ECCELLENZE CULTURA SOCIETA’ VIAGGI AMBIENTE ARTE DOMANDE E RISPOSTE ECCELLENZE CULTURA SOCIETA’ VIAGGI SECTION NAME AMBIENTE ARTE DOMANDE E RISPOSTE ECCELLENZE CULTURA SOCIETA’ VIAGGI AMBIENTE ARTE DOMANDE E RISPOSTE
VALVIBRATALIFE
MAGA ZINE NEW S ST OR IE IM M AGIN I
MAGGIO 2013
TERRITORIO
ALBA ADRIATICA IERI E OGGI Alba Adriatica ha una nobile antenata, Alba Picena PAGINA 6 IL DUBBIO
EROSIONE INFINITA A inizio stagione turistica, come ogni anno, torna viva la questione erosione PAGINA 10 PEOPLE
TEENAGERS X
Il più grande ha soli 21 anni, il più piccolo 19 PAGINA 24
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Korg Tattoo, dalla fantasia alla pelle
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V I B R ATA L I F E
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EDITORIALE
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Maria Rita Piersanti
CAPO REDATTORE Virginia Ciminà
COLLABORATORI
Paolo Gatti Federica Bernardini Federica Pompei Virginia Maloni Pasquale Rasicci Angelo Bruni Giordana Galli Francesco Galiffa Valeria Conocchioli Giovanni Lattanzi Alessandra Di Giuseppe Martina Di Donato Anna Di Donato Gabriella Foschi
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VALVIBRATALIFE
è una testata registrata presso il Tribunale di Teramo al n.546 del 08/11/2005
STAMPA
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Maggio, adagio adagio”, recita la saggezza popolare di tempi andati, ma qui si esagera. Quanta pazienza bisognerà ancora mettere in campo? No, non parlo del meteo bizzarro e novembrino (anche se siamo alle porte dell’estate). Parlo di noi italiani. A volte mi trovo a desiderare un tonante “Quo usque tandem (...) abutere patientia nostra?” da un Cicerone dei nostri tempi, supportato però da un popolo forte della sua dignità e coraggioso grazie ai suoi obiettivi. Poi mi sveglio. Non è ancora tempo, pare. Dato che però la vita deve continuare, noi di Val Vibrata Life sforniamo il nostro “pane” che metaforicamente vi porta le nostre buone intenzioni tra le mani e davanti agli occhi. Visibili, tangibili, concrete. La squadra si amplia, con nostra gioia. Nuove “penne”, nuove energie e nuovi passi intrapresi verso direzioni che ci piacciono. E speriamo piacciano anche a voi! Sapete che incontriamo e vi raccontiamo da sempre quelle che sono le eccellenze del territorio vibratiano, dallo sport all’arte, dalle piccole imprese alle grandi aziende. Raccontiamo le persone che animano questi percorsi, impariamo da loro come si procede e come si affronta una sfida, un sogno, un’ idea da far crescere. Ognuno di loro ci regala una ispirazione, che magari servirà a dare coraggio ad un nuovo talento. Parleremo come di consueto di attenzione all’ambiente, ai nostri compagni animali, ci metteremo alla prova con le ricette, aspettando anche qualche critica, perché no? ci sono varianti su varianti di piatti noti, quindi sotto a chi tocca! Proponetevi! E ancora la psicologia, la passione per l’orto e non soltanto, la bellezza, note di moda, gli eventi, le pagine bellissime per i bambini, il racconto che dal chicco di grano ci porterà al nostro pane, imparando pagina dopo pagina quanto siamo capaci di fare, tutti noi, tutti voi! Non dimentichiamo che in diversi Comuni della Val Vibrata ci sono in vista i periodici rinnovamenti politici, quindi in molti tra i nostri lettori saranno presi da varie situazioni pre-elettorali. Di certo non mancheranno commenti e critiche, come sempre accade, comunque vadano le cose. Dai prossimi numeri, però, posso già anticipavi che conosceremo più da vicino alcune realtà, senza trascurare alcun Comune di quelli appartenenti al territorio vibratiano. Anche questo sarà un modo per rendere tutti voi partecipi di quanto ci incuriosisce, e ci candidiamo anche noi, sì: ci candidiamo a diventare la vostra voce nel porre domande e richieste cui vorreste(finalmente) avere una risposta. Buona lettura!
sommario 8 SANTUARIO SANTA MARIA DEI LUMI A CIVITELLA DEL TRONTO Splendido edificio che dall’alto di un colle domina tutta la vallata della Val Vibrata fino al mare.
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IL DUBBIO
A inizio stagione turistica, come ogni anno, torna viva la questione erosione della costa.
14 INTORNO AD UN CHICCO DI GRANO Il dissodamento del terreno.
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KORG TATTOO
Studio di tatuaggi a Tortoreto Lido.
22 GIULIA VERAMONTI Conosciamo meglio Giulia Veramonti, giovane artista di Civitella del Tronto.
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LAVORO
Piano Integrato “Giovani Abruzzo”.
36 IL BIOTOPO COSTIERO DI MARTINSICURO Dopo aver affrontato gli ambienti dunali delle nostre spiagge presentiamo questo mese
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IL Vilucchio marittimo.
46 LA COPPIA OGGI Oggi, rispetto al passato, c’è una maggiore libertà di vivere le relazioni ma diminuisce l’importanza assoluta attribuita alla famiglia.
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TERRITORIO
Alba Adriatica Ieri e oggi di Pasquale Rasicci
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lba Adriatica. Non la cercate nelle antiche carte geografiche. Non la troverete. Eppure essa esiste e
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prospera tra nuove ed eleganti case, tra piazze e vie dense di traffico, alla foce di un antico torrente, vicino al quale fa bella mostra di sé una restaurata torre di avvistamento del
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naviglio barbaresco. Alba Adriatica ha una nobile antenata, Alba Picena, or sono due millenni. Fu distrutta dai barbari. Circa cento anni fa nacque Tortoreto Stazione e, quarant’anni fa
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si trasformò in Alba Adriatica. Alba Picena visse il dramma italico, partecipò alla lotta contro Roma, e ancora oggi, nelle pieghe della sua terra, di quel dramma si rinvengono ghiande di ferro, globetti di fionda, missili di guerra. Concezio Rosa ce ne delimita i confini, ce ne determina la posizione, ce ne traccia gli elementi di vita e di attività agricola e “industriale”. Alba di oggi ci mostra altri aspetti. Tende le sue giovani braccia a tutta la penisola e al mondo intero. Mostra le sue arti pacifiche, l’ansia verso la fatica produttiva, verso i commerci, verso il turismo che è certamente di massa, ma sempre di alto livello. Essa ci vuole mostrare appieno la sua espressione disinvolta, la sua esuberanza, e tutto l’orgoglio per le tappe raggiunte. Dall’agricoltura di ieri, dalla pesca, dal commercio,
dall’attività dei suoi modesti opifici (canapificio, filanda, gassose, ghiacciaia, commercio di semi e piccolo artigianato), si è passati oggi alle confezioni di vario genere, al grosso commercio, all’artigianato, all’industria alimentare, all’industria della borsa, al turismo, alla cultura, e tutto di altissimo livello, tanto da ottenere il diritto di far parte delle “Cento città” della piccola grande Italia. Ovviamente la posizione geografica della cittadina ha giocato un ruolo determinante. La gente è dinamica e ospitale, e vanta il verde dei suoi colli alle spalle e l’argento dell’ampio arenile e del suo mare. Qui l’umano e il divino si fondono in perfetta armonia, la natura e l’uomo si alternano, gareggiando per rendere questo lembo di terra sempre più attraente e meglio ricettivo dove solo
la speculazione pare abbia avuto a volte un ruolo negativo. Le ubertose colline a monte, rinnovandosi ad ogni stagione, offrono una varietà intensa di panorami, di luci, di colori. Il litorale, argentato dall’arte magica di una natura generosa, è stato arricchito dalla lungimiranza degli uomini che hanno saputo trasformare una zona quasi arida in un centro turistico e balneare di primissimo piano. I suoi giardini, i viali e le mille costruzioni occhieggiano civettuoli al forestiero avido di riposo, di sole e di mare.
