Lino Di Vinci - Lifeforms

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Traversa dei Ceramisti, 8 17012 Albissola Marina (SV) Tel. + 39 019 4500659 Fax + 39 019 4500744 info@vanillaedizioni.com www.vanillaedizioni.com

ISBN 978-88-6057-163-2 Responsabile Diego Santamaria cell. 347 7782782 diego@villcom.net

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Progetto grafico

Antonio Rusca (Specchio Magico - Genova ) Fulvio Valgoglio (Fotografi Boccadasse -Genova) Andrea Demori

Elena Baldelli

Copyright

Lavorazioni in Plexiglass eseguite da Domenico Barillaro e Gianni Pintore DG Glass snc Genova

© Lino Di Vinci © vanillaedizioni © per i testi, gli autori

Assistenza Tecnica Luci

testi

a cura di Francesco D’Aleo, Gianpiero Belli, Stefano Marchioretto

Ferruccio Giromini

traduzioni Cristina Ivaldi

RINGRAZIAMENTI Arch.Bruna Solinas Mixura Target Genova

COURTESY OPERE Giorgio Allemanni Stefano Angelini Marco Bressani Daniele Brunialti Gianna Isu Guido Pedrini Bruna Solinas


di Bruna Solinas Vico De Garibaldi 43r, Genova Tel 010 2514448 - 010 2466025


All along the watchtower di Ferruccio Giromini “There must be some kind of way out of here”, said the joker to the thief. “There’s too much confusion, I can’t get no relief”. Bob Dylan, 1967

Ormai i presupposti del pensiero erano mutati profondamente. Le generazioni precedenti avevano ancora distinto tra scienza e fantascienza, come se questa non fosse che una devianza eccentrica e soggettiva di quella, invece oggettivamente granitica. All’uomo della strada, senza dubbio ancora meglio preparato sulla normale fisica meccanica, neppure però era ignota la meccanica quantistica. Anche la moderata neobabele linguistica rappresentava una novità epocale, a livello sociologico; infatti da sempre, per generazioni e generazioni indietro, gli individui poliglotti avevano rappresentato una percentuale assolutamente esigua della popolazione, mentre negli ultimi decenni fasce sempre più estese dei vari popoli terrestri crescevano imparando a esprimersi, sebbene non alla perfezione, in un numero sempre maggiore di linguaggi umani. La coscienza del diverso da sé, in modo inevitabile e irrefrenabile, per quanto in alcuni casi ancora lentamente, continuava a espandersi. Considerando l’aumento delle varianti che seguitavano a entrare in gioco, adesso l’enormità delle possibilità evolutive in agguato, in qualunque campo, sbigottiva. Solo l’economia globale, lo stanco e stizzito liberalcapitalismo che rifiutava di guardarsi allo specchio, fungeva da freno a un’evoluzione complessiva che pareva sempre sul punto di sbocciare – e non sbocciava. Superata la boa convenzionale del Terzo Millennio, sugli spalti dell’alta torre a osservare inquieto l’orizzonte dello Zeitgeist, accanto a ladri e buffoni e principi e servi, c’era anche LDV. Artista non di primo pelo, dalla carriera già largamente avviata, lì andava a mettersi in discussione; lungo pomeriggi che si arrossavano di sera, metteva a punto nuove domande e possibili risposte. Valutava la confusione circostante, cercava qualche sollievo, considerava l’ora tarda, prendeva decisioni che evitassero


