SOMMARIO NUMERO 17
Foto di copertina: M. Messana
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NARRATIVA 29 33 37 42 46 51 55
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FACCIAMO PACE COME FRATELLI CINQUANTENNE ALLA RISCOSSA PROMESSA INFRANTA QUANDO SI DICE IL DESTINO UNO SQUARCIO DI SERENO, DI O. SALA PASSIONE IN CORNER, DI FLUMERI & GIACOMETTI (6ª PUNTATA) (ROMANZO DA STACCARE) SFIDA (IM)POSSIBILE E SE FOSSE QUELLO GIUSTO? VERDE è BELLO IO… NON TI VOLEVO UN UOMO IN TRAPPOLA
e Agnese Lorenzini al… sole! ● Musica: La regina delle hit? Katy Perry 25 Passaparola: Anche i maghi amano i concerti ● Moda accessori: Gioie floreali pag. 46
84 L’agenda di Maggio
SALUTE E BENESSERE
pag. 24
PERSONAGGI 6 Roberta Capua: «La mia ricetta di felicità» 100 Gabriel Garko: Io, schivo ma scatenato
86 Dermatologia: Melanoma: attenzione al sole 87 Gastroenterologia: Quando l’intestino è pigro 88 Oftalmologia: Se gli occhi si stancano 89 In agenda: Wings for Life World Run ● In breve: Prima persone, poi pazienti ● Risponde il neuropsicologo
BELLEZZA
SOCIETà 10 Sorella Terra
TURISMO
90 I capelli dalla A alla Z pag. 84
MODA
ARREDAMENTO 92 Vesti la casa di fiori
14 Invece dell’impermeabile 16 Naturali e chic
CUCINA 94 Profumo di zafferano
CONSIGLI DI STILE
GUIDA TV
18 Eleganza multicolor
VIVERE INSIEME 20 Dalla tua parte: Fido e Micio tra diritti e doveri 21 Previdenza ● Occasioni di lavoro: 1.880 posti nel settore immobiliare ● Pollice verde 22 Guida pratica: Outlet, che passione! ● Le scadenze di maggio 23 Il consiglio della settimana ● Il parere del legale
PER VOI RAGAZZE 24 Saranno famose: Marina Crialesi
pag. 94
103 Programmi dal 27 aprile al 3 maggio
RUBRICHE
pag. 16
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Parliamone Tempo libero L’angolo di Milly Voglio dirti che... Voglia di poesia Da cuore a cuore Grafologia Oroscopo Intervallo I bambini più belli Amici animali Intimità
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LA PROSSIMA SETTIMANA
PARLIAMONE CON Venturella Sforza
CON
un appassionante
ROMANZO
1 del 2012 di Intimità, gliela allego. Sono sicura che nonna Rita ne sarà contenta. Con affetto Giovanna
HARMONY
iovanna carissima, la ringrazio di G cuore a nome di nonna
A PROPOSITO DELLA POESIA PERDUTA
Una cattiva fama da riscattare e un vecchio conto in sospeso con il perfido Lord Rutherford spingono l’affascinante Conte di Tregellas ad accorrere in aiuto di una sconosciuta insidiata dal suo crudele nemico. E la faccenda si complica quando ci si mette in mezzo anche il cuore...
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Cara Venturella, sono un’assidua lettrice di Intimità e ho 83 anni. Le poesie sono la mia passione. Ho visto la lettera della signora Rita, che scriveva di aver ritagliato anni fa dal giornale una poesia struggente - dedicata da una mamma al ricordo della figlia Isabella che teneva in borsa fino a quando non è stata scippata e l’ha persa. Io l’ho cercata, è stata pubblicata sul numero
Rita che sarà felicissima di poter rileggere la poesia che l’aveva tanto commossa, anche perché le riportava alla mente il giovane nipote scomparso prematuramente. Il suo gesto generoso, cara amica, testimonia ancora una volta che le lettrici di Intimità formano davvero una grande famiglia, che crede nella forza dei sentimenti. La stringo in un grosso abbraccio che estendo anche alla mamma della povera Isabella.
Buon compleanno, Isabella Sono trascorsi dieci anni da quando te ne sei andata, lasciando dietro di te un vuoto incolmabile. Oggi vivresti nello splendore dei tuoi meravigliosi 18 anni. Il ricordo della tua bontà e sensibilità, del tuo dolce sorriso e dell’affetto che mi dimostravi in mille modi mi permettono di andare avanti. Quanta forza, quanto coraggio, quanta allegria e quanta voglia di vivere in un corpicino così fragile. Dieci anni sono passati, Isabella. Mi sembra impossibile pensare di riuscire a trascorrere chissà quanti altri decenni senza di te, senza poterti accarezzare, se non sperando di incontrarti e di abbracciarti nei miei sogni. Insieme a te, per sempre. La tua mamma
TANTI AUGURI! “Ai cari mamma Virginia e papà Celestino, che il 30 aprile festeggiano 40 anni insieme, tanti auguri di buon anniversario per le loro nozze di smeraldo! Siete un esempio da seguire! Con affetto”. Cinzia, Luca e Gessica
“Alla nonna Agher, che compie 81 anni il 28 aprile, tantissimi auguri di buon compleanno! Con il tuo sorriso rendi più bello ogni giorno trascorso con te. Ti vogliamo bene”. Le tue figlie Lorena e Sonia con Claudio e Alessandro e i tuoi nipoti Stefano, Alessia, Lisa, Alice e Giulia
Volete un consiglio, un parere su un problema che vi sta a cuore? Volete commentare un fatto di attualità? Fare gli auguri (con foto) a una persona cara? Scrivete a Venturella Sforza - Parliamone Redazione INTIMITÀ P.zza Aspromonte 13 20131 Milano o alla e-mail parliamone@quadratum.it
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ROBERTA CAPUA
di Sabrina Sacripanti
Bologna, aprile a bellezza sfiorisce, il talento no». Parola di Roberta Capua, prima a Miss Italia 1986, seconda a Miss Universo 1987 e ora vincitrice di Celebrity MasterChef, dove ha dato ampio sfoggio del suo talento ai fornelli. E pure del suo fascino. Sì, perché, a dispetto di quel che dice, a 48 anni suonati, non è sfiorita per niente, anzi. Guardare per credere. Merito (anche) dei due grandi amori che illuminano il suo sguardo e le sue giornate in quel di Bologna, ovvero il marito Stefano Cassoli, che ha sposato nel maggio del 2011, e il loro figlioletto Leonardo, nato prima delle nozze, nel 2008. A chi ha devoluto i 100mila euro vinti? «A Save The Children. Sky ci teneva che scegliessimo un’associazione che avesse in qualche modo a che fare anche con il cibo e io, poi, da molti anni sono testimonial di questa importante organizzazione internazionale». Vive a Bologna ma è di Napoli: la cucina che ama di più? «Le mescolo spesso e volentieri. Entrambe le città hanno tradizioni gastronomiche importanti, diverse e apprezzate. Detto questo, amo soprattutto preparare menù a base di pesce, m’ispiro andando in pescheria e vedendo ciò che quel giorno offre il mare. Scelgo un ingrediente principale e poi ci lavoro intorno, senza però paciugare troppo. Meglio poche cose ma buone».
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Intimità
LA BELLA VINCITRICE DI CELEBRITY MASTERCHEF CI RIVELA QUALI SONO, SECONDO LEI, GLI INGREDIENTI GIUSTI PER GODERE APPIENO DELLE GIOIE DELL’AMORE Da dove arriva la sua passione per i fornelli?
«È nata dalla necessità di preparare pranzo e cena quando ho cominciato ad abitare da sola, a Milano. Avevo 18 anni e lavoravo come modella. Sì, già allora non mi piaceva mangiare il prosciutto dentro al cartoccio, per cui mi sono dovuta industriare. Poi negli anni Ottanta e Novanta ho seguito dei corsi di cucina per perfezionarmi. E quando, 11 anni fa circa, ho conosciuto mio marito, la passione è raddoppiata: anche lui è un appassionato e spesso cuciniamo insieme». Dove vi siete conosciuti? «Qui a Bologna, grazie ad alcune amiche comuni. Siccome in quel periodo ero single e pure Stefano lo era, hanno organizzato una cena per farci conoscere. Ero partita assolutamente scettica, ho detto loro “Ok, vengo, ma sarà un buco nell’acqua”. Invece le
M. Messana
«La mia ricetta di FELICITà»
mie amiche ci avevano visto lungo, qualche affinità fra noi l’avevano già notata». Gli ingredienti più importanti del vostro amore? «Stefano mi è piaciuto da subito, ma la ricetta dell’amore così come quella della felicità è complessa, ogni cosa deve essere ben dosata e mescolata. Solo così il “piatto” riesce bene e non ha la scadenza. Comunque, sì, ci vogliono soprattutto rispetto, lealtà, comprensione, tenerezza, secondo me. I due ingredienti segreti sono però la fortuna di incontrarsi e la voglia di condividere un progetto. Sperando, anche, che il destino ti sorrida, perché può anche capitare che eventi indipendenti dalla coppia provochino dei piccoli grandi terremoti. Infatti la vita ti mette spesso alla prova e poi, magari, non si riesce a reggere il peso degli eventi. Grazie a Dio, fino-
ra, a noi non è capitato. Sin dall’inizio ci siamo resi conto di essere molto compatibili. Tant’è che dopo un anno circa che stavamo insieme abbiamo deciso di mettere in cantiere Leonardo. Poi ci siamo sposati con calma, consapevoli che il “sì”, in fin dei conti, l’avevamo già pronunciato con la nascita di nostro figlio. Perché è più impegnativo diventare genitori che sposarsi. Le nozze, per chi si ama, altro non sono che la ciliegina sulla torta, giusto per rimanere in tema», ride. Ha messo in un cantuccio il lavoro per seguire la famiglia: una scelta che ha mai rimpianto? «No, perché non volevo delegare la crescita di Leonardo ad altri. Avendo la fortuna di poterlo fare, e ci tengo a sottolinearlo che solo di fortuna si è trattato, perché non tutte le donne possono permetterselo, ho scel-
Bianca Buoncristiani
Sembra possedere la virtù della calma: autocontrollo o dote naturale?
Roberta Capua durante la finale del talent targato Sky con il figlio Leonardo, il padre, due care amiche e il marito Stefano Cassoli, che si scorge alle sue spalle.
to di non lavorare. Ero consapevole che poi avrei avuto difficoltà a risalire in sella, ma mi sembrava più importante Leonardo, che ora ha 9 anni». Al secondo figlio non ha mai pensato? «Sì, ma purtroppo non è arrivato. Va bene così, non mi lamento. Oggi come oggi anche i figli unici hanno una vita sociale intensissima. Leonardo fa un sacco di sport ed è sempre in compagnia. E nemmeno lo viziamo più di tanto. Anzi, proprio perché è figlio unico, Stefano e io abbiamo la tendenza a “lanciarlo” di più nel mondo». Che cos’ha ereditato Leonardo da voi? «Da mio marito ha preso un senso dell’umorismo molto particolare e da me una sorta di disciplina. Sì, come me, che sono una rigorosa, anche Leonardo è ligio alle regole: rispettarle gli dà grande sicurezza».
«Ogni tanto devo attingere anch’io all’autocontrollo e ammetto che quelle rare volte che mi arrabbio… si salvi chi può, - ride. - Però, di base, non sono una agitata, sempre alla ricerca di qualcosa di più, di diverso o di strano. Mi accontento e vivo serena». Che cos’è però che le fa perdere le staffe? «Gli arroganti, i maleducati, i saccenti, ma costoro penso che facciano arrabbiare tutti. Anche qui però entra in ballo l’autocontrollo». Era così anche quando ha vinto Miss Italia? «Allora più che altro ero un’ingenua.Totalmente. E certamente non immaginavo che quella vittoria avrebbe cambiato per sempre la mia vita e soprattutto che oggi, 31 anni dopo, con alle spalle un sacco di altre cose fatte, la gente avrebbe ancora tirato in ballo il Concorso. Anche perché ora, a 48 anni, della Miss non ho praticamente più nulla». Be’, la sua età se la porta benissimo… «Dice? Comunque a me non è mai piaciuto rincorrere il tempo, penso che sia meglio mostrarsi per quello che si è, senza trucchi e senza inganni. Per carità, anche a me, come credo a tutte le donne, piace curarmi, però nei limiti». Contraria al bisturi? «Premesso che è giusto che ognuno possa fare ciò che più le pare, ci mancherebbe, per me stessa, sì, sono contraria: non avrei mai il coraggio di cancellare quello che la mia faccia racconta, sarebbe un po’ come cancellare una parte di vita, come rinnegarla, quasi. Le rughe sono ricordi, in fondo. Belli e brutti». E quali sarebbero questi ricordi belli e brutti? «Qualche problema, come tutti, l’ho avuto anch’io. Mio padre, per esempio, ha
rischiato di morire quando Leonardo era molto piccolo. Lui che aveva tanto desiderato un nipote, era in fin di vita, in rianimazione, e la cosa a cui pensava maggiormente era proprio quella di non poter vedere crescere suo nipote. Ora per fortuna sta bene, ha 80 anni e sembra quasi un giovanotto. C’è stato poi un momento in cui Leonardo ha avuto un problema serio, è stato sottoposto a un delicatissimo intervento all’orecchio, un momento difficile grazie a Dio brillantemente superato. E fra i ricordi belli c’è ovviamente la sua nascita: ha cambiato totalmente il mio modo di essere. Ecco perché adesso mi sembrano specialissimi tutti i minuti che trascorriamo in tre, io, Stefano e Leonardo. Sì, quando stiamo insieme, mi sento bene, anzi, mi sento una donna fortunata». I suoi prossimi impegni professionali? «È ancora tutto da decidere, ma intanto la vittoria a Celebrity MasteChef mi ha portato ad aprire un blog firmato da me, www.cottografato.it, dove racconto il mio modo di interpretare la cucina. Spero però di tornare presto in tv.
Magari con un programma di cucina, perché no?». Visto che le piace tanto cucinare, cosa non manca mai nel suo frigo? «Tanta acqua minerale. Per il resto non ci sono grandi scorte, mi piace comprare e consumare. Le uova però ci sono quasi sempre, sono l’ancora di salvezza se, magari, non sono riuscita a fare la spesa. Le uso per preparare una pasta o un dolce. Un peccato di gola a cui proprio non so resistere? Il gelato, lo mangio sempre, tutto l’anno, con qualunque temperatura». La bilancia allora è un’amica… «Una volta potevo concedermi ciò che volevo, oggi il metabolismo è cambiato e devo stare attenta. Però una vita di privazioni... mai. La cucina è un piacere, sarebbe triste stare sempre a dieta». Anche suo figlio è una buona forchetta? «Leonardo, facendo molto sport, mangia parecchio e di tutto, apprezza anche la cucina etnica e quella piccante. Non dice mai di no. Ed è bello, questo. Perché vuol dire che non si ferma all’apparenza e che preferisce scoprire la vera essenza delle cose».
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LA CHEESE CAKE DELLA VITTORIA È anche con questo dolce "vegan" che Roberta si è aggiudicata il primo posto a Celebrity MasterChef. Ecco la ricetta, contenuta sul suo blog www.cottografato.it Frullate g 150 di mandorle, g 200 di datteri, g 100 di fichi secchi, g 50 di farina di cocco e 2 cucchiai di olio di cocco fino a ottenere un composto appiccicoso. Distribuitelo in uno stampo di 20 cm di diametro e compattatelo. Frullate la polpa di 4 avocado con 25 ml di succo di lime, 3 cucchiai di latte di mandorla e g 150 di sciroppo d’acero, poi versate la crema sulle base di frutta secca e mettetela nel freezer per un paio di ore. Completate la torta con striscioline di scorza di lime. Intimità
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SOCIETà
di Achille Perego
Sorella TERRA IN OCCASIONE DEL 22 APRILE, GIORNATA DEDICATA AL NOSTRO PIANETA, ECCO COSA POSSIAMO FARE PER DARE UN PICCOLO, GRANDE CONTRIBUTO ALLA SUA SALVAGUARDIA
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Intimità
Presta attenzione agli sprechi d’acqua
Sai che lasciare il rubinetto aperto mentre ti lavi i denti comporta un consumo di acqua di 5 litri al minuto? Uno spreco. Come quello del tuo compagno che, magari, si fa la barba senza chiudere il rubinetto e così consuma inutilmente 25 litri d’acqua. Ricordati, poi, che è meglio farsi una doccia piuttosto che un bagno. Per immergerti in una vasca utilizzi circa 150 litri, una doccia da cinque minuti ne richiede la metà! Attenta anche a rubinetti che perdono e a wc e tubature che gocciolano: possono sprecare anche 2mila litri. Coltiva l’orto sul balcone
iStock
È
sempre più surriscaldata e in pericolo. Per via della siccità, dello scioglimento dei ghiacciai, dell’inquinamento di mari, fiumi e laghi, senza dimenticare quello dell’aria, con conseguente rischio estinzione di molte specie di animali protetti. Sì, stiamo parlando della Terra, il meraviglioso pianeta sul quale viviamo, ma che l’irresponsabile azione dell’uomo sta rovinando. Per fortuna, negli ultimi anni è cresciuta parecchio la coscienza ambientale. E per diffonderla e renderla ancora più forte sono molti gli appuntamenti mondiali dedicati alla difesa della Terra. Il 25 marzo, come ogni anno, l’appuntamento, fortemente voluto dal WWF (www.wwf.it), è stato quello con l’Ora della Terra (l’Earth Hour), un evento pensato per richiamare l’attenzione sulla necessità urgente di intervenire sui cambiamenti climatici con un gesto semplice ma concreto: spegnere la luce per un’ora.
COSì AIUTIAMO L’AMBIENTE
Il 22 aprile, invece, si celebra la Giornata Mondiale dellaTerra (Earth Day, www.earthdayitalia. org), la più grande manifestazione ambientale del pianeta, indetta dalle Nazioni Unite, in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia. Una ricorrenza ricca di eventi, con testimonial famosi, che si estende per una settimana con iniziative significative come quella del Villaggio per la Terra (www.villaggioperlaterra.it) a Roma. E il 5 giugno sarà la volta della Giornata Mondiale dell’Ambiente. Ma se c’è così grande attenzione verso la salvaguardia della Terra, stiamo davvero impegnandoci abbastanza per proteggerla? E tu che cosa puoi fare per dare un piccolo, grande contributo?
LA NATURA SI RIBELLA In tutto il mondo il cambiamento climatico provocato dall’azione umana (in particolare bruciando i combustibili fossili per energia e trasporti, cementificando o sovrasfruttando il suolo e con la deforestazione selvaggia), ha già destabilizzato la produzione di cibo, ha reso più scarse le risorse idriche e ha accelerato l’instabilità e i conflitti tra le comunità più vulnerabili. Dal ritmo accelerato della fusione dei ghiacci, sia in Artico sia in Antartico, all’incremento dei cicloni devastanti, dalla siccità e dagli incendi alle alluvioni, avverte il WWF, la natura ci sta ovunque dando l’allarme. Il 2016 è stato l’anno più caldo della storia con una temperatura globale ri(continua a pag. 12)
Un orto fai da te non solo è un ottimo svago e un modo efficace e gratificante per portare in tavola prodotti sani e freschi, ma si può tradurre anche in un risparmio sulla spesa: da poche decine di euro fino anche a un centinaio l’anno. Riduci, differenzia e riusa i rifiuti
Ogni anno produciamo circa 500 chili di rifiuti a testa. Se ti impegni un po’ ne puoi ridurre almeno 100 chili. Come? Stando più attenta al momento dell’acquisto. Per esempio, cerca di evitare il più possibile l’usa e getta e compra prodotti sfusi, a Km 0 e di stagione. Ricordati che qualche volta le cose si possono anche riparare, riutilizzare o persino riciclare in proprio (ad esempio, con il compostaggio domestico) e che i rifiuti, quando devi smaltirli, vanno differenziati con le modalità previste dal tuo Comune di residenza.
SOCIETà all’anno e ridurre le emissioni di almeno 100 kg/anno di CO2. Compila dunque una lista degli acquisti, programma sempre il menu settimanale, acquista meno e più spesso ciò di cui hai bisogno, scegli prodotti in offerta solo se pensi di utilizzarli, preferisci frutta e verdura locale e di stagione, stai attenta alla conservazione degli alimenti e riutilizza gli avanzi della tavola (utili consigli su www.coldiretti.it). Compra, vendi e scambia ai mercatini dell’usato
Impara, con l’aiuto degli altri, a dare nuovo valore alle cose, scambiando, prestando, vendendo. Sono, queste, tutte buone azioni che possono darti un nuovo piacere, permettendoti di condividere esperienze e soprattutto di allungare la vita a quegli oggetti che non ti servono più o che non utilizzi quasi mai, riducendo in questo modo il consumo di risorse. Evita di tenere gli apparecchi elettrici in stand-by
Sappi che televisore, pc, decoder, stampanti, console, macchinette del caffè, videoregistratori, eccetera, tenuti in modalità stand by consumano l’11% di tutta l’elettricità di una famiglia, per una spesa almeno di 70 euro all’anno. Stacca dunque la spina degli apparecchi inutilizzati o dotali di “ciabatte” intelligenti o con interruttore. In questo modo riuscirai a risparmiare anche 170 kg all’anno di CO2. Calibra bene tutto ciò che acquisti
Una spesa attenta, calibrata sugli effettivi bisogni, può dimezzare gli sprechi, far risparmiare 2-300 euro
Abituati alla sporta della spesa
I 300 sacchetti di plastica usa e getta che consumavamo a testa sono stati in parte sostituiti da quelli in carta e in bio-plastica compostabile. Meglio ancora sarebbe usare però la sporta riutilizzabile. Riducendo del 70% i sacchetti monouso, una famiglia di 3 persone può risparmiare 50 euro all’anno e ridurre le emissioni inquinanti di 10 kg di CO2. Preferisci prodotti sfusi o con l’imballaggio facilmente riciclabile
Acquista frutta e verdura fresca sfusa al posto di quella confezionata in vaschette di polistirolo, salumi e formaggi al banco, evita il superimballaggio delle porzioni monodose, scegliendo il formato famiglia, preferisci prodotti confezionati in imballaggi riciclati o facilmente riciclabili, come quelli mono-materiale (meglio se in cartone), evita l’usa e getta (per esempio, piatti e stoviglie di plastica) e preferisci prodotti durevoli (rasoi e spazzolini con testina intercambiabile, detersivi e detergenti in confezione ricaricabile), prediligi le saponette rispetto ai saponi liquidi e per un imballaggio più ridotto e un dosag-
gio più accurato, informati presso i negozi se prevedono il sistema del “vuoto a rendere”. Scegli elettromestici in classe A
Il maggiore costo iniziale degli elettrodomestici in classe A (A+, A++ e A+++) è compensato dal risparmio nel tempo sui consumi elettrici. Con un frigo di classe A++ si risparmiano 40 euro l’anno di elettricità rispetto a una classe B. Ma stai attenta anche a come usi gli elettrodomestici. Un ciclo a 90° in lavatrice fa consumare il doppio di uno a 40°. Se in famiglia lavi a quest’ultima temperatura quattro volte alla settimana puoi risparmiare circa 40 euro in un anno. Sappi che per i tessuti delicati e per i colorati o i capi scuri (non macchiati) sono più che sufficienti i 30 gradi. Fai la manutenzione dell’auto regolarmente
Ricordati che piccole attenzioni alla guida (controllare la velocità, evitare forti accelerazioni e brusche frenate) e una corretta manutenzione del veicolo consentono di ridurre di parecchio i consumi di carburante, anche fino al 30% e di inquinare, quindi, decisamente meno. Su 15mila chilometri di guida ecologica con un’auto di medi consumi, si risparmiano circa 200 euro in un anno sulle spese di carburante e si evita il rilascio in atmosfera di 300 kg di CO2. Se possibile, però, cerca di spostarti in città con i mezzi pubblici, la bicicletta (magari con il bike sharing, quelle a noleggio): ciò ti permette di risparmiare almeno 150 euro all’anno di benzina. Se puoi, ricorri anche al car pooling, le auto condivise o al car sharing (auto a tempo).
(Fonte: WWF, Legambiente, Coldiretti e Altroconsumo)
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Intimità
(continua da pag. 10) sultata superiore di 1,1 gradi a quella dell’era preindustriale: un balzo in avanti preoccupante. E non ci sono segnali per sperare che questa tendenza non venga confermata pure quest’anno, anche perché la concentrazione di CO2 nell’atmosfera continua ad aumentare. Purtroppo l’uomo non ripaga la Terra con la stessa bella moneta (dalle foreste ai mari) che il pianeta gli fornisce per vivere. L’indice del pianeta vivente (Living planet Index) curato dal WWF con Zoological Society of London, che misura i trend di oltre 10mila popolazioni di specie animali, mostra un declino del 52% dal 1970 al 2010, mentre il calcolo dell’Impronta ecologica (misura il consumo umano di risorse naturali) indica che avremmo bisogno di un pianeta e mezzo per soddisfare le nostre richieste. Per questo, dice Donatella Bianchi, presidente di WWF Italia, «per noi la Giornata Mondiale della Terra è tutti i giorni da almeno 50 anni. La difendiamo, la tuteliamo dai crimini di natura e cerchiamo di ispirare le persone a fare altrettanto». Ma ispirati devono essere anche i governi e per questo è fondamentale applicare in modo incisivo l’accordo sul clima di Parigi siglato nel 2016 e puntare sempre di più sull’energia pulita. Anche perché, sottolinea Rossella Muroni, presidente di Legambiente (che ha promosso la campagna “Salva il suolo”, se vuoi aderire firma su www.salvailsuolo.it), l’inquinamento, secondo l’Oms, causa nel mondo la morte di 1,7 milioni di bambini sotto i 5 anni. Dallo smog alle discariche abusive ai veleni versati in mari, laghi e fiumi, stiamo uccidendo la Terra e anche i suoi abitanti. Per questo è venuto il momento di dire basta.
MODA
A cura di Elisabetta Turillazzi - Servizio di Alessandra Zanibelli - Testi di Barbara Pedron
Invece dell’IMPERMEABILE
UN OCCHIO AL CIELO E UNO ALLE ULTIME TENDENZE PER ESSERE GLAM ANCHE SE IL TEMPO FA I CAPRICCI
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Intimità
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1 Giacca corta in vinile blu e cappello a cloche marinaro, tutto Sealup, prezzi su richiesta. Abito lungo alla caviglia in denim con top in lycra di cotone a righe bianche e blu, Liu Jo, 179 €. Morbida maxi bag in pelle, NeroGiardini, 155 €. Scarpe stringate, Martino Midali.
2 Ampio spolverino con stelle stampate, SH Silvian Heach, 69,99 €. Vestito con bordo a contrasto, Antonelli Firenze, prezzo su richiesta. Sciarpa in organza, Martino Midali, 107 €. Shopper, GUM Gianni Chiarini Design, 125 €. Bracciale in argento con stelline, Labriola Gioielli, 250 €. Mocassini, Marella.
4 3 Impermeabile in ecotessuto con finiture in gros grain, Saldarini Fiocchi di Cashmire, 199 €. Giubbotto con cappuccio, Sealup, prezzo su richiesta. Jeans al polpaccio svasati, Pennyblack,105 €. Bracciale in argento con stelline, Labriola Gioielli, 250 €. Scarpe con suola ammortizzata, Ecco.
PER INFORMAZIONI: Antonelli Firenze, www.antonellifirenze.com; BeckSöndergaard, www.cocoitalia.it; Ecco, www.ecco.com; French Connection, www.frenchconnection.com; GUM Gianni Chiarini Design, www.giannichiarini.it; Krihò, www.khrio.com; Labriola Gioielli, www.labriolagioielli.it; Liu Jo, www.liujo.com; Marella, www.marella.com; Martino Midali, www.martinomidali.com; NeroGiardini, www.nerogiardini.it; Pennyblack, www.pennyblack.com; Saldarini Fiocchi di Cashmire, www.saldarini-italy.com; Sealup, www.sealup.net; SH Silvian Heach, www.silvianheach.com; Yerse, www.yerse.com. FOTO: 3 DC
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4 Giacchina in nylon oro con cappuccio e interno in jersey a righe, Yerse, 129 €. Ampia tuta intera dalla linea svasata, tagliata al polpaccio, French Connection, 145 €. Sciarpa fantasia, BeckSöndergaard, 39 €. Scarpe sportive con rialzo interno e dettagli metallizzati, Krihò.
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Servizio di Elisabetta Turillazzi - Testi di Barbara Pedron
NATURALI e CHIC 3 1
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1 Sahariana con colletto a listino e coulisse in vita, H&M, 59,99 €. 2 Cappello in rafia con nastro in gros-grain, Marzi Firenze, prezzo su richiesta. 3 Taglio a kimono per il lungo gilet con cintura, Mes Demoiselles, 300 €. 4 Top in tessuto drappeggiato con scollo profondo, Mes Demoiselles, 145 €. 5 Sneakers in tela, Bensimon, 40 €. 6 Occhiali con lenti a goccia, Bijou Brigitte, 12,95 €. 7 Pantaloni morbidi con pinces, H&M, 24,99 €. 8 Bracciale alto in legno, Bijou Brigitte, 12,95 €. 9 Borsa in tessuto tecnico e suede, Bensimon, 102 €.
PER INFORMAZIONI: Accessorize, www.accessorize.it; Bensimon, www.bensimon.com; Bijou Brigitte, www.bijou-brigitte.com; H&M, www2.hm.com; Intropia, www.cocoitalia.it; Lella Baldi, www.lellabaldi.com;
BEIGE, SABBIA, CUOIO, ÉCRU, MARRONE. LA NUOVA STAGIONE SI VESTE DI COLORI COSÌ. IN UNA PAROLA, BELLISSIMI 1 4
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Foto: Imaxtree
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STELLA MCCARTNEY
1 Abito lungo a sottoveste, Mes Demoiselles, 295 €. 2 Borsa ovale a mano in rafia con nappina e tracolla a catena, Intropia, 185 €. 3 Anello scultura in metallo, Accessorize, 6,90 €. 4 Blazer con chiusura a due bottoni, Patrizia Pepe su Zalando.it, 260 €. 5 Collana lunga con conchiglie, Bijou Brigitte, 14,95 €. 6 Canotta con scollo in pizzo, H&M, 19,99 €. 7 Ampia gonna midi con elastico, Wood Wood su Amazon.it, 159,60 €. 8 Sandali in pelle e suede con plateau e cinturino alla caviglia, Lella Baldi, 310 €. 9 Clutch in legno con interno in tessuto, Zara, 39,90 €.
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Marzi Firenze, www.marzi.com; Mes Demoiselles, www.mesdemoisellesparis.com; Patrizia Pepe su Zalando.it, www.zalando.it; Wood Wood su Amazon.it, www.amazon.it; Zara,www.zara.com.
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CONSIGLI DI STILE di Elisabetta Turillazzi e Barbara Pedron
Eleganza MULTICOLOR Sono una donna allegra, vivace, ancora piena di spirito e voglia di vivere nonostante non sia più una ragazzina (ho 60 anni). Soprattutto, amo i colori forti che mi piace mischiare. Mia figlia, però, continua a dirmi che non ho più l’età... Mi aiutate a dimostrarle che ha torto e che anche una signora un po’ attempata come me, può permettersi il piacere di osare un look a tinte vivaci? Antonietta - Cremona
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e gli occhi sono lo specchio dell’anima, i colori che scegliamo di indossare, riflettono sicuramente il nostro spirito... fortunatamente, nel suo caso, sempre giovane nonostante il passare del tempo. E, allora, non c’è proprio niente di male nell’assecondare e soddisfare il piacere di indossare capi colorati anche a 60 anni. Basta mitigare l’effetto multicolor con tagli e linee sobrie, come nell’esempio che qui le proponiamo.
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4 Per un look colorato, si può indossare il blazer in panno con tasche e piccoli revers, Bershka (1), sulla maglia in cotone a manica lunga, senza collo, Someday su Zalando.it (2), e sui pantaloni ampi, modello palazzo, in tessuto lucido, Bershka (3). Completano la mise le scarpe a punta con tacco a stiletto, aperte dietro, Liu Jo (4), e la borsa rigida a mano, in similpelle, Ovs (5).
Se avete dubbi e quesiti su questioni di “look”, scrivete a: INTIMITÀ, Consigli di stile, Piazza Aspromonte13, 20131 Milano, o all’e-mail consiglidistile@quadratum.it.
Foto: Imaxtree.
ROCHAS
LOOK A TINTE FORTI
VIVERE INSIEME
a cura di Giuliana Vitali
DALLA TUA PARTE
FIDO e MICIO tra diritti e doveri FANNO SEMPRE PIù PARTE DELLA NOSTRA VITA, MA NON DOBBIAMO DIMENTICARE CHE PRENDERSI CURA DI LORO COMPORTA IL RISPETTO DI ALCUNE IMPORTANTI REGOLE
VADEMECUM DEL (PERFETTO) AMICO DEGLI ANIMALI l La prima regola è quella di evitare qualunque tipo di maltrattamento. Non solo, ovviamente, percosse e violenze, ma anche tutti gli atteggiamenti che possono fare soffrire un animale, come non fornirgli cibo adeguato, non farlo vivere in un ambiente pulito e illuminato, non fargli praticare una regolare e costante attività di moto. l Quando porti a spasso il tuo amico a quattrozampe, in particolare Fido, occorre che tu usi sempre il guinzaglio (che non deve superare il metro e mezzo). Inoltre non de-
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uando un animale da compagnia entra in casa, diventa a pieno titolo un componente della famiglia. Ma se decidi di vivere con un amico a quattrozampe, a partire da quelli più diffusi e amati, i cani e i gatti, devi rispettare, con responsabilità, gli obblighi per la loro cura, gli adempimenti richiesti dalla legge e le corrette norme di comportamento rispetto alla convivenza con gli altri, dal condominio alla passeggiata per le vie della città o al parco. Ma quali sono i diritti e i doveri del proprietario di un amico a quattrozampe? Con l’aiuto di Altroconsumo - sul cui sito www. altroconsumo.it trovi una guida pratica per cani, gatti e piccoli animali e la possibilità, se sei socia, di avere un servizio di consulenza legale - abbiamo stilato questa utile guida.
vi mai lasciarlo libero se non nelle apposite aree recintate. Porta con te anche una museruola, in caso di necessità, e soprattutto sacchetti e paletta per raccogliere le deiezioni, sia per rispettare l’ambiente sia per evitare multe salate (da 100 fino anche a 500-600 euro) previste in molti Comuni. l Ricordati che anche gli animali, come le persone, hanno la loro carta d’identità.Tra i documenti più importanti c’è il microchip (un dispositivo inserito sottopelle dal veterinario), obbligatorio per i cani e facoltativo, ma consigliato, per gli altri animali, che consente di risalire al proprietario in caso di smarrimento o abbandono. Un altro documento importante è il certificato di iscrizione all’anagrafe canina rilasciato dal veterinario su cui sono indicate tutte le caratteristiche di Fido e i tuoi dati. l Il libretto sanitario, rilasciato dal veterinario alla pri-
ma visita del cucciolo, non è obbligatorio, ma è molto consigliato perché contiene tutta la vita sanitaria (sverminazioni, vaccinazioni, malattie contratte, allergie) dell’animale. Portalo sempre con te, soprattutto in vacanza o durante un viaggio. l Se devi recarti con il tuo amico a quattrozampe all’estero, magari la prossima estate, devi avere sia il libretto sanitario (che riporti anche la vaccinazione antirabbica) sia il passaporto con tutti i dati del proprietario e dell’animale che deve anche essere dotato del microchip. l Sappi che se Fido o Micio provocano danni a persone (il classico morso, per esempio) o cose, sei tu, come proprietaria, a doverne rispondere. Per questo conviene stipulare una
polizza assicurativa: basta inserire questa protezione nella classica Rc del capofamiglia o stipulare una polizza ad hoc. l Succede, purtroppo, che anche Fido o Micio ti lascino. In questo caso devi recarti dal veterinario per attestare il decesso e, nel caso di Fido, cancellarlo dall’anagrafe canina. Puoi lasciarlo per la cremazione sempre al veterinario o portarlo tu in una ditta specializzata, ma anche scegliere un cimitero per animali (ce ne sono però pochi e sono anche parecchio costosi). Per seppellirlo in giardino, serve l’autorizzazione specifica della Asl. l In condominio non si può vietare il possesso di un cane o di un gatto. Ed essendo considerato un atto naturale, non si può impedire a Fido di abbaiare, anche se nei casi più gravi potrebbe scattare una denuncia per disturbo della quiete che, però, va provata con esami audiometrici. In ogni caso bisogna rispettare le norme di buon senso e le regole eventualmente stabilite dal condominio. Per esempio, cani e gatti possono usare scale e ascensori, ma ciò non significa che Micio possa bivaccare tutto il giorno nell’androne o nel cortile. Gli animali inoltre devono vivere in ambienti puliti e quindi non provocare odori che causino disagi agli altri condomini. Achille Perego giornalista economico de Il Giorno
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PREVIDENZA
OCCASIONI DI LAVORO
LA BADANTE IN STATO INTERESSANTE
1.880 POSTI NEL SETTORE IMMOBILIARE
Ho assunto una badante per mia madre che, già gravemente ammalata, è morta qualche mese dopo. La badante che viveva con lei ci aveva già comunicato di essere incinta. Ora come devo comportarmi? Posso interrompere il nostro rapporto di lavoro? Lettera firmata
rima di tutto, cara amiPtratto ca, una premessa. Il connazionale dei lavoratori domestici prevede che la lavoratrice non può essere licenziata, salvo che per giusta causa, dall’inizio della gravidanza, purché intervenuta nel corso del rapporto di lavoro, e fino alla cessazione del congedo di maternità. Circa il licenziamento di una colf o di una badante per la morte del datore di lavoro, non esiste una norma specifica e bisogna quindi riferirsi ai criteri generali secondo i quali, in caso di morte del datore di lavoro o dell’assistito, la prestazione lavorativa non trova più ragion d’essere perché non è materialmente proseguibile e, quindi, viene meno ogni sospetto di discriminazione della lavoratrice in gravidanza. In pratica, in caso di decesso del datore di lavoro, si può procedere al licenziamento della lavoratrice, che comunque, se ha i requisiti previsti dalla legge, potrà ottenere dall’Inps l’assegno di maternità Claudio Sanvitale Spedite le vostre lettere a: INTIMITÀ, Previdenza, Piazza Aspromonte 13, 20131 Milano o all’e-mail previdenza@quadratum.it
● Si rivolge in particolare ai giovani la campagna di reclutamento avviata dal gruppo immobiliare Tecnocasa. La società punta ad aprire nel corso dell’anno 220 agenzie in cui opereranno almeno quattro persone, per un totale di 880 posti di lavoro. Tre sono le tipologie di attività, a partire dal responsabile d’agenzia che deve conoscere bene il proprio territorio, con un occhio di riguardo per quei proprietari che vogliono affittare o vendere appartamenti o villette. Spazio poi a collaboratori d’agenzia, il primo livello di carriera dedicato a chi procaccia possibili clienti o informazioni utili, per esempio di locali vuoti o sfitti. Infine, agenti immo-
biliari veri e propri. Per po-
ter esercitare questa professione bisogna avere un’età compresa tra 18 e 35 anni e rispettare i requisiti richiesti per legge, a partire dalla cittadinanza italiana o di un Paese dell’Unione europea, avere la residenza in Italia ed essere in possesso dell’attestato che garantisca il superamento dell’esame che si sostiene presso la Camera di Commercio. Curriculum a: www.tecnocasa.it (lavora con noi). ● Da Re/Max sono 1.000 le posizioni aperte nelle agenzie operative e in quelle che apriranno durante l’anno. L’opportunità è interessante per chi, senza esperienza, vuole entrare in questo mercato per cominciare una
carriera in un settore dove si viene pagati a provvigione. Questo significa un lavoro da svolgere senza l’orologio: nessun cartellino da timbrare o particolari obblighi di orario. Quello che conta è essere capaci di costruire con i clienti un rapporto di fiducia, avendo sempre chiaro l’obiettivo commerciale da conseguire. La società ricerca anche agenti specializzati nell’immobiliare di pregio, che entreranno nelle filiali chiamate Collection e aperte a Como, Firenze, Milano, Napoli,Taormina (ME) e Verbania. In questo caso bisogna avere buona esperienza nell’immobiliare e saper gestire anche una clientela internazionale. Candidature a: carriere@remax.it Paolo Freddi
Le offerte di lavoro, come prevede la legge, sono da intendersi rivolte a persone di entrambi i sessi. Il numero dei posti può variare secondo le necessità delle aziende. La redazione non si assume responsabilità in merito.
POLLICE VERDE
LA PIANTA GRASSA “A POIS” Mi hanno regalato questa piccola pianta grassa a puntini bianchi, che sta gettando nuove foglie (non so se si chiamino così). Mi piacerebbe sapere il suo nome e se posso moltiplicarla. Alba
sua pianta grassa è una , caLlearatterizzata da “foglie”, comunemente chiamate pa(ma il nome botanico è cladodi), piatte e fittamente Opuntia microdasys
punteggiate di microscopici aculei che formano le caratteristiche macchioline bianche o gialle, a seconda della varietà. Come tutte le succulente, richiede una posizione in pieno sole, o molto luminosa se tenuta in casa, e un terreno ben drenato. Può essere coltivata all’aperto solo nelle zone molto miti, altrimenti in inverno va riparata in casa. In primavera e estate la bagni soltanto quando è molto asciutta, mentre durante la stagione fredda sono sufficienti innaffiature sporadiche. L’Opuntia si moltiplica facilmente tramite talea, cioè staccando una pala e interrandola verticalmente per 1-2 centimetri in terriccio sabbioso, al caldo. Attenzione a non maneggiarla a mani nude: nonostante l’aspetto innocuo le sue minuscole spine sono molto dolorose. L.M.
Inviate le foto di piante e fiori di cui volete conoscere il nome a: INTIMITÀ, Pollice Verde, Piazza Aspromonte13, 20131 Milano o all’e-mail lmaggioni@quadratum.it. Il materiale ricevuto non sarà reso.
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VIVERE INSIEME GUIDA PRATICA
OUTLET, che passione! iStock
TUTTO QUELLO CHE C’è DA SAPERE PER DESTREGGIARSI FRA OFFERTE E OCCASIONI SENZA PERDERE DI VISTA L’AFFARE
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egola numero uno, mai fidarsi delle apparenze: per la serie, non è tutt’oro ciò che luccica e può essere difficile che le meraviglie che campeggiano in vetrina si ritrovino poi anche all’interno del negozio. Regola numero due, una volta chiarite poche nozioni di base e sempre tenendo gli occhi bene aperti, non è detto che non si possa fare qualche affare. Nel bilancio familiare la voce abbigliamento ha un peso non indifferente e un modo per contenere la spesa può essere quello di organizzare gite mirate allo shopping, alla volta delle “città della moda” che offrono punti vendita di ogni genere. Fare acquisti in
un outlet sicuramente fa risparmiare tempo, visto che, di solito, in un’unica spedizione, si riesce a comprare tutto quello che serve per la famiglia, senza doversi disperdere in negozi diversi, magari lontani l’uno dall’altro; inoltre si possono fare acquisti anche alla domenica, opzione molto comoda per chi non riesce a trovare tempo in settimana. Abbiamo chiesto
a due associazioni di consumatori, Adico e Adiconsum (www.associazionedifesaconsumatori.it, adiconsum.it) di darci dei suggerimenti riguardo il pianeta outlet. Ecco le loro osservazioni. l Si tratta di negozi dove si trovano vecchie collezioni di marchi famosi a prezzi scontati e “vecchie” può significare sia dell’anno prima, sia di parecchi anni prima; an-
dranno quindi riconsiderate le aspettative rispetto ai capi novità dello stesso brand che ci hanno eventualmente ingolosito sui giornali o in tivù. Attenzione: le vetrine in genere sono sempre molto accattivanti, poi però, in effetti, è raro che all’interno si ritrovino gli stessi capi. E la difficoltà sarà discernere fra avanzi di magazzino e, invece, prodotti più recenti. l Il prezzo: a volte la differenza non è poi così eclatante, a parte che fare comparazioni è comunque difficile. Senza contare che ormai un po’ in ogni periodo dell’anno gli sconti vengono fatti anche in negozio, dove fra l’altro è anche più semplice capire la cifra base da cui partono. L’ideale? Valutare il rapporto qualità prezzo in relazione al proprio gusto, senza farsi incantare dalle mirabolanti percentuali di ribasso. Tenendo presente che, trattandosi di capi firmati, nonostante gli sconti appli-
LE SCADENZE DI MAGGIO MARTEDÌ 2
● Affitti Scade il termine per registrare i contratti di locazione che non rientrano nel regime fiscale agevolato della cedolare secca e che hanno avuto inizio o sono stati rinnovati anche tacitamente il 1° aprile 2017. Per farlo bisogna versare la relativa imposta di registro. Ricordati che l’importo di questa imposta va suddiviso tra il proprietario e l’inquilino.
MARTEDÌ 16
● Versamenti unificati Entro oggi vanno effettuati i versamenti unificati di impo-
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ste (per esempio, Iva mensile e trimestrale), ritenute e contributi. Ricordati che questa scadenza interessa i titolari di partita Iva e i datori di lavoro (con esclusione di quelli domestici). ● Ravvedimento Ultimo giorno per regolarizzare versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 aprile 2017. Imposte e ritenute, da versare in banca o in Posta o nei concessionari autorizzati con il modello F24, devono essere maggiorate degli interessi legali e della sanzione ridotta.
● Pensionati I titolari di redditi da pensione con un importo lordo annuo inferiore a 18mila euro entro oggi devono versare le imposte dovute in sede di conguaglio di fine anno per importi complessivamente superiori a 100 euro.
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● Revisione auto I veicoli (auto e/o moto) immatricolati per la prima volta nel maggio del 2013 e anche quelli che hanno subito una verifica nel maggio del 2015 entro oggi vanno sottoposti a revisione.
● Affitti Termine ultimo per registrare i contratti di locazione che non rientrano nel regime fiscale agevolato della cedolare secca e che hanno avuto inizio o sono stati rinnovati anche tacitamente il 1° maggio 2017. Per farlo bisogna versare la relativa imposta di registro. ● Iva Per i soggetti interessati scade oggi la nuova comunicazione delle liquidazioni Iva relative al primo trimestre 2017. L’obbligo riguarda sia i contribuenti mensili sia i contribuenti trimestrali. A. P.
IL CONSIGLIO DELLA SETTIMANA
PRIMA I CONTI E POI LO SHOPPING
CON LA NOCE IL GRAFFIO SPARISCE
Decidiamo di andare a fare un giro di shopping? Stabiliamo prima il budget che siamo disposte a investire considerando, oltre all’acquisto dei capi, anche gli altri costi che si devono sostenere, quello di benzina e autostrada se il centro è molto distante, oppure dell’eventuale pullman. In più dovremo mettere mano al portafoglio per pranzo, caffè, gelato. Per ammortizzare l’investimento in auto, meglio condividere le spese di viaggio con amici. E teniamo presente che, a volte, per resistere a tutti gli allettamenti servirà armarsi di una forza di volontà veramente eroica: in caso contrario l’ipotesi più probabile è che, se ci servivano un paio di pantaloni e un costume, torneremo a casa con quelli più cinque o sei altri capi di cui non avevamo assolutamente bisogno.
Un modo semplice e naturale per cancellare i graffi dai mobili? Prendete il gheriglio di una noce e sbriciolatelo sulla zona da trattare, poi con le dita pressate bene, in modo che l’olio della noce penetri a fondo. Passate un panno e… voilà! Come per magia, il legno tornerà nuovo. Marilena B. - Casalpusterlengo (LO)
cati, spesso i prezzi non sono comunque proprio abbordabili. Un’idea è quella di approfittare del periodo dei saldi o di altri momenti in cui l’outlet fa delle promozioni particolarmente vantaggiose, applicando sconti su sconti.Verificando anche se i negozi dove si intende acquistare hanno sottoscritto convenzioni particolari o se offrono delle daycard (carte sconto). l Occhio che in questi centri, come del resto nei normali negozi, non esiste il diritto di ripensamento,
possibilità prevista solo per acquisti fatti attraverso altri canali, per esempio Internet. Quindi il fatto di poter cambiare il capo se dopo due giorni non piace più, resta a discrezione del commerciante. Il prodotto difettoso, invece, può essere sostituito; se non è conforme, si hanno 24 mesi di tempo per riconsegnarlo al venditore e far valere la garanzia legale di conformità. A questo proposito è indispensabile conservare sempre lo scontrino. Livia Pettinelli
La lettrice autrice del consiglio della settimana riceverà a casa un premio composto da 2 barattoli di NUTELLA rispettivamente del peso di 1 Kg e 630 grammi e 2 confezioni da 8 pezzi di NUTELLA B-READY. Nutella è la crema spalmabile alla nocciola che da oltre 50 anni risveglia l’entusiasmo degli italiani ogni mattina a colazione con il suo sapore inconfondibile. Nutella B-ready è l’unica specialità a marchio Nutella per la colazione, buona anche da inzuppare, capace di dare l’entusiasmo di cui si ha bisogno per godersi appieno ogni giorno: Nutella B-ready offre un’esperienza di gusto deliziosa, grazie alla squisita combinazione della sua cialda di pane, sottile e croccante, ripiena di Nutella e arricchita con piccoli chicchi croccanti.
Hai anche tu un consiglio che ti piacerebbe fosse pubblicato? Spediscilo, completandolo con indirizzo e numero telefonico per posta o via e-mail, a: • Il consiglio della settimana,Vivere Insieme, INTIMITÀ, Piazza Aspromonte13, 20131 Milano • vivereinsieme@quadratum.it
IL PARERE DEL LEGALE Risponde Mirella Cicciò, avvocato esperta di tematiche familiari a Milano
LA CONVIVENTE E LA NUDA PROPRIETà Sono divorziato dal 2010. Nel 2016 (per problemi familiari) vendetti tutta la mia proprietà a uno solo dei miei figli, tenendomi la nuda proprietà e tutte le tasse da pagare. Da poco convivo con una compagna extracomunitaria, che non ho intenzione di sposare. Quando verrò a mancare, lei quali diritti potrà vantare sulla proprietà? Umberto T.
patrimonio ereditario, allo stato, è costituito dalla nuIfigli.ldasuoproprietà che verrà suddivisa in parti uguali fra i suoi Questo in mancanza di testamento, con il quale può in-
ti uguali. La sua convivente non potrà vantare alcun diritto ereditario su questa nuda proprietà, gravata da usufrutto a favore di un solo figlio. All’eventuale morte di quest’ultimo, l’usufrutto si ricongiungerà con la nuda proprietà in capo agli aventi diritto, cioè i fratelli rimasti e gli eredi di quello venuto a mancare. La sua convivente dovrà lasciare perciò l’abitazione, però i suoi figli dovranno concederle un termine congruo per poter trovare una nuova sistemazione. Ove invece facesse resistenza, sarà possibile ottenere la disponibilità dell’alloggio attraverso un’azione legale per protratta occupazione di immobile senza averne titolo.
vece diversamente e parzialmente disporre almeno per la cosiddetta quota disponibile, nel suo caso pari a 1/3 dell’asse ereditario, mentre i figli se ne divideranno i 2/3 in par-
Inviate le vostre lettere, il più possibile sintetiche e scritte a macchina o al computer, a INTIMITÀ, Il parere del legale, Piazza Aspromonte13, 20131 Milano o all’e-mail legale@quadratum.it
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PER VOI RAGAZZE
a cura di Paola Babich
SARANNO FAMOSE
MARINA e AGNESE al… sole! I l folto pubblico della soap Un posto al sole, in onda su Raitre, ha già fatto la conoscenza di queste due nuove e belle beniamine: Beatrice e Susanna, le avvocatesse che lavorano con Niko (Luca Turco, 27 anni) e si contendono il suo cuore nello studio legale, fra intrighi, segreti, passioni e scartoffie. A interpretarle, Marina Crialesi, 27 anni, e Agnese Lorenzini, 26. Conosciamole meglio. Come siete state scelte per questi due ruoli? Marina: «Ci sono arrivata con un provino, grazie alla mia agente. Il primo giorno in Rai, a Napoli, dove si gira la soap, ho incontrato Patrizio Rispo all’ingresso e gli ho chiesto dove fossero gli studi perché non avevo la più pallida idea di dove andare. Lui, gentile, mi ha detto “Ti accompagno io perché porto fortuna”. Così è stato». Agnese: «A luglio sono stata contattata per andare a Napoli a sostenere il provino, sia per il ruolo di Beatrice sia per quello di Susanna. È andato bene anche come Be-
atrice, ma sapevo che avevo molte più possibilità per Susanna, per questioni di physique du rôle e di carattere. Susanna, come me, è sempre accogliente e sorridente» Conoscevate già Napoli? M: «Pochissimo, nonostante abbia tanti amici qui. La città ha confermato le mie aspettative, è verace e passionale, solare e positiva». A: «Anch’io la conoscevo poco, ma ringrazio Luca Turco che ci ha portato in tanti posti di questa bellissima città».
dicato agli affetti e al mio fidanzato, Ermanno. Lui è bresciano, motivo per cui vado spesso a Brescia e sono sempre con la valigia in mano. Ma va bene così: non esiste niente di più bello che ritrovarsi e stringersi forte».
A: «Anch’io sono fidanzata e felice. Sto con una persona di cui sono innamorata e di cui mi fido.Tra poco andremo a vivere insieme e già desideriamo un figlio». Come vi siete avvicinate alle recitazione? M: «Ho sempre avuto la passione per il cinema, il teatro e la danza classica. Credo che la vocazione sia nata a scuola, dove ho seguito un corso di teatro. Poi ho incontrato un maestro come Massimo Ranieri, con cui ho studiato. Ho partecipato ad alcuni spettacoli teatrali e quindi sono stata nel cast della serie I bastardi di Pizzofalcone». A: «Devo molto a Un posto al sole, è la mia prima vera grande occasione in tv. In precedenza avevo fatto solo piccole cose e comparsate. Per me però il teatro è stato la linfa vitale e, anche, un allenamento essenziale. E proprio il teatro mi ha avvicinato a questo mondo. Dopo la laurea in Filosofia, ho riscoperto la passione, sopita perché mi mancava il coraggio di farla diventare un lavoro. Dall’an-
singolo Chained to the rhythm in vetta. Il brano, di cui Katy è co-autrice, anticipa l’uscita, che però non è stata ancora annunciata, del suo nuovo album ed è accompa-
gnato da un video visibile su https://youtu.be/Um7pMggPnug. Nel clip, girato a gennaio al Six Flags Magic Mountain di Valencia (periferia Nord di Los Angeles), Katy esplora Oblivia, un futuristico parco divertimenti a tema. Nel frattempo è stata annunciata la sua partecipazione all’edizione 2017 del Glastonbury Festival, dal 21 al 25 giugno: l’atteso evento di musica rock/pop vedrà salire sul palco del festival inglese tanti altri grandi della musica quali Ed Sheeran, Radiohead, Foo Fighters, Clean
Bandit, Craig David e anche Rag’n’Bone Man. Per la Perry, che ha venduto 40 milioni di album e ha cantato davanti a qualcosa come 2 milioni di persone per il suo Prismatic World Tour (ben 151 date sold out nel mondo) il lavoro procede dunque a gonfie vele. E l’amore? Va un po’ meno bene. Divorziata dal comico Russell Brand, Katy ha fatto parlare di sé per la relazione con l’attore Orlando Bloom (sono stati immortalati insieme per la prima volta a gennaio dell’an-
Nella storia siete molto serie, totalmente dedite al lavoro, e distratte solo da Niko. E nella vita reale? Come trascorrete il tempo libero? M: «Il tempo libero è de-
MUSICA
La regina delle hit? KATY PERRY sovrana indiscussa di ÈtantilaTwitter e una delle canpiù popolari e seguite di sempre (è l’artista che ha venduto di più in digitale nella storia, oltre 18 miliardi di stream nel mondo). 32 anni, californiana, Katy Perry si conferma una vera e propria hit maker: recentemente, infatti, la classifica dei brani più trasmessi dalle radio italiane, stilata da EarOne, ha visto il nuovo
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PASSAPAROLA no scorso faccio parte della compagnia Nogu Teatro: è un’esperienza che mi soddisfa molto». Cosa vi aspettate dal futuro? M: «Voglio “stare” con Beatrice finché dura, mi diverte e so che piace. Però spero di interpretare anche, prima o poi, personaggi diversi e dimostrare che non sono come lei, che ha sempre addosso come un’armatura di protezione. Io, Marina, sono più sensibile e fragile. Mi piacerebbe inoltre collaborare con un grande regista come Garrone». A: «Voglio crescere e so che devo lavorare. Nell’attesa, sul set, “rubo” agli attori più bravi, con esperienza, come Nina Soldano. Sarebbe però bello lavorare un giorno anche con Anna Foglietta ed Elio Germano, che apprezzo tanto». Tornando alla soap, cosa accadrà con Niko? M: «Non possiamo dare anticipazioni, ma Beatrice è molto attratta da lui, su questo nessun dubbio». A: «In uno studio legale non si rischia la noia. Ne succederanno di tutti i colori...».