a sinistra e sotto, Viale Vittoria
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TERRITORIO
Il Santuario di Santa Maria dei Lumi a Civitella del Tronto
Grazie alla preziosa testimonianza dei Frati Minori conventuali, sappiamo che il Santuario di Santa Maria dei Lumi, splendido edificio che dall’alto di un colle domina tutta la vallata della Val Vibrata fino al mare, nasce come monastero benedettino per essere poi ceduto ai frati francescani intorno alla metà del 1200. di Valeria Conocchioli
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N
el 1471 i Frati minori della Regolare Osservanza entrarono in possesso del convento che conobbe in questo momento un periodo di grande splendore testimoniato dalla statua lignea della Madonna, commissionata molto probabilmente dal santo di Monteprandone, il francescano San Giacomo della Marca, a Giovanni di Biasuccio da Fontavignone. Dal 1800 l’edificio fu in balia degli eventi storici nel 1861 fu seriamente danneggiato dai combattimenti per l’unità d’Italia durante l’assedio delle truppe piemontesi alla Fortezza di Civitella del Tronto. Nel 1915, durante la prima guerra mondiale, fu requisito e messo a disposizione dei profughi di guerra e nel 1940, sotto il regime fascista, ospitò un campo di concentramento per ebrei. Il Santuario prende il suo nome dalla splendida statua quattrocentesca della Madonna dei Lumi (o de la Lumera), così chiamata per un fenomeno prodigioso accaduto più volte durante la seconda metà del 1600: angeli in festa che da lontano sembravano luci attorno al Santuario. Altro nome con il quale spesso ci si rivolge alla Vergine è quello di “Madonna della Piova”, grazie a una tanto implorata pioggia che i fedeli ottennero per sua intercessione sia il 20 maggio 1779 che il 27 aprile 1893. Per ricordare questo evento miracoloso, la festa della Vergine si celebra ancora oggi il 27 aprile di ogni a n n o . È d i ff i c il e compren d e re quale fosse la struttura originaria dell’edificio a causa dei continui restauri che hanno riportato
alla luce le tipiche pietre di travertino locale della facciata. La chiesa è preceduta da un ampio portico romano, mentre nella parte conventuale si trova il chiostro che conserva l’ordine inferiore del loggiato con
archi a tutto sesto su pilastrini di pietra. Il Santuario, luogo di pace e di silenzio, si presenta come spazio ideale per fermarsi e riflettere, allontanandosi così per un attimo dalla fretta e dagli affanni di ogni giorno.
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IL DUBBIO
EROSIONE I N F I N I TA
d i Gi ova n n i L a tta n z i
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inizio stagione turistica, come ogni anno, torna viva la questione erosione (della costa). Ma cos’è la costa? La costa è l’interfaccia, la linea di passaggio tra la terra e il mare. Non è un confine netto, bensì mobile, che si sposta a seconda delle esigenze del mare e della terra, non dell’uomo. Il mare mangia la costa o la accresce deponendo sabbia a seconda del suo stato. E la costa si sfalda, cedendo sabbia, o si amplia accogliendola a seconda della volontà del mare. Ma noi continuiamo a pensare che quella linea possa essere fissata e difesa ignorando le più elementari leggi della geologia. Inoltre, l’apporto di sabbia dai fiumi è stato praticamente azzerato. Sulla spiaggia la sabbia viene tolta e aggiunta ad ogni onda, ma da dove viene questa sabbia se non dai fiumi? Da decenni i corsi d’acqua italiani (e abruzzesi) subiscono la captazione d’acqua per l’agricoltura e il prelievo indiscriminato di ghiaia dalle cave di inerti per l’edilizia. Le mareggiate invernali aumentano l’erosione: le spiagge arretrano e provocano il crollo delle strutture costruite sopra come strade e stabilimenti. Gli operatori turistici alzano la voce, la stampa
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la amplifica, i politici accorrono e promettono soldi per riportare la situazione a quella dell’autunno precedente. Ma nessuno si preoccupa di risolvere alla radice la questione e di progettare una revisione strutturale del rapporto tra l’uomo e la costa, di andare a un ripensamento globale del sistema. Si mette la costosa toppa e tutti sono contenti. Nessuno è in grado, o ha voglia, di guardare oltre l’orizzonte temporale della prossima stagione turistica. La soluzione che torna sempre è quella di costruire immense e dispendiose barriere di massi, per vederle disfare dal mare dell’inverno successivo, oppure andare al “ripascimento”, una operazione che rasenta il ridicolo. Si sposta sabbia da un luogo all’altro, con grandiosa spesa di denaro pubblico, sostituendosi al ruolo della natura: da un lato si tolgono acqua e sabbia dai fiumi per “fare economia”, dall’altro si spende denaro pubblico a palate per recuperare questa mancanza. Ovviamente la sabbia, riportata sulle spiagge erose a suon di costosissimi viaggi di camion, verrà mossa dal mare con le successive mareggiate invernali, e la primavera dopo si ricomincerà con il copione del ripascimento... di tasche altrui.
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I ntorno a un chicco di grano d i Francesco Galiffa D issodamento del terreno
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olendo misurare il valore di un bene dal sudore versato per conseguirlo, il grano, nel passato, sarebbe stato sicuramente quello più prezioso il contadino lo tirava fuori dal dissodamento del terreno, l’operazione preliminare alla semina, fino alla trebbiatura. Il paesaggio agrario di una volta era caratterizzato dalle colture promiscue e delle cinque parti in cui la proprietà era divisa (le veci). Due erano destinate alla coltivazione del grano, che in una succedeva alla coltivazione del mais e nell’altra a quella del prato vecchio di due anni. Nel primo caso era previsto
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un lavoro meno impegnativo perché il dissodamento profondo era avvenuto nell’anno precedente. Nella seconda ipotesi, invece, il lavoro era più impegnativo e richiedeva più tempo e fatica. Oggi, trattori potentissimi possono muovere aratri a più vomeri e un ettaro di terreno è arato in poco tempo. Una volta, invece, la stessa estensione richiedeva anche settimane di duro lavoro perché i mezzi usati erano, spesso, ancora quelli primordiali. La terra poteva essere mossa e alleggerita sia a mano, sia con l’aratro. La coltura a mano era molto diffusa soprattutto nei piccoli poderi, che abbondavano ancora nella prima metà del secolo
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scorso. La mano d’opera familiare era numerosa, capace di fare con la vanga e con il bidente (in dialetto lu ddo corne), giorno dopo giorno, un importante lavoro, in media migliore e più profondo di quello dell’aratro. Questi mezzi, purtroppo, avevano come solo motore i muscoli delle braccia, che erano messi così a dura prova da provocare compassione in chi li vedeva all’opera, come descrive efficacemente l’abate teramano Berardo Quartapelle in un trattato di agricoltura pubblicato nel 1801, che ha per titolo I principii della vegetazione: «Intanto ogni Uomo intelligente fa duopo che sia sensibile a molto dolore in osservando
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un infelice coltivatore mettere tutta la sua forza in fendere il seno della terra, che bagna del suo sudore, e dopo tanto stento non compiere in 15 e più giorni quel lavoro, che in un solo avrebbe eseguito un aratro tirato da due cavalli o da due bovi. [] Non v’ha stento più terribile di quello, e nello stesso tempo più degno di compassione.» Il contadino si recava di buonora nei campi, dove passava a volte intere giornate, con la sola compagnia del suo mezzo di lavoro, il bidente o la vanga, scelto in base alle caratteristiche del suolo da dissodare. Durante la giornata alzava un numero infinito di volte il primo sopra la sua testa per affondare,
con tutta la forza disponibile e la maggiore velocità possibile, le sue corna nel terreno, fino alla profondità di 20-30 cm facendo leva con il manico rivoltava la zolla, la spaccava con la testa dello strumento e la liberava dalle radici più grandi e dall’infestante ramaccia approfittava di questi momenti per riprendere fiato e per far riposare le braccia. Un piccolo appezzamento di terreno poteva essere lavorato da una sola persona, mentre quello più vasto richiedeva l’impiego di più soggetti e si ricorreva alla collaborazione di qualche vicino nel mondo rurale l’aiuto reciproco era una cosa normale, una delle forme della mutualità contadina più antica
