ECCELLENZE CULTURA SOCIETA’ VIAGGI AMBIENTE ARTE DOMANDE E RISPOSTE ECCELLENZE SCULTURA SOCIETA’ VIAGGI ECTION NAME AMBIENTE ARTE DOMANDE E RISPOSTE ECCELLENZE CULTURA SOCIETA’ VIAGGI AMBIENTE ARTE DOMANDE E RISPOSTE
VALVIBRATALIFE
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IMPRENDITORI
ARCADIA
non dimenticare di visitare
la storia di un marchio giovane fresco e dinamico PAGINA 38 people
AURA ENTUSIASMO MUSICA ED ENERGIA tra concorsi, concerti e la scuola di musica che hanno fondato PAGINA 26 INSERTO
SPECIALE SPOSI Un intero inserrto dedicato alle tradizioni, i costumi e i consigli per gli sposi PAGINA 44
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Intorno ad un chicco di grano
WWW.VALVIBRATALIFE.COM
APRILE 2013
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EDITORIALE
DIRETTORE
Maria Rita Piersanti
CAPO REDATTORE Virginia Ciminà
COLLABORATORI
Paolo Gatti Laura Grimaldi Federica Bernardini Federica Pompei Virginia Maloni Pasquale Rasicci Angelo Bruni Giordana Galli Francesco Galiffa Valeria Conocchioli Giovanni Lattanzi Alessandra Di Giuseppe
EDITORE
Diamond Media Group s.r.l. Via Carlo Levi, 1 Garrufo di Sant’omero (TE) P.IVA IT01807440670
VALVIBRATALIFE
è una testata registrata presso il Tribunale di Teramo al n.546 del 08/11/2005
STAMPA
Arti Grafiche Picene s.r.l.
PUBBLICITà
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a parola chiave di questo mese è : perplessità. Mi guardo intorno, e vedo volti perplessi. Smarriti, a volte. Una sensazione strana e non gradevole, come se ci si aspettasse qualcosa, qualcuno, che all’improvviso trasformi tutto e puff!!!! Ma non si sa che cosa, non si sa chi, non si sa perché, soprattutto. Seguendo quanto accade al nostro Paese lo smarrimento è il sentimento comune. Seguendo il territorio vibratiano tocchiamo da vicino grazie a voi le reazioni, i commenti, e incontriamo anche qualche alzata di spalle, come per dire :”.tanto a noi non pensano, quindi perché io dovrei pensare a loro, preoccuparmi di quanto fanno, dimostrandosi così lontani da tutto?”. Negli anni ‘70, da bambina, osservavo i grandi e mi preoccupavo, vedendo loro preoccupati. Oggi guardo mia figlia e mi chiedo se riuscirò a proteggerla da un mostro invisibile come quello che ci sta avvolgendo. La totale incertezza riguardo al futuro. Credo sia il pensiero di tanti genitori. Una mia amica non italiana, ma che vive e lavora qui da oltre 25 anni, ha ricevuto giorni fa una telefonata da sua madre, preoccupata che lei non avesse di che vivere. Voleva mandarle del denaro, “perché in Italia adesso succederà di tutto, torna qui, porta i bambini”. Noi continuiamo a vivere in apparenza come sempre, ma all’estero il ritratto che stavano dipingendo di noi era non molto dissimile da quello che noi abbiamo tracciato mesi fa sulla Grecia, con tutte le distinzioni del caso su cause ed effetti, va detto. Ho sempre tentato di vedere i punti di vista altrui, di capirli. Uno stesso oggetto cambia notevolmente, cambiando la prospettiva da cui lo si osserva. Ma qui rischiamo di diventare contorsionisti, cercando nuove e ancora diverse prospettive. Una nave col timone spezzato può tornare a navigare seguendo una rotta definita? sì, con fatica e pazienza. Dovremo ricostruire timone e remi mettendo insieme schegge di legno, invece che tavole. E armarci di buon senso. Peccato che questo non si possa trasmettere come un virus. Non ce ne siamo ancora del tutto resi conto, ma siamo testimoni di un momento storico particolare. Insieme a voi seguiremo l’operato del rinnovato ( per la prima volta nella nostra Storia) Presidente della Repubblica, ma soprattutto seguiremo il buon senso. Intanto vi consegniamo questo numero con le rubriche che conoscete e apprezzate, le pagine dedicate allo svago, quelle per i bimbi, personaggi, eccellenze del territorio e alcune novità, nuove “firme” e appuntamenti che da oggi ci accompagneranno alla scoperta di mondi e culture nuovi per i più giovani, attingendo alle nostre radici. Quelle buone resistono.
sommario 6 INTORNO AD UN CHICCO DI GRANO A questo piccolo seme sono accostati molti significati, che rimarcano la sua preziosità.
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CONFRATERNITA DEL PECORINO
Il Pecorino, prodotto nelle tante cantine del territorio vibratiano
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COSTA BLU
La promozione del “Prodotto mare” e dei punti di forza che nel tempo hanno reso la costa teramana una delle realtà turistiche più importanti d’Abruzzo
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IL DUBBIO
La raccolta differenziata esiste davvero?.
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MICHELE MALONI
Il santegidiese all’assalto del titolo italiano di Arti Marziali Miste
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20 MARISA LELII Ritratto di un’artista dalle mille sfumature.
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IMPRENDITORI SI NASCE O SI DIVENTA?
Noi riteniamo che imprenditori non si nasce ma si diventa perchè le competenze imprenditoriali ed il giusto profilo imprenditoriale si possono acquisire con il tempo,
42 IL BIOTOPO COSTIERO DI MARTINSICURO Riprendiamo il nostro racconto sull’importanza delle dune costiere!
56 DENTI BIANCHI E ALITO PERFETTO Il sorriso è il nostro biglietto da visita: denti bianchi e curati attirano sempre attenzione e alla base di questi c’è sicuramente una buona igiene orale.
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TERRITORIO
Per p r e s e r var e la m e m o ria
INTORNO A UN CHICCO DI GRANO Vi siete mai chiesti quanto pesa un chicco di grano? La curiosità è subito appagata, circa 0,065 grammi. di Francesco Galiffa
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ppure, a questo piccolo seme sono accostati molti significati, che rimarcano la sua preziosità. Il grano, in passato, era la più piccola unità di peso, utilizzata nella pesatura di precisione di metalli nobili e di medicinali. Il grano (plurale grana, raramente grani) era anche il nome di una moneta napoletana e siciliana, che equivaleva idealmente alla seicentesima parte dell’oncia d’oro, emessa, per la prima volta, da Ferdinando I d’Aragona (seconda metà del XV secolo) era, inoltre, una moneta dell’Ordine di Malta, corrispondente a un centesimo di tarì. Sapete sicuramente, infine, che grana sta per quattrini, denaro. Quanto appena riportato fa capire quale e quanta fosse, nel passato, la considerazione di cui godeva questo piccolissimo prodotto, che l’umanità ha scoperto e imparato a coltivare oltre 10.000 anni fa, ricavandone immensi vantaggi. La coltivazione dei cereali portò a un arricchimento della dieta, con un calo evidente dell’obesità, soprattutto tra le donne. L’aumentata disponibilità di risorse alimentari, garantita dalla coltivazione della terra e dall’allevamento degli animali, produsse, poi, un notevole incremento demografico, causa prima delle migrazioni verso le fertili pianure della Mesopotamia, dell’Egitto e, in seguito, verso le aree che si affacciavano sul Mediterraneo. Terminando questa breve premessa, non si può omettere di ricordare che il pane, il prodotto per eccellenza del grano, è stato scelto da Gesù Cristo come simbolo di appartenenza alla comunità dei Cristiani e anche come
simbolo di condivisione di un bene alimentare di primaria necessità. Val Vibrata Life vuol proporre un’attenta riflessione sui mezzi e sulle tecniche usate per coltivare questo piccolo seme, e pure sulle fatiche, sulle attese e sulle gioie, che accompagnavano il contadino nel lungo percorso della sua gestazione. L’incarico di realizzare questo progetto è stato affidato a me ed io intendo assolvere il compito coinvolgendo i protagonisti del mondo rurale, testimoni di esperienze straordinarie, da trasmettere a chi oggi vede un campo di grano trebbiato in poche ore. Ci rivolgiamo a loro perché facciano pervenire, agli indirizzi sotto elencati, ricordi, aneddoti, foto (sa-ranno sottoposte a scansione e restituite immediatamente), canti, stornelli, racconti, ricette a base di prodotti del grano e tutte le altre informazioni utili per permettere di tracciare una storia a puntate (di carattere economico, antropologico e alimentare), dedicata a questo minuscolo seme. Verrà fuori un racconto scritto a più mani, che si avvarrà, oltre che delle informazioni orali, anche di quelle
ri-cavate da antichi trattati di agricoltura e da libri redatti alcuni anni fa, nell’ambito di progetti scola-stici, dai miei alunni di Controguerra. Un altro contributo al compimento di questo progetto può ve-nire anche dalle scuole, i cui allievi possono svolgere la funzione di mediatori attivi nella raccolta d’informazioni. Tutti quelli che forniranno un aiuto meritano il nostro ringraziamento e, chiaramente, saranno menzionati. Il racconto vuol essere anche un omaggio al sudore delle lavoratrici e dei lavoratori della terra intende, inoltre, riportare l’attenzione dei giovani e meno giovani sulla civiltà contadina, ai cui valori si sono ispirate intere generazioni, capaci di condurre l’Italia verso traguardi importanti, che oggi rappresentano, purtroppo, un nostalgico ricordo. Personalmente, infine, sento il dovere di dedicare la ricerca a due persone: a Giuseppe Spitilli, contadino colto ed elegante, testimone affidabile e preciso delle pratiche rurali, recentemente passato ad altra vita, e a mio padre, oggi novantatreenne, mezzadro sino al 1960 e artigiano poi.
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LA COMPAGNIA DEL PECORINO Attiguo all’ufficio deputato alla riscossione dei diritti d’autore, il suo titolare, Giuseppe Maretti, ha allestito una biblioteca d’abruzzesistica, che conta un numero considerevole di opere, anche molto rare e nelle edizioni originarie, mostrate con orgoglio ad amici e clienti.
