Paris en bleu photographs par
Umberto Armiraglio
Paris en bleu photographs par
Umberto Armiraglio Per me tutto è cominciato a Parigi. Intendo tutto, perchè la fotografia è non solo un lavoro ma qualcosa che occupa direttamente o indirettamente ogni momento della mia vita, compresa quella onirica. E la data non è approssimativa; si tratta del maggio 1982. Per un ragazzino di 12 anni, curarsi della macchina fotografica che il padre gli ha affidato, con o scopo di documentare la gita scolastica a Parigi, è una fastidiosa incombenza; pensando in particolare alle eventuali conseguenze di un suo smarrimento. La magia della fotografia però ha i suoi effetti da subito; quello che doveva essere lo svolgimento di un compito quasi imposto, diventa un gioco estremamente coinvolgente, al punto di trasformare la fotocamera in un oggetto inseparabile e prioritario per poter guardare. Si aggiunga lo stupore ed il compiacimento del risultato ottenuto e della possibilità di conservare quelle “viste mediate”. In effetti non erano delle esatte riproduzioni di quanto osservato dal vero e l’errore di trasposizione su carta fotografica le rendeva ancora più magiche, attribuendo loro una seconda vita, alternativa alla prima e decisamente meritevole d’esistere.
1982
Guardare o raccontare? Forse tutte e due le necessità e finalità. La fotografia come mezzo per affermare la propria identità e per cercare consenso da parte di chi ne sarà destinatario. Quanto sopra è la conclusione riguardo alla nascita e alla natura stessa della fotografia. Per quanto molti non lo ammettano, la fotografia esiste nel momento in cui è ipotizzata la presenza di un osservatore, non già di un fotografo che la realizzi. Sono certo di poter affermare che nessuno scatterebbe una fotografia se non avesse quantomeno la remota speranza che qualcun’altro la veda ed esprima una qualunque forma di apprezzamento. Se la fotografia è un medium di comunicazione, è evidente che servano i due attori: un emittente e un destinatario (ricevente). Di nuovo Parigi. Quando un ragazzo raggiunge i 18 anni e stringe in mano la tanto agognata patente di guida, comincia finalmente a possedere il primo vero strumento di libertà. Libertà di viaggiare, di esplorare, di scoprire oppure di ritrovare. Ebbene, il mio primo viaggio da guidatore ebbe come meta proprio Parigi. Non so ancora quanto fosse una destinazione voluta o casuale ma le cose andarono così e fu un rinnovato amore per i boulevard e le piccole rue che stavolta potevo conquistare con la sicurezza di chi le viveva quotidianamente. Avevo davvero la sensazione di farne parte e di non aver niente a che fare con il semplice turista condotto da una guida o un capogruppo.
1982
Per ritornarci dopo alcuni anni, c’è voluto un regalo di compleanno; il mio a me stesso, in occasione di Paris Photo nel 2010. Quella fu un’opportunità di tre giorni per poter andare a memoria. La piantina della città serviva solo come sporadico riscontro, ogni luogo che cercavo si trovava esattamente dove ricordavo. Facendo un calcolo approssimativo del mio percorso, mi risulta di aver camminato per più di 45 chilometri con la mia Hasselblad e altri dodici chili di attrezzatura scattando la prima serie delle immagini di questo libro.
non vedremmo la solida maestosità, dentro e attorno a Parigi. Come sempre il tempo svolge la sua funzione di ammorbidire le transizioni, anche le più drammatiche e la vita tra i bistrot (piacevole nome che rievoca l’invasore russo) è parte fondamentale del quotidiano incontrarsi e godere la vita che passeggia davanti.
“Qui comincia ad apparire Parigi. La via larghissima, la doppia fila degli alberi, le case allegre; tutto è nitido e fresco, e da tutto spira un’aria giovanile. Si riconoscono al primo sguardo mille piccole raffinatezze di comodità e d’eleganza, che rivelano un popolo pieno di bisogni e di capricci, per il quale il superfluo è più indispensabile del necessario e che gode la vita con un’arte ingegnosa.” Un’impressione sintetica di Edmondo De Amicis, estrapolata dai suoi “Ricordi di Parigi”, descrive bene la sensazione che si prova quando lo sguardo si sposta dalla città ai parigini. E’ difficile schematizzare e riunire in definizione gli abitanti di un contenitore che non ha una sola forma; e la generalizzazione non rappresenta certo uno strumento di analisi. Essere francese è diverso dall’essere parigino, quanto essere del 14° arrondissement ha poco a che vedere con l’essere un residente del Marais; ma vedendolo per strada, un parigino o meglio una parigina, sono inconfondibili. Ma come si fa ad essere parigini? Di certo non occorre essere nati nell’Ile de France; di sicuro non servono discendenze ma altrettanto certo è che non sia facile essere parte di quella moltitudine che sembra muoversi costantemente, ignorando con serafico distacco chi è li solo per guardare. Charles Baudelaire ha usato l’arte della scrittura per manifestare la sua sensazione di esclusione da quel mondo tanto prossimo al suo sguardo e alla sua vita quotidiana, quanto lontano e irraggiungibile. Per lui la soluzione era una: “Bisogna sempre essere ubriachi. Tutto qui: è l’unico problema. Per non sentire l’orribile fardello del Tempo che vi spezza la schiena e vi tiene a terra, dovete ubriacarvi senza tregua. Ma di che cosa? Di vino, poesia o di virtù : come vi pare. Ma ubriacatevi”. Stordirsi per non essere storditi, agire ed essere protagonisti per non subire, essere individui in una collettività per essere artefici in modo democratico e attivo del luogo condiviso. Gli ideali riassunti nel motto “Liberté, Égalité, Fraternité” sembrano però stridere di fronte ai simboli concreti e tangibili che rappresentano l’ideale della città nell’immaginario collettivo e universale. Fosse stato per la volontà collettiva, la Tour Eiffel non esisterebbe; fosse stato per il rispetto di migliaia di parigini e delle loro abitazioni i Boulevards non sarebbero mai stati tracciati da Haussmann con tale autorità; fosse stato per il popolo rivoluzionario, delle architetture imperiali 14 luglio 1989
rue Saint-Martin
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rue Saint-Martin
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rue Saint-Martin
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Hotel Amiot - boulevard de Strasbourg
rue Du Faubourg Montmartre
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place du Ch창telet
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quai des Grands Augustins
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quai du Louvre
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Louvre
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Jardin des Tuileries
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rue de Rivoli
Musee du Louvre
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Jardin des Tuileries
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Jardin des Tuileries
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Jardin des Tuileries
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place de la Concorde
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quai de Gesvres
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quai de la MĂŠgisserie
quai des Grands Augustins
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pont des Arts
quai Malaquais
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quai Malaquais
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quai des Grands Augustins
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quai des Grands Augustins
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quai des Grands Augustins
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quai des Grands Augustins
bateau et quai du Louvre au fond
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maison sur l’eau - rive droite
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maison sur l’eau - rive droite
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voiture sur l’eau - rive droite
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petit bateau sur l’eau - rive droite