e fortemente praticata sino al secolo scorso. Si potevano ingaggiare anche dei braccianti, ricompensati in natura, generalmente in grano, o in contanti: la retribuzione giornaliera era di 1-2 lire nel periodo compreso tra le due guerre, di 3-5 in seguito. In compagnia si aveva l’impressione di faticare meno e si soffriva in misura minore la solitudine. Ogni zappatore portava avanti la sua striscia di terra, la presa, avendo cura di non trovarsi sulla stessa linea del suo vicino per evitare di intralciarsi e, magari, farsi male con l’attrezzo. Il lavoro era interrotto solo per le pause riservate ai pasti: la colazione, a base di patate e peperoni fritti, accompagnati
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TERRITORIO a volte da un uovo o da un pezzo di salsiccia; il pranzo di mezzogiorno, consistente in cococcia e fasciule o fuja e fasciule o tagliolini quasi asciutti. Nella maggior parte dei casi, i due pasti erano consumati sul luogo di lavoro, dove le donne trasferivano cibo e posate, il tutto disposto in un canestro portato abilmente in testa. Svolgendosi il lavoro nella calura del mese di agosto, i lavoratori erano soggetti ad una fortissima sudorazione e c’era un elevato consumo di liquidi, acqua e vino, spesso miscelati, al cui rifornimento provvedevano i bambini. I contadini benestanti, che avevano la fortuna di condurre una campagna piuttosto grande, dissodavano il terreno con l’aratro trainato dalle mucche, preferite ai buoi perché fornivano un reddito maggiore, costituito dalla vendita dei figli, del latte e del formaggio, prodotti questi ultimi destinati anche all’autoconsumo. Per queste loro funzioni esse erano accudite dai proprietari con cura e grande dedizione durante tutto l’anno e, in particolare, nel periodo dell’aratura, quando erano soggette a un maggiore stress
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fisico. Finito il lavoro, secondo una prassi comune raccomandata anche da Berardo Quartapelle, gli animali erano subito condotti nelle stalle, dove il bifolco li stropicciava, affinché fosse dissipato il sudore, fosse tolta la polvere e fosse facilitata la respirazione. Predisponeva per loro una lettiera di paglia fresca e pulita e riempiva le mangiatoie, affinché avessero di che nutrirsi sufficientemente durante la notte. Il contadino, oltre a preziosissimi compagni di lavoro, considerava le mucche quasi delle amiche e rivolgeva loro persino la parola, chiamandole per nome comunemente venivano “battezzate” con nomi di persone (Rosina, Giuannola, Catarina, Gina) o con un aggettivo che rispecchiasse
una loro caratteristica (Bianchina, Mora, Bionda). Un aneddoto spiega efficacemente la stretta simbiosi che esisteva tra gli animali e il loro conduttore. Un ottimo corroborante per alleviare la fatica era costituito da un sorso di vino cotto assunto ogni tanto ebbene, il contadino ingoiava il primo e il secondo lo spruzzava nella bocca delle mucche! Il dissodamento di un terreno pianeggiante coltivato a prato richiedeva, abitualmente, la forza di tre paia di animali i contadini più grandi li possedevano nelle loro stalle, quelli più piccoli, invece, chiedevano la collaborazione di un parente o di un vicino, al quale era reso poi il favore. Per rompere i terreni più compatti a volte era necessario l’impiego di un numero
impressionante di coppie di buoi legati in fila. L’aratura del terreno coltivato a granturco avveniva, per ovvie ragioni legate alla sua raccolta, in un periodo successivo. La terra era meno compatta e, quando non era particolarmente infestata da erbacce, bastava una semplice passata d’estirpatore per predisporla alla semina. Dagli anni Sessanta la forza degli animali fu progressivamente sostituita da quella meccanica dei trattori. Il loro costo elevato non ne rendeva accessibile l’acquisto a tutti e si ricorreva, pertanto, alle prestazioni d’opera dei terzisti, spesso proprietari benestanti, che si potevano permettere la spesa.
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ECCELLENZE
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arliamo di G iordano e Carlos, un vibratiano e un venezuelano. Due ragazzi che l’italiano medio bigotto definirebbe “strani”, alieni, sfaticati, bizzarri solo perché la loro pelle è cosparsa di inchiostro nero e scritte, disegni strani qua e là e qualche divaricatore nei lobi dell’orecchio! I ragazzi atipici che le mamme e i papà sconsiglierebbero a qualsiasi figlia, i soliti genitori apprensivi e controcorrente che devono comunque fare il loro “lavoro educazionale”, chi bene e chi male. Ebbene si, adesso
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“Il tatuaggio non è moda!!! Il tatuaggio, l’espressione della tua originalità dunque decora il tuo corpo con soggetti che parlano di te ed esprimono te stesso mettendoti nella posizione dove più guarderai i soggetti scelti dagli altri, più ti renderai conto di aver fatto bene a scegliere i tuoi”. Questo è il credo, il comandamento di Korg Tattoo, lo studio di tatuaggi a Tortoreto.
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mi rivolgo a voi che state leggendo queste poche righe, buttate giù (quasi ) senza senso, accomodatevi, rilassatevi e provate ad aprire la vostra mente! Fate girare il criceto che frulla senza meta nel vostro cervello, fate in modo che la particella di sodio che c’è dentro di voi non si senta sola e sfatate per una volta, almeno per questi tre minuti (il tempo di leggere questo articolo) l’ideologia del pregiudizio del tatuaggio, della maglia larga e dei pantaloni alla “Yo-Yo”, sto per raccontarvi una storia. Due età differenti o meglio due generazioni differenti che si sono incontrate: Giordano classe 1976 e Carlos classe 1989. Entrambi accomunati dalla passione dell’arte. Quell’arte che alcune volte porta l’adrenalina dell’illegale, quell’esplosione che viene da dentro e che non riesci a contenere, accompagnata dalla tua mano che lascia un’impronta sui quei muri, treni e palazzi così grigi e tristi che implorano anche loro di essere ridisegnati! “Mi hanno anche beccato- mi confessa Giordano- ma che ci vuoi fare ero affascinato da questo mondo. Disegnavo sui tessuti, sui vestiti, facevo loghi, anche se i miei genitori non la prendevano bene, ero un po’ controcorrente”. Era solo un hobby il suo. La sua professione era il barista. Ma non bastava, mancava qualcosa. Disegnava per i suoi amici e i suoi disegni iniziavano ad avere successo, tanto da essere copiati da altri. Le sue creazioni non potevano non avere la sua firma. Così la fatidica scelta di comprare la macchinetta e fu lui stesso, la cavia del suo primo tatuaggio,
ECCELLENZE
K org Tattoo ,
dalla fantasia alla pelle
di V i r g i nia C im in à
tatuandosi una tao sul ginocchio. Il passaggio dalla consapevolezza alla realtà è durato poco, tanto da aprire, nove anni fa, la sua prima attività, Korg Tattoo. Giordano, il ragazzo con la “mano allegra” che fa il lavoro più bello del mondo. Si avete capito bene, ama così tanto il suo lavoro da considerarlo il più bello del mondo! Un lavoro che gli permette di girare, insieme al suo amico Carlos, in lungo e in largo il mondo alla ricerca di nuove ispirazioni! Quanti di voi potrebbero dire la stessa cosa? Non potevamo non parlare di Carlos, il suo socio, in primis suo amico che, anche se non era presente, era come se lo fosse. Giordano ci parla di lui, elogiandolo all’ennesima potenza. Era un suo allievo, voleva anche lui una macchinetta per fare tatuaggi e dopo 8 mesi che frequentava lo studio è diventato socio. Lo considera tecnicamente bravissimo, con una passione innata per il disegno coltivata durante gli anni trascorsi al Liceo Artistico. Uno stile, il loro, che si riconosce. Una concezione del tatuaggio esplosivo,
dinamico, 3D a tutta forza. Un realismo virtuoso, un’esasperazione delle forme, dei colori, della cremosità di afferrare l’oggetto, tanto da renderlo impossibile a livello umano, quel 3D che devi mettere gli occhialetti per vederlo meglio! Amante del bianco e nero, Giordano e del colore, Carlos, stanno dividendo le loro strade portando avanti lo stesso genere. Da loro il cliente entra con un’idea e esce con un tatuaggio unico e personalizzato. Un futuro chiaro e preciso che li vede avvicinarsi al nord Europa per investire sulla crescita personale e allontanarsi da questo posto limitato dove la gente è schiava del sistema e della moda. Quindi gente basta con le solite stelline, delfini e farfalline! Siate più originali, il tatuaggio deve esprimere un pezzo della vostra vita, che sia nascita, morte, avvenimento importante si parla di collezionismo e non di moda! Un ultimo consiglio: seguite le vostre passioni e sognate ad occhi aperti, perché come dice Aristotele “la speranza è un sogno ad occhi aperti”. M A G G I O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E
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IL MIO MONDO IN UN DISEGNO
di Valeria Conocchioli
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onosciamo meglio Giulia Veramonti, giovane artista di Civitella del Tronto con l’innata passione per il disegno.
