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ADIGE PO newS

magazine d’informazione del Consorzio di bonifica Adige Po

GLI OBIETTIVI E GLI IMPEGNI CHIARI PER IL 2017 RIPARTITI GLI INTERVENTI DEL PIANO IRRIGUO I LAVORI REALIZZATI CRISI IDRICA, QUALE LA SITUAZIONE?

gennaio 2017


Obiettivi e impegni ben chiari. Il Consorzio di Bonifica Adige Po ha fissato i traguardi

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Obiettivi e impegni ben chiari. Il Consorzio di Bonifica Adige Po ha fissato i traguardi per il nuovo anno in occasione dell’assemblea per il bilancio di previsione del 2017, che ha avuto parere favorevole. «Sarà un anno pieno di impegni per migliorare ancora e rendere efficiente e concreta la risposta che dobbiamo dare nel settore primario», ha fatto sapere Mauro Visentin, presidente del consorzio. Giancarlo Mantovani, direttore generale dell’ente, ha fatto poi il punto sul bilancio di previsione, soffermandosi in particolar modo sulla differenza di contributi che la Regione eroga all’ente consortile, sia per la bonifica che per l’irrigazione. «Un altro punto saliente - ha sottolineato il direttore generale - è la difesa idraulica, grazie alla quale tutti gli immobili non dovrebbero subire allagamenti anche se non tutti contribuiscono a livello economico».

Il presidente del Consorzio di bonifica Adige Po Mauro Visentin

Da qui un continuo monitoraggio da parte degli uffici sugli immobili fantasma. «La manutenzione delle opere - ha sottolineato Veronese - costituisce un impegno prioritario per il nostro territorio, dove è incentrata la sicurezza idraulica soprattutto contro gli agenti atmosferici». L’assemblea dell’ente, dopo i due interventi, ha dato parere favorevole all’approvazione del bilancio di previsione.

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ripartiti gli interventi del piano irriguo Piano irriguo, riprendono i lavori. Dopo la sospensione dovuta alle festività natalizie, le ditte appaltatrici hanno ripreso i lavori del Piano irriguo nazionale che, per il consorzio di bonifica Adige Po, sono giunti ad un avanzamento del 65% circa. Il presidente Mauro Visentin dichiara: “Sono ancora in corso gli interventi relativi a due concessioni statali; una riguardante la sistemazione del Ceresolo da Badia Polesine a Cavazzana e l’altra relativa le opere del Cavo maestro del bacino superiore nei comuni di Melara, Bergantino e Castelnovo Bariano. Sono invece state completate le opere relative al canale Padovani in comune di Chioggia, all’ex alveo Adigetto da Grignella a Punta Stramazzo e 5 chilometri di Cavo Maestro nei comuni di Salara e Ceneselli”. Giancarlo Mantovani, Direttore del Consorzio di bonifica Delta del PO

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E ancora: “Lungo il Ceresolo, sono in corso i presidi delle scarpate con sistemi di ingegneria ambientale. Nel Cavo Maestro sono in atto le realizzazioni del sostegno Crispa, la terza luce della chiavica Dosso Ramina ed i raccordi con i ponti Vallicelli, Ferrovia, Gavioli e Colombano”. Sono inoltre, in corso, le verifiche di tenuta idraulica di tutti i manufatti in modo tale da avere la certezza della loro efficienza per la prossima stagione irrigua. I lavori stanno procedendo secondo le previsioni progettuali e per l’estate si prevede possano essere pressoché terminati, fatti salvi interventi di dettaglio che comunque non pregiudicheranno la funzionalità delle opere realizzate.

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Completati i lavori di risanamento strutturale ponte Veratica nel Canale Cavo Maestro in comune di Salara PRIMA E DOPO Restauro conservativo del ponte Tavian Fiortao nel comune di Badia Polesine.

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PRIMA E DOPO Restauro conservativo del ponte Villafora sul confine tra i i comuni di Lendinara e Badia Polesine

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PRIMA E DOPO Manutenzione fosso privato in localitĂ Valdizzocca di Pincara.

