Cop craxi

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2000

gli ultimi vent’anni con Craxi

sapere

Euro 9,90

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BETTINO gli ultimi vent’anni con Craxi

ISBN 88-7673-231-4

SEGRETI E MISFATTI

Umberto Cicconi

Umberto Cicconi, nato a Roma nel 1958, fotoreporter, inseparabile e strettissimo collaboratore di Bettino Craxi, possiede uno degli archivi fotografici più completi d’Italia. Fu proprio Craxi – di cui Cicconi curò l’immagine per più di 20 anni – a inculcargli l’idea che le foto non sono solo immagini, ma soprattutto documenti. Cicconi visse per vent’anni in simbiosi con Craxi, dividendo con lui gioie e crucci, soddisfazioni e angosce. “Ci separavamo solo quando era ora di dormire – dice Cicconi – ma la mattina, quando Bettino si svegliava io ero già dietro la sua porta della stanza d’albergo con la leica a tracolla. Bettino non faceva un passo senza avermi al suo fianco”. Umberto, da giovane fotoreporter nel 1979 ha condotto inchieste fotografiche in Afghanistan e a Beirut, ha un figlio di 19 anni e vive con l’attrice Nadia Bengala, già miss italia.

77 ricordi di

Prima che dalla magistratura Bettino Craxi era stato condannato dall’establishment e da certe lobby americane, che volevano sostituirlo alla guida del Paese. Da un giorno all’altro questi gruppi di potere, storicamente caratterizzati da rivalità insanabili, divennero alleati perché accomunati da un solo obiettivo: emarginare Craxi. Anzi, eliminarlo. Era diventato troppo forte e potente e per di più era un uomo libero e con una grande dignità: doti pericolose se si propagano per il paese, se fanno crescere socialmente la gente ed evolvere gli elettori. La magistratura fu complice inconsapevole della macchinazione. Infatti, nessuno si chiese mai chi avesse redatto rapporti così particolareggiati e glieli avesse fatti graziosamente trovare sulla scrivania. Poi, quando Bettino era ormai al tappeto, si sono tutti accodati ai nuovi potenti, uomini che la generosità e l’ingenuità di Bettino avevano aiutato a emergere e che solo qualche mese prima avevano giurato fedeltà e riconoscenza. Per sei lunghi anni nelle notti insonni dell’esilio, Bettino e Umberto, hanno rievocato circostanze e incontri, dialoghi e accordi con personaggi, di cui si fidava ciecamente e che poi gli si sono rivoltati contro. Perché? Non si stancava di chiedersi. Purtroppo, nonostante la grande intelligenza e l’acume politico, Bettino era un naïf, sempre disponibile e gentile con tutti e soprattutto pronto a fidarsi. Sosteneva che la diffidenza avesse un costo troppo elevato in dispersione di energie. Era meno faticoso essere ingenuo, più conveniente prendere qualche fregatura. Dietro la maschera burbera e spesso accigliata, si nascondeva un uomo sensibile e romantico, persino un po’ timido. Dal suo metro e 90 d’altezza e con la sua corpulenza incuteva soggezione a chiunque, specie quando si arrabbiava. Ma gli durava qualche minuto: si inteneriva subito e tornava a ragionare pacatamente.

ricordi di

Umberto Cicconi


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