Ciao Giulia. Parlaci di come è nata la tua passione. Disegno all’incirca da quando ho 4 anni. Non sapevo ancora scrivere, ma già desideravo riprodurre la realtà o la fantasia su tonnellate di fogli bianchi! Con gli anni ho acquisito la manualità per realizzare quello che volevo, come volevo, senza mai seguire corsi o scuole specialistiche. Parliamo dei tuoi studi scientifici. Riesci a conciliarli bene con l’arte, pensi che non siano in contrapposizione? Già, ho addirittura intrapreso studi scientifici, dedicandomi alla Chimica! Ma non parlerei di ‘conciliazione’, per me Arte e Scienza non sono in contrapposizione per citare Newton e la filosofia orientale dello ‘Yin e Yang’ (che in questo sono uguali, imparziali), Arte e Scienza sono due entità ‘uguali e contrarie’, l’una genera l’altra e si completano a vicenda: il lato razionale e quello emozionale sono definibili grazie al concetto opposto, come ‘Eros e Thanatos’. Per me rappresentano il fascino della diversità, dell’ambivalenza, del relativismo. Basti pensare a come Leonardo Da Vinci incarnasse così naturalmente sia la figura dell’artista che quella dello scienziato. Quali sono i
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PEOPLE soggetti delle opere e le tematiche che rappresenti più volentieri? Soggetti e tematiche delle mie opere, come è facile intuire, si sono evoluti negli anni. Da bambina si hanno dei gusti che col tempo cambiano. In adolescenza ho cominciato ad avere delle preferenze spiccate per personaggi gotici/dark e creature mostruose, come draghi o grifoni. E recentemente ho abbracciato uno stile più feticista e ragionato al tempo stesso. Sono profondamente affascinata dalla figura della ‘femme fatale’, la donna letale, superba, intelligente, piena di qualità e quasi malefica nella seduzione. Inoltre amo i dettagli, quelli leziosi e manieristici magari una donna nuda con indosso solo un aggressivo paio di scarpe col tacco! Che tecniche usi e che valore dai ai colori? Sono partita dalla penna indelebile, senza nemmeno colorare. Poi ho cominciato ad utilizzare i pennarelli, per passare poi ai carboncini, monocromatici o colorati e negli ultimi mesi, mi sono messa al passo coi tempi, cimentandomi piacevolmente con la tavola grafica e il disegno digitale. Il mio sogno resta quello di apprendere la tecnica iconografica per eccellenza: la pittura ma per questo avrò bisogno di lezioni probabilmente e
spero di trovare tempo al più presto. Nel frattempo, non mi farò mancare il colore! Infatti, senza nulla togliere al classicismo del bianco e nero, io sono una fan sfegatata dei toni “psichedelici”. Amo i contrasti forti, specialmente tra colori complementari (come tra rosso e verde, azzurro ed arancio), sia per l’impatto visivo che per quello emotivo trasmettono irruenza, virulenza, antitesi per tornare al discorso di Yin e Yang. A quali modelli ti ispiri? Credo di aver assimilato qualcosa da tutti gli artisti in cui mi sono imbattuta negli anni. Ma di certo provo particolare ammirazione per quelli che hanno dimostrato una venerazione particolare per la figura femminile, unita al gusto per un feticismo sottile. Gustav Klimt, Dante Gabriel Rossetti e Milo Manara (per citarne tre che stimo molto) sono quelli a cui spesso penso, mentre disegno. Osservando le splendide donne ritratte da questi artisti, mi sono appassionata all’idea di ‘femmina letale’: una creatura sensuale, forte ed eclettica, talmente affascinante che l’uomo desidera di essere soggiogato. La bellezza dei loro soggetti è nello sguardo, uno sguardo severo, oltre che meraviglioso perché severo? Perché non ci si dimentichi che dietro il corpo
di una donna, spesso strumentalizzato, c’è la forza della dignità. Ciò che ne esce fuori è ancora una volta un concetto dicotomico, di derivazione greca, quello della ‘kalokagasia’ (bellezza e bontà), secondo cui la bellezza esteriore è immagine della moralità interiore. Non disegno una donna nuda pensando al calendario Pirelli, ma al rispetto che la sua bellezza suscita nello spettatore. Ti piacerebbe trasformare questa passione in lavoro? Attualmente cerco di darmi da fare con uno stage in Chimica all’azienda farmaceutica Pfizer, ambiente che mi piace molto e in cui non mi dispiacerebbe restare; ma se la mia vita, all’improvviso, dovesse svilupparsi con successo verso la direzione artistica sarei altrettanto entusiasta, con l’unica remora che, quando una passione diventa ‘lavoro’, perde un po’ quella ventata di libertà che provocava prima. Inoltre, nell’eventualità che diventi una professione, dovrei anche imparare a superare quel maledetto complesso di Pigmalione, che rende così difficile separarmi dalle mie “operette”! Allora in bocca al lupo e speriamo che questa tua passione possa trasformarsi presto in qualcosa dpiù!
PEOPLE
Teen eger s X, il ve ro punk- ro c k t ar ga t o Val Vib rat a 24
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PEOPLE accettare per quello che ognuno è. Per il futuro ci stiamo impegnando a fondo per raggiungere un’identità sonora ben definita. Avete partecipato a diversi contest per band emergenti, com’è andata questa esperienza? Abbiamo girato l’Abruzzo e le Marche, partecipando a diversi contest tra cui “Ci ritroviamo a Woodstock”, svoltosi a Nereto nel 2011, dove il gruppo si è piazzato al terzo posto,
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l più grande ha soli 21 anni, il più piccolo 19. Il loro mezzo di trasporto? Per alcuni anni è stato il pullman fin quando Carlo, il primo patentato ha messo a disposizione la sua macchina per i loro viaggi tra serate e spostamenti vari. Col senno di poi mi confessa che conveniva di gran luna il pullman visto i costi della benzina! Carlo, Giulio, Gabriele e Andrea, i membri di Teenegers X, il gruppo punk-rock vibratiano, nato nel 2009. Come nasce il progetto dei Teenegers X? Alle spalle di tutti i componenti della band si cela un percorso di studi musicali, chi frequentava lezioni private, chi autodidatta e chi aveva una famiglia di musicisti .La formazione attuale è composta da: Gabriele Nicodemi, voce e chitarra e autore dei testi, Giulio Crovetti al basso, Andrea Leonzi anch’esso alla chitarra ed infine Carlo Capretta alla batteria e ai cori. Quali sono le vostre influenze musicali?