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a stanza, però, non è solo luogo di cultura spesso ospita degli aperitivi, che permettono di apprez-zare una selezione variegata di vini, tra cui il Pecorino, prodotto nelle tante cantine del terri-torio vibratiano, e non solo. A fare compagnia a questo prezioso e generoso nettare è, spesso, un altro pecorino, il formaggio. Ambedue
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i prodotti oggi sono patrimoni della cultura enologica e gastronomica della Val Vi-brata. Il primo, adesso molto di moda, è un vino che si produce da un vitigno autoctono delle Marche e dell’Abruzzo, quasi scomparso dalla circolazione e recuperato solo pochi decenni fa. Il suo nome ha origini incerte. Secondo qualcuno, sarebbe legato all’allevamento ovino e, in particolare, alla transumanza, perché sembra che, durante i loro spostamenti, le pecore gradissero molto nutrirsi dei grappoli di quest’uva, che, per sua natura, era matura già a settembre, mese in cui, come recitano i famosi versi di D’Annunzio, iniziava la loro migrazione verso la Puglia. Nello studio di Maretti, questo vino non accompagna solo il formaggio di pecora, che pure vanta una vecchia tradizione locale
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si degustano anche altre prelibatezze, scovate sul territo-rio dagli amici che fanno parte della combriccola. Questa, nel giro di poco tempo, è diventata sempre più numerosa, tanto da poter essere considerata una vera “Confraternita”, natural-mente del “pecorino”, inteso sia come vino sia come formaggio essa, secondo il suo goliardico statuto, pone al primo posto il piacere della gola, de lu cannucce, come ama dire un sodale, e, in subordine, anche della mente e dell’anima, che del primo sono lo specchio. l’allegra compagnia si è riunita il giorno 22 marzo 2013, presso il ristorante Lago Verde di Sant’Omero, per una cena di “lavoro”, durante la quale si è proceduto all’approvazione dello statuto, alla “ratifica” del PriorePresidente, Giuseppe Maretti, e alla consegna delle tessere.
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COSTA BLU Un marchio per rilanciare il litorale teramano di Pasquale Rasiccix
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n paio di a n n i fa,in occasione della Fiera Internazionale del Turismo di Milano, presenti,tra gli altri, l’assessore al turismo della Provincia di Teramo Ezio Vannucci, il presidente della Provincia,Valter Ca ta rra , i l presi de n te d e l l a Regione Abruzzo, l’assessore al turismo del comune di Alba Adriatica, Marziale e tante altre autorità, fu presentato un nuovo marchio turistico per rilanciare e valorizzare la costa teramana. Il lancio del marchio costituì soltanto il primo tassello di una vera e propria strategia di marketing territoriale, incentrata sulla promozione del “Prodotto mare” e dei punti di forza che
nel tempo hanno reso la costa teramana una delle realtà turistiche più importanti d’Abruzzo. Sono 45 chilometri di costa che si snodano tra ampie e basse spiagge sabbiose. Sono sette centri costieri,collegati per un lungo tratto da una pista ciclo-pedonale e tutte insignite dal prestigioso riconoscimento della Bandiera Blu. La costa può vantare cinquecento struttur e tr a alber ghi, r esidence, camping e villaggi turistici. Sono trascorsi circa due anni, ma della “COSTA BLU” poco si è parlato nemmeno una cartolina Illustrata è stata realizzata. Nella presentazione l’assessore
Va n n u c c i a v e v a s o t t o l i n e ato che l ’ obi etti vo doveva essere quello di rilanciare i temi storici delle sette località costiere e del Gran Sasso. Molto soddisfatto fu Giammarco Giovannelli, presidente provinciale Federalberghi. Disse che si trattava di un passo storico – politico provinciale per l’identificazione turistica nazionale della nostra costa. (Martinsicuro-Alba Adriatica -Tortoreto-GiulianovaRoseto degli Abruzzi-Pineto-Silvi Marina).
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IL DUBBIO
L a raccolta differenziata ?
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e non sarà tra qualche mese, sarà entro fine anno, ma la TARES, la nuova tassa comunale sui rifiuti, arriverà, e sarà una mazzata. Si parla già del 30% in più, e quando il governo fa trapelare una anticipazione del genere vuole dire sta preparando l’opinione pubblica a ben peggio. Si inizia a far girare la voce del 30% in più – “ma non è sicuro” – quindi la gente si urta, impreca, ma poi finisce per attendere, dato che non è per il momento, e finisce per dimenticare. Però ha acquisito il fatto che si pagherà di più. Quando paga, paga. Poi, dopo qualche mese, uno dei tanti TG ci dirà che a conti fatti non era il 30%, ma il 40% o forse il 50%, chi sa mai quanto era? Comunque abbiamo pagato. E tutti, dopo aver imprecato ancora, taceranno e dimenticheranno, fino a l n u o v o p a g a m e n t o . Ma l a domanda che nessuno si pone è: perché dobbiamo pagare di più per l’immondizia? Ufficialmente nessuno lo spiega, e dato che nessuno lo chiede, nessuno spiega. Il sospetto fondato è c h e l a TA R E S , c o m e l ’ I M U , serva solo a far arrivare soldi nella case dei comuni: dargli un nome e uno scopo apparente
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serve solo a rendere meno offensivo il prelievo. Partiamo dal fatto che la tassa sull’immondizia non si paga per quello che si produce realmente (come in altri paesi), ma in base a stime relative a superficie abitativa e numero di residenti secondo loro tre persone in un monolocale producono meno spazzatura di tre persone in una villa. Quindi è palese che il sistema serve a permettere ai comuni di calcolare in anticipo quanto riceveranno dalla tassa, e non a far pagare i cittadini in maniera onesta. Ma il vero punto della questione è: se prima pagavamo x per lo smaltimento indifferenziato della spazzatura - e lo smaltimento si paga a Kg - perché adesso che dappertutto è in vigore la “raccolta differenziata” paghiamo addirittura di più? Per la differenziata ci impongono – pena multe terribili, con vigili che aprono i sacchetti e verificano il contenuto cercando poi le prove per incastrarci – la fatica e il disagio di avere tanti secchi diversi in casa e separare pezzo pezzo i rifiuti, tenendo alla mano la tabella che distingue il verde dal blu, e uscendo ogni sera con un sacchetto diverso. Ma se la differenziata serve davvero a ciò che viene ci detto, ossia recuperare (riciclandoli e rivendendoli)
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metallo, vetro, plastica e carta dai rifiuti, e ridurre allo stesso tempo notevolmente la frazione che va in discarica (quella che costa), la tassa smaltimento rifiuti dovrebbe crollare. Invece aumenta. Perché? Ve lo siete mai chiesti? Forse perché la differenziata non serve a quel che ci dicono? Non è che quella spazzatura che dividiamo con tanta fatica viene poi gettata ugualmente tutta assieme in discarica, perché la lobby dei proprietari di discariche non vuole guadagnare di meno e il sistema del porta a porta serve solo a creare centinaia di “posti di lavoro” a spese nostre? Un amico mi disse: “Non so se poi riciclano davvero, però vuoi mettere quante gente fai lavorare col porta a porta”. Ma se la parte riciclata viene davvero separata e venduta, quei soldi a chi vanno? Perché non riducono il costo al cittadino? Qualcuno gioca sporco? Il dubbio è forte e la gente dovrebbe pretendere spiegazioni dalle amministrazioni su questo tema. Vorrei vedere pubblicati i bilanci della gestione della spazzatura, voce per voce, conto per conto. Vorrei poter visitare gli impianti, vedere con i miei occhi i materiali separati, sapere quanto rendono, quanti dipendenti ci sono, chi li ha assunti, come.
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I l S antuario di M aria S antissima dello S plendore di Francesco Mosca
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l Santuario di Maria Santissima dello Splendore (o “della Madonna dello Splendore”) si trova a Giulianova Paese. La tradizione vuole che il 22 aprile 1557 la Madonna sia apparsa luminosissima su di un ulivo a Bertolino, umile contadino di Cologna intento a raccogliere legna in quei pressi. Gli storici, fanno risalire l’evento ai primi anni del 1500
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per via di un riferimento all’evento nel testamento di Giosia Acquaviva datato 1523, in conseguenza di quell’apparizione lì fu fatta costruire una chiesetta, affidata poi ai Padri Celestini. Accanto alla chiesa questi costruirono un monastero che abitarono per lungo tempo. La struttura, retta dal 1847 dai Padri Cappuccini, è il frutto di numerose modifiche ed ampliamenti:, nel 1857 fu innalzata
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la torre campanaria con la cuspide ad otto vele diritte il 28 agosto 1927 fu posta la prima pietra dell’attuale convento negli anni dal 1937 al 1959 venne ulteriormente ampliata la Chiesa e nel 1946 essa, quale dono votivo dei fedeli per il termine della Seconda Guerra Mondiale, venne dotata di un nuovo Altare maggiore. Tra il 1990 ed il 2000 sono stati restaurati i piani superiori del convento
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per ospitare un Museo d’arte ed ampi locali a pianterreno per ospitare una ricca biblioteca. Lungo la Via Bertolino, un tempo solo un sentiero di campagna, nel 1998 è stata collocata un’artistica Via Crucis con sculture in bronzo realizzate dall’artista Ubaldo Ferretti di Grottammare. L’interno della Chiesa è a croce latina ed è decorato con grandi pitture murali eseguite nel 1954 dall’artista giuliese Alfonso Tentarelli (1906-1992) su progetto di Padre Giovanni Lerario (1913-1973) vi è custodita una statua lignea della Madonna con il Bambino benedicente, di autore ignoto e risalente al XV secolo. Il 15 agosto 1914 con una solenne cerimonia sul capo della Madonna fu posta una corona in argento laminato d’oro e “tempestata di gemme” cesellata dalla famiglia Migliori di Giulianova. Intorno al 1950 la statua è stata inserita in una raggiera, simbolo della luce divina, posta sopra un tronco di albero per rievocare l’ulivo su cui apparve la
prima volta. Vicino al tronco, dalle cui radici sgorga l’acqua benedetta, vi è la statua di Bertolino in adorazione. Notevole, nell’adiacente sacrestia, è la pala cinquecentesca raffigurante la Vergine con il Bambino in gloria e i santi Pietro, Paolo, Dorotea e Francesco, opera attribuita al Veronese (1528-1588). Pure nella sacrestia è il bel tabernacolo ligneo con inserti d’ebano realizzato tra il 1720 ed il 1723 e attribuito ai maestri “marangoni”, cioè gli ebanisti cappuccini, fra’ Serafino da Nembro, fra’ Michele della Petrella e fra’ Stefano da Chieti. Del pittore Giacomo Farelli (16291706) sono i quadri ad olio su tela presenti nel coro e rappresentanti l’Immacolata Concezione, l’Annunciazione dell’Angelo a Maria, la Natività di Gesù e l’Assunzione di Maria al cielo. Gli interventi di recupero e valorizzazione avviati a partire dal 1986, oltre ad aver interessato la facciata della chiesa hanno
condotto alla realizzazione di un nuovo portico adornato di mosaici. L’acqua della polla sorgiva creatasi a seguito dell’apparizione miracolosa e situata sotto l’altare maggiore della chiesa, è stata opportunamente canalizzata e raccolta in apposite vasche nei giardini del convento, dove è stato realizzato un tempietto impreziosito da mosaici artistici e bassorilievi in marmo raffiguranti scene del Vecchio e del Nuovo Testamento il piccolo belvedere è adornato delle statue bronzee di San Michele Arcangelo, nostro difensore dal Male, che schiaccia la testa di Satana, e di San Francesco, nostro richiamo alla natura, rappresentato con le braccia alzate per glorificare il Signore. L’ampliato piazzale di accoglienza è dominato da una grande statua, anch’essa in bronzo, del Cristo, sotto cui campeggia la scritta “Ego sum via veritas et vita”.
