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COMUNE DI LA SALLE - COMMUNE DE LA SALLE ANNO XIII N°1 - LUGLIO 2011 NUMERO PROGRESSIVO: 22
Le Journal de LA SALLE
Periodico d’informazione edito dal Comune di La Salle, iscritto nel registro stampa presso il Tribunale di Aosta con decreto n. 5 dell’1 giugno 1999. Spedizione in a. p. 70% - D.C. - D.C.I. - Aosta - numero 1/2011
•2011 ANNO
INTERNAZIONALE DELLE FORESTE
Quando a Salle si • faceva a gara per non fare il Sindaco
• NON SI ARRESTA IL PROCESSO
DI RIQUALIFICAZIONE DI DERBY
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Editoriale
BOTTA e RISPOSTA fra un gruppo di Sallereins e l’Assessore Regionale Aurelio Marguerettaz Riceviamo, per conoscenza, una lettera che un gruppo di Sallereins ha inviato all’Assessore regionale al turismo, sport, commercio e trasporti, il quale ha risposto loro dalle colonne de “Le peuple valdôtain”; all’articolo dell’assessore Marguerettaz ha fatto seguito poi la replica finale dei Sallereins. Pubblichiamo un estratto del botta e risposta. ous avons lu avec intérêt dans le journal Le Peuple Valdôtain, l’allocution de l’Assesseur régional au Tourisme Aurelio Marguerettaz, à l’occasion du Congrès de l’Union Valdôtaine, et en particulier ce passage: “Quand les touristes arrivent, évidemment, il faut que les structures d’accueil soient ouvertes, mais, en même temps, il faut que les transports fonctionnent, tout comme les services de déblaiement de la neige, les artisans - plombiers, menuisiers, électriciens, mécaniciens - qui garantissent des services appropriés aux touristes qui ouvrent leurs maisons de vacances et qui peuvent avoir des problèmes.” Peut-être l’Assesseur régional n’est-il pas au courant que le chef-lieu de la Commune de La Salle ne bénéficie pas d’une liason de cars avec la ville d’Aoste, tous les arrêts étant à Le Pont, sur la route nationale 26, incommode pour les habitants et surtout pour qui vie ou loue dans les hameaux? Nous ne demandons pas toutes les courses, mais au moins un aller et retour. […] Le bureau de l’office du tourisme est fermé et les touristes pour avoir des renseignements doivent aller à Courmayeur. Nous avons adressé une invitation à l’Administration communale pour avoir au moins un
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Come inviare POSTA per Le Journal de LA SALLE
Articoli, interventi e lettere vanno inviati a: Redazione Le Journal de La Salle, Via Col Serena, 9 - 11015 La Salle fax 0165861676 - 0165806921 e-mail: protocollo@comune.lasalle.ao.it oppure anche valico@ilvalicoedizioni.it
tableau d’affichage pour les locataires des appartements, en vain. […] Un groupe de Sallereins e réponds volontiers à votre lettre pour donner des précisions sur les questions que vous avez soulevées quant à la fermeture de l’office touristique de La Salle et au service de transports publics desservant la Commune. Comme j’ai eu l’occasion de le rappeler lors de la séance du Conseil régional du 12 janvier dernier, la fermeture des offices touristiques de La Salle, Villeneuve, Sarre et Verrès s’inscrit dans un processus de rationalisation des coûts de gestion. […] Pour ce qui est de la liaison avec Aoste, celle-ci est assurée par quinze allers/retours par jour depuis l’arrêt sur la Nationale. Compte tenu du nombre moyen de passagers, il serait insoutenable pour l’Administration de mettre en place un service desservant les différents hameaux répartis sur un territoire très vaste sur le versant. Par ailleurs, l’offre de transport est com-
L’assessore regionale Aurelio Marguerettaz
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plétée par une liaison avec Courmayeur (12 allers/retours) avec départ depuis l’arrêt de bus situé au centre de La Salle. Aurelio Marguerettaz gregio Signor Assessore, La ringraziamo per la celere risposta ma possiamo semplicemente dire che “non c’è peggior sordo di chi non vuol
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sentire”. Non chiediamo tutte le fermate del pullman da e per Aosta nel capoluogo di La Salle (non nelle frazioni) ma almeno una perché la fermata della Frazione Ponte, che si trova sulla SS 26, dista circa 15 minuti a piedi dal capoluogo ed è in salita […]. Un gruppo di Sallereins
La Salle partecipa ad un incontro fra 8 Amministrazioni accomunate dal loro stesso nome e dai buoni propositi Trasferta piemontese per il sindaco Cassiano Pascal, l’assessore Franco Ottoz e la segretaria comunale Donatella D’Anna lo scorso mese di maggio. L’incontro si è tenuto a Sala Monferrato e vi hanno partecipato gli otto comuni italiani nel cui nome appare la parola “Sala”: Sala Baganza (Parma) Sala Biellese (Biella), Sala Bolognese (Bologna) Sala Comacina (Como), Sala Consilina (Salerno), Sala Monferrato (Alessandria) Santa Maria di Sala (Venezia) e La Salle con l’obiettivo di gettare le basi per delle collaborazioni future. La giornata è stata l’occasione per promuovere e far conoscere La Salle e in particolare le attività svolte con il progetto“Villages Durables” di cui il comune è capofila, nell’ambito del PIT dell’Espace Mont-Blanc, nonché per un confronto sulle rispettive esperienze nell’utilizzo innovativo delle energie rinnovabili. L’obiettivo principale del progetto Villages Durables è quello di preservare e gestire in modo sostenibile i villaggi di montagna, favorendo la conoscenza e l’applicazione delle energie rinnovabili, e soprattutto quello di realizzare la riqualificazione e la ristrutturazione della
Casermetta di Derby rendendola un edificio eco-compatibile a emissioni zero. L’incontro è stato anche l’occasione per conoscere la novità dell’agrovoltaico, cioè del connubio tra il fotovoltaico e l’agricoltura, già utilizzato in Italia. Si tratta di una soluzione originale che permette di posizionare, sopra i terreni coltivati a circa 4 metri di altezza, pannelli solari che si spostano con il sole, consentendo ai raggi di raggiungere le colture sottostanti. Le caratteristiche principali di questa novità in campo energetico sono: produzione di energia a zero emissioni; sostenibilità economica; utilizzo di tecnologie e materiali totalmente riciclabili e non inquinanti; contenimento dell’ombreggiamento del terreno e dell’occupazione del suolo; nessun ostacolo alla pioggia; garanzia della massima agibilità ai mezzi agricoli e possibile integrazione con l’installazione di un sistema d’irrigazione. L’approfondimento futuro verterà sui costi di realizzazione, sulla compatibilità con un territorio di montagna come quello di La Salle e sulla possibilità di confrontarsi tra i vari Comuni sulle esperienze più efficaci e significative. Alessia Di Addario
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Primo Piano
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“Come sono diventato Campione del Mondo” Nella gara a coppie un sorpasso da squalifica dei francesi stava per far saltare la festa
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uest’anno i Campionati Mondiali di scialpinismo si sono svolti a Claut, una piccola località friulana, situata a circa 15 km dalla tristemente famosa diga del Vajont. Nonostante il nome poco altisonante della località, l’organizzazione è stata impeccabile e la partecipazione della comunità molto sentita. Il programma dei campionati prevedeva: gara a coppie, individuale, sprint, vertical e staffetta. Chi segue lo scialpinismo agonistico sa bene che le prime due sono le più importanti, in particolare la gara a coppie è quella che “storicamente” si intende come “la gara” di sci alpinismo. Infatti, in questo format si percorre il dislivello più lungo, in genere superiore ai 2000 metri; inoltre i tracciati sono più tecnici rispetto alle altre gare e oltre a tenere conto del proprio stato di forma, bisogna avere il giusto affiatamento con il “socio”. È proprio a questa gara che io ed Eyda (il mio socio per eccellenza) puntavamo come obbiettivo per questa stagione. Insieme vantiamo già un palmarès di tutto rispetto, abbiamo vinto tutte le competizioni più importanti a squadre: Europei, Pierra Menta, Tour du Rutor, Mezzalama; il titolo di Campioni del Mondo però ci mancava. Le gare della prima parte della stagione ci hanno consentito di arrivare alla vigilia dei Campionati Mondiali con la giusta motivazione. Eyda in particolare ha dominato in Italia e in Coppa del Mondo, io dal canto mio, pur non avendo avuto la stessa sua forma fisica, mi sono difeso bene, arrivando 4° nella prima gara di Coppa del Mondo individuale e piazzandomi subito alle sue spalle nelle Gare Nazionali. Eccoci quindi al via della gara, tranquilli ma concentrati. La nostra tattica era già decisa: fare sfogare i nostri avversari e piazzare la stoccata sull’ultima delle 3 salite lunghe previste. Infatti, sulle prime due salite, dopo aver scremato il gruppo, ci siamo trovati a inseguire la coppia francese composta da Didier
Pubblichiamo un’avvincente cronaca scritta da Denis Trento, doppia medaglia d’oro nella gara a coppie e nella staffetta al campionato mondiale di scialpinismo nel 2011 a Claut in Friuli. Blanc e William Bon Mardion. Nonostante il loro ritmo fosse molto elevato, noi siamo riusciti a non perdere troppo tempo e sulla seconda discesa eravamo già sulle loro code. A qual punto Bon Mardion ha avuto un attimo di crisi e noi allora abbiamo aumentato il ritmo, riuscendo così, dopo un tratto a piedi su cresta, a scollinare con circa un minuto e mezzo di vantaggio. La discesa è stata molto difficile: il meteo era pessimo, la visibilità quasi nulla e la conformazione del terreno molto mossa. Le condizioni della discesa hanno limitato le velleità di rimonta dei nostri avversari, pur essendo loro grandi discesisti: così noi siamo riusciti a mantenere il vantaggio accumulato in salita. Al termine della discesa, era previsto un percorso di 3 chilometri molto movimentato: un tratto a piedi, uno a skating, una salita con le pelli, una discesa, un altro tratto a piedi, un altro a skating, una discesina di nuovo a piedi e un’ultima salita con le pelli. Tutto questo per consentire che la ga-
ra arrivasse nel centro dell’abitato di Claut. Nonostante la stanchezza e i crampi dovuti alla forte umidità, tutto andava per il meglio, abbiamo infatti conservato il vantaggio fino all’ultima discesa da fare a piedi. Ormai era fatta, ma… mentre noi eravamo in fondo all’ultima discesa, con gli sci in mano, ecco che spuntano i francesi con gli sci ai piedi e ci superano a uovo. Dopo un attimo di sbigottimento, noi proseguiamo portando a termine regolarmente il percorso, certi che i nostri avversari sarebbero andati dritti verso la squalifica per non aver tolto gli sci, nel tratto da fare a piedi come da regolamento. Arriviamo al traguardo, purtroppo vedendoci negata la gioia di tagliarlo per primi; dopo la riunione della giuria, però, arriva puntuale la penalità per i francesi: siamo Campioni del Mondo! Ma il mondiale non è finito, anzi… Decido di non correre né il vertical, né la sprint, cercando di recuperare al meglio per l’individuale. Purtroppo i crampi avuti durante la gara a squadre
mi hanno compromesso un po’ il tono muscolare e con solo qualche giorno a disposizione non riesco a recuperare al 100%. La gara individuale è più corta, ma i ritmi sono impressionanti: si parte a tutta e si arriva a tutta! Se non sei al top, sei tagliato fuori. Infatti quel giorno non riesco mai a entrare in gara, ma con un bel recupero nel finale porto a casa un buon 6° piazzamento, a una quarantina di secondi dal podio. Eyda sarà ancora più sfortunato, cadrà in partenza e non riuscirà più a tornare sui primi. L’ultimo giorno di gare, il programma prevede la staffetta. Il principio è lo stesso di quelle che si disputano nel fondo: 4 frazionisti che si danno il cambio al termine di un giro ad anello. Nel nostro caso il percorso prevede 2 salite, 2 discese e un tratto tecnico a piedi per circa 200 metri di dislivello: insomma, un condensato di ciò che avviene nelle gare lunghe. L’Italia schiera Eyda al lancio, poi Robert Antonioli (fortissimo giovane valtellinese), Manfred Reichegger (esperto altoatesino del CSE) e il sottoscritto a chiudere. Nelle prime frazioni non brilliamo, gli svizzeri, in gran giornata, arrivano ad accumulare 20” di vantaggio su di noi e 25” sui francesi. Tocca a me, mi sento bene, ho recuperato gli sforzi delle gare precedenti, però il distacco mi sembra difficilmente colmabile. Parto lo stesso convinto: voglio provarci. Dopo pochi minuti di gara mi accorgo che il terreno che mi separava dello svizzero si sta velocemente accorciando. Decido di dosare le energie, tornerò sotto gradualmente. Sulla seconda salita, lo raggiungo nel tratto a piedi. A quel punto non ho più dubbi, via a tutta! E finalmente posso tagliare il traguardo a braccia alzate. È la ciliegina sulla torta, quello che mi era mancato nella gara a coppie. Dopo mesi di tensioni, allenamenti, dieta, trasferte, gare, questa sera finalmente si festeggia! (D.T.) Denis Trento bambino fondista e più tardi campione scialpinista.
