Booklet / Gli Etruschi in terra di Arezzo - Apt Arezzo

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SEGUI GLI ITINERARI ARCHEOLOGICI AIUTANDOTI CON I COLORI DI RIFERIMENTO

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PERUGIA

Castel Focognano

ROMA

Castiglion Fiorentino

Cortona

FOLLOW THE COLOUR FOR EACH ARCHAEOLOGICAL ITINERARY


MAGIA DI UN POPOLO: GLI ETRUSCHI IN TERRA DI AREZZO

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ercorrere un itinerario sulla via degli Etruschi affascina molti visitatori, un po’ per la magia che questo popolo evoca un po’ per un alone di mistero che ancora oggi, nonostante numerosi rinvenimenti, circonda questa grande civiltà. L’itinerario si sviluppa lungo la strada regionale 71, la Umbro-Casentinese, partendo da Cortona, passando per Castiglion Fiorentino, Arezzo, Pieve a Socana nel comune di Castel Focognano, terminando a Partina, nel comune di Bibbiena. Due sono le valli del territorio

aretino che conservano considerevoli testimonianze etrusche, la Valdichiana e il Casentino, tutte e due scelte dagli Etruschi come luogo di stanziamento per la loro posizione geografica, la prima territorio di passaggio verso sud, verso Chiusi, la seconda verso nord, oltre gli Appennini. Pensando agli Etruschi, la ‟gura simbolo che si associa è la Chimera di Arezzo, scoperta durante il rifacimento delle mura. Il bronzo, considerato una delle massime espressioni dell’arte fusoria di epoca etrusca, risalente agli inizi del IV

secolo a.C., rappresenta una figura di animale fantastico dal corpo e dalla testa leonina, con una protome caprina e una lunga coda serpentiforme. Fin all’epoca del suo rinvenimento il bronzo lasciò la città di Arezzo per Firenze, dove ancora oggi lo si trova esposto nel Museo Archeologico Nazionale. Il nome con il quale gli Etruschi chiamavano Cortona, “Curtum”, lo si può leggere su una base in bronzo conservata nel Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona sin dal 1700.

THE MAGIC OF A POPULATION: THE ETRUSCANS IN THE LAND OF AREZZO Following an itinerary in the wake of the Etruscans still fascinates a lot of visitors, partly due to the magic that this race evokes, and partly due to the aura of mystery that despite numerous findings still surrounds this great civilisation. The itinerary winds its way along the regional road 71, the Umbro-Casentinese, starting from Cortona, passing through Castiglion Fiorentino, Arezzo, Pieve a Socana, in the municipality

of Castel Focognano and ending up at Partina, in the municipality of Bibbiena. There are two valleys in the territory of Arezzo that conserve considerable Etruscan testimonies, the Valdichiana and the Casentino. Thanks to their geographic positions both were chosen for settlements by the Etruscans, the former representing a passageway towards the south and Chiusi, and the latter towards the north, beyond the Apennines. As soon as we think of

the Etruscans, the symbolic figure that comes to mind is the Chimera of Arezzo, unearthed in 1553 during the restoring of the walls. This bronze work, considered one of the maximum expressions of the art of casting during Etruscan times, dates back to the beginning of the fourth century BC and represents an animal figure with the head of a lion, a second head in the form of a goat and a long serpent’s tail. After being brought to light the bronze


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roprio da qui ha inizio l’itinerario di Cortona. Bronzetti, vasi, urnette cinerarie e oreficerie provenienti in particolare dal Tumulo II del Sodo costituiscono alcuni oggetti delle collezioni esposte in Palazzo Casali, l’interessante edificio che ospita il museo. Il lampadario etrusco in bronzo databile al IV secolo a.C. e la Tabula Cortonensis sono i rinvenimenti più interessanti delle collezioni.

Il primo rappresenta un elegante esempio di oggetto decorativo facente parte forse di un tempio esistente nel territorio cortonese. La Tabula bronzea, risalente al III-II secolo a.C., spezzata in antico in 8 parti di cui se ne conservano 7, è il terzo testo più lungo scritto

in lingua etrusca ritrovato fino ad ora. Interpretato anche il contenuto: si tratta di una vendita di terreni tra famiglie del territorio di Cortona, che attesta la grande attività agricola e commerciale fiorente già a quel tempo nell’agro cortonese.

Cortona, Tanella di Pitagora

was transferred from the city of Arezzo to Florence, where it is still on display today in the Museo Archeologico Nazionale (National Archaeological Museum). The name the Etruscans gave to Cortona, “Curtun” can be read on a base in bronze conserved in the Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona since 1700. It is right here that the itinerary of Cortona starts off. Bronze statues, vases, cinerary urns and jewellery deriving mainly from the Tu-

mulus II of Sodo, are but a few of the objects in the collections on display in Palazzo Casali, the interesting building that houses the museum. Two famous works, an Etruscan lamp in bronze dating back to the fourth century BC, and the Tabula Cortonensis are the most significant exhibits in the collections. The first represents an elegant example of decorative object forming part of a temple existing in an undefined part of the Cortona territory. The bronze Tabula,

which dates back to the third-second century BC, was divided into 8 parts in ancient times - 7 of which are still conserved - and is the thirdlongest text written in the Etruscan language that has been found to date. The contents have also been deciphered and describe the sale of lands between families of the territory of Cortona, highlighting the farming and trading business that was already flourishing in the area at that time.


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a nascita di Cortona come insediamento è attestata fino dall’VIII-VII secolo a.C., ma soltanto nel V-IV secolo a.C. la città viene racchiusa da possenti mura delle quali ancora oggi è possibile vedere una buona parte lungo il tratto che porta verso il santuario di S. Margherita. Si può immaginare come Cortona e la piana sottostante dovevano apparire ai viaggiatori etruschi: da un lato la città dei “vivi”, distesa lungo le pendici del Monte S. Egidio e dall’altro la città dei “morti”, con le sue necropoli e i tumuli a valle, nella pianura del Clanis.

The birth of Cortona as an urban centre was testified to as far back as the eight-seventh centuries BC, however it was only in the fifth-fourth centuries BC that it was enclosed by imposing walls, a good section of which is still visible today along the stretch leading towards the sanctuary of S. Margherita. It’s easy to imagine how Cortona and the plain below must have looked to Etruscan travellers: on one side the city of the “living” spreading along the slopes of Monte S. Egidio

E’ la stessa vista che ancora oggi si può godere arrivando da Perugia, da Chiusi o da Arezzo. All’incrocio di queste tre grandi direttrici sono situati i due tumuli chiamati dagli abitanti del luogo “Meloni” I e II, oltre al Melone di Camucia, caratteristici per la loro conformazione semisferica. Databili fra il primo e il secondo quarto del VI secolo a.C. rappresentano per Cortona e il suo territorio una straordinaria testimonianza di quella ricca e potente aristocrazia etrusca che si insediò e detenne il potere già intorno al VI secolo a.C.