MODA ACCESSORI
GIOIE floreali Anche i MAGHI amano i concerti
LA PRIMAVERA CHE è SBOCCIATA SUI BIJOUX TI REGALA UN LOOK DELICATO E RAFFINATO
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no scorso, alle Hawaii) e sembrava che la loro storia funzionasse alla grande. Ma a quanto pare qualcosa si è spezzato. Onde evitare pettegolezzi, il loro portavoce ufficiale ha dichiarato a People: «Prima che i rumors sfuggano di mano, possiamo confermare che Orlando e Katy hanno deciso di prendersi, per il momento, un rispettoso e amorevole spazio». Solo una piccola pausa oppure una rottura definitiva? Staremo a vedere...
Potter soltanto una volta: ogni occasione è buona per riguardarlo, per rivivere le coinvolgenti avventure del maghetto, per tremare di paura di fronte a Lord Voldemort e fare il tifo durante una partita di Quidditch. Meglio ancora, però, se una qualche novità arricchisce l’ennesima visione, rendendola ancora più appassionante. Se è la musica, capace da sola di creare atmosfera, emozioni, pathos e suspense, a diventare protagonista, l’esperienza si trasforma in qualcosa di realmente avvincente e avvolgente. È quello che succede durante il cine-concerto di Harry Potter e la pietra filosofale, ovvero la proiezione del film sul grande schermo mentre un’orchestra di 80 elementi esegue dal vivo la colonna sonora composta da John Williams. In perfetta sincronia con le immagini, i dialoghi e gli effetti speciali, l’Orchestra Italiana del Cinema, ensemble sinfonico che si dedica esclusivamente all’interpretazione di colonne sonore, si esibisce a Milano (Teatro degli Arcimboldi, dal 12 al 14 maggio), sotto la direzione di Christian Schumann, e a Napoli (Etes Arena Flegrea, il 2 e 3 giugno), diretta da Justin Freer. Biglietti: www.ticketone.it o 02641142212. Info: www. harrypotterinconcert.com
etali, corolle e colore fioriscono sugli outfit più cool utilizzando piccoli dettagli per arricchire con particolare eleganza lo stile di ognuna, da quello easy a quello più chic. Per trovare ispirazione, dai un’occhiata ai bijoux che abbiamo selezionato per te, di certo non potrai resistere a questa gamma di accessori lucenti e variegati, adatti a ogni esigenza. Tonalità lievi per il duo di Bijou Brigitte (1) composto dal collier a catena, pietre e strass trasparenti e dagli orecchini in metallo color crema illuminati da strass rosa, perfetti con una mise bianca, in grado di esaltare la leggerezza dei fiori di campo. Decisamente un’altra atmosfera, nella parure di Desigual (2) che punta su fiori e colori decisi perfetti per esprimere la voglia di non passare inosservata, sempre con stile, ovviamente. Per chi, invece, preferisce la semplicità del metallo argentato, ecco due brand che propongono linee che regalano raffinate sfumature di luce, illuminando di bellezza chi li indossa. La prima è un trittico in acciaio e cristalli di S’Agapò (3); la seconda, di Zoppini (4), è formata da bracciale, collana e orecchini in calza d’argento, perle Swarovski e zirconi bianchi. Insomma, un tripudio di brillantezza per rifiorire con eleganza.
P.B.
Sabina Spada
Giorgia Cozza
Sante Cossentino
sanno bene tutte Come le fan, un film di non può essere visto
Harry
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TEMPO LIBERO
di Annalisa Scarsellini
MUSICA
LIBRI
FRANCESCO GABBANI
La forza del cuore
La lunga attesa sta per concludersi: il 28 aprile esce Magellano, il nuovo album di Francesco Gabbani, vincitore del 67° Festival di Sanremo con Occidentali’s Karma, una canzone che si è trasformata in un vero e proprio tormentone e che ha generato sul web una marea di parodie da parte di youtubers esperti e improvvisati. «Alcune sono bellissime, - ha dichiarato Gabbani. - Essendo la mia canzone una parodia, una presa in giro del nostro folle modo di vivere questo folle mondo, queste sono parodie al quadrato». Ma Occidentali’s Karma ha suscitato l’interesse anche di commentatori e uomini di cultura che ne hanno analizzato il testo, estrapolandone citazioni e riferimenti; un apprezzamento è arrivato persino dall’etologo Desmond Morris per aver citato La scimmia nuda, il suo studio zoologico sull’animale uomo. Per il cantautore e polistrumentista, nato a Carrara 34 anni fa, si avvicina un altro importante appuntamento: dal 9 al 13 maggio sarà a Kiev, con l’immancabile scimmione ballerino, a rappresentare i colori dell’Italia sul palco dell’Eurovision Song Contest. Gli scommettitori lo danno per favorito e chissà che non riesca nell’impresa di vincere, a tanti anni di distanza da Gigliola Cinquetti (1964) e Toto Cutugno (1990). Francesco passerà tutta l’estate in tour, per presentare le nuove canzoni di Magellano e successi tratti dai suoi precedenti lavori, Eternamente ora e la colonna sonora del film Poveri ma ricchi. Ecco le prime date confermate: 19 giugno, Verona; 20, Torino; 25, Sogliano sul Rubicone (FC); 27, Carpi (MO); 28, Brescia; 29, Milano; 6 luglio, Fontaneto D’Agogna (NO); 7, Lignano Sabbiadoro (UD); 15, Roma; 16, Molfetta (BA); 21, Firenze; 28, Palermo; 29, Zafferana Etnea (CT); 2 agosto, Pescara; 5, Trento; 9, Alassio (SV); 10 e 11, Forte dei Marmi (LU);18, Lecce. Info: www.francescogabbani.com
APPUNTAMENTI
Mostre MILANO l Manet e la Parigi moderna Allestita al piano nobile di Palazzo Reale, l’esposizione intende celebrare il ruolo centrale di Edouard Manet (1832-1883) nella pittura moderna, attraverso i generi a cui si dedicò: il ritratto (nella foto, Il pifferaio), la natura morta, il paesaggio. Tra i soggetti più amati, Parigi, la sua città, capitale in grande trasformazione a metà 800, e di cui dipinse la vita reale, gli ambienti affollati dei caffè e dei teatri. Manet, considerato un precursore dell’Impressionismo, ebbe rapporti di amicizia e di stima con letterati e pittori del suo tempo, la mostra presenta così oltre a 17 suoi splendidi dipinti e 10 tra disegni e acquerelli, altre 60 opere di celebri artisti suoi contemporanei, come Boldini, Cézanne, Degas, Gauguin, Monet, Renoir, tutte provenienti dalla collezione del Musée d’Orsay. Fino al 2 luglio. Orari: lun. 14.30-19.30, da mart. a dom. 9.3019.30, giov. e sab. 9.30-22.30. Ingresso. 10/12 euro. Info: www.manetmilano.it
Tournée Nek Filippo Neviani, in arte Nek, partirà il 29 e 30 aprile dall’Europauditorium di Bologna per un tour nei teatri legato all’uscita dell’album Unici, già certificato oro e che in giugno sarà pubblicato anche in versione spagnola in America Latina e in Spagna. Le altre tappe: 2 maggio, Trieste; 4, Piacenza; 5, Montecatini (PT); 8, Sanremo (IM); 9, Torino; 10, Varese; 12, Firenze; 13, Bergamo; 15, Milano; 17, Ancona; 18, Bari. Il 21 maggio, per la prima volta, Nek calcherà il prestigioso palco dell’Arena di Verona. “Unici in tour” ripartirà poi da Carloforte (CI) il 23 giugno per una tranche estiva che toccherà piazze e arene di tutta Italia fino ad agosto. Info: www.nekweb.com
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di Paola Babich
TI AMO di Simone Regazzoni, Utet, pagg. 142, 14 € Qual è la verità sull’amore oggi? Siamo ancora capaci di essere all’altezza dell’amore, ne abbiamo la forza? L’autore si interroga su questo tema, così profondo e capace di toccare tutti, sottolineando il fatto che, spesso, scegliamo la sua versione edulcorata, che non fa male e ci protegge da ogni rischio. E condividendo frammenti autobiografici e suggestioni musicali, lo scrittore sostiene che l’amore esiste, e ci chiede tanto, se vogliamo incontrare l’Altro nel suo essere.
STORIE D’AMORE AAVV, Skira, pagg. 103, 13 € Elsa Morante, Giorgio Bassani, Maria Bellonci e altri dodici tra i più noti nomi della letteratura italiana del Novecento narrano grandi amori della storia, del mito e della fantasia. Passioni ricambiate o contrastate, storie sofferte o a lieto fine, ci coinvolgono e ci fanno sospirare.
CERCANDO IL GRANDE AMORE di G. Prévot-Gigant, Urra, pagg. 175, 13 € Quante volte sarà capitato di chiedersi “Perché sono sola? Perché non riesco a trovare la persona giusta?”. Un libro per le donne, col quale l’autrice, psicoterapeuta, vuol invitare a interrogarsi sul come fare di questa fase un momento di trasformazione. Uno strumento per dare una svolta alla propria vita affettiva, per imparare a porre fine agli amori sospesi, a dire di sì all’imprevedibile, a non aver paura di reinnamorarsi.
L’ANGOLO DI MILLY
Indirizzate le vostre lettere a: L'angolo di Milly, Intimità, P.zza Aspromonte 13, 20131 Milano o via e-mail a: milly@quadratum.it
Non aprite quella PORTA! se il lavoro ci ha tenuto tante ore fuori casa o se mostriamo di essere impegnate in altro. Avete fatto caso che i figli litigano di più quando ci sono le mamme in casa? È normale. Infatti è difficile che un uomo scatti in piedi al primo urlo e quindi, siccome litigare è un modo per attirare l’attenzione, con i papà non c’è gusto, capite? L’importante è non farsi assalire dall’ansia perché, sappiatelo, il litigio aiuta a crescere, lo dice la pedagogia. Allora, in caso di baruffe, come è meglio comportarci? Ecco qualche piccola strategia.Tanto per cominciare evitiamo di chiedere:“Chi è stato?”. Questo perché se il colpevole individuato non fosse veramente il colpevole, la sua rabbia aumenterebbe e la tregua sarebbe messa a repentaglio. Non prendiamo le parti di nessuno e ricordiamo che non è sempre det-
to che il più piccolo sia il più debole: a volte sa di essere più protetto e ne approfitta. E non facciamo calare dall’alto la soluzione al conflitto: i bambini si sanno regolare più di quello che pensiamo. Cavarsela da soli li rafforza, li aiuta a riconoscere i propri limiti e stimola lo loro creatività. Un nostro intervento sciuperebbe tutte queste opportunità. Quello che invece possiamo fare è aiutarli a parlarsi, a esprimere i loro punti di vista senza insultarsi e, alla fine, fare da testimoni al loro accordo a futura memoria.Tutto chiaro? Allora, la prossima volta che inizia una litigata tra i vostri figli potreste chiudervi in bagno o perfino ipotizzare di andarvi a fare un giro dell’isolato, lasciando il padre in casa. Al ritorno potreste essere accolte da due ragazzini pacifici e sorridenti!
Cara Milly, ho 56 anni e sono rimasta vedova da poco. Sto molto male perché ho amato veramente tanto mio marito e in più ho anche l’amarezza di non sentirmi confortata dalla mia famiglia. Questo perché 30 anni fa, quando mi sono sposata, sono andata a vivere molto lontano dal mio luogo di origine, dato che questo richiedeva il lavoro di mio marito; all’inizio ho fatto un po’ fatica ad ambientarmi, ma poi mi sono sempre trovata bene nella mia nuova città. Adesso che sono rimasta sola mia madre e i miei fratelli si aspettano che “torni a casa” e non capiscono che per me “casa” è qui. Oltretutto ho anche un lavoro part time che magari non mi rende molto, ma che vorrei conservarmi. E loro a ripetermi che non vale la pena di rimanere qui “per quei quattro soldi”. Ma non sono i quattro soldi, è la mia vita, sono le mie abitudini... e anche i ricordi di un matrimonio lungo e felice. Mi hanno addirittura accusato di non provare alcun affetto per loro e questo non è giusto. Invece di starmi vicino in questo momento così difficile e doloroso mi danno contro. Angelina
zerebbero per accoglierti e dedicarti del tempo. Andando spesso a trovarli avresti poi la possibilità di riscoprire piano piano la tua città di origine, gli affetti lasciati e magari ricostruire quel legame che si è interrotto 30 anni fa. E chi può dire che più in là, quando, per esempio, non lavorerai più, non arrivi il momento giusto per tornare? In ogni caso non vedo in maniera positiva uno strappo così radicale ora. Diciamo che si possono gettare le basi per il futuro. Prova a spiegare questo punto di vista ai tuoi parenti, ma ancora di più dimostra con i fatti, cioè con la tua presenza più frequente, l’affetto che ti lega a loro. E comunque qualche volta anche loro potrebbero venire a trovarti, o no?
bbiamo appena aperto la A porta di casa e veniamo investite dalle urla dei nostri deliziosi pargoli che stanno litigando. È stata una dura giornata di lavoro, siamo stanche, davanti a noi ancora la cena e il dopo cena. Ci precipitiamo nella stanzetta dei figli per iniziare l’arbitraggio dello scontro in corso. Ma mentre stia-
mo per aprire la porta e fare irruzione nel loro covo, ecco che, per fortuna, un pensiero si affaccia nella nostra mente: meglio intromettersi o meglio che se la sbrighino da soli? E non c’è davvero miglior domanda che possiamo farci. Che i fratelli litighino è assolutamente normale e anche “sano”. Sono in genere i più grandi a scatenare il confronto per gelosia verso i più piccoli che, nella loro testa, hanno usurpato l’affetto esclusivo dei genitori. Certo la tentazione di mettersi in mezzo ai due contendenti è forte, intanto perché le loro urla ci disturbano e poi perché abbiamo paura che possano farsi del male, ma… ma invece è buona cosa tenersi da parte. Se alle prime urla interveniamo, facciamo esattamente il loro gioco: ottenere la nostra attenzione, che ci viene richiesta soprattutto
SONO RIMASTA SOLA MA...
ara Angelina, sì, sono anC ch’io d’accordo che tu non debba lasciare, almeno per ora, né la città dove vivi né il tuo lavoro. Se tornassi vicino alla tua famiglia, avresti certo la possibilità di stare con i tuoi cari. Ma loro, come è giusto che sia, hanno la loro vita e le loro oc-
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cupazioni. E tu, non avendo né un’occupazione né amicizie, saresti molto sola. Credimi, non ci sarebbe situazione peggiore per te in questo momento: il tuo umore certo non se ne gioverebbe. Nella tua città d’adozione, invece, nonostante la grave perdita che hai subito, hai la
possibilità di continuare a vivere una vita abbastanza piena tra lavoro e relazioni sociali. Quello che sicuramente puoi fare è andare a trovare i tuoi parenti più spesso, approfittando dei giorni di festività e delle ferie. Andando lì per periodi limitati anche loro certamente si organiz-
Le più appassionanti vicende di VITA VERA
Facciamo PACE C
erte volte Roberto è insopportabile! Okay, è vero che guidare il taxi per ore e ore in una città come Milano è stressante, che i clienti a volte sono tremendi, che i lavori per la linea 4 della metro sembrano infiniti e hanno chiuso troppe strade di scorrimento, che i vigili non sono comprensivi e che stare in coda fa diventare matti... Va bene tutto, ma non si può essere sempre così nervosi! Appena tornato da un lungo turno, mio marito apre il frigo per prendere la bottiglia dell’acqua e, subito, allarga le braccia con un’espressione desolata. Non ha molti vizi, devo riconoscerlo. Non beve, se
non un bicchiere di spumante ai compleanni, non fuma, non gioca, non guarda le altre, è tifoso con moderazione e spende solo lo stretto necessario. Però ha questa mania che gli ha inculcato sua madre, benedetta donna, di bere un bicchierone di latte prima di andare a dormire. Latte uguale sonni tranquilli. Niente latte uguale notte di tregenda. — È il triptofano, — spiega Roberto, a tutti quelli che hanno voglia di starlo a sentire. — Favorisce il sonno. — Ecco, lo sapevo, non c’è più latte! — esclama quel pomeriggio in tono drammatico, richiudendo il frigo.
Mi giro come una biscia, a cui un incauto escursionista abbia pestato la coda. — In che senso... “lo sapevo”? — Giada, non è la prima volta. Lo sai che non riesco a dormire senza il mio bicchiere di latte… E adesso io non ho certo voglia di uscire. Sono stanchissimo. Nemmeno io! Anche la mia giornata è stata faticosa e difficile. Mia madre non sta bene, oggi l’ho accompagnata a fare l’agoaspirato e stiamo aspettando gli esiti. Con lei ho cercato di fare la disinvolta ma, in realtà, ho il cuore grosso così... E Roberto si lamenta per mezzo litro di latte parzialmente scremato! Tra l’altro, lo sapeva benissimo
Quella dolce signora salita sul mio taxi ha ragione, spesso si litiga per delle sciocchezze. Così quando torno a casa da mio marito... Intimità
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Facciamo PACE
dell’esame di oggi, ma non mi chiede niente. Potrei rispondergli semplicemente che mi dispiace e che domani glielo comprerò, ma non ci riesco. — Guarda, ho avuto ben altro a cui pensare, — ribatto. Lui subito aggrotta le sopracciglia. — Ah, il controllo di tua madre... — Non mi chiedi com’è andato? — Mica li danno subito gli esiti, no? Perché, vi hanno già detto qualcosa? Ha ragione lui, ma io ormai sono sulla lunghezza d’onda sbagliata. — Anche se fosse, tanto tu te ne infischi!
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io marito sospira e si tira indietro i capelli dalla fronte, con un gesto che sei anni fa mi ha fatto innamorare. È ancora bellissimo indubbiamente... — Non è vero e lo sai. Voglio bene a tua madre, — replica. — Ma ti importa di più del tuo latte. — Che sciocchezze dici? Ho lavorato tutto il giorno e mi aspettavo semplicemente di trovare mezzo litro di latte in frigo! Non ho chiesto la luna, mi pare! Sono proprio seccata. — Anch’io lavoro, cosa credi? Tornata dall’ospedale, ho pulito la cucina, ho stirato, poi è venuto il fabbro a cambiare la serratura del box, ti ho preparato da mangiare per stasera. Ieri notte non ho chiuso occhio, preoccupata per mia madre, e tra poco prendo la macchina ed esco a fare il mio turno col taxi. Lui annuisce.
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Oggi mi sento proprio come Fantozzi, con la nuvoletta di pioggia sopra la testa — Okay, Giada, non c’è problema. Lasciamo stare. — Ecco, bravo! Lui va in bagno e sbatte pure la porta. Io finisco di vestirmi, mi metto i jeans, la felpa, le scarpe comode che uso per guidare, prendo le chiavi del taxi e scendo in garage, senza neanche salutarlo. La prima chiamata è a due isolati di distanza, una casa d’epoca, ma con la facciata risistemata da poco. Mi fermo davanti al numero civico e aspetto. Non arriva nessuno. — Cominciamo bene, — mugugno. Quando sono di questo umore mi va tutto storto. Mi sento come Fantozzi con la nuvoletta di pioggia sopra la testa. Batto con la mano sul volante, impaziente, poi spengo il motore, scendo e marcio verso i citofoni. Trovo il nome che mi ha comunicato la centrale del radiotaxi e premo forte. Spero di averli fatti saltare per aria, così almeno si svegliano e scendono! — Sì? — mi risponde una voce femminile, sembra una persona anziana. Mi sento un po’ un verme. — Signora, ha chiamato lei il taxi? — Sì, mi scusi tanto, sto facendo fatica con la valigia, non riesco a farla uscire dalla porta, abbia pazienza, arrivo... Due volte verme. — Ma è da sola? Vuole che l’aiuti? A che piano sta? Salgo al quarto. La vecchietta mi apre la porta come se mi conoscesse da sempre. Non dovrebbe fare così, c’è un sacco di gente cattiva in giro.
— Oh, cara, che gentile! Ma è lei che guida il taxi? — Certo. — Ma come sono contenta! Non che ce l’abbia con i tassisti uomini, per carità, ma mi fa ancora più piacere andare in giro con una ragazza… Lei potrebbe essere mia nipote, sa. In effetti, a occhio e croce la signora ottanta li ha tutti. Dall’anticamera vedo il soggiorno tirato a lucido, coi pavimenti a specchio. Ci sono dei teli sui divani e sulle poltrone e un sacco di scatoloni in giro, tutti accuratamente impilati. I tappeti sono arrotolati. C’è una libreria enorme, ma vuota... Mi fa un effetto strano. Forse la signora parte per le vacanze? Non faccio domande, prendo il suo trolley, che in effetti è piuttosto grosso e pesante, e lo sollevo, facendolo passare sullo zerbino spesso. Era stato quello a creare un ostacolo difficile da superare per quell’anziana signora, magra e minuta. Noto che è ben vestita, indossa un lungo soprabito e calza delle décolleté scamosciate. Un cappello di velluto le copre parzialmente i capelli bianchi raccolti sulla nuca e porta sul naso dei piccoli occhiali con la montatura dorata. È anche leggermente truccata, sulle ciglia ha passato il mascara e sulle labbra ha un velo di rossetto rosato. Doveva essere molto carina, da giovane. Scendiamo in ascensore e lei, appena fuori del portone, si aggrappa al mio braccio. Da una parte tiro il trolley, dall’altro sorreggo la mia cliente che ha un
passo un po’ traballante. Metto il suo trolley dentro il bagagliaio. Faccio molto sport e sono allenata, lo sollevo senza troppa fatica. — È proprio gentile, — mi dice lei, accomodandosi in macchina. — E il suo taxi è comodo e ha un buon profumo. Alcuni sanno di fumo o di un terribile odore di mela, è una specie di deodorante, ma per me è disgustoso! Le sorrido dentro lo specchietto. In effetti, Roberto e io ci teniamo a tenere in ordine il nostro strumento di lavoro. — Dove la porto?
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ei mi dice l’indirizzo. L’ho già sentito, ma non mi ricordo bene che cosa ci sia. Però ci so arrivare, anche senza guardare il navigatore. — Prendo la circonvallazione, saremo lì in venti minuti. — Vorrebbe essere così gentile da fare il centro? Sollevo le sopracciglia. — Come vuole lei, signora, ma guardi che non è la strada più breve. Lei sospira. — Oh, lo so, cara, ma ci terrei tanto… Tiene la sua borsetta stretta in grembo e fissa fuori dal finestrino, piena di aspettative. La accontento, per me è uguale. Ogni tanto la guardo nel retrovisore. Lei se ne accorge e, a un certo punto, mi dice: — Lo sa che qui passavano i navigli? Dove lei sta transitando… c’era l’acqua. Milano era una città piena di canali. — Sono nata in Puglia e mi sono trasferita qui solo sei anni fa, ma l’ho sentito dire e ho visto delle vecchie foto. Era un po’ come Venezia… — Eh, quasi. Si traspor-
tava tutto sui barconi. Anche le pietre per il Duomo, che venivano da lontano… E poi lei lo può constatare ogni giorno, col mestiere che fa, dai nomi delle vie… — È vero, — riconosco, colpita. — Via Laghetto, via Conca del Naviglio, via Ponte Vetero… — Brava! — commenta la signora. — Mi dica la verità, lei faceva la professoressa? — le domando. — Oh, oh, mi ha scoperto! Sì, è vero. Sono troppo noiosa? — Per niente, anzi, vada avanti, la prego! Lei non si fa pregare. — Vede, qui in via Marina c’era il Boschetto, un parco di olmi e di tigli… I suoi viali erano percorsi da carrozze e il Foscolo vi passeggiava col suo maestro, il Parini… Nel folto degli alberi i gentiluomini si sfidavano a duello per vendicare le offese, e le dame sfilavano facendo gara di eleganza con cappelli a larga tesa, crinoline, parasoli di seta… Mentre la signora parla, a me sembra che la strada che ci scorre di fianco torni indietro nel tempo, come per magia. — E qui, in via Senato al 2, ha abitato Marinetti, il poeta futurista… E sa chi ha avuto ospite a casa sua? La famosa Mata Hari! — Mata Hari? La spia? Ricordo un film su Mata Hari, una vecchia pellicola con Greta Garbo che Roberto mi ha aveva portato a vedere in cineteca. Non immaginavo proprio che Mata Hari fosse venuta a Milano. — Pare che Mata Hari abbia danzato per lui la sua famosa danza dei sette veli… — aggiunge l’anziana professoressa, abbassando un po’ il tono della voce. — Oh, sembra molto peccaminoso, — commento. — Altroché! — sorride
lei, divertita. Certo che, per la sua età, ha un bello spirito. Deve aver vissuto la sua vita pienamente e senza troppe inibizioni. — Pensavo che Mata Hari vivesse a Parigi… — Oh, be’, ha girato il mondo. È venuta a Milano per ballare alla Scala; fino a quel momento aveva calcato solo le scene dei teatri di varietà, mentre la Scala era, allora come oggi, un teatro prestigioso... — La signora tace per un istante, poi riprende: — Sa, ci andavo spesso, col mio povero marito. È morto due anni fa... — Mi spiace, — mormoro, sincera. — Eravamo molto innamorati, anche dopo tanto tempo insieme. Ma siamo stati un po’ sciocchi... Litigavamo per un nonnulla. Si pensa sempre di essere immortali… Sa qual è la cosa che non riesco a perdonarmi? Il giorno che Luigi è venuto a mancare per un attacco di cuore, avevamo bisticciato per una sciocchezza e ci tenevamo il muso… e non ho potuto più far pace con lui. — Mi guarda allo specchietto e mi chiede: — Lei è sposata, cara? Annuisco, arrossendo un po’. Le sue parole mi hanno colpito. — Sì, e a dirle la verità anche noi litighiamo per delle inezie.Anche oggi pomeriggio… Pensi, perché mi sono dimenticata di comprare il latte. Roberto, mio marito si chiama Roberto, ci è rimasto male e io ci sono rimasta peggio, perché mi sono sentita incompresa e criticata. Lei allarga le braccia. — Vede? È proprio così. Ci roviniamo la serenità per cose così stupide! Dovremmo riderne, invece, e abbracciarci. Abbracciarsi è molto importante. Se
un essere umano non viene abbracciato abbastanza, si inaridisce, come una foglia morta. Mai tenere il broncio con chi si ama. — Si piega in avanti e aggiunge: — Mi deve promettere che farà la pace con suo marito. Appena ha un attimo libero lo chiami. Vero che lo farà? E gli porterà a casa un cartone di latte. Come lo preferisce? Adesso ce ne sono cento tipi diversi… — Parzialmente scremato. Ne beve sempre un bicchiere prima di andare a dormire. Dice che gli concilia il sonno. — Oh, ma c’è del vero! Sempre meglio di quelle porcherie che la gente prende adesso per addormentarsi. — Già, Roberto non prende medicine, se non è strettamente necessario. — Molto bene. Scommetto che è un bravo ragazzo.
— Sì, è vero. È proprio un buon marito... Mi viene così naturale confidarmi con lei... E così, le racconto tutto. Che ci siamo conosciuti in vacanza, che anche lui è appassionato di immersioni subacquee, che ci dividiamo il taxi, che siamo sposati da sei anni. Le racconto anche che in questi giorni sono molto preoccupata per mia madre, che si è trasferita a Milano per starmi vicino, dopo la morte di mio padre. — Capisco, è anche per questo che avete litigato. Quando si è in ansia, il livello di tolleranza si abbassa. Ma deve stare tranquilla, altrimenti la sua mamma avvertirà il suo stato d’animo e questo non le gioverà. — Ha ragione. Farò del mio meglio. — Credo che suo marito le sarà molto utile per tenere a bada l’agitazione.
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A solo 1 € Intimità
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Mi sembra un tipo dal carattere solido. — Sì, è molto razionale. — Avete figli? — Non ancora. Le preoccupazioni economiche, il mutuo… sa com’è. — Certo. Ma non lasciatevi condizionare troppo, mi raccomando. Sorrido. — Glielo prometto, signora. Ma posso chiederle dove stiamo andando? Mi sembra di aver già sentito quell’indirizzo.
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ei mi guarda, dentro lo specchietto. — Be’, le sarà magari già capitato di portarci qualcuno. È una casa di riposo. L’ha detto tranquilla, ma io quasi tampono il camioncino che ho davanti. — Casa di riposo? Altro che vacanza... — Sì, ma è un bel posto. Adesso sono piuttosto confortevoli, sa? Camerette singole, ampi spazi comuni, giardino, cure mediche e infermieristiche, attività ludiche… — ride. — Ho imparato a memoria il dépliant. Devo farmela piacere, perché da sola non riesco più a stare, purtroppo. Faccio troppa fatica. Mi è anche capitato di cadere un paio di volte, per fortuna non mi sono rotta niente. — Scuote la testa. — Non ho avuto figli, anche se in un certo senso ne ho avuti tanti: tutti i miei studenti. Ora però non ho più nessuno, e penso che sia l’unica soluzione. Ho venduto la mia casa e col ricavato potrò vivere gli anni che mi restano in un bell’istituto. Non vedo bene la strada e allora sbatto le palpebre. Non è prudente guidare con
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Il suo racconto mi commuove e mi ritrovo a guidare con gli occhi pieni di lacrime gli occhi pieni di lacrime... — Non volevo intristirla, cara, — mi dice subito lei. — La mia vita l’ho vissuta, va bene così; tanti altri sono stati molto meno fortunati. Guido pianissimo, più piano che posso. A un certo punto, un collega inviperito mi strombazza e io gli faccio un gestaccio. Sento la signora ridacchiare, dietro di me. Ma per quanto io vada piano, arriviamo a destinazione. — Ho fatto un bel viaggetto, — mi dice, soddisfatta. — Quanto le debbo? Scuoto la testa. — Niente. — Ma come? — Strizza gli occhi per vedere il tassametro e io lo azzero. — Andiamo, cara… oh, non so neanche il suo nome. — Giada. — Bellissimo! Io mi chiamo Agnese. Non è giusto che non paghi la corsa. È il suo lavoro, Giada. Scuoto la testa, scendo e le apro la portiera. Lei mette giù le gambe magre e mi tende la mano. — Lei ha fatto molto più che pagarmi la corsa, — le dico, mentre l’aiuto a scendere. — Mi ha raccontato delle cose bellissime. E mi ha dato degli ottimi consigli. La professoressa sorride. — Come dice quella famosa canzone di De André? Dà buoni consigli chi non può dare il cattivo esempio… Ha un’ironia leggera anche nei confronti di se stessa. La trovo proprio una bella persona. Non sopporto l’idea che abbia lasciato la sua casa per stare
in quel posto. Ma lei, invece, sembra essersene fatta una ragione. — Andiamo, — mi dice. — Sono curiosa di vedere la mia stanza. Prendo il trolley e ci avviamo verso l’ingresso della casa di riposo. È una struttura nuova, dall’aspetto accogliente. — Grazie, non so come avrei fatto senza di lei, Giada. Vede, anche portare questo trolley è un problema. A una certa età le scale si fanno sempre più alte, le borse sempre più pesanti. Per non parlare degli specchi, che deformano parecchio... — aggiunge, strizzandomi l’occhio. Entriamo nella hall e un’addetta ci viene subito incontro. La professoressa si presenta con garbo. L’impiegata annuisce e sorride. — Benvenuta, signora Agnese. La stavamo aspettando, tra non molto sarà servita la cena, — dice, poi si rivolge a me: — Lei è la nipote? Prima che io possa rispondere, Agnese scuote la testa. — No, è una mia… amica. Posso dire che lei è un’amica, Giada? — Certo! E io posso venirla a trovare? — Quando vuole, cara. — Si guarda intorno nella bella hall tirata a lucido. — Penso che d’ora in poi non andrò molto in giro... L’impiegata interviene. — Si può far visita ai nostri ospiti dalle 9 alle 20, senza problemi. Se vuole, fermarsi anche a pranzo. — Allora l’aspetto! — ta-
glia corto Agnese. Mi bacia sulle guance e poi mi stringe un braccio, come se fosse lei a dover incoraggiare me. Resto a guardarla, mentre si allontana con l’impiegata che è molto alta e si piega su di lei per spiegarle qualcosa, gesticolando con la mano verso gli ascensori. Mi costringo a fare dietrofront e tornare alla macchina. Ho subito un’altra chiamata e dopo un paio di clienti mi prendo un attimo di tregua. Seduta in macchina afferro il telefonino. — Ehi, Giada, — borbotta Roberto, con voce assonnata. — Che succede? Mi ero appena appisolato davanti alla tv. — Mata Hari ha ballato alla Scala di Milano, lo sapevi? Lui sta zitto un momento, poi chiede: — Scusa, hai forse bevuto? Che c’entra Mata Hari? Mi chiami per dirmi questo? — Be’, sei stato tu a portarmi a vedere il film con Greta Garbo. Comunque, non volevo dirti solo questo. Lo sai che se non ci si abbraccia si diventa come foglie morte?
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desso la voce non è più impastata, Roberto è sveglissimo. — Giada, non farmi preoccupare, sei sicura di star bene? — Ma certo che sto bene! Sto benissimo. Vengo a casa con dieci litri di latte per farmi perdonare. — Mmm, scusami per prima. Nemmeno io sono stato molto gentile. — ammette. — E comunque, se ne compri dieci litri prendi quello a lunga conservazione. Sempre razionale, il mio Roberto, eh? Ma io lo amo con tutto il cuore, così com’è. E non lo cambierei per niente al mondo. Giada F.
VITA VERA
Ancora oggi, a distanza di tanti anni da quei giorni tristi, il figlio di Marta e il mio sono inseparabili
COME fratelli
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sistono incontri predestinati? È possibile che qualcuno attraversi il nostro cammino non per caso, ma per un fine preciso del quale ci accorgiamo soltanto dopo? Be’, posso dire che anni fa ho avuto un incontro di questo tipo. Un angelo ha attraversato per un attimo la mia vita, aiutandomi, ma io me ne sono accorta tardi, quando ormai rischiavo di non poter più ricambiare la sua generosità. Ma è meglio che cominci dal principio. Avevo trentaquattro anni e aspettavo il mio primo figlio. Mi ero trasferita lontano dalla mia famiglia e dai miei amici per
via del lavoro di mio marito Claudio, che era un ufficiale di Marina. Quella scelta per me aveva significato molta solitudine e, soprattutto, la perdita del mio impiego. In compenso, però, eravamo andati ad abitare in una splendida città di mare e, poiché non conoscevamo nessuno, ci eravamo legati l’uno all’altra ancora di più. Inoltre, desideravamo tanto un bambino e ci sembrava arrivato il momento giusto per dedicarci a quel progetto. Così non ci parve vero quando, dopo solo un anno che vivevamo nella nostra nuova casa, mi accorsi di essere incinta. Mio marito e io eravamo al settimo cie-
lo e sempre più innamorati. Quante aspettative per quel figlio, quanto amore mi sentivo dentro… Per scaramanzia, all’inizio non dissi niente ai miei genitori, perché volevo essere sicura che tutto fosse a posto. Mio padre, tra l’altro, non stava bene e a breve avrebbe dovuto affrontare un intervento alle coronarie; non volevo creargli inutili stress, anche se sapevo che da tempo desiderava tanto un nipote… Prima di dare la notizia, dunque, avremmo aspettato l’esito dell’amniocentesi, che io avevo deciso di fare perché non ero più una ragazzina e volevo sapere fin da subito se qualcosa non andava.
Non avevo idea di cosa avrei deciso, nel caso ci fossero stati problemi. In realtà, non lo avevo nemmeno messo in conto, perché dentro di me sentivo che stava procedendo tutto bene. Volevo solo una conferma che mi aiutasse a vivere la gravidanza ancora più tranquillamente. Da quando mi ero trasferita, quasi ogni sera mia madre mi telefonava. Sono figlia unica e la mia partenza era stata una grande sofferenza per i miei. I disturbi di mio padre erano iniziati dopo il mio trasferimento e questo mi faceva sentire in colpa, anche se la mamma poteva contare sulle sue tre sorelle, che abitavano nello stesso quartiere e l’aiutavano molto. Quella sera, quando mi telefonò, mi accorsi subito che aveva la voce triste. — Tuo padre è molto giù, — mi confessò. — Ieri il medico gli ha anticipato la data dell’operazione a lunedì prossimo. Mi dispiace vederlo tanto abbattuto, lui che non si arrende mai... — Non temere, mamma, andrà tutto bene. Io arrivo da voi domenica e starò lì per tutto il tempo che servirà. — Sono tanto preoccupata, sai? Mi sembra troppo depresso per poter affrontare l’intervento. Adesso è di là sul divano, con lo sguardo perso nel vuoto, che finge di Intimità
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COME fratelli Di colpo smisi di amarlo e di fantasticare su di lui guardare la televisione. Riflettei qualche secondo sulle parole di mia madre e decisi di lasciar perdere le cautele che avevo avuto fino a quel momento. — Me lo passi, mamma? — le chiesi. — Devo dirgli una cosa. E così svelai a mio padre che aspettavo un bambino, e che doveva guarire presto, perché avrebbe dovuto fare il nonno. Non c’è bisogno di dire quanto la notizia lo rese felice. Il giorno seguente mia madre, anche lei al settimo cielo, mi raccontò che papà aveva passato la serata a piangere di gioia e che la novità l’aveva di colpo trasformato, rendendolo di nuovo l’uomo forte e ottimista che era sempre stato.
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operazione andò bene e la degenza fu breve. Così, finalmente più sereni, ci mettemmo tutti nella disposizione d’animo giusta per aspettare il mio bambino. Rimasi ancora qualche giorno dai miei genitori, poi Claudio venne a prendermi e insieme tornammo a casa nostra. Come deciso, mi sottoposi all’amniocentesi e, dopo circa tre settimane, ricevetti una chiamata dalla mia ginecologa. — Anita, avrei bisogno di vedere te e tuo marito nel mio studio domani, — mi disse. — Non sono convinta dei risultati dell’analisi. Non preoccupatevi, ma preferisco parlarvene a voce. Pensai subito al peggio e non si può capire che cosa succede nel cuore di una donna quando le viene detto che il figlio che porta in grembo da quattro mesi, che è cresciuto non solo nella pancia, ma soprattutto nel cuore, e che
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ormai è una parte inscindibile di sé, potrebbe avere una malformazione tale da renderlo magari “incompatibile” con la vita. Il solo pensiero mi gettò nello sconforto più totale, nonostante avessi sempre avuto un approccio pragmatico con l’esistenza, nonostante avessi sempre affermato che avrei preferito sapere, per poter decidere il da farsi in modo razionale. Razionale… Quando uscimmo dallo studio della dottoressa, della mia razionalità non restava più niente. Claudio, invece, fu fantastico. Lui sì che, pur nella sofferenza, mantenne la testa sulle spalle e non si diede per vinto prima del tempo. La ginecologa, infatti, non ci aveva dato un verdetto definitivo: le analisi erano anomale, segnalavano la possibilità di una grave alterazione cromosomica, ma non convincevano del tutto gli specialisti che lei aveva sentito e che consigliavano di procedere con un altro esame, più invasivo, ma che avrebbe dato risultati certi: la cordocentesi. Non potevo certo tirarmi indietro: ormai dovevo sapere. Io però… non c’ero più. Mi spiace sempre ricordarlo, ma persi davvero la testa. Nel periodo tra il fatidico giorno dei risultati dell’amniocentesi e l’attesa della cordocentesi, precipitai in uno stato di pessimismo e di ansia totali. Soprattutto, staccai il cordone ombelicale affettivo tra me e mio figlio. Il dolore era tale che inconsciamente smisi di amarlo, smisi di fantasticare su di lui, smisi di sperare e di ragionare. Sola, in quella città dove non avevo ancora amici, lontana dai miei, ai quali non avevamo raccontato niente di quegli ultimi eventi, mi chiu-
si nel mio dolore, in preda a una rabbia incontrollata verso tutto e tutti. Non rispondevo più neanche alle telefonate delle mie amiche di sempre. “Che ne sanno loro? Perché deve succedere a me una cosa del genere?”, “Solo io sono incapace di fare un figlio sano”, mi torturavo. Se anche avevo Claudio, che mi stava vicino con tutto l’amore e la pazienza del mondo, non riuscivo ad apprezzarlo. “È facile per lui. Non ce l’ha dentro di sé, non deve sottoporsi a tutti questi esami, non dovrà decidere sul suo corpo cosa fare se le cose vanno male”, pensavo ossessivamente. Insomma, della donna concreta e ottimista che ero, non era rimasto niente. Venne il giorno dell’esame. Ricordo come fosse ieri la scena in sala d’aspetto: sedevo tenendo la mano di Claudio, senza riuscire a frenare il pianto. Di fronte a me una donna rom incinta aspettava il suo turno, insieme a un uomo e a due ragazzini rumorosi. Stava parlando con un’altra paziente, una donna bionda dal viso dolcissimo. Mi accorsi che la rom mi fissava, ma io distolsi subito lo sguardo, vergognandomi di piangere. Il prelievo non fu poi così traumatico come temevo, ma quando tornai a casa iniziai ad avere delle contrazioni e l’ansia divenne incontrollabile. Claudio mi portò di corsa al Pronto Soccorso dell’ospedale pediatrico, dove i medici decisero il mio ricovero d’urgenza, perché rischiavo di perdere il bambino. Purtroppo la sfortuna volle che non ci fossero molti posti disponibili e perciò mi dovettero sistemare nell’unico letto libero, in una camerata di puerpere.
E lì toccai il fondo della disperazione. Obbligata a stare a letto, attaccata alla flebo, per non perdere quel figlio che ancora non sapevo se fosse sano o no, mi trovai circondata da mamme felici, che allattavano i loro neonati, che ricevevano le visite di parenti festosi, che giravano con i loro frugoletti in braccio, lanciandomi occhiate furtive senza osare chiedermi che cosa avessi… Rimasi lì due giorni. Fu una tortura terribile, non facevo che piangere di nascosto, finché il terzo giorno, dopo il passaggio dei medici, sentii il primario che sgridava severamente la caposala, ordinandole di spostare subito il mio letto in una camera fuori da quel reparto. — Vi ho sempre detto che una situazione del genere non deve capitare. Come si fa a non capire la sofferenza di una paziente in quelle condizioni? — lo sentii dire.
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oco dopo fui spostata in una bella camera silenziosa, lontano dai vagiti dei neonati che mi avevano trafitto il cuore. Fu un sollievo. — Ben arrivata. Io sono Marta, piacere, — mi disse la mia compagna di stanza, con un sorriso dolce e malinconico. La guardai: seduta sul suo letto, c’era la donna bionda che avevo visto nella sala d’attesa il giorno della cordocentesi. Era piccola e delicata, gli occhi azzurri come il cielo. Aveva parlato sottovoce, come se temesse di disturbarmi. — Sei vera o sei un angelo? — le chiesi sorridendo. La sua presenza e il suo atteggiamento mi davano un immenso senso di pace e tranquillità, dopo quei giorni infernali. — Temo di essere molto vera. Devono averti dato dei sedativi troppo forti, se in me vedi un angelo, — mi
COME fratelli Sentivo che pregava, credendo che io dormissi rispose ridendo. Ma Marta si rivelò davvero un angelo, e fu grazie alla sua dolcezza, alla somiglianza che avevano le nostre storie, al suo esempio e alle sue amorevoli cure che mi rialzai dalla prostrazione in cui ero caduta da tempo.
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arta aveva una storia ben più crudele della mia. Lei e il marito avevano tanto desiderato un figlio, ci avevano provato per anni, ma niente. Quando ormai avevano abbandonato le speranze, Marta aveva avuto un ritardo significativo e le analisi avevano indicato la presenza degli ormoni della gravidanza nel suo sangue. La gioia per quella sorpresa era stata indescrivibile, ma in breve aveva lasciato il posto a un’ansia terribile. Marta, infatti, che mai avrebbe immaginato di poter essere incinta, si era sottoposta pochi giorni prima del test a una vaccinazione contro la febbre gialla, in vista di un viaggio in Sud America, che prevedeva anche diversi giorni in Amazzonia. La sorte era stata davvero impietosa concedendole proprio in quel momento quella che forse era la sua unica possibilità di avere un figlio. Così, anche lei era ricoverata in attesa di sapere se il feto aveva subito danni a causa del vaccino. Eppure, Marta mostrava una dignità e una forza incredibili… Lei, che aveva tanto voluto un figlio ed era stata delusa un’infinità di volte, non provava la rabbia che avevo dentro io, ma, anzi, riusciva a prendersi cura anche di me e della mia sofferenza. La sentivo di notte che pregava sottovoce, credendo che io dormissi. Pregava con grande
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fervore, pregava perché tutto andasse bene. Di giorno, invece, accantonati i suoi fantasmi, ascoltava i miei e mi consolava. Insomma, Marta fu il mio angelo traghettatore: in quei giorni io, che ormai avevo toccato il fondo e stavo per affogare travolta dall’ansia, accettai di provare a risalire e tornare alla vita. Arrivò così anche l’ultimo giorno del mio ricovero. Le contrazioni erano passate e riuscivo persino a tenere a bada l’ansia. Potevo finalmente tornare a casa. Vestita, aspettavo seduta sul letto che Claudio passasse a prendermi. Marta era scesa in un altro reparto per sottoporsi ad alcuni esami. Non vedevo l’ora che tornasse per abbracciarla, scambiarci i numeri di telefono e gli indirizzi. Mi piangeva il cuore lasciarla lì, da sola, mentre io tornavo a casa. Il mio telefonino squillò: era Claudio. — Amore, sto arrivando e ho una notizia fantastica! Mi hanno chiamato ora per i risultati della cordocentesi… — mi disse, concitato. — È tutto a posto, il nostro bambino è sano. Non posso crederci, è sano! Possiamo ricominciare a vivere e… avremo un figlio! Si è trattato di un rarissimo caso di falso positivo… Ma non importa. Sto salendo. Preparati, ce ne torniamo immediatamente a casa. Ora era lui che piangeva, povero amore. Ora poteva lasciarsi andare, liberarsi dalla tensione che aveva dovuto nascondere per sostenere me. Mio marito aveva fretta di tornare a casa e io allora scrissi un veloce biglietto con i saluti a Marta, che non era ancora tornata in camera. “Magari passerò domani in ospedale a salutarla”,mi dissi.
Ma non lo feci, una volta a casa fui subito risucchiata dalla vita, dalle ecografie, dalle visite dei genitori e delle amiche, e ben presto mi dimenticai di lei. I mesi passarono veloci. Un meraviglioso sabato di sole, Claudio e io, ormai quasi al nono mese di gravidanza, passeggiavamo in centro, godendoci l’aria di mare, quando una zingara mi si avvicinò. Istintivamente, mi scansai, pensando che volesse del denaro, ma la donna mi prese per un braccio e mi costrinse a fermarmi. — Come stai? Va tutto bene? — mi chiese. La guardai meglio in viso e solo allora mi ricordai di lei e mi vergognai profondamente del mio stupido comportamento. — Perdonami, non ti avevo riconosciuto, — le dissi. — Sì, grazie. Va tutto bene. Tra poco avrò un maschietto. Ti sei ricordata di me! — Quel giorno piangevi, mi sembravi molto giù. Ero dispiaciuta anch’io. Sai, io ho già quattro figli. Questo, — aggiunse ridendo e toccandosi la pancia, — sarà il quinto. Ma tu eri così disperata… Sono contenta che almeno per te sia andato tutto bene. L’altro giorno dal medico ho incontrato la donna bionda che aspettava con noi quel giorno… Ricordi? Mi sentii gelare il sangue nelle vene. Marta, la dolce Marta, il mio angelo… — A lei non è andata bene come a noi, — continuò. — Ha perso il bimbo, poverina. Rimasi senza parole. Salutai la donna, con affetto, poi subito dopo mi sfogai con Claudio. — Come ho potuto? Come ho potuto dimenticarmi di lei? Ho continuato a ri-
mandare, e alla fine non sono andata a trovarla in ospedale… La verità è che sono un’egoista, una vigliacca. Nel momento in cui ho saputo che il mio bambino era sano non ho più avuto il coraggio di affrontarla e scoprire magari che lei non era stata fortunata… Claudio mi abbracciò. — Siamo umani, Anita. Sbagliamo… Magari la rincontrerai, un giorno. E fu proprio così: poco meno di sei anni dopo la rividi. Sedevo in una sala d’attesa, ma quella volta sorridevo e avevo vicino il mio Fabrizio. Stavamo aspettando il nostro turno per l’iscrizione alla scuola elementare. Mio figlio aveva lanciato in aria la sua palla, che portava sempre con sé, e rimbalzando era finita addosso alla signora di fronte. Alzai lo sguardo per vedere se l’avesse colpita e rimasi di stucco: era Marta, che mi sorrise come se non fosse passato un giorno dal nostro ultimo incontro.
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on c’era più niente di malinconico nel suo sorriso: stringeva la mano di un bellissimo bimbo ed era il ritratto della felicità. Mi raccontò che, dopo quella terribile beffa del destino, lei e il marito si erano dati da fare per adottare un bambino e finalmente, dopo molte peripezie, era arrivato Giorgio. Quel giorno chiedemmo che i nostri figli fossero in classe insieme e fummo accontentate. Tra loro nacque subito una bella amicizia, e anche noi diventammo inseparabili. Ancora oggi, a distanza di anni, Giorgio e Fabrizio sono legati come fratelli. E io… io da allora ho avuto mille occasioni per restituire a Marta tutto l’aiuto che lei mi aveva dato in quei tristi giorni ormai passati. Anita F.
VITA VERA
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Alla mia età, dopo un divorzio, pensavo ormai di essere fuori gioco. Non immaginavo certo che la vita avesse ancora tanto da offrirmi...
endere abiti da sposa era il mio lavoro da sempre, eppure mi capitava ancora di commettere degli errori. Anche perché, da quando mio marito mi aveva lasciato per un’altra donna, non mi sentivo certo la testimonial ideale per promuovere le gioie del matrimonio... Oddio, donna era una parola grossa per definire Elena, che era, invece, una grintosa ventisettenne. Era più giovane lei del mio matrimonio, che era durato ventotto anni. Quando si è lasciate per un’altra si finisce sempre per chiedersi: “che cos’ha lei più di me?”. Perché qualcosa deve avere se il tuo uomo ha scelto lei. Nel caso di Elena, però, non valeva ciò che aveva in più di me, ma in meno: meno anni, meno rughe, meno acciacchi... Con una rivale giovane e bella, era naturale che io mi sentissi vecchia e brutta. E poi, c’era mio figlio Fabio che mi faceva sentire pure inutile, da quando si era trasferito negli Stati Uniti per motivi di studio e non dovevo più prendermi cura di lui. Lo so, è giusto che i figli si facciano la loro vita e spicchino il volo, ma io ero una mamma chioccia in piena sindrome da nido vuoto. E dire che nessuno mi dava i miei cinquanta e passa anni. Ero sempre stata una bella donna e, in qualche modo, lo ero ancora. Il mio cuore, però, era più segnato del viso... Non mi sentivo più amata
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da nessuno e mi pesava anche il mio impiego, ormai. Tutto il giorno circondata da future sposine che si sentivano come principessine delle favole, convinte che avrebbero vissuto per sempre “felici e contente”. E, tuttavia, dovevo stare attenta a svolgere bene il mio lavoro come avevo sempre fatto. Specialmente in quel periodo, visto che c’era stato un avvicendamento al vertice. La storica titolare dell’atelier, la mitica e adorabile signora Tina, alla veneranda età di ottantacinque anni si era rassegnata a passare il testimone al figlio Renato, che aveva uno studio da commercialista e fino a quel momento aveva curato soltanto la contabilità.
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enato aveva già apportato parecchi cambiamenti nel settore amministrativo, ma fondamentalmente gli abiti da sposa per lui rimanevano un pianeta sconosciuto e, a volte, aveva l’aria perplessa di chi si ritrova con i ferri da maglia in mano e non sa come venire a capo di una matassa intricata. Il che, però, non gli impedì di accorgersi che io ultimamente perdevo parecchi punti, di quel lavoro a maglia, e gentilmente mi invitò a recuperarli uno a uno. — Matilde, capisco che tu stia attraversando un momento delicato, ma non puoi lasciare che la tua vita privata comprometta il rendimento professionale, — mi fece presente un giorno, convocandomi nell’ufficio che un tempo era stato di sua madre. Con me era più in confidenza che con le altre venditrici, visto che vantavo la maggiore anzianità di servizio. — Se
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hai bisogno di staccare puoi prenderti una pausa. No, era proprio il lavoro la cura. A casa, da sola, sarei impazzita. Lì però facevo diventare matti gli altri, con i miei malumori. — No, grazie, e non voglio neanche la tua compassione, — replicai, punta nell’orgoglio. — Ma io non ti compatisco affatto. Ti ammiro, piuttosto. Lo guardai sorpresa. Un tempo ero abituata all’ammirazione degli uomini. E anche a quella delle clienti che mi dicevano: “ma che brava, come fa a star dietro a tutto? A conciliare così bene lavoro e famiglia?”.Ora, a parte il mio impiego, non avevo più nulla. — So per esperienza quanto sia difficile ricominciare da soli... — continuò Renato. Anche lui, infatti, era un single di ritorno, dopo la fine di una lunga convivenza. Per un momento, mi fece persino tenerezza, ma subito pensai che per gli uomini era decisamente più facile “riciclarsi”; trovavano quasi sempre una nuova compagna pronta a prendersi cura di loro. Noi donne, invece, rimanevamo spesso abbandonate a noi stesse. Però dovevo riconoscere che Renato si stava preoccupando per me, cosa che nessun altro ultimamente aveva fatto. In ogni caso, non dovevo dimenticare che era il mio capo e aveva in mano le mie sorti lavorative. E così dopo quel richiamo, seppur molto cortese, promisi a Renato di impegnarmi di più. Non potevo immaginare che qualche giorno dopo avrei fatto delle terribili gaffe e proprio con la cugina di Renato. Quella mattina, puntuali all’ora prevista, si presentarono in atelier due donne, una di mezza età e l’altra sui venticinque anni. Come spesso capitava, la sposina si era fatta accompagnare dalla madre.