terrasse sur l’eau - rive droite
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porte-voix sur l’eau - rive droite
proue du navire - rive droite
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table et chaises sur l’eau - rive droite
arrosoir sur l’eau - rive droite
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Pont Alexandre III - rive droite
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personne ne va cĂŠlĂŠbrer - rive gauche
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nappe jaune - rive gauche
“Petite Vitesse� - rive droite
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Le capitaine de la fenĂŞtre - rive gauche
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“Metamorphosis” - rive gauche
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près du Pont Neuf - rive gauche
la cheminĂŠe fumer - rive gauche
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Pont de la Concorde - rive droite
Pont Alexandre III - rive droite
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Pont Alexandre III - rive droite
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Pont Neuf - rive droite
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Pont Au Change - rive droite
ancre blanc - rive droite
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place Louis Aragon
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place Louis Aragon
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Avenue des Champs Élysées
Anvers - boulevard de Rochechouart
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Galeries Lafayette - rue de la Chaussée-d’Antin
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Grand Palais
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Petit Palais
Grand Palais
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Basilique du Sacré-Cœur - Pl. Saint Pierre
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Basilique du Sacré-Cœur - rue Du Faubourg Montmartre
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Vue par rue Maurice Utrillo
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rue Foyatier
Vue par rue Maurice Utrillo
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rue Foyatier
rue Gabrielle
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Place Vend么me
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“Le Progrès” - rue Yvonne le Tac
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“Royal Montmartre” - rue Du Faubourg Montmartre
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“La parisienne” - rue de Bièvre
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“Restaurant Polidor� - rue Monsieur Le Prince
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“Les Philosophes” - rue Vieille du Temple
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“Le St. Andre” - rue Suger
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maison illuminĂŠe
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lampadaire ĂŠclairĂŠ
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le Centre Pompidou
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la fontaine du Centre Pompidou
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rue Saint-Martin
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rue Saint-Martin
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impasse de Conti
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MusĂŠe des Arts et MĂŠtiers - rue Saint-Martin
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Place de l’hôtel de ville
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Place de l’hôtel de ville
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Tour Saint-Jacques - rue de Rivoli
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cour carrĂŠe et Pyramide du Louvre
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pont d’Arcole
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l’eau s’écoulant
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la Tour Eiffel
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la Tour Eiffel
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avenue de la Bourdonnais
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rue de l’Université
rue de l’Université
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la Tour dans le brouillard
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rue Faberet
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vue de la Tour - est
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Ă travers la tour
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vue de la Tour - sud
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vue de la Tour - sud est
vue de la Tour - sud
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vue de la Tour - est
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vue de la Tour - est
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vue de la Tour - est
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vue de la Tour - est
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vue de la Tour - sud
vue de la Tour - sud
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vue de la Tour - est
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la ville est loin
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nez vers le haut
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Jardin du Luxembourg
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Palais du Luxembourg
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Palais du Luxembourg
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Jardin du Luxembourg
Jardin du Luxembourg
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Palais du Luxembourg
Jardin du Luxembourg
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Palais du Luxembourg
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Jardin du Luxembourg
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chaise dans le Jardin du Luxembourg
chaises dans le Jardin du Luxembourg
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rue de Furstemberg
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rue de Furstemberg
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rue des Blancs Manteaux
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arbre au fond de la rue
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rue de Seine
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Mario Bros et le Centre Pompidu
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ateliers d’artistes - 59, rue de Rivoli
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ateliers d’artistes - 59, rue de Rivoli
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passage Jouffroy
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passage Jouffroy
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rue FĂŠnelon
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place Dauphine
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CathĂŠdrale Notre-Dame de Paris
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CathĂŠdrale Notre-Dame de Paris
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rue Saint-Julien le Pauvre
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la maison rose
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les portes des jardins
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avenue de Friedland
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place Saint-Sulpice
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rue du Pont Neuf
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quartier de la Defense
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la Grande Arche de la Defense
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la Grande Arche de la Defense
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la Grande Arche de la Defense
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la Grande Arche de la Defense
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Versailles
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Versailles
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