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magazine d’informazione del Consorzio di bonifica Adige Po

EMERGENZA NUTRIE TRIVELLAZIONI: IL NOSTRO UN NO IDEOLOGICO PROGETTO SCUOLA: UN FILMATO SULLA BONIFICA EMERGENZA SICCITÀ

febbraio 2016


INDICE

danni insostenibili agli argini L’allarme del Consorzio di bonifica Adige Po: “Trovare subito una soluzione al problema nutrie�

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trivelle: il nostro un no ideologico

occhiobello, pronto il bando per i lavori al mainarda

Visentin e Tugnolo ricordano il problema della subsidenza. E applaudono per il Mab-Unesco

Il consorzio ha illustrato i sistemi tecnici e automatizzati di manutenzione ordinaria delle acque

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un filmato sulla bonifica Un progetto multimediale dedicato alle scuole medie ed elementari per valorizzare il territorio e l’attività dei Consorzi di bonifica. Quest’anno Adria realizzerà un video.

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allarme siccità, un piano regionale per l’irrigazione

qualche goccia non risolve un’emergenza ormai strutturale

Un “Piano regionale per l’irrigazione” per salvare l’agricoltura Veneta dall’emergenza siccità già riconosciuta dalla stessa Regione

“Lo spirito concreto e programmatorio dell’Unità di Missione contro il Dissesto Idrogeologico deve essere replicato nella gestione delle risorse idriche, le cui criticità vanno affrontate preventivamente e non in emergenza.

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DANNI INSOSTENIBILI AGLI ARGINI L’allarme del Consorzio di bonifica Adige Po:

“Trovare subito una soluzione al problema nutrie“

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Torna a parlare di emergenza nutrie Mauro Visentin. Il presidente del consorzio di bonifica Adige Po, citando il collegato alla Legge di stabilità che consente di ricorrere a piani di contenimento approvati dalla Regione Veneto “per affrontare in modo definitivo i gravi danni causati dal roditore”, sottolinea il continuo sforzo nell’opera di ripristino degli argini dei canali. “Questo comporta - spiega il numero due regionale di Anbi (Associazione nazionale bonifiche italiane, ndr) un impegno economico da parte dell’ente consortile di piazza Garibaldi, soldi che tutti i cittadini e in special modo il comparto agricolo polesano versano per avere sicurezza idraulica. I continui tagli finanziari per il comparto bonifica e l’assenza di risarcimento dei danni subiti dagli agricoltori nei loro raccolti rappresentano poi un’ulteriore beffa: ritengo ormai che l’emergenza nutrie stia per diventare anche un problema di sicurezza stradale, penso a chi viaggia in auto, e persino di igiene, mi riferisco a chi cammina lungo le piste ciclabili”. A fare eco a Visentin il direttore tecnico, ingegner Giovanni Veronese: “Il rischio di indebolimento dei manufatti di contenimento è alto, stiamo parlando di tenuta delle strutture che garantiscono la sicurezza idraulica del nostro territorio. La possibilità che cedano dando luogo ad allagamenti in zone agricole o peggio urbane è tutt’altro che un’eventualità remota...”. Per il il direttore generale ingegner Giancarlo Mantovani, “è necessario quindi porre in essere un maggiore collaborazione e sinergia con gli enti istituzionali e le associazioni di categoria del mondo agricolo per portare sempre maggiore sicurezza e beneficio al territorio. Individuare gli strumenti idonei per gestire questa grande criticità - conclude - con l’intento di giungere in tempi rapidi a una soluzione ormai non più inderogabile, resta un obiettivo assolutamente primario oltre che strategico per la bonifica”.

Il presidente del Consorzio di bonifica Adige Po Mauro Visentin

Un obiettivo che senza l’intervento, la sensibilità e l’attenzione della politica potrebbe esser messo a serio rischio già nell’immediato futuro.

