Val Vibrata Life edizione Giugno 2013

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ECCELLENZE CULTURA SOCIETA’ VIAGGI AMBIENTE ARTE DOMANDE E RISPOSTE ECCELLENZE CULTURA SOCIETA’ VIAGGI SECTION NAME AMBIENTE ARTE DOMANDE E RISPOSTE ECCELLENZE CULTURA SOCIETA’ VIAGGI AMBIENTE ARTE DOMANDE E RISPOSTE

VALVIBRATALIFE

MAGA ZINE NEW S ST OR IE IM M AGIN I

GIUGNO 2013

SPORT

Supporter Volley Team Una delle realtà sportive più apprezzate nel panorama locale PAGINA 40 MODA MARE

ONDA SU ONDA

le fantasie, gli spunti, i look esplosi sulle passerelle PAGINA 52 DIALOGO

ANSIA RICONOSCERLA E COMBATTERLA

Quanto e in che misura siamo da ritenere normali PAGINA 53

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La cucina viva e naturale di ESPRI’

G I U G N O 2 0 1 3   VA L VAL VIBRATA LIFE E’ UN MENSILE A DISTRIBUZIONE GRATUITA

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V I B R ATA L I F E

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EDITORIALE

DIRETTORE

Maria Rita Piersanti

CAPO REDATTORE Virginia Ciminà

COLLABORATORI

Paolo Gatti Federica Bernardini Federica Pompei Virginia Maloni Pasquale Rasicci Angelo Bruni Giordana Galli Francesco Galiffa Valeria Conocchioli Giovanni Lattanzi Alessandra Di Giuseppe Martina Di Donato Anna Di Donato Gabriella Foschi

EDITORE

Diamond Media Group s.r.l. Via Carlo Levi, 1 Garrufo di Sant’omero (TE) P.IVA IT01807440670

VALVIBRATALIFE

è una testata registrata presso il Tribunale di Teramo al n.546 del 08/11/2005

GRAFICA

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STAMPA

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PUBBLICITà

www.diamondmediagroup.it info@diamondgroup.it

Tempo d’estate”, “Vamos a la playa”, “Tutti al mare”, “Tintarella di luna”, “Spiagge”, “Abbronzatissimi” I,II e III. Chi più ne ha più ne metta. I luoghi comuni, anche rivisitati attraverso i titoli di film e canzoni di ogni tempo, non cambiano l’essenza delle cose. I luoghi comuni non possono cambiare i “tempi che cambiano” , inesorabilmente, le stagioni che non sono più quelle di una volta, le mode e i costumi che continuano ad alternarsi ripetendo sempre e comunque tendenze e linee del passato. Ma il nuovo dov’è? Deve essere da qualche parte, magari timidamente nascosto per timore di essere male accolto. Scusate la metafora, ma sembra proprio di vedere un allievo un po’ timido che ha paura di proporre la sua idea, seppure valida, in una classe di bulli con insegnanti disattenti ai reali bisogni, presi solo da urla e strepiti e punizioni minacciate. Così non si cresce, non si va oltre, non si vive. Ma quando lo capiremo, tutti? Eppure non siamo ( o meglio, non dovremmo essere) animali vocati al suicidio. Ditemi pure che sono una criticona, ma certe cose davvero non mi vanno giù. E la cosa che mi fa sentire come una marziana è che pensavo allo stesso modo quando avevo 7 / 8 anni. Ero una bambina a metà degli anni ‘70,e ricordo tutto nitidamente. Certe cose non mi piacevano allora, quando le vivevo in primissima persona mentre accadevano, e non mi piacciono ora, riproposte travestite da “innovazione necessaria”. Crescendo sono rimasta una idealista, ma va bene così. Questo non me lo faccio portare via. Anche per questo sono con VVL. Ci sono cose positive e belle da fare, da condividere, ci sono giovani e meno giovani che vogliono e possono unire energie ed esperienza diverse per dare vita ad un “nuovo” davvero differente, che vada incontro a tutti, senza distinzione . Magari mettendo da parte tanti vecchi ego un po’ debordanti, e lasciando entrare aria fresca e pulita. Ecco, il mio bisogno primario adesso, in questa estate che inizia a stento (altra metafora efficace) è la pulizia. La purezza, il nitore, la chiarezza e la trasparenza. Mi auguro che ognuno di voi lettori possa vivere al meglio la sua stagione dorata, in compagnia di VVL, tra leggerezza e conoscenza del territorio e dei suoi talenti. Non pensando alla parola “crisi”, ma alla parola “fare”, che fa rima con “andare”, “migliorare”, “imparare”. Serena estate!


sommario 6 UN VIAGGIO TRA I CIPPI DI CONFINE A segnalare la linea di confine laddove non c’erano fiumi o strade, erano i cippi.

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LA CHIESA DI SANT’ANTONIO

La costruzione della Chiesa di S. Antonio, nel centro storico di Giulianova, risale al 1566.

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LA RICONVERSIONE DELLE IMPRESE IN VAL VIBRATA

Erano gli anni ’80, quando un quotidiano britannico, il Times di Londra, dedicava un intero spazio alla nostra piccola vallata.

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LA SEMINA

Intorno ad un chicco di grano.

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UN TUFFO NEL PASSATO CON DOMENICO DANESI

La storia insegna che bisogna andare avanti senza dimenticare mai ciò che ci ha insegnato il passato.

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SCOPRENDO GLI ABETITO GALEOTTA

Il loro trampolino di lancio è stato l’album “Bagagli a mano” del 2010. Da poco è uscito il secondo album.

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28 SEMINE DI GIUGNO La C.E.L, meglio conosciuta come “scarola”, è tra gli ortaggi più consumati dall’inizio dell’autunno a fine inverno.

42 23° Memorial Morgan Capretta Come ogni anno, anche quest’anno, il 21 luglio partirà da Garrufo il 23° Memorial dedicato a Morgan Capretta.

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TERRITORIO

viaggio tra i cippi di confine di Valeria Conocchioli

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no dei confini più importanti d’Italia, quello tra lo Stato Pontificio e il Regno Borbonico, attraversava orizzontalmente tutta la penisola con direzione est-nord-est, partendo dal Mar Tirreno (alla foce del fiume Canneto) fino a scendere verso l’Adriatico attraverso i territori di Valle Castellana, Civitella del Tronto, Sant’Egidio alla Vibrata

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e Maltignano, per terminare poi al ponte di barche di Porto d’Ascoli. A segnalare la linea di confine laddove non c’erano fiumi o strade, erano i cippi (colonnette) in pietra calcarea, travertino o tufo in base al materiale più presente nel territorio. Ogni colonnetta, alta 100 o 142 cm, era formata da un fusto, uno zoccolo (cornice di base) e un radicone (basamento ancorato al terreno), ricavati da un unico masso di pietra. Il peso della

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colonnetta poteva variare dai 5-6 quintali ai 9-10 per quelle più grandi. Per quanto riguarda la fase di costruzione del cippo, dopo che il materiale era stato ridotto a una prima forma grossolana, il fusto veniva “bocciardato” con un martello a piccole punte piramidali usato per rendere ruvide le pietre da selciato od ornamentali. Poi, attraverso uno stampo già predisposto, venivano incisi gli stemmi, il numero d’ordine e l’anno


TERRITORIO

di posa (1846 o 1847). Gli stemmi erano il giglio borbonico per la parte rivolta verso il Regno di Napoli e le chiavi decussate (a croce di sant’Andrea) di San Pietro per la parte che guardava verso lo Stato Pontificio. Infine, sulla parte superiore del cippo veniva scolpita una linea (spezzata o retta) indicante la direzione della colonnetta precedente e di quella successiva. Per quanto riguarda il numero d’ordine, in base al trattato sottoscritto nel 1840 tra i due Stati, i cippi dovevano essere 686, numerati progressivamente dal Mar Tirreno al Mar Adriatico, invece la numerazione effettiva arriva a 649 perché alcune colonnette hanno lo stesso numero seguito da una lettera maiuscola. I cippi inoltre non venivano posti sempre ad una medesima distanza ma si seguiva la conformazione del terreno e la presenza o meno di corsi d’acqua.Si narra che

con l’unificazione d’Italia molti cippi vennero rimossi dalla loro posizione per dissotterrare il testimone, una medaglia di ghisa recante gli stemmi dei due Stati, che si trovava sotto il basamento della colonna.Tra i cippi principali della nostra zona, è possibile segnalare i seguenti: n. 616 nei pressi dell’ingresso al centro storico di Civitella del Tronto n. 617 presso il santuario di Santa Maria dei Lumi a Civitella del Tronto n. 624 in Via del Campetto, località

confini, a Villa Lempa (Civitella del Tronto) n. 639 al confine tra Sant’Egidio alla Vibrata e Maltignano n. 640 davanti la chiesa antica di Sant’Egidio alla Vibrata. È forse tempo di riflettere sul perché pezzi di storia nazionale e locale vengano troppo spesso abbandonati a se stessi, trasformandosi quindi in rovine, invece di essere valorizzati e divenire anche un’attrattiva turistica.

foto e dettaglio cippo n. 639 al confine tra Sant’Egidio alla Vibrata e Maltignano G I U G N O 2 0 1 3   VA L V I B R ATA L I F E

