Rassegna stampa 23 24 25 novembre 2013 r

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RASSEGNA STAMPA UNIONE VENETA BONIFICHE TESTATE:

23-24-25 NOVEMBRE 2013 UFFICIO COMUNICAZIONE UVB comunicazione@bonifica-uvb.it


OGGI NOTIZIE SU:

Consorzio/Pag. Veronese Adige Po Delta del Po Alta Pianura Veneta Brenta Adige Euganeo Bacchiglione Acque Risorgive Piave Veneto Orientale LEB

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Consorzio/Pag. Veronese Adige Po Delta del Po Alta Pianura Veneta Brenta Adige Euganeo Bacchiglione Acque Risorgive Piave Veneto Orientale LEB

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23-24-25 NOVEMBRE 2013 UFFICIO COMUNICAZIONE UVB comunicazione@bonifica-uvb.it


Del 23 novembre 2013

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AMBIENTE. CONTE: “SOLO 1% TASSE AMBIENTALI DESTINATE A SICUREZZA TERRITORIO. FACCIO APPELLO ALLO STATO E CHIEDO SVINCOLO PATTO DI STABILITÀ Comunicato stampa N° 2237 del 23/11/2013 (AVN) – Venezia, 23 novembre 2013 “Se solo l’1% delle cosiddette tasse ambientali è destinato alla messa in sicurezza de territorio il problema è estremamente grave. Rivolgo un appello al Governo nazionale perché, già nel bilancio correte, preveda maggiori risorse da destinare a questo settore”. Lo sottolinea l’assessore all’ambiente della Regione del Veneto Maurizio Conte, in relazione alla denuncia della Cgia secondo la quale solo una minimissima percentuale delle “imposte ecologiche” sono destinate alla sicurezza del territorio. “Tale insufficienza di risorse – aggiunge Conte – è drammatica e lo dimostrano l’alluvione del 2010 che devastò il veneto e la tragedia che sta colpendo la Sardegna, alla quale ribadisco tutta la mia solidarietà”. “Qui la politica non deve scherzare – conclude Conte – perché ci sono di mezzo sempre più vite umane e i beni di tutti noi. E’ necessaria quindi una maggiore capacità d’investimento, non conteggiando ad esempio queste opere nel Patto di Stabilità, che penalizza persino le opere di salvaguardia, utilizzando questi fondi anche per pagare nei giusti termini le imprese che realizzano le opere”.

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Del 23 novembre 2013

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IL BACINO DI CALDOGNO, A SALVAGUARDIA DELLE PIENE DEL BACCHIGLIONE. SCHEDA Comunicato stampa N° 2234 del 23/11/2013 (AVN) – Caldogno (Vicenza), 23 novembre 2013 Il bacino di laminazione delle piene del Timonchio, a Caldogno, nel vicentino, è il primo a partire di una serie di interventi necessari per la messa in sicurezza idraulica del territorio dalle piene del Timonchio – Bacchiglione. L’invaso permette di laminare le portate di picco del torrente Timonchio a Caldogno, tagliando l’onda di piena invasando un volume di 3.8 milioni di metri cubi d’acqua, in modo che a valle giunga una portata compatibile con la capacità del corso d’acqua così da evitare le tracimazioni e le inondazioni accadute negli ultimi anni soprattutto a Caldogno e a Vicenza. L’intervento in prevede la realizzazione delle seguenti opere e interventi: • rilevati arginali di conterminazione della cassa; • sistemazione del piano della cassa; • manufatti idraulici di derivazione, restituzione e interconnessione; • sistemazioni dell’alveo del Timonchio con opere di sostegno del livello idrico e rinforzi e rialzi arginali; • interventi ambientali. Lo sviluppo complessivo delle arginature è di circa 5.250 metri, dei quali 4.400 metri per i bacini dal piano campagna esterno, mentre altri 850 metri separano il settore di monte da quello di valle. La sezione arginale tipo è caratterizzata da scarpate a debole pendenza, intervallate da banche intermedie, per limitare l’impatto visivo. Per permettere l’efficace regimazione delle acque all’interno dell’area delle casse e per preservare l’utilizzo ai fini agricoli dell’area, l’intervento prevede la regolarizzazione del fondo delle casse stesse, il ripristino del terreno vegetale di copertura e il ripristino delle carrarecce, dei fossi di bonifica e dei canali irrigui. Le opere idrauliche di gestione del bacino sono dotate di organi di manovra telecontrollati e telemanovrati, in grado di essere messi in funzione anche in condizioni di mancanza di energia elettrica in quanto serviti da generatori di corrente ausiliari e di sistemi di sicurezza manuali. A completamento dell’intervento è prevista la sistemazione delle sponde e dell’alveo del Timonchio con la realizzazione di protezioni a massi. Per mitigare l’effetto della presenza delle opere nel contesto agricolo esistente sono previsti diversi interventi atti a rinverdire la zona o mascherare le opere, che peraltro sono state progettate già in un’ottica di minimizzazione degli impatti. Il costo complessivo dell’opera è stimato in 46 milioni di euro, dei quali 25 milioni di e per i lavori. L’aggiudicazione definitiva è avvenuta lo scorso 8 ottobre, mentre i lavori sono stati formalmente consegnati in via d’urgenza il 21 ottobre 2013. Oggi la formale cerimonia di consegna degli stessi con il presidente Luca Zaia. Il tempo di realizzazione dei lavori sarà di 2 anni, con ultimazione prevista per l’ottobre 2015.

