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La console te le suona
Componi musica con il GameBoy, il Commodore 64 e i gadget hi-tech che non usi più di Valeria Vito
Leggi anche… Su Win Magazine 227, a pagina 114, possiamo saperne di più sul circuit bending, la tecnica che permette di creare musica elettronica mettendo in cortocircuito i vecchi giochi elettronici di cui sono piene le nostre soffitte.
L’
informatica compilò il suo “Hello World!” nel panorama musicale all’inizio degli Anni 50, in Australia, quando un CSIRAC (Council for Scientific and Industrial Research Automatic Computer) venne impiegato per riprodurre musica. Si trattarono per lo più di esperimenti di cui non esistono registrazioni originali, esecuzioni digitali di canzoni popolari senza alcuna pretesa espressiva, ma dalla tenace volontà di cambiare il mondo; un inedito utilizzo del DAC (Digital to Analog Converter) per scopi musicali segnò così una svolta epocale per la storia della musica. Seguì lo sviluppo dei primi programmi pensati per i musicisti come MUSICOMP per ILLIAC I, su cui Lejaren Hiller compose Illiac Suite, ufficialmente la prima raccolta di brani ideati in ambiente digitale.
Il computer fa musica Bisogna comunque aspettare che i computer diventino davvero “personal” nei primissimi Anni 80 per assistere alla vera e propria nascita della chiptune come vero genere musicale. Un ruolo fondamentale per la crescita della chiptune lo svolse la Commodore dopo aver assorbito la MOS Technology (azienda produttrice degli omonimi integrati) da cui nacque il SID (Sound Interface Device), progettato da Robert Yannes per il Commodore 64 che vantava caratteristiche fino ad allora completamente ignorate dalle altre case produttrici di computer e console da gioco. Una delle grosse rivoluzioni fu il generatore di inviluppo ADSR (Attack, Decay, Sustain, Release) che per la prima volta nella storia dell’informatica e dell’elettronica donò ad un computer l’espressività di un vero strumento musicale.
All’inizio furono i videogame È su questo innovativo chip audio che vengono composte le più belle colonne sonore 74 Win Magazine
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Ecco in azione l’italiano Carl e lo svizzero Wanga, i mitici fondatori della community http://micromusic.net, diventata ormai un vero e proprio punto di riferimento per gli appassionati di tutto il mondo che vogliono entrare a far parte di questo mondo fantastico.
per videogame del periodo da artisti come Rob Hubbard, Richard Joseph e David Whittaker (che è anche sviluppatore e grafico), tanto per citare i più celebri. Le loro composizioni erano così apprezzate che iniziarono a circolare sotto forma di programmi indipendenti o a corredo di programmi crackati in pieno stile demoscene. Da allora la produzione musicale con console e home computer (oggi considerati obsoleti) non si è mai fermata, anzi ha favorito la nascita e lo sviluppo di nuovi programmi e stili musicali. Senza la necessità di assecondare il mercato di massa, i tracker si spogliano delle interfacce grafiche superflue e con uno stile spartano che meglio sfruttano le capacità tecniche della macchina diventano affidabili ed efficienti. Negli Anni 90, mentre fanno la loro comparsa sul mercato computer più sofisticati per fare musica come ad esempio l’Atari ST (dotato di interfaccia MIDI per la quale nacque la prima versione
di Cubase), iniziano a circolare cartucce di sviluppatori indipendenti per le ormai obsolete console a 8 bit. La cartuccia in testa per diffusione da decenni ormai è la LSDJ
Avevo pensato che i chip sonori disponibili sul mercato, inclusi quelli nei computer Atari, fossero primitivi e ovviamente progettati da persone che non sapevano niente sulla musica Estratto dal libro: “On the Edge: The Spectacular Rise and Fall of Commodore” di Robert Yannes
sviluppata e distribuita da Role Model per Gameboy. Il successo di questa cartuccia è dovuto oltre che per la simpatia del sound
“gommoso” tipico di casa Nintendo, anche per l’estrema compattezza dell’hardware. Sempre per GameBoy è Nanoloop di Oliver Wittchow, una soluzione più intuitiva di LSDJ che offre maggiore libertà espressive a chi preferisce improvvisare live. Sempre per gli appassionati della casa giapponese ci fu una cartuccia che faceva da interfaccia MIDI per il Nintendo NES: la MIDINES, che ora si trova sul mercato dell’usato a prezzi davvero esorbitanti! Per Commodore 64 la soluzione più completa per quegli anni è stata il Prophet64 by 8bit Ventures, attualmente rimpiazzato da un nuovo prodotto degli stessi sviluppatori: la cartuccia MSSIAH che offre ben cinque programmi (Sequencer, Mono Synthesizer, Bassline, Drummer e Wave-Player ) e una molto apprezzata interfaccia MIDI. Win Magazine 75
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La community Micromusic.net
Goto80, nome d’arte dello svedese Karl Isakson, è uno dei maggiori esponenti della Commodore Music: qui lo vediamo alle prese con il suo inseparabile Commodore 64 e… un palo della luce!