— Ciao, tu devi essere Sonia, — esordii, citando il nome della sposa segnato sull’agenda degli appuntamenti e porgendo la mano alla più giovane. — Piacere, io sono Matilde. La ragazza mi strinse la mano perplessa, e stava per dire qualcosa, ma la madre la anticipò: — A dire il vero, Sonia sono io. E sono pure la sposa, — chiarì con un tono gelido, da regina delle nevi. — Ah, capisco... Secondo matrimonio? — replicai, imbarazzata. — Non capisce affatto, invece, è il primo. Altro che pezzo di giacchio, un iceberg vero e proprio! E io mi sentivo come il Titanic, ma evidentemente non avevo cozzato abbastanza, tanto che diedi un altro colpetto. — Mi scusi, vedendo sua figlia… — Non è mia figlia, anche se sono abbastanza vecchia da essere sua madre, se è questo che intende... Alice è la mia assistente. E che bisogno c’era, allora, di portasela dietro? C’ero già io, l’assistente alle vendite. — Sono una dirigente d’azienda e Alice è la mia segretaria e la mia... “portaborse”, — aggiunse Sonia con aria ironica. In effetti, la poveretta era davvero carica di borse, tra portacomputer, valigetta ventiquattrore, cartelle di documenti. — Nel frattempo, dobbiamo sbrigare delle questioni di lavoro. Anch’io, sempre che non venissi licenziata seduta stante. — Pensavo fosse qui per scegliere un vestito, — mormorai. — Sì, anche. Con quella frase aveva classificato le sue priorità: prima il lavoro, poi l’amore. Prima la carriera, poi la famiglia. Ecco perché era arrivata a cinquanta e passa
anni senza sposarsi. D’altra parte, a me cos’era servito invertire l’ordine di precedenza? Solo a divorziare a quella stessa età. — E visto che non ho tanto tempo da perdere, unirò l’utile al dilettevole, — continuò Sonia. Immaginavo che, per una come lei, il lavoro rappresentasse il piacere e lo shopping un supplizio! — Quanto ci vorrà? — continuò. — Be’, lei mi sembra una persona con le idee chiare... Si dice che scegliere l’abito sia come scegliere il marito, quello giusto lo riconosci subito e te ne innamori a prima vista, — commentai con una battuta da repertorio. — Be’, io ho impiegato parecchi anni a incontrare un uomo che mi andasse bene, mi auguro di non metterci lo stesso tempo a trovare un abito che mi piaccia.
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n compenso, impiegò meno di un minuto per iniziare a dare ordini alla sua assistente. — Alice, manda subito una mail alla sede di New York per la questione di cui abbiamo parlato, — disse, mentre le guidavo verso il salottino di prova. — È confermato per domani l’arrivo dei clienti di Berlino? A proposito, i biglietti per Londra sono stati acquistati? Si parte mercoledì. E ricordati della video conferenza di stasera... Alt, fermate il mondo, voglio scendere! Mi girava la testa a sentirla parlare! E quella povera ragazza come faceva a non dare i numeri? Avrebbe avuto bisogno di quattro gambe e sei braccia. Invece era solo dotata di tablet e smartphone incorporati alle mani tipo protesi. — Sì, sì, sì, — rispondeva a raffica. Un “no” non penso fosse contemplato, altrimenti la belva si sarebbe inferocita.
Sonia pretendeva di dare ordini non solo ad Alice, ma anche a me. — Matilde, non devo essere io a dirle che cerco un vestito che sia adatto alla mia età e non a una sposa di vent’anni, — cominciò. “Brava, allora taci”, avrei voluto ribattere. Invece, Sonia parlò in continuazione, ma non con me: al telefono. Aveva applicato all’orecchio un auricolare che sembrava un orecchino. Di solito, durante un appuntamento, si fa conversazione con la sposa. Si chiacchiera con lei del fidanzato, di che tipo di cerimonia stanno organizzando… Aiuta la cliente a sentirsi a proprio agio e la venditrice a proporre il tipo di abito più adatto alla location scelta. Ma con Sonia risultò quasi impossibile. Il suo smartphone non smetteva di squillare un secondo. Non poteva spegner-
Altro che pezzo di ghiaccio. Quella donna era un vero e proprio iceberg! lo? No, era più probabile che si spegnesse il sole! Tanto valeva che all’altare ci andasse direttamente con un tailleur da donna in carriera, come quello dal taglio perfetto che indossava quel giorno. — Pensavo magari a un completo, da poter riutilizzare poi anche in ufficio… — accennò a un certo punto. Che avevo detto? Ero brava o no a fare il mio mestiere? — Posso sapere in che periodo dell’anno si terrà la cerimonia, a che ora della giornata e dove? — le chiesi, nel tentativo di procurarmi qualche informazione utile. Magari si sarebbe sposata in un gate d’imbarco all’aeroporto, visto che era sempre in
viaggio. O nella sala riunioni della sua azienda. E poi, l’ora che mi avrebbe detto, si sarebbe basata sul fuso orario di Hong Kong, New York o Londra? — Il 19 giugno, — rispose. — No, quella è la data del congresso di Chicago, — rettificò Alice. — Il matrimonio è il 16. Ma come, non sapeva neanche la data delle nozze? Anche Sonia sembrava costernata. — Accidenti, è la prima volta che mi dimentico di un impegno di lavoro! Ah ecco, allora era quello a stupirla così tanto! Era così compresa nel suo ruolo da manager da sembra-
re una caricatura. Alla fine, anche lei era umana... Come prima proposta le feci indossare un sobrio completo in shantung grigio; molto bello, però più adatto a un’invitata o alla testimone, che alla sposa. Anche Sonia ebbe la medesima impressione. — Ma sembro o no una sposa? — chiese ad Alice, voltandosi dalla sua parte. — No, sembra... lei, — dichiarò candidamente la ragazza. — Meglio così. A Vittorio sono piaciuta per quello che sono, non si aspetta certo di sposare Kate Middleton! E questa da dove le era uscita? Evidentemente, dentro aveva più autoironia dell’arroganza che mostrava esteriormente. Sorrisi. Quella donna cominciava a starmi simpatica! — Sì, ma tailleur ne indossa tutti i giorni, l’abito da sposa
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si mette una volta nella vita, — sottolineò la sua assistente, che doveva avere un’indole romantica. — Non voglio sembrare una torta nuziale o una meringa alla panna. — Oh, non si preoccupi, non è abbastanza dolce! — replicò Alice, sorridendo. Ma guarda, la ragazza sapeva tirare fuori gli artigli. E, forse, Sonia era un cane che abbaiava, ma non mordeva. — In effetti, questo tailleur non va bene, — disse alla fine. — Vittorio indosserà un doppio petto grigio e rischiamo di sembrare dei gemelli, piuttosto che degli sposi.
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ominciò a spogliarsi ma, nel farlo, un occhiello della giacca s’impigliò nell’auricolare. — Non può toglierlo? Impiccia un po’, — azzardai. — Più probabile che mi faccia togliere un rene! — si rifiutò Sonia, in tono seccato. Alice si adombrò di colpo, poi commentò seria: — Non mi sembra una cosa opportuna da dire, considerato che mio padre ha da poco subito il trapianto... Questa poi! Dovevo essere finita in una candid camera. Quella donna aveva il tatto di un tritasassi. Ma non un cuore di pietra, stavo per scoprire... — E come sta, adesso? — le chiesi. — Abbastanza bene. È stato operato da qualche mese e anche il rischio di rigetto sembra scongiurato. Oggi pomeriggio deve andare in ospedale per un controllo... — Che cosa? — esclamò la sua boss. — Perché non me l’hai detto? — Forse perché parlava sempre e solo lei e non lasciava spazio agli altri?
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— Guarda che sono perfettamente in grado di scegliermi l’abito da sola! Fila da tuo padre e accompagnalo, ha più bisogno lui di me. Insomma, non era disposta a prendersi qualche giorno per amore del suo uomo e andare in luna di miele, ma concedeva un pomeriggio di permesso all’assistente per raggiungere il padre… — Allora, vado? Per una volta ad Alice non sembrava vero di poter obbedire! — Sì, ma dopo la visita di tuo padre, manda una mail alla sede di Tokyo… L’altra scoppiò a ridere, poi la baciò sulla guancia e corse via. Sonia la seguì con lo sguardo, e, nel farlo, incrociò anche il mio. — È proprio una brava ragazza, — mormorò. E anche lei, tutto sommato, non era così cattiva. — Sì, — convenni. — Ed è chiaro che le vuole bene. Non erano madre e figlia, ma si capiva che il legame tra loro andava oltre il professionale, e c’era dell’affetto autentico. — Si sposa pure lei, sa? Il 10 settembre. — Il fatto che ricordasse meglio la data di nozze della ragazza che la propria dava la misura di quanto Alice le stesse a cuore. — E l’abito da sposa glielo compro io, come regalo di nozze. Quindi, quando verrà qui a sceglierlo, non tenete in considerazione il budget entro cui vi chiederà di stare. Vi do carta bianca… — È un bel gesto da parte sua, — commentai, colpita. Sonia si strinse nelle spalle, come a scrollarsi da dosso un merito che non aveva. — I suoi genitori non navigano nell’oro e non possono permettersi di offrire alla figlia il matrimonio che vorrebbero, — spiegò. — Io, invece, non ho avuto figli e, se ne avessi avuta una, avrei vo-
luto che fosse come Alice, — mormorò, poi continuò a raccontare: — Mio padre se n’è andato di casa quando avevo solo dieci anni e qualche anno dopo mia madre è morta... Sono cresciuta con mia nonna. Proprio per questo, avrei tanto desiderato avere una famiglia, ma non ho trovato l’uomo giusto. O, forse, sono stata io la donna sbagliata per gli uomini che ho avuto... Come mai si stava confidando con me?, direte voi. Be’, non era raro che quel camerino si trasformasse in una sorta di confessionale, come se, spogliandosi, la sposa di turno mettesse a nudo anche la propria anima. In definitiva, anche Sonia era una sposa come tutte le altre. Chiuse quella parentesi intima con un sospiro e riprese il discorso di prima. — Sicuramente, Alice vorrà un abito frou frou, tutto pizzi e merletti, lei è una romanticona! Qualcosa mi diceva che nemmeno Sonia voleva sposarsi in tailleur. Solo che non era pronta ad ammetterlo neanche a se stessa. Con tatto, bisognava costringerla a “confessare”. — Non tutti i nostri abiti tradizionali sono da meringa, sa? — cominciai. — Alla mia età sarei ridicola con un classico vestito da sposa, proprio come se indossassi la tunichetta bianca da Prima Comunione... — L’età non conta, — dichiarai. Certo che suonava strano detto da me, che ero la prima a farmi problemi per i miei cinquantadue anni. Spesso, però, è rispecchiandoci negli altri che riflettiamo su noi stessi e comprendiamo i nostri errori. — Tuttavia, penso anch’io che lei non si sentirebbe a proprio agio con un abito tradizionale, — continuai, — ma non per una questione di anagrafe, bensì di volumi. È troppo sottile e si perderebbe den-
tro un modello ampio. Così le feci indossare un tubino di pizzo, con lo scollo quadrato, le maniche a tre quarti e la gonna longuette. Adesso sì che Sonia sembrava una sposa! Era incantevole e romantica, ma anche sobria ed elegante come si addiceva alla sua età. In quel momento, però, era talmente entusiasta che sembrava una ragazzina che ha ricevuto il regalo tanto desiderato. — Grazie, è proprio quello giusto, per me! Esattamente come Vittorio... — ammiccò, con complicità. — Le confesso che ormai non ci speravo più. Secondo lei alla mia età non è patetico innamorarsi e addirittura sposarsi?
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er niente. Anzi, lo trovavo invidiabile, realizzai sorpresa. Magari fosse capitato anche a me! — Di sicuro, è sempre meglio che divorziare… — replicai, con un sorriso forzato. Sonia mi lanciò un’occhiata. — Esperienza personale? Annuii, ma lasciai cadere il discorso. Come si era raccomandato Renato, non dovevo permettere al mio stato d’animo di interferire con il mio rendimento professionale. — Vittorio e io ci siamo conosciuti al lavoro, — continuò a confidarsi Sonia. E dove altro, se no? — È un collega. Anche Renato in un certo senso lo era… Seppure in posizioni diverse, lavoravamo insieme. — Sa, Matilde, senza un padre e nemmeno un compagno, ho dovuto rivestire sempre io i panni dell’uomo della situazione, portare i pantaloni e mai la gonna. Ci voleva Vittorio… e adesso anche lei, per farmi sentire finalmente una donna! Renato me l’aveva detto che era l’unica che avrebbe saputo accontentarmi. Certo, perché ci vuole
una donna con le paturnie della mezza età per capirne un’altra. — È mio cugino, ma per me è quasi un fratello. E vorrei tanto che fosse felice, perché la sua ex l’ha fatto soffrire molto, — proseguì. Chissà se Renato avrebbe gradito il fatto che Sonia mi raccontasse fatti così privati... Io, però, lo gradivo perché venivo a sapere qualcosa di più sul suo conto. — Monica, la ex, è un tipo come me, tutta lavoro e carriera. Invece mio cugino avrebbe bisogno di una compagna più sensibile e femminile… una come lei, — concluse, e per poco non ingoiai gli spilli che tenevo in bocca, mentre le prendevo le misure dell’orlo da rifinire. — È passata dal non voler indossare l’abito da sposa, a volerlo far mettere a me? — mi cavai d’impaccio con una battuta. Sonia scoppiò a ridere. Poi
Ero incredula! Ma davvero Renato aveva detto cose così belle su di me? si rimirò ancora nello specchio. — Ho deciso. Al congresso di Chicago ci manderò Alice e io partirò per la luna di miele! — Brava! — mi congratulai. — No, brava è lei. Renato mi ha detto che è la più brava delle sue venditrici, la forza motrice che trascina tutto il resto e che non saprebbe come portare avanti l’atelier senza di lei. — Amo il mio lavoro, — mormorai, lusingata. Sì, per fortuna era ancora così, mi resi conto con sollievo e rinnovato entusiasmo, c’era voluta una cliente osso duro come Sonia per farmelo capire!
Ma davvero Renato aveva detto quelle belle cose, di me? Ebbene sì, e me lo confermò lui stesso, dopo che Sonia, tutta contenta, ebbe lasciato l’atelier. Mi chiamò di nuovo nel suo studio. — Ho pensato a lungo, Matilde… — cominciò. — Gestire questo atelier non fa per me. Tornerò a fare il commercialista, — mi annunciò. — Però ho bisogno di una persona di fiducia a cui affidarne la conduzione, e chi meglio di te? Sta a vedere che a cinquanta e passa anni facevo final-
mente carriera! Altro che largo ai giovani... Mi sentivo al settimo cielo! Credevo di essere ormai fuori gioco, invece Sonia e Renato mi stavano dimostrando che la vita aveva ancora tanto da darmi. Stava a me cogliere l’occasione. Naturalmente, accettai al volo. — Per festeggiare vorrei invitarti a cena. Che dici, ti sembra una cattiva idea? — mi propose Renato, in modo inaspettato. Adesso ero proprio in Paradiso! — No, anzi, mi sembra un buon inizio… Temevo di essere finita, invece potevo ricominciare da capo. Mi ero sentita una donna sconfitta, invece ero una cinquantenne alla riscossa! Matilde A.
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e dune bianche, alte diversi metri, si estendono per chilometri spingendosi fino al mare. È ormai una settimana che sono a Fuerteventura e sto facendo il pieno di quest’isola incantata che non ha ancora smesso di sorprendermi. Sono ospite della mia amica Cristina, lei vive e lavora qui, nel settore alberghiero, da circa un anno. Avevo proprio bisogno di staccare la spina e di isolarmi dal resto del mondo per un po’, così quando mi ha proposto di venirla a trovare, ho pensato che forse era davvero arrivato il momento giusto per partire. Con il lavoro mi sono organizzata, avevo delle ferie arretrate da smaltire. E di mia figlia si occupano i nonni. A farmi decidere è stata proprio una frase di Cristina. — Lo sai che Fuerteventura è chiamata l’isola del vento? È la più selvaggia e più ventilata delle Canarie, un vero paradiso per i surfisti e non solo, — mi ha spiegato. È stata la parola “vento” a far scattare qualcosa dentro di me. — Sara, secondo me questi paesaggi sono proprio ciò di cui hai bisogno tu, — ha continuato la mia amica, ben conoscendo il brutto periodo che stavo passando. E mentre lei mi parlava delle meraviglie di Fuerteventura cercando di convincermi a mollare tutto per un po’ e di raggiungerla, a quel punto io avevo già deciso che sì, sarei partita. Mi fermo un attimo a respirare l’aria di questo luogo paradisiaco e guardo il mare limpido. Le onde, alte in lontananza, diventano dolci mano a mano che si avvicinano alla riva. Sulla spiaggia ogni tanto si trovano muretti a mezza luna costruiti con le pietre, servono a fermare il vento. Cristina aveva ragione, su quest’isola c’è sempre
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PROMESSA vento, ma è piacevole, terapeutico, direi. Mi siedo all’interno di una di queste mezzelune e prendo dal marsupio la lettera che ho scritto stanotte a Mauro. Ho deciso di lasciarla qui, la affido a queste dune e a questo vento. In fondo è proprio con il vento che è incominciato tutto. E i miei ricordi tornano indietro di tre anni, al giorno in cui vidi Mauro per la prima volta… Le foglie giravano vorticosamente sulla strada formando piccoli mulinelli; alcuni
sembravano che mi seguissero, mentre tenevo alzato il bavero della giacca ed entravo in una libreria del centro. Volevo fare un regalo a una mia collega per il suo compleanno e avevo pensato a un libro. Gironzolai un po’ tra i corridoi della libreria, alla ricerca di una bella storia d’amore. A un certo punto fui colpita dall’immagine di copertina di un libro; lo presi in mano e lo aprii, curiosa di saperne di più della trama. — È molto bello, glielo
consiglio perché l’ho letto di recente, — disse una voce alle mie spalle. Ricordo che mi voltai e incontrai due occhi che per qualche istante fecero fermare il mondo e mi avvolsero in un abbraccio. Lo so che non sembra possibile che gli occhi di un uomo mai visto prima ti colpiscano a tal punto; magari possono apparire interessanti, intriganti, ma restano sempre gli occhi di un perfetto sconosciuto. Eppure a me quello sguardo era sembra-
VITA VERA
Avevo creduto alle parole di Mauro, certa che insieme avremmo avuto un futuro meraviglioso. E invece mi aveva solo illusa to da subito pura magia. — Grazie, allora lo prenderò, — mormorai, come ipnotizzata. — Se mi aspetta torno subito e le do qualche altra indicazione, — aggiunse quell’uomo, mentre spariva dietro a una porticina di servizio. Immaginai fosse uno dei dipendenti della libreria e invece, poco dopo, mentre mi consigliava altri romanzi, scoprii che era un elettricista. Il forte vento di quei giorni aveva reso poco stabile l’insegna fuori dal negozio e il proprietario, suo amico, aveva chiamato lui per mettere tutto in sicurezza. Mezz’ora più tardi, mentre facevo la fila alla cassa per pagare i tre libri che, dietro indicazione di quell’uomo, avevo deciso di acquistare, mi sentivo ancora sottosopra. Prima di uscire diedi
in seguito, confessò di aver provato una strana emozione quando mi aveva visto tra gli scaffali della libreria. I giorni che seguirono furono per noi come salire su un ottovolante e respirare adrenalina pura. Non avevo mai vissuto una passione così intensa prima di allora. Ero sempre più convinta che Mauro fosse l’uomo che aspettavo da tutta la vita. E pazienza se il destino aveva deciso di farmelo incontrare solo alla soglia dei quarant’anni, in fondo non ha importanza quanto si aspetta, ma chi si aspetta, pensavo mentre mi sentivo una miracolata e camminavo tra soffici nuvole rosa. Mauro aveva cinque anni più di me ed eravamo entrambi separati. I nostri due matrimoni, anche se per motivi diversi, non avevano funzionato e avevamo figli an-
infranta un ultimo sguardo in giro, ma Mauro, così si chiamava, era sparito. Stavo pensando di essermelo solo sognato, quando, una volta fuori, lo vidi scendere dalla scala che gli era servita per riparare l’insegna pericolante. — Io ho finito, andiamo a prenderci un caffè? — mi chiese in tono confidenziale, con l’aria di uno che non è abituato a sentirsi dire no. Accettai quel caffè ed ebbe inizio la nostra storia. L’attrazione tra noi era stata reciproca. Anche lui,
cora minorenni, lui due gemelli di sedici anni che vivevano con la madre, e io una ragazzina di quattordici alla quale avevo sempre fatto da mamma e papà, anche quando mio marito viveva ancora con noi. — Per il momento preferisco tenere segreta la nostra storia, vorrei prima preparare i miei figli alla presenza di un’altra donna, — mi disse Mauro all’inizio della nostra relazione. — Stanno vivendo il difficile momento dell’adolescenza e non vor-
rei sconvolgere le loro vite. — Sono d’accordo, — gli risposi. — Anche mia figlia non la prenderebbe bene se sapesse che sto frequentando un altro uomo. Nonostante suo padre non sia mai stato molto presente, lei gli è molto affezionata. Sono sicura che spera ancora che torni da noi, — sospirai, pensando al mio ex marito tra le braccia della sua segretaria, per la quale mi aveva lasciato. — Ma sì, che ci importa di far sapere al mondo che ci amiamo, l’importante è che lo sappiamo noi due! — esclamò Mauro stringendomi stretta. Era l’uomo più dolce e romantico che avessi mai conosciuto. Ed era un divoratore di libri di ogni genere, conosceva scrittori di cui io non avevo mai sentito parlare, sembrava non ci fosse argomento letterario del quale non fosse competente. Mi innamoravo di lui ogni giorno di più e con immensa gioia mi rendevo conto che anche lui era pazzo di me. Adoravo il suo sorriso intrigante, ironico, e mi perdevo nei suoi grandi occhi colore del bosco e nel suo sguardo magico. Posso sembrare troppo romantica, lo so, ma con Mauro ho vissuto uno di quegli amori che spezzano il fiato, che tolgono la fame, il sonno e ti rendono invincibile. Quanti sogni facevamo! Quante vacanze e quanti posti sognavamo di visitare insieme, quando avremmo potuto vivere la nostra storia alla luce del sole. Rimanevo incantata quando lui mi parlava della vita avventurosa che aveva avuto, dei
lavori che aveva svolto, degli anni trascorsi sulle navi da crociera come animatore, dei luoghi di villeggiatura dove aveva lavorato come cameriere e come insegnante di sub. — Un giorno ti porterò a vedere dove nascono i venti, — mi sussurrò dolcemente una sera a casa sua, mentre dalla finestra vedevamo le cime degli alberi mosse dal vento. — Non sapevo che esistesse un luogo dove nascono tutti i venti! — E invece esiste ed è un posto meraviglioso, te ne accorgerai, — mi rispose lui, coprendomi di baci. Il tempo passava e quella frase, “ti porterò dove nascono i venti”, Mauro me la ripeteva spesso. Per me quelle parole profumavano di speranza ed erano la promessa che avremmo vissuto insieme qualcosa di stupendo. Sapevo che era stata la moglie di Mauro a volere la loro separazione e mi chiedevo come avesse potuto lasciare un uomo tanto meraviglioso. Lui, però, non mi parlava quasi mai della sua ex, e non conoscevo il motivo preciso per il quale il suo matrimonio era fallito. — Non capisco come tua moglie abbia voluto lasciare una persona speciale come te, — dissi un giorno. — Sara, non sono così speciale, ho commesso molti errori nella mia vita. L’ho lasciata tante volte da sola a causa del mio lavoro e lei alla fine si è stancata di sopportarmi. Ma adesso sono cambiato, tu mi hai cambiato, e ho deciso di mettere la testa a posto. Da quando ti conosco, come vedi, non ho più accettato di andare lontano da casa. Visto che so fare un po’ di tutto il lavoro non mi manca, — mi disse sorridendo. Le sue parole mi resero immensamente felice. Intimità
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PROMESSA infranta
Era vero, il lavoro non gli mancava. E poco alla volta i suoi impegni iniziarono a tenerlo sempre più occupato. Non solo: a un certo punto i suoi figli cominciarono a rimanere spesso a dormire da lui e, di conseguenza, i nostri momenti d’intimità diminuirono. — Perché non vieni tu da me stanotte? Mia figlia resta a dormire da un’amica, — gli chiesi un pomeriggio al telefono. — Sara, ma sei impazzita? Non posso certo lasciare soli i gemelli! — esclamò Mauro. Ci rimasi molto male, non tanto per quello che mi aveva detto, perché anche se i suoi figli non erano più dei bambini in fondo aveva ragione, ma per il tono duro che aveva usato. E oltre alla durezza, avevo percepito che lui non aveva la mia stessa voglia di passare una notte insieme. Una donna queste cose le intuisce.
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uella fu la prima nota stonata nella nostra bella storia, che ormai durava da più di un anno. La prima di una lunga serie, purtroppo. Più i giorni passavano, più sentivo che Mauro si stava allontanando. Stavamo ancora insieme, ci sentivamo spesso al telefono e trascorrevamo ancora momenti d’intimità, ma l’intensità era come svanita e la sua dolcezza lasciava sempre più spazio a toni distaccati, a volte addirittura aspri. Un giorno ne parlai con la mia amica Cristina, che ancora non si era trasferita alle Canarie e abitava vicino a casa mia. — Sara, devo proprio confessartelo, io non ci ho mai visto chiaro nel vostro rap-
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Intimità
porto, — mi disse. — Non ho mai capito il desiderio di Mauro di tenere nascosta la vostra storia, in fin dei conti siete entrambi separati, no? E i suoi figli, che prima stavano sempre con la madre e adesso sono quasi tutte le notti a dormire da lui? Sarà vero? Secondo me, quell’uomo ha tutta l’intenzione di rimanere libero e disponibile. E magari ultimamente ha trovato una nuova fiamma che va a scaldare il suo letto. Cristina è sempre stata una persona senza peli sulla lingua, ha sempre detto ciò che pensa, e anche per questo l’ho sempre considerata la mia migliore amica. Ma quella volta la sua schiettezza mi diede fastidio. Le risposi che anch’io ero d’accordo con Mauro di tenere nascosta la nostra relazione, perché volevo parlarne prima con mia figlia, farle capire che suo padre non sarebbe più tornato da noi e spiegarle che mi ero innamorata di un altro uomo. E le feci notare che Mauro non mi avrebbe mai mentito: i suoi figli ultimamente rimanevano davvero a dormire da lui. A essere sincera, io sarei anche stata pronta ad annunciare al mondo che Mauro e io stavamo insieme, anche perché mia figlia l’aveva intuito da sola che mi ero innamorata, e mi aveva fatto capire che era felice per me. E in quanto al fatto che lui potesse raccontarmi delle bugie... be’, a volte quel pensiero mi aveva sfiorato, dovevo ammetterlo, ma lo avevo sempre scacciato. Aspettavo ancora che lui mi portasse dove nascono i venti. “Chissà dove si trova quel posto”, mi chiedevo spesso. Di sicuro era un luogo fantastico dove Mauro mi avrebbe guardato con la stessa intensità e passione dei primi tempi e dove avremmo gridato al vento le nostre parole d’amore.
Trascorsero così altri mesi e gli impegni di Mauro non accennarono a diminuire, anzi. Ero assalita dal dubbio che non mi amasse più e che volesse lasciarmi, ma non avevo il coraggio di chiederglielo, così andavo avanti accontentandomi di quelle che ormai erano diventate solo le briciole del grande amore che un tempo mi aveva dimostrato. Poi un mattino, in una panetteria dove andavo qualche volta, non distante da casa di Mauro, mentre ero in attesa del mio turno ascoltai per caso una conversazione tra alcune clienti. Parlavano di un fatto avvenuto la notte precedente, di un marito che aveva seguito la moglie fino a casa del suo amante e li aveva sorpresi a letto insieme. C’erano state urla, grida, minacce che avevano svegliato tutto il condominio e le voci su ciò che era accaduto si erano sparse immediatamente. Incuriosita, ascoltai quei discorsi finché una delle signore specificò dove era avvenuto il fatto, ovvero proprio nella via dove abitava Mauro. — C’era da immaginarselo che prima o poi sarebbe andata così, — continuò un’altra. — Lui del resto fa la corte a tutte e alla fine alcune ci cascano, — intervenne un’altra ancora. — Già, il bel Mauro! So di un’amica di una mia conoscente che ha avuto una storia con quel tipo un paio di mesi fa, poi si è accorta che faceva il cascamorto con tutte e lo ha mollato, — aggiunse un’altra. No, non era possibile… Stavano parlando del “mio” Mauro, ne ero sicura. E a quanto pareva, era popolare tra le donne della zona. Cercai di mantenere il controllo e di non dare a vedere il dolore che sentivo nel
cuore, e non appena fuori dal negozio chiamai subito Mauro. Erano tre giorni che non lo sentivo, ma era normale visto che negli ultimi tempi le sue telefonate si erano decisamente ridotte. Non rispose. Ma io dovevo assolutamente parlargli, volevo delle spiegazioni, me le doveva! Disperata, continuai a chiamarlo, ma il suo cellulare era sempre irraggiungibile.
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llora andai a suonare il campanello di casa sua, ma la signora anziana che abitava al primo piano mi disse che era partito. — Sa, dopo quello che è successo stanotte, se n’è andato in tutta fretta, — bisbigliò, raccontandomi per filo e per segno quello che avevo già sentito in panetteria. — Il signor Mauro è una gran brava persona, ma ha un unico difetto, gli piacciono un po’ troppo le donne. Quante ne ha dovute sopportare la sua povera moglie! Alla fine lei lo ha lasciato e, secondo me, ha fatto proprio bene. Oh, santo cielo… lei non sarà mica una delle sue… — disse piano, mordendosi le labbra dispiaciuta per essersi lasciata andare a quelle confidenze. — No, signora, ero solo venuta a cercarlo per un lavoro, — mentii. La salutai e non appena svoltato l’angolo scoppiai a piangere. Mi resi conto con amarezza che, nonostante fosse ben più di un anno che stavamo insieme, sapevo molto poco di quell’uomo. Presto si farà vivo, mi dicevo, io non sono una delle sue facili conquiste, io sono la donna della quale si è innamorato sul serio, quella per la quale ha deciso di mettere la testa a posto. Mi chiamerà, mi darà spiegazioni e tutto tra noi tornerà come prima. Non so quante volte ripetei
tra me queste frasi, cercando di consolarmi. Ma il tempo passava e di lui nessuna notizia. La fine di una storia è sempre triste, ma i finali più laceranti sono quelli che si inabissano nel silenzio. Solo silenzio. E quello fu il finale della mia storia con Mauro. I mesi che seguirono furono terribili, non avevo sofferto tanto neanche quando mio marito mi aveva lasciato per la sua giovane segretaria. Mauro mi aveva lacerato l’anima. Mi sentivo tradita, ingannata e gettata via come una cosa vecchia che non serve più a niente. In quel periodo, per aggiungere sale alle mie ferite, la mia amica Cristina si trasferì definitivamente a Fuerteventura e io mi sentii ancora più sola e disperata. Un giorno, non sapendo più dove sbattere la testa, mi recai nella libreria dove avevo
Quella fu la prima nota stonata nella nostra intensa storia, la prima di una lunga serie conosciuto Mauro. Magari il proprietario aveva sue notizie, come avevo fatto a non pensarci prima! Fu lui, infatti, a dirmi che Mauro si era imbarcato su una nave da crociera, che aveva ripreso il suo vecchio lavoro e, per quanto ne sapeva, non aveva più alcuna intenzione di tornare in città. Ricordo che piansi per giorni interi. Mia figlia, che aveva capito tutto, cercava di starmi vicino e io la rassicuravo dicendole che andava tutto bene. Ma era chiaro che non era vero. In quei mesi feci delle cose terribili. Mi stordii con gli antidepressivi, mi rivolsi a svariati maghi nella dispe-
rata speranza di far tornare Mauro da me. Poi, col tempo, capii che ognuno di noi, proprio come un ragno, tesse un mondo tutto suo e a volte ne resta intrappolato. Come me. E soltanto io, da sola, potevo decidere di liberarmi da quella tela fatta di illusioni. Alla fine, a poco a poco, ci sono riuscita, ho ritrovato un po’ di serenità. Guardo di nuovo il mare, la lettera che ho scritto stanotte a Mauro: “Non hai mantenuto la promessa di portarmi dove nascono i venti”, ho scritto, “ma non importa, perché l’ho scoperto da sola. Per quanto possiamo cercare quel posto incantato, i venti nascono
dentro di noi. Solo dentro di noi”. E mentre affido le mie parole a questa meravigliosa isola, mi sento serena, so che Mauro non le leggerà mai, ma in fondo le ho scritte più che altro per me stessa. Voglio avere nello scrigno della mia memoria solo i bei momenti vissuti con lui, che sono stati tanti, nonostante tutto, e di questo non posso che essere felice. La vita continua e io devo andare avanti. Domattina prenderò l’aereo che mi riporterà a casa. Lentamente mi allontano dalla spiaggia e torno sulla via principale. E mentre raggiungo l’abitazione di Cristina, con lo sguardo accarezzo i giardini di cactus e palme. Quest’isola è davvero un Paradiso e, forse, un giorno ci tornerò. Ma adesso è ora di andare a casa. Sara C.
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G
ioia, la mia coinquilina, è bella. Non per niente fa la ragazza immagine per una discoteca. È alta, snella, sempre leggermente abbronzata, con una massa di capelli soffici che le scendono giù per la schiena. Ha gambe chilometriche, due occhi enormi e labbra a cuore sempre pronte al sorriso. È anche simpatica e non mi fa pesare il fatto che io, al contrario di lei, sono una ragazza decisamente “qualsiasi”, altezza media, corporatura media, capelli né lunghi né corti. Anzi, mi considera una sorta di intellettuale e mostra molto rispetto per il mio presunto sapere. — Tu hai studiato, lavori in biblioteca... Io invece non sono mai andata d’accordo con i libri, e così mi tocca vivere di questo, — sospira, mentre mi guarda fare colazione. — E ti assicuro che a volte è una gran fatica. Appena esci me ne vado a dormire… Be’, in effetti, i suoi orari sono pesanti, a volte entra in casa a piedi nudi perché le scarpe tacco dodici se le sfila già sulle scale, per il dolore che ha alle caviglie dopo esserci stata sopra tutta la notte ad ancheggiare. È costretta a stare perennemente a dieta perché non può mettere su un etto e guai se ha un’unghia scheggiata. Però anche stare in biblioteca non è che sia questa meraviglia. Se Gioia torna a casa che è ormai mattina, rintronata dal volume della musica, io a volte non ne posso più del silenzio. Se lei ha gli occhi rossi per le luci stroboscopiche, io sono stanca di vedere intorno a me solo dei muri giallastri che avrebbero bisogno di una mano di pittura da almeno vent’anni. Gioia non ne può più di glitter, io non ne posso più di polvere, quella che c’è sugli scaffali della biblioteca.
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Quando si
Non è che il mio mestiere non mi piaccia, anzi, adoro i libri, mi diverto a consigliare gli utenti, ma è la burocrazia che mi ammazza, la lentezza, quel senso di impotenza che ti prende quando vorresti cambiare in meglio quello che ti circonda, ma non puoi. Negli ultimi tempi abbiamo organizzato anche delle belle iniziative, laboratori per bambini, presentazioni di novità per adulti, serate di lettura in gruppo, senza
contare che il direttore mi ha detto chiaramente che l’anno prossimo, quando il suo braccio destro andrà in pensione, potrei essere io a prendere il suo posto. Ne ho parlato con Alberto, il mio ragazzo. Lui lavora in un’agenzia immobiliare e questo per lui non è un gran periodo, il mercato è fermo e il suo stipendio, che è dato per lo più dalle provvigioni sulle vendite, non è che sia granché. Il mio passaggio di
categoria, con relativo aumento nella busta paga, sarebbe quindi una gran cosa. Forse Alberto e io potremmo finalmente andare a vivere insieme. Non che stia male con Gioia, ma non capisco perché Alberto, con tutte le case che gli passano per le mani, non ne abbia trovata una adatta a noi. Lui vive ancora con i suoi e la cosa non sembra disturbarlo più di tanto. — Non vorrei fare il pas-
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Lui si chiama Paolo e io Francesca, come i famosi amanti della Divina Commedia. Un inizio promettente, no? so più lungo della gamba, — mi ha detto di nuovo qualche tempo fa. Forse ha ragione lui. Però mi piacerebbe vederlo un po’ più motivato. A volte mi viene il sospetto che non gli importi nulla di venire a vivere con me. Del resto Gioia, con gli orari che fa, ci lascia spesso campo libero: lei la sera esce per andare a lavorare in discoteca e torna quasi sempre la mattina, per cui la casa è tutta nostra. Però non è la stessa cosa che vivere sotto lo stesso tetto. Per me sarebbe il momento, ormai siamo insieme da tre anni. Anzi, proprio oggi è il nostro anniversario. Ho conosciuto Alberto al matrimonio di un amico comune. Dopo il pranzo di nozze tutti noi invitati siamo stati divisi in squadre e ci siamo messi a giocare: erano previste varie domande, suddivise per tematiche, e io ho fatto vincere la mia squadra, della quale faceva parte anche Alberto. Ero l’unica a sapere che il vero nome
è più giovane di me, ha venticinque anni, io tre di più. Adesso però devo sbrigarmi o arriverò al lavoro in ritardo... Stasera Alberto, per festeggiare, mi porterà fuori a cena. Ha scelto un ristorante spagnolo dove fanno una paella alla valenciana fantastica. Chissà se mi farà un regalo… Io gli ho preso un giubbotto casual, firmato, molto bello e molto costoso. Quello che ha, grigio con i profili blu, comincia a mostrare i segni del tempo. Lo portava già quando ci siamo conosciuti, ricordo che lo indossava la prima volta che siamo andati al cinema insieme. Ho anche deciso che per l’occasione cambierò un po’ il mio look da topo di biblioteca, anche se Alberto mi ha sempre detto che la mia aria intellettuale gli piace molto. Gioia mi ha preso appuntamento dal suo parrucchiere per rinnovare il mio taglio e magari fare dei colpi di sole, ci andrò durante la pau-
chette che servono nel primo pomeriggio ai miei colleghi per catalogare il settore C. Sono passata ieri sera a prenderlo dal fornitore e accidenti a me che non le ho messe subito nella borsa! In pausa pranzo devo schizzare a prenderle. E così addio parrucchiere. Potrei andarci nel pomeriggio, magari chiedendo una mezz’ora di permesso… Comunque stasera a cena vorrei fare ad Alberto un ragionamento serio. Io ho ventotto anni e lui trentadue. Il tempo passa, ragazzi. Se stiamo bene insieme, se ci amiamo, che cosa stiamo aspettando? L’idea di parlargli apertamente mi mette un po’ in agitazione, e non dovrebbe essere così tra due persone che si amano. Mi dirà che non è il momento, che c’è la crisi e via dicendo. Ma se ci lasciamo condizionare così pesantemente dai problemi pratici non andiamo più da nessuna parte. Tutto sommato basta sapersi accontenta-
mano sono un ricettacolo di batteri, funghi, parassiti, protozoi, virus e non so che altro. Quindi lui li maneggia solo indossando guanti bianchi in cotone. Gioia a quest’ora starà ancora dormendo, entro in casa con cautela, non vorrei svegliarla. Mi richiudo piano la porta alle spalle e lo sguardo mi cade sull’attaccapanni, dove vedo appeso il giubbotto grigio con i profili blu di Alberto. Rimango per un attimo interdetta. Che se lo sia dimenticato l’altra sera? Ma no, stamattina non c’era, sono sicura. E allora che ci fa lì adesso? Poi sento delle voci provenire dalla camera di Gioia. Mi avvicino di soppiatto. — Alberto… oh, mio Dio, mi sento in colpa, povera Franci… Dai, smettila, è pure il vostro anniversario. Apro la porta della camera. Stranamente mi sento calmissima. Loro due invece si agitano tantissimo in un groviglio di lenzuola colorate. — Ciao, sono dovuta tornare a casa a prendere una cosa e adesso torno in biblioteca, — dico ad alta voce. — Voi sparite. Tutti e due, anche tu Gioia. Il contratto di affitto dell’apparta-
dice il DESTINO di Carlo Collodi, l’autore di Pinocchio, è Carlo Lorenzini. Alberto si è complimentato con me e alla fine della festa mi ha dato un passaggio a casa. Ecco, tra noi è cominciata così. Gioia, invece, non ha un ragazzo fisso. Non che le manchino ammiratori, bella com’è, ma nessuno dei tipi con cui si è messa sinora era interessato a un rapporto stabile. Del resto anche a lei per ora va bene così. Be’,
sa pranzo. E poi mi presterà un paio di sue scarpe favolose, col tacco. Ha un sacco di cose belle nell’armadio, ma altro non mi può dare, perché porto due taglie più della sua, che è una quaranta. Pazienza, metterò il mio vestito azzurro, che con quelle scarpe dovrebbe stare benissimo. Arrivo in biblioteca e mentre sto per sedermi alla mia postazione mi viene in mente di aver dimenticato a casa il pacchetto delle eti-
re, in due ce la si può fare. All’ora di pausa afferro la borsa e mentre esco di corsa faccio un cenno di saluto al mio collega Fausto. — Ci vediamo tra poco, — dico. Lui mi risponde alzando la mano guantata. Fausto ha l’ossessione dell’igiene e delle malattie. Lo consideriamo tutti un po’ fissato. Sostiene che bisogna fare molta attenzione con i libri di una biblioteca, perché passando di mano in
mento è intestato a me. Stasera, al mio ritorno, non voglio trovarti. Capito? Quanto a te, Alberto, non farti più nemmeno sentire. Non so dove ho trovato la forza di reagire così. Ora mi tremano le gambe e mi gira la testa, però poco fa mi sono piaciuta. Civile, controllata, ma anche determinata. Me ne sono andata con grande dignità, senza sbattere la porta e senza voltarmi indietro. E mi sono anche ricorIntimità
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Quando si dice il DESTINO
data di prendere le etichette. Il mio cellulare mi avvisa ripetutamente che ci sono messaggi in arrivo. Patetici messaggi di Alberto: “Lasciami spiegare”, “Non è come pensi”, “Per me non significa nulla”,“Tutti possono sbagliare” e “Dammi una seconda chance”. Ho ignorato anche il sintetico “Perdonami se puoi” di Gioia. No, non posso. Ho retto bene per tutto il pomeriggio. Ma ora che è finito il mio turno in biblioteca che faccio? Non ho alcuna voglia di tornare a casa. “Sai che c’è?”,mi dico, “vado al gattile”. Da un po’ di tempo do una mano ai volontari. Adoro i gatti e secondo me chi non li ama non può avere un animo buono, e adesso che ci penso né ad Alberto né a Gioia sono mai piaciuti, ragione per cui non ho mai potuto adottarne uno. La mia amica Pamela, l’anima dell’associazione, appena mi vede capisce subito
Che cosa mi sta succedendo? Sempre più in ansia mi precipito dal medico... che qualcosa non va. — Che ci fai qui? Non dovevi festeggiare il tuo… — Lascia stare, tutto finito, ti spiegherò. Mi dicevi al telefono che ieri hanno portato un nuovo gattino? Pamela capisce che non è il caso insistere. Si alza e si avvicina alla gabbia coperta da un panno chiaro. Dentro c’è un micio di pelo rosso e dagli enormi occhi verdi che dorme. Una delizia. — Bello lui! Come si chiama? — chiedo. — Copper. Che poi sarebbe “rame”, in inglese. È un gran coccolone, sanissimo. Era di un’anziana signora che è stata ricoverata. Il gatto avverte la mia presenza, si avvicina e miagola. Una musica. Infilo un dito attraverso le sbarre, lui allunga una zampina. Ci tocchiamo. Sento i cuscinetti morbidi contro il mio polpastrello. Non tira fuori le unghie, mi
sta solo salutando. Mi viene in mente che… — Pamela, non inserirlo nell’elenco degli adottabili. Lo prendo io. — Davvero? Brava, ottima scelta, — dice la mia amica, sorridendo. — Era ora! Già, era ora. Per me sarà un’esperienza nuova e sono impaziente di coccolarmi un po’ questo gattone dolcissimo. In realtà non sono mai stata molto a contatto diretto con i gatti, qui ho sempre svolto dei compiti amministrativi e di pubbliche relazioni. Però da tempo sognavo di poterne avere uno. Trascorro un’oretta al gattile, finendo di compilare alcune schede, poi prendo Copper, lo metto nel trasportino che Pamela mi regala, afferro anche una vaschetta, un sacchetto di sabbia e del cibo, il necessario per questa sera e domattina, e torno a casa. Appena salgo in macchina sento gli
occhi bruciarmi e mi metto a piangere. Senza volerlo, le lacrime, fino a quel momento trattenute, mi rigano le guance. È ora che mi conceda di farlo. Piango per tutto il tragitto. Piango fino a sentirmi la gola stretta. A casa faccio uscire Copper dal trasportino. Gli preparo la vaschetta con la sabbia, la ciotola con la pappa e una con l’acqua. Domani gli comprerò un tiragraffi e farò la scorta di scatolette di carne. Io invece non mangio nulla, non mi sento molto bene. Vedo che Gioia ha preso gran parte delle sue cose e in una lettera che mi ha lasciato sul tavolo della cucina dice che verrà in seguito, quando io sarò al lavoro, a prendere il resto. Bene, perché l’idea di doverla incontrare mi fa venire il voltastomaco. Dovrò cercarmi in fretta un nuovo coinquilino, altrimenti sarà dura pagare affitto e spese. Ma ci penserò domani. Ho il naso rosso, gli occhi gonfi e mi brucia la gola. Vado a letto, e Copper si acciambella accanto a me, come fosse il mio gatto da sem-
Voglio dirti che… ● A mio nipote Andrea, che ha appena compiuto gli anni, auguri di buon compleanno e per un avvenire felice con la sua Alicia. Ti voglio tanto bene Nonna con mamma e papà ● A Elena, che con impegno e dedizione ha conseguito la sua seconda laurea, un mondo di auguri e complimenti Mamma, papà, Fabrizio e Sara ● Al mio amore Gaspare, che ha da poco compiuto 62 anni,
voglio dire che per me è unico. Ti amo tanto Tua moglie Liliana ● A Federico, che il 28 aprile diventa architetto, voglio dire che sta a me diventare ricca per potergli far progettare una bella villa “no Torre Chianca”. Augurissimi per la tua laurea La tua gemella Daniela ● A mia sorella Matilde, che il 30 aprile compie gli anni, tanti auguri e un grande abbraccio Tua sorella Bruna e tuo cognato Primo
● Al mio migliore amico Raffaele, che il 30 aprile compie 31 anni, auguro una vita in cui tutti i suoi sogni possano realizzarsi e gli faccio tanti auguri anche per l’inaugurazione del suo studio da dottore commercialista e per una carriera in crescendo Marilena ● Alla mia cara mamma, che il 2 maggio compie gli anni, un treno di auguri e un bacio grosso. TVB La tua piccola Veronica con la tua mamma Alba
Spedite i vostri messaggi (almeno un mese prima della data che vi interessa e scritti in stampatello) a: Voglio dirti che… - INTIMITÀ - Piazza Aspromonte 13 - 20131 Milano o alla mail vogliodirti@quadratum.it. Vista la grande quantità di dediche che giungono in redazione, vi invitiamo a inviare messaggi brevi.
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Intimità
pre. Lo accarezzo dolcemente e lui si mette a fare le fusa. Penso che siamo già amici. Chiudo gli occhi ma non riesco a dormire. Riaccendo la luce e afferro il libro che ho sul comodino. L’ho preso in biblioteca, ovviamente. Fausto ne sarebbe inorridito: un libro della biblioteca, con tutto il suo bagaglio di germi, tenuto sul comodino della camera… Mi tocco la fronte, mi sembra di avere un po’ di febbre. Vado in bagno, cerco il termometro nell’armadietto dei medicinali e lo infilo sotto l’ascella. Dopo poco suona, e sul display appare 37 e 2. Non è alta, ma è febbre. Copper mi ha seguito e si struscia contro le mie gambe. Torno in camera e mi viene un pensiero… se fosse davvero colpa del libro? A scanso di equivoci, prendo il volume, lo porto in soggiorno, lo infilo dentro un sacchetto e poi dentro la borsa e vado a lavarmi accuratamente le mani. La mattina dopo arrivo in biblioteca prima del solito. Un ragazzino con gli occhiali e l’aria un po’ da secchione mi restituisce un libro che ha preso in prestito una settimana fa. Lo prendo e guardo la copertina: La tigre della Malesia di Salgari. — Sempre bella l’avventura, eh? — Sì, — annuisce. — L’ho letto al mio fratellino piccolo che ha il morbillo. Gli è piaciuto un sacco. Sento una stretta allo stomaco. Le mani mi prudono all’improvviso. Le guardo, ci sono delle macchioline rosate sul dorso. Oh, no! Perché non ho messo i guanti? Dopo il lavoro mi precipito nello studio del mio medico di base. Mi conosce da parecchi anni. Gli spiego tutto, o almeno ci provo. Lui solleva le sopracciglia. — Fammi capire, mi stai dicendo che pensi di avere il
morbillo? E di averlo preso toccando un libro che ti ha restituito un ragazzo? — Sì, perché quel libro è stato in contatto con un malato di morbillo e quindi… Cioè, qualche sintomo l’avevo già ieri sera, ma stamattina stavo bene. Il medico mi guarda divertito. — Vedo che hai gli occhi gonfi. E anche arrossati. Hai pianto? Annuisco. — Be’, sì... Mi è capitata una cosa, — dico, abbassando lo sguardo. Non so perché, gli racconto tutto. Gli dico di Alberto, di Gioia, del mio anniversario. E alla fine mi vergogno un po’. Lui però mi guarda comprensivo e annuisce. — Allora prendi qualche goccia di valeriana e metti sulle mani la crema che adesso ti prescrivo. E queste gocce rinfrescanti negli occhi. Mi dice che devo solo stare tranquilla, e forse ha ragione. In effetti quando esco dal suo studio mi sento già meglio. Per alcuni giorni sembra andare tutto bene, ma poi una sera mi sento la gola chiusa. Seduta sul divano, comincio a tossire, mentre Copper mi guarda piegando la testa di lato, un po’ stupito. La mattina mi sveglio di nuovo con il bruciore agli occhi e, anche se durante la giornata va decisamente meglio, decido lo stesso di tornare dal medico. Mentre attendo il mio turno vengo a sapere che il dottore ha avuto un attacco di sciatalgia e per una settimana lo sostituirà un collega. Il sostituto che mi accoglie seduto alla scrivania è giovane e ha un paio d’occhi belli quasi come quelli di Copper. Resto a guardarlo imbambolata. — Allora, che cosa posso fare per lei? Se mi dice il nome, cerco la sua scheda.
Quando si dice il DESTINO
Mi presento e lui trova subito il mio file. — Vedo che è stata qui una settimana fa… disturbi dell’umore? Mi risento. — Disturbi dell’umore un accidenti! Credo di avere qualcosa di grave. Lui sposta lo sguardo dallo schermo del computer a me. — Posso chiederle che lavoro fa? Forse mi sta prendendo sul serio. Sta pensando a una malattia professionale. — La bibliotecaria, — dico. — Oh, che bel lavoro, — si illumina. — E che sintomi ha? Gli racconto. Un po’ confusamente, ma ci provo. Gli dico che tossisco, che mi si chiude la gola, che mi lacrimano gli occhi. Non sempre, però. Poi gli mostro le mani con le mi-
Bugie Carla Corona Lozzo di Cadore (BL)
nuscole macchioline rosa. — E comunque la crema non funziona. E poi unge troppo. Stamattina mi è persino scivolata di mano la ciotola di Copper. Lui subito aggrotta le sopracciglia. — Chi è Copper? Un cagnolino? — Un gatto. — Ah, ecco. E da quanto tempo ce l’ha? — Più o meno due settimane. — E da quando ha questi sintomi? Non rispondo subito. Lo fisso. — Oh, no! — esclamo. — Vuoi vedere che… — Oh, sì. Mi sa che lei è allergica ai gatti. Adesso le prescrivo un antistaminico e vedrà che andrà subito meglio. — Ma non è possibile! Io coi gatti ci lavoro da un po’. Oddio, in effetti non è che sia mai stata troppo a contatto con loro, prima di prendere Copper… — Comunque le allergie
possono insorgere all’improvviso, — dice lui. — Soprattutto nei momenti di stress. Questo spiegherebbe perché quando sto fuori di casa mi sento meglio. — Ma io non voglio riportare Copper al gattile! — dico, sentendomi già disperata. — Tranquilla, non è detto che sia necessario. Intanto faremo i test allergologici e vedremo se i risultati confermano la mia ipotesi. Se i sintomi sono lievi, comunque, la convivenza si può gestire, con qualche accortezza da parte sua. — Davvero? Grazie, lei è un genio! — gli dico. Lui ride. — Eh, magari! Semplicemente, amo molto gli animali e so che è doloroso staccarsi da loro, quando sono parte della famiglia. Quindi, prima di arrivare a soluzioni drastiche, cercheremo tutte le strade possibili, e vedrai che le troveremo, — dice, guardando l’orologio. Se non ho sba-
gliato a sentire, mi ha appena dato del tu… — Sei l’ultima paziente, oggi, — continua. — Vengo via anch’io, devo passare all’agenzia immobiliare. Sono in città da poco e sto cercando casa. Sì, ho sentito bene, mi sta dando del tu. Prendo la ricetta e… ci vuole un po’ di coraggio nella vita, non è vero? — Tu stai cercando casa, — dico, a questo punto lasciando da parte anch’io il “lei”,— e io… sto cercando un coinquilino. — Sul serio? Ma allora è destino! — esclama, sfilandosi il camice. In jeans e camicia è proprio un bel ragazzo. Spegne le luci, chiude lo studio e insieme scendiamo per le scale. — Dottore, — dico, — non so come ti chiami… — Paolo. Ma raccontami un po’ della casa, Francesca. Paolo e Francesca? Come gli amanti di Dante? Più fantastico di così! Francesca P.
Voglia di Poesia Inno alla natura
Marcella Pisano – Priolo Gargallo (SR)
Tenero, Un castello di bugie il fiore schiude si erge lentamente i delicati petali tra i verdi rami e offre, tra noi e gli altri. come silenziosa preghiera, Bugie che parlano la purpurea corolla a un raggio di sole, di promesse infrante, ad un raggio di luce di inganni ed illusioni. e di questa si disseta Bugie subdole per inventarci una vita diversa. come di un delicato balsamo di vita. Leggiadra, Bugie pietose la farfalla svolazza per nascondere crude realtà. leggera tra le erbe odorose, Bugie tenere tra le foglie ombrose per regalare dei sogni. e delicata accarezza Bugie cattive e bugie buone quel fiore profumato che ci avvolgono bagnato di brillante rugiada... come un velo impalpabile Limpida e preziosa e riflettono deformata scorre l’acqua del ruscello la nostra immagine nello specchio della vita.
e festosa saltella tra i sassi e i freschi steli d’erba. L’acqua gorgoglia e scivola lontano e i passeri cantano tra i rami e, confusi tra le verdi foglie, accompagnano in un coro armonioso il canto festoso dell’usignolo che si leva sublime tra le ridenti vallate… L’acqua gorgoglia, gli uccelli cantano e la melodia si fa una, il canto uno solo, canto di gioia che si spande tra le voci sublimi della natura, inno al sole, inno alla vita, inno alla luce, inno all’amore…
Indirizzate le vostre lettere a: Voglia di Poesia, INTIMITÀ, Piazza Aspromonte 13 - 20131 Milano, o alla mail poesie@quadratum.it, indicando il vostro nome, cognome, indirizzo e data di nascita. Le poesie devono essere scritte a macchina o in stampatello. Quelle non scelte per la pubblicazione non verranno restituite.
