerca biomedica e della ricerca sui servizi sanitari. Il Servizio Sanitario trentino In termini di performance complessiva, il sistema sanitario trentino è valutato positivamente dalle indagini sullo stato di salute della popolazione, sulla gestione dei servizi sanitari locali e sul gradimento dei cittadini. La documentata e riconosciuta “buona sanità locale” è il risultato del forte e continuativo impegno - assicurato dalla Giunta provinciale e, rispettivamente, dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari - per corrispondere alle esigenze di garanzia, funzionamento, sostenibilità e sviluppo del settore. In particolare, va segnalato che il sistema sanitario trentino, nel rispetto delle risorse di bilancio messe a disposizione dalla Provincia, ha garantito i livelli d’assistenza sanitaria essenziali erogati dall’intero Servizio Sanitario Nazionale e, oltre a questi, specifici e consistenti livelli di assistenza sanitaria aggiuntivi erogati solo a benefico dei cittadini residenti e iscritti al Servizio sanitario provinciale. Va altresì evidenziato come - pur collocandosi la sanità trentina in una buona posizione nell’ambito italiano - diversi elementi sono suscettibili di miglioramento anche nel contesto locale e, in questo senso, devono costituire oggetto di ulteriore attenzione e investimento. Del resto, i risultati finora ottenuti, le esigenze e le attese delle diverse parti interessate al funzionamento del servizio sanitario - i cittadini contribuenti, i malati e le loro famiglie, il personale dipendente o convenzionato, le strutture private accreditate, la scuola, la rete dei servizi sociali, le associazioni delle categorie produttive, il volontariato, ecc - e le potenzialità del sistema trentino costituiscono, al contempo, dovere e stimolo al miglioramento continuo. Nello scenario istituzionale, normativo e programmatorio che oggi caratterizza l’assetto organizzativo e ordinamentale del Servizio sanitario provinciale, va evidenziato che - in continuità e coerenza sostanziale con quanto finora realizzato - gli obiettivi specifici che si intendono assegnare all’Azienda provinciale per i servizi sanitari per l’anno 2009, in una fase di transizione di legislatura: ►► tengono conto delle linee strategiche di evoluzione del Servizio Sanitario Nazionale esplicitate a livello centrale;

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costituiscono momento attuativo delle strategie individuate nei documenti a valenza programmatica approvati dalla Giunta provinciale nel corso della 13ma legislatura e, in particolare, delle indicazioni contenute nel disegno di legge avente ad oggetto: “Approvazione del Piano provinciale per la salute dei cittadini della XIII Legislatura” approvato dalla Giunta provinciale con deliberazione n. 1748 di data 11 luglio 2008; ►► promuovono il riorientamento del sistema verso “obiettivi di salute” favorendo la relazionalità tra operatori e utenti, ponendo attenzione particolare a soggetti e gruppi più deboli e vulnerabili, investendo sugli aspetti qualitativi e sull’efficacia degli interventi, affrontando i vari problemi in un’ottica progettuale; ►► riguardano le seguenti aree di intervento: ►► promozione della salute e prevenzione delle malattie; ►► patologie prioritarie e gruppi di popolazione da tutelare; ►► livelli di assistenza sanitaria e organizzazione dei servizi; ►► strategie per il miglioramento dei servizi. ►► sono finalizzati a garantire la sostenibilità nel tempo e a favorire lo sviluppo del Servizio sanitario trentino - a beneficio della comunità e dei singoli - attraverso l’ulteriore impulso alla concreta realizzazione di interventi che rispondono alle principali esigenze di salute percepite o espresse dai cittadini. ►►

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Area 1 Promozione della salute e prevenzione primaria delle malattie

La “promozione della salute” - come principale modalità per affrontare i problemi della salute e della malattia, nella consapevolezza che i principali determinanti della salute sono di natura comportamentale, ambientale in senso lato, sociale, economica e culturale - è, in provincia di Trento, un processo in fase di sempre maggiore consolidamento ed espansione. Anche a livello di senso comune, è oramai condiviso che la salute e la sua promozione e tutela non sono responsabilità esclusive del settore sanitario ma attengono alle decisioni e scelte politico-strategiche e operative adottate in ogni settore delle politiche sociali, le quali dovrebbero, pertanto, porsi obiettivi e realizzare interventi tenendo conto dell’impatto sulla salute individuale e collettiva, intesa come bene primario e comune su cui è necessario investire in termini complessivi e coordinati. L’approccio “promozione della salute” risulta efficace anche per tendere al conseguimento dell’equità nella salute riducendo le differenze, ancora significative nell’attuale situazione, per offrire a tutti opportunità e risorse per raggiungere il massimo potenziale possibile di salute attraverso il controllo dei suoi determinanti principali. In riferimento all’evidenza che, tra i determinanti della salute, i comportamenti e gli stili di vita assumono una rilevanza particolarmente significativa rispetto ad altri elementi, l’acquisizione da parte dei cittadini della conoscenza, della responsabilizzazione e dell’autogestione della propria salute costituisce il fondamentale caposaldo della promozione della salute. In particolare, superando gli approcci della “riduzione del rischio” e della “strategia della paura”, il processo di educazione alla salute (formazione alla capacità di scelta, alla responsabilità, al “senso del tempo”) - del singolo cittadino e della comunità - implica un’azione educativa lenta, continua, seria e persuasiva e non può mai essere impositivo o terrorizzante; la formulazione e comunicazione dei messaggi di educazione alla salute richiede - dato il grado di complessità e fluidità del mondo reale - grande sensibilità, intelligenza, prudenza e adattabilità rispetto alle età, alle culture e alle condizioni socioeconomiche dei destinatari. All’interno di una visione complessiva - nella quale nasce la consapevolezza che educarsi a difendere la salute signifi-

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ca dimostrare rispetto verso se stessi perchÊ in tal modo si difendono la propria libertà , dignità e autonomia - la programmazione sanitaria provinciale intende a incrementare ulteriormente gli interventi concreti anche attraverso gli obiettivi assegnati per l’anno 2009 all’Azienda sanitaria.

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Obiettivo 1 Promozione della salute - Profili di salute di Comunità Nello sviluppo delle attività di promozione della salute la multisettorialità è una delle strategie in grado di rendere maggiormente efficaci gli interventi. Le amministrazioni locali possono dare un rilevante contributo nel mettere in atto azioni coordinate per affrontare i problemi di salute rilevati nelle singole comunità. Ritenendo strategico sostenere la partecipazione dei cittadini lungo il “ciclo di vita delle politiche locali” - ossia lungo il processo che va dall’individuazione della problematica su cui intervenire fino alla valutazione degli esiti dell’azione intrapresa – la Giunta provinciale ha assegnato all’Azienda provinciale per i servizi sanitari il compito di definire la metodologia per realizzare la cosiddetta “diagnosi di comunità” (individuare i bisogni di salute e le priorità d’azione con riferimento alle effettive necessità della popolazione inserite nel proprio contesto abitativo, sociale, culturale) e il conseguente modello di “Profilo di salute di comunità”. L’Azienda sanitaria ha realizzato tutta l’attività richiesta - di carattere tecnico, metodologico e formativo - e, nell’esercizio 2008, è stata impegnata nella realizzazione dei “Profili di salute di comunità” di tutti i Distretti: il lavoro svolto ha confermato che per favorire l’efficacia degli interventi e il consolidamento dei risultati è necessario un continuativo impegno di relazione con gli enti e la comunità locale. In relazione ai risultati ottenuti negli anni precedenti nella costruzione di profili di salute partecipati in ambiti territoriali definiti e sulla base del riconoscimento dell’utilità di servirsi di strumenti in grado da un lato di rilevare la percezione dei problemi di salute espressi dalla cittadinanza, dall’altro di permettere un’ampia partecipazione all’analisi dello stato di salute della comunità, l’Azienda sanitaria, nel corso del 2009, deve: Proseguire la realizzazione dei profili di salute di comunità arricchendo, soprattutto con l’indagine qualitativa, quanto già costruito nel corso del 2008. ►► Utilizzare gli strumenti dell’indagine qualitativa per promuovere un approccio partecipato su temi rilevanti di sanità pubblica. ►► Elaborare e trasmette al Servizio Economia e Programmazione sanitaria, entro giugno 2009, l’edizione 2008 de “I numeri della sanità del trentino” con una sezione nuova e specifica dedicata alla presentazione dei risultati dell’analisi quanti/qualitativa realizzata, con riferimento a tutto il territorio provinciale e nell’ambito dei “Profili di salute di comunità” nell’anno 2008. ►►

Modalità di verifica del conseguimento dell’obiettivo Attraverso la disponibilità di materiali/documenti di riferimento e di riscontri operativi sulla realizzazione delle attività richieste.

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Obiettivo 2 Operatori sanitari “Promotori di salute” - Formazione Le comunità locali costituiscono il veicolo principale per la trasmissione dei messaggi di salute, per il loro apprendimento e la concretizzazione in mezzo alla gente. In detti ambienti, i tecnici della salute hanno ruoli e compiti particolari finalizzati a indurre, con apertura e permissività, le modificazioni più rilevanti dei comportamenti individuali e collettivi. In particolare, la “promozione della salute” nei servizi ospedalieri e distrettuali rappresenta una delle strategie più efficaci di miglioramento della qualità dell’assistenza e di contrasto delle malattie cronico-degenerative. Tutti gli operatori sanitari possono essere promotori di salute e attivarsi come tali. Su questa linea d’azione, l’Azienda sanitaria, nel corso del 2009, deve: ►►

Predisporre - a beneficio degli operatori sanitari che prestano la loro attività nei livelli d’assistenza territoriale e ospedaliera - specifici percorsi formativi finalizzati a migliorarne le conoscenze, le capacità e l’attitudine ad applicare nella propria specifica attività professionale la metodologia della promozione della salute in tutti i suoi aspetti.

Modalità di verifica del conseguimento dell’obiettivo Attraverso la disponibilità di riscontri operativi sulla realizzazione dell’attività richiesta.

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Area 2 Patologie prioritarie e gruppi di popolazione da tutelare

Gli obiettivi che la programmazione sanitaria provinciale assegna per il 2009 in quest’area sono finalizzati a realizzare specifiche azioni che contribuiscono a una generale qualificazione dell’assistenza nell’ambito considerato e/o ad affrontare questioni nuove o emergenti non ancora affrontate efficacemente nell’ambito del Servizio sanitario provinciale.

