SULLE TRACCE DI ERCOLE
Erasmus plus Project Searching for the Labours of Hercules
SULLE TRACCE DI ERCOLE SULLE TRACCE DI ERCOLE
Progetto Erasmus plus Searching for the Labours of Hercules
Erasmus plus Project Searching for the Labours of Hercules
LICEO STATALE ’G. BAGATTA’ DESENZANO DEL GARDA LICEO STATALE ‘G. LOMBARDO RADICE’ CATANIA 2016
© Tudás Alapítvány, 2016 „Searching for the Labours of Hercules”, 2014-1-TR01-KA201-012990 (ulteriori informazioni) Questa Pubblicazione, realizzata con il contributo del Programma Erasmus plus della CommissioneEuropea, riflette unicamente il punto di vista degli autori. In nessun modo la Commissione europea o l’Agenzia nazionale possono essere ritenute responsbili per le informazioni in essa contenute.
Con il contributo di: Özlem Kaplan Mehmet Çelikel Lisesi (Zonguldak, Turchia) Rodica Festila Colegiul Tehnic de Transporturi „Transilvania” Cluj-Napoca (Kolozsvár, Romania) Simon Ferenc Tudás Alapítvány (Hódmezővásárhely, Ungheria) Mercedes Casuso Qesada Instituto de Educación Secundaria les Jándula (Andújar, Spagna) Daniela Gentili Liceo Statale G. Bagatta (Desenzano del Garda, Italia) Conci Mazzullo Liceo Statale G. Lombardo Radice (Catania, Italia) Traduzione: Daniela Gentili e Conci Mazzullo
Pubblicato da: Simon Ferenc Tudás Alapítvány
INDICE
Introduzione (Mercedes Casuso Qesada) .......................................................................................................................................7 Le Fatiche di Ercole Uccidere il leone di Nemea (Daniela Gentili)................................................................................................................................ 8 Uccidere l’idra di Lerna (Rodica Festila)........................................................................................................................................9 Catturare la cerva d’oro di Artemide (Simon Ferenc)........................................................................................................... 10 Catturare il cinghiale di Erimanto (Mercedes Casuso Qesada) ........................................................................................ 11 Pulire le stalle di Augia (Mercedes Casuso Qesada) ............................................................................................................... 12 Uccidere gli uccelli del lago Stinfalo (Simon Ferenc) ............................................................................................................ 13 Catturare il toro di Creta (Daniela Gentili) ................................................................................................................................ 14 Rubare le giumente di Diomede (Rodica Festila) .................................................................................................................... 15 Ottenere la Cintura di Ippolita (Özlem Kaplan)....................................................................................................................... 16 Rubare le mandrie di Gerione (Conci Mazullo) ........................................................................................................................ 17 Rubare i pomi d’oro delle Esperidi (Conci Mazzullo) ............................................................................................................ 18 Catturare il cane Cerbero (Özlem Kaplan) ................................................................................................................................. 19 Tracce di Ercole intorno a noi Ercole a Zonguldak 1 (Özlem Kaplan) .......................................................................................................................................... 20 Ercole a Zonguldak 2 (Özlem Kaplan) .......................................................................................................................................... 21 Ercole a Desenzano del Garda (Daniela Gentili)...................................................................................................................... 22 Ercole a Mantova (Daniela Gentili) ............................................................................................................................................... 23 Ercole a Andújar 1 (Mercedes Casuso Qesada) ........................................................................................................................ 24 Ercole a Andújar 2 (Mercedes Casuso Qesada) ........................................................................................................................ 25 Ercole a Catania (Conci Mazzullo) ................................................................................................................................................. 26 Ercole a Siracusa (Conci Mazzullo) ............................................................................................................................................... 27 Ercole a Cluj-Napoca 1 (Rodica Festila) ...................................................................................................................................... 28 Ercole a Cluj-Napoca 2 (Rodica Festila) ...................................................................................................................................... 29 Ercole a Budapest (Simon Ferenc) ................................................................................................................................................. 30 Ercole a Visegrád (Simon Ferenc) .................................................................................................................................................. 31
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PARTE 1 – Le fatiche di Ercole
ERASMUS+ KA2 Searching for the Labours of Hercules 2014-1-TR01-KA201-012990
Spagna – Introduzione : Le fatiche di Ercole
Tempio di Zeus a Olimpia. Ricostruzione delle Metope degli studenti dell’ IES Jándula
Eracle (Ἡρακλῆς in Greco), e in Latino Ercole, fu il più famoso di tutti gli eroi dell’antichità. I miti legati alla sua figura sono tra I più diffusi: le sue gesta furono note non solo nelle terre mediterranee, ma nei più remoti paesi del mondo antico. Ogni nazione, nell’antichità così come in tempi moderni, aveva ed ha qualche mito di eroi di forza e potenza sovrumana. Mentre nelle più antiche leggende greche Ercole è un eroe esclusivamente umano, conquistatore di uomini e città, successivamente appare come vincitore di animali mostruosi ed è collegato a vari fenomeni astronomici. Eracle era figlio di Zeus e Alcmene di Tebe in Beotia ed era il preferito di suo padre. Mentre suo marito Anfitrione era lontano da Tebe, Zeus una notte, che fece durare altre tre notti, visitò Alcmene e assumendo l’aspetto di Anfitrione, la sedusse.
Come risultato, Alcmene diede alla luce due bambini, Ercole, figlio di Zeus, e Ificle, figlio di Anfitrione, di una notte più giovane di Ercole. Ercole è spesso ritratto con una nodosa mazza, una faretra piena di frecce e con la pelle di un leone di cui indossa, a volte, la testa come cappuccio. Porta spesso la barba e ha occhi molto grandi.
Euristeo, che era diventato re in sua vece ed era suo nemico, gli ordinò di portare a termine dieci fatiche. Ercole superò tutte le prove, ma secondo Euristeo due non valevano perchè Ercole era stato aiutato, perciò gliene furono imposte altre due, che Ercole completò.
Perchè 12 fatiche? In un attacco di follia, indotto da Era, Ercole uccise i suoi stessi figli avuti da Megara e due figli di Ificle. Preso dalla disperazione, per il dolore si auto-condannò all’e-silio. Poi consultò l’oracolo di Delfi per sapere dove stabilirsi. La Pizia prima lo chiamò Ercole (gloria di Era) – il suo nome era stato Alcide – e gli ordinò di servire Euristeo, re di Tirene e Micene per dodici anni, alla fine dei quali sarebbe diventato immortale.
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Ercole davanti al Parlamento dell’Andalusia a Siviglia.
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Italia – Uccidere il leone di Nemea Il primo compito assegnato ad Ercole da Euristeo fu di riportare la pelle del feroce leone che minacciava la città di Nemea (Νεμέα), nel Peloponneso nordorientale. Il leone era stato generato da Tifone (Τυφῶν), un orribile mostro, padre di mostri, ed era invincibile. Sulla via di Nemea, Ercole fece sosta a Cleone, nella casa di un povero lavoratore, Molocco. L'ospite si offrì di compiere un sacrificio a Zeus per propiziare la caccia al leone. Se Ercole avesse fallito e fosse morto, Molocco avrebbe offerto un sacrificio a lui, come ad un eroe. Appena giunto a Nemea, Ercole avvistò lo spaventoso leone e immediatemente scoccò una freccia, ma ben presto capì che le armi erano inefficaci contro un animale invulnerabile. Quindi afferrò la clava e cacciò il leone in una caverna con due accessi. Ercole ostruì un accesso e combatté contro la belva a mani nude. Al termine di una lotta feroce, afferrò il leone e stringendolo forte tra le braccia lo strangolò.
Ercole si appoggiò il leone sulle spalle e si diresse a Cleone. Il trentesimo giorno trovò Molocco sul punto di sacrificare una vittima per l'eroica morte di Ercole e insieme compirono un sacrificio all'onnipotente Zeus. Infine Ercole fece ritorno a Micene con la sua preda, con grande stupore di Euristeo. Messo in grande allarme dalla forza di Ercole, il re Euristeo rifiutò di incontrare l'eroe: gli proibì di entrare in città e ordinò che le spoglie del leone fossero esposte fuori dalle mura. Inoltre il re Euristeo si fece costruire un'enorme botte di ferro che fece seppellire sotto terra per nascondersi dalla furia di Ercole in caso di bisogno.