Di notevole importanza sono anche le tombe più tarde, risalenti al II secolo a.C. denominate “Tanelle”, quali la Tanella Angori, in direzione di Perugia e la Tanella di Pitagora, sulla strada che porta verso Arezzo.

and on the other, the city of the “dead”, with its necropolises and Tumuli leading down onto the plain of Clanis. It is the same view that we enjoy today on arriving from Perugia, Chiusi or Arezzo. There are two tombs located at the intersection of these three great roads called “Melone I” (melon) and “Melone II” by the people of this area, as well as the Melone di Camucia, all characterised by their spherical roofs. Datable between the first and second quarter of the sixth century

BC they represent an extraordinary testimony to the rich and powerful Etruscan aristocracy which settled in Cortona and its territory and held power there until the sixth century BC. Also highly significant are the more recent tombs, dating back to the third century BC, called the “Tanelle”, like the Tanella Angori on the road to Perugia and the Tanella di Pitagora on the road leading to Arezzo. Leaving Cortona behind we continue along the regional road 71 as far as Castiglion


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asciata Cortona procediamo lungo la strada regionale 71 fino a giungere a Castiglion Fiorentino. Città ritenuta fino a qualche tempo fa di origine medievale (X-XI sec.), si connota, dopo i recenti scavi, come un notevole centro etrusco con una sua struttura sin dalla fine del VII-inizio VI secolo a.C. Situata sulla collina al centro di due valli, rivestì notevole importanza come centro posto lungo la direttrice nord-sud, Arezzo e la Valdichiana e est-ovest verso la Val di Chio e la Valtiberina. Così come Cortona anche Castiglion Fiorentino ha conservato tratti della cinta muraria etrusca sulla quale si impostarono le mura medievali. I grossi blocchi di pietra arenaria, materiale utilizzato per la costruzione del circuito delle mura, sono visibili nei pressi della Porta Fiorentina, nel Casseretto e nella cripta della chiesa di S. Angelo al Cassero.

Nella stessa cripta e in alcune sale di Palazzo Pretorio è stata allestita una esposizione archeologica di oggetti ritrovati recentemente negli scavi. Di particolare interesse i reperti riferibili ad un edificio di culto etrusco, scoperto nell’area del Cassero, la cui frequentazione è attestata dalla fine del VI al II secolo a.C. Notevole è la porzione di decorazione frontonale del tetto del tempio della fase di IV secolo a.C. Raffigura un tralcio di gigli e rose; termina con una testa di Gorgone, figura mitologica particolare che aveva lo scopo di allontanare il male.

Castiglion Fiorentino, veduta

Fiorentino. Until not long ago this town was considered as being of medieval origins (tentheleventh centuries), however recent excavations have revealed it to be a remarkable Etruscan centre with a structure in existence from the end of the seventh-beginning of the sixth centuries BC. Located on a hill in the middle of two valleys, it played an important role as an outpost along the road to the north and south, Arezzo and the Valdichiana, and to the east-west towards the Val di

Chio and the Valtiberina. Just like Cortona, Castiglion Fiorentino has also conserved sections of the Etruscan city walls on top of which the medieval walls were later constructed. The large blocks of sand stone, material used for building the ring of walls, are visible near the Porta Fiorentina, in Casseretto and in the crypt of the Church of S. Angelo al Cassero. An archaeological exhibition has been set up in this crypt and in several halls of Palazzo Pretorio with objects

found recently during excavations. The findings can be associated with an Etruscan religious building that once rose up in the area of the Cassero and testify to its use during the first phase from the end of the sixth to the second century BC. A section of the temple fronton is very beautiful with floral decorations portraying lilies and roses crowned with a Gorgon’s head, a particular mythological figure that served the purpose of warding off evil.


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a Castiglion Fiorentino l’itinerario ci conduce ad Arezzo, città che conserva le sue testimonianze archeologiche in uno straordinario scenario come il Museo Archeologico Nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” situato all’interno dell’ex monastero dei monaci

Olivetani di S. Bernardo, costruito a sua volta su resti dell’Anfiteatro Romano (prima metà II sec. d.C.). Numerosi sono gli oggetti che attestano l’importanza del centro e del territorio di Arezzo nel periodo etrusco. Il cratere attico a figure rosse di Euphronios (500 a.C.) e

l’anfora del pittore di Meidias, una collezione di oreficerie (orecchini, fibule, un diadema aureo) provenienti da sepolcreti della città, in particolare dalla necropoli di “Poggio del Sole”, posta a sud-est, una lastra decorativa policroma del frontone di un tempio scoperto

Castelsecco, mura perimetrali

From Castiglion Fiorentino the itinerary leads towards Arezzo, a city that conserves its archaeological testi-monies in the extraordinary scenario of the “Gaio Cilnio Mecenate” National Archaeological Museum located inside the old monastery of the Olivetan monks of Saint Bernard, built over the ruins of the Roman amphitheatre (first half of the second century AD). There are numerous objects that testify to the importance of the centre and the terri-

tory of Arezzo in the Etruscan period. The Attic crater with red figures of Euphronios (500 BC) and the amphora of the painter of Meidias, a collection of jewellery (earrings, buckles, a gold diadem) from the sepulchres of the city, in particular the necropolis of “Poggio del Sole” in the south-east, a decorative polychrome slab from the fronton of a temple discovered in the city near Piazza S. Jacopo, clay busts and heads portraying males

and females, children’s faces, all from the city, and in particular from the sanctuary of Castelsecco, near Arezzo. Continuing on from the Archaeological Museum towards the centre we come to Piazza S. Francesco with the church famous for the cycle frescoed by Piero della Francesca, the Legend of the True Cross. In the churchyard we can see traces of structures relating to a


in città, presso piazza S. Jacopo, busti fittili e teste che ritraggono personaggi maschili, femminili e volti di bambini provenienti dalla città e in particolare dal santuario di Castelsecco, nei pressi di Arezzo.

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al Museo Archeologico, proseguendo verso il centro troviamo piazza S. Francesco con la chiesa famosa per il ciclo affrescato da Piero della Francesca, la Leggenda della Vera Croce. Nel sottosagrato sono visibili tracce di strutture riferibili a una realtà pluristratigrafica a partire dal VI secolo a.C. Salendo gradatamente verso la collina giungiamo in piazzetta S. Niccolò, dove recenti scavi hanno portato alla luce resti della cinta muraria etrusca che circondava la città oltre all’identificazione di un luogo di culto con frequentazione a partire dal IV secolo a.C.

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oco oltre, tra i due colli di S. Pietro e di S. Donato, dove oggi s’incontrano il Duomo e la Fortezza Medicea, si trovava la città etrusca. Sono ancora oggi ben visibili lungo viale B. Buozzi, la strada che corre lungo la Fortezza, resti di una struttura templare databile intorno al II secolo a.C. La storia degli Etruschi ad Arezzo termina a qualche chilometro dal suo centro storico, verso nord-est, a S. Cornelio-Castelsecco. Sulla collina è ancora visibile un teatro-tempio che ha visto la sua massima frequentazione nel II secolo a.C. ma di origini ancora più antiche, situato

lungo un’altura che controllava il passaggio dalla città di Arezzo verso est, la Valtiberina. Il ritrovamento di terrecotte raffiguranti bambini in fasce, oggi esposti al Museo Archeologico Nazionale di Arezzo, lasciano pensare che il luogo fu anche sede di un culto dedicato a qualche divinità protettrice della maternità.