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il Comune
La riqualificazione della “Casermetta” di DERBY di Alessia Di Addario La ristrutturazione, con l’utilizzo e l’applicazione di soluzioni innovative per la produzione di energia, rientra nelle azioni concrete previste dal progetto PIT Mont-Blanc Villages Durables all’interno del programma di cooperazione transfrontaliera dell’Espace Mont-Blanc. L’obiettivo è quello di favorire la conoscenza e l’applicazione delle energie rinnovabili e rispettose dell’ambiente per la costruzione e la ristrutturazione o riqualificazione degli edifici. In quest’ottica la riqualificazione prevede l’utilizzo di fonti rinnovabili, che non comportano l’emissione in atmosfera di CO2, di polveri sottili e di ossidi di azoto. L’energia necessaria sarà prodotta da pannelli solari, pannelli fotovoltaici e da un impianto geotermico che renderanno l’edificio indipendente da un punto di vista energetico. La ristrutturazione terrà anche conto dell’isolamento al fine di limitare al massimo le dispersioni di calore. A tale scopo verrà realizzato un cappotto interno che comprenderà l’isolamento termico dei soffitti, dei pavimenti e dei muri oltre alla sostituzione dei serramenti. Ultimo aspetto e ulteriore novità, per un edificio pubblico in Valle d’Aosta, sarà l’utilizzo della domotica, cioè dell’informatica e dell’elettronica, per il controllo e la gestione di riscaldamento, illuminazione, impianto di videosorveglianza ed irrigazione esterna. Tutti i dispositivi saranno collegati, tramite un sistema di comunicazione via web, ad un computer che permetterà di gestire, di monitorare e di controllare da remoto tutto l’edificio e garantire il miglior rendimento energetico per ogni condizione di utilizzo. I lavori, diretti dallo studio INART che ha vinto il bando per la progettazione e direzione lavori, inizieranno nel mese di agosto di quest’anno e si concluderanno alla fine del 2012. L’importo totale della riqualificazione è di 598.000 euro di cui 446.000 euro per opere. Durante i lavori saranno organizzate alcune giornate “porte aperte al cantiere” dedicate alla visita guidata del cantiere stesso da parte di scolaresche, professionisti e cittadini. Queste visite saranno l’occasione per presentare il progetto ed illustrare e spiegare le diverse fasi di cantiere e l’utilizzo delle energie rinnovabili per la produzione di energia pulita.
Nuova sistemazione presso il torrente Tillac
Mentre il Comune prepara l’inaugurazione dei lavori decennali ultimati nel quartiere Sant’Orso di Derby, è già partita la procedura d’appalto per la “ristrutturazione e la riqualificazione funzionale ed energetica” delle Casermette poste all’ingresso del villaggio, che verranno trasformate in un centro polifunzionale all’avanguardia.
È
ormai inarrestabile il processo di riqualificazione del villaggio di Derby. Mentre il Comune, infatti, si prepara ad inaugurare in gran pompa la fine del programma decennale di lavori diretti dall’ing. Marco Fiou che hanno fatto di Derby un villaggio più bello e più sicuro, la stessa Amministrazione Comunale ha già iniziato la procedura di appalto per dare il via al progetto pilota che trasfor-
merà la vecchia struttura delle casermette, situata all’ingresso del villaggio e costruita mezzo secolo fa, da “edificio energivoro”, come lo hanno definito gli esperti, a un centro polifunzionale all’avanguardia. I lavori per la messa in sicurezza idrogeologica collegati a quelli della nuova strada che collega la chiesa parrocchiale di Sant’Orso all’omonima frazione di Derby aspettano solo il collaudo dell’opera, ma i loro vantaggi sono già da tempo sotto gli occhi di tutti. Molto grazioso anche il doppio ponte sul torrente Tillac da dove si diramano i due sbocchi della nuova strada nell’abitato di Sant’Orso. Anche in questo punto il letto del torrente è stato esteticamente sistemato con le identiche caratteristiche del lungo canale pedemontano. Due rami d’acqua che partono dal castagno monumentale prendendo due opposte direzioni e che, grazie alla loro complementarietà, garantita da un sistema di chiuse, scongiurano definitivamente non solo i periodici allagamenti dei prati di Sant’Orso,
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il Comune
Non si ferma più il processo della riqualificazione del VILLAGGIO di
DERBY ma anche i gravi rischi di esondazione di un torrente che prima si gettava verso le case alla buona di Dio. Questa è fatta! Ora gli occhi sono tutti puntati sul progetto “per la ristrutturazione e la riqualificazione funzionale ed energetica dell’edificio ‘ex-casermette di Derby’”. Un progetto realizzato e diretto dall’architetto Alberto Bibois dello studio Inart. Ci sono tutte le premesse per ottenere risultati strabilianti. Delle casermette così come le vediamo oggi, l’unica parte che non verrà toccata, in quanto sistemata di recente, è quella del bar, che verrà soltanto messo in comunicazione con il resto della struttura, la quale subirà invece rivoluzionari cambiamenti. L’edificio verrà trasformato da costoso spazio sottoutilizzato a
vitale centro polifunzionale imperniato sul razionale uso degli spazi e dell’energia. Innanzitutto aumenterà la superficie disponibile grazie a un grande soppalco rifinito con parapetto in acciaio e corrimano in legno. Poi verrà costruita una cucina ben attrezzata di 30 m2 per la buona riuscita delle numerose feste e manifestazioni che vengono già organizzate in quegli stessi spazi, caratterizzati da un’ampia zona verde esterna. Quest’ultima resterà tale, infatti all’esterno è previsto solo il rifacimento dei marciapiedi per raccordarli alla nuova quota della pavimentazione interna che aumenterà di quasi venti centimetri. Oltre ai nuovi servizi igienici, completi di docce, nasceranno tre uffici di 13-15 metri quadrati ciascuno e una
grande sala a tutta altezza di ben 80 metri quadrati. Tutto questo verrà realizzato grazie a un progetto pilota a cantiere aperto: tante persone e tanti tecnici potranno seguire da vicino l’applicazione di soluzioni tecnologiche innovative volte
non solo al risparmio energetico, ma anche alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Soluzioni facilmente applicabili, infatti, anche per interventi di recupero e restauro di tanti altri vecchi fabbricati rurali ubicati a La Salle e non solo.
Ai blocchi di partenza anche la riqualificazione funzionale e architettonica presso il capoluogo sistemazione di tutta l’area verde. Si tratta di un progetto molto importante per La Salle non solo per le grandi proporzioni dell’opera, ma soprattutto perché avrà il compito di valorizzare 2 luoghi assai significativi del paese: la chiesa parrocchiale,
innanzitutto, e poi il monumento agli eroi caduti in guerra. Senza trascurare ovviamente l’estrema utilità di creare in pieno
centro 117 posti auto e per di più a due passi dalle nuove scuole.
Rendering di rappresentazione dell’area antistante alla chiesa parrocchiale di La Salle, una volta che saranno ultimati i lavori per la costruzione del parcheggio pluripiano interrato, il cui ingresso sarà situato su via Corrado Gex e la cui uscita si aprirà invece su via Colomba.
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i blocchi di partenza anche il progetto che ha visto all’opera 3 ingegneri e un geologo (Luis Oscar Risso, Mario Felix Risso, Emanuele Cimmarusti e Fabio Toldo) impegnati a studiare a fondo le migliori soluzioni per costruire un parcheggio pluripiano interrato sotto il Parco della Rimembranza con annessa
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il Comune
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La parte sotterranea dell’opera si sviluppa su tre livelli e per realizzarla sarà necessario uno scavo che andrà ad approfondirsi verso sud-est fino a toccare la sua massima profondità di 14 metri. Si tratta di uno scavo che verrà realizzato a blocchi successivi realizzando nel contempo con la massima sollecitudine le murature definitive di contenimento. Naturalmente, durante i lavori, l’attenzione sarà totale per assicurare il costante drenaggio delle acque di caduta e di ruscellamento che verranno raccolte e allontanate dal terreno di scavo. Data la natura detritica del sottosuolo non sono previste attrezzature particolari per eseguire lo scavo, tutt’al più potrebbe essere necessario frantumare con “il martellone” qualche blocco roccioso isolato prima del suo allontanamento. L’intero parcheggio interrato interessa una superficie coperta di ben 2600 metri quadrati. Su questa superficie si calcola un volume edificato di oltre 13600 metri cubi. Le corsie di marcia sono larghe 5,50 - 6.00 metri e apposite rampe di collegamento
Campanile della chiesa parrocchiale di La Salle
mettono in comunicazione i vari piani che sono interconnessi anche da una scala interna in ferro, oltreché da scale esterne a dolce pendenza. Un ascensore, infine, mette in comunicazione il parcheggio con l’esterno fino al livello di piazza Cavalieri di Vittorio Veneto. Il vano scalaascensore è protetto all’esterno da una struttura in legno con copertura in lose, dove troveranno posto anche i servizi igienici e i locali deposito-magazzino. La piazza della chiesa verrà ripavimentata con lastre di luserna e sarà collegata al Parco della Rimembranza con una gradinataanfiteatro che avrà il suo palcoscenico con sullo sfondo l’area verde del Parco della Rimembranza, dove verrà ricollocato il Monumento ai Caduti. Se al Parco si somma tutta l’area verde sottostante si raggiunge una superficie di oltre 1700 m2 di giardino, confinante con una nuova piazzetta circolare dotata di panchine e fontana, ma soprattutto collegata visivamente alla chiesa parrocchiale senza il pericolo che lo sguardo inciampi in qualche bruttura fuori posto.
