Booklet / Settembre Culturale 2014 - Agropoli

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NEL CASTELLO ANGIOINO-ARAGONESE DI AGROPOLI

SETTEMBRE CULTURALE 2014 Settima Edizione

IL SETTEMBRE CULTURALE DEDICATA A FRANCO ANTONICELLI

• Carla FraCCi • antonio Bassolino • riCCarDo CuCCHi • enriCo varriale • Mogol • liCia ColÒ • Paolo CrePet • Paolo Brosio • FaBriZio nonis • CloDoMiro tarsia • Pina Parisi • Catena Fiorello • tessa gelisio • Cristina Cassar sCalia • italo CuCCi • Costantino D’oraZio • PatriZia Del verMe



La cultura è il perseguimento della perfezione totale, attraverso la conoscenza di quanto di meglio si è dato e pensato nel mondo su tutte le questioni che ci interessano

Matthew Arnold

tutti gli eventi sono a titolo gratuito



SETTEMBRE CULTURALE 22014 0 1 4 SSettima e tt ttima ima Ed EEdizione d iz izii o n e


IL SINDACO DEL COMUNE DI AGROPOLI

FRANCO ALFIERI

Anche quest’anno, frutto di un lavoro progettato e condiviso, l’amministrazione comunale di Agropoli si fa promotrice della oramai consolidata e apprezzata kermesse culturale giunta alla sua settima edizione: Settembre Culturale. La rassegna che, arricchirà dì stelle di primaria grandezza il firmamento culturale della nostra città, si è imposta nel tempo per la varietà, la validità e la vastità della proposta, configurandosi come uno dei più singolari e interessanti momenti estivi proposti nella Regione Campania. Happening culturale di alto livello, di forte impatto mediatico, con ospiti di rilevanza nazionale a confronto su argomenti di grande interesse,

mantiene intatto il format originale che ne ha decretato il successo: autori esordienti e firme prestigiose già note al grande pubblico, presenteranno il loro ultimo libro, offrendo alla platea significativi momenti di condivisione e riflessione. Cornice preziosa sarà ancora una volta principalmente l’incantevole Castello Angioino-Aragonese, emblema cittadino e sede di eccezionale valore storico, che si erge, austero, sulla caratteristica acropoli, esaltandone il fascino. I nostri ospiti, in punta di piedi, dall’alto dei suoi spalti, potranno ascoltare il canto del mare di Ulisse e godere delle bellezze della nostra città. Il Settembre Culturale si propone, seppur nella sua peculiarità, non


L’ASSESSORE ALLE POLITICHE PER L’IDENTITÀ CULTURALE

FRANCESCO CRISPINO

come un fatto di nicchia, bensì come un evento di interesse pubblico: sport, economia, psicologia, storia, arte, cucina, sono solo alcune delle tematiche che diversificheranno le singole serate. Questa edizione del festival è dedicata a Franco Antonicelli: scrittore, editore, professore, traduttore, politico e grande coscienza critica dell’Italia Repubblicana, fu il più famoso tra i confinati ad Agropoli a metà degli anni trenta.

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CARLA

FRACCI

Castello angioino-aragonese Di agroPoli ConDuCe

nUnZIa SChIaVone

l’autore

DescriZione

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carla fracci Carla Fracci, nata a Milano il 20 agosto 1936, regina della danza classica, è già prima ballerina nel 1958. Nei primi anni della carriera danza in Italia e all’estero con partner d’eccezione, Rudolph Nureyev, Milhorad Miskovich, Vladimir Vassiliev, Amedeo Amodio, Paolo Bortoluzzi, Erik Bruhn. Nel ‘74 comincia a danzare con l’American Ballet Theatre. Nell’81 interpreta la parte di Giuseppina Strepponi in una produzione televisiva sulla vita di Giuseppe Verdi. Dirige in seguito il Corpo di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli. Innumerevoli e di grande spessore artistico i ruoli classici da lei interpretati. Dal ‘95 al ‘97 dirige il Corpo di Ballo dell’Arena di Verona. Dal ‘94 è membro dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Dal ‘95 è anche presidente di Altritalia Ambiente, associazione ambientalista. è stata direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma fino al 2010.

Giselle, Giulietta, Cenerentola, Medea, Swanilda, Francesca da Rimini… sono più di duecento i personaggi interpretati da Carla Fracci, più di duecento i ruoli, le interpretazioni, le storie portate in scena con varietà estrema e sentimento esasperato, perché «il balletto ha un linguaggio più penetrante di quello teatrale, forse è proprio l’assenza della parola a renderlo tale». In un’autobiografia intima, Carla Fracci racconta l’infanzia trascorsa nella campagna lombarda e l’ingresso alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala, il Passo d’Addio delle allieve licenziande e i trionfi con l’American Ballet Theatre e sui palcoscenici più importanti del mondo: Los Angeles, Mosca, L’Avana, Tokyo, Londra… Nel libro Carla, che ha sempre ben saputo quello che voleva, come ricordava alle allieve


tendoni, nelle chiese, nelle piazze. Sono stata una pioniera del decentramento. Volevo che questo mio lavoro non fosse d’élite, relegato alle scatole d’oro dei teatri d’opera. Ho danzato nei

passo dopo passo La mia storia 2013 mondadori

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della scuola di ballo del Teatro alla Scala la sua direttrice Esmée Bulnes, ripercorre gli oltre duecento personaggi da essa interpretati nella sua lunga e ricca carriera, le loro storie, la varietà delle sensazioni e dei sentimenti da essi ispirati, le scene e i palcoscenici calcati e ricalcati, scavati dalla forza e dall’energia dei passi, pervasi da forti scambi di emozioni.Il libro si conclude con una riflessione che dovrebbe essere monito per tutti: l’impegno è la base del successo, in tutti i campi, serietà e applicazione sono le parole chiave. E poi la disciplina, i programmi, le regole, l’eleganza, la semplicità, e un appello per tutti: «la cosa più importante in un paese è un impegno serio per il futuro dei giovani. Ogni italiano di buona volontà ha il diritto di farsi una cultura».

l’intervista

Carla Fracci

Signora Fracci, come è nata la sua grande passione per la danza?«Non è stata una scelta, ma un caso. Alcuni amici di famiglia vedendomi ballare il tango si accorsero che ero una bambina dotata di grande musicalità e suggerirono ai miei genitori di iscrivermi alla Scala. All’inizio mi sembrava tutto difficile. Poi, ci sono le ispirazioni, le aspirazioni... e tutto viene naturale. Come quando, appena dodicenne, ebbi la fortuna di fare la comparsa accanto a Margot Fonteyn che danzava ne La Bella Addormentata. Fu da lì che scattò la molla e compresi quello che era davvero la danza». Come vede il futuro dei giovani nella danza? «Senza sicurezze, purtroppo. È bello e commovente veder crescere tante scuole di ballo private, ma poi le compagnie che offrono un lavoro continuativo sono ancora poche. E questo ci fa perdere talenti. Molti fuggono all’estero».

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ANTONIO

BASSOLINO

Castello angioino-aragonese Di agroPoli intervengono

l’autore

MIChele SCUdIero Prof. emerito di diritto Costituzionale Univ. degi Studi di napoli “Federico II” SaBrIna CaPoZZolo deputato al Parlamento

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antonio bassolino Antonio Bassolino, nasce ad Afragola (NA) il 20 marzo 1947. Presidente della Fondazione Sudd, ha ricoperto la carica di Presidente della Regione Campania, Presidente della Giunta della Regione Campania, Sindaco di Napoli, Ministro del Lavoro e di Deputato. Ha inoltre rivestito diversi ruoli dirigenziali all’interno del Pci, Pds e Ds ed è stato uno dei sostenitori dell’Ulivo e del Partito Democratico. Giornalista, è stato direttore del quotidiano SocialistaLab.

DescriZione Nel suo quarto libro Antonio Bassolino compie un viaggio dentro se stesso, toccando sia la sfera pubblica che privata, dando ampio spazio alla politica nella sua sfera più personale, alla famiglia, ai viaggi e alla città di Napoli. Bassolino è stato per sei anni e mezzo sindaco di Napoli e per dieci anni presidente della Regione Campania. Prima ancora, dirigente nazionale del PCI e tra i fondatori dei partiti che da quel ceppo sono nati: PDS, DS, PD. Ma è da ragazzo che ha cominciato a far politica. A sedici anni diventa segretario di una sezione di operai e di lavoratori ritrovandosi molto presto a essere un adulto. Da allora ha fatto coincidere la politica con la vita. Cambiare, invertire quel rapporto è ora una sfida quotidiana. Una dura battaglia contro antiche abitudini, riflessi condizionati,


evoluzione della vicenda pubblica, la personalizzazione della politica va incontro alla sua vendetta e la sua nemesi. Ma non ho mai rinnegato la mia storia. Dopo tanto tempo, nell’

le dolomiti di napoli Racconti di politica e di vita 2013 marsilio

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modi d’essere del corpo e della mente. Dopo un lungo e faticoso travaglio nelle istituzioni, dopo l’assedio ininterrotto del pubblico, scoprire la solitudine e il silenzio del proprio io privato. E accorgersi che fuori dalla politica tutto un mondo ha bisogno delle nostre passioni. Questo appare ancora più chiaro, più naturale se lo si guarda con gli occhi dei bambini che preparano il futuro. Il viaggio dentro se stesso di un uomo controverso, a tutt’oggi molto criticato ma anche molto amato. Dopo aver lavorato per cambiare Napoli, la Campania e l’Italia ora la sfida più difficile sembra dover essere cambiare se stessi e il proprio stile di vita.

la recensione

Antonio Bassolino

Il sangue che se ne andava, il vomito nei suoi peggiori dettagli, l’ulcera che se lo stava portando via. Il morso che lentamente gli mangiava lo stomaco, Antonio Bassolino lo chiama dolore e delusione e dispiacere, ma mai rabbia. Ogni pagina sembra scritta per conquistare la complicità del lettore: gli attacchi, i voltafaccia, il marchio della mala politica lo hanno fatto soffrire così tanto che ne stava morendo. Ma più cerchi i nomi di quelli che lui descrive come cecchini del fuoco amico e meno ne trovi. Non ci sono. Si insegue la vendetta e invece si trovano i gatti. Possibile che quarant’anni di politica, gli ultimi in caduta libera - da santino simbolo del centrosinistra che vince, a rappresentazione di tutti i mali - passino in secondo piano rispetto a Micetta, Mamy, Pallino, Micetto, Ginger e Fred? L’amore per le sue bestiole di casa è autentico, ma forse serve a dire: «Si sono comportati meglio di certi miei compagni di partito, sono stati più leali». Finalmente una punta di veleno in Le dolomiti di Napoli. Racconti di politica e di vita, il libro che l’ex sindaco più popolare d’Italia, rieletto con il 73 per cento di voti nel 1997, ha scritto per «fare i conti con i dispiaceri».

