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5 MILIONI E MEZZO PER L’ALTO VICENTINO VARATO IL BILANCIO 2016 ESTATE ANOMALA: CONSORZIO COSTRETTO AD UN MINIMO RINCARO CONSORZI DI BONIFICA: ALLA REGIONE UN CONTO DA 60 MILIONI
INDICE
Varato il bilancio 2016 Nel 2016 più interventi sul territorio per tutelare cittadini ed imprese. Saranno intensificate le opere di manutenzione ordinaria volte a salvaguardare il territorio e l’ambiente
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ESTATE ANOMALA: CONSORZIO COSTRETTO AD UN MINIMO RINCARO
5 MILIONI E MEZZO PER L’ALTO VICENTINO
Rincari in vista per le bollette del Consorzio Alta Pianura Veneta. Tutta colpa delle bizze del meteo. Dal mese di maggio, i proprietari di immobili che rientrano nel comprensorio avranno una maggiorazione del 3,48% sulla quota annuale dovuta al Consorzio.
Con un investimento di oltre cinque milioni e mezzo di euro, che serviranno a finanziare quattro ambiziosi progetti in otto comuni, il Consorzio di Bonifica Alta pianura Veneta punta a mettere in sicurezza il territorio dell’Alto Vicentino
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Consorzi di bonifica: dalla PRESENTAZIONE DEL LIBRO: “UN PAESE regione un conto da 60 milioni di NEL FANGO” euro Dal 2010 i Consorzi hanno realizzato per conto della Regione opere idrauliche per 192 milioni di euro. Imprese pagate ma i debiti non son stati saldati
Erasmo D’Angelis, direttore del quotidiano “L’Unità” (in precedenza Capo della Struttura di Missione #italiasicura), ha presentato a Roma, per iniziativa dell’ANBI, il suo nuovo libro
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APPUNTAMENTI CON CENTINAIA DI COMUNI Il Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta incontra lgli amministratori del comprensorio
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Bilancio di previsione per il 2016 approvato, nei giorni scorsi, dall’assemblea del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta. Sarà un anno importante il prossimo per il consorzio, che gestisce 2800 chilometri di rete idraulica tra il vicentino ed il veronese, dei quali cui oltre 1200 chilometri hanno funzioni miste di scolo ed irrigazione. Anno importante perché “grazie alle maggiori entrate previste – ha sottolineato il presidente, Silvio Parise -, saranno intensificate le opere di manutenzione ordinaria e realizzati interventi di bonifica per mettere in sicurezza le aree a rischio ed estendere l’irrigazione”. A fronte di questo dovrà esserci però un ritocco della quota di contribuenza, che nell’ultimo quinquennio è rimasta invariata ma che ora, a seguito delle maggiori spese di manutenzione sostenute dall’ente consortile, deve essere un po’ aumentata se si vuole garantire un servizio adeguato. “L’aumento sarà del 3,48%”. Per quanto riguarda invece gli interventi previsti durante il prossimo anno, spiccano quello di messa in sicurezza dell’argine dello scolo Ferrara, ad Arcugnano, per evitare gli allagamenti dell’area abitata (500 mila euro) e la sistemazione delle sponde delle rogge Feriana, a Rettorgole di Caldogno, e Porto, a Cresole di Caldogno, per un importo di 750 mila euro (interessato oltre un chilometro per ciascuna roggia con una riqualificazione paesaggistico ambientale). Nel veronese invece, è prevista la realizzazione di un nuovo impianto irriguo in Val Tramigna, per preservare l’agricoltura i prodotti tipici del territorio, da sempre vocato alla viticoltura (300 mila euro), e la messa in efficienza dell’impianto idrovoro Zerpa, ad Arcole (600 mila euro). Tornando invece nel vicentino, sarà messo in sicurezza il fiume Tribolo, per ridurre il rischio idraulico. L’intervento prevede la realizzazione di difese di sponda, rinforzi di sponda e rispristino della funzionalità idraulica del corso d’acqua, gravemente compromessa dalle alluvioni del 2010 e 2012. L’opera si è resa necessaria a seguito dei frequenti allagamenti che hanno interessato le aree abitate ed industriali dei Comuni di Bolzano Vicentino, Quinto Vicentino
Il presidente del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta Silvio Parise
e Vicenza. Il tratto oggetto di intervento riguarda un percorso, da Torri di Quartesolo alla località Ospedaletto, di oltre quattro chilometri. L’importo previsto per l’esecuzione delle opere è di 900 mila euro. Si procederà infine al rialzo degli argini dello Scolo Ronego a Noventa Vicentina e Poiana Maggiore, secondo un progetto che prevede interventi di rialzo arginale, difese di sponda e rinforzi, per un importo complessivo di 300 mila euro. Questi interventi si sono resi necessari dopo gli importanti eventi del gennaio 2014. Il tratto interessato dalle opere si estende per circa quattro chilometri.