Neppure in Valle d’Aosta la vite abbandona l’uomo, lo accompagna perfino nell’ultimo tratto della valle principale prossimo al Monte Bianco. Essa si spinge ad altezze altrove inconcepibili. In Valdigne la zona di coltivazione si estende nei territori dei comuni di Morgex e La Salle, appunto ai piedi dei ghiacciai del Monte Bianco. La coltura della vite qui raggiunge ben 1200 metri di altitudine. Ci troviamo di fronte ai vigneti più alti d’Europa. Il Blanc de Morgex et de La Salle è prodotto utilizzando esclusivamente il vitigno Prié Blanc, le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Si tratta di un vitigno autoctono, selezionato anticamente attraverso i secoli dagli abitanti della Valdigne proprio per le sue particolari caratteristiche di adattamento alle locali condizioni climatiche. Sua prerogativa è di compiere l’intero ciclo vegetativo in un periodo di tempo molto breve, grazie al germogliamento tardivo e ad una precoce maturazione. Il Prié Blanc è coltivato su pergole basse per evitare i danni del vento e del gelo invernale, ma soprattutto per sfruttare, durante le fredde nottate, il calore che il terreno ha accumulato di giorno. Le particolari condizioni climatiche locali rendono poco temibili le crittogame, tanto che è possibile limitare i trattamenti antiparassitari a pochi interventi mirati, ottenendo quindi un prodotto che si distingue per le sue caratteristiche di genuinità. Nella Cave du Vin Blanc de Morgex et de La Salle s’interviene “solo lo stretto necessario”, con un’ideale sintesi di amore, fantasia e tecnica, facendo in modo che la creatività dei soci viticoltori, orgogliosi e innamorati dei loro piccoli vigneti, possa esprimersi sostenuta da rigorosi protocolli enologici e supportata da una continua e approfondita ricerca. L’affinamento dei vini bianchi avviene sempre in acciaio inox e gli imbottigliamenti vengono fatti durante tutto l’anno in base alle esigenze commerciali, così da garantire sempre la freschezza del prodotto. I vini della Cave sono numerosi e tutti ben descritti nel sito www.caveduvinblanc.com. Un cenno merita qui lo speciale spumante d’alta quota Blanc de Morgex et de La Salle Metodo Classico BRUT Cuvée des Guides, nato nel 2009 in Valdigne presso il laboratorio sperimentale di spumantizzazione in quota attrezzato nella cantina del Rifugio Franco Monzino, a 2590 m s.l.m. (Solange Herren e Corrado Beneytton).
La Salle… à Manger
Come e dove nascono i Vini del Monte Bianco
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Ambiente
il 2011 proclamato dalle Nazioni Unite Anno Internazionale delle Foreste
I BOSCHI DI LA SALLE Sopra Chabodey una delle Abetine di maggior pregio delle Alpi Occidentali
larice
te importanza, relativamente all’utilizzazione delle foreste, le funzioni naturalistiche, paesaggistiche e turistico-ricreative. La copertura forestale si estende dal fondovalle fino a circa 2.300 metri di quota, ma in base al diverso andamento delle temperature (sia in termini di valori assoluti che di escursione durante le 24 ore alle due esposizioni prevalenti nord e sud), i boschi dei due versanti di La Salle sono assai diversi tra loro. Nel fondovalle percorso dalla Dora Baltea prevalgono Saliceti, Pioppeti e Alneti, caratterizzati da specie che ben sopportano condizioni di umidità e persino di acqua stagnante, quali ad esempio il pioppo nero, i salici, gli ontani bianco e nero. In sinistra orografica si trovano boschi di latifoglie d’invasione nei prati e nei campi abbandonati attorno ai villaggi del Plan e de la Couha. Tra le specie più significative il frassino, il cui legname ha tuttora molteplici usi nei lavori di campagna, il ciliegio, l’acero di monte, la betulla e il pioppo tremolo. Per quanto riguarda i boschi di conifere, che formano la copertura forestale “storica”, tra i 1.000 e i 1.400 metri prevalgono le Pinete di pino silvestre con presenza, in base alla quota, di roverella, sorbo montano e varie conifere. Man mano che si sale il pino silvestre viene sostituito, come specie principale, dall’abete rosso, in mescolanza con il larice, mentre l’abete bianco è localizzato nei valloni esposti a ovest, ad esempio lungo il sentiero che da Morge conduce a La Piginière. Il larice caratterizza il limite superiore della foresta, ad esempio nelle vicinanze di Les Ors, in purezza oppure in mescolanza con l’abete rosso. Nel versante esposto a nord, caratterizzato da un clima più freddo e con minori escursioni termiche, già attorno ai villaggi di Chabodey e Derby, oltre alle latifoglie citate in precedenza, si trovano boschi di
abete rosso
abete rosso e di abete bianco. L’Abetina che si trova tra Chabodey e Lazey, attraversata dall’itinerario escursionistico proposto in questo numero a pagina 9, è una delle foreste di abete bianco di maggior pregio delle Alpi occidentali per estensione, dimensione degli alberi, valore paesaggistico e naturalistico. A partire da circa 1.300 metri aumenta progressivamente la presenza di abete rosso che prevale poco a poco sull’abete bianco. Oltre i 1.500 metri guadagnano spazio il larice, il pino cembro e, nei boschi attorno a La Joux, anche il pino uncinato. In Valle d’Aosta si tratta di uno dei pochi siti di presenza di quest’ultima specie nella sua forma eretta, il più conosciuto dei quali si trova nel Parco del Mont Avic. A La Salle le specie più diffuse sono dunque le conifere, ce ne sono ben 6 spontanee… Come riconoscerle osservando gli aghi? Va detto innanzitutto che gli aghi possono essere disposti singolarmente (abete rosso e abete bianco) o in ciuffi (pini e larice). L’unica conifera che perde gli aghi in inverno è il larice. Gli aghetti sono morbidi e disposti in ciuffetti di 30-40, il colore è verde chiaro che diventa giallo dorato in autunno. I pini hanno anch’essi gli aghetti disposti a ciuffi, ma sono sempreverdi e i ciuffi sono composti da 5 aghi (pino cembro) o 2, nel pino silvestre e nel pino uncinato per quanto riguarda le specie nostrane. Il pino silvestre si distingue poi dal pino uncinato per il colore verde-bluastro degli aghi, che invece nel pino uncinato sono più brillanti. Infine, come distinguere l’abete bianco dall’abete rosso? L’abete rosso (più frequente) ha gli aghi quadrangolari, a punta aguzza, lunghi 1-2,5 cm, disposti irregolarmente su rametti di color bruno-rossiccio. L’abete bianco (più raro) ha gli aghi flessibili, disposti su due file (a pettine) su rametti che sono di color bruno pallido.
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L’
Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2011 Anno internazionale delle foreste in ragione del fondamentale contributo che il patrimonio forestale reca al benessere dell’Umanità. Si tratta di una felice ricorrenza in cui vale proprio la pena di ricordare che La Salle è uno dei comuni con la maggior estensione di boschi in Valle d’Aosta. La sua superficie forestale è infatti di circa 3.100 ettari, pari al 35% del territorio comunale; prevale la proprietà pubblica (Comune) o pubblicistica (ad esempio la Consorteria di Les Ors), mentre i boschi appartenenti a privati sono solo il 20% del totale. Il bosco da sempre costituisce una fondamentale risorsa per la comunità di La Salle, sia per la sua importante funzione di protezione dei versanti dall’erosione, dalla caduta massi e dal distacco delle valanghe, sia per il reperimento di legname da costruzione e di legna da ardere. Un tempo erano attive contemporaneamente 5-6 segherie e una decina di falegnamerie (seppur in numero ridotto, alcune di esse sono ancora funzionanti) e molti Sallereins si dedicavano al lavoro in bosco durante i mesi autunnali e invernali. In relazione alle mutate condizioni socioeconomiche dell’ultimo cinquantennio, che hanno trasformato La Salle da paese eminentemente agricolo in comune a vocazione turistica, assumono oggi crescen-
abete bianco
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Ambiente COME SI CHIAMANO GLI ALBERI CHE FORMANO I BOSCHI DI LA SALLE? ITALIANO
NOME SCIENTIFICO
FRANÇAIS
PATOUÈ DE LA SOLA
Abete rosso
Picea abies
Épicéa
Sapeun - Pèhe
Abete bianco
Abies alba
Sapin
Vargno
Larice
Larix decidua
Mélèze
Lâje
Pino cembro
Pinus cembra
Arolle
Aòlla
Pino silvestre
Pinus sylvestris
Pin sylvestre
Dôille
Pino uncinato
Pinus uncinata
Pin à crochet
Dôille
Acero di monte
Acer pseudoplatanus
Érable
Plôno
Betulla
Betula alba
Bouleau
Biòlla
Castagno
Castanea sativa
Châtaigner
Tsahagnèa
Ciliegio
Prunus avium
Cerisier
Séeize
Frassino
Fraxinus excelsior
Frêne
Fréino
Ontani
Alnus sp.
Aulnes
Vèrna
Pioppi
Populus sp.
Peuplier
Beubblo
Robinia
Robinia pseudoacacia
Robinier
Gazía
Roverella
Quercus pubescens
Chêne pubescent
Tséino
Salici
Salix sp.
Saules
Sôdzo
Sambuco
Sambucus nigra
Sureau
Saù
Sorbo montano
Sorbus aria
Alisier
Anchaléi
Sorbo degli uccellatori
Sorbus aucuparia
Sorbier des oiseleurs
Fréino verguieleun
Tiglio
Tilia sp.
Tilleul
Tiyeulle
Tremolo
Populus tremula
Tremble
Arbéi
Alcuni alberi di LA SALLE sono Monumentali !
contare di pastori, boscaioli, partigiani, escursionisti passati di là negli ultimi 500 anni! Si tratta di un maestoso esemplare di larice con un diametro di circa 130 cm e un altezza di 25 m, ma la sua particolarità è data dalla forma a candelabro della chioma che lo rende unico. Ciò ha consentito il suo
inserimento nell’elenco degli alberi monumentali della Valle d’Aosta tutelati ai sensi della legge regionale n. 50/91. Quest’albero si trova lungo il sentiero che collega il villaggio di Charvaz al Col de Bard e può essere raggiunto anche da Challancin (basta seguire le indicazioni al termine della strada asfaltata), sia congiungendosi a questo sentiero che passando dal Col de Bard. La sua presenza è indicata da un apposito pannello posto nelle immediate vicinanze. E, incredibile! anche vicino al borgo di Saint-Ours a Derby vive un simpatico vegliardo, anche se un po’ malaticcio. Sarà un suo amico? Chissà… Sicuramente questo castagno di 500 anni si ricorda di quando Derby era un importante centro militare e amministrativo lungo la vecchia strada proveniente da Aosta e, fino al 1782, costituiva un comune indipendente da La Salle. Si tratta di uno dei pochi castagni da frutto nei pressi della frazione, noto a livello nazionale e sottoposto, a partire dal 1994, a interventi di potatura e rivitalizzazione da parte dei servizi forestali regionali, al fine di contrastare il deperimento dovuto al “cancro corticale” e alla rottura di grosse branche. Anche lui è di notevoli dimensioni: ha quasi 250 centimetri di diametro ed è alto ben 30 metri. A Le Pont, infine, in un piccolo giardino nei pressi della maison forte Bovet, edificio di epoca medievale, si trova un sambuco di notevoli dimensioni e di circa 250 anni d’età, anch’esso classificato come albero monumentale. Jean-Claude Haudemand
t
Fra gli alberi di La Salle 3 sono monumentali. Nel bosco della Court de Bard vive un vecchietto un po’ particolare. Potrebbe rac-
il larice
il Sambuco
il Castagno
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QUÉMÉA DE LA SOLA AN IV N°1 - MAISE DE JUILLÈ 2011 NUMÉÓ PROGRÉSSIF: 7
SUPPLÉMÀN spésial eun patoé
Les mots qui se perdent…
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Juillè 2011 - n. 7
II
Francoprovènsal
LES MOTS QUI
C
LO GNALÈI - Que ce soit la quantité de pain qu’on cuisait vers la Noël pour se nourrir l’année durant, que ce soit le petit tas de réserves disparates que les fourmis accumulent pour l’hiver ou bien encore le petit trésor en pièces en alliage autrefois conservé sous le matelas bourré de feuilles de maïs, le mot gnalèi (ou gnalet) intraduisible dans d’autres langues, est l’ensemble de la fatigue déployée, de la peine soufferte pour assembler ce qui est précieux, du bonheur intime et du sens de sécurité et de confiance pour l’avenir qui en découlent. Ainsi, notre gnalèi, composé de paroles et de phrases jaillies de nos champs, de nos prés, de nos vignes, de nos bois et de nos rochers, est le réservoir fertilisant qui veut alimenter et revigorer nos anciens parlers pour qu’ils nous aident encore à mieux comprendre le Pays qui change. GUICHETS LINGUISTIQUES. « Lo gnalèi » se propose de publier des textes en patois afin de stimuler tous les lecteurs à entrer en contact avec ses collaborateurs : souhaitez-vous contribuer au travail du guichet pour que votre patois reste toujours vivant ? Nous sommes à votre disposition pour suggestions, conseils, documentation ! Projet financé par la Loi 482/99 portant sauvegarde et soutien des langues minoritaires historiques.