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RICCARDO

CUCCHI

PiaZZetta Delle MerCanZie intervengono

l’autore

tonIno raFFa Giornalista PePPe IannICellI Giornalista

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riccardo cuccHi Riccardo Maria Cucchi nasce a Roma il 31 agosto 1952. Laureato in lettere all’Università la Sapienza di Roma. Assunto in Rai per concorso nel 1979. Radiocronista dal 1981. Inviato Speciale nel 1990. Caporedattore Responsabile dei Servizi Sportivi di Rai Radio 1 dal 2007. Prima voce di Tutto il calcio minuto per minuto e della Nazionale. Ha seguito per la Rai, 7 Olimpiadi, 6 Mondiali e 4 Europei di calcio. Tra le sue specializzazioni, atletica leggera, canottaggio, scherma, basket, pallavolo e tennis. Nell’estate 2007 viene nominato caporedattore dello sport a Radio Rai, succedendo a Marco Martegani. Il 4 giugno 2014 allo stadio Curi di Perugia effettua la sua ultima radiocronaca della Nazionale, l’amichevole Italia-Lussemburgo, ultimo test azzurro prima dei mondiali di Brasile 2014, lasciando dopo 20 anni l’incarico di prima voce della Nazionale a Francesco Repice, che fino ad allora affiancava in radiocronaca lo stesso Cucchi.

DescriZione Clamoroso al Cibali: per il suo libro su Tutto il calcio minuto per minuto Riccardo Cucchi non avrebbe potuto scegliere titolo migliore, con quell’esclamazione dalla paternità incerta, forse addirittura mai pronunciata, che sta alla radio come i rimbrotti di Mike Bongiorno alla signora Longari stanno alla televisione. Per coloro i quali, direbbe Livio Forma, si ponessero solo ora di fronte ai diffusori, ricordiamo che nel 2010 ha compiuto mezzo secolo «la più meritoria di tutte le trasmissioni, che Dio ce la conservi» (a detta di Indro Montanelli, che non amava le mezze misure), ma soprattutto «la trasmissione radiofonica che nel mare procelloso dei diritti ha saputo tenere alta e tesa la bandiera dei doveri», secondo l’orgogliosa rivendicazione di


emozionandoci, possiamo trasmettere emozioni. E soprattutto, si prova la responsabilità di essere gli occhi di chi ci ascolta. Si instaura un rapporto di fiducia tra noi e gli appassionati. Una fiducia che si traduce, appunto, in responsabilità. Solo

clamoroso al cibali Tutto il calcio minuto per minuto Quando la radio diventa storia 2010 minerva edizioni

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Alfredo Provenzali. Parole che spiegano uno dei motivi per cui, nonostante le piattaforme satellitari e digitali non perdano occasione per mostrare i muscoli, la solenne liturgia di Tutto il calcio accompagnerà ancora per molto tempo il religioso attaccamento degli italiani alle vicende pallonare. i tifosi più in avanti con l’età ameranno fino alla follia questo testo, perché con le partite domenicali si è cresciuti e si è diventati uomini. Oggi sappiamo bene che non è più così. La possibilità di vedere le partite in diretta ha certamente ridotto il numero di potenziali ascoltatori della radio, ma attenzione, non ha mai ridimensionato il suo valore, che resta intatto, che resta indelebile.

l’intervista

Riccardo Cucchi

La storia del nostro calcio visto attraverso la radio, il racconto di momenti storici e di forti emozioni, che abbiamo tutti vissuto attraverso le voci noti radiocronisti, abili a trasmettere durante i match del rettangolo verde le proprie sensazioni, dandoci la possibilità di vivere attraverso l’immaginazione una partita senza vederla. Oltre a Cucchi, che ha curato il libro, dentro ci sono tutti coloro che hanno fatto la storia di una grande trasmissione come Tutto il Calcio Minuto per Minuto. Partendo da Carosio, passando per Ameri e Ciotti, arrivando a Gentili, Provenzali, Foglianese, Luzzi, De Luca, lo stesso Cucchi, Nesti e così via... Ognuno con la sua voce ha dato un contributo importante a diverse componenti, come la radio, il giornalismo in particolare sportivo, lo sport e quindi il calcio. Oltre al racconto, ci sono foto importanti, che ci riportano in un’epoca ormai passata che non tornerà più, ma che attraverso questo libro si può rivivere e la capacità del testo è proprio quella di ricreare quelle atmosfere che ci hanno accompagnati nei momenti più importanti e forse più drammatici delle nostri squadre del cuore.

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ENRICO

VARRIALE

PiaZZetta Delle MerCanZie interviene

erneSto roCCo Giornalista

l’autore

DescriZione

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enrico varriale Enrico Varriale, nato a Napoli il 22 gennaio 1960, diventa giornalista professionista nel 1985. Nel 1986 approda alla sede RAI di Napoli collaborando con il Tg regionale. Nel 1989 passa alla redazione RAI di Roma e viene assunto dal Tg3, dove lavora nella redazione sportiva diretta da Aldo Biscardi. Da metà anni novanta diventa inviato speciale al seguito della nazionale italiana di calcio. Dal 1994 passa al Tgs, attuale Rai Sport, e partecipa a programmi come 90º Minuto e la Domenica Sportiva in onda su Rai 2. Dal 2008 conduce Stadio Sprint, sempre su Rai 2, affiancato da Bruno Gentili. Nel 2010 è inviato in Sudafrica per la nazionale italiana ai mondiali e nel 2012 è opinionista delle partite degli Europei nella trasmissione Rai condotta da Franco Lauro. Dal 2012 conduce anche Novanta Minuti su Rai Sport 1 insieme a Valeria Ciardiello. Dal 16 settembre 2013 conduce Il Processo del Lunedì su Rai Sport 1.

In occasione del proprio 85° anniversario (1° agosto 1926 – 1° agosto 2011), la SSC Napoli ha realizzato in collaborazione con la casa editrice Minerva Edizioni un prestigioso volume celebrativo dedicato a tutti i tifosi partenopei e agli appassionati di calcio. L’opera, di grande pregio, curata dal noto giornalista RAI Enrico Varriale, raccontala storia d’amore fra la città ed il suo simbolo sportivo. Campioni, personaggi, aneddoti, splendide fotografie e un dvd con immagini ed interviste inedite a grandi personaggi napoletani…La grande avventura degli 85 anni del Napoli rivive in una sorta di grande film, che si sfoglia come una accattivante, illustratissima rivista e si ammira in video grazie all’inedito DVD allegato al volume, formando un ‘unicum” multimediale in grado di


diritto per tutti e se esso fosse esplicitato in maniera tale che chi lo fa bene ha il merito giusto e riesce a trovare un posto nella società in cui vive allora sarebbe la frase più straordinaria da mettere in pratica. Se si riuscisse a rendere il lavoro un

napoli 8 1/2 Il film degli 85 anni d’amore tra la città e la sua squadra 2012 minerva edizioni

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emozionare un pubblico eterogeneo. Un atto d’amore che accoppia il rigore della ricerca alla passione per i colori di una squadra unica nel panorama mondiale.

l’intervista

Enrico Varriale

Cosa significa per lei il lavoro? «Il lavoro è la parte preponderante nella vita di una persona e le persone fortunate sono quelle che fanno il lavoro che sognavano da bambino. Credo che sia proprio a livello di tempo oltre che di impegno la parte a cui in qualche modo si è costretti o anche con piacere impegnati a dedicare le maggior parte delle ore della propria vita». Come ha speso il suo primo stipendio? «Parte del primo stipendio l’ho utilizzata per comprare un cappotto che mi piaceva». Quali sono i primi tre sinonimi di merito che le vengono in mente? «Capacità, impegno e onestà». Qual è il confine tra merito e normalità? «Il merito dovrebbe essere una cosa normale, in un paese normale chi merita e ci mette impegno e onestà dovrebbe avere i dovuti riconoscimenti, purtroppo in Italia non è sempre così e ciò ha portato alla situazione in cui ci troviamo attualmente per la quale soprattutto i giovani fanno notare come c’è un blocco del paese e della possibilità di lavoro, spero che si rimetta in moto un discorso che faccia premio sul merito, solo così si può rimettere in moto questo paese».

