Rino Valido - La ricerca dell'equilibrio

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Rino Valido La ricerca dell’equilibrio


Foro Buonaparte 68 – 20121 Milano tel. 02/86997153 info@poleschiarte.com www.poleschiarte.com

Rino Valido

La ricerca dell’equilibrio 06 Dicembre 2012 - 01 Febbraio 2013

Testi di Luciano Caprile Si ringrazia la collaborazione di: Artelegno – Genova Catalogo a cura di Andrea Poleschi Fotografie Francesca Colombo Editore

Traversa dei Ceramisti, 8 17012 Albissola Marina (SV) Tel. + 39 019 4500659 Fax + 39 019 4500744 info@vanillaedizioni.com www.vanillaedizioni.com ISBN 978-88-6057-169-4 Impaginazione Elena Borneto In copertina La vela bleu, 2006, olio e terre su tela, cm 100x150

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore.


Rino Valido

La ricerca dell’equilibrio


Alla conquista di una identità di Luciano Caprile

La storia dell’arte ci ha insegnato che non esistono vie principali di accesso e che un tempo la specializzazione non era particolarmente richiesta dai committenti. Basterebbe citare come esempio Leonardo Da Vinci che passava, apparentemente senza alcuna difficoltà pratica o psicologica, dalle macchine da guerra ai sublimi dipinti. Nel Novecento un caso emblematico ci è stato fornito dai futuristi come Giacomo Balla e Fortunato Depero che interpretavano gli oggetti del quotidiano (dai mobili agli abiti) con l’approccio del capolavoro. Un discorso a parte meriterebbero inoltre quegli architetti o quei cultori del design che conducevano esperienze parallele con ineluttabili e felici invasioni di campo. Pensiamo a Le Corbusier e alle pitture scaturite dalle argomentazioni bidimensionali dei suoi progetti; pensiamo a Sonia Delaunay e agli studi per stoffe o per tappezzerie sfociati in illuminazioni orfiche; pensiamo a Bruno Munari e alle molteplici, ludiche invenzioni che hanno preannunciato o accompagnato le geometrie delle sue tele. E la lista ci porterebbe

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molto lontano. Non ci si deve pertanto meravigliare che Rino Valido abbia scelto un percorso variegato prima di approdare alle prove pittoriche che negli ultimi vent’anni hanno caratterizzato la sua peculiarità narrativa e il suo carattere. Questi risultati derivano da un lato da una ricerca avviatasi in gioventù attraverso una trafila figurativa che man mano si spogliava di certe connotazioni veristiche per ricercare i paesaggi acquisiti precipuamente dallo spirito; dall’altra la sua arte si alimentava contemporaneamente dei progetti che egli stava realizzando per importanti aziende di caratura nazionale. Pertanto, a partire dalla metà degli anni Settanta, si assiste nel suo caso a un travaso di idee, di gesti e di tonalità da questi due settori in apparenza lontani tra di loro ma che invece, come hanno dimostrato i personaggi citati in avvio di discorso, possiedono molti punti di convergenza non solo ideale. Prendiamo un anno, il 1978. In quel periodo Valido scopre la Camargue da cui viene folgorato


per l’intensa varietà e intensità dei toni che determinano e sottolineano il paesaggio sopprimendo ogni linea di contorno, ogni potere descrittivo, ogni intento calligrafico. L’occhio percepisce le varie scene per macchie, per contaminazioni timbriche, per emozioni estatiche. Di conseguenza cambia il consueto, formale approccio con la tela e con la carta. Sempre nel 1978 il nostro autore progetta lo stand per la Finanziaria Finsider da collocare alla Fiera del Levante di Bari. Nella circostanza egli non si specchia palesemente nella Camargue ma il rigore descrittivo dell’insieme trova indubbio alimento da quella straordinaria, sconvolgente esperienza. Sarà comunque il decennio successivo a evidenziare un più stretto rapporto tra le due aree di competenza grazie al colore che entra più decisamente in campo nelle ideazioni per l’industria e grazie al parallelo cammino verso un terreno informale ricco di sollecitazioni timbriche e di vitali percezioni da collegarsi al nuovo, insperato colloquio con la natura. Il bozzetto del manifesto per la sala del Consiglio