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TERRITORIO

la Chiesa di sant’antonio di Francesco Mosca

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a costru z ione della Chiesa di S. Antonio, nel centro storico di Giulianova, risale al 1566, come si legge sull’architrave della porta della Chiesa. All’origine era annessa al convento che i Frati Minori Conventuali costruirono quando si trasferirono in Giulia dopo la distruzione del borgo di S. Flaviano ed era dedicata a S. Francesco di Paola. Quando con il provvedimento napoleonico del 1810 furono soppressi quasi tutti gli ordini religiosi il convento di Giulia venne confiscato, ma la Chiesa rimase in esercizio a cura dalla Confraternita di S. Antonio di Padova, santo a cui venne poi dedicata. Nel 1814 la struttura, ormai in abbandono, divenne di proprietà comunale ed i locali del convento furono destinati a Gendarmeria, carceri e a n c h e a d u ff i c i c o m u n a l i . Intorno al 1930 furono effettuati importanti lavori di restauro e fu aggiunto il campanile a vela. Nel secondo dopoguerra la chiesa venne saccheggiata e svuotata praticamente di tutto, rimanendo

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TERRITORIO

quasi abbandonata per lungo tempo nel 1982 il parroco don Domenico Panetta propose l’iniziativa del suo restauro e con i fondi raccolti per la grande disponibilità dei fedeli due anni dopo venne riaperta al culto magnificamente restaurata. Essa si presenta con una semplice facciata a capanna in laterizio quasi completamente priva di sporgenze, con un sobrio portale in pietra sulla sinistra della chiesa svetta il campanile a vela dove trovano posto tre campane. L’interno è a navata unica che termina con una profonda abside, nella quale è collocata la zona presbiteriale sopraelevata di tre gradini in essa è notevole la presenza di un altare ligneo finemente intagliato, mentre dietro l’altare, a costeggiare la parete dell’abside, si trova il coro. Sui lati lunghi sono presenti altri quattro altari, due per lato, tutti in stile barocco. Nella cantoria ricavata al di sopra del portale d’ingresso e sorretta da due colonne si trova un organo a canne costruito nel 1737 dal maestro organaro Onofrio Cacciapuoti di Vasto (Ch). fotografie di Francesco Mosca



I M P R E N D I TO R I A D E L L A VA L V I B R ATA

D al sublim e a l ridicolo c ’ è soltant o u n p a ss o La riconversione della Val Vibrata nell’economia globalizzata di Alessandra Di Giuseppe

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rano gli anni ’80, quando un quotidiano britannico, il Times di Londra, dedicava un intero spazio alla nostra piccola vallata, presa ad esempio e descritta dal report londinese John Earle il quale intervistava l’allora Presidente del Consorzio per lo Sviluppo della Val Vibrata, Antonio Angelini. All’epoca i 12 comuni della vallata vantavano all’attivo 1600 piccole imprese ed 11.430 operai dediti soprattutto nel settore del tessile, della pelletteria, del mobile con una prima

estensione dell’eno-gastronomia. Quotidiani nazionali ed internazionali dedicavano ampi spazi sul “miracolo della Val Vibrata”, situata a 150 miglia da Roma, dietro la bellezza statuaria del Gran Sasso, lungo la costa Adriatica, così come la descriveva il Financial Times di Londra si trattava, in realtà, di una esplosione mediatica fumosa ed esagerata, alla quale non seguì una volontà politica chiara ed operativa tale da consentire al sistema di far fronte alle sfide globali dell’economia. La globalizzazione,

infatti, ha defin i tivamente sancito la fine d i a t t i v i t à economiche strutturate singolarmente ed in modo

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I M P R E N D I TO R I A D E L L A VA L V I B R ATA

disorganico sul territorio il concetto marshalliano di custers “distretto industriale” , ha avuto il grande merito, negli ultimi anni, di consentire la riscoperta del territorio (sistemi produttivi locali) come risorsa produttiva, dove prossimità e convivenza sono fondamentali, per consentire lo sviluppo di una forma di intelligenza collettiva. Le problematiche legate alla frammentarietà amministrativa ed allo sviluppo economico del territorio possono essere risolte con la semplice Unione dei Comuni prevista dal testo unico degli enti locali? Tito Rubini, da sempre impegnato nello studio del territorio vibratiano afferma che per esercitare politiche strategiche in un’area omogenea si ha bisogno di una struttura urbanistica unitaria capace di attrarre investimenti e di sviluppare sinergie sociali e processi produttivi competitivi.

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“Questa che chiamiamo città territorio – sottolinea Tito Rubini – ipotizzata dal sottoscritto e dai compianti Gaetano Annuntiis e Lino Fracassa, non coincide con l’attuale Unione dei Comuni che è espressione di un matrimonio fatto per interesse, mentre la Città territorio è un matrimonio fatto per amore, dove ognuno è disposto a cedere al proprio campanilismo per la realizzazione del bene comune. Progetti isolati, politici e industriali, sono destinati al fallimento. La Vibrata non può più aspettare, è stata dichiarata zona di crisi tra le 5 abruzzesi, ma sono convinto che anche questa volta i vibratiani sapranno inventare qualcosa di diverso, capace di creare un nuovo miracolo economico.”

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TERRITORIO

Intorno ad un chicco di grano

La semina di Francesco Galiffa

Se il dissodamento del terreno era un lavoro contrassegnato dalla fatica e dal sudore, dovuto anche alla calura dei mesi estivi, la semina era, invece, un’attività che richiedeva, più che la forza fisica, perizia e attenzione. Dalla capacità di spargere in maniera corretta il seme sul terreno dipendeva, principalmente, l’esito del raccolto.

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rima della semina il terreno andava adeguatamente predisposto schiacciando e livellando i tufi usciti dall’aratura con un passaggio di frascò, un attrezzo, spesso “fatto in casa”, consistente in un grosso pezzo di legno, appesantito da una zavorra, trainato dai buoi. Le zolle erano poi frantumate con l’ausilio di un troncatore, una grossa tavola di legno da cui sporgevano dei resistenti pungoli di ferro lunghi 25-25 cm, o dell’estirpatore. Una seconda passata di frascò completava la preparazione. Coloro che non disponevano di animali, generalmente i possessori di piccoli appezzamenti, eseguivano l’operazione con zappa e bidente. Come speso accadeva nella civiltà contadina, i tempi dei lavori agricoli erano dettati dai proverbi, i quali contemplavano la semina in un arco di tempo abbastanza ampio, dall’inizio di ottobre alla fine di novembre: Per San Cipriano (2 ottobre) semina in coste e semina in piano e Sante Flavià (24 novembre) riesce li vuove de sementà. Prima di essere sparso nei campi, il seme era adeguatamente trattato per evitare che le spighe fossero attaccate dal carbonchio. Il contadino lo versava in un tino, scioglieva un po’ di

rame e lo versava nel recipiente insieme a della calce viva mescolava tutto accuratamente in modo che il preparato si fissasse sulla superficie dei chicchi di grano. Fino a poco più di un secolo fa, la tecnica più diffusa per spargere il grano sul terreno era la semina a spaglio, detta anche a getto, praticata dagli agricoltori sin dal Neolitico e immortalata in molte opere da artisti, di ogni epoca, tra i quali va segnalato il grande Vincent Van Gogh. L’operazione richiedeva più perizia di quanto si possa immaginare e lo stesso Plinio, come riporta il nostro “esperto” Berardo Quartapelle, nel lib. 18, cap. 24, della sua monumentale Naturalis historia, «raccomanda che la sementa ugualmente si debba spandere sul terreno preparato, e che la mano si debba accordare col passo e sempre col destro piede. I nostri agricoltori nulla hanno cangiato intorno a questa costumanza, la G I U G N O 2 0 1 3   VA L V I B R ATA L I F E

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TERRITORIO

quale per una tradizione non interrotta è restata la stessa sino a’ nostri giorni», cioè al 1801. Questa tecnica fu usata ancora per molto tempo, come ricordano i contadini vibratiani, i quali per eseguire a regola d’arte il lavoro dividevano l’appezzamento destinato alla semina in strisce larghe circa quattro metri, delimitandole con le biffe, dei pezzi di canna lunghi circa un metro e mezzo, sulle cui sommità erano inseriti dei piccoli fogli di carta. L’operazione di allineamento, definito in dialetto annezzelà, risultava spesso difficoltosa, soprattutto per i giovani, il quali, per apprendere, andavano ad osservare, spesso di nascosto, il procedere dei contadini più esperti. Questo modo di seminare presentava, però, diversi inconvenienti perché, per l’imperizia