Arezzo, veduta

pluri-stratigraphic situation existing during the sixth century BC. Climbing up towards the hill we reach Piazzetta S. Niccolò where recent excavations have brought to light the ruins of the Etruscan ring of walls that surrounded the city, as well as the identification of a site of worship frequented from the fourth century BC onwards. The Etruscan town was located a little further on, between the two hills of S. Pietro and S. Do-

nato, where the Duomo and the Medicean Fortress now stand. Still visible along Viale B. Buozzi - the avenue that runs alongside the Fortress - are the ruins of a temple structure dating back to the second century BC. The history of the Etruscans in Arezzo terminates few kilometres from its historic centre, towards the northeast, at S. Cornelio-Castelsecco. On the hill a theatre-temple can still be visible that had its greatest attendance

during the second century BC, however its origins date back much further. It is situated on the highland that controlled the passage from the city of Arezzo eastwards, the Valtiberina. The finding of terracotta statues portraying babies in swaddling clothes, now on display at the National Archaeological Museum of Arezzo, leads to believe that this site was also a place of worship devoted.


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li scavi effettuati qualche decennio fa hanno messo in luce una gradinata di accesso al tempio che aveva un orientamento opposto a quello della pieve. E’ noto che nei templi pagani l’altare era esterno all’edificio sacro. Il sito è una chiara testimonianza di religiosità etrusca, strettamente legata ad altri luoghi di culto della valle come quello del Monte Falterona e la sua stipe votiva, in alto Casentino.

asciata Arezzo proseguiamo ancora lungo la strada regionale 71 fino a raggiungere Pieve a Socana, nel comune di Castel Focognano, in Casentino, a pochi chilometri dalla riva destra dell’Arno. Nella parte absidale della pieve romanica di S. Antonino è visibile una grande ara etrusca con frequentazione a partire dal V secolo fino al I secolo a.C. Il sito si trova all’incrocio di due probabili direttrici di accesso in Casentino, quella da Arezzo e quella dal Valdarno inferiore.

CONT DA L Ì

Leaving Arezzo behind we carry on along the regional road 71 until we reach Pieve a Socana, in the municipality of Castel Focognano in Casentino, few kilometres from the right bank of the River Arno. In the apsidal part of the Romanesque Parish church of S. Antonino there is a large Etruscan altar that was in use from the fifth until the first century BC. This site is located at the intersection of two probable access roads in Casentino, one from

Arezzo and the other from the lower Valdarno. Excavations carried out several decades ago have brought to light an access stairway to the temple that had the opposite layout to that of the parish church. It is known that in pagan temples the altar was located outside the holy building. This site is a clear testimony to Etruscan religiosity, closely linked to other sites of worship like that of Monte Falterona with its stipe votiva, in the upper Casentino.

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I... O, PO M E R E U

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a Pieve a Socana proseguiamo ancora lungo la strada regionale 71 fino alla località di Partina, nel comune di Bibbiena, per visitare il Museo Archeologico comprensoriale del Casentino. Nel Museo è possibile percorrere un viaggio dalla preistoria alla civiltà etrusca fino a quella romana, tutto illustrato con reperti che sono stati rinvenuti nel corso del tempo in Casentino.

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V I AG G O R T S O

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From Pieve a Socana we carry on the regional road 71 until we reach Partina, in the municipality of Bibbiena, to visit the Archaeological Museum of the Casentino. The Museum is divided in three sections: Prehistoric, Etruscan and Roman, all well illustrated thanks to the State findings that have been collected over the years in the Casentino area.


Castel Focognano, Pieve a Socana, veduta scavi etruschi

Stia, “Il laghetto della ciliegeta�, denominato Lago degli idoli


L’ANTICA AREZZO, SITUATA NELLA PARTE NORD-EST DELL’ETRURIA PROPRIA, SULLE COLLINE PROSPICIENTI LA VALLE DEL CLANIS, RITENUTA DA ALCUNE FONTI UNA DELLE DODICI LUCUMONIE, FU CONSIDERATA DA STRABONE LA CITTÀ ETRUSCA PIÙ INTERNA.

Chimera, bronzo etrusco inizi IV sec. a.C.

AREZZO itinerario N E R A RY AREZZO ITI


AREZZO 4

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MUSEO ARCHEOLOGICO “G.C. MECENATE” SOTTOSAGRATO DELLA BASILICA DI S. FRANCESCO PIAZZETTA S. NICCOLO’ VIALE B. BUOZZI CASTELSECCO

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er la sua posizione essa costituiva il centro naturale della popolazione agricola sparsa nella fertile Valdichiana e, come centro abitato organizzato, nacque, forse come avamposto di Chiusi, nel momento della massima espansione etrusca verso il nord (VI sec. a.C.). Sorse su una modesta altura, posta tra le colline di S. Pietro e di S. Donato, al centro di passag-

gi obbligati verso il nord e l’est (Emilia Romagna) ed il sud (Lazio ed Umbria). Relativamente scarsi sono i dati archeologici pertinenti a questa città in epoca arcaica e tardo-arcaica. Si presume che il suo nucleo urbano si sia creato tra la fine del VI e l’inizio del V secolo a.C. Esistono infatti in città numerosi ed importanti santuari che dovevano essere degni di ospitare fra l’altro celebri bronzi, quali la Chimera, e che erano ornati di terrecotte di grande rilievo estetico, dovute ad una affermata scuola coroplastica locale (piazza S. Jacopo; via Roma). Non mancano i bronzetti, frutto anch’essi di manifatture aretine (serie arcaiche e stipe della Fonte Veneziana), che forse utilizzavano il metallo estratto dalle miniere dei vicini Monti Rognosi.

Museo Archeologico, lastre in terracotta del frontone di un tempio - da Arezzo, piazza S. Jacopo (intorno a 480 a.C.)

The ancient Arezzo, situated in the north-eastern part of Etruria proper on the hills overlooking the Clanis valley, and held by some sources to have been one of the twelve major cities known as lucumonie, was considered by Strabone as the most inland of the Etruscan cities. Its position made it a natural centre for the agricultural population scattered over the fertile Valdichiana, and as an organized set-

tlement it may have developed as an outpost of Chiusi at the time of the greatest Etruscan expansion northwards (sixth century BC). The city grew up on a low upland set between the hills of San Pietro and San Donato, at the centre of the obligatory routes towards the north and east (Emilia Romagna) and towards the south (Lazio and Umbria). There is relatively little archaeological data relating to this city in the archaic and late-archaic pe-

riod. We can assume that the urban nucleus developed between the end of the sixth and the beginning of the fifth century BC. Effectively, w ithin the city there are numerous important sanctuaries which must have been worthy to house, among other things, famous bronzes such as the Chimera, and which were adorned with terracottas of great aesthetic value as a result of the presence of an acclaimed local coroplastic school (Piazza S. Jacopo;


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ll’area urbana faceva riscontro l’ampia necropoli di Poggio del Sole, formatasi anch’essa nel VI secolo a.C. ed usata nei periodi successivi fino all’età romana. Le fonti cominciano però a parlare di Arezzo in maniera omogenea a partire dal VI secolo a.C. In questo periodo la città assunse un preciso assetto urbanistico. Possedette certamente una cinta di mura in grossi blocchi di pietra, di cui alcuni tratti sono stati rinvenuti in scavi recenti (piazzetta S. Niccolò). La cinta seguiva un perimetro non molto ampio, che fu superato successivamente con la costruzione di alcuni edifici extra-moenia (santuario della Catona e insediamenti di piazza S. Francesco).

Museo Archeologico, testa di giovane con berretto frigio, in terracotta, da via Società Operaia (II sec. a.C.)

Via Roma). Nor is there any shortage of small bronzes, also produced by Arezzo workshops (archaic series and votive collections of the Fonte Veneziana), which possibly used the metal quarried in the mines of the nearby Monti Rognosi. Corresponding to the urban area was the spacious necropolis of Poggio del Sole, also set up in the sixth century BC and used in subsequent periods up to the Roman age.