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Obiettivo 3 Allergie e intolleranze alimentari – Rete allergologica provinciale L’insieme delle condizioni allergiche rappresenta un tema epidemiologicamente rilevante in forza degli incrementi d’incidenza segnalati nel tempo e dei rapporti di dette condizioni con la qualità dell’ambiente. In quest’ambito va peraltro segnalato che le intolleranze/allergie alimentari costituiscono un’entità contenuta, in cui le condizioni “gravi” impattanti - almeno potenzialmente - sui servizi sanitari rappresentano una frazione molto piccola. Nel corso dell’anno 2008, in risposta a diverse sollecitazioni e, in particolare, in ottemperanza all’OdG n. 247/2007 approvato dal Consiglio provinciale, è stato costituito uno specifico Gruppo di Studio per indagare il fenomeno e proporre indicazioni per la definizione di efficaci interventi di prevenzione, diagnosi e cura. Detto Gruppo ha evidenziato gli ambiti nei quali si ritiene utile un intervento di qualificazione e/o razionalizzazione e, nel quadro descritto, risultano individuati compiti che possono essere assegnati, per la realizzazione, all’Azienda sanitaria. Per quanto detto, l’Azienda sanitaria, nel corso del 2009, deve: ►►

Elaborare, entro giugno 2009 e in collaborazione con i professionisti convenzionati, una proposta organizzativa che - al fine di offrire prestazioni specialistiche omogenee e integrate alla luce delle linee guida nazionali e internazionali - definisca la “Rete allergologica provinciale” evidenziando prestazioni erogabili, erogatori, sedi d’erogazione e percorsi degli utenti che dovranno in ogni caso individuare l’operatore sanitario con funzioni di case manager.

Modalità di verifica del conseguimento dell’obiettivo Attraverso la disponibilità di materiali e documenti di riferimento e di riscontri operativi sulla realizzazione delle attività richieste.

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Obiettivo 4 Ictus - Sensibilizzazione, informazione, gestione L’ipertensione arteriosa è la principale causa delle malattie cardiovascolari e un importante fattore di rischio per ictus, demenza, diabete e malattie renali. Si stima che in Italia il 30% della popolazione sia affetto da ipertensione arteriosa: un esercito di 15 milioni di cittadini dei quali solo il 50% sa di esserlo, solo il 25% segue una cura, solo il 10-20% (1 persona su 5) ha la pressione adeguatamente controllata con la terapia; inoltre ben il 75% degli ipertesi non assume farmaci secondo le prescrizioni o non li assume affatto. è dimostrato che, nei pazienti che seguono un regime terapeutico corretto per almeno cinque anni, si ottiene una diminuzione del 25% degli eventi coronarici (angina e infarto), del 35-42% degli eventi cerebrovascolari (ictus) e di più del 50% dello scompenso cardiaco oltre alla protezione dall’insufficienza renale. In particolare, la malattia cerebrovascolare (ictus/stroke) - che nel 75-80% dei casi è di tipo ischemico (insufficiente apporto di sangue) e colpisce più frequentemente l’uomo che la donna, e per il resto è legata a un’emorragia - è la terza causa di morte e la prima d’invalidità permanente nel mondo occidentale: ogni anno si registrano circa 250 nuovi casi ogni 100.000 abitanti, nella popolazione generale; la possibilità di andare incontro a un ictus aumenta con l’aumentare dell’età e, infatti, il 75% degli ictus si manifesta nelle persone con più di 65 anni d’età. In continuità con quanto fin qui realizzato in merito agli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione della malattia cerebrovascolare, l’Azienda sanitaria, nel corso del 2009, deve: Progettare, e realizzare utilizzando i “media”, una campagna di sensibilizzazione e informazione alla popolazione mirata sulle malattie cardiocerebrovascolari e in particolare sull’ictus. ►► Operare la verifica dell’organizzazione generale della presa in carico del soggetto affetto da ictus - Trentino Emergenza 118, Servizi di Pronto soccorso, unità operative ospedaliere, strutture di riabilitazione pubbliche e private accreditate - al fine di assicurare, attraverso il ruolo centrale della Stroke-Unit del presidio ospedaliero S. Chiara di Trento, l’intervento sanitario rapido e coordinato che può ridurre la mortalità e preparare il migliore recupero funzionale del paziente. ►►

Modalità di verifica del conseguimento dell’obiettivo Attraverso la disponibilità di materiali e documenti di riferimento e di riscontri operativi sulla realizzazione delle attività richieste.

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Obiettivo 5 Patologie croniche - Modelli di gestione (clinica-organizzativa) innovativi Come noto, sotto il profilo dello stato di salute della popolazione, la prevalenza delle malattie croniche rappresenta ormai il dato che più caratterizza e impegna il sistema sanitario: malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie, diabete sono responsabili della maggior parte delle morti, delle sofferenze e dei costi (individuali e del sistema) e colpiscono maggiormente le classi sociali più svantaggiate. Prevenire le malattie croniche è possibile e in tale direzione esistono politiche e interventi di provata efficacia che mirano, nel lungo periodo, a modificare i comportamenti tenendo conto dei molteplici fattori non solo individuali ma anche ambientali, economici, sociali e psicologici che sono alla base delle scelte dei singoli e delle comunità. Nel breve periodo è comunque necessario migliorare le condizioni e la qualità della vita dei numerosi pazienti. In questo quadro, l’Azienda sanitaria, nel corso del 2009, deve: ►►

Elaborare - con riferimento alle patologie croniche con maggiore impatto in termini di prevalenza e/o d’impegno per i servizi sanitari - proposte inerenti modalità d’assistenza e/o modelli di gestione (clinica-organizzativa) che, rispettando i criteri dell’appropriatezza e dell’efficacia, siano anche innovativi e/o alternativi a quelli in essere e garantiscano il miglioramento della qualità di vita dei pazienti.

Modalità di verifica del conseguimento dell’obiettivo Attraverso la disponibilità di materiali e documenti di riferimento e di riscontri operativi sulla realizzazione delle attività richieste.

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Area 3 Livelli di assistenza sanitaria e organizzazione dei servizi

Il sistema delle prestazioni da garantire ai cittadini e agli aventi diritto, in altri termini “l’offerta sanitaria”, si articola in livelli di assistenza che si distinguono in: ►► livelli essenziali, assicurati dal Servizio sanitario nazionale e finalizzati anche in considerazione dei gravi squilibri esistenti tra le zone del Paese in termini di dotazione di strutture e servizi - a garantire uniformità di base nell’accesso al diritto alla salute per tutti i cittadini; ►► livelli aggiuntivi, garantiti dai Servizi sanitari regionali, in risposta a esigenze particolari del territorio di riferimento e in ragione della disponibilità di risorse. In una situazione come quella trentina, in cui è riconosciuto un buon livello di copertura dell’offerta sanitaria, l’effettiva garanzia dell’erogazione dei livelli d’assistenza sanitaria assume il significato di un ulteriore sforzo di sistema in termini di appropriatezza, efficacia e qualità complessiva.

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Assistenza Distrettuale Obiettivo 6 Integrazione livelli di assistenza - Procedure e buone pratiche di presa in carico: consolidamento attività di case manager e semplificazione L’integrazione dei processi organizzativi e assistenziali e la continuità dei percorsi di prevenzione, cura e riabilitazione costituiscono elemento essenziale nel determinare l’efficacia dei trattamenti in termini di esito sulla salute. Continuità e semplicità sono aspetti che, nella percezione del cittadino e, in particolare, del malato rappresentano la qualità del servizio e sostanziano il principio della centralità della persona e della reale presa in carico da parte del sistema sanitario. Per le ragioni descritte, l’Azienda sanitaria deve: Consolidare l’attività per la continuità della presa in carico dei pazienti sviluppando le iniziative necessarie ad assicurare l’attività del “case manager” presso tutti i Distretti con riguardo: ►► alla fase di dimissione dagli Istituti di cura in generale ►► all’attività specialistica ambulatoriale finalizzata alla diagnosi e terapia in ambito oncologico. ►► Predisporre - per la semplificazione delle modalità di fruizione delle prestazioni specialistiche e farmaceutiche - le condizioni organizzative che assicurino la prescrizione su ricettario da parte dei medici specialisti ospedalieri, anche prevedendo specifici meccanismi di verifica quantitativa. ►►

Modalità di verifica del conseguimento dell’obiettivo Attraverso la disponibilità di materiali e documenti di riferimento e di riscontri operativi sulla realizzazione delle attività richieste.

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Obiettivo 7 Medici di medicina generale e pediatri di libera scelta – Forme associative Le forme associative rappresentano una modalità organizzativa del lavoro dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, che scelgono di collaborare al fine di sviluppare e migliorare le potenzialità assistenziali di ciascuno: i medici s’impegnano ad assistere anche i pazienti degli altri medici associati. I vantaggi percepiti dall’utente sono rappresentati, in particolare, dalla facilitazione all’accesso agli ambulatori (in quanto vi è un prolungamento e un coordinamento degli orari d’apertura) e dalla più estesa reperibilità dei medici (poiché gli utenti possono rivolgersi a uno qualsiasi dei componenti l’associazione). Si registrano, solitamente, anche miglioramenti nell’organizzazione del lavoro (in quanto i medici associati, condividendo le spese di gestione degli studi, possono offrire maggiori servizi, quali attività di segreteria, prenotazione delle prime visite e delle visite di controllo). In questo momento in provincia di Trento, sono previste tre tipologie d’associazione tra medici di medicina generale e/o tra pediatri di libera scelta: 1. medicina di gruppo, caratterizzata dalla presenza di un’unica sede in cui operano tutti i medici associati, aperta per almeno 8 ore al giorno; 2. associazione periferica complessa, attivabile solo nelle zone periferiche della provincia e caratterizzata da una sede unica, aperta per 5 ore al giorno, in cui i medici associati svolgono a rotazione attività concordate, pur mantenendo i propri ambulatori sul territorio; 3. medicina in rete, nella quale gli associati continuano a operare in ambulatori distinti ma interconnessi per via telematica. La situazione attuale è descritta nella tabella seguente:

N. medici Mmg Pls Totale

400 84 484

N. assistiti

N. medici in forme associative

450.000 64.000 514.000

248 37 285

% 62 44 59

N. assistiti di medici in forme associative 315.000 31.000 346.000

%

N. forme associative

70 48 67

56 9 65

Il trend dell’associazionismo medico nel periodo 2000-2008 è di seguito rappresentato Anno 2000 2003 2008