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TERRITORIO

pagina 13 La semina a spaglio (disegno di Vincent Van Gogh)

pagina 15 in alto, Seminatrice a falcioni (Fototeca Pasquale Rasicci) in basso, La Semina pollicando (disegno di Maria Antonietta Di Brandimarte)

in questa pagina Il progetto della seminatrice di Jethro Tull

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TERRITORIO

del contadino o per lo scarso livellamento del terreno, il seme non era sparso in maniera uniforme restava ammucchiato in un sito, mentre in un altro era mancante. Se poi non veniva ricoperto bene, la maggior parte era divorata dagli uccelli. Ciò comportava chiaramente uno raccolto scarso, che i contadini, per mascherare la propria imperizia, attribuivano ai cattivi influssi dei pianeti e alle avverse condizioni atmosferiche. Per migliorare la resa, nei trattati di agricoltura si consigliava di fare ricorso ad altri sistemi di semina. Uno prevedeva la deposizione dei chicchi in buchi realizzati con un piolo o, per accelerare l’operazione, con strumenti di semplicissima fabbricazione, realizzabili dallo stesso contadino, che permettessero di fare dei fori multipli. Un altro metodo era quello di seminare pollicando, una tecnica descritta con dovizia di particolari da Berardo Quartapelle: «Un contadino prendendo una manata di grano preparato dal sacco, che gli pende dal fianco sinistro, col muovere il pollice e l’indice della mano destra fa cadere camminando due o tre granelli alla distanza d’un palmo in circa nella porca (dal latino porca, terra sollevata tra due solchi, ndr) nell’atto stesso che è preceduto dall’aratro. Il solco appresso cuopre la sementa, e sarebbe cosa molto importante se in ultimo si facesse passare l’erpice su tutto il campo seminato. Si pollica in un giorno da una persona, che ne abbia una

pratica, un tomolo e mezzo di grano (60 kg circa, ndr).». Nei primi anni del 1900 anche nella nostra Valle la semina a spaglio cominciò ad essere sostituita da quella effettuata con la seminatrice, una macchina, per il suo costo elevato, alla portata solo dei possessori di grandi estensioni di terreno, i quali la concedevano in prestito, con o senza buoi, in cambio di diverse giornate di lavoro. Essa faceva il suo ingresso nelle nostre campagne ben due secoli dopo la sua invenzione. La prima macchina seminatrice, infatti, venne realizzata, nel 1701, da Jethro Tull, quando viveva a Crowmarsh Gifford, villaggio nel South Oxfordshire, vicino al Tamigi. Facendo un foro ad una profondità specifica, depositando un chicco e ricoprendo tutto alla fine dell’operazione, questo primo esemplare di seminatrice poteva trattare tre file alla volta. Il risultato immediato fu un aumento del tasso di germinazione e un raccolto elevato fino all’800%. Nei secoli successivi, la seminatrice usata per il grano era quella a righe, che distribuiva, più o meno uniformemente, il seme entro piccoli solchi paralleli, tracciati e successivamente ricoperti dalla macchina stessa era e restò per molto tempo, fino alla diffusione del trattore, a trazione animale. Nel tempo si susseguirono tre modelli, contraddistinti essenzialmente dal tipo d’assolcatore montato: seminatrice ad estirpatore, a falcioni e a dischi. La seconda era la più diffusa perché era

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la più universale, adatta alla maggior parte dei terreni. I modelli più venduti erano la Longhina, l’Asperia e la Vittoria, costruiti da aziende dell’Italia del Nord c’erano, però, anche quelli realizzati da costruttori locali, gli Spinosi di Martinsicuro e i Mozzoni di Spinetoli. Il contadino, abitualmente, seminava da solo, stando dietro al mezzo da quella posizione poteva impartire gli ordini agli animali, abbassare e sollevare gli assolcatori e ripulire con la ralla, una spatola triangolare di ferro infilata all’estremità di un bastone, i falcioni e i dischi dalla terra, dalle erbe e dalle radici che vi si attaccavano. Ultimata la semina, poi, provvedeva a proteggere il suo lavoro dalle possibili inclemenze del tempo predisponendo un sistema di solchi per interrompere e rallentare, nel caso di forti e persistenti piogge, la forza dell’acqua questo era composto da un lungo canale principale, realizzato al centro dell’appezzamento o vicino al filare di viti, nel quale confluivano i solchi obliqui, tracciati trasversalmente. Il diritto consuetudinario imponeva di interrompere il solco principale, qualora non andasse a sfociare in un fosso, prima che raggiungesse il confine del vicino la distanza era pari alla lunghezza della pertecara, l’aratro, o a quello del manico di una zappa. A quel punto valeva il detto L’acqua va dova la terra penna. La pratica era spesso oggetto di discussione e finanche di liti, con frequenti ricorsi alla Legge.



ECCELLENZE

Un tuffo n el pa s s a t o con

Domenico Da n esi di Valeria Conocchioli

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a storia insegna che bisogna andare avanti senza dimenticare mai ciò che ci ha insegnato il passato. Oggi vogliamo farlo ricordando un grande artista riconosciuto non solo nel nostro territorio ma anche e soprattutto a livello nazionale: Domenico Danesi. Di lui hanno scritto giornali, riviste specializzate e inoltre la Rai e varie emittenti private del tempo gli hanno dedicato ampio spazio. Pittore, scultore e grande uomo di cultura, nacque a Sant’Egidio alla Vibrata il 21 aprile 1916. Membro dell’Accademia delle Scienze, Lettere ed Arti di Milano, fu insegnante nelle scuole secondarie e inventore di metodi didattici come il “Talismano Scolastico”, strumento per l’apprendimento della lingua attraverso il gioco. Fu attivo anche durante la guerra di liberazione riportando un encomio al valor militare nella battaglia di Chieti del

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ECCELLENZE

10 settembre 1943. Come scrittore vanno ricordate la sua principale opera storico letteraria “Sant’Egidio alla Vibrata e l’antico PretuzioPiceno” e la raccolta di poesie “Il mio stile” scelta nel 1954 per la selezione definitiva al Concorso “Giosuè Carducci” di Marina di Pietrasanta. Oltre a scrivere, fu pittore dal 1940, scultore dal 1960 e anche incisore dal 1944. Espose le sue opere in molte mostre, non solo locali: a Firenze, Modena, Perugia, Milano e anche in Sardegna dove vinse il premio di pittura “Città di Cagliari” del 1978. In un’intervista rilasciata nel 1979 alla rivista trimestrale “Terza Pagina”, il grande artista di Sant’Egidio mette in evidenza le caratteristiche della sua arte. Afferma di non imitare correnti artistiche ma di creare liberando le immagini che si affollano nel suo mondo interiore. Per lui “il mondo del pittore è tutto un firmamento di poesia

che vibra teneramente nel suo cuore con un linguaggio molto acceso che parla chiaramente nella grafia della pennellata, lingua fantastica in cui la profondità è molto più accessibile del carattere tipografico e calligrafico della stessa poesia”. Artista dalla vena inesauribile, il pittore Danesi cerca di affrontare i problemi dell’amore, della divinità e del peccato giungendo perfino a rappresentare la divinità in atteggiamenti molto umani, in gestualità di contestazione o di protesta. Tra le opere scultoree presenti nelle numerose collezioni sia in Italia che all’estero ricordiamo: il “Cristo ligneo”, la “Madonna della carezza”, la “Madonna con il bambino” (scultura lignea scolpita nel 1955) e il suo capolavoro, la “Venere della Val Vibrata”, scolpita nel 1963-1964 a Piagge di Ascoli Piceno con la dura pietra di colle San Marco. Quest’opera, così bella da

essere scambiata per scultura classica, ritrae in proporzione esatta sua figlia Silvana quando aveva diciotto anni ed è stata esposta nella galleria Michelangelo di Firenze. Da grande e insieme umile uomo di cultura, Domenico Danesi ci ha insegnato che non bisogna sempre andare altrove per cercare la bellezza perché spesso abbiamo la vera arte già a portata di mano!

Nella pagina precedente Madonna lignea con il bambino e La Madona della Carezza In questa pagina Cristo Ligneo, opera vincitrice del premio Cagliari, Venere della Val Vibrata

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ECCELLENZE

La cucina naturale la trovi da

E sp rì di Virginia Ciminà

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uesto mese vi parliamo di Esprì, osteria, cucina naturale, vineria, nata dalla mente di due giovani ragazzi Emanuela Tommolini e Fabio De Cristofaro che hanno voluto mettere in pratica quello che da sempre è stato il loro stile di vita. Nasce cosi il progetto ”Esprì”, mirato al rispetto per l’ambiente attraverso un’alimentazione sana e consapevole. Già il nome è una dichiarazione di intenti, infatti “Esprì” deriva dal francese esprit, spirito, termine che applicato al cibo sta a significare la volontà di proporre una cucina viva, che nutra l’anima e il corpo. Emanuela e Fabio, hanno partecipato nel 2009 a “Creolab”, il corso di formazione d’impresa organizzato dalla Provincia di Teramo. Il progetto elaborato è stato presentato a Sviluppo Italia, ente pubblico che , dopo accurata selezione, finanzia imprese e start up. Così ha preso vita “Esprì”, progetto in rapida e continua evoluzione. Infatti a distanza di un anno dall’apertura i due giovani hanno deciso di fare esperienza in rinomati ristoranti per studiarne la cucina

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ECCELLENZE

e l’organizzazione, in più Emanuela ha anche partecipato al Programma woof, grazie al quale è possibile avere un contatto diretto con le aziende agricole aderenti, offrendo lavoro in cambio di vitto e alloggio. Finalmente il 7 febbraio 2010 “Esprì” si concretizza nell’attuale sede di Colonnella seguendo un ben preciso eptalogo: filiera corta, tracciabilità, stagionalità, alimenti freschi e vivi, cottura e trasformazioni non invasive, cultura degli equilibri e delle combinazioni alimentari e riscoperta di piatti della tradizione. Una Filosofia che l’esperto di sala Fabio e la cuoca Emanuela, curano in ogni minimo particolare, dalla genuinità degli alimenti fino alla scelta dei fornitori per materie prime biologiche a km0. “Cucina naturale” perché per stessa ammissione di Emanuela e Fabio è sinonimo di cucina genuina, spontanea, semplice e sincera. “Genuina, perché la qualità e la bontà degli ingredienti che utilizziamo sono la colonna portante di tutto il nostro lavoro, così come il rispetto della

stagionalità e delle materie prime, la predilezione per le piccole produzioni artigianali, biologiche o biodinamiche o semplicemente che ci sembrano ben fatte.” “Spontanea, perché non ci facciamo problemi ad inserire nel menù pochi piatti di carne, e non abbiamo timore di trasformare una semplice insalata in un piatto principale.” “Semplice, perché preferiamo utilizzare pochi ingredienti, solo quelli necessari e evitiamo inutili preparazioni laboriose, per preservare la nitidezza del gusto e la spontaneità del gesto.” “Sincera, perché non ci interessano le mode, gli artifici e gli inganni, ma solo professionalità e passione, per migliorare attraverso un lavoro quotidiano e coerente con le nostre scelte.” Esprì è anche vineria e sala tè per una pausa nella tranquillità nel borgo, per godersi un rilassante momento da soli o in compagnia. Quindi se da sempre cercate un luogo dove trovare la cucina sana e genuina , Esprì è il luogo giusto per voi. Non vi resta che accorrere numerosi. Non ve ne pentirete!