The sources however begin to refer to Arezzo in an homogenous manner starting from the sixth century BC. In this period the city took on a precise urban layout. It undoubtedly possessed a ring of walls made of large blocks of stone, some stretches of which have come to light in recent excavations (Piazzetta S. Niccolò). This ring marked out a relatively small perimeter, a boundary later surpassed by the

construction of several buildings beyond the walls (the sanctuary della Catona and the constructions of Piazza S. Francesco).


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i dovettero definire contemporaneamente anche i limiti dell’agro sottoposto alla diretta influenza della città. Questo territorio doveva estendersi verso sud nella Valdichiana fino a comprendere l’odierna Sinalunga, verso nord fino al Casentino, verso ovest fino alla cresta del Pratomagno, scendendo fino a San Giovanni, verso est

nella Valtiberina. Parallelamente in città si verificò una grande espansione edilizia, testimoniata, oltre che dalla presenza di numerose terrecotte architettoniche (S. Croce; via Roma; Catona) e votive (stipe della Società Operaia) delle strutture templari di viale Buozzi e dai reperti ceramici di produzione locale (vernice nera) e di importazione.

Museo Archeologico, coppia di orecchini a bauletto. Oro. Fine VI sec. a.C.

At the same time the boundaries of the agricultural district subject to the direct influence of the city also had to be defined. This territory must have extended southwards over the Valdichiana as far as what is now Sinalunga, northwards as far as Casentino, westwards to the peak of Pratomagno, descending as far as San Giovanni, and eastwards through the Valtiberina. In parallel, there was a great expansion of bu-

ilding within the city itself, witnessed not only by the presence of numerous terracottas, both architectural (S. Croce; Via Roma; Catona) and votive (Società Operaia votive collection), but also by the templar constructions of Viale Buozzi and by the ceramic finds of both local production (black-painted) and imported.


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el III secolo Arezzo emise anche per breve tempo moneta propria (serie ruota/anfora; ruota/cratere) in questo periodo la città si caratterizzò, non solo come importante polo agricolo (si rammenti il celebre far clusinum), ma anche come centro industriale e commerciale di grande rilievo (produzione ceramica e metallurgica, scambi con le città vicine, come per esempio Volterra). Questo dato spiega i ricorrenti conflitti di carattere sociale ricordati dalle fonti (360 a.C.; 302 a.C. Livio, 3,5) e l’esistenza in città di una forte ed irrequieta plebe urbana.

Nonostante le varie ed alterne vicende politiche e sociali (rapporti con Roma e guerre contro i Galli, guerre puniche) Arezzo mantenne sempre notevole prosperità economica per tutta l‘età ellenistica. Tra i complessi monumentali sorti in questo periodo, nell’area immediatamente extraurbana, va segnalato l’imponente santuario di S. CornelioCastelsecco, forse costruito nel II secolo a.C., che ebbe più tardi una imponente sistemazione scenografica con la presenza di un binomio teatro-tempio evocante i moduli architettonici dei santuari laziali. Com’è noto, all’inizio

del III secolo a.C. tutte le città interne dell’Etruria settentrionale furono costrette ad arrendersi ai Romani; anche Arezzo entrò quindi nell’orbita di Roma.

In the third century Arezzo also coined its own money for a brief time (series wheel/amphora; wheel/crater). In this period the city was characterized not only as a major agricultural centre (we would recall the famous “far clusinum” spelt), but also as an industrial and commercial centre of great importance (production of ceramics and metal working, trade with nearby cities such as Volterra). This fact explains the recurrent disturbances of a social character recorded by

the sources (360 BC; 302 BC Livio, 3.5) and the existence in the city of a strong and restless urban populace. Despite the varied political and social vicissitudes (relations with Rome and wars against the Gauls, Punic Wars), Arezzo managed to maintain a remarkable economic prosperity throughout the Hellenistic age. Among the monumental complexes which arose in this period, in the area immediately outside the town we should mention the impressive sanctuary of

S. Cornelio-Castelsecco, possibly constructed in the second century BC, which was later to be endowed with a magnificent scenographic layout through the theatretemple combination which recalls the architectural models of the Lazio sanctuaries. As is well known, at the beginning of the third century BC all the inland cities of northern Etruria were forced to surrender to the Romans, and Arezzo too entered within the orbit of Rome.


PARTINA MUSEO ARCHEOLOGICO COMPRENSORIALE DEL CASENTINO

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BIBBIENA


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l Museo Archeologico comprensoriale del Casentino ha sede nell’edificio delle ex scuole elementari di Partina, una frazione di Bibbiena posta sulla strada che da Arezzo porta al Passo dei Mandrioli. Aperto il 5 ottobre 1996 come semplice mostra permanente (intitolata “Archeologia in Casentino: dalla Preistoria all’epoca Romana”), fu inaugurato come vero e proprio Museo l’8 dicembre 2001 e rinnovato il 29 aprile 2006. Notevolmente trasformato rispetto alla mostra, il Museo è suddiviso in tre sezioni: quella Preistorica, quella Etrusca e quella Romana, tutte illustrate coi reperti statali che nel tempo sono stati rinvenuti in Casentino. Da anni, infatti, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana collabora col volontariato archeologico locale ed è proprio tale sinergia che ha permesso la nascita e lo sviluppo del Museo.

Partina, Museo Archeologico comprensoriale del Casentino, Kore, statuetta votiva in bronzo, fine VI sec. a.C

The Archaeological Museum of the Casentino area is located in the former Primary School of Partina, a hamlet of Bibbiena that stands on the road that runs from Arezzo to the Mandrioli Pass. It first opened on 5th October 1996 as a permanent exhibition (entitled “Archeology in the Casentino area: from Prehistoric to Roman times”); it was later inaugurated as a real museum on 8th December 2001 and then was

renovated on 29th April 2006. Totally different from the original exhibition, the Museum is now divided into three sections: Prehistoric, Etruscan and Roman, all well illustrated thanks to State findings that have been collected over the years in the Casentino area. In fact, the Tuscan Archaeological Heritage Superintendence has been working together with local archaeological volunteers for years, and it is precisely this synergy that is the very founda-

tion of the creation and development of the Museum. The Prehistoric section is divided into two itineraries: an educational one concentrating on the evolution of man; and another one centered on life in prehistoric Casentino, from the Lower Paleolithic animal world to the human one which, for more than 100.000 years evolved – through the Mesolithic Age – right down to the Metal Age.


La sezione Preistorica è divisa in due percorsi: uno, didattico, sull’evoluzione umana; l’altro, incentrato sulla frequentazione preistorica del Casentino, da quella animale del Paleolitico Inferiore a quella umana, che da più di centomila anni fa discende - attraverso il Mesolitico - fino all’Età dei Metalli. La seconda sezione del Museo di Partina, dedicata alla civiltà etrusca in Casentino, trae spunto da singoli tipi di ritrovamento (insediamenti d’altura; siti di media quota; ritrovamenti cultuali) per illustrare problematiche a essi connesse rispettivamente, antiche vie di crinale, insediamenti stanziali

come Masseto, santuari e depositi votivi, come Socana o il Lago degli Idoli (indagato dal 2003 al 2007). La terza e ultima sezione del Museo è incentrata sulle numerose testimonianze di antica epoca romana in Casentino viste attraverso i singoli ambienti d’uso di una fattoria (nei quali esse potevano essere impiegati: il vasellame da cucina, gli utensili da laboratorio ecc.); fra questi, sono illustrate, tramite i ritrovamenti del Domo (Bibbiena), strutture e forme tipiche di un ambiente termale romano. Non mancano, infine, testimonianze dei numerosi ritrovamenti tombali d’età romana emersi in Casentino.