N. medici 66 170 285

% 18 45 59

N. forme associative 21 47 65

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La spesa sostenuta dall’Azienda sanitaria per le forme associative è di circa euro 240.000,00 mensili (+ contributo ENPAM): euro 216.000,00 per i Mmg ed euro 24.000,00 per i Pl: (medicina di gruppo e associazione periferica complessa = euro 9,50 annui per assistito in carico; medicina in rete = euro 6,70 annui per assistito in carico. Un MMG in gruppo, con 1.500 assistiti = euro 14.250,00 in ragione d’anno). Negli anni scorsi le forme associative sono state incentivate con il riconoscimento, negli accordi provinciali (convenzione), di indennità ulteriori rispetto a quelle riconosciute dagli accordi nazionali. L’ultimo accordo provinciale, riferito all’anno 2007, ha introdotto alcuni elementi volti al miglioramento qualitativo dell’assistenza erogata dalle associazioni: ha previsto, fra l’altro: ►► l’obbligo di definire annualmente obiettivi interni sui quali relazionare all’Azienda sanitaria ►► l’obbligo di confronti periodici tra gli associati ►► la promozione di comportamenti prescrittivi uniformi ►► l’introduzione di strumenti di valutazione del funzionamento delle forme associative. Nella situazione descritta - tenuto conto che le disposizioni dei prossimi accordi nazionali potrebbero prevedere l’obbligo per tutti i medici convenzionati di svolgere la loro attività in forma associata (Atto di indirizzo del Comitato di settore e prima proposta della SISAC) - l’Azienda sanitaria, nel corso del 2009, deve: ►►

Progettare e realizzare, con riferimento alle forme associative in essere, un sistema di valutazione del funzionamento sotto il profilo organizzativo (attività ambulatoriale giornaliera, modalità di rintracciabilità dei medici, collegamenti telematici tra gli studi) e sotto il profilo della qualità dell’assistenza erogata (riunioni periodiche, consulti e confronti clinici, continuità assistenza domiciliare, gestione patologie croniche, verifiche comportamenti prescrittivi).

Modalità di verifica del conseguimento dell’obiettivo Attraverso la disponibilità di documenti di riferimento e riscontri operativi sulla realizzazione delle attività richieste.

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Obiettivo 8 Assistenza specialistica e diagnostica - Prestazioni innovative Nel settore dell’assistenza specialistica e diagnostica erogate in sede ambulatoriale, dove la domanda è in continua espansione, sono stati assunti, negli anni, numerosi e specifici provvedimenti e realizzate importanti iniziative. In particolare, va segnalato che: ►► sono stati introdotti strumenti (Centro unificato di prenotazione, protocolli e linee guida e protocolli d’accesso per alcuni tipi di prestazioni) che, nel medio periodo, hanno indubbiamente contribuito a razionalizzare il ricorso alle prestazioni in un’ottica di appropriatezza, di efficacia e di efficienza nell’erogazione; ►► sono stati realizzati, in maniera equilibrata e distribuita, consistenti investimenti in attrezzature tecnologiche, sanitarie e biomedicali; ►► è stato approvato un specifico “Piano per il contenimento dei tempi di attesa per il triennio 2006/2008” cui è seguito il “Piano attuativo” a cura dell’azienda sanitaria. Si considera altresì opportuno, in detto contesto, presidiare l’evoluzione continua delle metodiche, delle procedure diagnostiche e delle prestazioni appropriate e, in questa direzione, l’Azienda sanitaria, nel corso del 2009, deve: ►►

Operare una generale e complessiva ricognizione dell’offerta sanitaria erogata con riferimento a: ►► assistenza specialistica ambulatoriale ►► diagnostica strumentale ►► medicina di laboratorio ►► diagnostica per immagini finalizzata alla valutazione dell’opportunità – sotto i profili dell’appropriatezza, del rapporto costo/beneficio e del rapporto costo/efficacia – e della fattibilità della introduzione, in detto livello di assistenza, di metodiche, procedure e/o prestazioni a carattere innovativo e/o sperimentale.

Modalità di verifica del conseguimento dell’obiettivo Attraverso la disponibilità di documenti di riferimento e di riscontri operativi sulla realizzazione delle attività richieste.

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Assistenza ospedaliera Obiettivo 9 Sepsi ospedaliera – Sorveglianza e terapia La sepsi - sindrome clinica che s’insatura dopo un’infezione localizzata o sistemica - è un evento frequente (incidenza pari a 1,3-1,5 per mille abitanti) e ancora associato ad elevata mortalità (fino al 50% dei casi caratterizzati da decorso evolutivo verso il quadro polisintomatico di shock settico, gravato da sindrome da insufficienza multiorganica (MOFS). Partendo dall’iniziale inquadramento nosologico in sede di Consensus Conference del 1992 (criteri clinico-diagnostici di Bone, ecc), sono stati definiti, attraverso gli statements degli ultimi anni, criteri diagnostici e terapeutici che, se tempestivamente applicati, consentono di contenere la mortalità collegata alla sepsi entro valori inferiori al 40% dei casi evoluti in shock settico. La corretta applicazione di protocolli di terapia nelle prime 6 ore dal sospetto diagnostico e, successivamente, nelle ulteriori 24 ore costituisce la discriminante fondamentale per il successo delle terapie e la riduzione della mortalità. L’European Society of Intensive Care Medicine - ESICM ha emanato le linee guida per affrontare i principali aspetti diagnostici e terapeutici della sepsi e le sue fasi evolutive nel 2004 e ha successivamente provveduto a parziali revisioni delle medesime negli anni 2005 e 2006. Tuttavia, studi condotti in ambito europeo - sulla compliance applicativa di dette linee guida in ambito ospedaliero - hanno dimostrato che la latenza di risposta di sistema alla comparsa dei primi e sfumati sintomi compatibili con diagnosi di sepsi insorta in soggetti ricoverati per patologie varie – che possono favorire e/o complicare la sepsi – può arrivare addirittura a 24 ore impedendo, di fatto, la cura corretta e tempestiva della sindrome clinica. In ambiti regionali italiani (Emilia Romagna, Toscana) sono stati istituiti specifici programmi di formazione, interattiva e multidisciplinare, tesi a diffondere le conoscenze generali e specifiche sulla sepsi e sulla relativa cura. In risposta a quanto segnalato, l’Azienda sanitaria deve, nel corso dell’anno 2009: Effettuare, attraverso l’utilizzo dei flussi informativi e degli indicatori ritenuti idonei allo scopo, il censimento delle sindromi da sepsi grave e shock settico negli ospedali provinciali. ►► Istituire il “Registro ospedaliero sepsi”. ►► Definire i fabbisogni formativi per un’ampia e adeguata diffusione della conoscenza della sindrome clinica – diagnostica clinica e strumentale, terapia praticata secondo le linee guida esistenti e le loro implementazioni e/o revisioni – alle figure professionali (mediche e infermieristiche) ►►

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più frequentemente a confronto con detta malattia (medici di P.S, clinici internisti, chirurghi, intensivisti, infermieri che operano in strutture di prima accettazione e di diagnosi e cura) e istituire per essi corsi di formazione obbligatoria. ►► Istituire una specifica rete aziendale di medici e infermieri - referenti aziendali e di distretto – per la sorveglianza della sepsi ospedaliera, per la verifica della compliance delle strutture all’applicazione tempestiva e coerente delle cure in ambito locale o dopo trasferimento a reparto di cure intensive o semintensive, per il monitoraggio e mantenimento delle competenze diagnostiche e cliniche, per la elaborazione e applicazione di strategie atte a contenere lo sviluppo e l’evoluzione clinica della sepsi. Modalità di verifica del conseguimento dell’obiettivo Attraverso la disponibilità di documenti di riferimento e di riscontri operativi sulla realizzazione delle attività richieste.

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Obiettivo 10 Assistenza ospedaliera – rete ospedaliera provinciale integrazione e coordinamento clinico-gestionale L’assistenza ospedaliera deve essere ri-orientata verso un sistema a rete integrato di attività che - realizzato con i singoli presidi pubblici e privati accreditati e a livelli crescenti di specializzazione e complessità - è da coordinarsi sia strutturalmente che sotto il profilo della programmazione operativa recuperando all’ospedale un crescente grado di flessibilità organizzativa e determinando un più efficace raccordo della funzione ospedaliera con le altre attività sanitarie disponibili nel territorio di riferimento di ciascun presidio e nell’intero territorio provinciale. La necessità di trovare un giusto equilibrio fra le aspettative di tutela sanitaria delle comunità - in termini di disponibilità, anche decentrata, di risposte sanitarie appropriate e di qualità - e l’esigenza di garantire la compatibilità dell’offerta sanitaria con l’evoluzione epidemiologica e scientifica e con le disponibilità finanziarie dedicate al settore, impone di operare continue scelte di aggiustamento per tendere al miglioramento dei servizi anche attraverso un uso il più razionale ed efficiente possibile di risorse umane e strumentali. In questo senso, la scelta politica di mantenere l’operatività degli ospedali di valle impone di caratterizzarli in maniera più rispondente alle esigenze degli utenti ma anche delle altre parti interessate: in particolare, la comunità e gli erogatori dell’assistenza sanitaria (azienda e operatori sanitari). Il ruolo specifico assegnato dal sistema sanitario alla componente ospedaliera ha reso ancora più urgente la reale operatività della rete ospedaliera che richiede il contributo e la responsabilizzazione di ciascun presidio in termini di missione, efficacia, appropriatezza ed efficienza. Nella prospettiva della costituzione di un unico servizio ospedaliero provinciale formato da tutti i presidi esistenti nella realtà locale, coordinati in una stessa rete, vanno ricercate le condizioni necessarie per favorire una regia gestionale unitaria, che potrà consentire un organico sviluppo dell’offerta che viene mantenuta sul territorio, in modo differenziato per funzioni e servizi in relazione alla effettiva domanda e nel rispetto dei requisiti di appropriatezza, di sicurezza e di efficacia richiesti. In questa direzione è essenziale assicurare il reale, reciproco ed efficace raccordo tra tutti i presidi ospedalieri della rete provinciale e tra gli stessi e le strutture territoriali di riferimento. Nel quadro descritto e tenuto conto di quanto realizzato con riguardo alla gestione dei ricoveri di area chirurgica e medica, l’Azienda sanitaria, deve: ►►

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Individuare e realizzare - con riferimento all’assistenza pediatrica, ostetrico-ginecologica, ortopedico-traumatologica, oncologica - interventi e/o azioni che, sulla base del confronto e della condivisione da parte delle strutture organizzative coinvolte, siano finalizzati ad assicurare la funzione di coordinamento clinico-gestionale delle attività sanitarie erogate.

