Portfolio

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.IL PORTFOLIO .Per definizione un portfolio di design è un gruppo di fogli sciolti raccolti in una cartellina portatile. Come altri aspetti del progetto e del design, però, anche il portfolio e la sua concezione sono evoluti nel tempo, a seconda delle richieste e necessità del mercato. Con la nascita di nuove tecnologie e nuovi linguaggi il portfolio ha assunto forme ben lontane dal tradizionale plico di fogli, sfruttando anche tecnologie come internet o e-mail e linguaggi moderni ed articolati. .Fra Ottocento e Novecento i principali Designer erano tipografi ed il portfolio era quindi un catalogo tipografico da cui desumere l’esperienza del designer in base ad esempio all’uso dei caratteri. Da metà Novecento si moltiplicano i corsi di grafica in varie facoltà artistiche e con essi gli studenti che sentono la necessità di raccogliere ed esporre i propri lavori. Inizialmente le forme furono tradizionali e ordinarie, ma a partire dagli anni Cinquanta lo schiudersi di nuovi orizzonti ha permesso sperimentazioni di tutti i tipi, e soprattutto, a partire dall’ultimo decennio, una grande diffusione dell’utilizzo del web per introdursi o dare un’anticipazione del portfolio cartaceo. .In ogni caso non va mai perso di vista il fatto che il portfolio è uno dei molti strumenti nelle mani del designer. È un contenitore e quindi ciò che è importante è il contenuto, ossia la persona stessa e la sua soggettività. Esprimere questo adeguatamente è quindi il tratto che accomuna tutti i portfolio, indipendentemente dalle caratteristiche formali. Esso quindi idealmente rispecchia il talento, gli interessi, le capacità e la creatività di un designer ed è costruito dallo stesso designer intorno a sé e in base ai possibili destinatari. Infatti il portfolio è considerabile come il punto di contatto principe fra designer e potenziale cliente, e in esso viene riassunta la persona che lo ha creato, con l’aggiunta più o meno marcata di forme accattivanti che catturino l’attenzione dello spettatore più diffidente.


.Queste caratteristiche ed il fatto che il portfolio è uno dei pochi lavori dove il designer è soggetto, oggetto e mittente del lavoro (e quindi ha una libertà maggiore) lo rendono spesso un campo di sperimentazione per puntare ad avere un lavoro più creativo delle solite soluzioni, che lasci il segno nell’osservatore. Detto questo non bisogna dimenticare che il portfolio è un contenitore che dovrebbe veicolare nel modo più chiaro e conciso le qualità migliori del designer; una sorta di vetrina dove porre lavori ben selezionati, ordinati ed armonizzati. .In generale le qualità che si auspica emergano sono affidabilità, impegno, intraprendenza, competenza, talento, parallelamente all’abilità nel design e allo stile personale. Il tono e la forma del lavoro devono essere personali ed originali, ma improntati sul tipo di lavoro ricercato e il tipo di cliente a cui viene sottoposto. Essendo i designer ed i potenziali clienti infiniti, anche la gamma di possibili caratterizzazioni dei portfolio è infinita. Inoltre il portfolio deve essere vario tanto da permettere all’osservatore di acquisire tutte le informazioni che lo interessano per poter valutare organicamente e in più campi le competenze dell’autore. Il tutto senza mai risultare ripetitivo o superfluo. .Va detto che il portfolio origina da un processo di filttraggio e sintesi di contenuti che punta a rendere un’immagine il più possibile attraente per il potenziale cliente. Di conseguenza il designer tenderà a scartare i lavori che non lo convincono, o meglio che ritiene non convincerebbero l’osservatore, ed esaltare i lavori e gli aspetti di ciascun lavoro che rendono il portfolio un oggetto maggiormente appetibile.


.beatrice



.arianna



.mirò



.emanuele



.giulia



.andrea




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