Partina, Museo Archeologico comprensoriale del Casentino, testina votiva in bronzo, V sec. a.C

The Partina’s Museum second section, dedicated to the Etruscan civilization in the Casentino area, draws from specific types of remains (high ground settlements; sites half way up hills; cult-related findings) to illustrate different and related aspects connected to them: ancient crest paths; permanent settlements such as Masseto; sanctuaries and groups of votive statues, such as Socana and the ‘Lago degli Idoli’ (Lake of the Idols), researched on from

2003 to 2007, respectively. The Museum’s third and last section is concerned with the many remains dating back to Ancient Rome that have been found in the Casentino area, seen through the single rooms of a farm where different kinds of work were once carried out (and where kitchenware, laboratory tools etc. were once used); amongst these, thanks to findings coming from Domo (Bibbiena), some structures and typical shapes of a Roman Thermal Spa are

illustrated. There are also various findings coming from the many Roman tombs that were once in the Casentino area.


CASTEL FOCOGNANO PIEVE A SOCANA TRE CIVILTÀ: ETRUSCA, ROMANA, CRISTIANA

CASTEL FOCOGNANO itinerario CAS

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CASTEL FOCOGNANO


Tanella Angori

S

ocana conta 2600 anni di storia. Qui si leggono tre civiltà: l’etrusca, la romana e la cristiana. Nel corso dei lavori di restauro eseguiti negli anni 1966-72 sono venuti alla luce: il tempio etrusco lungo 40 metri e largo 18,40; i dodici scalini del tempio; davanti al

tempio l’ara etrusca. Il tempio è orientato ad est ed era dedicato a Tinia e Menerva. L’ara è a pianta rettangolare ed è lunga metri 4,99 x 3,75. Presenta al centro una cavità rotondeggiante ed è costruita a tre piani con pietre legate tra loro da grappe

di piombo. Nell’ara si sacrificavano capretti, agnelli e cinghiali: di questi animali si sono trovati ossa e denti. Nello scavo sono venute alla luce anche venti antefisse, alcune con bella policromia e risalenti al V-IV secolo a.C., altre a testa di Minerva, risalenti al II secolo a.C.

Socana boasts 2,600 years of history encompassing three civilisations: the Etruscan, Roman and Christian. The following came to light during the restoration works carried out in the years 1966-72: the Etruscan temple 40 metres long and 18.40 metres wide; the twelve steps up to the temple; the Etruscan altar in front of the temple. The temple is facing east and was dedicated to Tinia and Menerva (Minerva). The altar has

a rectangular shape and is 4.99 metres long and 3.75 metres wide. In the centre it has a rounded cavity and is built in three layers with the stones held together by lead cramps. The bones and teeth of goats, lambs and wild boars that were sacrificed on the altar have also been found. Twenty antefixes were brought to light in the excavation, some with a beautiful polychromy dating back to the fifth-fourth centuries BC,

others with the head of Minerva, dating to the second century BC.


A lato del tempio sono state recuperate tre ruote circolari in pietra fetida: la piccola con la scritta ARUT KREINE, le due grandi con molte parole etrusche. Davanti all’ara si trovano alcune stanze di epoca romana e la torre cilindrica che risale al I secolo a.C.: era una torre di segnalazione e verso Arezzo se ne trovano altre cinque. Di giorno si segnalava con gli specchi, di notte con il fuoco (fiaccole luminose). Sopra il tempio etrusco i cristiani hanno costruito tre chiese: V, VII e X secolo dopo Cristo.

Pieve a Socana, ara etrusca

Pieve a Socana, abside e campanile

Three circular wheels in black stone have been recovered at the side of the temple, the smallest engraved with the words ARUT CREINE, and the two larger ones with numerous Etruscan words. In front of the altar are several rooms from Roman times and a cylindrical tower that dates back to the first century BC. This was a signalling tower and other five similar ones can also be found on the way to Arezzo. By

day mirrors were used for signaling and by night, fire (flaming torches). The Christians subsequently built three churches on top of the Etruscan temple in the fifth, seventh and tenth centuries AD.


CASTIGLION FIORENTINO, NOTA CITTÀ MEDIEVALE DOCUMENTATA DALLE FONTI COME SITO INCASTELLATO RISALENTE AL X-X1 SECOLO, SI CONNOTA OGGI COME UN CENTRO ETRUSCO.

CASTIGLION FIORENTINO itinerario CAS T

TINO ITIN N E R IO F N IGLIO

ERARY


2 3 4 5

CRIPTA PERCORSO ARCHEOLOGICO SOTTERRANEO PORTA ETRUSCA CASSERETTO MUSEO CIVICO

CASTIGLION FIORENTINO

1


C

astiglion Fiorentino, nota città medievale situata tra Cortona ed Arezzo e documentata dalle fonti come sito incastellato risalente al XXI secolo con il nome di Castellìone Aretino, di cui sono eloquente testimonianza numerose strutture architettoniche quali la poderosa cinta muraria e l’imponente impianto fortificato del Cassero, si connota alla luce delle recenti scoperte archeologi-

che come eminente centro etrusco della Valdichiana. La città, sorta su una collina che si protende isolata tra la valle del Clanis e la valle di Chio, si è sviluppata nei secoli favorita dalla sua posizione strategica. Il centro antico corrispondente a Castiglion Fiorentino, situato sulla fascia di cerniera tra i territori delle poleis di Arezzo e di Cortona, dominava sia i percorsi diretti verso il nord che gli itinerari di collegamento trasversale verso la valle del Nestore (Trestina-Fabrecce) e l’alta Valtiberina. Le indagini condotte dal 1988 hanno determinato l’identificazione di un oppidum etrusco, fiorente soprattutto tra l’età arcaica e quella ellenistica. Si presuppone fin da ora che i prossimi scavi, che interesseranno l’indagine archeologica di tutta l’area, daranno ulteriori eclatanti risultati in parte già evidenziati nel percorso archeologico urbano di seguito proposto.

Museo Civico Archeologico, parte frontale della sima del tempio del Cassero (IV sec. a.C.)

Castiglion Fiorentino, a well-known medieval town situated between Arezzo and Cortona, is documented as a fortified hamlet dating back to the tenth-eleventh century under the name of Castellione Aretino. Numerous architectural structures such as the massive town walls and the impressive fortified complex of the Cassero highlight the town’s past strategic importance. Today, in the light of the recent archaeological discoveries, Castiglion Fiorentino has also achie-

ved distinction as an important Etruscan centre in the Valdichiana. The town, built on an isolated hilltop stretching between the valley of Clanis and the Val di Chio, continued to develop over the centuries as a result of its strategic position. The ancient centre corresponding to Castiglion Fiorentino, situated on the territorial boundary between Arezzo and Cortona, dominated not only the direct routes toward the north but also the transversal connection routes to-

wards the Valle del Nestore (Trestina–Fabrecce) and the upper Valtiberina. Research conducted in 1988 has identified an Etruscan settlement that flour-ished primarily between the archaic and the Hellenistic ages. We can as-sume that the forthcoming excavations, which will involve archaeological surveys in the entire area, will yield further fascinating results. Following is a summary of the most important archaeological finds to date


CHIESA DI S. ANGELO AL CASSERO La cripta Nella cripta, durante i lavori di restauro della chiesa, sono stati scoperti diversi allineamenti murari caratterizzati da grossi blocchi squadrati pertinenti alla cinta muraria etrusca (IV sec. a.C.). In due vetrine sono stati esposti reperti etruschi arcaici (bucchero, impasto) ed ellenistici (ceramica grigia e a vernice nera) ivi rinvenuti nonché un coperchio di urna cineraria con iscrizione etrusca (III sec. a.C.).

