Booklet / Cinema d'Autore 2012 - Le Città Invisibili

Page 1

Comune di Agropoli

Rassegna Cinematografica IV Edizione APPUNTAMENTI CON IL CINEMA D’AUTORE 12

Le proiezioni si svolgeranno alle ore 18.30 dal 22 Ottobre 2012 al 22 Gennaio 2013 presso la Sala Polifunzionale Giovanni Paolo II È possibile ritirare la tessera elargendo un contributo di € 5,00 presso la Libreria Mondadori (Piazza Vittorio Veneto, Agropoli)


PROGETTO GRAFICO & IMPAGINAZIONE


Comune di Agropoli

Rassegna Cinematografica IV Edizione

«Non voglio dimostrare niente, voglio mostrare» FEDERICO FELLINI

APPUNTAMENTI CON IL CINEMA D’AUTORE 12

Le proiezioni si svolgeranno alle ore 18.30 dal 22 Ottobre 2012 al 22 Gennaio 2013 presso la Sala Polifunzionale Giovanni Paolo II È possibile ritirare la tessera elargendo un contributo di € 5,00 presso la Libreria Mondadori (Piazza Vittorio Veneto, Agropoli) Si ringraziano per la collaborazione in particolare Don Bruno Lancuba e il Comune di Agropoli


LUNEDÌ 22

OTTOBRE 2012 MAGNIFICA PRESENZA GENERE Commedia, Drammatico (2012, durata 100 min.) REGIA Ferzan Ozpetek SCENEGGIATURA Federica Pontremoli CAST Elio Germano, Margherita Buy, Paola Minaccioni, Giuseppe Fiorello, Vittoria Puccini, Andrea Bosca, Alessandro Roja, Claudia Potenza, Gea Martire, Monica Nappo, Bianca Nappi, Platinette, Massimiliano Gallo, Anna Proclemer, Cem Yilmaz, Ambrogio Maestri, Matteo Savino, Giorgio Marchesi, Gianluca Gori, Eleonora Bolla


MAGNIFICA PRESENZA la trama Magnifica presenza vede protagonista Pietro, 28 anni, che arriva a Roma dalla Sicilia con un unico grande sogno, fare l’attore. Tra un provino e l’altro sbarca il lunario sfornando cornetti tutte le notti. E’ un ragazzo timido, solitario e l’unica confusionaria compagnia è quella della cugina Maria, apprendista avvocato dalla vita sentimentale troppo piena. Dividono provvisoriamente lo stesso appartamento legati da un rapporto di amore e odio in una quotidianità che fa scintille. Ma arriva il giorno in cui Pietro trova, finalmente, una casa tutta per sé, un appartamento d’epoca, dotato di un fascino molto particolare e Pietro non vede l’ora di cominciare la sua nuova esistenza da uomo libero. La felicità dura solo pochi giorni: presto cominciano ad apparire particolari inquietanti. E’ chiaro che qualcun altro vive insieme a lui. Ma chi?

LA CRITICA Ferzan Ozpetek sceglie la magnifica presenza di Elio Germano, un puro, ingenuo ma con qualche fissazione, che coltiva orgogliosamente e silenziosamente la sua diversità senza prevaricare nessuno. La coabitazione con i fantasmi diventa un modo far entrare ancora una volta lo straordinario tra le pareti domestiche, liberare le inibizioni e condividere la solitudine. Con fluidità, mistero e divertimento il regista italo-turco propone alcune delle sue tematiche più care.

la regia

Ferzan OZPETEK

Ferzan Ozpetek nasce a Istanbul (Turchia) il 3 febbraio del 1959. Si trasferisce in Italia nel 1978 per studiare Storia del Cinema all’Università La Sapienza di Roma. Completa la sua formazione frequentando corsi di storia dell’arte e del costume all’Accademia Navona e quelli di regia all’Accademia d’arte drammatica Silvio d’Amico. Nel 1982 inizia a lavorare nel cinema come assistente alla regia con Massimo Troisi per il film Scusate il ritardo, attività che continua fino al 1994. Il suo debutto come regista avviene nel 1997 con Il bagno turco - Hamam che ottiene successo di critica e di pubblico sia in Italia che all’estero, anche grazie al contributo della Quinzaine des realisateurs di Cannes. Nel 1999 gira Harem suare, presentato a Cannes nella sezione Un certain regard e invitato ad importanti festival internazionali come Toronto, Palm Spring e Londra. Nel 2001 è la volta di Le fate ignoranti che lo conferma tra i migliori registi europei della sua generazione e vince 3 Nastri d’Argento (miglior attore a Stefano Accorsi, miglior attrice a Margherita Buy, miglior produttore a Tilde Corsi e Gianni Romoli). Nel 2003 La finestra di fronte, in cui appare per l’ultima volta sullo schermo Massimo Girotti, vince il Nastro d’argento per il miglior soggetto, miglior film, miglior attrice protagonista a Giovanna Mezzogiorno, miglior attore protagonista a Massimo Girotti (postumo), migliori musiche ad Andrea Guerra, miglior canzone (Gocce di memoria) a Giorgia. Vince anche il David di Donatello 2003 per il miglior film e il David Scuola. Il lavoro creativo di Ozpetek continua, costante e di alto livello, nel 2005 con Cuore sacro che ottiene il David per la miglior attrice (Barbora Bobulova) e il miglior scenografo (Daniele Crisanti) e nel 2007 con Saturno contro.