Il fenomeno Micromusic nasce nel 1999 contemporaneamente alla messa on-line dell’omonima community nella sua versione 1.0, un sito nato dall’idea dell’italiano Carl e dello svizzero Wanga di raccogliere in un unico folle contenitore tracce musicali composte con giocattoli e console. In poco tempo la community si trasformò in qualcosa di più e di molto diverso. Micromusic divenne il portale di riferimento per chiunque avesse l’attitudine ad un modo di fare musica diverso. Nuove sonorità che non per forza vengono generate da un chip elettronico, ma anche da giocattoli, tastierine e VST (strumenti musicali virtuali). Il portale Micromusic divenne dunque il comune denominatore di un atteggiamento verso un diverso approccio nel produrre musica, non solo dal punto di vista sonoro. Un ambiente dove nessuno si prende troppo sul serio e dove l’approccio ludico del nostalgico videogiocatore si ricombina, grazie alla musica, ad esibizionismo e goliardia.
Tutto l’occorrente per comporre la propria micromusic Ecco gli accessori più usati dagli appassionati di tutto il mondo per realizzare musica a 8 bit.
Nanoloop
Little Sound Dj
Sempre per GameBoy, che per la sua compattezza resta la console più gettonata per la micromusic, combina insieme un synth, un sequencer e un campionatore. Rispetto all’LSDJ ha un’interfaccia meno ostica.
È il più popolare tracker di tutti i tempi, ha quattro tracce e gira su Nintendo GameBoy. Questo genere di software ha come scopo quello di sequenziare la musica, creare suoni e aggiungere effetti. Ha un’interfaccia numerica e lavora su base esadecimale.
Mssiah
In assoluto la cartuccia più completa e versatile per Commodore 64. Completa di interfaccia MIDI, ha al suo interno un synth monofonico, un sequencer, una bassline, una batteria elettronica e un wave player. Supera in prestazioni il suo famosissimo predecessore Prophet64.
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Cynthcart
È una cartuccia per Commodore, forse la più intuitiva mai realizzata: basta inserirla nello slot per trasformare il Commodore 64 in un vero sintetizzatore. Si può, con l’uso del paddwle, pilotare il cutoff. Ne esiste anche una deludente versione per Atari 2600.
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Utilità&Programmazione Il sito negli anni è diventato un importante luogo di confronto per micromusicisti e curiosi. Lo svedese Goto80, tra i maggiori esponenti internazionali della Commodore Music, alla nostra domanda su cosa fosse per lui la micromusic risponde così: “Non so realmente cosa sia la Micromusic, ne so di più su micromusic.net che del genere musicale in sé”. Questo spiega bene quanto in questo contesto sia importante il concetto di community rispetto ai cliché musicali. L’esponente della Commodore Music continua la sua chiacchierata con un interessante racconto: “colleziono computer e videogame da quanto ero piccolo. Ho cominciato a fare musica con un Amiga 500 nel 1992, dopo aver visto mio fratello più grande e i suoi amici fare chip music con il Commodore
64. Da lì in poi non mi sono più fermato. Oggi uso l’Amiga 1200, il Commodore 64, un GameBoy, il PC e altri strumenti come: Casio Sk1, Yamaha PSS21, Remote25, Bontempi B1 e affini, ma ho anche cose come Vic20, C128, SX64, Atari 520, C128, Amiga 500 e molto altro. Adoro le sonorità di molti chip audio old school”.
Appassionati in tutto il mondo La micromusic ha avuto una stagione particolarmente ricca ai tempi di MySpace che per chi non era ancora su micromusic.net fu una grande occasione per scoprire l’esistenza di altre persone con la stessa medesima passione. “In assoluto la cosa che trovo più interessante del progetto micromusic.net è l’idea di comunità. Grazie a questo sito ho fatto nuove amicizie in mezza Europa. Tutti uniti dall’interesse e la passione per la musica. È bellissimo organizzare serate, invitare ospiti da fuori e poi andare all’estero per un micromusic party”, questo è quello che ci racconta Tonylight, tra i pionieri italiani della micromusic nostrana. Questa idea di community ha favorito la crescita della cultura micro grazie ad un’efficiente struttura di headquarter (quartier generale). In Italia il primo e anche più importante headquarter fu il MicroBo di Bologna, nato il 18 giugno del 2006 con il primo vero evento micro del nostro paese. Al gruppo, fortemente legato alla scena francese, si deve in generale l’organizzazione dei più bei eventi micro mai organizzati nella nostra penisola. Quello di Bologna, comunque, non è stato l’unico headquarter della scena micromusic italiana: sono ancora attualmente attivi sia il Micromilano sia il Microma. Ogni headquarter si impegna ad organizzare eventi nella propria zona, invitando ospiti internazionali.
Il genere musicale A differenza di molti altri movimenti culturali, la micromusic ha molti meno limiti: si può fare punk, blues, metal a 8 bit. Non ci sono regole, ma solo la volontà di divertirsi e condividere con altri appassionati la nostalgia per le sonorità digitali tipiche degli Anni 80. Anche la scelta dello strumento non è indicativa: se siamo musoni non sarà di certo un GameBoy con LSDJ a renderci micromusicista, abbiamo più possibilità di diventarlo usando un VST insieme a tanta voglia di ritornare bambini, con ingenuità ed entusiasmo, alla ricerca dei suoni della nostra infanzia.
Mood gioioso, una vecchia console di gioco e il mitico Casio VL Tone: ecco l’occorrente per divertirsi a creare della bella micromusic!
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