Novembre 2014
Stampato in proprio
RESTAURATO IL CROCIFFISSO DI VIA CASTRUCCIO Un pezzetto di storia riaffiora dal Passato
É stato restaurato, con il contributo di “Fucecchio Riscopre” e del “Rotary Club” sezione di Santa Croce sull’Arno e Fucecchio, il crocifisso di via Castruccio, probabilmente risalente al 1700. Il restauro eseguito dalla pittrice Lidia Cinelli, ormai esperta in restauri anche molto difficili e diretta nei lavoro dalla fucecchiese Architetto Ilaria Barnini, insuese DOC, che con onore ha visto riportare alla luce questo pezzo di storia, sotto la guida della sovraintendenza dei beni culturali Cristina Gnori. Un restauro molto difficile, visto che il Cristo in Croce era ormai quasi tutto deteriorato, infatti solo la parte superiore era sopravvissuto al deterioramento, quindi tutto il resto è andato alla completa fantasia dell’artista. Il restauro è stato possibile grazie anche all’intervento dell’associazioni “Fucecchio Riscopre” dal Rotari Club sezione Fucecchio e Santa Croce e dalla Nobile Contrada
Sant’Andrea che insieme hanno contribuito alla raccolta dei fondi necessari perché l’opera fosse restaurata in tempi brevi. Ma le sorprese per il centro storico non sono finite, si amplia di altri 18 posti il CESAT, il Centro Artoprotesico di Eccellenza diretto dal Prof Marcucci. È stato infatti inaugurato, alla presenza delle 12 contrade, di Don Andrea Cristiani e del Sindaco Spinelli il nuovo reparto ristrutturato dell’Ospedale Igneo e il nuovo complesso operatorio che
porta al dimezzamento dei tempi di attesa per gli interventi all’anca e al ginocchio. Un polo di alta tecnologia, primo in Europa in struttura che comprende anche la sala del cammino, dove viene misurato, tramite telecamere a infrarossi e un tappeto per la misurazione della forza della camminata, riescono a misurare la forza che l’arto danneggiato impone durante lo sforzo e a creare una protesi adatta al paziente. In più sarà anche un polo di studio, infatti studenti dal tutto il mondo vengono per studiare la tecnologia del professor Mannucci. Ringraziamo quindi la fondazione “In Cammino” per l’impegno e l’obbiettivo portato avanti affinché il Cesat sia una realtà territoriale e che non smetta di crescere sempre più.