ORE 18.30


LUNEDÌ 29

OTTOBRE 2012 THE ARTIST GENERE Commedia, Drammatico, Sentimentale (2011, durata 100 min.) REGIA Michel Hazanavicius SCENEGGIATURA Michel Hazanavicius CAST Jean Dujardin, Bérénice Bejo, John Goodman, James Cromwell, Missi Pyle, Penelope Ann Miller, Malcolm McDowell

Vincitore del Premio per il miglior attore (Jean Dujardin) al Festival di Cannes 2011. Premio Oscar 2012 per miglior film, regia, attore, costumi e colonna sonora.


THE ARTIST la trama Il film The Artist ha inizio a Hollywood nel 1927. Georges Valentin è un divo del cinema muto. La vita sembra sorridergli finché l’avvento dei film sonori lo condannerà all’oblio. Peppy Miller, giovane comparsa, sta invece per esssere lanciata nel firmamento delle star.

LA CRITICA Come i grandi film che Hollywood non sa più darci, con il loro carico di emozione pura e glamour assoluto, The Artist compie il suo miracolo lasciando lo spettatore contento e stupito, con la voglia, probabilmente, di rivederlo ancora una volta. In mancanza della voce lo sguardo torna protagonista e il cinema, che è diventato piccolo come diceva Gloria Swanson, riacquista le sue giuste dimensioni.

la regia

Michel HAZANAVICIUS

Nato a Parigi il 29 marzo 1967, Michel Hazanavicius, cresce all’ombra della Tour Eiffell assieme a suo fratello Serge, che diventerà un grandissimo attore francese. Studente all’ENSAPC, Michel comincia la sua carriera nel piccolo schermo. È il 1988, quando decide di collaborare con Canal+ a diversi programmi basati sugli sketchs dei Nuls, un gruppo comico con il quale continuerà a collaborare. È principalmente uno sceneggiatore e solo dal 1992, comincia a firmare la regia di alcuni show (C’est pas le 20 heures, Les Films qui sortent le lendemain dans les salles de cinéma), film tv (Derrick contre Superman, Ca détourne, Le Grand Détournment o La classe américaine) e spot pubblicitari per alcune grandi marche mondiali (Reebook, Telecom). Dirige anche un cortometraggio dal titolo Échec au capital e scrive la sceneggiatura di film come Delphine 1, Yvan 0 di Dominique Farrugia e Dalton (2004) e sulla banda di fratelli criminali nemici per eccellenza di Lucky Luke. A teatro, dirige invece lo spettacolo di Éric et Ramzy intitolato Érickéramzy (2005). È il 1999, quando si mette a lavoro sul suo primo lungometraggio a soggetto. Si tratta di Mes amis con Yvan Attal, Karin Viard e suo fratello Serge Hazanavicius. Ma il successo vero e proprio (anche da un punto di vista commerciale per i quasi due milioni di euro al box office) arriva con la parodia francese di James Bond OSS 117 - Le Caire, nid d’espions (2006) per il quale viene nominato ai César per la migliore sceneggiatura assieme a Jean-François Halin e che avrà così successo da avere un seguito OSS 117 - Rio ne répond plus (2009), che porterà a 2.500 milioni di euro di incasso. È il 2011 l’anno in cui concepisce un film muto moderno che si ispira al cinema degli Anni Venti: The Artist. Chiama nel cast Jean Dujardin (star dei film di OSS 117), sua moglie Bérénice Bejo, John Goodman, James Cromwell e Penelope Ann Miller e dirige un film ambientato nella Hollywood del lontano 1927, quando George Valentin era un noto attore del cinema muto, la cui vita si incrocia con quella di un’aspirante attrice, Peppy Miller, ma anche con il drastico arrivo del sonoro.

ORE 18.30


MARTEDÌ 06

NOVEMBRE 2012 HUGO CABRET GENERE Avventura, Fantastico (2012, durata 125 min.) REGIA Martin Scorsese SCENEGGIATURA John Logan CAST Asa Butterfield, Ben Kingsley, Chloë Grace Moretz, Sacha Baron Cohen, Ray Winstone, Emily Mortimer, Johnny Depp, Christopher Lee, Michael Stuhlbarg, Helen McCrory, Jude Law, Richard Griffiths, Frances de la Tour, Angus Barnett, Eric Moreau

Premio Oscar 2012 per miglior fotografia, scenografia, effetti visivi, missaggio sonoro, montaggio sonoro.


HUGO CABRET la trama Hugo Cabret è un ragazzino orfano che vive da solo nei meandri di una stazione ferroviaria parigina negli anni Trenta. Dopo essersi imbattuto in un macchinario da ricostruire e in una ragazza eccentrica, il ragazzino entrerà in contatto con un anziano e misterioso gestore di un negozio di giocattoli, finendo risucchiato in una magica e misteriosa avventura. Hugo Cabret racconta l’avventura di un ragazzo pieno di inventiva, che mentre cerca la chiave per far luce su un segreto legato alla vita di suo padre, finisce per migliorare quella delle persone che lo circondano, trovando inoltre un luogo che può chiamare finalmente casa.