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Intimità
ROMANZO COMPLETO
di Osvalda Sala
A
ngela ha passato un’altra notte in bianco e, tra poco, la sveglia suonerà, querula e implacabile, incurante dei suoi occhi che vogliono richiudersi e abbandonarsi al sonno nella quiete ritrovata, dopo che Tommasino si è finalmente addormentato. In un anno di vita, il bimbo non ha mai dormito una sola notte e Angela non ne può più. Il suo pianto
Uno squarcio di SERENO
Uno squarcio di SERENO notturno le sta logorando i nervi e le cerchia gli occhi di un alone scuro che la fa assomigliare al panda di peluche dal quale suo figlio non si separa mai. — Sono i denti. Spalmagli le gengive con miele di rose, — ha sentenziato sua madre, che ha sempre una soluzione a ogni problema. Gliene ha regalato un vasetto, perché il miele di rose è carissimo e, da quando Claudio l’ha lasciata, vinto da una rarissima malattia a soli trent’anni, Angela deve essere molto oculata nello spendere ogni centesimo del suo magro stipendio d’infermiera con contratto a termine. Che, oltretutto, non sa se le verrà rinnovato, perché, da voci di corridoio, ha saputo che ci saranno tagli del personale.
ripone due per far durare più a lungo il pacchetto. Tommasino cresce a vista d’occhio e lei, per assicurargli il necessario, deve fare economia su tutto: non può certo chiedere aiuto ai suoi genitori, che vivono della sola pensione di suo padre, operaio siderurgico. Sta bevendo lentamente il latte macchiato di caffè, quando lo scatto della serratura alla porta d’ingresso le annuncia l’arrivo di sua madre. Anche Franca ha il viso stanco e tirato per quelle levatacce a cui è costretta per prendersi cura del nipotino in assenza della figlia. Non è più giovane, perché Angela è nata quando i suoi genitori erano già avanti negli anni, e soffre di una lombaggine cronica che la costringe a imbottirsi di analgesici. Angela le versa una tazzina di caffè, poi si precipita in bagno sotto la doccia, per togliersi di dosso le tracce del sonno e tentare di rianimarsi un po’. Dopo una manciata di minuti, si è già vestita ed è pronta per andare al lavoro. Dà un bacio frettoloso a sua madre, prende la borsa ed esce. “Un’altra giornata da affrontare, un’altra giornata da vivere solo per far fronte ai miei doveri”, si dice sconsolata, mentre si avvia verso la stazione della metropolitana. Una piccola folla silenziosa e assonnata si accalca sulla banchina. Sono tutti pendolari come lei, costretti ad alzarsi poco dopo l’alba e a compiere un lungo tragitto in metropolitana per raggiungere il posto di lavoro in città. L’aria è fredda. Angela rabbrividisce, rialzandosi il bavero sul collo. Il treno arriva e lei si affretta a salire, nella speranza di trovare un posto dove sonnecchiare un po’ nel tragitto. Lo trova, incastrandosi a fatica tra un omone che legge il giornale e una robusta matrona che, stringendosi la borsa contro il petto, le rivolge un’occhiata malevola per quel suo essersi accaparrata a viva forza uno spicchio di spazio vitale. Angela chiude gli occhi, cercando di rilassarsi e alla fine si assopisce, rischiando di mancare la sua fermata. Riesce a prendere al volo il bus per l’ospedale, giungendo in tempo a tim-
È stato straziante tornare in una casa vuota, ascoltare il silenzio e i ricordi — Sei vedova e con un bambino piccolo a carico, — tenta di rassicurarla la mamma. — Non possono lasciarti a casa. Ma Angela è preoccupata, il suo viso si fa sempre più affilato e smunto nell’incertezza del futuro e nel suo nutrirsi poco e male, perché ha più fame di riposo che di cibo. La sveglia suona e, a fatica, lei si strappa al torpore che le paralizza le membra, respinge le coperte e cerca a tentoni le pantofole, le palpebre pesanti che non vogliono sollevarsi su quella nuova giornata da affrontare.
A
ngela ama il suo lavoro e l’ha sempre svolto con impegno e dedizione, cercando di dispensare ai pazienti anche fiducia e speranza, oltre ai medicinali prescritti dai medici, ma ultimamente è troppo stanca, nel corpo e nel cuore, per andare oltre i suoi doveri professionali. Va in cucina e, stropicciandosi gli occhi, accende il gas sotto la macchinetta del caffè e il bricco del latte, nella debole luce dell’alba che filtra dalle persiane accostate. Toglie dalla credenza il barattolo dei biscotti d’avena, allineandone quattro sul piattino, poi ci ripensa e ne
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Intimità
brare il cartellino. Poi si avvia verso lo spogliatoio, dove le colleghe del turno di notte si stanno rivestendo frettolosamente, ansiose di rientrare nei loro abiti che non sanno di medicinali e di sofferenza. Lorella, il corpo prosperoso infagottato nella casacca e nei pantaloni di cotone verde della divisa, sta appendendo i suoi vestiti nell’armadietto accanto a quello di Angela, pronta, come la sua collega, alla loro quotidiana battaglia contro il dolore e la morte.
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anno la stessa età e sono amiche, anche se Lorella conduce ancora una vita da ragazza e abita con i genitori, agiati commercianti, in un bel condominio nei pressi dall’ospedale. — Oggi arriva il nuovo chirurgo. Pare sia uno schianto, — la informa, passandosi una mano tra i capelli, tra i quali spiccano ciocche che lei cambia di colore a seconda del suo stato d’animo e che oggi, di un arancio fosforescente, dichiarano in modo palese la sua vivace curiosità. — Il nuovo chirurgo? — le chiede Angela in tono distratto. — Non dirmi che te ne sei dimenticata! Da settimane non si parla d’altro! — esclama l’amica, quasi scandalizzata dal suo disinteresse. — No, cioè sì… — ammette infine Angela, angosciandosi al pensiero che la stanchezza le stia facendo perdere anche la memoria, cosa che nel suo lavoro sarebbe pericolosa. — È siciliano. Viene da Ragusa e dicono che sia tremendo, una specie di generale, — continua Lorella, arricciando il nasino impertinente. — Ci mancava solo un chirurgo generale, — borbotta Angela, infilandosi la casacca in cui la sua figura minuta si perde. — Come se la vita, qui, non fosse già abbastanza dura, — aggiunge con un sospiro riavviandosi i lunghi capelli biondi. — Io, comunque, ho chiesto il trasferimento a ginecologia, — prosegue Lorella. E non specifica che il vero motivo della sua richiesta è che non sopporta più lo stressante e angoscioso contatto quotidiano con i malati terminali dell’hospice, ma Angela lo intuisce: ha sempre saputo che non ce la avrebbe fatta a restare a lungo in quel reparto. “Io sono più coriacea o, a differen-
ROMANZO COMPLETO za di Lorella, ho acquisito il distacco emotivo indispensabile nella nostra professione se non si vuole soccombere, o forse sono già così carica di angosce per conto mio che non ho più spazio per quelle degli altri”, pensa mentre, affiancate, lei e Lorella spingono i carrelli per il giro mattutino, accingendosi ad affrontare quel nuovo giorno in trincea a combattere la loro quotidiana battaglia contro la sofferenza.
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orrado parcheggia l’auto nello spazio riservato ai medici e si sofferma qualche istante a osservare l’edificio della sua nuova sede di lavoro, che ha messo centinaia di chilometri tra lui e i ricordi di Melissa, di cui sono lastricate le strade della sua Ragusa. Corrado e Melissa erano compagni di università e si erano sposati subito dopo la laurea in Medicina. Corrado si era specializzato in oncologia, mentre Melissa aveva optato per pediatria. I suoi piccoli pazienti l’adoravano, perché avvertivano l’amore che traspariva da ogni suo gesto e le si affidavano con fiducia, senza pianti né strilli come invece accadeva con altri colleghi. Gaia era stata il coronamento al loro amore e la luce dei loro occhi. Poi… Un anno dopo la sua nascita, tutto era finito, cancellato da un colpo di spugna sulla lavagna di un tramonto estivo da cartolina illustrata, mentre tornavano da Caltagirone, dove si erano recati per il matrimonio di un’amica. L’improvviso testacoda del suv che li precedeva, contro cui la loro auto si era schiantata accartocciandosi, aveva distrutto quella felicità, troppo grande, troppo perfetta per non suscitare la gelosia degli dei. L’airbag di Melissa non aveva funzionato e lei era morta sul colpo. Gaia, che dormiva nel suo seggiolino posteriore, era sopravvissuta solo poche ore, mentre lui, per una crudele beffa del destino, aveva riportato solo qualche contusione e la frattura dell’omero. Ma il suo cuore era andato in mille pezzi e lo strazio, mescolato alla collera, gli aveva fatto odiare la vita. Corrado chiude gli occhi, stringendo spasmodicamente le mani sul volante, nel rammentare quel malaugurato giorno di tre anni prima, iniziato sotto i migliori auspici e terminato in
una tragedia che gli ha strappato tutto ciò che aveva di più caro al mondo. Dopo, ha tentato di riprendere a vivere, ma non ce l’ha più fatta a camminare per le strade su cui aveva camminato con Melissa, a guardare le cose che avevano guardato insieme, a crogiolarsi al sole sulle spiagge di sabbia dorata e finissima, dov’era stato con sua moglie e la sua bambina. È stato straziante tornare in una casa vuota, ascoltare il silenzio, macerandosi nei ricordi e nel senso di colpa per essere vivo, trascorre le notti rigirandosi nel letto, l’orecchio teso nell’illusione di sentire ancora la vocetta di Gaia che chiedeva un bicchiere d’acqua e lui e Melissa, ridendo, si giocavano a pari o dispari a chi dei due toccasse alzarsi per portarglielo. Non ha più varcato la soglia di quella cameretta tutta bianca e rosa, la tappezzeria con gli elefantini e i peluche sugli scaffali che aveva montato lui stesso. In preda a una follia che gli ottenebrava la mente, l’ha sigillata con del nastro adesivo, quella cameretta, quasi a non voler lasciar filtrare all’esterno neppure un soffio d’aria o un granello di polvere che conservasse ancora il profumo infantile di Gaia. Soltanto in sala operatoria Corrado ritrovava il suo equilibrio e la sua freddezza professionale. Poi, terminato l’intervento, ricadeva in pezzi che non riusciva a rimettere insieme. Per stordirsi, qualche volta si è lasciato trascinare dagli amici in serate che gli hanno lasciato solo l’amaro in bocca, fingendo una rassegnazione che non provava e un interesse per donne sconosciute che i suoi amici si ostinavano a presentagli con l’intenzione di riavvicinarlo alla vita. Alla fine, si è allontanato anche da loro, rifiutando gli inviti, chiudendosi in un cupo rancore che ne ha modificato il carattere in un’asprezza che terrorizza gli infermieri e i tirocinanti. Non poteva continuare in quel modo, e così ha preso la drastica decisione di tagliare completamente i ponti con il passato, cogliendo al volo l’occasione offertagli da Aldo Besana, un collega conosciuto a un congresso, con cui ha stretto una solida amicizia anche se potevano vedersi raramente a causa della distanza che li separava e dei loro pressanti impegni professionali. Alcuni mesi prima, Aldo gli aveva
inviato il bando di concorso per un chirurgo nell’ospedale, in cui lui è vice primario. — Provaci, Corrado! Ce la puoi fare, perché sei un cavallo di razza, ma non riuscirai mai a dimostrarlo, rimanendo in quella piccola struttura sanitaria! Corrado non ci sperava e invece…
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alviati, il suo primario, ha dato in escandescenze quando gli ha consegnato la lettera di dimissioni. — Che cosa credi di ottenere, fuggendo al nord? — ha strillato, picchiando un pugno sul ripiano della sua scrivania. — Non ti servirà a nulla, perché i ricordi e i dolori ce li portiamo appresso per quanto lontano si possa andare! — ha aggiunto, facendogli capire di avere compreso il vero motivo della sua scelta. Corrado ne è consapevole, ma non si è lasciato convincere a rimanere, e Salviati alla fine ha allargato le braccia sconfitto e addolorato. Quando si sono salutati prima della sua partenza, Corrado ha scorto negli occhi dell’anziano primario un luccichio sospetto, un luccichio che gli ha fatto capire che Salviati gli si era affezionato in quegli anni, ed era addolorato all’idea di perdere non solo un valido collaboratore, ma anche un amico. Corrado alza la testa, fissando la facciata dell’edificio dove da oggi in poi trascorrerà la maggior parte del suo tempo: è grande, moderno e, in un certo senso, rassicurante. Lì si soffre, ma si può anche guarire, pensa staccando le mani contratte dal volante. Respira profondamente ed esce dall’abitacolo dell’auto, pronto a raggiungere la sua nuova trincea. Intimità
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Uno squarcio di SERENO Angela cambia la flebo alla vecchietta della stanza numero tre, la tapparella abbassata sulla sua lunga e solitaria agonia perché non ha nessuno che possa tenerle la mano nel momento del trapasso. — Come si sente, Ester? — le chiede, accarezzandole dolcemente la guancia increspata di rughe. La vecchietta solleva faticosamente le palpebre avvizzite, muovendo appena il capo. — Perché non mi lasciate andare? — mormora. Angela tace. Non ha una risposta da darle, se non che è suo dovere seguire le direttive dei medici i quali, legati al giuramento di Ippocrate, si sono solennemente impegnati a preservare sempre a comunque la vita. — Coraggio, — le sussurra infine, regolando con mano incerta la flebo di antidolorifico che le potrà regalare qualche ora di tregua, ma nient’altro purtroppo, perché ormai nonna Ester è arrivata al capolinea.
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oi, cercando invano di trincerarsi nella corazza che dovrebbe difenderla da coinvolgimenti emotivi, esce dalla camera per recarsi in quella successiva dove Maria, una donna di cinquant’anni, sposata e con tre figli, combatte la sua inutile battaglia contro una malattia che non dà scampo. Anche a lei Angela sostituisce la flebo di analgesico, ricambiando automaticamente il suo sorriso di mesta gratitudine per quell’oasi di pace. — Ha il viso stanco, Angela, — osserva Maria notando il suo pallore e le profonde occhiaie. — Il bambino le ha fatto passare un’altra notte in bianco? — le chiede in tono comprensivo, da mamma a mamma. Angela annuisce e vorrebbe fermarsi a parlare con lei, ma non può perché il tempo stringe e ha altri pazienti di cui doversi occupare. — Crescerà, cara, e mi creda, un giorno, per quanto assurdo le possa sembrare, proverà nostalgia per queste notti insonni. Un giorno, — aggiunge sospirando Maria, — resterà sveglia finché non lo sentirà rientrare, dopo una serata passata in discoteca con gli amici, respirando di sollievo allo scatto della serratura e ai suoi passi cauti per non farsi scoprire. Angela le dà ragione, ma in cuor suo
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Intimità
s’impone di non pensarci. Non riesce neanche a immaginare quali potranno essere le ansie per un figlio adolescente che le toccheranno fra qualche anno. Affronterà il problema quando e se le si porrà, perché il suo presente è già gravato da tante angosce e non vuole angosciarsi anche per quelle future.
to, un vuoto alla bocca dello stomaco e un fastidioso ronzio nelle orecchie. — Non ti senti bene? — le chiede padre Costantino, scrutando preoccupato i suoi gesti stanchi e il suo volto tirato. Angela sente il pianto salirle in gola, ma si affretta a passare oltre con un brusco cenno di diniego, perché non sa che cosa farsene delle sue solite parole di conforto e non vuole ascoltarle. Padre Costantino la segue con lo sguardo, intuendo la sua spossatezza e la sua fragilità sotto le spalle erette. La pena gli stringe il cuore: Angela non ha il conforto della fede a sostenerla nel suo cammino. Vorrebbe aiutarla, ma non sa come fare, parlano due lingue diverse e la lascia andare.
Quella ragazza è graziosa ma non bellissima, eppure ha qualcosa di irresistibile E poi, lei non ha mai dato patemi del genere ai suoi genitori, perché si è sposata a vent’anni e Tommasino è nato pochi anni dopo. Il giorno del suo ventiquattresimo compleanno, Angela l’ha festeggiato in sala travaglio tra le doglie, con Claudio, pallido ed emozionato che le stringeva le mani. Ma ha scordato immediatamente i dolori del parto, quando le hanno messo tra le braccia il suo bambino, urlante e ancora imbrattato di muco e del suo sangue, ma bellissimo e perfetto. La camera numero cinque è vuota, il letto disfatto, il materasso arrotolato nell’attesa di un nuovo occupante, che porterà con sé il suo bagaglio di sofferenza e di vana speranza, perché l’hospice ospita solo chi sta per andarsene. Angela esce nel corridoio, spingendo il suo carrello con le cure palliative e quasi si scontra con padre Costantino, il francescano che ogni mattina porta la comunione e parole di conforto ai ricoverati. — Buongiorno, Angela, sia lodato Gesù Cristo, — la saluta il religioso, tracciando con la mano un segno di croce nell’aria. Padre Costantino viene da un’antica e nobile famiglia napoletana del cui blasone sarebbe stato l’erede, come primogenito, se non avesse optato per un onore più grande, rispondendo alla chiamata di Dio e mettendosi umilmente al Suo servizio. E, dieci anni or sono, il Signore lo ha condotto in questa grande città del nord a portare conforto agli ammalati e ai loro familiari. — Sempre sia lodato, padre, — risponde Angela meccanicamente, spingendo il carrello che questa mattina sente ancora più pesante del soli-
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orrado e Aldo si abbracciano, la commozione a fior di pelle, ricordando entrambi l’ultima volta che si sono visti. Era stato al battesimo di Gaia, a cui fino all’ultimo Aldo aveva temuto di non poter partecipare, a causa dei troppi impegni di lavoro. I loro occhi parlano, ma le labbra tacciono per non rischiare di riaprire una ferita che Aldo intuisce ancora fresca e sanguinante nella carne piagata dell’amico. — Sono felice di averti con noi, Corrado, — gli dice, schiarendosi la voce e facendogli cenno di accomodarsi nella poltroncina di fronte alla sua scrivania. Dalla finestra, si scorge un angolo di giardino, dove alcuni degenti si aggirano lentamente, avvolti nei cappotti, perché l’aria è ancora frizzante in questo ultimo colpo di coda dell’inverno, nonostante il sole ingannatore. “Vanno avanti e indietro come anime del purgatorio”, pensa Corrado, guardandoli soffermarsi presso la cancellata, oltre la quale c’è la vita di ogni giorno: la gente che corre, le auto che strombazzano impazienti, i ragazzi sui motorini che sfrecciano zigzagando nel traffico, le donne di casa con i sacchetti del supermercato appesi al braccio, gli innamorati che si baciano e quelli che litigano, i pensionati che al bar discutono di calcio (continua a pag. 59)
rano così presi l’uno dall’altra che non si accorsero neppure dello sguardo di due malevoli occhi verdi che non li abbandonavano neppure un secondo. E degli scatti ripetuti di un cellulare che li inquadrava ossessivamente. — Grazie per esserci, — la voce di Allegra era poco più di un sussurro. Cristiano le prese le mani e le strinse tra le sue. — Per te ci sarò sempre, lo sai. Lei non riuscì a sottrarsi al calore di quella stretta, di quello sguardo appassionato che le andava dritto in fondo all’anima, di quella voce profonda che era come un balsamo per il suo cuore ferito. E di nuovo non si rese conto che la videocamera dello stesso cellulare inquadrava e ingrandiva l’immagine delle loro mani intrecciate. Mentre qualcuno continuava a scattare. (continua)
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Quelle parole restarono sospese tra loro due, cariche di significati non detti. Gli occhi negli occhi, Allegra e Cristiano rimasero così, dimentichi di tutto ciò che accadeva intorno a loro, dei cori dei tifosi che reclamavano un altro giro di campo dei loro beniamini, dei fotografi e delle telecamere delle tv locali che riprendevano la scena.
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STACCA LE PAGINE, PIEGALE A METÀ E TAGLIALE LUNGO IL BORDO SUPERIORE
Nicola Moretti ha voluto fortissimamente la nuova AS Picena, si è battuto per noi, ci ha dato la vita e noi non vogliamo deluderlo. Una squadra è fatta di ingranaggi che non si vedono, noi avevamo bisogno di oliarli e il presidente l’aveva capito… Allegra si tenne in disparte, quello era il loro momento di gloria ed era splendido vederli così pieni di entusiasmo. Cristiano a quel punto passò la parola ad Andrea e si affrettò a raggiungerla. — Felice? Davanti al suo sorriso franco, Allegra sentì il cuore accelerare. — Sono fiera di voi e lo sarebbe anche Nicola. State realizzando il suo sogno. Cristiano annuì. — È anche grazie a te, alla tua fiducia in noi, che siamo qui. I ragazzi ti considerano la nostra mascotte. Prima del fischio di inizio tutti controllano se ci sei. Allegra rise, si era accorta delle occhiate che le lanciavano i giocatori quando entravano in campo, ma non aveva pensato a un rituale scaramantico. — Mi piace l’idea della mascotte, ma il merito è solo vostro. Cristiano le sorrise. — Non ti sottovalutare.
Passione in CORNER
Moretti vuole vendere la squadra? Nelle piccole città le notizie vanno veloci. Cristiano ripensò all’aria densa di tensione che si respirava nello spogliatoio quando aveva raggiunto i compagni per l’allenamento di quel giorno. Il silenzio era pesante. E non si
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Sesta puntata
vero? — Il tono di voce di Valerio era aggressivo. Cristiano non aveva fatto in tempo a entrare nel negozio che il fratello gli era andato incontro, spingendo la sedia a rotelle con movimenti rabbiosi. — Allora, è vero che Roberto
-È
RIASSUNTO DELLA PUNTATA PRECEDENTE La AS Picena, una squadra di calcio di una cittadina marchigiana rischia la retrocessione. Il presidente Nicola Moretti, sposato alla giovane Allegra, ingaggia il portiere Cristiano Ferri, che torna così in città, dove vivono la ex moglie e il fratello Valerio, paralizzato dopo un incidente. Alla fine di una partita vinta dalla Picena, Nicola ha un malore e muore. Roberto, suo fratello, vuole vendere la squadra.
di Flumeri & Giacometti
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DI
IL ROMANZO
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cia stringerla di nuovo, ma tutto questo era sbagliato. Perciò, dopo aver salutato i giocatori, si allontanò con Galbiati proprio per evitare di restare sola con lui.
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e settimane passavano, una partita dopo l’altra la AS Picena risaliva lentamente la classifica. I giocatori, galvanizzati dalla presenza di Cristiano e di Mucci, si sentivano imbattibili ed erano riusciti a ribaltare i risultati in un modo che nessuno avrebbe previsto. La squadra, dopo aver sfiorato l’ultimo posto in classifica, aveva cominciato la rimonta, portando a casa vittorie, pareggi e una sola sconfitta. La presenza di Allegra allo stadio e le sue parole erano state una bella iniezione di fiducia: per la prima volta dopo anni si era creata una speciale magia, un efficace mix di energia e tecnica che rendeva la Picena una formazione temibile. Quali che fossero le condizioni metereologiche, Allegra non mancava mai, sugli spalti: con la pioggia o con il sole era lì a tifare per la sua squadra. Quei punti conquistati con passione e determinazione le davano la serenità di pensare al futuro con meno paura. “È quello che desiderava Nicola”, si diceva, ma in cuor suo sapeva che il vero motivo del sollievo che provava, del desiderio di essere ogni volta lì con loro era il capitano della
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Picena. Non voleva pensare a lui in altri termini, le bastava vederlo sul campo, scambiare con lui una frase, e quei lunghi sguardi che le scaldavano il cuore. Allegra era convinta che, visti i risultati, suo cognato non si sarebbe rimangiato la parola data. Anche quella domenica lei era lì, al suo posto nella tribuna d’onore, nonostante la tramontana. Con il cuore in gola, seguiva gli ultimi minuti della partita. Mucci, palla al piede, puntò con decisione la porta, dribblando gli avversari. — Muc-ci! Muc-ci! — scandivano i tifosi dalla curva. Andrea arrivò solo davanti al portiere e sparò una bomba micidiale, infilando la porta avversaria. — Sìì! — Allegra scattò in piedi urlando insieme a tutto lo stadio. In quel momento l’arbitro fischiò la fine dell’incontro: uno a zero per la AS Picena. Allegra sorrise felice cercando con lo sguardo Cristiano. Lui la vide e sollevò le braccia in aria con i pollici alzati in segno di vittoria. Allegra si affrettò a lasciare la tribuna per intercettare la squadra prima che entrasse negli spogliatoi. Voleva congratularsi con i suoi ragazzi di persona. — È proprio qui sul campo che si è creata la magia, l’anima della squadra, — stava dicendo Cristiano a un cronista della tv locale. —
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uando la macchina si fermò di fronte al cancello di villa Moretti, Cristiano ancora non sapeva cosa le avrebbe detto. Non si era preparato nessun discorso. Come sempre, aveva seguito l’istinto e non poteva fermarsi ora a riflettere, a pensare se stesse o no facendo la cosa giusta. E poi desiderava rivederla. Che senso avrebbe avuto negarlo? — Sono Cristiano Ferri, — disse alla voce femminile che aveva risposto al citofono, — vorrei parlare con la signora. Passò qualche minuto poi, senza preavviso, il cancello cominciò ad
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aveva reso invalido. — Intendo occuparmene adesso, — rispose misurando le parole. — Ah sì? E cosa pensi di fare nel caso in cui Moretti diano forfait? — Non lo faranno, — rispose Cristiano, pur non sapendo da dove gli venisse quella certezza, — riuscirò a convincerli, — aggiunse, guardando il fratello dritto negli occhi. Per un attimo Valerio sembrò spiazzato. — E come pensi di riuscirci? — continuò a ironizzare, — pronunciando una formula magica? Cristiano non aveva idea di come avrebbe fatto. Ma sentiva di dover fare qualcosa. Lo doveva ai suoi compagni. A Nicola. E anche a se stesso. E lo avrebbe fatto.
Passione in CORNER trattava solo del dispiacere per la morte del presidente. C’era dell’altro, glielo diceva il volto scuro di Galbiati, che gli si era avvicinato e gli aveva riferito quella voce che, evidentemente, era arrivata anche a Valerio. — Così si dice, — rispose, pensando che non avrebbe avuto senso mentire. — Fantastico! — Il tono del fratello trasudava sarcasmo. — E tu che fine farai? — Io ho un contratto, — ribatté Cristiano, ben consapevole che, se il nuovo proprietario della squadra non avesse voluto investire, la Picena sarebbe scesa inevitabilmente di categoria. Con tutte le conseguenze, soprattutto economiche. — E ti illudi che tutto resterà com’è adesso? Malgrado i suoi propositi di non lasciarsi trascinare in un litigio, Cristiano non riuscì a trattenersi. — Guarda che è un problema che riguarda anche te, — replicò. — Se non avrò abbastanza soldi, saremo costretti a chiudere. — Saremo? — lo apostrofò Valerio beffardo. — Quando mai ti sei occupato del negozio, tu? Cristiano si impose di mantenere la calma. Sapeva che le provocazioni di Valerio erano frutto della sua frustrazione e della sua rabbia e che lui era l’unico su cui poteva sfogarle. Lui, suo fratello, che lo
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rrivò mentre si stavano esercitando a tirare in porta. Cristiano, concentratissimo, non faceva entrare una palla in rete. Allegra restò in disparte per non disturbare. Si strinse nella giacca, gli occhi fissi sul portiere che, grazie al suo intuito, riusciva a intercettare anche i palloni più insidiosi. Un fischio del Mister e l’allenamento terminò. — Per oggi basta così, ragazzi, abbiamo fatto un buon lavoro. Mucci, domani riproviamo i rigori. Cristiano ha parato una palla imprendibile, ma dobbiamo lavorarci ancora, — disse Galbiati. Il ragazzo annuì mentre Cristiano gli faceva l’occhiolino. Stavano lavorando bene e ne erano consa-
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la volontà del marito. “Spero di esserne all’altezza, mio adorato”, diceva fra sé e sé. Il vento giocava con una ciocca di capelli sfuggita allo chignon, l’aria salmastra pizzicava nonostante fosse quasi l’ora di pranzo. Camminare sulla spiaggia le servì per chiarirsi le idee. Doveva parlare con Cristiano, la squadra doveva essere consapevole di star giocando per la sua sopravvivenza. Non era un discorso facile da affrontare, ma era necessario. Si avviò verso la macchina per andare al campo. Sapeva che li avrebbe trovati ad allenarsi e voleva essere lei a dirglielo.
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pevoli. Allegra si fece avanti. — Domenica dobbiamo portare a casa un’altra vittoria, — esordì avvicinandosi al gruppo, — lo dovete fare per mio marito, ma soprattutto per la Picena, — e improvvisamente tutti tacquero. — Oggi ho avuto una riunione con mio cognato Roberto, — riprese Allegra. — È intenzionato a vendere la squadra. — A quelle parole si alzò un brusio di protesta che lei fece tacere alzando una mano. — In nome di ciò che desiderava mio marito, ho ottenuto una proroga fino alla fine del campionato, ma c’è una condizione: dobbiamo arrivare tra le prime quattro. Potete farcela, Nicola ne era certo e io con lui. Non deludeteci, ragazzi. Aveva scelto di dare la notizia a tutta la squadra perché non se la sentiva di affrontare Cristiano da sola, non in quel momento. Non dopo quello che aveva provavo quando lui l’aveva tenuta tra le braccia. Adesso doveva pensare alla Picena, a ciò che Nicola le aveva indirettamente chiesto. Avrebbe portato la squadra a una riscossa, lo avrebbe fatto in memoria di suo marito. Lei, Allegra Moretti, doveva mettersi da parte. Era la vedova del presidente e come tale non poteva provare altri sentimenti. Guardò Cristiano e sentì i suoi occhi scrutarla. Avrebbe desiderato parlargli, sentire le sue brac-
Passione in CORNER aprirsi silenziosamente. La stessa anziana donna che lo aveva ricevuto quando Nicola lo aveva invitato a cena gli aprì la porta. — Buongiorno, signor Ferri, la signora arriva subito. Prego, — e lo precedette, dirigendosi verso il soggiorno. — Si accomodi. Ma, una volta che fu uscita, Cristiano rimase in piedi. Era teso all’idea di rivedere Allegra. Di restare solo con lei. Non sapeva se lo avesse ricevuto solo per cortesia o perché davvero desiderava vederlo. Si disse che era stato invadente a presentarsi così, senza telefonare, senza avvisare. Soprattutto in una circostanza come quella. Non avrebbe dovuto farlo. Avrebbe dovuto, almeno per una volta, mettere un freno al suo carattere impulsivo. Avrebbe dovuto… ma in quel momento lei comparve sulla soglia della stanza e tutti i suoi dubbi si dissolsero nell’emozione di averla lì, davanti a lui. Pallida, smagrita, priva di trucco e di orpelli era comunque bellissima. Come un meraviglioso giglio di incomparabile purezza, pensò Cristiano, che rimase a fissarla incapace di dire qualsiasi cosa, riuscendo solo a riempirsi gli occhi di quella visione. Poi Allegra andò verso di lui e gli tese la mano. E allora non fu più una visione. Ma divenne reale, di carne e sangue. — Cristiano…
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oi Allegra si staccò da lui, visibilmente imbarazzata per quel momento di intimità. Senza guardarlo negli occhi, fece qualche passo indietro. — Grazie per essere venuto, — disse poi, come se cercasse, a parole, di arrestare il flusso di emozioni che sentiva scorrere tra loro, indipendentemente dalla loro volontà. Di ristabilire la distanza che il gesto di Cristiano aveva annullato. Non disse altro e lui ebbe la sensazione che si fosse arresa al dolore e che si lasciasse invadere e divorare a poco a poco, priva della volontà di reagire. Desiderò con tutto se stesso scuoterla. Ma non osò toccarla di nuovo. Allora provò con quelle parole che non si era preparato e che gli salirono dal cuore. Parole che avrebbe voluto usare come una fune per strapparla all’abisso nel quale sentiva che lei stava sprofondando.
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Lui si rese conto che tenere tra le sue quella mano pallida e delicata non gli bastava. Ancora una volta seguì il suo istinto e la attirò a sé, stringendola delicatamente tra le braccia, quasi avesse paura di romperla, di farle del male, perché gli appariva tanto fragile che un nonnulla avrebbe potuto spezzarla. Lei gli appoggiò la testa sulla spalla e rimasero così, per alcuni lunghissimi istanti, in silenzio, persi uno nel calore dell’altra.
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dovute al poco sonno. Ma questo, dovette ammettere, non intaccava il suo fascino. Le andò incontro. — Nessuno vuole estrometterti, pensavo non volessi occuparti di queste cose. Nicola mi avrebbe rimproverato, se avessi insistito per avere la tua presenza. Allegra deglutì e strinse le labbra. Sembrava che solo sentir nominare il nome del marito le facesse male. — Ti sbagli, è stato proprio lui a insistere che mi occupassi della ditta. E della squadra, — aggiunse. — La Picena la vendiamo. Ne abbiamo già parlato, non devi preoccuparti, — ribadì Roberto. Ma con suo grande stupore la replica giunse immediata. E inattesa. — La squadra non si vende. Roberto si voltò di scatto. — Che stai dicendo? — Che la AS Picena continuerà il campionato come squadra sponsorizzata dalla Moretti Brothers, — ribatté Allegra senza fare una piega. — Nicola avrebbe voluto così e io farò tutto quello che posso per tenere fede alle sue promesse. Roberto rimase stupito davanti a quella determinazione. Finché era vivo Nicola, Allegra era rimasta sempre nell’ombra, non si era mai esposta, adesso invece sembrava più decisa che mai a far valere le sue ragioni. — È una follia continuare a spen-
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oberto abbassò lo sguardo. Aveva capito che per il momento non gli conveniva mettersi contro Allegra. — Aspettiamo la fine del campionato, ma se la Picena non ce la fa, saremo costretti a venderla, non possiamo permetterci questa fuoriuscita di soldi. Allegra annuì. Poi gli chiese di mostrarle il resto del campionario. E Roberto decise di non insistere su quell’argomento. Dopo aver visionato tutto il nuovo campionario, Allegra lasciò la fabbrica e andò a piedi verso il mare. Temeva che potesse rivelarsi una vittoria di Pirro, ma per il momento la squadra era salva. Il nuovo ruolo che Nicola le aveva passato andandosene, non era facile, ma Allegra aveva deciso di rispettare
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dere tutti questi soldi, — cominciò, ma lei lo interruppe subito: — Il ritorno di pubblicità ci sarà, dobbiamo solo darle il tempo di risalire la classifica. La risata di Roberto risuonò sprezzante. — Vincere una partita non significa nulla, — le fece notare. — Con Ferri e Mucci possono farcela. Nicola ne era sicuro. E ora io la penso come lui. Del resto non vorrai che faccia valere il mio cinquantacinque per cento delle quote azionarie, giusto?
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stata la loro politica da sempre. Quella mattina Roberto stava visionando il nuovo campionario primavera-estate con il responsabile, avevano messo in produzione dei sandali gioiello tempestati di brillantini ed era molto soddisfatto del risultato. Rigirava fra le mani un sandalo, controllando ogni minimo dettaglio. — Andranno a ruba, — commentò il responsabile tecnico, — hanno superato i test e, oltre a essere bellissime, sono anche molto resistenti. — Ottimo lavoro, Federico, non avevo dubbi, ma devo ammettere che il prodotto supera di gran lunga tutte le migliori aspettative. La segretaria si affacciò nella stanza. — Dottore, è arrivata la signora Moretti. Roberto la guardò interdetto. — Mia moglie? E cosa vuole? La segretaria apparve confusa. — Non sua moglie, sua cognata. Senza aspettare il permesso, Allegra entrò nella stanza. — Vedere il campionario. È un mio diritto, in qualità di socia. Roberto Moretti la squadrò. Indossava un completo pantaloni grigio scuro e una camicia di seta bianca con piccole perle al posto dei bottoni. I capelli erano stati raccolti in un severo chignon e un leggero trucco nascondeva le occhiaie
Passione in CORNER Le disse che lui, che loro, credevano in lei. Che avevano bisogno di lei. Che solo lei poteva realizzare il sogno di Nicola. Quel sogno per cui si era battuto… fino all’ultimo respiro. Man mano che il suo discorso si faceva più appassionato, Cristiano vide una piccola luce accendersi e brillare nello sguardo di Allegra. — Io ho creduto in Nicola. E lui ha creduto in me. Ha creduto nella squadra. Se molliamo, lo facciamo morire di nuovo, — concluse. Gli occhi di lei si riempirono di lacrime e Cristiano si sentì in colpa per quelle parole. — Perdonami, — aggiunse accorato, — con che diritto vengo a dire a te queste cose? Allegra si raddrizzò e lo fissò con una luce nuova nello sguardo. — Con il diritto di chi vuole che il sogno di Nicola viva per lui.
L a Moretti Brothers era da sempre uno dei fiori all’occhiello dell’industria manifatturiera marchigiana: prima il nonno, poi il padre e infine loro, Nicola e Roberto. I Moretti avevano sempre seguito la produzione, passo dopo passo, dall’ideazione sino al prodotto finito. Il segreto della loro ditta stava nel cercare di creare scarpe con materiali ricercati come il camoscio, la nappa o il raso, impreziosendole con piccoli dettagli. Produrre scarpe di lusso a un prezzo vantaggioso era
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ROMANZO COMPLETO (continua da pag. 54) e quelli che vanno a vedere gli scavi della nuova linea della metropolitana per ingannare il tempo.
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a solita, monotona o stressante vita di cui spesso, in passato, si sono lamentati, ma alla quale ora aspirano a tornare al più presto. — Abbiamo bisogno di bravi chirurghi come te, — riprende Aldo incrociando le mani sotto il mento, i gomiti appoggiati al ripiano della scrivania. Corrado si schermisce, ma l’amico lo interrompe con decisione. — È la verità. E qui avrai l’occasione di dimostrarlo. Il professor Santini, il primario, è un tuo conterraneo, anche se ormai vive al nord da molti anni. Ti troverai bene con lui, perché sotto la sua scorza burbera ha conservato la calda generosità della vostra terra. Corrado lo ascolta con un orecchio solo, la mente distratta e il cuore pesante, perché lo strappo dalle proprie radici non è stato indolore e si chiede se non sia stato troppo impulsivo, perché a un tratto è riassalito dalla nostalgia di tutto ciò che si è lasciato alle spalle, anche se era divenuto solo motivo di tormento e angoscia. Ma ormai il dado è tratto, si dice, scuotendosi da quei pensieri. — Adesso è impegnato in sala operatoria, ma ci raggiungerà appena possibile, — gli sta dicendo Aldo. — Ti va un caffè al bar, prima di affrontare la “truppa”? — aggiunge scherzosamente, alludendo agli altri colleghi. Corrado accetta volentieri. Scendono al piano terra, dove è tutto un formicolare di visitatori, medici e infermieri e un brusio di voci sommesse, sovrastato a tratti dal cicalino dei cercapersone. La porta a vetri d’ingresso si apre e si richiude in continuazione e i cristalli baluginano nei raggi del sole che si fa sempre più alto sulla città. Ma un’altra porta a vetri smerigliati attrae l’attenzione di Corrado che si ferma e, sollevando lo sguardo legge l’iscrizione stampigliata a grandi caratteri: “Hospice”. In quel momento, la porta si schiude per lasciar passare una giovane infermiera: i suoi capelli biondi escono dalla cuffia e incorniciano un viso sottile, nel quale gli occhi verdi brillano di una luce quasi febbrile. È graziosa, non bellissima, tuttavia
ha qualcosa che lo attrae in modo irresistibile e Corrado non riesce a distogliere lo sguardo da lei. La sente parlare al cellulare con voce concitata, passandosi nervosamente una mano tra i capelli, un’espressione smarrita negli occhi, che incidentalmente incrociano i suoi. La giovane corruga la fronte nell’accorgersi del suo sguardo insistente su di lei e ha un gesto come di stizza che glielo fa distogliere, confuso. Poi chiude la comunicazione, le mani strette a pugno, immobile a fissare il vuoto. Aldo le si avvicina, posandole una mano sulla spalla. — Problemi, Angela? — le chiede facendola sobbalzare. — No, io… no, tutto bene professor Besana, grazie, — mormora scuotendo il capo e, volgendogli le spalle, rientra nell’Hospice richiudendo adagio la porta dietro di sé. Aldo borbotta qualcosa che Corrado non comprende, poi lo prende sottobraccio e, sgomitando, si fa largo nella calca, fino al bancone del bar. — È Angela Bassi, una delle infermiere dell’hospice, — gli spiega ordinando i caffè. — Una ragazza in gamba, una vera professionista: seria, diligente, attenta, capace. Ma forse il contratto a termine non le verrà rinnovato a causa dei soliti tagli sconsiderati decisi dall’amministrazione per contenere i costi. Tagli che graveranno sul personale fisso in turni massacranti a discapito dei degenti. Sto cercando di evitarle il licenziamento perché, oltre a essere brava, ha anche un gran bisogno di lavorare. È rimasta vedova pochi mesi fa e ha un bambino di un anno. Corrado annuisce, provando quasi un senso di colpa per essere tra i privilegiati che non devono lottare con la precarietà del posto di lavoro e si sorprende a sperare con tutto il cuore che quella giovane donna sia riconfermata e possa crescere il suo bambino serenamente, come avrebbe voluto fare lui con Gaia. Pensare a sua figlia e a Melissa rinnova il dolore della loro perdita ed è costretto a chinare il capo per nascondere le lacrime che gli appannano gli occhi. Corrado beve il caffè, ma il suo sguardo corre continuamente alla porta dell’hospice con la segreta speranza che si schiuda ancora sulla figu-
retta della giovane infermiera. Dopo tre anni di apatia, è la prima volta che sente qualcosa riprendere vita dentro di lui, come vago gorgoglio di acque sotterranee che premono per trovare un varco verso la superficie. Ancora non se ne rende conto, tanto è convinto che una cosa del genere non gli possa mai e poi mai capitare. Avverte che c’è qualcosa di diverso, ma lo ignora, finge che non sia così, non si sforza di capire che cos’è. Finge di essere quello di sempre, l’uomo che è diventato da quando la disgrazia lo ha colpito annientandolo. E la porta dell’hospice resta chiusa. Si intravede solo qualche ombra al di là del vetro smerigliato.
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ngela attraversa il corridoio e si dirige verso lo studiolo della caposala. Tommasino si è svegliato bruciante di febbre, il pancino costellato di puntini rossi e sua madre è andata nel panico. — Non puoi venire a casa? — le ha chiesto supplicante. — Io… io non so che fare. Per la prima volta, da quando si prende cura del nipotino, l’ha sentita smarrita e insicura, come oppressa da una responsabilità che sembra schiacciarla. Angela sa bene che cosa rischia, chiedendo questo nuovo permesso perché è il terzo in meno di due settimane. — Che cos’ha questa volta il bambino? — le chiede Lucia Brasca, la caposala, sbuffando contrariata. Lei non ha figli e non può capire la sua angoscia di mamma. — Ha la febbre alta ed è pieno di Intimità
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Uno squarcio di SERENO macchioline rosse, — spiega Angela. — Da come me le ha descritte mia madre, temo sia scarlattina. — Di bene in meglio! Non ci manca altro che tu abbia portato il contagio proprio qui nell’hospice, dove le difese immunitarie sono inesistenti! — esclama la caposala, terrorizzata al pensiero di un’epidemia.
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ngela stringe le labbra chinando il capo, l’ansia la divora, mescolata al senso di colpa per aver sottovalutato alcuni sintomi a cui, come infermiera, avrebbe dovuto dare maggior peso. — Va bene, vai, Bassi, — sospira infine la caposala. — Ma cerca di sistemare le cose, perché questi continui contrattempi potrebbero pregiudicare il rinnovo del tuo contratto, — aggiunge freddamente.
e dal suo pallore. È una brava persona e ha una spiccata simpatia per quella giovane donna, forse perché gli ricorda sua figlia, che vede raramente, perché vive e lavora negli Stati Uniti, dove l’ha condotta l’amore per suo marito, conosciuto durante un master a New York, poco dopo la laurea in biologia molecolare. Il dottor Besana è divorziato da alcuni anni e ha molto sofferto per l’abbandono della moglie. Per cercare di ricucire lo strappo, si è gettato a capofitto nel lavoro. Ma recentemente Renata, la sua vicina di casa, una dolce e bella signora della sua età che traduce romanzi dall’inglese per una piccola casa editrice, ha dato un nuovo scopo alla sua vita. — Credo si tratti di una malattia esantematica, — spiega Angela concitata. —Probabilmente, è scarlattina e… mi scusi, professor Besana, ma devo scappare prima che la caposala cambi idea e… — Tranquilla, Angela! Alla Brasca, ci penso io, — l’interrompe Besana, sorridendole e dandole un affettuoso buffetto sulla guancia. Corrado li guarda perplesso. Il pensiero molesto che tra loro possa esserci del tenero gli attraversa la mente. Aldo potrebbe esserle padre, ma… non sarebbe certo il primo medico stagionato che s’innamora di una giovane e ambiziosa infermiera! Imprevedibilmente, avverte una fitta di gelosia che lo disorienta. Ma che gli importa di un’eventuale storia dell’amico con questa Angela che vede per la prima volta e che non è neanche una bellezza da capogiro? Neppure Melissa lo era e tuttavia… “Mi sono innamorato della sua dolcezza” e anche della sua intelligenza, si dice, ricordando la sua piccola, fragile e fortissima Melissa dal cuore generoso che adesso batte nel petto di una sconosciuta! Quanto gli è costato, a dispetto delle sue convinzioni, dare il consenso all’espianto! Non deve pensarci più, deve portare la mente altrove se vuole riprendere in mano la sua vita! Corrado si aggiusta il nodo della cravatta e, con aria decisa, segue Aldo lungo il corridoio.
Angela sarebbe tentata di accettare, ma ha paura. Di lui e di se stessa Angela schizza via e, la mente altrove, quasi si scontra con il professor Besana che tiene sottobraccio il tipo che, poco prima, nell’atrio, non le toglieva gli occhi di dosso. Si tratta di un bell’uomo, dai capelli scuri un po’ spettinati e gli occhi profondi, offuscati, però, da un velo di tristezza che ne spegne la luminosità. Questo registra il suo sguardo, avvezzo a cogliere ogni minima sfumatura nell’espressione dei suoi pazienti. Angela barcolla nell’urto e arrossisce, imbarazzata dalla stretta dello sconosciuto che la sostiene prontamente. — Che cosa succede, Angela? — le chiede il professor Besana, aggrottando la fronte. — Il mio bambino… Devo correre a casa… — mormora lei, strappandosi sgarbatamente dalla stretta dello sconosciuto che Besana le presenta come il dottor Di Mauro, il nuovo chirurgo. Il generale siciliano! Suo malgrado, Angela sorride, ricordando le smorfie di Loretta nel parlargliene, quella mattina. — Spero non sia niente di grave. Besana la osserva di sottecchi, intenerito dalla sua espressione smarrita
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Intimità
Tommasino ha la scarlattina e Angela ha chiesto alcuni giorni di ferie per restargli accanto nella fase acuta della malattia. Lorella le telefona ogni giorno, cercando di dissipare le sue ansie con la cronaca spicciola della vita ospedaliera, che condisce con aneddoti divertenti e pettegolezzi. — Il dottor Di Mauro, il nuovo chirurgo, sta facendo strage di cuori tra le nostre colleghe, che si sdilinquiscono ogni volta che rivolge loro la parola, — ridacchia maliziosamente. Ma ad Angela di quella epidemia amorosa poco importa: è troppo stanca e preoccupata. — E il virus ha colpito anche te? — le chiede, tuttavia, per non deludere i suoi affettuosi tentativi di distrarla. — Sai bene che io sono vaccinata e quindi immune a quel tipo di contagio, — le risponde Lorella in tono scanzonato. Ma Angela sa che non è del tutto sincera, perché il suo cuore batte per un giovane specializzando. — A che punto è la tua richiesta di trasferimento? — le chiede per sviare il discorso dal dottor Di Mauro, verso cui prova un imbarazzo misto a uno strano turbamento, quando ricorda la sua stretta per impedirle di cadere, il giorno del suo arrivo.
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on mi hanno ancora dato alcuna risposta, — borbotta Lorella. — Ma io sono un martello pneumatico e alla fine la spunterò! — asserisce con l’incrollabile ottimismo che le viene da una vita in cui non ha mai dovuto affrontare serie difficoltà. — E… sai qualcosa sui tagli previsti? — le chiede Angela, e la sua ansia si acuisce, notando una pausa troppo lunga nella risposta dell’amica. — Niente, non si sa ancora nulla di certo, — le risponde infine Lorella, in tono evasivo. — Nonna Ester se ne è andata, — aggiunge quindi, dopo una lieve esitazione, perché sa quanto la sua collega fosse affezionata a quella vecchina. Angela avverte una stretta al cuore, ma nello stesso tempo prova un moto di sollievo nell’apprendere che il suo calvario ha avuto fine. Ora Ester è in pace, si dice, con il suo Signore. Se solo riuscisse a crederci anche lei! Ma Angela non ha il dono della fede.
ROMANZO COMPLETO La fede che fa accettare tutto senza porsi domande sul significato di quelle che a lei appaiono solo inutili sofferenze, legate unicamente al caso, che ha fatto fermare la pallina della roulette della vita sul numero sbagliato. Si asciuga una lacrima col dorso della mano. La morte di nonna Ester, per quanto prevista e inevitabile, ha aperto una breccia nella sua corazza. Poi saluta in fretta Lorella, perché Tommasino la reclama strillando. Cullato dalla sua voce, il piccolo poco dopo chiude di nuovo gli occhi, scivolando nel sonno, le ciglia gli ombreggiano il faccino divenuto pallido e affilato, perché quei giorni di febbre gli hanno tolto l’appetito e i suoi bei colori. Angela gli rimbocca le coperte e accosta le persiane, quindi esce in punta di piedi dalla camera e va in cucina dove, davanti a una tazza di caffè, ripensa alla sua conversazione con Lorella, che ha glissato sull’argomento dei tagli. Se perdesse il lavoro, riflette angosciata, non saprebbe come barcamenarsi nell’attesa di trovare un nuovo impiego. Non ha risparmi e sui suoi genitori non può contare, perché faticano loro stessi ad arrivare alla fine del mese.
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orrado esce dalla sala operatoria, dopo un intervento particolarmente complesso. Nello stesso istante, nell’hospice, padre Costantino chiude gli occhi di Maria, che ha finito di soffrire. Angela non sa trattenere un gesto di rabbia, qualcosa si è rotto dentro di lei e il dolore e la collera la travolgono in un’ondata gigantesca che la trascina in alto mare. Padre Costantino le posa le mani sulle spalle, scosse da singhiozzi silenziosi, ma lei lo respinge. — Non è giusto! Maria era buona, viveva per la sua famiglia! Perché il suo Dio le ha inflitto tanta sofferenza? — esclama con veemenza, fissandolo torva. — Il mio Dio è anche il tuo, Angela, e non c’è una risposta umana alla tua domanda, ma solo quella della fede, — le risponde il francescano, il cuore pesante perché sa che le sue parole scivoleranno su di lei senza lasciare traccia. Angela scuote il capo e abbandona la stanza di Maria quasi fuggendo, la
vista annebbiata dalle lacrime. Lo spogliatoio è deserto e lei si abbandona al pianto, rannicchiata in un angolo del pavimento, il volto tra le mani. La stanchezza e le ansie per il suo incerto futuro hanno avuto ragione del suo consueto autocontrollo. A poco a poco si calma, vergognandosi delle dure parole rivolte a padre Costantino, che è un uomo buono e animato da una fede autentica. Si ricompone, va in bagno a sciacquarsi il viso, si dà un veloce colpo di pettine ai capelli ed è pronta a riprendere il suo posto in reparto.
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oco più tardi Corrado esce dall’Istituto, respirando a pieni polmoni l’aria tiepida di maggio. Ma è un’aria viziata dallo smog e lui non può fare a meno di pensare con nostalgia al profumo del mare che spesso il vento spingeva verso la sua città, arroccata sulla parte meridionale dei monti Iblei. Non ha fretta di tornare a casa, di ritrovare anche in quell’appartamento il silenzio di locali semivuoti e ancora disadorni, perché non ha avuto il tempo né la voglia di arredarli. Rimanda di giorno in giorno, come non fosse del tutto convinto di voler mettere radici in questa città dove vive da circa tre mesi, ma alla quale fatica ad abituarsi. Aveva ragione Salviati: i ricordi non ci abbandonano neanche in capo al mondo! Angela schizza via in fretta dall’ospedale, per riuscire a prendere il bus, ma lo manca per pochi secondi, vedendoselo sfilare sotto il naso. È stanca e preoccupata. Le voci sui tagli sono diventate ufficiali, ma ancora non si conoscono i nomi dei precari a cui non verrà rinnovato il contratto e lei vive in un’angosciosa incertezza che le logora ulteriormente i nervi. Tommasino, da qualche settimana, dorme di più, ma lei non riesce comunque a riposare, la mente che si arrovella nel cercare soluzioni. Ha inviato il suo curriculum a diverse cliniche private, perché nelle strutture pubbliche vi sono poche speranze, in quanto sono tutte più o meno nella stessa situazione dell’ospedale in cui attualmente lavora. Lorella ha ottenuto, infine, il trasferimento a ginecologia e ora hanno poche occasioni per vedersi, perché anche a mensa hanno turni diversi.
Ad Angela manca molto Lorella, con la sua verve, con i suoi capelli dai colori assurdi e persino con la sua paura del dolore e della morte, così in contrasto con il lavoro che fa. In compenso, da alcune settimane, le capita d’incontrare spesso il dottor Di Mauro, che bazzica l’hospice senza alcun motivo perché lì nessuno deve affrontare alcun intervento, mostrando un interesse sempre più palese nei suoi confronti. Un interesse che la mette in imbarazzo e la turba più di quanto vorrebbe. Claudio ha lasciato nel suo cuore un vuoto incolmabile, ma Angela è giovane e il chirurgo… è un uomo molto affascinante! Mentre attende soprappensiero il prossimo bus, Angela sente il rumore di un’auto che accosta al marciapiede e la voce del dottor Di Mauro che le chiede se vuole un passaggio. — La ringrazio, — risponde confusa, arrossendo. — Io, però, non abito in città, ma in un piccolo paese dell’hinterland. — Lo so, non si preoccupi. — Ma… è tardi e lei… — Mi aspetta solo una casa vuota, una cena surgelata che non ho alcuna fretta di consumare e una serata davanti al televisore. Angela sarebbe tentata di accettare: guadagnerebbe tempo e si risparmierebbe il tragitto estenuante in una metropolitana super affollata, ma ha paura. Di lui, di se stessa, di quello a cui quell’offerta apparentemente innocente potrebbe condurla. — La prego, Angela, accetti. È stanca, stressata e sarei veramente felice di evitarle quel lungo tragitto. E poi, Intimità
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Uno squarcio di SERENO
sta anche per piovere e vedo che non ha l’ombrello. Angela alza gli occhi al cielo: nubi scure si addensano minacciose e in lontananza si sente il brontolio di un tuono. È vero, sta per scatenarsi un temporale e lei arriverà a casa bagnata fradicia. Magari, si buscherà anche un malanno e non può certo permettersi altre assenze dal lavoro. — Allora… be’, grazie, approfitto della sua… cortesia, — risponde infine, scivolando sul sedile accanto a lui. Corrado mette in moto, le mani che tremano leggermente sul volante, e si chiede che cosa lo abbia spinto a fermarsi, quando ha scorto Angela sotto la pensilina. È attratto dalla sua abnegazione verso i pazienti, la stessa che aveva Melissa, o il suo è semplicemente il desiderio di rimettersi in gioco, di cercare di provare ancora qualcosa che assomigli vagamente alla tenerezza e all’amore? Angela lo scruta in silenzio, chiedendosi perché, tra tante colleghe, molte delle quali assai più attraenti di lei, il dottor Di Mauro dedichi le sue attenzioni proprio a lei. Anche padre Costantino se n’è accorto. — Stai attenta, Angela, — l’ha ammonita paternamente un giorno. — Ma… non rifiutare a priori quello che potrebbe essere un inaspettato e meraviglioso dono di Dio. So bene che tu dubiti della sua esistenza e del suo amore, ma Lui c’è e ti ama
ancora di più proprio per questo. Parole che, suo malgrado, si sono incise in lei e hanno acceso una piccola fiamma di speranza nel suo cuore. Le prime gocce di pioggia cadono sul parabrezza. “Sono le lacrime della Madonna che piange la morte del Figlio”, sussurra tra sé Angela, rammentando quello che diceva sempre nonna Ester quando guardava la pioggia tamburellare sui vetri della finestra della sua stanzetta nell’hospice. — È anche lei una mamma e… il suo cuore era straziato, ma si è sottomessa alla volontà di Dio, — sospirava, raccogliendosi nella preghiera. Angela si ritrova gli occhi colmi di lacrime nel ricordo di quella vecchietta, semplice e poco istruita, che tuttavia era in simbiosi con l’aristocratico e colto francescano in quella loro fede incrollabile. — Perché piange, Angela?
