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Magazine d’informazione del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta

APPUNTAMENTI CON CENTINAIA DI COMUNI A CÀ TOSATE UNA CINTURA CONTRO GLI ALLAGAMENTI COMUNE DI ARCUGNANO E APV: PATTO PER LA SICUREZZA IDRAULICA INAUGURAZONE NUOVO PONTE SUL RIO RODEGOTTO


INDICE

APPUNTAMENTI CON CENTINAIA DI COMUNI Il Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta incontra gli amministratori del comprensorio

a Cà Tosate una cintura Comune di Arcugnano INAUGURAZIONE NUOVO contro gli allagamenti e APV: patto per la PONTE SUL RIO RODEGOTTO sicurezza idraulica È attesa al traguardo la Poche settimane ed prima importante fase Il Comune di Arcugnano dei lavori che interessano sta lavorando con il la messa in sicurezza Consorzio di bonifica idraulica di Ca’ Tosate Alta Pianura Veneta per risolvere le problematiche nella frazione di Perarolo

i lavori sul ponte del torrente Rodegotto, lungo via Trento a Montebello Vicentino, sono stati ultimati

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ANBI VENETO – MAIS, COLTURA IDROESIGENTE O SIMBOLO DI IDENTITÀ E SICUREZZA ALIMENTARE Questo il tema che ha trattato ANBI Veneto (Unione Regionale Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue) nel corso di un incontro/ dibattito presso la grande

ANBI - GIU’ LE MANI DAL PIANO IRRIGUO NAZIONALE! La battaglia di sensibilizzazione per affermare la cultura dell’agricoltura irrigua, che deve anche permeare il nostro Paese, consci che la disponibilità d’acqua triplica il valore della produzione del

RITIRATE LE ORDINANZE, NUTRIE SALVATE DAL TAR Altavilla, Brendola e Creazzo hanno ritirato l´ordinanza temporanea emessa dai sindaci per il contenimento delle nutrie prima della scadenza

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APPUNTAMENTI CON CENTINAIA DI COMUNI Il Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta incontra lgli amministratori del comprensorio

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«Raccoglieremo eventuali osservazioni per lavorare meglio con e nei territori»

Il consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta organizza da oggi al 5 novembre una serie di incontri con le amministrazioni comunali. «Il consorzio, ente preposto alla salvaguardia del territorio ed alla difesa del suolo - commenta il presidente Silvio Parise - si confronta periodicamente con gli interlocutori locali per raccogliere eventuali osservazioni e lavorare sempre meglio con e nei territori, al fine di rendere compartecipi le amministrazioni comunali nelle scelte di manutenzione effettuate». Il consorzio Alta Pianura Veneta gestisce 2.800 km di rete idraulica di bonifica, di cui oltre 1.200 km con funzioni miste di scolo ed irrigazione; 21 impianti idrovori di sollevamento; 68 impianti a servizio dell’irrigazione; 310 km di rete irrigua a pressione a servizio di un’area attrezzata con impianti a pioggia e a goccia pari a 3.400 ettari; 39.182 ettari serviti da irrigazione.

Il presidente del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta Silvio Parise

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A Cà TOSATE UNA CINTURA CONTRO GLI ALLAGAMENTI

Un nuovo argine alto un metro e mezzo e lungo 1100 metri

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È attesa al traguardo la prima importante fase dei lavori che interessano la messa in sicurezza idraulica di Ca’ Tosate. Quelli di cui si sta facendo carico, da maggio, il Genio civile per la realizzazione del cosiddetto “vallo” che metterà in sicurezza il piccolo borgo lungo la Riviera Berica. La soluzione adottata consiste nella cinturazione del caseggiato tramite un nuovo argine alto un metro e mezzo e lungo 1.100 metri. Un muro di terra che si stacca dalla pista ciclabile Casarotto e prosegue lungo i campi


formando una sorta di “L” e va a collegarsi all’argine realizzato a sudest della strada delle Ca’ Tosate dal Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta. Considerato poi che il vallo va a togliere spazio per l’esondazione naturale del fiume, è prevista un’area a sud per il recupero dei volumi di invaso sottratti dall’effetto idraulico delle nuove arginature. Ca’ Tosate così sarà protetta dagli allagamenti che trasformano la zona in una laguna. Un intervento da 750 mila euro che sarà completato con l’asfaltatura

della strada e la sistemazione del fossato laterale. Lavori, questi, che cominceranno appena il Genio civile avrà chiuso il cantiere e saranno finanziati per 150 mila euro dai fondi della Regione Veneto.