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GIULIO RAPETTI

MOGOL

Castello angioino-aragonese Di agroPoli interviene

MarCelllo naPolI Giornalista

l’autore

DescriZione

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mogol Mogol, nome d’arte di Giulio Rapetti, scrittore e autore italiano di testi di canzoni, nasce a Milano il 17 agosto del 1936. Si è accostato al mondo musicale lavorando presso l’ufficio stampa di Ricordi a fianco del padre Mariano Rapetti, direttore del settore musica leggera della casa discografica. Ha ottenuto il primo successo come autore di testi con Al di là, canzone vincitrice del Festival di Sanremo nel 1961; lo stesso risultato hanno avuto negli anni successivi Uno per tutte (1963), Se piangi, se ridi (1965). Una lacrima sul viso (1964), interpretata da Bobby Solo, ha stabilito un record di vendite. Negli anni Sessanta e Settanta ha stretto una collaborazione di grande rilievo con Lucio Battisti. Successivamente ha collaborato tra gli altri con M. Lavezzi, R. Cocciante G. Bella, G. Morandi, A. Celentano Ha fondato nel 1992 in Umbria il Centro europeo di Toscolano, scuola di perfezionamento per lo sviluppo della cultura e della musica.

Il meccanismo che lo spinge a scrivere aforismi è il medesimo grazie al quale ha scritto indimenticabili brani musicali: il desiderio di raccontare. L’unica differenza è l’assenza della suggestione musicale. Giulio Rapetti, in arte Mogol rivela un desiderio tenuto nascosto per anni: estrinsecare stati d’animo, pensieri, riflessioni, idee, episodi di vita attraverso gli aforismi. Tutta la momentanea produzione è raccolta adesso nel volume Le ciliegie e le amarene: aforismi, pensieri, parole. Essenziale. L’aforisma racchiude in una manciata di parole un pensiero, un’emozione, un concetto che sa arrivare senza fronzoli, sbavature e sovrastrutture. L’aforisma è l’essenza della pulizia stilistica. Un viaggio nella vita raccontato attraverso pensieri e parole. Un viaggio che tocca le


mente abbandoni facilmente le antiche gelosie; ma non ti accorgi che è olo la paura che inquina e uccide i sentimenti, le anime non hanno sesso né sono mie. Se segui la mia

le ciliegie e le amarene Aforismi, pensieri e parole 2012 minerva edizioni

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mete più disparate: l’anima, l’amore, Dio, la morte, il destino... ma anche la quotidianità. «Osservo quello che mi circonda, e su quello che vedo rifletto» (Mogol). Questo libro chiama la lentezza di sapersi godere un aforisma al giorno, da leggere e portare con sé per riflettere e farlo proprio. Chiama anche la voracità con la quale ci si lascia tentare dalle ciliegie... come per una scorpacciata di parole. Un caleidoscopio di colori e sfumature che porteranno il lettore a conoscere lo sguardo sul mondo e l’essenza di Mogol. Il libro ha già avuto una serie di riconoscimenti vincendo il Nux Premio Internazionale della Fiera del Libro di Milano e il Premio Fondazione Carife alla Cultura 2013.

l’intervista

Giulio Rapetti Mogol

«Andai a parlare con Carlo Donida Labate, musicista di grande successo, un genio della musica. Avevo appena scritto Al di là. Donida la mandò a Sanremo, ma arrivò ventunesima e venne esclusa dalla rosa delle venti canzoni prescelte. Accadde però che qualcuno, credo l’autore della ventiduesima canzone, ebbe da ridire. Fu così che ne vennero recuperate ventiquattro e noi, automaticamente, ci ritrovammo a Sanremo. Il pezzo venne affidato a Luciano Tajoli, una scelta che ci lasciò interdetti, era un cantante già allora considerato di un’altra epoca. Tajoli, invece, ci venne a trovare calmo e felice: Ragazzi, ci disse, so che non siete contenti. Ma secondo me avete scritto una canzone che merita di vincere il Festival. Dunque, se non ce la fa, è solo colpa mia. Mi ero appena sposato e dovevo partire per Barcellona, in viaggio di nozze. Prima però decisi di passare per Sanremo. Papà mi aveva avvertito che, alle prove, Al di là cantata da Tajoli aveva fatto venire i brividi a tutti e io vidi con i miei occhi la gente che si alzava in piedi ad applaudire. La canzone vinse, fu ripresa da Emilio Pericoli e arrivò in ventisei paesi del mondo».

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LICIA

COLÒ

Castello angioino-aragonese Di agroPoli interviene

annaMarIa PetolICChIo docente Univ. degi Studi di Salerno

l’autore

DescriZione

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licia colÒ Licia Colò nasce a Verona il 7 luglio 1962. Conduttrice televisiva, è nota al grande pubblico per il popolare programma di viaggi Alle falde del Kilimangiaro. È però anche autrice di numerosi libri che raccontano le sue esperienze nel mondo. Inizia la carriera in tv nel 1982 nella storica trasmissione sportiva settimanale Gran Prix. Poi presenta - ma anche scrive - programmi per le reti Fininvest (Mediaset); tra queste vi sono la trasmissione per ragazzi Bim Bum Bam (condotta allora insieme a Paolo Bonolis), Festivalbar e Buona Domenica.Come autrice e conduttrice di documentari televisivi, ma anche per i suoi libri, le sono stati riconosciuti numerosi premi. Nel 2014 lascia la conduzione del suo storico programma tv Alle falde del Kilimangiaro, lasciando dopo sedici anni anche la Rai. È direttore editoriale del sito www.animalieanimali.it.

«Ho sempre desiderato conoscere il mondo, ma mai nessun luogo è riuscito a trattenermi. Forse nel mio cuore vive un uccello migratore...» Come nella più avvincente puntata di Alle falde del Kilimangiaro, Licia Colò ci prende per mano e ci conduce in un bellissimo viaggio di parole alla scoperta del futuro che vorrebbe per sé, per sua figlia Liala e per tutti gli abitanti della Terra. Il nostro è un pianeta meraviglioso, traboccante di luoghi incantati, animali maestosi e culture millenarie. Ma sta vivendo momenti di forte sofferenza. L’essere umano adotta molto spesso comportamenti scellerati che si trasformano in altrettanti inciampi al gioioso corso della natura. L’effetto serra, la scarsità di cibo, lo spreco delle risorse, ma anche il mancato rispetto delle differenze di


terapia. I grandi spazi, la natura selvaggia. La vita semplice. Il sorriso dei bambini che non hanno nulla. I grandi silenzi. Sono tutte cose che ci fanno pensare e forse comprendere quanto poco valore abbiano tutte quelle piccole cose per cui ci danniamo.

L’Africa può essere una

per te, io vorrei Ti racconto che il mondo può essere bellisimo 2013 mondadori

www.mondadori.it

genere, razza e religione sono alcune delle profonde ferite con cui l’umanità ha sfregiato la grande bellezza. Quali sono i diritti e doveri del nostro tempo? E cosa vuol dire essere donna oggi? Questo libro è un cantico d’amore per il Creato e tutte le sue creature. È l’invito a continuare ad amarlo e a combattere affinché ogni abitante possa contribuire a renderlo ancora più bello.

l’intervista

Licia Colò

«Questo libro è nato dall’idea di trasmettere qualcosa a mia figlia. Credo che oggigiorno educare sia il mestiere – o l’impresa – più difficile del mondo. Ho fatto, allora, una serie di riflessioni prendendo spunto dalla fortuna che ho avuto nella mia vita di girare il mondo per raccogliere in un libro quei valori preziosi che vorrei trasmettere a mia figlia»: Per te, io vorrei (Mondadori 2013) di Licia Colò è nato così. Una genesi emotiva, potremmo dire. Per te, io vorrei è un libro dedicato a tutte le madri del mondo – sottolinea Licia Colò ai microfoni di Rai Letteratura – a tutte quelle madri che vogliono mettersi in discussione, perché oggi è un grande valore porsi delle domande. Licia Colò ci parla del ruolo di una madre e del legame tra madre e figlia, ma anche del valore della responsabilità, del diritto alla libertà destinato (o, talvolta, non destinato) alle donne e ci racconta anche di donne che hanno cambiato la storia dell’umanità come – per citarne solo alcune - Margherita Hack e Rita Levi Montalcini che - ognuna a modo proprio - hanno invitato tutte le donne del mondo a credere in se stesse. Un messaggio da non perdere di vista, per dirla con la Colò.

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PAOLO

CREPET

Castello angioino-aragonese Di agroPoli interviene

roBerta del dUCa Psicologa

l’autore

DescriZione

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paolo crepet Paolo Crepet nasce a Torino il 17 settembre del 1951. Psichiatra e sociologo, insegna Culture e linguaggi giovanili presso il corso di laurea in Scienze della Comunicazione dell’Università di Siena. Collabora con Specchio de La Stampa e Anna. Per Feltrinelli ha pubblicato Le dimensioni del vuoto. I giovani e il suicidio (1993), Cuori violenti. Viaggio nella criminalità giovanile (1995), Solitudini. Memorie d’assenza (1997), e, con G. de Cataldo, I giorni dell’ira. Storie di matricidi (1998). Con Einaudi, la raccolta di racconti Naufragi. Storie di confine (1999, 2002), Non siamo capaci di ascoltarli. Riflessioni sull’infanzia e sull’adolescenza (2001), La ragione dei sentimenti (2002 e 2004), Voi, noi (2003) e Dannati e leggeri (2004). Crepet ha inoltre scritto per Einaudi l’Introduzione a Nemico di classe di Nigel Williams (2000), a Io, Pierre Rivière, avendo sgozzato mia madre, mia sorella e mio fratello... (2000) e a I ragazzi della via Pál (2003).