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L A S AT I R A D I P E R I L L I

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PEOPLE

Scopr en d o gli Abe t it o Gale ot t a di Martina Di Donato

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ono le 10 del mattino quando incontro gli Abetito Galeotta, un gruppo di musicisti unitisi nel 2007 quasi per gioco. Il loro trampolino di lancio è stato l’album “Bagagli a mano” del 2010. Da poco è uscito il secondo album “Cambi di stagione”, prodotto dalla Music Force e distribuito dalla Self.

Iniziamo la nostra intervista ripercorrendo a grandi linee la loro storia: gli chiedo cos’è cambiato da quando in un ritiro ad Abetito Montegallo 4 amici hanno deciso di iniziare quest’avventura. Mi dicono: cambiate molte cose, a partire dal repertorio, inizialmente fatto da cover di artisti come de Andrè, De Gregori, Capossela, Silvestri, poi pian piano abbiamo iniziato a produrre qualcosa di nostro, fino al primo album. Anche la vostra formazione è cambiata? Si. Nel corso degli anni alcuni si sono trasferiti per questioni di lavoro. Attualmente la formazione comprende: Manlio Agostini ( voce,chitarra), Marco Pietrzela ( flauto traverso, tamburello),Alessandro Corradetti (tastiere), Simona Biancucci ( percussioni). Leggendo i loro testi si trovano riferimenti a personaggi e fatti storici nazionali ma anche locali, come il brigante Piccioni, Cecco. Quanto la realtà quotidiana influisce nei vostri testi?

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In un disco possono trovare spazio varie tematiche. E’ sempre importante ricordare da dove si proviene. Anche nel nuovo disco abbiamo inserito riferimenti a luoghi e personaggi locali, come in “Cartoline da Montegallo” e a realtà nazionali come in “ Carbonia”. Cosa pensate del panorama musicale locale? E cosa volete dire ai giovani che vogliono intraprendere la carriera da musicisti? C’è un buon fermento,rispetto a qualche anno fa stanno aumentando la band che si dedicano al cantautorato. Ci capita spesso ci collaborare con delle band di alto livello. A chi vorrebbe intraprendere questa carriera- quasi imbarazzati nel ruolo di mentori- diciamo di credere sempre a ciò che fanno, anche nei


momenti piĂš difficili e di cercare la propria strada per riuscire ad esprimere al meglio quello che sentono. Poi ricordano i concerti dei loro albori, quando suonavano nei locali della zona quasi senza compenso. Terminate le domande gli lascio spazio per i ringraziamenti: ringraziamo Marco Zaini che ha illustrato le nostre copertine e tutti i musicisti che hanno collaborato alla registrazione.Con i ringraziamenti ci salutiamo con la consapevolezza che sentiremo parlare molto di questo gruppo che viaggia in una direzione ben precisa senza dimenticare le origini e senza mai smettere di credere nel loro sogno.

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AMBIENTE

SEMINE DI GIUGNO CHICORIUM ENDIVIA LATIFOLIUM & HISSOPUS OFFICINALIS di Anna Di Donato

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a C.E.L, meglio conosciuta come “scarola”, è tra gli ortaggi più consumati dall’inizio dell’autunno a fine inverno. E’ infatti la fine di giugno il periodo ideale per la semina che avviene in semenzaio. Sufficienti sono i fertilizzanti minerali e dopo che la terra è stata ben setacciata ed unita a della sabbia, i semi vengono sparsi sul terriccio a distanza di 30-40 cm e ricoperti , con immed i a t o innaffiamento a pioggia che ne evita lo smussamento. N o n appena le piantine

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sono visibili si procede al trapianto con distanza massima di 30 cm.L’issopo officinale è invece una pianta aromatica della famiglia delle Lamiacae. Anche questa prevede la semina in semenzaio a terra o in contenitori solitamente

avviene ad aprile ma negli ultimi anni di slittamento delle stagioni, ha migliori riscontri se posticipata a fine giugno.Se si sceglie il vaso, questo deve essere a ciotola con profondità di almeno 40cm. N ella prima fase è meglio mettere il vaso in una zona soleggiata ma riparata (es. balcone) e non appena spuntano le prime 8-10 foglie è necessario procedere con il trapianto. Da agosto ad ottobre è possibile utilizzare anche i fiori. Foglie e fiori sono utilizzati per infusi sopratt u t t o contro tosse, catarro, asma e raffreddore.


SC ET C ITOI O AM SE N NN N AM EE

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AMBIENTE

TUTTI IN BICI

LA BICICLETTATA ADRIATICA 2013 a cura di Angelo Bruni – C.E.A Scuola Blu

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o scorso giugno la costa abruzzese ha visto le proprie strade invase da centinaia di amanti dei pedali, in occasione della terza Biciclettata Adriatica. Partendo rispettivamente da S. Benedetto del T. e Francavilla al Mare, due gruppi sono partiti convergendo verso Pineto, vedendo aumentare le proprie fila tappa dopo tappa lungo tutte le cittadine del percorso. Grazie al Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano e per mezzo della cooperazione tra i comuni coinvolti e

diverse associazioni, tra cui la Scuola Blu, la manifestazione ha permesso ai partecipanti di poter scegliere se fermarsi in determinati punti o completare l’intero percorso, culminante con la visita alla Torre del Cerrano. Come le analoghe manifestazioni svoltesi nella stessa data, l’evento ha voluto sensibilizzare la gente alla mobilità sostenibile ed alla possibilità di realizzazione di nuovi tratti che possano costituire un lungo tragitto che attraversi con continuità tutta la costa abruzzese. Preparate le bici per il prossimo anno!


VALVIBRATALIFE ! Y B BA

Filastrocca Sulla Luna ILLUSTRAZIONI DI GIORDANA GALLI

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adesso a chi la diamo questa luna bambina che vola in un “amen” dal Polo Nord alla Cina? Se la diamo a un generale, povera luna trottola, la vorrà sparare come una trottola. Se la diamo a un avaro corre a metterla in banca: non la vediamo più né rossa né bianca. Se la diamo a un calciatore, la luna pallone, vorrà una paga lunare: ogni calcio un trilione.

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Il meglio da fare è di darla ai bambini, che non si fanno pagare a giocare coi palloncini: se ci salgono a cavalcioni chissà che festa; se la luna va in fretta, non gli gira la testa,

anzi la sproneranno la bella luna a dondolo, lanciando grida di gioia dall’uno all’altro mondo. Della luna ippogrifo reggendo le briglie, faranno il giro del cielo a caccia di meraviglie. (Gianni Rodari)

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Colora la tua fiaba


AMBIENTE

OMBR INA MARE

SE L A STO RI A I NS E GN A ... a cura di Anna Di Donato

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l convegno tenuto a Tortoreto da M.R. Orsogna, fisico e docente della California State University di Los Angeles, mostra, ancora una volta, quanto sia funesto restare inermi dinanzi alla concessione Ombrina Mare. Nato come lungimirante decreto in grado di trasformare l’Abruzzo in una regione petrolifera ad alta produzione, altro non è che l’appetibile speculazione finanziaria di una delle tante compagnie, ai danni dell’ignaro autoctono. Da professionista della scienza, la D’Orsogna prende la parola senza fare previo accenno al decreto, ma proponendo una serie di

slides contenenti i vari passaggi di uno scavo d’estrazione. Solo l’esplorazione prevede operazioni definite Air Gun (spari d’aria compressa) di 200-250 decibel, livello di suono letale per la fauna marina. Dopo aver riportato alcuni concreti esempi sulle conseguenze di un’attività di questo tipo, è passata ad approfondire il problema inerente l’estrazione. Non tutti sanno che questa avviene attraverso fanghi e fluidi perforanti ad alto concentrato di sostanze chimiche e zolfo allegramente assorbite dai pesci che navigano ignari. Negli ultimi 30 anni si sono poi verificati scoppi di numerevoli pozzi non solo in Italia

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AMBIENTE

ma in tutto il mondo, con ripercussioni perenni sull’ambiente. Ironia della sorte è quella che vede la stessa ENI definire le estrazioni in Italia “il fondo del barile”. Il nostro petrolio è infatti amaro (ricco di gas sulfurei) e pesante (con molecole troppo lunghe per realizzare benzina) e su 24 anni non si estrarrebbero più di 40 milioni di barili, utili cioè per sole 4 settimane di fabbisogno nazionale. I petrolieri sdrammatizzano: <<è vero, ma lo scarto attraverso desolforazione sarà utile per fertilizzanti e medicinali>>, senza far accenno all’ineludibile dato che nel mondo c’è una sovraproduzione di zolfo. La tossicità degli agenti, paragonabile al cianuro, con funzioni mutageniche e cancerogene, getta in secondo piano la decisione (contenuta per altro nel decreto) di trivellare a soli 7-9 km dalla riva, tanto per elevare incisivamente

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in questa foto: la Dott.ssa M.R. D’Orsogna durante l’incontro pubblico

il rischio di tumori al colon, polmoni, seno e prostata, nelle popolazioni limitrofe. Correlati sono poi i fenomeni di subsidenza, ossia di abbassamento del terreno, verificatisi già a Ravenna. Sconcertante la corrispondenza, riportata dalla dott.ssa, tra il Ministro dell’Ambiente Clini e la Medoilgas nella quale, quest’ultima, ringraziava con stima l’on. per lo sblocco delle restrizioni sulle estrazioni. Posto che l’Adriatico è, insieme all’agricoltura e alla pesca una delle risorse nevralgiche del nostro territorio, è bene intraprendere campagne d’informazione e sensibilizzazione come quella attuata dal nostro fisico internazionale.