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Da quel giorno Ercole indossò la pelle del leone “sulle spalle, nascondendo i suoi capelli biondi nelle feroci fauci [della belva]”. (Euripide) In questa veste Ercole è raffigurato nei dipinti e nelle sculture sia antiche che moderne.
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Romania: Uccidere l’idra di Lerna Il re Euristeo si consigliò con la vendicativa dea Era su cosa far fare ad Ercole come seconda delle dieci fatiche previste dalla sacerdotessa Pizia del tempio di Deli come pena per espiare la sua colpa. Vollero che lui incontrasse l’Idra di Lerna, una creatura mostruosa, un serpente d’acqua che Era aveva allevato per lottare con Ercole. Uccidere l’animale con nove teste era il compito che l’eroe senza paura doveva affrontare. Come aveva fatto un tempo uno dei suoi gloriosi predecessori – Perseo, che aveva sconfitto la Medusa (un mostro con la testa di donna che uccideva con il suo sguardo letale chiunque la guardasse negli occhi) – Ercole aveva il quasi impossibile compito di annientare un feroce animale che viveva in una palude, che avrebbe attaccato il bestiame.
Ercole doveva obbedire in modo da meritare la sua assoluzione per l’uccisione di sua moglie e dei bambini. Così partì per scovare l’Idra! Ma non partì da solo. Il suo devoto cocchiere Iolao lo guidò a Lerna. Ercole scoprì che l’Idra abitava in una tana su una collina oltre le fonti dell’ Amimone. L’animale aveva un corpo enorme e nove tentacoli con in cima una testa. L’odore del suo corpo uccideva chi ne respirava le esalazioni pestilenziali. Ercole attirò il mostro fuori dalla tana bersagliandola con tizzoni ardenti. L’idra uscì fuori in preda all’ira lanciando lingue velenose contro di lui. Gli si attorcigliò attorno ai piedi tentando di immobilizzarlo, ma lui colpì i tentacoli con la sua potente clava facendola ruggire dal dolore.
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Ercole sapeva che otto delle nove teste dell’Idra erano mortali e una era immortale. Lui la colpì più forte che poté, ma i tentacoli non si facevano decapitare facilmente. Sfortunatamente, quando colpiva una testa con la sua clava, ne ricrescevano altre due al suo posto. Un enorme granchio, amico del mostro, venne in suo aiuto e morse il piede di Ercole. L’eroe chiese aiuto a Iolao. Questi bruciò con una torcia i tentacoli decapitati, affinché non spuntassero più nuove teste. Così Ercole riuscì ad mozzare tutte le teste, tranne quella immortale. Alla fine, tagliò anche questa usando una falce d’oro. Seppellì questa testa sotto una roccia e poi intinse alcune sue frecce nella bile del cadavere del mostro.
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Ungheria – Catturare la cerva d’oro di Artemide Come terza fatica a Ercole fu imposto di recarsi a Enoe, catturare la cerva di Cerinea e portarla viva a Micene. L'animale, dalle agili zampe e dal manto maculato, con zoccoli di bronzo e corna d'oro, aveva l'aspetto di in cervo ed era sacro ad Atremide. Da bambina la dea Artemide aveva visto cinque cerve, grandi come tori, pascolare sui ciottoli neri lungo le rive del fiume Anauro in Tessaglia. Si era messa a cacciarle. L'agile dea riuscì a catturarne quattro a mani nude e le aggiogò al suo carro.
Ercole e la cerva di Cerinea, dipinto di Adolf Schmidt del XIX secolo nella sua collocazione architettonica.
La quinta, che Artemide non riuscì a raggiungere, si rifugiò a Chelada, sull'altra sponda del fiume, sulla collina di Cerinea. Il mito racconta che fu la dea Era a volere questo, avendo già in mente le dodici fatiche di Ercole.
La storia racconta che Ercole non intendeva uccidere o ferire l'animale, giacché doveva compiere la sua impresa senza ricorrere alla violenza. Egli inseguì senza sosta l'animale per un intero anno e l’inseguimento lo portò fino in Istria e nelle terre degli Iperborei. Alla fine l'animale d'oro, ormai stanco, si rifugiò dalla lunga fuga sul monte Artemisio per riposare. Quando la cerva assetata discese a bere nel fiume Ladon, Eracle imbracciò l'arco e con una freccia le trafisse le zampe anteriori unendole insieme. Poi adagiò con cautela il corpo immobile sulle sue spalle e fece ritorno a Micene attraversando l'Arcadia. Artemide rimproverò Ercole, ma in seguito la dea accettò le sue scuse e gli permise di proseguire alla volta di Micene. Ercole cattura la cerva di Cerinea spezzando una delle sue corna d'oro sotto lo sguardo di Atena (a sinistra) e Artemide (a destra). Anfora attica decorata in nero, circa 540-530 a.C., ritenuta proveniente da Vulci.
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Spagna – Catturare il cinghiale di Erimanto L’Erimanto (in Greco, Ερύμανθος), o anche Olono (Ωλονός), è una catena montuosa nel sud dell’Acaia e nel nord est dell’Elide. Con 2.224 metri, è la quarta montagna più alta nella penisola del Peloponneso.
Ercole tentò di aiutare il suo amico e precedentemente maestro, ma la ferita non guariva e Chirone sembrava destinato ad una vita eterna di sofferenza, perchè era immortale.
Mentre era in cammino a caccia del cinghiale, Ercole si fermò a visitare il suo amico Folo, un centauro che viveva in una grotta vicino al monte Erimanto.
Dopo aver mangiato un buon pasto, e nonstante gli avvertimenti di Folo, Ercole aprì un barile di vino appartenente ai centauri. Essi si infuriarono e attaccarono selvaggiamente Ercole che riuscì a superarli e li cacciò a Malea, casa di Chirone. Per sbaglio Chirone fu colpito al ginocchio da una delle frecce avvelenate di Ercole.
Avendo catturato con successo il cinghiale, Ercole lo legò e lo portò a Euristeo. Un soggetto preferito dai pittori di vasi: Ercole che porta il cinghiale Erimanteo ad Euristeo, il quale si nasconde dentro un vaso pithos interrato chiedendo a Ercole di liberarsi del cinghiale.
Chirone (Χείρων) era il capo dei centauri, il più anziano e il più saggio tra i centauri, una tribù di creature metà uomo e metà cavallo. Egli era un grande insegnante che fece da mentore a molti grandi eroi mitici come Giasone, Peleo, Achille ed Ercole. Dopo la sua morte gli fu dato un posto da Zeus tra le stelle come costellazione del Sagittario o Centauro. Queste creature – metà uomo, metà cavallo – erano molto aggressive e bellicose, Chirone e Folo ne erano le uniche eccezioni.
Come consiglio su come catturare il cinghiale Chirone gli aveva detto di guidarlo nella neve alta, particolare che colloca questa impresa nel pieno dell’inverno.
Qui Ercole porta il cinghiale vivo ad Euristeo ed Euristeo si nasconde dentro un vaso di bronzo. A diffrenza di Ercole, era un personaggio debole.
Ercole e Folo, 520–510 a.C.
Comunque Zeus consentì che Promete assumesse l’immortalità di Chirone, così il Centauro fu liberato dalla sua agonia e morì. Quando Ercole si allontanò, Folo, esaminando una delle frecce avvelenate, se la fece cadere sul piede e morì. Così quando Ercole ritornò lo trovò morto. Seppellì il suo amico centauro e proseguì nella caccia del cinghiale.
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Ricostruzione della Metopa del Tempio di Zeus a Olympia (ca. 468-456 BC)
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Spagna – Pulire le stalle di Augia La quinta fatica di Ercole fu di pulire le stalle di Augia. Questo compito doveva apparire sia umiliante (anziché sensazionale come le precedenti fatiche) che impossibile, giacché l'immortale bestiame, che gli dei avevano reso immune dalle malattie, produceva un'enorme quantità di letame. Augia (in Greco Antico Αύγείας), il cui nome significa “Luminoso”, era il re dell'Elide. Le sue stalle, che ospitavano da sole il maggior numero di capi di tutto il paese, non erano mai state pulite. Anche se questa potrebbe sembrare una fatica minore o meno nota, in realtà è quella rappresentata nel modo più vario, spesso con intento comico o satirico, su pubblicazioni, illustrazioni, caricature, medaglie e francobolli.