falsità. Ragionava da artista, precisamente, ossia per elezione più libero di altri nei propri percorsi mentali, laddove danzano al contempo testa e mano. Figlio vigile del proprio tempo, LDV meglio di altri poteva utilizzare e intrecciare linguaggi di diverse provenienze, tirando da solo le fila del suo gioco. Percepiva i cambiamenti in atto là fuori, nelle lande affumicate dove gli infiniti confini, vicini e lontani, si confondevano; ma sapeva anche che gli essenziali non cambiano, mai. Guardare fuori è guardare dentro; nell’universo frattale ogni microcosmo contiene un macrocosmo; qualsiasi macrocosmo è a immagine e somiglianza di un microcosmo. In questa ruota giriamo per cicli, sapeva LDV, nei cicli di questa ruota mi piace girare consapevole. Perciò adottava volentieri una circolarità d’azione che rispettasse le sue aspirazioni di pienezza. Perciò amava frequentare la essenzialità duale del bianconero, dove yin e yang bastano per infinite trasformazioni, a generare innumerevoli universi tra i due estremi, ora netti e ora sfumati. Intravedere mondi, ovvero livelli di esistenza possibile: questo il programma. Ma al mistero si attinge anche, l’Oriente insegna, con la leggerezza. LDV maneggiava materiali e tecniche diversificate: metalli, carte, plexiglass, neon, led, video, oli, inchiostri, aerografo, matite. L’importante è l’armonia del risultato. Tuttavia al mistero ci si avvicina anche con predisposizione ad accoglierlo. L’artista LDV, soprattutto quando per dar vita alle sue forme stendeva linee chiare su superfici oscure, quali traiettorie luminose saettanti nel buio cosmico, diventava un tramite per qualche insondabile tipo di energia che, attraversandolo, originava quelle inattese proliferazioni cellulari. Lo stesso confine tra scienza e arte, sciogliendosi, permetteva scambi di curiose permeabilità espressive. Come in un laboratorio biologico, tra le mani intente del ricercatore LDV si sviluppavano esperimenti controllati, e a volte felicemente fuori controllo, che nel brodo di coltura di un sospeso acquario lisergico analizzavano DNA allogeni, studiavano inediti apparati riproduttori, ne valutavano le virtuali o reali potenze generatrici, osservavano l’affacciarsi di piccole vite vitalissime, dagli urli inaudibili

ma perentori. L’arte di LDV, mestiere librato tra scientismo e umanesimo, diventava pertanto un esercizio di integrazione linguistica con tanto altro: dalle matematiche, pitagoriche o meno, ai balletti infinitesimali e sublimi dei quark, a, perché no?, ambienti musicali multiscalari, dove far incontrare e dialogare successioni di suoni e intervalli diversamente strutturate. Comune denominatore, per il pubblico di LDV, restava la sensazione di trovarsi in presenza di un ordine governato dalla necessità, dietro l’apparente caso. Quelle luci vivaci, quelle sagome cangianti e sfuggenti, ipnoticamente accostate da LDV con cesello di bisturi non meno che con progettualità da designer, rimandavano così a frequenze che s’indovinavano correttamente strutturate, o a qualche eco inaudita, o all’eonico canto di balena delle galassie. L’attitudine dolce di LDV, capace di incurvare la propria arte adattandola a diverse esigenze di una committenza privata – nei settori dell’arredamento, dell’architettura, della decorazione di interni per grandi navi – non faceva che sottolineare la sua modernità di artista libero da preconcetti e preclusioni. In un settore quanto mai caotico e inclassificabile come ormai era diventato nel Terzo Millennio questo dell’arte contemporanea, agone in cui chiunque poteva gettarsi e bellamente proporsi al top senza provocare scandalo, anzi, la sua correttezza di visionario produttore di visioni per conto terzi (leggi: pubblico ora preciso e ora indefinito, ma non è detto che questo dia meno soddisfazione di quello) certamente ne ritagliava la figura in modo più nitido, davvero degna di essere storicizzata. Una figura sincera che, dotata di caratteristiche formali indubitabilmente originali, riusciva in maniere acrobatiche ad esemplificare con efficacia un’idea della cultura sincretista che ne aveva reso possibile la nascita e la crescita. In quel tempo, mentre LDV lavorava su di sé e per noi, fuori il vento – quello che il bardo cantava con voce sempre più rauca e secca – ricominciava ad ululare. In cima alla torre ora faceva freddo, molti si sentivano smarriti, e molte molte cose si sarebbero capite meglio solo in seguito.