TERRITORIO

SO N ETTO SUL L ITORALE DI M A RTINSI CURO di Valeria Conocchioli

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a bellezza delle nostre coste riesce ad ispirare anche i poeti! È quello che è successo a Maurizio Rinaldi, turista di 72 anni di Legnago, che è stato

affascinato da una passeggiata mattutina sul litorale di Martinsicuro. Da questa piacevole esperienza è nato il sonetto “Matinada Adriatica” che ha vinto il primo premio della trentottesima edizione del Concorso

di poesia in dialetto veneto “Bruno Tosi”, promosso dalla Fondazione Fioroni. Di seguito il testo con rispettiva traduzione.

Matinada Adriatica

Mattinata Adriatica

La campanela de Martinsicuro la sonava a le siè de la matina, perché el sole el paresse via chel scuro che querzea ancora i monti e la marina.

La campanella di Martinsicuro suonava alle sei del mattino, perché il sole cacciasse quel buio che copriva ancora i monti e la marina.

Alora el sior Titon, dal sono duro, ga manda avanti la so concubina. Che belessa chel longo nastro azuro Del Tronto, tra un paeseto e ‘na colina!

Allora il signor Titone, dal sonno pesante, ha mandato avanti la sua concubina. Che bellezza quel lungo nastro azzurro Del Tronto, tra un paesetto e una collina!

Apena alsà el sipario la natura, parea che Colonela e Controguera le batesse le man par la braura.

Appena alzato il sipario la natura, sembrava che Colonnella e Controguerra applaudissero per la bravura.

Sul mare, fato ciaro, le balava alegre un par de vele, e ‘na bandiera larga su ‘na paranza sventolava.

Sul mare, diventato chiaro, ballavano allegre un paio di vele, e una bandiera larga su una paranza sventolava.

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SPORT

La Suppor ter Volley Team

d i Ner e to fes teggi a i 2 0 a n ni d i atti v i t à di Virginia Ciminà

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’8 marzo del 1993 prende vita a Nereto la Supporter Volley Team, una delle realtà sportive più apprezzate nel panorama locale. Guidata dal presidente Francesco Galiffa e con un direttivo formato prevalentemente da donne, l’associazione cresce con il sostegno finanziario della Zadian Confezioni di un cui marchio porta ancora il nome. La Supporter Volley Team opera una crescita graduale, che la vede protagonista di svariate promozioni fino all’approdo al campionato nazionale di B2, nel quale milita per due stagioni. Sono anni questi in cui la società valorizza molte atlete del vivaio, alcune delle quali ancora giocano in pianta stabile in campionali ad alto livello. Ma la crisi economica non risparmia neanche lo sport, soprattutto se si tratta di una piccola società a livello locale

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così la Supporter Team Nereto è costretta a ridimensionare

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i propri programmi attestandosi sui campionati minori, ma


SPORT

allontanando i rischi di una scomparsa definitiva per voler rimanere a tutti i costi in campionati maggiori. In questa fase il direttivo della società ha deciso di puntare soprattutto sul settore giovanile e sulla crescita del vivaio. Questa politica ha fruttato numerosi successi a livello giovanile, grazie soprattutto alla costanza e determinazione di Doliana Mercuri, la vera “anima” del movimento, e al supporto tecnico, ma non solo, degli allenatori Luigi Vagnarelli e Emidio Galiffa, un po’ i Ferguson della piccola realtà locale. Con loro in panchina, quest’anno la Supporter ha conseguito anche la promozione in serie D, dopo aver dominato il campionato e aver battuto in finale le

più titolate ed esperte ragazze della Pallavolo Corropoli. Un successo, quello della squadra del presidente Fabio Minora, reso ancora più speciale perché ottenuto da una squadra composta esclusivamente da giocatrici provenienti dal vivaio, molte delle quali residenti nella vicina Sant’Omero un esempio, forse unico nel panorama sportivo vibratiano, in cui è stato superato il campanilismo. Altro fiore all’occhiello della Società è la Festa del Minivolley, arrivata quest’anno alla XIII edizione. Per questa manifestazione la dirigenza della Supporter ha adottato, sin dalle prime edizioni, una formula innovativa, con la quale si favorisce, garantendo un egual numero di partite

foto in questa pagina La squadra promossa nel Campionato Regionale di Serie D

a tutte le squadre, il divertimento, a scapito della competizione, che porta spesso a comportamenti diseducativi per l’esasperazione della stessa. La formula, poi, è stata fatta propria da altre società. La pallavolo, per la società e per i tecnici, più che un fine, è considerato un mezzo per assicurare ai bambini e agli adolescenti una crescita equilibrata. Sacrificio e sudore, ma anche divertimento e spettacolo: la pallavolo è uno degli sport più amati e seguiti e, anche i piccoli paesi come Nereto, si possono conseguire ottimi risultati e grandi soddisfazioni.

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SPORT

23° M emo ri al

Mor gan Cap r e t t a di Martina Di Donato

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ome ogni anno, anche quest’anno, il 21 luglio partirà da Garrufo il 23° Memorial dedicato a Morgan Capretta. Organizzato dall’Associazione Grimpeur, di cui abbiamo incontrato il presidente Mirko Rocchetti. Com’è nata Grimpeur?

l’associazione

L’associazione è nata sei anni fa, l’idea ci è venuta dalla passione per il ciclismo che accomuna me e

gli altri fondatori. Abbiamo deciso di riprendere il Memorial Morgan Capretta, che per un po’ di tempo si è fermato. Grazie all’aiuto di collaboratori, amici e sponsor siamo riusciti ad organizzare questa manifestazione giunta al sesto anno. Nel corso del tempo abbiamo aggiunto nuovi trofei come la “Medaglia d’oro Vincenzo Di Clemente” e il “Trofeo Città di Garrufo”. Quale percorso svolgono gli atleti?

Sant’Omero, Torano e Sant’Egidio. La partenza è prevista da Garrufo , si prosegue per l’ ospedale, la Bonifica del Salinello, si torna a Garrufo per dirigersi a Torano, Villa Bizzarri, Villa Marchetti ed infine di nuovo Garrufo. La gara dura circa tre ore e mezza, per un totale di 140 km. Il percorso è abbastanza difficoltoso a causa dei sali scendi continui e alla salita del cimitero di Sant’Omero che gli atleti affronteranno nel finale e che di sicuro vista la sua forte pendenza farà sicuramente selezione.

Il percorso si dirama lungo tre comuni:

E’ una gara dilettantistica di


SPORT

rilievo? Si. E’ l’ultimo stadio del dilettantismo. I partecipanti arrivano da tutta Italia, ci sono circa 25 squadre per un totale di 200 ciclisti. Molti dei ragazzi che hanno partecipato li abbiamo rivisti poi nelle importanti gare internazionali che si svolgono in tutta Europa compreso il nostro Giro D’Italia . Inoltre la gara è valida per il campionato Regionale. Quando si svolgerà la gara? Il 21 luglio, inizierà alle13.30 e verrà trasmessa da alcune emittenti locali di sei regioni e da Rai Sport. Come presidente dell’associazione, vuoi ringraziare qualcuno in modo particolare? Un ringraziamento particolare va agli sponsor, che ci permettono di continuare a realizzare questo Memorial, ai tecnici, agli appassionati. Un Abbraccio particolare alla Famiglia Capretta. in questa pagina Alcune foto dall’ultima edizione del Memorial Morgan Capretta G I U G N O 2 0 1 3   VA L V I B R ATA L I F E

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TERRITORIO

N U OVE P OLI TI C H E

Il futuro dell’Abruzzo verterà verso il migliore investimento turistico. E che gara sia! a cura di Anna Di Donato

