Tutto_Misure n.1 - 2022

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Mario Savino

Storia del Gruppo Misure Elettriche ed Elettroniche (GMEE) Quinta parte – Gli anni precedenti alla transizione

FIFTH PART: THE DIFFICULT TRANSITION YEARS The paper follows the first four parts of the history of GMEE (Group of Electrical and Electronic Measurements) published on Tutto_Misure. It refers to the years from 1991 to 1992 relevant to the second part of Luigino Benetazzo Presidence, with Andrea Taroni as secretary. Those years were the initial ones of the “Ruberti reform” of the Italian University and required many changes. This is the reason why also this fifth part of this story refers to Luigino Benetazzo Presidence. RIASSUNTO L’articolo è il seguito delle prime quattro parti della storia del GMEE (Gruppo di Misure Elettriche ed Elettroniche) pubblicate su T_M. Fa riferimento agli anni che vanno dal 1991 al 1992, i secondi della presidenza del gruppo da parte di Luigino Benetazzo con Andrea Taroni come segretario. Quegli anni furono quelli iniziali della riforma Ruberti dell’Università italiana e richiesero molti cambiamenti. Questo è il motivo per cui anche la quinta parte di questa storia riguarderà la presidenza di Luigino Benetazzo. INTRODUZIONE

Come riportato nella quarta parte di questa storia, Luigino Benetazzo, è stato il terzo presidente del GMEE, con Andrea Taroni segretario. Gli anni della presidenza Benetazzo furono caratterizzati da così tante innovazioni che è stato necessario dedicarvi due puntate di questa storia. Nel seguito si racconta soprattutto dei problemi legati alle vicissitudini relative alla formazione dell’area di “Scienze e Ingegneria della Informazione”, con il passaggio del raggruppamento “Misure Elettriche ed Elettroniche” (MEE) dal settore I (industriale) all’area chiamata K (informazione). Allo scopo di chiarire le motivazioni culturali, e non solo accademiche, alla base di questa scelta è opportuno fare una precisazione. Prima della nascita del GMEE, gli insegnamenti di misure nelle Facoltà d’Ingegneria, come ricordato nelle parti precedenti di questa storia con le parole di Angelo Barbagelata, erano prevalentemente quelli di Misure Elettriche. Spesso le misure erano considerate competenze necessarie, ma

re gli orizzonti culturali del gruppo nella prospettiva di portare a compimento quel processo, tra le ragioni della sua nascita, di promozione della scienza delle misure anche in aree non strettamente elettriche. IL DIFFICILE CAMMINO VERSO LA TRANSIZIONE

Come si è visto nelle precedenti parti di questa storia, le attività del GMEE venivano concordate in seno al Consiglio Scientifico (CS) del gruppo. Era il luogo in cui si discutevano, talvolta anche animatamente, gli aspetti culturali, le linee verso cui indirizzare la ricerca e la didattica e anche aspetti più legati agli “affari correnti”, come ad esempio la ripartizione tra le varie sedi dei finanziamenti ricevuti dai progetti di ricerca comuni. Questi anni, densi di novità e trasformazioni, videro quindi un rapido susseguirsi di riunioni del CS, riunioni di cui si tenterà tra l’altro di fornire una sintesi. Il 12 aprile 1991 si tenne, nel Dipartimento di Elettronica del Politecnico di Torino, una di queste riunioni. La prima parte fu dedicata alla ripartizione dei fondi MURST PRIN 40% con le sedi di Roma, Brescia, Napoli e Firenze scelte per quell’anno, con l’assegnazione di più della metà dei fondi corrisposti dal Ministero: Bari (Savino 15 M£); Bologna (Mirri 12 M£); Brescia (Bussolati 38 M£); Firenze (Iuculano 38 M£); Milano Politecnico (Brandolini 15 M£); Napoli (Cennamo 38 M£); Padova (Benetazzo 15 M£, coordinatore); Palermo (Nuccio 15 M£); Pavia (Bossi 12 M£); Pisa (Moretti 10 M£): Roma “La Sapienza” (Zappitelli 38 M£); Torino Politecnico

ancillari ai diversi settori ingegneristici e quindi prive di quella “dignità” culturale di materia basilare, al pari per esempio dell’elettrotecnica, delle macchine e degli impianti elettrici, dell’elettronica, dei campi elettromagnetici e delle telecomunicazioni. La nascita del GMEE permise, grazie alla lungimiranza dei padri fondatori, di abbattere quelle strumentali barriere che avevano rallentato la diffusione della cultura metrologica, non solo nel settore elettronico-informatico ma anche all’interno della nostra nazione. L’unificazione con i pochi misuristi elettronici (in primis, con Luigino Benetazzo) e con i meccanici-termici in seguito, e il coinvolgimento degli Istituti Metrologici prima e dell’INRiM poi, hanno fatto sì che sempre più imprese e anche rappresentanti delle Istituzioni abbiano compreso l’importanza della cultura e delle competenze misuristiche come leva di sviluppo industriale ed elemento abilitante per competere nel mercato globale. La scelta del GMEE di entrare nella nuova area dell’Informazione, come si vedrà nelle pagine Politecnico di Bari che seguono, servì proprio ad allarga- mario.savino@poliba.it T_M

N.

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