All along the watchtower by Ferruccio Giromini “There must be some kind of way out of here”, said the joker to the thief. “There’s too much confusion, I can’t get no relief”. Bob Dylan, 1967

By then, the assumptions at the basis of thought had changed deeply. Previous generations still distinguished between science and science-fiction, as if the latter was nothing but an eccentric and subjective deviance of the objectively adamant former. The man in the street, though undoubtedly better prepared in ordinary mechanics, was certainly aware of the basics of quantum mechanics. Even the moderate linguistic new-Babel represented a new era, at sociological level. In fact, for generations back, multilingual individuals had always been a very small percentage of the population, while in recent decades increasingly large segments of the various peoples of the world had been growing up with a working knowledge of a growing number of human languages​​. Awareness of others was spreading inevitably and inexorably, though sometimes slowly. Considering the increase of the variants that kept coming into play, the amount of evolutionary possibilities lurking in any field was now bewildering. Only global economy and a weary cantankerous capitalism refusing to take a look in the mirror were still hindering a large-scale evolution which was always on the verge of blossoming. After the turn of the third millennium, all along the watchtower LDV kept the view over the troubled horizon of the Zeitgeist, alongside with thieves and jokers and princes and servants. Not a spring chicken, but an artist whose career was already well underway, LDV would challenge himself through long afternoons that reddened into evenings, raising questions and investigating answers. He would evaluate the confusion surrounding him, seek for relief, consider the late hour, made ​​decisions that would prevent falseness. He reasoned as an artist, in fact, namely more freely in his mental paths, where mind and hand dance to the same music. A watchful son of his times, LDV could use and weave


languages from different places, pulling the strings of his own game. He could perceive the changes taking place outside, in smoky lands when endless borders mingle nearby and faraway. But he knew that the essentials won’t change – they never do. Looking outside is like looking inside – in a fractal universe each microcosm holds a macrocosm and any macrocosm is in the image and likeness of a microcosm. We all spin our wheel – LDV was well aware of it – I like to knowingly spin my wheel. Therefore he adopted a circularity of action that fulfilled his aspirations towards fullness. Therefore he loved to frequent the dual essentiality of black and white, where yin and yang alone are enough to enable endless transformations, to generate innumerable universes between the two ends – sometimes sharp and sometimes blurred. Catching a glimpse of different worlds, or possible levels of existence – this was his plan. But mystery can also be tapped into, as goes the gentle lesson from the Orient. LDV handled diverse materials and techniques: metals, paper, plexiglass, neon lights, video, oils, inks, airbrush, pencils. What matters is the harmony of the result. However, a mystery should be approached with a disposition to accept it. As he drew bright lines onto dark surfaces to give life to his forms, artist LDV would become a channel for some unfathomable kind of energy which flowed through him, originating those unexpected cellular proliferations. The very boundary between science and art would dissolve, allowing the exchange of strange permeabilities of expression. Controlled experiments took place between the industrious hands of researcher LDV, as in a biological laboratory, sometimes happily out of control. Allogeneic DNAs were analysed in the culture broth of a lysergic aquarium, unfamiliar reproductive systems studied, their virtual or real generating power evaluated, the appearance of small extremely lively lives observed, their screams inaudible but peremptory. LDV’s art, a craft hovering between scientism and humanism, would therefore become an exercise of linguistic integration with much more – from Pythagorean and non-

Pythagorean maths, to the sublime infinitesimal dance of quarks, to multi-scale musical environments, where diversely structured sequences of sounds and intervals might meet and converse. LDV’s audience still had as a common denominator the feeling of being in the presence of an order governed by necessity, behind apparent arbitrariness. Those bright lights, elusive shifting shapes, hypnotically approached by LDV with chisel knife as well as through his designer’s project, recalled naturally ordered frequencies, or unheard echoes, or the aeonian whale song of the galaxies. LDV could bend his art to suit it to the different requirements of his private clients, in the fields of furnishing, architecture, interior design for great ships. His conciliatory attitude did emphasise his artist modernity, his freedom from preconceptions or preclusions. The field of contemporary art had grown chaotic and nondescript in the Third Millennium – a challenge anybody could take up and easily act as a top star without causing scandal. Here LDV stood out more neatly, as someone really worthy to be remembered, as an honest visionary producer of visions for third parties – i.e. for a sometimes defined and sometimes undefined audience, and the former is not necessary more satisfactory than the latter. A truthful figure, gifted with unquestionably original formal features, who acrobatically managed to effectively embody an idea of that syncretistic culture which enabled his own birth and growth. In those times, while LDV was working on himself and for us, the wind outside – the wind that the bard used to sing about with his hoarse husky voice – began to howl. It was cold, all along the watchtower, some felt lost, and so many things would only be understood later.


