Val Vibrata Life edizione Marzo 2013

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ECCELLENZE CULTURA SOCIETA’ VIAGGI AMBIENTE ARTE DOMANDE E RISPOSTE ECCELLENZE CULTURA SOCIETA’ VIAGGI AMBIENTE ARTE DOMANDE E RISPOSTE ECCELLENZE CULTURA SOCIETA’ VIAGGI AMBIENTE ARTE DOMANDE E RISPOSTE

VALVIBRATALIFE

CIVITELLA DEL TRONTO La grotta Sant’Angelo, rifugio di briganti e luogo di culto scavato nella roccia PAGINA 7 IMPRENDITORIA

IDEE E SVILUPPO In ambito industriale esiste un’enorme potenziale di progettualità che troppo spesso resta nascosta o inutilizzata. PAGINA 28

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AMBIENTE

IL BIOTOPO DI MARTINSICURO Dune: offrono protezione agli ambienti e agli ecosistemi più interni. PAGINA 20

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RUGBY, FAIR PLAY A CASA NOSTRA

WWW.VALVIBRATALIFE.COM

TERRITORIO

MAGAZ I N E N EWS S T O R IE IMMAG INI

non dimenticare di visitare

MARZO 2013


EDITORIALE DIRETTORE

Maria Rita Piersanti

CAPO REDATTORE Virginia Ciminà

COLLABORATORI

Paolo Gatti Virginia Anna Cichetti Laura Grimaldi Federica Bernardini Federica Pompei Virginia Maloni Pasquale Rasicci Angelo Bruni Giordana Galli

EDITORE

Diamond Media Group s.r.l. Via Carlo Levi, 1 Garrufo di Sant’omero (TE) P.IVA IT01807440670

VALVIBRATALIFE

è una testata registrata presso il Tribunale di Teramo al n.546 del 08/11/2005

GRAFICA

223 Produzioni s.r.l. www.223produzioni.com

STAMPA

Arti Grafiche Picene s.r.l.

PUBBLICITà

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arzo pazzerello, ma ci piace così. A livello climatico di certo siamo abituati alle bizzarrie delle condizioni meteorologiche, mentre ci risulta ancora difficile abituarci ( o dovrei dire ad adeguarci nostro malgrado) ai continui cambiamenti di rotta che ci vengono proposti/imposti dai nostri “vertici” nazionali.

Ci vorrà ancora del tempo per riuscire a vedere la sponda per un approdo sicuro, ma la pazienza è una caratteristica che contraddistingue noi di VVL. Sappiamo aspettare, sappiamo ascoltare e vedere. Come voi che ci seguite con attenzione dall’inizio. Questo è il nostro 9° numero, e troverete all’interno diverse novità. D’immagine, innanzitutto. Grafica, foto, stile. E il prosieguo di questo new look lo potete guardare e condividere sul sito, tutto nuovo!!! esploratelo, e diteci cosa ne pensate. Come sempre parliamo di territorio ed eccellenze, di storia, racconti popolari e leggende, di talenti di ogni età, tutti di matrice vibratiana, di ambiente e territorio. Non mancano le pagine per i nostri lettori più giovani, bambini e non, e tanti suggerimenti per prenderci cura di noi imparando anche a far da se’. E le ricette, e il tempo libero, e qualche sorriso, ci piace regalarvi un po’ di tutto. Per i prossimi mesi, vi anticipo che abbiamo bisogno di voi! Quindi scrivete, mandate foto, segnalateci eventi, feste, ricorrenze, fate parte anche voi della nostra squadra!!! E in questo numero voglio ringraziare proprio tutti i componenti della redazione di VVL, dal primo all’ultimo. Persone che hanno condiviso mesi di crescita e di esperienze per molti di loro nuove e non sempre facili. Quelli che sono oggi con noi sono davvero speciali. Credono in un progetto che amiamo, e che vogliamo far crescere ogni giorno di più, con tutti voi. Buona lettura e auguri di una serena primavera, con la Pasqua che chiuderà questo mese di marzo.


sommario 4 VILLA DELLE MURACCHE Situata alle pendici della collina di Tortoreto, villa Muracche è una domus risalente con ogni probabilità all’epoca della Roma repubblica.

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IUS PRIMAE NOCTIS

Il diritto della prima notte.

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NANDO PERILLI

Più di trent’anni di politica raccontata attraverso vignette, caricature, disegni e schizzi sui personaggi e sugli avvenimenti della vita locale e nazionale.

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IL BIOTOPO COSTIERO DI MARTINSICURO

Laddove ombrelloni e chalet non hanno (ancora) messo le loro radici, ci sono lembi di spiaggia che custodiscono scenari a molti ancora ignoti, quindi tutti da scoprire.

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Nell’orto è tempo di semina all’aperto e di semina in coltura protetta per vari ortaggi come alcune varietà di carote, melone, angurie, peperoni.

23 VAL VIBRATA BABY La filastrocca Pasqua è Pasqua!

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L’IMPORTANZA DEL COFFEE BREAK

Ecco come nascono le migliori idee, il giusto approccio, le più efficaci impostazioni. Capire gli step è importante, perché in ambito industriale esiste un’enorme potenziale di progettualità che troppo spesso resta nascosta o inutilizzata.

34 PRIMAVERA PSICHEDELICA Nell’aria c’è aria di primavera, tempo di colori, di nuovi amori, di fiori che sbocciano e soprattutto dello stagionale cambio dell’armadio!

43 LE ZEPPOLE DI SAN GIUSEPPE La vera ricetta dei Bignè d San Giuseppe, un dolce prelibato e tipico della Festa del Papà.

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TERRITORIO

To r t or e to

LA VILLA RUSTICA DELLE MURACCHE situata alle pendici della collina di Tortoreto, villa Muracche è una domus risalente con ogni probabilità all’epoca della Roma repubblicana. di Virginia Cichettiohn Doe, photos by Doe Johnson

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nnanzitutto il nome, “Muracche”, sta ad indicare la costruzione di un terrazzamento in opus incertum, ovvero un “muro” costruito con una classica tecnica edilizia

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di epoca romana. In secondo luogo la definizione di “villa rustica” che individua, già al tempo di Roma antica, una vera e propria azienda agricola a conduzione famigliare. Durante il

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periodo della sua massima fioritura la villa raggiunse un’estensione di ben 3710 metri quadrati. L’abitazione fu costruita in modo da essere funzionale all’attività stessa della casa, cioè la produzione vinaria, e presenta una pianta divisa in tre parti: la pars dominica adibita agli utilizzi famigliari dei proprietari del fondo, la pars rustica usata dalla servitù e la pars fructuaria all’interno della quale si svolgevano le attività di produzione del vino con tanto di vasche per la raccolta e torchi per la spremitura.


TERRITORIO

La zona della casa abitata dai proprietari volge verso il mare, presenta i resti di un portico ed un giardino all’interno, una classica pavimentazione in mosaico bianco e nero impreziosita da motivi geometrici e intarsi marmorei. Non lontano dall’abitazione, nel 1956, sono stati rinvenuti alcuni gruppi fittili raffiguranti figure mitologiche come ciclopi e muse, oggi conservati al museo civico archeologico di Teramo. La zona produttiva o fructuaria, dava accesso diretto ai vigneti ed era

caratterizzata da un cortile e dai vari ambienti destinati ad immagazzinare le granaglie o alla lavorazione dell’uva e del mosto, come la cella vinaria. Proprio in quest’area sono stati fatti dei significativi ritrovamenti di anfore risalenti al I o II secolo a.C. e, con queste, un frammento di testa di leone che aveva inserita nella bocca una fistula aquaria da cui sgorgava il mosto nella vasca di fermentazione. Sembra che l’attività vinicola fosse talmente forte da richiedere ad un certo momento l’ampliamento delle

vasche di raccolta per la produzione di un nuovo vitigno. La zona fructuaria della villa proseguì nel suo lavoro fino al V secolo d.C. abbandonando però la produzione vinicola per quella olearia mentre la pars dominica risultava abbattuta già nel IV secolo. La villa rustica delle Muracche è il simbolo di un’imprenditoria agricola che in Val Vibrata affonda le sue radici in un’epoca molto lontana e di un territorio prospero da cui gli uomini, sin dall’antichità, hanno saputo trarre i frutti migliori.

