UNRIC/ITA/2015/12 Bruxelles, 22 Marzo 2012
Il capo della forza di polizia delle Nazioni Unite: zero impunità per i peacekeeper colpevoli di abusi sessuali Il capo della forza di polizia delle Nazioni Unite ha chiesto agli Stati membri di assicurarsi che il personale impiegato nelle missioni di mantenimento della pace, colpevole di abuso e sfruttamento sessuale, sia punito e che sia fatto tutto il possibile per evitare in primo luogo che tali crimini vengano commessi. “Chiedo fermamente agli Stati membri di adottare un approccio a tolleranza zero”, ha dichiarato Ann-Marie Orler, Responsabile per le forze di polizia ONU, a una conferenza stampa presso il quartier generale ONU. Le Nazioni Unite, guidate dal Dipartimento per le Operazioni di mantenimento della pace (DPKO), hanno adottato negli ultimi anni varie misure per combattere gli abusi commessi dal proprio personale, inclusi gli ufficiali di polizia. Tali misure comprendono l’istituzione di unità di valutazione disciplinare all’interno di ogni operazione di mantenimento della pace, il coprifuoco, la creazione di aree ad accesso limitato, severe indagini relative ai presunti colpevoli, e il loro rimpatrio e perseguimento penale da parte delle Corti nazionali. Ann-Marie Orler ha osservato che, sebbene il numero degli abusi sia diminuito, il fatto che una quantità limitata di essi sia stata segnalata, indica che resta ancora molto da fare per contrastare questo fenomeno. “Ci si aspetta che noi, in quanto ufficiali preposti al rispetto della legge, siamo parte della soluzione e non del problema”, ha aggiunto la Orler. “Come membri di missioni ONU di mantenimento della pace abbiamo il dovere di proteggere i civili”. Nel settembre 2011 quattro membri uruguaiani della Missione ONU di stabilizzazione ad Haiti (MINUSTAH) sono stati rimpatriati per essere sottoposti ad indagini in relazione alla presunta violenza sessuale di un diciottenne haitiano. Sempre ad Haiti, tre membri pachistani delle operazioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite sono stati rimpatriati la scorsa settimana a seguito di un’udienza militare nazionale sulla violenza sessuale nei confronti di un quattordicenne haitiano. Oltre alle sanzioni disciplinari adottate dalla polizia dei Paesi contributori di truppe, tutti i membri delle forze di polizia delle Nazioni Unite nei cui confronti pendono accuse suffragate da prove sono immediatamente rimpatriati, ha aggiunto la Orler. La documentazione relativa alle indagini viene trasmessa agli Stati membri in vista di azioni future e il DPKO segue da vicino tutte le azioni intraprese a riguardo. Ogni ufficiale rimpatriato per motivi disciplinari è escluso dalla possibilità di rientrare in servizio in futuro. Oltre alle misure adottate dalle Nazioni Unite per prevenire la commissione di questi abusi, la Rappresentante ONU ha invitato i commissari di polizia delle Nazioni Unite a effettuare ispezioni a sorpresa presso le residenze degli ufficiali, esortando ciascun commissario a “conoscere meglio i propri ufficiali”. Secondo la Orler, ciascun commissario deve accertarsi che gli ufficiali non siano coinvolti in attività che compromettano la presenza della Nazioni Unite in loco e l’eccellente lavoro fatto. “Le Nazioni Unite hanno adottato un atteggiamento di tolleranza zero per qualsiasi tipo di sfruttamento sessuale. E’ giunto il momento di porre fine definitivamente a tali situazioni”, ha concluso la Orler.