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Modalità di verifica del conseguimento dell’obiettivo Attraverso la disponibilità di documenti di riferimento e di riscontri operativi sulla realizzazione delle attività richieste.

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Area 4 Strategie per il miglioramento dei servizi

La sostenibilità , il miglioramento continuo e l’ulteriore sviluppo del Servizio sanitario provinciale non possono prescindere da una specifica attenzione verso quei settori di supporto strategico che hanno un ruolo indispensabile per consentire un efficace funzionamento del sistema e per migliorare e innovare i servizi forniti e che, per la loro caratteristica natura, necessitano, per produrre risultati significativi e apprezzabili, di investimenti a medio-lungo termine. Attraverso gli obiettivi assegnati per il 2009 si intendono sviluppare ulteriormente le attività di supporto.

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Miglioramento continuo della qualità Obiettivo 11 Linee guida - adozione operativa e meccanismi di verifica La Giunta provinciale ha da tempo indicato come strategico un continuo impegno finalizzato ad aumentare il governo clinico dell’assistenza. L’elaborazione condivisa e l’applicazione di linee guida - soprattutto con riferimento a situazioni ritenute prioritarie per ragioni cliniche (malattia causa diretta di morte o di instaurazione di importanti stati patologici o di severa disabilità fisica, mentale e sociale) o epidemiologiche (incidenza e prevalenza, dimensione quantitativa e diffusione sul territorio, novità e tendenziale crescita del fenomeno) - deve essere considerata fondamentale strumento di lavoro per favorire una pratica assistenziale qualificata, nel rispetto dei criteri di efficacia e appropriatezza, dei livelli essenziali di assistenza e dei principi dell’accreditamento. Le linee guida assumono diverse funzioni: 1. di formazione, educazione e aggiornamento rappresentando una sintesi critica delle informazioni scientifiche disponibili sull’efficacia degli interventi sanitari; 2. di creazione delle condizioni per rendere possibile il monitoraggio della pratica clinica individuando i comportamenti più appropriati, il loro utilizzo e i conseguenti risultati ottenuti; 3. di promozione del miglioramento continuo dell’attività assistenziale essendo fondamentali strumenti di base di un’azione di governo clinico; 4. di orientamento a un’attività clinica più omogenea riducendo la variabilità dei comportamenti e consentendo di “modulare” la risposta assistenziale orientando le attività secondo una politica attenta ai criteri di efficacia e qualità; 5. di trasferimento dei risultati della ricerca alla pratica clinica consentendo l’individuazione di “criticità clinico-organizzative”, in particolare nella fase di elaborazione ma anche nel momento di applicazione. L’adozione e l’applicazione di raccomandazioni di comportamento clinico, attraverso la soddisfazione di criteri di appropriatezza, efficacia ed efficienza, costituiscono presupposto essenziale alla realizzazione di un sistema operativamente orientato al cambiamento e al miglioramento continuo della qualità dell’intervento sanitario e concorrono al raggiungimento della qualità del sistema sanitario nel suo complesso. Risulta, in particolare, necessario sviluppare meccanismi che documentino l’applicazione concreta di linee guida e protocolli, e che garantiscano così omogeneità e standardizzazione dei comportamenti; la riduzione dei margini di incertezza legati a scelte individuali e alla discrezionalità è funzionale a rendere omogenea la fruizione dei LEA indipendentemente dalla sede di erogazione e dalle caratteristiche dell’erogatore.

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Anche in conformità a quanto realizzato, in termini d’impostazione metodologica, in attuazione dell’obiettivo 17 assegnato per l’esercizio 2003 e tenendo in considerazione le indicazioni e i criteri formulati a livello internazionale e nazionale (Istituto Superiore di Sanità e Age.sa.n), l’Azienda, nel corso del 2009, deve: ►►

Attivare un sistema di monitoraggio delle linee guida e dei protocolli assistenziali che preveda, tra l’altro, l’elaborazione e la trasmissione alla Provincia, con periodicità annuale, di specifici “Rapporti” che ne dimostrino il grado di concreta implementazione e gli aspetti di valutazione dell’efficacia e di revisione.

Modalità di verifica del conseguimento dell’obiettivo Attraverso la disponibilità della documentazione di riferimento e di riscontri operativi sulla realizzazione dell’attività richiesta.

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Obiettivo 12 Indicatori di performance clinici e organizzativi - registro protesi d’anca L’intervento di protesi d’anca rappresenta uno dei maggiori successi della moderna medicina garantendo, in un’elevata percentuale di casi, il ripristino della funzione articolare e l’abolizione della sintomatologia dolorosa. La sua ampia diffusione implica la necessità di poter disporre di strumenti che permettano di monitorare l’esito dell’intervento e garantire la rintracciabilità del paziente. Negli ultimi anni si è registrata, per i residenti, una media di 450 interventi/anno di protesi d’anca, (nel 56% in media si tratta di sostituzioni totali dell’anca): detti interventi sono effettuati presso 7 istituti di cura, con volumi d’attività molto disomogenei; l’Ospedale di Trento/presidio S. Chiara e l’Ospedale di Rovereto/presidio S. Maria del Carmine comprendono l’87,1% della casistica. Complessivamente le femmine rappresentano il 65% della casistica, valore stabile nei singoli anni; i maschi prevalgono nelle classi d’età fino ai 65 anni. I casi deceduti in ospedale, in associazione a un ricovero per protesi d’anca, sono in media 3 per anno e riguardano soggetti con età media pari a 86,7 anni. Una quota rilevante di residenti si rivolge, per l’intervento, a strutture extraprovinciali e nel 94,5% si tratta di soggetti di 65 anni d’età e oltre. La rilevazione dei dati dell’attività clinica degli interventi di protesi d’anca e la conseguente possibilità di una valutazione d’esito, costituisce un aspetto di grande interesse per il Servizio sanitario provinciale in quanto permette un confronto costante tra le strutture sanitarie provinciali e quelle di altre regioni sia per quanto riguarda i dati di efficienza e di costo che per quanto riguarda i dati di esito. Su questo versante, l’Azienda sanitaria ha partecipato al progetto EIPA coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e ha elaborato uno specifico e partecipato “percorso riabilitativo per i pazienti operati di protesizzazione di anca e ginocchio” con l’intento di garantire ai pazienti operati presso le strutture ortopediche del SSP un accesso diretto alla cura riabilitativa post-chirurgica secondo standard prestabiliti; detto protocollo è stato revisionato nell’esercizio 2003 secondo le indicazioni della letteratura internazionale e in particolare della letteratura rispondente ai criteri EBM. L’istituzione del “registro degli interventi per protesi di anca” rientra: 1. tra gli obiettivi della clinical governance, costituendo uno strumento idoneo per misurare l’appropriatezza e l’efficacia clinica delle prestazioni e per conoscere e monitorare l’attività di protesizzazione al fine di poter indirizzare e regolare le funzioni assistenziali con un conseguente miglioramento della qualità dell’assistenza e delle cure (sorveglianza del mercato e segnalazione di eventi avversi; tracciabilità degli impianti/pazienti); 2. nell’ottica di valutazione delle tecnologie sanitarie (Health Technology Assessment) consentendo di monitorare l’utilizzo dei dispositivi ortopedici

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protesici, di controllarne l’efficacia in vivo, di misurare la loro sopravvivenza e di implementare valutazioni di esito (outcome measurements) e di costoefficacia (cost-effectiveness). In forza di quanto sopra segnalato, l’Azienda sanitaria, nel corso del 2009, deve: ►►

Progettare e implementare - prevedendo la collaborazione tra Dipartimento di Ortopedia e Servizio Osservatorio Epidemiologico - il “Registro degli interventi per protesi d’anca” secondo modalità che garantiscano - partendo dai flussi informativi correnti e integrandoli con informazioni su caratteristiche del dispositivo e condizioni di salute dei pazienti al momento dell’intervento e nel periodo successivo - l’integrazione del registro locale con il Registro nazionale in fase di costruzione.

Modalità di verifica del conseguimento dell’obiettivo Attraverso la disponibilità della documentazione di riferimento e di riscontri operativi sulla realizzazione dell’attività richiesta.

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Obiettivo n. 13 Interconnessione e interoperabilità - soluzioni di e-health centrate sul cittadino Una delle sfide più importanti che si trova ad affrontare una sanità moderna è quella di riuscire a collocare al centro dei processi di cura il cittadino che sempre di più deve essere considerato un soggetto attivo nella relazione con gli operatori sanitari al fine di poterne utilizzare appieno le risorse e le capacità. Nella consapevolezza di ciò, e in sintonia con le politiche e gli obiettivi fissati dall’Unione Europea e dal Governo italiano per lo sviluppo dell’informatica sanitaria (eHealth) - considerata uno strumento essenziale per migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini e l’efficienza dei sistemi sanitari - il Servizio sanitario provinciale sta promuovendo un modello integrato di innovazione attraverso l’implementazione e lo sviluppo di una serie di iniziative e azioni di eHealth nei diversi ambiti di competenza. In tale prospettiva il Programma Aziendale di Sviluppo Strategico 2005-2009 enfatizza i concetti di “rete”, di “connessione” tra le parti, di “sistema” e di “comunicazione”, riconoscendo che il mondo della sanità deve essere affrontato alla luce di queste chiavi d’interpretazione. L’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari sta infatti realizzando una serie di interventi di innovazione e ripensamento al fine di giungere a un’integrazione di persone, strutture, tecnologie e processi e - in questa logica - tra le azioni intraprese vi è il collegamento tra le molte articolazioni aziendali e non, intendendo per tali tutte le strutture che a vario titolo fanno parte del Servizio sanitario provinciale. Tutto ciò costituisce, di fatto, l’infrastruttura e l’infostruttura di base del sistema di sanità elettronica che consentirà ai cittadini di entrare in “connessione” con gli operatori dei servizi sanitari, favorendo in tal modo un coinvolgimento più attivo del paziente nella gestione della propria cura. Per raggiungere questo risultato - tenuto anche conto degli obiettivi strategici del Tavolo Permanente Sanità Elettronica delle regioni e delle province autonome, del Nuovo Sistema Informativo Sanitario Nazionale e d’analoghe esperienze effettuate a livello regionale - l’Azienda sanitaria dovrà individuare e applicare soluzioni innovative che prevedano un ruolo più attivo da parte del cittadino. In particolare, sulla base anche delle esperienze effettuate e/o in corso in ambito provinciale, l’Azienda sanitaria, nel corso del 2009, deve: Progettare e sviluppare soluzioni applicative interoperabili di eHealth allo scopo di rendere fruibili al cittadino i propri dati sanitari in formato digitale e di favorire lo scambio di informazioni e la comunicazione tra cittadino e operatori sanitari. ►► Elaborare sulla base del fabbisogno clinico e in un’ottica di sostenibilità organizzativa uno studio di fattibilità che contenga almeno cinque sce►►

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nari clinici basati su soluzioni di eHealth, quali modelli innovativi di cura e assistenza che prevedano il coinvolgimento attivo del paziente nella gestione della propria salute. Modalità di verifica del conseguimento dell’obiettivo Attraverso la disponibilità di materiali e documenti di riferimento e di riscontri operativi sulla realizzazione delle attività richieste.

