UTILITY Magazine, summer 2010

Page 1

il tuo compagno di viaggio

Poste italiane S.p.A. - sped. abb. post. -70% CBPA Palermo - TRIMESTRALE GRATUITO DI CULTURA | SOCIETÀ | TURISMO - ANNO 3 - NUMERO 2 - ESTATE 2010

your travel companion

M

A

G

A

Z

I

N

E

VIAGGIO nellA mente dI GIOrGIO A jOurney bOrrusO thrOuGh GIOrGIO il designer visionario manipolatore dello spazio le isole che non ci sono Itinerari alternativi per circumnavigare la penisola the never-never islands Alternative itineraries to sail around italy

bOrr usO’s mInd the visionary designer

who manipulates space

www.UTILITyMAGAZINE.IT






editoriale

Photo © Guy72125

Viaggio e creatività

Travel and creativity

V

iaggiare vuol dire scoprire, scoprirsi, ma anche, talvolta, inventare e creare. Il viaggio ha dato spunto a poesie, film, nuovi linguaggi, romanzi ma anche a opere grandiose dell’architettura e dell’arte. Gli eventi del viaggio – la partenza, il transito, l’arrivo – hanno caratteristiche simili a quelle forze che generano gli avvenimenti umani: e così al progettare, costruire e terminare un’opera d’ingegno è possibile paragonare l’organizzare, l’intraprendere, il giungere a destinazione e il ritornare relativi al viaggio. Chi viaggia, d’altronde, subisce un’azione creatrice che ricostruisce una nuova conoscenza del mondo, mutando l’identità stessa del viaggiatore. Seguendo questa linea di contatto tra il fuoco della creatività e l’ardire del viaggio, vogliamo condurvi lungo un tragitto fatto d’idee, spostamenti, persone, progetti e contaminazioni. L’idea che anima questo numero è raccontarvi esperienze che conservano la magia che le ha generate. Siamo entrati nella testa di Giorgio Borruso, il designer manipolatore dello spazio che ha conquistato il mondo con un’unica parola d’ordine: sperimentazione. Attraverso i suoi progetti e le sue

6

T

ravelling means discovery, discovering yourself, but inventing and creating too. Journeys inspired poems, films, new languages, novels, even great architecture and Art works. Travel-events (departure, journeying, arrival) have aspects like the forces generating human happenings. So planning, building and completing talented works can be compared to starting, organising, getting to destination and returning -- in travel. Travellers make creative acts that build up new world-knowledge that also undermines their very identity. Combining creative ‘fire’ and ‘daring’ travel, we lead you on a route made up of ideas, movement and shifts, people, plans, contaminations. To animate this issue we narrate experiences that keep the magic that gave them birth. In the issue you’re skimming, we tap the brain of Giorgio Borruso (designer who manipulates space) who’s conquered the globe with a unique password: experim-entation. Through his designs/works we found a new world we want to show you. Discovery, independence,



Photo © Guy72125

opere abbiamo scoperto un mondo nuovo, che vogliamo svelarvi. Scoperta, autonomia, insularità d’animo, ispirazione dei poeti, isolamento dei confinati, ma anche concerti, rassegne e manifestazioni sono le parole chiave del nostro speciale su “Le isole che non ci sono”: un reportage che darà voce alle sorelle minori (e non solo) delle più belle isole del Mediterraneo. Abbiamo tracciato una rotta insolita che tocca piccoli mondi a sé circondati dal mare che vi sarà utile per orientarvi in ogni porto. Ma il nostro percorso sul doppio binario della creatività e dell’invenzione tocca diversi ambiti come la tecnologia (la storia del 3D), la gastronomia (la cucina molecolare), l’integrazione tra i popoli (la comunità di Sri Lanka in Italia) solo per accennarvi qualcosa. La nostra avventura al confine tra creatività, viaggio e scoperta ha coinvolto anche noi in prima persona. Come avrete modo di notare, infatti, anche Utility ha intrapreso un viaggio, un mutamento, una piccola rivoluzione - ça va sans dire - culturale: una maggiore densità d’informazioni, le infografiche, le illustrazioni, le mappe e gli approfondimenti, la netta distinzione dei servizi in lingua, consentiranno un “viaggio” sempre più agevole e appassionante tra le nostre pagine. Preziosi per una possibile lettura anche non lineare, saranno una griglia grafica più flessibile e “Oltre le righe”, un gancio interdisciplinare che servirà a collegare i servizi di Utility al mondo del cinema, del web, della musica e dei libri. Il mondo si può guardare ad altezza d’uomo, ma anche dall’alto di una nuvola. Nella realtà si può entrare dalla porta principale o infilarvisi - è più divertente - da un finestrino (Gianni Rodari). È quello che abbiamo tentato di fare e ci auguriamo possa piacervi.

8

insularity, poets’ inspiration, isolation of internees; concerts, reviews, revelations – are keywords to our Special Reportage “NeverNever-Islands” that lets speak ‘the Younger Sisters’ of our Mediterranean’s fine islands (and others). We sketched unusual routes ‘touching’ tiny sea-girdled Isles complete-in-themselves: useful to get bearings in every harbour if you’re lucky to go visit them this summer. Then our double-track-line (‘invention-creation’) covers diverse spheres like Technology (History of 3D), cuisine (molecular cooking and cooking-stove experiments), immigrantintegration (the Sri Lanka community in Italy) . Just to name a few. In venturing to borders of Creativity-Travel-Discovery, even our Utility Magazine is involved as protagonist. You’ll notice that Utility too takes on a journey, a change, a small cultural revolution – that goes without saying. Greater detailed news, info-grahics, illustrations, maps and deeper insights, language-sections more clearly separated. This will ease and ‘fire with feeling’ your ‘journey’ through our pages. To provide a ‘non-linear’ reading too, we introduced more flexible grids for graphs, and “Beyond the Lines”, an interdisciplinary ‘hook’ on which to peg in Utility’s articles on cinema, the Web, music and books. Gianni Rodari (children’s author) said: “You can gaze at the world from man-height, but also from atop a cloud. You can enter reality by the main door or slip into it (it’s more fun) through a window.” That’s what we tried to do: we hope for your approval.



il tuo compagno di viaggio

your travel companion

SOMMARIO

anno 3 - numero 2 estate 2010

6

Editoriale

16

Youtility informazione in pillole

Viaggio e creatività travel and creativity

24 Design VIAGGIO nella mente di giorgio borruso a journey through giorgio borruso’s mind

di Junio Tumbarello

38 Speciale le isole che non ci sono the never-never islands

10

40

sette sorelle al centro del mediterraneo seven sisters in the middle of mediterranean di Junio Tumbarello

50

pontine: vele, jazz e aragoste sailing, lobsters and jazz at ponza isles di Filomena Salerno

56

capri, isola millenaria capri, island with long history di Cristiana Rizzo

62

alicudi e filicudi, le “piccole” delle eolie alicudi and filicudi, the “small” aeolian isles di Donatella Spadaro




66

ustica, al confine tra terra e cielo ustica, joining earth and sky di Annalisa Di Stefano

70

favignana, una farfalla che vola nel föhn favignana, a butterfly fluttering in the wind di Junio Tumbarello

73

marettimo e levanzo: dove il silenzio è d’oro marettimo and levanzo: where silence is golden di Junio Tumbarello

76

pantelleria, figlia del vento pantelleria, the wind’s daughter di Cristiana Rizzo

80

linosa, un paradiso burbero tra tunisia e sicilia linosa, a gruff paradise between tunisia and sicily di Erica La Venuta

84

tremiti: mondi emersi su paradisi sommersi tremiti isles: emerged worlds over a submerged paradise di Filomena Salerno

Berlino che vai, Berlino che trovi di Federica Messina

97

ViaggiaTony di Tony Failla

106

Star Trip

112

Downshifting

118

Social Utility

130

Turisti per fede

132

Ultima spiaggia

92 Reportage

Città del capo: arcobaleno di culture cape town: a rainbow of cultures

2010: c’è spazio per tutti (o quasi) di Federica Messina mollo tutto e apro un b&b di Donatella Spadaro “little Sri Lanka” in italia crescono di Junio Tumbarello i globetrotter di dio di Pietro Scaglione un tuffo dove l’acqua è più blu di Manuela Laiacona

136 U-Tech breve storia del 3d di Manuela Laiacona 13


140 Musica

grande palco italia

di Natalia Distefano

144

Trip Books

146

Moda

viaggiare tra le righe dammi un tacco e ti solleverò il mondo di Cristiana Rizzo

152 Food & co. gusti inediti

per palati scientifici

156

Arte del bere di Toti Librizzi

158

Dottore come si sente? di Carlo Fernandez

www.utilitymagazine.it anno 3 - numero 2 estate 2010 In copertina: un particolare dell’edificio progettato da Giorgio Borruso per L’Americana, Los Angeles, California (Photo © Benny Chan) DISTRIBUZIONE GRATUITA Registrazione Tribunale di Palermo n.6 del 2008 Società editrice Publipoint s.r.l. Via Flaminia, 393 - Roma Redazione Via E. Restivo, 166 - 90144 - Palermo Tel. 091.515701 - info@utilitymagazine.it Direttore Responsabile Pietro Scaglione

14

di Manuela Laiacona negroni

malanni di viaggio: la sindrome di stendhal

Coordinatore editoriale Junio Tumbarello in redazione Elisabetta Cannone e Federica Messina progetto grafico Giulio Bordonaro Grafica e impaginazione Giulio Bordonaro e Salvo Tuccio photoeditor Salvo Tuccio Traduzioni Russell Williams Direttore marketing e comunicazione Gianluca Fernandez Da Londra Da New York Da Los Angeles Da Parigi

Manfredi Calabrò Daniela Bonanno Simone Borruso Ludvig Bouquet

Testi Elisabetta Cannone, Annalisa Di Stefano, Natalia Distefano, Anthony Failla, Carlo Fernandez, Gabriele Fiore, Erica La Venuta, Manuela Laiacona, Rocco Lamonica, Toti Librizzi, Federica Messina, Cristiana Rizzo, Filomena Salerno, Pietro Scaglione, Donatella Spadaro, Junio Tumbarello.

Fotografie Gaia Anderson, Antonio Androsiglio, Andrea Barbera, Giovanni Barberi, Giacomo Bartalesi, Melanie Bateman, Cristiano Cani, Benny Chan, Luca Conti, Pietro Crincoli, Manuel Da Ros, Annalisa Di Stefano, Alexandre Duret-Lutz, J.R. Eyerman, Alberto Ferrero, Roberto Ferrari, John Fraissinet, Martin Fisch, Ricardo Francone, Antonella Fuga, Heiligenberg, David J. LaPorte, Garrett Kern, Roberto Milani, Federica Messina, Fabio Montalto, Andrè Mouraux, David Garcia Pérez, Gianluca Ruggiero, Jeyarajah Saravanamothuthu, McKay Savage, Michela Simoncini, Frank Slack, Pete Souza, Wolfgang Staudt, Junio Tumbarello, Roberto Zingales. Concessionaria pubblicitaria Publipoint s.r.l. – Resp.: Gianluca Fenandez Tel. 091.515701 - info@utilitymagazine.it Agenzia non esclusiva: Medi@comm s.a.s. Tel. 091.585529 Stampa Officine Grafiche riunite Cosentino e Pezzino via Prospero Favier, 10 - Palermo Pubblicità inferiore al 40% - Tiratura: 17.500 copie Il numero d’autunno sarà distribuito dal 29 settembre 2010 Per le immagini pubblicate, escludendo quelle regolate da Creative Commons License, si resta a disposizione degli aventi diritto che non si siano potuti reperire.



easter eggs

informazione in pillole

Una sequenza di invisibili sorprese più o meno reali che è possibile scovare nella maxi-foto di Parigi.

la marmotta

Esemplare di marmotta nata dall’incrocio di Photoshop con un fotografo pazzo.

Parigi in 26 gigapixel

La foto più grande del mondo

S

e credete che il vostro più “grande” difetto è avere “manie di grandezza”, consolatevi perché c’è chi sta peggio di voi. I due fotografi Martin Loyer e Arnaud Frich hanno deciso di esagerare: in cinque ore hanno realizzato ben 2.346 scatti d’autore della Ville Lumiere. La foto, che è considerata la più grande del mondo, misura 354.159

per 75.570 pixel. La mega immagine è visibile online sul sito www.Paris-26-gigapixels.com e regala agli internauti un panorama eccezionale e inedito della città della Tour Eiffel. Sul blog del megalomane progetto si precisa che nella foto sono nascosti dettagli particolari e curiosi: tutti da scoprire. Quando si dice viaggiare rimanendo fermi. J.T.

Un viaggio di mille miglia deve cominciare con un solo passo.

lao tzu

in crociera con poirot

Luxor Edfu Kom Ombo Lago Nasser

16

Assuan

Agatha Christie l’ha scelto per ambientare il suo Assassinio sul Nilo, Guillermin l’ha usato come set per la trasposizione cinematografica. Stiamo parlando di uno dei più antichi battelli a vapore, unico del genere ancora in funzione. Costruita nel 1885, la Steam Ship Sudan solca le acque del Nilo da Luxor ad Assuan. Restaurata nel 2007, questa surreale imbarcazione sembra aver catturato l’anima del paesaggio: nonostante il passare degli anni, entrambi mantengono intatto un fascino d’altri tempi. F.M.

Carnaby Street: 50 anni da icona

Se siete appassionati della Londra swinging Sixties, Carnaby Street è il posto che fa per voi. E quest’anno è l’occasione giusta per visitarla: la nota stradina , celebra, infatti, i suoi primi cinquantanni da simbolo della Londra di tendenza.La via, a due passi da Oxford Circus e parallela a Regent Street, esiste sin dalla fine del 1600, ma gli organizzatori hanno scelto di festeggiare l’inizio dei favolosi Sixties come proprio compleanno, visto che proprio in quel decennio, divenne polo d’attrazione per stilisti e artisti d’ogni sorta. Ancora oggi, Tom Hanks e figli amano comprare oggettistica da Muji, Kylie Minogue acquista la lingerie di Nikita Sablier e Amy Winehouse gli articoli vintage per la casa di Twinkled. Happy birthday Carnaby Street! E.C.

John Stephen Stilista ai vertici di un impero con 15 negozi nella via

Mary Quant L’inventrice della minigonna

Marquee club Storico locale in cui hanno suonato Pink Floyd, Beatles e altri “big” del rock


la tartaruga

Tartaruga d’acqua o di terra? No, questo un raro esemplare d’aria che nidifica sui tetti.

la chambre clair

Un luogo reale. La più fornita libreria fotografica di Parigi. la-chambre-claire.fr

gli ufo

Non è stato facile organizzare, ma i due fotografi hanno pensato proprio a tutto.

Photo © Kolor 2010

green

report di Junio Tumbarello

il giro del mondo in 20 giardini

Se credete nel proverbio cinese “Se vuoi essere felice per una settimana, sposati; se vuoi essere felice per un mese ammazza il tuo maiale; ma se vuoi essere felice per tutta la vita realizza un giardino”, allora abbiamo il viaggio giusto per voi. Torna l’appuntamento francese con il Festival dei Giardini di Chaumont-sur-Loire che fino al 17 ottobre presenterà allestimenti verdi da tutto il mondo, installazioni e mostre. “Giardini Corpo e Anima” è il tema di questa edizione. Nella foto in basso, il “giardino Igloolik” (degli architetti Lachal, Bernard e Faure) rappresenta la relazione tra gli abitanti del Polo e la minaccia di un sconvolgimento climatico. Per saperne di più: www.domaine-chaumont.fr.

Un artista guardone ritrae i newyorkesi di nascosto

I

l suo è un progetto a lungo termine. Non potrebbe essere diversamente, considerato che la sua pazza idea è quella di disegnare tutti gli abitanti (e non) di New-York. Si chiama Jason Polan, ha 27 anni e ritrae a loro insaputa newyorkesi e turisti della Grande Mela. Un “pezzo” l’ha già ritratto: le prime 8500 vittime sono già sul suo blog everypersoninnewyork.blogspot.com. Polan lavora anche su commissione: basta mandargli un’email specificando dove e a che ora ci si troverà e quale segno di riconoscimento si avrà addosso. Un souvenir originale per il vostro viaggio in USA. J.T.

17


YouTility

10 cose imperdibili

Image © Solarimpulse

da fare prima dei 30 anni Il giornalista di Esquire, David Katz, ha scritto un libro dal titolo “Cose che un uomo non dovrebbe mai più fare passati i 30”. L’autorevole DNS Travel, insieme con Msn Travel, ha stilato una lista di esperienze “uniche” che dovrebbero essere compiute prima di avere compiuto i trentanni. (E.C.)

Decolla (e atterra) il primo aereo solare

1.

Andare quasi ai confini della terra, in Mali e partecipare al Festival nel Deserto.

2.

Partecipare a un rally-risciò in India, alla mercè di una miriade di climi diversi.

3.

Ottenere il visto australiano: soggiornarvi fino a 24 mesi è possibile solo per chi ha meno di 30 anni.

6.

“Forzare” lo stomaco: tarantole fritte in Cambogia o hakarl (squalo fermentato) in Islanda.

7.

Visitare una delle spiagge e villaggi per naturisti o scambisti in Usa, Grecia, Croazia o Jamaica.

8.

Andare al World Bodypainting Festival in Austria: artisti di 40 Paesi in una mega-session di body-pittura.

U

n’impresa che forse sembrava impossibile ma alla fine è stata portata a termine. Il primo aereo a energia solare ha, infatti, visto la luce, e anche il cielo. La Solar Impulse, l’azienda che l’ha prodotto, è riuscita a fare compiere all’aereo il suo primo volo in altitudine. Il velivolo è riuscito a percorrere un tragitto della durata di circa un’ora e mezza. Il decollo è avvenuto dall’aerodromo militare di Payerne, nella Svizzera occidentale, per poi atterrare intorno a mezzogiorno nello stesso scalo. Il primo a tentare il connubio tra il sole e un paio d’ali era stato Icaro. Speriamo non vada a finire allo stesso modo. (F.M.)

Ecco i “fratelli” del Solar Impulse:

PUFFIN Rivoluzionerà il nostro modo di volare: sarà possibile librarsi come Superman dal proprio giardino.

helios Prototipo della Nasa, senza pilota ha raggiunto i 30.000 metri.

sunseeker II Modello ibrido, fotovoltaico e motore, impegnato in un tour d’Europa.

donne sull’orlo di una crisi di wii Vittima del piacere che le procura la console della Nintendo Wii. È lo strano caso di una

4.

Un volo d’angelo in Basilicata: l’ebbrezza del volo agganciati ad un cavo d’acciaio lanciandosi nel vuoto.

9.

Partecipare all’Amsterdam Dance Event con più di 700 DJs o ad altri mega-party in Spagna.

ragazza inglese di 24 anni. Da quando è caduta dalla “Wii Fit board” soffre di un disturbo molto particolare: ogni vibrazione, anche di un frullatore, le causa un forte piacere sessuale, tanto che si è rivolta a un medico per risolvere l’ imbarazzante inconveniente. A quanto pare il disturbo è dovuto alla lesione di un nervo che le provoca una rara “sindrome da eccitazione sessuale persistente”. Un caso bizzarro, ma a quanto pare non unico. I medici inglesi, infatti, segnalano diversi casi simili. Alla luce della bizzarra notizia, supponiamo che il successo della Wii tra le donne sia dovuto soprattutto a Wii Fit. Chissa perché… E.C.

giochi da ragazze: le console preferite dalle donne Fonte: Gizmodo.com

5.

Fare trekking nel Grand Canyon: un percorso a piedi di circa 21 miglia in mezzo al nulla.

18

10.

Perlustrare di notte il quartiere Lapa, il più vivo di Copacabana in Brasile.

Wii

80%

Xbox 11%

PS3 9%



medici in primo piano

YouTility mini-guida all’ipnosi animale

mp3 e libri erotici per non vedenti Un piacere per le mani e non solo: da vivere col tocco delle dita che sfiorano le pagine. Punti uno dopo l’altro che disegnano corpi in posizioni erotiche per chi non può vedere. Una novità editoriale canadese dal titolo Tactile Mind: si tratta del primo libro in braille corredato da immagini erotiche in rilievo, dal costo non proprio politico di 225 dollari canadesi, circa 164 euro. L’idea è di Lisa Murphy, artista canadese che, secondo il Daily Telegraph, ha pensato di coprire un settore di mercato inesplorato. Seni e addominali sono stati gonfiati con l’argilla: il risultato è un bassorilievo molto particolare. Già in passato il sito pornfortheblind.org aveva pensato di allestire in una serie di file mp3 la trasposizione vocale di filmati porno, con tanto di spiegazione di particolari, delle persone e delle situazioni messe in scena. Vi ricordate che quando eravamo piccoli, si diceva che “commettendo atti impuri” nel buio della propria stanzetta, si diventava ciechi? È proprio un circolo vizioso. E.C.

Braille V.M.18 SESSO =

uomo =

donna =

porno =

eros =

orgia =

Dopo la notizia che Cliff Penrose ipnotizzava i conigli, ecco le istruzioni per “farlo” con gli altri animali. S’intende che gli esperimenti sono innocui.

GALLINA Poggiare la testa della gallina per terra. Davanti al suo becco, tracciare una linea. Entrerà in trance, con battito cardiaco al minimo.

RANA Va fissata, massaggiata sulla nuca e andrà in catalessi.

cavallo Fissatelo negli occhi, ripetendo con voce monotona le stesse frasi, e accarezzatelo sul collo.

le sette vite di sergio audino

L’

esperienza umana e professionale di un medico paziente che da 10 anni affronta la propria malattia nel libro diario di Sergio Audino, “Le mie sette vite, chiamando cancro il cancro”. La storia dell’autore comincia nel 2000, quando ha scoperto di avere il cancro, che ha affrontato con sofferenza, ma anche con tanta grinta. Negli anni della malattia, ha preso appunti registrando sensazioni ed emozioni. Da questi appunti, rielaborati dopo l’ultima operazione del 2009, è nato il libro edito da Flaccovio. “Il libro è rivolto ai pazienti oncologici e ai loro parenti – spiega Audino -. È un messaggio positivo per affrontare con forza ed energia una malattia che ferisce il corpo ma anche la mente. Scrivendo il libro ho imparato a vedere diversamente i miei pazienti, acquisendo una sensibilità diversa”. Il testo alterna riflessioni dell’autore a consigli e riferimenti medici. Audino, che ha alle spalle diverse pubblicazioni di taglio scientifico, ha rinunciato ai proventi del suo “primo romanzo”, devolvendoli all’Ail, l’associazione italiana contro le leucemie-linfomi e il mieloma. J.T.

medicina e cucina: le ricette di caruana

M

usica, medicina, cucina.Interessi a 360 gradi quelli che riempiono la vita di Marcello Caruana, chirurgo generale specializzato in una nuova tecnica poco invasiva nella cura delle emorroidi chiamata Thd. L’amore per le persone, che esprime nella medicina, è testimoniato anche dalle altre sue passioni. A partire dalla musica suonata fin da ragazzo a Sciacca, dove assieme al suo gruppo - i Feeling - accompagnava i più importanti gruppi degli anni 70. Una passione che lo ha portato a essere membro onorario del Beatlesiani d’Italia. E sempre durante il periodo degli studi in Medicina ha scoperto l’arte culinaria. “A quel tempo ero io l’addetto alla cucina e la sera anche con pochi ingredienti riuscivo a inventare dei piatti strepitosi”, racconta Caruana. La dedizione agli altri che esprime giorno per giorno nel suo ruolo di medico è pari a quella che manifesta suonando un brano o cucinando un manicaretto: “la musica e la cucina sono ciò che unisce i popoli anziché dividerli”. E.C.

In Sicilia un resort tra “Le Dune” Le dune, per loro natura, si trasformano con il vento eppure, come scrive Coelho, il deserto rimane sempre uguale. Allo stesso modo, le Dune resort, è nato tra colline sabbiose e venti d’Africa ma lascia del tutto inalterato il paesaggio a esso circostante. Immerso tra i colori e le calde atmosfere tipiche di Porto Palo di Menfi, diviene pietra nostalgica e miliare di un triangolo logistico che esalta le bellezze della Sicilia occidentale. Una posizione privilegiata che lo inserisce all’interno di un cuore pulsante di architettonico splendore: da Erice ad Agrigento, passando per Segesta e Selinunte, questo resort a 4 stelle sembra essere il collante di uno dei più bei puzzle della Sicilia. F.M.

20

erice mozia

segesta

selinunte

Menfi

agrigento


il kon-tiki originario

YouTility la rotta della viracocha

ETIMOLOGIA Il nome “Kon-tiki” deriva dal nome del dio-condottiero del sole che, secondo l’antica religione inca, era partito verso l’Occidente.

LA Viracocha L’imbarcazione utilizzata da Nick Thorpe, insieme con altri 7 uomini, per imitare la leggendaria impresa del Kon-tiki, navigando dal Cile fino all’Isola di Pasqua

STRUTTURA La zattera era costituita da 9 tronchi di balsa accostati, lunghi 14 m e 60 cm di diametro. Erano legati tra loro da funi di canapa di 3 cm di diametro. L’albero in legno era composto da più fusti uniti in modo da formare una “A”, alto circa 8,8 m. A poppa dell’albero fu costruita una “cabina” in bambù, lunga 4,2 m e larga 2,4 m coperta da foglie di banano. La vela era fissata a un boma costituito da un fascio di steli di bambù.

Chi più chi meno, sulla scia del Kon-tiki di Federica Messina

D

a sempre l’uomo guarda al passato con occhi malinconici e ricchi di fascinazione. Ogni cosa viene ripescata da questo grande e poliedrico contenitore nel tentativo di conferire nuova identità a forme, odori e colori appartenuti a epoche passate. Del resto, lo stesso Proust sosteneva che il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere occhi nuovi. La sua lezione sembra essere stata perfettamente recepita da chi, mosso da vecchie passioni o nuove curiosità, ricalca itinerari di antiche imprese facendole rivivere: che la spinta provenga da un desiderio di emulazione o dalla secolare sfida tra uomo e natura, sono tan-

ti gli appassionati esploratori che si sono avventurati per sentieri che qualcuno, un tempo, ha tracciato. E il mare, muto testimone di reconditi segreti e fonte d’ispirazione per animi nostalgici, sembra il luogo prescelto da molti. A incuriosire la maggior parte di loro è stato di certo l’oceano Pacifico, scrigno segreto della misteriosa Isola di Pasqua: le sue acque scure e non sempre rassicuranti sono state scenario di camei, più o meno riusciti, di una delle più famose avventure scientifiche del XX secolo. Nel 1947 cinque giovani scienziati e un pappagallo decisero di dimostrare che la colonizzazione della Polinesia, in epoca Precolombiana, avvenne ad opera di popolazioni sudamericane. Il biologo Thor Heyerdhal, capo della spedizione e spe-

cializzato in antropologia delle isole del Pacifico, volle dimostrare che era possibile, per queste popolazioni, raggiungere la Polinesia sfruttando la corrente di Humbolt. La spedizione venne, quindi, preparata cercando di utilizzare mezzi e strumenti di quel tempo. Così a bordo del leggendario Kon-Tiki, una zattera costruita con legno di balsa e corde di canapa, partirono dal porto peruviano di Callao per raggiungere l’atollo di Raroia. Giunsero dopo cento giorni di navigazione avendo il cielo come unica mappa per un equipaggio costretto a sfidare i capricci del mare e le proprie paure. Questa spedizione andò ben oltre i suoi scopi scientifici, diventando esempio leggendario di umana impresa. Sono stati molti a seguirne la scia. Emblematica, e accuratamente romanzata tra le pagine del suo libro, è l’esperienza a cui ha preso parte il giornalista Nick Thorpe a bordo del Viracocha. Otto uomini partirono dalle coste del Cile per raggiungere l’Isola di Pasqua guidati da Phil Buck, da sempre affascinato dal carisma e dalle imprese di Heryerdhal. Fu una vera e propria opera di emulazione della sua impresa: oltre a solcare le stesse acque, l’intero viaggio venne studiato e organizzato per rivivere quell’esperienza. Diverso, e più attuale, è il caso di un piccolo gruppo di improvvisati navigatori che, lo scorso aprile, sono partiti dalla Nuova Zelanda per raggiungere l’isola di Raiatea, anch’essa in Polinesia francese: quattro canoe a vela, costruite in maniera tradizionale, intenzionate a percorrere 4.000 chilometri d’azzurro suolo e un equipaggio multinazionale senza mappe alla mano né strumenti di navigazione. Non tutti i tentativi di seguire la scia del Kon-tiki sono andati a buon fine: alcune imbarcazioni non sono riuscite a seguirne la rotta, altre non sono arrivate a destinazione. Ma in fondo qualcuno ha detto che viaggiare è un atto di umiltà, scombussola le nostre certezze, mostra quanto poco sappiamo e quanto abbiamo da imparare. Non esistono viaggi sbagliati. Esistono solo viaggiatori impreparati.

21




design

VIAGGIO nella mente di giorgio borruso il designer visionario manipolatore dello spazio di Junio Tumbarello - Photos by Benny Chan

24


snaidero (coral gables) Lo showroom di Snaidero a Coral Gables, nella contea di Miami -Dade in Florida. L’avveniristico store si trova al 4110 di Ponce de Leon Boulevard. Dopo aver progettato lo spazio Snaidero a Los Angeles nel 2004, Giorgio Borruso ha disegnato, sempre secondo il suo stile eclettico, questo splendido showroom, per il quale gli è stato assegnato il premio “Best of the Year”, promosso dalla prestigiosa rivista di settore Interior Design

25


S

e la società fosse il corpo umano, per Giorgio Borruso il design rappresenterebbe il sistema cardiocircolatorio: per lui un architetto è chi sa creare links tra i diversi ambiti della realtà. Nel 2005, mentre negli Usa Steve Jobs era manager dell’anno, lui era designer dell’anno. Osannato dai media d’oltre oceano, in America hanno anche girato un reality su di lui e sul suo lavoro. Gli sono stati riconosciuti oltre cento tra i più importanti premi internazionali nel suo settore, ma se gli chiedete una definizione di design, risponde che la sta ancora cercando. Considerato uno dei designer più importanti del mondo, ma anche un architetto visionario, nei suoi progetti prevede l’impiego di fibre di vetro, siliconi trasparenti e materiali sperimentali, secondo un approccio nell’organizzazione dello spazio che lui stesso definisce cinematico. Troppo incline alla sperimentazione per non sentire il fascino delle contaminazioni interdisciplinari, Borruso affronta ogni suo nuovo lavoro come un architetto, che è anche un po’ scultore, artista e scenografo. Da questo approccio nascono gli straordinari progetti di retail, vere icone mondiali di stile e creatività. Da quando si è trasferito a Los Angeles, negli anni 90, ha sviluppato progetti per clienti come Fila, Snaidero, Fornarina, Miss Sixty e Paul Frank

a journey through giorgio borruso’s mind who manipulates space The visionary designer

Alcune riviste internazionali che hanno dedicato la copertina a Giorgio Borruso

26

If society were a human body, design for Giorgio Borruso would be the cardiovascular system. He says an architect must link reality’s diverse areas. In 2005, Steve Jobs was voted US-Manager of the year, Giorgio, the year’s US-Designer. There, he gets great media praise; even a reality/documentary program honoured his work. Awarded 100 prestigious international prizes, when asked for a definition of design, he’s “still looking for one”. Worldclass designer and visionary architect, he uses fibreglass, transparent silicon, experimental materials, in an approach to organizing space he calls ‘cinematic’. His unremitting experiments mean fascination with cross-contamination of disciplines: he faces new work as architect, sculptor, painter, art director. Maker of impressive retail designs, real style and creativity icons. Moving in the 90s to L.A., he created projects for Fila, Snaidero, Fornarina, Miss Sixty and Paul Frank


27


C

osa ti ha fatto innamorare di quella che oggi è la tua professione? È una domanda che spesso mi pongo anch’io. Sai, questo è un lavoro fatto di momenti di grande ispirazione in cui si ha la sensazione di aver raggiunto grandi obiettivi, ma è fatto anche di difficoltà, per questo, a volte, mi chiedo anch’io cosa possa avermi spinto a farlo. Nonostante il perché non ti sia ancora chiaro, i tanti premi vinti dovrebbero essere delle conferme… Avere avuto dei riconoscimenti pubblici è gratificante perché non hai la sensazione di gridare a vuoto. Ma, a parte ciò, il mio è comunque un lavoro non privo di difficoltà, fatto di grandi battaglie quotidiane. In verità posso dire di essere da sempre stato attratto, da un lato, dal mondo dell’arte, dall’altro, dalla scienza e dalla curiosità di capire come funzionano le cose. Mi piacciono le ricerche un po’ più astratte, ma, allo stesso tempo, non resisto al desiderio di sconfinare verso nuovi territori alla scoperta del perché delle cose. Design e architettura sono discipline umanistiche e scientifiche allo stesso tempo. Per tal motivo il

28

“La scala nello store fornarina a carnaby street a londra è stata concepita come uno strumento trasparente, attraverso cui vedere lo spazio circostante” mio è stato un percorso naturale. Non puoi certo essere definito un architetto tradizionale, le tue originali creazioni ne sono la prova. Che strada hai seguito per essere quello che sei oggi? Ho trascorso la prima metà della mia vita tra università e istituzioni a cercare di apprendere e perfezionarmi, e l’altra metà a cercare di dimenticare tutto ciò che avevo imparato. La cultura italiana annovera alcuni tra i più grandi pensatori della storia, le nostre città italiane sono forse i libri di architettura più belli da studiare. Essere architetto significa comprendere i “links” che collegano le cose. L’architetto deve sapere creare ponti tra aree diverse. Credo che questo sia l’elemento fondamentale. Il risultato può essere applicato, poi, su scale diverse. L’altro elemento che ritengo fondamentale nel mio lavoro è la capacità di capire lo spazio. Si tratta sempre di

esercizi spaziali, sia nella scala dell’oggetto, sia in quella dell’interno o dell’intero edificio. È sempre un esercizio volto a modificare lo spazio con movimenti di compressione e decompressione degli ambienti e delle cose. La scala dentro lo store Fornarina a Carnaby Street a Londra è uno di questi esercizi? La scala di Fornarina, se estrapolata da quel contesto, è probabilmente un oggetto piacevole alla vista, ma è, prima di tutto, uno strumento che consente di superare dei dislivelli. All’interno di uno spazio relativamente piccolo, la scala doveva essere concepita come strumento trasparente, attraverso cui vedere cosa succede attorno. Il fatto che si curvi non risponde esclusivamente alla logica della sensualità della curva fine a se stessa, ma a logiche più complesse legate soprattutto


fornarina (london) Lo store di Fornarina a Londra, nella celebre Carnaby Street , tempio dello shopping di alto livello sin dagli Anni 60. In queste pagine diverse immagini degli ambienti e della scala trasparente.

W

hat made you fall in love with your profession? This is a question I often ask myself. My work has moments of great inspiration when it is possible to achieve great goals, and moments of difficulty. For this, I also wonder what has led me to it. You’re not sure why, but prizes should confirm… Public acknowledgement is rewarding, because you feel that you are not speaking to emptiness. Yet, there are many challenges, in fact, daily battles. I was always attracted on one side by the art world, and on the other side by science, and the curiosity to understand how things work. I like abstract research, but at the same time, I would not resist the desire to cross into to new territories to discover the reason for things. Architecture and design are both scientific and humanistic disciplines. Therefore it was a natural choice. In no way are you a traditional architect, as your creations prove. How did you get to be what you are today? The first half of my life was spent between university and institutions, trying to hone a profession; the other half was spent trying to forget all that I had learned. Italian culture can count some of the greatest thinkers in history. Our cities are the finest ‘textbooks’ of architecture to study. To be an architect means to understand the ‘links’ that connect things. The architect must know how to create bridges between diverse areas. This is fundamental. The result can then be applied on various scales. The other element that I think is fundamental in my work is the ability to understand space; to deal in exercises with space - in the scale of an object, in an interior or an entire building. It is an exercise to alter space by compressing/decompressing environments and objects. Is the staircase inside London’s Carnaby Street Fornarina store such an exercise? The staircase of Fornarina, if taken out of context, is a pleasure to see, but it is, first of all, an instrument to overcome differences in height. Inside of a relatively small space, the staircase had to be conceived as a transparent instrument, through which we could see what was happening all around. The fact that it curves is not just for a curve’s sensuality as an end in itself, but to address the complex logic of the space and in relation to the elements of the environment. Need an object be both beautiful and functional? An object must serve all the functions it

“the staircase of fornarina in london was conceived as a transparent instrument, through wich we could see what is happening all around” was designed for. I never really look for beauty. I am not interested in altering a curve to achieve aesthetic perfection. In our work, the concept of ‘beauty’ is connected with the ability to make objects answer their functions; on one side, the power to evoke (for the staircase – lightness and defeat of the force of gravity), and on the other side, functionality. I confess: I thought the Fornarina staircase’s transparency was for spying on young ladies’ lingerie. An intimate-underwear boutique project? Perhaps there is a slight voyeuristic aspect. I would have liked to make it completely transparent, but, in reality, it has a central backbone to avoid this disadvantage, if it can be defined as thus. Do you have a secret ingredient for your success? On my long personal journey, I created many different languages for the international brands I have worked with - to

29


zu+Elements (Milano) Lo showroom Zu+Elements a Milano, in via Verri. Il negozio di 95 mq. è il primo monomarca del marchio di abbigliamento. Il linguaggio dei tagli di tessuto, delle linee segmentate e dei piani mobili pervade l’intero store meneghino. (Photo © Alberto Ferrero)

ad esigenze di spazio e relazione con gli elementi dell’ambiente. Un oggetto deve necessariamente essere sia bello che funzionale? Un oggetto deve assolvere a tutte le funzioni per cui è stato progettato. Io, in realtà, non cerco mai la bellezza, non m’interessa aggiustare la curva fino a quando non raggiunge la perfezione estetica. Nel nostro lavoro il concetto di bellezza è legato alla capacità di far in modo che un oggetto risponda alle varie funzioni: da un lato alla capacità evocativa (nella scala la leggerezza, annullamento della forza di gravità) dall’altro alla performance come strumento. Ti confesso che quando ho visto la scala di Fornarina ho pensato che la trasparenza rispondesse all’esigenza di poter sbirciare la lingerie delle signorine. Potrebbe essere un’idea per un negozio d’intimo, non credi? Forse a volte salta fuori anche un aspetto un po’ voyeuristico, è vero. Io avrei voluto farla completamente trasparen-

30

te ma, in realtà, ha una spina dorsale centrale che evita questo eventuale inconveniente, se così lo si può definire. C’è un ingrediente segreto per il tuo successo? Nel mio lungo e personale percorso mi sono trovato a creare, di volta in volta, dei linguaggi diversi che consentissero a marchi di fama internazionale con cui ho lavorato, di distinguersi gli uni dagli altri e di essere riconoscibili al pubblico. Aver lavorato per molti anni su questo tipo di progetti per committenti che avevano agguerriti competitors, ha portato me e il mio team, a fare un continuo esercizio di “azzeramento culturale”, inteso alla Bruno Zevi. L’esercizio di azzeramento culturale presuppone la capacità di dimenticare, di volta in volta, le conoscenze pregresse. Il design, dunque, è uno strumento attraverso cui toccare diverse corde dell’uomo? Ho capito due cose fondamentali sul concetto dell’architettura di oggi e

“Un’architettura puramente astratta, che non si relaziona con il contesto e con il pubblico, è un’architettura che non dialoga e che, per questo, è fallimentare” quella del futuro: la prima è che ritengo sbagliata e poco attuale l’idea di costruirsi un linguaggio che renda riconoscibile il proprio lavoro, la seconda è che qualsiasi cosa un architetto faccia, non la fa per il committente per il quale lavora, sia che si tratti di un museo o di una società che vende elettronica, ma per il pubblico, esclusivamente per il pubblico. Un’architettura astratta che non si relaziona con il contesto e con il pubblico è un’architettura che non dialoga e, per questo, fallimentare. Io credo che oggi la cosa più importante sia la comunicazione, la capacità di riuscire a comunicare idee anche in altri settori. Per apprezzare la musica non devi per forza saper comporre, ba-


SNAIDERO (L.A.) Lo showroom Snaidero a Los Angeles. Per questo spazio espositivo l’architetto italiano ha vinto nel 2005, il Good Design Award. Sotto lo showroom Snaidero a Coral Gables.