• Church of S. Angelo al Cassero: the crypt During the restoration of the church, different alignments of the walls were discovered in the crypt, characterized by large, square blocks belonging to the Etruscan wall circle (fourth century BC). Two showcases display archaic Etruscan (bucchero and impasto ware) and Hellenistic finds (grey and blackpainted ceramics) discovered on the site, as well as the cover of a cinerary urn with Etruscan inscription (third century BC).

PIAZZALE DEL CASSERO Percorso archeologico sotterraneo Dall’insediamento etrusco alle torri medievali Il percorso sotterraneo comprende aree indagate nel corso di più campagne di scavo dal 1991 al 2004. Nel sito si rileva una straordinaria continuità di vita dell’epoca antica, dall’VIII secolo a.C. fino all’epoca medievale. Le strutture presenti alla prima metà del XIV secolo furono abbattute e portate agli attuali livelli nel quadro delle trasformazioni urbane volute dal Vescovo Tarlati quando il nucleo abitato del Cassero fu trasformato in fortezza. Di particolare rilevanza appaiono varie strutture murarie pertinenti ad un area sacra etrusca. Sono visibili ambienti articolati annessi al tempio che risulta orientato nordsud, dalla pianta rettangolare (m 17x22) molto simile a quella dei templi

di cui parla Vitruvio nel De Architectura. Il podio era in grossi blocchi di pietra con il pronao munito di quattro colonne poste su due file ed una scalinata di accesso scavata nella roccia. I materiali pertinenti all’apparato decorativo del tetto (ricostruito in Museo) coppi e tegole, lastre architettoniche dipinte con palmette e fiori di loto nei colori nero, bianco e rosso, parte di una sima policroma decorata a rilievo con fregio di gigli bianchi e rose rosse con testa di Gorgone e varie antefisse a testa leonina, riconducono alla metà del IV secolo a.C. Il santuario ha avuto però altre due fasi di vita: la più antica alla fine del VI secolo a.C. e l’ultima al II secolo a.C.

• Piazzale del Cassero (The Keep’s Square) Underground archaeological itinerary From the Etruscan settlement to the medieval towersThe underground itinerary includes areas which have been researched into in various excavation campaigns between 1991 and 2004. The site demonstrates an extraordinary continuity of life in ancient times, from the 8th century B.C. to the Middle Ages. The structures of the first half of the 14th century were demolished and brought to their

present state due to the total transformation of the town, desired by the Bishop Tarlati, when the inhabited quarters of the Keep were converted into a fortress. Several walled structures belonging to a sacred Etruscan area are specially important. Several articulated areas annexed to the temple, with a north-south orientation and a rectangular layout (17x22 m), and very similar to that of the Etruscan temples of which Vitruvius spoke in De Architectura, can be seen. The podium was made of large


MURA CASTELLANE La porta etrusca (IV sec. a.C.) La cinta muraria medievale, sul lato ovest, ha rilevato - nei saggi del 1987- 88 - la presenza di sottofondazioni in bozze di piccola pezzatura, di una soglia e stipiti di una porta urbica con rampa di accesso (larghezza m 3,20) da ricondurre all’epoca etrusca ellenistica. I resti inglobati nelle mura castellane medievali sono visibili e raggiungibili dal piazzale del Cassero passando per la Porta Perugina recentemente riaperta.

CASSERETTO Le abitazioni medievali ed etrusche (III-II sec. a.C.) L’indagine archeologica eseguita nell’ultimo baluardo difensivo della medievale Castiglion Fiorentino, costruito dai Perugini alla metà del XIV secolo, ha riportato alla luce murature di una fortificazione precedente alla costruzione del Casseretto, una cisterna di scarico delle acque e vani medievali addossati alle mura. Un breve percorso sotterraneo, sotto l’attuale piano di calpestìo, rende visibili i resti delle mura urbiche etrusche e strutture di abitazioni etrusche di epoca ellenistica poste sotto le fondamenta delle abitazioni medievali.

Museo Civico Archeologico, lastre di grondadipinte dal tempio del Cassero (IV sec. a.C.)

blocks of stone, and the pronaos featured four columns placed in two rows with the entrance steps carved out of the rock. he materials used for the decoration of the roof (reconstructed in the museum) roofing tiles, architectural slabs painted with palmettes and black, white, and red lotus flowers, part of a polychrome sima decorated in relief with a frieze of white lilies and red roses with a Gorgon’s head and various lion’s head antefixes, can be dated around the mid-

fourth century BC. The sanctuary, however, also had two other phases of life: the earliest towards the end of the VI century BC and the most recent in the second century BC.. • Castle Walls: the Etruscan gate (fourth century BC) In the surveys of 1987-88, the western side of the medieval wall circle revealed the presence of subfoundations composed of small sized blocks, and of the threshold and frame of a town gate with an access ramp (3.20 m wide) dating to the Hellenistic

Etruscan period. The remains, incorporated into the medieval walls are visible and accessible from the Piazzale del Cassero, passing through the recently re-opened Porta Perugina. • Casseretto: Medieval and Etruscan dwellings (third-second century BC) The archaeological research carried out on the last defensive bastion of Castiglion Fiorentino, erected by the Perugini in the mid fourteenth century, has brought to light walls belonging to


PALAZZO PRETORIO Il Museo Civico Archeologico L’esposizione archeologica castiglionese si caratterizza per la peculiarità del suo sistema informativo multimediale attraverso il quale è stato privilegiato l’aspetto didattico. Il museo, che raccoglie i reperti provenienti dagli scavi effettuati, racconta la storia di Castiglion Fiorentino e del suo territorio. Il percorso espositivo si articola in cinque sale dedicate a varie tematiche inerenti l’antico nucleo abitato ed il suo agro costellato di insediamenti che vanno dall’Età del Ferro all’epoca tardo antica ed oltre: i bronzi degli Etruschi con il deposito di Brolio, il tempio etrusco dell’area del Cassero, l’insediamento

antico di Castiglion Fiorentino dalle origini all’incastellamento, l’agro castiglionese, Brolio Melmone, insediamento etrusco di produzione e di commercio lungo il Clanis e le attività svolte in questi insediamenti quali la pesca, la filatura e la tessitura e l’uso della scrittura sulla ceramica.

a fortification that preceded the construction of the Casseretto, including a water drainage tank and medieval dwellings built up against the walls. The remains of the Etruscan walls, and the Etruscan dwellings of the Hellenistic age located underneath the foundations of the medieval dwellings, can be seen in the short underground passage below the level of the present road. • Palazzo Pretorio: Il Museo Civico Archeologico The archaeological exhibition of the town is cha-

racterised by the uniqueness of its multimedial information system, intended to highlight the didactic aspect of the experience. The museum houses local archaeological finds through which it recounts the history of Castiglion Fiorentino and its territory. The exhibition itinerary extends over five rooms dedicated to the various themes relating to the ancient residential nucleus and its rural hinterland, constellated with settlements ranging from the Iron Age to the Late Ancient period and beyond:

Museo Civico Archeologico, bronzetto di guerriero dalla stipe di Brolio (copia 550 a.C. circa)

the Etruscan bronzes of Brolio; the Etruscan Temple in the area of the Cassero; the ancient settlement of Castiglion Fiorentino from its origins to its fortification, and the rural hinterland; Brolio Melmone, an Etruscan settlement for production and trade in the Clanis district, and the activities performed in these settlements, such as fishing, spinning and weaving, and the practice of writing on ceramics.