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Comunale di Genova, datato 1982, è strutturalmente e iconograficamente l’ideale sintesi del processo artistico di trasformazione in atto. E il tragitto parallelo continua con una sempre maggior convergenza di intenti e di immagini. Nel 1998 incontriamo un olio su tela, Camargue. Campo giallo che riflette quel personale concetto compositivo e tonale nei coevi studi per la copertina della rivista “Ansaldo Informazioni” e per altre prove grafiche destinate al medesimo scopo. La Camargue si è dunque espansa nell’universo di Rino apportandovi un continuo nutrimento di sollecitazioni creative. Nell’ultimo decennio la comunione di intenti si è ancora accentuata nei due rami di competenza e di frequentazione attiva tanto che ormai le intuizioni dell’artista riescono a soddisfare senza particolari mutamenti di forma e di contenuto entrambe le esigenze. Così il calendario concepito nel 2003 per l’Oto Melara o il cartone che raffigura nel 2005 il totem per i cento anni di Elsag si trovano in perfetta sintonia con i dipinti e con i “legni” eseguiti nel frattempo. Ultimamente sono proprio i tagli e gli impulsi dei quadri a ottenere sempre un maggior spazio nelle 6

elaborazioni concepite per Elsag Datamat o per il Comune di Genova: ci riferiamo nella circostanza allo studio dell’ingresso del palazzo dell’azienda e al progetto di rivestimento delle strutture di sostegno della strada sopraelevata del capoluogo ligure. Si tratta in effetti di interventi che determinano pittoricamente un importante spazio urbano. Ovvero le opere sembrano essere state staccate dalle pareti di casa per misurarsi in imponenza e in impatto visivo con la città. Non si propongono di fronte al nostro sguardo con la potenza, talora invasiva, del monumento ma si inseriscono nel nuovo tessuto con gioiosa seduzione contemplativa. In un simile contesto essere e apparire sono due verbi che non si elidono a vicenda. Semplicemente convivono come la forma e il suo pensiero. Dunque Rino Valido sembra aver raggiunto il suo scopo che non equivale al compromesso tra due atteggiamenti comportamentali ma alla felice confluenza di due esigenze che si incontrano nel magico punto della comune esaltazione. E ora? Ora che il dado è tratto e ha fornito la faccia ottimale del numero atteso occorre proseguire sulla strada delle molteplici applicazioni delle idee: la vita è piena di occasioni da interrogare,


a. Senza titolo, cassetto, cm 36x35x9 b. Cassetto, 2007, cassetto, cm 23x17x6 c. Cassetti, 2007, cassetto, cm 31x26x8,5 d. Cassetti, 2007, cassetto, cm 39x14x9,5

da contaminare, da rivolgere al gusto del sogno vestito coi panni della realtà. Sotto tale aspetto Valido ha sciolto ogni indugio a tutto vantaggio della libertà creativa sempre guidata dalla scelta oculata e nel contempo istintiva del colore/materia da abbinare alla forma. A tale proposito in tempi più recenti i tessuti delle più disparate fogge, le carte di ogni tonalità ed estrazione, gli oggetti di varia provenienza e uso hanno invaso i duplici campi di impegno uniformando e convogliando pensieri e gesti. L’adesione ai messaggi promozionali della fabbrica ora ha lo stesso peso interpretativo demandato ai colpi di pennello che aggrediscono la tela collocata sul cavalletto e viceversa. Così il mondo dei progetti si muove in modo più immediato, più semplice e i comportamenti trovano più facilmente l’aggancio dell’intuizione. Pertanto il travaso si traduce ogni volta anche in una scommessa da vincere innanzitutto con sé e poi con la committenza. Ovvero i conti devono sempre tornare in termini di coerenza e di adesione al tema trattato. E i conti tornano per la soddisfazione di Rino Valido e per la qualità intrinseca della sua arte.