“Abstract architecture with no relationship to its context, to the public, is without dialogue, and fails for that reason” help them distinguish themselves and to be recognizable to the public. Working many years on projects of this type, with brands that are formidable competitors, has forced me and my team to apply a continuous exercise of ‘cultural reset’ each time, as we move from one project to another. Intended as defined by Bruno Zevi: the exercise of ‘cultural reset’ means the ability to forget previously gained knowledge. So, design is a tool for touching mankind’s different chords? I have understood two fundamental things on the concept of architecture today and that of the future: first, I think it is a mistake to build a language to make your own work recognizable; second, whatever an architect creates should not be for those who commission the work (whether a museum or a company selling electronics) but for the public. Abstract architecture with no relationship to its context, or to the public, is an architecture without dialogue, and fails for this reason. Today, the more important thing is communication, the ability to convey ideas even in other fields. In order to appreciate music, you don’t have to be a composer. When the music touches the right chords within you, only then has the composer done a good work. You say each design is a journey. Do you mean the trip the observer makes? I refer to the journey made by observers, by those entering the spaces. My work consists of altering the physical environment. It is fundamental to understand the level of responsibility that this implies. Modification of the environment has enormous responsibility. The majority of design that impacts people’s daily lives is commercial architecture. I arrived in the United States in the 90’s. This extraordinary land somehow thrusts you into the future, seeing things that elsewhere still do not exist. America is, above all, a place for shopping, with huge malls, ‘pieces of cities’ that offer everything. Whole generations are growing up in this environment. Without the opportunity to live in cities like those in Italy, in which it is possible to be confronted with urban views that showcase history. These people spend entire weekends in the malls. Being involved in retail has become for

me an important social responsibility: injecting high-quality contents into daily places where normally culture value is absent. It has been my personal agenda. How important is travel for you and your work? I am constantly traveling. Recently, I was invited with thirteen other architects from different countries around the world, as the US representative, to New Zealand, an extraordinary place. Travel is a fundamental part of my life. It gives the possibility of continuous comparison between various cultures that widens vision and frees of prejudice. Perusing books on your designs, I noted a tortellino was among your shapes… This project we designed for Fornarina in Las Vegas in 2003 was the beginning of a journey with Lino Fornari. It was a time when the company, Fornarina, whose origins go back to the 40’s, felt the need to create a strong new language. We regressed to a ‘childlike state ’where everything is possible, there are no restrictions, and created a dream-like landscape. As for the tortellino, we tried to create an object to exhibit their shoe collections. The form of this object’s external edge is geometrically complex, as if it were a liquid. We did an experiment in visual perception. We showed the object for a few seconds, asking the test subject to draw it quickly after. What was your aim? To understand how the brain works; what its visual perception mechanisms are. This type of object is difficult to reproduce because of its complexity. The inner form then becomes a circumference that as an abstract symbol is perceived immediately by the human brain. From the circumference, it passes back to the shoe contained inside, which is also a geometrically complex object. Architectural critic Michael Webb perceived the display as an unusual passage of Surrealism connected with Dali and Bunuel. Someone else saw a tortellino. For me, both observations are fascinating. It is like when you see a film, return home and continue to think about it. Working at this level of communication, you must account for a great level of approximation of different ‘readings’, and they are all correct. I have learned that this is a universal type of

31


sta che ti arrivi al cuore, che tocchi le corde giuste, solo in quel caso chi l’ha composta ha fatto un buon lavoro. Dici che ogni tuo progetto è paragonabile a un viaggio. Alludi al viaggio che pensi faccia chi osserva le tue opere? Senza dubbio mi riferisco al viaggio di chi guarda o entra dentro le mie opere. Il mio lavoro consiste nel modificare fisicamente l’ambiente. La cosa fondamentale credo sia capire il livello di responsabilità che questo lavoro implica. Quando si modifica un ambiente si ha un’enorme responsabilità. La maggior parte dei progetti che hanno un impatto quotidiano nella vita dell’uomo, oggi, sono i progetti di architettura commerciale. Sono arrivato negli Stati Uniti negli anni ’90. Questa è una terra, per certi versi, straordinaria, in cui si ha la sensazione di essere proiettati nel futuro perché vedi cose che in altri posti non esistono ancora. L’America è anche e soprattutto la terra dello shopping, dei grandi centri commerciali, veri e propri pezzi di città in cui è facile trovare tutto. Intere generazioni sono cresciute in questo tipo di cultura. Non avendo la fortuna di vivere in città come quelle italiane, in cui si ha la possibilità di confrontarsi con un panorama urbano che racconta la storia, queste persone trascorrono interi weekend dentro i centri commerciali. I progetti nell’ambito del retail hanno, quindi, rivestito per me una responsabilità sociale importantissima: l’idea di portare contenuti di un certo livello in luoghi quotidiani, di solito caratterizzati da un inaridimento culturale, mi entusiasmava. È stata la mia personale rivoluzione. Quanto è importante il viaggio per te e il tuo lavoro? Io vivo viaggiando. Sono stato chiamato di recente, insieme ad altri tredici architetti provenienti da vari paesi del mondo, come rappresentante degli Usa in Nuova Zelanda, un posto straordinario. Viaggiare è una componente fondamentale della mia vita, è la possibilità di un confronto continuo tra diverse culture che mi offre una visione più ampia e più libera da pregiudizi. Leggendo qualcosa sui tuoi progetti, mi ha incuriosito che qualcuno avesse visto un tortellino tra le forme delle tue opere… Si tratta del progetto portato avanti per Fornarina a Las Vegas. Il progetto risale al 2003. È stato l’inizio di un percorso insieme a Lino Fornari. Era una fase in cui l’azienda, le cui origini risalgono

32

“La maggior parte dei progetti che hanno un impatto quotidiano nella vita dell’uomo, sono i progetti di architettura commerciale. Hanno ormai un’importanza sociale evidente” agli anni 40, sentiva l’esigenza di creare un linguaggio forte. Un progetto che ci ha fatto tornare bambini, fare delle acrobazie straordinarie e creare un paesaggio assolutamente folle. Quanto al tortellino, l’intento era quello di creare un oggetto che fungesse da espositore per le collezioni di scarpe. La forma del bordo esterno dell’oggetto di cui parliamo ha una complessità enorme dal punto di vista geometrico, è come se fosse un liquido. Decisi di fare un esperimento di percezione visiva: mostrai l’oggetto per pochi secondi e chiesi, a chi si era sottoposto al test, di disegnarlo subito dopo. A cosa miravi? Ero interessato a capire come funziona il cervello, quali sono i meccanismi di percezione visiva. Un oggetto di questo tipo è difficile da riprodurre perché molto complesso. Poi la forma diventa una circonferenza che, in quanto simbolo astratto, è percepito immediatamente dal cervello umano. Dalla circonferenza si passa di nuovo alla scarpa contenuta dentro che è anch’essa un oggetto complesso a livello geometrico. Il critico Michael Web percepì nel progetto un passaggio straordinario del surrealismo che si ricollega al lavoro di Dalì e Buñuel. Qualcun altro ci ha visto il tortellino. Per me sono affascinanti entrambe le interpretazioni: sia quella di Web sia quella della pasta. È come quando vai a vedere un film, ritorni a casa e continui a pensarci. Quando lavori a questo livello di comunicazione non fai mai una comunicazione univoca, non si può essere precisi. Bisogna mettere in conto che ci sarà sempre un grande livello di approssimazione nella lettura. È normale, è giusto che sia così. Ho imparato che questo è un tipo di comunicazione universale, che funziona in Cina come nel Medio Oriente, in America come in Europa. Un altro concetto importante nato nell’ambito di questo stesso progetto è quello di “discomfort”. Puoi spiegarci meglio? La realtà non dovrebbe girare solo attorno al comfort. L’idea di inserire un elemento di scomodità in un oggetto è estremamente affascinante. Ancora in merito al progetto di Fornarina a Las

fornarina (las vegas) Qui Borruso ha utilizzato fibre di vetro e siliconi trasparenti. Il pavimento ondulato simula la superficie marina. Sotto un particolare del “tortellino”, nicchia per le calzature


fornarina offices (Milano) Il quartier generale Fornarina a Milano, in via Morimondo 26, nel cuore dell’emergente polo del fashion in zona Navigli. Uno spazio polifunzionale composto da un ampio open space, le cui sinuose nicchie lungo le pareti connotano l’intero spazio espositivo. (Photo © Alberto Ferrero)

the cover man

Sono tantissime le riviste internazionali e i libri sull’architettura e il design che hanno messo in copertina le opere di Borruso. Qui a fianco solo alcuni esempi.

“The majority of design that impacts people’s daily lives is commercial architecture. Being involved in retail has become for me an important social responsibility” communication that works well in many diverse cultures - in China, the Middle East, America, and Europe. Another significant concept in this project is ‘discomfort’. Can you clarify? Reality shouldn’t be based only on comfort. Incorporating discomfort into a project can be fascinating. In the Las Vegas project, we tried to create a zone of discomfort by using light, a fundamental element in architecture. We studied how to utilize light-intensity, and the heat it developed, to force users to explore new zones in search of refuge. A chair, for example: if there’s not a level of discomfort, users tend not to change position and this might actually compromise blood circulation. At times, it is

positive in architecture not to give too much comfort, to make the user need to explore surrounding spaces. Your name is linked to ‘experimentation’. Do you distinguish this from ‘taking risks’? Experimentation entails risk-taking: exceeding limits means venturing out to discover new territories. An architect, a designer, must face commercial reality, returns on investments, which increases their sense of responsibility. Being daring working in the field for a company on the stock exchange is not the same as experimenting within a university. Today, it is certainly easier for me than ten years ago. California has given me more strength in risk-taking. Here, I have developed a second personality,

an awareness that I would not have had if I’d remained in Europe. When did you push beyond your limits? In every design that we work on, we try to ‘push beyond our limits’. With Snaidero, for example, the famous Italian kitchen manufacturer, we created a series of showrooms. In this conservative sector, with Dario Snaidero, we decided to create showrooms with no visual connections to the domestic space. No added walls or ceilings. A giant structure came to my mind that we realized in aluminum and tensile fabric. A high-risk strategy. Yet, the more you dare, the bigger the satisfaction knowing your intuition was right. The Snaidero group, in spite of the crisis, has become number one in America in respect to European producers in its sector. We are already completing our fourth collaboration with Snaidero, a project in New York. Sometimes, to dare makes you open extraordinary doors. It should be like this in every company that wishes to ‘ride the market crest’ and dic-

33


Giorgio Borruso life & awards Vegas, il mio intento era di quello di creare delle zone di discomfort giocando con la luce, elemento fondamentale nell’architettura. Studiai il modo per far sì che l’intensità della luce e il calore da essa sviluppato costringessero l’utente a cercare rifugio in altre zone. La zona di discomfort spinge, inevitabilmente, a esplorare nuove zone per cercarvi rifugio. Prendiamo ad esempio una sedia: se non c’è un certo livello di scomodità, infatti, chi è seduto tende a non cambiare posizione, a non muoversi e ciò potrebbe essere anche un problema per la circolazione sanguigna. In generale, in architettura è positivo, talvolta, non far sentire troppo a suo agio il fruitore, perché si manifesti la necessità di muoversi ed esplorare gli spazi circostanti. Sicuramente il tuo nome è sempre associato alla parola “sperimentazione”. Ma talvolta sperimentare vuole dire anche rischiare. Il confine è spesso molto labile. La sperimentazione presuppone sempre un’alta percentuale di rischio. Oltrepassare dei limiti significa avventurarsi alla scoperta di territori nuovi. Un architet-

“La sperimentazione presuppone sempre un’alta percentuale di rischio. Oltrepassare dei limiti significa avventurarsi alla scoperta di territori nuovi. Oggi, osare per me è più facile” to, un designer, deve anche confrontarsi con una realtà commerciale, una realtà di investimenti che devono ritornare. Questo accresce il suo senso di responsabilità. Osare su un campo di lavoro concreto in cui ci si confronta con società quotate in borsa non è come farlo all’interno di un’università. Oggi, certo per me, non è come dieci anni fa, è più facile. La California mi ha aiutato a far crescere il mio coraggio. Mi ha dato forza. Qui ho sviluppato una seconda personalità, una consapevolezza che non avrei forse mai raggiunto se fossi rimasto in Europa. Dove pensi che ti sei spinto oltre? In ogni progetto sul quale lavoriamo abbiamo sempre la sensazione

34

di “spingerci oltre”. Con Snaidero, ad esempio, celebre brand italiano che si occupa di cucine, abbiamo realizzato una serie di showrooms. Quello delle cucine è un ambiente fortemente conservativo, eppure, insieme a Dario Snaidero si decise di creare degli showrooms in cui non ci fosse più alcun tipo di collegamento visivo con l’ambiente domestico. Niente più mura, né soffitti. Mi venne in mente una struttura gigantesca che fu poi realizzata in alluminio con delle parti in tessuto. Il rischio è stato altissimo. In generale, più osi, maggiore è il senso di soddisfazione quando ci si rende conto che l’intuizione è stata giusta. Il gruppo Snaidero, a dispetto della crisi, è divenuta l’azienda numero uno negli Stati Uniti rispetto ai produttori europei del settore. Siamo già al quarto progetto con loro. Al momento stiamo lavorando a New York. A volte osare ti fa aprire delle porte straordinarie. Dovrebbe essere così in ogni società che ha voglia cavalcare l’onda del mercato e dettare tendenze. Un po’ come fa Steve Jobs alla Apple. Sarebbe interessante sbirciare casa tua, vedere la tua cucina, il tuo bagno… È da tempo, ormai, che giornalisti e curiosi provano ad entrare a casa mia. Ho collaborato per un po’ di tempo con la televisione americana e nel 2006 sono stato oggetto di una specie di reality/documentario. Quando accettai la proposta misi, però, dei paletti: non volevo che chiunque potesse guardare nel mio privato. Le telecamere mi seguivano all’interno del mio studio o negli aeroporti, ma non a casa mia. Una cosa posso dirla però: i posti in cui vivo sono sempre molto incasinati, c’è sempre un sacco di roba. Capisco che ci s’immagini che io viva in ambienti come quelli che disegno. In realtà la mia vita è assolutamente ordinaria, a volte anche noiosa e la mia casa è un ambiente neutro dove posso concentrarmi senza che nulla m’influenzi. Che effetto ti fa vivere in una casa progettata da altri? La casa in cui vivo è stata progettata nel 1938 e ha un livello di neutralità tale da consentirmi di vederla e immaginarla senza tempo. È il luogo ideale in cui far nascere nuove idee. Ho molti spazi all’aperto che per me sono assolutamente fondamentali. Preferisco gli spazi esterni a quelli interni.

2010 Contract’s Interiors Award

2009 RDI Int.Store Design Award

2009 A.R.E. Design Award Grand Prize

2009 Red Dot: Product Design Award

2008 GOOD DESIGN Award

2007 AIA/LA Awards

2005 DDI Designer of the Year

Nato nel ‘68 a Palermo, dopo aver studiato architettura nel capoluogo siciliano, Borruso ha preso il largo. Ha lavorato ai massimi livelli dell’architettura e del design industriale in Italia, Spagna e Germania. I suoi progetti sono stati esposti in mostre internazionali e le sue opere sono ammirate in oltre un migliaio di pubblicazioni. Vive a Los Angeles, con la moglie Elizabeth e al figlio Geo. Ha vinto innumerevoli premi e nel 2005 sul lavoro di Borruso e del suo team è stato realizzato un documentario dal nome “Opening Soon: By Design”. Ha fatto progetti di retail in tutto il mondo, costruendo ambienti mozzafiato dedicati allo shopping di alto livello che, dice, sono “destinati a farsi sentire con il corpo tanto quanto abbracciati dalla mente”. Ha diverse passioni, prime fra tutte, il motociclismo. Born in Palermo (1968), he studied Architecture there, before taking off in the world. He taught various Architecture/Industrial Design subjects in Italy, Spain and Germany. His work was shown at international expositions and his designs admired in more than 1000 publications. He lives today in L.A. with his wife Elisabeth and son Geo. His fame won him countless Prizes and in 2005 a documentary film (Opening Soon: By Design) was made on Borruso and his team’s work. He is a bold experimenter, genius in branding, creator of retail design-plans all over the world. He built breathtaking spaces (devoted to Shopping) of the highest quality. These – he says – “are bound to make themselves felt just as much through the body as be embraced by the mind”. The pastimes he prefers mountain-bikes and motorcycling.

Se domani la Treccani ti chiamasse e ti chiedesse di scrivere la definizione di design per le prossime generazioni… Il concetto di design implica, sicuramente, un’opera di modifica dell’ambiente. È difficile dare una definizione, in realtà. È un concetto che racchiude in sé molte cose. Ancora oggi io sto cercando di capirlo. La mia non è falsa modestia. Io prendo sempre le distanze da chi sostiene di avere formule o definizioni. Nessuno, in realtà, le ha veramente. Tutti ci limitiamo a cercare di capire cosa succede attorno a noi. Mio figlio, che ha appena un anno, sta cominciando a conoscere il mondo attorno a lui. Io sto continuando ad esplorare.


oltre le righe Leggere

paul frank (costa mesa) Lo store Paul Frank, in South Coast Plaza in Costa Mesa, California

Per chi volesse sapere di più del mondo del design “senza passare dal via”, imperdibili i testi di Bruno Munari: “Arte come mestiere” (Laterza, Euro 9), “Viaggio nella fantasia” (Corraini, Euro 11). Tra le bibbie dell’architettura moderna anche “Verso un’Architettura Organica” di Bruno Zevi. Pubblicato nel ‘45 e apprezzato dal fondatore dell’architettura organica, Frank Lloyd Wright: è ancora oggi un punto di riferimento.

ascoltare

La musica incontra il design. Lorenzo Palmeri ha realizzato un album, “Preparativi per la pioggia”, con la partecipazione di Franco Battiato, che va ascoltato ma anche toccato e osservato. Il libretto dei testi è dotato di 9 copertine, disegnate come origami da tagliare e comporre, in un continuo gioco di rimandi tra i testi e la grafica che li accompagna.

vedere

Objectified è un docu-film realizzato da Gary Hustwit incentrato sull’industrial design e sull’influenza che questo ha nella nostra vita quotidiana. Il regista ha intervistato i più famosi designer del mondo. Disponibile in DVD solo in lingua inglese.

cliccare

Particolare di un progetto di exterior design commissionato da Frank Caruso nella cittadina “L’Americana”, vicino Los Angeles

tate trends, as Steve Jobs did with Apple. I’m curious about your home, your kitchen, your bathroom… Journalists and the curious have tried to access my home for a long time now. I collaborated with American television in 2006, as the subject of a reality/documentary program. When I accepted the proposal, I put certain limits; my private life remains private. The television cameras followed me into my studio and in airports, but not my home. My living space is always filled with many things. People may imagine I live in an environment like those which I design. In reality, my life is absolutely ordinary, sometimes even boring. My home is a neutral environment where I can be

Se volete vedere i lavori di Giorgio Borruso visitate www.borrusodesign.com. www.ottagono.com è il sito dell’omonima rivista fondata nel 1966 e da quarant’anni la testata di riferimento nel mondo del design.

“Experimentation always entails risk-taking: exceeding limits means venturing out to discover new territories. Today, it is certainly easier for me than ten years ago” concentrated without any influences. How are you affected by living in a house designed by others? The house in which I live was built in 1938, and it has a level of neutrality so that I imagine it as outside of time. It is the ideal place for me to conceive new ideas. There is a collection of open air spaces that for me is absolutely essential. I prefer outdoor spaces to interior. If Treccani asked you tomorrow to define design for the next generation?

Design implies the modification of environments. It is difficult to give a definition. It is a concept that contains many things in itself. Still, today, I am trying to understand it. Mine is not false modesty. I always take distance from those with sure formulas or definitions. Nobody has them, truly. We limit ourselves trying to understand what happens around us. My one-year-old son is beginning to explore the world around him. I am continuing my exploration.

35




speciale isole d’italia

“Basta saper immaginare un’isola, perché quest’isola cominci realmente a esistere” Silvano Agosti, Lettere dalla Kirghisia

Le isole che non ci sono

Testi di Junio Tumbarello, Filomena Salerno, Cristiana Rizzo, Donatella Spadaro, Annalisa Di Stefano, Erica La Venuta

O

gni isola è un mondo a sé. Isolamento, isolato, isolare: tutte parole, con la stessa etimologia, che ci rimandano a una dimensione di autonomia e separazione da ciò che c’è intorno. Come la dimensione dell’isola, un luogo regolato da ritmi, abitudini e necessità proprie, che lo rendono unico e irripetibile. Già soltanto la parola scatena in tutti un irrefrenabile pensiero d’estate. Isola è sinonimo di mare, ritmi scanditi dall’alternarsi del sole al cielo stellato, distaccamento dalla terra ferma e quindi anche allontanamento dalle frenesie quotidiane. L’itinerario che vi proponiamo tocca cinque regioni (Toscana, Lazio, Campania, Sicilia e Puglia) e si snoda attraverso le isole dell’Arcipela-

38

go toscano, le Pontine, Capri, le Eolie, Ustica, le Egadi, le Pelagie e le Tremiti: la nostra intenzione è proprio quella di portarvi al largo, lontano dalle beghe cittadine, per farvi lasciare in porto i pensieri e farvi letteralmente abbandonare all’estate. Dal mare Tirreno, passando per lo Ionio fino ad arrivare al mar Adriatico abbiamo tracciato una rotta insolita, per chi ha voglia intraprendere un viaggio alla scoperta di alcune splendide isole italiane. Dal nostro giro abbiamo volutamente escluso alcune illustri isole dei nostri mari (non tutte s’intende): abbiamo preferito parlarvi delle sorelle minori e delle meno scontate. Di quelle che talvolta, scomodando Peter Pan, non ci sono, almeno nei più classici dei tour organizzati. Fotocomposizione di alcuni “Wee Planets” realizzati da Alexandre Duret-Lutz


The Never-Never

ISLANDS

Tremiti

Arcipelago Toscano Pontine Capri Ustica Egadi

Eolie

(Alicudi e Filicudi)

Pantelleria Pelagie (Linosa)

E

very island is a world apart: isolation, isolated, insular. Words (in one etymology) that restore our autonomy from what is about us. An Island lives rhythms, customs, its needs – that make it unique, unrepeatable. Say ISLAND and you can’t repress Summer thoughts: synonym of sea, rhythms set by Sun alternating with starlit Sky, detached from Land, distant too from daily frenzies. Utility proposes itineraries for you in 5 regions – Tuscany, Latium, Campania, Sicily and Apulia. Islands unravel across the Tuscan Archipelago, Pontine Isles, Capri, Aeolian Isles, Ustica, Egadian Isles, Pelagian Isles and Tremiti Isles. We truly intend to take you out to sea, far from city-troubles, to make you leave problems on land, surrendering to summer. From the Tyrrehenian, passing the Ionian to reach the Adriatic Sea, we sketched an uncommon route, for travellers wanting to take on trips to discover some of Italy’s magnificent islands. We expressly excluded some famous isles in our seas (but not all). We have chosen to tell you about the “younger (less usual) Sister-Isles”. Those isles (Peter Pan’s Never-Never-Land excepted) not always among (at least) classical organised tours.

39


le isole che non ci sono

Sette sorelle al centro del Mediterraneo DA ANNI IN CIMA ALLE CLASSIFICHE PER IL MARE CRISTALLINO, LE ISOLE DELL’ARCIPELAGO TOSCANO COSTITUISCONO LA RISERVA MARINA PIù GRANDE D’EUROPA. POCA MONDANITà E NIENTE GOSSIP, QUI L’UNICO VIP è LA NATURA CON I SUOI SCORCI MOZZAFIATO E LE CALETTE AZZURRISSIME

Capraia 40

Giglio

Giannutri

Pianosa


L

di Junio Tumbarello

asciata alle spalle Piombino alle prime luci dell’alba, in poco meno di un’ora di passeggiata sulle onde, si sfiora l’estrema punta settentrionale dell’Isola d’Elba: il sole, ancora alto nel cielo, rischiara il Cavo, la parte che guarda la costa italiana e che riserva una vista mozzafiato anche al viaggiatore più smaliziato. Gli scogli dell’insenatura delle Alghe sono una meta affollata dai fortunati habitués che solcano queste acque azzurrissime. L’Elba è la più grande delle isole dell’Arcipelago toscano, il terzo pezzo di terra più grande d’Italia. Si narra che la Venere del Tirreno, emergendo dalle acque del mare per abbracciare l’orizzonte, lasciò sfuggire sette pietre dalla collana che le adornava il collo, le quali caddero in mare trasformandosi nelle isole dell’Arcipelago Toscano: sette isole, decine di scogli e isolotti come Palmaiola, Cerboli e le Formiche di Grosseto, seminati nel blu del mar Tirreno, divisi tra undici Comuni e due Province. Un arcipelago ricco di storia e di meraviglie con una natura unica al mondo, difesa dal Parco Nazionale. Elba, Capraia, il Gi-

Seven sisters

in the middle of mediterranean

the tuscan archipelago isles are always judged the most transparent seas. they guard europe’s largest sea reserve. not for worldly society-life, as the VIPs here are their breathtaking cliffs and bluest bays

L

eaving Piombino at first light, sail an hour, we skim Elba’s northern point: the Sun, not high, lights up the Cavo (coast facing Italiy).Breathtaking views for globetrotters too. Inlet of the Algae cliffs attract many lucky people riding the blue-blue waters. Elba is the Tuscan Archipelago’s largest island, Italy’s 3rd biggest land-mass. Tyrrhenian-sea Venus rose from sea-waters to kiss the horizon, let fall 7 stones from her necklace into the sea. They

transformed into 7 Isles with dozens of rocky tiny islands like Palmaiola, Cerboli and Formiche (Ants) of Grosssetto cast on the blue Tyrrhenian. The Isles (in 11 councils and 2 provinces) have long history, Unique Natural wonders protected by a National Park. .The isles are Elba, Capraia, il Giglio (‘The Lily’), Giannutri, Pianosa, Montecristo and Gorgona – each Island different, with distinct history, legends and charm. the isle of Elba’s light elicits strong feelings. The embracing sea, pink-walled

Lo Scoglietto, un isolotto a meno di un quarto d’ora di navigazione da Portoferraio. è l’unica area marina protetta dell’Isola d’Elba e area di tutela biologica fin dagli anni ’70 (Photo © Giacomo Bartalesi)

Montecristo

Gorgona

Elba 41


glio, Giannutri, Pianosa, Montecristo e Gorgona: ogni isola è differente dall’altra. Ognuna ha una storia, una leggenda che affascina e incanta. La luce dell’ELBA è un’emozione fortissima. Il mare che la circonda, i muri rosa delle case dei suoi borghi, i sentieri nei boschi lussureggianti e l’aria intrisa dal profumo delle pinete lasciano nel cuore il sapore di un’estate indimenticabile. Ammaliano le piccole e intime spiagge, come Pomonte e Fetovaia, il mare cristallino e i centri abitati, dove l’ospitalità si sposa con servizi di charme. L’isola è divisa in otto comuni, appartenenti alla provincia di Livorno: Portoferraio è il principale, con il suo centro storico pittoresco, le vecchie case dai balconi fioriti, le vie strette e le piazzette romantiche. Gli altri centri sono Campo nell’Elba e Capoliveri che, in cima al Monte Calamita, si affaccia sul golfo di Porto Azzurro da un lato e sul golfo Stella dall’altro. E poi Marciana e Marciana Marina, cittadina elegante con un bel lungomare ornato da tamerici. Poco distante c’è Procchio con la sua spiaggia di sabbia fine. Porto Azzurro è un luogo d’altri tempi: stradine in salita, piccole facciate in pietra e una piazza grande che si specchia nelle acque del porto. Infine Rio Marina, con i suoi monti “rossi” e l’antico borgo medievale di Rio nell’Elba. Gli abitanti, d’inverno, sono circa trentamila, ma la popolazione, in estate, triplica. Tra gli abitanti celebri non si può non ricordare la residenza forzata dell’Imperatore francese. Napoleone, infatti, fu esiliato all’Elba nel 1814 e vi rimase per quasi un anno. A testimonianza della sua permanenza restano Villa dei Mulini a Portoferraio e Villa San Martino nella campagna della piccola capitale elbana. L’isola è diventata famosa per l’Aleatico, un vino liquoroso che spesso accompagna la tipica schiaccia briaca, una focaccia di pane azzimo. Imperdibili per il vostro soggiorno la Tenuta delle Ripalte, una villa ottocentesca in mezzo a 450 ettari di pini e di vigneti che scendono fino al mare. Il ristorante si trova nelle vecchie cantine della villa. Per dormire coccolati dalla natura, l’agriturismo Il Termine, è il luogo ideale. Vi si arriva da una strada che s’inerpica per la montagna attraversando laghetti rosso rubino e vecchi cantieri minerari. Sempre nell’entroterra si trova il ristorante La Cava, a Sant’Ilario. Ideale per una sera-

42

I mercatini dell’Elba

Da non perdere una visita ai mercati settimanali: un susseguirsi colorato di bancarelle di abbigliamento e leccornie. Quelli più importanti sono il mercato di Marina di Campo che si tiene il mercoledì in piazza dei Granatieri, quello di Portoferraio il venerdì nei pressi della Coop, quello di Porto Azzurro il giovedì e il mercato di Marciana Marina che si svolge il martedì mattina.

elba Street-Markets

Do not miss a visit to the weekly markets. They are a continuum of coloured stalls decked high by vendors with clothing, house-wares and sweet-delicacies. Important ones are at Marina di Campo (held on Wednesday in The ‘Granatieri’ Square); at Portoferraio (held on Friday close to the COOP); at Porto Azzurro (held on Thursday); and Marciana Marina market held on Tuesday mornings.

elba’s light gives strong emotions. the small beaches (such as Pomonte and fetovaia) are fascinating. in the towns, hospitality is married to charm village houses, lush forest-footpaths, pinewoods emitting scents, imprint the heart with unforgettable Summer. Be charmed by cosy small beaches (Pomonte and Fetovaia), crystal-clear sea, inhabited areas with hospitality married to gracious service. Elba has 8 Councils belonging to Leghorn Province. Portoferraio is the main centre (with old-quarter houses with floral balconies, narrow streets and romantic squares). Others are Campo nell’Elba and Capoliveri atop Mount Calamita facing onto Porto Azzurro Gulf on one side, Stella Gulf on the other. Marciana and Marciana Marina is a smart little town with fine seafront with tamarisk trees. Nearby Procchio has fine sandy beach. Porto Azzurro belongs to other times -- alleys going uphill, small stone façades, a large

Le vecchie miniere di ferro dell’Elba (Photo © Roberto Miliani)


Il porto di Portoferraio (Photo © Giacomo Bartalesi)

arcipelago toscano Gorgona

TOSCANA

Capraia Elba Pianosa

Il Giglio

Montecristo

LE BELLEZZE dell’elba

Giannutri

223

sono i chilometri quadrati di superficie di Elba

10

furono i mesi trascorsi da Napoleone all’Elba

350

lago rosso di rio marina

Un paesaggio lunare e un piccolo lago nella miniera di ferro. Lunar landascape and a small lake inside a iron-mine.

persone vivono a Capraia

1.500

sono gli abitanti dell’isola del Giglio

La luce dell’ELBA è un’emozione fortissima. Ammaliano le piccole spiagge, come Pomonte e Fetovaia e i centri abitati, dove l’ospitalità si sposa con servizi di charme ta romantica è il Kontiki, un suggestivo ristorante raccolto attorno a una barca tirata a secco. Qui, oltre al pesce, si può gustare la rinomata fiorentina della macelleria Citti di Marciana Marina e il pregiato agnello di San Piero. A Marina di Campo, invece, Il Cantuccio, il locale il cui simpatico titolare risponde al nome di Giovanni Muti, potrà deliziarvi con insuperabili spaghetti con le vongole e linguine all’astice da leccarsi i baffi. Se subite il fascino della natura, v’innamorerete di CAPRAIA, l’antica Aegylon. Le sue baie lasciano il fiato sospeso, il mare trasparente e l’unica spiaggia sabbiosa, Cala Mortola, faranno breccia nel vostro cuore. Capraia è la più lontana dalla terra ferma, più vicina alla costa orientale della Corsica che a quella italiana. I greci, nei loro traffici marittimi, furono i primi a frequentarla, e la chiamarono Aegylon, cioé “terra di Capre”. I Romani vi apparvero nelle epoche successive creando i primi insediamenti e, nei primi secoli del cristianesimo, fu terra d’ele-

square reflected in the harbour water. Last, Rio Marina with“red” hilltops and old medieval town of Rio nell’Elba. Winter inhabitants around 30,000 – Summer population three-times that. Un-forgettable the enforced stay of one famous French Emperor, Napoleon -exiled to Elba in 1814, staying there for nearly one year. To record this there’s Villa of the Windmills at Portoferraio and country Villa Saint Martin near Elba’s small capital. Elba won fame for strong sweet Aleatic wine often drunk to accompany the local schiaccia briaca (‘focaccia-bun’ of unleavened bread). You must not omit Tenuta della Ripalte, 19th-century Mansion in 450 hectares of pine-trees and vineyards running to the sea. The Restaurant is inside the old Cellars. ‘Il Termine’ EcoFarm is ideal for overnight rest caressed by Nature: the road to get there snakes through the mountain across ruby-red lakes and old mining-works. Inland is ‘La Cava’ Restaurant, at Sant’Ilario. Kontiki Restaurant is ideal

le ghiaie

Spiaggia sabbiosa, qui scesero gli Argonauti e si rifocillarono. Sandy beach, where the Argonauts disembarked and rested.

fornacelle

Sulla costa est, in un’insenatura nelle vicinanze del Cavo. A beach in an inlet close to the Cavo, on the east side.

capoliveri

Immensa spiaggia di fine sabbia bianca. Huge beach of fine white sand.

43


LE BELLEZZE di capraia

cala mortola

Sulla costa nord, il nome vuol dire “luogo dei mirti”. Don’t miss it in north coast. Name means “place of the Myrtles”.

cala rossa

A sud. Acque turchesi e una rossa parete di roccia a picco. In the south: turquoise sea with red-walled rock precipices. La Torre del Porto a Capraia (Photo © Michela Simoncini)

punta teja

Dominata da una torre: da visitare d’estate con i gigli in fiore. With tower far north: see it in early Summer for Lilies blossoming.

le formiche

Su questi scogli si posano i Marangoni: bei fondali, forti le correnti. Cliffs - home to Marangoni birds - high waves.

44

Capraia è la più lontana dalla terra ferma, più vicina alla costa orientale della Corsica che a quella italiana. la sua natura farà breccia nel vostro cuore zione di eremiti e anacoreti. Questi ultimi portarono da Roma la vite. L’uva era raccolta e gettata nei “palmenti”, recipienti scavati nella roccia. Il vino prodotto, chiamato n seguito Palmaziano o Palmazio era prodotto fino a qualche decennio fa. Capraia rappresenta un’alternativa di carattere dove trascorrere qualche giorno: la sua natura ancora parzialmente incontaminata si presta a lunghe passeggiate, e a spettacolari immersioni subacquee. Il GIGLIO ha colori insuperabili. Le belle spiagge e il clima mite tutto l’anno favoriscono una vacanza sorprendente in tutte le stagioni. Il mare smeraldo, dai suoi fondali pescosi, è tra i più apprezzati del Mediterraneo. Potreste decidere di assaggiare i piatti di due istituzioni gastronomiche dell’iso-

for romantic evenings -- set round a boat pulled up on land. Along with fish, you can taste famed ‘Florentine’ steaks of butcher Citti di Marciana Marina and superb lamb from San Piero. At Marina di Campo, proprietor Giovanni Muti kindly hosts you in ‘Il Cantuccio’ to exquisite Spaghetti with Clams and linguine- pasta with crustaceans (humarus) to make you lick your lips. If Nature is what charms you, you’ll fall in love with Capraia isle – the ancient Aegylon. Its breath-taking bays; clear-running waters and the one sandy beach (Cala Mortola) will touch your heart. The isle furthest from land, nearer to Corsica’s east coast than to Italy’s. The sea-trading Greeks, Capraia’s first visitors, called it Aegylon (“land of Goats”). The Romans later

Un sentiero tra i boschi di Capraia (Photo © Roberto Miliani)


Capraia is the furthest island from land, nearer west corsica’s coast than italy’s. If unspoilt Nature is what charms you, you’ll fall in love with it

Forte Teglia a Pianosa (Photo © Roberto Miliani)

i fantasmi di giannutri

Fra le tante leggende che aleggiano sulle terre dell’arcipelago, quella dei fantasmi del conte Adami e della moglie, avvolge la piccola isola di Giannutru. Dimenticata per secoli, Giannutri venne riscoperta solo nel 1800 da Gualtiero Adami, che vi si ritirò per quarant’anni. Per costruire la sua dimora, chiamata casa del Garibaldino, impiegò gran parte dei pavimenti della villa romana. Si racconta che alla morte di Gualtiero, la sua donna non abbia voluto lasciare l’isola ma e anzi, presa dalla follia, sia diventata una selvaggia creatura della macchia mediterranea, dove si crede che ancora vaghi il suo ululante fantasma.

giannutri ghosts

Of many legends “hovering in the atmosphere” of the Tuscan Isles , on Giannutri they tell of the ghosts of Count Adami and his wife. Forgotten for centuries, Giannutri got rediscovered only in 1800 by Gualtiero Adami, who withdrew there for 40 years. Building his home (called House of the Garibaldian) he used most of the ancient Roman Villa’s floor. On his death – the story goes– his wife had no wish to leave the island, but rather than do that, in a frenzy of madness, she turned into a wild creature of the Maquis, where it is believed her howling ghost still wanders.

la: Da Ruggero, una trattoria che confeziona prelibatezze a base di pesce vicino alla Caletta del Saraceno, mentre il Cavalluccio marino vi vizierà con la cucina tipica de il Giglio. Lussureggiante tutto l’anno, da marzo a giugno inoltrato, l’isola è un’esplosione di colori e di profumi. Il Comune di Isola del Giglio comprende anche l’Isola di Giannutri, pochi chilometri a sud-est. GIANNUTRI è un paradiso piccolo piccolo. Se ne sta un po’ in disparte rispetto alle altre isole dell’arcipelago toscano. A lei il cantautore italiano Fabio Concato ha dedicato un intero album. La distanza geografica rende l’isola molto speciale, forse unica e inimitabile. Lontana dalla mondanità e dal traffico (qui le auto non sono ammesse), è un indirizzo segreto per fuggire dalla movida e dai party etno-chic. Bella e possibile. Anche nei prezzi. Già nell’antichità Giannutri aveva affascinato i Romani, che vi costruirono un porto e splendide ville patrizie: una

came to build early homes; in the first Christian centuries it was chosen by Hermits and Anchorites, who brought from Rome the vine-tree. Grapes gathered got thrown into “palmenti”, containers dug out of the rock. The wine they made, later named Palmaziano or Palmazio, got produced until a few decades ago. Capraia represents an alternative short-stay attraction of great character: its partially uncontaminated nature offers long walks immersed in Natural habitat and great Scuba-Diving opportunities. Il Giglio isle (The Lily), with colours impossibile to beat, fine beaches, good all-year-round climate, gives all-Season holiday-surprises. The emerald sea, with fish-crowded deep-waters, is highly esteemed in the Mediterranean. For good food choose from 2 island locales. Da Ruggero (Roger’s Place)trattoria serving choice fish-based delicacies, near Caletta del Saraceno (The Saracen’s Cove). The other one, Cavalluccio Marino (The Sea-Horse) will spoil you with Il Giglio’s characteristic cuisine. The island has lush vegetation: from March till late June it explodes with colours and fragrances. The Council administration includes the nearby Isle of Giannutri, a few kilometres southeast. Isle of Giannutri, a very tiny paradise, is set aside from the other islands. Italian singer-songwriter Fabio Concato dedicated a whole Album to it. Geographical distance makes it special, perhaps unique and inimitable. Eschewing Society-life (here cars are not allowed), Giannutri offers a secret rendezvous to “get away” from the movida and chic “ethnic” Partying. “Beautiful and possible” – in its prices, too. In ancient times, Giannutri charmed the Romans, who built a harbour and stylish Patrician Villas: one of them, luxuriously built in high-quality marble, probably belonged to the Domizi Aenobarbi family, ancient Senators. The Villa is closed for restoration, but several re-

45


Le coste rocciose dell’isola del Giglio (Photo © André Mouraux)

46


l’isola del GIGLIO ha colori insuperabili e panorami ineguagliabili. Il mare smeraldo, dai fondali pescosi, è tra i più apprezzati del Mediterraneo di queste, lussuosissima, in marmo pregiato, sembra fosse appartenuta ai Domizi Aenobarbi, antica famiglia senatoria. Nonostante si possano ammirare numerosi resti, la villa oggi è chiusa per restauro. Giannutri è luogo di natura dura e pura. Nessuna spiaggia, solo rocce inaccessibili agli scalzi. Dall’altura principale, il Poggio Capel Rosso, si vede solo mare, a sud non c’è verso di scorgere terra nemmeno nelle giornate limpide. Giannutri è Parco Marino e quindi non è consentito attraccare con le barche a motore sulla maggior parte del suo litorale. Dalla Cala dello Spalmatoio, dove arriva il traghetto, un sentiero pedonale attraversa il monte fino a giungere a Cala Maestra, sul lato opposto. Intorno a questo percorso sorgono abitazioni private come la Taverna del Granduca gestita dal signor Morbidelli, l’unico esercizio commerciale dell’isola che gestisce anche gli affitti di piccole case disponibili sull’isola. Unica soluzione per farsi abbracciare da Morfeo a Giannutri, sono i quattro appartamenti dotati di tutti i confort de “Le Dimore di Mimmina”. PIANOSA è stata protetta dal carcere per 142 anni: colonia penale prima, carcere di massima sicurezza fino ai nostri giorni. L’isola “piatta” è una risorsa unica: praterie di Posidonia, le catacombe più importanti a nord di Roma, la Villa Romana di Agrippa, il Sanatorio di Punta Marchese, dove fu confinato anche Sandro Pertini. Apparteneva anch’essa ai Romani e Augusto vi relegò il nipote Marco Giulio Agrippa, che vi fu ucciso. Nella cala di San Giovanni si possono vedere ancora oggi i ruderi della Villa Romana di Agrippa. Tutt’ora l’isola ospita il penitenziario ed è quindi chiusa, vi si può sbarcare con un permesso del Ministero degli Interni. La sua popolazione è formata solo da detenuti e guardie. Cactus, ulivi, agave, s’inseriscono dolcemente in questo pezzo di terra mite di clima e di colori, che con i suoi campi coltivati a grano e orzo, colmi di assolato silenzio, vi faranno compiere un viaggio nell’estate dei tempi. GORGONA è la più piccola delle sette sorelle, ha 300 abitanti ed è in gran

mains can be seen. Giannutri is where Nature is harsh and ‘pure’. No beach-- only rocks un- reachable on bare feet. From high-ground -Poggio Capel Rosso (Red-Hair Hillock) – only sea is visible; south, in no way can you see land even on the clearest days. Giannutri has Sea-Park status, so motor-boats are not allowed to moor on most of its coast. Starting from Cala dello Spalmatoio (where the Ferry lands), a Footpath crosses the mountain to reach Cala Maestra on the other side. All around this route rise up private homes (Signor Morbidelli runs ‘La Taverna del Granduca’ there – Giannutri’s only business enterprise, which he runs thanks to rents taken from the other houses). The only way to get a good night’s sleep is in one of the 4 flats with every comfort at “Le Dimore di Mimmina” (Domenica’s Dwellinghouses). Pianosa owed its Protection to the Prison for 142 years: a Penal Colony, then Maximum-Security Prison up to the present-day. The “flat” Island is a unique resource – the Posidonia grasslands and treasured Catacombs north of Rome; Agrippa’s Roman Villa; Punta Marchese Sanatorium, where Fascists interned former Italian President Sandro Pertini. The Villa was property of Ancient Rome: Augustus ceded it to his nephew Marcus Julius Agrippa, who got assassinated there. At Saint John’s Bay the ruins of Agrippa’s villa can be seen. The island right now still houses the Penitentiary and so is closed, off-bounds, to visitors. You can land there, if you get a permit from the Interior Ministry. Its population is prisondetainees and warders. Cactus, olivetrees, aloe-bushes, slide themselves gently in to this mild, multi-hued land – grain and barley growing in fields fill the flatlands with sun-baked silence, granting ‘a Summer of summers’. Gorgona, smallest of the 7 Sisters (300 inhabitants) is mainly taken up by the Penitentiary. The ancient Urgon, Medieval monks lived here, and Benedictines and Cistercians built monasteries. In 1283 Pisa took control and built the ‘Old Tower’, then in 1406 the Medici occupied it. In 1869 it got trans-

LE BELLEZZE del giglio

le caldane

Insenatura isolata dai colori unici: il quarzo rende bianca la sabbia. Isolated inlet where quartz makes unique white colours.

sparavieri

Da qui, guardando Montecristo, si gode di spettacolari tramonti. Facing Montecristo, you enjoy spectacular sunsets.

le cannelle

Baia con ciottoli e un fondale poco ripido. Ideale per i bambini. Pebbly bay with shallow waters. Ideal for children.

allume

Stupenda cala di sabbia bianca a forma di cuore. Wonderful heart-shaped inlet with white sand.

47


Montecristo e gorgona: istruzioni per l’uso

L’accesso a Montecristo è consentito a ricercatori, scolaresche e associazioni naturalistiche, fino a un massimo di 1000 visitatori l’anno. Le richieste vanno inoltrate al Corpo Forestale dello Stato (Tel. +39 0566 40019), il cui personale si occupa delle escursioni. La Cooperativa Parco Naturale “Isola di Gorgona” organizza gite sull’isola, ed è la sola autorizzata dal Ministero di Grazia e Giustizia. La LIPU fa capo a questa cooperativa per organizzare le proprie escursioni a Gorgona. Quindici giorni prima del viaggio è necessario comunicare alla Direzione del Carcere gli estremi di un documento di identità. Le visite sono consentite in genere ogni martedì dei mesi estivi tramite una motovedetta. Il tour tocca i punti più suggestivi tra cui Cala Scirocco e Cala Martina.

Uno scorcio dell’isola di Montecristo (Photo © Voirella)

parte occupata dal penitenziario. Gorgona, l’antica Urgon, fu abitata in epoca medioevale dai monaci e vide sorgere monasteri ad opera dei Benedettini e Cistercensi. Nel 1283 passò sotto Pisa che vi costruì la Torre Vecchia, quindi nel 1406 fu occupata dai Medici. Nel 1869, infine, fu trasformata in colonia penale agricola. Oggi l’unico spaccio esistente sull’isola fa capo al Ministero di Giustizia che qui gestisce tutto, eroga l’acqua e l’energia elettrica alle case degli ultimi gorgonesi. MONTECRISTO è un’isola selvaggia dove non è possibile pernottare: è una delle più inaccessibili dell’intero Arcipelago ed è anche quella più lontana dalla costa. Proprio l’aspetto inospitale ha tenuto gli uomini lontani nel corso dei secoli, finché, a partire dal V secolo, monaci ed eremiti non resero abitabile una parte del territorio. A Cala Maestra, l’unica insenatura dove l’approdo è possibile, è situata la sola costruzione dell’isola, villa Watson Taylor. La villa è dotata di un orto botanico e di un museo di storia naturale. Il vallone che la sovrasta è l’unico spazio abitato dell’isola. Vi risiedono i guardiani cui si aggiungono, durante la bella stagione, alcune guardie forestali. Le visite guidate dalle guardie del Corpo Forestale si svolgono solo entro i tre sentieri esistenti e il collegamento avviene tramite barche prenotate che vi giungono dall’Elba.