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estate anomala consorzio costretto ad un minimo rincaro L’aumento del 3,48% dovuto all’estate particolarmente secca che ha comportato 200 mila euro in più di spese energetiche
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Rincari in vista per le bollette del Consorzio Alta Pianura Veneta. Tutta colpa delle bizze del meteo. Dal mese di maggio, i proprietari di immobili che rientrano nel comprensorio dell’ente (gestisce il territorio di 60 Comuni della provincia di Vicenza, parte del Veronese e cinque della provincia di Padova, per 2.800 km di rete idraulica), avranno una maggiorazione del 3,48% sulla quota annuale dovuta al Consorzio. L’aumento, stabilito nell’ambito dell’assemblea di approvazione del bilancio di previsione 2016, è stato motivato dai vertici con la necessità di far fronte alle
spese eccezionali dovute ai cambiamenti climatici che fanno impennare i costi energetici: «L’estate trascorsa, con un’importante siccità - spiega il presidente Silvio Parise -, ha indubbiamente creato non poche difficoltà e non vi è dubbio che abbia contribuito ad aumentare le spese,analogamente a quanto è avvenuto a seguito delle passate alluvioni ». Per dare una misura delle difficoltà, fa sapere il numero uno del Consorzio, «quest’anno abbiamo pagato 200mila euro in più di bollette energetiche». Ecco allora spiegato il ritocchino. «In cinque anni non abbiamo mai aumentato la tassa, ma ora non abbiamo
scelta». L’importo che viene richiesto ogni anno ai proprietari di immobili varia a seconda della tipologia di abitazione e della relativa metratura. Il rincaro, dunque, sarà proporzionale alla quota di base. Per fare un esempio concreto: chi deve 30 euro, dal 2016 avrà un aumento di 1 euro. «Con le maggiori entrate previste prosegue Parise - intendiamo onorare con ancor più vigore l’impegno assunto con i cittadini contribuenti. Saranno intensificate le opere di manutenzione ordinaria volte a salvaguardare il territorio e l’ambiente.
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5 milioni e mezzo per l’alto vicentino Al via quattro ambiziosi progetti in otto Comuni
Con un investimento di oltre cinque milioni e mezzo di euro, che serviranno a finanziare quattro ambiziosi progetti in otto comuni, il Consorzio di Bonifica Alta pianura Veneta punta a mettere in sicurezza il territorio dell’Alto Vicentino e a migliorarne l’irrigazione durante la stagione estiva.