fotografie di Giovanni Lattanzi
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ECCELLENZE
M ichele M aloni
Michele Maloni, il primo da sinistra. In basso a destra, rappresentanze
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ECCELLENZE
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uta e scarpe da ginnastica. Michele Maloni non ricopre solo la figura di Assessore alla Cultura presso il Comune di
Sant’Egidio alla Vibrata, ma è anche uno sportivo e un atleta. Una tenacia che lo spinge a difendere i colori azzurri su un terreno che non è poi cosi conosciuto fra i non addetti ai lavori: il ring delle Arti Marziali Miste (MMA). Uno sport di nicchia, poco conosciuto o se conosciuto, pieno di pregiudizi sbagliati e considerato violento, dove la politica non partecipa, non aiuta ma ostenta e premia ancora sport come il calcio condito da gesti isterici di giocatori e pubblico e farcito da cori razzisti. Eppure, tanto di cappello, Michele ha partecipato al campionato europeo senior MMA, svoltosi in Ungheria dal 28 al 31 marzo, rappresentando l’Italia. Una convocazione avvenuta dopo essersi aggiudicato a dicembre la Coppa Italia di Mixed Martial Arts a Roma nella categoria Senior. Un ragazzo sveglio, motivato, agonista e solidale che ci racconta com e la passione per questo sport abbia preso il sopravvento già alla tenera età di 16 anni grazie al suo primo allenatore “Sha” che gli ha trasmesso l’amore per questo sport. “ Si è uno sport di combattimento – confessa Micheleun mix tra paura e tensione, dove però l’avversario non è il
nemico da battere ma il co-attore al quale si dà e si riceve massimo rispetto e lealtà. Anche qui c’è il terzo tempo. Si lotta ancora con il pregiudizio che lo vede come uno sport violento ma tutto sta nel vederlo in maniera giusta porta al benessere psicofisico, ti forma, ti insegna la disciplina, l’educazione e il rispetto”. Abbiamo conosciuto il Michele assessore, atleta e infine conosciamolo sotto la veste di insegnante tecnico a Sant’Egidio alla Vibrata. Sono principalmente due i tipi di ragazzi che si avvicinano a questo sport: il timido e introverso che deve autoaffermarsi e deve acquisire maggiore sicurezza poi c’è chi vuole fare il duro ma ben presto si trova davanti una realtà del tutto diversa. Fra i suoi allievi spiccano 5 campioni italiani, due argenti e un bronzo. Risultati che, oltre a grandi soddisfazioni per lo stesso Michele, sono valsi ai ragazzi la convocazione per due campionati europei di specialità. Non resta che augurare a Michele un grande in bocca al lupo per il Campionato Italiano MMA della classe Veterans di Roma. Tutta la Val Vibrata incrocia le dita per te!
ECCELLENZE
Marisa Lelii ritratto di un’artista dalle mille sfumature di Virginia Ciminà
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nni ’70 espone già le sue opere in collettiva. Siamo di fronte a Marisa Lelii, l’artista che fin da piccola voleva fare la pittrice. Nata e cresciuta a Nereto, arriva a Urbino, Firenze, Venezia e Matera per inseguire il
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fascino della calcografia e inizia a frequentare corsi estivi internazionali per l’incisione artistica. Si Diploma all’Istituto d’Arte di Urbino, e nel 1972 è già docente di Discipline Pittoriche ed Anatomia Artistica presso il Liceo Artistico Statale di Teramo. E da questo periodo di vita intensa e ricerca artistica che interrompe la produzione personale per impegni politici, sociali e familiari, riprendendo poi nel 2002 l’attività artistica e espositiva nel salotto di Teramo con un tema tutto al femminile: “Fiore di donna” in occasione della Festa della Donna, dove torna a rifugiarsi nel vecchio amore della pittura, stimolata dalle battaglie e dal problema sociale delle donne. È da qui che prende il via l’avventura di Marisa. Acquarellista in primis si cimenta poi in ritratti a matita a modelli viventi che realizza anche in calcografia. Una scoperta avvenuta, come lei stessa ci racconta per caso mentre prestava servizio di volontariato presso la casa di riposo di Nereto. Occasione importante che la portò a conoscere un pittore di Pavia, ospite lì, che le chiese gentilmente di fargli un ritratto. Impacciata e impaurita e con la mano tremante, riuscì a sprigionare tutta la sua creatività e in pochi minuti la matita sembrava andare per conto suo. Ci guarda con gli occhi pieni di gioia e positività mentre
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ECCELLENZE
nella pagina sinistra: “MlA MADRE” -matita su carta 25 x 31 cm 2003
in questa pagina: ‘’ ROSSO II”- acquerello su carta - 40 x 50 cm 2006
racconta la sua grande soddisfazione. Ritratti di uomini, di donne, di anziani e non, del marito, dei figli, di sua madre, sfilano l’uno a fianco all’altro intervallati dalle immagine delle sue opere. Tutti vogliono posare per Marisa, la pittrice acquarellista amante dei ritratti che verranno presto esposti in una mostra in Val Vibrata. La sua opera artistica non è però limitata ai ritratti, va oltre, sviluppando, con tecniche varie e sperimentali, tematiche e concetti legati all’attualità, sui temi dell’esistenziale, della violenza, dell’ambiente
ecc. e realizzando illustrazioni di poesie di poeti contemporanei quali Ranalli e De Signoribus. Spazio anche per le sperimentazioni più mature con un tuffo nelle sue esposizioni e riconoscimenti: ne citiamo alcuni come dalla collettiva “Fiore di donna” alle diverse collettive di incisioni a Teramo, al Premio Nazionale Arti Visive “Città di Pisa” , dove è arrivata finalista, alla rassegna internazionale “No Wall No War Concept , alle personali gallerie “Il Bisonte”, Museo delle genti d’Abruzzo, La Rinascita, “Comunale Torre bruciata”, al premio
internazionale “Gianni di Venanzio” a Teramo , premio Artemisia 2010, primo concorso internazionale D’Arte “La Grisaglia” 2012 e Artcard Sharjah Art Museum Emirati Arabi . Per finire con le pubblicazioni nel catalogo “Acquaviva nei fumetti 2002”, al mensile “Notizie Donna” , al volume “Altri Orizzonti”, alla rivista “Archivio” e all’enciclopedia d’Arte Italiana. Non ci resta che salutare Marisa e ringraziarla per le emozioni che ci ha regalato con le sue creazioni.
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PUBBLIREDAZIONALE
I n uscita il s i ngolo “G e t o n Top” di V eronica Val à 22
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PUBBLIREDAZIONALE
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eronica, cantautrice di 21 anni, vive ad Alba Adriatica e studia pianoforte al Conservatorio di Teramo. Tra pochi giorni uscirà il suo primo disco dal titolo “Get on Top”, prodotto da Claudio Marastoni, musiche e testi di Pier Bernardi e Luca Anceschi e registrato presso “Zoo Studio”. Finalista nazionale al concorso Miss Grand Prix nel 2012, finalista a Veline nel 2012, è stata ora scelta per l’immagine del concorso abbinato al settimanale di gossip “Miss Vip 2013” ha appena terminato il set per la pubblicità del noto push up Selene. Veronica è vestita da un brand casual “Fragile” il quale realizzerà anche il suo video.
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PEOPLE
L’ “A ura” del successo
di Alessandra Di Giuseppe
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’Aura, come noto, è l’energia che ciascuno di noi trasmette e credo sinceramente che i protagonisti di questa avventura nella musica, ne possiedano molta anzi moltissima! Ho incontrato gli Aura, una band composta da ragazzi della Val Vibrata e provincia, di ritorno dal concerto tenuto a Singapore presso il centro “Arts Goodman Center”, all’Auditorium “Concert Hall”, un progetto di collaborazione con le aziende enogastronomiche
PEOPLE locali che fungono da supporto un interscambio per far conoscere all’estero i prodotti del territorio abruzzese attraverso la musica. I loro volti raggianti, pieni di entusiasmo misto alla semplicità che li contraddistingue. Si, perché è proprio questa la sensazione che trasmettono i loro sorrisi, consci del fatto che la misura del talento non è ciò che vuoi ma ciò che puoi! La loro avventura ha inizio nel 1994, anno in cui nasce il primo nucleo del gruppo formato da Igor Piccioni, Gianmarco Renzi ed
Emanuele Perilli. Il loro progetto? Una vita per la musica!! Il gruppo, attualmente è composto da Igor Piccioni (batteria), Gianmarco Renzi (tastiera e chitarra), Elio D’Arcangelo (chitarra) Matteo De Virgilliis (basso) Francesca Lago e Marco Di Blasio (solisti). Da quel lontano 1994 di strada ne hanno percorsa tra concorsi, concerti e la scuola di musica che hanno fondato, la “Modern Music Lab” di Alba Adriatica, punto di riferimento per bambini, ragazzi ed adulti del centro vibratiano. Il gruppo ha all’attivo diversi brani inediti in italiano ed in inglese: “Wake up security cannel” datato 1995 e tre CD: l’omonimo “AURA” (1998), “Promo 2001” e l’ultimo nato “Electricafè”, uscito nell’estate del 2009. Mi hanno donato una copia del loro ultimo cd, l’ho ascoltato e posso confermare che ne è valsa la pena mi ha colpito una frase del brano “vorrei” vorrei che i sogni volassero per veder la luna e il mare di notte che si amano, vorrei che i tetti sparissero. La caratteristica principale che contraddistingue il profilo di ciascun componente degli Aura è l’umiltà e l’amore per la musica nessun progetto rivolto al successo: “Mille volte una carriera così che due anni di effimero successo per poi cadere nel dimenticatoio”.
