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LE GOMME FANNO (POCA) RESISTENZA
Lacrisi che ha colpito le materie prime,l’aumento deicosti produttivi e la questione della sostenibilità ambientale stanno cambiando lo pneumatico anche nel settore dei veicoli pesanti. Le case produttrici studiano nuove soluzioni e mescole innovative con componenti non convenzionali, dedicando particolare attenzione al problema della resistenza al rotolamento e proponendoun ricostruito di alta qualità e adattabilità. Vediamo in quale direzione i produttori stanno lavorando per definire la gomma del futuro (e del presente).
PROMETEON SERIE 02, LA FAMIGLIA SI ALLARGA
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Per Prometeon Tyre Group, unico produttore di pneumatici al mondo completamente focalizzato sui settori truck e bus, agro e OTR, lo stato dell’arte ha un nome e un cognome: Serie 02 a marchio Pirelli. «Lo pneumatico di oggi deve avere tre fondamentali caratteristiche – spiega Alexandre Bregantim, chief technical officer di PTG – Essere composto di materiali sostenibili, avere una bassa resistenza al rotolamento e proporre un’altissima resa chilometrica. La Serie 02 ha ben in mente questi standard e nasce con il primario obiettivo di ridurre la resistenza media al rotolamento del 18% per un minor consumo di carburante in tutte le 5 gamme di prodotto commercializzate, rivolte all’utilizzo autostradale, regionale, urbano e di cantiere. Questo significa la riduzione secca di una classe di rolling resistance (da C a B), un abbassamento dovuto soprattutto alle nuove mescole con componenti innovativi, sia quelle del battistrada che quella interna. Questo approccio si chiama Progea (Pro Grip Environment Approach) ed è caratterizzato dall’utilizzo di materiali sostenibili, sia per la tutela della salute del personale di fabbrica sia per il ridotto impatto ambientale, assicurando comunque le prestazioni del prodotto in termini di sicurezza (aderenza su bagnato) ed efficienza».
Di recente la Serie 02 si è allargata con H02 Pro Trailer, nuova linea destinata a semirimorchi per grandi volumi e grandi carichi, a singolo o multi asse e con vocazione alle lunghe percorrenze. Disponibile in tutta Europa nelle misure 435/50R19.5e445/45R19.5, nella categoria relativa al consumo di carburante è classe A per la 435/50 e classe B per la 445/45. In confronto alla gamma precedente, è aumentata la sicurezza (+20%, grazie a maggiore aderenza sul bagnato, omologazione
3PMSF e nuovo disegno del battistra- da) e la capacità di carico (+10%, fino a 10 ton per asse) e diminuita la resistenza al rotolamento (–20%), mentre sono diventate più agevoli le operazioni di montaggio (+20%). Come tutti i prodotti della gamma, anche H02 Pro Trailer ha marcatura invernale 3PMSF ed è dotata di sensore RFID. Il battistrada dispone di sei scanalature longitudinali per favorire usura omogenea, con le due esterne più larghe per assicurare efficiente drenaggio dell’acqua e migliore guidabilità. Le quattro scanalature centrali sono invece più strette per aumentare la rigidità del battistrada e garantire massima resa chilometrica e minor consumo di carburante. Le costole del battistrada dispongono di particolari “camini cilindrici’’ che promuovono la stabilità e la frenata su fondi bagnati, mentre gli incavi centrali sono a geometria variabile per offrire ottima guida sul bagnato per tutta la durata della vita dello pneumatico e migliore comfort acustico esterno.
BRIDGESTONE PER ORA DURAVIS, POI CARBON NEUTRALITY
Da fine 2019 Bridgestone ha fatto una scelta drastica sullo sviluppo dell’intera gamma di prodotto, lanciando la serie Duravis: «È il nostro cavallo di battaglia sull’autocarro – conferma Alessandro Marchisio, director commercial products della casa giapponese – specie in Italia, dove questo segmento rappresenta oltre il 70% del mercato. Abbiamo in particolare ridotto la complessità di gamma e utilizzato un unico disegno che potesse coprire un largo campo di utilizzo, tenendo in conto le esigenze della clientela».