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TERRITORIO

I U S P R I M AE

N O CTI S

Ius, una parola sacra nei canoni giuridici, trasmessa a sproposito dalla tradizione orale, ha dato crisma di legalità ad un abuso, l’abuso da parte del barone della primizia “negli sponsali dei sudditi”.x

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uesta pretesa oscena di un potente nei confronti del più debole si diffuse anche in Occidente durante il feudalesimo e si diffuse con il nome di “diritto della prima notte” oppure diritto del signore di infilarsi nel talamo nuziale dei suoi contadini e dei suoi servi per assaporare il frutto verginale delle loro mogli. Intorno al mille si parlò di poter sostituire il diritto concreto con una tassa denominata “marcheta mulierum”. Praticamente il sovrano rinunciava a deflorare le giovani spose dei suoi sudditi, previo pagamento di una somma di denaro. Si parla anche di una tassa che i mariti settimanalmente dovevano pagare. assando all’Abruzzo, è da osservare come lo stesso diritto fosse esercitato dai feudatari sui vassalli fin dai primordi del secolo XIV. La licenza, l’arbitrio, la ferocia più bestiale non avevano più limite. Citiamo Guardiagrele, posseduta

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come feudo dagli Orsini durante i secoli XIV e XV. L’infame tributo carnale preteso è sempre vivo nella tradizione locale. Uno dei baroni fu cacciato a sassate dal paese. Anche ad Archi c’era il marchese che introdusse una legge secondo la quale quando una giovane decideva di maritarsi, doveva prima andare a coricarsi con lui nella sua fortezza con quattro torri. Anche a Pacentro un tale Orazio Rossi, feudatario del luogo, pretendeva dai vassalli il diritto delle primizie coniugali. La medesima cosa successe a Popoli e in tantissime altre località della Regione. Furono in tanti i mariti che qua e là si ribellarono, ma quasi tutti pagarono con la vita la loro reazione. Forse quello che accadde a Roccascalegna, un paesino di poche anime,

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TERRITORIO in provincia di Chieti, adagiato su un colle, in una beata inerzia medievale, se proprio non mise fine al turpe fenomeno, attenuò certamente in Abruzzo le violenze dei feudatari. La sera che precedeva il giorno delle nozze, una ragazza apprese dai genitori i doveri della donna che decideva di sposarsi. Il futuro sposo si oppose all’abuso e decise di farlo cessare in maniera sbrigativa. Quando giunse il momento di consegnare la sposa al feudatario, si presentò lo sposo vestito da donna

in quella camera preparata nella giusta atmosfera, e illuminata da un piccolo lume ad olio. Indossava una elegante mantellina e nascondeva un affilato coltello sotto la cintura. Il barone, seduto su un seggiolone, attendeva che la ragazza gli cadesse tra le braccia. A cadergli tra le braccia però non fu la vergine sposa, ma il futuro marito che con violenza lo crivellò di coltellate. Il barone trovò la forza di alzarsi in piedi e di appoggiarsi alle pareti della camera su cui lasciò decine di impronte di sangue.

Il giovane, sfuggendo ai controlli, riuscì a raggiungere il villaggio per mostrare il coltello ancor caldo del sangue dello spento oppressore. In paese e nella valle cessarono gli affanni e si gridò al trionfo e all’onore salvato. L’abuso non si spense, ma ovunque si attenuò moltissimo. Col passare degli anni quel diritto cessò di esistere. Forse qualche fiammella qua e là si è protratta fino alla prima metà del secolo scorso, ma il “diritto” di un tempo fu definitivamente cancellato.

L a g r o t t a S a n t ’ A n g e l o d i C i v i t e l l a d e l Tr o n t o Rifugio di Briganti e Luogo di culto scavato nella roccia Sono trascorsi quaranta anni da quando un gruppo di giovani archeologi teramani, tra cui

Walter Mazzitti

e Delfino Cremonesi, decisero di effettuare una scavo archeologico nelle grotte della montagna dei Fiori, al confine tra le Marche e l’Abruzzo. Dopo uno scavo non molto profondo, emerse lo scheletro di una gigantessa. Giaceva composta, con le braccia incrociate sul petto e una pietra sotto la nuca come un cuscino. Non una vera tomba, ma una sepoltura pietosa, come se qualcuno avesse voluto nascondere in qualche modo la salma. Lo scheletro risale al tardo Medioevo, fra il 1100 e il 1200. Esso

apparteneva ad una donna

alta 2 metri e 10, morta fra i 22 e 25 anni di età, forse vittima di un delitto. Come, in quali circostanze e perché

non lo sapremo

mai con esattezza. Siamo davanti a un giallo di sette secoli fa. Mazzitti riteneva che il bacino fosse quello di una donna. Il cranio presentava

i caratteri della femminilità. La

donna aveva 23 denti con altrettanti alveoli. Il cranio aveva subìto un’operazione. II colpo ricevuto sul cranio aveva fatto entrare nella calotta cranica un ciuffo di capelli rossicci. La donna aveva ricevuto un colpo brutale: chissà se già morta o ancora viva . Della scoperta i ragazzi del gruppo archeologico teramano informarono

subito la Soprintendenza alle

Antichità di Chieti che all’epoca ha poi effettuato tutti i necessari interventi scientifici. di Pasquale Rasicci

SABATO POMERIGGIO CANTINA S.OMERO APERITIVI WINE BAR


TERRITORIO

ANTONIO ZACARA da TERAMO di Virginia Cichetti

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econdo alcuni documenti dell’epoca il suo vero nome era Antonius Berardi Andree de Teramo ma era detto Zacchara perché minuto e deforme (come Zaccheo il pubblicano che a causa della sua bassa statura dovette arrampicarsi su un sicomoro per veder passare Gesù) e visse in Italia tra il 1350 e il 1416. Fu compositore e miniatore come risulta da un contratto del 1390 che stipula con i frati dell’ospedale di Santo Spirito in Sassia che lo assumono per l’insegnamento della musica e la decorazione di un antifonario. A quell’epoca Zàcara era già noto per le sue innumerevoli qualità artistiche, fra cui anche il canto e la scrittura, che fanno di lui uno dei personaggi più ecclettici mai nati nel teramano. Dal 1391 al 1407 fu segretario papale al servizio di Bonifacio IX

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e più tardi (1413 circa) dell’antipapa Giovanni XXIII come cantore e maestro di cappella. Vivere a Roma durante lo Scisma D’Occidente lo pone al centro di diverse contese (alcuni suoi componimenti vengono definiti satanici) e, contemporaneamente, gli offre l’opportunità di ascoltare e conoscere i diversi stili musicali dell’epoca. Zàcara raccoglie ogni nota aggiungendo un personalissimo tocco di novità compone sulla scia degli stili dell’ars nova e dell’ars subtilior, con una tecnica che crea una continuità fra le due e la nascente musica rinascimentale. La sua produzione musicale comprende egualmente musica sacra e profana e, da quest’ultima, emergono i particolari più intimi della travagliata vita del compositore. Zàcara fu anche un apprezzato miniatore a lui sono attribuite le miniature dell’antifonario di San Benedetto a Gabiano (Corropoli) custodite presso la Fondazione Cini di Venezia. Nel codice Squarcialupi ( una raccolta musicale del periodo) è presente un’illustrazione che lo raffigura minuto e con un totale di dieci dita fra mani e piedi, come d’altra parte è testimoniato nel suo necrologio del 1416.

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I M I EI S O GNI NEL CASSETTO Veronica Valà una bella ragazza, talentuosa e amante della musica. Ha solo 21 anni, è diplomata in ragioneria e studia pianoforte al Conservatorio di Teramo.

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PEOPLE

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eronica Valà abita ad Alba Adriatica, con il padre Massimo, la mamma Fiorella e la sorella Federica. Ha un passato da modella e ha giocato a pallavolo in una squadra locale. Ha partecipato al concorso nazionale Miss Grand Prix ed è arrivata in finale al concorso” Veline” nell’agosto scorso. Veronica ci comunica che sta per preparare un disco,cantato in inglese,che dovrebbe essere pronto per la primavera/estate. Questo disco prevede la partecipazione di Dj Squalo, tecnico di Radio 105, e sarà prodotto dalla Claudio Marastoni Communication di Reggio Emilia, nota agenzia pilotata da Claudio Marastoni, talent scout e agente di diversi personaggi dello spettacolo, moda, cinema e televisione. Come ti vedi in veste di cantante? E’stato molto emozionante registrare in studio a Milano con veri professionisti del settore come Dj Squalo e il grande cantautore e musicista Luca Anceschi che hanno saputo consigliarmi e mettermi a mio agio durante la registrazione. La tua aspirazione è quella della musica o altro? Adoro la musica, è la mia passione. Adesso sono dedita a questa bellissima e importante opportunità che mi è capitata, ma strada facendo se dovessi ricevere proposte per il cinema o per la televisione le terrò senz’altro in considerazione. Hai già frequentato gli ambienti musicali? Si proprio a Febbraio sono andata al Festival di Sanremo conil gruppo della Claudio Marastoni Communication. È stata una bellissima esperienza che mi ha permesso di incontrare molti personaggi noti della tv e della radio ma soprattutto della scena musicale. Quando esce il tuo disco? Il disco dovrebbe uscire a fine aprile. Da lì inizierà la campagna di promozione sui vari media (tv, radio e web). L’estate prossima come e dove la trascorrerai? Sicuramente a fare serate in giro per l’Italia per la promozione del disco. Sto lavorando anche ad altri progetti che vi svelerò presto. Il tuo futuro è rimanere in Abruzzo o hai altre intenzioni? Se vuoi fare questo lavoro ad un certo livello, devi per forza maggiore trasferirti in una città come Milano o Roma. Noi restiamo in attesa di dettagli e altre informazioni,come ad esempio il titolo del disco e le tappe del tour promozionale .In bocca al lupo,Veronica! M A R Z O 2 0 1 3   VA L V I B R ATA L I F E