ombien de mots patois se perdent au fil du temps. Combien d’objets d’usage quotidien ne sont plus connus aujourd’hui avec leur nom d’antan. Afin de préserver ce patrimoine lexical inestimable et de le transmettre aux générations nouvelles nous avons mené une petite recherche dans votre patois concernant les vêtements, les bijoux et les accessoires de hier et d’aujourd’hui. Nous publions de suite les mots attestés ; la liste n’est pas complète et présente parfois des termes dont l’origine patoise est à notre avis douteuse. Notre choix a été celui de proposer quand-même ces mots, en les conformant aux règles de l’orthographe du francoprovençal. Si vous avez des solutions alternatives pour nommer les objets en question ou pour désigner ceux qui n’ont pas eu de réponses, vous pouvez vous mettre en contact avec le Guichet Linguistique. Ça nous aidera dans nos recherches et contribuera à la conservation de votre patois.
L’INVENTAIRE COMPLET Vêtements Blouson / giubbotto : djacca Duvet / piumino : djacca Anorak / giacca a vento : djacca a vento Veste / giacca : vesta de l'arbeillemèn Grosse veste / giaccone : djaccón Pardessus / soprabito : pardeussù Veston / pastrano : pastràn Manteau / mantello : mantì Paletot / cappotto : paletó Fourrure / pelliccia : ............... Cape / mantellina : mantelin-a Robe / vestito : coteillón
Collaborateur de La Salle pour les traductions : Attilio Tampan Transcription: Guichet linguistique Illustrations : © 2009 A. Roveyaz pour Metrò Studio Associato Mise en page: il Valico Edizioni
FEUILLE N°
FRA
ITA
PATOÉ
1
Barrette
Fermaglio per capelli
Barette
2 Chemisette
Camicetta Tchemijetta
Lo Gnalèi - Guetset leungueusteucco 16/18, rue Croix-de-Ville 11100 Aoste
3
Pendentif
Ciondolo
Tél. 0165 32413 - Fax 0165 44491 Usagers Skype : gnalei g-linguistique@regione.vda.it www.patoisvda.org
4
Bretelle
Bretella
Bretalle
5
Minijupe
Minigonna
Juppa queurta
Supplémàn spésial eun patoé al n. 22 del periodico semestrale Le Journal de La Salle iscritto nel registro stampa del Tribunale di Aosta con decreto n. 5 dell’1 giugno 1999.
6
Bracelet
Bracciale
Braselette
Calza
Tsèihón
Ballerina
Botta bosa
ASSESSORAT DE L’ÉDUCATION ET DE LA CULTURE
Lo Jornal de LA SOLA
7 Chaussette 8
Ballerine
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Juillè 2011 - n. 7
III
Francoprovènsal
UI SE PERDENT… Tailleur : tailleur Costume / completo da uomo : arbeillemèn Chemise / camicia : tchemije Chemisette / camicetta : tchemijetta Gilet : jilè Pull-over / maglione : maillón Col roué / dolcevita : ............... Tee-shirt / maglietta : mailletta Tunique / tunica : ............... Short / pantaloncini : pantalón queuo Corsaire / pinocchietti : pantalón queuo Knicker / pantaloni alla zuava : pantalón a la dzoava Pantalon / pantalone : pantalón Jeans : djins Salopette : salopette Survêtement / tuta da ginnastica : ............... Combinaison / tuta da lavoro : tone Jupe longue / gonna lunga : juppa londze Jupe / gonna : juppa Minijupe / minigonna : juppa queurta Chaussette / calza : tsèihón Chaussette de laine / calzettone : tsèihón de lan-a Mi-chaussette / calzino : tsèihón queuo Collants : tsèihón de nailon Bas / autoreggente : ............... Débardeur / canotta : canottiéra Maillot de corps / canottiera : maille de dèzò Slip/culottes / mutande : canesón queuo Boxer : ............... Caleçons longs / mutande lunghe : canesón lon Combinaison / sottoveste : coteillón de dèzò Baby Doll : ............... Body : ............... Bustier / bustino : buste Corset / corsetto : corsè Corsage / corpetto/corpino : ............... Tablier / grembiule : fouèidé La blouse / la blusa : blouza Ceinture à bandes / pancera : ............... Jarretière / giarrettiera : dzaratii Porte-jarretelles / reggicalze : porta dzaratii Soutien-gorge / reggiseno : ............... Pyjama / pigiama : pidjama Chemise de nuit / camicia da notte : tchemije di natte Liseuse / vestaglia : lizeuze Peignoir / accappatoio : ............... Maillot de bain / costume da bagno : costume da ben
Chaussures Basket / scarpa da ginnastica : botta da jinnastique Botte (en caoutchouc) / stivale di gomma : gambala pe éivié Botte / stivale : gambala Bottine / stivaletto : ............... Escarpin / decolté : botta di talón Ballerine / ballerina : botta bosa Sandale / sandalo : sandalla Socque / zoccoletto : hoccaletta Chaussure pour homme / scarpa da uomo : botta bosa Chaussure de montagne et de travail / scarpone : scarpón Guêtre / ghetta : guietta Galoche / zoccolo : hocca Sabot / zoccolo : sabó
Pantoufle / pantofola : pantoufla Pantoufle / ciabatta : ............... Nu-pieds / infradito : ............... Mule / ciabatta : saatta
Accessoires Ceinture / cintura : hentchue Bretelle / bretella : bretalle Cravate / cravatta : craotta Papillon / farfallino : payoula Chapeau / cappello : tsappéi Béret basque / basco : basque Bonnet / berretto : bon-ette Bandeau / fascetta : crotchéra Casquette / cappello con visiera : caletta Haut-de-forme / cilindro : ............... Turban / turbante : turbàn Coiffe / cuffia : bèra Passe-montagne / passamontagna : passamontagne Capuchon / cappuccio : capputcho Voile / velo : vouélo Voilette / veletta : véletta Châle / scialle : motcheui Fichu / fazzoletto da spalle : fichoù Mouchoir (de cou et de tête) / fazzoletto (da testa) : motcheui de la téiha Mouchoir / fazzoletto (da naso) : motcheui di nose
GARSÓN N°
FRA
ITA
Cappello 1 Casquette con visiera
PATOÉ Caletta
2
Sac à dos
Zaino
Saque
3
Tee-shirt
Maglietta
Mailletta
4
Gilet
Gilè
Jilè
5
Ceinture
Cintura
Hentchue
6
Short
Pantaloncini
Pantalón queuo
Calzino
Tsèihón queuo
7 Mi-chaussette 8
Basket
Scarpa da Botta da ginnastica jinnastique
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IV
Francoprovènsal
Pince à cravate / fermacravatta : ............... Barrette / fermaglio per capelli : barette Peigne à coiffure / pettinino fermacapelli : péigno di pai Épingle à cheveux / forcina : fermaillo Serre-tête / cerchietto : serhllo Écharpe / sciarpa : charpa Foulard : foular Gant / guanto : gan Mitaine / mezzo guanto : ............... Sac à main / borsetta : borsetta Porte-monnaie / portamonete : portapyéihe Portefeuille / portafoglio : portafoille Sac à dos / zaino : saque Lunettes / occhiali : lenette Lunettes de soleil / occhiali da sole : lenette di solai Casque intégral / casco : casque Casque militaire / elmo : casque militéo
OMMO
Bijoux Alliance / fede : verdzetta Bague / anello : verdzetta Boucle d'oreilles / orecchino : pendèn Pendentif / ciondolo : ............... Collier / girocollo : ............... Collier / collana di perle : ............... Chaînette / catenina : tsain-a Bracelet / bracciale : braselette Boutons de manchettes / gemelli : ............... Broche épingle / spilla : broche Diadème / diadema : ............... Couronne / corona : coonna
FENNA N°
FRA
ITA
PATOÉ
1
Serre-tête
Cerchietto
Serhllo
2
Boucle d’oreilles
Orecchino
Pendèn
3
Gant
Guanto
Gan
Collier
Collana di perle
4
N°
FRA
ITA
PATOÉ
1
Lunettes
Occhiali
Lenette
2
Chemise
Camicia
Tchemije
3
Veste
Giacca
Vesta de l’arbeillemèn
4
Pince à cravate
Fermacravatta
5
Col roué
Dolcevita
6
Sac à main
Borsetta
Borsetta
5
Cravate
Cravatta
Craotta
7
Paletot
Cappotto
Paletó
6
Pardessus
Soprabito
Pardeussù
8
Jupe
Gonna
Juppa
7
Écharpe
Sciarpa
Charpa
Coteillón de dèzò
8
Boutons de manchettes
Gemelli
9
Pantalon
Pantalone
9
Combinaison Sottoveste
10
Collants
Collant
Tsèihón de nailon
11
Botte
Stivale
Gambala
Chaussure Scarpa 10 pour homme da uomo
Pantalón Botta bosa
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Sport
Andar per boschi verso il bivacco Promoud I
l bivacco Promoud, struttura di recente costruzione sita nei pressi dell’omonimo alpeggio, può essere utilizzato come punto-tappa da coloro che si cimentano nell’Alta Via n. 2, ma può anche essere raggiunto in circa 3 ore di cammino dalla frazione La Pera, subito a monte del villaggio di Chabodey. Questo secondo accesso, sebbene meno impegnativo dal punto di vista escursionistico, ha il pregio di snodarsi prevalentemente nel bosco e di attraversare una delle Abetine più belle della Valle d’Aosta. Lungo l’itinerario, s’incontrano molte specie forestali tipiche della flora delle Alpi tra cui, in particolare, l’abete bianco e il pino uncinato, specie assai rara, quest’ultima, localizzata solo in poche stazioni della nostra regione. Lasciata l’auto in frazione La Pera, raggiungibile in pochi minuti dalla rotonda sulla strada statale in loc. Le Pont di La Salle, si prosegue lungo la strada asfaltata fino in cima al villaggio, laddove ha origine il sentiero 11 per La Joux. Il sentiero risale nei prati e prosegue nel bosco (prima di latifoglie, poi di conifere) attraversando più volte la strada comunale. Quest’ultima può essere percorsa in auto, in alternativa al sentiero, fino all’inizio della strada poderale per Lazey. Il sentiero riprende circa 50 metri oltre il cartello di divieto, laddove interseca la poderale; optando per questa soluzione si risparmiano circa 20 minuti di cammino. Il tracciato procede nel bosco di conifere in cui l’abete bianco predomina sull’abete rosso e sulle altre conifere. Il sentiero, a tratti piuttosto ripido, conduce a Lazey in circa 45 minuti,
dove una cappella del 1855 fa bella mostra di sé in mezzo ai prati. Da qui s’imbocca la strada poderale posta sulla sinistra orografica del torrente Lenteney, percorrendola per circa 100 metri; giunti al primo tornante si prosegue a diritto nuovamente su sentiero e dopo circa 15 minuti, raggiunta nuovamente la poderale, si arriva nei pressi di un ponte. Il panorama è dominato dalla maestosa parete Nord del Paramont che si affaccia sull’ampia radura di La Joux (1580 m s.l.m.). Attraversato il ponte, dove è possibile osservare alcuni esemplari di pino uncinato, si percorre per circa 20 minuti un tratto pianeggiante della poderale (segnavia n. 5) fino a Val de Fond (1641 m s.l.m.). Da qui, sempre mantenendosi sulla destra orografica del torrente, si riprende il sentiero, che conduce a Promoud. Il sentiero inizia a salire nel bosco di abete rosso e larice e attraversa alcune zone di valanga, peculiari per la presenza della tipica vegetazione contraddistinta dall’abbondante presenza di ontano verde, infine dopo circa un’ora conduce all’alpeggio di Promoud, dove si trova il bivacco (per dettagli sulla struttura si veda Le Journal de La Salle n. 17 del dicembre 2008). La durata complessiva del tragitto è di circa 3 ore. Il rientro dal bivacco avviene lungo l’itinerario di salita in circa due ore.