La nostra musica è pop punk che prende ispirazione dagli anni ’90 tipica dei Green Day con suoni distorti giovanili e con sfumature melodiche. Le voci e i cori non sono strillati ma armonizzati tipo i Queen dove la molteplicità delle voci ricreano la melodia. L’idea è quella di ispirarsi alle sonorità del punk americano veicolo da sempre di messaggi riguardanti le emozioni e le difficoltà che ogni adolescente riscontra nel duro cammino che lo porterà a diventare uomo. Con l’uscita del disco, quali sono le vostre ambizioni? Il disco dal titolo “L’ultimo ostacolo”, composto da 10 brani inediti uscirà a fine maggio, anticipato dal singolo “Fragile”. L’album distribuito da Audioglobe e prodotto da Udedi sarà disponibile online e negli store musicali. I testi delle nostre canzoni parlano dei tipici problemi dell’adolescenza. Il video del singolo “Fragile” è stato girato al Liceo Scientifico di Nereto e vede come protagonista una ragazza che viene denigrata e non riesce ad integrarsi. L’ obiettivo della nostre canzoni è quello di farsi
al “Music Hope 2010” ,tenutosi a Monticelli (AP), dove siamo arrivati alle fasi finali e alle preselezioni del “Trocka Festival” che si è svolto a CARASSAI (AP). Inoltre abbiamo raggiunto la semifinale del concorso Sotterranea Rock 2013, siamo arrivati secondi al Corto Circuito a Camerino. Parteciperete ad altri concorsi in futuro? Il 10 giugno saremo a Pesaro alla preselezione del Tour Music Fest poi a seguire il 15 giugno alla prima tappa del CantaGiro 2013 a Massignano e per finire il 17 agosto ultima tappa del CantaGiro 2013 a Offida.
Credete che la Val Vibrata dia realmente spazio ad artisti emergenti come voi che hanno il desiderio di far conoscere le proprie produzioni? Purtroppo riscontriamo molte difficoltà a suonare in Abruzzo poichè si esibiscono maggiormente le cover band mentre nelle Marche a livello di contest dove da protagonisti la fanno gli inediti è più semplice. Ma nonostante tutto noi lottiamo e andiamo avanti, crediamo nelle nostre possibilità e potenzialità.
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VALVIBRATALIFE ! Y B BA
Filastrocca di Maggio ILLUSTRAZIONI DI GIORDANA GALLI, FILASTROCCHE DI S. PLONA
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era una rosa dentro un giardino; un ape venne di buon mattino: prese il suo miele e se ne andò. C’era una rosa dentro un giardino; venne ronzando un maggiolino: mangiò una foglia e se ne andò.
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C’era una rosa dentro un giardino; venne cantando un bel bambino: colse la rosa e se ne andò. Ma non lo punse con la sua spina, la rosa bianca, la rosellina.
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Colora la tua fiaba
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S CU OL A, G IOVANI E L AVORO PARTE IL PLACEMENT NEGLI ISTITUTI SUPERIORI
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ell’ambito del P iano I n t e g r a t o “Giovani Abruzzo”, già avviato con il finanziamento sul territorio regionale di 14 Botteghe di mestiere per il recupero delle professioni a vocazione artigianale, è stata pubblicata la graduatoria dei 20 Istituti di Scuola Secondaria Superiore di secondo grado che usufruiranno di fondi nazionali e regionali. In particolare, ogni Istituto riceverà un contributo fino a 34.700 euro per il coinvolgimento complessivo di 3.000 diplomandi/diplomati in percorsi personalizzati di orientamento al lavoro. L’intervento, di valenza nazionale, ricompreso nel programma FIxO S&U, solo in Abruzzo prevede il successivo coinvolgimento di 450 diplomati fruitori dei percorsi di placement in esperienze di tirocinio extracurriculare in azienda, con attribuzione di un’indennità mensile di euro 400 per la durata di quattro mesi.
“L’orientamento al lavoro per i nostri giovani deve partire dalle scuole superiori - ha commentato l’Assessore al Lavoro Paolo Gatti - e sulla base di questa riflessione abbiamo dato la possibilità a 20 scuole della nostra regione di attivare i servizi di placement. L’opportunità successiva di attivare 450 tirocini, darà ulteriore concretezza alla nostra volontà di costruire le condizioni per una reale accusabilità”. Di seguito si riporta la graduatoria degli istituti beneficiari: Istituto Tecnico Statale Commerciale e per Geometri “Galiani - De Sterlich” - Chieti Istituto D’Istruzione Superiore Statale “G. Peano - C. Rosa” - Nereto tcg “Enrico Fermi” - Lanciano Istituto istruzione superiore “Alessandrini - Marino - Forti” Teramo Istituto d’istruzione superiore “Di Poppa - Rozzi” i.p.s.s.e.o.a.c. “L. Di Poppa” - i.p.s.s.a.s.r. “i. Iozzi” – Teramo Istituto Tecnico Statale Commerciale “Pascal-Comi” Teramo Istituto Tecnico Industriale
Statale “A. volta” - Pescara Istituto “Mecenate” - Pescara Istituto d’istruzione superiore “E. Alessandrini” - Montesilvano Istituto Professionale di Stato Servizi per l’Enogastronomia e l’ Ospitalita’ Alberghiera “Filippo De Cecco” - Pescara Istituto d’istruzione superiore “v. Crocetti - V. Cerulli” Giulianova -Teramo Istituto d’istruzione superiore “G. Galilei” - Avezzano Istituto Professionale Statale per i Servizi Alberghieri e la Ristorazione “G. Marchitelli” Villa Santa Maria Istituto di istruzione superiore “Ettore Majorana” Avezzano Istituto di istruzione superiore “Leonardo Da Vinci” - L’ Aquila IISS “Patini Liberatore” - Castel Di Sangro Istituto di istruzione superiore “Raffaele Mattioli” - San Salvo Istituto Tecnico Commerciale “Tito Acerbo” - Pescara Istituto di istruzione superiore “Ugo Pomilio” Chieti ituto di istruzione superiore “Di Marzio - Michetti” - Pescara
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’Italia è ancora un Paese in grado di sfornare giovani brillanti e pieni di iniziative che nonostante la non troppo felice situazione economica e il “letargo” istituzionale, portano avanti con passione, umiltà e competenza i propri progetti. Fra questi prende sicuramente un posto d’onore il nostro Max Franchi. Con un importante passato lavo-rativo alle spalle e già proprietario del Bar Roma ad Alba Adriatica, ha deciso di buttarsi a capofitto su un nuovo ed innovativo progetto imprenditoriale che vede come protagonista il caffè. Parliamo di Fran Caffè, la torrefazione artigianale di Alba Adriatica, nata da poco più di un anno e già punto di riferimento per il territorio. COM’È EMERSA QUESTA PASSIONE PER IL CAFFÈ ARTIGIANALE? E’ nata per gioco, con il tempo mi sono
appassionato e formato, ho fatto diversi master all’Istituto Inter-nazionale assaggiatore di Caffè (IIAC). Da li ho iniziato ed ho comperato la mia prima tostatrice. Mi sono proposto di fare un prodotto con materie prime di alta qualità e una linea di caffè crue e fairtrade con confezioni piccole da fornire ai professionisti del settore. DESCRIVICI TUTTI I VARI PASSAGGI PER EFFETTUARE UN BUON CAFFÈ... È un processo complesso, si comincia con la selezione del caffè crudo per passare poi alla tostatura dei singoli monorigini. Questa viene effettuata ad aria rispettando tempi e temperatura, il chicco del caffe subisce una trasformazione chimica e fisica, che lo caratterizza nelle proprietà intrinseche, gustative e olfattive. Raggiunto il punto di cottura e colore il caffè viene raffreddato ad aria rapidamente,
F ran C aff è , qualit à arabica 100 vibratiana Di Virginia Ciminà 34
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stoccato nei silos al riparo da luce e calore che ne potrebbero comprometterne l’integrità, per poi essere selezio-nato e confezionato.
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QUALI SVILUPPI PREVEDI PER LA TUA ATTIVITA’?
PA R L A C I DEL TUO PRIMO ESPERIMENTO Il primo esperimento l’ho fatto in cantina con una macchina che tosta 1 kg. La difficoltà sta nel mante-nere uno standard qualitativo prefissato delle singole tostature. COME SI FA A RICONOSCERE UN BUON CAFFE’? Il caffè migliore è sicuramente quello 100% arabica dove la caffeina è presente in percentuale più bassa, prodotto principalmente in centro America e Brasile. Un buon espresso deve rispecchiare le valutazioni di un espresso certificati italiano che esprime odori positivi, note mandorla, frutta fresca e sentori di cioccolata.