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Trivelle: il nostro un no ideologico Visentin e Tugnolo ricordano il problema della subsidenza. E applaudono per il Mab-Unesco

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“Il nostro non è certo un ‘no’ ideologico, di quelli a priori”. Queste le parole di Mauro Visentin, presidente del consorzio di bonifica Adige Po e numero due regionale di Anbi (Associazione nazionale bonifiche d’Italia, ndr) all’indomani del via libera della Corte Costituzionale al referendum sulle trivellazioni in Alto Adriatico. “La nostra netta contrarietà - rileva - è una presa di coscienza chiara e netta a favore del nostro territorio, della nostra gente e della nostra agricoltura che meritano rispetto e aiuto, specie per l’altissimo tributo che hanno già dovuto pagare alle estrazioni metanifere nell’immediato Dopoguerra. “Quello che mi chiedo - incalza Visentin - anche se la domanda vorrei tanto rivolgerla a qualche politico-intellettuale, è come si possa definire ideologica questa posizione, specie considerando i problemi che la subsidenza ci ha creato in passato e continua a creare anche oggi”. In linea con questo pensiero pure i vertici del Delta Po, consorzio che ha sede a Taglio di Po e competenza sul Bassopolesine: il presidente Adriano Tugnolo, in proposito e non certo a caso, ricorda come “ogni anno spendiamo fior di quattrini per il sollevamento dell’acqua, e questo sia per la bonifica che per le pratiche irrigue e le coltivazioni”. Un ‘no’ secco, dunque, congiunto e su tutta la linea, nonostante i due riconoscano come “in materia di estrazioni vi siano tra i più elevati standard di sicurezza d’Europa e anche l’iter e i meccanismi di rilascio di autorizzazioni e concessioni appaiono tra i più rigorosi in circolazione”. Visentin e Tugnolo affrontano quindi anche l’altro tema di settimana, il riconoscimento dell’Unesco consegnato lunedì mattina dal ministro Gianluca Galletti: “Si tratta di un traguardo significativo che certifica e sancisce la bontà del lavoro di squadra in ambito ambientale, economico, turistico e culturale. Un’occasione unica che non dobbiamo lasciarci sfuggire rovinando tutto: l’auspicio è che il referendum sulle trivellazioni possa esser l’occasione per ribadire collettivamente il no visto quanto abbiamo già dato e soprattutto le conseguenze della subsidenza”. “Dal 1951 ad oggi, tra maggiori e minori - concludono abbiamo contato quasi una ventina di eventi alluvionali in Polesine: ora è arrivato il momento di dire basta”.

Trivelle in Adriatico Stop della Croazia Il Veneto applaude Passo indietro della Croazia sul fronte delle trivellazioni in Alto Adriatico. Dopo la “pausa di riflessione” annunciata prima delle elezioni, il nuovo premier Tim Oreskovic ha annunciato roclamare «una moratoria al progetto di esplorazione e estrazione degli idrocarburi gas e petrolio nei fondali marini», accogliendo la richiesta avanzata soprattutto dalmati, istriani e ragusei timorosi delle conseguenze sull’ecosistema. La notizia è accolta con favore dal presidente del Consiglio. regionale Roberto Ciambetti: il Veneto, insieme alle altre regioni affacciate sull’Adriatico, è fautore di un referendum contro le trivellazioni ventilate dal Governo e giudicate in prospettiva «catastrofiche» per le attività di turismo e pesca nonché per la stabilità del sottosuolo marino.

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Occhiobello, pronto il bando per il lavori al Mainarda Il consorzio ha illustrato i sistemi tecnici e automatizzati di manutenzione ordinaria delle acque

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La commissione Ambiente e sport, presieduta da Silvio Garutti, ha incontrato i tecnici del Consorzio di Bonifica Adige Po. All’ordine del giorno la situazione dei canali sul territorio. «Abbiamo discusso dei due canali principali: il Mainarda e il Piacentina - ha affermato Garutti -. I rappresentanti del Consorzio di Bonifica hanno illustrato i sistemi tecnici e automatizzati di manutenzione ordinaria delle acque, al fine di innalzarne o abbassarne il livello a seconda delle necessità. A breve sarà fatto un bando per la gestione del tratto del canale Mainarda, che dall’Eridania arriva alla Piacentina, con la realizzazione di lavori di sistemazione». Nei mesi scorsi la commissione ambiente aveva ottenuto un incontro anche con il funzionario


Arpav Placido Bertin e con gli agricoltori della zona. Bertin aveva evidenziato le procedure di intervento e controllo dell’agenzia ambientale regionale sugli scoli del territorio, assicurando analisi frequenti e risultati nella norma, oltre ad acque idonee per l’irrigazione dei campi.

