Trento
l'Adige
martedì 29 gennaio 2013
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PERSONE
Valentina Miorandi Ecco chi è la giovane artista che ha richiamato 500 persone domenica lungo le vie della città per tracciare con il gesso bianco un perimetro come Auschwitz: «Anche così si fa politica» FABIA SARTORI Valentina Miorandi merita il successo dell’iniziativa «175 ettari»: nella Giornata della Memoria, Trento ha attratto oltre 500 persone, con l’idea di tracciare con un gesso bianco un perimetro grande come il campo di concentramento di Auschwitz. Un successo nello stile che caratterizza l’artista trentina, cui piace creare il contenitore e metterlo a disposizione della
«L’arte contro l’ignoranza» collettività: «Sono poi i partecipanti a sviluppare i contenuti», spiega l’artista. Contenuti che non si concretizzano a caso: la giovane è da sempre un’attenta osservatrice del contesto socio-politico locale e nazionale, entro cui conduce la sua attività creativa. «I miei lavori racconta - trattano problemi attuali sfruttando l’efficacia della forma rappresentativa, ma senza condizionare l’osservatore: chi ne fruisce è messo nelle condizioni di muoversi in piena libertà di riflessione e giudizio». Insomma, Valentina conferisce ad arte ed artisti un ruolo fondamentale nella società attuale, anche alla luce del momento di crisi che quest’ultima sta vivendo: «Sono molti i giovani artisti che hanno valide idee da proporre e condividere - afferma Valentina Miorandi - Il che non significa soppiantare il pensiero politico, ma integrare la politica attraverso competenze e punti di vista diversi». L’arte come impegno civile. Politica e religione, attualità e storia sono alcuni dei temi caldi che Valentina cerca di sottoporre all’attenzione della collettività, lanciando un messaggio a tutti coloro che ascoltano o osservano in perfetta autonomia di elaborazione. Cui si aggiunge «un’irriducibile indipendenza, che impongo a me stessa e propongo al pubblico come condizione di un rapporto complesso, orientato alla presa di coscienza della realtà o alla modifica di ciò che è ma vorremmo non fosse». Per la Giornata della Memoria, come non rivolgere a Valentina una
IL PROGETTO
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@ La photogallery con le immagini di ALESSIO COSER ieri ha avuto un seguito importante sul sito Internet dell’Adige: in molti hanno potuto rivivere le emozioni di «175 ettari», che domenica mattina ha coinvolto 500 persone
domanda sulle dichiarazioni di Silvio Berlusconi su Mussolini che, leggi razziali a parte, non ha fatto male? «L’ignoranza va combattuta - ribatte l’artista - Chi ignora perde in lucidità: forse il Cavaliere va meglio informato su ciò che è accaduto». Torniamo alla filosofia con cui Valentina concepisce l’arte: anche il primo premio ottenuto dall’artista trentina a Bologna Arte Fiera (sabato scorso, ndr) testimonia il suo impegno civile. «Last» è una rivisitazione dell’Ultima cena di Leonardo, dove Cristo è rimasto solo e senza cibo: come a dire, «nella religione cattolica forse solo lui è rimasto coerente ai suoi princìpi». Ma la storia artistica di Valentina è
Un bar al piano terra e garnì ai piani
Torrione, bando a febbraio È uno degli edifici più particolari e conosciuti della città, il Torrione che domina piazza Fiera. La costruzione affonda le radici nel 1500, quando venne eretto a scopo difensivo della porta a sud di Trento, anche se, già dal secolo successivo, venne utilizzato a scopo commerciale. In un recente passato, al piano terra, è stato invece occupato da una caffetteria e poi da un negozio di fotografia. Ai piani superiori invece, appartamenti. Dal 2007, la storica costruzione è però chiusa, con la Fondazione Crosina Sartori Cloch, proprietaria dell’immobile, che sta cercando da tempo di trasformarlo in un garnì le cui fi-
nestre si affacciao sulla prestigiosa piazza. Fino adesso ci sono stati due bandi: il primo andò deserto, il secondo dovette essere rivisto per vizi di forma. In questi giorni, la novità. Dopo un’ipotesi di creare appartamenti di lusso o negozi, la Fondazione è pronta a riproporre un nuovo bando che sarà predisposto in tempi brevissimi, entro l’inizio di febbraio. E si rispolvera l’antica ipotesi: la realizzazione di un bar al piano terra, mentre ai piani superiori un garnì. Si ipotizzano una quarantina di posti letto, con circa cinque stanze per piano. «Nel nostro immaginario, pen-