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PEOPLE
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i trasforma ad una velocità impressionante. Mimica elastica che cattura ogni sfumatura del personaggio e del momento empatico col pubblico. Festeggia quest’anno i suoi primi 33 anni di carriera. Modelli ispiratori: Totò in primis ma anche Enrico Montesano, Walter Chiari, Gino Bramieri, Campanini, Ric e Gian, Franco e Ciccio, tutta quella meravigliosa generazione di artisti degli anni ‘50-’60 che hanno fatto la storia della comicità. Bella la sua partecipazione su Canale 5 a “Momenti di Gloria” nel 1999 con Mike Bongiorno, poi altre esperienze televisive importanti. Angelo Carestia in realtà ha iniziato già dal 1991 con il campionato degli imitatori “Stasera
mi butto”, alcune esperienze su radio Rai “che mi hanno fatto capire molti meccanismi dello spettacolo”, poi una trasmissione in orario pre-serale con il maestro Mazza, “Caramelle”, abbinata alle lotterie nazionali, ancora Rai2 con Massimo Boldi e Anna Falchi, con Luisa Corna su Rai1, e una intensa partecipazione a programmi radio e Tv di tutta l’Italia Centrale, in netto anticipo su quello che poi sarebbe stato il mood dello show business. COMICO/CABARETTISTA PER VOCAZIONE O PER SCELTA? Per vocazione e per passione. Alle scuole elementari il maestro alla fine della lezione mi chiamava in piedi davanti a tutti a fare imitazioni, raccontare barzellette, io ci prendevo gusto e facevo le imitazioni dei cartoni animati e dei comici di allora...succedeva sistematicamente, e la cosa poi è andata avanti alle scuole medie, lì inconsapevolmente iniziava già una sorta di cabaret, prendevo di mira tutti i tic e le caratteristiche dei miei professori, rendendoli un po’ macchietta. A dir la verità non a tutti faceva sempre piacere, così io battevo il record di note sul registro. Un bel giorno successe quello che accade nelle belle favole: fui chiamato ad esibirmi ad una manifestazione parrocchiale...non l’avessi mai fatto!!!!! la gente mi fermava per strada, tutti parlavano di me in paese, al Bar mi chiedevano “fa questo! fai quello!”.A furor di popolo fui portato alla corte del Grandissimo Nino Dale
ANG E L O CARES TIA di Maria Rita Piersanti 28
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che mi prese con la sua orchestra facendomi scoprire l’immenso amore che provavo e provo tuttora per lo spettacolo. ERA L’ EPOCA IN CUI IL MESTIERE SI IMPARAVA SUI PALCHI, CON MAESTRI DI VITA E DI SCENA. CHI RICORDI CON MAGGIOR PIACERE? Nino Dale rimane colui che mi ha insegnato a stare sul palco, ad affrontare il pubblico, poi tanti altri, per esempio uno sconosciuto e giovanissimo Gigi Sabani. Bravissimo sia dentro che fuori dalla scena, grande persona. COSA TI HA CONQUISTATO DEL TUO LAVORO? L’emozione! assolutamente, e l’adrenalina che tra l’altro provo ancora oggi prima di andare in scena, e poi l’abbraccio e il calore del pubblico, impagabile. LA COSA PIU’ DIFFICILE? Senza dubbio il rinnovarsi, la continua ricerca di idee nuove,riuscire a trovare sempre la stessa forza e lo stesso entusiasmo...quando non superi un provino a cui sei convinto di essere andato bene, o qualcuno che secondo te non merita prende il tuo posto. Quando a una tua serata c’è pochissimo pubblico. La lista sarebbe ancora lunghissima. La cosa difficile tra le altre è avere la determinazione di crederci sempre, e con umiltà andare avanti, anche quando non va come vorresti. UNA COSA CHE VORRESTI FARE E CHE ANCORA NON SEI RIUSCITO A METTERE IN CAMPO? Mi manca un programma televisivo
tutto mio, ma vi dico in anteprima che ho preparato un format sull’umorismo completamente diverso dai soliti. Di più non voglio dire... capirete. CURI ANCHE UNA TUA RASSEGNA, PROPRIO DOVE SEI NATO. UN GESTO DI AMORE PER LA TUA TERRA? Sì, organizzo da 10 anni, con la fondamentale partecipazione dell’Amministrazione Comunale, una rassegna di comici a Sant’Egidio alla Vibrata che si chiama “Comici si nasce?”. Lo faccio soprattutto per dare al pubblico del mio paese la possibilità di vedere una forma d’arte, “la comicità” a cui credo e devo molto. TI CHIEDONO MOLTI CONSIGLI SU COME DIVENTARE FAMOSO, O BRAVO? Bè famoso no, e bravo non tanto. Invece mi fa molto piacere vedere i ragazzi che incominciano e mi chiedono di visionare i loro pezzi per avere un parere. Ne sono così felice che mi faccio in 4 per accontentarli.
I TEMPI CAMBIANO, IL PUBBLICO ANCHE? Bella domanda! un segno dei tempi che cambiano è il tipo di umorismo, oggi con tantissimi comici e tante trasmissioni dedicate il modo di ridere è molto cambiato. Una volta bastava fare delle allusioni, dei doppi sensi per scatenare la risata, oggi si scade soventemente nella battutaccia greve, spesso volgare, per avere l’effetto istantaneo sul pubblico. COSA TI PIACE DI TE STESSO? Non mi piaccio mai, c’è sempre qualcosa di cui non sono soddisfatto, per fortuna è il pubblico che mi dice sempre quello che piace e quello che non piace. CHI E’ IL VERO ANGELO CARESTIA, QUALE DELLE SUE MILLE VOCI? Quando si fa un’imitazione non si è più se stessi, ed è anche il segreto di una buona imitazione: dimenticarsi di se’ ed entrare nel personaggio che si sta imitando in tutto e per tutto.
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VALVIBRATALIFE ! Y B BA
Filastrocca di Primavera
ILLUSTRAZIONI DI GIORDANA GALLI, FILASTROCCHE DI MAURA MARZIALI
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Sarebbe bello ricoprir di fiori un giorno molto bello dentro e fuori con petali di rose e le violette rallegrare le nuvole grigette con la ginestra ed il tulipano ricamare nel cielo che è un po’ strano e con le primule e i non ti scordar di me la pioggia e il vento vanno via da sè....
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Si sente nell’aria che è mite e garbata avanza a passetti ed è profumata le foglie cominciano appena a spuntare le reti son stese sulla riva del mare via presto i cappotti la coltre è pesante si lavan le tende ti senti più aitante. Il grano è nei campi è verde e già alto la rana nel fosso gli spicca un bel salto il pruno è fiorito ti mette allegria voi dite la vostra ho detto la mia!
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Colora la tua fiaba
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PUBBLIREDAZIONALE
il posto giusto per il tuo divertimento
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n perfetto mix tra ristorante e pub con pareti condite da foto e scritte a caratteri tridimensionali, con un design ricercato ed elegante. Dejavu Drink &Food nel cuore di Sant’Egidio alla Vibrata rappresenta il punto di incontro per ogni tipo di clientela, con sfiziosi e veloci pranzi di lavoro, piacevoli serate in compagnia, cene, o spuntini veloci. Un ambiente perfetto per tutte le occasioni dagli aperitivi alle feste di compleanno ma anche lauree e feste animate con deejay set. Da anni
Dejavu Drink & Food è tra i locali più vivaci e attivi di tutta la Provincia di Teramo, raccoglie tutta la movida e propone appuntamenti fissi come la musica dal vivo che caratterizza i venerdì sera con le band più famose del panorama nazionale. Un palco calcato da artisti di spessore quali Marina Rei, la Fame di Camilla, Di Martino, The Niro, Daniele Groff, Riccardo Senigallia e Marco Cocci. Una location di circa 200 metri quadri, composta da diverse sale, tra le quali una veranda per i fumatori, per un totale di oltre 50 posti a sedere per le caratteristiche
serate musicali e culinarie. Aperti tutti i giorni dalle 11:30 sino a tarda notte tranne il martedì e la domenica a pranzo.
IMPRENDITORIA
fare impresa
Imprenditore si nasce o si diventa? Ogni imprenditore può realizzare con successo la sua idea solo se è disposto ad impegnarsi
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oi riteniamo che imprenditori non si nasce ma si diventa perchè le competenze imprenditoriali ed il giusto profilo imprenditoriale si possono acquisire con il tempo, giorno dopo giorno, con la buona volontà, con l’impegno, con l’esperienza e con la formazione. Non dimenticando anche la tenacia. Ammettiamo però, e quindi
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lo riconosciamo, che alcune situazioni imprenditoriali si possono acquisire per nascita: respirare aria di imprenditorialità fin da piccoli, concorre a formare il c.d. “imprinting” di un potenziale imprenditore di successo. Ma ciò non toglie il fatto che il profilo dell’imprenditore lo si conquista! La voglia di imprenditorialità in Italia è davanti ai nostri occhi: questo perchè realizzare e creare un’impresa dà all’imprenditore una serie di soddisfazioni umane, professionali ed economiche che sono alla base delle sue aspettative. Diventare imprenditore è un obiettivo di vita di molte persone, giovani e meno giovani, che vogliono creare un’attività propria, per la quale decidono di investire ed impegnare risorse umane e finanziarie. Ogni idea imprenditoriale nasce dalla creatività e dall’intuizione di qualcuno che è disposto a rischiare in proprio e a diventare il protagonista della propria vita professionale. Ogni imprenditore può realizzare con successo la sua idea solo se è disposto ad impegnarsi, sacrificarsi, mettersi in gioco il rischio che corre è alto, ma se ha le giuste caratteristche, il rischio lo può ridurre. Ti chiedi come? Pensa ad
IMPRENDITORIA
un imprenditore che sa ben predisporre la sua idea di business, che conosce bene il suo mercato di riferimento, che ha capacità decisionali ed organizzative, che è in grado di affrontare difficoltà e problemi, che sa coinvolgere le risorse umane nel suo progetto, e che è anche un buon comunicatore. Dunque diventare imprenditore vuol dire avere una idea di business e realizzarla con un progetto di impresa. Di esempi di idee di business, che oggi sono dei veri e propri imperi, ce ne sono veramente tanti, per fortuna Imperi che sono nati dall’idea di un semplice commesso di un negozio. oppure dall’intuizione imprenditoriale di un cliente. Basta pensare all’idea “dei pacchi piatti” dell’IKEA che, oggi, sono divenuti leggendari per la società. Questa idea è nata da un’illuminazione di G. Lundgren che mentre tentava di caricare nella sua automobile un tavolo di legno ad un certo punto ha avuto l’idea di togliere le gambe del tavolo e di disporle sotto il piano, così da poterlo trasportare con più facilità. Questa idea è diventata uno dei principali punti di forza del marchio: i mobili dell’IKEA sono infatti progettati e realizzati per essere smontati e imballati. E che vogliamo dire dei fondatori di GOOGLE, attualmente il motore di ricerca N°1 al mondo? Larry Page e
Sergey Brinn erano solo due studenti universitari quando hanno inventato l’algoritmo che ha ottimizzato le ricerche di qualsiasi parola chiave su internet! Oggi sono i titolari di una delle aziende più potenti a livello globale. Ecco cosa fa un imprenditore: trasforma le idee e le risorse di cui dispone, in sviluppo,lavoro, ricchezza, insomma: in cose reali. L’imprenditore è la sua impresa:
genze imposte dal mercato. Attenzione però:per diventare imprenditore non basta avere un’idea. Bisogna essere innamorati della propria idea, perchè su questa idea l’imprenditore concentra la maggior parte del suo tempo e della propria vita. M A Q U E S TO A M O R E , N O N DEVE ANDARE AL DI LÀ DELLA RAGIONEVOLEZZA: ecco a cosa serve il business plan! L’abbiamo
Ecco cosa fa un imprenditore: trasforma le idee e le risorse di cui dispone, in sviluppo,lavoro, ricchezza, insomma: in cose reali. in essa riversa tutto sè stesso, le sue capacità, le sue energie, le sue risorse, la sua volontà e le sue aspettative. Diventare e fare l’imprenditore significa innanzitutto ccettare una sfida con se stessi, e credere nel proprio progetto imprenditoriale, volerlo realizzare anche mettendolo in disussione lì dove è necesario per renderlo ottimale e rispondente a l l e e s i -
scritto più volte che se un’idea di business è economicamente poco conveniente, o finanziariamente non fattibile, occorre scartarla. Anche a dispetto dell’amore e se il business plan viene fatto a regola d’arte, fornisce tutte le risposte che un imprenditore (o un potenziale imprenditore) sta cercando dalla sua idea di business. Diventare imprenditore di successo non è impossibile per chi, alla base dell’idea imprenditoriale, mette un impegno costante, motivazione, pianificazione, analisi, ricerche, dati assemblati e buone capacità organizzative. E se proprio non si possiedono alcune o nessuna di queste caratteristiche, si possono sempre pagare le persone che invece le possiedono. Molte di loro saranno contente di mettere le proprie competenze al servizio di chi è disposto a dare loro fiducia.