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comune di arcugnano e apv: patto per la sicurezza idraulica Il Comune di Arcugnano sta lavorando con il Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta per risolvere le problematiche nella frazione di Perarolo

Investimento complessivo di 80 mila euro, con contributo della Regione di 50 mila

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È già pronto un progetto da 80 mila euro, lo scopo è convogliare le acque verso lo sfogo a valle Intervenire sulle situazioni di criticità legate agli allagamenti. Il Comune di Arcugnano sta lavorando con il Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta per risolvere le problematiche nella frazione di Perarolo, in particolare in via San Bernardino e via Manasse, e poi a S. Agostino e Valle di Fimon. Per Perarolo è in fase di definizione un progetto, il preliminare c’è già, per la regimazione delle acque: investimento complessivo di 80 mila euro, con contributo della Regione di 50 mila. «A Perarolo ci sono enormi difficoltà spiega l’assessore all’ambiente Gino Bedin perché l’acqua si incanala lungo le strade asfaltate e trova sfogo nelle proprietà private creando disagi, soprattutto in via Manasse. Il progetto prevede un doppio intervento: la riapertura e riattivazione di alcune caditoie, per il servizio di pulizia e di espurgo invece di quelle attive abbiamo già coinvolto Utilya, e la costruzione di un piccolo fossato, dove possibile, o procedendo con le tombinature per la regimazione delle acque meteoriche, per convogliarle verso valle, allo sfogo naturale. A S. Agostino, zona residenziale, via Rio Cordano e via Giustiniani, il potenziamento delle idrovore mantiene la situazione sotto controllo».

Sul problema a Fimon sta intervenendo il consorzio di bonifica. «Stiamo lavorando per regimare il torrente che scende da Valle dei Mulini e da Villa di Fimon conclude Bedin il Consorzio ha previsto di consolidare le sponde e di procedere con una sistemazione idraulica dell’area Fimon. Abbiamo comunque uno scarico, le gallerie sotto i monti di Villabalzana».

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Inaugurazione del nuovo ponte sul rio rodegotto Poche settimane ed i lavori sul ponte del torrente Rodegotto, lungo via Trento a Montebello Vicentino, sono stati ultimati. “Si tratta di un’opera importante – spiega il presidente del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta, Silvio Parise – che farà sì che l’intera zona industriale ricadente a Montebello Vicentino e Zermeghedo non subisca più le frequenti esondazioni a cui era sottoposta a causa dei limiti della struttura preesistente”. Grazie ad un investimento di 200 mila euro, 100 mila finanziati dalla Regione Veneto e 100 mila messi a disposizione del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta, attraverso la contribuenza dei cittadini, è stato demolito il ponte preesistente, per realizzare quello nuovo con elementi scatolari con dimensioni più che doppie rispetto alla preesistente e pari a 5x2 metri. “Le attività sono iniziate il 24 agosto scorso, a seguito dell’importante evento del 16 maggio 2013, che aveva pesantemente colpito l’area – prosegue il presidente Parise – ed ha indotto il Consorzio ad attivare immediatamente la procedura di autorizzazione e finanziamento regionale. A rallentare le attività sono stati soprattutto i permessi per lo spostamento dei sottoservizi, ma i lavori sono comunque avanzati con proficua collaborazione delle amministrazioni locali interessate e delle aziende confinanti il torrente Rodegotto, che ne hanno consentito l’allargamento e la risagomazione a favore dell’intera comunità e delle zone industriali”. Tra gli interventi posti in essere, anche la sistemazione di un muro in località Ponte Cocco ed il consolidamento arginale del torrente Rodegotto a Montebello Vicentino.

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ANBI VENETO – MAIS, COLTURA IDROESIGENTE O SIMBOLO DI IDENTITÀ E SICUREZZA ALIMENTARE La coltura del mais in Veneto è un simbolo che da sempre ne caratterizza l’identità culturale legata alle sue tradizioni. Nel tempo il mais ha contribuito ad alimentare le filiere più importanti della nostra Regione come quella zootecnica da carne e da latte, oltre a concorrere alla produzione di farina necessaria alla produzione dell’alimento simbolo della cucina veneta: la polenta. Se consideriamo il Veneto, la superficie coltivata a mais da granella risulta essere pari a circa 234.000 ettari, ovvero circa il 30% della SAU (Superficie Agricola Utilizzata) con Padova che si conferma la prima provincia per investimenti, seguita da Rovigo e Venezia. Il mais, pur rappresentando ancor oggi una grande risorsa economica per il nostro paese, viene considerata una coltura a forte consumo di acqua, cosiddetta idroesigente, e si trova al centro del dibattito internazionale sullo spreco di acqua da parte dell’agricoltura, dimenticandosi completamente che il mais, in Italia, alimenta filiere agroalimentari di pregio che vanno dai formaggi ai salumi, alle carni delle razze italiane. Inoltre, nell’ultimo decennio, il mais è stato sotto i riflettori per le battaglie sugli organismi geneticamente modificati.