Ercole ebbe una brillante idea e riuscì nell'impresa deviando i fiumi Alfeo e Peneo perché le loro acque lavassero via lo sterco. Augia era furibondo perché aveva promesso a Ercole un decimo dei suoi capi di bestiame se avesse portato a termine il lavoro in un solo giorno. Poiché Augia non rispettò l'accordo, appena compiuta l'impresa Ercole lo uccise e ne affidò il regno al figlio Fileo, che era stato esiliato per essersi schierato dalla parte di Ercole, contro suo padre Zeus.
Particolare del mosaico romano ritrovato a Lliria, Museo Archeologico Nazionale, Madrid
Pindaro scrive nelle sue Odi che Ercole fondò poi i Giochi Olimpici in onore di suo padre. Insegnò agli uomini a lottare e misurò lo stadio, stabilendo la lunghezza della pista. Ai primi giochi Ercole fu l'unico atleta in gara. Non fu un problema per le gare di corsa e di lancio, ma fu impossibile organizzare incontri di lotta finché Zeus non scese in campo contro Ercole. Lo scontro si concluse alla pari. La lunghezza della pista olimpica è di 192 metri, corrispondenti alla distanza che Ercole riusciva a correre tutto d'un fiato o a 600 dei suoi piedi.
Stadio Olimpico, Olimpia
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Ungheria – Uccidere gli uccelli del lago Stinfalo Il lago si trova nei pressi di Stinfalo nel nord est dell’Arcadia. E’ circondato da fitte foreste e coperto da canne e giunchi. Innumerevoli uccelli vivevano sulle sue sponde: quando si mettevano in volo, oscuravano il cielo. Questa moltitudine di uccelli non poteva essere domata con la forza per il gran numero. L’ulteriore fatica di Ercole consisteva nell’attaccare e cacciare ancora una volta qualcosa di letale. Quando tutti gli uccelli del lago di Stinfalo si alzavano in volo, oscuravano il cielo proprio come le innumerevoli anime che arrivavano nel paludoso Acheronte al confine con l’aldilà. A Occidente, dove Elios tramonta, inizia l’impero dei morti. Qui erano state erette statue di vergini con gambe di uccello e si pensava che quegli uccelli ghiotti di carne umana fossero stati le pericolose, mortali sirene della palude. Le loro piume e i loro becchi erano di duro metallo, perciò chiunque venisse attaccato rimaneva ferito. Combattere con loro era senza speranza dato che quando qualcuno scoccava una freccia, loro gli rilanciavano contro migliaia di piume taglienti .
Ercole attacca gli uccelli lanciando la fionda oppure sta combattendo con loro usando la clava, sebbene le sue armi più potenti fossero arco e frecce. Ercole porta la carcassa degli uccelli a Micene per provare che ha portato a termine l’impresa. Quindi, arrampicandosi su un albero nella foresta di Stinfalo, Ercole battè forte dei crotali di bronzo, spaventando gli uccelli e snidandoli dagli alberi, poi li trafisse con arco e frecce mentre gli roteavano attorno. Gli uccelli sopravvissuti rimasero così spaventati che volarono via e non fecero mai più ritorno al lago di Stinfalo.
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Possiamo avere maggiori informazioni sugli uccelli Stinfalidi dal viaggiatore greco del II secolo d.C. Pausania, che descrisse un tipo di uccelli del deserto Arabico chiamato Stinfaleo. Erano feroci come leoni e leopardi e, secondo, Pausania, erano molto simili a quelli sconfitti da Ercole. ”Volano l’uno contro l’altro ferendosi e e uccidendosi con i becchi metallici. Qualunque armatura di bronzo o di ferro viene trafitta dagli uccelli: ma se si intesse un abito di spesso sughero, i becchi degli uccelli Stinfalidi restano intrappolati nel sughero... Questi uccelli sono grandi quanto una gru e sono simili agli ibis, ma i loro becchi sono più potenti, non ricurvi come quelli dell’ibis.” (Pausania)
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Italia – Catturare il toro di Creta Particolare del mosaico romano del III secolo d.C. ritrovato a Lliria, Museo Archeologico Nazionale, Madrid La sesta fatica di Ercole fu quella di attraversare il Mediterraneo fino all'isola di Creta (Κρήτη), catturare il toro di Minosse e portarlo al re Euristeo. Secondo alcune leggende, quello era il toro inviato da Zeus per trasportare sua madre Europa (Εὐρώπη) sulla sua groppa fino all'isola di Creta. Secondo altre fonti, era invece il toro donato a Minosse da Poseidone, il dio olimpico degli Oceani, perché fosse offerto in sacrificio. Vedendo la bellezza dell'animale, Minosse preferì risparmiargli la vita e sacrificare un altro toro al suo posto. Poseidone, offeso, fece sì che il toro devastasse Creta. La moglie di Minosse, Pasifae, innamoratasi dell'animale, generò il Minotauro, la creatura mostruosa dalla testa di toro imprigionata nel Labirinto.
Minosse voleva tenere il toro per sé, ma dopo un breve combattimento Ercole lo catturò e lo portò al re Euristeo, che in seguito lo liberò. Il toro vagò fino a Sparta e dall'Arcadia fino a Maratona, nell'Attica, dove minacciava gli abitanti.
Fu l'eroe ateniese Teseo ad uccidere successivamente il toro di Creta a Maratona e il Minotauro a Creta.
Ercole e il Minotauro, Porta di San Michele, Palazzo Imperiale, Vienna
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Romania: Rubare le giumente di Diomede Il re Euristeo assegnò una nuova fatica ad Ercole, dopo la cattura del toro Cretese: condurre a Micene le quattro giumente del re tracio Diomede. Erano cavalle selvagge che non si nutrivano di piante. Ercole raccolse dei volontari e partì verso il regno dei Bistoni, dove governava il re Diomede. I Traci abitavano un territorio che si stendeva a nord e nord est del Peloponneso. Ercole attraversò l’Egeo per raggiungere quel regno lontano. Ercole era certo che il re Diomede non avrebbe ceduto volentieri i suoi preziosi cavalli selvaggi senza combattere. Tuttavia non sapeva che quei cavalli erano così selvaggi perché si nutrivano di carne umana. Diomede aveva la fama di essere figlio di Ares, re della guerra. Le quattro indomabili giumente si chiamavano Podargo (la Veloce),
Lampon (la Splendente), Xantho (la Gialla) e Deino (la Terribile) ed erano incatenate a una mangiatoia di bronzo. Ercole e i suoi compagni andarono alla mangiatoia dove erano legate le giumente e uccisero gli stallieri del re. Poi Ercole spezzò le catene e guidarono le guimente verso la riva del mare dove era ancorata la loro nave. Comunque il re scoprì subito il furto di Ercole e con il suo esercito di Bistoni andò a salvare le cavalle. Ercole affidò le giumente al suo compagno Abdero e andò a combattere Diomede e la sua armata.
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Sconfisse I Bistoni e il loro re Diomede, uccidendo molti guerrieri e costringendo il resto alla fuga. Quando ritornò nel luogo dove aveva lasciato Abdero, lo trovò morto, divorato dalle cavalle. Rattristato dall’evento, Ercole lo seppellì e fondò la città di Abdera, in memoria del suo amico fidato. Quindi Diomede fu dato in pasto alle giumente, che in questo modo furono calmate da Ercole. Infine Ercole fece ritorno a Micene con le cavalle domate. Ma il re Euristeo le lasciò libere. Esse vagarono lungo le falde del monte Olimpo, diventando preda di bestie feroci.
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Turchia – Ottenere la cintura di Ippolita
Admete, la figlia di Euristeo, voleva che il padre le procurasse la magica cintura della regina delle Amazzoni, Ippolita. La magica cintura era stata donata alla regina Ippolita da suo padre Ares, il dio della guerra. Chiunque la avesse indossata sarebbe stato il più forte dei guerrieri. Euristeo ordinò a Ercole di procurargli la magica cintura di Ippolita. Le Amazzoni erano le figlie del dio Ares e della ninfa Armonia. La terra di questa stirpe di fiere donne guerriere era la città di Temiscira sulla costa del Ponto Eusino (sul Mar Nero), presso la foce del Termodonte. Queste donne guerriere saccheggiavano le città e vivevano dei bottini di guerra. Gli uomini erano per loro o schiavi o servi, li incontravano soltanto per concepire. Se nasceva una bambina, veniva fatta crescere e le veniva insegnato a combattere. Se nasceva un maschio, veniva ucciso o mutilato.