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Arcadia, il Made in Italy dal cuore della Val Vibrata di Virginia Ciminà
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uesto mese vi raccontiamo la storia di un marchio giovane, fresco e dinamico e lo facciamo attraverso la figura che rappresenta il cuore di Arcadia, brand di borse e accessori moda dal tipico stile
internazionale della pelletteria, allargando così il nostro mercato. Da lì abbiamo iniziato a prendere contatti con diverse aziende. All’inizio ci affidavamo ai distributori poi man mano abbiamo intensificato la rete vendita, prendendo direttamente contatti con i negozi. Oggi possiamo vantare un parco clienti fidelizzato.
Pasquale Tondi, che abbiamo avuto il piacere di conoscere, è uno dei titolari. L’amore per i dettagli, per il fashion, per la ricerca costante della qualità e l’accurata selezione dei materiali, contraddistinguono la personalità poliedrica di questa azienda: le loro borse colpiscono molto per lo stile davvero impeccabile che le contraddistinguono.
Come è nata la decisione di creare un marchio tutto vostro?
Made in Italy.
Fin dall’inizio l’idea era quella di non lavorare solo per i grandi produttori. Volevamo creare il nostro prodotto cercando una clientela alternativa. La nostra vocazione è di avere un mercato tutto nostro che rappresenti la forza dell’azienda, con un’ identità facilmente riconoscibile.
Parlaci un po’ del marchio di cui sei fondatore. È stata una scelta vincente oppure un limite? L’azienda è stata fondata nel 1975 da me e mio padre Tonino Tondi. Tre anni dopo è subentrato in azienda anche mio fratello Sergio. Inizialmente era un laboratorio artigianale “Tondi Pelletteria”, lavoravamo inizialmente come fasonisti e successivamente distribuendo i nostri prodotti tramite grossisti nel territorio italiano e in alcuni paesi europei. Nel 1990, in occasione della costruzione del nuovo stabilimento nella zona industriale di Corropoli, abbiamo deciso di fare un brand tutto nostro con il preciso intendo di ampliare la nostra rete commerciale.
Questa soluzione è stata vitale nonostante la crisi. Avendo mercato, la nostra politica è di avere clienti fidelizzati che si rivolgano a noi nel corso degli anni. Inoltre partecipiamo a molte fiere: due volte l’anno al Mipel, poi in Giappone, tre fiere a Mosca, due in Svizzera, due in Germania e una a Pechino. Giriamo molto, così da poter avere una visione globale che ci permette un’evoluzione continua.
Come avete raggiunto la ribalta nazionale?
I grandi marchi dettano ancora legge sul mercato della moda?
Abbiamo partecipato al Mipel di Milano, fiera
Dobbiamo monitorare i grandi marchi. È si importante
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vedere come si muovono e quali novità propongono però bisogna creare una propria identità rimanendo fedeli a ciò che vuole il mercato. Ci posizioniamo su una fascia medio alta. Siete presenti già in Europa, pensate di espandere ulteriormente la rete di vendita? Nel 2012 abbiamo lavorato con oltre 40 paesi nel mondo, questo fa meglio capire la nostra propensione al mercato. Il brand Arcadia si può trovare in punti vendita multi brand al dettaglio o in store monomarca. La rete commerciale è sviluppata a livello nazionale ed internazionale.
Nel 2009 abbiamo deciso di investire sul mercato cinese per lo sviluppo del brand nei mercati asiatici, costituendo una nostra società: Arcadia Shanghai Trading Co. Ltd con ufficio e showroom a Shanghai. Produciamo tutto qui in Italia e stiamo aggredendo il mercato cinese con il Made in Italy. Le creazioni Arcadia sono presenti con boutique monomarca in punti nevralgici del commercio di lusso: a Shanghai, Chengdu e a Shenyang dove sono stati aperti tre punti vendita. Prossime aperture anche a Dalian, Shenzhen e Hangzhou. Molti fason si sono lamentati del fatto che i laboratori cinesi in Italia
hanno strappato il lavoro alle aziende italiane, è tutto vero o ci sono dietro problematiche a noi sconosciute? Anche noi ci avvaliamo di alcuni laboratori cinesi qui in zona. Non gli affidiamo completamente tutto il lavoro ma parte del processo produttivo, cosi da poter controllare il risultato prima del confezionamento. Questo perché, in Italia, nessuno vuole fare più questo lavoro e gli specializzati in questo settore scarseggiano ogni anno di più. Inoltre è venuto a mancare negli anni, il cambio generazionale che ha praticamente fatto sparire i tanti laboratori presenti sul nostro territorio. Collezione P/E 2013. Qual è il mood su cui avete lavorato? La nuova collezione primavera/ estate è caratterizzata da borse grandi a mano e con tracolla, stampe rettili, colori forti e motivi floreali, rigorosamente in pelle e rigorosamente Made in Italy. Stile per tutti i gusti, sportivo e chic per una donna moderna e sensibile alla moda. Terminiamo con una tua idea sulla Val Vibrata, come la vedi dal punto di vista produttivo? La Val Vibrata, nel nostro settore, contava oltre 300 aziende a livello produttivo. Potevamo considerarla tra le più forte d’Italia, però con un unico handicap: molti imprenditori non hanno investito sulla propria azienda per creare mercato e a malincuore devo ammettere che la cultura dell’imprenditoria è andata via via scemando.
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iprendiamo i l nostro r a c c o nto sull’importanza delle dune costiere che, come illustrato nell’ultimo articolo, rappresentano un patrimonio ambientale sempre più raro e quindi prezioso per i nostri litorali. Come rare e preziose sono le “piante psammofile” sul cui significato ci eravamo salutati lo scorso mese. Unione dei termini greci psammos e filos, il termine ci suggerisce che queste piante sono vere e proprie “amiche della sabbia” si tratta infatti di specie vegetali che nascono e si sviluppano spontaneamente solo in ambienti costieri e sabbiosi. Proprio in relazione a questa loro alta specializzazione ambientale, queste specie presentano una serie peculiare di caratteristiche che ne testimoniano la loro capacità di resistere a condizioni estremamente difficoltose. Stabilito che
a proteggerci dall’azione talvolta distruttiva delle onde del mare vi saranno le dune, proviamo ora ad immaginare di essere noi stessi una povera piantina in balia delle altre intemperie di questo ambiente. Innanzitutto ci troveremmo ad affrontare, soprattutto in estate, picchi di temperatura elevati, in un ambiente che sappiamo già essere arido e quindi povero di acqua dolce. Inoltre il vento costiero, oltre a bombardarci di granuli di sabbia a tale velocità e in tale quantità da renderli abrasivi, ha le potenzialità per spazzarci via dalla nostra postazione. Insomma vita difficile quella delle piante psammofile. Eppure sono capaci di affrontare queste difficoltà in modi differenti: c’è chi assume forme basse, quasi schiacciate, p e r n o n d o v e r a ff r o n t a r e l a minaccia del vento, e c’è chi si ancora bene sul terreno con un apparato radicale profondo, che permette inoltre di recuperare
l’acqua piovana assorbita in profondità dalla sabbia c’è poi chi sviluppa fusti e foglie carnosi, ricchi di acqua al loro interno, o chi l’acqua della propria traspirazione la trattiene per mezzo della peluria delle loro stesse foglie. Le piante psammofile non sono delle “sprovvedute” e sanno bene come difendersi dalle avversità. ricordiamo nuovamente che hanno inoltre la man forte delle dune, strutture che esse stesse hanno contribuito a formare, costituendo uno di quegli ostacoli fondamentali per la possibilità di accumulo della sabbia. Seppellita da una prima iniziale quantità di sabbia, la vegetazione risponde con una velocità di crescita tale da rimanere emersa e conseguentemente aumentare ulteriormente l’altezza di accumulo in questo modo si instaura una sorta di gara tra duna e vegetazione, che si concluderà quando la duna sarà matura e si accorperà ad altre dune sviluppatesi nelle vicinanze fino a formare lunghi e continui cordoni sabbiosi. Curiosi di sapere quali specie popolano il biotopo di Martinsicuro? Rimanete sintonizzati su queste frequenze.
IL BIOTOPO COSTIERO DI MARTINSICURO Seconda parte: le piante psammofile A cura di Angelo Bruni – C.E.A. Scuola Blu - Martinsicuro 42
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AMBIENTE
P O L LI CE VER DE AD APRILE di Laura Grimaldi
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ossono essere impiantate in questo periodo moltissime piante da appartamento con fioritura in primavera inoltrata. Parliamo dell’iris o delle primule queste ultime, spesso spontanee in molti luoghi d’Italia, non necessitano di particolari cure e possono sopravvivere con facilità a qualsiasi tipo di vaso. Lo stesso vale per le gerbere per le quali si richiede l’accortezza di tenerle in una stanza molto luminosa vanno annaffiate poco e poste in un terriccio che deve essere ben drenato, leggero e sabbioso. Se si esagera con l’acqua possono essere attaccate dagli acari e dal marciume alla base dei fusti. Nell’orto e nel frutteto è tempo del susino i cui frutti vengono utilizzati sia freschi che cotti nella preparazione delle marmellate. Deve essere collocato in una zona luminosa, facendo in modo che non possa ricevere molto sole diretto per diverse ore nel corso della giornata. Le irrigazioni si rendono necessarie in presenza di esemplari giovani in quanto generalmente il susino si accontenta dell’acqua piovana.Tra i lavori di aprile da effettuare vi sono la
manutenzione e la cura delle piante di agrumi, specialmente se coltivati in vaso. Prima di tutto bisogna pensare ad un eventuale rinvaso, spesso hanno bisogno di un cambio di terriccio in modo da dare alle radici tutto lo spazio necessario per crescere. Solo in questo modo sarà possibile ottenere una crescita rigogliosa della pianta ed un’abbondante fruttificazione. In questo periodo è possibile, poi, effettuare la semina della zucca nelle zone a clima mite. Dopo aver preparato un buon letto di semina con lavorazioni a media profondità e sminuzzato il terreno in superficie, bisogna disporre circa 5 semi i n
piccole buche, profonde 2-3 cm e distanti tra loro poco più di 1 metro. In tempo di luna crescente possono essere messe a dimora all’aperto lattuga, indivia, cavolo, fave e porri. In fase di luna calante vengono rincalzate le patate, messi i tutori a pomodori, piselli e fagiolini rampicanti concimate le fragole, i carciofi e le carote che stanno crescendo. E’ utile, poi, utilizzare i teli di “tessuto non tessuto” per proteggere le piantine germinate dagli abbassamenti di temperatura notturni.