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a dolcezza della voce del dottor Di Mauro rompe la diga e Angela si ritrova a singhiozzare, il viso tra le mani, senza ritegno né imbarazzo, perché intuisce che lui la comprende. Corrado ferma la macchina sul ciglio di una stradina di campagna e la prende per le spalle, attirandola a sé. Angela cerca di scostarlo, ma lui la tiene saldamente e lei cede alla sua forza e al calore di quell’abbraccio, che la riscalda e lenisce la sua sofferenza per la morte di Claudio, di nonna Ester, di Maria… Tra un singhiozzo e l’altro, si confida, apre il suo cuore a quell’uomo che conosce appena, ma che, come lei, è stato provato duramente dalla vita. Corrado l’ascolta in silenzio, tenendola stretta, mentre un dolce sentimento gli riempie il cuore, lo fa sentire nuovamente vivo… Le sfiora i capelli con un bacio e l’emozione è così forte che lo scuote da cima a fondo con una violenza che lo lascia smarrito. Angela prova le stesse sensazioni ed è turbata, perché non sa dove la condurranno e ha paura. Le sembra di risentire la voce di padre Costanti-
no che le dice: “Stai attenta, Angela, ma non rifiutare a priori quello che potrebbe essere un inaspettato e meraviglioso dono di Dio…”. Anche Corrado si dibatte tra il desiderio di lasciarsi andare e la paura delle conseguenze di quel suo arrendersi a emozioni che gli appaiono quasi un tradimento verso Melissa. — Angela… — le sussurra infine, comprendendo l’assurdità dei suoi timori e deciso a superarli. — Sì…? — Vuoi… vogliamo… provare a tornare a vivere? — le chiede impacciato, perché non è più abituato a esternare i suoi sentimenti. Angela esita: anche lei si è chiusa alle emozioni, ma la piccola breccia che si è aperta nella sua corazza l’ha incrinata in modo irrimediabile, lasciando filtrare il calore della vita che toglie, ma che anche dà. Guarda Corrado negli occhi, che sono lo specchio dell’anima e riflettono ciò che più intimamente siamo. — Sì, — risponde infine. Legge nel suo sguardo tristezza, ma anche speranza per quel loro incontro sortito dal caso, o da Colui che, come asserisce padre Costantino, ci conduce per mano lungo il sentiero della vita e ci prende tra le braccia nei passaggi più aspri. Placata, lascia scorrere le lacrime, che non fanno più male, che si portano via la rabbia e la ribellione come i detriti trascinati da un fiume, dopo un uragano. La vita riprende attorno a loro, mentre il temporale si allontana. Un uomo in bicicletta, avvolto in una cerata gocciolante, attraversa la strada; la porta di una cascina si schiude su una donna che tiene in braccio un bambino; alcuni ragazzini, schiamazzanti, rincorrono un pallone su un prato fradicio di pioggia. Come per magia, nel cielo terso, appare l’arcobaleno, i cui colori si rifrangono sui vetri delle case, dove le gocce d’acqua piovana vanno evaporando negli ultimi, tiepidi bagliori del sole al tramonto. Fine © Editrice QUADRATUM S.r.l., 2017
sul prossimo numero un nuovo, avvincente romanzo Rose rosse per Anna di Alessandra Ricci 62
Intimità
VITA VERA
Quella che in principio sembrava una follia si rivelò, poi, un’idea vincente
Sfida (IM)POSSIBILE -L
e faremo sapere. Mi alzai dalla sedia, sorrisi e salutai. Cosa avrei dovuto aspettarmi? L’uomo tutto stile e dignità seduto dall’altra parte della scrivania aveva letto con un evidente senso di fastidio e noia il curriculum che gli avevo allungato appena un paio di minuti prima. A dire il vero mi ero presentata a quel colloquio senza troppe illusioni. Erano ormai sei mesi che
passavo al setaccio tutti i siti di offerte di lavoro. Avevo inviato decine e decine di mail, ero stata ricevuta dalle persone più strane, mi avevano offerto incarichi non meglio definiti, mi ero imbattuta anche in personaggi che non si erano preoccupati di celare il loro interesse extraprofessionale nei miei confronti. E così spesso venivo assalita da un senso di vuoto che mi consumava e trasformava i miei ventisei
anni in un macigno insostenibile. Mi ero laureata un anno prima in Economia e Commercio. Uscita dall’università, ero piena di entusiasmo e sprizzavo gioia e ottimismo da tutti i pori. Sapevo che trovare lavoro sarebbe stato difficile, ma ero giovane e combattiva, avevo una laurea ottenuta con il massimo dei voti, vivevo in una città piena di opportunità e, cosa che sarebbe potuta tornare a mio
vantaggio, ero anche piuttosto carina. Perché, non facciamo gli ipocriti, anche l’apparenza conta nel cercare un lavoro. Naturalmente concentravo la mia attenzione su quelle offerte che erano in relazione ai miei studi. Uffici di commercialisti, uffici legali, uffici amministrativi di grandi aziende e via dicendo, decisa a non accettare nulla che sminuisse anche solo in parte la mia preparazione e la mia laurea, conseguita con grande impegno. Ma dopo un altro periodo di clamorose porte in faccia mi convinsi che, per iniziare, anche un posto da segretaria sarebbe andato bene. Dunque, ricominciai a inviare curriculum allargando il giro, ma le risposte erano sempre le stesse: “Le faremo sapere”,“Per noi la sua è una candidatura interessante, attendiamo solo di veIntimità
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Sfida (IM)POSSIBILE
dere altre due o tre persone”, “Resti in attesa di una nostra telefonata”, e via di questo passo. Anche quella mattina, dunque, accettai con rassegnazione l’esito dell’ennesimo, inutile colloquio, presi la mia valigetta e me ne andai. Stavo uscendo dall’ascensore, al piano terra di quell’elegante palazzo, quando… Più che uno scontro fu un’esplosione. Avevo la testa china, e proprio non vidi quella specie di missile in corsa che tentava di raggiungere l’ascensore di fianco al mio. La collisione fu inevitabile e io venni letteralmente spinta all’indietro, contro la cabina dalla quale ero appena uscita e che per fortuna era ancora aperta. Persi l’equilibrio, ma alla fine riuscii a restare in piedi e a uscire. Lì davanti c’erano fogli sparpagliati ovunque e per terra, disteso a faccia in giù, un uomo.
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n questi casi, normalmente, la prima reazione di una persona normale è quella di accertarsi con sollecitudine dello stato di salute dell’infortunato. Io, invece, iniziai a ridere, dapprima sommessamente e poi sempre più forte. L’uomo, intanto, si era messo seduto. Mi dava le spalle, quindi non lo vedevo in viso, ma notai che ruotava il capo a destra e sinistra, forse per capire se si fosse fatto male. Poi si voltò, attirato evidentemente dalla mia risata, e mi fissò con un’espressione di stupore mista a rabbia. Era un bel tipo, giovane, con i capelli un po’ scompigliati dopo l’impatto. Ma
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quello che mi colpì di più furono gli occhi, profondi e chiari. Mi osservò per alcuni secondi, da seduto, poi si alzò. — Si sta divertendo? — mi chiese, con un tono tra l’ironico e l’irritato. — Mi scusi, — dissi a voce bassa, senza riuscire a staccare il mio sguardo da quegli occhi, — ma lei è spuntato all’improvviso... non è colpa mia! Si è fatto male? Lui si guardò attorno e sospirò. C’erano fogli sparsi dappertutto, anche lontano da noi. Poi poggiò nuovamente lo sguardo su di me e, fissandomi, abbozzò un sorriso che mi lasciò senza fiato. — Ha ragione, — disse con più calma, — è colpa mia. Comunque, no, non mi sono fatto niente… Mi aiuta a rimettere insieme il mio dossier? Annuii. Quindi, mentre lui iniziava a raccogliere i fogli in un lato dell’atrio, io lo feci dalla parte opposta. Non potei fare a meno di gettare un’occhiata al primo documento e immediatamente avvertii un déjà vu: grafici, numeri, frasi che includevano parole come business plan e patrimonio aziendale. Presi un altro foglio, ed ebbi la conferma che si trattava di una ricerca di economia. Materia che conoscevo bene per averla masticata e studiata per anni. Continuai a raccogliere documenti, in silenzio, ma la mia mente intanto memorizzava sommariamente quello che rapidamente leggevo. Quando terminai, mi avviai verso l’uomo, che nel frattempo aveva terminato di raccogliere gli altri documenti e tentava di rimetterli insieme nel loro ordine logico. Porgendogli il tutto, lo
guardai dritto in quegli occhi che, dovevo ammetterlo, mi turbavano non poco. — Sta studiando per l’esame di economia aziendale? — chiesi. Lui alzò lo sguardo e mi fissò stupito. — Solo per curiosità, — continuai, — perché è un esame che ha impegnato parecchio anche me. Si mise a ridere. — No, quello veramente l’ho superato tempo fa. Sono laureato in Economia e Commercio e questo è il mio primo lavoro importante. O per lo meno spero lo diventi, — disse quasi sottovoce. Per alcuni secondi scese fra noi uno strano silenzio. Poi lui piantò quei suoi occhi maledettamente belli nei miei. — Ma… quindi anche lei è laureata… — … in Economia e Commercio, — dissi in fretta. A quel punto mi porse la mano. — Mi scusi, non mi sono presentato, io mi chiamo Pietro. — Piacere, Valentina, — risposi, stringendo esitante quella mano dalla presa forte, ma gentile. — Perché ha detto che spera che tutto questo diventi il suo primo lavoro importante? — domandai lanciando un’occhiata alla pila di fogli. Non ero riuscita a trattenermi dal chiederglielo, a costo di sembrare un’impicciona. Ma lui non mi sembrava infastidito. — Sto partecipando al bando di una grossa azienda che chiede un programma di ristrutturazione, — disse. — Come allargare il business e aumentare i ricavi, cose così… Ci provo. Sono settimane che dormo quattro ore per notte, avrò rifatto questa relazione almeno dieci volte, ma non ho molte speranze.
— Perché? — Lei ha idea di chi partecipa a questa gara? — sorrise. — Professionisti che da anni fanno questo lavoro, e che possono avvalersi di decine di collaboratori. Si tratta di un progetto importante, e forse avrei fatto meglio a lasciar perdere. Io sono solo, lavoro a casa perché non posso ancora permettermi uno studio. Non sono in grado di competere con loro.
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veva ragione, inutile mentire. Sapevo come andavano certe faccende. — Già, — dissi, — ma fa bene a provarci. Altrimenti avrebbe il rimpianto di non aver tentato. — Ha ragione. Grazie per la fiducia. Ora scappo, perché vorrei mostrare la relazione a un mio amico commercialista, che abita qui sopra, giusto per avere un parere… Capii che era ora di togliermi di torno. — Be’, auguri, Pietro, e stia attento quando corre, — dissi. Lui esitò un attimo prima di rispondere con un “grazie” e allontanarsi. Io mi avviai verso l’uscita del palazzo, ma mentre stavo per aprire il portone, sentii la voce di Pietro alle mie spalle che diceva: — Non posso pagarla, almeno per il momento, non posso garantirle nulla se non un panino a pranzo. Lavoreremo dieci ore al giorno, berremo caffè come fosse acqua, per non crollare dal sonno, e andremo a dormire con il mal di testa. La presentazione del progetto è tra una settimana. Se la sente di darmi una mano? Non mi prenda per pazzo, ma ho capito che questo è anche il suo campo. Sbaglio? Mi bloccai e mi voltai len-
tamente. Ma davvero stava parlando con me? Eppure sì, doveva essere così, c’eravamo lui e io soltanto in quell’androne. Pietro intanto mi osservava, in silenzio, aspettando che gli rispondessi qualcosa. Visto che per la sorpresa non riuscivo a parlare, aggiunse: — Può rispondere di no, nel caso lo capirei. Ma non mi dica che non può perché ha già un lavoro, perché non è vero. — E lei che ne sa? — domandai. Vidi il suo sguardo che si abbassava sulla cartellina trasparente che tenevo sottobraccio e dalla quale spuntava un mio curriculum. — Anch’io sono un buon osservatore, — disse, indicandola. — Ma non sa nulla di me, potrei essere un’incompetente.
Dopo un breve silenzio, piantò i suoi bellissimi occhi, chiari e profondi, nei miei — È vero, — fu la sua risposta, — ma non credo di sbagliarmi. Ho disperatamente bisogno di un aiuto, so che non ho speranze di farcela, ma come ha detto lei non potrei vivere con il rimorso di non averci tentato. Lo fissai per qualche secondo, annegando definitivamente in quegli occhi, poi sorrisi. Era una follia dire di sì a uno sconosciuto, lo sapevo bene, ma cos’avevo da perdere? In fondo avevo già perso tanto tempo in colloqui inutili, che dedicare qualche giorno a un progetto che richiedeva le mie competenze non mi avrebbe potuto far male, anzi. E poi quello che mi stava
chiedendo era proprio il lavoro che avevo sempre desiderato fare. — Va bene, accetto, ma sappia che io odio il caffè, — dissi allegramente. — Voglio a disposizione una teiera sempre piena. Adoro il tè. Il suo sguardo si addolcì. Si mise una mano nella tasca della giacca e mi porse un biglietto da visita col suo recapito. — Bene, allora a domattina! — esclamai, leggendo velocemente il suo indirizzo. Lui mi salutò con la mano, mentre si infilava velocemente nell’ascensore. Della settimana che seguì ricordo ogni minuto.
Pietro e io ci catapultammo in un vortice di numeri, diagrammi, grafici. Rivedemmo la relazione dall’inizio. Passammo ore a ragionare su scenari economici ipotetici e reali, effettuammo centinaia di simulazioni, incrociammo dati e notizie, mitragliando la tastiera dei nostri computer. L’unico momento di pausa che ci eravamo imposti era intorno a mezzogiorno, quando sbocconcellavamo un panino in silenzio, persi ognuno nei propri pensieri. In quei momenti mi accorgevo che, per la prima volta da mesi, mi sentivo soddisfatta. Sicuramente tutta quella fatica non sarebbe servita a nulla, i famosi e grandi studi professionali, con i loro seri e competenti collaboratori, ci avrebbero forse messo in ridicolo, ma finalmente potevo dire che
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Sfida (IM)POSSIBILE
stavo facendo qualcosa che mi entusiasmava. Insomma, lavorare con Pietro si rivelò fin da subito un’esperienza coinvolgente. Lui non imponeva le sue idee, ascoltava prima le mie teorie, poi se ne discuteva insieme, si elaborava un progetto, si rivedeva il tutto, ridiscutendone, magari ripartendo da capo. Ci accorgemmo, in quei pochi giorni, che le nostre menti lavoravano in sintonia completa. La sera eravamo distrutti, gli occhi pesti per le ore trascorse davanti ai video dei computer, il cervello annebbiato dai numeri e dalle parole.
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ietro mi riaccompagnava a casa con la sua utilitaria di seconda mano, che spesso faceva fatica a mettersi in moto. Una volta a letto mi addormentavo come un sasso, ma al mattino, all’alba, ero già sotto la doccia, ansiosa di raggiungere Pietro e di ricominciare. Alla fine di quella settimana faticosissima, il nostro progetto era pronto. Pietro ne stampò una copia per rileggerlo un’ultima volta e controllare che non ci fossero errori. Vidi che era molto preoccupato, e in ansia. — Adesso non ci pensare più, cerca solo di essere pronto per lunedì, — cercai di rincuorarlo. — Promettimi che domani cercherai di rilassarti. Vedi di non prendere un raffreddore e tira fuori dall’armadio il vestito più elegante che hai. Lui mi sorrise. — Mi fai dare un’occhiata alla copia definitiva? — domandai.
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Ci accorgemmo presto che le nostre menti lavoravano in perfetta sintonia — Sì, certo. — Mi passò il voluminoso plico. E vidi che sotto il titolo, accanto al nome di Pietro, c’era anche il mio. Alzai lo sguardo sul suo viso. — Ma… ci sono anch’io? — Mi sembra il minimo, pensavi per caso che mi sarei preso tutto il merito del disastro al quale stiamo andando incontro? Rimasi a fissarlo senza riuscire a dire una parola. — A proposito, — continuò. — Vedi di tirare fuori dall’armadio anche tu il vestito più elegante che hai. Lunedì mattina passo alle sette a prenderti, la presentazione è alle nove. Tu tratterai la prima parte, quella relativa ai mercati e al business plan, io relazionerò sul resto. — Oddio, Pietro… Non ce la farò mai. Lui mi prese una mano tra le sue e la strinse dolcemente. — Sarai fantastica, ne sono certo, — affermò con un tono che non ammetteva repliche. Il lunedì mattina eravamo seduti l’uno accanto all’altra su un divano in pelle, in una sala d’aspetto che a occhio e croce aveva la stessa estensione di una piazza. C’era un silenzio irreale nella stanza, gli unici rumori soffocati erano quelli dei passi delle segretarie e degli impiegati che passavano veloci a testa bassa. Quando finalmente terminammo la nostra presentazione eravamo sfiniti dalla tensione, ma soddisfatti. Ci sedemmo di nuovo nella sala d’attesa, cer-
cando di smaltire l’agitazione. Pietro fissava la moquette grigio perla con aria stralunata, io non riuscivo a fermare il tremolìo delle mani. Di fronte a noi, su altri divani, c’erano i nostri concorrenti. Elegantissimi, valigette in pelle lucida, tablet di ultima generazione, confabulavano sottovoce e ogni tanto ci rivolgevano sguardi divertiti. Potevo intuire cosa dicessero e pensassero, probabilmente ci giudicavano dei pazzi, per aver anche solo pensato di sfidarli. Alcuni avevano già presentato i loro lavori, altri erano ancora in attesa. — Forza, andiamo, — mi disse Pietro a un certo punto. — Speriamo che ci facciano sapere qualcosa in fretta. — Mi prese la mano e ci avviammo verso l’uscita. — Valentina, — continuò, — prima di conoscerti ero sul punto di mollare. Grazie a te abbiamo già raggiunto un traguardo impensabile. Non è il caso di illuderci o raccontarci favole, sappiamo bene che non vinceremo la gara, ma io sono già felice così. Immensamente felice, — disse guardandomi negli occhi. — Insieme abbiamo fatto un ottimo lavoro. Ero totalmente d’accordo con lui... Mi riscuoto da quei pensieri e, mentre vago con lo sguardo sui tetti della città, godendo attraverso la vetrata del mio ufficio dei tiepidi raggi di sole che entrano, sento bussare alla porta. È Lina, una delle segretarie del nostro studio. — Dottoressa, le volevo solo ricordare l’appunta-
mento delle dieci, — dice, sfogliando un blocco di appunti che tiene in mano. — Grazie, Lina. L’ha ricordato anche a mio marito? — le chiedo. Lei non fa in tempo a rispondere che Pietro appare sulla soglia con un sorriso smagliante. — Sì, la nostra Lina è efficientissima! — dice. Mi abbraccia forte e poi prendendomi il viso tra le sue mani, pianta quegli occhi dolcissimi nei miei. — Amore, non ti stai affaticando troppo? — mi chiede con una punta di apprensione. Poi lentamente abbassa una mano e accarezza con dolcezza il mio ventre. — Non preoccuparti, tua figlia sta benone, — rispondo allegra, — è da stamattina che non smette di rifilarmi calci.
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i voltiamo verso l’ampia vetrata, Pietro sorride tenendomi un braccio attorno alla vita. In silenzio osserviamo la distesa di tetti sotto di noi. Pietro non parla, ma è come se sentissi i suoi pensieri. Ce l’abbiamo fatta, siamo i titolari di un importante studio di consulenza aziendale. Tutto merito di quella follia, di quel progetto con il quale sfidammo i più grandi professionisti della città. Perché sì, quella gara alla fine la vincemmo noi. E da lì in poi è stato tutto un successo. A volte mi chiedo come tutto ciò sia potuto accadere. Poi osservo Pietro e la risposta è sempre la stessa: il nostro amore, sbocciato nel preciso istante in cui lui mi travolse per prendere un ascensore, è stato talmente forte da vincere anche le sfide impossibili. Valentina C.
VITA VERA
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l cellulare inizia a squillare proprio mentre sto per aprire la porta di casa. Non ho bisogno di guardare il display per sapere chi mi sta chiamando. Può trattarsi solo di mia sorella, la solita impicciona. Solo lei si permette di chiamarmi a quest’ora. So cosa vuole: che le racconti come è andata la mia serata. Già la immagino, fremente e nervosa, intenta a mangiucchiarsi le unghie in attesa che io risponda alla sua chiamata. E magari ha ancora i suoi ospiti in casa! No, non le risponderò, la lascerò cuocere nel suo brodo. E poi, che cosa dovrei raccontarle? Che la serata è stata come al solito un disastro? Che l’uomo che mi ha invitato a cena si è rivelato noioso e superficiale, proprio come tutti gli altri? Mi pare di vedere già lo sguardo di biasimo della mia cara sorellona. Perché secondo lei è colpa mia se non riesco a trovare l’anima gemella. Se, superati abbondantemente i quaranta, sono ancora single... — Zitella sei, altro che
E se FOSSE quello giusto?
Filippo non sbaglia quando dice che sono prevenuta nei suoi confronti. Ma, leggendo i suoi messaggi, comincio a ricredermi... Intimità
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E se FOSSE quello giusto?
single! — mi ha urlato la scorsa settimana al mio ennesimo rifiuto di passare il ponte del 25 aprile in un agriturismo, insieme a lei, a suo marito e al loro gruppo di amici. Tra i quali, manco a dirlo, c’è l’onnipresente Filippo, collega di mio cognato, divorziato da un paio d’anni e candidato da lei prescelto a interrompere il mio status di “zitellaggio”. Ci sta provando in tutti i modi, Giovanna, a far scattare la scintilla tra noi, ma ancora non s’è resa conto che tra me e il loro caro amico non c’è proprio feeling.
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referirei rimanere sola per tutta la vita piuttosto che essere legata a un uomo come lui. Non lo sopporto e non mi stupisce affatto che la moglie l’abbia piantato. Lo so, sono meschina a pensare queste cose, ma Filippo è davvero l’antitesi dell’uomo che vorrei al mio fianco. E non certo per il suo aspetto. Anzi! È davvero un gran bel tipo: alto, capelli chiari e pure un fisico notevole. Del resto, è uno che ci tiene a mantenersi in forma, pratica parecchi sport, tra cui anche uno estremo, di cui al momento non ricordo il nome. Dai discorsi sentiti durante le tavolate organizzate da mia sorella ho capito che è vegetariano, o comunque amante dell’alimentazione sana. Inoltre è un rinomato architetto, anche più di mio cognato, con cui condivide lo studio. Be’, dipinto così sembrerebbe il marito ideale, e agli occhi di mia sorella lo
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Intimità
è davvero, visto che da mesi cerca in tutti i modi di farci fidanzare. Ma il punto è che la cosa non funziona, è come se tra noi ci fosse un muro. E lei non vuole capirlo, accidenti! Lo so, comunque, che la colpa è mia. Se sono ancora single è perché qualcosa mi ha sempre impedito di credere fino in fondo in un progetto di vita a due. Anche in quelle relazioni che sembravano importanti. Come ad esempio quella con Giancarlo... Ci eravamo conosciuti e innamorati che io avevo venticinque anni e mi ero appena laureata. La storia era andata avanti senza intoppi, almeno finché lui non aveva cominciato a parlare di matrimonio e a me erano venuti gli attacchi di panico. Nel vero senso della parola. La prima volta era accaduto una notte: mi ero svegliata e al pensiero che di lì a poco avrei diviso per sempre il mio letto con Giancarlo avevo provato un terribile senso di oppressione al petto. Che era un attacco di panico me lo aveva spiegato, qualche settimana più tardi, il medico a cui mi ero rivolta, dato che l’episodio non era rimasto isolato: ogni volta che pensavo che qualcuno potesse invadere i miei spazi mi mancava l’aria. Del resto, avevo fatto tanto per conquistarmi la mia indipendenza e non era pensabile che un uomo venisse a rovinare il mio equilibrio perfetto. Un uomo che mi avrebbe visto ogni mattina struccata, sciatta e con i capelli arruffati. Un uomo a cui avrei dovuto fare spazio in bagno, un uomo che avrebbe condizionato la mia libertà di cenare a qualsiasi ora, con quello che mi andava, come ormai ero abituata a fare. Quella sensazione di sof-
focamento mi aveva fatto capire che non avremmo potuto continuare la nostra storia. O meglio, che io non ero in grado assolutamente di fare progetti per il futuro. Non per il momento, almeno. Avevo lasciato Giancarlo, spiegandogli semplicemente la mia incapacità di pensare al matrimonio. La ritrovata sensazione di libertà aveva messo fine immediatamente agli attacchi di panico. Ovviamente mia sorella, all’epoca già sposata e in attesa del mio primo nipotino, ci era rimasta malissimo. Giancarlo era un tipo a posto, piaceva pure a mamma e papà, come avevo potuto essere così scellerata da lasciarlo? Ero impazzita, forse? Quante me ne avevano dette tutti quanti! D’accordo, una spiegazione logica non c’era. Ma dopotutto la vita era mia e se non me la sentivo di convivere con un uomo verso cui, a quel punto l’avevo capito, non provavo che tiepidi sentimenti, non dovevo certo essere rimproverata come una bimbetta. Cosa che invece avevano fatto sia mia sorella sia mia madre, e per lungo tempo. Del resto, il matrimonio era sempre stata la loro più grande aspirazione. — Una donna senza un uomo al suo fianco non è niente, – amava ripetermi mia madre. — Hai quasi trent’anni, Luisa. Se continui così, non troverai più nessuno disposto a sposarti, — la supportava mia sorella. — Presto non ci saranno più uomini liberi. Rischi di doverti accontentare dello scarto lasciato dalle altre, più furbe di te. E le prediche di mia madre sono continuate fino a un paio d’anni fa, quando è mancata in seguito a un in-
farto, mentre quelle di mia sorella proseguono ancora oggi. Ma io la lascio dire. Non ho mai invidiato la sua vita serena e ricca di affetti. E nemmeno quella delle mie amiche, che mentre io passavo da una storia a un’altra si sposavano e mettevano al mondo figli. E pensare che a un paio di questi matrimoni avevo afferrato persino il bouquet della sposa, segno considerato benaugurante... ma all’altare non sono mai arrivata.
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dire il vero ci ero andata vicino, qualche anno fa. Simone sembrava davvero l’uomo adatto a me. Stavamo insieme da un bel po’, ci conoscevamo bene, e una sera, mentre eravamo al ristorante, mi aveva regalato l’anello di fidanzamento e fatto la relativa proposta di matrimonio. Per fortuna ero seduta, perché mi era venuto un mancamento. Ricordo che Simone parlava e io non capivo più nulla di quello che mi stava dicendo; di nuovo, quel senso di soffocamento, quella mancanza d’aria e la mia mente proiettata solo verso la fuga. Volevo scappare: da lui, dai suoi progetti, dalle responsabilità che la vita a due avrebbe comportato. E alla fine ero scappata davvero, un’altra volta. Eppure, dopo tutto questo, mia sorella non si è ancora arresa all’idea che io rimanga single. — Io non ti capisco Luisa, ma cos’hai nella testa? Cosa stai aspettando, il Principe Azzurro? Non esiste, lo vuoi capire? — ha esclamato, irritata, quando le ho detto che per il ponte del 25 aprile non sarei andata con loro all’agriturismo. — Che succederà quando invecchierai, quando starai male,
quando io non ci sarò più? — ha concluso con quel suo tono melodrammatico che mi urta i nervi. Mi è venuto da ridere. — Cosa ti fa pensare che morirai prima di me? Dopotutto hai solo qualche anno in più e nessun controllo sull’ineluttabilità del destino. — Smettila, hai capito benissimo cosa intendo dire, — mi ha risposto, fulminandomi con lo sguardo. — Quello che mi fa rabbia è che a te gli uomini non mancano. No! A te manca proprio qualche rotella! — ha tuonato, inviperita, quasi che la mia solitudine fosse questione di vita o di morte. — Possibile che siano tutti sbagliati, i tuoi fidanzati? Come lo vuoi quest’uomo, programmato al computer?
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uesta è stata la nostra penultima discussione in merito alla questione. L’ultima l’abbiamo avuta ieri, quando Giovanna mi ha telefonato tutta pimpante per invitarmi a cena, questa sera. — Vestiti bene, mi raccomando, non saremo soli, — mi ha avvertito. — Che significa non saremo soli? Chi ci sarà? — ho chiesto innervosita. Lei ha glissato, limitandosi a dire che ci sarebbero stati i soliti loro amici, che conoscevo bene. — E naturalmente ci sarà anche Filippo, giusto? — le ho domandato alzando un po’ il tono della voce. Non mi va proprio che si trami alle mie spalle, perché è questo che fanno lei e il marito. Organizzano appuntamenti al buio per farci incontrare, sperando che tra noi scocchi la scintilla. Possibile che non si rendano conto di quanto poco siamo affini? Tutte le volte che ci siamo
Mia sorella non capisce, lui è l’antitesi dell’uomo che vorrei al mio fianco! incontrati, Filippo mi ha rivolto la parola per cose di poco conto. E le nostre brevi conversazioni sono state sempre un po’ superficiali, soprattutto per il fatto di avere gli occhi di Giovanna e di mio cognato addosso. Mi sembra d’aver capito che lui ama molto leggere, che è appassionato di letteratura russa, ma non mi piace quella sua aria supponente di chi è sicuro del suo posto nel mondo. Forse perché io non sono come lui e ancora lo sto cercando, il mio posto nel mondo. Per farla breve, ieri sera Giovanna e io abbiamo litigato al telefono e alla fine ho rifiutato il suo invito, adducendo come scusa un appuntamento più importante. Per ripicca, poi, ho accettato di uscire con un mio nuovo collega, che per la verità mi fa la corte da quando è arrivato. Credevo che avremmo potuto chiacchierare con tranquillità, invece è stata una serata da dimenticare. Lui non ha fatto altro che sbirciare il telefono per tutto il tempo, da vero cafone. Come un ragazzino, continuava a fotografare ogni portata e a pubblicarla sui social. Il culmine l’ha raggiunto quando mi ha chiesto un selfie da condividere su Facebook. Non so cosa mi abbia trattenuto dal rovesciargli in testa il mio bicchiere! Insomma, una delusione totale. Mi ero fatta un’idea di lui completamente diversa. Peccato! Non sono mai stata così in imbarazzo come durante il viaggio in auto, mentre mi riaccompagnava a casa.
Per fortuna il tragitto è stato breve e una volta arrivata mi sono precipitata fuori dalla macchina, salutando a malapena il mio accompagnatore. Un’altra serata da dimenticare… Comunque, non avrei mai dovuto dire a mia sorella che stasera avevo un appuntamento. L’ho fatto perché non mi accusasse per l’ennesima volta di essere una zitella acida che passa i suoi sabati sera sul divano. E adesso non potrò sottrarmi al suo terzo grado. Ma non questa sera. Non mi va proprio di parlarne, quindi non rispondo alla sua chiamata. “Scusami sono molto stanca, ci sentiamo domani”, le scrivo su WhatsApp. Invio il messaggio e sto per spegnere il telefono quando mi accorgo di un altro messaggio in entrata. Arriva da un numero che non conosco e la foto del profilo, che ritrae un paesaggio stupendo, non mi dice nulla. Quando però leggo il contenuto capisco immediatamente chi è il mittente: Filippo. Come avrà fatto ad avere il mio numero? Certo, che sciocca, da mia sorella, chi altri? Leggo: “Scusa l’intrusione, so che stasera sei impegnata altrove. Volevo solo dirti che se sono io il motivo del tuo rifiuto a partecipare alle cene di tua sorella, puoi anche dirmelo. Non siamo obbligati a incontrarci e hai molto più diritto tu di me di essere al loro tavolo. Ho capito il loro gioco e non piace a me come non piace a te. Del resto, la tua avversione nei miei confronti è piut-
tosto evidente! Peccato, ho anche scoperto che abbiamo gli stessi gusti letterari. Ah… Se sono sempre io la causa del tuo rifiuto a partecipare alla breve vacanza dopo Pasqua, vai pure tranquillamente con i tuoi. Io non ci sarò”. Il messaggio finisce così, senza neanche un saluto. Ma cosa vuole da me? Farmi sentire in colpa? Be’… in effetti c’è riuscito alla grande. Che cosa faccio, gli rispondo?
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i rifletto pochi istanti, poi digito rapida un messaggio di scuse per non aver partecipato alla cena di mia sorella e lo rassicuro sul fatto che non è assolutamente lui la causa della mia assenza. Gli scrivo che avevo un appuntamento già concordato tempo fa con un mio caro amico. Aggiungo anche che mi dispiace se mia sorella ha fatto o detto qualcosa che può averlo messo in imbarazzo circa “noi”, e sottolineo che io sono assolutamente estranea a ogni tipo di tattica nei suoi confronti. Concludo chiarendo una volta per tutte che le uscite combinate le detesto e che, se proprio volessi trovarmi un compagno, sceglierei qualcuno che piace a me, e non ai miei familiari. Invio. Non avrò esagerato? Se così fosse, ormai è troppo tardi. Oltretutto, vedo che lui ha già visualizzato il messaggio. E sta scrivendo… Faccina che ride, pollice in su. È questa la sua risposta? Che delusione, un altro che credevo adulto e invece si comporta da ragazzino troppo social. Chissà che mi aspettavo. Sta ancora scrivendo, noto subito dopo. Non riesce a trovare l’emoticon giusta? Ora lo mando al diavolo! Intimità
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E se FOSSE quello giusto?
Sto per chiudere, ma arriva finalmente la sua risposta. E stavolta è un testo chilometrico. “Senti, Luisa, credo che entrambi abbiamo cominciato col piede sbagliato. Siamo prevenuti l’uno nei confronti dell’altra, perché abbiamo intuito le manovre di tua sorella e di suo marito per farci conoscere. Lascia perdere tutto. La verità è che mi piacerebbe davvero conoscerti meglio e diventare amici. È un po’ imbarazzante ogni volta sedermi a un tavolo accanto a te e vedere che sei più gelida di un ghiacciolo. Non ho colpe, sai? All’inizio pensavo che fossi solo arrogante, poi ho parlato con tuo cognato e mi ha spiegato che è Giovanna a darti il tormento. So cosa vorrebbe, ma sta a noi decidere, non credi? Io
Forse sto diventando grande e in grado di vivere una storia senza scappare... proporrei di incontrarci altrove, senza di loro, per fare due chiacchiere in libertà. So per certo che abbiamo delle cose in comune, anche una condivisa “allergia” per i legami troppo impegnativi. Che dici? Io in quell’agriturismo andrei volentieri, ma se per te la mia presenza è un problema, mi tiro indietro. Se invece riusciamo a partire senza farci condizionare da quello che altri si aspettano da noi, be’, direi che una passeggiata nei prati non può essere pericolosa. Prometto che non ti butterò in un burrone!”. Scoppio a ridere. Hai capito il caro Filippo, che umorismo ha? Dove l’avrà tenuto nascosto, finora? Però ha ragione sui pregiudizi. Ero così arrabbiata per
i goffi tentativi di mia sorella di farmi fidanzare per forza con lui che non gli ho lasciato la possibilità di farsi conoscere. Ma sì, perché non provare a essere amici, a conoscerci meglio? Però lontano dagli sguardi compiaciuti di Giovanna, per carità. Anzi, dovrò avvertire Filippo di non far parola con lei di questa nostra conversazione. Lo so, sono quella che scappa, è vero. Ma Filippo mi incuriosisce, lo ammetto. E poi, mica lo devo sposare. Anche lui ha detto che è allergico ai legami duraturi. Insomma, si vedrà… Quindi gli rispondo. “Sono d’accordo con te. Farci la guerra non conviene a nessuno. E non credo
mi butteresti in un burrone. Mi sembri avere strumenti migliori, tu...”. Vedo dal display del cellulare che lui mi sta scrivendo. Mi metto comoda sul divano. Ho come il presentimento, piacevolissimo, che la serata stia prendendo una piega decisamente migliore di quella che immaginavo. E anche se penso che un giorno... lontano certo, potremmo condividere la quotidianità, non provo quella stretta al petto. Che io sia ormai diventata grande e in grado di vivere una storia senza scappare? Chissà, se son rose fioriranno, mi dico, ma stasera mi sento ottimista. Mia sorella, non paga di avermi chiamato sul cellulare, mi cerca anche al fisso. Non rispondo, che aspetti domani. Ora sono impegnata col suo amico Filippo, e la cosa si sta facendo interessante! Luisa D.
Da cuore A cuore CERCO DOLCEZZA ❤ Nome: Claudio ❤ Età: 59 anni ❤ Da: Genova Sono uomo solo, mai sposato, alto, gradevole, amante della dolcezza, della natura. Gradirei conoscere una donna affettuosa, sensibile, scopo amicizia con la prospettiva di arrivare al matrimonio. Valuto anche la possibilità di trasferirmi. Scrivetemi a: camea9@libero.it VOGLIO INNAMORARMI ❤ Nome: Mariagrazia ❤ Età: 58 anni ❤ Da: Roma Ancora innamorata della vita e con tanta voglia di innamorarmi, cerco un compagno che la pen-
si come me, perché credo che le belle emozioni si possano vivere a qualunque età. Sono separata da tanti anni, di bell’aspetto, economicamente indipendente, cerco una persona colta, attraente, ottimista, seria e non necessariamente residente a Roma. Astenersi se privi dei requisiti. Scrivetemi a: 2009@hotmail.it ASPETTO UNA COMPAGNA ❤ Nome: Umberto ❤ Età: 67 anni ❤ Da: Milano Insegnante in pensione, definito bell’uomo, distinto, serio, onesto e sincero, sensibile, affettuoso e premuroso. Ben sistemato, cerca una compagna carina, max 60enne e
libera da impegni, possibilmente della provincia di Milano. Scrivetemi a: umbertoartusa1940@gmail.com SE CREDI NELLA FAMIGLIA ❤ Nome: Valentina ❤ Età: 27 anni ❤ Da: Verona Sono una ragazza leale, simpatica, sincera, che crede nei valori della famiglia, mi piace viaggiare e visitare sempre posti nuovi, vorrei conoscere qualcuno delle mie parti o comunque vicino, di età compresa tra i 27 e 37 anni, libero e che come me creda nei valori tradizionali e di aspetto curato. Scrivetemi a: valiuska89@hotmail.it
Indirizzate le vostre lettere, specificando nome proprio, età e luogo di provenienza a: “Da cuore a cuore”, INTIMITÀ, Piazza Aspromonte 13, 20131 Milano o via mail a dacuore@quadratum.it ATTENZIONE - L’Editrice Quadratum e Intimità si limitano a pubblicare i messaggi dei lettori, senza assumere alcuna responsabilità in merito ai contenuti degli stessi. Saranno pubblicati esclusivamente gli annunci che abbiano indicato un “fermo posta” (per la corretta affrancatura informarsi presso l’ufficio postale), una “casella postale” o un indirizzo “e-mail”, nei quali non sia presente il cognome.
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ai sentito la novità? — mi domanda Lorenzo durante l’intervallo, venendo a sedersi nel banco accanto al mio. Non immagino proprio di cosa stia parlando, ma a giudicare dal tono della sua voce deve essere qualcosa di importante. — Non so nulla, — rispondo distrattamente, — di che novità parli? Lorenzo non si fa pregare due volte per mettermi al corrente di ciò che sa. — Il nostro consiglio d’istituto ha approvato un’iniziativa green, — mi rivela sottovoce, — e subito dopo Pasqua noi del quinto anno dovremo ripulire il cortile della scuola. Togliere erbacce, sistemare le aiuole e piantare nuovi alberelli per
VERDE è bello
dare un senso di continuità a chi verrà dopo di noi, — ride nervosamente. — Non vedo cosa ci sia da ridere, — replico infastidita. L’idea non è male, dopotutto abbiamo la fortuna di stare in una scuola un po’ fuori dal caos della città, con molto spazio a disposizione e abbastanza verde intorno. Certo, i fondi scarseggiano e i collaboratori scolastici che possono occuparsi anche del giardino sono diminuiti negli anni, per cui il cortile non ha più un bell’aspetto curato. Ci sono erbacce dappertutto e i pochi fiori sopravvissuti all’inverno faticano a emergere in tutta quella boscaglia. Ricordo bene quando abbiamo piantato con le nostre mani primule e petunie e per anni sono fiorite rigogliose. Ora invece si vedono appena!
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Però se ci fossimo messi tutti d’impegno avremmo potuto restituire al nostro bel giardinetto lo splendore di un tempo! Guardo Lorenzo con attenzione. È evidente che mi sta nascondendo qualcosa. — Non mi hai detto tutto, vero? — lo incalzo sorridendo. — Cosa c’è che non ti convince di questo bel progetto? Lui abbassa gli occhi, mortificato. — Be’… vedi… il fatto è che… — balbetta come al solito. È così ogni volta che si sente messo alle strette. La cosa mi dà sempre un gran fastidio. Lorenzo non è certo famoso per il suo coraggio, ma non può pensare di gettare la pietra nello stagno per poi ritirare la mano! — Allora, vuoi dirmi una buona volta cosa stai nascon-
dendo? — lo aggredisco. — Abbassa la voce! — esclama in preda al panico. — Sono venuto subito a dirtelo perché ti voglio bene e non mi piace che tu lo scopra da altri, — aggiunge imbarazzato. Devo chiarire che Lorenzo e io abbiamo la stessa età e abitiamo nello stesso palazzo. Abbiamo frequentato le stesse scuole e credo che non ci sia un momento della mia vita in cui lui non sia stato presente. Non ho fratelli, solo due pestifere sorelline minori. Lorenzo quindi è sempre stato il fratello che mi è mancato, quello a cui confidare i segreti, a cui chiedere consigli. Non abbiamo mai litigato e penso che sia impossibile bisticciare con lui perché ha un carattere mite e accomodante. Forse anche
troppo! In effetti mi scoccia parecchio vedere come tutti approfittino della sua bontà e della sua intelligenza. Non fa altro che aiutare gli altri e beccarsi rimproveri dai prof perché durante i compiti in classe viene chiamato da tutti per avere suggerimenti. A essere sinceri, anch’io l’ho fatto qualche volta. Soprattutto quando ci sono le verifiche di greco e latino. Ma che c’entra? Io sono sua amica da una vita e di certo non mi approfitto di lui... non lo tratto con cattiveria. Mirco e gli altri invece… non perdono occasione per deriderlo chiamandolo secchione o peggio, salvo poi supplicarlo quando hanno bisogno. E lui non si tira mai indietro. Ho provato mille volte a fargli entrare in quella zucca dura che i nostri compa-
PER VOI RAGAZZE
Sono entusiasta di questo progetto che consentirà a tutti noi dell’ultimo anno di far “fiorire” il giardino del liceo! gni di classe sono degli egoisti senza morale perché alla fine non si degnano nemmeno di ringraziarlo. O meglio, lo fanno sì, ma sempre con epiteti del tipo “Grazie secchione” oppure “ Grazie sfi” dove “sfi” sta per sfigato. Ma sto divagando e invece io voglio sapere cosa è successo al consiglio d’istituto. — Insomma, Lorenzo, ti decidi a parlare o devo tirartele fuori con le pinze le parole? — lo minaccio con un mezzo sorriso. — Sai chi è il nostro rappresentante di istituto, vero? — mi chiede. — Certo che lo so. Non vedo però come quel pallone gonfiato di Mirco possa rappresentare un problema, — rispondo indispettita. — Be’, lui in qualità di portavoce degli alunni ha chiesto la totale estromissione delle ragazze da questo progetto green perché… — Che cosa? — sbotto indignata. — Come può arrogarsi il diritto anche solo di pensarla una cosa simile? Che razza di… ancora ci sono queste discriminazioni tra noi? — urlo quasi. — Di che cosa ti preoccupi? — interviene la mia vicina di banco Carla che ha ascoltato la nostra con-
versazione, nonostante i goffi tentativi di Lorenzo di parlare sottovoce. — Io francamente non ci tengo a rovinarmi le unghie con quelle erbacce secche. E non capisco come possa piacere a te. A meno che… — aggiunge sarcastica. — A meno che cosa? — rispondo già sul piede di guerra. So benissimo dove vuole andare a parare la perfida! Ma si sta sbagliando di grosso se pensa che io muoia ancora dietro a quel bellimbusto di Mirco. È vero. Siamo stati insieme ed è stato anche bello finché è durato. Ed è durato fino a quando non mi sono resa conto che io non ero l’unico amore della sua rubrica! Per puro caso ho scoperto di essere “Amore 2” e che c’erano anche un “Amore 1” prima di me e un “Amore 3” dopo. Nella rubrica del suo smartphone chiaramente. La nostra era una relazione decisamente… condivisa, per usare un termine moderno. Ognuna di noi tre ignorava l’esistenza dell’altra anche perché il caro Mirco è stato molto furbo e ci ha “scelto” con una certa accortezza. Non ci saremmo mai incontrate perché una abita a venti chilometri di distanza, nel paese dove risiedono i suoi nonni, mentre l’altra in un quartiere periferico della città e frequenta la sua stessa palestra. Non so proprio come abbia fatto a gestire tre storie diverse e chissà per quanto avrebbe continuato se non avesse dimenticato il cellulare a casa mia, un giorno che stavamo studiando insieme. C’era pure Lorenzo quel pomeriggio e ricordo che Mirco è andato via un po’ prima rifilandoci la scusa di sua madre che non stava bene. Non avevo motivo di dubitare. Era uscito da pochi minuti quando il suo cellula-
re ha cominciato a squillare. Non ci eravamo nemmeno accorti che era rimasto incastrato nei cuscini del divano. A quel punto mi sono alzata dal tavolo per andare a prenderlo e ho visto lampeggiare sul display quell’ “Amore 1”. Un colpo al cuore che è diventato ancora più forte quando controllando la sua rubrica ho scoperto “Amore 3”. Senza contare tutte le frasi sdolcinate scambiate in chat con loro due, che erano molto simili a quelle che l’imbecille scriveva a me. Inutile dire che tra noi è finita all’istante e lui non ha cercato nemmeno di discolparsi. Ma ormai è una storia dimenticata da tempo. Per questo l’insinuazione velenosa di Carla mi dà fastidio, anche se lei comunque lascia cadere il discorso... Penso all’iniziativa green della scuola, penso che non sia giusto che non abbiano incluso noi ragazze. Io amo la natura e come me tante altre compagne di questo istituto e certamente non ci fa paura un po’ di lavoro. Anzi. È un modo per renderci utili, per fare del volontariato restituendo bellezza al giardino della nostra scuola. Sappiamo benissimo che fondi per rendere decorosi gli ambienti scolastici non ce ne sono. Per una volta che possiamo fare da soli, perché delegare solo ai maschi? — Senti, Lorenzo, — lo interrogo, — sei sicuro di quello che mi hai detto? — Be’, proprio sicuro no, — bofonchia. — Mirco ne parlava poco fa nel corridoio e mi ha chiesto se io fossi d’accordo con la loro proposta. — E tu che hai risposto? — Che ho risposto? Niente, cosa potevo dire. Non sono d’accordo, è ovvio. Sono veramente allibita. Mi auguro che i nostri inse-
gnanti abbiano espresso il loro dissenso. — E con che motivazione pensano di escludere le ragazze? — chiedo a Lorenzo. — Non so, Mirco diceva che si creano meno problemi quando non ci sono donne e soprattutto è convinto che non interessi a nessuna di voi sporcarsi con la terra come un contadino. — Che brutto maschilista! — rispondo disgustata. È un discorso sessista e del resto che potevo aspettarmi da uno come Mirco? In ogni caso, credo che l’ultima parola spetti a noi tutti. Di certo il progetto non potrà partire in sordina e senza che ne abbiano parlato alle quinte di questo liceo. Ce ne sono ben sei e sicuramente le ragazze non saranno tutte smorfiose e scansafatiche come Carla. Anzi, ne conosco parecchie pronte a combattere pur di vedere riconosciuti i propri diritti. Forse piantare fiori ed estirpare erbacce non sono contemplati come diritti delle donne, ma è il principio che mi dà fastidio. Come si fa a pensare ancora di poterci escludere da una qualsiasi attività? — Senti… Non dire a Mirco che ti ho parlato del progetto. Mi accuserebbe di essere uno spione, — mi chiede preoccupato Lorenzo. — Tranquillo — lo rassicuro. — Speriamo che quella vipera di Carla tenga per sé quello che ha sentito, — aggiungo, — e comunque la devi smettere di temere tutto e tutti. Sei mio amico, è normale che tu mi abbia parlato di questa iniziativa. Riguarda tutti noi, non solo Mirco e i suoi compagni. Rilassati, — aggiungo toccandogli la spalla. Lo sento sobbalzare come se avesse ricevuto la scossa. Ed è pure arrossito fino alla cima dei capelli. Accidenti alla sua timidezza. Eppure Intimità
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con me non dovrebbe averne, ci conosciamo da quando siamo nati, abbiamo vissuto in simbiosi per anni, prima dell’adolescenza… Come può arrossire solo per un semplice contatto fisico? Un campanello d’allarme risuona da qualche parte del mio cervello. Anche il frammento di una frase sentita per caso da mia madre mentre parlava con quella di Lorenzo. E si riferiva proprio a noi due e a tutto l’affetto che ci lega. — Chissà che l’affetto non possa trasformarsi in qualcosa di più — ho sentito dire a Olga, sua madre. — Lorenzo mi sembra molto preso da Isabella. A me è venuto da ridere, ma non ho detto nulla e nemmeno sono intervenuta per avvertirle che avevo sentito tutto. Lorenzo e io, che assurdità! Solo che adesso guardandolo e ripensando al suo comportamento… non vorrei che mi vedesse con altri occhi! Perché io non potrei proprio ricambiarlo. Cioè, voglio dire… sì, gli voglio molto bene ma come si può volere bene a un amico, a un cugino, a un fratello. Non riesco a immaginarlo come un possibile fidanzato. L’intervallo è finito e ognuno torna al proprio banco. All’ultima ora entra la vicepreside e tutti ci alziamo in senso di rispetto. Lei annuisce compiaciuta. — Comodi, ragazzi, — dice. — Sono qui per informarvi di un’iniziativa green che vogliamo mettere in pratica con voi dell’ultimo anno. Abbiamo deciso di dare una ripulita al cortile della scuola e piantare nuovi alberelli. Sei, per la precisone. Uno per ogni
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quinta classe dell’istituto. Inoltre, un vivaio qui vicino si è impegnato a fornire gratuitamente una bella quantità di fiori di stagione. Ve ne occuperete tutti insieme e saranno per voi e per tutti quelli che verranno i fiori dell’amicizia. Ogni anno, quando fioriranno, saranno un simbolo per la nostra scuola. Sta per partire un applauso, ma la vicepreside ci blocca subito. — Un’ultima cosa, prima di lasciarvi, — aggiunge in tono severo. — La proposta di qualcuno di voler escludere la parte femminile da questo progetto è chiaramente stata respinta, — ci informa guardando Mirco. — Non è assolutamente pensabile in una società civile come la nostra e in un istituto come questo incoraggiare discorsi sessisti che non hanno alcun senso. E non c’è alcun tipo di lavoro svolto dall’uomo che non possa essere fatto, e anche meglio, da una donna. Chiunque non sia d’accordo con questa affermazione può tranquillamente ritenersi, fin da ora, esonerato dal partecipare all’iniziativa. Inutile dirvi che rappresenterà una nota di merito sul vostro punteggio finale. Ora l’applauso può partire, — conclude con un ampio sorriso. E l’applauso arriva scrosciante per le parole di questa donna che ha rimesso al suo posto quel bellimbusto di Mirco. Mi sono preoccupata per niente. Avrei dovuto avere più fiducia nei miei professori e soprattutto nella nostra vicepreside. Non avrebbe mai permesso che la proposta di Mirco venisse presa in considerazione. Che bello, non vedo l’ora di mettermi all’opera. Sono certa che i nostri fiori dell’amicizia fioriranno per sempre in questa scuola! Isabella V.
Per me Valeria era solo un’usurpatrice ed ero decisa a farle la guerra. Poi, però, ho capito lo sbaglio che stavo commettendo
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ai a scuola con quei jeans? La voce pacata di Valeria mi raggiunge mentre sto aprendo la porta dell’ingresso. E ha il potere di farmi iniziare la giornata già col nervoso addosso. Detesto questa donna, non la sopporto proprio. E detesto soprattutto la sua pretesa di sostituirsi a mia madre, di sentirsi in diritto di dirmi quello che devo o non devo fare. Mio fratello la segue, ancora con la giacchetta del pigiama addosso: — Mamma, quale maglia mi devo mettere? Dai, vieni, che poi arriviamo tardi! Mamma… Ecco, il fatto che Paolo chiami mamma questa usurpatrice mi irrita ancora di più: non è sua madre, non è nostra madre! La nostra mamma è morta e nessun’altra donna, Valeria men che meno, potrà mai sostituirla. — Un attimo, tesoro, arrivo subito, — risponde lei sorridendo a mio fratello. — Davvero, Anna, vuoi andare a scuola con quei pantaloni? — ripete, ancora rivolta a me. Il tono della sua voce è dolce e gentile, come sempre quando mi parla, ma se si illude di conquistarmi facendo la gatta morta si sbaglia di grosso! Non sono mio fratello, che quando lei è arrivata in questa casa l’ha accolta a braccia aperte e ha iniziato a chiamarla mamma. Ma lui era talmente piccolo quando nostra madre è morta che
Io...
nemmeno se la ricorda, e il fatto di avere finalmente una mamma come i suoi compagni, che per di più lo coccola e lo vizia per accattivarsi la sua simpatia, lo rende felice. Ma con me non attacca. Non è mia madre e non lo sarà mai! — Sì, e allora? I pantaloni strappati sono di moda, — le rispondo in tono di sfida. — Secondo me, è meglio se vai a cambiarti. E metti i jeans nella cesta, così te li lavo. Guarda lì, — mi risponde serafica, indicando la mia gamba sinistra. Abbasso lo sguardo e in effetti vedo una macchia di unto, enorme, su una coscia. Indossandoli non ci avevo
UNA VITA DI EMOZIONI ma, ad avere un’altra donna accanto. E finché Valeria se ne stava per i fatti suoi, nella sua bella casetta, e la vedevo solo qualche volta, potevo anche farmela andare bene. Tutto è cambiato quando si è trasferita da noi, una specie di prova prima del matrimonio. Ecco, questa cosa non riesco ad accettarla. Io la mamma non l’ho dimenticata, avevo dieci anni, ero già grande, quando una malattia l’ha uccisa in pochissimo tempo. Mi ricordo tutto di lei, la sua risata, la sua voglia di scherzare, le sue carezze, il suo sapermi ascoltare sempre, anche quando era stanca e sfinita da mio fratello, che era un vero terremoto, il senso di sicurezza che mi dava sapere che rientrando da scuola l’avrei trovata ad aspettarmi. Sapevo che mi amava incondizionatamente, anche quando mi sgridava. E io accettavo anche i
non ti VOLEVO fatto caso. Mi verrebbe voglia, per fare un dispetto a Valeria, di tenermeli come sono, ma mi dirigo verso la mia camera per cambiarmi: strappati va bene, è la moda, ma sporchi no! Pochi minuti dopo sono per strada diretta a scuola. E durante il tragitto ho il tempo per rimuginare i tetri pensieri che mi fanno compagnia da quattro mesi a questa parte, da quando mio padre ha pensato bene di portare la sua “fidanzata” a vivere con noi. La conoscevamo già, ovviamente, ma un conto era vederla per casa ogni tanto, o andare una sera tutti insieme in pizzeria, oppure la domenica fare una gita al mare o al parco di di-
vertimenti, un altro vivere con lei tutti i giorni. Paolo, al contrario di me, ha subito legato con Valeria, sentiva molto la mancanza di una figura femminile rassicurante. Perché, devo ammetterlo, Valeria è rassicurante. Sempre dolce e tranquilla, capace di giocare come una bambina. Ma questo a me non importa. A me non è mai piaciuta, ma quando papà ci ha annunciato che sarebbe venuta a vivere con noi non ho avuto il coraggio di esprimergli il mio dissenso. Sono grande e non sono un’ingenua, a quindici anni lo so che un uomo giovane come è mio padre ha bisogno di
una compagnia femminile… e non solo per chiacchierarci insieme. Valeria è una bella ragazza, lo vedo anch’io, e sorride sempre, quindi non faccio fatica a capire che mio padre ne sia attratto. Fa la maestra elementare e lavora nella scuola che frequenta Paolo e difatti è proprio lì che mio padre l’ha conosciuta. Non so bene in che modo, visto che non è l’insegnante di mio fratello, ma non ho mai approfondito e sinceramente non me ne importa nulla. Comunque, come ho detto, non mi ero mostrata contraria alla relazione di mio padre, accettavo l’idea che lui avesse diritto, dopo la morte della mam-
suoi castighi, sapevo che erano dettati dal bene che mi voleva. Solo il suo volto, ora, a volte mi sfugge, come offuscato da una nebbia leggera. Ma, per fortuna, a tener viva la memoria ci sono le tante fotografie sparse per casa che la ritraggono. Valeria non ha avuto il coraggio di farle sparire, come ha fatto con quella del matrimonio, che ritraeva la mamma splendente in abito bianco e papà emozionato, e che da sempre se ne stava sul cassettone in camera dei miei genitori. Stanza che adesso lei divide con mio padre. Forse è stato lui a togliere la foto, non so, ma la cosa ha poca importanza, il Intimità
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Io... non ti VOLEVO
risultato è che dalla stanza che era della mamma è stato cancellato anche il suo ricordo… Arrivo a scuola ancora immersa in questi spiacevoli pensieri, che mi fanno compagnia per tutta la mattina impedendomi persino di concentrarmi sulle lezioni. Da quando Valeria si è insediata in casa nostra io ho perso la serenità e la gioia di vivere, vorrei che scomparisse dalla mia vita, dalla vita di tutti noi. Non abbiamo bisogno della sua ingombrante presenza. Io, almeno, non ne ho bisogno.