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Le Proposte dei Comitati di Distretto Espresse in riscontro alla richiesta formulata dal Servizio Economia e programmazione sanitaria con nota 3222/S128 del 27 agosto 2008

Il grado di recepimento, all’interno degli obiettivi annuali specifici assegnati all’Azienda provinciale per i servizi sanitari per l’esercizio 2009, delle proposte formulate dai Comitati ai sensi della legge provinciale n. 10/1993 è reso esplicito nella seguente classificazione: A Proposte accolte all’interno degli obiettivi 2009 in forma indistinta e generale o in forma specifica. B Proposte non accolte all’interno degli obiettivi 2009 in quanto concernono la competenza gestionale specifica dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari o in quanto riferite ad attività che risultano già in corso di realizzazione. C Proposte non accolte all’interno degli obiettivi 2009 in quanto la materia è oggetto di specifici approfondimenti a livello provinciale o in quanto le attività risultano già in corso di realizzazione. D Proposte non accolte all’interno degli obiettivi 2009 in quanto la materia inerisce la competenza politico-istituzionale riservata alla Giunta provinciale e quindi esorbita la sfera d’azione dell’Azienda sanitaria. E Proposte non accolte all’interno degli obiettivi 2009 in quanto oggetto di richieste già formulate in anni precedenti e rispetto alle quali la programmazione sanitaria provinciale ha già formulato precisi orientamenti.

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Comitato del Distretto Valle di Fiemme Con nota di data 15 ottobre 2008, prot. n. 857305/02/01, il Comitato ha riscontrato alla richiesta formulata dal Servizio Economia e Programmazione sanitaria, formulando specifica richiesta: 1. di inserimento ufficiale, nelle 4 aree di intervento, di tutte le tematiche indicate nel Protocollo di intesa sottoscritto in data 9 maggio 2008 tra Assessore alle politiche per la salute e Presidenti dei Comitati di distretto di Fiemme e Fassa; 2. di predisporre un Piano per la Salute Locale, dove in collaborazione con le Amministrazioni locali siano individuate in loco le aree critiche sulle quali intervenire; 3. di verificare, supportati dal Rapporto sull’incidenza dei tumori in provincia di Trento, le patologie prioritarie, le eventuali cause e le azioni di prevenzione e promozione da programmare e segnalando alcune criticità ancora presenti nel Distretto, più volte segnalate e alle quali non sono state date risposte positive. Patologie prioritarie e gruppi di popolazione da tutelare Situazioni di disagio A Le varie problematiche riconducibili al disagio sono fortemente presenti anche nel nostro Distretto e, pure riconoscendo come siano state intraprese molte iniziative (progetti di educazione alla salute nelle scuole, il progetto Alcoolcooperiamo che ha coinvolto oltre all’Azienda sanitaria anche i referenti del Piano Giovani di Zona, incontri promossi dal CSM…) chiediamo siano individuate ulteriori iniziative per promuovere corretti stili di vita. Livelli di assistenza sanitaria e organizzazione dei servizi Nomina direttore U.O. di Ortopedia B Nonostante sia stata creata l’Unità operativa di Ortopedia-Traumatologia, a tutt’oggi non risulta essere nominato il Direttore, data per scontata ancora nel mese di agosto. Emergenza-Urgenza e Servizi di Pronto soccorso B A meno di due mesi dall’avvio della stagione invernale, non sono ancora partiti i lavori di adeguamento per un ottimale utilizzo dei locali destinati ai servizi di Pronto soccorso, in particolare i locali destinati a sala d’attesa per i pazienti. Non risulta essere previsto nemmeno per la prossima stagione invernale un adeguato e continuo servizio di interpretariato, doveroso considerata la tipologia dei turisti, in prevalenza stranieri, presenti in valle. B Venga confermata l’assegnazione di una terza unità di personale medico all’Unità operativa di Pronto Soccorso. B Vengano accelerati gli adempimenti necessari per l’adeguamento dell’eliinfosalute 1

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superficie presso l’Ospedale di Cavalese, tenuto conto della sua importanza strategica per la tempestività degli interventi nei casi di emergenza. B Vengano verificate da parte dell’Azienda sanitaria, con urgenza e comunque entro il mese di giugno, la necessità e la possibilità di assicurare, presso la postazione del 118 di Pozza di Fassa, il modello di assistenza sanitarizzata ventiquattro ore su ventiquattro e di ciò sia dato riscontro ai Comitati di distretto. Ostetricia-ginecologia BE Il personale medico di questa U.O. è sottoposto a carichi di lavoro assolutamente pesanti, con il risultato di avere un continuo turnover di professionisti. Crediamo che solamente tramite la logica dipartimentale, come peraltro creata per altre attività, si possa sopperire a questa cronica mancanza di professionisti nelle periferie. Unità operativa di Medicina B L’Azienda provinciale per i servizi sanitari disponga una specifica revisione del modello organizzativo e funzionale dell’Unità operativa di medicina dell’Ospedale di Cavalese, al fine di assicurare un adeguato livello di continuità delle cure, assicurando comunque da subito il rinforzo di una unità di personale medico. Assistenza Territoriale – ADI-CP B Venga accelerata l’attuazione del programma per la realizzazione della istituenda “Casa per la salute” in Predazzo, quale sede principale dei servizi territoriali del distretto della Valle di Fiemme e, in ordine ai tempi di avanzamento del programma, venga data debita informazione ai Comitati. BE Molto è stato investito e l’avvio dell’ADI-CP anche nel nostro Distretto contribuisce in maniera efficace a garantire un elevato standard assistenziale all’utenza. Per migliorare ulteriormente il servizio, si richiede che vengano ulteriormente rafforzate le azioni in collaborazione con i Servizi sociali. Medicina turistica CD Questa delicata attività deve essere vista come un servizio di qualità rivolto al turista che sceglie la nostra Valle e pertanto si propone di individuare, in accordo con l’Assessorato al Turismo della Provincia e la APT di Valle, una forma per erogare al meglio, in modo continuativo e soddisfacente il servizio. B L’Azienda sanitaria, anche avvalendosi delle indicazioni e delle proposte dei rappresentati del territorio nonché delle risorse finanziarie che saranno poste a disposizione dalle Amministrazioni ed eventualmente da altri enti o soggetti privati, è autorizzata a organizzare attività di assistenza medica per turisti

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complementari a quelle già assicurate dai medici di medicina generale, in modo che venga garantito, a tutti i turisti, l’accesso in orari ragionevolmente estesi e presso luoghi facilmente accessibili alle prestazioni di assistenza primaria. Medicina sportiva BE I tempi per sottoporre i ragazzi alle visite sportive non concordano con l’inizio delle attività, le stesse società sportive devono sobbarcarsi lunghe trasferte per poter sottoporre i ragazzi alle visite prima dell’inizio delle attività. Neuropsichiatria infantile B L’organico di questo servizio, seppure migliorato rispetto al passato, risulta essere in continuo affanno per il turnover dei professionisti, non garantendo quella continuità richiesta dall’utenza. Comune di Folgaria (Luserna e Lavarone) Con nota di data 26 settembre 2008, prot. n. 12768, il Comune ha riscontrato alla richiesta formulata dal Servizio Economia e Programmazione sanitaria, formulando la seguente proposta di intervento. Livelli di assistenza sanitaria e organizzazione dei servizi BC Autosanitaria altipiani La sperimentazione dell’autosanitaria avvenuta sugli Altipiani di Luserna, Lavarone e Folgaria nei periodi delle stagioni turistiche sia invernale che estiva 2008, ha dimostrato tutta la sua efficienza ed efficacia soprattutto nell’emergenza sanitaria, ma anche a integrazione del servizio di continuità assistenziale. Il mezzo, messo a disposizione dalla CRI Altipiani con propri autisti, ha a bordo un infermiere di area critica proveniente dal 118. L’infermiere è in costante contatto con il medico della centrale operativa di Trentino Emergenza ed è quindi in grado di somministrare farmaci e trasmettere in tempo reale via cellulare, un tracciato ECG a 12 derivazioni. Durante i mesi di luglio e agosto sono state viste e/o soccorse dall’infermiere dell’autosanitaria in totale 520 persone delle quali 63 in codice rosso elitrasportate. Questa sperimentazione ha fatto diminuire del 15% i ricoveri ospedalieri e del 7% la richiesta di elisoccorso. Il gradimento e l’apprezzamento dell’autosanitaria, sia da parte della popolazione residente che dei turisti e dei volontari che operano nell’emergenza, sono stati a dir poco altissimi, anche con spontanea raccolta di firme a richiesta duratura del servizio. Essendo progetto sperimentale, alla luce dei positivi risultati ottenuti, si chiede che sia strutturato nell’ambito delle attività dell’Azienda Sanitaria come servizio stabile anche se stagionale. infosalute 1