48

giglio (the lily) isle is unbeaten for its colours and panoramas. the emerald sea of shoals full of fish is a mediterranean marvel formed into an Agricultural Penal Colony. Today everything here is run by the Justice Ministry, which supplies water and electricity to the homes of the few Gorgonese left. On Summer Tuesdays small parties (with permits) are guided by National Park Cooperative to see Cala Scirocco and Cala Martina and maquis-refuges of wild rabbits, gulls, sea-swallows and migrating birds. Montecristo (inaccessible, the furthest from the coast) is a wild island – you cannot stay the night. For centuries its inhospitable nature kept people away – till 5th-century monks and hermits cleared parts for habitation. At the only inlet serving as landingplace (Cala Maestra) is built the only House (Watson Taylor Villa) with Botanical Garden and Natural History Museum. The overhanging strath is the only building-space. Warders live there, joined in the fine season by Forest Guards, who guide tours limited to 3 paths. Book a boat at Elba, to get there.

lunch & dine Ristorante il Cantuccio Via Garibaldi, 6 - Marina di Campo - Isola d’Elba - Tel. (+39) 0565.976775 www.ristoranteilcantuccio.eu Ristorante Il Kontiki Via Molo Nuovo, Marina di Campo, Elba Tel. (+39) 0565.976465 www.ristorantekontiki.it Trattoria Il Vecchio Scorfano Via Assunzione, 44 Capraia Tel. (+39) 0586 905132

where to stay Tenuta delle Ripalte Costa dei Gabbiani, località Ripalte, Capoliveri, Elba - Tel (+39) 056594211 www.costadeigabbiani.it Agriturismo Il Termine Località Il Termine, Rio Marina a Elba Tel (+39) 0565.931113, Mob. 338 1426277 Albergo e ristorante Il Saraceno Via Lamberto Cibo 30, Capraia Tel. (+39) 0586.905018 www.capraiaisola.info Resort La Mandola Via della Mandola, Capraia Tel. (+39) 0586 905300



le isole che non ci sono

Ponza Il mare di Ponza (Photo © Gengish)

pontine: vele, jazz e aragoste

Sei macchie sulla tavolozza del Tirreno, a largo delle coste del Golfo di Gaeta. Sei parentesi graffe di natura incontaminata, buon cibo e colori. Il tufo bianco o grigio, il giallo dello zolfo, la rosea trachite, la riolite, il rosso dalle venature ferrose, il verde smeraldo delle acque limpide, il nero delle notti dipinte di jazz di Filomena Salerno

P

onza è facilmente raggiungibile dal porto di Formia dal quale partono i traghetti e i più veloci aliscafi che permettono in pochi minuti di guadagnare le rive dell’isola. Ponza, terra di ginestre. Probabilmente ha origine dal greco Pontium (marina), tradotto poi dai Latini

50

in Pontia. Terra intimamente legata all’acqua col fuoco, di natura vulcanica. Volsci, Fenici, Romani hanno lasciato ognuno ombre delle vite dei loro popoli. Un molo galleggiante giallo è da trent’anni un punto di riferimento per chi accosta a Ponza. Si tratta del team di Ciccio Nero, il primo che mise un pontile per fare attraccare le barche. Sorrisi e braccia tese mentre scen-

Palmarola

Ventotene

Zannone isole PONTINE Palmarola Ponza

Zannone Ventotene


Piazza Chiesa a Ventotene, con il faro e sullo sfondo l’isola di Santo Stefano (Photo © Melanie Bateman)

Sailing, lobsters and jazz at Ponza isles Six spots on the Tyrrhenian Sea palette, barely off the coast of the Gulf of Gaeta. Six incontaminated “curly brackets”, there is good food and diffuse colours. The white or grey tufa, the yellow of sulphur, pink trachyte, riolyte, the iron-red mineral-veinings, the emerald green of transparent waters, the pitch-black of nights painted with jazz

P

onza is easily reached from Formia harbour: from here Ferryboats leave, and more rapid Hydrofoils take you there in a few minutes. Ponza, its land covered in gorse-bushes, probably derives from the Greek Pontium (coastline), translated into Latin as Pontia. A land very closely linked to Water by Fire, in a volcanic state. Volscians, Phoenicians and Romans have each left ‘shadows’ of their peoples’ lives. For 30 years a floating yellow Jetty has welcomed those who land at Ponza. The Ciccio Nero team was the first to set up a landing-stage as a mooring for the

51


LE BELLEZZE di ponza

Chiaia di Luna

Passato un tunnel d’epoca romana, una baia regala scorci di rara bellezza. Through an ancient Roman tunnel, a bay with fine viewpoints.

Grotte di Pilato Rappresentano un vero museo marittimo. They symbolize essentially a genuine sea museum.

Faraglioni di Lucia Rosa

Una gita subacquea mozzafiato. To visit these, scuba divers make a breathtaking trip.

Punta del Papa

Sott’acqua si trova un noto relitto inglese. Underwater lies a well known English wreck.

52

Lo Scoglio dell’Elefante a Palmarola (Photo © Gengish)

Ogni angolo di Ponza ha un nome particolare. La spiaggia Chiaia di Luna era un porto greco, Cala Inferno coi suoi 350 gradini e le Cattedrali, capolavori architettonici d’acqua e di roccia dete dalle scalette a proporvi la solita gita giornaliera con partenza alle 10,30 e ritorno nel pomeriggio circumnavigando l’isola; oppure 40 minuti nei famosi “Bagni di Pilato”: un grandioso complesso di quattro vasche affiancate coperte, intagliate con tecnica perfetta nella viva roccia a livello del mare. Giunti a riva, alzando gli occhi incontrerete il Ponza Diving Center. Le pontine sono il paradiso dei sub. Alcuni dei siti da visitare sono Punta della Madonna – con il pesce ago cavallino che vive mimetizzato fra le praterie di Poseidonia – le Formiche – con la lunga caverna rossa per le gorgonie abbracciate a claveline e ascidie - o se volete, potete ballare coi pesci per la corrente, al Faro della Guardia. Ogni angolo dell’isola ha un nome particolare. La spiaggia “Chiaia di Luna” era un porto greco, Cala Inferno coi suoi 350 gradini, “il Core” - indovina-

Boats. Smiles and open arms await you as you come down the gangway. A proposal to take the usual daily boattrip that leaves at 10.30, returning in the afternoon after sailing all round the island. Or 40 minutes in “The Baths of Pilate” – a large structure with 4 Bathing- Vats, carved with perfect precision out of the living rock at sea-level. Once secure on dry-land, look up and gaze at Ponza Diving Center. For ScubaDivers, the Jetties are pure heaven. The sites to visit are Madonna Point – with horse-needle-fish that survive by camouflage among the Poseidonia plants; Le Formiche – with a long cave turned red by gorgon-corals embracing tunicked micro-animals: or, if you wish, you can dance with the fish taking advantage of the current-stream off the Guardia Lighthouse. Every island corner has a special name. “Chiaia di Luna” (Moonlight) Beach was a Greek port; “Cala Inferno”

283 i metri del punto più elevato di Ponza, il Monte della Guardia

1996 l’anno in cui Virzì fece di Ventotene una star col suo film “Ferie d’agosto”

2

gli abitanti di Palmarola in inverno: Ernesto Prudente, autoproclamatosi sindaco dell’isola, e il guardiano della villa di una delle sorelle Fendi.


jazz a ponza

Giunto alla sua terza edizione, il Festival “Jazz” è ormai un appuntamento per gli appassionati del genere che affollano le isole durante l’estate. Il festival è una tappa del “Jazz on the beach”. Nomi illustri del panorama jazzistico internazionale del calibro di Roberto Gatto, Joy Garrison, Enrico Rava, Fabio Morgera, Karl Potter, Carolina Banderas e Sandro Deidda, fanno da cornice ad un appuntamento imperdibile che mescola jazz moderno, ispirato alla hip hop, alla soul, al blues ed alle contaminazioni afro.

ponza jazz festival

In its 3rd year, this festival brings crowds of Jazz-lovers to the islands in Summer. It is one stage of Jazz on the Beach. Famous international jazz Stars of the calibre of Roberto Gatto, Joy Garrison, Enrico Rava, Fabio Morgera, Karl Potter, Carolina Banderas and Sandro Deidda are the main attractions. It promises to be a not-to-missed mixture of Modern Jazz with added Hip-Hop inspired music, Soul, Blues and Afro-jazz contaminations.

Il porto di Ponza (Photo © Gengish)

Every part of Ponza has a special name. “Chiaia di Luna” beach was a Greek port. 350 steps to reach “Inferno” cove. Architectural marvels that are rock faces in the form of cathedrals te a forma di che; le Piscine Naturali e le Cattedrali, capolavori architettonici d’acqua e di roccia. Quando d’estate Ponza straborda di turisti, i ponziani fuggono a Palmarola: affittate anche voi una delle grotte – i Vricci – lungo ascensori naturali, scegliete di scendere molto in blu fra il silenzio sacro degli abissi o molto in alto, sulle vette di Monte Guarniere o sulla Radica. Oppure ancora restate al livello del mare, a osservare il volo di miriadi di uccelli e a tuffarvi dalle secche. A Ventotene, case color pastello, gatti affamati attorno ai pescatori che riparano le reti, sapore di sale nell’aria, grotte dal sapore omerico, aragosta e forse, chissà, qualche sirena. Dimenticatevi dell’orologio, niente qui vi costringerà ad avere fretta. Arriverete in un conservato Porto Romano, scavato nel tufo di duemila anni fa, noleggerete una barchetta al Ciro Sub, affittando muta penne e maschera al Diving World fondato da Salvatore Braca, celebre documentarista. Pranzo da Zi’Amalia, con la licenza più vecchia dell’isola, caffè Da Verde, il bar più antico. Nel pomeriggio, una gita all’Occhio Marino, semisommergibile panoramico alla scoperta della riserva marina e infine tutti a casa,

I faraglioni del Calzone Muto a Ponza (Photo © Gengish)

(Hell’s Cove) has a stairway of 350 steps; “Il Core” (Heart) – guess its shape; “Nature’s Swimming-Pool” and “The Cathedrals”, architectural masterpieces made from water and rock. When summer-tourist hordes arrive, the Ponzians flee to Palmarola: you too can rent here one of the Vricci, grottos that are natural ‘lifts’ to walk along. Choose to swim down the bluest waters, amidst the holy silence of the chasms, or climb high up to the peaks of Mount Guarniere or on the Radica. Or just stay down at sea level, watching myriads of sea-birds or taking the plunge from the shoals. Ventotene, with pastel-coloured houses, has hungry cats grouped round fishermen mending their nets, salty-smell in the air, grottos of Homeric memory, lobster and – who knows? – maybe a few Sirens. Forget your watch, nothing here encourages you to hurry. Reach the well-preserved ‘Roman Port’ dug into the tufa 2000 years ago: hire a small ‘Ciro Sub’ boat, along with diving-suit, fins and mask at Diving World founded by Salvatore Braca, documentary-maker. Lunch at Zi’ Amalia, the oldest licensed premises on the island; take coffee at Da Verde café; an afternoon trip to Occhio Marino, half-submerged with

53


LE BELLEZZE di ventotene

Cala Battaglia

Sabbia nera, molti scogli, sole di mattina e nel primo pomeriggio. Black sand, many cliffs, sunlight morning and early afternoon.

Il Semaforo

Su un promontorio un punto di osservazione dell’intera isola. From this promontory, you can observe the entire island.

Parata Grande

Sovrasta una suggestiva spiaggetta di sassi e ghiaia. This overlooks an impressive small beach with pebbles.

Le saliere

Scogli e spiaggia raggiungibili via mare. Beach and cliffs you can reach by sea.

54

Santo Stefano’s prison (now closed) was built to Jeremy Bentham’s panoptikon design. The jail was semicircular in shape, and the detainees were always visible to the warders perché è così che vi sentirete negli appartamenti della colonica “Casa Rosa”. Cavalcando di poppa il Maestrale fra gli scogli spumeggianti vedrete i mufloni brucare. Zannone è insieme a Santo Stefano, riserva faunistica. Fra il profumo intenso di alloro e rosmarino, capolavori geologici sapranno raccontare storie vecchie milioni di anni. Un paradosso a forma di isola, Santo Stefano. Non pensava a questo, magari, Jeremy Bentham. Riteneva possibile “ottenere il dominio della mente sopra un’altra mente”, grazie alla forma di un panoptikon, nome con cui battezzò nel

views, leading you to seek The Sea Reserve; then all back home (you’ll feel so at “Casa Rosa” farmhouse-flats). Zannone needs only sea and a boat. Riding astern of the Mistral-wind, between the precipitous cliff-faces you will see the moufflons nibbling. Along with Santo Stefano, Zannone is an Animal Reserve. Set in the deep fragrance of bay-laurel and rosemary, geological masterpieces tell ancient stories millions of years old. Santo Stefano is a paradox in island-form. Jeremy Bentham conceived this idea, thinking it possible “to obtain dominion of the mind over another mind”, thanks

Santa Candida,

Saint Candida,

La leggenda racconta che, nel IV secolo, il corpo di Santa Candida, principessa Cartaginese martirizzata a Ponza, approdò nella Cala del Pozzillo a Ventotene. Il 20 settembre, tutta l’isola festeggia la ricorrenza, un evento assolutamente imperdibile per gli isolani e per i turisti. I festeggiamenti si aprono il 10 settembre con una breve processione in piazza Chiesa, in cui viene innalzata la prima di una serie di mongolfiere di carta, costruite dai ragazzi dell’isola.

Legend says that, in the 4th. century, the body of St. Candida, Carthaginian princess martyred at Ponza, landed in Pozzillo Cove at Ventotene. On 20th.September the whole island celebrates this unmissable event (for both islanders and tourists). On10th September the celebrations start with a short procession into Church Square: when the first of a series of Paper Montgolfier-balloons, made by island children, will be launched into the air.

patrona di Ventotene

Ventotene’s patron saint


lunch & dine Ristorante “Il Capriccio” Via Chiaia di Luna, Ponza Tel. (+39) 0771 80729 Ristorante “Acqua Pazza” P.zza C. Pisacane, Ponza Tel. (+39) 0771 80643

Ristorante Da Benito Loc. Pozzillo, 32, Ventotene Tel. (+39) 0771 85267 Da Verde Piazza Castello, 19, Ventotene Tel.(+39) 0771 85235

Nella pagina a fianco, l’ex carcere di Santo Stefano (Photo © Yab994). A sinistra, la Rampa Marina di Ventotene e, qui sopra, la Vasca Giulia a Santo Stefano (Photo © Melanie Bateman)

Il carcere dismesso di Santo Stefano si ispira al panoptikon di Jeremy Bentham: una costruzione semicircolare che ospitava delle celle interamente esposte allo sguardo delle guardie 1791 il suo progetto di carcere modello: una costruzione semicircolare che ospitava delle celle interamente esposte allo sguardo delle guardie, la cui sede era collocata al centro del semicerchio. Da qui, un sistema d’imposte permetteva di controllare i prigionieri senza essere visti: ciascun recluso, non potendo scorgere i sorveglianti, non aveva mai la certezza di non essere osservato. Il paradosso

risiede nel fatto che il penitenziario fu costruito dagli stessi detenuti che poi lo occuparono; esattamente come Mussolini fu mandato al confino dopo averci spedito tanti “difetti del sistema”, come chiamava gli antifascisti. Prima d’andar via, non dimenticatevi di salutare Gavi, all’estremo Nord di Ponza. Troppo piccolo per essere isola, troppo grande per essere anonimo scoglio.

where to stay Agave e Ginestra Resort Via Cala Battaglia, Ventotene Tel. (+39) 0771 85290 Casa Colonica Rosa Via Cala Nave, Ventotene Tel. (+39) 0771 85273. Albergo ristorante L’Aragosta Piazza Castello 5, Ventotene Tel. (+39) 0771 85315. Hotel Chiaia di Luna Via Panoramica S.N., Ponza Tel. (+39) 0771.80133

to the shape of the panoptikon, name by which he called his plan for a Model Prison. This was a semicircular building housing cells totally exposed to the watching guards, whose guardhouse lay at the semicircle’s centre. From there, a series of shutters enabled them to check on the prisoners without being seen: since every cell-occupant could not see the watchmen, he was never sure he was being watched or not. Now the paradox lies in the fact that the Penitentiary was built by the very prisoners that were held there; exactly as Mussolini was sent to internment after he himself had sent there so many “defects of the system” (as he called the Anti-Fascists). Before going away, do go visit Gavi, at Ponza’s far North: too little to be an island, yet too large to be an anonymous rock-face.

55


le isole che non ci sono

56


Photo © Ehpien

capri isola millenaria

Un piccolo diamante nel mar Tirreno, un po’ compiaciuta della sua condizione di privilegiata, l’isola è stata scelta nei secoli come rifugio letterario per scrittori e poeti. Definita da Esiodo nella Teogonia l’isola fiorita, lascia nelle narici il profumo di un angolo di eden, fragranza di aranci e salsedine di Cristiana Rizzo

U

Capri

7.320 sono gli abitanti dell’isola

3,97 i chilometri quadrati di superficie

46% la percentuale di occupazione degli abitanti

na gemma nel panorama paesaggistico italiano che racchiude, in quasi quattro chilometri quadrati di superficie, spettacoli naturali, testimonianze storiche, un mare da sogno e, perché no, una tradizione mondana che risale, e fa rivivere, i fasti della dolce vita. È l’isola di Capri che, insieme a Ischia e Procida, le altre due isole napoletane, per la bellezza e la singolarità dei paesaggi è un mondo a sé stante, dotato di una particolare identità, tanto nella conformazione fisica quanto nell’atmosfera che vi si respira. Il clima mite, la bellezza dell’ambiente marino e della vegetazione - tipicamente mediterranea, con prevalenza di agavi, fichi d’india e ginestre, i cui profumi soffiano in ogni angolo dell’isola - ne spiegano la lunghissima tradizione turistica internazionale. D’altra parte Capri è da sempre boccone prelibato per imperatori e viaggiatori e, nel diciannovesimo secolo, un gruppo di letterati pare riconoscere nelle sue spiagge i luoghi in cui Omero, nell’Odissea, fa sostare Ulisse, attirato dal melodioso e ammaliatore canto delle sirene. A darle un aspetto particolarmente scenografico e vagamente aspro, i dirupi, le grotte, le caverne che la incidono profondamente e le coste a strapiombo su un mare ceruleo, ricamate da spuntoni e scogli. Le grotte, nascoste sotto le scogliere, furono utilizzate in epoca romana come edifici sacri alle Ninfe nelle per-

capri island with long history

a small diamond in the Tyrrhenian sea, smug and privileged. where for centuries writers and poets took refuge. hesiod called it “isle of flowers”. your nostrils will keep perfume of oranges and sea’s saltiness

A

n island gem, practically 4 square kilometres of land, a landscape that offers Nature at its most spectacular, historical remains, a sea one dreams about, and – why not? – a long worldly tradition of High Society Life that goes back to, and brings back to life, the ostentations of the Dolce Vita. It is the Isle of Capri which, together with Ischia and Procida (the other 2 Neapolitan islands) display unique and splendid landscapes that make up worlds complete in themselves. Capri has a special identity, as much for the way its contours exist physically, as for the atmosphere one breathes-in there. With its mild climate, fine luxuriant vegetation and Sea ambience – Mediterranean in essence, largely with aloe-bushes,

57


A partire dagli Anni ‘50 l’isola diventa una delle mete predilette delle star del cinema assumendo il ruolo di meta vacanziera mondana per eccellenza. In quel periodo, nella minuscola e graziosa Piazza Umberto I, meglio nota come “piazzetta”, si consumano amori illustri e tradimenti estivi, puntualmente immortalati dai paparazzi. Le più imitate icone di stile, da Audrey Hepburn a Jackie Onassis, trascorrono lunghi periodi di vacanza sull’isola, attirando sguardi e lanciando mode, come quelle recentemente rispolverate dei pantaloni alla pescatora e dei sandali in tela e corda. I divi di Hollywood sono in quegli anni parte integrante del paesaggio e quasi non stupisce più veder passeggiare per i vicoli di Capri Liz Taylor, Jack Lemmon o Kirk Douglas. Oggi come allora, per sentirsi vip fra i vip, Capri è l’isola giusta, con le sue “taverne” e i suoi locali e lounge bar.

Fashionable Society Life

Since the ‘50s, Cinema stars have chosen Capri as a Society holiday-location par excellence. At vacation-time, the lovely tiny Umberto I square, better known as ‘the Piazzetta’, becomes scene for renowned Summer love-affairs and betrayals, immediately immortalised by the paparazzi. The most imitated Style Icons like Audrey Hepburn and Jackie Onassis spent extended holidays, attracting looks and launching new Fashions – like that of Fisherman-bottom Trousers and string-and-canvas Sandals recently ‘dusted back as a new mode’. In those years the Hollywood Greats fitted naturally into the landscape, so almost no-one was astonished to see Liz Taylor, Jack Lemmon or Kirk Douglas walking through the alleyways. It is no different today: the VIPs meet each other in the ‘right place’ – Capri – island with its “hostelries”, pubs and lounge-bars.

58

Photo © Ehpien

Photo © Ehpien

vita mondana


natural beauties

le bellezze naturali pizzolungo

tragara

Un suggestivo arco naturale vicino alla Grotta di Matermaria. An impressive natural arch close to Matermaria Grotto.

Strada panoramica, conduce al Belvedere e ai Faraglioni. Panoramic path that leads to the Belvedere and the Faraglioni.

tinenze di sontuose ville che vennero costruite qui durante l’Impero. La più famosa è senza dubbio la Grotta azzurra, in cui magici effetti luminosi furono descritti da moltissimi scrittori e poeti. Simbolo di Capri sono i celebri faraglioni, tre piccoli isolotti rocciosi a poca distanza dalla riva, cui sono stati attribuiti anche dei nomi per distinguerli: Stella, quello attaccato alla terraferma, Faraglione di mezzo per quello frapposto agli altri due e Faraglione di fuori (o Scopolo) per quello più lontano dall’isola. I principali centri abitati dell’isola sono Capri, Anacapri e Marina Grande, mentre l’altro versante marino di Capri, Marina Piccola, risulta meno abitato. A Ma-

rina Grande, scalo e spiaggia dell’isola, si conservano i resti del Palazzo a Mare, probabile residenza di Augusto, e dei monumentali Bagni di Tiberio. In via Colombo inizia la scala fenicia, un sentiero ripido tracciato in età greca e che fino alla costruzione della strada moderna costituiva l’unico collegamento con Anacapri. Con la funicolare è possibile salire a Capri e ammirare la famosa piazzetta, centro della mondanità dell’isola, con l’ampia terrazza che offre un’incantevole vista sul mare, la Torre dell’orologio e i bar con i tavoli all’aperto. Su un lato si può notare la scalinata che conduce alla Chiesa di Santo Stefano, in stile barocco, rifinita con cupolette d’ispirazione araba,

vita notturna

Per una cena con vista sul mare, per esempio, fra i posti da non perdere c’è La Canzone del Mare, e se ci si vuole calare pienamente nell’atmosfera napoletana il dopocena si può trascorrere nella Taverna Anema e Core, uno dei locali più rinomati in città, dove trascorrere una piacevole serata intonando canzoni napoletane. Fra i “night club” di nuova generazione, il Bye Bye Baby, vicino alla piazzetta, che propone atmosfere e musica anni ’70 e incanta con una terrazza dinanzi al mare, e il Panta Rei che unisce il divertimento notturno, al relax di bagno turco, sauna e massaggi di giorno.

night life

Should you want dinner with view over the sea, “The Sea Song” (Canzone del Mare) is recommended. For total Neapolitan ambience, pass afterwards to ‘Anema e Core’ (Heart and Soul) Tavern, one of the town’s most renowned spots, for pleasant evenings singing Neapolitan songs. New-Generation night-clubs include ‘Bye Bye Baby’, close to the Piazzetta, with ‘70s music an enchanting Terrace overlooking the sea -, and ‘Panta Rei’, evening entertainment plusTurkishBath relaxation, Sauna and Massage by day.

gradola

Piccola e caratteristica insenatura poco frequentata dai turisti It is a typical small inlet, off the tourist paths.

walk from main square to emperor’s villa, with its view over gulf of naples. go on to anacapri, with its white houses, olive and vine-trees gorse-broom and prickly-pears (their fragrances get blown over the entire island). All this explains why traditionally International tourists have been coming to visit here for such a long time. Besides, for Emperors and travellers Capri is a delicious tasty morsel; and some 19th-century literati saw in its beaches the setting where Homer, in The Odyssey, made Ulysses stay, drawn in by the bewitching Siren-women’s Chant. A seemingly theatrical, if harsh, back-drop is provided by the caves, precipices, and caverns that cut deeply into a coastline (that is embroidered by cliffs and rock-faces) dropping sheer into a sky-blue sea. The grottos, hidden under the cliffs, got used in Roman times as palaces sacred to the Nymphs, close to the luxury Villas built here during the Empire. By far the most famous is the Blue Grotto, whose magical light-effects were described by poets and writers. Capri is symbolised by its well-known Overhanging Cliffs, three little rocky isles near the shore: so, to distinguish them, they are named “Star” (the one attached to dryland), Middle Cliff (the one lying in between) and “Outside Cliff” or “Scopolo” (the one furthest out to sea). The places lived-in are Capri, Anacapri and Marina Grande; but on the other side, Marina Piccola has fewer residents. At Marina Grande, the island’s harbour and beach, are the remains of Sea Palace, likely residence of Augustus, and the imposing Baths of Tiberius. In Via Colombo begins the Phoenician step-way, a steep path laid out in the Greek period – till modern times it was the only road that led to

59


La Grotta Verde (Photo © vgm8383)

Dalla piazzetta di Capri una passeggiata conduce ai resti della villa imperiale, con la bella loggia del belvedere da cui si vede l’intero golfo di napoli. continuando si arriva ad Anacapri, un piccolo centro di case bianche circondate da uliveti e vigne

lunch & dine La Fontelina Via Faraglioni - Località Fontelina tel. (+39) 081 8370845 Pigna Via Lo Palazzo, 30, tel. (+39) 081 8370280 Villa Verde Via Sella Orta, 6/A, tel. (+39) 081 8377024 Ristorante Ziqù via Marina Grande, 191 tel. (+39) 081 8376630 www.villamarinacapri.com

where to stay Quisisana Grand Hotel Via Camerelle, 2, tel. (+39) 081 8370788 www.quisisana.com ‘A Pazziella Via Giuliani, 4, tel. (+39) 081 8370044 www.apaziella.com Capri Via Roma, 71, tel. (+39) 081 8370003 www.htlcapri.it

60

mentre di fronte sorge il Palazzo Cerio, dove soggiornò anche Giovanna I d’Angiò, che ospita il Centro Ignazio Cerio, con un’interessante raccolta di reperti archeologici dell’isola. Dalla piazzetta di Capri una passeggiata conduce ai resti della villa imperiale, di cui si conservano diversi elementi ornamentali nel Museo di Palazzo Cerio e nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Da non perdere, nella villa, la loggia del belvedere, dalla quale la vista spazia fino al Golfo di Napoli e su parte di quello di Salerno. Di particolare interesse inoltre è la Certosa di San Giacomo, oggi centro per esposizioni e concerti. Di suggestiva bellezza l’Alloggio del Priore, che si affaccia sul precipizio. Da qui la vista abbraccia gran parte dell’isola, i Faraglioni e Marina Piccola. Molto interessanti i resti della Villa Jovis, dedicat a a Giove e situata in cima al monte Tiberio. Salendo verso la parte più alta dell’isola si raggiunge, invece, Anacapri, piccolo centro ornato da case bianche circondate da uliveti e vigne, dove vale la pena visitare la splendida Chiesa di San Michele e la Villa omonima, dal prezioso pavimento maiolicato.

Anacapri. You can ride up to Capri by cable-car to admire its famed Square, hub of Society life (its wide terrace gives onto enchanting sea-views). the Clock-Tower and bars with tables laid out in the open. On one side, a stairway climbs up to the baroque St. Stephen’s Church, adorned with Arabesque cupolas. Opposite rises up Cerio Palace (where Angevin queen Joan I stayed), now Ignazio Cerio Centre with a collection of Capri’s archeological finds. A short walk from the Square leads us to the Emperor’s Villa (several of its ornamental items are kept at Cerio Centre and at the National Archeological Museum in Naples). In the Villa one cannot miss the ‘Lodge’ of the Belvedere – to see a panorama stretching to the Bay of Naples and even part of the Gulf of Salerno. Especially interesting is the Charterhouse (Certosa) of St.James, now used for concerts and exhibitions, and the Prior’s LodgingHouse facing out on the rock-precipice – with views of most of Capri, the Overhanging-Cliffs and Marina Piccola. The remains of the Villa Jovis, dedicated to Jupiter, lie up on the summit of Mount Tiberius. A climb to the island’s heights takes us on to Anacapri – a small centre with white houses surrounded by olive-groves and vineyards, where a visit to the Villa and Church of St. Michael (majolica floor) is well worthwhile.



le isole che non ci sono

alicudi e filicudi le “piccole” delle Eolie

di Donatella Spadaro

Sono impervie e dotate di un fascino che attrae o respinge senza mezze misure. Alicudi e Filicudi sono le sorelle minori delle Eolie. Se cercate locali notturni e musica fino a tarda notte, non fanno per voi. Qui di sfrenato c’è solo la natura, incantevole e violenta come le eruzioni che hanno formato queste isole 62

I

l mito le vuole dimora del dio del vento, Eolo. Dal dio greco prende il nome, infatti, l’arcipelago delle Eolie. Le isole affiorano dal mar Tirreno meridionale, a nord della Sicilia. Utility si muove alla scoperta di Alicudi e Filicudi, le più antiche e ancor oggi, incontaminate. Lontane dal turismo di massa, dai circuiti modaioli, mondani. Il fuoco del vulcano e la forza del mare le hanno create e sagomate in una ricchezza di colori e forme. Furiose tempeste le hanno erose modellando caverne, faraglioni, scogli capricciosi. La luce abbagliante, la dolce violenza della natura mediterranea, il profumo della sua macchia e il silenzio, fanno sì che Filicudi sia definita l’isola “magica”. È un’isola lontana. Non dalla terraferma. È distante nel tempo, nel modo di essere della sua gente. Dal mondo comune. È sublime passeggiare lungo i suoi sentieri, nel silenzio assoluto, accompagnati dal vento. È emozionante la visione all’imbrunire delle poche case che si stagliano contro il cielo. È incantevole contemplare


LE BELLEZZE di filicudi

Filicudi Alicudi

alicudi and filicudi 26 the “small” Aeolian isles

isole Eolie Alicudi

Filicudi

miglia dividono Alicudi da Lipari, 66 da Milazzo

100

sono gli abitanti di Alicudi, mentre 250 sono quelli di Filicudi (che salgono a 3000 in Estate)

1986

Alicudi e Filicudi viste dall’isola di Salina (Photo © Archilalla)

è l’anno in cui è arrivata la luce elettrica a Filicudi

il cielo di Filicudi, senza illuminazione stradale, dove le stelle rendono magico il cammino nelle notti di luna piena. L’isola è un’esplosione di colori: capperi, vigneti, ulivi, oleandri, ginestre caratterizzano il paesaggio dominato da rocce rosse segnate dal tempo. Le coste scendono dolcemente tingendosi di verde, blu, violetto. Gli itinerari lungo la costa regalano sensazioni oniriche. Giochi di luce e rumore del mare sembrano imitare il muggito del bue nell’atmosfera mistica della grotta del Bue Marino che si riteneva un tempo tana di mostruose creature. C’è una lama nera infissa nel mare blu: la Canna, un faraglione alto ben 85 metri dal livello del mare. Popolato da corallo, spugne e aragoste. A nord, Punta di Zucco Grande con i suoi dieci strati di lava. La secca dei sei metri, affiora con la sua acqua cristallina, nel versante settentrionale dell’isola. E poi Punta del Perciato, a est, con le sue scanalature naturali che formano archi e massi giganteschi a strapiombo delle Rupi della Sciara.

MONTE FOSSA FELCI

Vulcano spento alto 774 metri, coperto da palme nane. 774 meter high volcano, covered with tiny palm-trees.

charming islands that attract and repel. desolate lands, alicudi and filicudi stimpagnato are the younger sisters: don’t look A sud-est dell’isola, è abitata da turisti solo for night life there. Just unchanged durante l’estate. nature, wild and enchanting, Tourists live here, on like the eruptions that formed them island’s southeast, only

T

he Aeolian Isles are 7 Mediterranean Pearls, Mythical home of Aeolus, God of Wind. A 7-island Archipelago of touching beauty springing from South Tyrrhenian Sea, North of Sicily. Part of UNESCO’s Cultural Heritage. Utility discovers Alicudi and Filicudi. Ancient geology – still undefiled. Far from commercial Mass Tourism routes, cult fashion. Fire and sea moulded and shaped them in rich hues and forms. Wild storms sculpted eroded caverns, cliff-tops, rockfaces with weird forms. The light that dazzles, the Mediterranean’s sweet natural force, its odour of maquis -- and silence. All this turns Filicudi into the magical isle. An island that is distant. Not from dry-land. But far-off in time, in how its people have their being. Far from an ordinary world. A lofty feeling to walk its paths, in absolute quiet, with wind as companion. Exciting to see at dusk the few houses that stand out against the heavens. A sky enchanting to gaze at for long, with no street lights, and the stars not mortified or obscured, making the road magical on nights of full moon. The island explodes with colour. Caper-shrubs, oleanders, vineyards, olive-trees, gorse-bushes make up the landscape overlooked by time-worn red rocks. The sea-coasts slide sweetly down, dyeing themselves green, blue, violet. Coastal trails reward walk-

in Summer.

capo graziano

È una piccola penisola unita al resto dell’isola da una lingua di terra. A small peninsula joined by a slip of land to the rest of the isle.

bue marino

La grotta più bella dell’isola. The most beautiful grotto on the island.

63


Pomice, capperi e Malvasia

Le eruzioni susseguitesi nei millenni hanno prodotto fenomeni differenti: dalla formazione della pietra pomice, così leggera da galleggiare sull’acqua, alle colate di lava che una volta raffreddata formava un vetro vulcanico nero e tagliente, l’ossidiana. La loro esportazione diede per molto tempo una ricchezza economica all’arcipelago. Oggi sono i tipici souvenir naturali in ricordo delle Eolie. Inoltre l’agricoltura eoliana consente la produzione di capperi, uva passa ma soprattutto la produzione della nota Malvasia. Tra i prodotti tipici ci sono anche confetture, conserve a base di capperi, olive, pomodori secchi e peperoncini.

LOCAL AEOLIAN products

Millenia of successive volcanic eruptions produced diverse reactions: formation of pumice-stone light enough to float on water; fallen lava that, once cooled, shaped black, cutting volcanic glass (obsidian). Exporting these made the archipelago wealthy for a considerable time. Naturally today they make up Souvenirs to remember the Aeolian isles by. Cultivated from the ground are capers and raisins, but above all the well-known Malvasia Wine gets produced here. Other local wares are fruit-jams, caper-based preserves, olives, dried tomatoes, chilli-peppers.

64

Il porto di Alicudi (Photo © Ghost-in-the-Shell)

Filicudi è anche amata per i suoi fondali. Gli itinerari subacquei partono da Capo Graziano evidenziati da una macchia di vernice bianca sugli scogli. Oltre quel limite si entra nella zona archeologica interdetta all’immersione, dalla quale si giunge alla profonda Grotta dei Gamberi. A terra, non c’è una strada che gira intorno all’isola. Si parte dal porto a Pecorini a Mare passando per la frazione di Canale fino a Valdichiesa e poi per il villaggio di Capo Graziano, risalente al neolitico. Lungo la passeggiata, sostare in uno dei pochi ristorantini, dà la possibilità di gustare le specialità isolane come Polipetti “nto tianu” (polpi in umido), triglie con salsa di menta o una zuppa di pesce. Il tutto accompagnato da Malvasia, rinomato vino locale. Filicudi, l’antica Phoenicusa, così detta per la sua vegetazione di felci, è una perla selvaggia dove profumi, odori e colori si mischiano rendendo l’atmosfera surreale. Alicudi regala una dimensione di vita ormai perduta altrove. Il tempo è scandito dall’avvicendarsi della luce del sole alla luna. Gli unici suoni provengono dalla risacca del mare e dallo stormire del vento sulla vegetazione. L’antica Ericusa, per la presenza dell’erica abbondante sulle pendici del cono vulcanico, oggi spento, è l’isola più occidentale dell’arcipelago. E la più solitaria delle Eolie. Ideale per una vacanza avventurosa e contemplativa. Sono i pescatori a trovare alloggio ai nuovi arrivati. Con il viso segnato dalle rughe ma con il cuore aperto ai viaggiatori autentici, diversi dai turisti avvezzi ai confortevoli viaggi organizzati. Ad Alicudi non è ancora arrivata la ruota. In mancanza di strade, per la conformazione del terreno, le scalinate di pietra lavica si affrontano a piedi o con l’ausilio di asinelli che sopportano il peso di mer-

about a hundred people live on alicudi, on the east side. They took refuge on the hills, fleeing consumer society enticements. many of them are germans ers with dreamed-of sights. Light-play and searoar seem to copy the ox’s bellow in the mystical Cave of the Sea-Ox, once thought the den of animal monsters. A black blade is fixed onto the blue sea: the Canna, an overhanging clifftop well over 85 metres above sea-level. “Peopled” with coral, sponges and lobsters. To the north, Great Zucco Point with its ten lava strata. The six-metre shoals shoot up crystal-clear water on Filicudi’s northern shores. Then Perciato Point, to the east, has natural channellings forming arches and giant rock-faces that fall down sheer from the Sciara precipices. Filicudi gets loved for its deep-waters, too. ScubaDiving routes start from Cape Graziano, marked by a white painted stain on the cliff. Beyond that point you enter the Archeological Area (where diving is forbidden) that leads to the deep Gamberi Cavern. No land road exists to get around the island. Set out from Pecorini-a-Mare harbour, past Canale hamlet, until you get to Valdichiesa. Go past Cape Graziano village -- that harks back to the Neolithic. Along your walk, stop by one of the few little restaurants, to sample the island’s special dishes -- like stewed octopus, red mullet in mint sauce or fish soup. Washed down with renowned local Malvasia wine. Filicudi (ancient Phoenicusa – named after its bracken-fern vegetation) is a wild pearl where perfumes, fragrances and colours combine to make the ambience surreal.


alicudi è abitata solo sul versante est da un centinaio di persone, rifugiati nella località più alta per fuggire dalle lusinghe della società consumistica ci, dal porto alle case sparse sul pendio. L’unica spiaggia raggiungibile a piedi è quella di Alicudi Porto. Il giro dell’isola in barca offre uno spettacolo indimenticabile: alte e frastagliate balze costiere che salgono fino ai 550 metri. L’isola è abitata solo sul versante orientale da un centinaio di abitanti, molti dei quali tedeschi, rifugiati nella località più alta dell’isola per fuggire dalle lusinghe della società consumistica. È presente un eliporto per le emergenze e la luce elettrica è fornita solo in poche abitazioni. Ciò ha il vantaggio di consentire la contemplazione del firmamento stellato. Alicudi è di chi sa amarla, con la sua natura selvaggia e quasi ostile che ha in sé la forza di respingere tutto il superfluo che l’uomo moderno ritiene indispensabile. È impervia e dotata di un fascino unico che attrae o respinge senza mezze misure.

ALICUDI (Italy’s last Mediterranean paradise) offers life-sensations by now lost elsewhere. Time is measured by sunlight, by chirpings and lizards’ rustling. Sounds emerge only from sea surf and wind rattling on vegetation. Ancient Ericusa (after the plentiful heather on the spent volcano‘s slopes) is the Westernmost Aeolian isle. And the most solitary. Ideal for adventure and meditation. Joyfully welcoming are butterflies fluttering through heather, prickly-pears, caper-bushes, red-pink-orange bougainvillea. Fishermen settle new arrivals into lodgings. With wrinkled faces but hearts open to authentic Travellers, different from ‘organised’Tourists spoilt for comfort. The “wheel” has not yet reached Alicudi. Without roads, the land-contours dictate climbing lavastone stepways on foot, or helped by donkeys carrying goods, from the harbour to houses scattered on the slope. Just one beach that walkers can get to, at the harbour. A boat-trip round the island offers exciting sights: high indented coastal crags rising to 550 metres; Galera Cliff’s rich fauna and flora, crystal-clear waters stretching out “like a sword” from sea to shore; the Harp (Sciara) and Timpone of the Montagnola soaring to 675 metres. About 100 people inhabit only the east side – many are Germans, refugees on the highest places, fleeing Consumer Society enticements. There exists a helicopter landing-strip for emergencies, and few houses have electric light. Prompting you to unlimited scrutiny of the starry firmament. Alicudi is the very place where Pure Tourists should go. For those who know how to love it: its wild character – almost hostile – has in its very self the strength to repudiate all that is superfluous but which contemporary people think essential. Alicudi is impervious to that, being endowed with a unique fascination that attracts and rejects with no half-measures.

LE BELLEZZE di alicudi

PIANO FILO DELL’ARPA

Punto più alto dell’isola. Vista spettacolare. The island’s highest point with spectacular panorama.

scoglio galera I suoi fondali sono ricchi di flora e fauna marina. Its shoals are packed with marine flora and animals.

rupe del perciato lunch & dine Filicudi Yachting Club www.filicudiresosrt.com Ristorante hotel Ericusa via Regina Elena, Alicudi, tel. (+39) 090 9889902 Da Nino sul mare ristorante via Porto, Filicudi, tel. (+39) 090 9889984

Un suggestivo arco di roccia naturale immerso nel verde. An impressive natural rock-arch, deep in the vegetation.

where to stay Casa Mulino Alicudi, tel. (+39) 090 9889681 - www.alicudicasamulino.it La Canna hotel e ristorante Via Rosa 43, Filicudi, tel. (+39) 090 9889956 www.lacannahotel.it

Filicudi, piano del porto. Sullo sfondo, Alicudi (Photo © Roberto Zingales)

alicudi porto

L’unica spiaggia raggiungibile a piedi. The only beach you can reach on foot.

65


Photo © Junio Tumbarello

le isole che non ci sono

Ustica, al confine

tra terra e cielo Scogli, coste rocciose e grotte nascoste da togliere il fiato. Uno scrigno che nasconde tesori nei suoi fondali e, in superficie, tra le pieghe del paesaggio lussureggiante. La sua bellezza e il pregio del mare che la circonda sono stati riconosciuti ante litteram: è stata, infatti, la prima riserva marina istituita in Italia di Annalisa Di Stefano

U

stica ammalia all’istante. Per il colore nero con cui la lava ha tinto le sue coste o per le sue bellissime grotte, anfratti, cale e calette. Per le zone collinari e i rilievi, che le fanno assumere il profilo di una tartaruga adagiata nell’azzurro del mare. I nomi che le sono stati attribuiti sono tanti e anche troppo sentiti: Perla nera del Mediterraneo, paradiso dei sub, terra delle sirene sono solo alcuni di essi. Ma a pre-

66

Y

ou’re instantly charmed. By the island’s black colour imparted by the lava (indeed its name derives from Ustum, Latin for “burnt”). By caves, ravines, bays and coves of great beauty. By hill-ranges and high contours that take on the shape of a Turtle that slumps down into the sea‘s intense blue. The Mediterranean’s black pearl, welcomes you. Sicily‘s oldest volcanic island, its history goes back more than half-a-million years, well before the Aeolian Isles. A onehour early-morning journey by hydro-

Photo © Annalisa Di Stefano

ustica, joining earth and sky


In fondo al mare i “polmoni del Mediterraneo” Chi viene a Ustica, non può dimenticare di mettere in valigia maschera, boccaglio e pinne, per immergersi nei fondali dell’isola, scorazzando tra le distese di posidonia oceanica, pianta acquatica chiamata “polmone del Mediterraneo” (in quanto scambia ossigeno con l’acqua), e ammirando i coloratissimi pesci. A Ustica sono presenti diversi diving center, dai nomi più o meno evocativi (vedi i link in basso). Uno degli itinerari più suggestivi è quello archeologico, al largo del faro di Punta Gavazzi (tra i 9 e i 17 metri di profondità), dove sul fondo sono presenti ancore e anfore di epoca romana. Altre escursioni da non perdere: la Grotta dei Gamberi, con i suoi meravigliosi ventagli di gorgonie rosse; la Secca della Colombara (40 metri), dove s’incontrano spugne rosa, cernie, barracuda, ricciole e, con un po’ di fortuna, tonni; lo Scoglio del Medico, un paradiso di grotte con un panorama sottomarino mozzafiato.

