Contemporary Dandy

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Contemporary Contemporary Dandy Dandy Valentina Olivetti


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INTRODUZIONE

Una collezione dalle tonalità sconcertanti, colori forti, vivi e vivaci come il viola, il rosso e il blu, che movimentano la vita, allontanandola dalla monotonia quotidiana. Con il giusto pizzico di tonalità più scure e controllate come il nero e il grigio, con una nota di argento che rende il tutto un po’ più speciale. La ripetizione di buchi/toppe, motivi geometrici/asimmetrici che si ripetono quasi in maniera ossessiva e disturbata rendono questa collezione ideale per un contemporary dandy. L’imperfetto agisce come state of mind in questa collezione. Taglio a vivo, cuciture a vista, buchi, toppe e zero fodere per un dandy contemporaneo che ama distinguersi dalla massa.

Una collezione di abiti per chi ama il colore, la stravaganza, la vita. Abiti non soltanto concettuali, intrisi di senso, ma anche carichi di storia personale, di una storia che per ognuno può diventare la propria, abiti adatti a chi ama distinguersi dalla massa. Una moda anti mainstream e avant-garde. Una moda provocatoria che ha come obiettivo quello di catturare lo sguardo dell’altro, lo sguardo di un ipotetico spettatore. La collezione in questione è per quell’uomo contemporaneo, esteta, che ama la bellezza e che la fa propria, un uomo intellettuale a cui piace l’arte, la letteratura, l’amore e quindi la vita. Una collezione per un contemporary dandy, per un anticonformista che fa dell’imperfezione la sua più grande forza.

L’eccentricità e l’estrosità dei capi la fanno da padrona in questo pot-pourri di stravaganze mescolate tra loro. Non solo Contemporary Dandy, ma anche Io e la mia ossessione. Sì, ossessione, perché fu “fatale” per me quel giorno di un po’ di anni fa. Lo ricordo bene…ero alle elementari e la gita fu in quel posto magico che è il Vittoriale di Gabriele D’Annunzio. Rimasi così affascinata da quel posto che per me rappresentava quasi “un posto fuori dal mondo”, una sorta di “giardino segreto” e iniziai a fantasticare su quella figura così particolare, eccentrica ed estrosa, la figura di esteta di D’Annunzio, tanto da iniziare poi a leggere i suoi maggiori successi letterari e da innamorarmi quasi della figura del dandy, diciamo non proprio il classico principe azzurro. Mi ritrovavo in lui, oddio, non in tutto…però scoprii col tempo, come lui, di avere anche io una sorta di horror vacui, di questo terrore del vuoto che mi portava a riempire completamente le pagine del mio diario, i miei disegni, le pareti della mia cameretta da piccina. Una sorta di ossessione per i dettagli, da non lasciare neanche il più piccolo spazio vuoto e bianco. Gli spazi vuoti mi hanno da sempre creato ansia e mi hanno sempre dato un’idea di “non finito”. Inoltre esiste la leggenda che D’Annunzio soffrisse di fotofobia (sensibilità alla luce) e per questo il Vittoriale appare così tenebroso e oscuro, proprio perché D’Annunzio odiava qualsiasi tipo di fonte luminosa. Come lui, da piccina, ho sofferto di fotofobia e ho per tanto tempo odiato la luce del sole che mi costringeva a indossare degli orrendi occhialini da sole rotondi (assolutamente kitsch e antimoda) che dovevano aiutare e abituare la mia vista alla luce. Così, ispirandomi al lavoro di Rei Kawakubo per Comme des Garçons, ho deciso di ideare questa collezione partendo dalla figura del dandy che mi ha da sempre affascinato, incuriosito e incantato, e riproponendo questo mio horror vacui traslandolo paradossalmente in questi buchi/toppe che intervallano la superficie e che sono presenti nel capo madre della collezione e nel ripresentarsi continuo nella collezione di motivi geometrici, di parti asimmetriche e tramite l’imperfezione dei capi data dal taglio a vivo, dalle cuciture a vista e dall’assenza di fodere.






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