LA CRITICA Scorsese mette da parte il tradizionale armamentario e trova nel libro di Brian Selznik la storia giusta per mantenere un unico, fondamentale e ingombrante appiglio al suo essere registico: quello della passione cinefila. Il regista usa le più moderne e raffinate tecnologie digitali e stereoscopiche in modo anti-moderno, tutto teso a dimostrare come la tecnica, ieri come oggi, sia comunque votata ad un obiettivo rimasto immutato nei decenni. Laddove però serviva il cuore, la passione per il racconto, per i personaggi, Scorsese mostra la goffaggine di un nonno che solo oggi, dopo tanti anni, deve raccontare per la prima volta una storia ai suoi nipoti.

la regia

Martin SCORSESE

Martin Scorsese nasce a Flushing, Long Island, New York (USA), il 17 novembre del 1942. Figlio di Charles e Catherine, operai in una fabbrica tessile e figli di immigrati siciliani arrivati negli Stati Uniti intorno al 1910. Cresce a Little Italy. Nel 1956 entra in seminario ma la sua passione per il cinema lo induce a iscriversi alla scuola di cinema della New York University. Realizza lì i suoi primi corti: Che sta facendo una ragazza carina come te in questo posto? (1963) e Non sei proprio tu, Murray? (1964). Si laurea nel 1964 e dopo aver girato un altro corto, La grande rasatura (1967) inizia le riprese del suo primo lungometraggio, distribuito nelle sale nel 1969, Chi sta bussando alla mia porta?. Nel 1968, dopo aver cosceneggiato il film Il buco nella parete di Pim de la Parra e Wim Verstappen, si era impegnato nella preparazione del film I killers della luna di miele diretto da Leonard Kastle. Nel 1969 è aiutoregista e supervisore di WoodstocK. Tre giorni di pace, amore e musica. Si trasferisce ad Hollywood dove si occupa di montaggio e fa la supervisione al montaggio di Elvis on Tour (1972) di P. Adidge e R. Abel, la supervisione all’edizione di Unholy Rollers (1973) di Vernon Zimmerman e l’aiuto missaggio e montaggio di Minnie and Moskowitz (1973) di John Cassavetes. Nel 1972 riesce a realizzare un film a basso costo, America 1929: sterminateli senza pietà poi l’anno successivo torna a New York e gira Mean Streets, il film che segna la nascita del sodalizio artistico tra il regista e Robert De Niro. De Niro infatti è interprete di altri suoi otto film, tra cui Taxi Driver (1976), New York, New York (1977), Toro scatenato (1980) e Quei bravi ragazzi (1990). Il suo primo grande successo al botteghino è Il colore dei soldi nel 1986 (remake di Lo spaccone di Robert Rossen del 1961) che gli permette di portare alla luce un suo vecchio progetto, L’ultima tentazione di Cristo (1988). Gangs of New York segna l’inizio della sua collaborazione con il giovane Leonardo di Caprio che prosegue con The Aviator (2004) e The Departhed - Il Bene e il Male (2006).

ORE 18.30


MARTEDÌ 13

NOVEMBRE 2012 MIDNIGHT IN PARIS GENERE Commedia, Romantico (2011, durata 94 min.) REGIA Woody Allen SCENEGGIATURA Woody Allen CAST Owen Wilson, Rachel McAdams, Kurt Fuller, Mimi Kennedy, Michael Sheen, Nina Arianda, Carla Bruni, Adrien Brody, Marion Cotillard, Kathy Bates, Léa Seydoux, Corey Stoll, Tom Hiddleston, Alison Pill, Gad Elmaleh, Sonia Rolland, Yves Heck, Marcial Di Fonzo Bo, David Lowe, Adrien De Van

Film d’apertura al Festival di Cannes 2011, Premio Oscar 2012 per la miglior sceneggiatura originale


MIDNIGHT IN PARIS la trama Midnight in Paris è una storia romantica ambientata a Parigi, nella quale s’intrecciano le vicende di una famiglia, in Francia per affari, e di due giovani fidanzati prossimi alle nozze; tutti alle prese con esperienze che cambieranno per sempre le loro vite. Il film è anche la storia del grande amore di un giovane uomo per una città, Parigi, e dell’illusione di tutti coloro che pensano che se avessero avuto una vita diversa sarebbero stati molto più felici.

LA CRITICA Con Midnight in Paris, Woody Allen torna a ragionare con grande lucidità e intelligenza sul senso della nostalgia e dell’illusione: da un lato continuando ad esaltare il sogno romantico, la (momentanea) fuga fantastica, come necessario carburante propulsivo del vivere, dall’altro rimarcando come il confronto col presente sia non solo necessario, ma inevitabile. Fondamentale.