lino di vinci

lifeforms



Pi첫 lontano possibile 2008, Spazio della Volta, Genova



Pi첫 lontano possibile 2008, Spazio della Volta, Genova



Pi첫 lontano possibile 2008, Spazio della Volta, Genova Cattivi pensieri acrilico su tela, cm 70x100



Abissi acrilico su tela, cm 240x240




Chromophobia lightbox, cm 50x50x8


pensiero circolare acrilico su tela, cm 120x120



pensiero circolare acrilico su tela, cm 150x100



Invaders olio su tela, cm 50x70



Bianchi silenzi olio su tela, cm 60x50



Anywhere acrilico su tela, cm 50x150



Irrequieto con brio acrilico su tela, cm 50x50




Space Odissey olio su tela, cm 100x120


Anywhere acrilico su tela, cm 50x50




No gravity olio su tela, cm 120x120


cosmic spleen acrilico su tavola, cm 100x100




Cosmic pop acrilico su tela, cm 150x200



Panoramica Life forms Art Studio 2012, Genova


lifeforms

The invaders serie lightbox luminosi



Insomnia olio su tela, cm 100x120




LightBox serie The Invaders metallo, plexiglass, luce, cm 40x40x8



LightBox serie The Invaders metallo, plexiglass, luce, cm 40x40x8


LightBox serie The Invaders metallo, plexiglass, luce, cm 40x40x8




LightBox serie The Invaders metallo, plexiglass, luce, cm 40x40x8


LightBox serie The Invaders metallo, plexiglass, luce, cm 40x40x8



LightBox serie The Invaders plexiglass, luce, cm 40x40x8



LightBox serie The Invaders plexiglass, luce, cm 40x40x8



lifeforms

Underwater dreams dipinti


Synapsis acrilico su tavola, cm 70x70



sweet purple morning olio su tela, cm 140x130


bubble rain olio su tela, cm 50x50


insomnia olio su tela, cm 50x50


Un incontro ravvicinato olio su tavola, cm 70x70



lifeforms

Art&Design light art plexiglass - led - neon


Black Lights lightbox, plexiglass, luce, cm 40x40x8



Black Lights lightbox, plexiglass, luce, cm 40x40x8



red Lights lightbox, plexiglass, luce, cm 40x40x8



Black Lights lightbox, plexiglass, luce, cm 60x13x13



RED Lights lightbox, plexiglass, luce, cm 60x13x13



Nocturne lightbox, plexiglass, luce, cm 40x40x8

Nocturne acrilico ad aerografo su tavola, cm 30x30


Nightfly acrilico ad aerografo su tavola, cm 30x30



nightfly plexiglass, neon, cm 125x13x8



Cosmic spleen acrilico ad aerografo su tavola, cm 70x70


Black hole acrilico ad aerografo su tavola, cm 80x80


Black dream acrilico ad aerografo su tavola, cm 50x50


Astral acrilico ad aerografo su tavola, cm 100x100


lifeforms

Astral Totem lights plexiglass - led RGB



Totem Luminoso plexiglass, luci RGB, cm 175x35x35



Mostra ILLUMINISMO Panoramica Life forms Art Studio 2012, Genova



Biografia / biography lino di vinci

Diplomato presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova. Vive e lavora a Genova Mostre personali 1992 Lineart ’92, Gent, Belgio 1993 Galleria Le Pietre, Arenzano, Genova Artefiera Bologna ‘93 Galleria Spriano, Omegna, Novara Lineart ‘93, Gent, Belgio 1994 Galleria Orti Sauli Decouvertes ‘94, Parigi L’Art en Mouvement, Parigi 1995 Studio D’Ars, Banca Popolare di Milano Galleria Villa Gropallo, Nervi, Genova S.A.G.A. ‘95, Parigi 1996 Tracce - Centro Civico Buranello, Genova 1998 Centro Culturale Satura, Genova 1999 Night and Day, con Loredana Galante Centro Culturale Di Sarro, Roma Galleria Bersani, Finale Ligure, Savona 2000 Four, Chiostri di Santa Caterina, Finale Ligure, Savona Mixed Media, a cura del Museo Arte Contemporanea di Genova Plaza Gallery, Tokyo 2001 Galleria Artomat Pietrasanta, Lucca Cosmit nuove proposte, Salone del Mobile di Milano