Q
uando rientro da scuola, trovo Valeria ai fornelli. Lei arriva a casa prima di me, insieme a Paolo, e fa in tempo a cucinare qualcosa, di solito piatti semplici e veloci. Be’, certo, sempre meglio degli spaghetti scotti che preparavo io, quando papà non riusciva a rientrare per il pranzo coi soliti pacchetti della rosticceria, ma comunque nulla a che vedere con i manicaretti che cucinava la mamma. Ci sediamo a tavola e lo spiritello maligno che ormai governa il mio comportamento ha subito il sopravvento. — Ma che schifo! — esclamo, allontanando da me il piatto di rigatoni al pomodoro che Valeria mi ha messo davanti. — Se preferisci ti scaldo il minestrone che è avanzato ieri sera, — si offre Valeria. È mortificata, glielo leggo negli occhi, e gongolo dentro di me. Ci godo troppo a farla restar male. — Peggio che peggio, — ribatto con aria di sfida. Poi mi alzo, prendo un
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Intimità
La dolcezza di quel gesto d’amore, sia pure solo sognato, mi è rimasta dentro formaggino nel frigorifero, lo spalmo su una fetta di pane e la addento. Valeria tace, forse teme, aprendo bocca, di dar fuoco alle polveri, e che tra noi scoppi la solita discussione. In realtà sono sempre e solo io che mi accendo e le rispondo male, lei mantiene la calma. Non l’ho mai sentita alzare la voce. — Sei proprio una stupida, — interviene Paolo, — la pasta è buonissima e anche il minestrone di ieri sera era buono. Sei cattiva, non dovresti rispondere così alla mamma. Non so che cosa mi prende, ma quel “mamma” pronunciato con tanta naturalezza da mio fratello fa esplodere la rabbia e il livore che covo dentro per quella donna che mi ha rubato, oltre al padre, pure il fratello: prima lui mi adorava, ero il suo punto di riferimento, e ora difende “lei” che per noi non è nessuno. Quel moccioso sta dalla sua parte invece che dalla mia. — Non è mia madre, e nemmeno la tua! — urlo, alzandomi di scatto da tavola, col risultato di far cadere la sedia su cui ero seduta. — Sei tu che sei uno stupido che ti fai abbindolare dalle sue moine. E questa non è casa sua e sarebbe meglio che tornasse dove stava prima! Senza nemmeno rimettere a posto la sedia mi precipito nella mia camera chiudendomi la porta alle spalle con un tonfo. Mi raggomitolo sul letto e scoppio a piangere, mi sento così infelice e sola, la testa mi duole in modo pazzesco, sembra che voglia esplode-
re da un momento all’altro e non c’è una parte del corpo che non mi faccia male. Pian piano le lacrime lasciano il posto a un dormiveglia doloroso durante il quale, a un tratto, mi sembra di scorgere mia madre entrare in punta di piedi nella stanza, poi sento la sua mano posarsi sulla mia fronte. — Mamma, sei qui, mi manchi tanto… — mormoro. Sto sognando, lo so, ma è come se fosse vero, ed è così bello averla di nuovo accanto… La dolcezza infinita del suo gesto mi invade il cuore e ha il potere di farmi rilassare. Dovrei studiare, domani c’è la verifica scritta di storia, ma ci penserò dopo. Ora non cerco di contrastare il sonno, in questo momento è una necessità, ne ho bisogno per dimenticare tutto e tutti. Specialmente la mia infelicità. E finalmente il sonno, quello buono e ristoratore, arriva a donarmi sollievo e quiete. Quando mi sveglio è già sera, attraverso le tende tirate filtra appena la luce dei lampioni che illuminano la strada. Mi metto a sedere sul letto, sono frastornata e intontita. Per un attimo mi rammento la brutta scenata che ho fatto di proposito a tavola, ma il malumore che dovrebbe cogliermi è subito mitigato dal ricordo della mano della mamma che si è posata sulla mia fronte. La dolcezza di quel gesto d’amore, sia pure solo sognato, mi è rimasta dentro come qualcosa di buono, di consolatorio. Scosto il plaid che mi copre, strano, non mi ricor-
davo di essermelo buttato addosso, e metto le gambe giù dal letto. Devo andare in bagno, e poi ho fame, in fondo non ho pranzato. Sto per uscire dalla camera quando dalla cucina sento provenire le voci di Valeria e di mio padre che, evidentemente, è appena rientrato dal lavoro. Mi fermo e ascolto. — Ho sbagliato a trasferirmi da te, — dice lei. La voce le trema, sembra che stia piangendo e io mi faccio più attenta. — Anna non mi accetta e temo che non mi accetterà mai. Ci provo in tutti i modi a farle capire che non ho intenzione di sostituire sua madre, ma voglio soltanto starle accanto, volerle bene, aiutarla a crescere. Però mi detesta e io non so più che cosa fare. — Devi darle tempo, tesoro, e finirà per capire e per apprezzarti, — le risponde mio padre. — Ho paura che non accadrà mai. L’unica soluzione è che io me ne vada e che tu... tu…
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aleria non riesce nemmeno a terminare la frase perché un singhiozzo le spezza la voce. — Non se ne parla nemmeno! Non pensi a Paolo che ti considera già la sua mamma? Non pensi a me? Io ti amo, non posso concepire la mia vita senza di te! — esclama mio padre, alzando la voce. — Ci penso eccome e ci sto male come nemmeno te lo immagini. Ma penso soprattutto a tua figlia. Come potremo essere felici se lei non lo è? Anna è più importante di me, e anche di te, e ha diritto alla serenità, specie nell’età difficile e delicata in cui si trova. Quanto a Paolo… è piccolo e mi dimenticherà
in fretta. Proprio perché voglio bene ad Anna devo andarmene, non sopporto più di vederla tanto triste e scontenta per colpa della mia presenza in questa casa. Ho già preparato le mie cose... — Tu non vai da nessuna parte, Valeria. Questa è casa tua! — Bruno, ormai ho deciso. Torno nel mio vecchio appartamento e lo faccio subito, non me la sento di affrontare ancora una volta lo sguardo ostile di Anna, mi ferisce a morte. Lo vedi anche tu quanto è problematico il rapporto con lei. Le voglio bene, gliene ho voluto da subito, mi fa una tenerezza infinita se penso agli anni che ha dovuto passare senza una mamma accanto, e mi ero illusa che lei imparasse ad accettarmi e a volermi bene, almeno un po’… Non pretendo certo che mi chiami mamma, come fa Paolo, ma mi piacerebbe che mi chiamasse almeno per nome, invece niente, si comporta come se io non fossi nessuno, — dice, stancamente. In questo ha ragione: non l’ho mai chiamata col suo nome, quando raramente la nomino con mio fratello dico sempre “lei” e quando la penso è “quella là”. — Vi ho preparato la cena, — prosegue Valeria, — sarete solo tu e Anna, Paolo è dal suo amichetto Marco, su al quinto piano. Gli ho dato il permesso di fermarsi a mangiare da lui, non voglio che mi veda andare via con la valigia, digli quello che credi quando mi cercherà, io sono talmente stanca, non ce la faccio più, mi arrendo. Mi sento colpevole, mi pare di aver rovinato l’armonia della tua famiglia e creato solo problemi. Quanto a noi due… vedremo, ne parleremo. — Valeria, no, ti prego…
Me ne sto lì appoggiata alla porta semiaperta della mia camera ad ascoltare la loro conversazione e dentro di me si fa strada una sorta di maligno trionfo: ho vinto, lei se ne va e mio padre torna a essere tutto mio. E anche Paolo vorrà bene solo a me e ricomincerà a considerarmi il suo punto di riferimento. Continuo ad ascoltare le voci che mi arrivano dalla cucina, quella di mio padre che supplica Valeria di ripensare alla sua decisione è solo un sussurro, ma esprime dolore, e smarrimento, e delusione per le sue speranze, per un sogno di felicità che ha accarezzato a lungo: quello di formare di nuovo una famiglia felice, con i suoi figli e la donna che ama e che lo ama. Questo le sta dicendo. E di colpo la maligna soddisfazione che mi riempiva l’anima sino a pochi minuti fa lascia il posto allo sgomento. Che cosa sto facendo? Io che sono sua figlia, che gli voglio bene al punto di essere così gelosa da desiderarlo tutto per me, sto distruggendo i sogni e le speranze di mio padre… Il mio cuore galoppa incontrollato in preda all’incertezza, non so più che cosa pensare, non so più che cosa voglio veramente. Sto lì immobile contro lo stipite della porta e ascolto. — Piuttosto, penso che domani ti converrebbe tenere Anna a casa, — sta dicendo Valeria. — Questo pomeriggio, a un certo punto, sono entrata in camera sua per vedere se voleva mangiare qualcosa e l’ho trovata che dormiva. Toccandole la fronte mi è sembrata calda, non vorrei avesse qualche linea di febbre… — Se te ne vai, tutto tornerà come prima e non
Grafologia di Evi Crotti L’ENERGIA TORNERÀ La mia vita non è stata e non è facile. Sono vedova da 16 anni e ho dovuto sopportare di tutto e di più. E adesso, all’età di 71 anni, mi sento veramente stanca fisicamente e psicologicamente. Ho tre figli, due ragazzi e una ragazza, che è l’unica non sposata, ma in compenso mi ha dato un bellissimo nipotino che adesso ha 12 anni; il padre lo aveva abbandonato, però ora è ritornato e... mi fermo qui, la storia è lunga. Giuseppa
Cara Giuseppa, la vita ci presenta sempre degli imprevisti che possono essere anche molto dolorosi, portandoci a non poterne più, ma poi c’è sempre qualcosa che, come una folata di vento, rinfresca la nostra vita, come è accaduto nel suo caso con l’arrivo del bellissimo nipotino che l’ha ripagata di tanta sofferenza. Dalla sua grafia emerge una personalità socievole, molto altruista, generosa e dotata di energia positiva, anche se al momento si sente un po’ stanca. Vedrà che il suo coraggio e la presenza di spirito che possiede le permetteranno di riuscire a riprendere le forze. Deve credere di più in se stessa e soprattutto deve concedersi del tempo da passare con il nipotino che le darà senz’altro tanta gioia e la aiuterà a scoprire che la vita anche a 71 anni vale la pena di essere vissuta con entusiasmo. Cerchi anche di trovare nuovi interessi per il tempo libero, oltre a curare il suo bel nipotino, magari riprendendo qualcosa che da tempo ha lasciato nel cassetto e che potrebbe diventare un hobby salutare, un aiuto per scacciare l’attuale tensione emotiva. CURIOSITÀ GRAFOLOGICHE LA “S” MINUSCOLA APERTA Quando la lettera “s” è tondeggiante e si presenta ben aperta e divaricata verso il basso, significa che il soggetto è dotato di una coscienza sveglia e di uno spirito generoso. Inoltre sa suscitare simpatia con le sue battute e dimostra un’indipendenza d’animo che non subisce condizionamenti né restrizioni, frutto di un’educazione improntata sulla vera libertà. Indirizzate le vostre richieste a: La Grafologa - INTIMITÀ
Piazza Aspromonte 13 - 20131 Milano. Le lettere dovranno essere di almeno 10 righe, scritte a biro, su un foglio non rigato e dovranno contenere queste indicazioni: sesso, età, studi, professione e stato civile del soggetto da esaminare e la firma. Chi desidera una risposta privata alleghi, oltre al recapito, € 0,95 in francobolli.
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Io... non ti VOLEVO
riesco a sopportarlo, — le risponde stancamente mio padre ignorando la sua osservazione su di me. Io, però, l’ho sentita bene e anche la dolcezza di quella mano sulla mia fronte… Era Valeria, dunque… Il mio cuore, già impazzito, aumenta ulteriormente i suoi battiti. Poi di colpo realizzo il significato di quello che le ha risposto mio padre, “tutto tornerà come prima”, e sento come un pugno nello stomaco. Eppure, non era proprio questo che volevo? Che tutto tornasse come prima. Ma era poi così felice la mia vita, la nostra vita, prima che Valeria venisse a vivere con noi? Penso a mio fratello che doveva aspettarmi mezz’ora nella portineria della scuola prima che io passassi a prenderlo, penso alla casa vuota e silenziosa quando rientravamo e agli spaghetti scotti che cucinavo, se mio padre quel giorno non poteva tornare per il pranzo. Penso ai pomeriggi d’inverno, quando la notte scendeva presto a riempirmi di malinconia, mentre attendevo l’arrivo di papà, penso alla responsabilità che mi opprimeva quando Paolo era ammalato e toccava a me prendermi cura di lui, visto che non sempre Maria, la nostra vicina di casa che ogni tanto ci dava una mano, poteva venire da noi al pomeriggio. E se ero io ammalata dovevo cavarmela da sola. Penso ai capricci di mio fratello quando voleva giocare con me e io dovevo studiare o non ne avevo voglia. E penso soprattutto a quando mio padre telefonava per dire che non poteva rientrare per cena
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Dovrei chiederle almeno scusa, ma lei mi rivolge uno sguardo dolce e complice e che avrebbe tardato e al senso di solitudine profonda che ogni volta provavo: “Chiudi bene a chiave e non aprire a nessuno”, mi raccomandava; e io, dopo aver messo a letto Paolo ed essermi coricata a mia volta, me ne stavo lì con gli occhi spalancati nel buio e le orecchie tese, a cogliere gli scricchiolii misteriosi della casa…
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oi a queste immagini se ne sovrappongono altre: il profumo di buon cibo quando ora torno da scuola, questa casa che non è più vuota e silenziosa, mio fratello che ride felice quando gioca con Valeria, lei che lo aiuta con i compiti, le favole che gli racconta quando lo mette a letto e che io ascolto di nascosto; e il “ciao a tutti” allegro di mio padre, quando rientra la sera, e Valeria che gli corre incontro sorridente e innamorata. Penso al suo canticchiare stonato mentre stira, alle torte della domenica che non sempre le riescono bene, alla promessa che ha fatto a mio fratello di convincere papà a prendere un cagnolino, cosa che mi farebbe impazzire di felicità, anche se non ho mai voluto dare a Valeria la soddisfazione di farmi vedere entusiasta. E penso alla sicurezza che mi dà la sua presenza costante: la sera non ho più paura se papà tarda ad arrivare, so che c’è lei, non siamo soli. E poi un’immagine torna a riempirmi la mente sovrastando tutte le altre: quella di una mano fresca e leggera che sfiora la mia
fronte. Una carezza d’amore, la mano di Valeria, quella di una mamma che io mi ostino a rifiutare e della quale però avrei tanto, tanto bisogno… Mi riscuoto da questi pensieri ed entro in cucina. Papà mi rivolge uno sguardo serio e accigliato, Valeria pare non avere il coraggio di alzare gli occhi su di me, forse non vuole mostrarmi che ha pianto, o teme che la apostrofi in modo villano, anche se fino a ora non ho mai osato farlo in presenza di mio padre. Faccio l’indifferente, non voglio che si accorgano che ho origliato i loro discorsi. — Ciao, papà, già a casa? Caspita, deve essere tardissimo! — esclamo, allegramente. — Ho dormito come un ghiro per tutto il pomeriggio. In verità non mi sentivo tanto bene, però adesso sto decisamente meglio e mi toccherà studiare dopo cena per recuperare, domani ho la verifica di storia. Magari se Valeria mi desse una mano a ripassare… Valeria alza di scatto la testa e mi guarda in modo strano, credo che stia pensando di non aver capito bene. Allora, le ripeto: — Potresti aiutarmi? — Molto volentieri, Anna, — mi dice, con un’espressione che è tutta un programma. — Ah, papà, dimenticavo, — continuo, — avrei bisogno di un paio di jeans nuovi, quelli che ho sono ridotti maluccio. — E rivolgendomi a Valeria: — Magari potresti accompagnarmi a comprarli sabato
pomeriggio, così vedi se mi stanno bene. Quando vado a fare shopping con papà mi fa morire, non mi sa dare un consiglio sensato e mi mette sempre una fretta indiavolata, non lo capisce che noi donne abbiamo bisogno di tempo per decidere quello che ci piace. Ho parlato tutto d’un fiato. Mio padre mi viene accanto e mi abbraccia. — Se vuoi, puoi aggiungere un maglione, e anche delle scarpe o quello che preferisci! — esclama, tutto contento. — Io porto Paolo ai giardinetti, così non ce l’avete tra i piedi e potete godervi meglio il vostro pomeriggio di shopping… tutto al femminile. — Ne approfitterò per comprarmi anch’io qualcosa di nuovo, — dice Valeria. È così sollevata ed entusiasta che mi fa quasi tenerezza. — Sarà bello, sono secoli che non esco a far compere con un’amica!
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i verrebbe voglia di abbracciarla ma non ci riesco, è troppo presto, devo ancora abituarmi a questa nuova realtà che non mi vede più in guerra contro di lei. Lo so, dovrei chiederle almeno scusa, ma lei mi rivolge uno sguardo dolce e complice, e capisco che non è necessario, ha già compreso tutto. — Io comincio ad apparecchiare. Che c’è di buono per cena? — chiedo, cercando di arginare la commozione che mi sta chiudendo la gola. — Una torta di verdura con l’insalata. E di primo il minestrone avanzato ieri sera, — mi informa Valeria. — Ottimo! Ho una fame da lupo! — le rispondo. E per la prima volta dopo tanto tempo mi sento di nuovo felice. Anna S.
VITA VERA
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Un uomo in TRAPPOLA Miranda e io dobbiamo proprio aver esagerato e così alla fine... Umberto è fuggito a gambe levate
on sanno più che cosa inventarsi”, penso quando mi imbatto nella pagina Facebook di Marito in Affitto. Non sarà qualcosa di sconveniente? Leggendo meglio, scopro che il “marito in affitto” è un professionista che esegue vari lavori di manutenzione in casa, a costi contenuti. Qualora il cliente abbia esigenze che richiedono competenze tecniche specifiche, si avvale di una rete di collaborazione esterna. La foto di Umberto, il tecnico in questione, è molto rassicurante: è un bell’uomo sulla sessantina, dall’espressione cordiale e affidabile. Devo ammettere che quella del marito in affitto è una buona idea e potrebbe fare proprio al caso mio. Sono vedova da due anni e, nel periodo difficile che ho attraversato, ho trascurato molto la casa, lasciando che i problemi si accumulassero. Comunque, l’altra mattina lo scarico della doccia si è intasato e mi sono resa conto che posso anche sorvolare sulle tapparelle rotte e sul rubinetto della cucina che gocciola, ma non posso assolutamente stare senza la doccia. Così, prendo coraggio e compongo il numero che leggo su Facebook. Mi risponde proprio Umberto. Gli spiego di che cosa ho bisogno e lui, con voce gentile, mi fissa un appuntamento per domani. All’ora stabilita, sento suonare il campanello e vado ad aprire. Umberto indossa una tuta blu con il logo Marito in Affitto. Regge una di quelle borse degli attrezzi che hanno sempre esercitato su di me un certo fascino, come se contenessero una bacchetta magica capace di rimediare a ogni guasto. Mio marito Edoardo Intimità
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Un uomo in TRAPPOLA
non era capace di piantare un chiodo e ogni volta che si rompeva qualcosa erano dolori. Nei primi tempi di matrimonio ci aveva anche provato, facendo più danni che altro. Mi ero consolata pensando che aveva tante altre qualità. Responsabile amministrativo in una grande azienda, era molto stimato dai colleghi, mi amava, mi rispettava e non mi aveva mai fatto un torto. Tuttavia, a volte, invidiavo le mie amiche, i cui mariti erano anche capaci di risolvere ogni problema tecnico. Umberto mi sorride come nella foto, porgendomi la mano. — Io sono Rita, — replico, un po’ imbarazzata.
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li faccio strada verso il bagno e gli spiego il problema. Lui fa scorrere l’acqua, tira fuori dalla valigetta una sorta di pompa, la aziona un paio di volte e magicamente l’acqua scompare nello scarico. — Spero che basti, — mi spiega, — ma nel caso dovesse intasarsi di nuovo, mi chiami pure. — Oh, grazie! — esclamo, grata. Lo faccio accomodare in cucina e gli chiedo se gradisce un caffè. — Grazie, lo prendo volentieri, — acconsente. Metto sul fuoco la moka e, intanto che aspettiamo, gli faccio un elenco dei lavori di manutenzione che mi servirebbero. Umberto prende il cellulare dalla tasca e scrive appunti sull’agenda, che io non so assolutamente usare. — Vedo che è un tipo tecnologico, — commento.
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Intimità
Lui solleva lo sguardo e noto che ha occhi molto belli. Pure le mani sono belle e forti, e noto anche che non porta la fede. — Be’, si deve stare al passo con i tempi, — dice. Mentre sorseggiamo il caffè, mi fissa un altro appuntamento, di lì a due giorni. — Le va bene alle nove? – aggiunge, rivolgendomi uno sguardo carezzevole. — Sì, certo, benissimo, — rispondo, augurandomi di non arrossire. Lo accompagno alla porta e, quando lui mi porge di nuovo la mano e gliela stringo, mi sento avvampare. Rimasta sola, mi do della stupida. Ecco che cosa succede quando si fa vita ritirata: il primo uomo che capita di incontrare sembra un Adone. Del resto, dopo la perdita di mio marito, mi sono rintanata in casa, chiudendomi nel mio dolore. Ambra, mia figlia, ha cercato in tutti i modi di farmi reagire, insistendo che mi iscrivessi all’Università della terza età o facessi qualche viaggio. Ma ero troppo prostrata per darle ascolto. Elaborare un lutto, soprattutto se improvviso com’è successo a me, richiede tempo. Edoardo non era ammalato. Ovvio, aveva qualche acciacco dovuto all’età, ma niente di serio. Lavorava ancora ed era stata proprio la sua segretaria a telefonarmi per dirmi che si era sentito male e lo avevano portato al Pronto Soccorso. Non ero riuscita nemmeno a dirgli addio: l’emorragia cerebrale che lo aveva colpito era stata devastante e lui non ce l’aveva fatta. Del periodo immediatamente successivo ricordo poco, tranne che Ambra era venuta a stare da me per un breve periodo. Ma poi gli impegni familiari e lavorativi l’avevano costretta a tornare a casa sua e io de-
vo ammettere che avevo tirato un sospiro di sollievo. Non perché non apprezzassi la sua presenza, ma perché avevo bisogno di solitudine. Al punto che avevo rotto i ponti anche con le mie amiche, che erano tutte in coppia. Non mi andava di fare il terzo incomodo. Poco alla volta ne sono venuta fuori, anche se non si può dire che io sia tornata alla vita, la solitudine la sento ancora. E forse per questo mi accorgo di aspettare con trepidazione l’arrivo di Umberto. Ho sessant’anni, non sono una ragazzina, e non riesco a spiegarmi questa reazione, se non con il fatto che credo di piacergli. Al posto della tuta, indosso un paio di pantaloni e una maglia graziosa. Mi trucco leggermente, mi pettino i capelli e, quando suona alla porta, lo accolgo con un sorriso. Umberto si mette subito al lavoro, eseguendo i compiti che gli ho affidato con velocità e precisione. Più tardi, ci sediamo in cucina per il caffè, che anche questa volta ha accettato volentieri. Evidentemente gli fa piacere stare con me. Non è di molte parole, probabilmente è un tipo riservato, forse anche un po’ timido. Comunque è molto gentile! Avevo dimenticato la sensazione che si prova ad avere un uomo per casa. Così gli racconto del mio lutto, di quanto mi sia sentita sola e disperata. Lui mi ascolta con partecipazione e mi aspetto che mi dica qualcosa di sé. Invece, dopo aver finito di bere il caffè, inizia a parlare delle tapparelle e del fatto che andrebbero sostituite. Sta già scarabocchiando, questa volta su un block notes di carta, una specie di preventivo. In questo istante suonano alla porta. Mi scuso, vado ad aprire e… proprio non ci vo-
leva! È Miranda, la mia vicina curiosa e impicciona. — Ciao, Rita. Ho sentito un po’ di trambusto. Tutto bene? — mi chiede, allungando il collo. — Sì, tutto bene, — replico seccamente, richiudendo appena la porta per farle capire che la sua visita non è gradita. Non sono una persona maleducata e mi dispiace offenderla, ma la conosco troppo bene per sapere che, se la faccio entrare, non se ne andrà più. Appena morto mio marito, aveva preso l’abitudine di suonare alla mia porta a tutte le ore per vedere come stavo, portarmi qualcosa, oppure solo per chiacchierare. Si era separata da poco dal marito ed era convinta che avremmo potuto condividere le nostre solitudini. Al principio, ero troppo prostrata per reagire e, dopotutto, capivo che era armata delle migliori intenzioni. Ma con il tempo era diventata davvero invadente, costringendomi a mettere dei paletti. — Stai facendo lavori in casa? In tal caso, potresti darmi il nome della ditta? — mi chiede intrufolandosi dentro, con una prontezza che non mi lascia scampo.
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questo punto non posso fare a meno di farla accomodare e presentarle Umberto. Lui si alza per darle la mano e, quando lei nota il logo Marito in Affitto, emette un gridolino. — Che bella cosa! Avrei giusto bisogno di un marito che si occupi di qualche lavoretto. Quindi gli fa l’occhiolino, mettendomi a disagio. Che cosa crede di fare? Delle avances a Umberto? Per fortuna lui non sembra molto colpito e, mentre lei lo inonda di chiacchiere, consulta il cellulare.
Per farla tacere, le offro una tazza di caffè, ancora caldo. Ma non serve a molto, perché gli sta facendo un elenco dei lavori di cui necessita il suo appartamento. Da come lo descrive, sembra una topaia, invece è più elegante e funzionale del mio. — Potrebbe dare un’occhiata adesso? — gli chiede. — Ma certo, — risponde lui, sorridendo in quel suo modo affascinante. Un attimo dopo vanno di là, li sento chiacchierare e ridere… Passa il tempo, e Miranda e Umberto non tornano. Sono a dir poco infastidita. D’accordo, aveva finito il lavoro che gli avevo commissionato, ma non l’ho nemmeno pagato. Senza contare che doveva finire il preventivo per le tapparelle e volevo chiedergli di aggiustare anche la tenda del terrazzo.
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uanto a Miranda, è davvero sfacciata. Che cosa si è messa in testa? Di accalappiarsi una specie di marito per qualsiasi esigenza? Certo, con le sue forme procaci e il trucco vistoso, che porta anche in casa, potrebbe essere il tipo che fa perdere la testa a un uomo. Tuttavia, Umberto mi dà l’impressione di essere un signore di buon gusto, che non si fa imbambolare tanto facilmente. Finalmente tornano. Nonostante Umberto sembri un po’ frastornato, non ha perso il suo aplomb. Gli chiedo quando può essere disponibile per le tapparelle e la tenda. — La prossima settimana sarò da Miranda ogni mattina, — mi risponde, — quindi troverò senz’altro un po’ di tempo per lei. Non mi fa piacere che mi usi come tappabuchi: come prima cliente, dovrei avere la priorità. Ma non discuto. Lo ringrazio e lo accom-
Mi viene in mente che potrei invitarlo a cena. Sono certa che accetterà volentieri pagno alla porta. Miranda ci segue ed esce con lui, continuando a parlargli sul pianerottolo. Sono passati già due giorni da quando Umberto lavora a casa di Miranda. A giudicare dai rumori che arrivano dall’appartamento vicino e dagli attrezzi che gli ho visto portare su, ha aperto, come minimo, un cantiere. Finora non si è fatto vivo per riparare la mia tenda e non mi va di essere insistente. Al terzo giorno però decido che, se entro questa sera non si presenta, dovrò per forza bussare alla mia vicina. Intanto, attacco il ferro da stiro e mi accingo a stirare la pila di biancheria. Ma, quando lo prendo in mano, dal filo elettrico esce una scintilla. Mi spavento e mollo il ferro, che cade per terra con un gran fracasso. Una puzza di bruciato si leva dalla presa e le luci si spengono. Il cuore mi batte forte in gola dalla paura. Non so che cosa fare… Guardo la presa che si è annerita ed è un deformato corpo unico con la spina. Esco e busso alla porta di Miranda. — Ciao, scusa, ma è successo un guaio e ho bisogno di Umberto. — Non so se può venire, — mi risponde. — Sta tinteggiando il bagno. — È un’emergenza, — dico esasperata, spiegandole l’accaduto. Lei mi fa entrare di malavoglia e mi accompagna in bagno. Umberto è in cima alla scala, con un grosso rullo in mano. E sembra piuttosto contrariato dal contrattempo.
— Mi dispiace, — mi scuso quando entra in casa mia, — ma non sapevo proprio che cosa fare. Lui consulta l’orologio, impaziente. — Devo finire di dare la seconda mano alla parete del bagno di Miranda e poi ho un altro intervento. Non so che cosa dire, quindi sto zitta, mentre lui armeggia con i fili. Ci vuole un po’ per riparare il guasto, ma alla fine sembra essere tutto a posto. — La presa va sostituita. Io non ne ho di simili, al momento. E comunque dovrebbe far revisionare l’impianto elettrico, è molto vecchio. — Può farlo lei? — gli chiedo speranzosa, pensando che, se gli offro un lavoro importante, tornerà a occuparsi di me. E magari mi sarà grato per averlo tolto dalle grinfie di Miranda. — Poi ci sarebbe da riparare la tenda di cui le parlavo e proprio l’altro giorno si è staccata la cerniera dell’anta della cucina. Non capisco come possa essere successo. È praticamente nuova… — continuo. Lui mi rivolge uno sguardo che mi pare languido e anche molto sexy, e replica: — Le farò sapere. Quindi torna di là, a finire di tinteggiare il bagno di Miranda. Per colpa mia sarà costretto a rimandare l’altro appuntamento e a trattenersi fino a tardi. Magari non ha nessuno che lo aspetta e che cucina per lui… Mi viene in mente che potrei invitarlo a cena. Sono sicura che accetterebbe volentieri, come accetta sempre il caffè.
Ma come la metto con Miranda? Non ho certo intenzione di invitare anche lei. Mentre la mia mente lavora febbrilmente, inforno il pollo con le patate e metto a cuocere un po’ di verdura. Il pollo arrosto con le patate piace a tutti, considero, sentendomi improvvisamente di buonumore. Il pollo sfrigola nel forno, le verdure sono pronte e io non so ancora come fare per attirare Umberto qui da me, quando mi viene un’idea: prendo il cellulare e gli mando un messaggio. “Quando ha finito può passare da me? Le devo parlare di una cosa importante”. Poi mi cambio, mi trucco e mi spruzzo un po’ di profumo. Verso le otto e mezza sento la porta della mia vicina che si chiude e mi avvicino alla mia, guardando dallo spioncino. Apro e faccio segno a Umberto di entrare, mettendo un dito davanti alle labbra per fargli capire che non voglio che Miranda se ne accorga. Nel suo sguardo leggo una certa perplessità, che mi scoraggia un po’. Tuttavia esordisco: — Per farmi perdonare del contrattempo di oggi, le ho preparato la cena. Pollo con patate, che cosa ne dice?
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mberto sorride appena e risponde: — Grazie, ma sono stanco e… mi aspettano. È già molto tardi. È come se qualcuno mi avesse dato un pugno. Ci tenevo tanto a cenare con lui, chiacchierando del più e del meno. Ero sicura che avrebbe accettato e che, magari, sarebbe stata la volta buona per scusarmi anche dell’invadenza di Miranda. Gli avrei offerto un po’ di vino, lui si sarebbe rilassato e avremmo passaIntimità
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to una bellissima serata. — Oh, be’, allora sarà per un’altra volta, — mormoro, cercando di nascondere la delusione. — Certo… chissà, — dice lui, abbassando la maniglia della porta d’ingresso. Mi siedo a tavola da sola e mi accorgo di avere lo stomaco chiuso. Non solo: mi sento una stupida, che ha mal interpretato certi segnali. D’altronde, che cosa ne so io, alla mia età e dopo quasi quarant’anni di matrimonio, di queste cose? Un bel niente. Sono proprio una sprovveduta, senza contare la figura che ho fatto. Al solo pensarci mi sento morire…
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robabilmente Miranda se la cava molto meglio di me. Per quello che so, potrebbe averlo già circuito. La mattina dopo, i rumori nell’appartamento della mia vicina riprendono già alle otto. Verso le nove qualcuno bussa alla mia porta. Per un attimo mi illudo che si tratti di Umberto, che è passato a salutarmi e a dirmi che è venuto a riparare la mia tenda. Invece è Miranda. — Ciao, posso entrare? — mi chiede, con un tono molto serio. La faccio accomodare in cucina e le offro caffè e biscotti. — Questa mattina è venuto un altro tecnico al posto di Umberto, — mi informa. — Come sarebbe? — mi stupisco. — Non doveva finire il lavoro? — Sì, doveva tinteggiare il corridoio e occuparsi di altre riparazioni che avevamo concordato. Ma Giuseppe, il suo sostituto, mi ha detto che Umberto ha avuto un contrattempo e
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Intimità
Che figura ho fatto! Al solo pensiero, mi sento morire di vergogna... gli ha chiesto di sostituirlo. — Soltanto per oggi? — le domando. — Non credo… Quando ho saputo che non poteva venire, ho provato a chiamarlo, ma non mi ha risposto. Ho riprovato un’ora dopo e ha respinto la chiamata… — Be’, forse aveva da fare, stava lavorando oppure era impegnato in qualcos’altro. — Posso capire che abbia avuto un contrattempo, ma secondo me sarebbe stato più professionale se mi avesse avvertito personalmente. Senza contare che avrebbe potuto benissimo venire domani. Non c’era niente di urgente, — riflette Miranda. — Il nuovo tecnico ti ha detto qualcosa riguardo ai miei lavori? Umberto gliene ha parlato? — No, ma se vuoi glielo chiedo… Comunque sono delusa. Avevo la massima fiducia in Umberto. Non ci si comporta così, — ribatte lei. A un tratto, è come se osservassi la situazione dall’esterno, senza alcun coinvolgimento emotivo. E vedo Umberto che, assillato dalle esagerate attenzioni di due donne patetiche, si sente in trappola e non sa come uscirne. Per Miranda non posso parlare, non so a che punto siano arrivate le sue avances. Per quanto mi riguarda, invece, mi rendo perfettamente conto di avere non solo mal interpretato i suoi segnali, ma di avere galoppato con la fantasia in improbabili scenari romantici. Evidentemente lui se n’era accorto e il mio invito a cena è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. — Secondo me, si è pro-
prio defilato, — asserisco. — Che cosa intendi? — mi chiede Miranda, accigliata. Stando attenta a non offenderla, le rivelo quella che, per me, è la verità, e cioè che Umberto è scappato a gambe levate da noi due. La mia vicina rimane per un attimo interdetta. Poi sorride amaramente. — Sì, forse hai ragione, — dice. — Ieri sera l’ho invitato a cena, ma lui ha rifiutato. Anzi, mi è sembrato seccato. Mio malgrado, mi viene da ridere. — Ma va? Anch’io, — le spiego. Ora sta ridendo pure lei. — Chissà che cosa avevo in mente… Dovevo essere impazzita. — Già, — replico. — Non mi sono mai sentita tanto sciocca in vita mia. — Sarà meglio che torni di là a vedere che cosa combina Giuseppe, — conclude lei. È passato qualche tempo da allora e Giuseppe è venuto qualche volta da me a sistemare la casa. Alla fine, si è rivelato competente quanto Umberto, con la differenza che rispetto al suo collega è un gran chiacchierone. Ho capito subito che era meglio non dargli corda, perché quando si infervora in un discorso tende a perdere tempo. Ma in questi giorni ho capito anche un’altra cosa: Miranda non è poi così male come vicina di casa. Dopo la mattina in cui ci siamo confrontate con la triste realtà, abbiamo preso a frequentarci. Prima, con la scusa dei lavori, in casa dell’una o dell’altra, e poi uscendo insieme per andare al cinema o a qualche mostra. Tra breve, parteci-
peremo a una gita sui laghi in pullman, organizzata da un’agenzia turistica. E chissà che non sia l’occasione giusta per fare qualche nuova conoscenza… L’esperienza che abbiamo condiviso ci ha avvicinato, ma soprattutto mi ha fatto capire che avevo sbagliato a escluderla dalla mia vita. In fondo, entrambe abbiamo reagito, ciascuna a suo modo, alla solitudine. Miranda è sicuramente più esuberante di me, ma ora ha smesso di essere invadente e rispetta i miei spazi. Questa mattina siamo uscite per una passeggiata e poi ci siamo fermate in un ristorante a mangiare qualcosa per pranzo.
S
tiamo gustando il dessert, quando mi mette una mano sul braccio e sussurra: — Non girarti, ma al tavolo in fondo c’è una nostra comune conoscenza. Ovviamente, muoio dalla voglia di farlo e cerco di sbirciare senza girare troppo la testa. Quello che vedo mi lascia di stucco. Umberto è seduto al tavolo con una donna molto bella e piuttosto giovane. Non così giovane da essere sua figlia, anche se non si può mai dire… Miranda, dalla posizione in cui si trova, riesce a guardarli senza dare nell’occhio. — Le sta sfiorando le labbra, quindi presumo che non sia sua figlia, — mi informa. — Spero che non ci veda, — mormoro. — È talmente preso da lei, che figurati se fa caso a noi. — Hai capito il bell’Umberto? Altro che dare retta a due vecchie carampane come noi! Miranda e io ci guardiamo negli occhi per un lungo istante, poi scoppiamo in una risata liberatoria. Rita V.
TURISMO
di Paola Babich
EMILIA ROMAGNA
l Saperi che nascono dal lavoro della terra, dal recupero di sapori quasi scomparsi, salvaguardia della biodiversità e delle produzioni agricole italiane. Tutto questo e altro a Frutti antichi, il 13 e 14 al Castello di Paderna, (foto sopra), a Pontenure (PC); durante la rassegna di piante, fiori, frutti dimenticati e prodotti di alto artigianato si terranno conferenze, laboratori, presentazioni di libri. Info: www. fruttiantichi.net l Il Carciofo Moretto (foto sotto) dà il meglio di sé, il 7 e il 14, a Brisighella (RA), uno dei Borghi più belli d’Italia. Durante le due domeniche ci saranno bancarelle di prodotti tipici e artigianato, animazione e il trenino panoramico per visitare il borgo e i colli di Brisighella. Info: www.brisighella.org
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Intimità
Giorgio Majno
L’agenda di MAGGIO
LOMBARDIA
l È un “tesoro” tutto milanese, lo spazio dell’Albergo Diurno Venezia, in piazza Oberdan, realizzato tra il 1923 e il 1925 su progetto dell’architetto Piero Portaluppi. Qui un tempo si trovavano bagni pubblici, terme, negozi di barbiere, manicure, agenzia di viaggi e fotografo. E a maggior ragione in questo periodo vale la pena visitarlo: sino al 15 ospita Senso 80, installazione di Flavio Favelli, che crea un percorso in relazione agli spazi dell’ambiente. Chi lo desidera può effettuare una visita, con i volontari FAI. Info: www. albergodiurnovenezia.it l Si chiama Di Casa in Casa l’iniziativa realizzata dalle quattro Case museo di Milano, Casa Boschi di Stefano, Museo Bagatti Valsecchi, Villa Necchi Campiglio (foto sopra) e Museo Poldi Pezzoli. 13 i percorsi proposti quali, ad esempio: Tra Manzoni eVerdi, alla scoperta della letteratura e della musica milanese; Dimore e giardini, per scoprire il cuore verde di Milano; Design nella Milano del Novecento; e ci sono anche
itinerari dedicati alle famiglie, come Passeggiare con i bimbi. Acquistando la Casa museo card presso le quattro sedi e on line i visitatori avranno l’ingresso gratuito nelle quattro dimore per un anno. Info: casemuseo.it l Sempre a Milano torna Orticola, nota per la qualità e la varietà delle piante esposte e per la cultura del verde; il tema di quest’anno è “Le piante italiane per il giardino italiano”. La mostra mercato di fiori, piante e frutti insoliti, rari e antichi si svolgerà dal 7 al 9 ai Giardini Pubblici Indro Montanelli. Info: www.orticola.org l Quest’anno ricorre il 450mo anniversario della nascita di Claudio Monteverdi, il compositore nato a Cremona. Per festeggiare, un ricco programma: musica negli spazi pubblici, nei palazzi storici, nelle chiese barocche, nei giardini e cortili nascosti. Il Festival Monteverdi prevede importanti appuntamenti, tra cui l’inaugurazione il 5 maggio con l’Orfeo dell’Accademia bizantina, il 27 le marionette
della Compagnia Carlo Colla accompagnate dalla musica de Il ballo delle ingrate e Il combattimento di Tancredi e Clorinda. E poi le mostre, per rendere omaggio a Monteverdi, ma anche alla cultura musicale e figurativa di quel periodo; sarà esposto, per esempio, Il suonatore di liuto di Caravaggio (foto sotto), intorno al quale verrà costruito un percorso di applicazioni multimediali. La mostra Monteverdi e Caravaggio, sonar stromenti e figurar la musica, al Museo del Violino sino al 23 luglio, ricostruirà l’orchestra dell’Orfeo con strumenti dell’epoca. E, ancora, opportunità di crociere musicali tra Cremona, Mantova e Venezia. Info: www.monteverdi450.it
ALTO ADIGE
Manuela Tessaro
GIOIELLI DELL’ARTE E DELLA NATURA, MUSICA E PRELIBATEZZE DI STAGIONE. SONO TANTI GLI APPUNTAMENTI PER CHI HA VOGLIA DI RELAX
Pietro Battisti
Sono oltre quaranta le località coinvolte, sino a giugno, dall’iniziativa Alto Adige Balance; tante le “esperienze”, tra cui quelle all’insegna dei più tipici sapori enogastronomici, con esperti che accompagneranno gli ospiti alla scoperta delle eccellenze del territorio, con tanto di corsi di cucina a “km zero”; per esempio, a Laives i partecipanti accederanno a conoscenze tramandate di generazione in generazione su come raccogliere, essiccare e utilizzare le erbe medicinali. Nel ricco programma anche escursioni, eventi e momenti wellness. Info: www.bolzanodintorni.info
PIEMONTE
l Tanti appuntamenti che spaziano dalla musica all’enogastronomia all’arte: Saluzzo (CN) (foto sopra) diventa protagonista, sino a fine luglio, con i suoi i castelli, il centro storico, l’Abbazia di Staffarda, le morbide colline punteggiate dai vigneti e, naturalmente, le Alpi, con il profilo del Monviso; il mese di maggio, in particolare, sarà dedicato all’arte. Info: www.comune.saluzzo.cn.it l Al Mao, Museo d’Arte Orientale di Torino, un viaggio lungo rotte carovaniere, marittime e spirituali, a cavallo tra Occidente e Oriente: protagonista la Via della Seta. A raccontarla, sino al 2 luglio, la mostra Dall’antica alla nuova Via della Seta, che raccoglie 70 preziose opere che narrano la millenaria storia dei rapporti tra la Cina e l’Occidente, in particolare l’Italia. Un’ottima occasione per visitare la città, a partire dalla zona del Quadrilatero, dove si trova il Mao. Info: www. fondazionetorinomusei.it
CAMPANIA
A Napoli Wine & the City festeggia i suoi 10 anni. Dal 5 al 26, circa cento luoghi della città si aprono a una vivace “festa mobile”: dalla collina di Posillipo a Spaccanapoli, dalle vie eleganti di Chiaia ai vicoli del centro antico, vengono coinvolti musei e palazzi storici, boutique e ristoranti, atelier di artisti, ipogei millenari, chiese barocche e percorsi urbani. Si comincia il 5 al Museo Archeologico Nazionale e si prosegue per tre settimane tra degustazioni, visite guidate, esposizioni di design, sino al gran finale del 26 in piazza del Municipio. Info: www.wineandthecity.it
ABRUZZO
Tanti appuntamenti e percorsi culturali, naturalistici, artistici, gastronomici e sportivi, adatti a tutte le età, per Abruzzo Open Day, dal 27 maggio al 4 giugno. Nel corso della settimana, pensata proprio per far conoscere la regione, si potrà soggiornare a costi molto contenuti usufruendo di specifici pacchetti promozionali.
PUGLIA
Gioielli, bijoux, oggetti d’arredo e altro ancora a Lecce, dal 19 al 21, per Artigianato d’Eccellenza, mostra mercato che si tiene nell’ex Chiesa di San Francesco della Scarpa. La manifestazione si svolgerà in contemporanea con Cortili aperti, evento promosso dall’Associazione Dimore Storiche Italiane che apre ogni anno i giardini e i cortili dei palazzi storici dell’affascinante città barocca. Info: www.artigianatodeccellenza.it. E per chi vuole abbinare qualche giorno di vacanza sul mare, il Vivosa Apulia Resort, immerso in un parco naturale e affacciato sulle acque del Mar Ionio a Marina di Ugento, tra Gallipoli e Santa Maria di Leuca, è l’ideale, anche per le famiglie e i bambini; www.vivosaresort.com
VENETO
L’universo di Jheronimus Bosch, l’enigmatico pittore olandese vissuto tra il 1450 circa e il 1516, è al centro di una mostra che Venezia, unica città in Italia a conservare suoi capolavori, gli dedica a Palazzo Ducale sino al 4 giugno; il punto focale sono proprio le tre grandi opere di Bosch - due trittici e quattro tavole - riportate all’antico splendore grazie a un sapiente restauro: Il martirio di santa Ontocommernis, Tre santi eremiti e Paradiso e Inferno. A queste si affiancano circa 50 opere attinenti al tema; possibilità di laboratori per i bambini. Info: www.palazzoducale.visitmuve.it Intimità
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SALUTE E BENESSERE
a cura di Simona De Vecchi
DERMATOLOGIA
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MELANOMA: attenzione al sole
U
n neo dalla forma “strana”, oppure una macchia sulle mucose della quale ci si accorge all’improvviso. Possono sembrare cose di poco conto, invece è bene effettuare subito una visita dal dermatologo, per verificare che non si tratti di melanoma, un tumore della pelle dal quale si può guarire, se si interviene in fase iniziale. Purtroppo, il più delle volte la malattia viene affrontata quando è già in fase avanzata.
Tuttavia, anche in questi casi, ci sono notizie confortanti. «Esistono nuovi farmaci specifici, cosiddetti inibitori delle chinasi, il Vemurafenib e Dabrafenib, in grado di bloccare temporaneamente alcune molecole chiave che attivano il melanoma, - spiega il dottor Antonio Costanzo, direttore dell’Unità di Dermatologia dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, a Milano. Nei malati che quindi hanno la mutazione del gene B-Raf,
È UN TUMORE CUTANEO GRAVE, MA GUARIBILE, SE SCOPERTO IN FASE INIZIALE. L'IMPORTANTE, COMUNQUE, È PROTEGGERSI DAI RAGGI SOLARI. IN OGNI STAGIONE e che costituiscono circa il 60 per cento dei casi, il tumore può essere arrestato anche per anni, dopo i quali si passerà ad altri trattamenti». E l’altro 40 per cento che non presenta quella mutazione? Per una parte di loro esiste una nuova categoria di immunostimolatori, Ipilimumab, e Pembrolizumab, dall’efficacia molto più duratura e che, anzi, spesso può aprire a speranze di guarigione. L’arma migliore resta però
CHI È PIÙ A RISCHIO Il melanoma, che in Italia annovera 10 mila nuovi casi l’anno, è il più aggressivo dei tumori cutanei. Grazie al nostro fototipo mediterraneo la sua incidenza è più bassa rispetto ad altre nazioni, quali Australia o Irlanda, ma è comunque in continua crescita. Le più a rischio sono le persone con i capelli rossi e gli occhi chiari, condizione che altera la produzione di melanina, rendendola meno efficace nella difesa della pelle dai raggi nocivi del sole. Purtroppo, il problema interessa anche i giovani: il picco è attorno ai 50 anni, ma un caso su 5 riguarda persone fra i 18 e i 39 anni. La malattia può svilupparsi ovunque: i melanomi sul viso riguardano entrambi i sessi, quelli al torace interessano di più gli uomini, mentre nelle donne sono le gambe le più colpite.