Le Amazzoni erano abili nel combattimento sia a piedi che a cavallo. A loro veniva tagliato il seno destro perché potessero più facilmente tendere l’arco. In realtà il nome Amazzone deriva dal termine ’a-mazos’ (μαζός), che significa ’senza seno’. Ercole giunse nella città delle Amazzoni con i suoi compagni, che furono ospitati cortesemente. Quando la regina Ippolita conobbe il motivo per cui era venuto, accettò di dargli la sua cintura.
Tuttavia Era, che seguiva Ercole fin dalla sua infanzia ed era gelosa dei suoi successi, rovinò tutto. Affermò che Ercole si era recato là per rapire la regina e da ciò scaturì una battaglia tra le Amazzoni e i compagni di Ercole. Altre fonti narrano che Ercole rapisse Ippolita e la portasse in moglie a Teseo. In ogno caso, Ercole portò a termine l’impresa e consegnò la cintura ad Admete.
Da: Tanrıların Öyküsü, Derman Bayladı
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Italia – Sicilia – Rubare le mandrie di Gerione Meanwhile, Hercules was searching for the runaway animal Hephaestus, and went after the bull Per portare a termine la sua decima fatica, Ercole dovette arrivare ai confini del mondo. Euristeo ordinò all’eroe di portargli le mandrie del mostro Gerione. Sembra che Gerione avesse tre teste e tre paia di gambe unite alla vita. Gerione viveva in un’isola chiamata Erizia, dove teneva una mandria di bestiame rosso custodita da Ortus, un levriero a due teste, fratello del cane Cerbero. Apollodoro racconta che Ercole costruì due enormi montagne, una in Europa, l’altra in Libia. Altri racconti dicono che spezzò una montagna in due, dando così origine alle Colonne d’Ercole e allo Stretto di Gibilterra. Il furto delle mandrie non fu tanto difficile, paragonato alle difficoltà che Ercole incontrò nel ricondurre la mandria in Grecia. In Liguria, due figli di Poseidone, re del mare, tentarono di rubargli i buoi, cosicché Ercole fu costretto a ucciderli. A Reggio, un bue si perse e saltò in mare. Nuotò verso la Sicilia e poi raggiunse il paese vicino. Il termine indigeno per bue era “Italo” e così quella terra fu chiamata Italia.
Il bue fuggiasco fu trovato da Erice, un figlio di Poseidone, che lo accolse nella sua mandria. Nel frattempo Ercole era alla ricerca dell’animale fuggito. Lo trovò nella mandria di Erice, ma il re lo avrebbe restituito solo se l’eroe lo avesse battuto lottando con lui. Incapace di evitare un combattimento, Ercole lo battè tre volte, uccise il re e riportò il bue nella sua mandria. Raggiunto il limite del Mar Ionio, Ercole vedeva finalmente davanti a sè la fine del suo viaggio.
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Tuttavia Era non voleva che Ercole completasse la sua fatica. Mandò una zecca ad attaccare i buoi e la mandria si disperse per ogni luogo. Ercole dovette percorrere tutta la Tracia per recuperare le mucche fuggite, ma alla fine riuscì a radunare la mandria. Piangendo sui suoi guai sulle rive del fiume Strimone in Tracia, lo riempì di rocce e lo rese non navigabile. Infine Ercole portò le mandrie di Gerione a Euristeo, che le sacrificò a Era. Gli antichi non raccontano quanto tempo sia occorso ad Ercole e a Europa per recuperare le forze dopo questa tremenda impresa.
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Italia – Sicilia – Rubare i pomi d’oro delle Esperidi Come riportano il poeta GrecoSiciliano Stesicoro, nel suo poema ‘Gerioneide,’ e il geografo greco Strabone, nella sua ‘Geografia’ (volume III), il giardino delle Esperidi era situato presso Tartesso, una località collocata nella parte meridionale della penisola Iberica. Il Giardino delle Esperidi era il frutteto di Era a occidente, dove crescevano, o su una singola pianta o nell’intero frutteto, le mele d’oro che garantivano l’immortalità.
Euristeo ordinò a Ercole di portargli le mele d’oro che Era aveva donato a Zeus in occasione delle sue nozze. Ma Era non avrebbe mai permesso ad Ercole di rubarle. Esse erano custodite in un giardino ai confini settentrionali del mondo ed erano protette da un drago dalle cento teste, Ladone, e dalle Esperidi, figlie di Atlante, il titano che sorreggeva il cielo e la terra sulle sue spalle. La prima difficoltà di Ercole fu scoprire dove si trovasse il giardino. Viaggiò attraverso la Libia, l’Egitto, l’Arabia e l’Asia, scontrandosi con vari contendenti. Nel proseguire la sua ricerca, Ercole fu fermato da Anteo, figlio di Poseidone, dio del mare, che lo sfidò a combattere. Ercole lo sconfisse in un incontro di lotta sollevandolo da terra e scaraventandolo al suolo, poichè quando Anteo toccava terra riprendeva energia e diventava più forte. Ercole raggiunse quindi la roccia sul Monte Caucaso dove era imprigionato Prometeo. Prometeo, che aveva rubato il segreto del fuoco agli dei, era stato condannato da Zeus.
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Prometeo era incatenato alla montagna e ogni giorno un’aquila mostruosa gli mangiava il fegato. Questo durava da trenta anni, finchè Ercole non uccise l’aquila. Come segno della sua gratitudine, Prometeo rivelò ad Ercole come raggiungere le mele. E così Ercole raccolse le mele e scappò, portandole senza altri ostacoli a Euristeo. C’era un solo problema finale: siccome appartenevano agli dei, le mele non potevano rimanere presso Euristeo. Dopo tutte le peripezie a cui Ercole era andato incontro per recuperarle, le dovette restituire ad Atena, che le riportò nel giardino ai confini settentrionali del mondo.
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Turchia- Catturare il cane Cerbero Come ultima impresa, la più ardua, il re Euristeo chiese ad Ecole di scendere nell’Oltretomba e di portargli Cerbero. Cerbero era il mostruoso cane con tre teste e la coda di serpente, posto a guardia delle porte degli Inferi. Appena ebbe accettato di compiere questa fatica, Ercole entrò nell’Oltretomba in compagnia di Ermes. Superarono disgustose colate di fango e di lava e quando raggiunsero il trono di Ade, il grande dio degli Inferi, Ercole gli rivelò il motivo della sua visita. Ade acconsentì che Ercole portasse Cerbero sulla terra, a condizione che catturasse il mostruoso cane da guardia senza usare armi. Tuttavia sconfiggere il mostruoso cane Cerbero dalle tre teste e dalla coda di serpente era impossibile, perché il suo spaventoso ringhiare faceva tremare di paura chiunque si avvicinasse.
Senza armi, usando solo la sua pelle di leone come scudo, Ercole si avvicinò al cane mostruoso che ringhiava selvaggiamente.
Lo afferrò per il collo e, nonostante i morsi ricevuti, Ercole gli strinse il collo così forte che Cerbero credette di morire e si sottomise. Ercole incatenò il cane mostruoso, lo trascinò fuori dall’Oltretomba e lo portò in Tessaglia. La bava avvelenata del cane feroce avvelenava le piante. Vedendo che Ercole aveva portato a termine la difficile impresa di catturare il cane, il re Euristeo fu sorpreso e spaventato e preferì rimandare il mostruoso animale dell’Oltretomba nel Tartaro.
Fonte: Klasik Yunan Mitolojisi, Şefik Can
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PARTE 2 – Ercole vicino a noi
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Turchia – Ercole a Zonguldak ERACLEA PONTICA
PROSSIMA TAPPA
Ci sono molte imperdibili località dal valore storico e culturale nei dintorni di Ereğli. Tra queste, Amasra, Akçakoca, Safranbolu e l’Antica Tios.
Safranbolu TRACCE DI ERCOLE Secondo la leggenda, nel 1200 a.C. Ercole compì la sua impresa più rischiosa in una caverna ad Ereğli, quando il re Euristeo gli ordinò di scendere nell’Oltre-tomba e di catturare una belva chiamata Cerbero. Nel 1938, Eduard Bore, un viaggiatore che visitò la città, si fermò ad Ereğli tre giorni e individuò la caverna.
Ereğli è situata sulla costa, ad est della città, nella provincia turca di Zonguldak.