la regia

Woody ALLEN

Nato a Flatbush, un rione di Brooklyn, da una famiglia ebraica di origine ungherese, il primo dicembre del 1935, a soli sedici anni decide di adottare il nome d’arte di Woody Allen e comincia a guadagnare i primi soldi vendendo le sue gag prima per strada e poi ai comici televisivi. Falliti gli studi sia alla New York University che al City College, inizia a lavorare come ‘gang man’ per alcuni spettacoli televisivi e come presentatore nei night clubs, alternando esibizioni comiche e musicali (suona il clarinetto dall’età di dodici anni). Prima di tentare la strada del cinema ottiene un grande successo a Broadway con le sue commedie: Don’t drink the Water e Play it again Sam. Nel 1965 debutta ad Hollywood come attore e sceneggiatore con Ciao Pussycat (What’s new Pussycat) di Clive Donner. Il primo film lo dirige nel 1969: Prendi i soldi e scappa (Take the money and run). Nel corso della sua carriera ha ricevuto diciotto nominations all’Oscar vincendone tre: per la regia e la sceneggiatura originale di Io & Annie (Annie Hall) nel 1977 e per la sceneggiatura originale di Hanna e le sue sorelle (Hannah and her sisters). Io & Annie ha vinto anche l’Oscar come miglior film. Nel 1995, anno del centenario del cinema, riceve a Venezia il Leone d’oro alla carriera, ritirato in sua vece da Carlo Di Palma, che in quell’occasione dichiara «Ritirare premi al suo posto è diventato quasi un lavoro a tempo pieno, vista la sua idiosincrasia per le cerimonie pubbliche».

ORE 18.30


MARTEDÌ 20

NOVEMBRE 2012 LA SCOMPARSA DI PATÒ GENERE Drammatico (2011, durata 105 min.) REGIA Rocco Mortelliti SCENEGGIATURA Andrea Camilleri, Rocco Mortelliti,Maurizio Nichetti CAST Neri Marcorè, Nino Frassica, Maurizio Casagrande, Alessandra Mortelliti, Flavio Bucci, Roberto Herlitzka, Simona Marchini, Alessia Cardella, Manlio Dovi’, Franco Costanzo, Gilberto Idonea, Pippo Crapanzano

Tratto dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri


LA SCOMPARSA DI PATÒ Rocco MORTELLITI

la trama

la regia

Tratto dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri, La scomparsa di Patò si svolge a Vigata nel1890. Il ragioniere Antonio Patò, direttore della banca di Trinacria, nel corso della rappresentazione pasquale del Mortorio, in cui interpreta magistralmente la parte di Giuda, sparisce misteriosamente senza lasciare traccia. Tutto può essere successo, ogni ipotesi è valida. La soluzione la cercano insieme il delegato Bellavia e il maresciallo Giummaro, prima rivali, poi amici e infine complici. Con la costanza e il buon senso di chi forse non sa il latino ma ben conosce l’animo umano, Giummaro e Bellavia arrivano finalmente a ricostruire quello che è successo.

Allievo di Ferruccio Soleri all’Accademia d’Arte Drammatica, Rocco Mortelliti si dedica in seguito al teatro firmando alcune regie. Nel 1987 esordisce nel cinema con Adelmo, film che scrive e interpreta. Dopo alcuni brevi episodi di Intolerance e I tarassachi, nel 1987 torna al lungometraggio con La strategia della maschera, scritto da Andrea Camilleri, che nella vita è suo suocero. Come attore compare in opere di Carlo Lizzani (Un’isola), D’Alessandria (L’amico immaginario) e Ottaviano (Cresceranno i carciofi a Mimongo; Abbiamo solo fatto l’amore). Nel 2012 torna dietro la macchina da presa per il drammatico La scomparsa di Patò, nel quale dirige fra gli altri gli attori Maurizio Casagrande e Neri Marcorè.

LA CRITICA Una trasposizione, quella del romanzo di Andrea Camilleri La scomparsa di Patò, difficile sulla carta, che il regista Rocco Mortelliti, genero dello scrittore e familiare col suo lavoro (che ha già adattato in passato), affronta con una certa scioltezza, ben coadiuvato dai suoi interpreti, confezionando un ironico conte moral che, pur ambientato nella Sicilia di fine Ottocento, rispecchia usi e (mal) costumi ancora vivi e vegeti nel nostro presente.

ORE 18.30


MARTEDÌ 27

NOVEMBRE 2012 CILIEGINE GENERE Commedia (2012, durata 100 min.) REGIA Laura Morante SCENEGGIATURA Laura Morante, Daniele Costantini CAST Laura Morante, Pascal Elbe, Isabelle Carré, Samir Guesmi, Ennio Fantastichini, Patrice Thibaud, Frédéric Pierrot, Georges Claisse


CILIEGINE la trama Amanda ha sempre avuto con gli uomini rapporti complicati, li giudica irreparabilmente inaffidabili, li guarda con sospetto, pronta a cogliere i segni certi dell’arroganza, del tradimento, dell’indifferenza. Secondo il marito della sua migliore amica Florence, un eccentrico psicanalista, Amanda è affetta da androfobia: ha paura degli uomini. E’ quindi fatale che qualunque inezia diventi pretesto per interrompere le sue relazioni. Ma la sera del 31 Dicembre accade qualcosa di veramente insolito...