Che cos’è la felicità? Cosa significa, oggi, essere felici? Si tratta di un dono, o dell’esito di una condizione che è possibile raggiungere? E ancora: è possibile essere felici in quest’epoca che – in un Paese come il nostro – pare dominata dalla tristezza, dalla rabbia e dalla frustrazione? A queste e ad altre domande risponde il nuovo libro di Paolo Crepet : psichiatra, sociologo e – dal 2004 – direttore scientifico della Scuola per Genitori. Il titolo fornisce già un’indicazione chiara sul contenuto del testo: Impara a essere felice. Essere felici può accadere molto più spesso di quanto immaginiamo, dobbiamo solo lasciare che accada. Per molti lagnarsi è più che un vezzo, una difesa: è ciò che sanno fare meglio perché lo hanno imparato fin dall’infanzia. Combattere questo


pixel. Chimera di contemporaneità, attentato ai sensi e all’intelligenza del creare, succedanei di vita reale, figura di un avaro baratto freudiano: sicurezza al posto di felicità. I

impara ad essere felice 2013 einaudi

www.einaudi.it

atteggiamento vuol dire elaborare una nuova grammatica quotidiana, avviare una piccola rivoluzione cui Paolo Crepet dà il suo contributo in queste pagine. E dimostra come educare alla felicità, quella autentica - da non confondere con la gioia effimera - dovrebbe essere il compito primario di ogni adulto e di ogni insegnante. Così i bambini cresceranno più forti e meno ricattabili, e i ragazzi saranno più liberi.

l’intervista

Paolo Crepet

Professor Crepet cosa significa essere felici? «Molto spesso si tende a confondere la felicità con qualcosa che potremmo definire come “gioia effimera”. Ma la gioia effimera non ha nulla a che vedere con la felicità; altrimenti, se così fosse, potremmo arrivare ad affermare che anche una striscia di cocaina potrebbe dare la felicità… mentre così non è. Il concetto di felicità è qualcosa di più complicato. Ha a che vedere con una visione sentimentale della vita e assai poco materiale. Oggi, purtroppo, molta gente pensa che per essere felici basti comprare un vestito nuovo al supermercato. Va bene anche questo, ma non chiamiamolo felicità. Sarebbe come considerare amicizia vera quella che oggi si raccoglie su Facebook. Cos’è allora la felicità? In definitiva, è una ricerca. Non è avere qualcosa, e nemmeno essere felici in senso stretto… semmai è tentare di esserlo tenendo presente il fatto che, nel momento stesso in cui siamo riusciti a essere felici, abbiamo già cessato di esserlo. Ecco, la felicità è una ricerca continua. È un anelito. È qualcosa che ha a che vedere con la filosofia, più che con il materialismo».

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PAOLO

BROSIO

Castello angioino-aragonese Di agroPoli

l’autore

DescriZione

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paolo brosio Nato ad Asti il 27 settembre del 1956, Paolo Brosio risiede in Versilia a Forte dei Marmi. Comincia la carriera televisiva in Fininvest come inviato speciale della prima edizione di Studio Aperto su Italia 1 e poi passa con Emilio Fede al Tg4. Seguono le partecipazioni a vari programmi televisivi: Quelli che il calcio, Sanremo Notte, Domenica In, “L’Isola dei Famosi, Stranamore, Linea Verde e Italia che vai, le telecronache della Juventus su Mediaset e un programma di successo sul Giro d’Italia. Con Piemme ha pubblicato i bestseller A un passo dal baratro. Perché Medjugorje ha cambiato la mia vita (2009), Profumo di lavanda. Medjugorje, la storia continua (2010), Viaggio a Medjugorje. Trent’anni con la Regina della Pace (2011) e Nella terra delle meraviglie. A Medjugorje la Madonna scende in campo (2012).

Un reportage sulla figura di Maria, in cerca delle scie di luce che la Madonna ha lasciato nel corso della storia: dalle prime testimonianze cristiane fino a oggi. Paolo Brosio – dopo libri di grande successo – affronta questa volta un’inchiesta mariana a tutto tondo, incastonando con sapienza storie di ieri e di oggi: la fede umile della gente del Sud, nel racconto emblematico della sposina miracolata dei Quartieri spagnoli di Napoli; il caso unico della guarigione di Andrea, il ragazzino calciatore, e la sorprendente vicenda di Maria Pia che ricomincia a camminare dopo una terribile malattia; lo scetticismo della Madonna rifiutata dalle alte sfere ecclesiali, ma apparsa più volte ad Adelaide Roncalli nel maggio del 1944; la devozione ardente delle migliaia di pellegrini che si recano ogni anno a Lourdes, Fatima


insegnamento di Maria diventa umile, bonario, materno-paterno, e anche fermo proprio come Papa Francesco. E lui è un grande Papa prete, parroco, che sa parlare al cuore della gente. Se uno acquisisce l’

raggi di luce La più grande inchiesta su guarigioni, miracoli e apparizioni mariane 2012 piemme

www.edizpiemme.it

e Medjugorje. Brosio ha poi indagato nelle vite delle mistiche Teresa Musco e madre Speranza. Fra i documenti raccolti, si segnalano le conclusioni della Commissione internazionale d’inchiesta presieduta dal Cardinale Camillo Ruini e la dichiarazione incredibile che il Vescovo di Mostar rilasciò pochi giorni dopo la prima apparizione del 1981, in cui rivelava, contrariamente a quanto poi avrebbe sostenuto in seguito, che le apparizioni erano autentiche e che i piccoli veggenti dicevano la verità. Storie di guarigioni, di miracoli, di santi e luoghi legati a Maria si susseguono in un’appassionante narrazione che prende le mosse dalla vicenda incredibile di Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco, che nella Madonna ha indicato la mamma a cui affidarsi, sempre pronta a intercedere per coloro che la cercano e la invocano nella preghiera.

l’intervista

Paolo Brosio

«Ho provato un dolore infinito che mi ha fatto conoscere il messaggio di Gesù. Lui mi ha dato due sberle in faccia che hanno innescato un percorso di cambiamento irreversibile. La mia vita era entrata in un buco nero, non mi piaceva più». Paolo Brosio alterna euforia e momenti down, distillando entusiasmi. Gli stessi di chi ha ricevuto una chiamata alla quale era impossibile non rispondere. Pesa ogni parola e spesso la sua voce è rotta da un pianto che prova - inutilmente - a soffocare. Scordatevi il jolly, l’uomo di spettacolo dal sorriso formato tv. Quello che il cronista ha davanti è un uomo nuovo, provato e con molte crepe nel cuore. Brosio, che cosa le è successo? «Ho imparato tante cose, e dopo un viaggio a Medjugorje ho conosciuto Gospa, la Madonna, in croato. Non la lascerò mai più». Che cosa non le piaceva più della sua vita? «Dopo la fine con mia moglie Gretel, avevo risposto con il classico “chiodo scaccia chiodo”. Per me è facile conoscere persone, sono un personaggio pubblico, “Paolino” il simpatico. Ero a un bivio: o una strada, o l’altra. Ho trovato il Signore».

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FABRIZIO

NONIS

Castello angioino-aragonese Di agroPoli interviene

antonella PetIttI Giornalista e direttore di rosmarinonews.it

l’autore

DescriZione

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fabrizio nonis Fabrizio Nonis nasce a Toronto il 9 maggio del 1963 da genitori Italiani. Dopo aver trascorso i primi anni di vita in Canada consegue il diploma tecnico di geometra in Italia. Finiti gli studi superiori ritorna in Canada per frequentare il college in Inglese e Pubbliche Relazioni Aziendali. Dopo qualche anno di esperienza come manager in Italia, Fabrizio, alla fine degli anni ‘80, si dedica alla gestione dell’azienda del padre: la macelleria. Durante questo periodo da imprenditore diviene anche docente dell’Università dei Sapori di Perugia. Dal 1999 ha affiancato ai suoi impegni l’attività di giornalista presso emittenti a copertura locale, per poi dal 2003 collaborare con emittenti nazionali come Canale 5 del gruppo Mediaset e con Alice, Marcopolo e Arturo del gruppo Sitcom di Sky; trasmissioni di approfondimento culinario e di divulgazione turisticoenogastronomica.

Chiunque può essere bravo in cucina purché ci metta passione. Parola di Bekér, il nuovo libro di Fabrizio Nonis con le prefazioni dei giornalisti Toni Capuozzo e Gioacchino Bonsignore, del noto chef Carlo Cracco e della chef marocchina Choumicha Chafaj. Nel volume si racconta in maniera originale e coinvolgente: da semplice macellaio di paese al gotha del giornalismo enogastronomico, grazie alla sua capacità nello scegliere e tagliare i pezzi migliori di carne (una vera e propria arte, premiata con numerosi riconoscimenti sia in Italia sia all’estero); dall’appellativo di sciabolatore a quello di fiorettista, fino ad essere addirittura soprannominato PeriodistaCarnicero, giornalista-macellaio, dallo chef spagnolo Ferran Adrià. Bekér non soltanto contiene moltissime delle


sacrificio e denaro per poter arrivare dove sono. Io non faccio il macellaio/gastronomico, io “sono” macellaio/gastronomo, un artigiano che non ha paura di rischiare, di andare anche controtendenza rispetto alle logiche di mercato. Ho impiegato molto tempo, fatica,

bekèr Chiunque può essere bravo in cucina purchè ci metta passione 2014 minerva edizioni

www.minervaedizioni.com

famose ricette di Nonis, ma insegna anche quali coltelli e utensili utilizzare; come saper riconoscere, scegliere, preparare, intenerire e conservare le carni. Bekér non soltanto contiene moltissime delle famose ricette di Nonis, ma insegna anche quali coltelli e utensili utilizzare; come saper riconoscere, scegliere, preparare, intenerire e conservare le carni. Bekér non soltanto contiene moltissime delle famose ricette di Nonis, ma insegna anche quali coltelli e utensili utilizzare; come saper riconoscere, scegliere, preparare, intenerire e conservare le carni.

retrospettiva

Fabrizio Nonis

Fabrizio Nonis, giornalista enogastronomico ed esperto macellaio, ha nel suo dna l’attitudine a conoscere nuove emozioni sensoriali e riscoprire antichi costumi culinari – e la grande maestria nel mixarli insieme. La sua invidiabile esperienza è presto in Bekèr, Storia di un Macellaio Reporter, un libro onesto, sincero, appassionato, che mescola nostalgia, confessioni e gusto, poesia e tecnica, e molti amici attorno. In perfetto stile Nonis. Dopo i racconti, il libro si addentra nella tecnica. Ed ecco che il Bekér (macellaio in dialetto) ci spiega dettagliatamente tutti gli utensili che non possono mancare a chi ama cucinare la carne. Descrive dettagliatamente le tipologie e dei vari tagli. E consiglia come sceglierli, a seconda dei piatti che si vogliono realizzare, e come cuocerli.