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PEOPLE

I L AIKA V E N DE TTA e le zone liminali della musica

di Virginia Cichettiparte del barone

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l progetto alternative rock dei Laika Vendetta nasce ad Alba Adriatica nel luglio 2011 quando al terzetto dei Lustagroove formato già da Emidio De Beradinis (voce), Marvin Angeloni (chitarra) e Alessandro Di Salvatore (batteria) si uniscono il bassista Luca Di Filippo ed il chitarrista Marcos Cortellazzo. Fra i cinque è subito empatia: il gruppo partecipa già in agosto al MW festival di Castellina Marittima vincendolo contro ogni più rosea aspettativa. Laika V è il loro primo pezzo, dedicato all’omonima cagnetta spedita nello spazio il 3 novembre 1957 a bordo della capsula spaziale sovietica Sputnick 2. E’ la vendetta di Laika, il ritorno da un viaggio senza ritorno, memoria di un’ignara martire


PEOPLE

comunicazione preferito, grazie a cui reperiscono anche i fondi per finanziare il proprio lavoro (sono stati i primi in Abruzzo ad utilizzare Musicraiser). Si avvalgono di un gruppo di lavoro giovane che si occupa della loro “immagine”, fra cui l’artista teramana Mokina che ha curato l’estetica dei loro cd ed il regista Josh Heisenberg che ha curato alcuni dei loro video. Proprio in questi giorni stanno registrando il loro prossimo album, “Elefanti in fuga”, con un direttore artistico d’eccezione: Manuele Fusaroli (noto anche come Max Stirner). Nel titolo del disco si cela una metafora che vuole incarnare la gioventù moderna “nella disperazione gli elefanti in fuga travolgono ogni cosa al loro passaggio. Questo disco nasce con una cura maniacale della forma: ha una lato poetico dolce/ombroso ed un altro nevrastenico, feroce, energico e cerca un equilibrio fra le due cose costruendo sotto la rabbia la melodia e posizionandosi in una zona liminale” (Emidio). A qualcuno di loro questa parola: “liminale”, piace davvero molto. Forse perché sotto molto aspetti è rappresentativa di quanto quest’epoca stia modificando, (mettendole a dura prova), le nuove generazioni, la loro vita ed il loro esprimersi. Lo spazio sul quale tutto questo prende vita è il palcoscenico “nel momento in cui siamo sollevati da terra o su di uno spazio scenico ben definito diventiamo degli animali” (Alessandro). Il palco è la zona liminale per eccellenza il luogo in cui gli LkV danno vita a tutta la dissonanza di quest’epoca. Nella loro musica si sciolgono i sogni di una generazione intera: la rabbia e la difficoltà di trovare un lavoro o di costruire una relazione duratura.

nel nome dell’umanità. Questo brano rappresenta idealmente il filo conduttore del loro primo album autoprodotto “Laika, Sylvia, Jeanne e le altre” (Udedi, Boleskine house records), immerso in tematiche legate al mondo femminile e di coloro (umani o animali) che sono ultimi, senza difese. Emidio, cantautore del gruppo, lo definisce “una collezione di ritratti femminili”, audace e delicata nell’esplorazione dei rapporti più intimi come quello madre-figlia descritto in Mitosi. Nel disco anche immagini sonore dei luoghi vissuti, come Roma, come la terra e il mare natio “suoni con cui sei cresciuto, che aiutano ad esprimerti. Perché il posto te lo porti in musica e parole” (Emidio). Si definiscono un gruppo “molto 2.0”, il web è il loro mezzo di

Ma la crisi è possibilità, è rinnovamento, una rinascita così come è intesa ad oriente, è la dea Kali allo specchio” (Emidio).

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ECCELLENZE

RUG B Y, FA IR PL AY A C A SA N O S TR A C Co m e s p i e ga r e lo s pir it o nobile de llo spo r t ? C h e l’ im po r tant e non sia v i nc e r e m a par te cipa r e? d i V i rg i nia C im in à

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i soffermiamo oggi su ciò che accade nel rugby, in particolare nel rugby di casa nostra. L’Associazione Sportiva Dilettantistica Rugby Club Tortoreto è nata nel 2005, ma solo dopo due anni di duri allenamenti e partite disputate con i colori del Teramo Rugby, ha potuto iscrivere la propria città al campionato di serie C. Anni di dure sconfitte ed entusiasmanti vittorie


ECCELLENZE

che hanno fatto crescere il collettivo e dato stimoli eccezionali a questi uomini furibondi ossessionati dalla palla ovale costretti in mille ingarbugliate regole sportive, che un arbitro in campo riesce sempre a far rispettare, inscenando in campo uno spettacolo agonistico degno di questo nome. Una società che a partire dal 2011 può vantare un proprio settore giovanile e per la corrente stagione sportiva vede impegnati nei rispettivi campionati di categoria quattro squadre juniores, dai piccolini dell’under 12 fino ai ragazzi under 20, passando per l’under 14 e l’under 16, ma anche l’avvicinamento delle ragazze, le Tortorelle. Oltre alla squadra Seniores che disputa da diversi anni con ottimi risultati il campionato di serie C, infiammato dagli accesi derby con Teramo e Pescara. Uno sport il rugby che, come ci conferma il presidente Sandro Porrea, si differenzia da tutti gli altri per lo spirito d’amicizia, lealtà e sostegno

che portano ad aiutare sempre chi è in difficoltà dentro e fuori dal campo. Non solo uno sport ma uno stile di vita, andare avanti senza paura fino al fischio finale del match per poi ritrovarsi nel terzo tempo in cui i gladiatori si siedono a tavola tutti insieme per gustare i piatti tipici della città della squadra ospitante. Degna di nota è anche la famosissima festa del Rugby “Finché c’è birra c’è speranza”, una festa seguita nel territorio abruzzese e marchigiano, completamente realizzata e gestita dalla società. Alla festa è collegato il Torneo di Seven, al quale partecipano squadre provenienti da tutto lo stivale e negli

ultimi tre anni anche formazioni inglesi.Nella scorsa stagione sportiva il Tortoreto Rugby ha dato il via al “Torneo la Terrazza”, dedicato interamente al settore giovanile con la partecipazione di ben 16 squadre provenienti da tutta la regione. Un’intensa giornata di rugby che si conclude con l’immancabile terzo tempo in cui tutti i giovani partecipanti gustano squisiti piatti cucinati ad arte dai ragazzi della squadra seniores.Negli ultimi anni l’Italia e gli italiani si sono innamorati sempre più di questa disciplina, un tempo riservata solo ad appassionati e praticanti.

Nella scorsa stagione sportiva il Tortoreto Rugby ha dato il via al “Torneo la Terrazza”, dedicato interamente al settore giovanile con la partecipazione di ben 16 squadre provenienti da tutta la regione.