LA CRITICA Se nella vita, e decisamente più spesso fra le pagine di un romanzo o di una sceneggiatura, gli uomini si distinguono per una serie di inopportune e sbrigative modalità di lasciamento (che vanno dalla telefonata all’intermediazione di un amico fino a un post-it lasciato sul monitor del computer), prerogativa squisitamente femminile è l’interruzione di una relazione per motivazioni stupide e insignificanti: una trasgressione delle buone maniere, una ricorrenza dimenticata, addirittura l’inconsapevole furto dell’unica ciliegina che guarnisce un’appetitosa torta.

la regia

Laura MORANTE

Figlia del fratello della celebre scrittrice Elsa Morante, Laura Morante nasce a Santa Fiora (GR), il 21 agosto del 1956. La Morante esordisce nel mondo dello spettacolo alla fine degli anni ‘70 con l’apparizione in alcuni spettacoli teatrali con Carmelo Bene e al cinema sotto la direzione dei fratelli Bertolucci in Oggetti smarriti (1979) di Giuseppe e La tragedia di un uomo ridicolo (1980, presentato al Festival di Cannes) di Bernardo. Dopo l’incontro con Nanni Moretti - che la sceglie come interprete di Sogni d’oro (1981) e Bianca (1983) - e Gianni Amelio - che la dirige in Colpire al cuore (1982) - si mette in evidenza come una delle più promettenti attrici italiane e la sua carriera si divide tra impegni cinematografici e televisivi in Italia e all’estero, soprattutto in Francia, dove si trasferisce quando sposa un medico francese dal quale ha avuto due figlie e da cui si è in seguito separata. All’inizio degli anni ‘90 è tornata a recitare anche in teatro. Recentemente ha ottenuto un grande successo con La stanza del figlio (2001) di e con lo stesso Moretti, che le è valso il David di Donatello e il Nastro d’argento come miglior interprete femminile, e con Un viaggio chiamato amore (2002) di Michele Placido, presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel 2003 è protagonista insieme all’attore spagnolo Javier Bardem del film d’esordio alla regia di John Malkovich Danza di sangue.

ORE 18.30


MARTEDÌ 04

DICEMBRE 2012 GIULIA NON ESCE LA SERA GENERE Drammatico (2009, durata 105 min.) REGIA Giuseppe Piccioni SCENEGGIATURA Giuseppe Piccioni, Federica Pontremoli CAST Valerio Mastandrea, Valeria Golino, Sonia Bergamasco, Antonia Liskova, Piera Degli Esposti, Sara Tosti, Chiara Nicola, Sasa Vulicevic, Lidia Vitale, Paolo Sassanelli, Fabio Camilli


GIULIA NON ESCE LA SERA la trama Guido è uno scrittore di successo, con il suo ultimo libro è entrato nella cinquina dei finalisti di un prestigioso premio letterario. Mentre è alle prese con gli impegni che la candidatura del suo romanzo comporta, inizia a frequentare una piscina e decide di imparare a nuotare, realizzando così un desiderio che coltivava da tempo. Lì incontra Giulia, una donna molto affascinante, soprattutto quando è nel suo elemento: l’acqua. Tra Guido e Giulia nasce una relazione che da subito però rivela delle zone d’ombra. Perché Giulia nasconde un segreto, e un passato misterioso.

LA CRITICA Se Giulia non esce la sera, una ragione c’è. A dispetto di un titolo non proprio accattivante, il film diretto e co-sceneggiato da Giuseppe Piccioni è toccante ed equilibrato, non comune nella scelta dell’impianto narrativo. Non gioca mai sporco, non usa espedienti che mirano a creare empatia col pubblico. Per apprezzare al meglio Giulia non esce la sera, però, è preferibile non conoscerne la trama più del dovuto. Non si tratta di un giallo o di un thriller, ma il basso profilo drammaturgico del film riesce ad essere inaspettatamente appassionante. Giulia non esce la sera è lo stralcio di vita di due persone nel loro momento più significativo, che non sempre è sinonimo di costruttivo.

la regia

Giuseppe PICCIONI

Giuseppe Piccioni nasce ad Ascoli Piceno il 2 luglio del 1953. All’inizio degli anni ‘80 frequenta la Scuola Cinematografica Gaumont, fondata da Roberto Rossellini. Nel 1987, dopo essersi laureato in Sociologia all’Università di Urbino, realizza il suo film d’esordio Il grande Blek, premiato con un Nastro d’Argento e presentato alla Selezione ufficiale del Festival di Berlino. Con Chiedi la luna (1990) vince la Grolla d’oro per la miglior regia e l’anno seguente partecipa alla Selezione ufficiale della Mostra del cinema di Venezia. Due anni dopo torna a Venezia con Condannato a nozze. Nel 1999 dirige Fuori dal mondo, vincitore di 5 David di Donatello (Miglior film, miglior sceneggiatura, miglior attrice, miglior produttore, miglior montaggio), 4 Ciack d’oro (Miglior sceneggiatura, miglior attrice non protagonista, miglior fotografia, miglior fonico di presa diretta), la Grolla d’oro per il miglior produttore e la candidatura agli Oscar 1999. Nel 2001 è presente alla 58^ Mostra Internazionale del Cinema di Venezia con Luce dei miei occhi.

ORE 18.30


MARTEDÌ 11

DICEMBRE 2012 17 RAGAZZE GENERE Drammatico (2009, durata 105 min.) REGIA Muriel Coulin, Delphine Coulin SCENEGGIATURA Muriel Coulin, Delphine Coulin CAST Louise Grinberg, Juliette Darche, Roxane Duran, Esther Garrel, Yara Pilartz, Solène Rigot, Noémie Lvovsky, Florence Thomassin, Carlo Brandt, Frédéric Noaille, Arthur Verret


17

la trama Ispirato a una storia realmente accaduta, il film si svolge in una piccola città francese sull’Atlantico, diciassette ragazze dello stesso liceo prendono una decisione eclatante: rimanere incinte tutte insieme, nell’arco di poche settimane. Quello che sembra un gioco provocatorio si rivelerà un gesto d’amore e di ribellione, una scelta di libertà capace di andare oltre ogni pregiudizio.