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on è certo un segreto che economisti ed esperti di settore abbiano individuato nelle “tecnologie pulite” come il turismo, l’unico settore in fase embrionale (nel nostro paese) e del quale si prevede il boom nel 2020. Questa la data finale per scelte da affrontate ora per poter essere poi al passo con i tempi di ripresa. Questo il momento giusto per intraprendere nuove sfide di crescita come l’iniziativa degli itinerari ciclo-ippo-agro-turistici avviati dal comune di S.Omero in partecipazione con le Associazioni “Cultori Di Ercole” e “Wild West” . Percorsi storico-naturalistici da poter effettuare in bici o a cavallo, dotati di apposita

segnaletica, percorrendo antiche strade romane e ruderi poli e monoteisti con partenza dalla chiesa di S.Maria a Vico. Sempre dal comune e da alcuni volenterosi cittadini si sta diramando il vecchio progetto del Mercato Diffuso Contadino, che unisce, ad un disegno fondato sulla filosofia del Km0, uno internazionale sigillato dall’accordo di collaborazione con l’Associazione australiana “Absolutely Abruzzo Tours” il 22/05/2013. La campagna amica stilata invece con la Coldiretti permetterà di vigilare sui singoli agricolatori attraverso una disciplinare ben chiara. Linea turistica e valorizzazione territoriale: <<Ci è rimasto solo questo>> dice con saggezza il Sindaco Alberto Pompizi. La terza

iniziativa avviata già nel dicembre 2012 prevede la conversione turistica degli antichi edifici rurali e case coloniche con riqualificazione a strutture di carattere ricettivo. A tal scopo le politiche territoriali, comunali, provinciali e regionali dovranno lavorare in stretta sinergia per non doversi pentire un giorno. A far da corollario ai primi passi di crescita, necessaria è la componente tecnologica e global communication. A questo proposito, ha spiegato l’Assessore Riccardo Malatesta, già da fine giugno 2013 sarà possibile scaricare un’applicazione per Android dotata di georeferenziazione, rilevamento GPS, georadar e contenuti di realtà aumentata che abbracciano l’intero territorio valvibratiano.


TERRITORIO

Teat ri p a ral l e l i in scena a S ant ’ Om e ro

D

all’1 al 5 luglio, a partire dalle ore 21.15, in piazza Antonio De Curtis a Sant’Omero, avrà luogo la settima

edizione di TEATRI PARALLELI, Festival Nazionale di Teatro delle Differenze. In scena si esibiranno compagnie teatrali composte da attori con diverse abilità provenienti

da tutta Italia. Oltre agli spettacoli il festival propone anche laboratori gratuiti.

sotto in foto la locandina della manifestazione

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C U LT U R A E S P E T TA C O L I

L’est at e vibratiana di Martina Di Donato

TORANO NUOVO

COLONNELLA

30 giugno alle ore 21 A Torano Nuovo, presso la piazza Largo San ci sarà una rappresen-

-Dal 23 giugno fino al 7 luglio presso il palazzo Pardi

tazione teatrale dell’opera “Maga Regina”,

di Colonnella si terrà la mostra “Di volti e di parole”

scritta dal giovane autore Pierfranco Di Bran-

dell’artista Elga Vagnoni.

dimarte. Sempre il 30 giugno la compagnia

-7 luglio si terrà il Mercarte in fiera: il mercatino dell’autoproduzione. Si svolgerà in Piazza del Popolo

teatrale “Lu Scacciapnsir” si esibirà in Piazza dell’Unità, alle ore 21.00.

dalle ore 10.30 alle 19.30. Nello stesso giorno, in serata a Colonnella ci sarà in concerto dell’Associazione musicale “I Sinfonici”, in piazza Piè di Corte alle ore 21.

CONTROGUERRA Nella prima settimana di luglio a Controguer-

-8 luglio Concerto di musica jazz

ra si terrà l’annuale manifestazione enoga-

-13 luglio a Colonnella inizierà la mostra di giovani artisti

il festival Montepulciano Blues

stronomica “ Calici di stelle”, dovrà farà tappa

vibratiani “Vibrarte”. Le esposizioni saranno poste a Palazzo Pardo dalle ore 20.30 alle 24, fino al 23 luglio. Ingresso Gratuito.

A L B A A D R I AT I C A 5 6 7 luglio si terrà la terza rievocazione della Trebbiatura e Sagra della Cucina Contadina. Un appuntamento annuale tra cultura, tradizioni e feste popolari.

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C U LT U R A E S P E T TA C O L I

CIVITELLA DEL TRONTO Il 10 luglio presso fortezza di Civitella ci sarà il grande evento “ un incontro jazz”, dove si esibiranno due astri della musica come Gino Paoli e Danilo Rea. L’iniziativa è organizzata dall’associazione Filadelfia di Teramo, il ricavato sarà devoluto per opere di beneficenza nel Sud Etiopia. Costo del biglietto 28 euro parterre non numerato, 38 euro parterre numerato.

NERETO SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA 3 luglio, presso Villa Mattoni ci sarà Cinema Sotto le stelle. La rassegna continuerà il 10 luglio presso la località Ponte, e il 17 presso la località Faraone. Il 4 luglio si terrà presso la Piazza Umberto I, alle ore 21, il saggio spettacolo di fine anno dell’Associazione musicale Midi e Musica. 5 luglio alle ore 21 presso la Piazza Umberto si terrà il saggio didattico della A. G .D. minerva “Benvenuti a Tavola”. 6 luglio ci sarà invece il saggio di fine anno accademico a cura di Estrella de Cuba Forever, diretto dal maestro Gianni Barzotti. 12 luglio presso la Piazza Umberto I di Sant’Egidio si esibirà la compagnia teatrale “Due Torri” con lo spettacolo “ E’ mije tarde che maje” .Lo spettacolo avrà inizio alle ore 21. 19 luglio toccherà alla Compagnia Teatrale Atriana divertire il pubblico con lo spettacolo “Fa quelle che prete dice nn fa quelle che prete fa”.

6 Luglio ” Montepulciano d’Abruzzo Blues ”, Settima edizione, Concerto di apertura di Elli DE MON e Concerto della Eric GALES BAND, a cura dell’Associazione Musicale “Frank Zappa” di Torano Nuovo (TE), Piazza Cavour, dalle ore 21.00 in poi. 7 Luglio: ” Usato in Val Vibrata:...sogni e ricordi nei luoghi della memoria... Mercatino dello Scambio”, a cura della “Pro Loco Nereto”, Centro Servizi Total, Zona Industriale, dalle ore 16.00 in poi. 8 – 14 Luglio: Sedicesimo Torneo Internazionale di Scacchi “Trofeo Città di Nereto” a cura della “Libertas Scacchi Nereto“, Sala “Allende”, dalle ore 15.00 in poi, con esibizioni serali dei giocatori in piazza. 8 – 21 Luglio: Primo Torneo Cittadino di Calcio a 7 a cura dell’ Associazione Sportiva Dilettantistica “Football Club Nereto 1914“ e con la collaborazione dell’Associazione Sport & Musica “Amici” di Nereto, Stadio Polisportivo di Viale Europa, dalle ore 18.30 alle ore 21.30. 11 Luglio: Selezioni locali di “Mister Italia” e “Miss Gran Prix”; a cura dell’Associazione Musicale “Eventus” di Nereto, Piazza Partenope e Piazzetta a scacchi (accanto al Municipio), dalle ore 21.00 in poi. 12 Luglio: “ Incontro con la Danza” , a cura dell’ Associazione “Danza Insieme” di Sant’Omero e Tortoreto (TE), con la Direzione Artistica di Zorayda DI SANTE, Teatro “Brecht”, dalle ore 21.00. 13 Luglio: Concerto dell’Orchestra Sinfonica “Gioacchino ROSSINI” di Pesaro e Urbino, dirige il Maestro Luisella CHIARINI, Teatro “Brecht”, ore 21.00. 14 Luglio: Teatro Dialettale: “ E’ mije tarde che maje! ”, a cura della Compagnia Teatrale “Due Torri“ di Tortoreto (TE), Teatro “Brecht”, ore 21.00. 18 Luglio: Canzoni e Musiche per sognare: con la partecipazione della pianista Claudia SAMELE e del sassofonista Francesco PANEBIANCO, a cura della “Pro – Loco” di Nereto Teatro “Brecht”, ore 21.00. 19 Luglio: Esibizione del Coro e del Gruppo Folkloristico “Selva e Vento del Gran Sasso” di Mosciano Sant’Angelo (TE) con Canti e balli della Tradizione Abruzzese, a seguire: Spettacolo di Danza del Ventre a cura del Gruppo Artistico “Le Sirene del Nilo” di Martinsicuro (TE), con la Direzione dell’Insegnante Debora CIRIACO, Teatro “Brecht”, ore 21.00.

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PUBBLIREDAZIONALE

A

d Alba Adriatica una nuova galleria apre le porte alla cultura e all’arte. Ciò che immediatamente emerge osservando questo spazio espositivo è l’esplosione di colore e vitalità. Sandra appassionata di arte ospita nella sua galleria sia artisti contemporanei affermati che emergenti, questi ultimi possono già vantare presenze e riconoscimenti alla Biennale di Venezia. Oltre alle opere pittoriche e grafiche all’interno

dello showroom c’è una vasta scelta di cornici su misura, stampe su tela, poster, oggettistica e tappeti persiani. Il tutto si può avere con formati e stili desiderati spaziando dal classico al moderno, sempre con lo sguardo attento a ciò che le tendenze del momento suggeriscono. Dietro richiesta Sandra è pronta ad offrire la sua esperienza professionale e creativa, effettuando gratuitamente un sopralluogo a domicilio con lo scopo di trovare soluzioni originali curate nei più piccoli particolari.