Da Promoud, coloro che non sono ancora stanchi oppure che decidono di usufruire del pernottamento al bivacco, possono optare per due percorsi a scelta lungo l’Alta Via n. 2. Dal bivacco è infatti possibile arrivare al Col Crosatie (2838 m s.l.m.), raggiungibile in circa 2 ore attraverso un tortuoso sentiero su pietraia, che consente di scendere successivamente al Lac du Fond e in Valgrisenche. In alternativa, sempre in circa 2 ore, è possibile arrivare a Passo Alto (2860 m s.l.m.), traguardo un po’ meno faticoso, che collega Promoud al Rifugio Deffeyes e a La Thuile. Attenzione! 1. Il sentiero nel bosco è quasi sempre ben evidente. Seguire le frecce gialle. 2. I tempi di percorrenza variano ovviamente in funzione dell’allenamento individuale e delle pause che si intenderanno effettuare durante la passeggiata. 3. Si rammenta che a causa della notevole esposizione alle valanghe del tratto di percorso oltre La Joux, è assolutamente sconsigliata la sua frequentazione durante il periodo invernale e primaverile. Jean-Claude Haudemand (nella foto) e Mikaela Bois
Inaugurato il percorso di “Trail autogestito” chiamato TOR AVRIL Lo scorso 25 aprile, giorno di Pasquetta, un nutrito gruppo di 40 esperti escursionisti si sono ritrovati a Derby per andare tutti insieme ad inaugurare e a collaudare il Tor Avril, un nuovo percorso di trail autogestito messo a punto da Eliseo Lumignon (nella foto in basso a destra). Il Circuito, lungo ben 22 chilometri, è stato ripulito, sistemato e attrezzato con segnaletica verticale dallo stesso Lumignon, con l’aiuto di Luigi Marchioro. Si tratta di un percorso storico-naturalistico non solo tecnicamente interessante, ma anche paesaggisticamente molto suggestivo. Inizia attraversando la via principale del villaggio di Derby e giunto ai prati di Sant’Orso s’inerpica verso il bosco, all’interno del quale gli atleti-escursionisti percorrono poi un lungo piacevole tratto in lieve pendenza. Prosegue verso il territorio di Avise attraversando i ruderi del villaggio La Veullottaz (La Villottaz) a m 1118 s.l.m. dove passava l’importante “route du sel”. In quel mayen è infatti ancora riconoscibile l’edificio in cui anticamente si stoccava e si commerciava il sale. Il Tor Avril raggiunge la sua quota più elevata ad Avise presso il villaggio di Vedun situato a 1528 m s.l.m. e abitato stabilmente fino alla metà del XIX secolo. Al ritorno, marciando verso La Salle, mentre si attraversa il costone in sinistra orografica si apre sempre più allo sguardo il panorama della Valdigne e del Monte Bianco.
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Generazioni
I
l documento settecentesco presentato in queste pagine riguarda un’inchiesta fatta dal giudice Joseph Rambert, vicebalivo di Aosta, su richiesta di alcuni cittadini che avevano contestato la regolarità dell’elezione di alcuni Sindaci di La Salle. L’inchiesta è consistita nell’andare a chiedere a varie persone, scelte fra le più anziane e le più rappresentative del paese, in che modo avvenisse concretamente l’elezione del Sindaco da parte dell’Assemblea dei capifamiglia in ciascun quartiere della Parrocchia di La Salle. L’inchiesta si compone di parecchie testimonianze che si assomigliano: riporto, come esempio, quelle che ritengo, fra tutte, le più chiare, interessanti ed esaurienti, facendole precedere da un’introduzione necessaria per inquadrare l’antico documento nel particolare contesto in cui è nato.
[\ Nell’alto medioevo, dopo che l’organizzazione statuale si era in qualche modo dissolta, l’unica entità, almeno nelle nostre zone, cioè nelle campagne, che storicamente manteneva una sua autorevolezza e una sua importanza, non solo dal punto di vista religioso ma anche civile e sociale, era la Parrocchia. Essa, fra l’altro, era anche l’unica entità ad avere dei confini ben definiti, riconosciuti e riconoscibili. Per gli abitanti, inoltre, le chiese parrocchiali, come pure le varie cappelle, lì dove i villaggi erano numerosi e distribuiti su un vasto territorio come nel caso di La Salle, rappresentavano gli unici “edifici pubblici” sentiti da tutti come tali. Era presso la chiesa, infatti, che gli abitanti, dopo le funzioni religiose, si ritrovavano insieme ed è lì che, concretamente, parlavano dei loro interessi comuni. Sul sagrato della chiesa, o presso il cimitero che si trovava accanto alla chiesa, le persone stipulavano privatamente accordi importanti che riguardavano il lavoro o gli affari in generale: si accordavano, per esempio, su compravendite, affitti di terreni, utilizzazione di pascoli e poi suggellavano questi patti con una stretta di mano come prova
di lealtà, una stretta di mano che avveniva presso la tomba di un defunto chiamato simbolicamente a testimone morale della validità del loro accordo non scritto. Presso la chiesa si assumevano però anche le grandi decisioni che riguardavano tutta la comunità. Qui si facevano le cosiddette “grida pubbliche”: il banditore del paese, persona istruita capace di leggere gli atti pubblici, portava, per esempio, a conoscenza di tutti le disposizioni di una certa sentenza che poteva riguardare i rapporti fra signore e vassalli, oppure problemi particolari fra privati. Allo stesso modo, ogni volta che serviva, venivano chiamati a raccolta i capifamiglia del paese, i quali, rispondendo alla chiamata e avvicinandosi presso il sagrato della chiesa, formavano l’Assemblea, che costituiva il massimo momento di aggregazione e il massimo organo in grado di tutelare, per quanto possibile, gli interessi comuni. L’Assemblea dei capifamiglia veniva infatti “convocata” quando, per esempio, era necessario eleggere un procuratore o nominare un semplice rappresentante per seguire una certa questione di pubblico interesse. In questo contesto, accanto all’Assemblea dei capifamiglia, in Parrocchia nacquero e operarono nell’interesse generale le cosiddette Confraternite. A La Salle ce n’erano molte, ciascuna dedicata a un Santo particolare oppure legate a una solennità. Alcune hanno attraversato i secoli giungendo fino ai nostri
Come tutti sanno, la gran parte dei documenti dell’archivio di La Salle sono andati distrutti nell’incendio del 1945, ma fra le pochissime cose rimaste ho trovato un faldone con dei vecchi atti del XVIII secolo, fra i quali propongo ai lettori quello più interessante che ho fedelmente trascritto e in parte riportato in questa rubrica Bruits d’Archives. giorni, altre si sono estinte nel corso del tempo. Fra tutte spiccava per importanza la Confratria Sancti Spiritus, che era la più comune. Presente praticamente in tutte le Parrocchie la Confrérie du Saint-Esprit ricordava, con il suo nome, la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli il giorno della Pentecoste, ma la sua attività non si limitava certo alla solenne e sentita partecipazione alla specifica festività della Pentecoste, ricorrenza religiosa in occasione della quale la Confraternita si occupava di organizzare uno speciale banchetto direttamente ispirato alle Sacre Scritture. Col passare del tempo il suo Priore e i suoi procuratori si sono trovati a gestire un vero e proprio patrimonio che via via si è sempre più accresciuto, anche grazie ai numerosi lasciti post mortem di coloro che ne facevano parte. La Confraternita era in grado, per esempio, di comprare dei terreni e darli in affitto. (Era tipico nel medioevo acquistare un terreno da un privato e poi darlo in affitto allo stesso ex proprietario). Ai Ministri, ai Procuratori e ai Syndici della Confraternita venne insomma universalmente riconosciuto un ruolo di tutela e di rappresentanza degli interessi diffusi della comunità. Ecco perché si può ben dire che questa Confraternita, più di altre, ha rappresentato il primo vero nocciolo di organizzazione non solo religiosa ma anche e soprattutto sociale-amministrativa, benché essa abbia lungamente operato in un periodo in cui il Comune, così come lo conosciamo oggi, era ancora un concetto lontanissimo. Soltanto nel 1381, infatti, il Conte di Savoia accordò ai suoi
sudditi diretti del Valdigne la possibilità di eleggere in Assemblea dei veri e propri rappresentanti per curare gli affari pubblici della comunità. I Procuratori e i Sindaci che nacquero grazie a queste Franchigie sul finire del XIV secolo erano molto più simili a un Sindaco attuale che non ai negoziatori del passato. Prima delle Franchige le comunità eleggevano, a seconda delle necessità, uno o più Procuratori a cui affidavano di comune accordo un certo specifico mandato. Con le Franchigie, invece, i poteri dei Procuratori o dei Sindaci di curare gli interessi della comunità si ampliano; essi hanno ora infatti la facoltà di rappresentare la comunità non più per un tempo limitato e per un singolo affare da trattare, ma rimangono in carica per un lungo periodo, generalmente di un anno. Beninteso, anche per la loro elezione a veri e propri rappresentanti della comunità dovevano essere preventivamente interpellati il Balivo e il Mistrale, affinché l’elezione stessa potesse avere un valore effettivo e riconosciuto. La Parrocchia era divisa in quartieri e l’assemblea dei capifamiglia di ciascun quartiere eleggeva il suo Sindaco. La Parrocchia di La Salle aveva tre quartieri e quindi tre Sindaci che, una volta eletti, avevano facoltà di scegliersi i propri consiglieri; oltre ai Sindaci si eleggevano anche degli officiarii preposti alla soluzione di problemi particolari, oppure i foresterii che erano i guardiani incaricati di sorvegliare le infrazioni sul bosco, risorsa molto importante nel medioevo. Compito principale del Sindaco era però quello di riscuotere
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∑ Quando a LA SALLE si faceva a Gara per non fare il SINDACO
∑
la tallia, la tassa cioè da devolvere al Conte. Un compito gravoso, più legato agli interessi del Conte che a quelli diretti della comunità. L’autorità comitale, infatti, stabiliva attraverso l’intendente alle Finanze un importo per ogni quartiere di ciascuna Parrocchia e il Sindaco doveva andare a raccogliere personalmente e materialmente il dovuto. Solo molto più tardi questo compito venne affidato a un funzionario addetto: le Gabellier. Il Sindaco non solo era tenuto a raccogliere le tasse, ma ne rispondeva in prima persona. Accadeva addirittura che lo stesso Sindaco si trovasse ad anticipare di tasca sua la tallia per qualche famiglia impossibilitata a versarla a tempo debito; queste famiglie, a loro volta, s’impegnavano con un atto privato a restituire la somma al Sindaco a una data stabilita, che poteva essere la Fiera di maggio oppure una determinata festività religiosa. Le talliae erano tasse che avevano come base imponibile i cosiddetti foci: i “fuochi”. Si tratta di un indicatore il cui preciso riferimento non è ancora oggi del tutto chiaro: con ogni probabilità, chiamava in causa la famiglia nel senso più largo e contadino del termine, quindi genitori e figli diretti, ma anche fratelli e figli di fratelli. Comunque, ciascun “fuoco” doveva versare, anche in funzione delle rispettive proprietà terriere, una tassa da consegnare al Conte. La tallia dunque veniva raccolta direttamente dal Sindaco, dopo di che l’intero ammontare veniva portato ad Aosta in Tesoreria, presso l’Intendenza di Finanza, dove finalmente i funzionari rilasciavano la relativa ricevuta.