Ustica

1.325 36

sono le miglia che separano Ustica da Palermo (circa 66 km)

Photo © Antonella Santarelli

sono gli abitanti dell’isola (dato Istat 2008): 666 maschi e 659 femmine

scindere dai nomi, Ustica è un’isola unica nel suo genere. Le sue coste impervie non sono adatte a tutti, ma a chi veramente ama il mare, a chi vuole vivere in prima persona il Mediterraneo, più che abbandonarsi a esso. A sessanta chilometri da Palermo, è la più antica isola vulcanica di Sicilia, essendo nata oltre mezzo milione di anni or sono, molto prima delle Eolie. Identificata nell’antichità come la mitica terra delle sirene, che con il loro canto inducevano gli incauti naviganti a schiantarsi contro le rocce, è stata abitata sin dal Neolitico, come dimostrano i ritrovamenti del villaggio dei Faraglioni e in località Omo Morto. Dominata nei secoli da Fenici, Greci, Cartaginesi e Romani, furono però i Borboni nel 1759 a colonizzare l’isola, edificando la fortezza della Falconiera e le Torri di S. Maria e dello Spalmatore, per difenderla dalle scorrerie dei corsari. Di tesori da scoprire ve ne sono tanti, sia sopra che sotto il livello del mare. Ustica è davvero piccola e se ne consiglia il periplo via mare, anche se è presente una strada carrozzabile e diversi sentieri pedonali, suggeriti agli amanti del trekking e della mountain bike. Non a caso l’isola è la meta preferita dei sub che, attratti anche dagli itinera-

Breathtaking cliffs, rocky coasts and hidden caves. A jewel-case concealing treasures on land and in the sea-depths. Lush vegetation, and its fine seascape and beautiful panorama have been preserved by the formation of Italy’s first sea Reserve foil from Palermo, and you’re greeted by the few low painted houses set like an amphitheatre in Ustica harbour’s welcoming bay. The ancients saw it as mythical land of the Sirens who sang to coax careless sailors to crash into the rocks. It was inhabited in Neolithic times in Faraglioni village and at Omo Morto. After dominations (by Phoenicians, Greeks, Carthaginians and Romans) in 1759 the Bourbons made it their colony, building Falconiera fortress and Towers of St. Mary and the Spalmatore, as defence against Corsair incursions. Ustica is quite small – only

at the sea bottom, the “lungs of the mediterranean”

Don’t forget to pack your mask, snorkel and fins when you come to Ustica. Plunge down to the island’s deep-water delights, rove through extensive growths of Ocean-Posidonia plant (called “lung of the Mediterranean” for the oxygen it gives out), and gaze in wonder at the brightly-coloured fish species. Ustica has various Diving Centres (they boast fanciful names as you can see in the links below). Archeological Skin-Dives offer even greater adventure (just off-shore by Gavazzi Point Lighthouse) going to depths between 9 and 17 metres, where Roman amphoras and anchors are to be found. Don’t miss out on trips to Lobsters’ Cave (full of fan-like red flora); to Colombara Shoals (40 metres) with pink sponges, epinopelus, barracuda and tunny (if you are lucky); and to The Doctor’s Cliff with its deepwater caves and canyons with breathtaking underwater views.

link

Altamarea - www.altamareaustica.it Barracuda - www.barracudaustica.com Perla Nera - www.laperlaneradiving.com Profondo Blu - www.ustica-diving.it Scubaland - www.scubaland.it Mare Nostrum - www.marenostrumdiving.it Orca - www.orcasub.it Mister Jump - www.misterjump.it

67


ri di sea-watching, si lasciano conquistare dalle sue acque trasparenti. Sì, perché in questo paradiso, nel 1984, è stata fondata l’Accademia internazionale di scienze e tecniche subacquee e nel 1986 è stata istituita la prima Riserva marina d’Italia e, in prossimità di Punta Spalmatore, è stato realizzato un suggestivo acquario. E non si può non parlare delle grotte, le cui pareti variopinte si stagliano nelle acque: Grotta Azzurra, Grotta della Pastizza, Grotta delle Barche per citarne alcune. Ustica è famosa anche perché è stata utilizzata come luogo di detenzione e di confino. Il regime fascista vi rinchiuse vari oppositori politici come Carlo e Nello Rosselli, Ferruccio Parri e Antonio Gramsci che, loro malgrado, furono tra i primi ad ammirare la bellezza dell’isola. Un prodotto di pregio di Ustica è la lenticchia, che qui cresce piccolissima. È uno dei presidi Slow Food della Sicilia e la sua pulizia – in gergo “spaglia-

le bellezze di ustica cala sidoti

A ridosso di Punta di Megna, è una lunga baia di ciottoli scuri. It is a long beach with black pebbles beneath Punta di Megna.

Si resta incantati dagli ibiscus variopinti a decoro delle case, dove la fantasia di artisti ha dato vita a meravigliosi murales. Domina il paese la piazza Umberto I tura” - fino a qualche anno fa, veniva effettuata a mano. Il suggestivo e colorato centro abitato, dove la piazza domina su tutto, merita una visita. Sovrastato dal Capo Falconara, sulla cui cima si erge la fortezza borbonica, si resta incantati davanti ai variopinti ibiscus a decoro delle scalinate e ai prospetti delle case, dove la fantasia di artisti ha dato vita a meravigliosi murales. Al centro del paese ci accoglie la Piazza Umberto I, cui fa da sfondo la bianca facciata della chiesa Madre. Imperdibile il Museo archeologico, che ha sede nella torre di S. Maria. Invitante l’offerta gastronomica dell’isola, a base di pesce (A detta di Utility qui si fanno i calamari imbottiti più buoni di Sicilia e in generale la cucina è genuina e molto gustosa), senza dimenticare le deliziose granite e gli affogati, da gustare soprattutto nelle calde serate estive nella piazzetta del paese.

68

Una veduta del centro abitato e sulla destra il villaggio dei pescatori (Photo © Annalisa Di Stefano)

Grotta dei Gamberi

Una gita subacquea tra le più suggestive del Mediterraneo. An unforgettable trip for scuba divers.


the most beautiful places cala s.maria

A est dell’isola, imperdibile la grotta Azzurra. The Blue Grotto (east side of island) is unmissable.

punta spalmatore

Luogo suggestivo, si trova nella parte ovest dell’isola di Ustica. Picturesque spot on Ustica’s western side.

lunch & dine Da Giulia via S.Francesco, tel. (+39) 091 8449007 La luna sul Porto corso V.Emanuele II n 11, tel. (+39) 091 8449799 Ariston da Umberto piazza della Vittoria, tel. (+39) 091 8449542 Il Faraglione via Pio La Torre, tel. (+39) 091 8449752 L’isolotto via Petriera, tel. (+39) 091 8449012 Diana contrada San Paolo, tel. (+39) 091 8449109

scoglio del medico

Fondali mozzafiato per un’immersione “a lume di candela” Breathtaking shoals for “candle-light” diving.

where to stay Hotel Diana contrada San Paolo, tel. (+39) 091 8449109 www.hoteldiana-ustica.com Hotel Clelia via Sindaco I n. 29, tel. (+39) 091 8449039 www.hotelclelia.it Hotel Ariston via della Vittoria n 5, tel. (+39) 091 8449335 www.usticahotels.it Hotel Giulia via S. Francesco, n. 13, tel. (+39) 091 8449007 B&B Caserta contrada Oliastrello, tel. (+39) 091 8449447

You’re enchanted by the gaily-coloured Hibiscus that adorns house stairways and housefronts (with Murals painted by artists). The central Umberto I Square dominates the town 8.6 square kms. It has a reliable road, and various Paths for Walkers (great for trekking and mountain-bikers). But a round-tour by sea is the best way to discover its treasures, both above and below sea-level. A favourite haunt of Scuba-Divers, its clear translucent waters attract seawatching enthusiasts, too. In 1984 the International Academy of Underwater Sciences and Techniques was founded here; followed in 1986 by Italy‘s first Nature Sea-Reserve, and close to Spalmatore Point an impressive aquarium was built. Worth a special mention are its Caves, the water reflecting their multi-coloured walls: Blue Grotto, Pastizza Grotto, Grotto of the Boats, etc. Ustica is notorious for its use as prison and for political internees: the Fascist regime held various opposition leaders like Carlo and Nello Rosselli, Ferruccio Parri and Antonio Gramsci. Despite themselves, they were the early admirers

of Ustica’s beauty. In a letter Gramsci wrote: “It is much more attractive than its postcard pictures: it’s a Saracen fort, richly-coloured, a delight to the eyes.” Here grow small valuable quantities of lentils. Sicily’s Slow Foodadeptst promote a lentil cuisine; till recently they still used traditional ways for their “cleaning”. The town centre is worth visiting. Overlooked by Cape Falconara (with the Bourbon Fort on its peak), you’re enchanted by the gaily-coloured Hibiscus that adorns house stairways and housefronts (with Murals painted by artists). Right in central Umberto I Square, set off by the mother-Church’s white façade, is the unmissable Archeological Museum inside St. Mary’s Tower. The gastronomic delights are alluring: fish-based dishes (Sicily’s best stuffed Squid!) but also grated-ice drinks and delicacies (ice-cream oonfections) – to taste primarily on hot Summer evenings.

69


le isole che non ci sono

Favignana

una farfalla

che vola nel Fรถhn

70


Nella pagina a fianco il mare cristallino di Cala Rossa, così chiamata per il sangue che colorò le acque durante le guerre puniche. Qui, veduta di Punta sottile.

Testi e foto di Junio Tumbarello

L’isola si racconta nella storia della sua tonnara costruita dai Florio, una delle 78 siciliane, dove un tempo echeggiavano le “cialome” dei tonnaroti, i canti della mattanza: qui, infatti, il genius loci, insieme con il tufo, è sempre stato il tonno

D

istese sul mare, accarezzate dal vento, al largo di Trapani, le Egadi disegnano la linea del Mediterraneo. La più meridionale, Favignana, per via della sua forma divisa in due parti dalle sembianze di ali irregolari, è chiamata farfalla, ma il suo nome deriva dal Favonio, o Föhn, il vento che l’ha battezzata. Alzatevi presto e prima di conquistare il mare, fate scorta di “ciabatte” (focacce) nel panificio vicino “la Madonnina”, un crocevia del paese che prende il nome da una ciuredda, una delle statue votive della Madonna tipiche della Sicilia. Poi andate alla ricerca del vostro angolo di paradiso. A Favignana è possibile l’accesso da terra alla maggior parte delle sue baie: Cala Rossa, la più bella, prende il nome dal sangue che ne colorò le acque durante le guerre puniche. Ma Cala Azzurra, Lido Burrone e il Bue Marino meritano anche più di una visita. L’isola si racconta nella storia della sua tonnara costruita dai Florio, una delle 78 siciliane, dove un tempo echeggiavano le “cialome” dei tonnaroti, i canti della mattanza: qui, infatti, il genius loci, insieme con il tufo, è sempre stato il tonno. Impossibile ripartire senza un bottino di souvenir gastronomici provenienti dai tanti negozietti che si trovano sul corso del centro abitato. Buonissimi

Favignana Storia e curiosità Nel 1874 Vincenzo Florio prese possesso delle Egadi acquistandole dal marchese Pallavicino Rusconi. Comprò la nuda proprietà di esse e delle tonnare, con esclusione dei castelli e dei terreni demaniali, essendo stati aboliti i diritti di feudo e le investiture prima consentite. I fabbricati a Favignana si svilupparono da principio nel rione di Sant’Anna. Oggi gli abitanti sono per la maggior parte pescatori e i cognomi più frequenti sono Campo, Grammatico, Torrente, Ponzio e Messina.

favignana A BUTTERFLY FLUTTERING IN THE WIND The island’s history is all linked to the “Tonnara” (Tunny-fishing station) built by the Florio family, which in time past heard the echoes of the “cialome”, the Tunny-fishers chanting while they killed the fish. The real spirit of the place has always been, along with the tufa heath, the Tunny

O

ff Trapani’s coast, the Egadi Isles (lying on the sea, caressed by wind) mark a line in the Mediterranean . The most southern, Favignana, is called ‘butterfly’ for its shape split into two parts resembling irregular wings. But its name comes from Favonio (or Föhn, the wind that christened it). Rise early to conquer the sea, get plenty of “ciabatte” focaccia-buns from the breadshop near“la Madonnina”— town cross-roads that takes its name from a ciuredda (votive statues common in Sicily). Boats can land in most of Favignana’s bays: the finest one is called Cala Rossa for the blood that col-

71


LE BELLEZZE delle egadi

lido burrone

La spiaggia di sabbia bianca più grande di Favignana. The biggest beach in Favignana, with white sand.

cala azzurra

A Favignana, baia dal fondale rosa nonostante il nome. At Favignana, bay with pink shoals called Blue Bay.

Gli stabilimenti della Tonnara Florio

Luoghi magici per la notte sono l’hotel Cave Bianche, all’interno di una cava di tufo, oppure il villaggio Cala La Luna la bottarga e il “mosciame”, un salume a base di filetto di tonno, della Conservittica Sammartano. Per chi non approda sull’isola con la propria imbarcazione, un luogo magico per la notte è l’hotel Cave Bianche, all’interno di una cava di tufo, oppure il villaggio Cala La Luna, vicino al centro abitato. Diverse le mete per viziare il palato: la Bettola, piatti semplici e prelibati di pesce fresco o El Pescador, storico ristorante dell’isola che, nonostante i lunghi tempi di attesa, mantiene il primato di migliore, e in ultimo Il Rais con i suoi tocchetti di tonno in crosta di sesamo alla salsa d’arancia. Sotto il cielo d’estate è possibile trovare luoghi di ritrovo come l’Approdo di Ulisse, ma per sua indole Favignana è un luogo tranquillo. Prima di ripartire, una gita affascinante è quella al Bagno delle Donne, un’ampia buca quadrata in cui entra l’acqua del mare.

oured its waters during the Punic Wars. Cala Azzurra, Burrone Lido and Sea-Ox (Bue Marino) are also worth seeing. The Tunny-Station the Florio family built is key to history here, being one of 78 in Sicily. In the past it echoed to chants (“cialome”) of men killing Tunny – the Fish that is the real genius loci of Favignana, along with its scrubland. You have to come back with handfuls of food souvenirs from the many little shops on the town’s main street. Tasty bottarga and “mosciame” (cold cuts made from tuna fillet) served by Conservittica Sammartano. Should you not land from your own boat, Hotel Cave Bianche (inside a tufa-quarry) offers a magical overnight stay, as does Cala La Luna Village near the town centre. For gourmets: la Betola has simple delicious fresh-fish dishes; El Pescador is the island’s oldest restaurant still reputed the best, despite long waiting-times; and lastly Il Rais serves sliced-up tuna in sesame-crusts with orange sauce. Under a summer sky you can find locales for socialising like the Approdo di Ulisse, but the real nature of Favignana is to be a tranquil place. Before leaving, make a trip to Bagno delle Donne, a wide square hollow that lets sea-water enter.

cala bianca

Famosi i tramonti rosaviola sulla suggestiva spiaggetta a Marettimo. Famous pink-violet sunsets over Marettimo’s pretty beach.

cretazzo

Una piccola spiaggia nella costa sud-est di Marettimo. Small beach on southeast of island.

72

lunch & dine La Bettola Via Nicotera 47, tel. (+39) 0923 921988 El Pescador Piazza Europa 38, tel. (+39) 0923 921035 Trattoria Due Colonne Piazza Madrice 76, tel. (+39) 0923 922291 Il Rais Piazza Europa 8, tel. (+39) 0923 921233

where to stay Villaggio Cala La Luna Via Badia, tel. (+39) 0923 548480 - www.calalaluna.it Hotel Cave Bianche Strada Comunale Fanfalo, tel. (+39) 0923 925451 www.cavebianchehotel.it

EGADI ISLANDs

un nuovo modo per vivere le Egadi

Per loro il mare è il più grande maestro di vita. Sono un gruppo di persone che, credendo che l’ecologia sia l’unica strada per un futuro migliore, hanno costituito un’associazione con l’intento di diffondere la cultura per la vela e per il territorio delle Egadi. Egadi Islands organizza corsi di vela, charter nautici, escursioni in bici, crociere scuola, campi estivi per ragazzi, immersioni, ma anche diversi altri passatempi per vivere le isole del Trapanese. Per maggiori informazioni www.egadiislands.com.


Marettimo e Levanzo:

dove il silenzio è d’oro

Marettimo

di Junio Tumbarello

Chiamata dagli arabi Gazirat Malitimah, Marettimo è da molti considerata la più bella delle Egadi. A Levanzo sono i pescatori a prestare ospitalità ai turisti e la sua quiete, insieme con i fondali, dove cresce il raro corallo nero, ammalia più delle sirene

P

oco più in là di Favignana, Levanzo, la più selvaggia, con il suo paesaggio brullo e le case rannicchiate sul porto di Cala Dogana è un susseguirsi ipnotico di rocce bianche. Mentre – più a occidente – Marettimo, è la più verde di tutte: un’isola silenziosa e quieta, dove il tempo è scandito da lunghe passeggiate lungo i sentieri che salgono a Monte Falcone, nuotate e partitelle a carte sotto il cielo stellato. Chiamata dagli arabi Gazirat Malitimah, da cui deriva l’attuale nome, Marettimo è da molti considerata la più bella delle Egadi per una caratteristica che la rende unica: l’enorme quantità di grotte naturali d’incomparabile bellezza. Sull’isola sedetevi ai tavoli de “Al Carrubbo”, tra il mare e il Castello di Punta Troia: i piatti di pesce agli aromi di timo, rosmarino, finocchietto selvatico, saranno difficili da dimenticare. L’Isola del Miele, nata nel 1999 come azienda apistica, oggi è anche un residence per godere delle notti stellate in un rifugio suggestivo. Mentre il Marettimo Residence Hotel è un lodge ecologico a quattro stelle immerso in un parco mediterraneo. A Levanzo, praticamente non ci sono alberghi - sono i pescatori che danno ospitalità - né locali, ma il silenzio della natura e i fondali, dove si trova il rarissimo corallo nero, vi conquisteranno. Provate alla Pensione dei Fenici o all’albergo ristorante Il Paradiso, che è anche buon posto per mangiare: prezzi ragionevoli e prodotti eccellenti.

Levanzo Levanzo Favignana

Trapani

Marettimo

isole Egadi

Il porticciolo di Cala Dogana a Levanzo (Photo © Fabio Montalto)

Marettimo and Levanzo:

where the silence is golden

The Arabs called one island Gazirat Malitimah – and many think Marettimo is the finest of the Egadi Isles. At the other, Levanzo, only fishermen can give hospitality to visitors: its quietness, as well as its water-shoals, are more bewitching than the Sirens

J

ust past Favignana lies Levanzo, the wildest Isle, with a bare land and white houses crouched over Cala Dogana harbour, and hypnotising white rocks one after another. With practically no real hotels or locales to eat and drink, visitor hospitality comes from the fishermen. But Nature’s silence and deep waters (with rare coral growths) will win you over. Try Phoenicians’ (‘dei Fenici’ Pension, or the hotel-restaurant Il Paradiso – good food, reasonable prices, excellent fare. Further west, Marettimo, the greenest isle, is tranquil and silent, where time gets

where to stay Marettimo Residence Hotel via Telegrafo 3, Marettimo, tel. (+39) 0923 923202 www.marettimoresidence.it Pensione dei Fenici via Calvario 18, Levanzo, tel. (+39) 0923 924083

measured in long walks up the paths leading to Mount Falcon, swimming and cardgames under starry skies. It is often rated the Egadi’s prettiest isle for a unique aspect: innumerable stunning natural caves. Sit down to table at “Al Carrubbo” (between sea and Point Troia Castle) – fish dishes cooked with thyme and rosemary – hard to forget. The Honey Island (Isola di Miele) began in 1999 producing bees; today it is also a Residence for you to enjoy starry nights in an impressive refuge. And Marettimo Residence Hotel is a 4-star Eco-Lodge inside a Mediterranean Park.

lunch & dine Al Carrubbo contrada Pelosa, Marettimo www.marettimoalcarrubo.com Da Rino www.ristorantedarino-levanzo.com

73




le isole che non ci sono

pantelleria

figlia del vento Una roccia nera a metà tra Italia e Africa sotto cui il vulcano sonnecchia. Le sue terre dall’aspro profilo regalano il dolce Zibibbo e i notissimi capperi: che si amano o si odiano. Un po’ come l’isola, che non lascia mai indifferenti. Bellezza, storia e natura sono i signori incontrastati di una terra che accoglie con il profumo intenso di origano, menta e timo di Cristiana Rizzo

Pantelleria

76

83

sono i chilometri quadrati di superficie di Pantelleria, la più grande delle isole satelliti della Sicilia.

120

sono i chilometri che la separano dalla Sicilia. Da Tunisi, ne dista invece 84.

S

eneca e Ovidio non la amavano; Garcia Marquez, invece sì. E come loro, anche noi decidiamo di odiarla o amarla, di certo non ci lascia mai indifferenti. Perché Pantelleria (dall’arabo Bent el Riah, “figlia del vento”) è l’isola dei contrasti. Ottantatrè chilometri quadrati di terra emersa che hanno un impatto quasi violento su chi vi approda e lasciano il segno, come le grandi personalità. Quello che per alcuni è un vento fasti-

dioso e incessante, per altri è il potente soffio di Eolo, che spazza via le nuvole per lasciare spazio al sole. Quella roccia nera sotto la quale ancora il vulcano sonnecchia, dando traccia di sé sotto forma di acque calde, è capace di regalare frutti che deliziano i palati di tutto il mondo, come i capperi e l’uva Zibibbo. Bellezza, storia e natura sono i signori incontrastati di una terra che, più vicina all’Africa che all’Italia, accoglie con il profumo intenso delle sue piante aromatiche, un misto di origano, menta, timo e basilico. Pantelleria,


Photo © poltronafrau

PASSITO PROSSIMO

pantelleria

the wind’s daughter

A black rock halfway between Italy and Africa, with a slumbering volcano underneath. The harsh land gives us the sweet Zibibbo grape and famous capers. You cannot be indifferent towards an island that is all History, Beauty and Nature, welcoming you with strongly-scented oregano, mint and thyme

I

t was loathed by Seneca and Ovid, loved by Gabriel Garcia Marquez: we common mortals, like them, can love or hate the island, yet it never leaves us cold! Because Pantelleria (from the Arabic Bent el Riah meaning “daughter of the wind”) is isle of contrasts. 83 square kilometers of land making a forceful impact on those who come ashore, leaving its mark, as strong personalities do. For some it is an annoying and ceaseless wind, others see it as Aeolus blowing hard, chasing clouds away to make room for the Sun. Under

that black rock a volcano is still yawning, showing its traces in the warm waters; it can grant us fruits to delight the whole world’s palates, such as capers and the Zibibbo grape. Unchallenged lords of this Mediterranean black pearl are beauty, history and Nature. Nearer to Africa than to Italy, its welcome is in the strong fragrances of its plants’ aromas, a mix of oregano with mint, thyme and basil. Pantelleria still has a wild savour, is an ideal spot for a complete break from city-life, for enjoyment of sun and sea, for a total rest, for walks

Se avete intenzione di visitare l’isola, la vostra esperienza non sarebbe completa se non degusterete il passito di Pantelleria. Servito alla temperatura di 10-12°C, bevuto a fine pasto per accompagnare il dessert, è la chiusura ideale di una cena, magari servito con biscotti alle mandorle o alle noci. Il suo colore va dal giallo dorato all’ambrato e l’odore caratteristico si accompagna a un sapore dolce e aromatico. La coltivazione dell’uva Zibibbo, originaria di Alessandria d’Egitto, si fa risalire intorno al 217 a.C., anno in cui Roma occupò l’isola. Il “nettare degli Dei” veniva assaggiato durante le Anthesterie, la festa dei fiori, e Teofrasto lo consigliava nella preparazione di dolci a base di miele, impiegati per uso medicinale. Alla caduta dell’Impero Romano l’isola fu teatro d’invasioni continue, fino a quando fu colonizzata dagli Arabi, nell’835. Fu allora che l’agricoltura divenne la risorsa principale dell’economia pantesca e si affermò definitivamente la cultura della coltivazione dell’uva Zibibbo.

“PASSITO” perfect

The Passito of Pantelleria is served at temperatures from 10° to 12°, gets drunk at the end of a meal, accompanied by a dessert (say, almond or hazelnut biscuits), and provides the ideal finish to a Supper. Its colour varies from golden yellow to amber-coloured, and its typical fragrant bouquet goes together with aromatic sweetmeats. Zibibbo grape-growing has its origins in Egyptian Alexandria, going back to around 217 B.C. when the Romans occupied the isle. This “nectar of the Gods” was a toast during Anthesterie (festival of flowers) and Theophrastus advised its use in preparing honey-based sweets, used for medicinal purposes. When the Roman Empire fell, the island witnessed constant invasions – till it was colonised by the Arabs in 835. Only then did agriculture become the main resource of the Pantesque economy, and the Zibibbo grape got wide cultivation.

77


specchio di venere È un lago vulcanico con acque caraibiche, sabbia fine e fanghi terapeutici. Idilliaco. Vulcanic lake, idyllic sand, therapeutic mud, like the Caribbean.

Cala Gadir

A oriente: vi si trovano delle vasche termali a livello del mare On the east side, you find thermal baths at sea level.

Cala Cinque Denti A Nord: straordinarie le sue rocce nere e frastagliate. To the north, extraordinary jagged black rocks.

Cala dell’Alga

A ovest: di fronte alle Cúddie Rosse di Mursia. To the west, opposite Cùddie Rosse of Mursia.

78

along splendid nature-trails, and – why not?-- surfing and sailing too. Undoubtedly the best enjoyment of the sea and rocky coast is to move about by boat, since only a sail all round the island affords a real appreciation of this place’s unique nature. It is the only way to reach places otherwise unreachable. Alternatives are hiring boats with skipper or taking organised tours, but with these you must respect their fixed places and times of visit. Beginners can use many facilities for a “more intimate” sea-experience (recreational Diving); and ad-

Photo © Antonella Fuga

che mantiene ancora un sapore selvaggio, è la meta ideale per staccare la spina dalla città, per godere del sole e del mare, per riposare, per camminare seguendo magnifici percorsi naturalistici e, perché no, anche per praticare il surf e la vela. Il modo migliore per godere del mare e della costa rocciosa di Pantelleria è senza dubbio quello di muoversi a bordo di un’imbarcazione. Il periplo costiero dell’isola regala vedute di spettacolare bellezza sulla natura unica del luogo e rappresenta l’unico modo per raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili. In alternativa, ci sono le barche con skipper o i tour organizzati, ma con tappe fisse e orari da rispettare. Numerose sono le strutture che consentono ai neofiti di vivere il mare “da vicino” con immersioni ricreative o con corsi di ogni livello, e agli esperti di fare immersioni tecniche: da quelle di profondità a quelle di esplorazione, con la stimolante consapevolezza di trovarsi in una zona ricchissima di meraviglie naturali. La natura a servizio del benessere. Racchiuso dalla spiaggia di Khartibugal, c’è lo Specchio di Venere, un lago d’acqua calda termale dove rilassarsi e fare un fango curativo in tutta libertà. Rilassanti bagni caldi promette anche la grotta di Sateria, dove secondo la mitologia Ulisse incontrò la ninfa Calipso, nota sin dall’antichità per la qualità delle sue acque termali. Sulla costa orientale, dopo il mare “termale” di Gadir (con sorgenti dove l’acqua raggiunge i 50°C), seguendo a piedi il sentiero che porta al faro di Punta Spadillo e deviando a sinistra in prossimità del faro stesso, si può raggiungere il lago delle Ondine, una piccola vasca lavica che il mare riempie di acqua verde smeraldo. In direzione dell’aeroporto, proseguendo verso il paesino di Sibà, l’isola racchiude la grotta Benikulà, dove si può fare la sauna con il vapore naturale. La strada si addentra poi verso la Montagna Grande e prosegue fino a raggiungere il Monte Gibelè, dove si trova il getto di vapore della Favara Grande. La movida. Pantelleria è meta di vip e di personaggi dell’alta società internazionale, quindi la maggior parte della vita mondana dell’isola si crea nei dammusi da sogno, che diventano scenario di party da mille e una notte. Ma non c’è bisogno di fare parte del jet set per godere al meglio dell’isola, che offre serate romantiche e divertenti. Numerosi sono i pub, dove è possibile pren-

Enclosed by Khartibugal beach is the “Looking glass of Venus”, a thermal lake for relaxation and batheing treatments. Watch out for the sulphuric geysers spouting water at 40 degrees vanced learners have Diving-technique courses at all levels. Whether you are diving to profound depths, or diving for exploration, you sense excitement and an awareness of being immersed in an area with a wealth of natural wonders. Nature to aid our well-being. Enclosed by Khartibugal beach, there is The Mirror of Venus, a thermal hot-water lake for relaxation and mud-Therapy treatments in the manner you are free to choose. More relaxing hot bathing can be had in the Cave of Sateria: this grotto (where, in mythology, Ulysses met the Nymph Calypso) has been well-known since ancient times for its curative properties. On the East coast, you go past Gadir’s “thermal” sea-waters (the Springs here have waters that reach 50° C.), then take the foot-path leading to Punta Spadillo lighthouse . Once close to the actual lighthouse, veer left to reach The Lake of the Swimming Nymphs, a small lavic bathing-pool the sea fills up with emerald-green water. Past the airport, en route to Sibà village, the island closes in on Benikulà Cave, where you can take a sauna with natural steam. The road then re-enters inland towards the Grand Mountain, until it gets to Mount Gibelè (700 metres), scene of the Favara Grande steam geysers. The “Movida”. Celebrities and International High-Society flock to Pantelleria, so most of the island’s “society life” takes place in ‘Dream’ dammusi that become settings for fabulously expensive

Photo © Luca Conti

LE BELLEZZE NATURALI


il Dammuso: casa sostenibile ante-litteram L’abitazione tipica dell’isola di Pantelleria è un capolavoro d’ingegneria agricola: le cisterne per raccogliere e conservare l’acqua piovana e i giardini per la coltivazione degli agrumi gli conferiscono il titolo di abitazione sostenibile per eccellenza. Il dammuso trae le sue origini dall’antichità, per la precisione dall’epopea fenicia dell’isola. I primi esemplari erano fatti con la pietra lavica locale, a secco e di forma quadrata oltre che di piccole dimensioni. Fu poi coi romani che il tetto fu trasformato a cupola, forma che lo rendeva più sicuro contro le infiltrazioni d’acqua e consentiva di canalizzare la pioggia. I giardini “chiusi” permettevano alle specie coltivate nel suo interno di rimanere protette dall’impeto dei venti e di sostentare le famiglie per l’inverno.

Dammuso: sustainable house before its time

Is a style of local Building that is particular to Pantelleria. It had its origins in the ancient period when the island was under Phoenician occupation, but it has been modified bit by bit right up to the present day. The first type was a square house of a small size built with the local lava stone. The Romans changed the original flat roof into a Cupola, to make a safer barrier against water filtering in, and so as to allow the rain-water to get channelled into the conservation tanks. These rustic buildings were then adorned with added Pantesque gardens, surrounded by a high circular dry-stone wall that lets the plant species growing inside the garden (mainly fruit-trees and citrus-fruits) get full protection from the force of blustery winds.

Racchiuso dalla spiaggia di Khartibugal, c’è lo Specchio di Venere, un lago termale dove rilassarsi e fare un bagno curativo in libertà. Attenti ai soffioni sulfurei con getti d’acqua a 40 gradi dere un buon bicchiere di passito e assaggiare stuzzichini conditi con aromi e specialità tipiche dell’isola, ascoltando buona musica dal vivo. Nel villaggio di Scauri, poi, dove si trova il secondo porto dell’isola, si può godere dell’incantevole luce dorata che si accende al tramonto. Da non perdere i ristoranti, che offrono fra l’altro ottimo pesce, l’insalata pantesca e un imperdibile cous cous rivisitato secondo le ricette isolane, con pesce e verdure fritte.

lunch & dine Ristorante La nicchia Contrada Scauri Basso, tel. (+39) 0923 916342 www.lanicchia.it Trattoria La Favarotta Località Favarotta, Khamma Fuori tel. (+39) 0923 915347 - www.agrisola.it Jamal Località Bue Marino Tel. (+39) 0923 914131 Ristorante Le Cale Contrada Cala Tramontana tel. (+39) 0923 691134

parties for the fashionable elite. But you have no need to belong to the Jet-Set to enjoy the island to the full, as romantic soirees and entertainments are on offer. A variety of pubs specialise in Passito wines, with filling snacks seasoned with local aromas, all to live music. In Scauri village (the second port) the sunset’s golden-light enchants all. Don’t miss the restaurants that serve the finest fish, local salads, and couscous with fish and fried vegetables.

where to stay Kuddie Rosse eco-friendly residence Contrada Mursia, tel. (+39) 0923 912355 www.kuddierosse.it Hotel Village Suvaki Contrada Cimillia - Località Punta Fram tel. +39 (0923) 918430 - www.suvaki.it Club Levante Pantelleria Gold Vicolo Faraglione, 42, tel. (+39) 0923 691122 www.pantelleriagold.com Zubebi Resort Contrada Zubebi, tel. (+39) 0923 913653 www.zubebi.com

79


le isole che non ci sono

Linosa

Un paradiso burbero tra Tunisia e Sicilia

Linosa di Erica La Venuta - Photos © Pietro Crincoli

Già la sua posizione cela un carattere difficile, ma amabile, perché influenzato dalla duplice appartenenza: l’Europa e l’Africa. CON le sorelle Lampedusa e Lampione fa parte delle Pelagie. Linosa è il buen retiro per chi è in cerca di pace E cieli stellati

80

A

metà strada tra Sicilia e Tunisia, la nera isola d’isola di Linosa si erge come sospesa tra cielo e mare. Già nella sua posizione si cela un carattere difficile, burbero, ma profondamente amabile, perché influenzato da una duplice appartenenza: l’Europa e l’Africa. Appartenenza geografica e biologica. Il suo ecosistema, infatti, unito a quello della più famosa Lampedusa e della disabitata Lampione, con cui forma l’arcipelago delle Pelagie, possiede nell’insieme caratteristiche che raccontano entrambi i continenti. Così il nero della roccia lavica di Linosa si contrappone al bianco delle spiagge di Lampedusa, come il silenzio della piccola

450

sono gli abitanti dell’isola: oggi vivono soprattutto di turismo.

2002 è l’anno in cui viene istituita l’area marina protetta delle isole Pelagie


LE BELLEZZE NATURALI

Fossa del Cappellano

È una zona desertica con colture autoctone. A desert-like area with local-grown produce.

Linosa, a gruff paradise between Tunisia and sicily its geographical position hides its difficult (yet lovable) character, since it belongs to both africa and europe. linosa has two sisters, lampedusa and lampione, as the pelagian isles. it affords an ideal “retreat” for people seeking tranquility under starry skies

H

alfway between Sicily and Tunisia, Linosa the Black Isle rises up - as if it were hanging between sky and sea. Its geographical position gives it a nature that is difficult and gruff - yet deeply lovable, due to a double character of being European and African. Indeed, considering both biology and geography, it has an ecosystem (joined to more popular Lampedusa and uninhabited Lampione – all 3 Pelagian Isles) altogether endowed with both Continent’s features. So Linosa’s black lava-rock balances out Lampedusa’s white beaches, just as the silence of tiny black pearls contrasts with waves of Summer tourists invading ‘the white sister’. Its look of silence and sombreness very likely makes Linosa unknown to most of us: once landed there, hopefully in early-morning light after a night-crossing, all doubts vanish. You have reached a para-

Itinerari: “La mia Linosa”

L’architetto Ettore Gianni Trapani è innamorato di Linosa e da circa venti anni torna sull’isola. “Linosa è dura, ma è morbida” - ci dice - “ci vuole un po’ per entrare nel loro cuore, ma quando si aprono, i linosiani, sono straordinari”. Ecco alcune tappe da lui consigliate. L’interno è assolutamente da visitare: da notare le depressioni del suolo, popolate da piccoli rapaci, come la grotta delle colombe. Al centro dell’isola vi è il “pozzo solito”, di acqua salmastra. Belli anche i sentieri verso gli osservatori, vecchi punti di avvistamento della marina. La punta è una splendida area panoramica: “Io ne sono innamorato” dice l’architetto. Per le immersioni: assolutamente da vedere la Secchitella, una secca a sud est dell’isola e i cinque archi, nei pressi del faro Beppe Tuccio.

“MY LINOSA” ITINERARY

Architect Trapani was one of many who fell in love with Linosa, and comes back every year. “Linosa has its hardness but also its softness. It takes time for you to get into people’s hearts in Linosa but once their hearts open, they’re extraordinary.” He recommends that you see:- You must absolutely see the interior. In the island’s depressions (like The Cave of the Doves) small birds of prey can often be seen. In the middle of the island is The Well (Il Pozzo), with salty brackish water. Very scenic too are the paths leading to the Observatories, old Navy sighting-points. An extraordinary Viewing-Zone is La Punta: “I fell in love with it,” states the architect. For Diving opportunities, you must visit La Secchitella – shoals in the South-East -, and The 5 Arches close to the Beppe Tuccio lighthouse.

Gaia Pozzolana Sabbia nera, tempio delle tartarughe “caretta caretta”. Black sand, temple refuge of “caretta caretta” turtles.

Monte Vulcano

Come dice il nome è un vulcano di 186 metri, ormai spento. It is named after a 186 meter volcano, now inactive.

berta minore

Unica l’escursione in barca al tramonto con il gozzo di Giovannino. The sunset boat trip with Giovannino’s ‘gozzo’ is a must.

81


how to get there In nave (by ferry) Ustica lines - www.usticalines.it Siremar - www.tirrenia.it/it/siremar In aereo (by plane) Alitalia - www.alitalia.it Meridiana - www.meridiana.it Wind Jet - www.volawindjet.it

lunch & dine Errera bar e ristorante via Scalo Vecchio 1, tel. (+39) 0922 972041 www.linosaerrera.it Ristorante da Anna Via Vittorio Veneto 1, tel. (+39) 0922 972048

where to stay Linoikos, affitto camere e villette via Alfieri, tel. (+39) 0922 401810 Piccole villette di varie dimensioni www.linosa.biz/case.htm tel. (+39) 3336846636 - (+39) 3203841967

perla nera contrasta con le orde di turisti che d’estate inondano la sorella bianca. Probabilmente quest’apparenza cupa e silenziosa, rende Linosa sconosciuta al grande pubblico, ma una volta sbarcati sull’isola, magari alle prime luci del giorno, dopo la traversata notturna, ogni dubbio si scioglie: Linosa è un paradiso per gli appassionati di immersioni, di pace, di cieli stellati, di odore di Mediterraneo. Il piccolo centro - costituto da poche case dai colori pastello - si trova a ridosso del porticciolo. L’unica possibilità di pernottare sono le abitazioni dei privati: il panificio, l’edicola o anche i bar sono i luoghi giusti dove chiedere ospitalità. Il resto dell’isola è praticamente deserto, intervallato da qualche casa solitaria e dalle macchie verdi di capperi e fichidindia. Le fosse vulcaniche, oramai spente, possono esser visitate con una bella passeggiata panoramica, la più alta è Monte Vulcano, 195 metri. La costa è molto frastagliata e i fondali s’immergono subito a grandi profondità, anche se esistono molte aree dove è possibile immergersi incontrando uno scenario marino ricco. La Pozzolana è l’unica spiaggia, costituita da una parete a strapiombo sul mare che da un lato degrada dolcemente, forma un’insenatura riparata dai venti. Caratteristici i colori lavici della parete, dal giallo zolfo al rosso ferro, che si fondono con il verde del mare e al tramonto si riscaldano e si accendono. La spiaggia è anche uno degli ultimi siti dove le tartarughe Caretta Caretta depongono le uova. E quando il mare è mosso c’è uno spazio per tutti: la piscina naturale, creata da un tunnel lavico che si ricongiunge con il mare alla profondità di sette metri.

82

L’unica possibilità di pernottare sono le abitazioni privatE: POTETE chiedere ospitalità AI TITOLARI DEL panificio o DELl’edicola dise for lovers of Diving, of tranquility, of starstudded skies and Mediterranean fragrances. Very few pastel-shaded houses make up the tiny centre clinging close to the small harbour. Overnight stays are limited to private houses: the right places to seek out hospitality are the bread-shop, news-stand or even the bars. The rest of the island is almost deserted, with a lonely house here and there amidst caper-bushes and prickly-pear in the green maquis. The extinct volcano cavities can be visited along a fine panoramic walk (Mount Vulcano is the highest at 195 metres). With a very craggy coast, the shoals drop straight down to great depths, though diving chances do exist in less attractive parts of the seashore. La Pozzolana is the only beach fit for batheing on: here a rock-wall falls sheer to the sea, but on the other side slopes gradually down, creating an inlet sheltered from the winds. The lava colours (ranging from yellow sulphur to red iron hues) fuse with the green of the sea, lighting up and getting brighter at sunset. The beach also provides one of the last sites for Caretta Turtles to lay their eggs. Should the seas get rough, there is a place for everyone there: it is Nature’s Swimming-Pool, created out of the lava to make a tunnel that joins up with the 7 metre-deep sea.

linosa: istruzioni per l’uso Dal primo giugno al 30 settembre non possono sbarcare autovetture di non residenti. Se si decide di portare un proprio mezzo nautico, non c’è la pompa di benzina. A Linosa, non ci sono banche ma solo un piccolo ufficio Postale. Le carte di credito e bancomat non sono accettate da tutti. Si consiglia di verificare sempre il servizio di aliscafo o nave prima della partenza, soprattutto in bassa stagione. Sull’isola ci sono negozi di alimentari, l’edicola, tre pizzerie, due trattorie, un ristorante e un locale notturno.



le isole che non ci sono

tremiti:

Zero

sono gli abitanti di Pianosa, Capraia e Cretaccio

Pianosa

mondi emersi su paradisi sommersi

A ventidue chilometri a Nord del Gargano, provincia di Foggia, cinque enormi scogli sospesi fra la Puglia e il Molise di Filomena Salerno

P

otrebbe essere per l’acqua, così limpida da dire a chi sta al di qua – sulla terraferma – che val la pena di vedere il mondo custodito al di là del muso del mare. Potrebbe essere per l’odore della resina dei pini d’Aleppo, forte quanto basta a confondersi con quello della salsedine senza scadere nel presuntuoso. Forse perché conservano i resti di una storia tormentata, tra pirati dalmati, monaci cistercensi, turchi in vena di conquiste e personaggi in un loro singolarissimo modo controcorrente mandatici a - diciamo così - riflettere: da Giulia, nipote di Augusto, agli antifascisti. Forse Diomede tornato a casa da Troia non ripartì per via d’una moglie infedele, ma perché queste isole le aveva sognate, e voleva venirci a trovare la pace perduta in guerra. Non appena scesi dal catamarano, partito un’ora

84

Tremiti isles:

emerged worlds over a submerged paradise

Five huge rocks hanging precipitously between Apulia and Molise regions, between sky and sea

L

eave Vieste in catamaran, disembark after an hour, and you decide why the islands charm: maybe it is the limpid water – as we see it from dry-land – to convince us it is worth our while to see the world held in custody beyond our entry into the sea. Maybe it is the fragrance of the Aleppo Pines’ resin, so strong as to get mixed in with highly salty odours – no exag-

geration. Perhaps the Isles keep memories of a tormented history. Dalmatian pirates, Cistercian monks, Turks looking to conquer, and unconventional figures that went against the stream: from Julia, niece of Augustus, to modern Anti-Fascists. Perhaps Diomedes returned home from Troy not for an unfaithful wife, but because he dreamt these isles as a place to find the peace he had lost in war.


Uno scorcio mozzafiato di un antico bastione sull’isola di San Nicola (Photo Š Roberto Ferrari)

85


Lo scoglio dell’Elefante a San Domino (Photo © St.Maurizio) Nella pagina a fianco il porto di San Domino (Photo © Roberto Ferrari)

L’isola di San Domino è la sorella maggiore delle Tremiti, verdissima e ricca di insenature, spiagge, grotte emerse e sommerse. Tra le più famose, la Cala delle Arene prima da Vieste, deciderete voi perché le Tremiti hanno tale potere suggestivo. L’Isola di San Domino è la sorella maggiore, verdissima e ricca di cale, insenature, spiagge, grotte emerse e sommerse. Tra le più famose, la Cala delle Arene – unica spiaggia di sabbia dell’arcipelago – e le grotte del Bue Marino. San Domino funge da vero centro turistico. Qui hanno sede tutte le strutture turistiche e residenziali. Campeggio Villaggio San Domino e Camping Villaggio di Punta del Diamante se siete tipi da camping. Poca sete d’avventura, preferite evasione e relax? Una trentina d’alberghi, poche camere, aria da Pasquetta in famiglia, silenzio da pine-

ta a due passi dalle cale. Come per l’Albergo Rossana: bar, pizza, rosticceria, a cento metri dalla spiaggia. San Domino ricade in gran parte nella zona C della riserva e dunque scendendo dall’hotel vi darete all’esplorazione autonoma. In nome dell’autonomia potete anche affittare un appartamento Da Gianni: passeggiata in battigia, pescato fresco e ortaggi ancora sporchi di terra comprati sotto casa e poi... ai fornelli. Dal primo marzo del 1986, la Società di navigazione Aerea Alidaunia ha istituito un servizio di linea che permette di raggiungere in poco tempo San Domino, partendo dall’eliporto di Foggia. Bisogna prenotarsi.

le bellezze delle tremiti cala matano

A San Domino: da un sentiero si giunge all’insenatura naturale. In San Domino: you reach this natural inlet by means of a path.