LA CRITICA La splendida e liberatoria incoscienza con la quale le protagoniste di 17 ragazze affrontano la maternità, che è stata giustamente sottolineata nella sua importanza, contrapposta al paradigma sociale del pensaci bene e del realismo pragmatico, è quindi ben più del sogno inarrestabile di una, di tante giovani donne. È un inno al riprendere (assai coscientemente) le redini della propria vita e di condurla con coraggio e determinazione fuori dal caos pietrificato e oramai privo di sensi che ci circonda.

la regia

RAGAZZE

Muriel e Delphine COULIN

Muriel Coulin, una carriera iniziata da assistente dietro all’occhio cinematografico di nomi come Krzysztof Kieslowski e Louis Malle, fino alla direzione di documentari e Delphine Coulin, una laurea in Scienze Politiche, alcuni romanzi all’attivo - Samba pour la France - e regista per il canale francese Arte. Come dire, le credenziali ci sono davvero tutte. Sono le registe di 17 ragazze, la pellicola a quattro mani (femminili) che dopo la 29sima edizione del Torino Film Festival e la Semaine de la Critique di Cannes 2011 è arrivata da pochi giorni in Italia, nelle sale dal 23 marzo: un’atmosfera da film indie e senza pretese da grandi budget, che ispirandosi a una fatto di cronaca americano, vuole dare un ritratto psicologico e (molto) intimo, di un gesto normalmente considerato folle. Per girare il film le sorelle Coulin sono ritornate a Lorient, la cittadina bretone dove hanno trascorso la loro infanzia. E, manco a dirlo, per reclutare il cast di attrici (quasi) tutte non professioniste, hanno impiegato, guarda caso, proprio nove mesi. «Le utopie, come tali non sono realizzabili. Ma con questo film - hanno dichiarato le sorelle Coulin - abbiamo voluto raccontare una storia vera di amicizia e femminilità, di un gruppo di ragazze che volevano cambiare la loro situazione, hanno sognato, e ce l’hanno fatta. È una storia folle, ma il messaggio è: non fermiamo i nostri sogni». Pronti per le provocazioni?

ORE 18.30


MARTEDÌ 18

DICEMBRE 2012 IL MIO MIGLIORE INCUBO GENERE Commedia (2012, durata 103 min.) REGIA Anne Fontaine SCENEGGIATURA Nicolas Lemercier, Anne Fontaine CAST Isabelle Huppert, Benoît Poelvoorde, André Dussollier, Virginie Efira, Corentin Devroey, Aurélien Recoing, Eric Berger, Philippe Magnan, Samir Guesmi, Serge Onteniente, Jean-Luc Couchard

Presentato Fuori Concorso al Festival di Roma 2011


IL MIO MIGLIORE INCUBO la trama Agathe (Isabelle Huppert) vive con figlio e marito (André Dussolier) in un ricco appartamento. Patrick (Benoit Poelvoorde), invece, vive con suo figlio nel retro di un furgone. Sono due persone diametralmente opposte e non tollerano l’uno la vista dell’altro. Non avrebbero mai voluto incontrarsi, ma i loro figli sono inseparabili.

LA CRITICA L’esito degli scontri tra i due protagonisti è scontato, ché si sa (ed è vero) che è nel meticciato, nella bastardaggine che si trovano progresso e miglioramento, e quindi la Fontaine cerca di spostare l’accento sul ritmo e sul brio di regia e sceneggiatura. Ostentatamente, fin troppo. Centrando qualche momento e qualche battuta, ma senza il coraggio di osare davvero. Finendo col legarsi indissolubilmente a consuetudini tanto francesi e molto irritanti. E, forse proprio in questo trovando alcuni spunti azzeccati.

la regia

Anne FONTAINE

Ottima danzatrice, Anne Fontaine, nata il Lussemburgo il 15 luglio del 1959, esordisce al cinema come attrice. Negli anni Ottanta appare neille commedie Si ma gueule vous plaît... (1981) e P.R.O.F.S (1985). Dopo aver collaborato insieme a Fabrice Luchini allo spettacolo teatrale Voyage au bout de la nuit nel 1986, realizza il suo primo lungometraggio Les Histoires d’amour finissent mal... en général (1993). Nel 1997 è la volta di Nettoyage à sec (1997), a cui segue 4 anni più tardi Come ho ucciso mio padre (2001) presentato in concorso al 54mo Festival di Locarno. Nel 2003 è la volta di Nathalie..., nel 2005 realizza Nouvelle chance e nel 2008 ha lavorato alla pellicola La fille de Monaco (2008). Ha inoltre scritto e diretto il film biografico Coco avant Chanel con Audrey Tautou.