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L’equilibrio, 2012, legni assemblati decorati, cm 246x258


A proposito di design di Luciano Caprile Il rapporto di Rino Valido con le aziende è avvenuto in maniera variegata nel senso che i committenti trovavano in lui una persona che riusciva a tradurre certe esigenze commerciali e di comunicazione in modo diretto e sintetico dove l’immaginazione e la creatività si sposavano efficacemente alla concretezza. In questo caso l’artista riusciva a entrare felicemente nel mondo imprenditoriale con le proprie potenzialità e con le proprie evoluzioni pittoriche senza mortificarle, anzi offrendole come chiave di lettura delle soluzioni. Questo è accaduto da subito e la stessa cosa succede ancora oggi. Duttilità e coerenza sembrerebbero due termini di difficile convivenza: invece nel suo caso sono la testimonianza di come lo stesso gesto o lo stesso pensiero possano modularsi secondo le varie circostanze. Lo scopriamo sia nella struttura concepita nel 1978 per la Finanziaria Finsider alla Fiera del Levante di Bari, sia nei manifesti realizzati

nel 1981 per il premio letterario Bancarella. Nella prima circostanza prevale il rigore della composizione, nella seconda il piacere descrittivo alimentato dalla personale ricerca figurale ancora in atto. La sua azione non esclude alcun materiale e si proietta felicemente anche in un deciso ambito tridimensionale, come vedremo più avanti e come possiamo già percepire nella sognante terracotta pensata, sempre nel 1981, per la Stet o nel bozzetto per la formella a ventaglio (ovvero a ingranaggio rotante) eseguita per Ansaldo Holding nel 1987. Sarà comunque l’ultimo decennio a offrire un più stretto legame tra le due anime di Rino Valido come si può già evincere dal progetto dello stand di Bologna per Ansaldo Trasporti del 1998, ribadito dalle copertine per la rivista “Ansaldo informazioni” e dalla campagna pubblicitaria del medesimo anno promossa dalla Carige dove compare la piramide, una struttura ampiamente 9


impiegata in seguito, a partire dallo stand per Ansaldo Holding del 1999. Talora la piramide può dividersi in tanti moduli a sezione triangolare per cadenzare funzionalmente uno spazio che accoglie interventi pittorici opportunamente espressi per l’occasione (si vedano lo stand per Ansaldo Energia del 2002 e, per la stessa azienda e con alcune modifiche, lo stand madrileno del 2004). Le piramidi variamente colorate tornano alla ribalta per il totem che nel 2005 sintetizza i cento anni di Elsag, ribadito e trasformato nel 2006 per Elsag Datamat. In queste ultime prove il flusso gestuale e timbrico tra il Valido pittore e il Valido designer appare evidente. In alcune circostanze i due mondi si sovrappongono. Ciò avviene per esempio nel 2008 allorché il nostro artista concepisce nel 2005 l’ingresso per il palazzo dell’Elsag Datamat, che in effetti rappresenta lo spaccato, espanso a dismisura, di un suo lavoro pittorico oppure quando confeziona, ancora per tale impresa, un cofanetto contenente una sua opera grafica a tiratura limitata. Il culmine del suo slancio inventivo viene raggiunto proprio nel 2009 dal progetto “Arte in strada” che riguarda il rivestimento delle strutture che sostengono l’arteria sopraelevata di Genova. L’idea di tradurre in ammirabile opera metropolitana il grigio snodo che, soprattutto visto dal basso, mortifica via Gramsci e via Milano, i palazzi dell’angiporto e il porto stesso, profuma di utopia per la sua realizzazione e per i relativi costi. Eppure è stato accolto favorevolmente dal sindaco della città e attende ulteriori sviluppi. L’arte del nostro tempo, capace di alimentare il tessuto urbano di segni, di timbri e di sogni, costituirebbe un importante messaggio di speranza.

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b. a. L’equilibrio, 2012, legni assemblati decorati, cm 246x258 b. Titolo di coda a lieto fine di una giornata - il letto, 2012, legni policromi, cm 200x200x150


Le opere


Camargue, 1978, olio su tela, cm 40x50

Sardegna, 1981, olio su tela, cm 80x100

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Il bimbo con carretto, 1982, olio su tela, cm 101x80

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Il bimbo, 1982, olio su tela, cm 60x50

Sterpi, 1983, olio su tela, cm 30x40

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Il prato, 1982, olio su tela, cm 70x70

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La palude, 1982, olio su tela, cm 70x70

Bimbo con pallone, 1983, olio su tela, cm 40x40

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Sardegna, 1982, olio su tela, cm 80x80

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Una figura, 1983, olio su tela, cm 60x50

L’abito a pieghe, 1983, olio su tela, cm 60x50

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MaternitĂ , 1983, olio su tela, cm 100x80

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Sardegna - Bosa, 1983, olio su carta applicata su tela, cm 60x60