Nata come piccolo borgo di pescatori, dopo la scoperta dei giacimenti di carbone nella regione nel 1829, è stata trasformata in una città industriale e commerciale con l’apertura degli Impianti per la produzione di Ferro e Acciaio e la creazione dell’Ente Turco per il Carbone. La regione è inoltre diventata un importante nodo commerciale, essendo situata in posizione strategica per i trasporti, il che ha favorito lo sviluppo commerciale delle sue città a livello mondiale. Inoltre, grazie alla fertilità del terreno, noci e fragole sono tra i prodotti che si coltivano ad Ereğli.
Fu fondata come città-stato greca intorno al 560-558 a.C. e prese il nome da Eracle, che gli antichi credevano fosse da qui sceso negli Inferi attraverso una grotta.
Impianti per la produzione di ferro e acciaio ad Ereğli
TOPONOMASTICA Ereğli era nota come Eraclea Pontica. Si sa che venne fondata nel 550 a.C., come confermano tutte le fonti. Il suo nome, che deriva dal leggendario eroe greco Ercole (in Latino Hercules), fu trasformato in “Ereğli” per distinguerla da altre località chiamate Eraclea in Anatolia.
Essendo situata sulla costa del Mar Nero, Ereğli ha un clima mite con piogge abbondanti ed è per questo circondata da fitte foreste.
Mappa della Città
Cehennemağzı
Il nome era Eraclea Pontica, che significa “Ereğli sul Mar Nero”.
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Turchia – Ercole a Zonguldak
COME ARRIVARE Ereğli non è lontana da Istanbul e si trova a sole 4 ore dalla capitale della Turchia, Ankara. Da Istanbul si prende la metropolitana dall’Aeroporto Atatürk alla Stazione degli Autobus Esenler e poi da qui il pullman per Zonguldak.
CURIOSITA’ Non dimenticate di acquistare un abito confezionato in Elpek, una stoffa usata da secoli in Anatolia.
“La Bocca dell’Inferno” è tra i luoghi da non perdere.
Per arrivare a Ereğli da Ankara basta prendere il pullman.
Inoltre, sono da visitare:: 1-il Museo Locale di Ereğli 2-il Palazzo di Eracle 3-la Torre del faro Çeştepe 4-la Cisterna Bizantina 5-il Monumento a Crispo
SOGGIORNO Ereğli è un’attrazione turistica per coloro che cercano bellezze naturali e culturali durante tutto il corso dell’anno. Molti hotel sono situati lungo la costa, come l’Hotel Grand Ereğli, l’Elif Otel, il Grand Ahos Hotel, l’Hür Hotel, il Büyük Anadolu Ereğli Hotel.
Punto di incrocio tra le più importanti città, Ereğli è una destinazione turistica imperdibile nella regione del Mar Nero per le splendide spiagge, il sole e i lussuosi alberghi.
Non dimenticate inoltre di assaggiare la “Fragola Ottomana”, altrimenti detta “Frutto dei Re“, una varietà indigena del luogo.
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Italia – Ercole a Desenzano del Garda Fu costruita alla fine del I secolo a.C., ma i resti visibili oggi risalgono al IV secolo d.C. I suoi mosaici policromi rappresentano scene di vita quotidiana dei Romani che abitarono in questa area. Il giardino era decorato da una statua in marmo di Ercole.
CURIOSITA’ L’Ercole con la barba di Desenzano è probabilmente la copia di una statua greca. Opere simili si possono ammirare in vari musei in tutto il mondo.
Il centro storico di Desenzano offre scorci caratteristici, come il Porto Vecchio o il nuovo porto con il Faro.
Statua di Ercole con la barba che indossa la pelle di leone e tiene in mano una cornucopia nell’Antiquarium della Villa Romana.
DESENZANO DEL GARDA Desenzano è una cittadina sulle sponde del Lago di Garda, situata nell’Italia settentrionale tra Brescia e Verona, non lontana da Milano e Venezia. Il Castello è stato costruito con una doppia funzione: in caso di attacco prestava rifugio ai cittadini, che durante la guerra continuavano ad abitarvi. Oggi il cortile del castello viene usato come teatro all’aperto o come cinema nella stagione estiva. La Villa Romana di Desenzano è una delle ville meglio conservate dell’Italia settentrionale.
Da qui si può raggiungere a piedi il Duomo oppure si può trascorrere piacevolmente il tempo in qualche caffè o tra i negozi. TOPONOMASTICA Il nome Desenzano deriva probabilmente da Decentius, che si ritiene fosse il proprietario della Villa Romana.
Ercole con la barba nella collezione del Metropolitan Museum of Art di New York
Sin dalla fine del IV secolo a.C., i colti e ricchi Romani desideravano circondarsi di opere d’arte ispirate alla cultura greca.
TEMPO LIBERO A Desenzano ci sono mille modi di trascorrere il tempo libero al lago o sulle montagne che distano pochi chilometri. In estate si può godere delle spiagge attrezzate, dove tra l’altro si possono praticare la vela e il windsurf. In alternativa, si può prendere il traghetto per visitare le pittoresche località che si affacciano sulle sponde del Garda. In inverno, basta un’ora di auto per raggiungere le piste da sci del Monte Baldo o delle Alpi.
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Verso la fine del II secolo d.C. la richiesta di repliche di statue greche era enorme: nicchie ornate di statue di marmo o di bronzo decoravano le case private e gli edifici pubblici in tutto l’Impero.
INFORMAZIONI TURISTICHE iat.desenzano@provincia.brescia.it
Via Porto Vecchio, 34 25015 Desenzano del Garda Tel. +39 030 3748 726
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Italia – Ercole a Mantova CURIOSITA’ Mantova ha dato i natali a Publio Virgilio Marone, il poeta latino dell’Età Augustea autore del poema epico Eneide, uno dei maggiori poeti classici.
MANTOVA Mantova è una città situata nell’Italia Settentrionale, sulle sponde del fiume Mincio, a poca distanza dal Lago di Garda. La leggendaria figura di Ercole ha ispirato i pittori e gli scultori del Rinascimento che hanno avuto il compito di esaltare la fama della famiglia regnante, i Gonzaga. ITINERARIO A Mantova la storia si respire in ogni angolo: nei suoi monumenti, nelle sue chiese, nei due palazzi, Palazzo Tè e Palazzo Ducale, e nella Cattedrale, la Basilica di sant’Andrea.
Il Palazzo Ducale fu la residenza ufficiae della famiglia Gonzaga. Comprende diversi appartamenti e il Castello di San Giorgio, affrescato dal pittore italiano Andrea Mantegna. La Camera degli Sposi custodisce un famoso ritratto della famiglia Gonzaga.
Anche altri famosi artisti italiani, quali Andrea Mantegna, Leon Battista Alberti e Giulio Romano hanno vissuto e operato a Mantova, contribuendo alla creazione del cospicuo patrimonio artistico della città. Ogni anno a Settembre Mantova ospita il Festivel della Letteratura, durante il quale si possono incontrare scrittori famosi e acquistare libri di ogni genere. Mantova ospita anche un Mercato dell’Antiquariato, con rari oggetti e abiti vintage.
INFORMAZIONI TURISTICHE www.turismo.mantova.it Piazza Mantegna, 6 46100 Mantova Tel. +39 0376 432432 e.mail: info@turismo.mantova.it
Palazzo Tè venne costruito nel XV secolo come stalla per i famosi cavalli della famiglia Gonzaga, che governò Mantova dal XIV al XVIII secolo. Per volere di Federico II Gonzaga, l’architetto italiano Giulio Romano lo trasformò in un palazzo dedicato alle cerimonie di corte e allo svago. Le sue sale monumentali, la Camera di Amore e Psiche, la Sala dei Cavalli, decorata con sei Fatiche di Ercole, contengono gli affreschi più belli e offrono un grandioso esempio dell’arte italiana del tempo, impegnata a riprodurre i temi classici.
GASTRONOMIA Mantova è famosa per due specialità gastronomiche: la Sbrisolona, una torta a base di mandorle, e i tortellini, pasta fresca con un ripieno di carne, verdure o zucca e formaggio. Da non perdere!
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Spagna – Ercole ad Andújar TRACCE DI ERCOLE ANDÚJAR
TOPONOMASTICA
Il fiume Guadalquivir, la catena della Sierra Morena, la cappella della Virgen de La Cabeza, gli uliveti e l’olio d’oliva sono i principali punti di riferimento di Andújar.