ORE 18.30


MARTEDÌ 08

GENNAIO 2013 QUASI AMICI GENERE Commedia (2011, durata 112 min.) REGIA Olivier Nakache, Eric Toledano SCENEGGIATURA Olivier Nakache, Eric Toledano CAST François Cluzet, Omar Sy, Anne Le Ny, Audrey Fleurot, Clotilde Mollet, Alba Gaïa Kraghede Bellugi, Cyril Mendy, Christian Ameri, Grégoire Oestermann, Joséphine de Meaux

Presentato Fuori Concorso al Festival di Roma 2011


QUASI AMICI la trama Quasi amici, ispirato ad una storia vera, racconta l’incontro tra due mondi apparentemente lontani. Dopo un incidente di parapendio che lo ha reso paraplegico, il ricco aristocratico Philippe assume Driss, ragazzo di periferia appena uscito dalla prigione, come badante personale. Per dirla senza troppi giri di parole, la persona meno adatta per questo incarico. L’improbabile connubio genera altrettanto improbabili incontri tra Vivaldi e gli Earth, Wind and Fire, dizione perfetta e slang di strada, completi eleganti e tute da ginnastica. Due universi opposti entrano in rotta di collisione ma per quanto strano possa sembrare prima dello scontro finale troveranno un punto d’incontro che sfocerà in un’amicizia folle, comica, profonda quanto inaspettata.

LA CRITICA Il pubblico ha bisogno di storie, possibilmente semplici, capaci di toccare quelle corde emotive che se pizzicate suscitino le due reazioni più genuine che dall’infanzia alla terza età scortano la vita di ogni essere umano: la risata e il pianto. I registi e sceneggiatori Eric Toledano e Olivier Nakache riescono ad equilibrare entrambe le cose portando al cinema un pezzo di vita vera: l’adattamento che ne fanno è un encomiabile lavoro di scrittura che oscilla tra divertimento e commozione.

la regia

Olivier NAKACHE Eric TOLEDANO

Olivier Nakache (nato il 14 aprile del 1973 a Suresnes, Hauts-de-Seine, Francia) ed Eric Toledano (nato il 3 luglio del 1971 a Parigi) sono registi e sceneggiatori. I due, dopo esser diventati amici, hanno iniziato a girare cortometraggi di genere fantastico prima di debuttare sul grande schermo. Nelle loro prime commedie hanno diretto i più grandi attori comici francesi: da Jamel Debbouze, a Gilbert Melki, dal mito Gerard Depardieu a Jean-Paul Rouve. Nel 2006 girano Primi amori, primi vizi, primi baci. Il film diventa la sorpresa dell’estate 2007 in Francia. Nel 2012 scrivono e dirigono, ancora una volta insieme, la commedia agrodolce Quasi amici, che vede come protagonisti gli attori François Cluzet e Omar Sy.

ORE 18.30


MARTEDÌ 15

GENNAIO 2013 TO ROME WITH LOVE GENERE Commedia (2012, durata 111 min.) REGIA Woody Allen SCENEGGIATURA Woody Allen CAST Woody Allen, Alec Baldwin, Roberto Benigni, Penélope Cruz, Judy Davis, Jesse Eisenberg, Greta Gerwig, Ellen Page, Antonio Albanese, Alessandra Mastronardi, Ornella Muti, Alison Pill, Flavio Parenti, Riccardo Scamarcio, Alessandro Tiberi, Fabio Armiliato


TO ROME WITH LOVE la trama To Rome with Love di Woody Allen è un film su persone che hanno avventure che cambieranno per sempre la loro vita. Il famoso architetto John è in vacanza a Roma, dove ha vissuto nel corso della sua giovinezza. Passeggiando nel suo vecchio quartiere incontra Jack, un giovane abbastanza simile a lui. Mentre osserva Jack innamorarsi pazzamente di Monica, la splendida e civettuola amica della sua ragazza Sally, John rivive uno degli episodi più dolorosi della sua vita. Nello stesso momento, il regista di opera in pensione Jerry arriva a Roma con la moglie Phyllis per conoscere il fidanzato italiano della figlia Hayley Michelangelo. Jerry è sorpreso nel sentire il padre di Michelangelo, Giancarlo, che di mestiere fa l’impresario di pompe funebri, cantare arie come si sentirebbero a La Scala mentre si insapona sotto la doccia. Convinto che un talento così prodigioso non possa rimanere nascosto, Jerry coglie l’occasione per promuovere il talento di Giancarlo e ridare vigore alla propria carriera...

LA CRITICA Tanto Midnight in Paris era spensierato e propositivo quanto questo To Rome with Love è un film che rispecchia l’ossessione per la morte del suo autore, che trova nell’immutabilità di Roma nei decenni e nei secoli, nel suo esotismo quasi terzomondista, l’emblema di una decadenza molle da abbracciare senza riserve. Non date corda a coloro che, superficiali, accusano To Rome with Love di essere folkloristico e cartolinesco sul nostro paese: primo, perché lo stesso accadde con Londra, Barcellona e Parigi. Secondo, perché dell’Italia Allen proprio non parla.