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Intimità
la prevenzione: è infatti stato dimostrato che l’incidenza del melanoma è direttamente correlata al numero delle scottature solari, perché i raggi ultravioletti molto intensi danneggiano le cellule della pelle. Ma è bene usare in ogni stagione, anche in città, soprattutto a partire dalla primavera, creme da giorno e fondotinta che includano un fattore protettivo (da 15 a 30), specie se si ha la pelle chiara. Naturalmente bisogna essere rigorosi nel difendersi dal sole di montagna. E d’estate, mai esporsi fra le 11 e le 16, e soprattutto ricordarsi di spalmare creme protettive su tutto il corpo, orecchie comprese, con fattore diverso in base al fototipo, ossia il tipo di pelle, anche quando si è già abbronzate, ricordando che anche i prodotti waterproof, a più lunga durata, vanno applicati di nuovo ogni 2-3 ore. Oggi ci sono poi creme che, pur accelerando l’abbronzatura, contengono fattori di protezione. I dermatologi sconsigliano anche, se non proprio sporadicamente, i lettini abbronzanti. CONTROLLI PERIODICI «Una volta l’anno, - precisa Costanzo, - dall’adolescenza in poi, va effettuato il controllo dei nei, presenti dalla nascita e che si formano con l’età, dai quali si sviluppa buona parte dei melanomi. Quando ci si accorge che un neo cambia forma e/o colore, ha margini frastagliati, cresce rapidamente, oppure si vedono comparire macchie brune sulla pelle o sulle mucose genitali, mai notate prima, non bisogna aspettare, ma recarsi subito da uno specialista dermatologo, che facilmente identificherà forme di melanoma o altre lesioni pericolose anche in fase molto precoce». Paola Tiscornia
GASTROENTEROLOGIA
ANCHE SE LE CAUSE DELLA STIPSI POSSONO ESSERE DIVERSE, SONO QUASI SEMPRE DETERMINANTI I FATTORI NUTRIZIONALI E PSICOLOGICI
Quando l’INTESTINO è pigro
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È
un disturbo che porta a liberare l’intestino meno di due-tre volte a settimana e che si accompagna, in certi casi, a dolori e gonfiori addominali, digestione lenta, facile affaticabilità, malessere generale e irritabilità. Si calcola che siano più di 9 milioni gli italiani, soprattutto donne, che lamentano una scarsa attività intestinale. Nelle donne, la tendenza alla stipsi è favorita dalla produzione di ormoni progestinici, che rallentano la motilità intestinale, specie in gravidanza. «Spesso si tratta di un fenomeno molto variabile, perfino soggettivo, - spiega il professor Pier Alberto Testoni, direttore dell’Unità operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano . - Molte persone vanno in bagno una volta a settimana, da sempre, e non lamentano disturbi. Altre, invece, accusano fastidi se non riescono a evacuare ogni giorno: in molti di questi casi si può parlare di “intestino irritabile” associato a stitichezza. Ci sono poi forme che si presentano solo durante un viaggio, o per un cambio di abitudini e di alimentazione, oppure in periodi di particolare stress. I fattori nutrizionali e psicologici, infatti, sono determinanti in quasi 95 casi su cento. La stitichezza può essere provocata anche dall’uso di integratori di calcio e ferro, da diuretici, analgesici, antiacidi, antidepressivi, alcuni antistaminici, antipertensivi calcio-antagonisti e nitroderivati utilizzati nella patologia coronarica». Se il disturbo peggiora, è bene consultare il gastroenterologo. «A seconda
dell’età e della storia clinica, - continua il professor Testoni, - lo specialista può eventualmente far fare esami del sangue e indagini come lo studio dei “tempi di transito”, che avviene mediante radiografia dell’addome dopo l’ingestione di markers radiopachi, cioè appositi “pallini” che percorrono l’intestino fino all’espulsione. In alcuni casi potrà essere necessaria la colonscopia, per ricercare eventuali polipi voluminosi, diverticoli o tumori del colon. Si possono anche effettuare delle indagini più complesse, che
consentono di valutare la sensibilità e la funzionalità dell’ultimo tratto intestinale. NON SOLO LASSATIVI Se gli esami risultano negativi, la diagnosi sarà di stitichezza funzionale, cioè assenza di patologie gravi e conosciute. Per migliorare la situazione occorrerà allora adottare uno stile di vita più sano e inserire nella dieta buone dosi di fibra. Oppure, se questa provoca meteorismo, mucillagini di glucomannano o psillio. In caso di insuccesso, e in base ai risultati, si può ricorrere a vari tipi di lassa-
LE REGOLE DELLA... REGOLARITÀ «Per gestire la stipsi e alleviare i sintomi, spesso basta seguire alcune semplici norme, - raccomanda il professor Testoni - e cioè: regolarità negli orari dei pasti, dieta con fibra, frutta, verdura e cereali integrali, con limitazione di carote e patate, e con pochi grassi e zuccheri, adeguato apporto di liquidi, esercizio fisico regolare e appuntamento quotidiano, e per il tempo necessario, con le funzioni intestinali».
tivi, cominciando da sostanze leggere, prive di effetti collaterali, come macrogol o lattulosio e, nei casi più resistenti, estratti di boldo o senna, che però hanno efficacia limitata nel tempo e tendenza a creare assuefazione. Oppure i farmaci procinetici. Se il problema è uno stimolo scarso, si può ricorrere a supposte di glicerina con estratti lenitivi di malva o camomilla. Solo su indicazione del medico si possono assumere farmaci più complessi, per stimolare la peristalsi intestinale e per la stipsi con gonfiore e dolore, come nel colon irritabile. Se il problema è innescato da ansia e stress, con un blocco del transito provocato da contrazione del colon discendente, sono indicati i farmaci antispastici. Sono da evitare, o da usare solo eccezionalmente, i purganti salini come i sali di magnesio». Emilio De Paoli
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SALUTE E BENESSERE OFTALMOLOGIA
Se gli OCCHI si stancano L’UMIDIFICAZIONE è LA CONDIZIONE ESSENZIALE PER IL LORO PERFETTO FUNZIONAMENTO. PERò ALCUNE ABITUDINI “MODERNE” POSSONO CREARE NOTEVOLI FASTIDI
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Intimità
COSì LE PALPEBRE SI RIATTIVANO
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cchi stanchi, arrossati e che pizzicano. Niente di veramente serio, ma di sicuro un fastidio, tanto più antipatico perché prolungato e continuo. Si chiama sindrome da discomfort visivo e può colpire fino al 90 per cento delle persone che trascorrono tante ore davanti allo schermo del computer o impegnano la vista a distanza ravvicinata utilizzando apparecchi digitali, pc, tablet e smartphone. «Il fenomeno spiega il dottor Matteo Piovella, oculista e presidente della Soi, Società oftalmologica italiana, - cresce in parallelo al mutare delle nostre abitudini di vita, che ci vedono passare sempre più tempo con lo sguardo incollato al display di dispositivi elettronici. Il problema nasce proprio da lì, perché mentre siamo impegnati a fissare continuativamente lo schermo, le palpebre sono costrette a rallentare anche del 60 per cento il ritmo del loro naturale lavoro. Diminuiscono infatti i battiti, il cosiddetto ammiccamento, a discapito dell’essenziale funzione di lubrificazione e umidificazione della superficie degli occhi: che è la condizione essenziale per il loro perfetto funzionamento, ma che in questo modo diventa insufficiente. La situazione può peggiorare se nell’ambiente in cui si soggiorna ci sono sistemi di riscaldamento o raffreddamento ad areazione forzata che in-
ducono inevitabilmente un aumento dell’evaporazione delle lacrime». S.O.S. SECCHEZZA Il problema prende maggiormente di mira le donne che hanno passato gli “anta”, per una questione ormonale: 6 su 10 partono infatti già svantaggiate e, più facilmente, accusano disturbi legati alla cosiddetta sindrome dell’occhio secco, una diminuita lubrificazione oculare che lunghe ore passate al computer rendono ancora più fastidiosa. E la stessa cosa si può dire per la quasi totalità (il 90 per cento) di chi abitualmente indossa le lenti a contatto. Anche i farmaci più comunemente usati per controllare la
La sindrome da discomfort visivo può essere anche la conseguenza di una non perfetta chiusura delle palpebre, specie durante le ore di sonno. «La causa, - specifica Piovella, - è la perdita di elasticità della cute della palpebra, dovuta al passare degli anni. Da qualche tempo, però, si utilizza una cura innovativa, non invasiva, a base di applicazioni di ossigeno puro ad alta pressione e acido ialuronico sulle palpebre. Questo trattamento migliora l’elasticità della pelle e ripristina un’efficiente azione “tergicristallo”, per riattivare una perfetta lubrificazione della superficie oculare. Le sedute si eseguono mensilmente e durano circa mezz’ora. Per ottenere un risultato duraturo ne serviranno almeno 10.
pressione sanguigna e il tono oculare e quelli antiacido penalizzano la corretta lubrificazione dell’occhio. Infine, chi ha difetti visivi anche minimi, ma non corretti adeguatamente (specie se astigmatico) vedrà acuiti i problemi legati al discomfort oculare. Ecco perché dopo un pomeriggio passato al computer succede di alzarsi con prurito agli occhi, bruciore, arrossamento, annebbiamento della vista e affaticamento. Si tratta di una situazione che, se non viene corretta per tempo, può indurre variazioni anatomiche alle strutture della superficie oculare, che portano alla cronicizzazione dei distur-
bi: niente di eccessivamente preoccupante, ma indubbiamente molto fastidioso. Per correre ai ripari, dopo ogni ora di attività visiva intensa sarebbe opportuno alzarsi per fare una pausa di 10 minuti, cercando di fissare un punto lontano, per rilassare i muscoli degli occhi, ma anche quelli di schiena, braccia e spalle. È bene, inoltre, intervenire con opportuni sistemi di umidificazione ambientale e ridurre la velocità di uscita dell’aria dai condizionatori. Infine, è importantissimo rivolgersi all’oculista, il quale può prescrivere il collirio, a base di sostanze lubrificanti e umettanti, più adatto alle caratteristiche dei nostri occhi. Maria Giubilari
IN BREVE
7 MAGGIO WINGS FOR LIFE WORLD RUN L'appuntamento è a Milano, ma anche in altre 23 località nel mondo, nello stesso momento, con lo stesso fischio di partenza per tutti. Una corsa unica nel suo genere, soprattutto perché non ci sarà un vero e proprio traguardo da raggiungere: i partecipanti saranno seguiti dalla Catcher car, un'auto guidata da volti noti dello sport e dello spettacolo, che partirà circa mezz'ora dopo lo start e che dovrà fare lentamente lo stesso percorso, ma aumentando progressivamente la velocità. I corridori che riusciranno a non farsi superare dall'auto saranno i campioni. Sono queste le caratteristiche della Wings for Life World run 2017, giunta alla sua quarta edizione, ideata per raccogliere fondi a supporto della ricerca sulle lesioni al midollo spinale. A Milano, la partenza è da piazza Castello alle ore 13.00 e il percorso tocca i luoghi simbolo della città, passando per i navigli, fino a raggiungere l'Oltrepò pavese, per un totale di 100 chilometri. Possono partecipare tutti alla corsa: atleti professionisti, semplici appassionati ma anche persone su sedia a rotelle, ognuno secondo la propria velocità. Info e iscrizioni: www.wingsforlifeworldrun.com
grazione. «L'informazione e il dialogo con chi vive la malattia sono due punti cardine della Carta, - ha dichiarato Antonella Celano, presidente Apmar onlus. - Affinché le Associazioni possano affiancare le istituzioni e i decisori nel legiferare secondo le reali esigenze dei cittadini è necessario però acquisire professionalità e competenze, per avere un ruolo attivo nei processi decisionali, in modo da mettere in luce esigenze e priorità e guidare il sistema salute verso un miglioramento del livello di qualità ed efficienza».
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IN AGENDA
PRIMA PERSONE, POI PAZIENTI L'esperienza conta. E fa la differenza. Infatti, solo chi si è trovato ad affrontare determinate malattie, e relativi disagi, sa veramente quali sono le necessità e i bisogni di chi soffre. Ed è proprio partendo da questa considerazione che 16 associazioni di pazienti di diverse aree terapeutiche, che rappresentano milioni di persone in tutta Italia, si sono accordate per far sentire la loro voce, con l'obiettivo di contribuire al miglioramento della qualità del sistema salute, attraverso la partecipazione attiva ai tavoli decisionali in materia sanitaria. È il progetto Persone, non solo pazienti, promosso da Roche, attraverso il quale le suddette associazioni hanno di recente firmato a Milano una Carta in cinque punti per chiedere alle istituzioni un impegno comune su welfare, innovazione e inte-
RISPONDE IL NEUROPSICOLOGO
LE CONSEGUENZE DELL'ANEURISMA Gentile dottoressa, sono preoccupata per una mia carissima amica di 55 anni che un anno e mezzo fa ha avuto un aneurisma cerebrale subaracnoideo. Dopo essere stata per circa un mese in pericolo di vita, poi si è ripresa, anche se è stato necessario, a seguito di vasospasmo e idrocefalia, l'inserimento di uno shunt cerebrale per il drenaggio dei liquidi. Come terapia, ora prende un antiepilettico e un betabloccante. I medici dicono che è guarita, ha conservato tutte le sue funzioni, solo con la memoria a breve ha qualche difficoltà, ma è una cosa minima, eppure si comporta da ammalata: se ne sta per la maggior parte del tempo sul divano, apatica, se la si sprona a camminare dice che le gira la testa. Prima era piena di interessi. E poi ha sempre paura che le venga un altro aneurisma, però rifiuta un sostegno psicologico. Si può fare qualcosa per aiutarla? Mi dispiace vederla così, anche se considero che sia già una fortuna che non abbia riportato gravi invalidità dopo quello che le è successo. Beatrice E. - Avellino
seguito di un intervento neurochirurgico è frequente A che il paziente presenti disturbi del comportamento e dell'umore. L'apatia, la deflessione dell'umore e l'indif-
ferenza sono tutti sintomi che possono essere conseguenza del danno cerebrale. Tuttavia, a questi sintomi possono associarsene altri, di natura più strettamente psicologica, secondari all'acquisita consapevolezza della gravità della malattia. Per questi motivi, la persona necessita di un'attenta valutazione neuropsicologica e neurologica. Solo al termine di queste valutazioni si potrà decidere con sicurezza se intervenire con un supporto psicologico, una riabilitazione cognitiva o entrambe ed eventualmente associare a queste una piccola dose di farmaci stimolanti. È importante sottolineare la rilevanza del ruolo di familiari e amici che possono contribuire, con la loro vicinanza, a una graduale ripresa degli interessi personali. Dottoressa Federica Alemanno, Neuropsicologa - Unità di Riabilitazione specialistica disturbi neurologici, cognitivi e motori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano
I medici specialisti risponderanno alle vostre lettere. Indirizzatele alla rubrica Salute e Benessere, INTIMITÀ, Piazza Aspromonte 13, 20131 Milano o alla e-mail specialisti@quadratum.it. Le lettere ricevute sono sottoposte ai medici in versione integrale, anche se qui, per esigenze di spazio, possono subire riduzioni. Non si risponde in via privata.
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BELLEZZA
di Sabina Spada
I CAPELLI dalla A alla Z PREZIOSO MINIGLOSSARIO CON TUTTE LE PAROLE CHIAVE PER CONQUISTARE E CONSERVARE UNA CHIOMA BELLA E SANA SCIUGATURA OPPIE PUNTE A Anche se è utile per fa- DDecisamente brutte re più in fretta, il phon va da vedere, fanno sembrausato il meno possibile, poiché è tra le cause di maggiore stress per i capelli. Il calore eccessivo rischia infatti di danneggiarli e indebolirli. È bene dunque impostarlo su una temperatura appena tiepida e utilizzarlo ad almeno dieci centimetri di distanza dalla testa.
re la chioma trascurata. Le cause sono diverse: capelli secchi, shampoo aggressivi, eccessivo calore del phon, trattamenti chimici. Il rimedio più efficace è naturalmente il taglio, ma un valido aiuto viene anche da prodotti capaci di mascherarle, richiudendole.
dine, poiché nutre i capelli e li rende morbidi e pettinabili. Va applicato su tutta la lunghezza, perché agisca sull’intero fusto. Per fare in modo che la chioma non sia appesantita e non sembri unta è molto importante risciacquare il prodotto con grande cura.
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ADUTA I motivi sono molti e diversi: lo stress, l’utilizzo di tinte troppo aggressive, squilibri o cambiamenti ormonali (gravidanza, menopausa), diete drastiche, inquinamento ambientale, cambio di stagione, carenza di zinco. In tutti questi casi, il fenomeno è solitamente transitorio. Se invece persiste, è necessario consultare uno specialista.
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meglio, ricrescono bianchi, e succede per un processo di invecchiamento biologico dei melanociti, le cellule che producono la melanina e che, di conseguenza, sono responsabili della colorazione della capigliatura. Accanto al fattore genetico, altre circostanze accelerano il meccanismo di incanutimento: il fumo, lo stress, forti choc emotivi e carenze vitaminiche. L’assunzione di rame, che si trova negli spinaci, nei crostacei e nelle patate, favorisce la sintesi della melanina.
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AVAGGIO I capelli vanno lavati non più di due volte la settimana, altrimenti si rischia di stressarli inutilmente. In-
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ALSAMO NCANUTIMENTO Btimana Usarlo una volta la set- I È fisiologico: prima o poi i è una buona abitu- capelli diventano bianchi. O, dipendentemente dal tipo di capigliatura, lo shampoo deve essere delicato e adatto a lavaggi frequenti. Va utilizzato in piccole quantità e diluito in acqua. Non è necessario fare due lavaggi di seguito. ASSAGGIO M Per il benessere della chioma, il cuoio capelluto deve avere una buona irrorazione sanguigna. Per favorirla, stimolando la circolazione, non c’è niente di meglio che un massaggio, da effettuare con la punta delle dita facendo piccoli movimenti circolari. Lo stesso effetto si ottiene mentre si fa lo shampoo o con la spazzola, le cui setole però non devono essere di metallo.
IASTRA Pmolto Sebbene la ceramica sia più delicata del tradizionale ferro, l’utilizzo quotidiano della styler richiede qualche precauzione, per non danneggiare la fibra capillare. Innanzitutto, non va mai usata sui capelli bagnati o umidi, che risultano più deboli e potrebbero spezzarsi. Inoltre, è bene proteggere la chioma dal calore con uno spray apposito e non usare mai la lacca prima, ma solo al termine della piega. OLE S Andando incontro all’estate, non bisogna dimenticare che i raggi ultravioletti hanno un’azione negativa sulla cheratina e ossidano la
melanina. Ne risultano un indebolimento del fusto e uno sbiadimento del colore. È quindi necessario proteggere la chioma con prodotti contenenti filtri solari e, in spiaggia, indossare sempre un cappello o una bandana.
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AGLIO Ogni tanto ci vuole, però non è indispensabile per avere capelli sani. La parte che si recide, infatti, non è vitale, poiché il fusto è costituito per lo più da cheratina e minerali. Ciò che determina il benessere del capello, invece, è il follicolo pilifero, che si trova nel derma e non risente del taglio.
NTO U Forse non c’è sensazione più spiacevole dei capelli appiccicati in ciocche separate, lucide e pesanti. Se non si tratta di un problema ormonale, spesso è la conseguenza di lavaggi troppo frequenti: iperstimolate dallo shampoo, le ghiandole che secernono sebo reagiscono producendone in maniera eccessiva. L’untuosità richiede un ulteriore lavaggio, e così via. Per spezzare il circolo vizioso, non resta che tollerare qualche giorno di capelli “sporchi” e ridurre gradualmente la frequenza dei lavaggi.
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INCO È tra i minerali più utili per la salute della capigliatura: oltre che attraverso adeguati integratori, si assume con l’alimentazione, poiché è contenuto nella carne, nei crostacei e nei molluschi. Altri cibi da privilegiare per la bellezza della chioma sono quelli ricchi di proteine (pesce, uova, carni bianche, legumi), vitamine del gruppo B (lievito di birra, mandorle, fegato, tuorlo d’uovo) e omega 3 (pesce azzurro, salmone, semi di lino).
GLI ALLEATI NEL BEAUTY ● Adatto a capelli con radici grasse e punte secche, Fructis Pure Non-Stop Coconut Water di Garnier purifica il cuoio capelluto e idrata il fusto. La capigliatura risulta più morbida e facile da pettinare. Con acqua di cocco e senza siliconi. Da 250 ml, 2,89 €. ● Triple Rx Shampoo di Amika ripara le chiome rovinate da trattamenti, tinte e piastra, grazie alle proprietà dell’olivello spinoso. La cheratina e le proteine del grano migliorano elasticità e idratazione. Da 100 ml, 9,90 €. Da maggio, in esclusiva da Sephora. ● Il potere antiossidante delle bacche di goji si abbina alle proprietà dell’olio di argan e dell’acido ialuronico, che rivitalizzano: Miracle Color Daily Care di Alter Ego è uno shampoo delicato che prolunga e protegge la colorazione. Da 250 ml, 16 €. Nei saloni. ● Lo Shampoo lavaggi frequenti Aquam si prende cura dei capelli sfibrati, con un’azione ristrutturante e idratante. Contiene estratti di cedro, arancio e pesca e proteine del grano e della seta. Di Mediterranea. Da 200 ml, 8,50 €. Info: www.mediterranea.it ● Nashi Argan Deep Infusion è una maschera da usare una volta la settimana: penetra nel capello nutrendolo in profondità e ripristinandone la struttura, senza appesantirlo. Da 150 ml, 21,50 €. Nei saloni. ● Per chiome stressate, la Double Cream di Alfaparf Milano che si usa come trattamento leggero senza risciacquo, o come cura profonda dopo lo shampoo, da lasciare in posa per 5 minuti. Da 200 ml, 19,99 €. Nei saloni. ● La Maschera fluida ridensificante di Phyto agisce sul cuoio capelluto per contrastare gli effetti dell’invecchiamento naturale, mentre riveste il capello come in una guaina, restituendogli sostanza. Da 175 ml, 42,90 €. In farmacia. ● BC Brazilnut Oil Talent 10 è un latte spray multifunzione: potenzia il colore, districa, leviga, protegge dai raggi UV, profuma, protegge dall’umidità, disciplina e offre un controllo dello styling. Di Schwarzkopf Professional. Da 100 ml, 25,80 €. Nei saloni. ● Un prezioso trattamento antiage: Naturaltech Renewing Serum Superactive previene i segni del tempo e mantiene una cute sana e capelli forti. Senza risciacquo. Di Davines. Da 100 ml, 56,50 €. ● Argan One Cristalli ai Semi di Lino di Soco idrata e protegge dal calore del phon e dai trattamenti chimici. I cristalli liquidi con semi di lino ristrutturano il capello creando una pellicola che richiude le squame della cuticola. Da 50 ml, 13 €. Nei saloni. ● Density Stimuli di Stemm, siero per il cuoio capelluto, restituisce spessore, densità, forza e un aspetto più sano ai capelli. Combina vitamine, minerali, aminoacidi, peptidi, polifenoli e principi nutritivi. Senza risciacquo. Da 60 ml, 43 €. Info: www.stemm.co ● Per capelli grassi, il Balsamo Leggero Districante di Keramine H ammorbidisce e districa senza appesantire. Con estratto di limone, astringente e tonificante. Da 150 ml, 5,05 €.
ARREDAMENTO
di Simona De Vecchi
● Elegante e di grande impatto il copriletto in cotone e leggermente imbottito con fibra anallergica. Samoa di Caleffi è un modello realizzato con stampa digitale. Si trova in vendita a partire da 137 €. ● È perfetta come tovaglia, ma non solo. Gran decor italian garden di Caleffi è un telo di cotone che può essere utilizzato anche come copridivano. In vendita a partire da 59 €.
EFFETTO PRIMAVERA TRA COROLLE E PETALI CHE PROFUMANO D’ALLEGRIA
Vesti la casa di FIORI
● Super romantica, la lampada da tavolo Bloom too di Maiuguali ha lo stelo in legno laccato, mentre i fiori sono in stoffa plastificata. In vendita a 140 €.
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Intimità
● Una poltroncina adatta a tutti gli ambienti, grazie alla sua forma avvolgente e alla linea moderna che però richiama il gusto classico. Il suo nome è Frog ed è proposta da My Home Collection. Prezzo su richiesta.
● Con una parete così pare proprio di trovarsi in un campo fiorito! Merito del decoro murale realizzabile con la carta da parati Growing Bliss di WallPepper, a base di fibra di cotone e cellulosa. Costa108 € al mq.
● La protagonista è la porta, appositamente studiata per essere integrata alla parete e ai suoi decori, siano essi carte da parati o pitture, per creare un effetto di continuità. L’anta viene, infatti, fornita grezza e ha un telaio che si inserisce completamente nel muro. È il modello Exit Zero di FerreroLegno. In vendita a 750 €.
● I “petali” di questo insolito divano sono indipendenti e reclinabili in più posizioni, per il massimo comfort. Free Flower di Futura è in vendita a partire da 3.500 €.
Per informazioni: Caleffi, numero verde 800238066, www.caleffionline. it; Ferrerolegno, www.ferrerolegnoporte. it; Futura, 0362338030, www.futura-italy. it; Maiuguali, 055621810, www.maiuguali. it; My Home Collection, 0558070202, www.myhomecollection.it;WallPepper, 0292885406, www.wallpepper.it.
Intimità
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CUCINA
a cura di Barbara Pedron
Terrina di ziti e verdure Tempo: 1 ora e 5 minuti Costo: 5 € circa Calorie a porzione: 410 Ingredienti per 4 persone: 300 g di ziti, 2 carote, 2 zucchine piccole, una costola di sedano, 200 ml di besciamella pronta, una bustina di zafferano, uno scalogno, 40 g di grana grattugiato, qualche foglia di prezzemolo, un cucchiaio di olio extravergine d’oliva, sale. ● Preriscaldate il forno portandolo a 200°. ● Mettete sul fuoco una pentola con acqua salata e portate a bollore. Intanto mondate le carote, le zucchine e il sedano e tagliate tutto a bastoncini, quindi metteteli a scottare nel liquido ben caldo.
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Intimità
Profumo di ZAFFERANO COL SUO GUSTO INCONFONDIBILE E IL SUO COLORE INTENSO, IL RE DELLE SPEZIE TRASFORMA OGNI PIATTO IN UN PICCOLO CAPOLAVORO ● Sciogliete lo zafferano in
un bicchiere con un pochino di acqua calda. ● Disponete sul fuoco un’altra pentola con abbondante acqua salata e fate arrivare a bollore. ● Sbucciate lo scalogno, tritatelo, mettetelo in una padella con l’olio e fatelo soffriggere per qualche istante. Unite lo zafferano e lasciate insaporire, poi versate nella padella
la besciamella, mescolate per amalgamare, quindi spegnete il fuoco e fate intiepidire. ● Mettete gli ziti a lessare nella pentola con l’acqua bollente e scolateli bene al dente. Regolateli in modo che tutti abbiano la stessa lunghezza, poi trasferiteli in una terrina, conditeli con la besciamella allo zafferano e il grana e unite le verdure. Mescolate bene e trasferite il tutto in uno
stampo rettangolare foderato con carta antiaderente da cucina (fate solo attenzione ad alternare pasta e verdure, disponendole nello stesso verso), poi mettete a cuocere in forno per 20 minuti. ● Trascorso il tempo di cottura, ritirate la pasta dal forno, trasferitela sul piatto di portata, decorate con foglie di prezzemolo, lavate, asciugate e spezzettate e servite.
Tagliolini con pollo e zucchine Tempo: 35 minuti Costo: 7,50 € circa Calorie a porzione: 375 Ingredienti per 4 persone: 500 g di tagliolini freschi, 250 g di petto di pollo, 300 g di zucchine, 100 g di verdure per soffritto surgelate, una bustina di zafferano, 150 ml di latte, 50 g di burro, un mazzetto di erba cipollina, sale, pepe. ● Tagliate il petto di pollo
a piccoli dadini, poi lavate le zucchine, spuntatele e riducetele a rondelle. ● Disponete il burro in una larga padella antiaderente e fatelo sciogliere a fuoco dolce, unite le verdurine per il soffritto e
rosolatele per 3-4 minuti, quindi aggiungete i dadini di pollo e fateli dorare per 6-7 minuti circa. ● Mettete sul fuoco una pentola con abbondante acqua salata e fate arrivare a bollore. ● Irrorate il pollo con il latte (ma tenetene da par-
te 2 cucchiai) e cuocete ancora per 2-3 minuti, quindi unite le rondelle di zucchina e proseguite la cottura per altri 4-5 minuti, infine regolate di sale e pepe e spegnete il fuoco. ● Versate il latte rimasto in un pentolino, scaldatelo e scioglietevi lo zafferano.
● Lessate i tagliolini nell’acqua bollente, scolateli al dente e metteteli nella padella con il pollo. Aggiungete il latte allo zafferano, qualche filo di erba cipollina tagliuzzata, e spadellate per 1 minuto. ● Trasferite la pasta in piatti singoli e portatela in tavola ben calda.
mettetela in frigo per mezz’ora. Trascorso questo tempo, accendete il forno a 170°. ● Pulite il finocchio, tagliatelo a spicchi, mettetelo in padella con un filo d’olio e un pizzico di sale e fatelo saltare. Lavate il prezzemolo e asciugatelo. ● Sgusciate le uova in una ciotola, unite il parmigiano rimasto, lo zafferano, la panna, il prosciutto, sale e pepe e sbat-
tete il tutto. In un’altra ciotola mettete la ricotta, lavoratela a crema, poi trasferitela nella ciotola con le uova. ● Con metà della farina rimasta spolverizzate il piano di lavoro, poi ritirate l’impasto dal frigo e, con il matterello, stendetelo in una sfoglia sottile. ● Con il resto del burro e della farina, imburrate e infarinate uno stampo roton-
do, quindi trasferitevi la sfoglia. Versate il composto allo zafferano nello stampo, distribuitevi sopra gli spicchi di finocchio e mettete a cuocere in forno per 35-40 minuti. ● Ritirate la quiche, trasferitela sul piatto di portata, spolverizzatela di pepe e guarnitela con le foglie di prezzemolo posizionate al centro.Tagliatela a fette e servitela tiepida.
Quiche ai finocchi
Ingredienti per 4 persone: 240 g di farina, 145 g di burro, 2 uova + un tuorlo, 60 g di parmigiano grattugiato, un finocchio, una bustina di zafferano, 100 g di prosciutto cotto a dadini, 200 ml di panna, 150 g di ricotta, un mazzetto di prezzemolo, un filo di olio extravergine d’oliva, sale, pepe. ● Mettete in una ciotola 220 g di farina con metà parmigiano, un pizzico di sale e pepe e mescolate, poi aggiungete 125 g di burro a dadini, il tuorlo e 2 cucchiai di acqua fredda e impastate. Formate una palla, avvolgetela in un foglio di pellicola trasparente e
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Tempo: 1 ora + il riposo Costo: 10 € circa Calorie a porzione: 525
CUCINA Peperoni ripieni
● Versate il latte in una ciotola e scioglietevi una bustina di zafferano, poi spezzet-
tate il pancarrè e fatelo ammollare per qualche istante nella ciotola con il latte. ● Mettete la carne in una terrina capiente, unite il pancarré strizzato, il grana, le uova, la cipolla, una manciata di trito di maggiorana, sale e pepe e impastate. ● Lavate i peperoni, privateli della calotta (tenetela da parte), svuotateli e farciteli con il composto di carne, infine cospargeteli con il pecorino. ● Sciogliete la seconda bustina di zafferano nel vino, quindi trasferite i peperoni (calotte comprese, ma senza ricomporli) in una teglia dai bordi alti. Versate sul fondo il vino allo zafferano, salate, pepate e infornate per 45 minuti, bagnando ogni tanto i peperoni con il loro fondo di cottura. Trascorso il tempo, ritirate la teglia, se volete ricomponete i peperoni, guarnite con la maggiorana e portate in tavola.
li e lasciateli intiepidire, poi tagliateli a spicchi. ● Eliminate con una pinzetta eventuali spine presenti nei tranci di salmone, quindi fate scogliere in una padella antiaderente il burro con 2 cucchiai d’olio. Quando il condimento inizierà a spu-
meggiare, disponete i filetti di salmone nella pentola dalla parte della polpa e rosolateli a fuoco vivace per 1-2 minuti. ● Sciogliete lo zafferano nel vino bianco, poi irrorate il salmone con questo mix e fate completamente evaporare. Abbassate la fiamma, girate i filetti dalla parte della pelle e unite gli scalogni, quindi regolate di sale, chiudete la pentola con il coperchio e cuocete a fuoco medio basso per 4-5 minuti. ● Trascorso questo tempo, scoprite il recipiente e aggiungete quasi tutti i pistacchi alla preparazione, poi spolverizzate con il pepe e spegnete il fuoco. ● Impiattate in piatti singoli, disponendo il filetto di salmone al centro e accompagnando con lo scalogno e qualche pistacchio.
Tempo: 1 ora e 10 minuti Costo: 12,50 € circa Calorie a porzione: 400 Ingredienti per 4 persone: 4 peperoni gialli medi (200 g circa ciascuno), 400 g di polpa di vitello tritata, 2 uova, 150 g di pancarré, 60 g di grana grattugiato, 150 ml di latte, 2 bustine di zafferano, un mazzetto di maggiorana, una cipolla, 20 g di pecorino toscano grattugiato, 1/2 bicchiere di vino bianco secco, un filo di olio extravergine d’oliva, sale, pepe. ● Preriscaldate il forno portandolo a 180°. ● Sbucciate la cipolla, tritatela, poi mettetela a soffriggere in un pentolino con un filo
d’olio. Lavate la maggiorana e tritatela (ma tenete da parte qualche rametto intero).
Salmone ai pistacchi Tempo: 30 minuti Costo: 20 € circa Calorie a porzione: 596 Ingredienti per 4 persone: 4 tranci di filetto di salmone (800 g circa), 4 scalogni, 30 g di pistacchi al naturale sgusciati, una bustina di zafferano, un bicchiere di vino bianco secco, 30 g di burro, 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva, sale, pepe. ● Mettete sul fuoco una
pentola con dell’acqua e, quando il liquido sarà arrivato a bollore, scottatevi i pistacchi per qualche istante, quindi sgocciolateli, stro-
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finateli con un telo per eliminare la pellicina e divideteli a metà quasi tutti. ● Portate a bollore un’altra pentola d’acqua, poi spellate gli scalogni e, quando il liquido sarà ben caldo, metteteli a scottare nella pentola per qualche istante. Sgocciolate-
dire. Quando il composto sarà tiepido, aggiungetelo ai tuorli, mescolate per amal-
gamare, quindi suddividetelo nelle cocottine filtrandolo con un colino. ● Versate un dito d’acqua sul fondo di una teglia dai bordi alti, poi disponete nel recipiente le cocottine e mettete a cuocere in forno a bagnomaria per 35 minuti. ● Trascorso il tempo di cottura, ritirate le cocottine e fatele raffreddare, quindi cospargete la superficie della crema con lo zucchero di canna. Accendete il grill del forno e mettete la crema a caramellare per qualche minuto. ● Ritirate nuovamente le cocottine dal forno, fate raffreddare la crema (una volta intiepidita, potete mettere i recipienti in frigorifero per far rapprendere meglio la crema, ma ricordate di tirarli fuori qualche minuto prima di portarli in tavola) e, al momento di servire, decorate con le fragole rimaste, due metà per ciascuna porzione.
rimasta, lo zucchero semolato, le uova sbattute, lo zafferano e la scorza degli agrumi. ● Trascorso il tempo della lievitazione, trasferite l’impasto sul piano di lavoro legger-
mente infarinato e, usando il matterello, stendetelo in una sfoglia sottile. Infine, con un coppapasta, ritagliate tanti dischi da 10 cm di diametro. ● Mettete una cucchiaiata di ripieno al centro di ogni disco di pasta, poi sollevate i bordi della sfoglia, ripiegateli un pochino verso l’interno e pizzicateli tra 2 dita, in modo da formare tante scodelline. ● Imburrate e infarinate la placca da forno, disponetevi sopra le girelle e mettetele a cuocere per 20 minuti. ● Trascorso questo tempo, ritiratele, fatele raffreddare, trasferitele sul piatto di portata e, prima di servirle, cospargetele con lo zucchero a velo.
Tempo: 50 minuti Costo: 5 € circa Calorie a porzione: 225 Ingredienti per 4 persone: 120 ml di latte, 120 ml di panna, una bustina di zafferano, 40 g di zucchero semolato, 4 tuorli, 200 g di fragole, 15 g di zucchero di canna. ● Preriscaldate il forno portandolo a 170°. ● Lavate le fragole, asciugatele, mondatele (ma a 4 non togliete le foglioline), tagliatele a metà e distribuitele in 4 cocottine, tutte meno quelle con il verde. ● Sgusciate le uova rompendole in una ciotola, unite metà dello zucchero semolato e sbattete il tutto con una frusta a mano. ● In un pentolino versate il latte insieme con la panna, lo zafferano e il resto dello
zucchero semolato e portate a bollore, quindi togliete dal fuoco e fate intiepi-
Girelle agli agrumi Tempo: 50 minuti + il riposo Costo: 7 € circa Calorie a porzione: 555 Ingredienti per 4 persone: 260 g di semola, 60 g di burro, 2 uova, 400 g di ricotta, 60 g di zucchero semolato, 2 cucchiai di farina, la scorza grattugiata di un limone non trattato, la scorza grattugiata di un’arancia non trattata, 2 bustine di zafferano, un cucchiaio di zucchero a velo, sale. ● Mettete in un pentolino
150 ml di acqua, salatela e fatela intiepidire, poi trasferitela in una ciotola con 200 g di semola e 40 g di bur-
ro e lavorate il tutto fino a ottenere un impasto liscio e compatto. Formate una palla, copritela con un telo e lasciatela riposare per 2-3 ore. ● Rompete le uova in una ciotola e sbattetele, poi mettete la ricotta in una terrina dal bordi alti e montatela a crema, quindi unite la semola
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Foto: Archivio Mondadori
Crema caramellata con le fragole
OROSCOPO di Benedetta Van Wood
PREVISIONI dal 27 aprile al 3 maggio ARIETE dal 21/3 al 20/4
BILANCIA dal 24/9 al 23/10
★★★ Settimana ricca di soddisfazioni. In primo piano l’a- ★★ È tempo di risposte. Sta arrivando una fase della vo-
more. Arriverà inaspettato per chi ha il cuore libero, mentre chi è già in coppia vivrà giornate serene e romantiche. Tante novità positive anche al lavoro e nella vita familiare. E, ciliegina sulla torta, buona anche la forma psicofisica.
stra vita che vi consentirà di portare a termine bene ogni impegno intrapreso. Ma avrete anche bisogno di rilassarvi e svagarvi, quindi state in compagnia e prendetevi cura di voi; se potete, programmate un paio di giorni in una spa.
I GIORNI PIÙ FORTUNATI: lunedì, martedì e mercoledì
I GIORNI PIÙ FORTUNATI: venerdì e sabato
TORO dal 21/4 al 21/5
SCORPIONE dal 24/10 al 22/11
★★ Farete nuove conoscenze con persone interessanti. ★★ Periodo di grande rilancio professionale. Potreste rice-
Tuttavia le stelle non vi aiuteranno nel far nascere amori duraturi e tranquilli, come piacciono a voi. Questo non significa che, se vi capita un colpo di fulmine, dobbiate tirarvi indietro. Per chi lavora in proprio i prossimi giorni saranno fruttuosi.
vere proposte di lavoro allettanti in vista di un’estate e di un autunno super. Non vi mancano creatività e inventiva, puntate su queste qualità e agite di conseguenza. Non aspettatevi troppo dagli altri però, ricordate che chi fa da sé fa per tre.
I GIORNI PIÙ FORTUNATI: domenica e lunedì
I GIORNI PIÙ FORTUNATI: lunedì e martedì
GEMELLI dal 22/5 al 21/6
SAGITTARIO dal 23/11 al 21/12
★★★ Vi sentirete piene di energia. Ne avrete abbastanza ★★ Potrà esserci qualche incertezza. Sono dispettucci di
da potervi impegnare sia al lavoro sia nel tempo libero per dedicarvi a ciò che veramente vi piace. In amore novità in arrivo: tutto rinasce, tutto cambia. È tempo di mettervi in gioco e di lasciarvi andare, anche perché le stelle vi proteggeranno.
Marte in opposizione. Ma per fortuna avrete Venere a favore, che vi spingerà verso nuovi amori e aiuterà quelli già in corso a ritrovare passione e romanticismo. Bene anche la forma fisica, che migliorerà, gradualmente ma nettamente.
I GIORNI PIÙ FORTUNATI: venerdì e sabato e domenica
I GIORNI PIÙ FORTUNATI: martedì e mercoledì
CANCRO dal 22/6 al 22/7
CAPRICORNO dal 22/12 al 20/1
★ Meglio lasciare da parte gli affari di cuore. Vi aspetta un ★★ Gli astri favoriscono le questioni sentimentali. Perciò
periodo complicato di tensioni emotive. Evitate le discussioni e lasciate passare il momento, che gli astri assicurano solo transitorio, perché prestissimo le cose cambieranno in meglio. Per chi è sola c’è in vista un incontro che segnerà una svolta.
se avete qualcosa da chiarire o sistemare in questo ambito fatelo ora, è il momento giusto. Siate invece caute al lavoro, perché tenderete a essere insofferenti con i superiori. Non esagerate a tavola ed evitate di mangiare troppi dolci.
I GIORNI PIÙ FORTUNATI: domenica
I GIORNI PIÙ FORTUNATI: giovedì e venerdì
LEONE dal 23/7 al 23/8
ACQUARIO dal 21/1 al 18/2
★★ I pianeti sono dalla vostra parte.Approfittatene: que- ★★★ Eccellenti le relazioni d’amore. Marte le arricchirà
sta è una settimana in cui potrete rimettervi in gioco, senza correre alcun rischio. Al lavoro arriveranno buone proposte da parte di persone che stimate e riceverete complimenti e attestati di stima sia dai colleghi sia dai superiori.
infondendo maggiore passionalità e aiuterà chi ha da poco iniziato una storia a trovare l’intesa migliore e più soddisfacente. Nel lavoro ricaverete vantaggi dai rapporti con l’estero e questo vi verrà utile per ciò che riguarda la carriera.
I GIORNI PIÙ FORTUNATI: martedì e mercoledì
I GIORNI PIÙ FORTUNATI: giovedì, venerdì e sabato
VERGINE dal 24/8 al 23/9
PESCI dal 19/2 al 20/3
★★ Preparatevi a sfoderare le unghie. Solo così riuscirete ★★ Potrebbero arrivare guadagni extra. Siate formiche e a sciogliere i nodi di diverse situazioni ingarbugliate. Sarà anche importante che vi muoviate con calma, senza farvi prendere dalla frenesia. In attesa che il vostro Mercurio torni in moto diretto, godetevi l’affetto del partner e dei familiari.
non cicale: questo denaro potrebbe magari servirvi per le vacanze. In famiglia l’atmosfera non è molto serena, per non farvi coinvolgere in futili battibecchi meglio uscire con le amiche. Inoltre stare all’aria aperta vi farà bene alla salute e allo spirito.
I GIORNI PIÙ FORTUNATI: domenica e lunedì
I GIORNI PIÙ FORTUNATI: sabato e domenica
Settimana così così:★
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Intimità
buona: ★★
ottima: ★★★
I segni più favoriti della settimana sono evidenziati dalle stelle di colore rosso
UN ANIMALE Sardine Prezzo Lenza
PROPOSTE
Sono in gioco i numeri da 1 a 6. La partita è arrivata a questo punto: qual è il codice nascosto?
6 1 2 2 3 4 6 2 3 5 3 4
Pacco
Maggio Artica
FIAMMIFERI Spostando un solo fiammifero rendete valida l’operazione.
Numero giusto al posto giusto
4 3 2 6
Numero giusto al posto sbagliato
Soluzioni
MASTER MIND 3 3 6 1
Sperare
RISPOSTE
FIAMMIFERI
Cambiate l’iniziale alle parole così da trasformarle in altre di senso compiuto: leggendo le nuove iniziali dall’alto in basso otterrete...
MASTER MIND
SETTE FETTE Castoro (cardine, arezzo, senza, tacco, operare, raggio, ortica)
SETTE FETTE
intervallo
GABRIEL GARKO
di Giulia Valsecchi
Io, schivo
B
IPA
arba incolta, capelli lunghi e volto scavato. Così si è ripresentato, pressoché irriconoscibile, dopo un'attesa di quasi 2 anni, il padrino Tonio Fortebracci, protagonista della fortunata serie televisiva prodotta in casa Mediaset, L’Onore e il Rispetto - Ultimo Capitolo. Nei panni dell'eroe, come sempre dal 2006, Gabriel Garko, 44 anni. Che questa volta recita anche accanto a uno dei suoi miti d'infanzia, Bo Derek, nel ruolo di Chantal Cusano, moglie di un politico siciliano corrotto e colluso con Cosa Nostra. Chantal e Tonio si incontrano casualmente in Svizzera. Nonostante il boss abbia subito una lunga prigionia, sa però ancora come far girare la testa a chiunque. Dote che non si discosta molto dalla realtà, come conferma la stessa attrice americana che a proposito di Garko ha confessato: «Per ogni donna è difficilissimo resistergli». Dunque, Tonio è tornato, deciso a vendicare l'assassinio della donna amata, un «vedovo nero», come l'ha definito lo stesso attore che, dopo quest'ultimo capitolo della fiction cult di Canale 5, ha deciso comunque di voltare definitivamente pagina. Scelta azzeccata? Mah. Perché, anche se di ruoli televisivi finora Garko ne ha collezionati tanti (Il bello delle donne, Il sangue e la rosa, Il peccato e la vergogna, Rodolfo Valentino - La leggenda) è proprio a Tonio Fortebracci che deve il consolidamento del proprio successo.
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IL TAPIRO INDESIDERATO Nato il 12 luglio 1972 e cresciuto nella provincia di Settimo Torinese, Gabriel conserva ancora i tratti del giovane in fuga dai riflettori. E invece, sarà per colpa dei suoi occhi cristallini o della sua fama di rubacuori, il gossip non smette di insidiarlo procurandogli non pochi disagi. Quel che è sicuro è che la scelta di un nome d'arte (all'anagrafe è conosciuto come Dario Gabriel Oliviero) dimostra già la volontà di proteggere la sfera privata, al punto che, di recente, ha prima rifiutato e poi accettato il Tapiro d'oro consegnatogli da Valerio Staffelli, inviato di Striscia la Notizia. Il caso è stato sollevato da alcune battute pronunciate dall'attivista Imma Battaglia, legata alla ex compagna di Garko, Eva Grimaldi, durante le riprese del reality show L’isola dei Famosi. «Se Eva ha trovato una persona che la ama e che la soddisfa più di me, - ha commentato in seguito Garko, smorzando i toni della provocazione, - sono contento per lei, perché le voglio molto bene e siamo rimasti ottimi amici». Ed è sicuramente un rapporto di lunga data quello tra Gabriel ed Eva, un'amicizia solida che, a detta di entrambi, si fonda sulla promessa d'esserci sempre l'uno per l'altra. Sì, anche se l'amore è finito da tempo. NON SOLO TIMIDEZZA Sin da piccolo Garko mostrava una certa insolenza mista a timidezza: detestava essere fotografato, a scuola ren-
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RISERVATEZZA ED ESUBERANZA CONVIVONO DA SEMPRE NELL’AFFASCINANTE INTERPRETE DE L’ONORE E IL RISPETTO. CHE, ANCHE SE FIDANZATO CON ADUA DEL VESCO, CONTINUA A FARE STRAGE DI CUORI
deva soltanto se un professore gli stava simpatico e viveva circondato da molte donne. Non è un caso se, ancora oggi, ama divertirsi a raccontare aneddoti sulla sua storia familiare e di adolescente da “tenere al guinzaglio”. Eppure, a dispetto di un temperamento da bastian contrario riluttante a mettersi in mostra, per realizzare il sogno di diventare attore, ha iniziato presto a pagare quella che definisce scherzosamente la «tassa del pettorale». Dai primi fotoromanzi e calendari, ma anche dalle prime partecipazioni televisive, per esempio, negli anni Novanta all'interno di alcune fiction dirette da Pier Francesco Pingitore, il suo è
un debito continuo al bello. «La bellezza, - ha affermato infatti, - è come un vaso, bisogna riempirlo, metterci un fiore per farlo risplendere di più». Dunque, essere belli è sì una dote naturale, ma con uno scotto da pagare non solo in termini di primi piani e notorietà, ma soprattutto di impegno. Ed è proprio con l'impegno che è cresciuta la sua carriera ed è maturata la personalità di quel bambino che un tempo scappava di fronte alla cinepresa. Ma è forse nel sangue misto di padre veneto e madre catanese che Gabriel nasconde il segreto del suo carattere indomabile? Più volte si è definito «schivo, ma scatena-
ma SCATENATO
IPA
no sommerso. Tuttavia da ogni difficoltà Garko sembra uscire sempre più forte. E questo è ciò che conta.
Gabriel Garko, 44 anni, con la giovane fidanzata Adua Del Vesco, 22. A sin., l'attore ritratto in tutta la sua statuaria bellezza.
to», un controsenso che aiuta a capirne davvero il temperamento, a proprio agio soltanto nella tenuta di Zagarolo, fuori Roma, dove l'attore vive in mezzo agli amati cavalli, cani e gatti. L'amore per gli animali gli viene sempre dalla famiglia e non ne fa mistero, anzi, non perde occasione per definirsi un perfetto «uomo di campagna». MIRACOLO A SANREMO Ma allora com'è davvero Garko? «Noi attori glamour di televisione, e anche di cinema, dobbiamo sempre dimostrare di essere all'altezza», ha ammesso, senza discostarsi da un'immagine divisa tra fama, apparenza e un pubblico che non sempre sta dalla sua parte. L'imprevedibilità, però, è, forse, l'aspetto che meglio contraddistingue un attore e un uomo al centro dell'attenzione anche per episodi di cronaca che ne hanno cambiato in parte il volto. La notizia dell'esplosione avvenuta circa un anno fa nella villa nei pressi di Sanremo, dove Garko soggiornava in occasione del Festival di Sanremo che ha presen-
tato con Carlo Conti, gli ha procurato uno choc dovuto anche alla morte di una donna nell'incidente. Ne è uscito grazie all'aiuto di un terapeuta e alla convinzione d'aver vissuto quasi un miracolo, d'essere scampato a una tragedia dopo essersi risvegliato sotto le macerie. Un'esperienza traumatica, ma al tempo stesso un'opportunità per vincere molte paure, come ha ammesso salendo subito dopo sul palco dell'Ariston. «Mi sono liberato», sono infatti state le sue parole alla conferenza stampa di chiusura del Festival. E non era certo la prima volta che la vita tendeva a Gabriel una trappola: un anno prima di Sanremo, in occasione della partecipazione al programma L’Arena di Massimo Giletti, l'attore ha scelto di mostrarsi al pubblico contro il parere del medico: il suo viso risentiva di un malessere (o di qualche punturina?) che stava cercando di superare. Confidava nella clemenza degli spettatori, ma non aveva fatto i conti con il “furore mediatico”. Le critiche infatti l'han-
IL LAVORO È PRIORITARIO Si dice spesso: “La vita dà, la vita toglie” e se, tra realtà e finzione, “la vita vera è più dura e più crudele” Gabriel Garko non intende rinunciarvi. Così, tra ruoli da eroe e sex symbol, si fa largo una scoperta: è il potere della finzione a guarire davvero le ferite della realtà. E l'attore dimostra di sapersi mettere in gioco attraverso personaggi che sa padroneggiare con il gusto e la consapevolezza del rischio. Si pensi alla sua interpretazione drammatica d'inizio carriera nel film Le fate ignoranti (2001) di Ferzan Ozpetek, dove recitava nei panni di Ernesto, un giovane malato di Aids, ma anche all'elegante ruolo di Sir Claude, una figura di aristocratico amato dalle donne, nello spettacolo Quel che sapeva Maisie (2003) tratto dal romanzo di Henry James e diretto da Luca Ronconi. Sì, il lavoro dunque è sempre stato piuttosto generoso, con lui. Tanto da fargli (forse) trascurare il privato. Nella vita, infatti, il desiderio di costruire una famiglia non coincide ancora con il coronamento di un progetto matrimoniale. «L'idea di finire in ciabatte e vestaglia, mi fa orrore», ha dichiarato schiettamente Garko in proposito. Il timore della monotonia insomma è grande, in lui. Per questo l'unico vero rapporto che ritie-
ne non possa mai tradirlo è quello con il proprio lavoro. Tanto è vero che Garko è convinto che i guai provengano soltanto dai tradimenti personali e non dalla competitività di una professione che gli ha permesso di incontrare anche la sua ultima compagna, la giovane attrice messinese Adua Del Vesco, conosciuta durante le riprese della fiction Non è stato mio figlio. Con lei, nonostante la differenza d'età (circa 20 anni), l'attore vive da oltre un anno una relazione che intende tenere il più possibile lontano dai media e della quale preferisce dire: «Meno la gente sa del mio rapporto e più sono contento». Ad oggi sente tuttavia di essere felice accanto ad Adua, continuando però a divertirsi, evadendo dalla tanto temuta ripetitività. Non resta escluso il desiderio di diventare padre. E chissà che non sia proprio la bella e giovane Adua a regalargli, prima o poi, un bebè. Gabriel in una scena della serie in onda su Canale 5, accanto a uno dei suoi miti di gioventù, Bo Derek, 60 anni.
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Intimità
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I BAMBINI PIù BELLI
Francesca Agata Motta Catania
Francesco Adamo Paceco (TP)
Mia Forcinito Milano
Gemma Fengoni San Giorgio di Mantova (MN)
Alessio Scuderi Linguaglossa (CT)
Anisa Barbaro Pignataro Maggiore (CE)
Gabriele Bigarella Cuveglio (VA)
Alessandro Ioppolo Capo d'Orlando (ME)
Tommaso Coatti Argenta (FE)
Francesca Lalli Villanova di Guidonia (RM)
Nikolas Spanò Fenegrò (CO)
Nicolò Calciano Torino
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Potete inviare la foto dei vostri bambini anche tramite e-mail all’indirizzo bimbibelli@quadratum.it allegando un documento d’identità, dando l’autorizzazione alla pubblicazione e indicando, oltre a indirizzo e generalità del bimbo, un recapito telefonico per le opportune verifiche.
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Intimità
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PROGRAMMI TV
GIOVEDÌ 27 APRILE
dal 27 aprile al 3 maggio RAI1
Per chi ama l’EMOZIONE 6,45 10,00 11,05 11,50
ADALINE Film drammatico CANALE 5 ore 21,10 Adaline Bowman nasce nel 1908. All’età di ventinove anni, la ragazza (Blake Lively, nella foto) è vittima di un incidente stradale. Da quel momento smette di invecchiare e vede passarle la vita accanto: la figlia la supera in età, diventando un’anziana signora, e Adaline impara a non innamorarsi per non dover assistere allo stesso disallineamento spazio temporale con la persona amata. Ma quando incontra il trentenne Ellis, le cose cambiano.
13,30 14,00 15,30 16,30 16,40 16,50 18,45 20,00 20,30 21,25
ELIZABETH THE GOLDEN AGE
23,35 1,10 1,45 2,15
Film storico RETE 4 ore 16,40 1585. Elizabeth (Cate Blanchett, nella foto) deve fronteggiare l’ennesimo attentato al trono: Filippo II di Spagna, forte dell’appoggio della Chiesa e della sua Invincibile Armata, è determinato a togliere di mezzo la regina per restituire il potere a Mary Stuart.
LEGEND Film biografico RAI3 ore 21,15 La vera storia dell’ascesa e della caduta dei famigerati gangster Reggie e Ronnie Kray nella “Swinging London” degli anni Sessanta. Insieme, i gemelli Kray conquistarono la città, ma il loro legame e il loro impero vennero minati da violente lotte di potere e da una donna, in un crescendo di follia e violenza.
LEGENDA E GIUDIZIO PER I FILM
l Per tutti l Solo adulti l Bambini con genitori VVVV OTTIMO VVV BUONO VV SUFFICIENTE V MEDIOCRE
Ci scusiamo con le lettrici per le eventuali variazioni delle programmazioni dovute a cambiamenti dell’ultimo minuto da parte delle emittenti televisive.
7,30 7,55 9,40 11,00 13,30 14,00 14,20 16,30 18,10 20,00 20,35 21,10 24,00 0,10
Tg La7 Omnibus dibattito Coffee Break. Attualità L'aria che tira. Rubrica Tg La7 Tg La7 Cronache Tagadà. Attualità Il commissario Cordier. Tf Il comandante Florent. Tf Tg La7 Otto e mezzo. Attualità Piazzapulita Tg La7 Otto e mezzo. Attualità
6,00 7,10 8,30 10,00 10,55 11,00 13,00 13,30 13,50 14,00 16,30 18,00 18,15 18,30 18,45 19,40 20,30 21,05 21,20 23,20 1,00
CANALE 5 6,00 8,00 8,45 10,55 11,00 13,00 13,40 14,10 14,45 16,10 16,20 17,10 18,45 20,00 20,40 21,10
23,30 1,35 2,20 2,50
DIGITALE TERRESTRE
LA7
UnoMattina. Attualità Storie Vere. Attualità Tempo & Denaro La prova del cuoco. Cooking Show Telegiornale Torto o ragione? Il verdetto finale. Court Show La vita in diretta. Attualità Tg1 Tg1 Economia La vita in diretta. Attualità L'eredità. Quiz Telegiornale Soliti ignoti - Il ritorno. Gioco Tutto può succedere 2. Tf Porta a porta. Attualità Tg1 - Notte Sottovoce. Attualità Dio in cielo... Arizona in terra. Film western (72) HHl
RAI2
Prima pagina Tg5 Tg5 Mattina Mattino Cinque Tg5 - Ore 10 Forum. Court Show Tg5 Beautiful. Soap Una vita. Soap Uomini e donne Amici. Real Tv Il segreto. Soap Pomeriggio Cinque Avanti un altro! Quiz Tg5 Striscia la notizia - La voce dell'impudenza. Tg Satirico Adaline L'eterna giovinezza. Film drammatico (15) 1ª tv. HHl Maurizio Costanzo Show. Talk Show Tg5 Striscia la notizia - La voce dell'impudenza Uomini e donne
LA7 D 8,55 Cambio cuoco 10,00 I menù di Benedetta 12,00 Ricetta sprint di Benedetta. Rubrica 12,30 Cuochi e fiamme 13,30 Grey's Anatomy. Tf 16,10 Ricetta sprint di Benedetta. Rubrica 16,20 I menù di Benedetta 18,30 Tg La7 18,35 Cambio cuoco 19,35 Cuochi e fiamme 21,30 Grey's Anatomy. Tf 1,10 Mona Lisa. Film drammatico (86) HHHl
Detto fatto. Tutorial Tv Streghe. Tf Le sorelle McLeod. Tf Tg2 - Lavori in corso Tg2 Flash I fatti vostri. Varietà Tg2 Giorno Tg2 Tutto il bello che c'è. Rubrica Tg2 Medicina 33 Detto fatto. Tutorial Tv Un ciclone in convento. Tf Rai Parlamento Telegiornale. Rubrica Tg2 Rai Tg Sport Rai Sport Cento Giri NCIS. Tf Tg2 20.30 Rai dire niùs Nemo - Nessuno escluso. Attualità Niente può fermarci. Film commedia (13) HHl Lui e lei 2. Miniserie
RETE 4 6,40 7,00 8,30 9,30 10,40 11,30 12,00 13,00 14,00 15,30 16,40 18,55 19,50 20,30 21,15 24,00 2,50
Tg4 Night News Justified. Tf Monk. Tf Carabinieri 5. Tf Ricette all'italiana. Rubrica Tg4 - Telegiornale The Closer. Tf La signora in giallo. Tf Lo sportello di Forum. Court Show Hamburg Distretto 21. Tf Elizabeth - The Golden Age. Film storico (07) HHl Tg4 - Telegiornale Tempesta d'amore Dalla vostra parte Speed 2 Senza limiti. Film azione (97) HHl Psycho. Film thriller (98) HHl Se permettete parliamo di donne. Film comm. (64) HHl
TV 2000 12,20 Topazio. Soap 13,50 Ci vediamo da Arianna 14,55 Coroncina della Divina Misericordia. Religione 15,15 Siamo noi. Attualità 17,30 Il diario di papa Francesco. Rubrica 18,00 Rosario da Lourdes 19,00 Attenti al lupo. Attualità 19,30 Sconosciuti 20,00 Rosario da Lourdes 20,45 Telegiornali a confronto 21,05 Il programma del secolo. Talk Show 22,50 Today. Attualità 24,00 Rosario da Pompei
RAI3 7,30 TGR Buongiorno Regione. Attualità 8,00 Agorà. Attualità 10,00 Mi manda Raitre In difesa degli indifesi 11,00 Tutta Salute. Rubrica 12,00 Tg3 12,25 Chi l'ha visto? 12.25 12,45 Quante storie. Rubrica 13,15 Il tempo e la storia 13,40 Tg3 Fuori Tg. Attualità 14,00 Tg Regione / Tg3 14,50 TGR Leonardo 15,15 Il commissario Rex. Tf 16,00 Aspettando Geo 16,40 Geo. Rubrica 18,25 #cartabianca. Attualità 19,00 Tg3 / Tg Regione 20,00 Blob. Videoframmenti 20,10 Gazebo Social News 20,40 Un posto al sole. Soap 21,15 Legend. Film biogr. (15) 1ª tv. HHl 24,00 Tg3 Linea notte 0,10 Tg Regione 1,05 Rai Parlamento 1,15 StoriE della letteraturA
ITALIA 1 7,50 Mew Mew - Amiche vincenti. Cartoni 8,15 Ally McBeal. Tf 10,05 Dr. House Medical Division. Tf 12,05 Cotto e mangiato Il menù del giorno 12,25 Studio Aperto 13,00 Sport Mediaset 13,40 Teste di casting. Show 13,45 I Simpson. Tf 14,35 Futurama. Tf 15,00 The Big Bang Theory 15,30 Mom. Sitcom 16,00 The Goldbergs. Sitcom 16,30 L'uomo di casa 16,55 Mike & Molly. Sitcom 17,45 La vita secondo Jim 18,15 Teste di casting. Show 18,25 Emigratis. Real Tv 18,30 Studio Aperto 19,25 CSI Miami. Tf 21,10 Emigratis. Real Tv 23,05 Carpool Karaoke 23,25 Role Models. Film commedia (08) HHl 1,30 Dexter. Tf
RAI MOVIE 16,10 Harry, ti presento Sally. Film comm. (89) HHHl 17,45 Il leone di San Marco. Film avventura (63) Hl 19,20 Occhio alla vedova! Film comm. (75) HHl 20,55 Marinai in guardia. Corto 21,20 Pomodori verdi fritti (alla fermata del treno).Film comm. (91) HHHl 23,35 Windstorm - Liberi nel vento. Film per famiglie (13) HHl 1,20 Giovani ribelli - Kill Your Darlings. Film (13) HHl
VENERDÌ 28 APRILE
Per chi ama il BUONUMORE I MIGLIORI ANNI Varietà RAI1 ore 21,25
RAI1
Prende il via la nuova edizione del programma ideato e condotto da Carlo Conti (nella foto), che propone una sfida tra i decenni italiani. Cinque imperdibili appuntamenti all’insegna della musica e del divertimento, un viaggio nella memoria per rivivere le pagine più belle della nostra storia attraverso la musica, la televisione, le curiosità, le mode e i fenomeni di costume, i volti amati e quelli dimenticati di oltre mezzo secolo di storia del nostro Paese.