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Comitato del Distretto Bassa Valsugana e Tesino Con nota di data 30 settembre 2008, prot. n. 17000/1.1.4, il Comitato ha riscontrato alla richiesta formulata dal Servizio Economia e Programmazione sanitaria formulando specifiche proposte in merito alle 4 aree di intervento indicate dalla Provincia. Promozione della salute e prevenzione primaria delle malattie B Approfondimento della conoscenza dei bisogni del territorio attraverso progetti quali quelli già sperimentati in altri Distretti che possano coinvolgere tutti i soggetti istituzionali, gli operatori, le associazioni e i cittadini interessati alle politiche per la salute. B Incontri informativi dei medici di medicina generale e specialisti con la popolazione rispetto ai servizi e alle specialità disponibili e alle attività di prevenzione. B Coinvolgimento delle Associazioni locali che possono, essendo più “vicine” alla gente, fare partecipe in maniera più diretta la popolazione. Patologie prioritarie i gruppi di popolazione da tutelare B Potenziamento del servizio diagnostico; potenziamento del servizio di neuropsichiatria infantile e logopedia; potenziamento del servizio di odontostomatologia. Livelli di assistenza sanitaria e organizzazione dei servizi B Constatato l’aumento attuale e in prospettiva del carico di lavoro sul territorio – dimissioni precoci, cure palliative, prestazioni deviate dal PS (medicazioni, controlli...) – definizione delle prestazioni infermieristiche attese e necessarie alla popolazione e reale potenziamento del servizio infermieristico sul territorio. AB Valorizzazione dell’assistenza sanitaria primaria e rafforzamento dell’integrazione ospedale/territorio con maggiore coinvolgimento dei medici di medicina generale nell’organizzazione dell’assistenza sanitaria. B Maggiore integrazione tra i servizi sanitari e i servizi socioassistenziali. C Mantenimento dell’attività di chirurgia generale, in elezione e urgenza nell’arco di tutta la settimana, dell’Ospedale di Borgo Valsugana. CE Mantenimento dei Primariati dei Servizi di laboratorio analisi e radiologia. Strategie per il miglioramento dei servizi B Rapida e puntuale applicazione di quanto previsto nel protocollo di intesa, fornendo oltre alle strutture anche il personale numericamente e professionalmente adeguato a mantenere una alta qualità nell’erogazione dei servizi. Si segnalano, in particolare:

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l’avviamento e il potenziamento dell’attività di riabilitazione del piano perineale; ►► il potenziamento del servizio di urologia e la possibilità di effettuare interventi di cistoscopia. DE Approfondimento delle logiche che orientano le scelte strategiche contenute nelle “Linee operative per la riorganizzazione e la qualificazione della rete ospedaliera aziendale”. DE Rivalutazione della decisione di chiusura del reparto di maternità dell’ospedale San Lorenzo di Borgo Valsugana. DE Potenziamento dell’attività extraospedaliera. DE Interruzione di tutti i processi di ridimensionamento dell’attività ospedaliera. ►►

Comitato del Distretto Valle di Non Con nota di data 1 ottobre 2008 il Comitato ha riscontrato alla richiesta formulata dal Servizio Economia e Programmazione sanitaria formulando specifiche proposte (segnalate come criticità da risolvere in tempi brevi) in merito alle 4 aree di intervento indicate dalla Provincia. Promozione della salute e prevenzione primaria delle malattie B Nel corso del 2008, l’interessante obiettivo di definizione dei “Profili di salute” è passato dalla fase di rilevazione e analisi all’approfondimento di un tema specifico di particolare rilevanza, individuato nello “Studio delle relazioni fra l’utilizzo dei fitofarmaci in agricoltura e possibili effetti sull’ambiente e sulla salute”. Si ritiene che nel corso del 2009 tale progetto debba proseguire con l’effettuazione delle azioni concrete di rilevazione del possibile livello di inquinamento dell’aria, acqua e suolo e degli eventuali residui presenti anche in ambito domestico, anche in applicazione della delibera di G.P. n. 1154 del 9 maggio 2008. è espressamente richiesta la già comprovata attivazione dei Servizi di Igiene e sanità pubblica dell’APSS e dell’APPA per la prosecuzione del “Tavolo di lavoro interistituzionale” specifico. B Nel corso del 2008 si è svolto un altro interessante progetto di “Ricercaazione” in merito ai bisogni sociosanitari dei soggetti portatori dì handicap e dei pazienti psichiatrici. Gli esiti della ricerca sono stati presentati nel mese di aprile 2008: i Distretti sono in attesa della formalizzazione congiunta degli Assessorati alle Politiche sociali e alla Salute della nuova modalità di funzionamento dell’ UVM, per portatori di handicap e pazienti psichiatrici; deliberata tale disposizione, nel corso del 2009, sarà cura pertanto dei Distretti della Valle di Non e della Valle di Sole, dare attuazione alle indicazioni emerse, con un’articolazione organizzativa distrettuale interdisciplinare in collaborazione con i servizi socioassistenziali. infosalute 1

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B Nell’ambito del progetto “Profili di salute”, ai fini di analizzare i bisogni di salute, nell’anno corrente è stata avviata una specifica ricerca in merito ai bisogni sociosanitari della popolazione anziana, in collaborazione con il Servizio socioassistenziale del Comprensorio della Valle di Non. Si propone la prosecuzione ed espletamento dell’interessante studio. Patologie prioritarie e gruppi di popolazione da tutelare BE L’analisi dei “Profili di salute” già citata va estesa a un campione giovanile, in quanto ritenuto una fascia di cittadini sino ad ora non sufficientemente analizzata. è già stato ideato un progetto specifico che prevede in una prima fase la somministrazione di un questionario per la rilevazione degli stili di vita degli adolescenti, in collaborazione con gli Istituti scolastici dei due Distretti. Si ritiene che l’iniziativa sia da sostenere e debba trovare attivazione ed esecuzione nel 2009. BE L’analisi dei profili di salute ha evidenziato come il disagio psicosociale sia percepito come la problematica di maggior peso sul nostro territorio. Si propone pertanto che nel corso del 2009, l’APSS, in collaborazione con gli Enti territoriali, individui azioni specifiche di intervento. Livelli di assistenza sanitaria e organizzazione dei servizi BE Si ritiene che anche nel corso del 2009 l’APSS debba continuare a operare al fine di ridurre i tempi di attesa per l’erogazione di prestazioni di diagnostica, cura e riabilitazione, anche al fine di consentire al paziente di evitare onerosi e disagevoli spostamenti. Si propone inoltre che l’APSS presti particolare attenzione ai percorsi terapeutici intensificando i collegamenti fra i momenti di degenza e le cure ambulatoriali e domiciliari. Strategie per il miglioramento dei servizi BE Nel corso del 2009 l’APSS dovrà dare completa attuazione alla delibera della G.P. del 21.09.07 “ Direttive all’APSS per la riqualificazione e il potenziamento del Presidio Ospedaliero di Cles”, per la parte ancora inevasa, in particolare per quanto concerne: ►► l’ istituzione del Dipartimento strutturale intraospedaliero di Medicina interna e area critica; ►► la riorganizzazione dell' attività del Pronto soccorso; ►► la guardia medica attiva notturna interdivisionale; ►► i posti letto per la cura semi intensiva. Dovrà inoltre proseguire l'intervento di realizzazione dell'ampliamento dell'Ospedale di Cles e il completamento della "Casa della salute di Fondo".

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Comitato del Distretto di Primiero - Vanoi – Mis Con nota di data 7 ottobre 2008, prot. n. 3925, il Comitato ha riscontrato alla richiesta formulata dal Servizio Economia e Programmazione sanitaria formulando specifiche proposte in merito alle 4 aree di intervento indicate dalla Provincia. Promozione della salute e prevenzione primaria delle malattie B “Prevenzione primaria dell’abuso di alcolici”. A tal fine si reputa indispensabile il potenziamento dei servizi di alcologia, operanti sul territorio distrettuale, mediante l’attribuzione di un budget finanziario, volto ad assicurare anche la presenza di un operatore dedicato, sia pure a tempo parziale, che ricopra il ruolo di “educatore”. Patologie prioritarie e gruppi di popolazione da tutelare CE La situazione del Distretto, stante le sue contenute dimensioni geografiche e demografiche, ha consentito l’avvio di una “Associazione periferica complessa”, che ha trovato l’adesione di sei medici di famiglia sui sette complessivamente operanti in zona. La nuova struttura - da poco attivata - sta gradualmente terminando la fase di rodaggio e può sicuramente costituire una risposta, funzionale e avanzata, alle esigenze dell’utenza sanitaria in generale. Considerato pertanto che le “Associazioni periferiche complesse “costituiscono una risposta concreta alle esigenze dell’assistenza sanitaria territoriale in senso lato, sarà necessario integrare le medesime con l’avvio delle ben note “case della salute” in ogni Distretto. Se pertanto tale progetto, già elaborato dal Ministro Turco, è da riprendere e valorizzare, sarà indispensabile ricercare sui territori periferici gli spazi fisici necessari alla corretta operatività, in primis, delle anzidette “Associazioni”. Nel contesto di una più generale qualificazione dell’assistenza andranno affrontate alcune questioni emergenti. In particolare occorrerà che la rete dei medici, operanti nelle Associazioni periferiche complesse, sia anche abilitata alla trasmissione telematica della certificazione sanitaria di competenza di altre istituzioni, estranee all’Azienda Sanitaria Provinciale, quali ad esempio INPS, INAIL, Uffici e Commissioni Provinciali per la valutazione della invalidità civile. Livelli di assistenza sanitaria e organizzazione dei servizi B A parere del Comitato scrivente i L.E.A. (Livelli Essenziali di Assistenza) sono garantiti in maniera accettabile e più che decorosa per tutta la popolazione del Distretto. Per completare, peraltro, le prestazioni del Servizio Sanitario pubblico, il Comitato ritiene che va mandato a definitivo regime il Servizio dì stomatologia e odontoiatria a favore delle categorie protette, così come istituito dalla recente Legge Provinciale in materia, superando alcune disorganizzazioni tuttora presenti. infosalute 1