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Del 23 novembre 2013

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SICUREZZA IDRAULICA. ZAIA: SE ROMA DESSE PIENI POTERI VERI A REGIONI ED ENTI LOCALI, L’ITALIA SI SISTEMEREBBE VELOCEMENTE Comunicato stampa N° 2240 del 23/11/2013 (AVN) – Caldogno (Vicenza), 23 novembre 2013 Per realizzare un’opera di difesa idrogeologica ci vogliono in Italia non meno di 5 anni, sempre che non ci siano intoppi e contenziosi sempre in agguato. “Siamo ancora alla farragginosità, alla burocrazia che ammazza i cittadini, e ammazza anche noi amministratori. Le opere che servono a salvare il territorio si potrebbero fare anche in sei mesi: basterebbe avere pieni poteri. Se a Roma avessero il coraggio di dare poteri commissariali veri a tutti i presidenti di Regione e a tutti gli amministratori, l’Italia si sistema velocemente”. Lo ha affermato questa mattina il presidente del Veneto Luca Zaia, intervenendo a Caldogno, in provincia di Vicenza, alla cerimonia di consegna dei lavori del prima grande bacino di laminazione che viene realizzato nel territorio regionale da 80 anni a questa parte, durante i quali non è stato fatto pressoché nulla in termini di opere di prevenzione. “Quella di Caldogno è una grande sfida: un invaso da circa 4 milioni di mq su 104 ettari di territorio. Soprattutto è la prima opera di un programma – ha aggiunto Zaia – che ne conta altre cinque già finanziate da realizzare in Veneto nell’immediato futuro”. Per avere la massima sicurezza in tutto il Veneto occorrerebbero però 2,7 miliardi di euro, per pagare tutti gli interventi necessari già individuato in un piano elaborato dopo l’alluvione di Ognissanti del 2010 dal prof. Luigi D’Alpaos. “Quelle che riusciamo a realizzare valgono circa 380 milioni complessivi. Per i soldi che mancano – ha ribadito Zaia – ricordo che i veneti lasciano a Roma 21 miliardi di tasse l’anno: devono restituirci i nostri soldi”. Zaia ha infine fatto riferimento alla questione degli espropri: “Noi andiamo avanti, dobbiamo farlo, e cercheremo in tutte le maniere di trovare una soluzione rispetto ai contenziosi e alle richieste dei proprietari. L’opera però ci serve, serve alla comunità, deve essere realizzata in due anni, metterà in sicurezza la città di Vicenza. Gli espropriati saranno ristorati, si pagheranno tutti i danni”.

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Del 23 novembre 2013

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Maltempo: Unione Veneta Bonifiche, non ci sono risorse per manutenzione straordinaria (Adnkronos) - "Ora mi chiedo come si possano realizzare tali interventi senza le risorse economiche sufficienti anche a garanzia della stessa quotidiana attività dei consorzi. E' sufficiente pensare all'aumento dei costi energetici per il funzionamento degli impianti idrovori, specie nelle aree a maggior rischio idraulico - avverte - i Consorzi sono grandi consumatori di energia elettrica, ma non godono delle agevolazioni della grande industria. Noi, l'energia elettrica la usiamo per la messa in sicurezza del territorio: dalle abitazioni civili alle attività produttive. Nella discussione collegata al Dpef della Regione Veneto, ho chiesto che sul delicato tema della sicurezza idraulica si inizino a prevedere investimenti pluriennali al fine di dettare un'agenda ed una gestione programmata degli interventi di messa in sicurezza del territorio." Alla mancanza di risorse si aggiunge l'eccessiva urbanizzazione: ogni anno 4.950 ettari di suolo agricolo sono cementificati; anche su questo la posizione dell'Unione Veneta Bonifiche è chiara: stop all'urbanizzazione selvaggia che, con i cambiamenti climatici, rappresenta un mix destabilizzante per il territorio. Conclude Romano: "Noi conosciamo l'alto rischio idraulico al quale il nostro territorio è sottoposto e mi chiedo: ma, cosa è necessario che accada ancora, perché si decida di investire preventivamente sulla sicurezza invece di pagare cinque volte tanto in danni non solo materiali, ma purtroppo anche con perdite di vite umane?"

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Del 24 novembre 2013

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Del 24 novembre 2013

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Del 25 novembre 2013

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Del 24 novembre 2013

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Del 23 novembre 2013

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