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ECCELLENZE

La satira politica del vignettista

Nando Perilli di Virginia Ciminà

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iù di trent’anni di politica raccontata attraverso vignette, caricature, disegni e schizzi sui personaggi e sugli avvenimenti della vita locale e nazionale. Vicende note a tutti ma che nessuno aveva ancora raccontato attraverso matite, pennelli e acquarelli. Chiamarlo vignettista o caricaturista è sicuramente riduttivo. Nando Perilli infatti è un artista a 360 gradi che ama definirsi “padrone della satira con la fantasia”. Nasce a Nereto nel 1947 e dopo un’infanzia trascorsa tra i banchi di scuola, l’oratorio e il campo di calcio, si iscrive all’Istituto d’Arte Grafica e Pubblicitaria di Ascoli Piceno che frequenta solo per tre anni, per poi ritirarsi a causa della prematura scomparsa del padre. Avviene così il passaggio dalla scuola al lavoro, che porta il giovane Nando a trovare occupazione presso la fabbrica Ceramiche Mignini di Nereto dove riesce a mettere in pratica tutte le sue competenze artistiche. In quegli anni ebbe la fortuna di conoscere grandi maestri di Castelli, Emilio e Romeo Pardi ai quali deve l’apprendimento di molti segreti della ceramica castellana, dalla tecnica del paesaggio a quella dei paesaggi di colore invertiti. Questa prima esperienza lavorativa si concluse nel 1982 quando

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decise di aprire una sua bottega a Nereto. Ma la vera svolta per la sua carriera da vignettista avviene nel 1985 quando in occasione della festa del quotidiano “Avanti!”, organizzata dalla sezione locale del Partito Socialista Italiano, a cui lui era iscritto. Furono inviati a Nereto alcuni

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esponenti della testata tra i quali Raffaele Genah. Fu proprio quest’ultimo a proporre a Nando una collaborazione che gli diede negli anni grande visibilità e successo a livello nazionale e internazionale come l’intervista dedicatagli da Panorama. Oltre 400 opere inviate nella Capitale


ECCELLENZE

che ritraevano il mondo politico da Natta a Occhetto, Fanfani e Spadolini. Una popolarità che lo portò a breve di fronte un difficile bivio: trasferirsi a Roma per affermarsi come vignettista oppure rimanere a Nereto a gestire la sua bottega. Ma il suo cuore scelse per lui, tanto da decidere di rimanere nel suo paese d’origine vicino alla moglie Maria Pia e ai figli Emanuele e Davide. Anni di vignette e caricature che hanno impegnato Nando Perilli in diverse collaborazioni come quella con “Paese Sera”, quotidiano romano e “Il Centro”, quotidiano abruzzese, oltre a numerose mostre locali. Una

passione la sua che non si è spenta nel tempo ma ha trovato vigore con l’ascesa in politica di Beppe Grillo, quest’ultimo protagonista in numerose opere come per esempio l’ultima appena sfornata che ritrae lo stesso Grillo e Casaleggio in sella ad una vespa, con chiari riferimenti all’opera Felliniana “Vacanze Romane”. Nando Perilli non è solo satira politica ma racchiude un’infinità di mondi: dal calcio, alla religione passando per l’attualità. Una fantasia tradotta su fogli bianchi ,grazie alla complicità della sua matita per realizzare vere e proprie opere d’arte.

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AMBIENTE

IL BIOTOPO COSTIERO DI MARTINSICURO Prima parte: le dune A cura di Angelo Bruni – C.E.A. Scuola Blu - Martinsicuro

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piagge di ritmo sotto il sole e belle donne nell’Adriatico, sintetizzava Fiorello in una sua hit degli anni ’90. Esistono tuttavia altri punti di vista attraverso cui possiamo osservare una spiaggia delle nostre coste. Laddove ombrelloni e chalet non hanno (ancora) messo le loro radici, ci sono lembi di spiaggia che custodiscono scenari a molti ancora ignoti, quindi tutti da scoprire. È il caso del biotopo costiero di Martinsicuro, circa

due ettari di spiagge basse e sabbiose caratterizzate da un’importate

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presenza di vegetazione, situazione sempre più rara da trovare in ambienti litorali soprattutto italiani. Questo perché nelle “comuni” spiagge viene a mancare un elemento fondamentale per la crescita e la sopravvivenza delle specie vegetali: la presenza delle dune. Solitamente associate a paesaggi esotici come quelli dei deserti, le dune possono essere costruite tramite l’azione del vento anche nelle nostre spiagge sono ovviamente di dimensioni ridotte rispetto a quelle desertiche, ma possono unirsi tra loro per dar luogo a lunghi cordoni paralleli alla linea di costa. L’importanza di questi corpi sabbiosi è molteplice da un lato costituiscono un’importante riserva di sabbia in momenti critici di erosione, ad esempio durante eventi di tempesta, quando le onde rielaborano la sabbia delle dune e le ridistribuiscono fino a formare nuovi profili di spiaggia in tale maniera le dune rappresentano a tutti gli effetti un’alternativa naturale ai ben più artificiali – e spesso artificiosi - e costosi ripascimenti che ogni stagione molte amministrazioni sono costrette ad operare. Oltre a questo le dune

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offrono protezione agli ambienti e agli ecosistemi più interni, andando ad intercettare sia le ingenti dispersioni di sabbia nel caso di venti particolarmente potenti, sia gli stessi venti di provenienza marina, ricchi di salsedine potenzialmente dannosa per alcuni dei succitati ecosistemi. Ma c’è un altro motivo per cui le dune rappresentano una preziosa risorsa, in particolar modo per l’ambiente che stiamo affrontando. Innanzitutto bisogna fare un passo indietro e rimarcare come non sia sufficiente solamente una manciata di sabbia svolazzante per dar origine ad una duna è infatti molto importante la presenza di un mezzo che ne ostacoli il percorso, permettendo quindi quell’iniziale accumulo che si evolverà in una duna vera e propria. Questo ostacolo può essere costituito da detriti rocciosi, di dimensioni variabili, o spesso anche da forme di vita vegetali che andremo a definire “pioniere”. Queste non sono che alcune componenti della famiglia di specie vegetali che, nel loro insieme, prendono il nome di “piante psammofile”. Per scoprirne il significato, l’aspetto e l’importanza, vi diamo appuntamento al prossimo mese.


AMBIENTE

POLLICE VERDE A MARZO di Laura Grimaldi

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In casa irrorate le piante più spesso insistendo sulla pagina inferiore delle

foglie e spruzzatele con un buon lucidante antiparassitario, evitate la diretta esposizione delle piante da appartamento all’aria.

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terreno e la rincalzatura durante la crescita può essere d’aiuto il macerato di ortica potranno essere raccolte circa 2 mesi dopo la semina, non appena le foglie iniziano a ingiallire. Seminate le piantine di melanzane su un letto di terriccio umido proteggendoli con una lastra di vetro coperta da giornali. Innaffiate frequentemente e quando ogni piantina è alta 30 cm cimate per favorire la ramificazione , sostenete con una canna, vaporizzate con acqua per allontanare gli afidi ed eliminate il fogliame vecchio. Verso aprile-maggio le piantine saranno sufficientemente grandi per essere trapiantate in vasi da 23cm, protette e innaffiate. Quando i frutti sono lunghi Per quanto riguarda le carote 20cm circa, turgidi e brillanti, tagliaevitate il letame e preferite, piutto- teli con un coltellino ben affilato. sto del compost ben sminuzzato. E’ importante un’accurata pulizia del Per tutto il mese, poi, è

Nell’orto è tempo di semina all’aperto e di semina in coltura protetta per vari ortaggi come alcune varietà di carote, melone, angurie, peperoni, melanzane, asparagi, piselli, spinaci, sedani ecc. Quella dei meloni può essere effettuata in semenzaio su letto caldo dopo quindici giorni le piantine devono essere trapiantate in tunnel di materiale plastico e poi messe a dimora. Le irrigazioni devono essere frequenti. Ricordate prima di seminare il melone di fornire il terreno di letame e che, dopo che le piantine siano germogliate, di usare un concime a base di potassio.

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possibile trapiantare aglio, cipolla, lattuga e cavolo cappuccio.In fase di luna calante nell’orto è opportuno provvedere alle ultime potature di ulivi, viti e alberi d a frutto. C o n la luna nuova s i semina l a cicoria e si innestano i ciliegi e i pruni. In fase di luna crescente è il momento di piantare i bulbi e di seminare bietole, carote e ravanelli. In fase di luna piena è tempo di dedicarsi alla raccolta di erbe aromatiche ed all’innesto di peri e meli.

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lla Pasqua Dell’anno passato Un palloncino Mi era scappato. Mi era scappato Nell’alto del cielo, Io lo guardavo E piangevo piangevo.

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Anche quest’anno Un pallone è volato Ma io ho riso Felice e beato. Il palloncino E’ andato lassù Ma io quest’anno Non piango più. (Roberto Piumini)

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IMPRENDITORIA

ECCO COME NASCONO LE IDEE

IMPRESA: L’IMPORTANZA DEL COFFEE BREAK Come prende forma un progetto?