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CLODOMIRO

TARSIA

Castello angioino-aragonese Di agroPoli

Franco Antonicelli nasce il 15 novembre 1902 a Voghera, da Donato e Maria Balladore. Il padre, pugliese, era un alto ufficiale. La madre apparteneva alla vecchia borghesia vogherese. Franco, quarto dei figli maschi, trascorse i primi anni d’infanzia a Gioia del Colle, ospite dello zio paterno. Giunse a Torino nel 1908. Frequentò il liceo classico D’Azeglio, si laureò in Lettere, e successivamente in Giurisprudenza. Nel 1929 fu arrestato per avere firmato una lettera di solidarietà a Benedetto Croce; rimase in carcere circa un mese. Tra il 1932 e il 1935 diresse la Biblioteca Europea”dell’editore Frassinelli. Nel 1935 fu nuovamente arrestato e condannato a tre anni di confino. Il 26 dicembre dello stesso anno si sposò e nel marzo del 1936 la pena fu sospesa per un condono nazionale. Dal 1942 al 1948 diresse una propria casa editrice, Francesco De Silva. Il 26 luglio 1943, all’indomani della caduta del regime fascista, scrisse la prima dichiarazione dei partiti antifascisti torinesi. Dopol’8 settembre si trasferì a Roma. Lavorò clandestinamente a Risorgimento liberale. Il 6 novembre fu arrestato e incarcerato a Regina Coeli. Nel febbraio 1944 fu trasferito nel carcere di Castelfranco Emilia. Rimesso in libertà il 18 aprile, entrò nel CLN piemontese come rappresentante del PLI. Nel 1945 fu nominato del CLN piemontese. Nel 1946 uscì dal PLI per contrasto con la scelta a favore della monarchia e partecipò alla campagna del referendum istituzionale battendosi per la repubblica con la lista Movimento democratico repubblicano che comprendeva Parri e La Malfa. Il gruppo, dopo il 2 giugno, confluì nel PRI. Venne eletto nella direzione del PRI, ma dopo le elezioni del 18 aprile 1948 e la costituzione del blocco centrista anticomunista lasciò i repubblicani. Divenne presidente dell’Unione culturale di Torino. Fondò l’Istituto storico della Resi26

DescriZione Un libro e un docufilm di 20’ ricordano la figura di Franco Antonicelli, uno dei grandi protagonisti della cultura italiana contemporanea e nemico dichiarato del nazifascismo. Franco Antonicelli lungo il suo percorso di letterato, scrittore, editore, poeta, giornalista, creatore di eventi culturali ed elzevirista radiotelevisivo, incappò in persecuzioni, arresti, carcere, processi ed esilio prima di impegnarsi in politica (fu due volte senatore della Repubblica sui banchi della sinistra) in difesa dei diritti degli operai e degli umili, lui che apparteneva all’agiata e illuminata borghesia torinese. Un personaggio cosi eclettico e impegnato, gobettiano fino all’ultimo, discepolo e frequentatore di Benedetto Croce, fu confinato dal fascismo ad Agropoli, paese che portò sempre nel cuore e che ricordo con un


Io mi ribello all’idea che il 25 aprile abbia a diventare una giornata accademica, con la vuotaggine commemorativa che è di tutte le feste accademiche... noi abbiamo fatto tutto il nostro dovere perché i nostri morti siano ricordati, e noi vivi, noi vivi abbiamo fatto tutto il nostro dovere per essere meritevoli, anche noi la nostra parte, di ricordo? E cosa significa essere ricordati? Avere attestati di benemerenza, certificati (che poi non servono a nulla), medaglie, lodi alla memoria? Per carità, non vogliamo nulla di tutto questo... Quel che si è fatto appartiene alla storia: aiutiamoci piuttosto a render viva, completa, esatta, eloquente questa storia... A me piace ricordare spesso la sublime frase di quel partigiano francese che disse al suo carnefice: «imbecille, io muoio anche per te»

Dal Diario del 24 gennaio 2003

il prigioniero del sole Franco Antonicelli ad Agropoli I giorni del coraggio bellissimo racconto, una serie di disegni di connotazione veristica e popolare e un libro purtroppo ancora inedito. Franco Antonicelli trascorse la sua prigionia nello storico albergo Carola, frequentò i pescatori e la gente del borgo e si sposo con Renata Germano, figlia del notaio della Fiat, nella chiesa del Granato non rinunciando al tight, al cilindro e alla camicia con il collo inamidato. Il libro ll Prigioniero del Sole, del giornalista e scrittore Clodomiro Tarsia, e il documentario Una vita perla libertà, firmato dal regista Attilio Rossi su testo e ricerche dello stesso Tarsia, evocano tutto questo e, meglio ancora, Rossi ha saputo raccontare la vicenda con il suo stile elegante ma rispettoso della storia documentata.

stenza in Piemonte e il Circolo della Resistenza. Fu fra gli organizzatori del convegno Cultura e Resistenza a Venezia nel 1950. Nel 1953 partecipò alla campagna contro la legge elettorale maggioritaria (legge truffa). Nel 1957 fu tra i partecipanti al convegno di Torino sulle libertà civili e i diritti sindacali in fabbrica promosso dalla FIOM dopo la chiusura del reparto-confino OSR della FIAT. Nel 1960 organizzò a Torino il ciclo di lezioni Trent’anni di storia italiana (1915-1945), con la partecipazione, tra gli altri, di Togliatti, Pertini, Terracini, Lussu, ecc. Dopo le manifestazioni di massa contro il governo Tambroni, appoggiato dal MSI, tenne un discorso a Bologna il 25 luglio per cui venne incriminato per apologia di reato e condannato, nel 1964, a 8 mesi di reclusione con la condizionale (assolto in appello). Nel 1968 fu eletto senatore indipendente nella lista del PCI-PSIUP per il collegio di Alessandria-Tortona. Alle elezioni del 1972 fu confermato nel collegio di Susa. Fece parte delle commissioni parlamentari pubblica istruzione e difesa vigilanza sulla Rai-TV. Morì a Torino il 6 novembre 1974.

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PINA

PARISI

Castello angioino-aragonese Di agroPoli intervengono

ProF. MarIo roVInello

l’autore

Giornalista resp. della sez.didattica dell’Ist. Campano per la Storia della resistenza “Vera lombardi” roBerta GerVaSIo responsabile del comitato studentesco liceo Classico “P:GIannone”

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pina parisi Pina Parisi lavora in qualità di dipendente pubblico. Ha cominciato la sua attività di scrittrice nel 1983 pubblicando racconti e romanzi brevi per la casa editrice Lancio. In seguito ha collaborato con diversi settimanali femminili come Le donne Raccontano, Confessioni Donne e Confidenze. Nel 2010 ha pubblicato il suo primo romanzo Lucida follia, accolto molto favorevolmente dal pubblico e dalla critica. Ossessioni pericolose è la prova di un percorso di crescita compiuto dall’autrice, che dispone la materia e la ordina con maturità ed abilità da scrittrice navigata. Dalla prefazione di Mario Rovinello: «L’abilità della Parisi sta nel muoversi con grande naturalezza tra generi diversi. “Ossessioni pericolose” appassiona il lettore, coinvolgendolo lungo il corso della narrazione: lo inizi e non riesci a distaccartene».

DescriZione Ci sono fatti di cui non si può parlare. Eventi che non si possono descrivere né spiegare; che restano sepolti in fondo all’anima e pesano come macigni. Per tutta la vita essi ci tengono prigionieri, piegati e vinti sotto il giogo dei nostri sensi di colpa, dei rimorsi. Nelle azioni è racchiuso tutto il senso della vita e le nostre scelte determinano quello a cui, inconsapevolmente, ci condanniamo. Non c’è pace finché il cerchio resta aperto. Solo la conoscenza della verità può determinare la fine e l’inizio di ogni cosa perché è dalle ceneri del dolore che si può rinascere. Introspezione psicologica e ritmo serrato per un noir che tiene con il fiato sospeso sino all’ultima pagina. Il romanzo incoraggia alla lettura fin dalle prime pagine, grazie alla


fiume della vita scorre trasportandoci verso una destinazione naturale ma ignota… Il

prendi le distanze dal passato e guarda al futuro con perché

meriti tutto il bene del mondo.

speranza

ossessioni pericolose 2014 kimerik edizioni

www.kimerik.it

ricchezza di rivelazioni e segreti. Con il suo stile la Parisi riesce a farci affezionare ai personaggi immediatamente, le loro storie sono quelle di tutti i giorni, storie che possono capitare a chiunque. I personaggi sono tanti e l’autrice, man a mano che farà saltar fuori uno di loro, ne racconterà la storia e ne descriverà gli intrecci con quella degli altri protagonisti. Lo stile della scrittrice è preciso e semplice e la Parisi ha fatto in modo che il romanzo potesse essere letto non solo da un pubblico di adulti. Le ambientazioni sono descritte minuziosamente come anche gli avvenimenti.