Desidero creare un buon prodotto per farlo conoscere in Italia e all’estero. Non ci resta quindi che sederci, rilassarci e gustarci un ottimo espresso 100% arabica prodotto e lavorato direttamente nel nostro territorio a gauche foto description
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AMBIENTE
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o p o a v e r a ff r o n tato gli ambienti dunali delle nostre spiagge e le caratteristiche generali delle piante “psammofile” che le popolano, presentiamo questo mese una delle specie più caratteristiche del biotopo di Martinsicuro, il simbolo del biotopo stesso, oltre che il logo del nostro C.E.A.: la “Calystegia
soldanella”, conosciuta anche con vari nomi comuni, tra cui Vilucchio marittimo, Soldanella di mare o Cavolo di mare, dato l’aspetto delle sue foglie. Pianta dal bellissimo fiore rosato ed effimero (dura solo un giorno), sembrava fosse scomparsa negli ultimi anni dalle nostre spiagge, per poi riapparire miracolosamente a Villa Rosa nella primavera del 2012. Cominciando
la sua fioritura nel mese di Maggio, stiamo tuttora fremendo per vederla ripopolare anche l’area di Martinsicuro. D’altronde la tenacia è una delle sue principali caratteristiche: una volta seppellita dalla sabbia soffiata del vento è capace, grazie al suo apparato radicale, di riemergere velocemente in superficie. in foto, il Villucchio Marittimo
IL B I OTO PO COS T IE R O DI MART I N S I C U R O Terza parte: Il Vilucchio Marittimo A cura di Angelo Bruni – C.E.A. Scuola Blu - Martinsicuro
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P O L LI CE VER DE A M AG G IO di Anna Di Donato
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er gli appassionati di giardinaggio e coltivazione, questo mese proponiamo i l Tr a c h e l o s p e r u m Jasminoides e il Cynara Cardunculus, meglio noti come il Gelsomino ed il Cardo Mariano. Originario dell’Asia, il T. J. e’ tra le specie floreali più coltivate nelle regioni a clima temperato caldo. La sua coltivazione avviene a maggio e necessita di un substrato mediamente organico, soffice e ben drenato a tal proposito ben si presta la terra da giardino ove la sua fioritua rappresenta un elegante abbellimento per le pareti delle nostre dimore ed un diversivo per l’ospite inebriato dal profumo emanato delle sue foglie. Essendo un rampicante sempreverde ha bisogno di appositi sostegni, funzionali a fargli assumere la forma desiderata e tenendo presente una capacità di crescita di 5- 6 m d’altezza. Interessante e’ constatare come il gelsomino non abbia bisogno di frequenti annaffiature ed il principio secondo cui se la semina e’ gia’ avvenuta in quel terreno, gli sono sufficienti le soli piogge stagionali. Nei mesi di giugno e luglio si ha
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l’efflorescenza. Il Cardo Mariano è invece identificato come carciofo selvatico proveniente dalle Isole Canarie e dall’Africa Boreale è una pianta particolarissima, poco utilizzata in cucina ma con immensi effetti benefici. Coltivabile anch’ esso nella terra da giardino, ha ugualmente bisogno di un fondo drenato sebbene a ph acido. I suoi semi vanno possibilmente posizionati a 80-100 cm l’uno dall’ altro in buche di 1 o 2 cm di profondita’ e la temperatura minima prevista per la germinazione e’ di 16* C con tempi di attesa di 15-20 giorni dalla semina. Le foglie
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possono essere utilizzate crude per insalate di vario genere o cuocendole al vapore in modo da non far loro perdere i valori nutrizionali. A tal proposito, recenti ricerche hanno dimostrato che il cardo oltre ad essere antiossidante è vivifico per le donne incinte e in allatamento in quanto la sua assunzione aumenta i livelli di prolattina della donna che incrementano la produzione, il sapore e la qualità del latte.
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E VE N TI IN VAL VIBR ATA
di Martina Di Donato
FINCHE’ C’E’ BIRRA C’E’ SPERANZA Il 7-8-9 giugno ci sarà il “Garrufo Rock fest”, in piazza XXV aprile. Nelle stesse giornate a Tortoreto inizierà “Finchè c’è Birra c’è speranza”, dove oltre al rugby ci sarà anche tanta musica.
ANNA OXA IN CONCERTO Il 3 giugno, in occasione della festa patronale, a Sant’Omero, in piazza Roma, ci sarà Anna Oxa in concerto.
F E S T I VA L D I S A N T ’ E G I D I O Inizierà il 14 giugno l’onirico Festival di Sant’Egidio, con l’esibizione del gruppo “I pupazzi”. Il 16 giugno ci saranno “I tre allegri ragazzi morti” e il 21 giugno “Lo stato sociale” e il 28 “Nuju”.
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CIVITELLA DEL TRONTO Ricordiamo, infine, che il 15 giugno si concluderà la mostra “Ora più che mai abbiamo bisogno di libertà”, organizzata presso il museo Storico delle Mappe e delle Armi di Civitella del Tronto.
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OR ATO RIO IN CORO
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febbraio 2010. La classe 4° dell’Oratorio don Bosco di Maltignano, sotto la direzione di Claudio Bellumore, si riunisce per studiare una canzone tratta dal film “Les Choristes”, da cantare poi alla recita di chiusura annuale dell’Oratorio. Il coro viene battezzato “Oratorio in Coro”, e si esibisce per la prima volta alla S. Messa di chiusura del mese di maggio. Progressi, impegno, intense prove per prepararsi a “Natale Davvero”, il concerto natalizio tanto atteso (19 dicembre
di Maria Rita Piersanti
2010). Da allora il gruppo ha preso parte a diverse rassegne: il “Fiore D’Oro” di Sant’Egidio alla Vibrata (sia nell’edizione estiva che in quelle decembrine), “Natale Davvero”, il “1° Concerto dell’Epifania”, la prima edizione del concorso canoro “Note d’Argento”. In tutte le manifestazioni il coro ha riscosso un bel successo di critica e pubblico, e un forte incoraggiamento a proseguire il lavoro avviato. Oggi il coro consta di 14 elementi divisi in due gruppi vocali, dagli 8 ai 13 anni. In vista del
concerto ‘’Che Musica, Maestro!’’, previsto per il 16 giugno prossimo, il repertorio si è ampliato, spaziando dalla musica leggera nel ‘900 fino alla musica sacra. Il giovanissimo Direttore, Claudio Bellumore, ha solo 18 anni, una grande passione per la musica (canta in una Associazione Corale da 6 anni, e studia Pianoforte e Composizione presso l’Istituto Spontini di Ascoli Piceno) e tanta voglia di fare. Le premesse per continuare con successo ci sono tuttebuona musica, ragazzi!
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MODA
GEOMETRICHE POESIE di Federica Bernardini
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entile, schivo, sempre grato, così si presentava nella vita privata Fausto Sar li, lo stilista dal taglio perfetto, lo scultore della moda. Influenzato dalle sue origini napoletane e dal mondo romano della Dolce Vita che lo aveva adottato, riusciva a plasmare i tessuti in qualunque cosa la sua mente immaginasse. Molte donne come Liz Taylor, Mina, Ornella Vanoni, Gina Lollobrigida si sono offerte come modelle dei suoi abiti per diventare immortali. A poco più di due anni dalla scomparsa dello stilista, un libro, Geometriche Poesie ,gli rende omaggio mostrando pagina dopo pagina la creatività dell’artista dagli anni Cinquanta ad oggi. Il volume, edito dalla Electa e presentato il 22 aprile ai Musei Capitolini, è stato curato da Carlo Terranova, la nuova guida creativa dell’atelier. Geometriche poesie è dunque un’ottima occasione per conoscere un rappresentante indimenticabile dell’eccellenza dello stile italiano nel mondo.
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MODA
NUOVI SIXTIES
di Federica Bernardini
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on le collezioni di questa primavera – estate è tornata con tutta l’energia che la rappresenta, l’atmosfera magica degli anni Sessanta, quella dello Swinging London, della minigonna di Mary Quant lanciata nel ’63 e fatta indossare da una giovane parrucchiera filiforme che poi diventerà la famosa modella Twiggy.