Colori, passioni, emozioni

il mondo di Estro Ar te 48

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PUBBLIREDAZIONALE

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MODA

O LA BORSA O LA VITA di Federica Bernardini TUTTI I TONI DELL’IRIDE Colore, colore, colore!!!! Che sia fluo, pastello, data da motivi floreali o da stampe, il colore è la caratteristica delle borse per la stagione calda 2013. La tendenza è quella di contenere le misure per soddisfare le esigenze delle donne super impegnate di oggi. Le grandezze infatti sono state ridotte per avere un accessorio versatile e ideale per tutto il giorno, dalla mattina per la spesa o il lavoro , alla sera per un cocktail con le amiche. Non mancano comunque tracolle, pochette, clutch per occasioni più chic!

LA BORSA: SPECCHIO DELL’ANIMA “Questa non è che una borsa , ma ci sentiremo nude senza”.. Così esordiva Carry la protagonista del telefilm Sex And The City. Non c’è nulla di più vero: è uno scrigno che racchiude i nostri segreti e allo stesso tempo dice tanto di noi. Di questo parere è anche l’esperta di body language Patty Wood che ha individuato ben nove tipi di personalità dal modo di indossare quest’ accessorio. Il Gancio, ad esempio, tipica delle celebrità, è quella di chi la tiene nell’incavo del braccio come se volesse ostentare un premio, quella di chi si sente superiore e potente rispetto agli altri. Quindi stiamo attente: facciamoci ispirare dalla moda ma poi decidiamo chi vogliamo essere e cosa vogliamo comunicare di noi stesse!

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MODA

O N DA S U O N DA

di Federica Bernardini

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’ arrivata l’estate e siete ancora in alto mare? Probabilmente è passato un anno e i vecchi costumi ormai o sono stati distrutti sulle spiagge assolate oppure non ci piacciono più. Non vi preoccupate, tutte le fantasie, gli spunti, i look esplosi sulle passerelle per la primavera- estate 2013 si sono riversati nel beachwear. Stampe animalier e colori della savana, motivi floreali, righe, pois e tutte le fantasie anni ’70. Sempre di classe ed anche versatili quelli in bianco o in nero, infatti gli interi possono essere usati come top per la sera, e i reggiseni danno quel tocco in più sotto blazer e camicie sottili. Ma perché un costume ci valorizzi al meglio è opportuno seguire dei piccoli accorgimenti al momento della scelta. Per chi è magra e ha poco seno è preferibile un reggiseno a triangolo o a fascia per creare un effetto volume. Chi è tutta curve invece deve optare per coppe sagomate contenitive e una fascia in vita che snellisce la figura. Detto questo.. buon mare a tutti!

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DIALOGO

C OS ’ È L’AN S I A COME

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RICONOSCERLA

disturbi d’ansia sono patologie molto comuni, tanto che si calcola che almeno un terzo della popolazione mondiale ha avuto o potrà avere disturbi ansiosi nella propria vita. Questo perché, in realtà, l’ansia è una reazione fisiologico-comportamentale messa in atto dall’organismo a scopo adattivo di fronte alle minacce dell’ambiente, pertanto è l’emozione che contraddistingue la risposta ai rischi e alle sfide a cui gli esseri umani sono variamente esposti. Proprio per le considerazioni appena esposte, parlando dei fenomeni d’ansia dovremmo, innanzitutto, chiederci quanto e in che misura siano da ritenere “normali” o “patologici”. Per operare questa distinzione bisogna dotarsi di alcuni criteri operativi: frequenza e durata, cioè verificare se l’ansia è episodica e quindi limitata a circostanze definite e circoscritte nel tempo, oppure continua e quindi protratta al di là di specifiche

E

COME

occasioni e momenti congruenza con lo stimolo ansiogeno, cioè se il “che cosa” che potrebbe essere all’origine dell’ansia appare chiaramente assurdo o del tutto sproporzionato rispetto al malessere procurato e se esso costringe l’individuo a soggiacere a comportamenti irrazionali fortemente contrastanti con le sue intenzioni intensità, cioè osservare le conseguenze del provare ansia sia a livello corporeo che psicosociale. L’intensità dell’ansia infatti può essere facilmente e obiettivamente rilevata a livello somatico in quanto può esprimersi tramite cefalee, mal di schiena, sudorazione, insonnia, inappetenza o impulso a mangiare, difficoltà digestive, frequente bisogno di urinare o diarrea. A livello psicosociale, invece, dobbiamo chiederci se la sua intensità permette di migliorare il funzionamento dell’individuo nell’esecuzione di compiti difficili o se non consente di rispondere in modo adeguato alle sfide del mondo. Nel

C O M B AT T E R L A

primo caso si tratta di normale ansia che chiameremo “strutturante” in quanto aumenta la velocità di pensiero, l’efficienza fisica e ci permette di ridurre il tempo di reazione agli stimoli nel secondo caso, invece, di ansia “destrutturante” o patologica. In queste circostanze si consiglia una psicoterapia che a seconda della gravità dei casi può essere accompagnata anche da un intervento farmacologico. Si sconsiglia vivamente, invece, quello che purtroppo la maggioranza delle persone fa, cioè il ricorso al solo intervento farmacologico in quanto si eliminerebbero soltanto le componenti fisiologiche dell’ansia senza lavorare sugli aspetti cognitivi della preoccupazione, che quindi permane. rubrica a cura di Fabio Irelli


BELLEZZA

CAPE L LI ECC O I 10 COM A NDAMENTI

a cura Federica Bernardini

Stanchi di avere capelli spenti e fragili? Basta rispettare fedelmente questi 10 comandamenti 1 - Seguire una dieta bilanciata con il giusto apporto di vitamine, sali minerali e ferro. (in aggiunta possiamo anche aiutarci con integratori specifici) 2 - Lavare i capelli con la giusta frequenza massaggiando delicatamente il cuoio capelluto per favorire la circolazione sanguigna. 3 - Scegliere lo shampoo giusto secondo i periodi e le esigenze. Infatti la chioma si abitua al prodotto e alla lunga non si ottiene più il risultato aspettato. 4 - Usare acqua tiepida o fredda.

5 - Esporre il meno possibile i capelli all’aria calda del phon. 6 - Utilizzare un buon balsamo sulla lunghezza della chioma 7 - Scegliere una spazzola che non sfibri o strappi i capelli 8 - Non appesantire i capelli con troppi prodotti e tagliarli di tanto in tanto per farli respirare. 9 - Dormire regolarmente ed in modo adeguato 10 - Ultimo in lista, ma forse più importante di tutti, evitare lo stress fisico e psicologico.

IL SEGRETO PER RENDERE LA VITA MIGLIORE.

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S A N

BAR

PA S T I C C E R I A

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B E N E D E T T O

D E L

T R O N T O

RISTORANTE

W W W. C A F F E S O R I A N O . I T

CAFFÈ

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CINEMA

A LU G L IO

THE LONE RANGER

TO THE WONDER

PACIFIC RIM

Il film, diretto da Gore Verbinski e interpretato da Johnny Depp e Armie Hammer, uscirà il 3 luglio 2013 in tutte le sale cinematografiche.

Un film di Terrence Malick, con Ben Affleck, Olga Kurylenko, Rachel McAdams, Javier Bardem, Tatiana Chilin, che uscirà il 4 luglio 2013.

The Lone Ranger è un film d’avventura intriso di azione e humour, in cui il famoso eroe mascherato torna a rivivere attraverso nuovi occhi. Il guerriero indiano Tonto (Johnny Depp) racconta la storia di John Reid (Armie Hammer), uomo di legge che divenne leggenda, trascinando il pubblico in un’avventura fatta di imprese epiche e rocambolesche, vissute dai due eroi impegnati nella lotta all’avidità e alla corruzione.

Dopo aver visitato il Monte Saint Michel - noto come una delle meraviglie della Francia (da qui il Wonder del titolo) - Marina (Olga Kurylenko) e Neil (Ben Affleck) sono all’apice della loro storia d’amore. Arrivati in Oklahoma, per loro iniziano i problemi. Marina fa la conoscenza di un prete in crisi di vocazione, mentre Neil riallaccia il rapporto con una sua amica d’infanzia, Jane (Rachel McAdams). Il film esplora l’amore nella sue diverse forme.

Uscirà il prossimo 11 luglio 2013 il film Pacific Rim, diretto da Guillermo del Toro e interpretato da un cast di grandi attori quali Charlie Hunnam, Idris Elba, Rinko Kikuchi, Ron Perlman, Clifton Collins Jr., Max Martini, Robert Maillet, Burn Gorman, Larry Joe Campbell, Diego Klattenhoff, Brad William Henke, Charlie Day.Il film racconta di come legioni di mostruose creature, note come Kaiju, emerse dal mare danno il via una guerra che costa milioni di vite e consuma la risorse del pianeta a ritmi vertiginosi. Per combattere i giganteschi Kaiji, sono state ideate delle armi speciali: enormi robot chiamati Jaegers comandati mentalmente da due piloti attraverso delle reti neurali. Ma perfino i Jaegers sembrano impotenti contro i mostri venuti dalle profondità marine. Vicini alla sconfitta, agli abitanti della Terra non resta che affidarsi a due improbabili eroi: uno scapestrato ex pilota e un’inesperta allieva cui viene affidato un vecchio ma glorioso Jaeger. Saranno loro le ultime speranze del genere umano giunto ormai sull’orlo dell’Apolcalisse.