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Matrimonio e un po’ di storia
L’unione tra l’uomo e la donna è indispensabile per la formazione di un nucleo famigliare, quindi si presume che il matrimonio esista fin dall’antichità in diverse forme. di Maria Rita Piersanti
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a parola “matrimonio” deriva dal latino matrimonium e ha per radice “ mater-tris “ che significa appunto madre. Questo tipo di contratto univa l’uomo e la donna nella vita spirituale e pratica in cui la donna era con pochissime eccezioni la parte più debole. In passato serviva solo al marito per prendere possesso della
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moglie, quasi a schiavizzarla, per sottometterla. Solo con il diritto Romano diventò un accordo libero fra due persone, anche se la parità fra uomini e donne dopo il matrimonio apparteneva solo alla cultura egiziana. In passato per unirsi in matrimonio contava solo, l’appartenenza a una stessa religione, a una stessa razza, a una stessa classe sociale e naturalmente la posizione economica, non c’ era spazio per l’amore e i sentimenti. D’amore si parlerà solo con il Cristianesimo, quando il matrimonio assunse il valore di sacramento, e come tale era sacro e indissolubile, con l’unico fine della procreazione. Secondo i giuristi romani il matrimonio era un’istituzione fondata sul diritto naturale, definita come unione sessuale dell’uomo e della donna. Il Medioevo: fu un periodo molto cupo, la Chiesa accettò le regole del diritto germanico in materia matrimoniale, regole che non riconoscevano alcuna autonomia alla volontà degli sposi il matrimonio si scisse dall’amore, ed ebbe solo un puro legame di interesse. Il matrimonio germanico avveniva in due tappe: la prima, costituita da un contratto stipulato dalle famiglie degli sposi nel quale il potere sulla donna era trasferito dal padre al futuro marito, che in cambio pagava una dote al padre
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della sposa, in un secondo momento seguivano l’accompagnamento della sposa nella camera nuziale. Il Rinascimento: anche durante questo periodo, i matrimoni venivano contratti allo scopo di unire e rafforzare le famiglie e i patrimoni, è sempre l’uomo ad essere predominante, le donne non hanno nessun ruolo se non quello di apportare ricchezza al marito. Nel ‘600: c’è il trionfo dell’assolutismo monarchico, monarchi e re sostenevano l’inutilità dell’’amore e della fedeltà alla moglie, concetti molto astratti, e preferivano trovare conforto tra le braccia di giovani amanti. Nel ‘700 finalmente il matrimonio comincia ad avere un significato diverso. Con l’arrivo del
pensiero liberale, si cerca di porre fine all’arroganza dell’aristocrazia, si comincia a cambiare il senso comune del matrimonio, da semplice contratto economico si trasforma in promessa d’amore. Nel ‘800 con il romanticismo, si esaltano i sentimenti e l’amore. Il matrimonio cambia volto, da adesso ci si sposa solo per amore. E’ dall’800 infatti che hanno origine gran parte delle tradizioni ancora oggi in uso quali l’abito lungo bianco, i guanti, la torta nuziale il ricevimento. I concordati tra Stato e Santa Sede conosciuti Patti Lateranensi o Concordato Lateranense, hanno sancito le regole di interazione tra l’aspetto civile e quello religioso del matrimonio. Oggi in Italia: esistono
ancora molte usanze, come nell’800, e ci si sposa di solito per amore, anche se alcuni fattori come le condizioni socio-economiche, le differenze sociali, religiose o politiche, influenzano ancora le scelte delle persone. Si preferisce sposarsi più maturi spesso dopo un periodo di convivenza, si fanno meno figli, sia per un fattore economico che per una mancanza di tempo, le donne sono più indipendenti , lavorano fuori casa, ed hanno meno tempo da dedicare ai figli. Tali compiti adesso sono divisi con il marito. Nonostante molte coppie decidano di non sposarsi e di convivere, il matrimonio rimane per la maggior parte delle persone il giorno più bello della propria vita. E per voi?
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BON TON E TRADIZIONI di Maria Rita Piersanti Le fedi.
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’usanza di portare la fede all’anulare sinistro risale addirittura all’epoca degli antichi Egizi. Essi credevano infatti di aver individuato una vena che, partendo dall’anulare sinistro, arrivasse fino al cuore: lungo questa vena pensavano che corressero i sentimenti. “Legare” l’anulare significava quindi garantirsi la fedeltà. Per incoronare
e sigillare l ‘unione tra gli sposi già gli antichi Romani si scambiavano anelli di ferro, per l’antica legge ebraica le fedi avevano ancor più importanza, infatti ritenevano che solo lo scambio di questi anelli fosse sufficiente a rendere legale il matrimonio. Nel Medioevo, quando non aveva ancora preso totalmente piede lo scambio degli anelli, la “fede” era di grande fattura e di pari preziosità, spesso lo sposo inanellava la sposa con
IL BOUQUET Secondo il galateo lo sposo dovrebbe acquistare e consegnare il bouquet alla sposa la mattina stessa delle nozze ( ci sono poi da considerare varie tradizioni che cambiano da paese e paese). Il bouquet è secondo la
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tre anelli. In alcune regioni d’Italia è anche chiamata “vera”, termine veneto-slavo, che significa fedeltà, all’interno si è soliti incidere la data del matrimonio ed il nome della Sposa in quella di lui ed il nome dello Sposo in quella di lei.La tradizione vuole che sia lo Sposo a pagarle ed a conservarle fino al momento dello scambio, ma spesso sono i testimoni a regalarle. Saranno poi i paggetti a portarle sull’altare per la benedizione. Le fedi più indossate sono la “francesina”, la classica oppure la piatta. Chi preferisce qualcosa meno tradizionale può optare per un modello incrociato a più cerchi, oppure può scegliere la vera con un piccolo diamante, o addirittura con una serie di diamanti
tradizione, l’ultimo omaggio dello sposo per la sposa e chiude il ciclo del fidanzamento. L’usanza vuole che lo sposo lo faccia recapitare al mattino a casa della sposa anche se in realtà è la sposa stessa a sceglierlo in quanto deve armonizzare con il suo abito. In alcuni paesi è addirittura la suocera a regalarlo. Alla fine del ricevimento sarà lanciato a caso tra tutte le ragazze nubili: chi riuscirà ad afferrarlo dovrebbe sposarsi entro l’anno.
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La dote. Secondo la tradizione lo sposo, per tutto il primo anno di matrimonio non doveva sostenere spese per l‘abbigliamento della moglie e quindi la famiglia di lei forniva gli abiti, biancheria e accessori.
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Il velo nuziale Ai tempi dei romani i matrimoni erano spesso concordati tra famiglie per motivi politici o di interesse, senza che i due sposi si incontrassero mai prima del giorno del matrimonio. La sposa si copriva quindi il volto fino alla fine della cerimonia per evitare che lo sposo, scorgendo il suo reale aspetto, interrompesse il rito nuziale. E’ tradizione in alcune regioni, tramandare di generazione in generazione il velo per il giorno delle nozze
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a tradizione vuole che gli sposi non si vedano e si parlino prima della cerimonia nuziale. Ai tempi delle corti secondo la tradizione l’uomo rapiva la sua preferita e scappava in groppa al suo cavallo cingendola con braccio sinistro, mentre con il destro guidava
LA CERIMONIA Secondo il galateo parenti e amici aspetteranno l’arrivo della sposa in chiesa. La sposa e i suoi parenti devono disporsi a sinistra della chiesa guardando l’altare. Mentre lo sposo e i suoi parenti si disporranno a destra.
il suo destriero lontano dal villaggio , in più per difendere la sua amata, usava, il destro per impugnare le armi. In alcuni paesi per tradizione, la sera precedente al matrimonio lo sposo organizza una serenata sotto la finestra della futura sposa. Lo accompagnano parenti e amici e naturalmente un musicista con il violino, la chitarra o la fisarmonica. A fine serenata un ricco buffet per tutti in segno di ringraziamento viene offerto dai genitori della sposa. Ogni cultura ha le sue tradizioni e
superstizioni, anche riguardo le nozze. Pare che nella cultura greca si infili una zolletta di zucchero nei guanti, addolcirà l’unione. Un po’ meno divertente è trovare un ragnetto nell’abito da sposa, però secondo gli inglesi porta fortuna.Per gli indù sposarsi in un giorno di pioggia porta fortuna e si dipingono le mani e piedi con disegni fatti con l’henné per tenere lontano il malocchio. In Olanda piantano un pino nel giardino davanti casa dei neo sposi perché si pensi porti fertilità e fortuna.