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l giusto approccio, le più efficaci impostazioni. Capire gli step è importante, perché in ambito industriale esiste un’enorme potenziale di progettualità che troppo spesso resta nascosta o inutilizzata. Il primo punto di partenza è il proposito, in altre parole l’idea (che spesso nasce dall’osservazione): nel concetto di idea non è presente alcun riferimento a obiettivi e risorse ma solo al “disegno della mente” di qualcosa che ancora non esiste, raffigurazione di impulsi esterni spesso eterogenei e non associati ma già in possesso del project manager. Alla comprensione segue l’elaborazione, e quindi la prima fase della struttura progettuale. Aumentare il numero di idee alla base di un progetto incrementa le possibilità di crescita e sviluppo dell’azienda per la quale si realizza. Piuttosto che riuscire ad avere idee brillanti, dunque, è ancor più importante essere in grado di trasformarle in progetti vincenti: è questa la vera sfida di ogni imprenditore e di ogni organizzazione. Definire un buon progetto richiede perciò che in azienda le idee nascano ma soprattutto che possano circolare (ascoltando e ascoltandosi), sia in maniera spontanea sia secondo schemi e procedure formali. Non esiste una ricetta sola: la “cas-

setta delle idee” ha fatto miracoli per alcune aziende, mentre in altre si è rivelata quasi inutile le riunioni formali possono ridursi a momenti sterili o portare a idee che cambiano il destino di un’impresa. Di solito, la nascita di un’idea è influenzata da una specifica esigenza dell’azienda. Tuttavia, è frequente il caso di idee (e quindi progetti) nati dalla condivisione di esperienze e prospettive di soggetti, anche non appartenenti alla stessa orbita industriale, o anche di modelli/soluzioni proposti da consulenti per trarne vantaggio competitivo. Ad esempio, mai rinunciare a prendere un caffè con colleghi, collaboratori e soprattutto con i clienti! Il passo dall’idea al progetto è tanto brave quanto critico. Dale Carnegie ha detto: «Noi tutti possiamo fare cose che nemmeno


IMPRENDITORIA

pensiamo di poter riuscire a fare. Ma se mai rischierai, mai conoscerai il tuo potenziale». Rischiare non significa buttarsi a capofitto ma avere la lucidità di valutare ogni idea e sapervi cogliere i primi cenni di un progetto. Le idee vanno quindi pesate, attenti a non scartare nulla con superficialità ma neanche a restare accecati dall’emotività (ricordate come cantava

Definire un buon progetto richiede perciò che in azienda le idee nascano ma soprattutto che possano circolare (ascoltando e ascoltandosi). Pino Daniele? Ogni scarrafone è bello ‘a mamma soja). Spesso, il processo di valutazione prende spunto dalle 6 W del giornalismo: 1. W h a t : qual è l’obiettivo di questo progetto 2. W h y : perché farlo 3. W h o : chi lo farà 4. H o w : come farlo 5. Where: dove farlo (in tutti i sensi) 6. W h e n : q u a n d o f a r l o . Ad esempio, un progetto nasce sempre da un’esigenza (commerciale, tecnico, industriale) ma poi, andando oltre, bisogna guardare a quali sono le risorse in campo. Basti pensare alla storiella dei milioni di dollari spesi dalla NASA per realizzare una penna con serbatoio d’inchiostro pressurizzato e “scrivere nello spazio in assenza di gravità” mentre i Sovietici davano ai propri cosmonauti una matita! Dalle barzellette ai fatti veri: per il rientro in atmosfera delle navicelle puntando lo scudo termico verso il basso, gli Statunitensi adottarono

un complesso e costoso sistema di manovra mentre i Sovietici concentrarono il peso della loro navicella verso un’estremità, in modo che la capsula assumesse spontaneamente l’assetto giusto. Queste esperienze ci insegnano come non basti saper leggere un’esigenza se poi non si è in grado di focalizzare l giusto obiettivo di un progetto. In ambito industriale spesso si comunica solo l’esigenza o, peggio, si imposta un obiettivo che in realtà è una chiave di lettura del vero obiettivo. La fase successiva all’ideazione del progetto deve pertanto essere la giusta impostazione e comunicazione dei requisiti a chi dovrà poi svilupparlo o, se ci si trova dall’altra parte, saper capire la vera anima del progetto che ci è stato affidato. In ultima analisi, è compito del progettista o del manager di progetto individuarne la vera natura, in quanto a lui sarà demandata ogni responsabilità sulla riuscita o meno delle varie attività.

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I M P R E N D I TO R I D E L L A VA L V I B R ATA

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antasia e creatività contraddistinguono da sempre Vitamina Jeans, brand di punta della Manifatture Lord. L’azienda, creata dalle menti degli imprenditori santegidiesi Francesco Zappacosta e Marini Sandro, nasce quasi per “gioco”, come lo stesso titolare ci racconta, mentre stava chiacchierando con un po’ di amici del più e del meno in un bar. Il punto di partenza sono stati i pantaloni successivamente le collezioni si sono rinnovate e ampliate, andando a soddisfare gusti ed età diverse. Da più di vent’anni Vitamina Jeans è un marchio giovane, creativo ma anche chic che non

rinuncia all’alta qualità del Made in Italy. Quale è stato il percorso che ha portato alla nascita di Manifatture Lord e come ha iniziato la sua attività? Il mio primo lavoro è stata l’impresa di costruzioni fondata nel 1957 da mio padre e tuttora in attività. Il passaggio al settore dell’abbigliamento è avvenuto per caso. Abbiamo aperto l’azienda Manifatture Lord io e mio cognato a Sant’Egidio alla Vibrata. Quali sono i mercati che rappresentano il vostro

VI TA M IN A JE AN S l’abbigliamento santegidiese famoso nel mondo di Virginia Ciminà

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I M P R E N D I TO R I D E L L A VA L V I B R ATA

core business? Siamo presenti in tutto il territorio italiano dal nord al sud ed anche all’estero: Germania, Francia, Belgio e qualche contatto perfino con il mercato russo. Puntiamo ad operare sul dettaglio partendo dall’estero. Abbiamo creato una nuova linea di abbigliamento “De Ilie” ed abbiamo allacciato anche buoni contatti commerciali in Spagna. Il mercato principale rimane comunque quello italiano, per ora. Quali sono i punti di forza della vostra attività imprenditoriale? I punti di forza sono diversi, principalmente la vestibilità di tutti i nostri capi alla quale dedichiamo la massima cura e attenzione inoltre la nostra produzione è fatta interamente in Italia “dal filo allo stiro” come recita lo slogan delle nostre etichette. Abbiamo sempre creduto e scommesso sul Made in Italy per tutte le fasi di realizzazione del capo. Parliamo del nome Vitamina. Da cosa nasce? Il nome Vitamina è nato per caso. All’inizio operavamo con il marchio Top In, due triangoli di cui uno rovesciato, ma qualcosa mancava. Pensammo allora a “Top In, la vitamina del jeans” e da lì è partito poi Vitamina Jeans. Nasce ad ottobre del 1996. Vitamina Jeans non realizza solo pantaloni ma anche

cappotti, camicie, maglie. Avrebbe mai immaginato, ai suoi inizi, che l’offerta si sarebbe così tanto ampliata e diversificata? La mia azienda all’inizio produceva solo pantaloni ma poi abbiamo deciso di ampliarci con nuove tipologie di prodotti e spaziare dalle camicie, ai cappotti, alle maglie, insomma puntare ad un total look. Abbiamo tre linee: Vitamina Jeans rivolta ad una ragazza giovane, Diva Vitamina per la signora che si vuole far notare e la linea Vitamina Jeans uomo. Abbiamo tre stilisti in azienda e investiamo moltissimo su ricerca e nuove tecnologie Parliamo un po’ della situazione economica della Val Vibrata, ci sono dei veri competitori in zona? Negli anni ‘80 la Val Vibrata era considerata la Valle dell’Eden, trovavi in ogni angolo una diversa realtà familiare produttiva. E tutto questo è pian piano svanito soprattutto per colpa di una politica sbagliata. Noi come imprenditori non siamo mai stati capaci di associarci e questo ha portato molti a delocalizzare la produzione togliendo lavoro e risorse alla Val Vibrata. Una domanda un po’ insolita per concludere un suo difetto? Purtroppo sono troppo buono, non so dire di no e c’è chi se ne approfitta e mia figlia Cristina, che lavora in azienda, me lo dice sempree se questo è da considerarsi un difetto allora lo accetto più che volentieri.

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C U LT U R A E S P E T TA C O L I

C O R RO PO L I I N M US IC A ,

Numerosissimi allievi stanno dimostrando che la passione e la qualità del lavoro portano a grandi risultati.