86

Saint Domino island is the elder sister, very green, with plentiful coves, inlets, beaches, caves above and below water – notably Cala delle Arene (the only sandy beach in the Archipelago) and Sea Ox Grottos. The isle is a real centre for all the tourist and residential amenities: Camping Village San Domino and DiamondPoint Camping Village if you are a camping enthusiast. If adventure is not for you, prefer relaxation? There are around 30 hotels, not many rented rooms, Family-at-Easter feeling, pine-wood silence – just a short walk from the coves. Take Albergo Rossana, with bar, pizza-restaurant, roast-food cafe, 100 yards from the beach. Most of the island falls into Area C of the ‘Sea Reserve’, so you can go directly out from the hotel for independent exploring. Independent travellers can also book a flat at Da Gianni: for walks along the shore-line, freshly-caught fish, vegeta-

the most beautiful places grotta s.michele

A San Nicola. Famosa per le acque azzurroturchesi fosforescenti. In San Nicola. Famous for the fluorescent turquoise waters.

cala dei turchi

A Capraia, fu un suggestivo rifugio per le galee ottomane. In Capraia, it once was a fascinating refuge for Ottoman galleys.


Tremiti sotto i riflettori e sul pentagramma

Cinema Lights and Music Inspired by the Tremiti

È del ‘61 il film “I cannoni di Navarone” con Gregory Peck, Anthony Quinn e David Niven. Durante la seconda guerra mondiale un commando partigiano deve impossessarsi di due cannoni tedeschi che sbarrano il passo alle navi dirette all’isola di Kyros. Parte degli esterni fu girata alle Tremiti, per la loro somiglianza con quelle greche. Sceneggiatura diversa per “Anni di tormento”, nato da una dichiarazione di Gheddafi degli anni 80: a suo avviso le Tremiti erano libiche in quanto abitate dai discendenti dei libici qui deportati dal 1911 al 1943. Celebri canzoni di Lucio Dalla come “4 Marzo 1943” o “Com’è profondo il mare”, sono state partorite qui. Il cantautore bolognese ha una villa a San Domino e ogni anno tiene un concerto che si segue solo dal mare.

The Guns of Navarone, filmed in 1961, starred Gregory Peck, Anthony Quinn and David Niven. The Second World War: a Partisan Comando must take possession of two huge German cannons used to block the passage of English ships sailing to Kyros. Part of the location-footage was filmed at the Tremiti – similar landscape to Greece. A different screenplay for “Years of Torment” – a movie provoked by a declaration by Gheddafi in the ‘80s that the Tremiti were Libyan since their inhabitants descend from Libyans deported there (from 1911 to 1943). Some of Lucio Dalla’s wellknown songs (like “4th March 1943”) were written here. The songwriter from Bologna owns a villa on St. Domino; every year he gives a concert you can hear only from the sea.

A San Nicola, storia e amministrazione. Municipio, uffici principali e un porto per chi viene dallo stivale; accanto a due domus romane, la tomba di Diomede (fatevi raccontare la storia da un pescatore a caso), insediamenti del Neolitico e ritrovamenti come impronta delle culture latine ed ellenica. Mozza il fia-

to l’Abbazia fortezza di Santa Maria che impera prepotente a ricordo di una storia a puntate fatta di scontri fra monaci e pirati. All’interno della chiesa non sfugge il volto abbronzato della Vergine e del bambino, di chiara derivazione bizantina. A san Nicola accoglienza isolana: qualcuno vi prenderà la vali-

San Domino isle is the Tremiti’s elder sister, with very green vegetation with inlets, beaches, submerged and emerged grottos. Cala delle Arene is one of the most famous bles just picked with soil still on them, oven-ready! From 1st March 1986, Shipping Line Aurea Alidaunia operates a rapid service connecting San Domino with Foggia Helicopter-Port (booking essential). Saint Nicholas island has history. The Council House has its main offices; there is the port for Italian vessels. Beside 2 Roman ‘domus’, the tomb of Diomedes (any fisherman will tell you his story), Neolithic settlements, and archeological finds from Latin and Hellenic eras. The breath-taking Abbey-Fortress of Saint Mary overlooks in a domineering way, victim of clashes between monks and pirates. Inside the Church the bronzed face of the Virgin and Child (of clear Bizantine origin) cannot escape you. St. Nicolas was welcomed by the islanders: one took up his travel-case, another invited him to eat fish soup at “Belmare” or “La Nassa”, and still another asked him to sleep as guest in his home. No shortage of hospitality: on this island you can choose only family-rooms in private houses, to be discovered on the spot. Capraia island ( Capperaia by its other name) is where caper-bushes reign supreme in indisputed company of Artemisia, thistle plants, mastic-trees – the only plants to resist on granite rocks that stop thick vegetation growth. As the South Sound System from the Salento intones: “the Sun the Sea the People” never cease to re-model plant growth: with rocky- cliff summits on one side, and slopes declining gently to form shoals on the other. A working ‘vintage’ lighthouse rises on Point Secca peninsula, and there is a wreck of the steamship Lombardo as mute underwater history. Pianosa is the easternmost island: like Atlantis, being only 15 metres above sea level, during sea-storms its gets submerged. Pianosa is not made for those who stop at ground level: don’t be taken in by vegetation reduced to large plants and wild onion-bushes, if the land animals are essentially small reptiles, rats and wild rabbits. The island has a reality

87


lunch & dine Ristorante Il Torrione Da Nonna Sisina Piazza Del Castello 73, San Nicola Ristorante Tramontana Via B.G. da Foligno 2, San Domino Tel. (+39) 0882 463455

where to stay Albergo Rossana Tel. (+39) 0882 463298 Hotel San Domino Tel. (+39) 0882 463404 Hotel “La Vela” Via Vespucci 17 Tel. (+39) 0882 463254 Albergo La Pineta Via della Cantina Sperimentale, 9 San Domino - Tel. (+39) 0882 463202

gia, qualche altro vi inviterà a mangiare zuppa di pesce a “Belmare” o a “La Nassa”, qualcuno addirittura a dormire a casa propria. Non per eccesso di ospitalità: a San Nicola non ci si può che appoggiare ad abitazioni familiari, la cui disponibilità è da accertarsi in loco. A Capperaia, l’altro nome per cui è conosciuta l’isola di Capraia, i capperi regnano incontrastati assieme all’artemisia, cardi, menubi, lentisco, unici a sfidare la superficie caratterizzata da rocce granitiche che non permettono lo sviluppo di una fitta vegetazione. “Lu suli lu mari lu jentu” – citando i salentini Sud Sound System – la rimodellano continuamente : picchi di rocce a falesia da una parte e pendii che scendono dolcemente a formare secche, dall’altra. Un faro vintage perfettamente funzionante svetta sulla penisola di Punta Secca e un relitto (il Piroscafo Lombardo) che è un pezzo di storia, muto sott’acqua. Occhi a mandorla per Pianosa, l’isola più orientale dell’arcipelago. Atlantide durante le mareggiate: a causa della sua ridotta altezza sul livello del mare - solo 15 m – viene sommersa. Pianosa non è fatta per la gente che si ferma alla superficie: non fatevi ingannare se la vegetazione è ridotta a piante grasse e cipolle selvatiche, se la fauna terrestre è essenzialmente costituita da piccoli rettili, ratti e conigli selvatici. L’isola rappresenta una realtà a se stante per l’isolamento naturale e per la creazione di una ri-

88

La fortezza di San Nicola (Photo © Gengish)

L ’Abbazia fortezza di Santa Maria impera prepotente a ricordo di una storia a puntate fatta di scontri fra monaci e pirati che qui sono stati i padroni del mare serva marina integrale. Sott’acqua han deciso di metter su famiglia qui e raramente altrove spugne tra cui le Paramurucee della rara tipologia bicolare, coralli e organismi simbionti. Se siete in vena d’acquisti, Pianosa è in vendita al prezzo base di dieci milioni di euro. Idea del sindaco Calabrese per risolvere il problema della risistemazione del porto. Il Cretaccio è una mezzaluna destinata a essere cancellata dalle forze erosive, anche a causa della giallastra anima argillosa. Secondo la leggenda qui si aggirerebbe il fantasma di un detenuto della colonia penale decapitato con ancora la testa sotto al braccio, mentre durante le notti di tempesta si potrebbero udire le urla di un’anziana strega, dal vicino Scoglio della Vecchia.

all its own, due to natural isolation and the creation of a Complete Sea Reserve. Sponges underwater have decided here (and seldom elsewhere) to enlarge their family: including Paramurucee of the rare bicolar variety, corals and symbionts. If you are a big spender, the island Pianosa is on sale for 10 million euros (starting-price): an offer made by Mayor Calabrese, as a way to rebuild the port. Il Cretaccio is a half-moon isle destined to be wiped away by erosion, and because of its yellowish clayey soul. Legend has it that a ghost of a Penal Colony convict haunts it: he is beheaded but still has his head under his arm. During stormy nights the howls of an elderly witch can be heard coming from the nearby Cliff of the Old Woman.


oltre le righe Leggere

Come si vive di là dell’acqua, quando di mezzo c’è il mare, quando la distanza si misura in miglia nautiche e ore di moto ondulatorio? Lo racconta il libro “C’è di mezzo il mare” di Riccardo Finelli (Incontri Editrice), in un “giro per le isole attorno alla Penisola”. Isole Tremiti. San Nicola, San Domino, Caprara, Il Cretaccio è un libro di Embo Roiter Lou e Tony Damascelli. Un libro di esperienze e foto sulle isole pugliesi. Arcipelago Toscano e il Parco Nazionale (Pacini Editore), la più bella, completa e accurata guida alla natura, storia, cultura e itinerari dell’arcipelago toscano. Tutto con fotografie a colori, grafica creativa e moltissime informazioni per scoprire e vivere gli aspetti meno noti e più affascinanti di questo paradiso naturale di fronte alla coste della Toscana. Chi decidesse di visitare l’arcipelago toscano, non può fare a meno di leggere “Il conte di Montecristo”. Montecristo, infatti, deve la sua fama al romanzo di Alexandre Dumas, dove sono narrate le peripezie di alcuni detenuti alla ricerca di un favoloso tesoro. Il libro è uno dei più famosi romanzi d’appendice scritti da Dumas, noto tra l’altro per la trilogia che include I Tre Moschettieri, Vent’anni dopo, e Il Visconte di Bragelonne. Considerata da molti la sua opera migliore.

ascoltare

Giuseppe Faiella, in arte Peppino di Capri, ha dato lustro all’isola napoletana sin dal 1943, quando suonava il pianoforte davanti alle truppe americane di stanza nell’isola durante la guerra. Proprio nella piazzetta dell’isola ha festeggiato i suoi quarant’anni di carriera con lo spettacolo “Champagne, di Capri di più...”.

Giannino Live Music è lo storico locale di musica dal vivo che da sempre anima le notti sull’isola dell’Elba: se volete conoscere quello che bolle in pentola per quest’estate visitate il sito www. gianninoelba.com. Qui si sono esibiti tanti nomi della canzone come Irene Grandi, Elio e le storie tese e Biagio Antonacci (nella foto sopra con Giannino). Le isole Tremiti per Lucio Dalla sono state muse ispiratrici di alcuni brani tra cui Piazza Grande, La Casa in riva al mare, 4 marzo 1943, Com’è profondo il mare, ma non solo: nell’arcipelago pugliese Dalla ha anche una casa discografica. Ogni estate sull’isola di San Nicola, si organizza il “Festival del mare”, una kermesse di 3 giorni che negli anni ha coinvolto Gino Paoli, Edoardo Bennato, Fiorella Mannoia, i Tiromancino e Claudio Baglioni.

vedere

Il film Kaos (2004) di Paolo e Vittorio Taviani è una suggestiva pellicola a episodi - tratta dalle “Novelle per un anno” di Pirandello, che raggiunge vertici di poesia nella bellissima avventura dell’isola della pomice. Ci sono film che entrano nel mito del cinema in punta di piedi. Pian piano ti entrano nel sangue e nella memoria: uno di questi è “Il Postino”, tratto dal romanzo di Neruda, con un indimenticabile Massimo Troisi. “Iddu e le sue sorelle” è un cofanetto che raccoglie sette documentari sulle isole Eolie. Si conclude così un progetto durato tre anni, portato a termine dalla casa di produzione indipendente Todos Contentos y yo tambien. Il film thriller “Il metodo Orfeo” di Filippo Sozzi è una splendida pellicola indipendente ambientata su un’isola italiana, non meglio precisata nella pellicola, ma girato all’Isola d’Elba, nell’arcipelago toscano. Da vedere per fantasticare prima di partire. Totò a colori (del 1952) di Stefano Vanzina – in arte Steno – è stato girato a Capri. Una pietra miliare del cinema comico italiano: per la precisione è il primo film italiano a colori. Ferie d’agosto è un film commedia del 1995, diretto da Paolo Virzì. Ambientato a Ventotene, sono a confronto in vacanza due gruppi di villeggianti, l’uno di sinistra, l’altro di destra. Hanno un comune denominatore: il disagio, una specie d’infelicità di fondo che, in forme esistenziali o ideologiche, affiora qua e là.

cliccare

www.isoleitalia.it è un portale dedicato alle isole attorno alla penisola italiana.

www.maredellazio.it: qui potrete trovare tutte le curiosità legate alle isole Pontine.

www.italian-islands.com è un portale interamente in lingua inglese per chi viene da fuori e vuole visitare qualcuna delle isole italiane.

www.isole-pelagie.it, è il sito di riferimento delle isole Pelagie e dell’omonima area marina protetta.

www.lecinqueisole.it è il portale delle isole Tremiti.

89




REPORTAGE

CHE VAI, È IL CENTRO DELL’EUROPA E LA CITTÀ SIMBOLO DEL PROGRESSO, NONCHÉ IL BAROMETRO DEGLI UMORI IN GERMANIA. CIÒ CHE COLPISCE A PRIMA VISTA È LA GRANDEZZA DELLA CITTÀ E L’INSIEME ARMONIOSO DI STILI DIVERSI TRA LORO. UNA CITTÀ IN CONTINUA EVOLUZIONE, NON OGGETTIVA E PIENA D’ENERGIA. OGGI È LUOGO D’INCONTRO DELLA CREATIVITÀ E IL CUORE PULSANTE DI UNA CULTURA IN FERMENTO CHE PRENDE VITA NELLE TANTE GALLERIE D’ARTE AFFIDATE A GIOVANI ARTISTI

92


CHE TROVI Testi e foto di Federica Messina

H

o impiegato del tempo nel tentativo di trovare il modo migliore per raccontare una città come Berlino. Cercavo pensieri, parole e immagini che potessero descrivere questa capitale europea in modo chiaro, oggettivo, quasi impersonale per poter fornire una guida a coloro che non la conoscono e pungolare i ricordi di chi invece l’ha già vissuta. Poi finalmente ho capito. Berlino non è chiara, non è oggettiva ma soprattutto non è impersonale. Ha un carattere tutto suo: è forte e introversa, apparentemente fredda e distaccata ma profondamente

salda e matura. Sembra una ragazza che è dovuta crescere troppo in fretta e in quanto tale incompleta eppure piena d’energia: non più bambina, non ancora donna. E questo suo essere in divenire lo respiri in ogni angolo, in ogni quartiere, sulle piantine di metropolitane (U-Bhan) e linee ferroviarie (S-Bhan) che si divertono a cambiare continuamente i propri itinerari. (Mai affidarsi a loro per orientarsi: con tutta probabilità i nomi delle strade e delle fermate che cercate sono cambiate nel momento stesso in cui le state leggendo). Ma forse è proprio in queste sue contraddizioni e nella sua incompiutezza che risiede il

93


Da controllore del traffico a VIP Lo trovi per le strade di Berlino Est: è piccolo, paffuto e porta un cappello. In Germania lo chiamano Ampelmännchen, noi lo conosciamo come “l’omino del semaforo”. Questo buffo personaggio nasce nel 1961 quando, nell’ex capitale della DDR, si cercava di studiare un modo per arginare gli incidenti e gestire il frenetico procedere della metropoli. L’arduo compito venne affidato a Kare Peglau, psicologo del traffico, secondo

UNA PARTE DELLA CITTÀ, PIÙ ALGIDA E AUSTERA, METTE IN MOSTRA CON FIEREZZA I SUOI TESORI, SILENZIOSI TESTIMONI DI UN PASSATO CHE È STATO VISSUTO E DI UNA STORIA CHE È STATA RACCONTATA NEI LIBRI DI SCUOLA suo fascino: ammalia perché chiunque la incontra può leggere nei suoi occhi qualcosa di diverso, ma tutti si trovano concordi nel coglierne l’instancabile fermento. Nonostante la caduta del muro, o forse proprio per la sua esistenza, questa città sembra conservare una duplice identità: nessuna divisione politica questa volta, solo percettiva. Una divisione che non riguarda solo l’evidente cambio di registro che occhi, cuore e orecchie incontrano spostandosi tra la fredda Berlino Est, imponente e moderna, e la calda Berlino Ovest, artistica e matura. È nella sua stessa lettura d’insieme che s’intrecciano due distinti fili conduttori. Una buona parte della città, più algida e austera, mette in mostra con grande fierezza i suoi numerosi tesori, silenziosi testimoni di un passato che è stato vissuto e di una storia che è stata raccontata nei libri di scuola. Simboli indiscussi di questo itinerario sono la Porta di Brandeburgo, protagonista di numerosi momenti cruciali della storia tedesca e oggi maestosa sentinella dell’elegante Pariser Platz nel quartiere Unter den Linden; il Reichstag e la sua cupola di vetro, situato a Platz der Republik e dal 1999 sede del parlamento federale tedesco; l’Holocaust-Mahnmal, il toccante monumento commemorativo, immerso nel quartiere Mitte, che Peter Einsenmann ha dedicato alle vittime ebree d’Europa; Alexander Platz che custodisce la Fernsehturm (torre della televisione), l’edificio più alto di Berlino: 368 metri visibili da qualsiasi punto della città. E poi c’è

94

il quale le persone hanno una maggiore capacità di reazione difronte a stimoli accattivanti. Il risultato fu la nascita di un semaforo per pedoni, caratterizzato dalla presenza di un omino che cambia colore e posizione a seconda del messaggio da trasmettere: rosso con le braccia alzate per lo stop, verde e in movimento per invitare al passaggio. Questi personaggi divennero ben presto icone della

Germania socialista, entrando nel tessuto sociale come testimonial di programmi tv dedicati all’educazione stradale. Nel ‘96 il designer Heckhausen restituì la luce al quasi oscurato omino, costruendo una lampada con pezzi di un vecchio semaforo. Da qui si aprì un vero e proprio mercato di gadget e indumenti “dal cappello grande”. Oggi l’omino è diventato un vero oggetto di culto.

WURSTEL, CRAUTI E BIRRA

Tradizionalmente famosa per birra, wurstel e crauti, anche dal punto di vista culinario Berlino offre un’ampia gamma di alternative. Per spuntini veloci potrete tranquillamente sostare in uno dei numerosi chioschi sparsi in ogni punto della città, dove vi serviranno con rapidità e cura gustosi snack a base di salsiccia, patate e insalata. Oppure gustarvi, a qualsiasi ora del giorno e della notte, un kebab fatto a regola d’arte in uno dei numerosi bistrot. I palati più esigenti dovranno invece andare alla ricerca di tipici ristoranti e osterie tedesche dove trovare Eisbein (stinco di maiale) e Kasseler (bistecca di maiale affumicato) ormai quasi in via d’estinzione. Gli estimatori di sushi potranno tirare un sospiro di sollievo perché in uno dei locali più in di Berlino, il Pan Asia Resturant, viene servito tra cuscini bianchi e un raffinato design.


889

12

22

5.000

Sono i chilometri quadrati su cui si estende la città

Sono le linee urbane della rete tranviaria berlinese, mentre 10 i traghetti pubblici che attraversano Sprea e gli altri fiumi

Sono i distretti, detti Bezirk, in cui è suddivisa.

Sono le persone che tentarono di oltrepassare il Muro: 3200 di queste furono catturate, 191 furono uccise.

Alcune foto d’autore in esposizione in una via di Berlino

OLTRE LE RIGHE LEGGERE: Una lettura da portare con sé durante il soggiorno berlinese? Una raccolta di poesie di Rainer Maria Rilke che hanno anche ispirato il film “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders. Immancabile la guida della Lonely Planet, aggiornatissima e ricca di curiosità (pp.360, Ed. Guide EDT/Lonely Planet, euro 19.50) ASCOLTARE: La Berliner Philharmonisches Orchester, da molti è considerata la migliore orchestra sinfonica del mondo. La sede dell’orchestra è la Philharmonie, primo edificio nuovo del Kulturforum, complesso realizzato a partire dagli anni cinquanta del XX secolo, allo scopo di creare un centro culturale per l’allora Berlino Ovest. VEDERE: Berlino è sicuramente “cinegenica”: “Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino”, “Il cielo sopra Berlino”, “Good Bye Lenin!”, “Il cielo sopra Berlino”, “Le vite degli altri” sono solo alcuni dei film che hanno scelto la città come sfondo per loro storie. CLICCARE: www.visitberlin.de è il sito dell’ente del Turismo di Berlino. www.ambberlino.esteri.it è il sito dell’ambasciata italiana a Berlino. www.loveparade.de è il sito di uno dei più famosi cortei del mondo. Curiosate.

CI SI PERDE TRA OPERE D’ARTE DISEGNATE SUI MURI, ATELIÉR NASCOSTI nei CAFFÈ ALL’APERTO E CENTRI COME IL KUNST-WERKE BERLIN, UN’EX FABBRICA DI MARGARINA, OGGI EPICENTRO DELL’ARTE D’AVANGUARDIA la East Side Gallery, ovvero l’unico tratto di muro rimasto: un tempo costituiva una fredda e grigia parete divisoria tra uomini, oggi colorata da 106 murales commissionati in tutto il mondo e considerata la maggiore galleria d’arte all’aperto. Ma Berlino è anche altro. È il luogo d’incontro della creatività, è il cuore pulsante di una cultura in fermento che prende vita nelle numerosissime gallerie d’arte affidate a giovani artisti di tutto il mondo che scelgono Berlino per mettere a nudo le proprie emozioni. E così ti perdi tra gigantesche opere d’arte disegnate sui muri, piccoli ateliér nascosti dentro caffè all’aperto e veri e propri centri di cultura come il Kunst-Werke Berlin, un’ex fabbrica di margarina diventata oggi epicentro dell’arte d’avanguardia, il Kunsthaus Tacheles, un centro sociale divenuto punto di riferimento per l’arte e la cultura alternativa e l’Hamburger Bahnof-Museum principale museo berlinese d’arte contemporanea dove mostre temporanee di alto livello si mescolano a permanenti collezioni di artisti del calibro di Andy Warhol, Anselm Kiefer e Roy Lichtenstein. Tuttavia la parte migliore di Berlino è quella che non troverete sulle guide, di cui non sentirete parlare e che troverete solo se, abbandonando ogni pretesa di programmi e itinerari prestabiliti, respirerete perdendovi in un salutare girovagare. C’è qualcosa di misterioso e di nascosto, qualcosa che sembra sussurrare a bassa voce un segreto che solo un udito sensibile è in grado di percepire.

95



VIAGGIATONY

di Tony Failla

CITTÀ DEL CAPO: ARCOBALENO DI CULTURE CAPE TOWN:

Foto © Frank Slack

A RAINBOW OF CULTURES

97


Foto © Frank Slack

Le bellezze di Cape Town

CLIFTON & CAMPS

Due belle spiagge vicino Città del Capo Two beautiful beaches near Cape Town

Famosi giardini botanici. Famous botanical gardens

TABLE MOUNTAIN

ROBBEN ISLAND

Una montagna di 1073 metri che domina la città. The overlooking 1073 metre high mountain

P

arlarvi di Città del Capo, (Capetown in inglese, o Kaapstad in Afrikaans), mi riempie di tanta nostalgia perché quando cominciai ad andarci era un periodo molto felice della mia vita, e proprio come avrei in seguito fatto con le Hawaii, mi ci recavo spessissimo, anche quando avevo solo pochi giorni a disposizione, nonostante il volo da New York, dove allora risiedevo, richiedesse almeno 24 ore. Ma che bello uscire dall’aereo, soprattutto dopo essersi lasciati alle spalle l’inverno dell’emisfero boreale, e trovarsi improvvisamente in piena estate, benché fosse Natale o Capodanno. Città del Capo è dotata di un aeroporto internazionale e può considerarsi la capitale del turismo del Sudafrica. I tanti visitatori sono attratti sia dalla città in sé che dalle bellezze naturalistiche della Penisola del Capo; molti tour del Paese partono da qui, imboccando poi le celebri strade come la Mountain Route, la Wine Route o la Garden Route, dirigendosi verso il Karoo, il distretto di Cape Winelands o la costa meridionale. Non ricordo quante volte ci sono ritornato in poco più di 3 anni; erano comunque parecchie, tanto

98

KIRSTENBOSCH GARDENS

La vecchia prigione oggi è un monumento alla democrazia. Old jail, now a democratic icon

CITTÀ DEL CAPO È LA CAPITALE DEL TURISMO DEL SUDAFRICA. MOLTI TOUR PARTONO DA QUI, IMBOCCANDO CELEBRI STRADE COME LA MOUNTAIN ROUTE, LA WINE ROUTE O LA GARDEN ROUTE, DIRIGENDOSI VERSO IL KAROO O CAPE WINELANDS che ormai il personale di terra all’aeroporto laggiù, come anche gli assistenti di volo che lavoravano a bordo dei 747 della South African Airways, e persino il personale all’aeroporto di Sal, nelle isole di Capoverde (il volo di ritorno è così lungo che vi si fa scalo per un rifornimento), dimostravano di riconoscermi e mi sorridevano sempre con gran simpatia. La prima volta che ci andai, si trattò di una breve visita in un Paese che avevo sempre desiderato vedere, ma che a causa della politica dell’Apartheid, non era facile o auspicabile visitare. Così, dopo che il profilo politico del paese cambiò, mi affrettai ad affrontare questo viaggio. Nel giro di qualche giorno, mi ero fatto un gruppetto di amici (in compagnia sono “riservato” ma quando sono solo mi esce fuori “la grinta” n.d.r.) che mi portarono in giro e mi fecero conoscere anche la vita di tutti i giorni, cosa che il viaggio organizzato da un’agenzia non avrebbe mai potuto

offrirmi. (È comunque chiaro che se si va solo per una vacanza breve, l’agenzia è la soluzione migliore, n.d.r.). Erano quasi tutti Afrikaaner, e quindi non di origine inglese, ma olandese. Mi accorsi, infatti, che fuori dai centri più grandi ci sono moltissimi posti piccoli, (soprattutto nell’entroterra) dove parecchia gente, anche giovane, d’inglese ne conosce poco o niente. Con la mia passione per le lingue straniere, non fu difficile convincermi di includere nei miei studi anche l’Afrikaans, una lingua derivata dall’olandese parlato dai marinai del ‘600, che approdarono per primi in questa parte del mondo; una lingua chiaramente germanica, parecchio più semplice della sua “parente” europea, e davvero tanto espressiva e piena di proverbi e modi di dire divertentissimi. D’altra parte, per non “calpestare” i diritti di nessuno, le lingue ufficiali nel Sud Africa sono ora ben undici, tra cui anche lo Zulu e lo Xhosa, una lingua


Foto © Frank Slack

Foto © Frank Slack

Da sinistra: Navi attraccate al porto di Cape Town, tipiche maschere artigianali Sotto: Un vigneto con casa coloniale

CAPE TOWN IS THE TOURIST CAPITAL OF SOUTH AFRICA. IT IS POINT OF DEPARTURE FOR MANY TRIPS, THAT TAKE THE FAMOUS MOUNTAIN-ROUTE, WINE ROUTE OR GARDEN ROUTE, TO REACH KAROO WINELANDS - DISTRICT.

T

alking about Cape Town (Kaapstad in Afrikaans), always makes me a bit nostalgic because I started going there during a very happy period in my life and I even considered moving to that part of the world. Just like I would later do with Hawaii, I often used to go, even when I only had very few days off and the flight from New York, where I lived at the time, took about 24 hours. Oh, but what a joy to exit the airplane after having left winter behind you and to find yourself in the middle of summer, never mind that it is Christmas or New Year’s time! I don’t quite remember how many times I flew down during those 3 years, but it sure was many, so that the ground personnel at the airport, the flight attendants on board of the South African Airways 747s, and even people at the airport in Sal (the flight on the way back is so long it makes a stop in the Cape

Verde islands to refuel), knew me and often smiled when they saw me. The first time I went there, it was just for a quick visit to a country I had always been curious about but which due to the Apartheid policy existing at the time, I had avoided entering. So, after the political profile of the country changed, I grabbed the bull by the horns and booked my flight. I made friends with a small group of people within a few days, (I might be the quiet one when I’m in company, but I become incredibly sociable when I’m alone), and they took me around giving me a taste of everyday life, something travel agencies usually can’t give you, (although for very short trips they’re still the best choice). My friends were almost all Afrikaaners, of Dutch, and not British origin. As a matter of fact, I realized that outside of the big centers, in the smaller, countryside places, a lot of people don’t speak English. Be-

ing so interested in foreign languages, it sure wasn’t much of a stretch to convince me to study Afrikaans, similar but much easier than Dutch, and really full of idiomatic phrases and extremely funny expressions. Not to put anybody’s rights before others, 11 languages are today the “official tongues” of South Africa, and among them are also Zulu and Xhosa, the latter being an African language famous for its “clicks” which remind me of the sound small children make when they are eating something really tasty or when they imitate a trotting horse. The relationship between whites and blacks has improved visibly but not all the problems are gone: maybe because of a twisted “compensation law”, while once only the whites used to have government positions or important posts, today it is almost exclusively the blacks who are elected president or are CEOs of big companies. In South Africa, an entire people, derived from past unions between white bosses and black slave girls, are called “coloureds”, and while the relationship between the coloureds (who often have curly light hair and blue or green eyes) and the whites was

99


Foto © Frank Slack

Foto © Klaas Heiligenberg

In pagina: ll porto di Cape Town, un tratto di costa rocciosa in Sudafrica

stranissima, famosa per i suoi “clicks”: cioé i suoni prodotti dalla lingua che batte sul palato, non dissimili da quelli che producono i bambini piccoli quando vogliono indicare che qualcosa ha un buon sapore o quando imitano il trotto d’un cavallo. I rapporti tra la popolazione bianca e quella di colore sono molto migliorati, ma non tutti i problemi sono completamente risolti: forse per una “legge di compensazione”, mentre prima erano solo i bianchi ad avere cariche governative o comunque importanti, oggi le ha praticamente quasi sempre la gente di colore, come la chiamiamo noi. In Sudafrica però, “coloureds” vengono chiamate le persone nate dall’unione tra i bianchi e i neri, dalla pelle dorata, spesso con capelli ricci ma chiari e con occhi anche azzurri o verdi; non sono molto ben visti dai neri che rivolgono loro raramente la parola. Le guerre fra le svariate tribù nere erano poi in passato anche più cruente dei con-

100

I rapporti tra la popolazione bianca e quella di colore sono molto migliorati, ma non tutti i problemi sono stati risolti. qui i nati da unioni tra bianchi e neri si chiamano “coloureds” trasti con i bianchi. Va inoltre aggiunto che (sebbene con le nuove generazioni tutto questo stia finendo) anche tra gli Afrikaaner di origine olandese e la gente di origine britannica viene mantenuta una rispettosa distanza; si lavora, si vive, si interagisce insieme, ma spesso i contatti più intimi e significativi esistono solo con i membri dello stesso gruppo. Se i miei amici non avevano tempo per farmi da Ciceroni perché dovevano lavorare, io mi divertivo comunque a girovagare da solo, ed è così che ho visto spiagge deserte, bellissime, raggiungibili solo con faticose e scoscese scarpinate lungo il dosso di alte colline. A volte rimanevo lì per ore, e mi sembrava di essere l’ultimo uomo sulla terra;

spesso non osavo fare il bagno a causa delle rocce acuminate e delle onde possenti che vi si infrangevano. Restavo seduto ad ammirare quel paesaggio stupendo, magari in compagnia di un “water dassie” un graziossissimo animaletto che sembra quasi l’incrocio tra un castorino e un porcellino d’India, ormai abituato agli uomini che gli danno bocconcini da sgranocchiare, e quindi fattosi più coraggioso. A proposito di animali, trovo incredibile il contrasto tra la città, che potrebbe essere una qualunque città del Mediterraneo, e la natura che si presenta ai nostri occhi appena lasciati i centri abitati; là sì che si capisce subito di essere in Africa. Andate a poca distanza dalla città e c’è l’invasione dei babbuini, che sa-


The relationship between whites and blacks has improved visibly but not all the problems are gone. people derived from past unions between white bosses and black slave girls are called “coloureds” at least decent, blacks and coloureds hate each other to this day; the wars between different black tribes were in the past also bloodier than the fights with the white population. I should also add that (even though the new generations are less affected by this), the people of Dutch and British origin respectfully keep their distances: they coexist, they cooperate and work together, but the most significant and intimate contacts are reserved for the people of the same “extraction”. When my friends didn’t have time for me because they had to work, I still enjoyed going around on my own (loneliness is happyness), and it is on such occasions that I walked on desert beaches, beautiful, only reachable after long, dangerous descents alongside steep hills. Sometimes I stayed there for hours, and it seemed to me like I was the last man on earth, often not daring to swim at sea because of the sharp rocks and the poweful waves which broke against them with fury. I

3.497.097 GLI ABITANTI DELLA CITTÀ FINO AL 2007 THE city inHABITAnTS UNTIL 2007

46664 ERA IL NUMERO DEL PRIGIONIERO NELSON MANDELA NEL CARCERE DI ROBBEN ISLAND IT WAS THE NUMBER OF THE PRISONER NELSON MANDELA, IN ROBBEN ISLAND jail

68.000 SONO I POSTI A SEDERE

AL GREENPOINT STADIUM DI CAPE TOWN THE SEATS OF GREENPOINT STADIUM in CAPE TOWN

sat there to admire that breathtaking view, and water dassies (funny little animals who look like a cross between a hamster and a woodchuck) would keep me company, expectantly awaiting a bite to eat. Speaking of animals, I find the contrast between the cities, which could actually be located anywhere in the Mediterranean, and the nature outside the inhabited areas, absolutely incredible. Leave town and you really understand you are in Africa! Not too far from city squares and streets, hordes of babboons reign unchallenged, and meeting one or two of them can perhaps be amusing, but imagne having to face 30 of them at once! Have you ever had a close look at their sharp fangs? There are actual rules to follow in order not to provoke their anger or make them too interested in you (for example: never look them straight in the eye or turn your back to them, because that’s percieved as an offence!). All the houses in the countryside have grated windows

just to avoid such unannounced visits. Then, from the beautiful and plentiful sand beaches, it is not rare to see one or more whales. The mountains reach the seaside with their long, steep sides, and they remind me of Sicily or even Hawaii. One of the most famous ones, in Cape Town, is Table Mountain, or Tafelberg. With its flat top it does make you think of a vast table, and there often is a thin cloud over it, which the locals affectionately call “the tablecloth”. There’s also the 12 apostles, another group of small mountains in the area. Talking about the city, one of the nicest parts is the muslim neighbourhood, which is very colorful and has character; the Victoria and Albert area is full of shops and markets, Green Point is loved by artists and youngsters for its bars and danceclubs and from the university area, the city view is outstanding. There also are many small towns nearby, which are well worth seeing (like Franschhoek, Constantia or Stellenbosch, with the fabulous wineries where some of the best Southafrican wines originate from). The drive from Cape Town to the city of George, towards the Indian ocean, is called “the garden route”, because of the rich vegetation in

MONKEY JACKING

VICINO CAPE TOWN SI VEDONO SPESSO CARTELLI STRADALI CHE INVITANO A NON DAR DA MANGIARE AI BABBUINI: QUESTO SERVE NON SOLO A PROTEGGERE LORO, MA I TURISTI STESSI: I BABBUINI, INFATTI, TALVOLTA OBBLIGANO I POVERI PASSANTI A USCIRE DALLA MACCHINA PER PRENDERNE POSSESSO E TRASFORMARLA IN UNA LORO LATRINA.

101


Foto © Frank Slack

Foto © Frank Slack

Da sinistra in pagina: una scogliera di Cape Town, Uno scorcio delle montagne Table Mountain Nella pagina accanto a destra: un piccolo porto a Cape Town

ranno simpatici se ne incontrate uno o due, ma immaginate averne davanti 30. Le avete mai viste bene le loro zanne? Ci sono infatti vere e proprie regole di comportamento da seguire per non farli arrabbiare o incuriosire troppo (per esempio: mai guardarli negli occhi, oppure girare loro la schiena perché la prendono come una grande offesa). Le case che si trovano in periferia hanno sovente delle inferriate alle finestre proprio per evitare visite inaspettate da parte loro. Dalle belle spiagge con sabbia chiarissima, non è poi raro intravedere la grossa sagoma di una balena che si spruzza l’acqua sulla schiena. Le montagne lungo la costa scendono fino al mare con i loro ripidi pendii, e in questo mi ricordano tanto la Sicilia o anche le Hawaii. Tra quelle più famose a Città del Capo c’è il Table Mountain, o Tafelberg, (la montagna-tavolo) che con la sua cima piatta proprio come la superficie di un tavolo, sovrasta la città ed è spesso coperta da una sottile nuvola che i locali chiamano con affetto “table cloth” (la tovaglia); poi ci sono anche “i 12 apostoli”, un altro gruppetto di montagne che fanno parte della “fisionomia” della zona. Tra i quartieri più caratteristici c’è quello musulmano, colorito e vivace; c’è poi quello di Victoria & Albert, pieno di negozi e mercatini; Green Point, amatissimo dai giovani e artisti anche per i suoi bar e locali notturni, e la zona universitaria, dalla quale si gode una bellissima vista della città. Ci sono anche moltissimi paesini e cittadine vicine (come Franschhoek, Constantia, o Stellenbosch, il favoloso centro vinicolo dove vengono prodotti

102

molti degli ottimi vini sudafricani), che val la pena di visitare. Il tragitto da Città del Capo fino alla città di George, verso l’oceano Indiano, è soprannominato “the garden route” (la via dei giardini), per la sua rigogliosa vegetazione tra cui spiccano i fiori di Protea, che sono il simbolo del paese. Da Città del Capo, l’ultima “fermata” in questo continente, è anche possibile imbarcarsi su piccole navi che in circa 3 giorni di navigazione raggiungono il Polo Sud, dove la natura crea scenari unici, per foto indimenticabili. Un altro divertentissimo ricordo legato al mare e alle spiagge sudafricane, è la curiosa esperienza che ho fatto quando mi è capitato di nuotare a “metà costa”, cioé in un punto tra la costa atlantica e quella indiana, nel quale a distanza di meno di un metro, si avverte la differenza di temperatura tra i due oceani, quello Atlantico freddo, e quello Indiano caldissimo! A proposito di spiagge vi do un consiglio: anche se all’inizio il sole africano potrebbe non sembrarvi più potente di quello mediterraneo, non lasciatevi ingannare e proteggetevi bene la pelle. Dopo tre ore di bagni, corse e risate in spiaggia, a me sono venute le bolle sulla schiena, nonostante normalmente io sia il tipo che si abbronza con facilità. Un altro consiglio (se non siete vegetariani): assaggiate il BILTONG (tocchetti di carne essiccata, di solito bovina, ma ne fanno anche di zebra!), che si può trovare persino nelle stazioni di benzina, quando ci si ferma per fare rifornimento... è una specialità tipicamente sudafricana che costa poco ed è molto buona. Da quelle parti se ne fa un gran consumo.

MOUNTAIN ROUTE, LA WINE ROUTE O LA GARDEN ROUTE, DIRIGENDOSI VERSO IL KAROO O CAPE WINELANDS MOUNTAIN ROUTE, LA WINE ROUTE O LA GARDEN ROUTE, DIRIGENDOSI VERSO IL KAROO

LA “TOVAGLIA” DEL CAPE DOCTOR

Uno dei fenomeni climatici più interessanti a Cape Town è il famoso “Cape Doctor”, un vento proveniente da sudest che, soffiando, stende la famosa “tablecloth” (“tovaglia”) sulla Table Mountain, uno strato di nubi che ricopre la City Bowl. D’estate può essere solo una piacevole brezza, ma a volte si trasforma in una violenta burrasca, specialmente in primavera. Quando soffia veramente forte, vi renderete conto all’improvviso di trovarvi su una penisola all’estremo sud dell’Africa e che non c’è nulla tra voi e l’Antartide.


the night

Foto © Frank Slack

life THE AFRICA CAFÉ Risto-cafè: il menù offre 13 piatti del continente In the Risto-cafè 13 African dishes are on offer.

MOUNTAIN ROUTE, LA WINE ROUTE O LA GARDEN ROUTE, DIRIGENDOSI VERSO IL KAROO O CAPE WINELANDS MOUNTAIN ROUTE, LA WINE ROUTE O LA GARDEN ROUTE, DIRIGENDOSI VERSO IL KAROO which it is possible to distinguish several specimen of the Protea, the flower which stands for South Africa. From Cape Town, last stop on this continent, it is also possible to embark on small ships which will take you to the South Pole in about 3 days, where an unforgettable scenery of shades of white and blue awaits you. Another very amusing memory linked to the sea and the beaches, is the experience I made when I found myself swimming “midway” between the Atlantic and the Indian oceans. Within a few inches, the temperature of the water can go from cold (in the Atlantic) to incredibly warm (in the shark infested Indian ocean). By the way, be sure to use a protective sunbathing cream: even though the African sun might not seem stronger than the Mediterranean one at first, don’t let yourselves be fooled! After 3 hours of swimming, running and laughing while at the beach, I had boils on my shoulders, never mind my olive skin! My last piece of advice (provided you’re not a vegetarian), is to taste BILTONG: It will remind you of beef jerky, it’s usually made of veal but I’ve heard zebra meat can be used too! You can find it everywhere, even at gas stations....it’s cheap, it’s a South African delicacy and it tastes good!

OLTRE LE RIGHE MADAME ZINGARA Per una cena e uno spettacolo stravaganti. For dinner and “extravaganza” floor show.

IL GREEN DOLPHIN Un jazz club tra i più famosi della città. One of the most celebrated jazz clubs.

IL GARDENS

Bel quartiere di antiche case nobiliari vicino a Long Street. Pretty quarter of old aristocratic homes near Long Street.

LEGGERE: Il romanzo “Il cielo di Cape Town” (Schonstein Pinnock Patricia, Pisani edizioni, Euro 13) è un affresco di una nuova Cape Town, libera dall’apartheid, vista attraverso gli occhi di una ragazza poco più che adolescente. Da portare con sé in viaggio. ASCOLTARE: Con una lunga tradizione alle spalle, Cape Town è considerata una delle migliori capitali del jazz internazionale a livello mondiale. Ogni anno, infatti, il Cape Town International Jazz Festival attira una folla immensa di persone provenienti da tutto il mondo e i locali di musica live del Sudafrica aprono le porte per dare il benvenuto agli amanti del jazz, i quali reclamano a gran voce la possibilità di vedere gli artisti dal vivo. VEDERE: In My Country è un film sull’apartheid in Sudafrica uscito nel 2004 e diretto da John Boorman con Samuel Jackson e Juliette Binoche. Mandela lo ha definito “Un film bellissimo e assai importante sulla storia del Sudafrica e sulla Commissione per la Verità e la Riconciliazione”. CLICCARE: www.aboutcapetown.com: una guida completa sulla città in inglese, dall’arrivo in aeroporto alla partenza attraverso tutte le attrazioni della città, le spiagge, i ristoranti e i bar, la vita notturna e quella culturale. Possibilità di sistemazioni alberghiere, in case private e in ostelli. Suggerimenti su guide, libri, film riguardanti Cape Town.