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SPECIALE SPOSI
I L M ATRI MONI O E LA SC ARAMA NZI A di Maria Rita Piersanti
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ono tante le usanze legate alla superstizione riguardanti il matrimonio. Vediamo insieme come arrivare all’altare senza che il fato ci sia avverso. Queste le cose che portano bene. La tradizione vuole che la sposa porti con se il giorno del matrimonio 5 cose: - una cosa prestata: ad indicare l ‘affetto delle persone care che rimangono vicine in questo passaggio dal vecchio al nuovo. - una cosa regalata: a ricordare il bene delle
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p e r s o n e c a r e . - una cosa blu: anticamente il colore blu era il colore che simboleggiava la purezza ed era il colore dell’ abito della sposa. - una cosa vecchia: che simboleggia la vita che si lascia alle spalle e l’importanza del passato che non deve essere dimenticato nella transizione verso la nuova. - una cosa nuova: che simboleggia la nuova vita che sta per iniziare, indica tutti i nuovi traguardi e le novità che porterà con sé. C’è sicuramente un diktat che è più o meno valido in tutto il mondo: lo sposo non deve
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vedere mai la sposa con indosso l’abito nuziale soprattutto a partire dalla mezzanotte del giorno precedente. Una volta che si è vestita la sposa n o n p u ò p i ù guardarsi a l l o specchio, a meno c h e non si
tolga un pezzo dell’abito. Il velo indossato dalla sposa è considerato più fortunato se donato da una sposa felice. Se avete minuziosamente osservato queste regole, ricordatevi che durante la cerimonia il paggetto non dovrà far cadere le fedi e se dovesse capitare l’unica soluzione per non incorrere nella jella è che a raccoglierle sia l’officiante del matrimonio. Se volete augurarvi un’unione solida e duratura quel giorno indossate un diamante, mentre se è la fedeltà che vi sta a cuore indossata un’acquamarina. Fuori dalla chiesa si è soliti essere “bersagliati” dal lancio del riso, che è simbolo di ricchezza e felicità. Un’immagine allegorica molto simile è quella dello sposo che regala alla sua sposa una spiga di grano, in segno di prosperità e fortuna. Ed è ancora più curiosa quella di regalare alla suocera un rametto d’ulivo. Dopo l’uscita dalla chiesa, gli sposi sono accompagnati dagli amici, parenti e invitati con il corteo nuziale. Qui è usanza suonare il clacson ripetutamente. Quello che potrebbe sembrare l’intenzione di fare baccano e di attirare l’attenzione dei passanti è in realtà il riflesso di un’antica usanza di fare rumore per scacciare gli spiriti maligni. Uno dei riti scaramantici di importazione anglosassone è quello di conservare una fetta di torta che verrà mangiata il giorno del primo anniversario di matrimonio. Questo garantirebbe alla moglie la fedeltà del marito. Secondo molti esperti fu proprio questa usanza a spingere i pasticceri inglesi a inventare il fondente di zucchero, che si conserva a lungo. Oggi la si congela, e via! Una volta a casa, lo sposo deve varcare la soglia di casa con la sposa in braccio. Il suo significato è evidente: il marito promette di prendersi cura della moglie e di non abbandonare
il tetto coniugale. La tradizione di sollevare tra le braccia la sposa e solcare la soglia della nuova casa risale all’antica Roma: facevano così per evitare che inciampasse, presagio infausto, perché significava che le divinità non la volevano accogliere. E poi ci sono le superstizioni legate al matrimonio che richiamano la scaramanzia in generale: di Venere e di Marte non si sposa e non si parte. Ma in Norvegia il maggior numero di matrimoni si celebra proprio il venerdì, giorno romantico per eccellenza perché sotto la protezione di Venere, dea dell’amore e dell’ armonia, quindi, come vedete, è tutto relativo. Mai sposarsi di Venerdì 13! Forse è per questo motivo che molti sposi hanno deciso di convolare a nozze l’11 novembre 2011 (11/11/11) soprattutto in Cina come abbandono della vita da single. Date a parte, i giorni fortunati per il matrimonio sarebbero il mercoledì e il lunedì. Il giovedì potrebbe portare dispiaceri alla sposa, il sabato non è considerato un giorno fortunato e di domenica non ci si sposa perché è il giorno dedicato al Signore. In realtà ognuno sceglie la data in base a tante e diverse esigenze. Si dice spesso “Sposa bagnata sposa fortunata”. Certo può sembrare un modo gentile per consolare gli sposi per non aver scelto una giornata di sole, ma anche in questo caso c’è una spiegazione. La pioggia simboleggia la fortuna e l ‘abbondanza che cade generosa sugli sposi. Pare che il detto sia nato in Gran Bretagna, dove le giornate di sole non sono così abbondanti come in altri luoghi del mondo.Infine il classico lancio del bouquet a fine cerimonia. La sposa con le spalle rivolte verso un gruppo di amiche presenti alla cerimonia lancia il suo bouquet. Per la ragazza che riesce ad afferrarlo, rappresenta
l’augurio che possa ricevere presto una richiesta di matrimonio. Infatti in antichità i fiori usati erano fiori d’arancio che oltre a significare abbondanza, felicità e prosperità, significavano anche una richiesta di matrimonio. Ma perché i fiori d’arancio vengono associati al matrimonio? Ecco la risposta. Secondo una leggenda, un giorno un re spagnolo ricevette in dono da una bellissima fanciulla un albero d’arancio che fece piantare nel giardino del castello. Durante una visita, un ambasciatore chiese al re se potesse regalargli un ramoscello ma il sovrano rispose che non voleva dare a nessuno la sua preziosissima pianta. Di fronte a quel rifiuto, l’ambasciatore chiese al giardiniere del palazzo di spezzare un ramo dall’albero e darglielo: l’uomo esaudì la richiesta dell’ambasciatore e fu ricompensato con 50 monete d’oro, con le quali poté, finalmente, dare una dote alla propria figlia permettendole, così, di essere corteggiata e data in sposa. La ragazza trovò finalmente marito e il fatidico giorno decise di adornarsi i capelli con un ramoscello di fiori d’arancio così da rendere omaggio alla pianta che le aveva dato la possibilità di sposarsi ed essere felice. Da quel momento in poi il profumatissimo fiore di zagara fu associato al matrimonio.Scaramanzia a parte, tanta felicità a tutti voi!!!
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MODA
IL CIC LONE SAINT LAURENT di Federica Bernardini
L’abito Mondrian del 1965, al centro una foto di Yves Saint Laurent, a destra uno scatto della campagna pubblicitaria con Marilyn Manson
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v es S aint Laurent: non solo uno stilista ma un innovatore costante, un modernizzatore dell’immagine femminile, colui che ci ha regalato alcuni degli stili più rappresentativi della moda tra cui l’abito Mondriant, lo Smoking, la Sahariana. Sono passati quasi 5 anni dalla sua morte, eppure Monsieur Yves riesce ancora a far parlare di sé, tanto da suscitare interesse anche nel mondo cinematografico. Infatti verranno
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dedicate ben due pellicole alla vita del grande stilista: la prima, dal titolo Yves Saint Laurent, curata dal regista Jalil Lespert, si incentra sul rapporto con il socio e compagno dell’artista Pierre Berger ( quest’ultimo entusiasta del progetto). Il secondo film Saint Laurent sarà invece diretto da Bertrand Bonello e si concentrerà sul decennio 1965 – 1976 della vita dello stilista. Ambedue le produzioni sono iniziate, quindi ci resta solo aspettare. Ma nell’attesa la Maison francese ci stupisce
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con la nuova campagna pubblicitaria “progetto musica” che vede protagonisti icone del pop e del rock. Per la linea femminile è stata scelta Courtney Love, per quella maschile, invece, colui che negli anni 90 è diventato famoso più per le trasgressioni e gli scandali che per la sua musica: Marilyn Manson, un volto sicuramente non comune e difficile da dimenticare, una scelta coraggiosa che si allontana dagli stereotipi delle pubblicità di moda, dai soliti modelli perfettamente costruiti.
MODA
T otal G reen E vergreen I l verde è il colore dell’equilibrio, dell’armonia, infonde senso di giustizia e grandezza d’animo Nasce dall’unione di due colori: il blu, che rappresenta la calma e il giallo, espressione di energia pura.. Sarà anche per questi motivi che Pantone nella presentazione del consueto Fashion Color Report per la primavera 2013 ha proclamato il verde il colore di tendenza della stagione. Gucci, Kenzo, Lanvin, Miu Miu, Trussardi hanno sfoderato la loro creatività con capi raffinati ed insoliti in tutte le sue tonalità passando dallo smeraldo alla nuance bottiglia, da quella pastello a quella mela. La mania total green non ha colpito solo la moda ma ha investito anche l’inventiva di molti designer di oggetti d’arredo... insomma ci attende una stagione a contatto con la natura e con le sue mille espressioni. Sta a noi solo scegliere la tonalità che più ci piace. La mia? Sarà per la pietra preziosa che rappresenta ma senza ombra di dubbio quella smeraldo, e la vostra?
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DIALOGO
L’IMPORTANZA DEI SOGNI P ER IL BENESSERE PSICOLOGICO
Rubrica a cura della Dott.ssa Simona Annunzi
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’uomo è sempre stato affascinato dai sogni e dal loro significato: la sensazione è che, essendo così misteriosi e apparentemente fuori dal controllo della nostra mente, celino qualcosa di importante e significativo. Il sogno è un immancabile accompagnatore delle nostre notti. Alcuni ricordano i propri sogni ogni mattina, con facilità altri, invece, solo raramente trattengono le immagini dell’attività onirica oltre il risveglio. C’è anche chi afferma di non
ricordarli mai: più un sogno è carico emotivamente, più viene censurato. Ognuno di noi, tuttavia, sogna ogni notte, più volte: non è possibile non sognare. Secondo i più recenti studi a riguardo si sogna affinché il cervello possa svegliarsi da quella sorta di coma cui va incontro tutte le notti e per farlo, ha bisogno di impegnarsi in una minima attività che è appunto rappresentata dal sogno l’attività onirica permette, in questo modo, di tenere attiva la mente. Ma vi sarebbe anche un altro motivo che spiegherebbe la necessità di sognare. La motivazione è di natura psicologica e deriva da tutte quelle informazioni che bersagliano il cervello e che solo col sogno riusciamo ad elaborare, con il risultato di
assistere al consolidamento della memoria a breve e lungo termine. Si sogna, infatti, tutte le volte in cui c’è un grosso carico emotivo o un momento di introversione dunque il sogno deve essere visto come un mezzo per scaricare le tensioni psichiche della giornata. C’è anche un’ipotesi suggestiva: attraverso i sogni si dà vita a desideri che da svegli sarebbero difficili o impossibili da realizzare. Il sogno rappresenta, in quest’ottica, la compensazione di fantasie e desideri rimasti incompiuti. I sogni rappresentano metafore che parlano dell’attualità psicologica di ciascuno e la comprensione del loro linguaggio è la via di accesso al loro significato. Inoltre, attraverso l’utilizzazione dei propri sogni è possibile creare un momento di ascolto e di riflessione su se stessi in grado di mettere l’individuo in contatto con quelle parti di sé meno coscienti.