IL FIUME DELL’IRA Film drammatico RETE 4 ore 16,05 Un ricco uomo d’affari vuole sommergere una zona agricola per realizzare una centrale elettrica. Tom (Mel Gibson, nella foto) e la moglie Mae, legati a quelle terre, resistono nonostante lo scarso raccolto. Ma quando il fiume, dopo violenti temporali esce fuori dagli argini, dovranno fronteggiare la furia della natura.
6,45 UnoMattina. Attualità 10,00 Storie Vere. Attualità 11,05 Tempo & Denaro. Attualità 11,50 La prova del cuoco. Cooking Show 13,30 Telegiornale 14,00 Il Cairo: Viaggio Apostolico di Papa Francesco in Egitto e incontro con le autorità. Evento 16,45 Tg1 16,55 Tg1 Economia 17,05 La vita in diretta. Attualità 18,45 L'eredità. Quiz 20,00 Telegiornale 20,30 Soliti ignoti - Il ritorno. Gioco 21,25 I migliori anni. Varietà 23,20 Tg1 - 60 Secondi 23,55 Tv7. Reportage 1,00 Tg1 - Notte 1,35 Cinematografo 2,30 Sottovoce. Attualità
CACCIA AL LADRO John è un famoso ladro di gioielli, ritiratosi dalla “professione” dopo essere stato scarcerato durante la guerra e aver partecipato alla Resistenza in Francia. Sulla Costa Azzurra, dove ora vive, si verificano dei furti eseguiti secondo la sua tecnica. Sospettato, tra gli altri, da un’affascinante americana, rischia di essere ucciso, ma alla fine riesce a scoprire il colpevole.
ELYSIUM
20,00 20,35 21,10 23,15 1,10
DIGITALE TERRESTRE
Nel 2154 esistono due classi di essere umani: i benestanti che vivono su una incontaminata stazione spaziale, chiamata Elysium, e il resto della popolazione che vive in una sovrappopolata Terra. Le persone che vivono qui sono disperate e vorrebbero fuggire da quelle condizioni inumane. Solo un uomo, Max, può riportare l’equilibrio tra i due mondi.
Omnibus dibattito Coffee Break. Attualità L'aria che tira. Rubrica Tg La7 / La7 Cronache Tagadà. Attualità Il commissario Cordier. Tf Il comandante Florent. Tf Tg La7 Otto e mezzo. Attualità Caccia al ladro. Film giallo (55) HHHHl Top Secret! Film commedia (84) HHHl Otto e mezzo. Attualità
8,00 8,45 10,55 11,00 13,00 13,40 14,10 14,45 16,10 16,20 17,10 18,45 20,00 20,40
Film fantascienza RAI2 ore 21,20
7,55 9,40 11,00 13,30 14,20 16,30 18,10
7,05 8,30 9,55 10,00 11,00 13,00 13,30 13,50 14,00 16,30 18,00 18,15 18,45 19,40 20,30 21,05 21,20 23,15 24,00 0,25 2,05
CANALE 5
Film giallo LA7 ore 21,10
LA7
RAI2
21,10 23,30 1,30 2,15 3,10 5,15
Tg5 Mattina Mattino Cinque Tg5 - Ore 10 Forum. Court Show Tg5 Beautiful. Soap Una vita. Soap Uomini e donne. People Show Amici. Real Tv Il segreto. Soap Pomeriggio Cinque. Attualità Avanti un altro! Quiz Tg5 Striscia la notizia - La voce dell'impudenza. Tg Satirico L'onore e il rispetto Ultimo capitolo. Tf Matrix Chiambretti. Attualità Tg5 Notte Striscia la notizia - La voce dell'impudenza Uomini e donne Tg5
LA7 D 10,00 I menù di Benedetta 12,00 Ricetta sprint di Benedetta. Rubrica 12,30 Cuochi e fiamme 13,30 Grey's Anatomy. Tf 16,10 Ricetta sprint di Benedetta. Rubrica 16,20 I menù di Benedetta 18,30 Tg La7 18,35 Cambio cuoco 19,35 Cuochi e fiamme 21,30 Joséphine, ange gardien. Tf 1,10 Sissi, la favorita dello zar. Film sentim. (59) HHHl
Streghe. Tf Le sorelle McLeod. Tf Gli imperdibili. Rubrica Tg2 - Lavori in corso I fatti vostri. Varietà Tg2 Giorno Tg2 Eat Parade Tg2 Sì, viaggiare Detto fatto. Tutorial Tv Un ciclone in convento. Tf Rai Parlamento Telegiornale. Rubrica Tg2 / Rai Tg Sport Rai Sport Cento Giri NCIS. Tf Tg2 20.30 Rai dire niùs Elysium. Film fantascienza (13) 1ª tv. HHl Blue Bloods. Tf Tg2 Punto di vista Killer Joe. Film dramm. (11) HHHl Harsh Times. Film drammatico (05) HHl
RETE 4 7,00 8,30 9,30 10,40 11,30 12,00 13,00 14,00 15,30 15,45 16,05 18,55 19,50 20,30 21,15 0,30 1,10 1,50 3,15
Justified. Tf Monk. Tf Carabinieri 5. Tf Ricette all'italiana Tg4 - Telegiornale The Closer. Tf La signora in giallo. Tf Lo sportello di Forum. Court Show Solo una mamma. Real Tv I viaggi di Donnavventura. Rubrica Il fiume dell'ira. Film drammatico (83) HHl Tg4 - Telegiornale Tempesta d'amore Dalla vostra parte Quarto grado. Attualità Piccole luci. Real Tv Tg4 Night News La dottoressa ci sta col colonnello. Film comico (80) Hl Help! Game Show
TV 2000 14,00 Arrivo di Papa Francesco all'Aeroporto Internazionale de Il Cairo. Religione 16,40 Incontro con le autorità. Religione 19,00 Speciale: Il diario di Papa Francesco 20,00 Rosario da Lourdes 20,45 Telegiornali a confronto 21,05 Orgoglio e pregiudizio. Miniserie 23,00 Il viaggio del Papa in Egitto. DocuFil
RAI3 8,00 Agorà. Attualità 10,00 Mi manda Raitre - In difesa degli indifesi 11,00 Tutta Salute. Rubrica 12,00 Tg3 12,25 Chi l'ha visto? 12.25 12,45 Quante storie. Rubrica 13,15 Il tempo e la storia 13,40 Tg3 Fuori Tg. Attualità 14,00 Tg Regione / Tg3 14,50 TGR Leonardo 15,15 Gli imperdibili. Rubrica 15,20 Rex. Tf 16,00 Aspettando Geo 16,40 Geo. Rubrica 18,25 #cartabianca. Attualità 19,00 Tg3 / Tg Regione 20,00 Blob. Videoframmenti 20,10 Gazebo Social News 20,40 Un posto al sole. Soap 21,15 Gomorra - La serie. Tf 23,00 Stato civile - L'amore è uguale per tutti 24,00 Tg3 Linea notte 0,10 Tg Regione 1,05 Rai Parlamento 1,20 Save the date. Rubrica
ITALIA 1 8,15 Ally McBeal. Tf 10,05 Dr. House Medical Division. Tf 12,05 Cotto e mangiato Il menù del giorno 12,25 Studio Aperto 13,00 Sport Mediaset 13,40 Teste di casting. Show 13,45 I Simpson / Futurama 15,00 The Big Bang Theory 15,30 Mom. Sitcom 16,00 The Goldbergs. Sitcom 16,30 L'uomo di casa 16,55 Mike & Molly. Sitcom 17,45 La vita secondo Jim. Sitcom 18,15 Teste di casting. Show 18,30 Studio Aperto 19,25 CSI Miami. Tf 21,10 Fast & Furious Solo parti originali. Film az. (09) HHHl 23,20 Arma letale 3. Film azione (92) HHHl 1,50 Dexter. Tf 2,40 Studio Aperto La giornata
RAI MOVIE 14,05 Pomodori verdi fritti (alla fermata del treno). Film comm. (91) HHHl 16,20 The Way Home. Film drammatico (10) Hl 18,00 Gli imperdibili. Rubrica 18,05 007 Il mondo non basta. Film spionaggio (99) HHHl 20,15 Il compagno B. Film comico (32) HHHl 21,20 Ci vediamo a casa. Film commedia (12) HHl 23,10 I nostri ragazzi. Film drammatico (13) HHl
SABATO 29 APRILE
Per chi ama il SOGNO BALLANDO CON LE STELLE Talent Show RAI1 ore 20,35
RAI1
Giunge al termine la dodicesima edizione del programma condotto da Milly Carlucci (nella foto), con la partecipazione di Paolo Belli. In questa puntata finale viene svelato il nome del personaggio famoso e del ballerino professionista che lo accompagna nei passi di danza, vincitore della trasmissione. A valutare le performance è la giuria composta da Carolyn Smith, Guillermo Mariotto, Fabio Canino, Ivan Zazzaroni e Selvaggia Lucarelli.
PITCH PERFECT Film musicale ITALIA 1 ore 14,20 Beca (Anna Kendrick, nella foto) è una ragazza che preferisce ascoltare quello che viene fuori dalle sue cuffie piuttosto che quello che la circonda. Arrivando nel suo nuovo college non trova alcuna comitiva a cui unirsi, ma è in sintonia con le Barden Bellas, ragazze dolci e un po’ strambe, che sono molto brave a cantare insieme.
ULISSE: IL PIACERE DELLA SCOPERTA Nella puntata odierna, il divulgatore e giornalista Alberto Angela conduce i telespettatori in un viaggio intorno al quadro più famoso del mondo: la Gioconda. Si parte dall’ambiente in cui oggi il quadro è collocato: il Louvre. Vediamo perché il dipinto si trova a Parigi e quali vicende ha attraversato da quando è arrivato in Francia.
SHREK TERZO
6,00 7,55 8,00 8,45 11,00 13,00 13,40 14,10 15,00 16,10 18,45 20,00 20,40
Film animazione ITALIA 1 ore 21,10
DIGITALE TERRESTRE
Shrek, monarca del regno di Molto Molto Lontano, mette a segno una lunga serie di disastri. L’orco sogna di tornare alla tranquillità della palude in cui è cresciuto e decide così di partire alla ricerca di Artù, il cugino della moglie Fiona, l’unico che possa succedergli al trono. Mentre cerca di convicerlo, il Principe Azzurro ordisce un piano per impossesarsi della corona.
9,40 Coffee Break. Attualità 11,00 L'aria che tira Il diario. Rubrica 12,00 L'ora della salute 12,45 Magazine Sette 13,30 Tg La7 / La7 Cronache 14,20 Magazine motori 14,40 Caccia al ladro. Film giallo (55) HHHHl 16,30 Il comandante Florent. Tf 20,00 Tg La7 20,35 Otto e mezzo - Sabato 21,10 L'ispettore Barnaby. Tf 0,50 Tg La7 1,00 Otto e mezzo - Sabato
8,50 Il nostro amico Charly 10,15 Cani eroi. DocuFiction 11,00 Mezzogiorno in famiglia. Varietà 13,00 Tg2 Giorno 13,25 Dribbling. Rubrica 14,00 Squadra speciale Colonia. Tf 15,35 Squadra speciale Stoccarda. Tf 16,20 Il commissario Heldt 17,05 Sereno Variabile 18,10 Novantesimo minuto Serie B. Rubrica 18,35 Start Up. Rubrica 18,40 Automobilismo: Qualifiche. Gran Premio di Russia di Formula 1 (dir.) 19,40 NCIS. Tf 20,30 Tg2 20.30 21,05 NCIS Los Angeles. Tf 21,50 NCIS New Orleans. Tf 22,40 Calcio Champagne 23,50 Tg2 Dossier. Rubrica 0,35 Tg2 Storie: I racconti della settimana
CANALE 5
Rubrica RAI3 ore 21,10
LA7
7,05 Rai Parlamento Settegiorni. Attualità 8,00 Tg1 8,15 Tg1 Dialogo. Attualità 8,25 UnoMattina in Famiglia. Varietà 9,55 Santa Messa presieduta da Papa Francesco in occasione del Viaggio Apostolico in Egitto 12,20 Linea verde Sabato 13,30 Telegiornale 14,00 Lineablu. Rubrica 15,00 Provaci ancora Prof! 6. Tf 16,55 Gli imperdibili. Rubrica 17,00 Tg1 17,15 A Sua immagine 17,45 Passaggio a Nord Ovest. Rubrica 18,45 L'eredità. Quiz 20,00 Telegiornale 20,35 Ballando con le stelle. Talent Show 0,45 Top - Tutto quanto fa tendenza. Rubrica
RAI2
21,10 1,00 1,40 2,15 5,15
Prima pagina Tg5 Traffico Tg5 Mattina Aftermath. Documentario Forum. Court Show Tg5 Beautiful. Soap Una vita. Soap Il segreto. Soap Verissimo. Rotocalco Avanti un altro! Quiz Tg5 Striscia la notizia - La voce dell'impudenza. Tg Satirico Amici. Talent Show Tg5 Notte Striscia la notizia - La voce dell'impudenza. Tg Satirico Nonhosonno. Film horror (00) HHHl Tg5
LA7 D 7,50 Cuochi e fiamme 10,00 I menù di Benedetta 12,00 Ricetta sprint di Benedetta. Rubrica 12,30 Cuochi e fiamme 13,30 Giardinieri in affitto 15,30 Chi sceglie la seconda casa 16,30 Indovina cosa sceglie la sposa. Real Tv 18,35 I menù di Benedetta 21,20 Top Secret! Film commedia (84) HHHl 23,10 Mistery. Film thriller (86) HHl 1,00 The Dr. Oz Show
RETE 4 6,30 9,00 10,10 11,00 11,30 12,00 13,00 14,00 15,30 16,35 18,55 19,50 20,30 21,15
23,20 1,35 2,15
Justified. Tf Carabinieri 5. Tf Ricette all'italiana Dalla parte degli animali. Rubrica Tg4 - Telegiornale Parola di Pollice verde La signora in giallo. Tf Lo sportello di Forum Hamburg Distretto 21 Poirot - La domatrice. Film Tv giallo (08) Hl Tg4 - Telegiornale Tempesta d'amore. Soap Dalla vostra parte. Attualità Revenge Vendetta privata. Film Tv crime (13) 1ª tv. Hl Coraggio... fatti ammazzare. Film poliziesco (83) HHHl Tg4 Night News Superclassifica Show 1981 - Best 5. Music.
TV 2000 17,00 Congedo e partenza dall'aeroporto del Cairo. Religione 18,00 Rosario da Lourdes 19,00 Luci sulla frontiera 19,30 Vita Morte dei Santi 20,00 Rosario da Lourdes 20,45 Viaggio del Papa in Egitto. Documentario 21,15 Poirot - Assassinio sull'Orient Express. Film Tv giallo (10) HHl 23,00 Il generale Della Rovere. Film dramm. (59) HHHl 1,20 Hungry Hearts. Musicale
RAI3 8,00 Zum zum zum La canzone che mi passa per la testa. Film music. (68) HHl 9,30 Un turco napoletano. Film commedia (53) HHHl 11,00 TGR Bellitalia. Rubrica 11,30 TGR Officina Italia 12,00 Tg3 / TGR Il Settimanale 12,55 TGR Petrarca. Attualità 13,25 TGR Mezzogiorno Italia. Attualità 14,00 Tg Regione / Tg3 14,45 Tg3 Pixel. Rubrica 14,55 Tv Talk. Rubrica 16,30 Report. Reportage 18,05 I misteri di Murdoch. Tf 19,00 Tg3 / Tg Regione 20,00 Blob presenta: Fantasi n. 10. Videoframmenti 20,30 Le parole della settimana. Attualità 21,10 Ulisse: il piacere della scoperta. Rub. 23,35 Tg3 Mondo 24,00 Tg Regione
ITALIA 1 8,00 The Jetsons I pronipoti. Cartoni 8,50 Scooby-Doo e la mummia maledetta. Film Tv anim. (05) HHl 10,10 I Cesaroni. Tf 12,25 Studio Aperto 12,40 Motociclismo: GP Olanda - Gara 1 WSBK. Campionato mondiale Superbike 14,00 Carpool Karaoke. Game Show 14,20 Pitch Perfect. Film musicale (12) HHHl 16,35 I ragazzi di Timpelbach. Film fantastico (08) HHl 18,30 Studio Aperto 19,00 Tom & Jerry. Cartoni 19,20 Supergirl. Tf 20,20 The Flash. Tf 21,10 Shrek terzo. Film animazione (07) HHHl 22,55 Arrow. Tf 23,45 Gotham. Tf
RAI MOVIE 12,20 Tanner Hall - Storia di un'amicizia. Film drammatico (09) HHl 14,00 Divorzio d'amore. Film Tv sentim. (07) Hl 15,55 Notorious L'amante perduta. Film spion. (46) HHHHl 17,45 Operazione Spy Sitter. Film azione (10) HHl 19,20 Nikita. Film thr. (90) HHHl 21,20 Tora! Tora! Tora! Film guerra (70) HHHl 23,50 Changeling. Film giallo (80) HHl
DOMENICA 30 APRILE
Per chi ama la COMPETIZIONE CADUTA LIBERA Game Show CANALE 5 ore 18,45
RAI1
Ha inizio una nuova edizione del gioco preserale dell’ammiraglia Mediaset condotto da Gerry Scotti (nella foto). Invariato il meccanismo: in ogni puntata, un concorrente è posizionato su una pedana al centro dello studio, con dieci sfidanti intorno a lui che ingaggiano una serie di duelli a suon di domande. Nel caso si sbagli anche solo una risposta, la botola posta sotto i piedi del giocatore “inghiotte” fisicamente il malcapitato, che viene così eliminato.
CALLAS FOREVER Film biografico RETE 4 ore 14,35 Parigi, 1977. Un vecchio impresario tenta di mettere in scena un ultimo spettacolo con la grande cantante Maria Callas (Fanny Ardant, nella foto), che vive ormai da anni isolata dal resto del mondo. Decide allora di andare a trovare l’artista nella sua dimora per convincere la Divina a tornare ancora una volta sul palcoscenico.
6,00 Rai Parlamento Punto Europa. Rubrica 6,30 UnoMattina in Famiglia. Varietà 9,35 Easy Driver. Rubrica 10,00 A Sua immagine. Rubrica 10,10 Santa Messa 11,00 A Sua immagine. Rubrica 12,00 Recita dell'Angelus. Religione 12,20 Linea verde. Rubrica 13,30 Telegiornale 14,00 L'Arena. Talk Show 17,00 Tg1 17,05 Domenica in. Varietà 18,45 L'eredità. Quiz 20,00 Telegiornale 20,35 TecheTecheTè. Videoframmenti 21,30 Che Dio ci aiuti 3. Tf 23,40 Tg1 - 60 Secondi 23,45 Speciale Tg1. Attualità 0,50 Tg1 - Notte 1,15 Applausi. Rubrica
UN ANNO DA RICORDARE
CANALE 5
Film drammatico RAI MOVIE ore 21,20 La vera storia di Penny Chenery, proprietaria di Secretariat, il cavallo da corsa più famoso di tutti i tempi. Nonostante abbia una conoscenza limitata del mondo equestre, Penny riceve in eredità Meadows Stables, un ranch in Virginia, che suo padre, malato, non può più dirigere. A dispetto di ogni previsione, la donna riuscirà a primeggiare in un mondo dominato dagli uomini.
CHE DIO CI AIUTI 3
DIGITALE TERRESTRE
Suor Costanza ha deciso di dare ‘’in affitto’’ l’Angolo Divino, il bar che si trova nel convitto gestito dalle religiose, per la festa del liceo e Alice, una delle ragazze che vivono nell’istituto, vorrebbe andarci con Mattia, il ragazzo che le piace. Intanto, un autista di scuolabus viene celebrato come un eroe per aver salvato alcuni ragazzi, ma suor Angela vuole vederci chiaro.
7,55 Omnibus dibattito 9,40 L'aria che tira Il diario. Rubrica 10,45 Gustibus. Tutorial Tv 11,30 Film 13,30 Tg La7 / La7 Cronache 14,20 Joséphine, ange gardien. Tf 16,15 Il comandante Florent. Tf 20,00 Tg La7 20,35 Speciale Tg La7 Primarie PD. Attualità 22,30 Faccia a faccia 23,25 Tg La7
9,45 11,00 12,00 13,00 13,40 14,00 18,45
Telefilm RAI1 ore 21,30
LA7
6,00 7,55 8,00 9,10
20,00 20,40 21,10 23,20 23,50 1,35 2,20 2,50 5,15
Prima pagina Tg5 Traffico Tg5 Mattina Le frontiere dello spirito. Rubrica Super partes. Rubrica Le storie di Melaverde. Rubrica Melaverde. Rubrica Tg5 L'arca di Noè. Rubrica Domenica Live. Talk Show Caduta libera. Game Show Tg5 Paperissima Sprint. Show Il segreto. Soap X-Style. Rotocalco Film Tg5 Notte Paperissima Sprint. Show Film Tg5
LA7 D 9,30 Artiste per casa 10,30 Chi sceglie la seconda casa. Real Tv 11,30 Indovina cosa sceglie la sposa. Real Tv 13,30 Giardinieri in affitto 15,30 Artiste per casa 16,30 Indovina cosa sceglie la sposa. Real Tv 18,30 Tg La7 18,35 Food Maniac 19,05 Cuochi e fiamme 21,05 Joséphine, ange gardien. Tf 0,45 Film 2,40 The Dr. Oz Show
RAI2 7,00 7,30 8,00 8,40 10,00 11,00 13,00 13,30 13,45 15,30 17,00 18,00 18,55 19,35 20,30 21,00 21,10 23,00 0,30 1,00
Due uomini e mezzo Sea Patrol. Tf Guardia costiera. Tf Good Witch. Tf Morning Voyager Mezzogiorno in famiglia. Varietà Tg2 Giorno Tg2 Motori. Rubrica Quelli che... aspettano. Talk Show Quelli che il calcio. Talk Show Novantesimo minuto Zona mista. Rubrica Novantesimo minuto Novantesimo minuto Tempi Supplementari NCIS Los Angeles. Tf Tg2 20.30 Pole Position. Rubrica Automobilismo: Gara. Gran Premio di Russia di F1 La domenica sportiva Rai Sport Nazionali Sorgente di vita
RETE 4 7,35 Super partes. Rubrica 8,20 Terra! Reportage 9,20 Wild Atlantico. Documentario 10,00 Santa Messa 10,50 Wild Atlantico. Documentario 11,30 Tg4 - Telegiornale 12,00 Perry Mason Campioni senza valore. Film Tv giallo (89) HHl 14,00 Dalla parte degli animali. Rubrica 14,35 Callas Forever. Film biografico (02) Hl 16,55 La freccia nella polvere. Film western (54) HHl 18,55 Tg4 - Telegiornale 19,50 Tempesta d'amore. Soap 21,15 Film 23,05 Film 1,50 Tg4 Night News 2,10 Viva Napoli 1999 3,40 Help! Game Show
TV 2000 12,50 Poirot - Assassinio sull'Orient Express. Film Tv giallo (10) HHl 14,25 Borghi d'Italia. Rubrica 15,20 Il mondo insieme 18,00 Rosario da Lourdes 18,30 Prima di cena. Rubrica 19,00 Sulla via dei Patriarchi 20,00 Rosario da Lourdes 20,30 Soul. Talk Show 21,05 Recita del Regina Coeli. Religione 21,20 A.D. - La Bibbia continua. Tf 0,40 Effetto notte. Rubrica 1,05 Rosario da Pompei
RAI3 8,00 Sembra ieri. Attualità 8,30 Domenica Geo 10,00 I ragazzi del Bambino Gesù. DocuReality 11,10 TGR EstOvest. Rubrica 11,30 TGR RegionEuropa 12,00 Tg3 / Tg3 Fuori linea 12,15 Tg3 Persone. Attualità 13,00 Correva l'anno. Doc. 14,00 Tg Regione / Tg3 14,30 In 1/2 h. Attualità 15,00 Ferdinando I, re di Napoli. Film commedia (59) HHl 16,45 Perception. Tf 18,05 I misteri di Murdoch. Tf 19,00 Tg3 / Tg Regione 20,00 Che tempo che fa. Talk Show 21,30 Che fuori tempo che fa. Talk Show 22,45 Speciale Tg3 Primarie PD. Attualità 23,55 Tg3 / Tg Regione 0,05 In 1/2 h. Attualità 1,30 Fuori orario. Cose (mai) viste. Documenti
ITALIA 1 7,00 Super partes. Rubrica 7,35 Conosciamoci un po'. Cartoni 8,00 The Jetsons I pronipoti. Cartoni 8,50 Daffy Duck e l'isola fantastica. Film animazione (83) HHl 10,20 A&F - Ale & Franz Show. Sitcom 11,20 Buona la prima! Sitcom 12,25 Studio Aperto 12,40 Motociclismo: GP Olanda - Gara 2 WSBK. Campionato mondiale Superbike 14,00 The Flash. Tf 14,50 Arrow. Tf 15,40 Supergirl. Tf 16,35 Forever. Tf 18,30 Studio Aperto 19,00 Film 21,20 Le Iene Show. Show 0,20 Real Tv. Real Tv 1,25 Studio Aperto La giornata
RAI MOVIE 12,00 Caccia all'uomo. Film crime (61) Hl 14,05 Tora! Tora! Tora! Film guerra (70) HHHl 16,30 Operazione Spy Sitter. Film azione (10) HHl 18,05 La bussola d'oro. Film fantastico (07) HHHl 19,55 Totò cerca casa. Film commedia (49) HHHl 21,20 Un anno da ricordare. Film dramm. (10) HHl 23,30 Investigazione letale. Film spionaggio (86) HHl
LUNEDÌ 1 MAGGIO
Per chi ama l’AZIONE MONTALBANO Miniserie RAI1 ore 21,25
RAI1
Con l’episodio La danza del gabbiano, termina la messa in onda della fiction ispirata ai racconti di Andrea Camilleri, di cui abbiamo rivisto le puntate. Il commissario Salvo Montalbano (Luca Zingaretti, nella foto) è alla disperata ricerca di uno dei suoi uomini, l’ispettore Fazio. L’uomo non è andato al lavoro e non si riesce a rintracciarlo in nessun modo. Giunge addirittura il padre, che rivela ai colleghi di essere molto preoccupato.
STORIA DI UNA MONACA Film drammatico RETE 4 ore 15,50 Figlia di un medico belga, Gabriella (Audrey Hepburn, nella foto) decide di entrare in convento. Il padre non è convinto della sua scelta, ma la figlia si mostra determinata. Gli anni del noviziato sono un periodo molto duro per la giovane, che ha il sogno di aiutare il prossimo come infermiera.
6,00 RaiNews24 6,30 Tg1 6,35 Previsioni sulla viabilità - Cciss Viaggiare informati 6,45 UnoMattina. Attualità 10,00 Storie Vere. Attualità 10,55 Celebrazione Festa del lavoro. Attualità 11,55 La prova del cuoco. Cooking Show 13,30 Telegiornale 14,00 Film 15,20 Film 16,30 Tg1 16,40 Tg1 Economia. Rubrica 16,45 Film 18,45 L'eredità. Quiz 20,00 Telegiornale 20,30 Soliti ignoti - Il ritorno. Gioco 21,25 Il commissario Montalbano. Miniserie 23,35 Porta a porta. Attualità 1,10 Tg1 - Notte
CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO Musicale RAI3 ore 16,00 Torna la diretta televisiva dell’appuntamento che, dal 1990, nel giorno della Festa dei Lavoratori, raduna migliaia di spettatori in piazza San Giovanni in Laterano (Roma), per otto intense ore di musica. Promosso, come sempre, da CgIl, Cisl e Uil, l’evento vede alternarsi sul palco, tra gli altri, Edoardo Bennato, i Planet Funk, Ermal Meta, Samuel e Francesco Gabbani.
HAWAII FIVE-0
20,00 20,40
LA7 7,55 9,40 11,00 13,30 14,00 14,20 16,30 18,10 20,00 20,35 21,10 23,15 24,00
Omnibus dibattito Coffee Break. Attualità L'aria che tira. Rubrica Tg La7 Tg La7 Cronache Tagadà. Attualità Il commissario Cordier. Tf Il comandante Florent Tg La7 Otto e mezzo. Attualità Atlantide. Storie di uomini e di mondi. Documentario ARTEdì. Rubrica Tg La7
DIGITALE TERRESTRE
Continua l’appuntamento con gli episodi della sesta stagione, in onda in esclusiva, della serie che narra le avventure di una squadra speciale della polizia, che combatte il crimine nelle Hawaii. Il team è chiamato a rintracciare al più presto sei criminali, appena evasi di prigione. Intanto, uno studente universitario di ventidue anni viene rapito dalla sua abitazione.
7,50 8,35 10,00 11,00 13,00 13,30 13,50 14,00 16,30 17,20 18,00 18,15 18,45 19,40 20,30 21,05 21,20 23,45 1,10 1,40
CANALE 5 6,00 7,55 8,00 8,45 10,55 11,00 13,00 13,40 15,15 17,10 18,45
Telefilm RAI2 ore 21,20
RAI2
21,10 23,30 0,30 1,00
1,25 1,55 5,15
Prima pagina Tg5 Traffico Tg5 Mattina Film Tg5 - Ore 10 Forum. Court Show Tg5 Film Film Film Caduta libera. Game Show Tg5 Striscia la notizia - La voce dell'impudenza. Tg Satirico Film Amore pensaci tu. Tf Tg5 Notte Striscia la notizia La voce dell'impudenza. Tg Satirico X-Style. Rotocalco Film Tg5
LA7 D 8,55 Cambio cuoco 10,00 I menù di Benedetta 12,00 Ricetta sprint di Benedetta. Rubrica 12,30 Cuochi e fiamme 13,30 Grey's Anatomy. Tf 16,10 Ricetta sprint di Benedetta. Rubrica 16,20 I menù di Benedetta 18,30 Tg La7 18,35 Cambio cuoco. Rub. 19,35 Cuochi e fiamme 21,30 Cambio cuoco. Rub. 0,30 Film 2,40 Magazine Sette 3,25 Cambio moglie USA
Streghe. Tf Film Tv Tg2 - Lavori in corso I fatti vostri. Varietà Tg2 Giorno Tg2 Costume e società. Rubrica Tg2 Medicina 33 Delitti in Paradiso. Tf Il commissario Voss. Tf Squadra speciale Stoccarda. Tf Rai Parlamento Telegiornale. Rubrica Tg2 / Rai Tg Sport Rai Sport Cento Giri NCIS. Tf Tg2 20.30 Rai dire niùs. Tg Satirico Hawaii Five-0. Tf The Blacklist. Tf Sorgente di vita Taking Chances Due cuori e un casinò. Film commedia (09) HHl
RETE 4 6,35 7,35 9,30 10,40 11,30 12,00 13,00 14,00 15,30 15,50 18,55 19,50 21,15 23,15 1,30 2,10 2,50 4,50 5,45
Justified. Tf Monk. Tf Carabinieri 5. Tf Ricette all'italiana Tg4 - Telegiornale The Closer. Tf La signora in giallo. Tf Lo sportello di Forum. Court Show I viaggi di Donnavventura Storia di una monaca. Film drammatico (59) HHHl Tg4 - Telegiornale Tempesta d'amore. Soap Film Film Modamania. Rubrica Tg4 Night News Superclassifica Show 1981 - Best 5. Musicale Nonno Felice. Sitcom Tg4 Night News
TV 2000 11,00 Quel che passa il convento. Cooking Show 11,55 Regina Coeli. Religione 12,20 Vento di passione 13,50 Ci vediamo da Arianna 15,15 Siamo noi. Attualità 17,30 Il diario di papa Francesco. Rubrica 18,00 Rosario da Lourdes 19,30 Buongiorno professore 20,00 Rosario da Lourdes 20,45 Telegiornali a confronto 21,05 Nord e Sud. Miniserie 22,40 Indagine ai confini del sacro. Religione
RAI3 6,30 Rassegna stampa italiana e internazionale 8,00 Chimera. Film commedia (68) HHl 9,50 Salvatore Giuliano. Film drammatico (62) HHHHl 11,30 Telefilm 12,00 Tg3 12,25 Telefilm 13,15 Il tempo e la storia 13,40 Tg3 Fuori Tg. Attualità 14,00 Tg Regione / Tg3 14,50 TGR Leonardo 15,10 Anteprima Concerto del Primo Maggio. Musicale 16,00 Concerto del Primo Maggio. Musicale 19,00 Tg3 / Tg Regione 20,00 Concerto del Primo Maggio. Musicale 24,00 Tg3 Linea notte 0,10 Tg Regione 1,05 Rai Parlamento 1,15 RaiNews24
ITALIA 1 7,50 Mew Mew - Amiche vincenti. Cartoni 8,15 Ally McBeal. Tf 10,05 Dr. House Medical Division. Tf 12,05 Cotto e mangiato Il menù del giorno 12,25 Studio Aperto 13,00 Sport Mediaset 13,40 Teste di casting. Show 13,45 I Simpson. Tf 14,10 Real Tv 14,25 I Simpson. Tf 14,50 The Big Bang Theory 15,20 Mom. Sitcom 15,50 The Goldbergs. Sitcom 16,20 L'uomo di casa 17,10 Mike & Molly. Sitcom 18,00 La vita secondo Jim 18,30 Studio Aperto 19,00 Show. Show 19,25 CSI Miami. Tf 21,10 Film 23,20 Tiki Taka - Il calcio è il nostro gioco. Rubrica 2,00 Magazine Champions League. Rubrica
RAI MOVIE 14,15 20 anni di meno. Film commedia (13) HHl 15,50 Just Add Water. Film commedia (08) HHl 17,25 Sole rosso sul Bosforo. Film spionaggio (73) HHl 19,20 Mani di fata. Film commedia (83) HHl 20,55 Ospedale di contea. Cortometraggio 21,20 Bandolero! Film western (68) HHHl 23,10 I cavalieri del Nord Ovest. Film western (49) HHHHl
MARTEDÌ 2 MAGGIO
Per chi ama il SENTIMENTO DI PADRE IN FIGLIA Miniserie RAI1 ore 21,25
RAI1
Quarto e ultimo episodio della fiction, che segue le vicende della famiglia Franza, che attraversa grandi cambiamenti storici. L’ultima puntata mostra il passaggio dal potere patriarcale a quello delle tre figlie, sancito dalla sostituzione dell’insegna della distilleria con “Sorelle Franza”. Esempio di donne che hanno coltivato i loro desideri di libertà, indipendenza e amore, grazie anche a una madre (Stefania Rocca, nella foto) assai moderna.
LA DONNA DEL WEST Film western RETE 4 ore 16,50 Josie (Doris Day, nella foto), giovane vedova con un figlio, prova a fare la cameriera in un saloon, ma la scelta non è felice. Allora avvia un allevamento, utilizzando un terreno ereditato dal marito. Ma i vicini, tutti uomini, cercano in ogni modo di ostacolarla. Fortunatamente Josie trova un prezioso alleato nel giovane Jase.
6,45 UnoMattina. Attualità 10,00 Storie Vere. Attualità 11,05 Tempo & Denaro. Attualità 11,50 La prova del cuoco. Cooking Show 13,30 Telegiornale 14,00 Torto o ragione? Il verdetto finale. Court Show 15,30 La vita in diretta 16,30 Tg1 16,40 Tg1 Economia. Rubrica 16,50 La vita in diretta. Attualità 18,45 L'eredità. Quiz 20,00 Telegiornale 20,30 Soliti ignoti - Il ritorno. Gioco 21,25 Di padre in figlia. Miniserie 23,30 Porta a porta. Attualità 0,50 Tg1 - Notte 1,25 Sottovoce. Attualità 1,55 Inventare il tempo 2,50 Cinematografo
ROSENSTRASSE Morto il marito, Ruth comincia a riflettere sulla religione ebraica, disapprovando anche il matrimonio della figlia. Per capire le ragioni di tale cambiamento, la giovane si reca a Berlino, dove conosce Lena Fisher, che da bambina aveva incontrato sua madre a Rosenstrasse, la strada in cui nel 1943 molte donne manifestavano contro la deportazione dei mariti.
Film drammatico RAI MOVIE ore 23,45
18,45
18,10 20,00 20,35 21,10 24,00 0,10
DIGITALE TERRESTRE
1904. Carl Jung decide di utilizzare il metodo freudiano, la psicoanalisi, con la diciottenne Sabina a cui è stata diagnosticata una forma di schizofrenia. Donna molto colta, la giovane è una paziente aggressiva. Durante la terapia, Jung riporta i progressi al suo mentore Freud e, attraverso una fitta corrispondenza, il rapporto di stima professionale si trasforma in amicizia.
Tg La7 Omnibus dibattito Coffee Break. Attualità L'aria che tira. Rubrica Tg La7 Tg La7 Cronache Tagadà. Attualità Il commissario Cordier. Tf Il comandante Florent. Tf Tg La7 Otto e mezzo. Attualità diMartedì. Attualità Tg La7 Otto e mezzo. Attualità
6,00 7,55 8,00 8,45 10,55 11,00 13,00 13,40 14,10 14,45 16,10 16,20 17,10
A DANGEROUS METHOD
7,30 7,55 9,40 11,00 13,30 14,00 14,20 16,30
6,00 7,10 8,35 10,00 10,55 11,00 13,00 13,30 13,50 14,00 16,30 18,00 18,15 18,45 19,40 20,30 21,05 21,20 23,20 1,45 3,10 4,00
CANALE 5
Film drammatico TV 2000 ore 21,05
LA7
RAI2
20,00 20,40 21,10 23,30 1,30 2,05 2,30
Prima pagina Tg5 Traffico Tg5 Mattina Mattino Cinque Tg5 - Ore 10 Forum. Court Show Tg5 Beautiful. Soap Una vita. Soap Uomini e donne. People Show Amici. Real Tv Il segreto. Soap Pomeriggio Cinque. Attualità Caduta libera. Game Show Tg5 Striscia la notizia - La voce dell'impudenza. Tg Satirico Film Matrix. Attualità Tg5 Notte Striscia la notizia - La voce dell'impudenza Uomini e donne
RETE 4 6,35 7,35 9,30 10,40 11,30 12,00 13,00 14,00 15,30 16,50 18,55 19,50 21,15 23,05 1,15 1,50 3,30 4,05 5,45
12,30 13,30 16,10 16,20 18,30 18,35 19,35 21,30 1,10
Giardinieri in affitto Cambio cuoco I menù di Benedetta Ricetta sprint di Benedetta. Rubrica Cuochi e fiamme. Cooking Show Grey's Anatomy. Tf Ricetta sprint di Benedetta. Rubrica I menù di Benedetta Tg La7 Cambio cuoco Cuochi e fiamme Grey's Anatomy. Tf La Mala EducaXXXion
Justified. Tf Monk. Tf Carabinieri 5. Tf Ricette all'italiana. Rubrica Tg4 - Telegiornale The Closer. Tf La signora in giallo. Tf Lo sportello di Forum. Court Show Hamburg Distretto 21. Tf La donna del West. Film western (67) HHl Tg4 - Telegiornale Tempesta d'amore. Soap Film Film Tg4 Night News A Serious Man. Film grottesco (09) HHHl Help! Game Show Accadde tra le sbarre. Film drammatico (55) HHl Tg4 Night News
TV 2000
LA7 D 7,50 8,55 10,00 12,00
Detto fatto. Tutorial Tv Streghe. Tf Le sorelle McLeod. Tf Tg2 - Lavori in corso Tg2 Flash I fatti vostri. Varietà Tg2 Giorno Tg2 Costume e società. Rubrica Tg2 Medicina 33 Detto fatto. Tutorial Tv Un ciclone in convento. Tf Rai Parlamento Telegiornale. Rubrica Tg2 / Rai Tg Sport Rai Sport Cento Giri NCIS. Tf Tg2 20.30 Rai dire niùs. Tg Satirico Film Film Lui e lei 2. Miniserie Rex. Tf Videocomic. Videoframmenti
11,55 12,20 13,50 15,15 17,30 18,00 19,00 19,30 20,00 20,45 21,05 23,30
Regina Coeli. Religione Vento di passione Ci vediamo da Arianna Siamo noi. Attualità Il diario di papa Francesco. Rubrica Rosario da Lourdes Attenti al lupo. Attualità Sconosciuti Rosario da Lourdes Telegiornali a confronto Rosenstrasse. Film drammatico (03) HHHl Retroscena - I segreti del teatro. Rubrica
RAI3 7,00 TGR Buongiorno Italia 7,30 TGR Buongiorno Regione. Attualità 8,00 Agorà. Attualità 10,00 Mi manda Raitre - In difesa degli indifesi 11,00 Rai Spaziolibero 11,10 Tutta Salute. Rubrica 12,00 Tg3 12,25 Chi l'ha visto? 12.25 12,45 Quante storie. Rubrica 13,15 Il tempo e la storia 13,40 Tg3 Fuori Tg. Attualità 14,00 Tg Regione 14,20 Tg3 14,50 TGR Leonardo 15,15 Telefilm 16,00 Aspettando Geo 16,40 Geo. Rubrica 19,00 Tg3 / Tg Regione 20,00 Blob. Videoframmenti 20,20 Un posto al sole. Soap 21,15 #cartabianca 24,00 Tg3 Linea notte 0,10 Tg Regione 1,05 Rai Parlamento 1,15 Terza pagina. Attualità
ITALIA 1 7,25 Georgie. Cartoni 7,50 Mew Mew - Amiche vincenti. Cartoni 8,15 Ally McBeal. Tf 10,05 Dr. House Medical Division. Tf 12,05 Cotto e mangiato Il menù del giorno 12,25 Studio Aperto 13,00 Sport Mediaset 13,40 Teste di casting. Show 13,45 I Simpson. Tf 14,10 Real Tv. Real Tv 14,25 I Simpson. Tf 14,50 The Big Bang Theory 15,20 Mom. Sitcom 15,50 The Goldbergs. Sitcom 16,20 L'uomo di casa. Sitcom 17,10 Mike & Molly. Sitcom 18,00 La vita secondo Jim 18,30 Studio Aperto 19,00 Show 19,25 CSI Miami. Tf 21,10 Film 23,20 Film 1,50 Dexter. Tf
RAI MOVIE 15,55 Killers. Film commedia (10) HHl 17,40 La furia dei barbari. Film avventura (60) HHl 19,10 Squadra antitruffa. Film commedia (77) HHl 20,55 Tempo di picnic. Cortometraggio 21,20 L'età dell'innocenza. Film dramm. (93) HHHHl 23,45 A Dangerous Method. Film drammatico (11) HHHl
MERCOLEDÌ 3 MAGGIO
Per chi ama l’APPROFONDIMENTO CARO MARZIANO Reportage RAI3 ore 20,35
RAI1
Prende il via il nuovo programma d’approfondimento ideato e condotto da Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto (nella foto). Trentotto puntate di dodici minuti l’una, il cui incipit è il racconto di un pianeta Terra ormai deserto, su cui approdano delle forme di vita aliene, che, tra le altre cose, trovano gli episodi di un antico programma tv, pensato proprio per raccontare a loro, ai marziani, la storia del nostro pianeta e dei suoi abitanti.
QUO VADIS Prima parte della pellicola diretta da Mervyn Le Roy (la seconda andrà in onda giovedì 4 nella stessa fascia oraria). Sotto il regno dell’imperatore Nerone, l’ufficiale romano Marco Vinicio (Robert Taylor, nella foto) conosce e si innamora della cristiana Licia. L’uomo, così, comincia ad avere dubbi sulla sua fede.
007 LA MORTE PUÒ ATTENDERE Film spionaggio RAI MOVIE ore 21,10 Durante una missione segreta nella Corea del Nord, James Bond, tradito da una spia, viene fatto prigioniero e torturato in carcere fino a quando i servizi segreti organizzano uno scambio di ostaggi. Bond, accusato di aver rivelato informazioni top secret sotto tortura, perde la licenza di uccidere di 007. Inizia così una spietata caccia al traditore.
SATISFACTION Telefilm ITALIA 1 ore 1,00
18,10 20,00 20,35 21,10 24,00 0,10
Omnibus dibattito Coffee Break. Attualità L'aria che tira. Rubrica Tg La7 Tg La7 Cronache Tagadà. Attualità Il commissario Cordier. Tf Il comandante Florent. Tf Tg La7 Otto e mezzo. Attualità La gabbia - Open. Attualità Tg La7 Otto e mezzo. Attualità
DIGITALE TERRESTRE
Continua l’appuntamento con la seconda stagione della serie, in onda in esclusiva, che narra il travagliato rapporto coniugale tra Neil, un ex broker, diventato un gigolò, e sua moglie, una designer. Neil inaugura la propria nuova attività e chiede all’amico Simon di diventarne socio. Ma quest’ultimo è preoccupato per il padre, che ha scoperto qual è il suo lavoro.
7,55 9,40 11,00 13,30 14,00 14,20 16,30
11,50 13,30 14,00 15,30 16,30 16,40 16,50
Film storico RETE 4 ore 16,45
LA7
6,45 9,55 10,00 11,05
18,45 20,00 20,30 20,45 21,30 23,35 1,10
UnoMattina. Attualità Tg1 Storie Vere. Attualità Tempo & Denaro. Attualità La prova del cuoco. Cooking Show Telegiornale Torto o ragione? Il verdetto finale. Court Show La vita in diretta. Attualità Tg1 Tg1 Economia. Rubrica La vita in diretta. Attualità L'eredità. Quiz Telegiornale Clip Fatti di sogni. Attualità Soliti ignoti - Il ritorno. Gioco Film Porta a porta. Attualità Tg1 - Notte
RAI2 6,00 7,10 8,35 10,00 10,55 11,00 13,00 13,30 13,50 14,00 16,30 18,00 18,15 18,45 19,40 20,30 21,05 21,20 23,30 1,00 1,30 2,50
CANALE 5 8,00 Tg5 Mattina 8,45 Mattino Cinque. Attualità 10,55 Tg5 - Ore 10 11,00 Forum. Court Show 13,00 Tg5 13,40 Beautiful. Soap 14,10 Una vita. Soap 14,45 Uomini e donne. People Show 16,10 Amici. Real Tv 16,20 Il segreto. Soap 17,10 Pomeriggio Cinque. Attualità 18,45 Caduta libera. Game Show 20,00 Tg5 20,40 Striscia la notizia - La voce dell'impudenza. Tg Satirico 21,10 Film 23,30 Matrix. Attualità 1,30 Tg5 Notte 2,15 Striscia la notizia - La voce dell'impudenza. Tg Satirico 2,40 Uomini e donne
LA7 D 10,00 I menù di Benedetta 12,00 Ricetta sprint di Benedetta. Rubrica 12,30 Cuochi e fiamme 13,30 Grey's Anatomy. Tf 16,10 Ricetta sprint di Benedetta. Rubrica 16,20 I menù di Benedetta 18,30 Tg La7 18,35 Cambio cuoco 19,35 Cuochi e fiamme 21,30 Indovina cosa sceglie la sposa. Real Tv 23,30 Chi sceglie la seconda casa. Real Tv
Detto fatto. Tutorial Tv Streghe. Tf Le sorelle McLeod. Tf Tg2 - Lavori in corso Tg2 Flash I fatti vostri. Varietà Tg2 Giorno Tg2 Costume e società. Rubrica Tg2 Medicina 33 Detto fatto. Tutorial Tv Un ciclone in convento. Tf Rai Parlamento Telegiornale. Rubrica Tg2 / Rai Tg Sport Rai Sport Cento Giri NCIS. Tf Tg2 20.30 Rai dire niùs. Tg Satirico Made in Sud. Show Sbandati. Show Sulla via di Damasco Film Squadra speciale Colonia. Tf
RETE 4 6,35 7,35 9,30 10,40 11,30 12,00 13,00 14,00 15,30 16,45 18,55 19,50 20,30 21,15 23,05 1,00 1,40 3,10 5,45
Justified. Tf Monk. Tf Carabinieri 5. Tf Ricette all'italiana Tg4 - Telegiornale The Closer. Tf La signora in giallo. Tf Lo sportello di Forum. Court Show Hamburg Distretto 21. Tf Quo vadis. Film storico (51) HHHl Tg4 - Telegiornale Tempesta d'amore. Soap Dalla vostra parte. Attualità Film Film Tg4 Night News Giggi il bullo. Film comico (82) Hl SuperClassifica Show 1981 - Best 5. Musicale Tg4 Night News
TV 2000 11,00 Quel che passa il convento 11,55 Regina Coeli. Religione 12,20 Vento di passione 13,50 Ci vediamo da Arianna 15,15 Siamo noi. Attualità 17,30 Il diario di papa Francesco. Rubrica 18,00 Rosario da Lourdes 19,00 Attenti al lupo. Attualità 19,30 Sconosciuti. DocuReality 20,00 Rosario da Lourdes 20,45 Telegiornali a confronto 21,05 Avanti il prossimo. Talk Show 22,35 Effetto notte. Rubrica
RAI3 8,00 Agorà. Attualità 10,00 Mi manda Raitre In difesa degli indifesi 11,00 Rai Parlamento Spaziolibero. Rubrica 11,10 Tutta Salute. Rubrica 12,00 Tg3 12,25 Chi l'ha visto? 12.25 12,45 Quante storie. Rubrica 13,15 Il tempo e la storia 13,40 Tg3 Fuori Tg. Attualità 14,00 Tg Regione / Tg3 14,50 TGR Leonardo 15,10 TGR Piazza Affari 15,15 Telefilm 16,00 Aspettando Geo 16,40 Geo. Rubrica 18,25 #cartabianca. Attualità 19,00 Tg3 / Tg Regione 20,00 Blob. Videoframmenti 20,10 Gazebo Social News 20,35 Caro marziano. Reportage 20,45 Un posto al sole. Soap 21,20 Chi l'ha visto? Rub. 24,00 Tg3 Linea notte 0,10 Tg Regione
ITALIA 1 7,50 Mew Mew - Amiche vincenti. Cartoni 8,15 Ally McBeal. Tf 10,05 Dr. House - Medical Division. Tf 12,05 Cotto e mangiato Il menù del giorno 12,25 Studio Aperto 13,00 Sport Mediaset 13,40 Teste di casting. Show 13,45 I Simpson. Tf 14,10 Real Tv. Real Tv 14,25 I Simpson. Tf 14,50 The Big Bang Theory. Sitcom 15,20 Mom. Sitcom 15,50 The Goldbergs. Sitcom 16,20 L'uomo di casa 17,10 Mike & Molly. Sitcom 18,00 La vita secondo Jim. Sitcom 18,30 Studio Aperto 19,00 Show 19,25 CSI Miami. Tf 21,10 Le Iene Show. Show 0,40 Show. Show 1,00 Satisfaction. Tf
RAI MOVIE 14,05 L'età dell'innocenza. Film drammatico (93) HHHHl 16,35 Windstorm Liberi nel vento. Film per famiglie (13) HHl 18,20 Ulisse. Film mitologico (54) HHHl 20,10 Il nemico ci ascolta. Film comico (43) HHHl 21,20 007 La morte può attendere. Film azione (02) HHHl 0,10 Operazione Siegfried. Film avv. (75) HHl
amici animali Direttore responsabile Venturella Sforza Caporedattori Adriana Donati, Lea Ferretti, Sabrina Sacripanti Capiservizio Paola Babich, Cristina Chiodi, Lorella Maggioni, Elisabetta Turillazzi, Giuliana Vitali Vicecapiservizio Barbara Pedron, Annalisa Scarsellini Redattori Giorgia Cozza, Simona De Vecchi, Raffaella Giancristofaro, Sabina Spada Grafici Angelita Caprioli (Caporedattore), Stefania Cremese (Vicecaporedattore), Asfaha Sbhath Kubrom, Laura Galli Segreteria di redazione Anna Rita Traini, Cristina Ventura Product Manager Carmela Stilla
Erik di Alessandra Burzomato, Erba (CO)
Chrystal e Asia di Pilar e Giuseppe, Padova
Buffy di Noemi e Serena, Pietra Ligure (SV)
Hanno collaborato F. Alemanno, P. Bianchi, B. Buoncristiani, a questo numero M. Cicciò, S. Cossentino, E. De Paoli, P. Freddi, Getty, M. Giubilari, IPA, iStock, L. Pettinelli, A. Perego, C. Sanvitale, M.T. Scarsellini, P. Tiscornia, G. Valsecchi, B. Van Wood, A. Zanibelli. Programmi tv a cura di Graffiti Media Factory di Federico Fiecconi. Restyling grafico: Liliana Biroldi “Intimità” cita i nomi commerciali dei farmaci per la completezza dell’informazione e per libera scelta della redazione.
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Splash di Sara e Nicola, Cremona
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Miele di Mario e Consuelo, Torino
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Mia di Sara, Lurano (BG)
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SETTimanalE Di cUlTURa naRRaTiVa - POliTica
Editrice QUADRATUM S.r.l. Piazza Aspromonte,13 20131 Milano Telefono: 0270642.1 Telefax Redazione: 0270642306 Sito internet: www.quadratum.it E-mail: intimita@quadratum.it
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Intimità
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