Sardegna. Distesa a Bosa, 1984, olio su tela, cm 100x120

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Camargue, 1986, olio su tela, cm 60x60

Camargue, 1989, olio su tela, cm 40x50

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Camargue, 1993, olio su tela, cm 50x50

Camargue, 1993, olio su tela, cm 50x50

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Camargue, 1994, olio su tela, cm 50x50

Camargue, 1998, olio su tela, cm 60x60

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Bozzetto - Camargue, 2001, olio su tela, cm 30x30

Bozzetto - Camargue, 2001, olio su tela, cm 30x30

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La tovaglia di pizzo, 2003, tessuti, terre e olio su tela, cm 80x120

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Alla finestra, 2004, tessuti, terre e olio su tela, cm 50x50

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Viaggio a Bangkok oriente, 2004, tessuti, terre e olio su tela, cm 100x80

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N.S. Signore, 2004, tessuti e olio su tela, cm 100x100

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Nero e rosso con carta da parati - forma e colore, 2005, tessuti, terre e olio su tela, cm 100x80

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La camicia a righe, 2005, tessuti, cartone e olio su tela, cm 80x80

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La scalinata, 2005, tessuti, terre e cartone su tela, cm 80x80

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Il modernismo. La televisione, 2006, tessuti, oro in foglia e olio su tavola, cm 51x43

La notte del Titanic, 2006, tessuti e olio su tela, cm 51x43

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La collana della maestra, 2005, tessuti, bottoni e olio su tela, cm 50x81

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La vela bleu, 2006, tessuti e olio su tela, cm 100x150

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Matite colorate, 2006, collage, tessuti e olio su tela, cm 80x80

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L’abito indossato dopo una giornata di lavoro, 2006, tessuti, terre, oro in foglia e olio su tela, cm 100x100

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Con le carte da parati, 2006, tessuti, collage, terre, e olio su tela, cm 120x160

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La corsa, 2007, collage, tessuti e olio su tela, cm 60x60

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Bozzetto, 2008, tessuti, terre e olio su tela, cm 100x150

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L’orizzonte blu, 2008, terre e olio su tela, cm 200x150

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La chiatta... d’oro, 2008, tessuti, terre e foglia d’oro su tela, cm 80x80

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Dubai, 2008, tessuti e olio su tela, cm 100x80

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La piscina, 2008, tessuti, carta, terre e olio su tela, cm 150x200

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La camera sul mare, 2009, tessuti e olio su tela, cm 100x80

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Piazze e palazzine, 2009, terre e olio su tela, cm 100x100

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La piscina, 2009, tessuti e olio su tela, cm 60x60

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Due campi verdi vicino alla salina, 2010, tecnica mista e olio su tessuti, cm 100x100

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Il quartiere, 2009, tessuti, terre e olio su tela, cm 145x200

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Virgola, 2010, pastelli e olio su tela, cm 60x60

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Kuala Lumpur, 2010, tessuti, terre e olio su tela, cm 90x90

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Corpo sdraiato 3, 2010, olio su tela, cm 100x100

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Nella stanza, 2010, tessuti, terre e olio su tela, cm 100x100

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Laguna, 2011, olio su tela, cm 66x76

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Davanti al gozzo, 2010, terre e olio su tela, cm 120x100

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Laguna 2, 2011, olio su tela, cm 66x76

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Prati, 2010, terre e olio su tela, cm 80x100

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Rossi, 2010, tessuti, collage e olio su tela, cm 100x80

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La palma negli orti, 2010, terre e olio su tela, cm 100x100

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Ombra sulla collina, 2011, terre e olio su tela, cm 80x80

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Trasparenze di vetro, pastelli e olio su tela, cm 60x60

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La costa rosa, 2011, terre e olio su tela, cm 120x100

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Tre lati al rosso, 2011, terre e olio su tela, cm 120x100

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La lama gialla, 2011, tessuti, terre e olio su tela, cm 80x80

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Rosso, 2011, tessuti e olio su tela, cm 120x100

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L’albero sotto le colline, 2012, terre e olio su tela, cm 100x100

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Giochi non terminati, 2012, terre e olio su tela, cm 100x100

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La staffa gialla, 2011, terre e olio su tela, cm 100x100

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Colline di notte, 2012, terre e olio su tela, cm 60x60

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La via del mare, 2012, terre e olio su tela, cm 60x60

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In fondo la lavanda, 2012, terre e olio su tela, cm 60x60

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Biografia di Francesca Bruno Questa relazione è il frutto di una conversazione avvenuta con Rino Valido il 17 giugno 2009.