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PET

A proposito di….otoacariasi a t t e c i R P O L P E T T I N E A L L A R I C O T TA Ingredienti Per una teglia da forno: 150 gr di farina di riso; 150 gr di ricotta vaccina.

Procedimento: 1) preriscaldare il forno a 180°C (forno venntilato 160°C) ; 2) mescolare la farina e la ricotta fino ad ottenere un impasto omogeneo ed elastico; 3) con le mani inumidite dar forma a piccole polpette di circa 2 cm di diametro: 4) disporre le polpettine in una teglia rivestita con carta da forno e cuocere per 15-20 minuti circa. Conservazione: in un barattolo di latta o in un sacchetto di cotone per una settimana circa. Curiosità: la ricotta di vacca contiene tutte le vitamine e le sostanze minerali essenziali, soprattutto potassio, calcio, fosforo e lipidi.

RUBRICA A CURA della Dott.ssa Federica Pompei, Medico Veterinario

S

i tratta di una infestazione parassitaria molto contagiosa localizzata a livello di condotto auricolare, sostenuta da un parassita: Otodectes cynotis. Rappresenta una delle principali cause primarie di otiti esterne di cani e gatti, soprattutto in giovane età. L’infestazione, sia nel cane che nel gatto, è molto pruriginosa e possiamo osservare un frenetico scuotimento della testa e/o grattamento auricolare. Le lesioni possono interessare esclusivamente il condotto ed il padiglione auricolare oppure si possono estendere ad altre aree come il collo, il tronco e la coda. Spesso osserviamo, a causa degli autotraumatismi stessi che gli animali si infliggono, dermatiti piotraumatiche essudative acute nelle aree limitrofe auricolari, escoriazioni, specie nella superficie dorsale dei padiglioni auricolari e zone limitrofe e, più raramente, otoematomi. Il gatto adulto può non manifestare alcun sintomo clinico, contrariamente a quanto accade nei gattini dove la patologia si presenta marcatamente pruriginosa. Per una corretta diagnosi basterà condurre il proprio animale dal Medico Veterinario di fiducia per sottoporlo ad un’attenta visita clinica che porterà ad una corretta diagnosi mediante identificazione del parassita.

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RICETTE

PI ZZ A DOL CE Quello che spesso ci veniva detto dalle nostre nonne ogni volta che raccontavamo di avere qualche piccolo acciacco era “si magnát?” [traduzione: hai mangiato?] ..e chissà com’è, chissà come non é dopo aver mangiato qualcosa preparato da loro, gli acciacchi sparivano! 1 Pan di Spagna , Uova intere + albumi per la copertura, Latte , Farina, zucchero, Alchermes, Rum, Cioccolata a pezzetti, Codine colorate, Caffè moka Per la crema “bianca”: 1 albume 1 cucchiaio raso di zucchero 1 cucchiaio raso farina mezzo bicchiere di latte , scorza di limone pezzetto di cannella, cuocere a bagnomaria mescolando con una paletta di legno. Per la crema “ nera”: stessa procedura dell’altra usando il tuorlo e aggiungendo 1cucchiaio di cacao amaro in polvere. Tagliare il Pan di spagna in tre dischi, operazione da svolgere con una certa attenzione e molta calma! Zuccherare il caffè aggiungere un goccio di rum e usare come bagna per la base della torta su cui metteremo la crema nera e una generosa spolverata di pezzetti di cioccolato, bagnare leggermente lo strato centrale solo dal lato a contatto con la crema scura, dall’altro lato bagnare con alchermes e mettere la crema bianca, infine inzuppare sempre con alchermes l’ultimo strato di Pan di Spagna che fa da coperchio alla torta. Coprire il dolce con gli albumi montati a neve, cospargere di codette colorate, (quelle brave riescono a fare uno strato liscio ed omogeneo, quelle meno pratiche stiano tranquille le codette colorate coprono le magagne!) Buon appetito!

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RICETTE

rubrica a cura di Gabriella Foschi

CAPRA ALLA MAMMA MIA

Gli abruzzesi sono conosciuti come “forti & gentili”, noi teramani siamo anche buongustai, nella mia famiglia ci sono pure un sacco di “iotti” [traduzione: ghiotti]. Questo piatto é preparato magistralmente dalla mia mamma, corropolese DOC. iNGREDIENTI: 2 kg di capra, 1 cipolla intera con chiodi di garofano infilzati (trucchetto che serve per non ritrovarseli sotto i denti), 1 carota, 1 foglia di alloro, 1 grattatina di noce moscata, Vino bianco, 1 bicchiere di olio di oliva, Sale qb, Acqua, 1 bicchiere e 1/2 di passata di pomodoro Procedimento: Tegame dal bordo alto capiente, in modo da lasciare la carne su un unico strato, mettere tutti gli ingredienti nella pentola, carota a rondelle, cipolla, noce moscata, alloro e coprire con acqua (all’incirca il livello dell’acqua deve superare la carne di un dito) Mettere sul fornello a fiamma minima, quando prende bollore, aggiungere il vino. Quando il liquido si sarà ristretto della metà, aggiungere la passata di pomodoro, salare e terminare la cottura. Il trucco della mia mamma è quello di prendere dei bei peperoni tagliarli a listarelle e soffriggerli a parte in abbondante olio, scolarli e aggiungerli al piatto prima di portarlo a tavola, vi assicuro che è una vera bontà! Buon appetito!

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TEMPO LIBERO

a cura di Paolo Gatti in collaborazione con Florindo Fanì

CRUCIVIBRATA Orizzontali 1- L’Alba della Val Vibrata 9Canzone degli Aerosmith 13- I punti che vale lu rrè a briscola. 14- La Asensi del “ El corazon del guerriero “ 15- Così a Londra 16- Società finanziaria di Basilea 17- Il “Super detective con gli occhiali” 19Valle d’Aosta 21Le pari di dialetto 22- Storica rivista italiana di divulgazione scientifica 24- Nota cantante australiana 25- Il “Paese del Gusto” nella foto 27- Genomics Novartis Foundation 28- Terabyte 29- Articolo per cane 30- Return on Assets 31Unione Artigiani Italiani 33- Fiume in portoghese 35- Prima pers. sing. del verbo Slegare 37- Strumento musicale in bambù 39- E’ glaciale in un famoso film di animazione 40- Ama loro 42- La Scuola Internazionale di Genoa 44- Onorevole 45- Il nome dell’allenatore Scala 50- Napoli 51- Parma 52- Sporgenza della costa con sponde scoscese 55- Marco, bomber “tascabile” del Cagliari 56- Il soprannome di Simone Tiribocchi 57- International Rugby Board 58Frutto appartenente alle Papilionaceae 64Il nome dell’attrice Zellweger 66- Comune aquilano della “ Comunità montana Sirentina “ 67- La macchina per cucire più famosa

Verticali 1-In tedesco si chiama Aachen 2- La capitale dell’Irlanda 3Segue la religione di Hailè Selassiè 4-Romanzo horror di Stephen King 5-Ambito territoriale di caccia 6-Vi siede il Re Italia 7- Kofi, ex Segretario G e n e r a l e delle Nazioni Unite 8- Si è appena laureata Campione d’Italia 9Generale cartaginese del 245 A.C. 10- Esempio Continuo movimento oscillatorio 18- Il nomignolo di Kwadwo Asamoha 20- Association Event Organisers 23- Fiume lungo 652 Km 25- Ha appena festeggiato il suo n.3000 26- Le iniziali di Iaquinta 32- Lu jurn arret a uij 34- Italian University Line 36- Isola del Trinidad and Tobago 38- Un tipo di asteroide 41- Fa finta di non capire 43- Dietlinde, detta Lilli, giornalista tv 46- Il nome di Morricone 47- Viterbo 48- Sacerdotessa di Era 49Vi si coltivano verdure 52- Alexandre Rodrigues da Silva 53- Avaro britannico 54- Due romano 55- Cantare in inglese 59- Le iniziali di Vivaldi 60- La terza nota 61- Le iniziali di Donadoni 62- Netherland in breve 63- Nell’odio 65- Nel bene

Orizzontali: Adriatica 9- Jaded 13- Quattro 14- Neus 15- So 16- Ubs 17- Conan 19- Vda 21- Ilto 22- Sapere 24- Sia 25- Torano Nuovo 27- Gnf 28- Tb 29- Il 30- Roa 31- Uai 32- Rio 35- Slego 37- Naiul 39- Era 40- Amali 42- Isg 44- On 45- Nevio 50- Na 51- Pr 52- Promontorio 55- Sau 56- Tir 57- Irb 58- Tamarindo 64- Renee 66- Ovindoli 67- Singer Verticali: Aquisgrana Dublino Rastafariano It Atc Trono Ion Annan Juventus Asdrubale Es Dondolio 18- Asa 20- Aeo 23- Po 25- Topolino 26- Vi 32- Ieri 34- Iul 36- Gasparee 38- Amor 41- Gnorri 43- Gruber 46- Ennio 47- Vt 48- Io 49- Orto 52- Pato 53- Mean 54- Ii 55- Sing 59- Av 60- Mi 61- Rd 62- Nl 63- Di 65- En

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C U R I O S I TA’

vignette a cura di Rossano Piccioni G I U G N O 2 0 1 3   VA L V I B R ATA L I F E

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Tortoreto (TE) Lungomare Sirena, 22 Tel. 0861 777290


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