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a qualche tempo nel territorio di Corropoli, ricco di storia, di reperti e di tradizioni, popolato da tanti appassionati di arte e cultura, si parla anche attraverso un linguaggio non verbale, ma sempre efficace.La cosa ci è piaciuta soprattutto perché riguarda giovani e giovanissimi, che da diversi mesi oramai popolano i locali della ex Scuola Elementare di via S. Giuseppe e la rendono di nuovo vibrante, letteralmente. Difatti, grazie al lavoro di attenti e preparati professionisti in ambito didattico e musicale, e grazie alla lungimiranza dell’Amministrazione Comunale, a Corropoli i Corsi Musicali sono oggi una realtà consolidata ed apprezzata. Numerosissimi allievi stanno dimostrando che la passione e la qualità del lavoro portano a grandi risultati.I corsi sono organizzati e coordinati dalla Associazione Musicale Orchestra Giovanile “ I SINFONICI, con la Direzione Artistica ed il coordinamento didattico a cura del M° Sergio Piccone Stella, e con il patrocinio del Comune di Corropoli. Questo è un dato importante : l’Amministrazione Comunale del paese ha recepito segnali che da tempo erano nell’aria, ed ha colto subito la possibilità di sostenere una attività che unisce cultura e ragazzi, impegno e divertimento.Tanto impegno per progetti che stanno già regalando ottimi risultati, ma questo è appena l’inizio. Attualmente sono operativi i Corsi Strumentali di Flauto, Clarinetto, Sassofono, Corno, Tromba, Trombone, Violino, Violoncello, Contrabbasso, Chitarra classica e moderna, Canto lirico e moderno, Pianoforte, Organo, Tastiere. E naturalmente tutte le discipline complementari correlate ai singoli corsi. Dal

mese di ottobre 2012 è attivo anche il Coro Comunale di Voci Bianche con oltre 40 iscritti, una delle belle novità della stagione didattica. Va ricordato che le attività del Coro di Voci Bianche sono gratuite per tutti i partecipanti, grazie al Patrocinio dell’Amministrazione Comunale. L’ Associazione M u s i c a l e Orchestra Giovanile “ I SINFONICI “ , diretta fin dalla sua fondazione (1994) dal M° Sergio Piccone Stella, da sempre ha perseguito un obiettivo preciso: creare reali possibilità di lavoro in ambito musicale per giovani musicisti preparati e motivati .Negli anni sono arrivati importanti riconoscimenti, collaborazioni nazionali ed internazionali con Direttori e solisti di fama, registrazioni discografiche e televisive, concerti, e nei prossimi mesi ancora tanti impegni per una stagione musicale che sarà ricca di celebrazioni e ricorrenze importanti.

Le lezioni si svolgono dal lunedì al sabato ore 15,00 - 20,00 presso ex Scuole elementari via San Giuseppe. Per informazioni e Segreteria: telefono 347.6590974 e-mail :isinfonici@ fastwebmail.it

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MODA

M PRIMAVERA

a cosa ci propongono gli stilisti per la nuova stagione? Tra le varie possibilità balza subito agli occhi l’idea di abiti dalle linee semplici ma con stampe coloratissime e geometriche che richiamano nelle fantasie e nei colori un mondo optical. Infatti riecheggia sulle passerelle l’atmosfera degli anni ’60 – ’70 e la corrente artistica di quei tempi: l’Optical Art ( o Op Art). Fondato da Victor Vasarely, il movimento artistico si concentrava sulla creazione di illusioni ottiche bidimensionali, tipicamente in movimento, create per stimolare e coinvolgere l’osservatore e per indurlo in uno stato di instabilità percettiva. E proprio su queste sensazioni psichedeliche hanno lavorato gli stilisti creando abiti con fantasie e colori “incorniciati” da forme geometriche. Insomma come avviene spesso nella moda non è stato creato nulla di nuovo ma è stata elaborata una versione tutta contemporanea di una tendenza che viene dal passato

PSICHEDELICA Nell’aria c’è aria di primavera, tempo di colori, di nuovi amori, di fiori che sbocciano e soprattutto dello stagionale cambio dell’armadio! di Federica Bernardini 34

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MODA

UNA PRINCIPESSA PRÊT À PORTER di Federica Bernardini

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quasi sedici anni dalla sua morte, Lady Diana viene considerata ancora oggi un’icona di classe e sensibilità, simbolo di valori e bellezza. Ma la sua grandezza non viene tanto dal gusto che aveva nello scegliere gli abiti giusti o dalla raffinatezza che la distingueva, ma dalla capacità di svecchiare le regole di corte avvicinandosi alle donne comuni. Infatti Diana fu la prima della Casa Reale a mischiare la moda austera imposta dal protocollo al prét à porter, passando dai jeans ai tailleur, dalle scarpe alte ai mocassini, dagli abiti lunghi alla tuta, il tutto mantenendo intatta

la sua innata eleganza. In questo modo le donne del popolo iniziarono a trovare in lei una figura in cui potersi immedesimare ed aspirare, a discapito di anni di moda ingessata tipica dei reali che l’avevano preceduta. Per celebrare lo stile di Lady Diana, Tod’s ha sponsorizzato il libro Timeless Icon i cui ricavati andranno alla Clic Sargent, fondazione a sostegno dei bambini malati di cancro di cui diventò madrina la stessa Diana nel 1981. Il volume, edito da Electa e in circolazione dall’11 marzo, raccoglie 92 fotografie rappresentative degli outfit più famosi della Principessa. Tra questi il vestito di velluto nero con cui ha ballato con John Travolta alla

Casa Bianca, e l’abito per la prima de Il Lago dei Cigni al London Coliseum, la cui foto è stata scelta per la copertina del libro.

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PUBLIREDAZIONALE

MASSAGGIO THAILANDESE

L’antico massaggio thailandese trae le sue origini dalla medicina tradizionale cinese e da quella indiana ayurvedica arricchendo il tutto con manovre di stretching passivo e yoga. di Linda Panyawai

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l massaggio Thailandese ha una lunga storia di pratica terapeutica.Praticato per secoli, le sue origini si possono far risalire all’India di circa 2.500 anni fa. Il primo a praticare questo tipo di massaggi si dice essere stato JivakaKomarabhacca (il “Padre Dottor Shivago”), un dottore, amico e contemporaneo del Buddha. I Cinesi e gli Indiani si crede abbiano fortemente influenzato le terapie e i trattamenti sviluppati in Thailandia. Le basi teoriche del massaggio Thailandese risiedono

nelle linee energetiche che attraversano il corpo umano. Delle oltre 75.000 linee di energiache si dice esistano, solo 10 sono quelle su cui ci si focalizza. Queste linee vengono chiamate SEN. Importanti punti che la medicina

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dell’agopuntura utilizza si trovano proprio su queste linee. Trattamenti per il corpo, per specifici organi e cure per diverse malattie sono spesso eseguiti usando il sistema delle dieci SEN. Molto di quello che si conosce oggi come Massaggio Tradizionale Thailandese è stato tramandato oralmente di generazione in generazione. Molti degli antichi testi medici furono distrutti nel 1776 con la distruzione di Ayutthaya (la vecchia capitale del Siam) da parte dei Birmani. Nel 1832, il Re Rama III, ritrovò le vecchie tavole con le antiche inscrizioni e per preservare la tradizione le fece inserire all’interno del Tempio “WatPho” a Bangkok dove oggi si trova anche la più antica scuola di massaggi di tutta la Thailandia. Secondariamente si svilupparono altre scuole di fondamentale importanza come la “Thai TraditionalMedical Service Society” approvata dal Ministero della Salute. Il massaggio tailandese si caratterizza per la fluidità e la ritmicità con cui vengono eseguiti pressioni, stiramenti, rotazioni. Le pressioni stimolano la circolazione e il drenaggio linfatico e riattivano i flussi di energia le manipolazioni allentano le tensioni e rendono flessibili le articolazioni. Le tecniche vengono eseguite dall’operatore non soltanto con le mani ma anche con i piedi, gli avambracci, le ginocchia e i gomiti. Perché praticarlo. Riequilibrando lo stato energetico della persona, il Massaggio Tailandese induce uno stato di benessere psicofisico generale. Trattamenti regolari di massoterapia tailandese stimolano e mantengono in salute circolazione sanguigna, flusso linfatico, sistemi nervoso, muscolare e ormonale e articolazioni.




QUA N D O L A T IMI DE Z Z A DIVE N TA U N PRO BL E M A ?