Il nome Andújar deriva dal toponimo iberico “Andura“ (and +uhar), che significa Ricco di acqua. Questo prefisso era comune nelle lingue pre-romanze.
La cittadina vanta una splendida eredità culturale che va dalla preistoria e dall’epoca romana ai resti della dominazione degli Almohadi, all’architettura cristiana riconoscibile nelle sue eleganti torri, nei palazzi, nelle chiese e nelle dimore. Il Vecchio Ponte
Ercole di Manuel López
Questo speldido ponte sul Guadalquivir potrebbe avere origini romane. Costruito con blocchi di arenaria, è noto come il Ponte Romano. I Bastioni
Il Palazzo Sirvente de Mieres E’ un palazzo barocco del XVIII secolo, situato nel centro della città, con una facciata in arenaria. E’ conosciuto come la casa di D. Francisco de Mieres y Cárdenas. Ercole, la scultura realizzata da Manuel López, si erge in cima alla facciata a guardia dell’edificio. Attualmente il palazzo ospita un accogliente Residence.
Progettati dagli Almohadi all’inizio del XII secolo, sono realizzati con antica pietra romana. Oggi restano alcune torrette e tratti di mura. La Chiesa di San Michele Il disegno gotico del pavimento, la facciata laterale e il tetto sono ben conservati.
Sotto la dominazione musulmana Andura si trasformò in “Andūšar”. Il nome definitivo fu attribuito dopo la Reconquista.
PRODOTTI TIPICI La produzione di ceramiche risale all’epoca romana. E’ oggi fiorente la lavorazione artigianale della pelle, del cuoio e del legno d’olivo. La produzione di miele è inoltre rilevante. Sono degni di menzione alcuni pezzi di porcellana e ceramica, come i vasi a grottesca e i fischietti a forma di cavallino.
PRODOTTI GASTRONOMICI La gastronomia tipica comprende la cacciagione, le melanzane, la tradizionale crema di pomodoro nota come Salmorejo, la zuppa a base di aglio e mandorle, l’arrotolato di carne ripieno detto «Flamenquín».
Il Salmorejo
MAPPA DELLA CITTA’
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Spagna – Ercole ad Andújar INFORMAZIONI TURISTICHE Ufficio Turistico Comunale Torre dell’Orologio (Torre del Reloj), PiazzaSanta María Tel. 953504959 Aperto Lun-Ven: 9-14; 17-19 Sab:9-14,30 www.andujar.es Centro Visitatori Parco Naturale Strada per il Santuario Viñas de Peñallana, Km. 12 953539628 Basilica-Santuario Virgen de la Cabeza Strada per il Santuario, Km.32 953549015 http://www.santuariovirgencabez a.org/ Musei Museo d’Arte Antonio González Orea, Antica Chiesa dei Cappuccini (Via Calancha) Mostra dell’Archeologo Professor Sotomayor, Casa di Don Gome (Via Maestra) COME ARRIVARE Stazione degli Autobus Avenida de Sevilla, 27 953513072 Stazione Ferroviaria Polígono Industrial la Estación, s/n 902432343 http://www.renfe.com/
Lince Iberica ANDÚJAR
NOTIZIE CURIOSE
La Torre dell’Orologio Fu costruita nel 1534 come omaggio della città al re Carlo V. Ha un magnifico quadrante in stile Plateresco, ma l’orologio è ora privo di meccanismo. La torre ha una semplice struttura, in pietra e mattoni a strati alterni. La Chiesa di Santa María Originariamente in stile Gotico, come è evidente dai supporti alla base delle volte, fu solo nel XVI secolo che il tempio acquistò la maestosità che lo caratterizza oggi. Ospita un dipinto di El Greco. La Casa di Don Gome Nella sua architettura, che risale al XVII secolo, si fondono motivi classici e arabi.
Parco Naturale Sierra Morena Sulle colline che circondano Andújar predominano le querce e i sugheri. Sono inoltre presenti una grande varietà di uccelli e c’è abbondanza di cacciagione (cinghiali, cervi). Vive qui la maggior parte delle Linci iberiche della Spagna. Santuario e Pellegrinaggio (Romería) Situato a 32 Km da Andújar, ricostruito dopo la Guerra Civile Spagnola, il Santuario risale al XIV secolo. E’ la meta di un noto e gremito pellegrinaggio annuale dedicato alla Virgin de la Cabeza (la Morenita), che si svolge l’ultima Domenica di Aprile.
PROSSIMA TAPPA
Il Municipio Completato nel 1639, era il “Corral de Comedias”, il luogo dove le classi privilegiate assistevano a spettacoli e ricorrenze religiose. E’ stato trasformato in Municipio nel 1791. Municipio
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Ubeda y Baeza, fanno parte del Patrimonio UNESCO dell’Umanità e sono uno dei rari esempi dell’influsso Rinascimentale in Spagna.
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Sicilia – Ercole a Catania TRACCE DI ERCOLE A CATANIA
CATANIA
PRODOTTI TIPICI
Catania è conosciuta per la sua storia sismica, fu distrutta dal terremoto del 1669 e dall’eruzione del 1693.
La storica famiglia Grasso, pupari di Aci Reale, da anni crea i famosi Pupi Siciliani, esibendosi al Teatro dell’Opera dei Pupi.
Sono presenti nella
Artigiani locali realizzano oggetti in pietra lavica.
INFORMAZIONI TURISTICHE www.apt.catania.it Sito ufficiale http://www.comune.catania.it sono presenti nella Collezione Ignazio Paternò Castello al Castello Ursino (Statue e ceramica greco-romane) Ignazio V, principe di Biscari (Catania 1719 - 86) fu il primo archeologo italiano. Fece degli scavi a Catania (anfiteatro, terme). Nel 1758 aprì ufficialmente il suo museo dove raccolse tutto ciò che aveva scoperto. La collezione divenne così importante che scienziati e intellettuali come Goethe e Vivant Devon la andarono a visitare nel Grand Tour.
IL MONTE ETNA L’Etna è il vulcano più attivo al mondo ed è costantemente in eruzione. Nel 2013 è diventato sito mondiale Unesco.
TOPONOMASTICA La parola Katane (Greco: Κατάνη), significa grattugia, terreno irregolare, pietre aguzze. Queste ultime etimologie sono giustificate dal fatto che Catania è sempre stata ricostruita con la sua tipica lava nera.
TEATRO GRECO Palazzo Biscari E’ stato il palazzo della famiglia Paternò Castello dopo il terremoto del 1693. Il nuovo palazzo fu costruito a ridosso delle mura della città. Nel palazzo venne installata la prima mostra archeologica.
Fu costruito sulle fondamenta di un teatro greco. I sedili originari sparirono perchè vi furono costruiti sopra edifici. Nella parte centrale c’è una sorgente d’acqua che forma un laghetto.
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COME SI ARRIVA Aeroporto internazionale "Vincenzo Bellini" Fontanarossa Catania Tel. +39 095 0937023 Stazione Centrale FF.SS Piazza Giovanni XXIII Catania
CUCINA TIPICA Ha una forte connotazione araba: Pasta alla Norma e granita, un sorbetto di vari sapori. Le arance Tarocche sono preziose per il colore sanguigno. Il cibo più famoso è l’arancino.
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Sicila – Ercole a Siracusa SIRACUSA Museo Paolo Orsi
Il più grande Museo Archeologico della Sicilia si trova a Siracusa (Parco Landolino, Via Teocrito n. 66, 96 100).
TOPONOMASTICA L’etimologia di Siracusa è Incerta; sembra che derivi da "Sirokos" (il vento di Scirocco), oppure più verosimilmente il nome deriva da Syraka, la palude tra i fiumi Anapo e Ciane. Alcuni scienziati sostengono che il nome abbia origini fenicie e significhi “Roccia dei Gabbiani”.
MUSEO DI AIDONE Il piccolo museo di Aidone è prezioso per gli straordinari resti archeologici. Uno di essi è il cratere dipinto da Eutimide, un vero tesoro a testimonianza del mito di Ercole. Si tratta di un raro capolavoro firmato da un pittore di vasi molto conosciuto in Grecia. Nel mondo ne esistono solo pochi esempi ed uno di essi è quello di Aidone. Mostra Ercole che uccide un’Amazzone. Il cratere di Eutimide fu rinvenuto da Justin Walsh, che iniziò a lavorare a Morgantina nel 1999. Justin Welsh ha continuato a studiare la ceramica e il suo ruolo nel mondo antico, sia nella vita quotidiana che nel commercio su larga scala. Il suo primo lavoro sul sito fu di catalogare la ceramica nera Ateniese per Carla Antonaccio. Ha anche partecipato agli scavi alla Cittadella e a Serra Orlando.