Erano gli anni dei Beatles, dei Rolling Stones, del film Blow Up e di una Jane Birkin che scandalizzava insieme a Serge Geinsbourg con la canzone Je t’aime , moi non plus e che allo stesso tempo, dava il suo nome ad una borsa di culto. Forse per nostalgia, ma soprattutto per la voglia di cambiamento e rinnovamento morale che la moda rivoluzionaria degli anni ’60
sta tornando nei nostri armadi. Un’esplosione di freschezza e sensualità che Michael Kors, Louis Vuitton, Moschino, Banana Republic hanno voluto proporre in passerella: minigonne, linee svasate, abiti a trapezio, misure cortissime e sgargianti. Ora sta solo a noi decidere se partecipare o meno a questa “nuova” ribellione stilistica.
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DIALOGO
la coppia oggi
Considerando l’attuale tessuto socio-culturale in cui siamo immersi, possiamo osservare che la vita di coppia si trova a vivere un conflitto tra il soddisfacimento di bisogni personali (aspetto positivo) dello stare insieme e la sensazione di una diminuzione della propria individualità (aspetto critico). di Virginia Maloni
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ggi, rispetto al passato, c’è una maggiore libertà di vivere le relazioni ma diminuisce l’importanza assoluta attribuita alla famiglia come valore e istituzione, percepita come ultimo obiettivo rispetto ai propri bisogni. Dagli studi storico-antropologici sappiamo che nelle società del passato i legami familiari andavano protetti in ogni modo giacché presiedevano alla formazione delle generazioni future. Del tutto impensabile oggi per gli individui di una coppia occidentale immaginare di escludere il fattore ‘amore’ nella scelta del partner. Certo, anche oggi esistono le unioni fondate su interesse e calcolo, ma, nell’immaginario collettivo di ognuno, l’innamoramento e
l’amore sono l’indispensabile cemento senza il
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quale non può aver luogo alcun discorso di coppia. Le coppie contemporanee sono costrette a riconfigurare radicalmente i loro itinerari e le loro rappresentazioni della vita insieme. Cambia dunque l’orizzonte generale di regole relazionali dentro il quale la coppia si muove obbligando gli uomini ad accettare la parità della donna e a condividere tutte le incombenze inerenti alla conduzione quotidiana – economica, logistica, morale – di coppia e famiglia. In questa ri-negoziazione tra sessi, la coppia e i suoi individui non possono far riferimento a modelli relazionali precedenti. La dimensione di coppia è divenuta oramai svantaggiosa per la maggior parte dei giovani contemporanei. Si intraprende una relazione non solo per un senso naturale di sicurezza ma per compensare un vuoto di ‘dintorni sociali’. Che cosa diventa un rapporto subito dopo i primi mesi di innamoramento? Quali obiettivi comuni è possibile porsi? La resistenza al tempo dipende anche dalla qualità che connota il legame. In passato, proprio perché la cultura aveva pochi strumenti di difesa rispetto all’ambiente, la famiglia era un nucleo con delle regole sancite da norme severe quali l’onore familiare, la legge di anzianità, le leggi di divisione maschio/femmina, etc, le cui opposizioni erano respinte e le anomalie eliminate. Un tempo il progetto era sposarsi e mettere su una famiglia. Oggi vivere insieme un’intensa vita amorosa è agire a fianco a fianco nel mondo.
BELLEZZA
PI E G A CIGLI A
C RO C E E DELIZI A di Federica Bernardini
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iciamo la verità, può sembrare un oggetto di tortura tanto da spaventare molte donne al solo pensiero di usarlo ma il piegaciglia in realtà è un vero oggetto di seduzione che permette di avere ciglia lunghe e curve, contribuendo a rendere gli occhi ancora più grandi. Per un ottimo risultato ci sono piccoli accorgimenti da seguire: il viso deve essere perfettamente pulito ( residui di trucco infatti potrebbero indurire e di conseguenza far spezzare le ciglia) ed il mascara deve essere applicato subito dopo l’utilizzo del piegaciglia. Un’ultima raccomandazione: non roviniamo il nostro sguardo misterioso ed affascinante con antiestetici grumi di mascara!
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CINEMA
A GI U G N O
AFTER EARTH, DOPO LA FINE DEL MONDO Arriverà nelle nostre sale il 6 giugno,
L’UOMO D’ACCIACIO
In After Earth, mille anni dopo che eventi catastrofici hanno costretto l’umanità ad abbandonare la Terra, Nova Prime è diventata la nuova casa del genere umano. Il leggendario generale Cypher Raige (Will Smith) fa ritorno a casa dopo un lunghissimo turno di servizio, pronto ad assumere il ruolo di padre nei confronti del 13enne Kitai (Jaden Smith). Ma quando una tempesta di asteroidi danneggia la navicella di Cypher e Kitai, i due sono costretti a un atterraggio di emergenza sull’oramai inospitale e pericolosa Terra. Cypher nell’impatto rimane gravemente ferito e Kitai deve attraversare territori ostili nel tentativo di raggiungere il faro che, attivato, gli permetterà di richiamare i soccorsi. Se per tutta la vita Kitai ha sognato di diventare un eroe come suo padre, ora ha la sua occasione per esserlo.
Ne L’Uomo d’Acciaio troviamo Henry Cavill nel ruolo di Clark Kent/ Superman. Il film è interpretato anche da Amy Adams nel ruolo della giornalista Lois Lane, e da Laurence Fishburne in quello del direttore del giornale, Perry White. Nel ruolo dei genitori adottivi di Clark Kent, Martha e Jonathan Kent, ci sono Diane Lane e Kevin Costner. A combattere contro il supereroe sono due altri Kryptoniani sopravvissuti, il malvagio Generale Zod, interpretato da Michael Shannon e Faora, interpretata da Antje Traue. Originari di Krypton sono anche i genitori biologici di Superman, la madre Lara Lor-Van, interpretata da Ayelet Zurer e il padre Jor-El, interpretato dal premio Russell Crowe. Nel cast anche Harry Lennix, nel ruolo del Generale Swanwick, Christopher Meloni in quello del Colonnello Hardy e Richard Schiff che interpreta il Dr. Emil Hamilton.
il film diretto da M. Night Shyamalan e con protagonisti Will Smith, Jaden Smith.
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Diretto da Zack Snyder e interpretato da un cast di grandi attori il film uscirà il prossimo 20 giugno.
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MONSTERS & CO 3D Fast & Furious 6 è un film del 2013 diretto da Justin Lin. Il film uscirà nelle sale cinematografiche il 22 maggio 2013. Vin Diesel, Paul Walker e Dwayne Johnson i protagonisti, affiancati da Jordana Brewster, Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Sung Kang, Gal Gadot, Chris “Ludacris” Bridges, Elsa Pataky, Luke Evans e Gina Carano. Da quando Dom (Vin Diesel) e Brian ( Paul Walker) hanno portato a termine la rapina di Rio sgominando l’impero di un boss e lasciando la loro squadra con 100 milioni di dollari, i nostri eroi si sono disseminati in tutto il globo. Ma l’impossibilità di tornare a casa e una vita perennemente in fuga, lasciano incomplete le loro esistenze. Nel frattempo, Hobbs (Dwayne Johnson) è all’inseguimento di una letale organizzazione di esperti piloti mercenari attraverso 12 paesi, la cui mente (Luke Evans) è aiutata da uno spietato luogotenente che si rivelerà essere l’amore che Dom credeva morto: Letty (Michelle Rodriguez).