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a timidezza traduce un senso per lo più abituale di disagio provocato da timore, pudore o soggezione, che si realizza in un comportamento esitante e impacciato, talvolta anche scontroso. È un sentimento che si presta alle più svariate interpretazioni. Coinvolge infatti un’ampia gamma di emozioni e a diversi gradi di intensità: dalla semplice esitazione derivante da pudore o ritegno, al terrore che paralizza e compromette così la qualità delle relazioni sociali. La stessa etimologia del termine è alquanto dibattuta: chi lo fa derivare dal latino “timre” (temere), chi dal greco “ιμή” (timè: stima, venerazione) quasi a intendere la titubanza che viene dalla riverenza. Il timore provato deriva dalla percezione di essere “un libro aperto”, di non poter opporre alcuna difesa nei confronti dell’altro che avanza verso di noi invadendo la nostra sfera personale, portando

alla luce e giudicando debolezze e insicurezze che vorremmo rimanessero nascoste. Esse derivano spesso dal contesto di appartenenza dell’individuo, dalla sua storia familiare e da pregresse esperienze non molto positive. Si tratta di aspetti della personalità che hanno radici profonde e, in un certo qual modo, accompagnano, definiscono e identificano il soggetto. Diversa è invece la timidezza patologica caratterizzata da un’interiorità in cui permangono residui del mondo infantile e sentimenti di vergogna, paura e senso di colpa che l’individuo non riesce a elaborare e accettare come caratteri del proprio io. Da qui la resistenza a confrontarsi con situazioni di coinvolgimento sociale percepite come troppo invasive o che richiedono una messa in mostra di sé e della propria personalità. La timidezza in questo contesto viene a definirsi patologica in quanto implica nel tempo un malfunzionamento del soggetto nelle

DIALOGO

relazioni interpersonali e lavorative e conduce a uno stato di sofferenza che spinge all’adozione di condotte di evitamento. Un intervento adeguato dovrebbe in tal caso proporre un “contesto” rassicurante, distensivo, che permetta di riconoscere, circoscrivere ed elaborare il dolore, superare la fase di negazione attraverso un confronto con il proprio vissuto, abituare il soggetto alla presenza dell’altro e spronarlo al riconoscimento delle proprie capacità. Articolo della Dott.ssa Valeria Conocchioli

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Tonico come, quando e perché BELLEZZA

In poche utilizzano il tonico per il viso forse perché non ne conoscono il reale vantaggio: mantenere inalterato il grado di umidità della pelle, essenziale perché si mantenga sempre morbida e idratata di Laura Grimaldi

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uesta ha, infatti, un ph acido che se cambia, a causa di saponi e latte detergente (basici), può causare acne, rossori, pelle spenta e opaca, a seconda della propria disposizione. Deve essere utilizzato, quindi, mattina e sera per riacidificare la pelle durante la pulizia quotidiana dopo il latte detergente o i saponi per il viso al fine di eliminare sebo, batteri e mantenete lo strato protettivo della pelle respingendo gli agenti patogeni. Inoltre, ripristinando acidità chiude i pori dilatati. Oltre a quelli in commercio, il tonico possiamo farcelo in casa, adoperando ingredienti naturali da adattare al nostro tipo di pelle, acidificando sempre con aceto di mele o di vino bianco. Oltre a quelli in commercio,

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il tonico possiamo farcelo in casa, adoperando ingredienti naturali da adattare al nostro tipo di pelle, acidificando sempre con aceto di mele o di vino bianco.mQuello maggiormente consigliato è un tonico alla camomilla: 1 bustina di camomilla o capolini da acquistare in erboristeria, 200 ml di acqua, 3 gocce di olio essenziale, 1 cucchiaino di aceto. Preparate l’infuso, filtratelo e lasciatelo raffreddare, aggiungete l’olio essenziale e il cucchiaino di aceto. Agitate prima di ogni uso in quanto l’olio tende a separarsi dall’acqua. L’infuso può essere preparato anche con alcune bucce di limone e rametti di rosmarino per ottenere un tonico astringente e miracoloso contro i pori dilatati; indicato per le pelli grasse e impure. Ottime proprietà disinfettanti e antisettiche sono possedute

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dalla lavanda. Preparate, dunque, un infuso con fiori di lavanda per ottenere un tonico riequilibrante. Ideale per le pelli secche è il tè verde, dalle proprietà antiossidanti; oppure un infuso di malva o di tiglio che ha azioni idratanti e protettive. In questo caso potete arricchire il vostro tonico con vitamina E (tocoferolo) o gel d’aloe vera. Se avete la pelle sensibile, tendente agli arrossamenti il vostro tonico deve avere un’azione lenitiva e calmante; l’infuso sceglietelo, in questo caso, di timo o di calendula unito a qualche goccia di olio di rosa. Infine, può essere utilizzata come tonico l’acqua di amamelide (reperibile in erboristeria) che, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, è indicata per pulire, rinfrescare e tonificare la pelle.


CINEMA

AD A P R IL E

Hitchcock

Oblivion

Alfred Hitchcock, il maestro del brivido, la straordinaria icona cinematografica nota per aver ideato alcune delle sequenze più spaventose ed intriganti mai apparse sul grande schermo, nascondeva un segreto: una lunga ed intensa storia d’amore con una donna forte e decisa, sua moglie Alma Reville, nonché sua collaboratrice professionale. Il film fa luce sulla loro relazione affascinante e complessa. E lo fa attraverso il racconto della loro avventura cinematografica più coraggiosa: la lavorazione dell’inquietante thriller PSYCHO, del 1960, che sarebbe stato il film più controverso del noto regista nonché il suo maggiore successo.

In uno spettacolare pianeta Terra del futuro che si è evoluto fino a diventare irriconoscibile, un uomo si confronta col passato che lo porterà ad affrontare un viaggio di redenzione e ricerca mentre si batterà per salvare l’umanità. Jack Harper (Cruise) è uno degli ultimi riparatori di droni operanti sulla Terra, parte di una massiccia operazione per estrarre risorse vitali. Dopo decenni di guerra contro una terrificante minaccia conosciuta come Scavs, la missione di Jack è quasi terminata. Vivendo e perlustrando gli straordinari cieli da migliaia di metri d’altezza, la sua esistenza crolla quando salva una bella straniera da uno spacecraft precipitato. Il suo arrivo innesca una serie di eventi che lo costringono a mettere in questione tutto ciò che conosceva e mettono nelle sue mani il destino dell’umanità.

Uscirà il prossimo 4 aprile 2013 il film “Hitchcock” diretto dall’inglese Sacha Gervasi e conta un cast di altissimo livello di cui fanno parte Anthony Hopkins, Scarlett Johansson, Jessica Biel, Helen Mirren, Ralph Macchio, Toni Collette, Danny Huston, James D’Arcy, Michael Wincott, Kurtwood Smith, Michael Stuhlbarg, Judith Hoag, Wallace Langham, Spencer Garrett, Tara Summers, Currie Graham.

Oblivion, diretto da Joseph Kosinski e interpretato da Tom Cruise, Morgan Freeman, Nikolaj Coster-Waldau, Olga Kurylenko, Zoe Bell, Melissa Leo, Andrea Riseborough, uscirà nelle sale cinematografiche giovedì 11 aprile 2013.

Iron Man 3

Dalla regia di Shane Black, uscirà il 24 aprile 2013 il nuovo film Iron Man 3 che vede lo sfacciato ma brillante industriale Tony Stark/Iron Man combattere contro un nemico senza limiti. Quando Stark vedrà il suo mondo personale distrutto per mano del suo nemico, intraprenderà una straziante missione alla ricerca dei responsabili. Si tratterà di un’impresa che metterà a dura prova il suo coraggio in ogni momento. Con le spalle al muro, Stark dovrà sopravvivere senza i dispositivi da lui creati, fidandosi solo del proprio ingegno e istinto per proteggere le persone che ama. Mentre trova tutte le forze per reagire, Stark trova la risposta alla domanda che lo ha sempre segretamente perseguitato: è l’uomo che fa l’armatura o è l’armatura che fa l’uomo? Tra il cast spiccano i nomi di Robert Downey Jr., Gwyneth Paltrow, Guy Pearce, Don Cheadle, Rebecca Hall, Paul Bettany, Ben Kingsley, Jon Favreau, William Sadler.