la recensione

Pina Parisi

Un libro molto interessante, ricco di suspance, che vi terrà con lo sguardo incollato alle pagine…Un libro ammaliante, che intriga fin dalle prime pagine dallo stile fluido e scorrevole. Fin dalle prime pagine ci affezioniamo a Claudia, moglie e madre di due figli, una mamma moderna che si dedica al lavoro e alla famiglia, spesso sacrificando sé stessa. Quella di Claudia parrebbe una vita normale, quasi perfetta, un bel marito medico, due figli splendidi…invece è tormentata da alcuni problemi coniugali; infatti il marito la rifiuta da anni, pur promettendo di non avere nessuna relazione. In realtà la relazione ce l’ha eccome…da anni è innamorato di un’altra donna, ma non ha il coraggio di lasciare la famiglia, soprattutto a causa della madre, che sarebbe devastata dallo scandalo, è infatti una donna che tiene molto alle apparenze e pur non amando particolarmente la nuora non tollererebbe che il figlio la lasciasse…Conosciamo inoltre i genitori di Claudia, Lina e Domenico e molti altri personaggi di cui scopriamo piano piano i segreti, alcuni più innocui altri più oscuri…Un libro pieno di rivelazioni e segreti, che ci tengono piacevolmente in sospeso per tutto il romanzo…

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CATENA

FIORELLO

Castello angioino-aragonese Di agroPoli ConDuCe

nUnZIa SChIaVone

l’autore

DescriZione

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catena fiorello Catena Fiorello nasce a Catania il 10 agosto 1966. La sua esuberanza e le sue capacità linguistiche, acquisite anche grazie ad un percorso di studi umanistici, la proiettano nel mondo del giornalismo collaborando con varie testate giornalistiche. Personaggio eclettico, conduce programmi televisivi, collaborando anche all’elaborazione dei testi di alcuni programmi, vedi Festivalbar edizione 1997/1998, Buona Domenica edizione 1997, e programmi radiofonici. Collabora, inoltre, con giornali nazionali. Ma la sua vera passione è scrivere! Infatti nel 2003 viene pubblicato il Libro Nati senza Camicia edito da Baldini & Castoldi Dalai.

Cara Paola. Quando apre quella lettera, il cuore le martella in petto per l’emozione. A ventidue anni, Paola è una giovane donna che ha vissuto solo il calore dell’abbraccio materno, e quelle parole sono il primo contatto con il padre, l’uomo che non ha mai conosciuto. È il giugno del 1982, a Catania, stanno per iniziare i mondiali e alla radio Giuni Russo canta Un’estate al mare, ma Paola si è appena ritrovata sola. Prima di lasciarla, la madre le ha dato un foglio con un indirizzo e un nome: quello dell’uomo che le ha abbandonate. Così lei lo ha contattato, vincendo il proprio rancore. Si chiama Roberto, e quando si incontrano per la prima volta è un colpo di fulmine. Paola non ci riesce proprio a odiare quella persona che sa subito farsi amare e anzi, si sente in profonda sintonia con


vera risorsa. Quello che abbiamo in testa non ce lo può pignorare nessuno. Se avete delle belle idee prima o poi emergerete. La vita è giusta Non è nella carta di credito la

un padre è un padre 2014 rizzoli

www.rizzoli.eu

lui. Per questo fa cadere ogni barriera e inizia a frequentarlo, rivendicando con un’energia tutta nuova il diritto ad avere un padre. Nessuno però deve sapere di lui, non Sandy e Milena, le amiche di una vita, e nemmeno Lorenzo, che è riuscito a farle battere il cuore dopo anni di storie sbagliate. Quando però Paola decide di dare una svolta al loro legame, una nuova verità arriva a sconvolgerle la vita per sempre. Ma solo accoglierla potrà renderla felice e aprire il suo cuore all’amore. Quello che non tradisce. Catena Fiorello ci racconta in questo romanzo la storia che ha sempre voluto scrivere: quella di un uomo che impara a essere padre e di una donna che scopre di essere figlia. Perché padri, e figli, si diventa, grazie alla forza sorprendente dell’amore.

la recensione

Catena Fiorello

Il rapporto padre-figlia, da sempre al centro di trattati di psicologia, oggi diventa protagonista del nuovo romanzo di Catena Fiorello. Con Un padre è un padre (Rizzoli, 2014 ), Catena si confronta con la figura di un padre che compare nella vita di sua figlia, Paola, quando ormai è una donna. Nulla di scontato o lacrimevole, in questa storia, ma tanta vita vera. Un padre è un padre, è una storia d’amore e di sentimenti forti. Paola è una ragazza siciliana di ventidue anni; abita a Catania e non ha mai conosciuto suo padre. È vissuta con la madre che, poco prima di spirare, le ha consegnato un regalo prezioso, conoscere, finalmente, il nome ed il numero di telefono di suo padre. Nel 1982, Paola scopre chi è suo padre e, superando dubbi e rabbia, decide di chiamarlo. è una sorta di rinascita emotiva e spirituale perché lui è una persona con la quale è facile andare d’accordo. Confrontarsi con Roberto, significa per Paola dover lottare contro i sentimenti negativi che l’hanno accompagnata negli anni in cui si è sentita abbandonata. Paola decide di vivere, in completa solitudine questa grande esperienza. Una storia forte, dalla quale si impara che il vero amore persino cancellare la rabbia e dare la felicità.

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TESSA

GELISIO

Castello angioino-aragonese Di agroPoli interviene

GIUSePPIna de MarCo docente

l’autore

DescriZione

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tessa gelisio Tessa Gelisio è giornalista, conduttrice televisiva e presidente dell’associazione per la conservazione ambientale forPlanet Onlus. Esperta di ecologia e comunicazione ambientale – ha militato e milita in associazioni come Wwf, Amici della Terra, Legambiente e centri per la tutela di specie selvatiche - ha raggiunto la notorietà televisiva con trasmissioni dedicate ad ambiente, arte, cultura, scienze, cucina. Attualmente conduce Pianeta Mare (Rete 4) e Cotto e mangiato (Italia 1). Come giornalista scrive di ecologia e tematiche sociali legate all’ambiente e fa parte del team di ricerca del Bio Management Lab, osservatorio di SDA Bocconi dedicato allo studio del comparto del prodotto agroalimentare biologico. Nello scrivere il libro Tessa si è avvalsa della collaborazione della naturalista Emanuela Busà e del biologo Edgardo Fiorillo, entrambi attivi in forPlanet Onlus.

Nella frenesia della vita quotidiana sembra impossibile trovare il modo di occuparsi anche dell’ambiente. Si sta sempre più diffondendo, però, la consapevolezza dell’importanza, se non dell’emergenza, della questione pianeta e siamo in tanti a chiederci come possiamo vivere eco senza fatica e senza spesa. Attraverso brevi racconti di diario personale e schede organizzate per temi, Tessa spiega quali sostanze d’uso quotidiano siano dannose oppure non etiche e come sostituirle con prodotti in commercio o con facili preparazioni casalinghe. Quali informazioni cercare nelle etichette di ciò che acquistiamo, quali marche preferire e dove comprare, come evitare sprechi di energia, quali materiali scegliere nell’arredamento e nell’abbigliamento, come nutrirci,


pianeta potremmo fare quello che ci pare, perché il nostro impatto sarebbe minimo, ma siccome siamo miliardi dobbiamo ridurlo. Se fossimo in cento su questo

ecocentrica Facili consigli per vivere felici aiutando il nostro pianeta 2013 giunti edizioni

www.giunti.it

curarci, truccarci, lavarci…nessun aspetto della nostra vita è trascurato, nessuna domanda resta inevasa. Tessa premette a ogni consiglio una quantità di dati interessanti e spesso imprevedibili sugli oggetti che ci circondano e le attività quotidiane che svolgiamo; ne risulta una lettura non solo utile ma anche avvincente, dopo la quale è facile e addirittura istintivo assumere abitudini ecocentriche a casa, a scuola, in ufficio, nel tempo libero.

retrospettiva

Tessa Gelisio

Il rispetto per l’ambiente e la passione per la divulgazione Tessa Gelisio li ha nel sangue. Convinta da sempre che ciascuno debba fare la propria parte per salvare il pianeta, a otto anni ha scritto per la sua classe una guida pratica al rispetto della natura, ha poi proseguito su mille fronti la sua battaglia ecologista e ora arriva in libreria con il manuale Ecocentrica, nel quale dimostra definitivamente che si può passare senza fatica e senza spesa dal consumare meno al consumare meglio. Orientare all’ecosostenibilità le scelte quotidiane è possibile e l’autrice (che già vive così con allegria e soddisfazione) spiega come farlo senza interferire con le nostre giornate complicate, fatte di impegni da incastrare, conti da far quadrare e famiglie da organizzare. In modo scientificamente ineccepibile e documentatissimo, ma accessibile e familiare, Ecocentrica dimostra come molti comportamenti virtuosi per l’ambiente, per gli animali, per le persone coinvolte nei processi produttivi e anche per la nostra salute siano già alla portata di tutti e di tutti i portafogli.

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CRISTINA

CASSAR SCALIA

Castello angioino-aragonese Di agroPoli ConDuCe

nUnZIa SChIaVone

l’autore

DescriZione

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cristina scassar scalia Cristina Cassar Scalia è nata nel 1977 ed è vissuta a Noto. Medico chirurgo specialista in Oftalmologia, attualmente vive e lavora a Catania. Da sempre innamorata di Capri, ha scelto di ambientarvi il suo primo romanzo, La seconda estate (edito da Sperling & Kupfer nel 2014). Perché ha scelto di ambientare la storia d’amore dei protagonisti del suo romanzo sull’isola di Capri? «Capri è uno dei miei luoghi del cuore. Tre anni fa, durante una delle mie passeggiate capresi, mi sono sono imbattuta in una villa semi abbandonata che mi ha fatto pensare “ecco appena scriverò il mio romanzo, questo luogo dovrà esserci”. È stata un’ispirazione che però ho poi nutrito con tanto studio e tante ricerche attraverso il cinema italiano degli Anni ‘60 e i filmati dell’Istituto Luce, come le “settimane Incom”».