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Un investimento che va a sommarsi agli oltre tre milioni utilizzati per opere già in corso. A presentare il programma dei cantieri ai vari sindaci ,è stato il presidente dell’ente consortile Silvio Parise. CONSORZIO.«Nonostante questa zona sia ricca d’acqua ha spiegato il presidente Parise, che da quasi un anno guida l’ente che gestisce i 38.496 ettari dei 19 Comuni dell’Alto Vicentino in superficie non ne rimane molta, per cui molti dei nostri progetti sono rivolti a creare opere irrigue utili agli agricoltori. Altri interventi invece andranno a prevenire situazioni di elevato rischio idraulico». SCOLMATORE. Uno dei progetti più attesi dal territorio è quello riguardante la realizzazione di un canale antipiene nel Comune di Carrè, ma che sarà in grado di salvaguardare anche Zugliano e Thiene. Si tratta di un’opera idraulica da un milione e mezzo di euro che mira a risolvere, una volta per tutte, il problema delle esondazioni del torrente Rozzola che hanno provocato allagamenti in centro storico e nella frazione di Rozzampia, e nelle campagne dei due paesi limitrofi. «È stato redatto il progetto preliminare -ha spiegato Imerio Borriero, direttore dell’area tecnica territoriale del Consorzio di Bonifica- e nei prossimi giorni lo presenteremo in cda per proseguire con l’iter burocratico e cercare di mettere l’opera a cantiere il prima possibile». Rientrano nell’ambito dei progetti di messa in sicurezza del territorio anche i lavori di riqualificazione della roggia Schio-Marano, nel tratto che insiste in Comune di Torrebelvicino, che, grazie ad un finanziamento di 250 mila euro, permetteranno il rifacimento di muri
di sponda in calcestruzzo a protezione delle strade e il risanamento delle murature a secco esistenti. NUOVI SISTEMI IRRIGUI. Con un finanziamento di tre milioni 441 mila euro da parte del Ministero dell’Economia e della Finanza, il Consorzio sta per realizzare, nei territori di Sarcedo e Montecchio, un impianto pluvirriguo che permetterà di portare l’irrigazione a pioggia e a goccia in quegli appezzamenti attualmente sprovvisti di sistemi irrigui o dotati solo di irrigazione a scorrimento. POZZO ANTI SICCITÀ. A Montecchio Precalcino,con un investimento di 438 mila euro, il Consorzio di Bonifica partirà a breve con l’intervento di ripristino del pozzo irriguo Benincà, al fine di assicurare l’acqua a 500 ettari di terreno ora irrigati a pioggia grazie al vicino canale Mordini. «In quest’area è necessario integrare la richiesta d’acqua- ha proseguito Borriero -perché nelle stagioni particolarmente secche, il canale da solo non è in grado di servire i circa 700 utenti della zona». LAVORI IN CORSO. Entro i primi mesi del 2016 termineranno i lavori di realizzazione dell’impianto irriguo a pioggia e a goccia che il Consorzio Alta Pianura Veneta ha avviato un anno fa nei comuni di Sarcedo e Zugliano con un investimento di oltre due milioni di euro. Per l’estate prossima, invece, verrà completata l’opera di sistemazione delle sponde e del fondo del canale Mordini per un importo di circa 500 mila euro
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Consorzi di bonifica, alla Regione un conto da 60 milioni Dal 2010 i Consorzi hanno realizzato per conto della Regione opere idrauliche per 192 milioni di euro. Imprese pagate ma i debiti non son stati saldati. “Attendiamo 60 milioni di euro dalla Regione, non possiamo più aspettare” è il messaggio chiaro e senza giri di parole di Giuseppe Romano, Presidente di Anbi Veneto, l’unione regionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue. All’indomani dell’alluvione di Ognissanti, i Consorzi di bonifica, seppure in fase di riorganizzazione e spending review, hanno agito secondo priorità presentando immediatamente un quadro delle opere cantierabili necessarie e indispensabili per garantire ai cittadini una maggiore sicurezza idraulica. Dal 2010 ad oggi sono stati così realizzati 251 cantieri con un investimento pari a 192 milioni di euro di opere in concessione, le cui risorse sono di provenienza regionale o in alcuni casi commissariale o della Legge Speciale di Venezia. A questi si aggiungono inoltre altri 155 cantieri che hanno comportato un investimento totale di 20 milioni di euro con risorse proprie consortili. Romano: “Questi sono dati che non possono lasciare indifferenti. Come Consorzi di bonifica ci siamo attivati fin da subito (vedi in tabella le opere più importanti).” Si tratta di una serie di interventi che si sommano al grande piano per la sicurezza idrogeologica messo in campo dalla Regione Veneto. Il ripetersi di eventi calamitosi ha portato l’ANBI (Associazione Nazionale Consorzi di Gestione e Tutela del territorio e acque irrigue) a stilare annualmente un “Piano nazionale per la riduzione del rischio idrogeologico”. Lo scorso febbraio, di fronte all’unità di missione #italiasicura, Anbi Veneto ha sottolineato come i progetti necessari per un Veneto idraulicamente sicuro siano 685, traducibili in un investimento da 1,7 miliardi di euro; negli ultimi 5 anni l’aumento degli interventi è stato del 37,5%. Negli anni la Regione del Veneto ha sempre rispettato gli impegni, tranne negli ultimi due anni, dov’è venuta a mancare la disponibilità di cassa. I Consorzi di bonifica, tuttavia, hanno continuato a pagare le imprese a cui sono stati appaltati i lavori, sostituendosi alla Regione. “Di crediti quindi si può fallire, non per mala gestione ma per eccesso di fare – sottolinea Romano-.” Grazie ai 140 milioni di euro che introitiamo ogni anno con la contribuenza continuiamo a far opere ma i 60 milioni di crediti che aspettiamo dalla Regione rischiano di diventare un fardello troppo pesante da sostenere, con la paura prima o poi si possa fermare l’attività. La suddetta situazione è stata generata, in particolare, da tre vicende: Il Patto di Stabilità che ha vincolato fortemente le casse pubbliche, la questione dei crediti commerciali, in cui la Regione non ha inserito i fondi stanziati ai Consorzi di bonifica per le opere in concessione tra questi crediti, venendo meno la priorità di pagamento. I Consorzi non sono stati quindi riconosciuti tra i beneficiari dei crediti della Pubblica Amministrazione. Terzo e ultimo punto l’armonizzazione e pareggio di bilancio con il passaggio dalla competenza alla cassa. “Si tratta d’indici di efficienza che difficilmente si possono riscontrare in altre realtà – conclude Romano – e per questo il Veneto dev’essere orgoglioso. Tuttavia, non possiamo compromettere tutto questo per un eccesso di zelo.”
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UN PAESE NEL FANGO: “LO STUPORE DELL’IMPEGNO CIVILE IN UN’ITALIA, PAESE DI SANTI, POETI, NAVIGANTI…ED ALLUVIONATI” “I consorzi di bonifica sono il braccio operativo dello Stato lungo una Penisola per la larga parte a rischio idrogeologico a causa del fatalismo, che permea la storia del nostro Paese, accompagnato anche da un certo cinismo politico.” A dirlo è Erasmo D’Angelis, direttore del quotidiano “L’Unità” (in precedenza Capo della Struttura di Missione #italiasicura), che ha presentato a Roma, per iniziativa dell’ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue), il suo libro “Un Paese nel fango”, edito da Rizzoli. “In Italia – prosegue D’Angelis – sei milioni di cittadini vivono in aree ad alto rischio di frane ed alluvioni; interi centri abitati sono stati costruiti sopra corsi d’acqua, creando i presupposti per situazioni di grande pericolo in caso di forti piogge. Ora però possiamo scrivere insieme una pagina nuova per il nostro Paese.” “Questo libro va letto – commenta Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – non solo per conoscere la preoccupante condizione del territorio italiano, ma per lo stupore dell’impegno civile di chi, entrato nella stanza dei bottoni, trova un’inaspettata situazione di abbandono, contro la quale già da anni noi ci battevamo. Oggi, finalmente, registriamo un’attenzione nuova della politica dopo che il Governo ha posto la sicurezza idrogeologica tra le priorità del Paese, destinando almeno un miliardo di euro all’anno per la manutenzione del territorio. I contenuti del libro hanno avuto anche l’apprezzamento del Presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, che ha sottolineato il ruolo centrale nella difesa della tenuta idrogeologica dei territori delle imprese agricole tutte e quelle zootecniche in particolare.” “La carenza di finanziamenti, sicuramente ancora insufficienti – chiosa il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti – è stata ed è spesso una scusa per giustificare l’immobilismo, che ha caratterizzato per anni la prevenzione idrogeologica, dove i pochi soldi stanziati stazionavano però nei meandri della burocrazia. Oggi abbiamo creato una governance corretta, che finanzierà solo progetti definitivi ed anche il tanto atteso disegno di legge contro il consumo di suolo mi auguro sia entrato nella fase decisiva.” Alla presentazione del libro sono intervenuti anche Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati; Chiara Braga, Responsabile Ambiente del Partito Democratico; Mauro Grassi, Direttore della Struttura di Missione #italiasicura; Fabrizio Curcio, Capo Dipartimento della Protezione Civile Nazionale.
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