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Strategie per il miglioramento dei servizi BC Il Distretto Sanitario del Primiero e Vanoi gode della presenza di un poliambulatorio, ubicato a Tonadico, che già svolge in maniera eccellente una buona fetta di prestazioni di servizio. Data peraltro la crescente domanda dell’utenza sanitaria si propone di potenziare la struttura, razionalizzandola nei suoi spazi fisici. Va pertanto ricavato un volume interrato, da adibire sia a “parcheggio veicolare” a vantaggio di utenti e dipendenti, sia per apprestare ulteriori spazi di deposito e servizio d’archivio, liberando nel contempo locali già esistenti nella struttura, che potrebbero essere assegnati ai vari servizi del poliambulatorio, nonché agli operatori del 118, che sono attualmente attestati su spazi ristretti e del tutto insufficienti. In tal senso va anche ricordato che il Servizio 118 è stato recentemente potenziato, con la presenza di una infermiera professionale su ogni mezzo in uscita per chiamale urgenti per casi gravi. Comitato del Distretto Alto Garda e Ledro Con nota di data 30 settembre 2008, prot. n. 15284, il Comitato ha riscontrato alla richiesta formulata dal Servizio Economia e Programmazione sanitaria ribadendo la necessità di dare riscontro al Documento predisposto dal medesimo Comitato e trasmesso nel 2007, rispetto al quale rimangono invariati gli obiettivi da raggiungere e le criticità da risolvere. Promozione della salute e prevenzione primaria delle malattie: A La sanità rappresenta uno degli argomenti cruciali nelle scelte delle amministrazioni locali perché è parte del processo che risponde ai bisogni di salute. è ormai evidente che la tutela della salute dei cittadini non si persegue soltanto attraverso la produzione di servizi sanitari, ma attraverso una svolta culturale della quale sono protagoniste proprio le amministrazioni pubbliche e i cittadini nelle loro forme partecipative Il Comitato di Distretto Sanitario Alto Garda e Ledro, rappresentativo delle dodici amministrazioni comunali presenti sul territorio comprensoriale, guarda alla sanità del proprio ambito e al nuovo complesso dell’ Ospedale dell’Alto Garda e Ledro come a una grande risorsa, non solo per il bacino territoriale - sul quale vivono stabilmente quasi 50.000 persone, che diventano più del doppio per gran parte dell’anno a causa dei flussi turistici - ma come una preziosa opportunità per tutta la realtà provinciale e del lago di Garda, anche in considerazione della tradizionale vocazione sanitaria che costituisce una eccellenza del nostro territorio. Si dichiara l’intenzione, in accordo con la politica provinciale, di operare nella costruzione di un percorso organico e integrato tra servizio ospedaliero e sistema sanitario complessivo, in relazione agli indirizzi più recenti

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della programmazione nazionale e internazionale, che evidenziando scenari propri di una società in continua e profonda trasformazione, impongono una rivisitazione e una ricollocazione del servizio sanitario in termini di ruolo, di compiti e di rapporti con altri sistemi che interagiscono con esso nel determinare le condizioni di salute della popolazione della nostra comunità Livelli di assistenza sanitaria e organizzazione dei servizi Oggi assistiamo a una sanità fatta di compartimenti che difficilmente comunicano tra loro: medicina del territorio, guardia medica notturna e festiva, pediatri di libera scelta, medicina specialistica convenzionata, medicina turistica, medicina privata convenzionata, assistenza ospedaliera ecc. sono settori di sanità che, se presi da soli, funzionano ma che non sono collegati tra loro. La conseguenza è di avere un utente che quando ha una domanda di salute, riceve risposte parcellizzate e spesso si sente abbandonato a se stesso, con la necessità di doversi gestire la propria salute prenotando autonomamente anche visite specialistiche particolari o esami sofisticati. Il cittadino, ancor più se appartenente alle fasce più deboli, viene colto da angoscia e da un senso di abbandono, proprio nel momento del bisogno, da una comunità che avendo la convinzione di aver sempre servito con senso del dovere, riteneva gli dovesse delle garanzie. A Obiettivo dunque è ricomporre un approccio integrato che risponda in modo adeguato alla complessità dei problemi di salute, a partire dall’analisi dei bisogni fino alle scelte di priorità di intervento. L’introduzione delle priorità della prestazione è uno strumento per risolvere il problema delle liste di attesa. Essendo però un processo di cambiamento, che necessita di tempo, a tutt’oggi si assiste ancora al crescente ricorso a prestazioni di pronto soccorso. Ogni ospedale si evidenzia praticamente inadeguato alle necessità, con conseguenti crescenti lamentele e insoddisfazione da parte degli utenti. B Per quanto riguarda l’Ospedale del Distretto Alto Garda e Ledro i problemi emergenti che si ritiene dover presentare all’attenzione sono sintetizzati nelle seguenti considerazioni: Il Pronto Soccorso va potenziato, adeguando le piante organiche ai crescenti carichi di lavoro e attivando 24 ore su 24 quei servizi ausiliari di supporto come la radiodiagnostica (Teleradiologia, Ecografia, TAC, laboratorio e centro trasfusionale), indispensabili per dare in sicurezza risposte diagnostiche tempestive e adeguate e introducendo l’auto medica e l’ambulanza con la presenza a bordo di personale medico abilitato per la copertura delle emergenze territoriali nell’arco delle 24 ore. Il crescente numero di abitanti e la presenza costantemente sempre elevata nell’arco di tutto l’anno di turisti, la non abilitazione al volo e all’atterraggio notturno dell’elisoccorso, rendono prioritaria tale richiesta così come quei numerosi trasferimenti urgenti verso gli ospedali di riferimento di Rovereto e di Trento o extraprovinciali. infosalute 1

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Oltre al mantenimento delle attività, dei reparti e dei Servizi tuttora esistenti fra i quali anche l’U.O. di Ostetricia e ginecologia, per i quali sarà comunque obbligatorio mantenersi in linea con i cambiamenti della scienza medica, si ritiene altrettanto prioritario per la comunità dell’Alto Garda e Ledro che l’Ospedale debba avere quei servizi specialistici ai quali possono afferire, senza dover essere sottoposti a spostamenti defaticanti, i pazienti più deboli come i bambini e gli anziani o quelli affetti da patologie come il diabete, l’ipertensione, le malattie reumatiche, le malattie tumorali, le nefropatie ecc. Alcuni di questi servizi (ad es. il centro antidiabetico, dell’ipertensione e il centro oncologico ecc) possono essere autonomi, mentre per altri si propone che si vada a intensificare quella collaborazione con l’Ospedale di riferimento, nello specifico quello di S. Maria del Carmine di Rovereto, che assicura la presenza degli specialisti di cui è privo il Distretto Alto Garda. Per quanto riguarda le prestazioni di Chirurgia Generale, a nostro avviso non riteniamo proponibile che siano effettuate nei cinque giorni feriali con la sospensione delle attività nel fine settimana. Questo porterebbe di fatto a una sospensione di interventi più complessi con l’inevitabile ridimensionamento e sottoutilizzo del reparto stesso. Anche per quanto riguarda l’U.O. di Medicina si ritiene doveroso un approfondimento in merito alla necessità quotidiana di posti letto soprattutto per lungodegenti, che spesso devono essere collocati in reparti totalmente inadeguati alle loro necessità. Si ritiene inoltre di fondamentale importanza la prosecuzione e il potenziamento della collaborazione con la U.O. di Ortopedia dell’Ospedale di Rovereto sia per assicurare la presenza di uno specialista ortopedico in favore dei degenti, del Pronto Soccorso e dei residenti, sia per aumentare gli interventi di day surgery (nel 2006 sono stati circa 380), allo scopo di evitare spostamenti a Rovereto di residenti, contribuendo così, attraverso l’ottimizzazione delle strutture esistenti, a ridurre la mobilità passiva. Un altro esempio di collaborazione con l’Ospedale di Riferimento è il Centro di Dialisi. Per il futuro del Centro di Dialisi dell’ospedale di Alto Garda e Ledro è necessario che si preveda la presenza più continua e costante di uno specialista nefrologo. La proposta del Distretto della Vallagarina di aprire presso l’Ospedale di Rovereto un secondo polo di dialisi oltre a quello di Trento, allo scopo di creare una struttura funzionale per i circa 100 dializzati del basso Trentino, con l’accorpamento dei centri dialisi ad assistenza limitata di Arco e Tione, ci trova d’accordo dal momento che questo aumenterebbe la presenza medica ai turni di dialisi presso il nostro ospedale con maggior garanzia qualitativa e di sicurezza per i pazienti. A Una considerazione particolare va fatta per l’U.O. di Pneumologia dell’Alto Garda e Ledro. Da tempo ormai è senza Primario e riteniamo che l’esperienza fin qui fatta, assegnando la direzione del reparto a scavalco con il direttore

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dell’U.O. del S. Chiara non sia più perseguibile. Oltre a temere che la Pneumologia dell’Ospedale vada a perdere quelle competenze e quelle professionalità che le più significative Società scientifiche le avevano riconosciuto e tra gli operatori vengano meno quelle motivazioni che sono alla base di una buona risposta sanitaria, non si comprende come mai un reparto a valenza provinciale, così importante per attività e competenze e che coinvolge un elevato numero di medici, di infermieri e di tecnici, sia lasciato per così tanto tempo senza certezze, senza un progetto futuro. Una Azienda che, come istituzione, non pone adeguatamente l’accento sul valore delle risorse umane che “producono” cura e salute, che non valuta con forza i concetti di leadership e di motivazione del personale e che non si preoccupa totalmente dell’utente, dimostra di essere ben lontana da un ideale di modello “comunitario” che l’organizzazione sanitaria trentina si vuole dare. Riteniamo sia quanto mai doveroso dare risposte immediate e, per il rispetto degli utenti e degli operatori, riteniamo di dover chiedere che sia messo a concorso il posto di primario. L’U.O. di Pneumologia può diventare un vero esempio di rete, a doppio senso di marcia, dove in questo caso, l’ospedale di distretto non riceve professionalità dalla struttura di riferimento, ma invia i suoi specialisti a garantire competenze e professionalità ad altri distretti e all’ospedale di riferimento. Una priorità che questo Distretto ha sempre sottolineato è che la Pneumologia dell’Alto Garda e Ledro sia sede della Riabilitazione respiratoria e della assistenza di terapia semi-intensiva di tutti quei malati che sono sottoposti a ventilazione meccanica e che oggi non sono assisti da nessuna struttura in particolare. A Per quanto riguarda il Territorio, si è quanto mai fermamente convinti che per migliorare l’efficienza e la qualità dell’assistenza è di cruciale importanza un recupero della centralità e dell’autonomia della medicina del territorio. Solo dopo la riqualificazione dell’assistenza sanitaria del territorio e attraverso una reale integrazione con quella specialistica e ospedaliera si potrà ottenere un servizio efficiente per l’utenza. Occorre sostenere e porre enfasi sulle cure primarie, Medicina Generale e Pediatria di Libera Scelta, e il loro ruolo. Il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta, devono riacquistare quel ruolo originario, di fornire assistenza generica, di guidare il paziente nei percorsi specialistici del sistema e in generale di essere il punto di congiunzione degli interventi diagnostico-terapeutico - assistenziali. Ma soprattutto, grazie al rapporto continuativo che intrattiene con i propri assistiti, il medico dell’assistenza primaria ha il ruolo di guida e supporto nelle scelte del cittadino e della sua famiglia, svolgendo un’azione ampia di promozione della salute individuale attraverso l’educazione a corretti stili di vita. Collaborando con altre discipline concorre a caratterizzare i profili di salute della nostra comunità. Il Distretto Alto Garda e Ledro, viste anche le raccomandazioni del Ministro della Salute, per la presenza di medici di medicina generale e pediatri di libera infosalute 1