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UN FILMATO SULLA BONIFICA

Ad Adria han fatto visita Alex e Flora, mascotte del progetto scuola dei Consorzi di bonifica del Veneto “Acqua, ambiente e territorio”

Un progetto multimediale dedicato alle scuole medie ed elementari per valorizzare il territorio e l’attività dei Consorzi di bonifica. Si chiama “Acqua, ambiente e territorio. Alla scoperta del meraviglioso mondo dell’acqua” il percorso didattico-creativo ideato da Anbi Veneto e che coinvolgerà circa 400 ragazzi in tutto il Veneto.

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il 1° febbraio Alex e Flora, mascotte del progetto, hanno fatto capolino presso la prima media di Adria. Il programma scolastico 2015/2016 coinvolgerà 10 Istituti Comprensivi del Veneto, uno per ogni comprensorio consortile. I ragazzi realizzeranno un video sull’azione in campo ambientale ed idraulica dei Consorzi di bonifica. Agli alunni è stato consegnato il “Diario di Alex e Flora – Alla scoperta del meraviglioso mondo dell’acqua”: un supporto didattico con protagoniste le due mascotte del progetto per aiutare le maestre a sviluppare e ad approfondire le tematiche scelte. Giusppe Romano, Presidente Anbi Veneto, ha sottolineato l’importanza di sensibilizzare le nuove generazioni sui cambiamenti in atto nel nostro territorio, sempre più impermeabilizzato (4950 ha all’anno) e soggetto ai cambiamenti climatici e quindi bisognoso di azioni guidate da una nuova mentalità votata alla difesa dell’ambiente che ci circonda e ad una sempre più corretta gestione della risorsa idrica.

occasione della Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione, in cui verranno presentati tutti i lavori prodotti dalle classi che hanno aderito.

A conclusione del progetto, i partecipanti saranno protagonisti di un grande evento finale, che si terrà nel mese di maggio, in

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Allarme siccità: un piano regionale per l’irrigazione Un “Piano regionale per l’irrigazione” per salvare l’agricoltura Veneta dall’emergenza siccità già riconosciuta dalla stessa Regione, che ha convocato per il 12 febbraio a Venezia un tavolo con tutti gli attori che gestiscono la risorsa idrica per decidere razionamenti, priorità di uso, modalità di gestione dei bacini idrografici. Una criticità che rischia di diventare perenne e mettere così in pericolo il patrimonio agroalimentare del Veneto (si rischia una perdita del 20-30%), che oggi è la prima realtà del Paese, con una produzione lorda vendibile di 5,5 miliardi di euro. L’allarme, e la proposta, li ha lanciati ieri da Fieragricola, a Verona, l’Anbi Veneto, realtà che riunisce tutti i Consorzi di Bonifica del Veneto, in un incontro al quale hanno partecipato l’assessore regionale all’agricoltura, Giuseppe Pan, presidenti e direttori dei vari Consorzi di bonifica, e rappresentanti delle tre associazioni di categoria del settore: Confagricoltura, Coldiretti e Cia. Giuseppe Romano, Presidente Anbi Veneto (Unione Regionale Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue): “Come ormai risulta evidente da alcuni anni, sono in atto significativi cambiamenti climatici che alternano periodi estremamente piovosi ad altri particolarmente siccitosi, in entrambi i casi però ne conseguono gravi emergenze che coinvolgono la società, le attività economiche e l’ambiente. Infatti, mentre il 2014 è stato l’anno più piovoso degli ultimi 20 anni, il 2015 è risultato essere invece il meno piovoso in assoluto dal 1993, con riduzioni consistenti delle precipitazioni soprattutto nei mesi autunno – invernali, proprio quando l’acqua dovrebbe essere più abbondante e consentire il riempimento dei serbatoi montani e la ricarica delle falde.” Gli effetti dei cambiamenti climatici sono poi aggravati dalle criticità territoriali dell’infrastrutturazione irrigua. In Veneto esiste una zona pedemontana e di alta pianura di 200.000 ettari con irrigazione strutturata ed un’area di 400.000 ettari di media – bassa pianura con irrigazione di soccorso che necessita di essere infrastrutturata ed efficientata, per rispondere alle esigenze di un’agricoltura sempre più moderna e specializzata ma anche sottoposta a pesanti critiche perché considerata tra le principali responsabili dello “spreco” di acqua. Romano: “Come abbiamo sempre sostenuto in più occasioni, anche in sede di consultazione per il nuovo PSR, la razionalizzazione dell’uso dell’acqua in agricoltura, in risposta anche a quanto richiesto dall’Europa con la Direttiva 2000/60, può avvenire, solo ed esclusivamente, attraverso due azioni complementari: strutturazione delle aziende agricole integrata all’ammodernamento e alla realizzazione di adeguate opere irrigue di tipo consortile.” I Consorzi di bonifica hanno una progettualità irrigua per un ammontare complessivo di circa 1,3 miliardi di euro. La realtà però è che, ad oggi, in Veneto, tutti questi interventi sono difficilmente realizzabili a causa della mancanza di adeguati finanziamenti. Conclude Romano: “Ricordiamo che le uniche opere realizzate negli ultimi anni sono state finanziate, esclusivamente, dal precedente Piano Irriguo Nazionale (P.I.N.) mentre, per il futuro, non esiste alcuna certezza in merito alla possibilità di poter accedere al nuovo Piano Operativo Nazionale (P.O.N. Irriguo), anche per l’esiguità delle risorse messe a disposizione per tutto il territorio nazionale.” Inoltre i Consorzi di bonifica, in Veneto, sono stati esclusi sia dalle passate Programmazioni che dalla attuale (PSR 2014-2020). Quindi, se da un lato gli eventi meteorici stanno diventando sempre più estremi, dall’altro si avverte fortemente l’esigenza di avere politiche e programmazioni in grado di far fronte a tali emergenze attraverso un Piano di interventi coordinati sul territorio.