Questo il tema che ha trattato ANBI Veneto (Unione Regionale Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue) nel corso di un incontro/dibattito presso la grande manifestazione universale EXPO MILANO 2015, lunedì 19 ottobre al Roof Garden di AgriEXPO, Palazzo Italia. Giuseppe Romano, Presidente ANBI Veneto: “Quindi, se vogliamo mantenere il legame fra le grandi produzioni agricole di base come il mais e i prodotti pregiati dell’alimentare italiano dobbiamo rovesciare questo paradigma a favore di un agricoltura che non consuma l’acqua ma la utilizza, la restituisce all’ambiente ricaricando le falde, la migliora qualitativamente e contribuisce a mantenere il paesaggio agrario e rurale che caratterizza il nostro territorio. Inoltre i nostri Consorzi stanno lavorando per rendere sempre più sostenibile l’utilizzo della risorsa idrica, attraverso investimenti nel migliorare la distribuzione e i tecnologie avanzate come la piattaforma di IRRIFRAME, che attraverso un consiglio irriguo informatizzato all’agricoltore permette di risparmiare circa il 25/30 % della acqua irrigua” “Se l’agricoltura italiana – conclude Romano – fosse chiamata ad abbandonare o comunque a ridurre la presenza delle colture più idroesigenti, quindi anche il mais, al fine di preservare la risorsa idrica come indicato anche dalla Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60, la filiera agroalimentare zootecnica subirebbe gravissimi danni economici spingendo gli operatori del mercato ad avviare un pericoloso processo di delocalizzazione che riguarderebbe in un primo tempo l’approvvigionamento delle materie prime per alimentare gli allevamenti zootecnici da paesi esteri e in secondo tempo, analogamente a quanto avvenuto in altri ambiti produttivi, il trasferimento delle fasi di lavorazione e trasformazione nei Paesi di produzione delle stesse materie prime.”

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VINCENZI: “GIU’ LE MANI DAL PIANO IRRIGUO NAZIONALE! “ “Accogliendo l’invito di Paolo De Castro, già ministro dell’agricoltura ed oggi europarlamentare, organizzeremo nelle prossime settimane un’iniziativa al Parlamento Europeo per illustrare il ruolo fondamentale, che ha l’irrigazione per l’agricoltura mediterranea. In questo contiamo di avere alleata la Spagna, ma anche la Francia, il Portogallo e Malta.” L’annuncio arriva da Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue (ANBI), intervenuto al convegno “Mais, coltura idroesigente o simbolo di identità e sicurezza alimentare”, organizzato da ANBI Veneto ad Expo Milano. “L’iniziativa in sede comunitaria – prosegue il presidente ANBI – proseguirà la nostra battaglia di sensibilizzazione per affermare la cultura dell’agricoltura irrigua, che deve anche permeare il nostro Paese, consci che la disponibilità d’acqua triplica il valore della produzione del settore primario senza contare che l’84% del made in Italy agroalimentare, che vale 35 miliardi euro, è frutto della disponibilità idrica. Contestualmente stiamo dimostrando come, in Italia, l’irrigazione, grazie all’uso plurimo della risorsa, usi e non consumi la risorsa, ottimizzandone l’uso grazie a tecniche innovative come il sistema esperto Irriframe, esempio della ricerca applicata dei Consorzi di bonifica. Ciò nonostante, notiamo che negli ultimi tempi stanno crescendo rinnovati interessi attorno alla gestione dei 300 milioni residui del Piano Irriguo Nazionale; diciamo chiaramente no al riemergere di enti che, a differenza dei Consorzi di bonifica, sono stati esempi di amministrazioni non efficienti e poco trasparenti. Dall’Expo di Milano – conclude Vincenzi – usciamo con la consapevolezza del nostro ruolo, giocato anche a livello internazionale grazie al contributo in favore dell’agricoltura irrigua, quindi italiana, dato ai tavoli di discussione per la stesura della Carta di Milano.”

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Ritirate le ordinanze. Nutrie salvate dai ricorsi al Tar «Non vogliamo spendere soldi per questioni legali Ma l´emergenza resta e dev´essere monitorata»

Altavilla, Brendola e Creazzo hanno ritirato l´ordinanza temporanea emessa dai sindaci per il contenimento delle nutrie prima della scadenza, prevista tra ottobre e novembre, per evitare di dover sostenere spese legali, dopo il ricorso al Tar presentato contro le ordinanze dall´Associazione “Vittime della caccia” di Genazzano a Roma.Sovizzo, altro comune coinvolto dal tavolo di lavoro con consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta, Ulss 6 e Provincia di Vicenza, sta valutando come procedere. «Una prima ordinanza, già annullata, era stata oggetto di ricorso per indeterminatezza nei termini spiega il comandante della polizia locale di Altavilla Luigi Martino l seconda era temporanea, per motivi di salute e igiene, ma il ricorso è arrivato comunque. Così l ´abbiamo sospesa». «Non vogliamo spendere soldi dei cittadini per difenderci precisa il sindaco Claudio Catagini questo non significa non occuparsi del problema. Siamo convinti che le nutrie vadano monitorate e contenute». Concorda il sindaco di Brendola Renato Ceron: «Con Alta Pianura Veneta siamo intervenuti rimettendo in ordine alcuni siti danneggiati dalle nutrie e sul fiumicello Brendola abbiamo sopperito con i sassi a chiudere le falle aperte dagli animali. Ma l´attenzione resta alta». «Il problema nutrie c´è, nel Retrone e nelle zone umide limitrofe conclude il sindaco di Creazzo Stefano Giacomin valuteremo come procedere, cercando di approfondire la nuova normativa regionale».

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