«Sappiamo bene che il settore dei trasporti è strettosucosti sempre più importanti e incapacità di adeguare le tariffe – continua il direttore – Abbiamo perciò riflettuto sul fatto che il prezzo di acquisto dello pneumatico incide relativamente poco sul TCO, dall’1 al 3%, rispetto per esempio al costo del carburante che raggiunge il 25% o più del totale. La nostra scelta è stata perciò quella di utilizzare un prodotto caratterizzato da elevata performance in rolling resistance, che ha un impatto fondamentale nel consumo di carburante, non solo nelle posizioni steer and drive, ma anche nel trailer, dove risiede il carico e ci sono maggiori attriti. Mettere sul rimorchio gomme meno costose significa aumentare il consumo di carburante in modo non conveniente». La gamma Duravis è completa per le applicazioni regionali e ha una resistenza al rotolamento, nella maggior parte delle gomme, in categoria B. Si tratta di un fattore da non sottovalutare, dato che un prodotto con etichettatura migliore nella resistenza al rotolamento può portare a un risparmio di carburante fino al 5%. A questa gamma si è poi aggiunto Ecopia, pneumatico votato alla linea, in cui la resistenza al rotolamento è addirittura in categoria A. «Guardando al futuro –afferma ancora Marchisio – in cima alla nostra agenda c’è la sostenibilità, come spiegato nel recente ‘E8 Commitment’, progetto con cui cerchiamo di fornire soluzioni sostenibili per i nostri clienti partendo da otto valori fondamentali
(Energy, Ecology, Efficiency, Extension, Economy, Emotion, Ease ed Empowerment), che saranno il nostro motore per le strategie, i processi decisionali e l’impegno sostenibile in ogni ambito di attività dell’azienda. L’obiettivo è di arrivare al 2050 con la neutralità dalle emissioni di carbonio e l’utilizzo di materiali sostenibili al 100%. Un esempio di questa scelta è l’uso nella NTT Indycar Series da parte di Bridgestone Americas di un nuovissimo pneumatico da corsa con la spalla in gomma naturale derivata dal guayule, un arbusto del deserto. Altro esempio riguarda lo spostamento dai test reali sui prodotti con forti emissioni di carbonio ai test virtuali. Per lo sviluppo di un singolo pneumatico da vettura (e quindi a maggior ragione ciò vale per quelli da autocarro, che percorrono molti più km) si risparmiano fino a 40.000 km di test di percorrenza, riducendo di circa il 60% l’utilizzo di materie prime e le emissioni di CO2. Anche per il trasporto pesante la direzione sarà questa».
Nella ricostruzione, con i brand Bandag (trasporto a lunga distanza, segmenti di nicchia e prodotti invernali) e Protre- ad (trasporto regionale, applicazioni on e off road e cantiere) Bridgestone sta realizzando infine gomme con carcasse in grado di resistere a più cicli ricostruttivi e che, entro il 2050, deriveranno solo da materiali 100% sostenibili.
Michelin
L’APPROCCIO MULTI–VITE DEL RICOSTRUITO
I prodotti Michelin sono tutti impostati con un approccio netto, definito dalla stessa casa francese «Multi–vite». «La vita dello pneumatico attraversa 4 fasi distinte – chiarisce Arianna Bianchi, direttrice marketing B2B di Michelin Italia – Innanzitutto lo pneumatico nuovo, venduto al primo equipaggiamento o al ricambio, che arriva vicino al termine della sua prima vita circa a 3 mm di residuo, dopo aver percorso migliaia di chilometri. A questo punto, grazie alla riscolpitura, parte la seconda vita. La riscolpitura consente di coprire ancora circa il 25% dei chilometri percorsi dal nuovo. Quando a sua volta il riscolpito arriva in prossimità del limite legale di usura, può beneficiare di una terza vita con la ricostruzione Michelin Remix, che beneficia dei medesimi processi industriali della fabbricazione degli pneumatici nuovi, consentendo prestazioni comparabili alla gomma nuova. Con il Michelin Remix si aggiunge un ulteriore 25% di percorrenza chilometrica».
Da un paio di anni, nel settore retread, Michelin Italia assegna inoltre alle flotte per il trasporto merci un attestato per la gestione sostenibile degli pneumatici, quest’anno consegnato a 31 realtà. L’iniziativa ha l’obiettivo di dare visibilità a quelle aziende che tramite un’attenta gestione degli pneumatici contribuiscono a una mobilità più sostenibile con impatti positivi su ambiente, sicurezza e redditività. Con un parco circolante di circa 13.500 autocarri, le 31 flotte hanno risparmiato complessivamente 4.503 tonnellate di CO2 – l’equivalente delle emissioni annuali di una flotta di 102 camion – e 1.639 tonnellate di materie prime – quantità di risorse necessarie per produrre 23.363 pneumatici autocarro.