L’ARRIVO DAL FONDOVALLE A CORTONA (M 494) NE METTE IN EVIDENZA L’IMPIANTO URBANISTICO, DISPOSTO SUL VERSANTE MONTUOSO CHE DIVIDE LA VALDICHIANA DALLA VALLE DEL TEVERE.

CORTONA itinerario INER CORTONA IT

ARY


CORTONA 2

2

TOMBA DI MEZZAVIA TUMULO I DEL SODO TUMULO II DEL SODO TUMULO DI CAMUCIA TANELLA ANGORI TANELLA DI PITAGORA VOLTA A BOTTE DI V. GUELFA PORTA BIFORA PALAZZO CASALI-MAEC TRATTO MURARIO PALAZZO CERULLI-DILIGENTI


vo ancora in epoca romana, in Dionigi di Alicarnasso e Virgilio. La ricerca archeologica più recente ha chiarito i tratti di Cortona etrusca, finora sfuggenti.

L

’ubicazione e l’importanza della città etrusca, attestata dall’ampiezza della cinta muraria, sono in relazione con la situazione economico–produttiva e con l’assetto viario della Valdichiana, anticamente già assai fertile, per la quale passavano i due importanti assi viari congiungenti Arezzo con Perugia e la Valtiberina con la costa tirrenica. Cortona si trovava appunto al loro incrocio. Su Cortona sono sedimentati numerosi miti di fondazione noti fin dal V secolo a.C., raccolti da Erodoto e tramandati con grande rilie-

Approaching Cortona (494 meters) from the valley floor, one can’t help noting its urban form, spread along the slope of the mountain ridge that separates the Valdichiana from the Valtiberina. The location of the Etruscan city and its importance, evidenced by the scale of its circuit of walls, were due to its strategic position within the road network of the Valdichiana, which was quite fertile even in ancient times. Two major road axes traversed the Valdichiana, connecting Arezzo with

I monumenti antichi superstiti – i più noti: il Primo e il Secondo Tumulo del Sodo, il Tumulo di Camucia, la Tanella di Pitagora, la Tanella Angori, la Tomba di Mezzavia – sono tutti inclusi nel Parco Archeologico di Cortona, in gran parte già fruibile e visitabile.

Perugia and the Valtiberina with the Tyrrhenian coast; Cortona arose precisely where they crossed. Various myths about its foundation circulated in the fifth century BC, were collected by Herodotus, and further elaborated in the Roman period by Dionysius of Helicarnassus and by Virgil. Recent archaeological studies have clarified the previously uncertain outlines of Etruscan Cortona. The extant ancient monuments – the most important of which include the First and Second Tumulus of Sodo, the

MUSEO DELL’ACCADEMIA ETRUSCA E DELLA CITTA’ DI CORTONA Il Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona (MAEC) è una tappa fondamentale per conoscere Cortona. Il Museo riunisce in un unico percorso espositivo lo storico Museo dell’Accademia Etrusca e il Museo della Città Etrusca e Romana di Cortona. La sede è in Palazzo Casali, uno degli edifici più antichi e ricchi di storia della città, dove, in oltre 200 mq di spazio espositivo, sono esposti alcuni tra i più straordinari capolavori della civiltà etrusca. Ai piani superiori del nuovo museo sono visibili le antiche collezioni dell’Accademia Etrusca, che ripercorrono la fortuna dell’etruscologia e del collezionismo del Settecento e dell’Ottocento, con lo straordinario lampadario etrusco, la collezione dei bronzetti, la ricca pinacoteca, la sezione egizia e la biblioteca settecentesca. Al piano terra, nei nuovi

Tumulus of Camucia, the Tanella of Pitagora, the Tanella Angori, the Tomb of Mezzavia - are all included in the Archaeological Park of Cortona, which is already in large part open for visits. • Museum of the Etruscan Academy and of the town of Cortona The Museum of the Etruscan Academy and of the Town of Cortona (MAEC) is an essential place to get to know Cortona. The Museum joins together in one single itinerary, both the historical Museum


Tratto murario presso Palazzo Cerulli-Diligenti

PARCO ARCHEOLOGICO DI CORTONA spazi espositivi, è illustrata la storia degli insediamenti etruschi e romani nel territorio attraverso l’esposizione dei più importanti reperti archeologici: i capolavori in bronzo provenienti dalle località di Trestina e Fabrecce, i corredi dei grandi tumuli arcaici della pianura di Cortona, le terrecotte architettoniche dei templi etruschi di Camucia, la celebre Tabula Cortonensis (il terzo testo etrusco più lungo al mondo), i mosaici della villa romana di Ossaia. La sezione paleontologica, il corredo del tumulo arcaico di Camucia, i materiali dei circoli funerari della fine dell’età orientalizzante rinvenuti inviolati presso l’area del Sodo fra il 2005 e il 2007, oltre 150 capolavori in bucchero e ceramica etrusco-corinzia contribuiscono a giustificare ulteriormente la tradizione mitografica antica sull’antichità e il

prestigio della città etrusca di Cortona. Il nuovo Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona è anche il punto di accoglienza e di informazione per visitare il nascente Parco Archeologico di Cortona con i suoi 11 siti. Tra questi, unico al mondo, è il Secondo Tumulo del Sodo, un’imponente tomba arcaica (VI sec. a.C.) con una monumentale gradinata decorata da grandi gruppi scultorei.

of the Etruscan Academy and the Museum of the Etruscan and Roman Town of Cortona. The Museum is in Palazzo Casali, one of the most ancient and historically rich palaces of the town where, in more than 200 sq.mt of exhibition space, some of the most extraordinary masterpieces of Etruscan civilization are displayed. The ancient collections of the Etruscan Academy are on the top floors of the new museum, and follow the fortune of Etruscan Studies and 18th and 19th century collections,

with the wonderful Etruscan hanging lamp, the collection of small bronze items, the valuable picture gallery, the Egyptian section and the 18th century library. On the ground floor, in its new exhibition spaces, the history of the Etruscan and Roman settlements in the area is recounted by displaying the most important archaeological reminds. The bronze masterpieces coming from the areas of the Trestina and Fabrecce, the grave artefacts of the great arcaic tumuli of the Cortona plains, the ar-

Il Parco Archeologico di Cortona comprende i principali monumenti archeologici presenti all’interno dell’area urbana e all’esterno di essa: dentro la città sono visibili la cinta muraria etrusca, la Porta Bifora, alcuni tratti murari venuti alla luce sotto le fondazioni di alcuni palazzi storici, come quello presso Palazzo Cerulli-Diligenti o quello sotto Palazzo Casali, la volta a botte etrusca presso Porta Guelfa; all’esterno della città si trovano monumenti funerari: il Tumulo di Camucia, i Tumuli I e II del Sodo, la Tanella di Pitagora, la Tanella Angori, la Tomba di Mezzavia.