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PET

LEI SH M AN IO S I L a primave ra è alle po r te… a tt enz i one

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a leishmaniosi è una malattia protozoaria sostenuta nel cane da Leishmania infantum, un protozoo della famiglia Tripanosomatidae. Sono comunque diverse le specie di Leishmania che possono causare malattia sia nell’uomo che negli animali. Questa malattia viene trasmessa da insetti vettori i cosiddetti flebotomi o pappataci. Le femmine pungono esclusivamente nelle ore serali-notturne (tramonto-alba) in un periodo compreso all’incirca tra la metà di maggio e la fine di ottobre. Il periodo d’incubazione può variare da alcuni mesi ad alcuni anni e la sintomatologia è molto varia: aumento del

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volume dei linfonodi, anoressia, dimagrimento, lesioni cutanee, zoppia, lesioni oculari, etc. Il trattamento terapeutico di questa malattia rappresenta ancora oggi un problema di non facile soluzione in quanto le terapie attualmente in uso non consentono la guarigione parassitologica dei cani infetti. Dunque l’intervento sui vettori (flebotomo) rappresenta un punto cruciale per la strategia di controllo nei confronti di questo parassita. Bisogna impedire che il flebotomo si alimenti sul cane per prevenire l’infezione da Leishmania mediante l’applicazione di repellenti a base di piretroidi. Ma c’è di più. Ad Aprile 2012 è stato immesso in commercio un vaccino contro la Leishmaniosi, avente lo scopo di prevenire lo sviluppo della malattia. Anche se la vaccinazione rappresenta una sfida appena agli inizi ed effettuabile solo in quei cani sierologicamente negativi è bene ricordarsi che effettuare una lotta integrata consente di contrastare maggiormente questa insidiosa, diffusissima e spesso letale malattia.

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RUBRICA A CURA della Dott.ssa Federica Pompei, Medico Veterinario


RICETTE

L E ZE PP OL E D I S A N G I US E P P E di Laura Grimaldi INGREDIENTI: Amarene sciroppate . Per la pasta: 6 uova 300 gr di farina 50 gr di burro 1\2 litro di acqua Zucchero a velo. Per la crema: 50 cl di latte 2 tuorli 100 gr di zucchero 80 gr di farina 1 limone

dargli la forma di una ciambella, lasciate scivolare le zeppole, una alla volta, nell’olio bollente e cuocete fino a quando non si gonfieranno, appoggiatele su carta assorbente e quando si saranno freddate cospargetele di zucchero a velo, ponete nel mezzo poca crema, amarene sciroppate e servite.

PROCEDIMENTO: Preparate prima la pasta quindi versate in una pentola l’acqua con il burro e accendete il fuoco a fiamma media non appena l’acqua inizierà non a bollire, ma a fare le prime bollicine versateci la farina e mescolate energicamente fino a quando il composto non si staccherà dai bordi della pentola. Spegnete il fuoco e aggiungete le 6 uova, una alla volta, sempre girando con forza finchè il tutto non sarà amalgamato. Preparate ora la crema lavorando i 2 tuorli con lo zucchero, aggiungete poi la farina setacciandola con un colino per non formare grumi, il latte e due pezzetti di scorza di limone, ponetela sul fuoco a fiamma media facendola addensare e mescolando continuamente con un cucchiaio di legno. Togliete le bucce di limone e staccate dal fuoco. Con una siringa da pasticciere dalla bocca larga riempita di pasta cospargete un piattino di caffè di composto per

VARIANTE: Le zeppole possono anche essere cotte al forno per 30 minuti a 200°.


TEMPO LIBERO

a cura di Paolo Gatti in collaborazione con Florindo Fanì

PAROLE CROCIATE Orizzontali 1- In zona è famoso quello di Sant’Egidio 10Ispido 11Cancellino per gli inglesi 13 – L’inizio della catastrofe 14 – Sincera, franca 16- Caratterizzata da caldo e umidità 18 – Cosi sono le scarpe della befana 19- Pronta, agile 24- Piante arbustive tipiche della macchia mediterranea 26- Avvisato 27- Lente al ritroso 28Commettono furti 29Yoctolitro 30- Località della Guinea 31- Sito Hip Hop 33- Social Engine Forum 35- Si dice che tre fanno una prova 39Orange County 40- Tipo di pasta in semola di grano duro 43- Ha la cruna 46- Concetto, autore del libro “Gente delle campagne della Val Vibrata” 47- Uno in inglese 49Alleanza Nazionale 50- Metà di otto 52- Il simbolo della squadra di calcio del Pescara 55- Amò Giulietta 58- Angelo della morte per gli Ebrei 59- Le ultime vocali 60- Vallecupa è una sua frazione 65- Leggendario 67- Antico britannico 68- Settimanale italiano 69- Royal Opera House Verticali 1- Processo di autodifesa della pelle dopo una ferita 2- Yasser, politico palestine-

se scomparso nel 2004 3- R e a l Time 4- Protossido di azoto 5- Noto produttore di telescopi 6- I l ramo più antico della matematica 7- Il nome della Casta 8- Dichiarazioni del proprio pensiero 9- Vi si svolgeranno i Mondiali di Calcio del 2014 12- L’extraterrestre più famoso 15- Lingua mista, come ad esempio il giamaicano 17- Associazione Nazionale Alpini 19- Piatto tipico romano a base di vitello e prosciutto 20- Centro Linguistico d’Ateneo 21- Aldo senza o 22Lo sono alcuni pannelli solari 23- Teletype 25- Sito archeologico in Egitto dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco 32Famoso è quello di 105 34- Così a Londra 36- Nordic Association of Electricity Traders 37- Dynamic Circuit Network 38- Dea dell’arcobaleno 41- Negazione 42- La fine per gli Inglesi 44- Figuraccia 48- Diventa i in feeling 51- Incontrare per i britannici 53- Dopo il sol 54- Precede ” Volevam savoir” in una famosa scena dei film di Totò 55- Re in Francia 56- Le consonanti di manna 57- Le prime di Olga 61- L’inizio dell’Ontario 62- Le iniziali della Corna 64- Espressione usata spesso nei fumetti 66Le prime di prime

Soluzioni : Orizzontali: Carnevale 10- Irto 11- Eraser 13- Ca 14- Schietta 16- Afa 18- Rotte 19- Scattante 24- Mirti 26- Allertato 27- Etnel 28- Ladri 29- Yl 30- Tiabe 31- Mz 33- Asiaze 35- Indizio 39- Oc 40- Maccarone 43- Ago 46- Benizi 47- One 49- An 50- Ot 52- Delfino 55- Romeo 58- Af 59- Ou 60- Colonnella 65- Epic 67Ancient 68- Chi Verticali: Cicatrizzazione Arafat Rt Nos Veho Aritmetica Laetitia Esternazioni Brasile12- Et 15- Creola 17- Ana 19- Saltimbocca 20- Cla 21- Ald 22- Termici 23- Tty 25- Tebe 32- Zoo 34- So 36- Naet 37- Dcn 38- Iri 41- No 42- End 44- Gaffe 48- Ee 51- Meet 53- La 54- Noio 55- Roi 56- Mnn 57- Ol 61- On 62- Lc 63- Lc 64- Ah 66- Pr

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C U R I O S I TA’

vignette a cura di Rossano Piccioni M A R Z O 2 0 1 3   VA L V I B R ATA L I F E

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Abbiamo ricevuto da un nostro lettore questa comunicazione. Chi può dare una risposta chiara ai suoi dubbi? La pesca sportiva e la raccolta di mitili lungo la costa italiana è regolata da una legge della Repubblica che ne stabilisce regole, modalità e tempi. Tuttavia a noi abruzzesi tale diritto ci viene negato da oltre dodici anni. Il Compartimento Marittimo di Pescara, competente per territorio, vieta dall’agosto 2000 tale pratica, lecita in altre parti dell’Italia, con una ordinanza che ogni anno viene reiterata. Prevede sequestro del mezzo impiegato, il sequestro del pescato ed un’ammenda di oltre mille euro con conseguente denuncia penale. Perché tutto questo? Manca la mappatura delle acque entro i cinquecento metri dalla costa. Insomma, le acque della nostra costa sono balneabili, buone per i bagni dei bambini che possono persino ingerirla buone per le bandiere blù ma velenosa per i mitili. Non è precisamente così. Dicono:” non sappiamo se le acque costiere sono idonee alla raccolta delle telline ma nel dubbio noi emaniamo da oltre dodici anni un divieto assoluto con una bella ordinanza.” sver Già un’ordinanza dovrebbe essere limitata nel tempo e nel luogo. Giusta per un improvviso sversamento di sostanze tossiche alla foce dei fiumi, per un evento eccezionale ed imprevedibile ma vietare senza aver fatto un controllo impedendo ai cittadini abruzzesi un loro diritto mi sembra proprio una cattiva gestione del territorio. La mappatura delle acque in questione dovrebbe essere fatta dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo che non si muove se non incaricato dalla Regione. Le analisi sono state fatte però oltre i cinquecento metri a quanto sembra se è vero che molte decine di grosse imbarcazioni munite di turbo aspiratori raschiano ogni giorno il fondale raccogliendo tonnellate di vongole . In definitiva è solo una questione politica, di competenze ,incompetenze ,immobilità e di rimpalli. Di sicuro gli unici a rimetterci siamo noi cittadini abruzzesi privati di un innocuo passatempo estivo e di un ottimo piatto di spaghetti alle telline. Egisto Morelli




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