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DENTI BIANCHI E ALITO PERFETTO
BELLEZZA
Il sorriso è il nostro biglietto da visita: denti bianchi e curati attirano sempre attenzione e alla base di questi c’è sicuramente una buona igiene orale. di Laura Grimaldi
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’ importante fare visite periodiche dal dentista e lavarsi i denti minimo due volte al giorno per due minuti, in modo da salvaguardare la salute di tutto il cavo
orale. Inoltre, è essenziale usare il filo interdentale tutti i giorni per rimuovere ogni residuo di cibo che si infila tra dente e dente. Dopo avere scelto uno spazzolino a setole medie (da sostituire al massimo ogni 3 mesi) e col manico rigido, per lavare i denti effettuate un movimento in verticale partendo dalla gengiva verso il dente. Questo vale sia per l’arcata superiore che per quella inferiore, per l’esterna, ma anche per quella Pe r interna. rendere i denti
più bianchi si può ricorrere allo sbiancamento dentale, effettuato dai dentisti o comprando i kit in farmacia. Ma ci sono anche opzioni più “soft” come comprare un dentifricio sbiancante o mettere un po’ di bicarbonato sullo spazzolino. Quest’ultimo metodo va utilizzato al massimo una volta a settimana in quanto il bicarbonato, leggermente abrasivo, potrebbe rovinare lo smalto dei denti. Tenete sempre conto che ciò che fa ingiallire i denti e dare alito cattivo sono sostanze acide come succhi di frutta, il vino, il caffè. Preferite, infine, un collutorio fatto in casa. Il più veloce da fare è quello con acqua e bicarbonato: basta prendere un bicchiere d’acqua e aggiungere un cucchiaio di bicarbonato.
CINEMA
A M A G G IO
Il Cecchino
Uscirà il 1 maggio 2013 il film italo-francese diretto da Michele Placido con protagonisti Daniel Auteuil e Mathieu Kassovitzaffiancati da Luca Argentero, Violante Placido e Olivier Gourmet. Prima esperienza italo-francese per Michele Placido che, dopo la regia di Vallanzasca - Gli angeli del male e in concomitanza con diverse regie teatrali, viene adottato dai cugini francesi per dirigere il poliziesco Il cecchino, un film di genere con venature noir che si rifà alla lunga e gloriosa tradizione dei polar. Sulla scia del successo ottenuto in tutto il mondo dal ‘suo’ Romanzo criminale, il regista pugliese accetta di dirigere una storia scritta da due giovani esordienti che compensa tutta l’inesperienza degli sceneggiatori con un cast al di sopra di ogni più rosea aspettativa che comprende tre stelle del cinema francese quali Daniel Auteuil, Mathieu Kassovitz e Olivier Gourmet accompagnati in ruoli decisamente minori dai nostri Luca Argentero e Violante Placido.
La grande bellezza
Fast and Furios 6
Ambientato e interamente girato a Roma, La grande bellezza è una coproduzione Italia-Francia: Indigo Film e Medusa Film per l’Italia, Babe Films e Pathe’, che cura anche le vendite internazionali, per la Francia.Il film si avvale del sostegno del Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo della Regione Lazio. Soggetto di Paolo Sorrentino, sceneggiatura firmata dallo stesso Sorrentino con Umberto Contarello. Il film avrà Luca Bigazzi alla fotografia, Stefania Cella e Daniela Ciancio per scene e costumi, Cristiano Travaglioli al montaggio.
Da quando Dom (Vin Diesel) e Brian ( Paul Walker) hanno portato a termine la rapina di Rio sgominando l’impero di un boss e lasciando la loro squadra con 100 milioni di dollari, i nostri eroi si sono disseminati in tutto il globo. Ma l’impossibilità di tornare a casa e una vita perennemente in fuga, lasciano incomplete le loro esistenze. Nel frattempo, Hobbs (Dwayne Johnson) è all’inseguimento di una letale organizzazione di esperti piloti mercenari attraverso 12 paesi, la cui mente (Luke Evans) è aiutata da uno spietato luogotenente che si rivelerà essere l’amore che Dom credeva morto: Letty (Michelle Rodriguez).
ll nuovo film di Paolo Sorrentino, interpretato da un cast di grandi attori italiani: Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Serena Grandi, Vernon Dobtcheff, Isabella Ferrari, Luca Marinelli, Giorgio Pasotti, Giulia Di Quilio, Massimo Popolizio, Giorgia Ferrero, Roberto Herlitzka, Carlo Buccirosso, Pamela Villoresi, Ivan Franek, Stefano Fregni. Uscirà nelle sale cinematografiche il prossimo 21 maggio 2013.
Fast & Furious 6 è un film del 2013 diretto da Justin Lin. Il film uscirà nelle sale cinematografiche il 22 maggio 2013. Vin Diesel, Paul Walker e Dwayne Johnson i protagonisti, affiancati da Jordana Brewster, Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Sung Kang, Gal Gadot, Chris “Ludacris” Bridges, Elsa Pataky, Luke Evans e Gina Carano.
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PET
ATTENTI AL CANE Passeggiare con il proprio cane in luoghi pubblici....attenti ai regolamenti comunali!!
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e da un lato piacevole è per chi vive sulla costa condividere profumi e colori di una giornata di sole passeggiando o facendo jogging sul lungomare con il proprio cane, d’altro canto, meno piacevole potrebbe essere trovarsi a discutere con un vigile urbano se dovesse malauguratamente coglierci impreparati alle prese con le deiezioni del nostro amico a quatto zampe! Ahimè si sa la legge non ammette ignoranza!!Informiamoci su cosa il nostro comune ci consente o meno di fare...e soprattutto facciamo sempre riferimento sul sacrosanto buon senso!!!!
RUBRICA A CURA della Dott.ssa Federica Pompei, Medico Veterinario
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Ric
ett a Cuoricini alle mele e miele Ingredienti per
una teglia da forno: 1-2 mele; 250 g di
farina di grano integrale; 1 cucchiaio di miele; 2 cucchiai di olio d’oliva; 1 uovo; farina per il piano di lavoro.
Si incomincia preriscaldando il forno a 180°C (forno ventilato 160°C). Si grattugiano le mele eliminandone il torsolo, si prosegue poi mescolandole con gli altri ingredienti lavorando con la frusta a gancio fino ad ottenere un impasto elastico che stenderemo successivamente sul piano di lavoro infarinato fino a raggiungere, con la lavorazione dell’impasto, uno spessore di circa 5mm. Potremo a questo punto ritagliare con apposite formine i biscotti facendo loro assumere una forma a cuore. Dopodiché disponiamo i biscottini in una teglia rivestita con carta da forno e cuoceremo il tutto per circa 30-40 minuti. Consigli: le mele contengono importanti vitamine che nel cane svolgono una funzione “basica” pertanto indicate per i quattro zampe che soffrono di acidità di stomaco.
RICETTE
LE MAZ Z A R E L LE di Valeria Conocchioli INGREDIENTI Insalata (indivia), coratella (cuore, fegato e polmoni) e budella di agnello, cipolla e aglio freschi, maggiorana, prezzemolo, vino bianco.
PROCEDIMENTO:
Aprire le budella nel senso della lunghezza e lavarle accuratamente con acqua, aceto, sale e vino. Tagliare a listelli la coratella, lavarla, salarla e sistemare 2-3 listelli su una foglia di insalata con cipolla, aglio, prezzemolo e maggiorana. Chiudere il mazzetto e legarlo con le budella. Far bollire le mazzarelle, scolarle e cuocerle a fuoco lento con acqua, sale e vino per due ore abbondanti, finchĂŠ non sono ben ritirate e dorate.
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TEMPO LIBERO
a cura di Paolo Gatti in collaborazione con Florindo Fanì
CRUCIVIBRATA Orizzontali 1- A l b u m dei Nomadi 6Tavolazzi, bassista italiano 10T’anzegn a la scol 11Radice inglese 12Internet service provider italiano legato ai videogame 14Carta britannica 15- Diciottesima l e t t e r a dell’alfabeto italiano 16Athens Stock E x h a n g e 18Paperon Intelligence Agency 19- Comune vibratiano dal nome “ pacifico “ 26- Periodico brasiliano 27- Il Sindaco di Civitella del Tronto 30- Strumento idiofono africano 31- Provincia abruzzese 32- Scuro al ritroso 33- Altro nome di Gaia 34- Fiume svizzero 35- Santo patrono di Colonnella 37- Torretta incompleta 40Insegue in Portogallo 41- Costituisce l’atmosfera terrestre 42- Orient Express 43App per il cambio valuta 44- Abbreviazione di geonomenclature 46- Outlook express 48- In mezzo al boom 49- E’ lungo 652 Km 50- Formato per scambio di feed 52Figlio di Adamo ed Eva 55- Durante di Alighiero degli Alighieri 58- I canali uno, due e tre della tv 59- A tajacoccia prende tutto 60- Le frazioni di Corropoli 61Diminutivo di Isabella 62- Zona Industriale 63- Persona incapace di relazionarsi
Verticali 1- M o d a l i t à di pagamento 2- Test per l’alzheimer 3- Tir ai poli 4- Le rose di una famosa c a n z o n e 5- Osservatorio Finanziario 6- Vedi Foto 7- Marcadipipe 8- P a r i nei fenomeni 9- A t r o c e , penoso 13Profeta Ebreo 16- Astronomical Unit 17- Lettera presente in undici dei dodici comuni vibratiani 19- Lu cetrò in italiano 20- Biochimico russo 21- La terza opera di Verdi 22- Forma con laringe e bronchi le vie aeree inferiori 23- Dominio del Gabon 24- Lo si recita prima della messa 25- Comune sia della Val Vibrata che della Slovenia 28- Costose 29- Human Resource 31- Regione geografica tra Argentina e Cile 33- Group for Energy Efficient Appliances 36- Gioco latino 38- Portinaie dell’Olimpo 39- Nome di Buscetta 45- Giro ad Amsterdam 47- Pronome personale terza persona plurale 49- Personal Access to Displey Device 51- La Levi de “Lo strano presepe “ 53- Esempio 54- Il Williams regista di Paranormal Activity 2 55- Polimero organico composto da nucleotidi 56- Le dispari di Tacito 57- Engineer in training 59Dominio dell’ Azerbaijan 60- Noi a Londra
Soluzioni Orizzontali: Contro 6- Ares Prof Root Ngi 14- Paper 15- Ti 16- Ase 18- Pia 19- Controguerra 26- Oparana 27- Ronchi 30- Cabasa 31- Pescara 32- Orucs 33- Gea 34- Aar 35- Michele 37- Torrett 40- Encegue 41- Aria 42- Oe 43- Oanda 44- Geonom 46- Oe 48- Oo 49- Po 50- Opml 52- Set 55- Dante 58- Rai 59- Asso 60- Undici 61- Isa 62- Zi 63- Disadattato Soluzioni Verticali: 1- Contrassegno 2- Npi 3- Tr 4- Rosse 5- Of 6- Ara 7- Ropp 8- Eoei 9- Straziante 13- Giona 16- Au 17Erre 19- Cocomero 20- Oparin 21- Nabucco 22- Trachea 23- Ga 24- Rosario 25- Ancarano 28- Care 29- Hr 31- Patagonia 33- Geea 36- Ludo 38- Ore 39- Tommaso 45- Oprit 47- Essi 49- Padd 51- Lia 53- Es 54- Tod 55- Dna 56- Tct 57- Eit 59- Az 60- Us
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C U R I O S I TA’
vignette a cura di Rossano Piccioni A P R I L E 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E
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