Con quel poco che restava nelle casse comunali i Sindaci cercavano di fare qualche lavoro pubblico. Alla fine del mandato i Sindaci rendevano conto pubblicamente di tutto ciò che avevano fatto durante il loro incarico. Si eleggevano dei veri e propri revisori che controllavano le maniement de l’argent: essi verificavano se il Sindaco aveva riscosso e devoluto al Conte ciò che doveva, se aveva ben tenuto gli archivi, se aveva ben custodito i fucili e le munizioni della comunità. Insomma, i revisori verificavano e testimoniavano di fronte alla comunità la corretta gestione del denaro e dei beni pubblici. Questo controllo avveniva ogni anno durante la prima settimana del mese di maggio alla presenza di un notaio che redigeva l’atto. Tutta la comunità poteva assistere a quest’atto pubblico: era una sorta di “democrazia diretta”, benché il termine vada preso con le pinze, in quanto erano solo le famiglie più importanti, proprietarie di beni immobili, quelle che effettivamente vi partecipavano. Il Sindaco rispondeva in prima persona dei soldi amministrati e in caso di deficit doveva pagare di tasca sua. Il rischio maggiore per i Sindaci era quello di venire derubati mentre si recavano ad Aosta per consegnare l’ammontare della somma dovuta al Conte. Esiste un atto ufficiale, redatto in sede di revisione dei conti, in cui un Sindaco di La Salle denuncia che mentre portava ad Aosta il ricavato della colletta che aveva fatto fra i vari fuochi del quartiere del Milieu di La Salle, giunto a Leverogne, era stato derubato. A nulla valse la sua denuncia, perché dovette restituire di tasca propria l’inte-
Luglio 2011 - n. 22
Generazioni ra somma, tanto da essere costretto ad ipotecare i suoi stessi beni. Ecco perché quella di Sindaco non era una carica tanto agognata, né ben accetta: tutt’altro! sia perché essa comportava una grande responsabilità, sia perché si trattava pur sempre di un potere fortemente limitato dall’autorità del Signore e dei suoi funzionari. Quando arrivava il mese di maggio, in cui si doveva procedere alla revisione dei conti e all’elezione dei nuovi sindaci, c’era un fuggi fuggi generale: molti capifamiglia che componevano l’Assemblea, di fronte alla possibilità di essere chiamati a svolgere la carica di Sindaco, cercavano di sottrarsi a questo fardello in vari modi; ovviamente non bastava semplicemente rifiutarsi di rendere quel servizio alla comunità e men che meno poteva rifiutarsi chi aveva in paese interessi e proprietà. (La situazione aveva però i suoi vantaggi, in quanto il solo fatto di sapere che nessun capofamiglia era immune dall’essere eletto, rendeva ciascuno ben consapevole del fatto che prima o poi sarebbe stato chiamato dall’Assemblea a svolgere, seppur temporaneamente, quel particolare mestiere in cui occorre dimostrare con i fatti e non solo con le parole la propria capacità di gestire la cosa pubblica). In quel tempo infatti era abbastanza complicato sottrarsi alla carica di Sindaco. Diversi erano i motivi addotti da chi intendeva rinunciare all’elezione a Sindaco del quartiere. C’era chi diceva di essere troppo vecchio, chi aveva problemi di salute, chi affermava di non avere le giuste capacità intellettuali per gestire la cosa pubblica, chi aveva necessità di trasferirsi all’estero in inverno per lavoro e chi, infine, aveva una famiglia troppo numerosa. In questi casi, molti chiedevano all’Assemblea di essere esonerati dal servizio, pagando per questo una cifra il cui ammontare dipendeva dalle loro proprietà. Questo costituiva anche un modo, per le casse della Parrocchia e del quartiere, d’introitare qualche risorsa. Altri facevano un accordo con il Sindaco uscente oppure con un parente, affinché fossero disposti a fare il Sindaco al loro posto: trovavano cioè dei
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sostituti a pagamento. Il Sindaco eletto, prima d’iniziare il mandato, doveva prestare giuramento sulle Sacre Scritture di fronte a un notaio, facendo promessa solenne di bene versando: fare cioè il bene della comunità, fare del bene ai bisognosi e soprattutto versare il dovuto alla tesoreria di Sua Maestà. Il Sindaco, fra l’altro, doveva organizzare sul suo territorio anche le corvées per le numerose necessità che di volta in volta si presentavano, come per esempio assicurare il passaggio lungo le chemin royal dopo le forti nevicate, liberare ruscelli e sentieri ostruiti dalle frane, ecc. Un mestiere, insomma, quello di Sindaco non proprio allettante. Il massimo organo deliberativo del paese restava comunque l’Assemblea dei capifamiglia: per una gran mole di problemi da affrontare tutti insieme, erano gli stessi Sindaci che incaricavano il banditore di chiamare a raccolta tutta l’Assemblea dopo la Messa principale. Questo, appunto, avveniva davanti alla chiesa con il beneplacito del Canonico Curato di La Salle. Si procedeva in questo modo anche per diramare un nuovo regolamento riguardante, per esempio, l’uso di pascoli, la data della vendemmia, l’utilizzo del bosco ecc. Quando l’Assemblea doveva deliberare occorrevano, in teoria, almeno i due terzi degli aventi diritto, ma, col passare del tempo, questo quorum non veniva raggiunto che in casi eccezionali: molti infatti non si presentavano per timore di essere chiamati a svolgere un servizio, molti altri durante l’inverno si spostavano in Savoia, o nel Vallese, oppure in Piemonte per motivi di lavoro. Tutto questo cambiò (se vogliamo fissare convenzionalmente una data) con l’Editto del 15 dicembre 1762, quando re Carlo Emanuele III promulgò il nuovo “Règlement pour l’Administration économique du Duché d’Aoste” che costituisce in pratica l’atto di nascita in Valle d’Aosta del Comune moderno. Nasceva il Consiglio Comunale composto da un Sindaco e da un numero di consiglieri variabile da 3 a 9 a seconda dell’ampiezza del territorio amministrato. La vecchia gloriosa
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Assemblea andava in pensione, l’Editto la chiamava in causa per svolgere il suo ultimo compito prima dello scioglimento: nominare il primo Consiglio Comunale scegliendone i membri fra le persone più benestanti, oneste e che avevano maggior esperienza nel servire lo Stato. I successivi Consigli sarebbero stati nominati direttamente dall’autorità per Editto, scegliendoli fra le persone maggiormente rappresentative. In base al nuovo sistema, il Sindaco coincideva con il Consigliere più anziano, ricopriva la carica per un anno e iniziava il suo mandato solo dopo aver giurato nelle mani del Giudice o del Castellano, promettendo di ottemperare scrupolosamente ai propri doveri. Alla fine del mandato il Sindaco uscente diventava primo Consigliere cedendo il passo al più anziano del nuovo Consiglio. Dunque per oltre tre secoli e mezzo, fra il 1381 e il 1762, la vita pubblica di La Salle si era
andata ufficialmente organizzando attorno alla sua massima istituzione costituita dall’Assemblea dei capifamiglia, che aveva la Parrocchia come preciso punto di riferimento e la chiesa parrocchiale come unico vero “luogo pubblico” in cui assumere le decisioni importanti. La Parrocchia di La Salle era divisa in 3 quartieri. Il primo era la Tierce de Ville o Tierce du Milieu che comprendeva, grosso modo, oltre al Capoluogo anche le attuali frazioni prossime al fondovalle Chez Borgne, Le Pont, Chabodey e La Pera; verso Morgex andava fino a La Clusaz e dalla parte opposta, verso Avise, arrivava al torrente dell’Echarlod; verso monte probabilmente teneva conto della parte bassa della collina includendo Ecours, Praryon, fino a Le Château, (del resto non ci sono mappe precise). L’altra Tierce era quella di Echarlod: dal Favrey in là, ivi compresi ChezLes-Rosset, Chez Beneyton,
Moras e così via; in particolare i 3 villaggi di Le Champ, Villaret ed Equilivaz costituivano l’enclave della Parrocchia di Derby all’interno della Parrocchia di La Salle, nel senso che dipendevano pour le temporel da La Salle e pour le spirituel dalla Parrocchia di Derby (la quale, a sua volta aveva 2 quartieri e due Sindaci quello du Revers e quello dell’Adret). I villaggi dell’enclave pagavano le tasse al Sindaco della Tierce dell’Echarlod. La terza Tierce della Parrocchia di La Salle era quella di Morge o Morgy, che comprendeva Morge come centro principale e tutti i villaggi della collina (anche questa Tierce aveva un’enclave costituita dal villaggio di Les Albeteys, l’attuale Arbetey, che pour le temporel dipendeva dalla Parrocchia di Derby e pour le spirituel dalla Parrocchia di La Salle).