MORGANTINA La locallità e il nome
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Morgantina è un’antica città della Magna Grecia, vicino al territorio di Aidone. E’ stata costruita sulle pendici del monte Cittadella. Il nome potrebbe derivare dai suoi abitanti, chiamati “Morgeti”.
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Monumenti La località di Morgantina fu scoperta dai ricercatori dell’Università di Princeton. Alcuni importanti resti appartengono agli edifici pubblici intorno alla piazza dell’Agorà, al teatro e ad altri monumenti del XIV secolo a.C. Il Teatro E’ stato probabilmente costruito da Archela nel 310 a.C. in pietra calcarea ed è suddiviso in due parti: superiore e inferiore. Entrambe si appoggiano a una dolce pendenza della sponda rocciosa, rinforzata con sabbia e terra. Questi materiali erano contenuti da spesse mura, il cui peso era sostenuto da contrafforti.
PROSSIMA TAPPA AGRIGENTO Agrigento era la città principale della Magna Grecia. Il più importante sito archeologico è La Valle dei Templi con i suoi sette imponenti Templi, il più antico dei quali è il Tempio di Ercole, distrutto da un terremoto. Oggi ne rimangono otto colonne.
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Romania – Ercole a Cluj-Napoca Situata nel ‘cuore’ della Transilvania, sulle rive del fiume Someşul Mic, Cluj-Napoca è un importante centro culturale, come è testimoniato dalla presenza dell’Università “Babeş - Bolyai”, la più grande Università romena, del Teatro Nazionale, del Teatro Nazionale dell’Opera Romeno, del Teatro di Stato e del teatro dell’Opera Ungherese, oltre che dall’esistenza di numerosi musei. Palazzo Banffy Costruito tra il 1774 e il 1785 intorno a un cortile rettangolare dal Duca György Banffy, Governatore del Principato di Transilvania, il palazzo è considerato l’edificio barocco più rappresentativo della Transilvania. La facciata in stile Rococò è ornata dallo stamma della famiglia Banffy e da sei statue di personaggi mitologici greci: Ercole, Apollo, Ares, Atena, Artemide, Perseo. Dal 1951 il palazzo ospita il Museo d’Arte di Cluj-Napoca, che custodisce una preziosa eredità culturale con opere di pittori Romeni ed Europei e una collezione di arte grafica e decorativa dal XV al XX secolo. La Galleria Nazionale è situata in 21 sale al secondo piano dell’edificio. Completamente rinnovata, è stata riaperta al pubblico nel Gennaio 1996. Offre una sintesi di quattro secoli di arte Romena, con particolare riguardo ai fenoimeni artistici della Transilvania. Il Museo comprende le opere di molti importanti artisti romeni, quali Nicolae Grigorescu, Ştefan Luchian, Dimitrie Paciurea, Theodor Pallady e altri.
L’Università “Babeș-Bolyai” di Cluj-Napoca Fondata nel 1872 come Università “Francesco Ferdinando” di Cuj, l’istituto di istruzione superiore ha preso il nome di Università “Babeș-Bolyai” nel 1959. L’edificio monumentale che la ospita in stille neo-Rinascimantale è stato costruito tra il 1893 e il 1903. Il Teatro Nazionale Romeno Costruito in stile Neo-BaroccoRococò sotto l’influenza della Secessione, l’edificio è stato realizzato tra il 1904 e il 1906. Ha una capienza di 1000 spettatori, con palchi distribuiti su tre livelli. Cluj-Napoca, la “Capitale Europea della Gioventù”per il 2015, offre ai visitatori varie aree ricreative, come l’Orto Botanico “Alexandru Borza”, il Parco Cittadino, il colle Cetăţuia. Il Colle Cetăţuia offre ai turisti uno splendido panorama della città. L’immagine della città è anche contrassegnata dal moderno Complesso Sportivo polifunzionale, teatro di numerosi eventi sportivi e culturali, e dalla Arena di Cluj – uno stadio di livello internzionale.
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MAPPA DELLA CITTA’
TOPONOMASTICA Il nome della città deriva dall’antico nome Dacio Napoca e da Cluj (clus - clausa, che indica in Latino un luogo chiuso e angusto). La sua prima attestazione documentata risale al 1275, come Villa Kluswar. La città ha avuto diverse denominazioni nel corso dei secoli: Napoca (in Dacio), Napocensis (in Latino), Kolozsvar (in Ungherese), Klausenburg (in Tedesco). Il suo nome attuale, Cluj-Napoca, che riflette il contributo dei due principali gruppi etnici che costituiscono la nazione Romena, le è stato attribuito nel 1974. Alla città venne attribuito lo status di Municipium Romano nel 124 d.C. COME ARRIVARE “Aurel Vlaicu” International Airport 149-151 Traian Vuia street, Cluj-Napoca www.airportcluj.ro Stazione Ferroviaria Cluj-Napoca 1-3 Piazzale della Stazione, www.cfrcalatori.ro INFORMATIONI TURISTICHE Tourist Information Center 6-8 Eroilor blvd, Cluj-Napoca tel. +4 0264 452244 Aperto: Lun-Ven: 8:30 - 20:00 Sab-Dom: 10:00 – 18:00 www.visitcluj.ro www.visitclujnapoca.ro
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Romania – Ercole a Cluj-Napoca PRODOTTI TIPICI
L’Orto Botanico “Al. Borza”
NOTIZIE CURIOSE
La linea di cosmetici “Gerovital”, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo viene prodotta dalla ditta “Farmec”, fondata nella nostra città nel 1945.
E’ stato fondato nel 1920, dopo l’unione della Transilvania al regno di Romania, e si è sviluppato nel tempo sia come attrazione turistica che come importante sede di attività didattiche e scientifiche. Attualmente ospita circa 10 000 specie di piante, che ne fanno uno dei più prestigiosi orti botanici al mondo.
La foresta di Baciu
Un altro marchio locale riguarda il “Formaggio di Năsal ”, unico al mondo grazie alle straordinarie proprietà di fermentazione della grotta naturale di Ţaga, nei pressi di Cluj, dove questo particolare tipo di formaggio viene preparato e conservato fino alla maturazione. GASTRONOMIA I piatti tradizionali locali sono vari e ricchi di aromi. Solleticano il palato la “Verza a la Cluj”, un piatto formato da strati di verza o crauti, carne macinata e riso, cotti al forno e serviti caldi con aggiunta di panna.
Chi è alla ricerca di un momento di introspezione e pace spirituale si può rifugiare in una delle numerose chiese della città: la Cattedrale Metropolitana Ortodossa, la Chiesa cattolica di San Michele, la Cattedrale GrecoCattolica della Trasfigurazione, la Chiesa Riformata, la Chiesa Evangeica Luterana, la Sinagoga Neolog.
Situata ad est della città, la Foresta di Baciu è stata collocata al quinto posto tra i luoghi più spaventosi al mondo, a causa di alcuni fenomeni paranormali che vi si sono verificati: vari avvistamenti di UFO e misteriose apparizioni di fantasmi. Il luogo è considerato una porta di passaggio tra la Terra e il Cielo. PROSSIMA TAPPA Le Gole di Turda Una riserva naturale sulle sponde del fiume Hășdate, situata 6 Km a ovest di Turda e circa 15 km a sud-est di Cluj.
La Cattedrale Ortodossa La cattedrale Ortodossa Metropolitana è stata costruita tra il 1923 e il 1933 in stile Romeno Brâncovenesc, una sintesi dell’architettura Rinascimentale e Bizantina.
La Miniera di Sale di Turda Il Museo Storico delle Miniere di Sale fa ora parte dell’Orto Botanico Al. Borza.
La Chiesa Cattolica-Romana di San Michele
Questo piatto è sempre accompagnato da una fetta fumante di “pane di mais”, una specialità tradizionale preparata con farina di mais, farina di frumento, patate bollite e sale, lievitati e cotti nel forno a legna.
Considerata uno dei più maestosi edifici Gotici della Romania, è lunga 70 metri e larga 80.