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Espurgo Migliorina nel Comune di Polesella

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Espurgo BagnaCavalla nel Comune di Frassinelle

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Epurgo Tessarolo nel Comune di Fiesso Umbertiano

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Lavori di rinforzo arginale del Canale Ceresolo in comune di Lendinara

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Interventi di presidio di sponda

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Manufatti di sostegno Candio nel canale di collegamento Fossa Badia-Degoro nel comune di Lendinara

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Canale di collegamento Degoro - Ceresolo nel comune di Lendinara

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NON PIOVE, IN VENETO SI TEME UN ALTRO INVERNO SICCITOSO I Consorzi di bonifica del Veneto mostrano preoccupazione riguardo all’andamento climatico: negli ultimi due mesi secondo dati ARPAV, le precipitazioni sono in calo del 97% rispetto alla media. Una situazione già vista l’anno scorso che mette in serio pericolo le nostre coltivazioni. 2 millimetri: Questa la quantità di pioggia caduta dal cielo negli ultimi due mesi: mm 10-25 sul Veneto centrale, mm 2-10 sulle Prealpi, mm 1-10 nella parte meridionale veneta. Un film già visto nel 2015 che ha fatto scattare la paura di un’altra stagione invernale siccitosa. Se analizziamo la media stagionale (1994-2015) nel trimestre ottobre-dicembre del 2016 gli apporti precipitazionali sono stati di 228 millimetri ovvero del 30% inferiori alla media. Si tratta di dati che abbiamo riscontrato in misura così rilevante solo negli ultimi 2 anni. Nel 2015 infatti, i mm di pioggia caduti nell’ultimo trimestre dell’anno ammontavano addirittura a mm 149 (-55%). “C’è stato un crollo delle precipitazioni”, commenta Giuseppe Romano, Presidente di Anbi Veneto. Per trovare una piovosità in linea come le medie del periodo (mm 83) dobbiamo tornare al dicembre 2014, quando la quantità di pioggia si attestò sugli 89 millimetri. Piogge e risorse nivali pressochè inesistenti, accompagnate da una prima decade di gennaio con temperature molto basse per numerosi giorni consecutivi, ha generato l’attuale situazione di crisi idrica, paragonabile, come detto, solo al 2015. Nell’ultimo fine settimana la neve ha raggiunto dai 5 ai 15 cm sopra i 2000 metri, mantenendo pressochè inalterata la situazione. Prevalgono quindi segnali di siccità severa su gran parte della pianura padana, estrema in alcune località del portogruarese. L’Assessore all’Agricoltura della Regione del Veneto Giuseppe Pan concorda: “La perturbazione arrivata sabato scorso sul Veneto, che ha portato un po’ di neve in montagna e pioggia in pianura, non è stata sufficiente per rigenerare la nostra riserva idrica. E’ ormai da qualche anno che siamo di fronte a fenomeni atmosferici sempre più estremi. Lunghi periodi di siccità spesso si alternano a brevi ma violente precipitazioni. Dobbiamo fissarci come obiettivo quello di trattenere l’acqua quando ce n’è in abbondanza, per rilasciarla in periodi in cui manca.” L’agricoltura veneta registra qualche sofferenza, ma non lancia per ora nessun allarme. Le esigenze irrigue restano appannaggio delle aziende con produzioni orticole in serra. Secondo Romano non è escluso che nel breve periodo possano emergere, qualora la temperatura aumentasse, ulteriori esigenze connesse alle colture orticole e vernine. “La vera preoccupazione però è rivolta a primavera. Speriamo nel prossimo mese nevichi in montagna, altrimenti le falde e gli invasi non riusciranno a ricaricarsi”. Una criticità che rischia di diventare perenne e mettere così in pericolo il patrimonio agroalimentare del Veneto (si rischia una perdita del 20-30%), che oggi è la prima realtà del Paese, con una produzione lorda vendibile di 5,5 miliardi di euro. Gli effetti dei cambiamenti climatici sono poi aggravati dalle

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criticità territoriali dell’infrastrutturazione irrigua. “In Veneto – secondo Romano – esiste una zona pedemontana e di alta pianura di 200.000 ettari con irrigazione strutturata ed un’area di 400.000 ettari di media – bassa pianura con irrigazione di soccorso che necessita di essere infrastrutturata ed efficientata, per rispondere alle esigenze di un’agricoltura sempre più moderna e specializzata ma anche ingiustamente sottoposta a pesanti critiche perché considerata tra le principali responsabili dello “spreco” di acqua.” La messa in asciutta di condotte o canali che servono tali aziende può arrecare pesanti danni, così come le forti escursioni del livello dei canali in questo periodo possono arrecarli a sponde ed argini, compromettendo di fatto la stagione irrigua. “È necessaria una politica di investimenti importanti. I 300 milioni di euro –conclude Romano- messi a disposizione dal Piano Operativo Nazionale, non sono sufficienti, senza considerare che stiamo aspettando da anni l’applicazione del PON 2014-2020 stesso. Oggi siamo a metà programmazione e ancora non abbiamo novità.” Su tutti i principali fiumi veneti le portate medie mensili sono risultate nettamente inferiori alle medie storiche ed oramai prossime a quelle minime, ad eccezione del fiume Po, che sta ancora beneficando delle forti precipitazioni avvenute in Piemonte alla fine di novembre.

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