Rino Valido nasce a Varazze il 1° maggio 1947 in un ambiente familiare modesto ma laborioso: la madre casalinga, il padre piccolo impresario edile. Di quel periodo ricorda una precoce inclinazione per tutte le attività manuali. Alle scorribande nell’oratorio dei Salesiani, di cui è allievo, preferisce di gran lunga l’officina dello zio fabbro ferraio dove impara a dare forma a piccoli oggetti di ferro. Nel 1963 la madre muore, il padre è costretto a trasferirsi a Milano per lavoro. A sedici anni compiuti, ormai proiettato bruscamente nel mondo degli adulti, decide di non seguire il padre e di rimanere a Varazze nell’affezionata casa di famiglia vicino alla stazione, da cui ogni mattina presto si lancia alla rincorsa del treno per Genova. Qui frequenta la scuola grafica professionale istituita dalle stamperie litografiche dell’epoca e seppure senza cadenza regolare segue i corsi serali all’Accademia Ligustica di Belle Arti. Lavora per diversi laboratori fotolitografici genovesi: la Litolatta, la Litografia Martelli, la Fotolito Genovese. Impara sul campo i procedimenti tecnici della cromolitografia e della stampa offset. Si tratta di realizzare bozzetti su carta con disegno ben marcato a pennino, scrivere e disegnare al contrario su lastra e pellicola, dosare con perizia il rapporto tra acqua e inchiostro. Acquisisce l’abitudine di disegnare comunque ogni giorno, esercizio questo che porterà avanti sempre. Il ruolo di grafico cromista è quello che sente più congeniale. Attraverso la scomposizione della densità del grigio per la successiva stampa off-set impara a calibrare il colore, oltre a sviluppare una grande sensibilità nella percezione delle forme e una particolare concentrazione nella definizione cromatica delle immagini. Esegue bozzetti per manifesti, copertine e illustrazioni per libri di vario genere, si dedica alla cartellonistica pubblicitaria. Nel 1966 incontra Carla sua coetanea, da subito imprescindibile punto di riferimento. L’anno successivo la sposa e si trasferisce stabilmente nel 76

capoluogo ligure. Difficile, ma non impossibile, è conciliare in questo periodo l’attività lavorativa con quella di pittore, fino a quel momento relegata ai momenti liberi. Sperimenta l’arte in modo autonomo visitando musei, mostre, leggendo le poche riviste specializzate. L’urgenza di dedicare alla dimensione artistica un impegno metodico, si concretizza nel 1974 quando prende in affitto uno studio di due stanze nella centralissima Via XX Settembre, al civico 40, tuttora la sede privilegiata delle sue composizioni. Al mattino continua l’attività di cromista grafico, al pomeriggio dipinge tele in cui conferma inizialmente la scelta per un tipo di pittura accademica intrisa di suggestioni post-impressioniste. L’anno seguente inizia a misurarsi con le prime mostre personali e collettive: Galleria Il Crocicchio (Genova,1975), Galleria Leonardi (Genova, 1976), Galleria Mazzini (Genova, 1978), Galleria Guidi (Genova, 1979). A partire dal 1980, in seguito all’incontro con Renzo Tolozzi, segretario del comitato organizzativo del Premio Bancarella, viene incaricato di curare l’aspetto grafico di questa manifestazione letteraria che si tiene ogni estate a Pontremoli, ruolo che porta avanti fino al 1989. Realizza bozzetti per i manifesti promozionali, cura l’allestimento scenografico del palco e partecipa agli incontri preparatori che si tengono nelle varie città italiane, in cui si effettuano le selezioni dei libri finalisti, eventi che si rivelano occasioni di incontro con importanti personaggi del mondo editoriale e artistico. Nell’ambito della kermesse pontremolese, consolida la già esistente amicizia con lo scultore genovese Umberto Piombino, al quale era stato chiesto di realizzare il premio statuetta della manifestazione. Piombino lo spinge a misurarsi