103




2010 : c’è SPAZIO star trip

per tutti (o quasi)

106

di Federica Messina


L’ipotesi visionaria del film di Kubrik non è più futuribile. Finalmente l’universo è raggiungibile. Certo non è un viaggio alla portata di ogni tasca, ma chi ha voglia di guardare il mondo dall’alto oggi può farlo. L’offerta “spazia” dai viaggi subsonici su jet militari a 3000 dollari fino ai 100 milioni di dollari per chi vuole circumnavigare la luna

Il Sole e la Terra visti dalla Stazione Spaziale (Photo courtesy of STS-129 Crew, NASA)

107


“D

a grande voglio fare l’astronauta”. Quanti bambini rispondevano così alla fatidica domanda sui possibili sviluppi della propria vita, pensando che quello fosse l’unico modo per poter saltare su una navicella spaziale e, in compagnia di un comandante dalle orecchie a punta, viaggiare tra le orbite celesti e scoprirne i segreti. Molti di loro, oggi diventati medici, imprenditori o architetti, potranno finalmente tirare un sospiro di sollievo: magari non avranno il capitano Spock come guida ma saranno lieti di sapere che i “viaggi spaziali” sembrano essere diventati un sogno alla portata di tutti. O quasi. Già da diversi anni numerose aziende hanno investito tempo, denaro e ricerche per lo sviluppo del turismo spazia- La vera sfida delle agenzie spaziali è le nelle sue diverse forme: senza dubbio il viaggio suborbitale, dai voli in assenza di gravità, altrimenti detti voli “Ze- il cui giro d’affari è stimato per circa ro-g” già collaudati e offer- un miliardo di dollari all’anno. La Virgin ti a prezzi non superiori ai ha già sperimentato il primo volo 6.000 euro, ai decisamente più proibitivi voli in orbita a di collaudo a bordo dello SpaceShip bordo di vere e proprie navicelle spaziali. Ma la vera sfida dei numerosi competitor del camente avanzato è in grado di trasportare due piloti e sei settore si gioca sui viaggi suborbitali, il cui giro d’affari è passeggeri fino a più di 100 chilometri di quota, soglia unistimato per circa un miliardo di dollari all’anno. La Virgin versalmente conosciuta come confine tra l’atmosfera terreGalactic (www.virgingalactic.com), agenzia aerospaziale del stre e l’inizio dello spazio. Da qui i fortunati turisti che samiliardario Richard Branson, ha già sperimentato con suc- ranno in grado di pagare i 200.000 dollari previsti per il cesso il primo volo di collaudo a bordo dello SpaceShip Two, biglietto potranno godere di uno spettacolo che, fino a oggi, ribattezzato con buona dose d’ironia e forse ragguardevole sembrava dover essere confinato in quel famoso cassetto in omaggio alla VSS-Enterprise. Questo aeromobile tecnologi- cui si dice debbano stare i sogni.

Daniele Bossari dai misteri del cosmo a quelli di Battiato Oggi è inviato speciale di Mistero su Italia Uno, ma i suoi esordi sono legati al mondo della radio. Amante della musica, del cinema, della lettura, e manco a dirlo, dell’astronomia, Bossari è stato uno dei primi a voler prenotare nel 2001 un viaggio nello spazio, ma i continui rinvii l’hanno costretto ad abbandonare i suoi propositi di gite planetarie. Utility ha chiesto al noto volto televisivo di raccontare qualcosa di più della mancata esperienza spaziale e, in generale, della sua idea di viaggio. Viaggiare nello spazio sembra essere diventata la nuova frontiera del turismo. Per alcuni si tratterà di una lussuosa tendenza, per altri è il coronamento di un sogno. E per te? “Poter viaggiare nello spazio per me ha due distinte accezioni, entrambe legate alla realizzazione di un sogno. Innanzitutto si tratta di un’esperienza fisica che riguarda la possibilità di portare il mio corpo al di là dell’atmosfera terrestre e poter visitare luoghi a me ignoti. Vorrei toccare con mano tutto quello che fino a oggi è rimasto legato solo alle mie conoscenze da autodidatta sull’astrofisica e sull’orientamento della nostra posizione nell’universo. L’altra accezione riguarda la sfera mentale. Da poco, in termini di ricerca introspettiva, ho scoperto la possibilità, attraverso particolari tec-

108

niche, di poter uscire dal proprio corpo e portare la coscienza ad altri livelli, più sottili, compiendo un viaggio non per forza fisico. Se porti la tua coscienza fisicamente nello spazio o se la porti a livello astrale le cose non cambiano: ti ritrovi comunque a esplorare universi mai visti”. Per diverso tempo si è parlato del tuo possibile viaggio nello spazio. Alcuni sostengono tu l’abbia già compiuto, altri che t’imbarcherai a breve. Qual è la verità? “In realtà al momento ho ritirato la mia prenotazione. Ho aderito al progetto nel 2001, colmo di entusiasmo e aspettative. L’anno seguente mi è stato detto che sarei stato uno dei primi a partire con date di scadenza che si sono tuttavia ritardate continuamente. All’inizio si parlava del 2005, poi


Photo courtesy of NASA

Zero-G

Jet militare

Volo orbitale

Usato dalla NASA per l’addestramento degli astronauti, permette di provare la sorprendente sensazione dell’assenza di gravità per circa 30 secondi. Sale fino ai 12.000 metri per poi tornare in picchiata.

Compiuto su veri e propri jet militari, solitamente consente di raggiungere fino ai 25.000 metri d’altitudine sorvolando la curvatura terrestre con accelerazioni sino a 6 volte la gravità della terra.

è consentito solo dopo aver superato dai 4 ai 6 mesi di addestramento e in seguito a test psico-attitudinali e fisici. Solitamente consistono nel raggiungere la stazione.

del 2007, del 2009 e così via. Così ho preferito ritirare la prenotazione, cosa che mi era consentito fare tramite un’assicurazione, e rinviare la partenza a quando la data sarà più certa, così da poter investire il mio tempo, il mio denaro e i miei entusiasmi nel qui e nell’ora. Non ho fretta di essere il primo, non lo faccio per pubblicità: l’importante è andare, anche se questo comporterà lunghe liste d’attesa. Per il momento ho scelto di seguire la seconda strada: dal momento che sono costretto fisicamente a stare qui, cerco di viaggiare con la testa. L’escamotage è abbastanza semplice: mi applico tutti i giorni per riuscire a raggiungere quei mondi siderali attraverso una coscienza più sottile e meno fisica. Si può viaggiare con tanti mezzi, con corpi differenti, siano essi fisici, astrali o mentali e avere lo stesso risultato”. Da poco hai compiuto un altro tipo di viaggio, quello nella mente di Franco Battiato con il libro “Io chi sono?”. “Questo libro è stata l’esperienza di un viaggio che non si è ancora concluso. È stato il punto di partenza di un’esplorazione che spero non finisca mai. Battiato per me è un maestro, anche se lui odia essere definito tale. È una persona estremamente piacevole che, oltre l’amicizia, ha davvero tanto da insegnare. Avere avuto la possibilità di conoscerlo

e frequentarlo, mi ha permesso di entrare in mondi che non conoscevo attraverso lo studio di testi e autori di cui prima non avevo mai sentito il pensiero e praticare esercizi e tecniche particolari che mi fanno sentire più vicino a me stesso. Scoprire se stessi è un’esperienza incredibile. E, a essere sinceri, in questo momento sento un bel fermento da parte della gente”. Cosa credi stia avvenendo? “Negli anni 70 c’è stato un picco di spiritualità e bisogno di ricerca interiore, lentamente scomparso negli anni 80 con l’incedere del materialismo che ha portato con sé nuovi e diversi valori. Adesso credo stia ritornando. Ma soprattutto credo che, rispetto al passato, stia avvenendo anche dell’altro: la scienza e questa dimensione prettamente spirituale si stanno fondendo sempre di più. Sono appena rientrato da un viaggio per un servizio della trasmissione Mistero. Sono stato al Cern di Ginevra e lì ho scoperto che oltre a tutti gli esperimenti, di per sé già meta-spirituali, attraverso cui stanno cercando la famosa “particella di Dio”, stanno anche sviluppando una serie di esperimenti legati alla telecinesi. Stanno capendo che c’è altro oltre la fisica e quest’altro è proprio la dimensione spirituale, la saggezza più antica, le dottrine che per millenni si perpetrano nelle varie culture. Tutto questo non lo

leggo solo nei libri ma, come nel caso di Ginevra, lo tocco con mano. Sta accadendo”. In generale cosa significa per te viaggiare? “Viaggiare è espansione, è ricerca. Associo il viaggio a una dimensione esplorativa: mi viene in mente una persona che impugna una lanterna ed esplora mondi che non conosce. Associo il viaggio alla conoscenza del nuovo: nuovi porti, nuove città, nuovi paesaggi, nuovi orizzonti, nuove culture”. Sant’Agostino diceva che gli uomini viaggiano per stupirsi degli oceani, dei monti, dei fiumi e delle stelle e passano accanto a se stessi senza meravigliarsi. Cosa pensi al riguardo? “Sono d’accordo. Mi rendo conto che, nonostante ci sia quel fermento di cui parlavo poc’anzi e che quindi le persone si stiano a poco a poco rendendo conto che c’è dell’altro, in realtà la stragrande maggioranza continua a camminare senza alzare gli occhi, senza guardare le stelle, subendo passivamente quello che gli viene offerto da altri senza essere in grado di costruire propri itinerari. Non c’è più la capacità, o forse il desiderio, di addentrarsi in un’analisi personale, forse anche critica delle cose e di se stessi. Invece quando si ha la fortuna di riuscire ad aprire delle piccole porticine, dentro e fuori di sé, ci si ritrova assolutamente meravigliati ed è una sensazione impagabile”. F.M.

109


Illustrazione della Spaceship Two della Virgin Galactic in viaggio (Image © Virgin Galactic)

Tutto è pronto per realizzare quello che, da quando se ne ha memoria, è sempre stato il grande sogno dell’uomo: viaggiare nello spazio interstellare E a permetterci di sognare è anche la Space Adventures (www.spaceadventures.com), impresa di turismo spaziale che dal 2001 ha una filiale anche in Italia. La sua offerta è piuttosto ampia, sia per quanto riguarda le tipologie di volo sia per quanto riguarda le alternative di spesa: per un volo subsonico su un jet militare il vostro portafogli dovrà essere in grado di coprire appena 3.000 dollari; se invece di dollari ne avete da spendere fino a 20 milioni potrete affrontare un volo orbitale sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). I più romantici, invece, dovranno sborsare ben 100 milioni di dollari se vorranno circumnavigare la Luna. Mentre tra i filo-astronomi un’altra forma di viaggio estremamente richiesta sembra essere quella a bordo del MiG-25 Foxbox. Con circa 16 mila dollari si ha la possibilità di innalzarsi fino a 25 mila metri d’altitudine e ammirare, con occhi senza dubbio colmi di fascinazione, l’intera curvatura terrestre

e assistere a uno dei più suggestivi spettacoli della natura: sopra la testa le stelle e sotto i propri occhi le formazioni dei corpi nuvolosi. Se la Virgin e la Space Adventures sembrano detenere la lea-dership nel settore, molte altre giovani aziende aerospaziali si stanno rapidamente affacciando sul mercato. Tra queste si annoverano: la SpaceX (www.spacex. com) di Elon Musk; la Blue Origin (public.blueorigin.com) di Jeff Bezos, fondatore di Amazon; la Mars Society (www. marssociety.org); la t/Space (www.transformspace.com) e l’Interorbital Systems (www.interorbital.com). Il grande interesse che i grandi magnati dimostrano nei confronti del turismo spaziale sembra lasciare intendere che la sua concretizzazione sia davvero alle porte. Tale mercato, infatti, ne trascina con sé tanti altri come quelli della costruzione delle navicelle spaziali, degli spaziporti e di numerose catene alberghiere che stanno già ultimando progetti, in tutti i sensi, “spaziali” in grado di creare soggiorni decisamente fantascientifici. Tutto sembra dunque essere pronto per realizzare quello che, da quando se ne ha memoria, è sempre stato il grande sogno dell’uomo. Del resto John Updike ha detto che i sogni si avverano: “se non esistesse questa possibilità la natura non ci spingerebbe a sognare”.

oltre le righe Leggere

“La chiave segreta per l’universo” di Stephen Hawking (pp.219, 17 euro, Mondadori). Scienziato di fama mondiale, ha svelato i misteri dell’universo, ha venduto oltre dieci milioni di copie del suo “Dal Big bang ai buchi neri”, ha volato in assenza di gravità ed è andato in orbita nel 2009.

110

ascoltare

Il primo movimento della Quinta Sinfonia op. 67 e il Quartetto per archi n. 13 per 2 Violini, Viola e Violoncello op. 130 di Beethoven: sono 2 dei 27 brani lanciati nello spazio nelle sonde gemelle Voyager. Erano parte di un messaggio per le civiltà che si pensava potessero incontrare le navicelle.

vedere

“2001: Odissea nello spazio” è un film di Kubrick del ‘68 ispirato a “La sentinella” di Arthur Clarke. È rimasto uno dei più famosi film di fantascienza. Da ricordare “E.T.” del 1982 di Steven Spielberg che sorpassò “Guerre Stellari” come film che ha incassato di più nella storia del cinema.

cliccare

Se volete navigare più veloci della luce www.asi.it è il sito dell’agenzia spaziale italiana, dove potrete trovare curiosità e informazioni sull’universo. www.nasa.gov è il “sito spaziale” per antonomasia: video, audio e immagini direttamente dal cosmo per chi vuole andare in orbita stando fermo.



downshifting

112


Basta

ordini dal capo

Mollo tutto e apro un

b&b di Donatella Spadaro

Alzi la mano chi non è stato mai sfiorato dall’idea di scappare in un luogo ameno e mettersi in proprio aprendo un b&b senza che il capo finanzi ogni respiro. Il sogno di una vita slow, in un posto tranquillo dove l’unica preoccupazione è quella d’essere cortesi con i propri ospiti, per molti oggi è realtà. La formula del bed and breakfast in Italia è in evoluzione, non richiede grandi investimenti e nessun complicato iter burocratico.

Se volete fare il grande passo, Photo © Fotolia

Utility vi spiega come

113


Photo © Antonio Androsiglio

nel settore dei b&b domanda e offerta sono in crescita: L’ospitalitÀ è più intima e sempre più viaggiatori vogliono entrare in contatto con lo stile di vita del territorio

114

Photo © Andrea Barbera

T

ra il dire è il fare c’è di mezzo un B&B. Dal lavoro dipendente al lavoro intraprendente. Quante volte sull’orlo di una crisi di nervi, dinanzi a un computer altrettanto esausto, una scrivania coperta di carte e promemoria, con un tic nervoso in un occhio, il capo sul piede di guerra, hai pensato: “Mollo tutto e assumo me stesso come unico e solo capo della mia vita, adios amigos!” Nella maggior parte dei casi è un impulso privo di conseguenze, un pensiero isolato. Continui a correre insieme al mondo, fino a quando ti rendi conto che da un po’ hai smesso di pensare, adeguandoti a dei ritmi automatici. E ti poni soltanto una domanda: ma io sono veramente felice? A un tratto desideri andare “slow”, avere tempo per meditare e decodificare i messaggi del cuore, assecondando i tempi della mente e non quelli dell’agenda o del capo. Nei paesi anglosassoni il fenomeno si chiama “downshifting” parola che letteralmente significa scalare la marcia, rallentare. In Italia si potrebbe tradurre con un’espressione del tipo: “lavoro meno, guadagno meno ma ho più tempo libero e ho riacquistato la mia serenità”. Non tutti i mali vengono per nuocere e la crisi professionale può diventare una grande opportunità di rinnovamento, una salutare “doccia fredda” per ritrovare motivazione, forza e inventiva. Perché sopperire al fato? La tua biografia ha bisogno di un nuovo capitolo. Ecco un titolo: “Io e la quiete del mio B&B”. Un posto tranquillo dove l’unica preoccupazione è quella di sorridere, essere gentili con i propri ospiti, garantire ordine, pulizia e augurare la buona notte. Mettere su un B&B non richiede grandi investimenti, nessun complicato iter burocratico e nessun capo che controlli ogni respiro. Inoltre lascia il tempo libero necessario per godersi la vita. La formula del Bed and Breakfast in Italia è in evoluzione. Il trend sia delle nuove aperture che della richiesta è costantemente in crescita, nonostante la crisi generale del settore turistico italiano degli ultimi anni. Sono soprattutto i prezzi a incoraggiare i turisti che spesso prolungano per tal ragione i loro itinerari di viaggio. Inoltre sempre più viaggiatori avvertono la necessità di intraprendere rapporti umani, genuini, di entrare in contatto con lo stile di vita della terra che li ospita. Il fatturato complessivo dei B&B in Italia è di circa 130 milioni di euro per una media di 6650 euro all’anno per B&B. Nove B&B su dieci utilizzano


La ricetta per aprire un B&B È necessario risiedere nell’abitazione in cui s’intende aprire la struttura. Bisogna anche tenere in conto il rispetto della sicurezza degli impianti elettrici, a gas, di riscaldamento e delle norme igieniche ed edilizie. Innanzitutto è importante recarsi all’Ufficio Turistico del comune di residenza o all’APT per la denuncia di inizio attività. I B&B italiani sono regolati da diverse leggi regionali che fanno capo alla riforma della legislazione del turismo, legge n.135 del 29 marzo 2001. L’alloggio deve avere massimo 3 camere (anche se l’Emilia Romagna e l’Abruzzo ne prevedono 4, la Sicilia 5) - debitamente arredate - per un massimo di 6 posti letto. In ogni regione il numero massimo di posti letto totali può variare: nel Lazio sono sei letti, invece nel Veneto il numero massimo di posti non è determinato mentre in Sicilia si possono avere fino a 20 posti letto. 14 metri quadri è la grandezza minima per la doppia, 8 metri quadri per la singola. Dal punto di vista fiscale non è neanche necessario aprire la partita iva: basta esercitare l’attività in modo saltuario e tenendo conto che la chiusura è obbligatoria per almeno tre mesi. La parola d’ordine è assicurare ai clienti un servizio che si avvale di una buona organizzazione familiare, fornendo una ricca prima colazione. L’attività non è subordinata alle autorizzazioni condominiali. Cortesia, ospitalità e buon umore e il piatto è pronto. D.S.

dalla Sicilia al Costa Rica

Un b&b per surfisti: storia di un sogno realizzato

Da San Leone di Sicilia a Santa Teresa in Costa Rica. L’agrigentino trentaquattrenne Ugo De Castro ha coronato il suo sogno di vivere quotidianamente la sua passione per il surf. Ha costruito una prima casetta sulla spiaggia e col tempo altre da affittare. Oggi è proprietario di un mini villaggio in perfetto stile tropicale in Costa Rica. “Con circa 40.000 euro, ho acquistato sette anni fa un vasto pezzo di terra a Santa Teresa. Da lì è iniziata la svolta della mia vita” rivela Ugo. “C’erano solo alberi di mango e qualche palma. Le casitas rispettano la natura e lo stile selvaggio del luogo, mantenendo il feeling della vacanza d’avventura”. “Surfcasitas”, questo

è il nome del b&b versione tropicale di De Castro, è a due passi dalla spiaggia, immerso in una vegetazione fittissima abitata da scimmiette e iguane giganti ma dotato di tutti i confort. “Dal punto di vista personale è il concretizzarsi di un sogno. Dal punto di vista lavorativo, gli introiti sono buoni e promettenti”. Ugo fa surf due volte al giorno. È divenuto il punto di riferimento per molti turisti italiani, surfisti e non, ed è l’ispirazione per tanti sognatori che nei noiosi e rigidi inverni lo contattano per continuare a fantasticare. Se volete saperne di più di lui e della sua avventura: www.costaricasurfcasitas.com D.S.

115


il web per farsi conoscere sul mercato. L’età media dei turisti che lo scelgono è compresa tra i 25 e i 40 anni. Il B&B è il luogo dove sentirsi a casa nonostante le miglia di distanza. Originalità, armonia e pulizia caratterizzano gli ambienti dall’atmosfera familiare. Serietà, correttezza e competenza garantisce soggiorni piacevoli e confortevoli. Il cliente è un amico: ospitalità e cortesia sono le caratteristiche principali di coloro che aprono le proprie dimore a visitatori di tutto il mondo. Dopo una bella dormita ad attendere i tuoi ospiti una colazione abbondante e via: in giro a fare i turisti. L’opportunità è negli occhi di chi la sa vedere. Sempre e ovunque. Un B&B è il luogo dove dare inizio anche alla propria vita-vacanza. Via dallo stress, dal capo, da una routine sistematica e fredda. Il luogo ideale dove aprire le braccia al mondo.

Leggere

“Come aprire un bed & breakfast in Italia. Dall’idea alla realizzazione” di Rita Apollonio e Giulia Carosella (Collana Trend, pp. 176, 18 euro). Una guida pratica dedicata all’argomento con infomazioni utilit e 170 indirizzi per la realizzazione di un progetto. Il marketing del Bed & Breakfast di Giacomo Pini, Alice Corbari e Stefania Maltoni (Ed. Agra, pp. 156, 22 euro). Ben fatto, descrive minuziosamente come organizzare questa nuova formula di ospitalità.

ascoltare

Non saranno in molti a saperlo, ma esiste una canzone dal titolo “Bed & breakfast man” dei “Madness”, un gruppo che era ai vertici delle classifiche europee nel 1980. Su You Tube gira il videoclip della canzone: a metà tra cult, vintage e trash. Fate voi.

vedere

“Bed & breakfast” è anche il titolo di un film di Robert Ellis Miller del 1992 con Roger Moore e Talia Shire. Buon cast per una garbata commedia a sfondo rosa, prodotta nel 1989 ma distribuita solo tre anni più tardi.

cliccare

www.bed-and-breakfast.it, punto di riferimento ufficiale dei b&b in Italia. Aggiornato in tempo reale e ricco di informazioni utili: promuove ogni anno il “b&b day”, un week-end che permette di usufruire di una notte gratis a chi decide scegliere le strutture che aderiscono all’iniziativa. www.bbdormire.com offre dal 2007 una vetrina gratuita per i gestori di strutture alternative agli hotel, e un servizio veloce e intuitivo di ricerca di bed and breakfast su tutto il territorio italiano.

Photo © Antonio Androsiglio

Photo © Antonio Androsiglio

Il fatturato complessivo dei B&B in Italia è di 130 milioni di Euro. L’età media dei turisti che li scelgono è compresa tra i 25 e i 40 anni

oltre le righe

Photo © Gaia Anderson

LE BICICLETTE: un bed & breakfast su due ruote

116

L’amore per le bici e per la gente sono stati i motori della sua idea. Giovanni Iraci fa l’avvocato e ha deciso di smettere ogni tanto la toga, per aprire il b&b “Le biciclette” a S. Vito Lo Capo (Trapani). Perché hai deciso di aprire un b&b? Amo condividere le mie passioni: San Vito Lo Capo è una di queste. Ho aperto il b&b nella casa dove ho trascorso gran parte delle mie vacanze, per far conoscere agli altri questo luogo incantevole. L’iter burocratico per mettere su un’iniziativa del genere è complicato? Ho predisposto un progetto per adeguare la casa agli standard di un b&b. Ogni comune ha le sue prescrizioni. Devi essere proprietario e residente nell’immobile, comunicando l’inizio attività all’ufficio del turismo e attendendendo l’attribuzione delle stelle. L’investimento iniziale è elevato? Non molto. Dipende dai servizi che si vogliono offrire e dalle condizioni in cui si trova la struttura preesistente. J.T.



Photo Š McKay Savage

social utility

118


“Little Sri Lanka” in Italia crescono Storie di ordinaria integrazione

Sfuggiti alla guerra civile scoppiata nel loro paese e finita circa un anno fa, dal 1983 decine di migliaia di tamil hanno cercato rifugio in Europa e in Nord America. Gentili, instancabili lavoratori, legati alle tradizioni e alla famiglia, oggi molti di loro, che in patria erano ingegneri, operai specializzati e poeti, fanno i collaboratori domestici o hanno piccole attività commerciali nella Penisola. Il viaggio di Utility all’interno di una delle comunità straniere più numerose nel nostro territorio, passa attraverso i racconti di alcuni dei tanti volti che si possono incontrare per strada nelle molte “little Sri-Lanka” nate nelle nostre città di Junio Tumbarello

I

l loro sorriso e il loro aspetto garbato li rende riconoscibili in mezzo ai tanti stranieri che vivono in Italia. Per quanto, naturalmente, non si possa fare di tutta l’erba un fascio, sono grandi lavoratori, disponibili, tranquilli, riflessivi, ma talvolta impetuosi e irritabili come è tipico del temperamento di chi è nato ai tropici. Sono gli abitanti del-

119


Sopra, donne tamil in processione alla festa dello Sri Muthu. (Photo © Jeyarajah Saravanamuththu) A fianco, le ragazze della scuola di danza Bharathanatyam con la maestra Thisaruban Logini. A sinistra, Muraleetharan Thiraviam

lo Sri Lanka, conosciuta anche come la “lacrima dell’India”, uno Stato indipendente dell’Asia meridionale su un’isola dell’Oceano Indiano. Separata dalla punta dell’India a cui originariamente era unita, dallo stretto di Palk, largo appena 35 chilometri. Il loro numero in Italia non è preciso, nonostante rappresenti una delle comunità straniere più folte: secondo

120

La presenza in Italia degli srilankesi è caratterizzata da tre distinte realtà: quelli che vivono in piccoli gruppi, quelli che appartengono a ordini religiosi, e poi ci sono le comunità

una stima del 2003 dell’ambasciata di Sri Lanka a Roma in Italia ci sarebbero 80.000 srilankesi regolarmente registrati, mentre un’indagine Istat risalente al 2001 parla di 24.474 presenze e, ancora, secondo la Caritas sarebbero 35.845. Se volessimo fare una media approssimata tenendo conto dei tre dati potremmo dire che la comunità srilankese italiana è costituita da un numero di persone che varia da 45.000 a 50.000. Il viaggio di Utility all’interno di questa comunità straniera che è ormai perfettamente integrata con la nostra popolazione passa attraverso le storie di alcuni dei tanti volti gentili che si possono incontrare per strada nelle tante “little Sri-Lanka” che si sono sviluppate nelle nostre città.


Un conflitto lungo venticinque anni

Finita la guerra, continua la lotta di Sureka Kumarasamy

N

ella mia isola convivono – per modo di dire – due etnie: i singalesi, che sono la maggioranza e i tamil, ormai in netta minoranza. Dopo una lunga colonizzazione, gli inglesi, nel 1948, lasciano il paese nelle mani dei cingalesi, passaggio che segna l’inizio del genocidio del popolo tamil. Il governo cingalese inizia, infatti, a strappare al popolo tamil tutti i diritti fondamentali. Negli anni, le opprimenti discriminazioni portano il popolo tamil a lottare per la propria indipendenza. Inizialmente, limitandosi a scioperi della fame e sit-in pacifici, secondo gli ideali del Mahatma, ma non ottenendo alcun risultato, l’unica soluzione sembra essere una guerra. Non è però una guerra equa: i tamil, infatti, non hanno un esercito ufficiale, e contro le uniformi cingalesi l’unica speranza di salvezza sono le migliaia di ragazzi e ragazze, che, per la patria hanno sacrificato la loro vita e non solo, lasciando a casa famiglie e parenti, per sempre. Ma se spesso, le azioni di questi giovani, spinti dall’amore per la patria e per il proprio popolo, sono state definite illegali, non è mai stato detto niente dei gas chimici e delle bombe a frammentazione usate dai cingalesi nella repressione, e proibite invece nel resto del mondo.

Wiki dice che “la guerra civile dello Sri Lanka è un conflitto nato nel 1983 e che è terminato nel 2009. È una guerra i cui si sono scontrati il governo e le Tigri di Liberazione del Tamil Eelam”. La guerra si è conclusa dopo tre decenni di scontri, portando con sé migliaia di civili tamil; un popolo, ormai decimato nel proprio paese, che si ritrova senza passato nè futuro, segnato dalle migliaia di anziani e bambini massacrati, di donne violentate e giovani rapiti e mai più ritrovati. Il 26 aprile 2009, stremati dalle azioni governative, il Tamil Eelam ha dichiarato tregua unilaterale. Ma l’esercito governativo non si è fermato, e il 10 maggio ha eliminato altre 378 persone, sia militanti che civili. Il 18 maggio, il leader delle Tigri, Velupillai Prabhakaran è stato ucciso in un’imboscata dei soldati governativi. Si stima che i morti siano stati 700 mila. Oggi, nei giornali e in televisione, si dice che la guerra è finita. In realtà è finita solo quella armata, dei fucili e delle bombe, ma la lotta continua ancora. Nelle scuole il cingalese è stato imposto come unica lingua e gli studenti, quelli che possono, vanno a scuola con il terrore di essere vittime del loro destino. Molti tamil oggi, vivono all’estero – in Svizzera, in Italia, Francia e Inghilterra – e nonostante continuino a chiedere aiuto all’Onu e alle potenze mondiali, nessuno è intervenuto.

Repubblica democratica socialista dello Sri Lanka Fino al 1972 il nome ufficiale dello stato dello Sri Lanka era “Ceylon”

20.743.000

sono gli abitanti. Il 74% è di etnia singalese, il 18% è costituito dai tamil.

4 febbraio 1948 è la data dell’indipendenza dal Regno Unito e della nascita dello Sri Lanka

I tamil cercano di non perdere le loro tradizioni, pur vivendo da tempo lontani dalla patria. Entrando nelle loro case, si trova sempre un film in lingua tamil in tv o uno stereo che diffonde la loro musica Muraleetharan, Jeyarajah, Mallika, Mathusha, Jenusan, Sureka, Thisaruban e Thanushan, ci hanno raccontato qualcosa della loro vita qui in Italia. La presenza degli srilankesi in Italia è caratterizzata da tre ben distinte realtà. Da un lato, ci sono tamil che vivono isolatamente o in piccoli gruppi in varie aree del territorio, giunti nel nostro paese per cercare lavoro (alcuni sono ingegneri e informatici che vengono a fare un periodo di esperienza lavorativa in Italia) e, in genere, con prospettive di soggiorno abbastanza brevi. Dall’altro, ci sono i tamil che appartengono a ordini religiosi cattolici e che vivono in conventi e parrocchie italiane. E poi ci sono le comunità, insediamenti anche molto numerosi che in genere comprendono persone che

hanno prospettive di soggiorno molto lunghe, talvolta anche definitive. In Italia ci sono alcune comunità tamil di dimensioni piuttosto rilevanti. Le più importanti sono situate a Bologna, Napoli e Palermo, ma ce ne sono anche a Milano, Torino e Reggio Emilia. In queste città si sono costituite anche diverse associazioni come la TYO (Tamil Youth Organisation) che riuniscono i tanti srilankesi presenti nello Stivale. “L’obiettivo principale della nostra associazione è quello di sensibilizzare i cittadini italiani sulla questione dei diritti umani in Sri Lanka – ci spiega Thanushan, responsabile italiano dei Giovani Tamil, che oggi vive a Torino - in particolare sui crimini di guerra commessi dal governo singalese ai danni dei civili tamil. L’intento è creare una rete tra i giovani di

121


seconda generazione, collaborando con le altre associazioni tamil, per organizzare gare di atletica e tornei di calcio, ma anche per gestire scuole di lingua tamil per bambini e aiutare le famiglie tamil appena arrivate”. La religione e la famiglia giocano un ruolo fondamentale nella loro vita, le loro tradizioni esercitano una forte influenza su entrambe e tutti gli srilankesi, in generale, sono molto legati alla loro cultura d’origine. Anche se sono tanti gli italiani che continuano a fare questa gaffe, una trasgressione non è mai perdonata: nessun srilankese apprezza di essere scambiato per un Indiano del continente, essendo tutti molto orgogliosi e gelosi della loro nazionalità e della loro identità separata. Non tutti hanno la possibilità di tornare periodicamente in Sri Lanka e molti l’hanno fatto una volta sola in 10 anni di soggiorno nel nostro paese. “All’inizio quando sono arrivato, mi dava fastidio essere scambiato per un indiano, ma poi ho capito che non tutti conoscevano la storia della mia terra – racconta Muraleetharan Thiraviam, 43 anni, in Italia dal 2002 -. L’ultima volta che sono tornato in Sri Lanka, a Jaffna, dove sono nato, è stata 6 anni fa. Ora che la guerra è finita, tornerei nel mio paese al più presto ma, nonostante questo, la situazione per noi tamil non è delle migliori. Qui mia figlia può studiare e mi piacerebbe che Abina, che ha ancora 10 anni, raggiungesse l’obiettivo di conseguire il diploma”. Muralee, che prima di venire nel nostro paese, ha vissuto 11 anni a Riyad, in Arabia Saudita, facendo l’elettricista, mette a disposizione la sua casa per le lezioni di danza Bharathanatyam, che la maestra Thisaruban Logini imparti-

Gli italiani non lo sanno ma nessun srilankese apprezza di essere scambiato per un Indiano del continente, essendo tutti molto orgogliosi e gelosi della loro nazionalità e della loro identità separata sce ai bambini. “Vengono anche alcuni studenti universitari che vogliono imparare la nostra cultura, perché la danza non è solo un ballo, ma molto di più” conclude Muralee. Entrando nelle loro case, si trova sempre un film in lingua tamil che scorre in televisione sui loro canali satellitari o uno stereo che diffonde musica tamil, collezioni di romanzi rigorosamente scritti in tamil, tante foto di amici e parenti alle pareti, oggetti ornamentali e ricordi del proprio paese. I tamil cercano in ogni modo di non perdere le loro tradizioni, pur vivendo da molto tempo lontani dalla propria patria. E così

continuano a cucinare le loro pietanze saporite, a insegnare alle bambine, in scuole autogestite, le danze tipiche del loro paese, e i ragazzi organizzano veri e propri tornei di cricket. Nelle città italiane dove le comunità tamil sono più radicate, è facile imbattersi, infatti, in ristoranti dai nomi esotici o di città srilankesi, dove è possibile gustare i “Roll”, grossi e gustosi involtini di carne, patate, cipolle e cumino avvolti in una sfoglia di farina e fritti nell’olio di semi (la ricetta originaria prevede l’olio di cocco), o gli “Ulundu vadey”, ciambelline di Ulundu - un legume di origine srilankese simile ai fagiolini - ci-

Metti una sera a cena in Sri Lanka Kirei Un composto ottenuto da verdure, come ad esempio spinaci e coste, tagliate finemente, cui viene incorporato del cocco, del peperoncino e delle spezie. Particolare.

122

Pulunkalarisi Riso molto profumato, servito in bianco con attorno un condimento di carne di manzo (o anche di pollo o maiale), verdure tra cui carote, patate e coste, e alcune salse al curry e cumino.

Valaccaiporial Sono come i nostri salatini. Nel mix ci sono chicchi di mais tostato, banane verdi fritte con sale e peperoncino, patate fritte tagliate alla julienne. Gustosissimi e piccantissimi.

rotts Sono simili alle crepes e vengono preparate con un impasto di acqua, uova e farina. Sostituiscono il nostro pane, nell’accompagnare altri piatti. Da mangiare in continuazione.

Iracci È uno spezzatino di carne di vitello (non è tritato ma la carne viene tagliata a mano finemente) che viene condito con pomodoro, zafferano, curry e patate. Delizioso.

di Junio Tumbarello

Savarisi Un dolce al cucchiaio molto delicato, fatto di grano bollito con cannella, un’essenza di banana, uvetta, latte condensato e spezie. Forse dal gusto un po’ troppo particolare


A fianco, un momento alla scuola Thileepan di Palermo (Photo © Antonio Androsiglio), sotto una cerimonia in una chiesa tamil. In basso, Jeyarajah Saravanamuththu

Ormai quasi in tutte le città italiane dove le comunità tamil sono più radicate, è facile imbattersi in ristoranti dai nomi esotici o di città della lontana isola dell’Oceano Indiano polle, sale e carote. Per prepararle “i legumi si mettono a mollo un giorno prima - dice Jeyarajah Saravanamuththu, 42 anni, nato a Varani, in Sri Lanka, e da 19 in Italia - poi si frullano a crudo e si ottengono delle piccole ciambelline praticando un foro con le dita e poi friggendole nell’olio caldo”. Raja, come è chiamato da tutti, ama mangiare, inclinazione

Masala Vadai (polpette di lenticchie speziate) Ricetta di Mallika Jeyarajah Ingredienti per 4 persone: 3 tazze di lenticchie secche (Chanadal è la marca di quelle di Sri lanka) 1 tazza di cipolla tritata coriandolo tritato 1 rametto di foglie di curry, tritato finemente 2 peperoncini verdi, tritati 1/4 tazza di cocco grattugiato 2 cucchiai di polvere di peperoncino rosso 1/2 cucchiaio di fieno greco 2 cucchiai di sale

svelata anche dalle sue simpatiche rotondità, e, come la moglie Mallika, è un cuoco provetto che, oltre ad apprezzare la cucina italiana, non ha abbandonato le tradizioni culinarie del suo paese. “A pranzo di solito mangiamo italiano – ci spiega - mentre la sera cuciniamo sempre piatti tipici del mio paese”. Da qualche settimana, Raja ha ottenuto la cittadinanza italiana e da quando è arrivato in Italia, nel 1991, in compagnia di un suo compaesano che aveva parenti a Palermo, ha svolto diversi lavori come giardiniere, elettricista e, pensate un po’, aiuto cuoco. Oggi lavora come domestico e saltuariamente come imbianchino, parla bene l’italiano, e talvolta si fa sfuggire, con un’esilarante naturalezza, qualche battuta in dialetto siculo. Impossibile non parlare, poi, dei tanti

Preparazione: • Mettere a bagno in acqua le lenticchie 6 ore prima. • Prendere 1/2 tazza di Chanadal a parte. • Macinare la parte restante grossolanamente, senza aggiunta di acqua. • Mescolare la pasta con la restante parte di lenticchie, cipolla, coriandolo, peperoncino, noce di cocco, fieno greco, peperoncino in polvere, e il sale. • Scaldare l’olio in padella, fare delle polpettine di pasta e friggere fino a quando non diventano dorate e croccanti.

123


I tamil in Italia conducono una vita tranquilla. Frequentano i loro luoghi di ritrovo e quelli di culto nelle diverse città italiane, organizzano feste tra compaesani e tornei di cricket piccoli market dai mille colori, dove è possibile trovare quasi tutti gli ingredienti (freschi e non) originari della lontana isola dell’Oceano Indiano. Entrando in uno di questi negozietti è facile rimanere colpiti alla vista dei tanti sacchi di juta pieni delle migliori e più svariate qualità di riso: primo fra tutti il Basmati, una varietà a grano lungo, famosa per la sua fragranza e il gusto delicato, il cui nome significa “Regina di fragranza” in hindi. Si dice che il miglior Basmati provenga dalle colline ai piedi dell’Himalaya, dove è coltivato il Dehra Dun, la più pregiata delle varietà. I tamil in Italia conducono una vita tranquilla. Una volta, ai tempi delle prime ondate migratorie avevano dei loro posti di ritrovo nelle diverse città della penisola, poi in molti lavorando, hanno potuto comprarsi una casa e oggi, scambiandosi reciproca ospitalità, si frequentano e organizzano feste tra compaesani. Di giorno, mentre i genitori lavorano, i bambini vanno a scuola:

la mattina quella italiana, il pomeriggio quella tamil. I più piccoli frequentano le “chioley”, che sono come i nostri giardini d’infanzia. “In queste scuole, che di solito sono aperte da lunedì al venerdì, s’insegna la lingua tamil, la religione indù e cristiana, l’inglese, l’informatica e la matematica – spiega Sureka Kumarasamy, 27 anni, nel nostro paese dal 1991, insegnante di lingua tamil nella scuola Thileepan di Palermo -. Sono circa cento i bambini che frequentano il nostro istituto e gli insegnanti sono tutti volontari”. Sureka, infatti, la mattina lavora come collaboratrice domestica e il pomeriggio insegna. Era tornata nel 1994 in Sri Lanka ma, nonostante l’attaccamento alla sua terra, la situazione era divenuta pericolosa ed è stata costretta a tornare in Italia. Oggi vive a Palermo ed è una delle devote di Santa Rosalia, la patrona del capoluogo siciliano. “Santa Rosalia o Shiva è la stessa cosa – conclude Sureka - Dio è solo uno a prescindere da come lo si chiama e la fede o ce l’hai o non ce l’hai”.

“Little Sri Lanka” in Italy Milano Abitano in via Cesare da Sesto, a due passi da Sant’Ambrogio. Sono arrivati per aprire, nel cuore di Milano, una ventina fra alimentari, phone center e negozi di vario genere. Una piccola enclave di immigrati cattolici. Pregano nella chiesa di S. Stefano, mentre al teatro Don Guanella di via Dupré, organizzano spettacoli. Secondo dati del Comune di Milano del 2008, le presenze in tutto il Milanese si attestano a 11.083.

124

Vicenza Nell’intero comune se ne contano 328. Dal 1998 esiste un’associazione, nata per lo studio e la diffusione della loro lingua, che oggi svolge un ruolo di riferimento più ampio. In maggioranza appartengono alle religioni hiddish e cristiana, con minoranze significative come i musulmani e i testimoni di Geova. Anche qui hanno i loro posti di ritrovo per praticare sport e il gioco del cricket.

Bologna I tamil qui sono meno di mille (958 secondo l’ultima indagine). Gli uomini rappresentano circa il 75 % della comunità, le donne il 25%. Molti sono originari di Jaffna, una città a nord dell’isola. La comunità di Bologna si è costituita circa 12-13 anni fa. La maggior parte di loro sono di religione induista. Non essendoci a Bologna un tempio indù, il culto viene praticato per lo più individualmente o a livello familiare.

roma La comunità srilankese a Roma conta circa 10.000 persone. Gli srilankesi giungono qui in piccoli gruppi, ma fino agli anni ’80, la capitale era solo una tappa di transizione. È grazie alle donne che la comunità comincia a stabilirsi, dice Ananda Seneviratne, presidente dell’Associazione Sri Lanka in Italia. La spiritualità è la chiave aggregatrice della comunità. La domenica alle 17, alla Basilica dei SS. Apostoli, si ritrovano per la messa in Sinhala.

Napoli Sono presenti tamil e cingalesi in una strada caratteristica chiamata dal popolo “il Cavone”, vicino piazza Dante che, all’imbrunire, dopo il lavoro, diviene anche il punto di ritrovo dell’intera comunità. Otto su dieci dei cingalesi presenti a Napoli professano la religione cattolica, ma non sono pochi anche i buddisti, per i quali è sempre aperto un piccolo tempio. Al parco di Capodimonte si va per giocare a cricket.

di Erica La Venuta

Palermo La comunità è formata da 4.658 persone. Abitano al centro alle spalle di via Dante. Qui s’incontrano nei negozietti di alimentari o di noleggio dvd. Oltre che nella loro chiesa, altri luoghi di ritrovo sono il “Jaffna restaurant” al Borgo Vecchio, quartiere del capoluogo siciliano e o all’Ampaal, in via Sammartino. Onorano la patrona della città e si arrampicano su Monte Pellegrino, fino al santuario di Santa Rosalia, ogni domenica mattina.


Entrando in uno dei loro negozietti è facile rimanere colpiti alla vista dei tanti sacchi di juta pieni delle migliori e più svariate qualità di riso. Primo tra tutti il Basmati

A destra, una cerimonia tamil a Palermo, sopra due bambini in una scuola tamil. In basso, la maestra di scuola Sureka Kumarasamy (Photo © Antonio Androsiglio)

oltre le righe Leggere

Un classico da leggere se volete visitare la piccola isola dell’oceano Indiano è “Sri Lanka” di Gunaratna Rohan pubblicato nel 1995 (Euro 10,50). Interessante per capire la forza di questo popolo attraverso gli occhi dei bambini è il libro di foto “Flashbacks. Sri Lanka”, (Rai-Eri, 2006, Euro 25). Belli anche “Miti e leggende di Ceylon”, a cura di Graziella Englaro, Mondadori, “Aria di famiglia” e “Lo spettro di Anil”, di Michael Ondaatje, della Garzanti.

ascoltare

I “pescatori di perle”, opera di Bizet, si svolge nell’antica Ceylon. Tornando ai nostri giorni, la cantante tamil Maya Arulpragasam, in arte M.I.A., ha ottenuto il successo grazie all’album “Kala”, che ha raggiunto le vette delle classifiche hip-hop londinesi, mentre il film “The Millionaire” di Danni Boyle, sbancava i botteghini. Cavalcando l’onda Bolliwood, l’anno scorso è stata invitata agli Oscar.

vedere

www.tamilmovies.com è un sito dove potrete conoscere i film e i protagonisti del cinema tamil. Seguitissimo e conosciutissimo tra i tamil, è il punto di riferimento per le comunità sparse nel mondo. Attori, colonne sonore e trailer delle pellicole del momento made in Sri Lanka. Da vedere “La terra abbandonata”, film di Vimukthi Jayasundara del 2006.

cliccare

www.tyo.ch è il sito della Tamil Youth Organization. Ricco di informazioni sui tamil e sulla diaspora dalla loro isola. Ci sono diversi spunti anche sulla storia, sulla cucina e sulla musica tamil. Mentre www.tn.gov.in è il sito ufficiale dei tamil. Informazioni istituzionali ed eventi del mondo Sri.