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FRANCESCO VINCENZI, Presidente ANBI “QUALCHE GOCCIA NON RISOLVE UN’EMERGENZA ORMAI STRUTTURALE” FONDAMENTALE UNA CABINA DI REGIA PERMANENTE PER LA GESTIONE DELLA RISORSA IDRICA NEL PAESE” “Lo spirito concreto e programmatorio dell’Unità di Missione contro il Dissesto Idrogeologico deve essere replicato nella gestione delle risorse idriche, le cui criticità vanno affrontate preventivamente e non in emergenza. Qualche goccia di pioggia sta lenendo la sete delle campagne e ristorando i livelli dei grandi invasi, soprattutto i laghi Maggiore e di Como, ma non risolve la prospettiva di prossime settimane siccitose in periodi determinanti per l’agricoltura italiana, oggi soprattutto nel Nord Italia; per questo riteniamo importante l’attivazione di una cabina di regia nazionale, perché la raccolta e la tutela dell’acqua sono ormai un problema strutturale in tutto il Paese.” A tornare sull’argomento è l’ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue) tramite il suo Presidente, Francesco Vincenzi, intervenuto a Bologna alla presentazione del libro “Un Paese nel fango” di Erasmo D’Angelis. “L’Italia deve cambiare passo sul tema della prevenzione, elemento dal forte valore economico. Per questo – sottolinea il Presidente ANBI - partecipiamo con convinzione a #italiasicura, contribuendo, ad esempio, alla stesura delle nuove linee guida per la progettazione del territorio e mettendo a disposizione il nostro annuale Piano per la Riduzione del Rischio Idrogeologico. Ma non basta: serve l’ormai improcrastinabile approvazione della legge contro l’indiscriminato consumo del suolo, arenatasi nelle secche parlamentari ed è necessario un Piano straordinario di manutenzione dei territori montani, il cui assetto idrogeologico è penalizzato dal progressivo abbandono delle attività agricole. C’è bisogno insomma di un nuovo governo del territorio – conclude Vincenzi - per la cui gestione i Consorzi di bonifica rilanciano la disponibilità, per le loro competenze, a sostituire le Province quale ente intermedio.”

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