con la ceramica e le fornaci di Albisola: sculture e bassorilievi in terracotta, le cui superfici vengono trattate con cera e polveri colorate, costituiscono una porzione consistente del suo lavoro. Intanto, prosegue l’attività pittorica attraverso altre mostre: Palazzo delle Terme (Chianciano, 1980), Galleria San Michele (Lucca, 1981), Galleria Navicello (Pisa, 1981). In ambito toscano, viene contattato dai fratelli Vittorio e Claudio Poleschi galleristi di Lucca che gli propongono una vera e propria collaborazione. Decide di abbandonare l’attività ormai affermata di cromista per una carriera artistica ancora tutta da costruire. I fratelli Poleschi gli lasciano ampia libertà di espressione. Risale a questa fase una breve stagione pittorica che consiste nella realizzazione di quadri in cui accanto ai paesaggi fanno la loro comparsa le figure umane, per lo più donne e bambini dipinti secondo uno spirito novecentista. La scelta di una dimensione temporale così remota si accompagna all’interesse per i dagherrotìpi, le foto antiche colore seppia che sollecitano la messa a punto di una tecnica particolare che consiste nel preparare la superficie pittorica con carta macerata, stesa su tela ed essiccata al sole. È il periodo dei “bambini tristi”, come lui stesso li definisce, nei quali proietta un velato riferimento ad una propria fanciullezza vissuta forse non proprio con spensieratezza. È importante ricordare, a questo punto, il primo di una serie di viaggi che lo portano a conoscere e a innamorarsi del Sud della Francia. Nel 1978, insieme ai due artisti lombardi Luigi Arzuffi e Arnoldo Sidoli, percorre in camper le provinciali francesi tra la terra e il mare. Un paesaggio, in particolare, sollecita la sua sensibilità immaginativa: Les Camargues. Questa vasta area pianeggiante attraversata dal delta del Rodano, con le sue lagune d’acqua salata, i banchi di sabbia, i canneti, le saline e le terre riarse popolate da animali selvatici, innesca un lento ma graduale processo che lo porta negli anni successivi ad abbandonare ogni scoria illustrativa, a favore di una sintesi estrema del paesaggio reale sotto forma di macchie di colore che si fanno struttura. L’esito definitivo di questa trasformazione è documentato nel catalogo “Le opere e le loro strutture interne” curato da Dino Carlesi (2000). Ma torniamo

ai primi anni Ottanta, segnati dalla collaborazione con la Galleria Poleschi Arte di Lucca e da mostre personali tenutesi in altre regioni italiane: Galleria Cancelliere (Messina, 1982), Galleria Il Guercino (Ferrara, 1984), Galleria Farini (Modena, 1985). La frequentazione della Galleria Poleschi offre a Valido l’opportunità di un colloquio diretto con importanti nomi della pittura italiana del Novecento: Ennio Morlotti, Renato Guttuso, Gianni Dova e altri. La sua formazione culturale si svolge, come si è già detto, in modo autonomo attraverso lo scambio di pareri con i grandi pittori già affermati, attraverso la lettura assidua di riviste specializzate, di monografie e di cataloghi di esposizioni. In quegli anni, in Italia, si stanno delineando dei movimenti artistici, le cui origini sono ovviamente da ricercare nei decenni precedenti e che non sono certo esplosi da un giorno all’altro. Essi sono debitori dell’affermazione della Pop Art e dell’Arte Povera che, in modi diversi, introducono l’oggetto di uso comune e il materiale di rifiuto nel contesto artistico. A ciò si aggiungano anche le suggestioni di mezzi espressivi non più ascrivibili alle forme e ai colori tradizionali. Occorre infine tener conto dell’importanza della Transavanguardia, con il ritorno alla tela dipinta e a una figurazione neoespressionista, in netta contrapposizione con le varie manifestazioni dell’Arte Concettuale. Certamente la scoperta che l’oggetto e il materiale extrapittorico possano assumere un ruolo preminente rispetto alla tela e al pennello, così come la riflessione sulle esperienze fino a quel momento apprese, sia come pittore emergente, sia come operatore grafico consolidato, portano Valido a porsi una domanda: è possibile fondere armoniosamente le competenze acquisite come pittore, insieme a quelle assorbite come cromista, manipolatore di tecniche riproduttive, inventore di allestimenti scenici, illustratore grafico? La risposta si declina gradualmente, attraverso occasioni che sembrano stimolare l’innato bisogno di sperimentare modalità nuove per esprimere la propria creatività. Il connubio tra arte e industria sembra esercitare in quegli anni un forte richiamo. Il mondo industriale, caratterizzato dalla realizzazione di manufatti meccanici uguali a se stessi e funzionali alle attività umane in campi vasti come l’energia, le telecomunicazioni, i trasporti ecc., sembra 77