la regia

Woody ALLEN

Si è già scritto tanto, probabilmente troppo, sulla deriva autoriale che sta vivendo la carriera di Woody Allen da alcuni anni a questa parte: abbandonato, almeno all’apparenza superficiale, l’aspetto più direttamente intimo del suo approccio alla regia e alla narrazione (ma siamo certi che Allen abbia mai realmente voluto raccontare se stesso all’interno dei suoi film?) e lasciata per strada, stavolta in maniera indubitabile, la natia New York, il settantasettenne cineasta statunitense continua il suo tour europeo: dopo aver messo in scena Londra e aver toccato Barcellona e Parigi, è la volta di Roma a ergersi a protagonista assoluta della sua nuova pellicola. Allen trascina il suo pubblico immediatamente in media res, spalancando il film sul panorama di piazza Venezia e affidandosi – almeno provvisoriamente – a un vigile urbano per rendere noto a tutti come la Città Eterna pulluli di storie da raccontare. Un espediente che riporta a un cinema desueto, dando l’impressione che si abbia a che fare, in un certo senso, con la versione hollywoodiana delle commedie di registi nostrani come Anton Giulio Majano e Luciano Emmer. La Roma raccontata da Allen è una città persa nel tempo, lontana anni luce dalla sua essenza reale – eccezion fatta per qualche riferimento al perenne traffico, ai lavori in corso e via discorrendo – e immersa semmai nell’ovatta rassicurante di una nuvola cinefila: a partire da Lo sceicco bianco, citato apertamente in uno dei segmenti di cui si compone il film, To Rome with Love non è un film che si confronta con la capitale italiana, ma con la storia del cinema italiano. To Rome with Love sviluppa la sua trama attraverso quattro storie tra loro distinte e mai destinate a incontrarsi, ma utili ad Allen per raccontare come sempre la vita e il complesso e contorto sentimento dell’amore, declinato in tutti i modi possibili e immaginabili: si va dalla coppia di sposini di provincia (Alessandro Tiberi e Alessandra Mastronardi, le due sorprese positive del cast) ai giovani studenti statunitensi di stanza in Italia (Greta Gerwig e l’ottimo Jesse Eisenberg, con Ellen Page a svolgere il compito di terzo incomodo).

ORE 18.30


MARTEDÌ 22

GENNAIO 2013 MALEDIMIELE GENERE Drammatico (2010, durata 97 min.) REGIA Marco Pozzi SCENEGGIATURA Paola Rota, Marco Pozzi CAST Benedetta Gargari, Sonia Bergamasco, Gian Marco Tognazzi, Isa Barzizza, Alessandro Marverti, Dafne Masin, Micol Donghi, Tazio Nicoli


MALEDIMIELE la trama Maledimiele è la storia di Sara, un’adolescente di quindici anni che si ammala di anoressia. Non è la storia di un’anoressica. Sara conduce una doppia vita: quella alla luce del sole, dove recita la parte della brava ragazza, diligente e apparentemente senza problemi e quella segreta fatta di costrizioni, di autodisciplina e di regole ferree per imporre al suo corpo un irraggiungibile peso ideale. Inizialmente nessuno sembra accorgersi di niente: sia i genitori che le amiche del cuore faticano a vedere l’evolversi della malattia. Sara riesce infatti a nascondere le sue abitudini: i digiuni forzati, le corse nel parco spinte fino allo sfinimento, le ore in palestra, i pranzi e le cene occultati sapientemente nel bidone dell’immondizia sotto casa. Allo stesso tempo Sara costruisce la sua camera dei segreti, dove stare tranquilla e agire indisturbata. Mentre dimagrisce Sara si sente sempre più forte, potente, invincibile. Tutto sembra procedere senza problemi fino a quando la ragazza sviene durante una gita scolastica. Da quel momento i suoi problemi con il cibo, fino a quel momento invisibili, diventano evidenti a tutti.

LA CRITICA Un burattino in carne e ossa. Un burattino come tutti, così si definisce Sara, un’adolescente milanese, integrata, bella e proveniente da una famiglia alto borghese e di cultura. Sara è apparentemente una ragazza come tutte le altre. Solo che il suo ideale di perfezione consiste nel pesare 38 chili. Maledimiele mette in campo la difficoltà di comunicare all’interno della famiglia borghese e un vuoto esistenziale che nemmeno la protagonista riesce a capire, né tantomeno le amiche e i genitori. Un film indipendente sull’inquietudine dell’adolescenza e il problema dell’anoressia, che ci propone una riflessione sociologica sulle cause di questa malattia e sulle responsabilità della famiglia.

la regia

Marco POZZI

Laureato in Lettere (con indirizzo in Comunicazioni sociali) all’Università Cattolica di Milano, Marco Pozzi ha svolto dal 1991 al 1993 attività di ricerca sul Nuovo Cinema Italiano. Al termine ha fatto parte del gruppo Ipotesi Cinema fondato, coordinato e diretto da Ermanno Olmi. Ha realizzato il documentario Motus Perpetus Umberto Mastroianni (1994) ed i cortometraggi Cuore di mamma (1993), Calze nere (1995), Assolo (1995), Doom (1996) e Cra-Cra (1997). Gli ultimi tre hanno ottenuto importanti riconoscimenti in diversi festival europei. 20 Venti è il suo primo lungometraggio.

ORE 18.30


«Il cinema è l’espressione dei buoni sentimenti» JEAN LUC GODARD

Rassegna Cinematografica IV Edizione ● dal 22 ottobre 2012 al 22 gennaio 2013

APPUNTAMENTI CON IL CINEMA D’AUTORE

Comune di Agropoli


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.