Sul fronte dell’innovazione, infine,la sfida più intrigante è quella degli pneumatici senz’aria e antiforatura Michelin Uptis (l’acronimo sta per Unique Punctureproof Tire System, ovvero sistema antiforatura unico). Presentati nel 2019 e rimasti finora a livello di “concept tire”, entro la fine del 2023 equipaggeranno una cinquantina di furgoni DHL Express a Singapore per effettuare le consegne dell’ultimo miglio. Michelin Uptis è un gruppo ruota/pneumatico senza aria, a prova di foratura, progettato per auto e furgoni leggeri. L’aria è stata sostituita da una configurazione innovativa in grado di sostenere il veicolo e fornire robustezza alla ruota. I vantaggi sono evidenti: maggiore comfort e sicurezza di guida;limitazione del numero di pneumatici sostituiti a causa di forature; diminuzione dei tempi di fermo macchina; uso ridotto di materie prime, altrimenti da utilizzare per la creazione di pneumatici di scorta. La tecnologia airless, stando ai calcoli di Michelin, potrebbe prevenire la demolizione prematura di circa 200 milioni di gomme all’anno in tutto il mondo o 2 milioni di tonnellate di materiale, un risparmio equivalente al peso di 200 torri Eiffel. Per il momento però questa interessante tecnologia non tocca ancora i veicoli pesanti.
CONTINENTAL PER L’AMBIENTE CONTI HYBRID, PER I LEGGERI CONTI URBAN
«Offriamo servizi e soluzioni sempre all’avanguardia per rispondere alle nuove esigenze di mobilità nel settore dei trasporti – afferma Giorgio Cattaneo, PR e comunication manager di Continental Italia – come gli pneumatici sviluppati per migliorare l’impatto ambientale e i programmi di ricostruzione e riciclo che offrono una nuova vita al prodotto».
«La Generazione 5 di pneumatici Conti Hybrid – continua Cattaneo – è stata ideata per trasporti lungo le tratte regionali. La mescola, la struttura della carcassa e i battistrada innovativi garantiscono ottimeprestazioni come l’eccellente resa chilometrica (fino al 20% superiore rispetto alla generazione precedente) e la durata e trazione, combinate con una resistenza al rotolamento ottimizzata. Questo aspetto permette di apportare un impatto positivo sull’efficienza energetica e sulle emissioni di CO2, caratteristica primaria per il nostro gruppo».
«Con il Conti Urban, inoltre, l’azienda ha presentato un concept di pneumatico appositamente progettato per autobus elettrici e trasporto leggero. La quota di materiale rinnovabile e riciclato contenuto inquesto prototipo, già approvato per l’uso su strada e quindi pronto ai test con i clienti, è quasi del 50%. Dopo un solo processo di ricostruzione, la percentuale aumenta e supera il 90%.
Il nuovo concept pneumatico offre anche un livello di rumorosità ottimizzato».
Goodyear
IL CONCEPT GOODYEAR COL 63%
DI MATERIALI SOSTENIBILI
Goodyear sta lavorando profondamente per rinnovare la propria gamma autocarro, concentrandosi su tre prodotti. Kmax Gen–2, per ogni tipo di asse e asse motore, è una linea di pneumatici che offre alto chilometraggio e resistenza all’usura, permettendo alle flotte regionali di ottimizzarne la vita e di affrontare anche le condizioni climatiche più difficili. Fuelmax Gen–2, per asse sterzante e asse motore, è una serie sviluppata per le flotte che operano nel trasporto interregionale e su lunghe distanze. Sul fronte del risparmio di carburante e di riduzione delle emissioni, sia in autostrada che su strade extraurbane, si schiera anche la nuova gamma Fuelmax Endurance, caratterizzata da grande versatilità. Goodyear ha rinnovato anche il retread, indirizzandosi verso un mercato premium, vale a dire un ricostruito con alto livello di qualità, conquistato grazie a processi di manifattura della gomma e attenzione particolare alla sostenibilità. «Per il business delle flotte e con regolamenti europei sempre più stringenti – commenta Margherita Scattolari, marketing manager business unit commercial della casa statunitense – comprare una parte di gomme ricostruite aiuta a raggiungere quei piani di sostenibilità che le aziende sono ormai obbligate a rispettare. Durante il processo di ricostruzione uno pneumatico consuma il 56% in meno di petrolio grezzo e quindi impatta in modo molto minore sull’ambiente. Il vantaggio lato costi per la flotta è che il ricostruito aumenta la vita della copertura del 150%, senza contare che anche esteticamente il retread premium è identico alla gomma nuova».
Uno degli obiettivi del produttore statunitense è quello di raggiungere il 100% di uso di gomma naturale inserendo ulteriori materiali ecocompatibili all’interno della miscela. Goodyear ha presentato un primo concept di pneumatico autocarro con il 63% di materiali sostenibili, che include 15 ingredienti per 20 componenti dello pneumatico. Questo concept presenta etichettatura A per l’efficienza nei consumi, il che significa che se fosse messo oggi in commercio sarebbe in grado di offrire un’efficienza comparabile agli pneumatici presenti nella gamma Goodyear. Tra i nuovi materiali utilizzati da questa gomma dimostrativa: quattro diversi tipi di nerofumo prodotti da oli di origine vegetale e olio di pirolisi di pneumatici estinti; olio di colza; silice prodotta dalla cenere della lolla di riso; poliestere riciclato dalle bottiglie di plastica e da altri rifiuti plastici.