siamo a un tre stelle - commenta Claudio Tasini, presidente della Fondazione -, con una ventina di alloggi. In passato, le cose non sono andate a buon fine anche perché abbiamo valutato altre soluzioni. Ad esempio, si era previsto, assieme alla Provincia, un utilizzo museale. Sfumata questa ipotesi, abbiamo dato il via a ricerche di mercato che ci hanno spinto a optare per una struttura alberghiera, data anche la posizione strategica». Certo, l’impegno economico non è irrilevante, visto che si parla di un investimento di due milioni di euro. «Abbiamo già avuto molti contatti con diversi imprenditori che si sono
ricca di riferimenti al «presente»: con «Beautiful Sign» le forme della Venere di Milo, simbolo della bellezza per antonomasia, sono «corrette» dalle linee di un chirurgo plastico nell’ottica di un eventuale intervento migliorativo. «Il tutto chiarisce - per far riflettere su come l’ideale estetico possa modificarsi nel tempo». Non solo: l’istinto artistico di Valentina emerge anche nel video realizzato a proposito della privatizzazione dei servizi idrici, in cui una goccia asciugandosi assume le fattezze di un prezioso diamante. Classe 1982, Valentina è cresciuta a Trento con papà Carlo e mamma Ines, entrambi parrucchieri. «Ai quali devo molto - dice l’artista visto che mi hanno sempre riconosciuto libertà di pensiero e di scelta». È curioso come la giovane fosse partita dal Liceo scientifico Galilei orientandosi poi a futuri studi di architettura e con la ferma idea di intraprendere la carriera politica. «In famiglia ogni domenica il menu era a base di polenta e politica». Solo il fortuito e casuale incontro con il palcoscenico le fecero cambiare direzione. «Al liceo incontrai per caso il teatro - ricorda - Fui io stessa a scrivere una piccola sceneggiatura e mi esibii all’auditorium Santa Chiara di fronte ad 800 persone». Come l’avesse sempre fatto: fu allora che Valentina sperimentò il grande potere e la responsabilità del ruolo dell’artista. E decise di iscriversi all’Università di Bologna, laureandosi in Teorie e pratiche teatrali. A 21 anni l’amore per il teatro si trasforma in passione per la regia cinematografica: seguono il master in regia cinematografica alla
Il passaggio a Port’Aquila: a guidare il corteo una bambina, l’immagine della speranza contro l’orrore
New York Film Academy (2006) e il master in direzione della fotografia della Escola Superior de Cinema a Barcellona (entrambi con borsa di studio). L’esperienza con Neverending Cinema la porta, nel 2005, ad entrare in contatto con molti artisti di fama internazionale allacciando con loro parecchie collaborazioni in Italia e all’estero (Rosa Barba, Elisabetta Benassi, Stefania Galegati Shines, Marinella Senatore). Oggi si occupa della direzione artistica per alcuni musei, della realizzazione di documentari e - personalmente - studia e crea progetti collettivi. «Vivo il Trentino a intermittenza, spesso mi reco all’estero o in altre parti d’Italia termina - per cercare nuove idee e punti di vista da reinvestire e far poi crescere sul nostro territorio». Per quanto riguarda le opere, molte «ispirazioni» partono da temi o casistiche sollevati dalla comunità: nel 2010 nasce il progetto «Made in Italy» con l’intento di creare una serie di progetti che crescano dalla collettività e siano ad essa rivolti. «Inno nazionale d’Italia» mette in musica le parole della Costituzione italiana: emerge il sentimento collettivo di un popolo che desidera rendere vivi i princìpi su cui si fonda il proprio Paese. A proposito della collettività, «Post Italy» raccoglie sul blog madinitalyproject.wordpress.com informazioni e perplessità, che verranno poi affisse in città, come accaduto sulle pensiline degli autobus a Bolzano. «Chi investe sulla cultura - conclude Miorandi sostiene l’economia e promuove la crescita sociale».
Quaranta posti letto, con circa cinque stanze per piano. L’investimento sarò di 2 milioni di euro e la concessione trentennale
fatti vivi per una possibile gestione. Nomi? Non mi sembra il caso di farne, è ancora prematuro. La concessione peraltro sarà molto lunga, prevediamo almeno 30 anni, anche per permettere a chi se ne occuperà di recuperare l’investimento fatto». Attualmente, solo una parte del Torrione è ancora utilizzata. Si tratta del piano strada, concesso all’Apt come spazio espositivo durante manifestazioni quali Mercatini di Natale o Feste Vigiliane. Un utilizzo che scomparirà qualora dovesse andare a buon fine il bando, visto che negli stessi spazi è prevista una caffetteria. Spi