125


STYLO RENT A CAR LA RICETTA PER UN AUTONOLEGGIO TURISTICO Ingredienti: PRENDETE DIECI MENTI CREATIVE,

UN LEADER CARISMATICO, UN’AVVIATA SOCIETÀ DI CAR RENTAL, TRENTA GIOVANI COLLABORATORI, UN MAGAZINE BILINGUE CHE AFFRONTA IL TEMA DEL VIAGGIO, UNA GUIDA TURISTICA ELETTRONICA DI NOME COLOMBINO (CHE – PER INCISO – RIVOLUZIONERÀ IL MODO DI VIAGGIARE), UNA BUONA DOSE D’INTUITO, COSPICUI INVESTIMENTI NEL CAMPO DELLA COMUNICAZIONE E FORTUNA QUANTO BASTA, ED ECCO GLI INGREDIENTI GIUSTI PER L’UNICO VERO AUTONOLEGGIO TURISTICO D’ITALIA

PREPARAZIONE

S

in dall’inizio Stylo Rent a car è nata con un progetto ben preciso: creare in Italia il primo autonoleggio turistico. Un autonoleggio che si ritagliasse una fetta di mercato significativa rivolgendosi ai turisti italiani e stranieri sul nostro territorio. Un car rental che, considerata la disposizione strategica in diversi centri delle città italiane e i servizi offerti alla clientela, nasce e cresce con una vocazione turistica. “Chi viaggia per vacanza vuole essere messo in grado di conoscere la località dove si reca, con i suoi monumenti, i musei, la storia, le curiosità del luogo, gli eventi più significativi o le farmacie di turno in caso di necessità – spiega l’ingegnere Vincenzo Meola, inventore del progetto Colombino -. Orbene, Stylo Rent è in grado di soddisfare al meglio le necessità del turista che viaggia in auto nel Bel Paese. E noi, oggi, abbiamo messo a punto gli strumenti adatti perché chi noleggia con Stylo possa contare su una serie di utility, come il navigatore turistico, il magazine con i nostri originali itinerari e, naturalmente, le auto di ‘tutte le taglie’ per divenire indispensabili compagni di viaggio. La nostra azienda ha sedi in diverse città

126

PROMO

italiane: a Torino, a Milano, all’interno della stazione di Porta Garibaldi, a Palermo, Catania e a Roma: proprio nella capitale abbiamo in cantiere un progetto ambizioso in una location prestigiosa. Nell’ottica di una collaborazione con gli operatori economici del territorio, abbiamo inoltre stretto convenzioni con esercizi commerciali, ristoranti, b&b e alberghi, per creare sinergia che possa portare crescita economica a noi e ai nostri partner, rendendoli essi stessi distributori dela rivista Utility e punti di noleggio e vendita del navigatore Colombino”,conclude Meola. In tal modo, coinvolgendoli nel progetto e arricchendo la propria filiera di nuovi servizi, si acquisirà grande visibilità, assicurata dal magazine ma, soprattutto, dalla piattaforma online costantemente aggiornata (www.uti-

litymagazine.it). Per raggiungere l’ambizioso obiettivo di un grande nuovo network turistico, gli strumenti adottati sono stati, oltre i prezzi competitivi, gli investimenti rilevanti in comunicazione, attraverso la collaborazione con Publipoint, società editrice di Utility Magazine. Stylo rent, già da qualche tempo, ha voluto legare a doppio filo il proprio marchio all’immagine dello spettacolo, del turismo e del grande sport, coniugando l’enorme visibilità e il relativo ritorno pubblicitario, garantita dalla stabile presenza in alcuni dei templi del calcio professionistico italiano, al desiderio di trasmettere un’immagine di brand giovane e al passo con i tempi. Sin da quando è nata , Stylo rent ha deciso di investire per rendere stra-


Le nostre sedi

Palermo

Via La Marmora, 86 Tel.:091347829

Catania

Stazione Centrale P.zza Giovanni XXIII Tel.: 095535693

Roma

Parco Leonardo Aeroporto L. da V inci 800.910.680

Torino

Stazione Corso Francia Corso Francia, 4bis/A Tel.: 0114730451

Milano

Stazione Porta Garibaldi P.zza Freud, 1 Tel.: 0265560642 tegica la sua presenza sul mercato nazionale e di migliorare l’immagine aziendale con l’acquisizione di standard ben definiti per quanto riguarda il personale di contatto con la clientela. Non ultimo in ordine d’importanza, tra gli step necessari al raggiungimento degli obiettivi di business, c’è stato il restyling del sito www.stylorentacar.com, per cui è stata realizzata una piattaforma online molto intuitiva, con un lay-out accattivante e con un sistema di prenotazione veloce ed efficiente. “Realizzando il nuovo sito – dice Giuseppe Scopelliti, webmaster - si è migliorata la presenza grafica in maniera tale da rendere più piacevole e più facile il riconoscimento dell’immagine aziendale e del mercato di riferimento, in modo che non sia solamente uno strumento finalizzato alla

strategia del marketing, ma che riesca a creare nei visitatori una aspettativa di affidabilità e di autorevolezza”. Stylo rent non è soltanto una compagnia di autonoleggio, ma anche un compagno di viaggio con i suoi due strumenti: Utility, (edito da Publipoint), e Colombino (Colombo ha scoperto l’America, Colombino farà riscoprire l’Italia), la prima vera guida turistica elettronica. “La nostra azienda ha potuto contare sulla collaborazione di un prestigioso istituto finanziario come Banca Nuova, che dà sempre fiducia alle buone idee e alle giovani società – afferma Vincenzo Meola - grazie alla lungimiranza del direttore generale Francesco Maiolini, che ci ha anche messo a disposizione la sede di Mondello - la spiaggia più turistica di Palermo - per girare lo

PROMO

127


spot di Colombino, fiore all’occhiello di Stylo rent. Abbiamo sempre creduto che il co-marketing sia la chiave vincente, specie in questi momenti di crisi. Da tempo infatti stiamo collaborando con diverse altre aziende come Marinella di Napoli, Flaminia Computer Apple center di Roma e tanti alberghi come il Majestic di Roma, il gruppo NH hotel, o il Donna Laura Palace e il ristorante Le Grotte, entrambi a Roma. (Consulta la rubrica “Dove trovi Utility”, anche sul sito online n.d.r.). Attualmente stiamo lavorando con Alessandro Petta, imprenditore nel mondo della profumeria, che sta studiando alcune fragranze ispira-

128

PROMO

te ai resort e agli alberghi di gran lusso. L’olfatto, d’altronde, è il senso che maggiormente lascia segni indelebili nella memoria: e il neuro-marketing è una scommessa su cui abbiamo puntato”. “Siamo certi di aver creato qualcosa di nuovo - conclude Vincenzo Meola -. Speriamo, dopo notevoli investimenti in termini economici e di risorse umane, di essere d’aiuto agli altri operatori economici. Abbiamo creato un network turistico che potrà servire, da una parte a divenire compagni di viaggio indispensabili per il turista, dall’altra, a farci volano di sviluppo economico per il territorio”.


Nella foto sopra: la caratteristica pompa di benzina americana presente in tutte le stazioni Stylo Rent “dove si fa il pieno di cortesia”. A fianco: la sede Stylo di Torino. Nell’altra pagina, in alto il nuovo sito Stylo, in basso il giocatore del Torino Pià in maglia Stylo, di cui è stato sponsor.

PROMO

129


Foto © David Garcia Pèrez

turisti per fede

di DIO I

I GLOBETROTTER

di Pietro Scaglione

n tutto il mondo, milioni di persone viaggiano per devozione, alla ricerca della fede o per sete di conoscenza religiosa. Chiese, moschee, sinagoghe, templi, monasteri e santuari rappresentano non soltanto importanti mete spirituali, ma anche preziose testimonianze artistiche e architettoniche. Vi sono, poi, i luoghi-simbolo delle religioni millenarie: San Pietro per il Cristianesimo, La Mecca per l’Islam, il Muro del Pianto di Gerusalemme per l’Ebraismo, il Tibet per il Buddhismo e il fiume Gange per l’Induismo. I “Globetrotter di Dio”, come potremmo definire i viaggiatori per fede, rappresentano la versione moderna dei pellegrini: coniugano il preminente interesse spirituale con l’attenzione per l’ambiente, per la cultura e per la storia delle mete sacre che visitano. Il turismo religioso (vera novità delle ultime edizioni della Bit) è un settore in espansione, grazie ai circa 300 milioni di viaggiatori per fede ogni anno. Una grossa fetta di “Globetrotter di Dio” è rappresentata dai turisti religiosi italiani (ben 35 milioni, di cui 14 milioni pellegrini in senso stretto). Al contrario di quanto si possa immagi-

130

RAPPRESENTANO LA VERSIONE MODERNA DEI PELLEGRINI: CONIUGANO IL PREMINENTE INTERESSE SPIRITUALE CON L’ATTENZIONE PER L’AMBIENTE, PER LA CULTURA E PER LA STORIA DELLE METE SACRE CHE VISITANO. IL TURISMO RELIGIOSO È UN SETTORE IN ESPANSIONE, GRAZIE AI CIRCA 300 MILIONI DI VIAGGIATORI PER FEDE OGNI ANNO nare, i giovani sono molto interessati ai viaggi spirituali. Il primato europeo del turismo religioso spetta a Santiago de Compostela, la città spagnola riconosciuta dal Consiglio di Europa come meta culturale e spirituale di grande importanza. Situata nella regione autonoma della Galizia, Santiago ospita il santuario con la tomba di San Giacomo (molto venerata dai cattolici). Molti intraprendono il “Cammino di Santiago” attraversando a piedi la Francia, i Pirenei e la Spagna, spinti da motivazioni non soltanto religiose, ma anche culturali, filosofiche o di altro genere. Uno degli intrepidi pellegrini moderni è il celebre fotoreporter Letterio Pomara, autore di un libro di successo edito dalle Paoline: “Santiago, la Fuerza del Camino”. Dopo avere percorso 800 chilometri a piedi in 31 giorni, Pomara non ha dubbi: “Il Cammino di Santiago continuerà a esistere, fino a quando ci saranno questi

colori, il rispetto della gente e delle loro religioni, la sensazione di libertà che genera e la voglia di vita che crea. Sino a quando rimarrà un luogo magico che da secoli affascina pellegrini di ogni razza, età, credo, ma ancor di più chi ci vive”. La seconda meta più popolare per il turismo religioso europeo è Lourdes, la cittadina francese situata nel cuore dei Pirenei. Sin dalla seconda metà dell’Ottocento, il pellegrinaggio a Lourdes rappresenta un’esperienza di fede per i cristiani, una speranza di guarigione per i malati e una ragione di vita per ogni cuore afflitto. La notorietà di Lourdes inizia nel 1858, anno della prima apparizione della Madonna agli occhi della religiosissima Bernadette Soubirous, figlia di un umile mugnaio della zona. Da quel momento, milioni di pellegrini si recano a pregare davanti alla Grotta delle Apparizioni e al santuario di Lourdes. Ma la cittadina francese è apprezzata anche per gli splendidi pae-


Foto © Giovanni Barberi

Foto © Manuel da ros Nella pagina a fianco, Santiago di Campostela. Nella foto sopra, un’angelo del Vaticano A destra, il Santuario di Padre Pio a San Giovanni Rotondo

la conoscenza e la promozione degli itinerari religiosi costituiscono una qualificante opportunità di valorizzazione del territorio, in termini culturali e turistici. in italia tappe importanti sono san giovanni rotondo, la via di san benedetto e il santuario della madonna di loreto saggi incontaminati e per le bellezze artistiche e naturali. Un’altra meta spirituale molto cara ai cattolici è il santuario di Fatima, in Portogallo, dove nel 1917 la Madonna apparve a tre pastorelli. Da oltre 90 anni, i “segreti di Fatima” interrogano credenti e non credenti, storici e politici, preti e laici. Quale fu il contenuto delle “rivelazioni” della Madonna ai tre pastorelli? La Seconda Guerra Mondiale? L’attentato a Papa Giovanni Paolo II? La “minaccia interna” alla Chiesa? Uno degli itinerari spirituali più antichi (e oggi in fase di riscoperta) è la Via Francigena (dichiarata “Itinerario culturale del Consiglio di Europa). In passato, la Via Francigena era l’incrocio tra le strade che conducevano alle tre principali mete religiose cristiane del Medioevo: Roma, Gerusalemme e Santiago de Compostela. Per questo motivo, l’Italia era percorsa continuamente da pellegrini provenienti da ogni parte d’Italia e diretti a Roma.

Il pellegrinaggio da Canterbury a Roma, effettuato dal vescovo Sigerico nel X secolo rappresenta una delle testimonianze più significative di questa affascinante rete di vie di comunicazione in epoca medievale. Oggi, il percorso della Francigena giace in parte sotto l’asfalto delle autostrade e delle strade statali, ma è nata una “Rete degli amanti della Francigena” che, con vernice e pennello, hanno iniziato a segnare sentieri e percorsi medioevali. In generale, la conoscenza, la promozione e il recupero degli itinerari religiosi costituiscono una qualificante opportunità di valorizzazione del territorio, in termini culturali e turistici. Si pensi ad altre importanti mete italiane di pellegrinaggio, da San Giovanni Rotondo (dove si trova il santuario di Padre Pio) alla Via di San Benedetto, dal santuario di Pompei alla Basilica di Sant’Antonio da Padova, dal santuario della Madonna di Loreto ai percorsi umbri sulle tracce di San Francesco e Santa Chiara.

OLTRE LE RIGHE LEGGERE: Guida al cammino di Santiago de Compostela. Oltre 800 chilometri a piedi da Roncisvalle a Finisterre, (euro 17,00, 2006, 173 pagine) di A. Curatolo e M. Giovanzana, edito da Terre di Mezzo. Altra lettura è Pellegrinaggio ieri e oggi, 15,49 euro, 2000, 328 pagine, di A. Salvatori, editore Edizioni Rosminiane Sodalitas. ASCOLTARE: “En franso i ero de grando guero” del 1982 e “L’aze d’alegre” del 1984, musica tradizionale dei Lou Dalfin. VEDERE: Due pellicole cult della cinematografia sono Nostra Signora di Fatima di John Brahm del 1952, con Susan Whitney, Sherry Jackson, Carl Milletaire, Sammy Ogg, Gilbert Roland, Angela Clarke, Frank Silvera. Prodotto in USA. Durata: 102 minuti; e Bernadette, di Henry King. Con Lee J. Cobb, Vincent Price, Jennifer Jones, Charles Bickford. CLICCARE: www.pellegrinaggio. org è il sito ufficiale del pellegrinaggio a piedi Macerata/Loreto. Un altro punto di riferimento è www. orpnet.org, sito ufficiale dell’opera romana pellegrinaggi.

131


ultima spiaggia

Foto © Éole

UN TUFFO dove l’acqua è più blu

CON L’ARRIVO DELLA BELLA STAGIONE SONO STATE ISSATE CENTODIECI BANDIERE BLU PER LE SPIAGGE PIÙ INCONTAMINATE D’ITALIA. SONO “LE MEDAGLIE” ECOLOGICHE ASSEGNATE DAL FEE, LA FONDAZIONE EUROPEA CHE SI OCCUPA DI AMBIENTE, ALLE LOCALITÀ E AI COMUNI RIVIERASCHI IMPEGNATI NELLA TUTELA DELLA NATURA. DICIASSETTE SOLO NEL LITORALE DELLA TOSCANA. AL SUD QUELLI MENO VIRTUOSI di Manuela Laiacona

S

ventolano bandiere blu sul Bel Paese e l’estate al mare diventa sempre più sostenibile. Da nord a sud, sono 110 le spiagge e le riviere promosse quest’anno dal Fee (Foundation for Enviromental Education) organizzazione europea non governativa e no profit. Il programma di tutela e salvaguardia dell’ambiente marino e costiero che opera in ben 41 paesi del mondo, che ogni anno assegna, come vere e proprie eco-label (certificazioni ambientali), bandiere blu ai Comuni rivieraschi e alle località impegnate nel turismo sostenibile. Sul banco di prova sono diversi i parametri da rispettare in conformità con la Direttiva Europea per aggiu-

132

dicarsi il riconoscimento. Un esame difficile da superare, anche a fronte dei periodici e severi monitoraggi di conformità effettuati in loco da parte di osservatori FEE. Dalla certificazione ambientale alla qualità delle acque di balneazione, dalla depurazione delle acque reflue alla gestione dei rifiuti, alle attività di pesca sostenibile, ai servizi e sicurezza, nonché l’impegno nell’educazione ambientale e attività d’informazione. Sono questi gli imperativi internazionali dettati dall’organizzazione: una politica di garanzia per la vivibilità del territorio e di contenimento degli effetti causati dalla pressione turistica. Il sistema di assegnazione viene coordinato da una Giuria Nazionale che dopo avere pas-

sato al vaglio i Comuni idonei al programma stila una classifica. A comporla sono anche i rappresentanti del Dipartimento del Turismo del ministero delle Attività agricole e forestali, il Comando Generale della Capitaneria di Porto, ENEA, ISPRA e Coordinamento assessorati al Turismo delle regioni. Insomma, ottenere una bandierina blu è più che un traguardo. Una dura selezione che non fa sconti e rimane a oggi l’unica rotta attendibile per turisti e bagnanti che vogliano approdare nelle aree incontaminate del Paese, ma soprattutto uno stimolo agli attori del territorio a preservare e valorizzare un patrimonio sempre più vessato da cementificazione e abusivismo.


Foto © Ricardo Francone Foto © Cristiano Cani

Non solo i litorali però ricevono le bandierine, anche gli approdi turistici. Luoghi di accoglienza che per primi devono aprire il sipario su un modo di vivere e concepire il mare sostenibile. Per l’Italia, che conta 15 regioni sul mare, sottoporsi al vaglio della FEE è quindi un passo obbligato. Nella classifica Liguria e Toscana salgono in testa come le regioni più virtuose. Ciascuna con 17 e 16 bandierine. In ex equo con la Toscana le Marche. Poche bandierine invece alle regioni che stanno nel cuore del Mediterraneo, la Sardegna con solo due bandierine date a Santa Teresa Gallura e alla Maddalena, e Sicilia che ne mantiene quattro con Fiumefreddo di Sicilia, Pozzallo, Marina di Ragusa e Menfi.

In questa pagina: Due spiaggie italiane alle quali è stata riconosciuta la prestiogiosa bandiera blu.

133


PIEMONTE VERBANIA 1. Cannerio Riviera 2. Cannobio LIGURIA IMPERIA 3. Camporosso 4. Bordighera SAVONA 5. Loano 6. Finale Ligure 7. Noli 8. Spotorno 9. Bergeggi 10. Savona 11. Albissola Marina 12. Albissola Superiore 13. Celle Ligure 14. Varazze GENOVA 15. Chiavari 16. Lavagna 17. Monegli LERICI 18. Lerici 19. Ameglia -Fiumaretta TOSCANA LUCCA 20. Forte dei Marmi 21. Pietrasanta 22. Camaiore 23. Viareggio PISA 24. Pisa - Marina di Pisa; Tirrenia Calambrone LIVORNO 25. Livorno - Antignano; Querciarella 26. Rosignano Marittimo Castiglioncello; Vada 27. Cecina 28. Bibbona Marina di Bibbona 29. Castagneto Carducci 30. San Vincenzo 31. Piombino - Ritorto Parco Naturale della Sterpaia GROSSETO 34. Follonica 31. Castiglione della Pescaia 32. Grosseto - Marina di Grosseto Principina a mare 35. Monte Argentario FRIULI VENEZIA GIULIA UDINE 36. Grado GORIZIA 37. Lignano Sabbiadoro VENETO VENEZIA 38. San Michele al Tagliamento Bibione GORIZIA 39. Caorle 40. Eraclea - E. Mare 41. Jesolo 42. Cavallino Treporti 43. Venezia - Lido Venezia EMILIA ROMAGNA FERRARA 44. Comacchio Lidi Comacchiesi RAVENNA 45. Ravenna Lidi Ravennati 46. Cervia - Milano Marittima Pinarella FORLI - CESENA 47. Cesenatico 48. San Mauro Pascoli - San Mauro Mare RIMINI 49. Bellaria Igea Marina 50. Rimini 51. Cattolica MARCHE PESARO - URBINO 52. Gabicce - Gabicce Mare

134

12

13 14 11 15 17 9 5 7 1012 1819 16 21 346 8 20 23 25 22 24 26 27 29 28 31 30 33 32 34 35 116

117

36 40 38 42 41 39 37 43 44 45 47 46 49 48 51 53 50 52 55 57 545658 59 6061 65 62 6366 64 6769 6870 71 72 7375 77 74 76 79 78 80 100 81

Ecco dove sventola la bandiera blu

101

82 83 84 8586 87 8990 88 91 93 92 95 97 99 94 96 98

53. Pesaro 54. Fano 55. Mondolfo - Marotta ANCONA 56. Senigallia 57. Ancona Portonovo 58. Sirolo 59. Numana MACERATA 60. Porto Recanati 61. Potenza Picena - Porto Potenza Picena 62. Civitanova Marche ASCOLI PICENO 63. Porto Sant’epidio 64. Porto San Giorgio 65. Cupra Marittima 66. Grottamare 67. San Ben. del Tronto ABRUZZO TERAMO 68. Martinsicuro 69. Alba Adriatica 70. Tortoreto 71. Giuliananova 72. Roseto degli Abruzzi 73. Pineto 74. Silvi Marina CHIETI 75. Ortona 76. San Vito Chietino 77. Rocca San Giovanni 78. Fossacesia 79. Vasto 80. San Salvo MOLISE CAMPOBASSO 81. Termoli LAZIO ROMA 82. Anzio LATINA 83. Sabaudia 84. San Felice Circeo

102

105 103 104 106 108 107 109

100 101 112 115 85. Sperlonga 114 86. Gaeta CAMPANIA NAPOLI 87. Massa Lubrense SALERNO 88. Positano 89. Agropoli 90. Castellabate 91. Montecorice - Agnone; CapitelloX 92. Pollica - Acciaroli; Pioppi 93. Casal Velino 94. Ascea 95. Pisciotta 96. Centola - Palinuro 97. Vibonati - Villammare 98. Sapri BASILICATA POTENZA 99. Maratea PUGLIA FOGGIA 100. Rodi Garganico BARI 101. Polignano a mare BRINDISI 102. Ostuni - M. di Ostuni TARANTO 103. Castellanda 104. Ginosa - M. di Ginosa LECCE 105. Castro Marina 106. Melendungo 107. Salve

113

CALABRIA COSENZA 108. Cariati - Marina di Cariati CROTONE 109. Cirò Marina - Punta Alice REGGIO CALABRIA 110. Roccella Jonica 111. Marina di Gioisa SICILIA CATANIA 112. Fiumefreddo di Sicilia Marina di Cottone RAGUSA 113. Pozzallo 114. Ragusa - Marina di Ragusa AGRIGENTO 115. Menfi SARDEGNA OLBIA-TEMPIO 116. Santa Teresa Gallura Rena Bianca 117. La Maddalena - Punta Tegge; Spalmatore



u-tech

136


3d 3D 3d breve brevestoria storia del del

ecco come e chi ci ha fatto

uscire dagli scher rmi

L’evoluzione del 3D viene da lontano e sono già diverse le tecniche disponibili per vedere o vivere in tre dimensioni. Tanti i ricercatori che in passato hanno spianato la strada per questo tipo di tecnologia: oggi console, tv e proiettori che consentono di “entrare” letteralmente dentro giochi e film sono una realtà. Utility vi racconta come ci siamo arrivati

FF

di Manuela Laiacona

uture from the Past. Con i mondiali 2010 in 3D il futuro oramai è di casa. Anche se più che di futuro si dovrebbe parlare di passato. Perché la tecnologia che dalle sale del cinema si appresta a entrare nei nostri salotti, non è un’avanguardia figlia di quest’epoca. E per trovarne le radici dobbiamo fare un viaggio a ritroso nel tempo, fermandoci all’anno 1852. Quando Louis-Jules Dubosq, fotografo e inventore francese, depositò il brevetto del Fantastereoscopio. Nome alquanto evocativo e descrittivo per un’invenzione che voleva stupire lo

spettatore creando l’illusione della profondità di un’immagine. Si tratta di un apparecchio composto da un zootropio, un tamburo sul quale ruotavano delle immagini disegnate su una striscia, e da un visore stereoscopico, che riproduceva immagini tridimensionali in movimento, utilizzando proprio il principio della visione bifocale della vista, cioé consentendo la percezione sfalzata e parallela delle figure. Da quella tappa temporale che segna una nuova epoca dell’intrattenimento, registi, fotografi, inventori, supportati anche dall’industria cinematografica, si cimentarono nella messa

A fianco, la prima proiezione del film 3D a colori “Bwana Devil”a Hollywood nel 1952 (Photo © J.R.Eyerman per Life)

137


visori 3d da ieri a oggi

Fantastereoscopio

Sistema Teleview

Occhiali anaglifi

Occhiali LCD

Casco visore 3D 138

Quegli occhialini, di cui tutti abbiamo memoria, montati in cartoncino, dalle lenti rosse e blu o rosse e verdi, negli anni Cinquanta sono diventati uno dei simboli dell’intrattenimento a tre dimensioni. Oggi la tecnologia 3D è tutta un’altra storia a punto dei più diversi apparecchi che sfruttavano tale principio. Così a fine Ottocento, nel 1889, arriva il primo rudimentale stereoscopio per le proiezioni cinematografiche, grazie all’intuizione di William Friese-Green, il regista considerato il pioniere della cinematografia. La strada per il 3D sembrava quindi oramai tracciata, ma la sperimentazione era solo all’inizio. I primi anni del Novecento videro riempirsi le sale di spettatori curiosi di vedere le pellicole in stereoscopia realizzate con sempre nuove tecnologie. Una tecnologia in particolare sembrò essere adottata da molti registi: l’anaglifo. Un sistema di proiezione che influenzerà tutta la produzione 3D fino agli anni Sessanta. L’anaglifo consisteva nel proiettare contemporaneamente due immagini parallele, sovrapposte e riprese da punti di vista diversi quali sono quelli di ciascun occhio. Per vederne la profondità s’inventarono allora degli occhiali speciali dotati di due filtri di

colore complementare. Quegli occhialini, di cui tutti abbiamo memoria, montati in cartoncino, dalle lenti rosse e blu o rosse e verdi, che negli anni Cinquanta sono diventati uno dei simboli dell’intrattenimento. Accanto all’anaglifo, agli inizi del XX secolo, vide la luce un’altra tecnologia. Nel 1922 nacque il Teleview, il primo sistema per cinema 3D a fotogrammi alternati, che utilizzava dei visori sincronizzati che oscuravano prima un occhio e poi l’altro. Il 3D ai giorni nostri è tutta un’altra storia. Dal Teleview nascono i supporti in 3D moderni. Infatti sullo stesso principio si basano gli occhiali con otturatori LCD. Lenti a cristalli liquidi che sfruttano appunto l’oscuramento alternato di un occhio e dell’altro. Sono collegati a un processore che coordina sia la proiezione in digitale d’immagini su schermi speciali silver screen a 48 frame per secondo, che gli occhiali stessi radiocomandati dal sistema elettronico. Ma se


LA MANIA DEL 3D CATTURA TUTTI Barack e Michelle Obama guardano uno spot in 3D nel teatro della Casa Bianca durante il Super Bowl del 2009 (Official White House photo by Pete Souza)

fino ad ora allo spettatore era stato consentito di assistere ad una realtà tridimensionale, un supporto in particolare stravolge questo tipo di fruizione e porta l’utente direttamente a vivere nella realtà 3D. Parliamo dell’elmetto motion tracking con schermi incorporati e che ha spopolato negli anni ‘90 in ambito video ludico. Chi lo indossa, infatti, può muoversi nella realtà proiettata grazie all’ausilio di sensori che leggono e riproducono il movimento del corpo. Il viaggio iniziato così nel XIX secolo prosegue nel nuovo millennio dove il concetto di 3D diventa sinonimo di alta definizione. Ed è in casa Sony che nasce la prima televisione 3D, appena uscita: Bravia HX803. Dispone di un 3D up conversion per convertire le immagini da 2D in 3D. Inoltre ha incorporato un sistema High speed precision, che riduce le interferenze tra tra le immagini destinate all’occhio sinistro e quelle destinate al destro e un Led Boost che migliora il contrasto. Anche per godersi l’home 3D serviranno gli occhialini appositi brevettati dalla casa. E per i fanatici dei games uscirà anche un upgrade del firmware PlayStation3 relativo alle funzionalità 3D sterescopiche.

oltre le righe Leggere

Esistono anche i libri in 3D. Non ci credete? Avete in mente i libri che aprendoli con un gioco di pieghe fanno uscir fuori le illustrazioni? Il termine giusto è pop-up. Fu la Blue Ribbon Press di New York a coniare il termine per i testi con illustrazioni tridimensionali o animate. Fra le sue pubblicazioni più note ci sono i 4 pop-up con protagonisti i personaggi Disney usciti fra il 1933 e il 1934. Quasi tutti i libri pop-up oggi in commercio provengono da Cina, Colombia e Singapore.

ascoltare

Il 3D ha contaminato anche il mondo della musica: gli U2 sono stati il primo gruppo a sfruttare la tecnica del 3D per “U2-3D“, film concerto del 2008. La pellicola del gruppo irlandese è stata girata in Sud America durante il Vertigo Tour del 2006.

vedere

Google punta sul 3D e stacca un sontuoso assegno di circa 3540 milioni di dollari per acquisire una startup che ha sviluppato un’interessante desktop 3D, BumpTop, come mostrato dal video che gira su You-Tube e che troverete cercando “BumpTop”.

cliccare

w w w. b ra u n a r t s.c o m / 3dmusic è il sito dove è possibile scaricare e ascoltare “3D music”, il lavoro del team di artisti coordinati da Sam Hayden. La navigazione è quella di un videogame astratto con paesaggi surreali. Eseguito dall’ensemble di musica contemporanea London Sinfonietta, ha un’introduzione, cinque movimenti e una coda, ma per essere esplorato tutto serve la soluzione di due puzzle. L’opera rimarrà gratuita online per sei mesi, poi verrà venduta come cd-rom.

Ciak 3D

Non ci sono ancora blu-ray in 3D, né programmi, eppure le vendite di tv “3D ready” vanno a gonfie vele. Ma se avete intenzione di acquistare una tv Full HD a 600Hz di nuova generazione e volete sapere quali sono state (e saranno) le pietre miliari del cinema a tre dimensioni, leggete qui sotto. Annalisa Arcoleo

bwana devil

(di Arch Oboler, 1952) Fu il primo film stereoscopico a colori e venne proiettato in doppia pellicola con il sistema dei filtri polarizzatori. Il film lanciò quella che fu definita l’età dell’oro del cinema 3D negli anni Cinquanta.

Kiss me, kate

(di George Sidney, 1953) Il musical, ispirato all’omonima commedia di Broadway, rappresentò il test su cui la MGM decise se il 3D dovesse rimanere o meno. Distribuito in 6 sale, riscosse un successo strepitoso.

nightmare before christmas 3D

(di Tim Burton, 2006) La riedizione in 3D del capolavoro del regista visionario uscì negli USA nel 2006. La canzone d’apertura This is Halloween è cantata in versione punk da Marylin Manson.

avatar

(di James Cameron, 2009) Pensato dal regista proprio per una visione in tre dimensioni, è la pellicola che ha incassato di più nella storia del cinema. Il film si è aggiudicato 3 Premi Oscar nel 2010.

il signore degli anelli 3D

(di Peter Jackson, in progetto) Le mazzate dell’orco assassino della Compagnia dell’Anello vi erano sembrate realistiche? Adesso - la data è da definire - entrete letteralmente nella “terra di mezzo”.

139


musica

Photo Š Martin Fisch

grande

palco

italia

Concerti e festival per un’estate in musica 140


hit

parade

L’estate resta la stagione degli eventi a cielo aperto e la maratona di kermesse musicali al chiaro di luna si snoda tra splendide città e borghi marinari. Utility ha messo a punto un’originale agenda musicale per chi intende inseguire lungo lo Stivale tre mesi di musica e intrattenimento per tutti i gusti

I

di Natalia Distefano

n principio fu il Pop, con la P maiuscola. Quello indimenticabile dei Beatles, quello degli ammiccanti coretti firmati Beach Boys, quello ipnotico dei Jefferson Airplain, quello in salsa western degli Animals e quello corrotto dalle chitarre elettriche degli Who e Jimi Hendrix. Era l’estate del 1967, la celebre Summer of Love, e in oltre 200 mila giunsero a Monterey per partecipare al Festival Internazionale di Musica Pop. Il biglietto d’ingresso costava solo un dollaro ma in scaletta (oltre ai giganti già citati) c’erano Simon and Garfunkel, Al Kooper, Otis Redding, i Mamas and Papas e una debuttante d’eccezione: Janis Joplin. Suonarono tutti gratis e il ricavato di quello che può essere a buon titolo considerato il primo grande festival musicale della storia fu donato in beneficienza. Da allora sono cambiate molte cose ma l’estate resta la stagione dei grandi eventi a cielo aperto. La maratona di concerti al chiaro di luna inizia a giugno a Ferrara: nella suggestiva Piazza Castello i Pixies apriranno la quindicesima edizione di Ferrara Sotto Le Stelle. Un concerto che arriva dopo anni di attesa per i fan italiani dei padri della musica indie made in Usa, inventori di un linguaggio che ha segnato il punto di partenza per gran parte dell’alternative rock anni Novanta e che ancora oggi rappresenta un imprescindibile riferimento per tutte le band del panorama indie mondiale. Basta leggere gli altri nomi in cartellone per accorgersi di quanto i Pixies continuino a influenzare gli artisti che oggi si possono incanalare nel magma multiforme dell’indie rock più introspettivo. I visionari elettronici LCD Soundsystem (24 giugno), Paolo Nutini (17 luglio), i Kings of Convenience (24 luglio): tutti devono qualcosa ai Pixies. Ma l’appuntamento che più stuzzica la curiosità di appassionati e addetti ai lavori è quello del 22 luglio con Jón Thor

Birgisson. Il raffinato cantante dei Sigur Rós, dietro lo pseudonimo di Jónsi, presenterà a Ferrara il suo album solista Go con uno spettacolo che si annuncia imperdibile. L’artista islandese si muoverà sul palco all’interno di una scenografia digitale realizzata da 59 Production (una tra le case di produzione teatrale e cinematografica più prestigiose al mondo), tra animali selvaggi, edifici in fiamme e stormi di uccelli in volo. Scenografia più essenziale ma scaletta altrettanto d’effetto a Roma Incontra il Mondo. In riva al laghetto di Villa Ada, la sedicesima edizione del festival miscela suoni e atmosfere provenienti da ogni angolo del globo: dal Libano i ritmi mistici dei Radiodervish (23 giugno), dal Brasile le gongolanti melodie di Rosalia De Souza (25 giugno), dall’Austria la sperimentazione elettronica di Kruder and Dorfmeister (13 luglio), dagli Stati Uniti le arie gracili delle Cocorosie (18 luglio), da Israele la delicatezza di Mor Karbasi (23 luglio) e dalla Cina il fenomeno pop Sa Ding Ding (29 luglio). A rappresentare l’Italia sarà l’eleganza di Cristina Donà (22 giugno), l’impeto della Bandabardò (3 luglio) e il talento dal gusto retrò di Giuliano Palma and The Bluebeaters (24 luglio). Un evento davvero per tutti i gusti. Agli amanti del rock da folle oceaniche, ai fondamentalisti di schitarrate e agli irriducibili del campeggio a tempo di musica Venezia offre l’Heineken Jammin Festival. Dal 3 al 5 luglio ogni rockettaro che si rispetti sarà sotto il mega palco allestito a Parco San Giuliano per sudare e stremare le corde vocali insieme agli inossidabili Aerosmith, ai redivivi Cramberries, ai più modaioli Stereophonics e Black Eyed Peas, ai sempreverdi (perdonate il gioco di parole) Green Day, all’eclettico Kid Rock, al suono potente dei Plan De Fuga (imperdibile gruppo italiano che nel panorama musicale nostrano suona come un piccolo miracolo), dei 30 Second to Mars, i Rise Against, gli Editors e Massive Attack. Gran finale il 6 luglio

Volete un assaggio musicale dei gruppi e cantanti che si esibiranno quest’estate, per arrivare preparati al concerto? Allora ascoltate la nostra personalissima playlist.

lcd soundsystem this is happening

paolo nutini these streets

radiodervish centro del mundo

bandabardò fuori orario

141


L’Italia Wave Love Festival a Livorno e il Summer Jamboree a Senigallia nelle Marche sono solo due degli eventi in calendario quest’estate

groove armada black light

giuliano palma & the bluebeaters the ALBUM

KRUDER & Dorfmeister the K&D sessions

editors the back room

rosalia de souza garota moderna

142

con i titani Pearl Jam, il talentuoso Ben Harper, i ritrovati Skunk Anansie e il sound incontenibile dei Gossip e dei Wolfmother. Il rock incontra invece l’elettronica a Livorno: dal 21 al 25 luglio è tempo di Italia Wave Love Festival. I nostalgici lo chiamano ancora Arezzo Wave (fino a qualche anno fa la manifestazione era, infatti, ospitata ad Arezzo, che dal 1987 ha visto esibirsi sui suoi stage i migliori artisti degli ultimi cinquant’anni), ma grazie al cielo il cambio di location non ha snaturato la rassegna più interessante e aperta alla sperimentazione musicale d’Italia. Quest’anno saranno di scena gli Underworld, pionieri dell’elettronica moderna che con Born Slippy sono diventati la colonna sonora di un’intera generazione; i Faithless, profeti e guru della dance; i satirici Groove Armada con il fresco di stampa Black Light; gli esplosivi Ok Go, celebri per i loro videoclip autoprodotti (talmente celebri da meritarsi la parodia in una puntata dei Simpson); gli Editors, beniamini della neo-wave inglese. Spazio anche alle contaminazioni più insolite con la sezione Medwave, il progetto dedicato al Mediterraneo prodotto da Daniele Silvestri e dall’Orchestra di Piazza Vittorio, che in esclusiva metterà insieme artisti arrivati da Marocco, Francia, Algeria, Spagna e Libano come Hindi Zara, Amazing, La Kinky Beat e I-Voice. E poi ancora Italia Il grafico Wave propone il concerto-fiesta dei Ojos in queste pagine è de Brujo e il reggae di Julian Marley (fila forma d’onda di glio dell’indimenticabile Bob). Ma gli COME TOGETHER eventi a Livorno saranno oltre un centidei Beatles naio, con spettacoli in programma dalle 10 del mattino fino a tarda notte. Ancora rock, ma questa volta è quello delle origini. Niente abbronzatura, bicipiti in vista o tormentoni radiofonici. A sostituirli i ciuffi scolpiti da fiumi di brillantina, vite strizzate nelle gonne ruote rubate alla nonna e melodie dondolanti consumate a bordo di luccicanti auto d’epoca. È l’estate senza tempo dei ragazzi del rock and roll, che come ogni anno si danno appuntamento a Senigallia per il Summer Jamboree. Invasa dal popolo dei ‘50, dal 31 luglio all’8 agosto la cittadina delle Marche sposterà indietro le lancette del tempo e si catapulterà in un mondo fatto di basette, pantaloni a vita alta, acconciature floreali, unghie laccate e rossetti fiammanti. Piglio indiavolato per i cloni di Elvis prima maniera e lecca-lecca da educanda sexy per le Lolita di ogni età che animeranno le piste al ritmo di

swing d’altri tempi. In programma concerti delle star internazionali del Rock’n’Roll e nostalgici dj set, conditi da un pizzico di trasgressione con le signorine del burlesque: tra corsetti e guêpière, l’ultima generazione di pin up col vizio dello spogliarello manderanno in delirio il pubblico di rockabilly e non. A chi intende inseguire per lo Stivale gli eventi dell’estate 2010 si consiglia di prepararsi a tre mesi di musica e intrattenimento per tutti i gusti. Senza dubbio la Summer of Love dei pionieri nel 1967 fu meno impegnativa ma l’onore di essere celebrati in un album che ne diventò il simbolo non ha prezzo. Perché stiamo parlando di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles. Tutto per un festival.


Non solo musica: cosa fare prima e dopo i concerti FERRARA

Se volete scandire il ritmo della vostra gita musicale, prevedendo qualche intermezzo culturalgastronomico, ecco dei suggerimenti.

In piazza Sacrati, “Mordicchio”, il chiosco con la migliore piadina di Ferrara, anzi, le migliori venti. Se siete a dieta, quella integrale bilancerà il vostro senso di colpa per l’overdose di squacquerone. Per gli amanti del classico, invece, prosciutto arrosto.

ROMA

Volete coniugare sacro e profano? Vicino Villa Ada potreste visitare la chiesa di San Roberto Bellarmino in piazza Ungheria, San Valentino in viale XVII Olimpiade, San Luigi Gonzaga in via di Villa Emiliani e la grande Moschea di Roma, inaugurata nel 1995.

VENEZIA

Armature ed elmi dei Samurai, casta che per 7 secoli ha governato il Giappone: in mostra a Palazzo Fortuny fino al 18 luglio. Nel palazzo che fu dimora dell’artista Mariano Fortuny sono esposti oggetti della Collezione Koelliker di Milano, unica in Europa per numero e qualità dei pezzi.

LIVORNO

Paesaggi di grande respiro per una Livorno a pedali. Il porticciolo dell’Ardenza, il muro di cinta dell’Accademia Navale, piazza San Jacopo, Terrazza Mascagni e Fortezza Vecchia. Su www.costadeglietruschi.it è possibile scaricare la piantina dei percorsi in bici.

SENIGALLIA Trascorrete una giornata lungo i tredici chilometri di spiaggia sull’Adriatico, fregiata della prestigiosa Bandiera Blu, il riconoscimento che la FEE (Foundation for Environmental Education) rilascia alle spiagge che garantiscono qualità delle acque di balneazione.

143


trip books

Viaggiare tra le righe

libri, AUTORI e consigli per una calda estate letteraria

IMPOSSIBILE PARTIRE SENZA METTERNE UNO IN VALIGIA. COMPAGNI INDISPENSABILI DURANTE LE ATTESE AGLI IMBARCHI: NESSUNA NOVITÁ, MA QUALCHE TITOLO PER INGANNARE IL TEMPO TRA UN ITINERARIO E L’ALTRO

3 1

5 2

4 6 144


1

LA MANO SINISTRA DI DIO di Paul Hoffam, EditriceNord, pp. 441, Euro 19,60, peso 680gr Recensione Di Ellemme

Questa è la storia di Cale, un ragazzo scappato dall’oscuro Santuario dei Redentori un luogo alquanto sinistro da cui è quasi impossibile evadere. Cale sfuggito alle terribili pratiche dei padri Redentori mostra un carattere forgiato dai duri allenamenti e dalle brutali punizioni che lo hanno reso un perfetto soldato per la guerra contro gli eretici Antagonisti. La sua tempra e la sua freddezza nell’uccidere il nemico lo renderanno un personaggio misterioso nella città di Memphis governata dai Ferrazzi. Qui Cale tra nuove sfide e nuovi sentimenti scoprirà che il passato lo insegue per riportarlo alla sua vocazione: essere la mano sinistra di Dio.