[\ A questo punto credo di poter lasciare finalmente spazio al do-
cumento originale sottolineando, alla luce dei fatti storici, la fragilità dell’accusa principale da cui scaturisce l’inchiesta del nostro documento; l’illegittimità dell’elezione del Sindaco contestato sarebbe derivata, secondo gli oppositori, dal fatto che l’elezione stessa non era avvenuta in presenza dei due terzi dei capifamiglia. I testimoni interpellati furono però concordi nel dichiarare che il mancato raggiungimento di quel quorum era praticamente la regola e quindi era invalsa la prassi di non invalidare per questo le delibere dell’Assemblea. Cassiano Pascal (Sindaco di La Salle) Con l’occasione rinnovo l’invito a tutti i Sallereins a “rovistare” fra quelle loro vecchie carte spesso dimenticate in soffitta, perché esse potrebbero nascondere documenti antichi di nessun valore economico, ma molto preziosi per la storia di La Salle. Grazie di cuore, Cassiano
Enqueste prise par Nous Joseph Rambert, Per, Vibaillif, Commandant au Gouvernement du Duché d'Aoste pour S.M. à l'instance de Jean Louis Requedaz, Cassien Vallier, Cassien Davit, Claude Pascal, Jean Louis Haudeman et Pierre Antoine Vailler, ceux-cy se disant procureurs de la Communauté de la parroisse de La Sale, et encor Pierre Promen, Jean Léonard de Jean François Pascal et Jean Baptiste de Pierre Donnet, se disant sindics de la même Communauté, capitulants, et Jean Michel Donnet de Pantaléon, tous de la parroisse de La Sale, capitulé. Dans le pallais de nôtre résidence à la citté d’Aoste, du jour neufvième janvier mille sept cent cinquante quatre, à l’heure préfigée par nôtre décret du dixhuit décembre dernier, sur acte des dits capitulants, avec l’assistance du Sieur François Brun, praticien présenté pour adjoint et non contredit par parties pour part du dit capitulé, lequel at presté le serment entre Nos mains au fait requis. … omissis … Constitué le Sire Laurent, fils à feu Léonard Pascal, de la parroisse de La Sale, âgé d’environ septante deux ans, possédant en biens six mille livres, sauf le plus, vivant du produit de ses biens,
qui est sa seule occupation à les faire valloir et travailler, témoin produit, adjourné, juré oüi, exhorté, examiné, et lecture faite comme aux précédents. A dit et déposé, il y a environ quarant’ans que moy Laurent Pascal déposant ay exercé la fonction de sindic d’Escharlod. J’ay toujours vû et observé dès lors que l’on procède, rière la parroisse de La Sale, à l’élection des sindics à la manière suivante: les trois sindics vieux, prétendant se décharger de leur fonction, font entendre à voix de cryés publiques, le premier dimanche de may de chaque année, si ce jour ne se rencontre pas le premier de may, à tous les communiers de chaque tierce de ditte parroisse de s’assembler
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Generazioni pour l’élection des trois nouveaux sindics et, après les ditte cryés, les dits communiers et les conseillers d’icelles étant assemblés, les vieux sindics instants proposent à la ditte assemblée trois sujets par chaque tierce, desquels pour l’ordinaire les conseillers et communiers en nomment et élisent un chaque tierce, à la pluralité des voix qui se donnent publiquement, et, dès que l’élection est faitte, le métral monte sur le banc des cryés où il publie, à haute voix, tierce par tierce, le sujet qui at été élu pour sindic de chaque tierce. Eut de cette manière que l’élection de sindic faite par la ditte communauté en la personne du Sieur Jean Michel Donnet notaire, Jean François Michon, Jean Pierre Challancin, Pierre Promen, Jean Léonard de Jean François Pascal et Jean Baptiste de Jean Pierre Donnet fut faite; tous ceux-cy sont et ont estés notoirement et publiquement réputés et considérés dans la ditte parroisse comme sindics d’icelle, pendant les années respectives de leur sindicat. Sçavoir le Sieur Jean Michel Donnet notaire, Jean François Michon et Jean Pierre Challancin ont étés élus sindics de la ditte parroisse, un chaqu’un pour leur tierce, pour l’année mille sept cent cinquante deux, qui a commencé au mois de juillet de la même année et fini en juillet mille sept cent cinquante trois; et pour regard de Pierre Promen, Jean Léonard Pascal et Jean Baptiste Donnet ont été élus, comme dessus, pour modernes sindics de la ditte parroisse, depuis le premier dimanche du mois de may dernier, si bien ils n’ayent exercé leur charge de sindic que depuis le mois de juillet dernier, soit depuis le jour que les vieux sindics ont rendu leurs comptes; parce que alors les nouveaux élus ont presté le serment de bien verser entre les mains du Sieur Lieutenant et Juge Derriard; et quoyqu’il soit vray que Jean François Michon et Jean Pierre Challancin ayent étés élus sindics pour la ditte année mille sept cent cinquante deux, les mêmes n’ont cépendant exercé leur ditte charge de sindic par eux mêmes, mais ils l’ont faite exercer respectivement, sçavoir le dit Jean François Michon par Claude d’Antoine Pascal, qui at exigé les tailles au nom d’icelluy, et le dit Jean Pierre Challancin par Pierre Pareyson, le fils, qui at pareillement exigé les tailles en décharge du dit Challancin; ce que je sçay pour l’avoir vû et observé ainsy. Je dépose de plus, que depuis ma souvenance, je n’ay jamais vû que l’élection des dits sindics se soit faite en assistance des deux tiers des communiers de la ditte parroisse, quoyque j’y aye ordi-
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nairement assisté, et les assemblées sont le plus souvent entre petit nombre des communiers, parce que ceux, qui n’ont point exercé cette charge, craignent que leur présence attire l’élection sur eux, à cause que cette charge est onéreuse, et pour éviter les innimitiées de ceux à qui on donne la voix. Qu’est tous ce qu’il a dit sçavoir. Interrogé, de la part du dit Sieur adjoint, si Jean Pierre Challancin at exercé la charge de sindic en mille sept cent cinquant’un A répondu négativement. Interrogé, pour part de qui sus, si le juge assiste aux assemblées des élections des dits sindics, si on dresse quelque acte de la ditte élection? A répondu, je n’y ay jamais vû aucun juge assister aux dittes assemblées et je crois que cet usage ne s’est jamais prattiqué rière La Sale, et je n’ay jamais vû non plus qu’on aye fait dresser aucun acte judiciel, ny par devant notaire, pour ces élections; si bien le secréttaire de la parroisse peut l’avoir fait, mais je n’en ay jamais eu aucunne connoissance. Interrogé, si lorsque les vieux sindics ont proposé en ditte assemblée ceux qui doivent les remplacer, les conseillers et les communiers sont obligés d’élire un des trois mêmes de chaque tierce? A répondu, je crois que les communiers peuvent nommer qui bon leur semble pour sindic, autres touttefois que ceux qui sont proposés par les sindics vieux, mais je n’ay pas encor vû que cela soit arrivé de mon tems. Interrogé, du part qui sus, s’il est informé si François Michon et le dit Challancin prétendus sindics ont rendu leur compte de sindic, par devant qui, et en quel tems? A répondu n’en être pas informé. Sur les généraux, at pertinament répondu et dit n’être parent, allié, créancier ny débiteur des respectives parties, ny moins leur domestique. Lecture faite de sa présente déposition et icelle oüie, at persisté et persévéré et s’est souscrit, ayant protesté comme les précédent de ses cibaires et vaccations. Laurent Pascal, déposant. Rambert. F. Brun, adjoint. B. Derriard, notaire et greffier.
Au Très Illustre Seigneur Commandant et Vibaillif du Duché d’Aoste pour S.M. Exposent très respectueusement Laurent Pascal et Jean Claude Villerin, qu’ayant été par nous examinés comme témoins, dans une cause d’entre les procureurs de la communauté de La Sale et Jean Michel Donnet, ils souhaiteroient, à téneur de l’art. 52 des enquestes au Coutumier, être reçus à changer
quelque chose dans leur déposition. L’office implorant requérants respectivement la lecture de leur dite déposition. Laurent Pascal, Jean Claude Villerin. Sera par nous procédé à la forme du stil d’Aoste. Le 10 de 1754. Rambert.
Continuation d’enquête, prise par nous Commandant et Vibaillif sus dit, à l’instance de qui et contre qui dessus, dans le palais de nôtre habitation et avec la présence du dit Sieur adjoint. Du jour dixième janvier mille sept cent cinquante quattre, sur les huit heures du matin. Sçavoir faisons que Jean Claude Villerin, premier témoin de la présente enquête , nous auroit à ce moment présenté, de compagnie de Laurent Pascal, second témoin, un acte de requisition par lequel ils souhaiteroient, à téneur de l’art. cinquante deux des enquestes au coutumier, changer quelques choses en leur respectives
dépositions. Les avons à ce admis séparément pour servir et valloir ainsy qu’appartiendra … omissis ... Ensuitte s’est présenté le dit Laurent Pascal, second témoin de la présente enquêtte, auquel sur ses requisitions de luy être sa déposition du jour de hier relüe pour y adjoutter ou diminuer ce qu’il auroit à faire, avons ordonné au greffier soussigné de ce faire, et icelle oüie.
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A dit, lorsque vous m’avez interrogé Monsieur le jour de hier dans ma ditte déposition de la part du dit Sieur adjoint, si Jean Pierre Challancin at exercé la charge de sindic en mille sept cent cinquant’un et que je vous ay répondu négativement, moy Laurent Pascal déposant me suis trompé et je répond, à cet article, que le dit Jean Pierre Challancin at été élu sindic de la tierce du millieu de La Sale pour l’année mille sept cent cinquant’un, qui at continué jusques aux comptes de mille sept cent cinquante deux, quoyqu’il aye fait exercer sa charge par Jean Pierre Pareyson, soit Joseph Pareyson son fils. Interrogé, de part le dit Sieur adjoint, qu’il ait à s’expliquer par cause de science s’il sçait le dit Pareyson, le père ou le fils, qu’il dit avoir exercé la charge de sindic pour le dit Challancin? A répondu, je crois, sans pouvoir l’assurer positivement, que la convention d’exercice de sindicat pour la ditte année mille sept cent cinquant’un at été faite entre le dit Challancin et le dit Jean Pierre Pareyson le père, mais que celuy-cy a fait exercer cette charge par Joseph Pareyson, son fils, que j’ay vû plusieurs fois, le cottet à la main, exiger les tailles de sa tierce. Qu’est tout ce que j’ay à changer à ma ditte déposition. Lecture faite à icelluy de ses présentes addittions a dit, je les confirmes, s’y persiste et s’est souscrit. Laurent Pascal, déposant. Rambert. F. Brun, adjoint. B. Derriard, notaire et greffier. Quoy fait avons tout de suitte procédé à l’audition des autres témoins présentés par les dits capitulants, séparément comme suit, et premièrement. ...omissis... Sécutivement constitué Jean Baptiste de feu Pantaléon Requedaz, de la parroisse de La Sale, âgé d’environ cinquant’ans, possédant en biens trois mille livres sauf le plus, laboureur de terre, témoin produit, adjourné, exhorté, juré, oüi, examiné, et lecture à luy faite comme aux précédents et icelle oüie, a dit et déposé comme suit. Moy Jean Baptiste Requedaz dépose qu’il y at environ vingt un ans que j’ay fait la fonction de sindic de la tierce du millieu de la parroisse de La Sale, pour et en décharge d’Antoine Joseph, mon frère, et il y at environ quinz’ans que j’ay exercé cette charge comme élû personnellement par la ditte tierce, j’ay de plus été conseiller de la communauté de la ditte tierce pendant trois ans, il y a de cela environ huit ans, à cause de quoy je suis informé pour l’avoir vû et assisté aux élections des nouveaux sindics, qui se font ordinairement le premier dimanche du mois de may rière le dit lieu de La Sale, qui se font à la manière suivante; les vieux sindics font assigner à voix de cryés tous les chefs de familles communiers qui composent les trois tierces de la ditte parroisse, à ce qu’il ayent à procéder à l’élection des nouveaux sindics à leur place, et après les ditte cryés chaque tierce s’assemble sur la place au devant l’église du dit lieu, et là le sindic vieux de chaque tierce propose trois sujets pour les remplacer, sur lesquels sujets présentés les conseillers et communiers assistans en élisent et nomment un par chaque tierce, et, l’élection faite, le métral qui assiste ordinairement aux dittes assemblées monte sur le tronc des cryés et publie à haute voix ceux qui ont été élus et faits sindics nouveaux. J’ay vû, pendant ma souvenance, et entendu dire de mes ancestres et de mon père que les dittes élections se sont toujours faites de la manière que j’ay sus détaillé, et je n’ay jamais vû, quoyque j’y aye assisté pour l’ordinaire, ny même entendu dire, qu’aucun juge ait assisté aux dittes élections; ny qu’on soit en usage, à mon sachant, qu’on
ait dressé ou fait dresser aucuns actes ny verbal de telles élections; c’est pourquoy je suis informé et il est nottoire que le Sieur Jean Michel Donnet nottaire, Jean François Michon, et Jean Pierre Pareyson ont étés élus sindics par les respectives tierces de la ditte parroisse pour l’année mille sept cent cinquante deux, qui at fini environ le mois de juillet de l’an mille sept cent cinquante trois, savoir le Sieur Donnet pour la tierce d’Escharlod, Jean François Michon pour la tierce du millieu, et Jean Pierre Pareyson pour celle de Morge, ce que je scay parce que j’ay assisté à leur élection et pour les avoir entendu publier pour tels par le métral après leur ditte élection, comme j’ay dit cy dessus. Je scay cépendant que le dit Michon a fait exiger les tailles royales à son décharge par Claude d’Antoine Pascal, et le dit Jean Pierre Pareyson les at exigées luy même. Je dépose de plus que Jean Pierre Challancin at été élu pour sindic de la tierce du millieu pour l’an mille sept cent cinquant’un, finissant en mille sept cent cinquante deux, mais il n’a pas exercé par luy même sa charge, il l’at fait faire par Jean Pierre Pareyson et celuy cy, attendu ses infirmités et sa viellesse, l’at faite faire par Joseph, son fils; je dis de plus qu’il est aussi notoire rière La Sale que Pierre Promen, Jean Léonard de Jean François Pascal et Jean Baptiste de Pierre Donnet sont les modernes sindics, qu’ils ont été élus en conformité que j’ay dit cy dessus et qu’ils sont réputés pour tels, parcequ’ils ont presté en cette qualité un chacun le serment de bien verser, entre les mains du Sieur Lieutenant et Juge Derriard, lors de la reddition des comptes des sindics qui les ont précédés. Qu’est tout ce qu’il a dit scavoir, rendant cause de science par tout ce qu’il a déposé. Interrogé, de la part du Sieur adjoint, s’il at assisté comme constituant à la procuration du vingt cinq mars mille seprt cent cinquante trois, reçue par le Sieur avocat Favre comme nottaire? At répondu affirmativement. Interrogé, de la part de qui sus, si, comme il a dit cy dessus avoir assisté ordinairement aux assemblées qui se sont tenues pour le fait des dittes élections sindicales, il at observé qu’elles fussent composées des deux tiers des communiers de la ditte parroisse? A répondu, je n’ay jamais pris garde à cela, mais tout ce que je puis dire que les assemblées ne sont pas nombreuses et plusieurs évitent d’y aller craite d’être élu pour sindic et pour éviter les reproches de ceux qui sont élus. Interrogé, de part de qui sus, s’il n’est pas souvent arrivé que la communauté ait nommé tout autres pour sindic que ceux qui ont étés proposés par les sindics vieux? A répondu, je n’en suis mémoratif. Sur les généraux at pertinament dit n’être parent, allié, créancier, débiteur ny domestique des parties, sauf que je suis cousin germain de Jean Louis Requedaz et encor cousin germain de Pierre Promen, par affinité de Pantaléonne, sa femme, et je n’ay dit pour cela que la pure vérité. Lecture faite et oüie de sa présente déposition, at répetté et persévèré, et s’est souscrit. Jean Baptiste Requedaz, déposant. Rambert. F. Brun, adjoint. B. Derriard, notaire et greffier. … omissis... Nous Vibaillif et Commandant susdit, sur la déclaration que nous ont fait les capitulants de n’avoir autres témoins à faire oüir, avons icelle publiée et ouverte et remis à iceux la présente enqueste contenant six témoins. Aoste, ce 11.e de 1754. Rambert. receu de quinze livres.