Roma, 1982. È un freddo pomeriggio di marzo, ma la pioggia non ferma Lea, intenzionata a non lasciare vuoti i due posti riservati in platea. Un invito a teatro è quello che ci vuole per sentire meno la mancanza di suo figlio, ripartito per Londra, dove sta ultimando gli studi. Ma quel volto che scorge tra la folla, poche file più avanti, la lascia senza fiato. Possibile che sia davvero lui? Vent’anni prima, Lea aveva trascorso un’indimenticabile estate a Capri. L’atmosfera sofisticata ed eccentrica dell’isola l’aveva da subito conquistata, consolandola dell’ennesima assenza del marito. Il giorno in cui Giulio, uomo di successo, affascinante e premuroso, era comparso nella sua vita il cuore di Lea non aveva potuto opporsi. Nella cornice di un’antica villa ormai in


diagnosi, il medico deve diventare un acuto osservatore. Lo scrittore fa lo stesso, scruta, annota, immagazzina informazioni. Credo sia questo il punto di incontro tra le mie due anime che poi sono anche diventate le mie due professioni. Per fare una

la seconda estate Il tempo deve arrendersi di fronte al vero amore 2014 sperling & kupfer

www.sperling.it

rovina e custode di pericolosi segreti, tra i due era nata una passione travolgente e proibita. A nulla era servito tentare di resistere, e le conseguenze erano state drammatiche. Adesso che Lea ha lasciato il marito sembrerebbero non esserci più ostacoli al loro amore, che risboccia come se il tempo si fosse dimenticato di scorrere. Quell’estate però non è solo scolpita nei loro cuori, perché sottili trame legano al presente ciò che accadde allora. Lea e Giulio non lo sanno, ma la loro felicità dovrà ancora attendere, minacciata da una verità a lungo tenuta nascosta.

la recensione

Cristina Cassar Scalia

La seconda estate è un libro che sorprende, un libro che non ti aspetti… una bella storia d’amore e sentimenti, una storia di vita raccontata benissimo che offre una piacevolissima lettura per nulla scontata. Il romanzo è scritto con ritmo vivace e coinvolgente con una cornice come l’isola di Capri da sfondo alle vicende umane e sentimentali di Lea e Giulio ritmo che rende il racconto intenso e che lega i lettori ai personaggi fino a farli sentire vicini. Cristina Cassar Scalia è bravissima a coinvolgere il lettore e a trasportarlo in un mondo quasi palpabile che alterna il vissuto e il sognato dei protagonisti con estrema naturalezza, un mondo quasi toccato con mano dal lettore; le descrizioni delle vie di capri sono minuziose, visive le descrizioni di villa Leandra dove si svolge la storia dei due protagonisti, si può cogliere il profumo dell’isola. Davvero brava la scrittrice che crea questo viaggio nel tempo, un racconto di un pezzo degli anni ’60 per poi giungere agli anni ’80 per riuscire a vivere appunto la seconda estate, quella delle scelte giuste, dei sentimenti veri, la seconda estate della maturità, del coraggio...

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ITALO

CUCCI

Castello angioino-aragonese Di agroPoli interviene

PePPe IannICellI Giornalista

l’autore

DescriZione

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italo cucci Italo Cucci, nato a Sassocorvaro nel 1939 èstato allievo di grandi giornalisti come Severo Boschi, Gianni Brera, Aldo Bardelli, Enzo Biagi. É stato direttore del Guerin Sportivo (per tre periodi diversi, rinnovandolo totalmente nel 1975), del Corriere dello Sport-Stadio (ancora tre volte), del Quotidiano Nazionale, del settimanale Autosprint e del mensile Master. É direttore editoriale dell’agenzia di stampa Italpress, editorialista della Gazzetta di Parma, di Avvenire e del Corriere della Sera, edizione di Bologna. Ha insegnato giornalismo alla LUISS di Roma e Sociologia della comunicazione sportiva alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Teramo. Per Minerva Edizioni ha pubblicato: Bad Boys. Da un mondiale vinto a un europeo perduto (2012), Eletroshock. Sono ancora vivo (insieme al figlio Ignazio, 2013).

Il Conte Alberto da Calisese di Cesena trascorse un’intera nottata a riscrivere lo Statuto del Calcio, il Nuovo Testamento del calcio italiano. Era il 1951 e si doveva varare la riforma dei campionati. L’Autore – noto editore, dirigente di società e animatore di dibattiti e convegni – era ospite dello stesso hotel fiorentino sul Lungarno che ospitava diciotto alti papaveri. Trascorsa la notte insonne, il Nostro si avviò di buonora verso la hall ma prima attraversò il corridoio prospiciente l’Arno sul quale si affacciavano le camere dei potenti. Come usava a quei tempi, ognuno aveva lasciato davanti alla porta le scarpe da lucidare. Ce n’erano trentasei. Il Conte ne prese due paia alla volta, con calma, e le gettò nel fiume. Quando fu l’ora della riunione i delegati, travolti dall’insolito evento, prima furenti poi


Chiedersi quale sia l’oggetto del proprio

amore è come farsi un

coscienza. Lo consiglio a tutti, a scadenza decennale. Ci si accorge di come trascorra rapido il tempo e dell’altrettanto rapido mutare della personalità. esame di

il capanno sul porto La vita del Conte Rognoni 2014 minerva edizioni

www.minervaedizioni.com

stressati e arrendevoli, si presentarono in ciabatte e pedalini ad ascoltare quel che Barassi – leggendo le note di Rognoni – aveva da comunicare. Così rinacque il calcio. Così il Capanno sul porto di Cesenatico del potentissimo Conte Rognoni divenne la Mecca del Pallone...

l’intervista

Italo Cucci

Cucci è diventato ufficialmente giornalista nel dicembre del 1958. Intramontabile Italo, cominciamo dalla tua prima volta… «Era il 1956. Sulla ‘Provincia’ di Rimini dedicai a Maria Pia Gambineri, ‘Nuvola Bionda’, il primo di una serie di pezzi settimanali sulla neonata televisione. Sul Carlino il primo articolo lo scrissi il 4 febbraio 1960 sul mio amico Fred Buscaglione». C’è un articolo che avresti voluto scrivere? «In morte di mio padre, eroe sconosciuto». E quello che non avresti mai voluto scrivere? «29 maggio 1985: la cronaca – per il Carlino – della tragedia dell’Heysel, Juve-Liverpool di Coppa dei Campioni». Quanti articoli hai scritto nela tua vita? «Troppi. Per amore, dovere e necessità. Ma sempre divertendomi. E a volte il lavoro mi ha anche salvato quando la vita privata mi ha dato delle mazzate». Ti va di raccontare? «Nel 1979 ho perduta una bambina, mia figlia. Si chiamava Francesca Romana, aveva 12 anni ed era bellissima. In un anno la leucemia se l’è portata via. Sarei morto dalla disperazione per quanto la amavo. Essere giornalista ti permette di non somatizzare i tuoi guai»

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COSTANTINO

D’ORAZIO

Castello angioino-aragonese Di agroPoli interviene

antonella nIGro Critico d’arte

l’autore

DescriZione

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costantino d’orazio Costantino D’Orazio (Roma, 1974) è storico dell’arte. Da vent’anni racconta ed esplora Roma e i suoi artisti attraverso pubblicazioni, conferenze e mostre di arte antica e contemporanea in siti storici della Città Eterna. Collabora con vari quotidiani, Rai Radio 3 ed è stato ospite fisso di Geo & Geo su Rai 3. Ha già pubblicato Le chiavi per aprire 99 luoghi segreti di Roma, Le chiavi per aprire 99 luoghi segreti d’Italia, Ritratti Romani (Palombi Editori) e, per Sperling & Kupfer, Caravaggio segreto.

«Non basta essere competenti storici dell’arte per descrivere i luoghi in cui Paolo Sorrentino ha ambientato le splendide scene del suo film La Grande Bellezza. Bisogna conoscere la città in profondità e aver esplorato alcuni tra i suoi angoli più segreti e privati, che spesso non appaiono neanche sui libri.» Costantino D’Orazio ha investigato per anni la sua città, ne ha scandagliato i luoghi magici e sconosciuti, ne ha scrutato l’anima invisibile ai turisti. Con questo libro, l’autore ci conduce per mano alla scoperta dei luoghi del film, con passione e precisione documentaria. Ricco di curiosità, ricostruisce gli spazi «impossibili» ricreati nel film (come casa Gambardella, il cui giardino dista, nella realtà, centinaia di metri dal terrazzo…). Una lettura imprescindibile


scoperta che ho fatto, pochi giorni dopo aver compiuto sessantacinque anni, è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare... La più consistente

la roma segreta del film La Grande Bellezza 2014 sperling & kupfer

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per chi vuole vedere Roma con occhi diversi e per tutti coloro che hanno amato il film. Un invito ad assaporare fino in fondo la Grande Bellezza della città più bella del mondo.

la recensione

Jap Gambardella (Toni Servillo)

Cosa si nasconde dietro un film? Qual è il trucco dietro la magia del cinema? Leggere il libro dello storico dell’arte e scrittore Costantino D’Orazio (romano, classe 1974) La Roma segreta del film La grande bellezza, può aiutare a capire che a volte, il trucco, semplicemente non c’è. Paolo Sorrentino, infatti, il cui film (premio Oscar), La grande bellezza, D’Orazio ha scelto di omaggiare con la sua ultima fatica letteraria, ha scelto di non ricostruire nei teatri di posa le ambientazioni romane del suo film ma ha utilizzato esclusivamente location reali, tutt’al più sovvertendone completamente il senso (come il Colosseo e La Fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona che, da icone del turismo di massa, da luoghi da cartolina, diventano semplici elementi di sfondo) o il significato (come il Salone delle Fontane all’EUR che da biglietteria mancata della mai realizzata Esposizione Universale Romana diventa negozio d’abbigliamento di lusso, forse negozio di Armani).