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scelta, sensibili a queste problematiche e abituati a lavorare in equipe e grazie a un territorio sostanzialmente omogeneo, chiede di poter essere inserito in un progetto pilota teso a rafforzare il ruolo del medico di assistenza primaria come figura centrale di “promotore della salute” e di “medico della persona”, affidandogli, coerentemente, il “governo clinico” del proprio assistito. Proprio per questi motivi riteniamo che scopo prioritario è incentivare la medicina di gruppo, certi che questa scelta permetta di poter sperimentare la Casa della salute, struttura dove medici di famiglia, pediatri, infermieri, altri operatori sanitari lavoreranno insieme per garantire visite ed esami, ma anche servizi sociali, ai cittadini permettendo così un’assistenza continua. Potrebbe essere questa l’occasione per ripensare e rivitalizzare le strutture decentrate presenti sul territorio comprensoriale e attualmente sottoutilizzate (es. Centro dei poliambulatori di Bezzecca. ecc) (Il ministero della salute ha stanziato 10 milioni di Euro per finanziare i progetti che le Regioni presenteranno, allo scopo di sperimentare queste strutture). A detta del Ministero, la casa della salute, potrebbe costituire il secondo pilastro della sanità italiana e un punto di riferimento per i cittadini tanto quanto lo sono gli ospedali. Questa proposta nasce dalla convinzione che possa rappresentare la strada giusta per migliorare la qualità dei servizi, definire priorità e operare scelte di allocazione delle limitate risorse e far sì che il Distretto dell’Alto Garda e Ledro possa iniziare una nuova stagione per la tutela della salute dei propri cittadini.

Strategie per il miglioramento dei servizi DE Il Comitato di Distretto Sanitario Alto Garda e Ledro ripropone agli organismi politici provinciali alcune tematiche che, proprio perché interessano l’ambito di sua competenza, ritiene debbano essere tenute in considerazione nella futura programmazione della Sanità Provinciale. La comunità trentina, viste le sue risorse e la ricchezza che le deriva dalla sua autonomia e dalle sue tradizioni, ha l’obbligo di costruire un modello di sanità in relazione delle sue necessità e specificità rifiutandosi di copiare modelli già sperimentati in altri territori con situazioni orogeografiche e storiche diverse. Pur con accenni a una visione “economicistica” e sostenendo la necessità di utilizzare con efficienza le risorse disponibili, la stessa comunità ha il dovere di darsi un progetto di riordino del SSP che pone al centro dell’attenzione, quale attore principale del sistema, il cittadino e la garanzia del suo stato di salute e impegnarsi per una sanità ricca di buone intenzioni; “utopica”, lontana da quel realismo pseudoscientifico che finisce per giustificare “ciò che si fa” invece che difendere ciò che “ è meglio fattibile”. DE La sanità privata, poliambulatoriale, ospedaliera ed ex art. 26/833, che nel contesto del Paese contribuisce per un quarto alle risposte al bisogno di salute che eroga il Servizio sanitario nazionale, nel distretto sanitario trentino dell’Alto

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Garda e Ledro costituisce una ingente risorsa che si avvale di oltre 500 posti letto autorizzati, dei quali oltre 400 accreditati, e di prestazioni ambulatoriali e specialistiche. Una ricchezza che supera di tre volte la media nazionale (4 p.l. x 1.000 ab.) e che impone una gestione particolarmente attenta. Gli erogatori privati erogano di fatto un servizio pubblico - grazie all’accreditamento istituzionale presso la PAT - a favore sia del Servizio sanitario provinciale e Nazionale, visto che più di metà dei ricoveri, per quanto riguarda la ospedaliera ed ex art. 26/833, provengono da fuori Provincia. Essi creano inoltre un rilevante indotto economico e sociale locale sia attraverso l’occupazione di circa 400 lavoratori sia contribuendo alla creazione di un’importante proporzione della ricchezza del Comune ove hanno sede. Appare indubbio che tale eccezionale risorsa dovrebbe porre il nostro Distretto in una condizione di forte interesse per la programmazione sanitaria provinciale e per la conseguente risposta alla domanda di salute dei cittadini residenti sia nel Comprensorio sia su tutto il territorio provinciale. La sinergia tra l’Ospedale pubblico e gli erogatori privati sarebbe in grado di soddisfare un maggior numero di aspettative del cittadino nel rispetto dei costi e della qualità: le Case di cura Eremo, Regina, l’Ospedale Classificato S. Pancrazio e il Centro di Riabilitazione Villa San Pietro sono tutte certificate ISO 9001/2000. Si ritiene che la programmazione provinciale debba tener conto di tale particolarismo territoriale incentivando l’operatività sinergica tra Pubblico e Privato accreditato al fine di superare ogni fattore di criticità. Inoltre, esistendo già ad Arco un polo sanitario pubblico e privato importante, particolarmente competente per l’assistenza sanitaria nella fase di post-acuzie e di cronicità, l’attivazione di ulteriori posti letto e/o servizi per quelle specifiche fasi potrebbe avere costi significativamente minori rispetto ad altre sedi in ambito provinciale. A nostro avviso, è indispensabile un polo formativo per l’area sanitaria che, oltre a valorizzare le competenze e le professionalità, presenti, dia la possibilità di avere un continuo confronto anche con professionisti esterni di provata capacità, magari collegandosi con sedi universitarie e istituti di ricerca. Considerato l’interesse locale che tali iniziative avrebbero nonché gli orientamenti in fatto di partecipazione al diritto alla salute sanciti dalla Carta di Ottawa e recepiti dall’organo politico provinciale, si ritiene opportuna la costituzione di un tavolo permanente di confronto pubblico-privato avente l’obiettivo di garantire un’offerta di servizi adeguata alle necessità riscontrate, ottimizzare l’utilizzo delle risorse e non creare antieconomiche sovrapposizioni, interpretando la domanda di salute del territorio, elaborando le possibili risposte sfruttando le potenzialità degli erogatori locali pubblico/privati, integrando i programmi di intervento locali e provinciali. infosalute 1

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Comitato del Distretto Alta Valsugana Il Comitato del Distretto Alta Valsugana ha evidenziato, con nota del 29 settembre 2008, prot. 27, le proposte di seguito riportate: Livelli di assistenza sanitaria e organizzazione dei servizi B Segnalazione circa mancate sostitizioni del personale infermieristico assente per malattia o per ferie. Potenziamento servizio infermieristico presso i Poliambulatori di Baselga e Bedollo. Ampliamento e potenziamento poliambulatorio Baselga. Riattivazione ambulatorio infermieristico (con cadenza settimanale) presso ambulatorio comunale di Tenna. Realizzazione di più Centri salute dislocati sul territorio per assistenza anziani. Potenziamento sportello cassa/informazioni. Ambulatorio medico turistico. Miglioramento del polambulatoriale di Levico (ambulatori di cardiologia, ginecologia, odontoiatria, oculistica, igiene pubblica; servizio di parcheggio). BC Servizio di Guardia medica nell’ambito Forgaria-Luserna. Ampliamento orario di servizio della diagnostica per immagini (Tac RM). Ospedale Villa Rosa – ex ospedale psichiatrico – Servizi di Distretto.

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Gli organismi di seguito elencati non hanno corrisposto alla richiesta formulata con nota prot. n. 3222/S128 di data 27 agosto 2008. ►► Comitato del Distretto Valle di Sole ►► Comitato del Distretto Giudicarie e Rendena ►► Comitato del Distretto Trento e Valle dei Laghi ►► Comitato del Distretto Rotaliana e Paganella ►► Distretto della Vallagarina ►► Distretto della Valle di Fassa ►► Consorzio dei Comuni Trentini – Conferenza dei presidenti dei comitati di distretto

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L’elenco delle pubblicazioni edite dall’Assessorato provinciale alla Salute e Politiche sociali e le versioni digitali in formato PDF, liberamente scaricabili, sono disponibili nel portale del Servizio Sanitario Provinciale www. trentinosalute.net. Le pubblicazioni possono essere richieste, fino a esaurimento copie, a: Provincia Autonoma di Trento Servizio Economia e programmazione sanitaria Ufficio Programmazione, valutazione e controllo dell’attività sanitaria Via Gilli 4, 38100 Trento tel. 0461 494044, fax 0461 494073 comunicazione.salute@provincia.tn.it. Dove non indicato diversamente le pubblicazioni vengono distribuite a titolo gratuito. Per l’acquisto delle pubblicazioni non distribuite gratuitamente è necessario effettuare anticipatamente il pagamento dell’importo corrispondente: - con c/c postale n. 295386 intestato al Tesoriere della Provincia Autonoma di Trento - UNICREDIT BANCA SPA - Divisione Caritro - Via Galilei, 1 - Sede di Trento; - tramite bonifico bancario (codice IBAN: Paese IT, CIN EUR 12, CIN S, ABI 02008, CAB 01820, n. conto 000003774828); precisando come causale: “Acquisto pubblicazione: Titolo...”. La consegna della pubblicazione avverrà dietro presentazione della ricevuta di pagamento: - direttamente presso la Biblioteca; - tramite spedizione postale, previo ricevimento del cedolino al n. di fax 0461 495095, con spese a carico dell’Amministrazione provinciale.


Stampato per conto della Casa Editrice Provincia Autonoma di Trento dalla Litografica Editrice Saturnia



Servizio Sanitario del Trentino

Provincia Autonoma di Trento Assessorato alla Salute e Politiche sociali

Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari

www.trentinosalute.net

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Obiettivi assegnati all’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari Anno 2009


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