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L’APERTURA DEL MUSEO ETNOGRAFICO DI LA SALLE, nel villaggio di Cheverel, è stata fissata dal 1° luglio al 4 settembre 2011, dalle ore 16,00 alle ore 19,00. Giorno di chiusura: lunedì.
La Festa del PATRONO SAN CASSIANO in un agosto denso di eventi GIOVEDÌ 04 AGOSTO - ATTIVITA’ DIDATTICO-RICREATIVA “COSTRUIAMO LA NOSTRA MONTAGNA” - Laboratorio “L’acqua” destinato ai bambini di età compresa tra i 4 e i 6 anni. Dalle ore 15,00 alle ore 18,00 presso Maison Gerbollier (prenotazione presso la Biblioteca comunale tel. 0165862559). SABATO 6 AGOSTO - GITA A PROMOU E VISITA ALL’ALPEGGIO Ore 8,00 Appuntamento al piazzale di fronte a Maison Gerbollier. Durata dell’escursione 3 h 30 m - Difficoltà: facile - Dislivello: 800 mt. (Per prenotazioni tel. 3478632466). DOMENICA 7 AGOSTO - SERATA CULTURALE-ENOLOGICA Ore 21,00 presso Maison Gerbollier, serata organizzata in collaborazione con il Consorzio Quatremillemetres - MEMENTO NOSTRI - Sei lustri italiani in vino e ricordi - Né di polvere, né di ghiaccio, né di vento. LUNEDÌ 08 AGOSTO - FILM MONTAGNA - Ore 21,30 proiezione di un film sulla montagna organizzata dall’Ufficio Regionale del Turismo. (Per info tel. 0165 236627 - info@turismo.vda.it). MERCOLEDÌ 10 AGOSTO - FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FOLKLORE - In collaborazione con C.I.M.E - Célébrations Interculturelles de la Montagne à Evolène (Suisse). Con la partecipazione del gruppo folkloristico “LES SALLEREINS”. Ore 21,00 presso la tensostruttura del Parco di Maison Gerbollier. GIOVEDÌ 11 AGOSTO - ATTIVITA’ DIDATTICO-RICREATIVA “COSTRUIAMO LA NOSTRA MONTAGNA” - Laboratorio “Le rocce” destinato ai ragazzi di età compresa tra i 7 e i 12 anni. Dalle ore 15,00 alle ore 18,00 presso Maison Gerbollier (prenotazione presso la Biblioteca comunale tel. 0165862559). GIOVEDÌ 11, VENERDÌ 12, SABATO 13 AGOSTO
LUNEDÌ 15 AGOSTO - FESTIVAL INTERNAZIONALE D’ORGANO - Ore 21,00 presso la Chiesa Parrocchiale di San Cassiano a La Salle. GIOVEDÌ 18 AGOSTO - LABORATORIO PER BAMBINI: UN MIELE PER OGNI GUSTO - Ore 15,30 Parco Maison Gerbollier organizzato dall’Ufficio Regionale del Turismo. (Prenotazione obbligatoria tel. 0165236627 - info@turismo.vda.it). SABATO 20 AGOSTO - FESTIVAL INTERNAZIONALE D’ORGANO - Ore 21,00 presso la Chiesa Parrocchiale di Derby. DOMENICA 21 AGOSTO - GITA A COL SERENA E VISITA ALL’ALPEGGIO - Ore 8,00 Appuntamento al piazzale di fronte a Maison Gerbollier. Durata dell’escursione: 5,30 h. Difficoltà: media. Dislivello: 800 mt. (Per prenotazioni tel 3478632466). MERCOLEDÌ 24 AGOSTO - GIRO CICLISTICO INTERNAZIONALE DELLA VALLE D’AOSTA - Arrivo IIa tappa Megève – La Salle GIOVEDÌ 25 AGOSTO - GIRO CICLISTICO INTERNAZIONALE DELLA VALLE D’AOSTA - Partenza IIIa tappa La Salle - Valgrisenche DOMENICA 28 AGOSTO - FIERA DELL’ARTIGIANATO DELLA VALDIGNE - Esposizione dei prodotti artigianali per le vie del Capoluogo. DOMENICA 11 SETTEMBRE - TOR DES GÉANTS 11-18 SETTEMBRE - Endurance-trail della Valle d’Aosta lungo le due alte vie; Settore 1 - Courmayeur - Valgrisenche (passaggio a Promou). DOMENICA 18 SETTEMBRE - ENDURANCE CAVALLI - 3a Tappa Campionato Regionale endurance categorie PONY, DEBUTTANTI e CEN/R. Partenza e arrivo loc. Planaval ore 8,30/9,00. (Per informazioni tel. 3471637886/347 9638343).
FESTA PATRONALE “SEN CACHAN” INGRESSO LIBERO PER TUTTE LE MANIFESTAZIONI DEL PROGRAMMA. Tre gli artisti espositori presso la SALA MOSTRE DI MAISON GERBOLLIER: Piergiuseppe Barale (dal 9 al 27 luglio); Marisa Bracci (dal 30 luglio al 15 agosto); Francesco Pesa (dal 17 agosto all’11 settembre). Per tutta l’estate presso l’ADVENTURE CENTER ASD RAFTING in località Chez Borgne n.1 (SS 26) attività di rafting, hydrospeed, kayak, canyoning (www.raftingadventure.com - aosta @raftingadventure.com - 0166 563289/3463090856). Ricco programma estivo anche per l’ASSOCIAZIONE EQUI.LIBRES DU MONT BLANC: escursioni a cavallo, tour in carrozza, lezioni di equitazione. Tutti i mercoledì scuderia didattica per bambini. Tutti i venerdì aperitivo alla cascata. Tutte le domeniche visita alla cantina. (Per informazioni: tel. 392 7264659 - equi.libre.montblanc@gmail.com).
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Pubblicazione prodotta dal Comune di La Salle con l’Assistenza Tecnica Editoriale del Valico Edizioni.
Campionessa in Municipio Marlène Jocallaz torna sul podio La neomamma e impiegata comunale Marlène Jocallaz, non solo appena due mesi dopo la nascita di Magali ha ripreso i suoi allenamenti, ma è subito tornata sul podio della corsa alpina per il Campionato Regionale della “Martze a pià”. La sua prima vittoria, tutta dedicata a Magali, è stata quella ottenuta il 12 maggio 2011 alla 5 a edizione del Miglio di Nus, dove Marlène, che gareggia per l’Atletica Zerbion, è arrivata Prima percorrendo i 4 chilometri e 600 metri del circuito di gara in 19 minuti e 12 secondi.
Marlène Jocallaz davanti alla porta del Municipio di La Salle con la piccola Magali fotografata durante la colazione.
www.valico.com
Le Journal de LA SALLE Periodico d’informazione edito dal Comune di La Salle, iscritto nel registro stampa presso il Tribunale di Aosta con decreto n. 5 dell’1 giugno 1999. ANNO XIII n. 1 - Luglio 2011 NUMERO PROGRESSIVO:
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Direttore Responsabile Alberto Spampinato Commissione di Coordinamento Editoriale Attilio Tampan, Jean-Claude Haudemand, Solange Herren, Luca Jaccod Coordinamento redazionale, impaginazione e stampa il Valico Edizioni Loc. Derby, 249 - 11015 La Salle tel. 0165806404 - www.valico.com
Hanno collaborato Assessorat de l’Éducation et de la Culture: Lo Gnalèi - Guetset leungueusteucco, Corrado Beneytton, Emilia Berthod, Alberto Bibois, Mikaela Bois, Cristina Borney, Adriano Chabod, Alessia Di Addario, Donatella D’Anna, Marco D’Anna, Paola Donnet, Matteo Eydallin, Marco Fiou, Gruppo Folkloristico Les Sallereins, JeanClaude Haudemand, Solange Herren, Federico Izzi, Luca Jaccod, Marlène Jocallaz, Eliseo Lumignon, Giulio Marchini, Luigi Marchioro, Cassiano Pascal, Alessandra Perugi, Lucia Pesenti, Agnese Porchiola, Vally Quinson, Francesco Riente, Luis Oscar Risso, Romina Scaldaferro, Alberto Spampinato, Valentina Stefani, Attilio Tampan, Denis Trento, Mirko Vevey.