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COSA SAPPIAMO DEI RAGDOLL? I
l Ragdoll è una razza felina nata in California intorno al 1965 ad opera della signora Ann Baker. Derivano da una gatta bianca dal pelo semi lungo, tipo angora, e dai suoi figli , tra cui un maschio simile ad un Birmano, ma di padre ignoto. La signora Baker decise di chiamare questi gatti Ragdoll ovvero “bambola di pezza” per la loro attitudine a rilassarsi completamente quando venivano presi in braccio. Infatti i gatti di questa razza sono molto affettuosi e legati al proprietario tanto da soffrire per la sua mancanza. Pur di stare col padrone il Ragdoll viaggia senza problemi e si adatta bene ai cambiamenti di ambiente. Essi adorano stare in braccio, specie a pancia in su, come i bambini. Hanno un carattere tranquillo che li fa andare d’accordo con tutti, anche con gli altri animali domestici. RUBRICA A CURA della Dott.ssa Federica Pompei, Medico Veterinario
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ett OSSICINI DI CAROTE E MELE a Ingredienti per una carota piccola, mezza mela, 150 gr farina di farro, 100 gr di fiocchi d’avena morbidi, un cucchiaio di semi di lino, un cucchiaio d’olio d’oliva, farina per il piano di lavoro.
Preriscaldare il forno a 180°C (in caso di forno ventilato a 160°); pelare la carota e sbucciare la mela e tagliarla in quattro parti togliendo il torsolo e grattuggiarle entrambe finemente; mescolare la farina con i fiocchi d’avena e semi di lino, aggiungere poi la carota e la mela grattuggiate insieme all’olio e mescolare per due minuti con la frusta a gancio; aggiungere 80 ml d’acqua e continuare a mescolare finche’ l’impasto si stacca dalla ciotola. Continuare a impastare con le mani sul piano di lavoro infarinato, fino a che l’impasto non risulterà piu’ appiccicoso. Sul piano di lavoro infarinato stendere l’impasto fino ad ottenere uno spessore di circa 5mm e bucarlo piu’ volte con la forchetta; con una formina ritagliare i biscottini a forma di ossetti, disporli in una teglia rivestita con carta da forno e cuocere per 25-30 minuti. Conservarli in un barattolo di latta o in un sacchetto di cotone per circa 2 settimane.
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RICETTE
C hitarra con le pallotte di Gabriella Foschi INGREDIENTI
Per il sugo: Sedano carota cipolla, Olio evo (extravergine di oliva), Sale qb, Salsa di pomodoro, Basilico fresco, Chiodi di garofano e/o cannella (se vi piace). Per le “pallotte”: Carne macinata bovino, Sale qb, Olio per friggere. Per la pasta: 1 uovo X 100gr di farina circa a persona. Diamo per scontato che sappiamo fare la pasta, tirare la sfoglia e tagliarla con l’apposita chitarra, oppure facciamo un salto al negozio, (NB realizzare la pasta con le proprie mani regala ben altro gusto al piatto, provare per credere!)
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RICETTE
PROCEDIMENTO: Armiamoci di Santa pazienza e subito all’opera iniziando con la preparazione delle “pallotte’ bisogna mettere la carne in un recipiente, salarla leggermente e realizzare delle polpettine piccole piccole (ungendo il palmo delle mani con un pochino di olio si riesce con maggiore facilità) per questa operazione il consiglio è di munirsi di un vassoio capiente per evitare di sovrapporle e di un bel programma in TV, altrimenti ci si annoierebbe. Mentre arrotoliamo polpette, mettere in preparazione il sugo finto sedano-carota-cipolla tritati finemente in pentola con l’olio a soffriggere, aggiungiamo la passata di pomodoro, sale, basilico, un goccio d’acqua e facciamo cuocere. Una volta realizzate le micro-polpette, passiamo alla cottura. Ci sono due correnti di pensiero, 1) far sbollentare leggermente le polpettine in acqua salata 2) friggere le polpette in olio di oliva. Ritengo che le cose vadano fatte per bene, quindi nel pentolino dal bordo alto tuffiamo le polpette in olio bollente poi scoliamole su carta assorbente. Il prossimo passaggio riguarda il sugo che sarà già arrivato a cottura, prendere le polpette, metterle in una pentola con qualche mestolo del sugo e lasciamo insaporire a fuoco basso per pochi minuti. Cuocere gli spaghetti alla chitarra in acqua bollente salata, scolarli in un capiente piatto da portata, condirli con un po’ di sugo finto e infine aggiungere quello con le pallotte, completare il piatto con abbondante pecorino e/o parmigiano grattugiato. Buon appetito!
TEMPO LIBERO
a cura di Paolo Gatti in collaborazione con Florindo Fanì
CRUCIVIBRATA Orizzontali 1- Chimico nativo di Torano Nuovo ( 1765 ) 5- Lu “ tiratur” in italiano 12- Leone marino 14- Carlo, conduttore televisivo toscano 15- Gran Premio 16- National Technology Group 17- Nomignolo di fratello 19- Tariffa Unificata Uso Aereoporti 20Giuseppe, detto “ Pino “ , ex portiere di Napoli e Fiorentina 24- Le iniziali di Verdone 25- Nei margini 26- Il nove dell’Antica Roma 27- La si usa per tingere 29- Pari in fototessera 32- Soprannome del poeta Giuseppe Carpi 33- Le iniziali della Nannini 34- Outlook Express 35- Centesimi americani 36- University of Oregon 37- Novecentocinquanta nei numeri romani 38- Così è detta la terra in cui si nasce 39- Isola delle Cicladi 40- Il soprannome di Renzo Bossi 43- Tecnicamente detto Slow-Motion 51Le iniziali dell’attore Scarpa 52- Demenza degenerativa invalidante 53- Gli artisti di Wonderwall 55- Via di Sant’Omero con le caratteristiche case di terra 56- Perdere a Londra 57- The Game Nation 58Gustave, architetto della torre più famosa di Francia 60- In filosofia ricorre sotto il termine greco Mimesi 61- In quel luogo
Verticali 1Comune vibratiano che fu feudo degli Acquaviva duchi d’Atri 2- Poligono di 8 lati 3- La Simpson più piccola 4- Nel bel mezzo del tiro 5Centre for Access and Acceptance of Autonomus Intelligence 6Studio Consulenti Associati 7- Così britannico 8Nella pena 9- Le iniziali di Timperi 10- Così è detta un’impresa ardua 11- Altrimenti detto spauracchio 13- Istituto Tecnico Industriale 15- Il Maestro nella foto 18- Sito specializzato in Borsa 21Televisione in breve 22- Fiume olandese 23- Live Role Play 28- Così Svevo definisce Zeno 30- Stella madre del sistema solare 31- Il fratello di Romolo nella leggenda della fondazione di Roma 38- Super criminale della Marvel 39- Li “ cazzett “ in italiano 41- Album dei Casino Royale 42- Un punto nel poker 44- Magazine per alpinisti 45- Little House Needleworks 46Ectrodactyly Ectodermal Dysplasia 47Lamptey, ex punta di PSV e Aston Villa 48- Terapia Multisistematica in Acqua 49Lo è l’AirBus A 380 50- Treno in dialetto modenese 54- Canzone di A. Celentano 57- Tra la S e la U 59- L’inizio delle ferie
Soluzioni Orizzontali: 1- Comi 5- Cassetto 12- Otaria 14- Conti 15- Gp 16- Ntg 17- Tato 19- Tuua 20- Taglialatela 24- Cv 25- Rgi 26- Ix 27- Vernice 29- Ooesr 32- Pinin 33- Gn 34- Oe 35- Cent 36- Uo 37- Lm 38- Natia 39- Ceo 40- Trota 43- Rallentatore 51- Rs 52- Alzheimer 53- Oasis 55- Pinciare 56- Lose 57- Tgn 58- Eiffel 60- Imitazione 61- Ivi Verticali: 1- Controguerra 2- Ottagono 3- Maggie 4- Ir 5- Caaai 6- Scoa 7- So 8- En 9- Tt 10- Titanica 11- Spaventapasseri 13- Iti 15- Guccini 18- Tlx 21- Tv 22- Ee 23- Lrp 28- Inetto 30- Sole 31- Remo 38- Nitro 39- Calzini 41- Reale 42- Tris 44- Alpgm 45- Lhn 46- Eec 47- Nii 48Tma 49- Aereo 50- Trein 54- Soli 57- Ti 59- Fe
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C U R I O S I TA’
vignette a cura di Rossano Piccioni M A G G I O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E
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