4

MORSA DI GHIACCIO di Clive e Dirk Cussler, Longanesi, pp. 498, Euro 19,60, peso 690gr Recensione Di Ellemme

Ambientato nell’oceano Artico nel 1848, le navi Erebus e Terror si trovano intrappolate tra i ghiacci. La spedizione è guidata da sir Franklin, ma il particolare più terribile è la follia di cui è preda l’equipaggio. Oceano Artico, 2011: Dirk junior e la sorella Summer, figli di Dirk Pitt, uomo della NUMA, stanno eseguendo delle rilevazioni oceanografiche quando si imbattono in una nave fantasma. Gli uomini dell’equipaggio sono tutti morti e tra i locali cominciano a diffondersi storie sui decessi misteriosi. Gli uomini della NUMA dovranno scontrarsi con l’avidità umana e lo spietato territorio.

2

IL SIMBOLO PERDUTO di Dan Brown, Mondadori pp. 604, Euro 19,20 peso 800gr Recensione Di Ellemme

Dan Brown torna con un nuovo romanzo che tra leggenda e realtà scuoterà le menti dei lettori svelando i misteri dell’antica massoneria. Il famigerato professor Langdon, esperto di simbologia, si ritrova in una avvincente avventura che a Washington lo porterà a scoprire i più importanti segreti massoni attraverso la decodificazione di un insolita mappa. Tutto questo sotto la costante pressione di un assassino che lo tiene sotto ricatto attraverso il rapimento del suo amico Peter e lo snervante controllo operato da parte della CIA.

5

LA RAGAZZA SENZA VOLTO di Jo Nesbø, piemme, pp. 524, Euro 20,00, peso 475gr Recensione Di Ellemme

Il romanzo è ambientato nella fredda Oslo. Un efferato omicidio, durante un concerto, sconvolge la coscienza dei cittadini. La vittima è un soldato dell’Esercito della Salvezza, un corpo militare dedito all’assistenza sociale, cosa davvero insolita per un omicidio che ha le sembianze di un caso irrisolvibile per via della professionalità del killer. Uno dei casi più difficili per la burrascosa carriera del commissario Hole, ma alcune riprese della serata filmano l’omicida che non risulta identificabile per via dei suoi tratti somatici, tranne che per alcuni particolari. Sulle tracce del killer, Hole finirà a Zagabria per indagare su oscuri intrecci fra denaro, tradimenti e abusi.

3

LA CHIAVE DELL’ APOCALISSE di James Rollins, EditriceNord, pp. 466, Euro 19,60, peso 665gr Recensione Di Ellemme

Gli agenti della Sigma, un’agenzia di sicurezza USA diretta da Grayson Pierce, nel corso delle loro indagini ricostruiscono un mosaico sconcertante scoprendo il macabro coinvolgimento di una multinazionale impegnata nella produzione di alimenti geneticamente modificati. Sullo sfondo alcune leggende medioevali sul misterioso Domesday Book, noto come il libro censimento ordinato da Guglielmo il conquistatore, le inquietanti profezie di San Malachia e tre omicidi, apparentemente scollegati tra loro, ma accomunati da un dettaglio raccapricciante: una croce celtica impressa a fuoco sui cadaveri.

6

MONSIER IBRAHIM E I FIORI DEL CORANO di Paul Hoffam, EditriceNord, pp. 441, Euro 19,60, peso 85gr Recensione Di J.M.

Mosé è un ragazzo ebreo di 11 anni, che vive a Parigi con il padre, un avvocato infelice e freddo, che disprezza il mondo intero, abbandonato dalla moglie, rende la vita del figlio triste e senza amore. L’autore del romanzo è E.E Schmitt, docente di filosofia a Parigi. autore di molti testi teatrali. La storia, rappresentata in un film, racconta l’amicizia, fra un vecchio musulmano, Monsieur Ibrahim e Mosè, a cui l’uomo insegna alcuni principi del Corano. Un libro sulla tolleranza a lieto fine: Mosé, infatti, dopo il suicidio del padre, viene adottato da Monsieur Ibrahim che alla sua morte gli lascerà in eredità il Corano e i suoi averi.

145


Photo © John Fraissinet

moda

S

Dammi un tacco

di Cristiana Rizzo

e è vero che “scopo del viaggiare è disciplinare l’immaginazione per mezzo della realtà” (Samuel Johnson), è anche vero che la realtà, spesso, permette di viaggiare con l’immaginazione. E quando prende le sembianze di un piede nudo e ben curato, coperto appena da un sandalo prezioso e adornato da un tacco lungo e sottile, allora la realtà accende sogni, prefigura scenari, colora fantasie. L’estate in moda è assolutamente generosa con gli amanti della scarpafeticcio. Abolite le mezze misure, via libera per tacchi altissimi, plateau, a spillo, a rocchetto o addirittura ultraflat, tutti già protagonisti incontrastati delle vetrine.

146

e ti solleverò il mondo Talvolta basta un piede nudo coperto solo da un sandalo prezioso o un sabot gioiello adornato da un tacco lungo e sottile per accendere sogni e colorare fantasie. L’estate 2010 da il via libera a tacchi altissimi e fogge esagerate. Utility ha fatto un giro tra le proposte delle griffe più prestigiose Spregiudicata la proposta di Donatella Versace, con tronchetti dalle stampe fluo, tacco metallico vertiginoso e plateau in legno. Cesare Paciotti propone una collezione da urlo, caratterizzata da tacchi molto alti e da particolari abbinamenti di materiali, come ad esempio quello tra il cuoio e il raso. Tra i colori dominanti, estivi e allo stesso tempo forti e decisi, il blu notte e l’indaco insieme al giallo, all’azzurro e al verde acqua. Invece, per chi preferisce uno stile

più sobrio, la collezione offre delle scarpe in colori naturali. L’ispirazione per la realizzazione di tutto ciò è l’America Latina. Si cambia registro con le scarpe romantiche e sensuali di Valentino. Di straordinaria bellezza, avvolte in pizzo nero e tulle trasparente o arricchite da fiori colorati, fiocchi o pietre, conferiscono uno charme da première dame. Tutt’altro tono nella wishlist di Dolce & Gabbana, dove troviamo decolletes e sandali arricchiti da una rete black che


oltre le righe Leggere

Per saperne di più dell’argomento la bibbia del settore è: “Scarpe storia di una meravigliosa ossessione” (De Agostini, 59 euro). La storia delle scarpe dal 1600 a oggi. “In cucina coi tacchi a spillo” di Olivia Chierighini una guida ironica per le trentenni che si cimentano in cucina (Ed.Tommasi, 15 euro).

ascoltare

Scarpe e musica? Un accordo tra il collettivo Artsprojekt, il produttore di merchandising Zazzle e la società di edizioni musicali Sony/ATV ha prodotto una linea di scarpe ispirate a titoli e testi di canzoni di Beatles, Clash, Madonna: in vendita sul sito di Artsprojekt sotto il marchio Sony Lyrical Inspirations.

Sandali Cesare Paciotti

parola d’ordine? IL design glamour: zeppe, stivaletti a rete in pelle, scarpe decolletè e calzature spuntate. dal black aL pastello: tutti colori di grande impatto avvolge la caviglia e da un effetto aggressivo. Le linee sono a volte classiche, come nelle decolletes, altre volte un pò più stravaganti come nei sandali o negli ankle boot trasformati in sandali. Di certo la donna di Dolce & Gabbana ama stupire e farlo con grande sensualità. Anche quando indossa scarpe maschili stringate e non. Jimmy Choo, ormai entrato nel dna di tutte le fashion addicted, propone un’interessante collezione di scarpe che tutte le donne ameranno a prima vista: la sua collezione speciale Choo 24:7, una linea di calzature ricca di stile, per affrontare giornate di ogni genere. Modelli diversi, colori di gran moda, design glamour: ballerine rasoterra glitter, sandali, dai più sobri a quelli simil stivaletto “a rete” in pelle nera, scarpe decolletè dal black ai colori pastello, zeppa e calzature spuntate.

vedere

“Tacchi a spillo” è un film di Pedro Almodovar del 1991 con Miguel Bosè e Havier Bardem. In questo falso melodramma dai personaggi eccentrici il regista combina sapientemente la leggerezza ironica del tocco e la gravità dolorosa dei tempi tenendo lo spettatore sulla corda.

Décolleté Versace con plateau di pelle

Donne e tacchi, un amore lungo 5 secoli

La prima testimonianza di scarpa con il tacco indossata, per vanità, risale al 1533, quando la minuta Caterina De’ Medici (ritratta in basso) scelse un paio di scarpe con il tacco per sposarsi, a Parigi, con il Duca D’Orleans. Nel secolo successivo, le donne europee traballavano sui tacchi di 15 o più centimetri, sorreggendosi a dei bastoni per non cadere. I tacchi rossi, status symbol, nell’Europa del XVII e XVIII secolo, erano indossati solo dai membri delle classi privilegiate. Si dice che Maria Antonietta avesse una cameriera addetta alla cura delle sue 500 paia di pantofole, catalogate per data, colore, modello.

cliccare

www.corsasuitacchi.it è il sito di riferimento di una mini-maratona molto particolare. Glamarathon, questo il nome della gara citata sul guinness dei Primati, è una competizione che ogni anno si svolge in una nazione diversa, su un percorso di ottanta metri su tacchi a spillo di almeno sette centimetri.

Sabot Cesare Paciotti con inserti in metallo

Sandalo “gioiello” Versace

Sandalo pitonato Jimmy Choo

Per le immagini delle calzature, si ringrazia la boutique Giglio Donna Accessori di Palermo (Photo © Antonio Androsiglio)

147


IL PESCE SICILIANO protagonista dal mare alla tavola Non tutte le civiltà marinare si assomigliano, dipende dai porti, dai pescatori e dal mare che bagna le coste. Quello siciliano è un mare pieno di carattere, profumato e pieno di vita: uno scrigno di tesori che regala prodotti di alta qualità, primo fra tutti il pesce azzurro. Nell’Isola la cucina di mare è semplice ma dai sapori forti e delicati a un tempo. E il mare non è solo il perno delle tradizioni culinarie siciliane, rappresenta - con la “pesca turismo” – anche una nuova possibilità di sviluppo turistico per un territorio così ricco di storia e cultura PROMO


T

ra tutti i patrimoni che la Sicilia custodisce, il mare, con i suoi riflessi cristallini che d’estate s’infiammano sotto il sole della canicola, è uno dei tesori più preziosi. Innanzitutto per il suo valore naturalistico - ambientale e, non in seconda istanza, per la ricchezza del suo pescato. Da sempre il pesce, infatti, è il perno delle tradizioni gastronomiche che valorizza le risorse economiche e turistiche di quest’isola bellissima. Il mare siciliano, d’altronde, dalla notte dei tempi è conosciuto per l’ampia varietà di specie ittiche, primo fra tutti il pesce azzurro: ricco di proteine di alta qualità e di acidi grassi insaturi. Valorizzare il mare e le sue risorse è anche possibile grazie alle iniziative di pesca turismo: un’attività integrativa alla pesca artigiana che offre la possibilità ai pescatori di ospitare a bordo delle proprie imbarcazioni persone diverse dall’equipaggio per lo svolgimento di attività turistiche ricreative. Un’attività economica che diviene anche un modo per coniugare nella stessa vacanza il mare e la conoscenza del territorio attraverso le tecniche di pesca e dei prodotti ittici. Chi sceglie un peschereccio per escursione, ha la possibilità di conoscere le coste siciliane, vivere un’intensa giornata di pesca e pranzare a bordo imparando anche le ricette dei pescatori. La pesca-turismo rappresenta a tutti gli effetti, una proposta innovativa per riqualificare una quota del mercato turistico in parte esistente e creandone una aggiuntiva particolarmente interessante, tutto in perfetta sintonia con l’esigenza di politiche che rispondano ai criteri di un turismo sostenibile.

La Sicilia con i suoi 1.130 chilometri di costa, ha a disposizione circa 120 porti di diverse dimensioni e funzionalità. Nonostante negli ultimi anni, il settore della pesca combatta con una crisi che deriva da cause congiunturali ma anche strutturali, la flotta siciliana rimane sicuramente la più importante in Italia e il mare siciliano continua a essere scrigno di vita e di risorse. Tonno rosso, lampuga – in Sicilia conosciuto come capone -, acciuga, pesce spada, alalunga, sardina, l’alaccia, gambero rosso e rosa, ma anche seppia, polpo e calamaro sono i re e le regine delle tavole dell’Isola. Ognuno di essi, con le proprie caratteristiche organolettiche e con i diversi apporti nutritivi, è protagonista di ricette sedimentate nei secoli dalle tradizioni culinarie dei popoli che hanno abitato l’isola. Le prime notizie sulla stupefacente qualità dei frutti di mare e dei pesci di Sicilia risalgono ai tempi dei Greci. Sono loro, in alcuni antichi scritti, a celebrare i ricci delle scogliere, le orate di Selinunte, i gamberi delle Eolie, le aragoste di Lipari e il pesce spada pescato vicino Capo Passero, superato in bontà solo da quello pescato a Bisanzio. Fu proprio un greco, Archestrato di Gela, un gourmet itinerante del IV secolo a.C., a esaltare la squisitezza del tonno siculo. E così la storia del pesce e delle sue preparazioni è anche la storia dei borghi marinari di Sicilia, il cui rapporto con la pesca ha sempre rappresentato un fatto di cultura, d’identità, di appartenenza a un luogo.

Feste del pesce in Sicilia

profumi del mare

SAGRA DEL PESCE

Si svolge a Marettimo durante la terza settimana di luglio

Sull’isola di Lipari , la prima domenica d’agosto

SAGRA DEL MARE

SAGRA DEL PESCE AZZURRO

La terza settimana d’agosto a Mazara del Vallo

Degustazioni intorno al 10 agosto a Lampedusa

FESTA DELLA MADONNA

FESTA DEL PESCE

A Marettimo il 15 agosto: corteo di barche porta in processione la Madonna

Sull’isola di Lampedusa, durante la seconda metà di settembre

PROMO


Il pesce fresco pescato dall’imponente flotta di pescherecci (3.227 battelli in tutta la Sicilia secondo il rapporto annuale sulla Pesca e sull’Acquacoltura in Sicilia del 2009) finisce in parte nelle cucine, in parte nelle scatolette che prendono la via del Continente Ancora oggi, la gastronomia siciliana è, naturalmente, ricchissima di pietanze a base di pesce: sono in molti a sostenere che il suo sapore è nettamente più intenso rispetto a quello dei pesci di altre coste italiane, e il suo profumo è talmente inebriante, che talvolta, attraversando i tipici mercati rionali siciliani, si rimane storditi dall’odore. Il pesce fresco pescato dall’imponente flotta di pescherecci (3.227 battelli in tutta la Sicilia secondo il rapporto annuale sulla Pesca e sull’Acquacoltura in Sicilia del 2009) finisce in parte nelle cucine, in parte nelle scatolette che prendono la via del Continente. A essere messi sott’olio e sotto sale sono soprattutto sardine, tonni, sgombri e alici, senza escludere le specie pelagiche come ricciole e pesca spada. Innumerevoli sono anche le bottarghe, da quella classica di tonno a quelle di merluzzo o pesce spada, un’antica tradizione conserviera, nata nei secoli dall’esigenza di assicurarsi il cibo in momenti difficili. Alchimie culinarie sapientemente elaborate da cui traggono spunto veri e propri capolavori della gastronomia ittica siciliana come i peperoncini verdi ripieni di acciughe, il sugo alla triglia di scoglio, la salsiccia di polpo, i busiati (un tipo di pasta della tradizione culinaria trapanese) con il nero di seppia o i filetti di sgombro con aglio e prezzemolo. D’altronde come dice un proverbio siciliano “Carni mitti carni, pisci ti nutrisci” (La carne fa carne, il pesce ti nutre), e da sempre, più della carne, il pesce in Sicilia è stato il protagonista gastronomico per eccellenza, dal mare alla tavola. PROMO

TONNO Il tonno rosso è una specie pelagica migratoria che riesce a compiere ampi spostamenti. Il suo periodo riproduttivo è compreso tra mag-

gio e luglio: le uova vengono emesse in superficie, per cui in questi periodi è facile trovare a galla i grossi banchi. Per garantire la conservazione

della specie, oggi la taglia pescabile si è innalzata, passando da 10 a 25 chili, che è la taglia di maturità della specie nel Mediterraneo.

ge vivere sotto zone di ombra. Questo suo comportamento ha portato allo sviluppo di un’attività di pesca che utilizza i cannizzi (foglie di palma

intrecciate) per creare zone d’ombra ove poter pescare grandi quantità di pesci con reti a circuizione (ciancioli) o con lenze.

stamenti. I branchi si avvicinano alle coste nelle stagioni calde, attirati dalla presenza di plancton. Il pigmento che ricopre

il corpo, coperto da squame iridescenti, dà all’insieme del branco una luce azzurro-argentea caratteristica.

Il corpo è fusiforme con il classico prolungamento mascellare a forma di spada. Le carni sono biancorosate, dal sapore ca-

ratteristico e sono ricche di proteine: i pochi grassi che contiene appartengono prevalentemente alla famiglia dei polinsaturi.

nell’Atlantico settentrionale.Dal punto di vista nutrizionale lo sgombro è un alimento a dir poco eccezionale. Lo sgombro si presta

soprattutto per la cottura ai ferri: in questo caso il calore del fuoco permette la fuoriuscita del grasso per cui risulta più digeribile.

È un pesce molto simile alla sarda, leggermente più grossa di questa. Ha un gusto molto simile al sedano da cui deriva

il nome, in dialetto siciliano (“accia”). Ha una colorazione azzurro-scuro sul dorso, argentea sui fianchi e sul ventre.

LAMPUGA La lampuga, in Sicilia meglio conosciuta come capone, è una specie migratoria distribuita in tutto il Mediterraneo. Nuota in branchi e predili-

L’ACCIUGA È il pesce azzurro più comune. L’acciuga è un pesce pelagico di piccole dimensioni, si riunisce in branchi e compie grossi spo-

PESCE SPADA Nonostante la sua stazza (è lungo fino a 4 metri e può superare i 300 chili), è un forte nuotatore, forse il più veloce tra tutti i pesci.

SGOMBRO È conosciuto anche come maccarello o lacerto, vive in branchi ed è diffuso in tutto il Mediterraneo, nel Mare del Nord e

L’ALACCIA Il suo nome nobile è sardinella aurita, ma è considerata il meno pregiato della famiglia del pesce azzurro.


RICETTE

DI PESCE SICILIANO Sardine marinate

con capperi olive e cipolle

Spiedo di spada

Ingredienti per 4 persone 500 grammi di sardine 7,5 dl di aceto di vino 2,5 dl di vino bianco secco 5 spicchi d’aglio 1 rametto di salvia farina 1 cipolla bianca 100 grammi di olive farcite filetti di peperoni 2 cucchiai di capperi olio di oliva sale

Preparazione Pulire le sardine privandole dalle squame, della lisca e della testa. Versare in una pentola l’aceto e il vino, aggiungendo uno spicchio d’aglio, la salvia e il sale. Portare a ebollizione, spegnere il fuoco e lasciare raffreddare. Nel frattempo passare le sardine nella farina e friggerle, dopo farle scolare. Riporre in una pirofila e versare sopra la

marinata fredda di aceto, lasciandola marinare per 2 ore in frigo. Infine sbucciare la cipolla, affettarla sottilmente e guarnire le sardine anche con le olive farcite e i capperi. Sbucciare gli spicchi d’aglio, tritarli e passarli nell’olio caldo e con questo intingolo bagnare le sardine.

Ingredienti per 4 persone 500 grammi di tranci di pesce spada 2 cedri con qualche foglia Un mazzetto di rucola Olio di oliva Sale e pepe

Preparazione Tagliare le trance di pesce spada e tocchetti. Lavarli e asciugarli. Lavare le foglie di cedro. Spremere il succo di cedro e filtrarlo. Infilzare su stecchi di legno i tocchetti di pesce spada, alternandoli a foglie di cedro. Versare in una teglia il succo di cedro e 3 cucchiai di olio. Adagiare gli spiedini di

pesce spada, salare, pepare e bagnare con un po’ d’olio. Passare in forno caldo a 180 gradi per 15-20 minuti. Per servire accompagnare nei singoli piatti le foglie di rucola.

all’aroma di cedro

I simboli delle barche tra sacro e profano

V

i siete mai chiesti cosa vogliono dire i simboli disegnati sulle barche dei pescatori? Occhi, cavallucci marini, cavalli alati, delfini e sirene appartengono a un repertorio figurativo e letterario di arcaica memoria. In linea di massima si può dire che ogni imbarcazione, a seconda della funzione per cui era utilizzata, prediligeva alcuni disegni, anziché altri. Tutte le

immagini, in ogni caso, avevano una funzione apotropaica che doveva servire a vincere il mare in tempesta e riportare a casa i pescatori. Secondo gli studi del Pitrè, sulla prua del comune gozzo da pesca (anche detta lancitiedda) erano rfigurati i santi Cosma e Damiano, a poppa San Michele Arcangelo e sull’opera morta di prua la sirena, figura che rinvia all’inconoscibile,

all’aldilà. Dalle testimonianze dei pescatori più anziani, sembrerebbe che in passato le figurazioni sacre erano poste sempre a poppa, mentre quelle profane era destinate alla prua. Molto comune sugli scafi delle barche da pesca del Catanese, era, invece, la raffigurazione di S. Francesco di Paola. E l’occhio? È il motivo ricorrente di molte imbarcazioni ed è auspicio di attenzione durante la navigazione. Proprio “Occhi a prua” gridano i marinai durante le manovre.

PROMO


food & co.

GUSTI INEDITI

PER PALATI SCIENTIFICI Segreti, volti e ricette ai confini del piatto di Manuela Laiacona

UTILITY PROVA A RACCONTARVI LA CUCINA MOLECOLARE LUNGO UN ITINERARIO NELL’AVANGUARDIA GASTRONOMICA MONDIALE FATTO DI TORTE FRATTALI E ROMBI ASSOLUTI. DALLA SICILIA A CHICAGO, ALLA RICERCA DI UN’ESPERIENZA MULTI SENSORIALE OLTRE I CONFINI DEL GUSTO. AL POSTO DELLE PENTOLE GLI ALAMBICCHI: OBBLIGATORIO DIMENTICARSI TUTTO CIÒ CHE VIENE DAI FORNELLI E APRIRSI A UN NUOVO MODO DI CONCEPIRE IL CIBO

Sfere di pesche e ananas Foto © www.garrettkern.com - Garrett Kern

152


C’

è chi la considera un bluff e chi invece è disposto a prenotare un tavolo un anno prima per poterne fare esperienza. Parliamo della gastronomia molecolare o cucina creativa o sperimentale. Quell’avanguardia culinaria di cui è difficile dare una definizione o tracciarne i confini, sempre altalenante tra estro e scienza. Un fenomeno esploso sotto i riflettori di tutto il mondo qualche anno fa, anche sotto quelli dell’inchiesta giornalistica che ne ha svelato contraddizioni e limiti. A chi oggi non dice nulla il nome di Ferran Adrià o di Eston Blumenthal? I guru della sperimentazione, che della cucina hanno fatto il quartier generale della chimica e della fisica. Anarchici del gusto o semplicemente giocherelloni, sta di fatto che questi due chef hanno stravolto le leggi dei fornelli e tracciato un nuovo modo di vivere e concepire i sapori, tra croccanti, creme, gelatine e schiume. Mangiare al loro ristorante significa andare oltre i confini del piatto per ritrovarsi in luoghi sensoriali al limite della fantascienza. Sì, perché potrebbe sembrare fantascienza il gelato estemporaneo all’azoto liquido, l’uovo crudo coagulato con l’alcol, e ancora il pesce cotto nello zucchero. Invece si tratta nient’altro che d’ingredienti naturali elaborati sfruttando le alterazioni fisico-chimiche e tutti quei meccanismi a cui vanno incontro gli ingredienti durante la preparazione di una pietanza.

La cucina molecolare per il mondo Così da Barcellona, tra i cui vicoli del centro si nasconde “El Bulli”, il tempio di Adrià, chiuso fino al 2012, a Bray on Thames, piccola frazione di Londra dove il giovane Eston Blumenthal dà sfogo alle sue sperimentazioni, si traccia l’asse di questa ultima frontiera del gusto. Ma è solo il punto di partenza per chi voglia capire cosa sia la cucina molecolare. Il viaggio lo si può fare partendo proprio dalla Sicilia, da Erice, dove nel 1990 si è tenuto il battesimo ufficiale di questa filosofia del gusto in occasione dell’Atelier Internazionale della Gastronomia Molecolare, e dove ogni anno si riunisce un vertice di scienziati della cucina. Poi, lasciata la provincia trapanese è d’obbligo fermarsi nel Ragusano, e fare tappa ai tavoli de “La Madia” di Pino Cuttaia, pluristellato Michelin, per scoprire come l’uovo sodo servito nel piatto in realtà sia una seppia. A Ragusa Ibla invece ci si può sedere ai tavoli al Duomo di Ciccio Sultano. Dove le sue creazioni non vanno in scena su un piatto, bensì su un cucchiaio. In uno spazio di neanche tre centimetri lo chef costruisce imponenti architetture di sapori. Basti pensare che arriva ad armonizzare oltre dieci alimenti. Proseguendo sulle orme della creatività si percorre lo stivale verso nord. A Roma regna Heinz Beck nel suo ristorante “La Pergola” all’interno dell’Hotel Hilton. Dalla capitale, continuando a

153


I Maestri

la ricetta del rombo assoluto

Ferran Adrià

INGREDIENTI Filetti di rombo Porro Scorza d’arancia Timo PER LA COTTURA Glucosio anidro in polvere (da reperire in pasticceria) Per il condimento Olio extra vergine d’oliva Verdure al vapore Fumetto di pesce (a piacere) Sale grosso

Noto per essere lo chef del ristorante El Bulli a Roses sulla Costa Brava. Dice sempre: “Niente è quel che sembra”.

hEston Blumenthal

Chef proprietario del ristorante Fat Duck di Londra, l’enfant terrible della cucina inglese.

Hervé This

È il padre della cucina molecolare e lavora come fisico all’Institut de la Recherche Agronomique, a Parigi.

PROCEDURA Tagliate i filetti di rombo trasversalmente, in forma quadrata, e disponete su ogni pezzo una scorzetta di limone e un rametto di timo. Avvolgete ognuno in due foglie di porro (precedentemente scottate in acqua bollente per ammorbidirle), perpendicolari fra loro, e fissatele con uno spago da cucina. Riempite una casseruola di glucosio in polvere. Mettete sul fuoco e fate fondere lo zucchero, mescolando con cura per non farlo caramellare. Quando raggiunge i 180 °C immergete i fagottini di rombo e porro, fate friggere, evitando che la temperatura dello zucchero fuso raggiunga i 190 °C. Con un termometro digitale a sonda, tener controllata la temperatura, al cuore dei filetti. Quando quest’ultima raggiunge i 43 °C, togliere i pezzi dallo zucchero, aprirli con forchetta e coltello e togliere il rombo che può essere servito con un filo d’olio a crudo e un pizzico di sale. Se volete potete accompagnarlo con verdure al vapore o con una salsa preparata frullando le foglie di porro e il fumetto di pesce. salire, si scopre che a Bellagio c’è il Mistral. Più che un ristorante un laboratorio sperimentale, dove tiene banco Ettore Bocchia con la consulenza di Davide Cassi, docente di Fisica della Materia all’Università di Parma. Da questa fucina escono piatti mozzafiato come il rombo assoluto cotto nello zucchero, la cagliata di uovo o la crema di cocco con cialde al nero di seppia. La cucina molecolare sembra però avere trovato la sua patria al di là delle Alpi, in Svizzera. Sono quattro i ristoranti dove prendono vita formule alchemiche: al Chateau di Vevey guidato da Denis Martin; da Ecco dove crea Rolf Filegauf; al Casale di Wetzikon; al Survetta House di St. Moritz per farvi servire i piatti di Bernd Ackermann. Al centro di questo itinerario c’è Rolf Caviezel, il patron della Residenza per gli anziani Kastels di Grenchen. Non solo chef, ma docente di cucina molecolare e scrittore, trasforma la

sua tavola in uno show gastronomico. Protagonisti l’azzardo e il futurismo legati insieme per il piacere del palato. Uno dei suoi cavalli di battaglia è la pasta fatta però non di grano ma di olio extravergine d’oliva gelificato, oppure il caviale di melone o l’agnello di zucchero fiammeggiato davanti ai commensali. Nel resto d’Europa per trovare le tracce del gusto oltre ogni limite ci si può spostare in Germania a Langen, verso i sapori di Juam Amador. Oltre oceano si approda invece a New York. Qui c’è il Per Se di Ny, curato da Thomas Keller, dove flussi di curiosi si recano per assaggiare le sue torte frattali. Al numero 50 di Clinton street, c’è il W-50 di Wilet Drufresne. Chicago è l’ultima fermata, e forse la più sorprendente. Per godersela basta andare al famosissimo Alinea, di Grant Achatz, considerato il più innovativo tra gli chef di questo filone, che duplicherà la sua arte con l’apertura di un nuovo locale: il Next Restaurant.

I piatti forti della cucina molecolare COCOA SAND

Polvere di cocco in tazza con scaglie di cioccolato. Versione scomposta della torta cioccolato e cocco.

154

PEACH GELATINE

Un dessert in bicchiere destrutturato di pesche, basilico e gelatina insapore.

BLUEBERRY COOK

Una ricetta di biscotti menta e mirtilli del ristorante El Bulli dello chef molecolare Ferran Adrià.


Photo © www.garrettkern.com - Garrett Kern

GLI INGREDIENTI DELLA DISCORDIA A destra una gelatina “Cherry-Raspberry” ottenuta emulsionando e congelando polveri di rapa e ciliegia. Sono diversi gli insoliti ingredienti/ additivi al centro delle polemiche dei nutrizionisti: l’Agar agar è un gelificante naturale ricavato da un’alga rossa che sostituisce la colla di pesce. L’Azoto liquido viene impiegato come un potente refrigerante istantaneo. L’Inulina è una fibra solubile e la Lecitina di soia è un emulsionante usato per ottenere delle schiume. Molto discusso l’uso della Multicellulosa, un collante, gelificante e addensante usato e venduto da Ferran Adrià. A febbraio 2010, in Italia sono entrate in vigore alcune norme restrittive che disciplinano l’utilizzo degli additivi e delle sostanze gassose.

OLTRE LE RIGHE LEGGERE

“Pentole & provette. Nuovi orizzonti della gastronomia molecolare” (Gambero Rosso, Euro 16). In cucina per tutto c’è una spiegazione. Scientifica. Parola di Hervé This, il chimico caposcuola della gastronomia molecolare.

vedere

In Brazil, di Terry Gilliam, quando il protagonista è al ristorante, il maître propone il “Brasato”. Gli ospiti scelgono vari piatti, ma alla fine arriva a tutti una specie di gelato in tre palline di colore verde. Cucina molecolare ante-litteram?

YOUGURT SPONGE

Una spugna di yougurt e formaggio su un letto di pan di spagna e cubetti di albicocca.

ascoltare

Su Moebiusonline.org, la rivista di cucina scientifica di Davide Cassi, è possibile ascoltare, scaricare e vedere video e mp3 di tante strane e interessanti ricette, comprese quelle di cucina “in provetta”.

BRUSCHETTA

Pane casereccio destrutturato, con pomodoro ciliegino, pancetta, e un “soffio d’aria” d’aglio.

cliccare

Per sapere di più dei fondatori della cucina molecolare digitate su Google, Hervè This, il padre della cucina in provetta o Ferran Adrià. Troverete intere ricette e preparazioni “assistite” per mettere in pratica vere acrobazie culinarie.

GRUYERE CHEESE

Groviera emulsionato con purè di zucca, servito in tazza con piselli e quadratini di prosciutto.

155


ARTE DEL BERE

di Toti Librizzi

negroni ideato A FIRENZE NEL 1916 oggi è uno dei cocktail più noti in tutto il mondo

I

n questo numero parliamo di un aperitivo tutto italiano, un cocktail conosciuto in tutto il mondo: il “Negroni”. Fu ideato nel famoso caffè Casoni di Firenze nel 1916, punto d’incontro e socializzazione, frequentato dal conte Camillo Negroni, dove era sua consuetudine bere un aperitivo, il Milano-Torino, così chiamato per la provenienza delle città di produzione, Milano per il Campari e Torino per il Vermut. Ancora oggi allungato con del seltz viene chiamato “Americano”. Il conte Camillo Negroni, grande viaggiatore e frequentatore di bar londinesi, apprezzò di buon gusto il distillato di ginepro, che beveva a iosa. Rientrando dai suoi viaggi, propose al barman Francesco Scarselli dell’aristocratico caffè fiorentino di aggiungere una parte di gin nel suo aperitivo. Fu così che per gli avventori del caffè di Via de’ Tornabuoni, il nuovo cocktail venne conosciuto col nome di “Negroni” e poi si diffuse in tutto il mondo. Un altro membro della famiglia Negroni, il cavaliere Guglielmo, di Villanova sull’Arda vicino Busseto, seguendo il successo del cocktail, nel 1919 fondò a Treviso, l’industria Liquori Negroni, oggi denominata “Distillerie Negroni” e realizzò tra i vari prodotti l’omonimo Antico Negroni 1919.

I

156

PREPARAZIONE Si prepara direttamente in un bicchiere medio a tumbler (ideale quello basso, old fashioned o double rock) con ghiaccio cristallino. Mettere due o tre cubetti di ghiaccio nel bicchiere pre-raffreddato e aggiungere gli altri ingredienti. Mescolare bene e guarnire con una mezza fetta di arancia o una mezza fetta di limone.

Photo © Antonio Androsiglio

n questo numero parliamo di un aperitivo tutto italiano, un cocktail conosciuto in tutto il mondo: il “Negroni”. Fu ideato nel famoso caffè Casoni di Firenze nel 1916, punto d’incontro e socializzazione, frequentato dal conte Camillo Negroni, dove era sua consuetudine bere un aperitivo, il MilanoTorino, così chiamato per la provenienza delle città di produzione, Milano per il Campari e Torino per il Vermut. Ancora oggi allungato con del seltz viene chiamato “Americano”. Il conte Camillo Negroni, grande viaggiatore e frequentatore di bar londinesi, apprezzò di buon gusto il distillato di ginepro, che beveva a iosa. Rientrando dai suoi viaggi, propose al barman Francesco Scarselli dell’aristocratico caffè fiorentino di aggiungere una parte di gin nel suo aperitivo. Fu così che per gli avventori del caffè di Via de’ Tornabuoni, il nuovo cocktail venne conosciuto col nome di “Negroni” e poi si diffuse in tutto il mondo. Un altro membro della famiglia Negroni, il cavaliere Guglielmo, di Villanova sull’Arda vicino Busseto, seguendo il successo del cocktail, nel 1919 fondò a Treviso, l’industria Liquori Negroni, oggi denominata “Distillerie Negroni” e realizzò tra i vari prodotti l’omonimo Antico Negroni 1919.

1/3

dry gin

1/3

bitter campari

1/3

vermut rosso

Il “Negroski” apporta la variante della vodka al posto del gin.



dottore come si sente? di Carlo Fernandez

C

he fosse una bella donna era notorio e comunemente accettato: una donna un po’ particolare, bella ma dura, con la schiena dritta assolutamente priva di compromessi. Molto solida, capace di grandi fatiche e poco incline alle debolezze anche formali, tipiche di molte donne, specie se belle. Era abituata a viaggiare, aveva girato il mondo e si era trovata in mille situazioni anche complesse o imbarazzanti, dalle quali era uscita sempre con classe, eleganza e pugno di ferro. Quel giorno si trovava in Svizzera e il suo gruppo aveva programmato una gita, profittando della splendida giornata, un giro sulle montagne che circondano il lago di Lucerna su al Burgenstock, che è quel promontorio alto quasi 500 metri a strapiombo sul lago dei Quattro Cantoni, che offre un incredibile panorama con vista sulle montagne circostanti della Svizzera centrale e sul lago. Il promontorio si raggiunge con una funicolare molto ardita che in sette minuti porta su e improvvisamente sbatte davanti agli occhi un panorama eccezionale. La Signora si affacciò alla ringhiera del belvedere e impalli-

malanni di viaggio:

la sindrome di stendhal

dì; si guardò attorno e disse di sentirsi poco bene, non seppe dire perché, impallidi sempre di più e svenne. Chi era attorno a lei non sapeva cosa fare, la distesero per terra e rimasero molto turbati; dopo qualche minuto riaprì gli occhi e si guardò attorno smarrita. Non ricordava nulla e non sapeva darsi ragione del suo malessere; era molto mortificata. Era stata colta dalla sindrome di Stendhal, detta anche sindrome di Firenze. È una presunta affezione psicosomatica che provoca vertigine, tachicardia, capogiro, confusione in soggetti messi al cospetto di opere d’arte o panorami di estrema bellezza. La malattia colpisce, in genere, persone sensibili e fa parte dei cosiddetti malanni del viaggiatore. L’origine del nome nasce dalla descrizione che fece Stendhal quando si recò a Firenze e rimase stupito nel guardare la facciata di Santa Croce. Tale disagio è stato riscontrato spesso a Firenze ove all’Ospedale di Santa Maria Nuova non è raro il ricovero di viaggiatori colpiti da fenomeni psicologici acuti. Sono attacchi di panico caratterizzati dall’inizio improvviso, in genere di breve durata, e si differenziano totalmente dagli stati d’ansia. Gli stress d’aereo, da ascensore, da ferrovia e così via, sono abbastanza comuni e presuppongono, in genere, una certa labilità neurogena, tuttavia come nel caso qui riportato, può essere un fatto assolutamente isolato e imprevedibile. Che fare? Se il soggetto conosce i suoi limiti e il suo disturbo la migliore terapia è l’uso di piccole dosi di ansiolitici

158

vertigini e capogiri sono i sintomi di una patologia che colpisce i turisti “più sensibili” alla bellezza di opere d’arte e panorami mozzafiato

meglio se somministrati in modo frazionato: una piccola dose la mattina, una seconda a metà giornata e una terza a fine giornata. Può essere utile il tentativo della psicoterapia amicale, ma i risultati sono molto modesti. Ovviamente esistono altri farmaci, come: triciclici, betabloccanti e gli antidepressivi, ma questi devono essere tassativamente somministrati dal medico - meglio se uno specialista - di concerto con il paziente, tenendo conto della sua storia personale, delle sue abitudini di vita e di ogni altro elemento utile ad aiutare il paziente a superare l’attacco di panico. Un disturbo simile alla sindrome di Stendhal è la sindrome di Parigi o Sindrome di Notre-Dame, è una sindrome descritta recentemente nella letteratura specifica, che affligge in modo particolare i turisti giapponesi in visita alla città francese. Dalle ricerche degli psichiatri dell’Hôtel-Dieu risulterebbe che i turisti affetti da questa sindrome, i cui sintomi sono analoghi a quelli riscontrati per la Sindrome di Stendhal, sperimentano un disagio derivante da una visione idealizzata della capitale e vengono destabilizzati dalla profonda differenza culturale esistente tra le due nazioni.



Vuoi ricevere comodamente a casa Il tuo compagno di viaggio?

ABBONARSI A MAGAZINE È SEMPLICISSIMO Gentile lettore e gentile lettrice, abbonandoti alla nostra rivista potrai appassionarti alle nostre storie, ai reportage e ai consigli utili che abbiamo in serbo ogni stagione per chi vorrà conoscere le eccellenze del nostro Paese. Con 15 EURO, se vorrai, potrai aderire alla nostra campagna abbonamenti che ti permetterà di ricevere al COSTO ESCLUSIVO DELLA SPESA DI SPEDIZIONE, i quattro numeri successivi alla tua sottoscrizione. Potrai sottoscrivere l’abbonamento, oltre che sul nostro sito www.utilitymagazine.it nella sezione “Abbonamenti Utility”, anche con un normale bollettino postale intestato a: PUBLIPOINT SRL via E. Restivo, 166 - 90144 Palermo C/C POSTALE N.99936569 oppure eseguendo un versamento sul nostro conto corrente Banca Nuova: IBAN IT-94-M-05132-04607-854570240623 scrivendo nella causale “Campagna abbonamenti Utility Magazine” e avendo cura di indicare l’indirizzo dove vorrai spedito il nostro giornale. Aderendo alla campagna abbonamenti potrai anche usufruire di alcune agevolazioni per il noleggio delle auto Stylo Rent a Car e di sconti per i prodotti di alcuni nostri partner.

Contatti: www.utilitymagazine.it Per informazioni: telefono (+39) 091.515701 oppure (+39) 091.347829; Email: info@utilitymagazine.it. Numero verde 800.974217 POSTE ITALIANE S.p.A. – Sped.in abbonamento postale – 70% CBPA Palermo

160



Where to find DOVE TROVare MILANO Stylo Rent, Stazione porta Garibaldi. Ata Hotel Executive, viale Luigi Sturzo, 45. Hotel San Guido, via C.Farini, 1/A - piazza Baiamanti. Hotel Ritter Milano, corso Giuseppe Garibaldi 68. Movida, via Gaspare Rosales, 9. TORINO Stylo Rent, corso Francia 4bis/A. Hotel Imperial, via Principessa Clotilde 81. Hotel Cairo, via La Loggia 6. Ristorante Miseria e Nobiltà, via Lesegno 69/I. Edicola, corso Francia 5. Edicola, via Lanza angolo Vicolo Monetti, Grugliasco. ROMA Hotel NH Jolly Midas, via Aurelia 800. Hotel De Roussie, via del Babbuino 9. Donna Laura Palace, Gruppo Loan Hotel, Lungotevere Delle Armi 21. Flaminia Computer, Apple center, Via Flaminia 387. Ristorante Filippo La Mantia, via Vittorio Veneto, 50. Edicola Pieroni, via Vittorio Veneto, angolo via Lombardia. L’Edicola De Gregori, piazza Mancini. Edicola dei Lucchetti, piazzale Ponte Milvio (alt. n. 45). NAPOLI E. Marinella, sede e atelier storico di Napoli, via Riviera di Chiaia, 287. Edicola “Vittoria”, piazza Vittoria. CATANIA Stylo Rent, Staz. centrale, p.zza Giovanni XXIII. Grand Hotel Nettuno, Viale Ruggero di Lauria. Royal Hotel, via Di San Giuliano 377. Residence La Vetreria, via Grimaldi 8. Musica & Suoni, viale Jonio 113. PALERMO Stylo Rent, via Francesco Crispi 94. Libreria Kalòs, via XX Settembre, 56/B. Villa Igiea Hilton, Salita Belmonte, 43. Grande Hotel Wagner, via Riccardo Wagner 2. Trattoria Cucina, via Principe di Villafranca, 54. La Cuba wine-bar, viale Francesco Scaduto. Hotel Ucciardhome, via Enrico Albanese 34/36. Grande Albergo del Sole, corso Vittorio Emanuele 291. Astoria Palace Hotel, viale Montepellegrino 62. Mondello Palace, via Principe di Scalea s/n, Mondello. Edicola, via Principe di Belmonte. Edicola, p.zza Giuseppe Verdi. Edicola “Voglia di Leggere”, via Pacinotti. Edicola “La tua edicola”, piazza Castelforte. Edicola di Leonardo Ferrarotti, via Cesareo. Edicola, corso Umberto I, 166, San Nicola L’Arena (Trabia).

su www.utilitymagazine.it troverai l’elenco completo dei luoghi in cui è distribuita la rivista. you can find a complete list of places where to find our magazine on www.utilitymagazine.it

162

La Feltrinelli Express

Hotel Carlyle

Staz. Porta Garibaldi, piazza Freud, Milano

corso Garibaldi, 84 Milano

Art Hotel Olimpic

Ristorante I Cavalieri

via Verolengo, 19 Torino

Hotel Hassler

Trinità dei Monti, 6 Roma

Liberty Hotel

via San Vito, 40 Catania

B&B Bad

via Colombo 24 Catania

Hotel Quintocanto

corso V. Emanuele, 310 Palermo

Una Hotel Tocq

via A. De Tocqueville, 7/D Milano

Hotel Majestic

corso Chieri, 48 Torino

via Vittorio Veneto, 50 Roma

Sala da te Babington

Ristorante Le Grotte

piazza di Spagna, 23 Roma

Aga Hotel

via Della Vite, 37 Roma

Hotel Excelsior

viale Ruggero di Lauria, 43, Catania

piazza Verga, 39 Catania

Libreria Flaccovio

Grand Hotel delle Palme

via Ruggero Settimo, 37 Palermo

Museo Riso

corso V. Emanuele, 365 Palermo

via Roma 398 Palermo

Sala VIP Gesap

“Falcone-Borsellino” Punta Raisi (Palermo)




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.