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PATRIZIA

DEL VERME

Castello angioino-aragonese Di agroPoli intervengono

ProF. GIUSePPe d’aMICo

l’autore

Giornalista e scrittore dr. lUIGI PIZZa direttore del dipartimento di Salute Mentale area nord aSl Sa

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patrizia del verme Patrizia Del Verme nata nel ’62 a Torchiara (SA), laureata in Psicologia all’Università degli studi di Roma La Sapienza, è specializzata in psicologia clinica e psicoterapia ad orientamento psicoanalitico e in varie tecniche psico-corporee e di rilassamento. Svolge da circa trentanni attività clinica. Attualmente responsabile dell’U.O. di Psicologia dell’ASL SA Distretto Sanitario di Capaccio. Si occupa anche di corsi esperienziali per l’equilibrio corpo-mente-spirito. Autrice di varie pubblicazioni in campo psicologico e relatrice in corsi di formazione e convegni.

DescriZione In questa società si è travolti in una vita stressante, di rapporti umani competitivi, captati da quello che è stato definito Effetto Lucifero, l’imitazione sconsiderata di modelli deleteri, che genera mali per lo più di origine psichica che creano disturbi fisici. Quindi si entra in quel vortice troppo spesso malsano alimentando anche le industrie farmaceutiche, una pillola per ogni disturbo, finendo con squilibrare maggiormente il nostro organismo. Le prescrizioni sono spesso fatte con superficialità, senza nessuna conoscenza dell’individuo, completamente sottovalutando il groviglio interiore della persona, i suoi malesseri psichici, i suoi disagi, le sue emozioni, i suoi turbamenti interiori che si scaricano su alcuni organi. Considerando il corpo umano


Il training autogeno è un metodo di

psicoterapia che tende

equilibrio dell’organismo e della psiche con tecniche di autosuggestione e di yoga, utili anche come complemento ad altri interventi clinici. a migliorare l’

il training autogeno Come custodire e recuperare la Salute 2014 psiconline

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come un meccanismo da aggiustare chimicamente o infine con qualche cambio di pezzi, si è dimentichi dell’energia, di quell’insieme di motus interiori che ne determinano squilibri. Troppo facilmente quindi si entra in un giro vizioso da cui è difficile o impossibile uscire, perdendo sempre più fiducia in sé stessi. Patrizia del Verme con questo suo testo, riproponendo il Training Autogeno, è in armonia con la necessità essenziale ed urgente di cambiare stile di vita, riacquistare fiducia in sé, ritrovarsi con tale metodo di autodistensione da concentrazione psichica ideato dal Dott. Johannes Heinrich Schultz negli anni ‘30 a partire dallo studio sistematico delle applicazioni dell’ipnosi e dell’autoipnosi in ambito clinico.

il training autogeno

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Il Training autogeno viene semplicemente definito una tecnica di rilassamento ma è molto di più, è una tecnica di trattamento, di cura con mezzi psichici di disturbi più svariati e finalizzata in primis al mantenimento di uno stato di benessere, con lo scopo di prevenire (soprattutto in presenza di stress), di curare (ha indicazioni elettive per stati d’ansia, disturbi psicosomatici, insonnia, ecc.) e di rafforzare le cure mediche in altre patologie. Il T.A. può permettere anche una “diagnosi precoce” di malattia poiché durante l’esecuzione degli esercizi possono manifestarsi sintomi che sono l’espressione di manifestazioni patologiche non ancora percepite ed inoltre il T.A. aumenta, in generale, la percezione e la consapevolezza del proprio stato psico-corporeo. L’autrice rifacendosi ai grandi autori del Training Autogeno (Schultz, Luthe, Thomas, Hoffman, Giorda, Bazzi e alla revisione delle formule di quest’ultimo) riporta la sua esperienza quasi trentennale nell’utilizzo del T.A. (esercizi inferiori) avvenuta in ambito psicoterapeutico e in gruppi di formazione ed esperienziali.

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COME

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SETTEMBRE CULTURALE

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in aereo Scali disponibili: Aeroporto Napoli - Capodichino Aeroporto Salerno - Costa d’Amalfi in treno Sulla linea nazionale (FS) Roma - Reggio Calabria, scendere alla stazione di Agropoli-Castellabate. in auto Seguendo l’autostrada A3 Salerno - Reggio Calabria, uscire a Battipaglia o Eboli e seguire la SS18 in direzione Sapri fino all’uscita di Agropoli Nord. in autobus Salerno, piazza Matteo Luciani 33. Linea Napoli-Pompei-Salerno direzione Battipaglia, Capaccio Scalo, Paestum, Agropoli, Santa Maria di Castellabate, Acciaroli, Pollica, Vallo della Lucania.

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ASSESSORATO ALLE POLITICHE PER L’IDENTITÀ CULTURALE P.zza della Repubblica - 84043 Agropoli (SA) Tel. +39 0974 82 74 89 - 0974 82 74 11 www.comune.agropoli.sa.it istruzione@comune.agropoli.sa.it assessorecrispino@comune.agropoli.sa.it facebbok: settembre culturale ufficio stampa Dr. Giuseppe Feo Tel. +39 0974 82 74 14 - Fax +39 0974 82 77 04 staffsindaco@comune.agropoli.sa.it SEGRETERIA ORGANIZZATIVA GUNAIKES s.c.s. gunaikes4@gmail.com

l’ASSESSORATO ALLE POLITICHE PER L’IDENTITÀ CULTURALE si riserva la facoltà di apportare modifiche al programma dopo la stampa della presente pubblicazione. Eventuali mutamenti di sede e di orario o la cancellazione di eventi saranno tempestivamente comunicati dalla Segreteria. Gli eventi letterari durano mediamente h 1,30. Gli spettatori presenti agli eventi, in quanto facenti parte del pubblico, acconsentono e autorizzano qualsiasi uso presente e futuro delle eventuali riprese audio e video, nonché delle fotografie che potrebbero essere effettuate. 44



fonti dei testi http://aforismi.meglio.it http://biografieonline.it http://castelli.romatoday.it http://cerca.unita.it http://club.quotidiano.net http://cultura.panorama.it http://giornaledelladanza.com http://ilmiolibro.kataweb.it http://ilsole24ore.com http://informazionesport.blogspot.it http://inlibreria.inmondadori.it http://intervisteweb.blogspot.it http://it.wikipedia.org http://lalepremarzolina.altervista.org http://letteratitudinenews.wordpress.com http://lovemeinitaly.com http://medjugorje.altervista.org http://newsgo.it http://topbusinessmagazine.com http://tv.fanpage.it http://www.alternativasostenibile.it http://www.antoniobassolino.it http://www.blitzquotidiano.it http://www.cilentonotizie.it http://www.cittadellibro.net http://www.comune.agropoli.sa.it http://www.dancevillage.com http://www.edizioni-psiconline.it http://www.edizpiemme.it http://www.einaudi.it http://www.giunti.it http://www.ibs.it

http://www.ideelibri.it http://www.ilgazzettino.it http://www.ilmediano.it http://www.intocilento.it http://www.iodonna.it http://www.kiamarsi.it http://www.kimerik.it http://www.larena.it http://www.letteratura.rai.it http://www.libreriamo.it http://www.maidirecalcio.com http://www.marsilioeditori.it http://www.mentecorpomalattia.it http://www.minervaedizioni.com http://www.mondadori.it http://www.mondadori.it http://www.mymovies.it http://www.pensieriparole.it http://www.rizzoli.eu http://www.sconfinando.com/it http://www.siciliainrosa.it http://www.sperling.it http://www.stellanova.it http://www.stellanova.it http://www.tigulliovino.it http://www.treccani.it http://www.treccani.it http://www.trekkingdelcristopensante.it http://www.unilibro.it http://www.unioneculturale.org http://www.wuz.it http://www.zam.it


progetto grafico e impaginazione vani@rt design ottobre 2014




SETTEMBRE CULTURALE

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Carla FraCCi antonio Bassolino riCCarDo CuCCHi enriCo varriale Mogol liCia ColÒ Paolo CrePet Paolo Brosio FaBriZio nonis CloDoMiro tarsia Pina Parisi Catena Fiorello tessa gelisio Cristina Cassar sCalia italo CuCCi Costantino D’oraZio PatriZia Del verMe

CITTÀ

passo dopo passo le dolomiti di napoli clamoroso al cibali napoli 8 1/2 le ciliegie e le amarene per te, io vorrei impara ad essere felice raggi di luce bekèr il prigioniero del sole ossessioni pericolose un padre è un padre ecocentrica la seconda estate il capanno sul porto la roma segreta il training autogeno

DI

setteMBre culturale 2014

calenDario Degli appuntaMenti

2014 Settima Edizione

AGROPOLI

assessorato alle PolitiCHe Per l’iDentitÀ Culturale

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO

ASSESSORATO ALLE POLITICHE PER L’IDENTITÀ CULTURALE 84043 Agropoli (SA) • Tel. +39 0974 82 74 89 • Fax +39 0974 82 74 11 www.comune.agropoli.sa.it • istruzione@comune.agropoli.sa.it


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