chitectural terracottas of the Etruscan temples at Camucia, the famous Tabula Cortonensis (the third longest Etruscan text in the world), the mosaics of the Roman villa at Ossaia. The Palaeontological section, the grave artefacts of the archaic tumulus of Camucia, the materials of the funerary rings of the end of the Orientalizing epoch found intact near the area of Sodo between 2005 and 2007, as well as 150 masterpieces in “bucchero”. (Etruscan earthenware pottery) and in Etruscan-Corinthian


PORTA BIFORA

TUMULO DI CAMUCIA

La Porta Bifora o Ghibellina è l’unica delle porte monumentali della cinta etrusca di Cortona a noi oggi giunta; è stata preceduta da un ingresso ad unico fornice di cui lo scavo ha messo in luce le tracce. Nella prima metà del II secolo a.C. è stata realizzata la nuova porta a due fornici coperta ad arco con controporta verso l’interno; il bellissimo lastricato interno della controporta mostra il carattere cerimoniale della porta cui giungeva la grande strada diretta alla principale delle necropoli ellenistiche della città. In epoca tardoantica la porta è stata ristretta ad un unico fornice, quello settentrionale, e come tale è sopravvissuta attraverso le varie trasformazioni.

Il Tumulo di Camucia fu individuato nel 1840 da A. François. Ha una notevole circonferenza (200 mc.); al suo interno è costituito da una prima tomba a camera (Tomba A o François) e una seconda tomba (Tomba B) individuata nel 1964 dalla Soprintendenza Archeologica della Toscana. MELONE I DEL SODO Il Melone I del Sodo è situato sulla sponda sinistra del rio Loreto. È un tumulo artificiale di architettura funeraria etrusca arcaica. Fu oggetto di studio e di una campagna di scavo nel 1909. All’interno è una tomba con dromos scoperto e cinque camere di cui una centrale in fondo e le altre ai lati di un corridoio centrale. La copertura degli ambienti è costituita da una pseudo-volta aggettante.

Melone II del Sodo, particolare dell’altare

ceramics, contribute all together to justify once again the ancient mythographic tradition regarding the antiquity and prestige of the Etruscan town of Cortona. The new Museum of the Etruscan Academy and of the Town of Cortona is also a reception and information point to visit the emerging Archaeological Park of Cortona with its 11 sites. Amongst these and unique in the world is the “Secondo Tumulo del Sodo” (the Second Tumulus of Sodo), an imposing archaic tomb (6th century

B.C.) with its monumental staircase decorated with large sculptural groups. The Archaeological Park of Cortona includes a series of archaeological sites which are situated inside and outside the urban area. Inside the town we find the Etruscan city walls, the Porta Bifora, some stretches of wall unearthed under the foun-dations of historical buildings like those near Palazzo Cerulli-Diligenti or under Palazzo Casali and the Etruscan barrel vault near Porta

Guelfa. Outside of town a series of funerary monuments are visible: the Tumulus of Camucia, the Tumuli I and II of Sodo, the Tanella of Pitagora, the Tanella Angori and the Tomb of Mezzavia. • Porta Bifora The Porta Bifora or Ghibellina is the only monumental gate of the Etruscan walls of Cortona still standing. The excavation has also unearthed the remains of a one-fornix entrance which formerly existed. In the first half of the second century BC


Melone II del Sodo, piattaforma-altare

MELONE II DEL SODO Il Melone II del Sodo si trova sulla sponda destra del rio Loreto. Anch’esso è un tumulo del periodo arcaico ed è costituito da due tombe all’interno: la Tomba 1 con copertura a pseudo-volta fu individuata negli anni 1928-29; la Tomba 2 è stata individuata nel 1991 ed ha restituito un ricchissimo corredo di oreficeria. Nel 1990 è stata messa in luce, sul lato est affiancato al perimetro del tumulo, una monumentale piattaforma-altare cui si accede tramite una gradinata i cui paramenti laterali sono decorati con rilievi e gruppi scultorei.

the new double barrel-vaulted arched gate with an inner gate was built. Its beautiful internal paving shows the ceremonial aspect of the gate which received the great road to the main Hellenistic necropolis of the town. In the late ancient period the gate was narrowed to one fornix, the one to the north, and it retains that appearance despite various transformations. • Tumulo di Camucia The Tumulus of Camucia was found in 1840 by A.

TANELLA DI PITAGORA La Tanella di Pitagora è situata sul pendio che discende dalla collina di Cortona verso la Valdichiana. La prima notizia che si ha su di essa è riferibile ad una visita di G. Vasari nel 1566. È un piccolo tumulo di periodo ellenistico (II sec. a.C.) costituito da un basamento circolare su cui si imposta un alto tamburo con blocchi giustapposti. L’interno ha un breve dromos e un piccolo ambiente rettangolare coperto da una volta a botte.

François. Its circumference is about 200 m and inside we find a chambered tomb (Tomba A or François) and another tomb (Tomba B) which was discovered by the Soprintendenza Archeologica della Toscana in 1964. • Melone I del Sodo The Melone I of Sodo is situated on the left bank of the Rio Loreto. It is an artificial tumulus typical of the archaic Etruscan funerary architecture. It was excavated and studied in

Tanella di Pitagora

1909. Inside we find a tomb with an uncovered dromos and five chambers, the central one is at the bottom and the others on the sides of a central passage. The cover is a pseudo-vault. • Melone II del Sodo The Melone II of Sodo is situated on the right bank of the Rio Loreto. It is a tumulus of the archaic period consisting of two tombs. Tomb 1 has a pseudovault cover and was discovered in 1928-1929; Tomb 2 was found in 1991 and has produced a very


Tanella Angori

TANELLA ANGORI

TOMBA DI MEZZAVIA

La Tanella Angori, non lontana dalla Tanella di Pitagora, venne alla luce nel 1951 ed è inquadrabile anch’essa nel periodo ellenistico (II sec. a.C.). È conservata soltanto la parte inferiore della crepidine

(a tamburo cilindrico su base circolare) e qualche blocco del fascione di coronamento. L’interno, a croce greca, conserva il piano lastricato della camera.

La tomba a camera è scavata nel tufo ed è stata scoperta in località Il Passaggio presso Mezzavia (Peciano) nel 1950. È riferibile al periodo ellenistico (fine III-inizi II sec. a.C.).

rich collection of goldsmith’s works. In 1990, on the eastern side next to the perimeter of the tumulus a monumental altar-platform was unearthed. Access to it is through a staircase, the side faces of which are decorated with reliefs and sculptural groups. • Tanella di Pitagora The Tanella of Pitagora is located on the Cortona hillside towards the Valdichiana. It was mentioned for the first time by G. Vasari during a visit in 1566. It is a small tumulus of the Hellenistic pe-

riod (second century BC). It consists of a circular podium on which another drum stands with juxtaposed blocks. The inside has a short dromos and a small rectangular room with a barrel-vaulted cover. • Tanella Angori The Tanella Angori, not far from the Tanella of Pitagora, was unearthed in 1951. It too dates to the Hellenistic period (second century BC). Only the lower part of the cylindric drum on circular base survives, together with some blocks

of the crowning belt. The Greek-crossed inside still preserves the paving of the chamber. • Tomba di Mezzavia This chambered tomb, dug into the tufa, was discovered at Il Passaggio near Mezzavia (Peciano) in 1950. It consists of a cell with four loculi on the side walls and one at the bottom on which the word ‘tutsitui’ is carved. It dates to the Hellenistic period (late third-early second century BC).


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