Chika Gallery, Tokyo Cill Realaig Project, Ballins Kelly, Irlanda 2002 Tappeto Volante, Abitare il Tempo, Verona Night and Day… Fino a che morte non li separi con Loredana Galante, a cura di Viana Conti Spazio della Volta, Genova 2003 Inventario, Fortezza di Castelfranco, Finale Ligure, Savona Night and Day… Fino a che morte non li separi con Loredana Galante, a cura di Viana Conti Galleria la Sette, Nizza, Francia 2004 Riflessioni Siderali, Galleria Passo Blu, Genova 2005 Fundacion Valparaiso, Mojacar, Spagna 2006 Arte nell’età dei conflitti ininterrotti, Generazioni Rigenerazioni Premio del Golfo ‘06, Gamec, La Spezia 2007 Fiesta!, videoinstallazione nell’ambito dei Rolli Genovesi Patrimonio UNESCO, Palazzo Dinegro a cura di Galleria Artrè 2008 Più lontano possibile, Spazio Della Volta, Genova 2009 The Invaders, Takt Kunstprojektraum, Berlino, Germania 2010 Cosmopop, Galleria Civico 69, Firenze Lifeforms, Genova 2011 Illuminismo, Genova 2012 Artour-O Firenze, Villa la Vedetta, Galleria Ellequadro


Documenti Mostre collettive 1992 Libro e Segnalibro d’Artista, a cura di Caterina Gualco Galleria Unimedia, Genova Segmenti, Galleria Orti Sauli, Genova 1994 Mi Art ‘94, a cura di Studio D’Ars, Milano Tre Artisti per Villa Ghirlanda, Milano 1995 Artefiera Bologna, Galleria Orti Sauli Banca Popolare Milano, a cura di Studio D’Ars, Roma 1996 Dieci Artisti del Premio Duchessa di Galliera, a cura del Museo d’Arte Moderna Villa Croce, Genova 80 Artisti Transnazionali, Villa Sparina, Alessandria Galleria Rinaldo Rotta Arte Contemporanea, Genova 1997 Artefiera, Vicenza Artefiera, Pordenone 1998 11 Artisti per il museo d’Arte Moderna di Villa Croce, Genova 1999 Night and day, con Loredana Galante Spazio Contaminazioni, Genova Night and day, con Loredana Galante in L’arte contemporanea per nuovi approdi costruttivi, Foggia 2001 Galleria Artomat Pietrasanta, Lucca 2002 Quadra, a cura di Galleria Arte Bersani, Chiostri di Santa Caterina, Finalborgo, Savona

2003 Elvis - Elvis, a cura di Galleria Ellequadro, Genova 2004 Sald Art la mercificazione dell’arte, a cura di Galleria Passo Blu, Genova Riflessioni siderali, a cura di Galleria Artrè 2005 Artefiera Genova, Galleria Artrè 2006 Eccentriche Visioni, a cura di Bruna Solinas, Castello di Apricale, Imperia 2007 Out! Arte e sport, emozioni in movimento, a cura di Fuoriarte, Oratorio dei Disciplinanti Chiostri di Santa Caterina, Finalborgo, Savona 2008 Galleria Ristori, Albenga Eroticamente, Castello di Lerici, La Spezia Successi, Galleria Artre di Bruna Solinas, Genova I Biennale Artistica della Solidarietà, a cura di Roberto Guerrin, Istituto Chiossone, Genova 2009 Piccola Galleria, Savona Spazio Kryptos Materia Milano Arte e Design Galleria Immagine Colore, Genova 2012 Empatie, Galleria Artre, Genova Fuoricornice, Museo Diocesano, Genova LIGHTness, Collective Show 2012, Mya Lurgo Gallery, Lugano 1995-2007 Realizzazione opere pittoriche di grandi dimensioni inserite all’interno delle navi Splendid, Excelsior, Fantastic, Excellent, Superba, Suprema e Coraggio, eseguite su commissione per il Gruppo Armatoriale Grimaldi Grandi Navi Veloci


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