Prodotti tradizionali dell’artigianato locale, come stoviglie e decorazioni in legno e ceramica (cucchiai, ciotole, pentole), abiti tipici confezionati su misura (bluse, cinture, grembiuli) possono essere ammirati e acquistati nella Piazza del Museo.
L’edificio, in stile Barocco, fu costruito tra il 1775 e il 1779 su commissione dei Frati Minori Cattolici Romani. Nel 1924 il Papa Pio IX ha consegnato il luogo di culto alla Chiesa Cattolica Greca perché fungesse da cattedrale per l’Esarcato di Cluj-Gherla.
La Chiesa dei Frati Minori
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La Cascata Vălul Miresei (Il Velo da Sposa) La Cascata supera i 30 metri in altezza.
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Ungheria – Ercole a Budapest Zsigmond Strobl Kisfaludi (18841975), due volte insignito del Premio Kossuth, è considerato in patria e all’estero un grande scultore ungherese. Aveva un particolare talento nel raffigurare il movimento, nel creare personaggi e nel cogliere simboli.
Zsigmond Strobl Kisfaludi: Arciere (1918-19). L’Arciere imita le sembianze di Ercole nel momento in cui mira agli uccelli del lago Stinfalo, letali mangiatori di uomini. E’ stato ispirato dall’Ercole che scocca una freccia (1912), una statua dello scultore francese Émile-Antoine Bourdelle (USA, New York Metropolitan Museum of Art). Il movimeto dellì’arciere ne rivela lo sforzo, con le dita tese che hanno appena rilasciato la corda e la bocca aperta dalla quale sembra di udire il grido di vittoria, proveniente dal profondo dell’anima, con il quale Ercole sconfigge gli uccelli.
Nel 1925 la statua è stata collocata sull’Isola Margit, di fronte alla pista dell’Associazione Sportiva Ungherese di Atletica. In seguito danneggiata, nel 1929 la statua è stata acquistata dalla città, rifatta in bronzo e collocata di fronte all’ingresso della Pista di Pattinaggio sul Ghiaccio (di cui si vede la cupola sullo sfondo). Nel 1926 un ricco magnate americano ha acquistato la statua e l’ha portata negli Stati Uniti. Se ne trovano copie a Santa Barbara, a Los Angeles presso l’Università della California, a San Pietroburgo nei Giardini dell’Ermitage, a Giacarta di fronte al Palazzo del Governo, a Zalaegerszeg presso il Centro Sportivo, a Mosca e al Museo Nazionale di Stoccolma.
La Piazza degli Eroi e il Castello di Vajdahunyad, situati al centro del Parco Cittadino, sono stati costruiti per celebrare il millenario dell’896, anno in cui gli Ungheresi conquistarono il bacino dei Carpazi. In seguito il compresso di edifici è stato arricchito con un laghetto artificiale, la pista di pattinaggio su ghiaccio, lo Zoo e l’Orto Botanico di Budapest, il Circo della Città di Budapest, il Luna Park, il Complesso Termale e la Piscina di Széchenyi, il Museo di Belle Arti e la Galleria d’Arte. Inoltre, all’interno del Parco si trovano anche il Museo dei Trasporti e l’Auditorium Petőfi. Maggiori informazioni: http://www.budapest.com/budap est_kalauz/latnivalok/varosliget.h u.html Notizie storiche sulle statue e il Parco Cittadino, informazioni su attività culturali e ricreative, cartine: http://varos liget.info. QR code del Parco Cittadino
DA VISITARE Il Parco Cittadino è un punto di riferimento a Budapest. E’ stato il primo parco al mondo aperto al pubblico. Racchiude un’area di 100 ettari nel XIV Distretto. All’interno di questa area, nel parco vero e proprio di circa 81 ettari, si possono ammirare oltre 6500 piante. Con le sue eleganti statue e i famosi monumenti, quest’area costituisce per la capitale un autentico centro culturale e artistico.
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ALTRI LUOGHI DI INTERESSE http://www.szepmuveszeti.hu http://www.mucsarnok.hu http://www.zoobudapest.com http://www.mmkm.hu/index.p hp/hu/kozlekedesimuzeum http://www.mezogazdasagimuzeu m.hu/article.php?article_id=1 http://www.petoficsarnok.hu http://www.szechenyifurdo.hu http://www.varosligetcafe.hu
ERASMUS+ KA2 Searching for the Labours of Hercules 2014-1-TR01-KA201-012990
Ungheria – Ercole a Visegrád La fontana subì modifiche per la prima volta nel 1526, quando i Turchi ne spostarono alcune parti sul lato a nord-est del cortile. In seguito, quando il palazzo fu distrutto la fontana restò sepolta dai detriti. I frammenti originali sono attualmente custoditi in una sala all’angolo nord-est del cortile, mentre nella collocazione originale si può ammirare una copia ricostruita.
Intorno al 1484, nel luogo in cui sorgeva una fontana costruita all’epoca del Principe Sigismondo, è stata eretta la Fontana di Ercole, in marmo rosso. Il suo creatore, Giovanni Dalmata, originario di Trau (l’attuale Trogir, in Croazia) faceva parte del gruppo di scultori Italo-Dalmati che lavoravano al Palazzo di Mattia. La Fontana di Ercole è stata la prima opera Rinascimentale realizzata fuori dall’Italia. La scultura che la sovrasta, decorata con lo stemma di Mattia, rappresenta Ercole che combatte contro l’Idra di Lerna. L’eroe ha le sembianze di un bambino, che ricordano Corvin János, figlio di Mattia e erede al trono. Dopo la vittoria sugli Austriaci – rappresentati dall’Idra – nel 1485, Mattia fece il suo ingresso trionfale nella Vienna conquistata. Secondo lo storico di corte Antonio Bonfini, Ercole era un antenato degli Ungheresi e Mattia stava difendendo la cultura europea allo stesso modo in cui Ercole l’aveva difesa dai conquistatori.
Visegrád, una cittadina tardomedievale situata 43 Km a nord di Budapest nel punto più suggestivo dell’ansa del Danubio, era il quartier generale dell’Ungheria Medievale. All’epoca di Costantino il Grande, sulla collina di Sibrik i Romani costruirono una fortificazione, detta Novatus, la maggiore costruzione sul limes che correva lungo il Danubio. Il primo documento in Latino che fa riferimento a Visegrád risale al 1009. Il nome, di origine slava, significa “Fortezza alta”. Il nome assunto dalla città nel XIV secolo ha lo stesso significato: “Altum Castrum”. Il complesso del castello visibile oggi fu costruito da Bela IV e da sua moglie, la regina Maria, nell’anno 1250. Il complesso racchiude la Fellegvár (Cittadella), che si erge su una altura di 320 m, l’Alsóvár (Castello Basso) sulla sottostante collina Várhegy (Colle del Castello) e il Vízibástya (Bastione sull’Acqua) che domina la riva del Danubio.
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Nel 1335 si tenne qui l’Incontro dei Re con Károly I (Carlo I). All’invito del re ungherese risposero il re ceco Giovanni e il re polacco Casimiro. Il castello, una delle più belle residenze europee del XIV secolo, fu in seguito decorato con cimeli Rinascimentali del re Mattia.
INFORMAZIONI TURISTICHE www.visitvisegrad.hu. Eventi culturali Oltre ai concerti, l’epoca Romana viene rievocata dai Quadriburgiumi Játékok (Giochi Quadriburgici) e il Medioevo dai Palotajátékok (Giochi del Palazzo): http://www.palotajatekok.hu. Luoghi di interesse La Cittadella (Fellegvár), l’Orto Botanico Bertényi Miklós (www. parkerdo.hu), il Palazzo Reale, Alsóvár, la Torre di Salomone, la Chiesa Arcidecana, il Forte Romano sul colle di Sibrik e il castello (www.visegradmuzeum. hu); Palotaház (www.palotahaz. hu); il punto panoramico Zsitvay (www.kilato.hupont.hu). Specialità http://www.bobozas.hu http://www.canopy.hu http://www.visegradgokart.hu http://www.extrabringa.hu http://www.zugfozdevisegrad.hu http://pocketguideapp.com/en/ visegrad?l=huhttp://www.visitvis egrad.hu/editor_up/Terkep http://www.atlantisclubkft.hu http://www.renvisegrad.hu http://www.visitvisegrad.hu/sza badido/Kornyek.html