davvero offrire una sponda singolare allo sguardo dell’artista. Nel contesto industriale, apparentemente seriale e uniforme, la creatività riesce a innestare inaspettati momenti di meraviglia e inedite soluzioni espositive. Emblematica è in tal senso la prima esperienza di collaborazione con la Finsider, società del gruppo IRI operante nel settore siderurgico: Rino Valido riceve l’incarico di coordinare l’immagine dell’azienda nelle relazioni esterne. Il primo allestimento che gli viene commissionato consiste nei mille metri quadrati di area espositiva presso la Fiera del Levante di Bari (1978), che vengono organizzati secondo lo slogan “l’acciaio per un mondo che cambia”. Realizza delle vere e proprie istallazioni: un enorme cubo scatolato di legno contenente i minerali grezzi da cui si estrae l’acciaio; una serie di basamenti di legno di ulivo sormontati da lastre di ardesia ligure, su cui vengono appoggiati i singoli manufatti meccanici rappresentativi di ogni ramo settoriale della società; a questo si aggiunge il gioco di luci studiato per mettere in risalto i singoli oggetti industriali e la realizzazione di grandi “murales” su tela che illustrano le fasi salienti della produzione dell’acciaio e dei suoi derivati. Nel corso degli anni Ottanta instaura un’intensa collaborazione con importanti aziende italiane e istituti di credito: Elsag, Carige, Stet, Italimpianti, Fincantieri, Otomelara, Mandelli. Risale a quel periodo l’incontro decisivo con un importante personaggio, che chiameremo “Luis”, il quale gli propone di curare l’immagine aziendale dell’Ansaldo sia in Italia che all’estero. Dal 1987 al 1996 si susseguono impegni che lo portano a viaggiare per ragioni di lavoro in numerosi paesi come la Russia, la Cina, l’India, l’Indonesia, l’Argentina, il Brasile, gli Stati Uniti…. I viaggi e gli impegni con le aziende comportano una deliberata e consapevole scelta di sospendere le mostre personali per dedicarsi, pur sempre, ad una continua e autonoma analisi della propria ricerca artistica. A partire dal 1997, anche a seguito della tragica perdita di sua moglie Carla, Valido ridimensiona gli impegni lavorativi assunti con le aziende e riprende l’attività artistica a tempo pieno ripresentandosi con mostre personali in Italia e all’estero: Galleria Arti Figurative (Empoli, 1999), Galleria Le Due Spine (Trento, 2000), Galleria Poleschi Arte (Forte dei Marmi, 2001), Galleria Bersani Arte (Finale Ligure, 2003), Salon D’Automne 78

(Parigi, 2004), Galleria Proposte Arte (Pietrasanta, 2004), Galleria Poleschi Arte (Pietrasanta, 2005), Galleria Movimento Arte (Milano, 2006), Galleria MD Arte (Dubai, 2007), Galleria La Stella (Albisola, 2007), Galleria Canci (Lerici, 2007), Chiostro di Santa Caterina (Finale Ligure, 2007), Galleria Cerruti Arte (Genova, 2008), Galleria Goinard (Parigi, 2008), Chiesa S. Agostino (Cortona, 2008). La più recente linea espressiva lo porta a inserire sulla superficie del quadro elementi extrapittorici, nella fattispecie i tessuti, che vengono amalgamati al materiale pittorico tradizionale, stesi su tela o su legno. Si tratta di un procedimento che lui stesso definisce di “sovrapposizione”, una sorta di collage che agglomera e compone insieme le forme-colore dei tessuti dotati di una loro singolare pigmentazione cromatica e le forme-colore dei normali pigmenti usati per dipingere, talvolta mescolati a sabbie quarzifere, con inserimenti di reti metalliche, liste di compensato e altri materiali. Con ciò non intende conferire al suo lavoro un messaggio morale o sociologico: più semplicemente tutto sembra essere funzionale alla volontà di costruire sulla superficie stimoli concreti e tangibili, in grado di innescare in chi guarda pure emozioni estetiche. Le tappe di questa strada imboccata da Rino Valido si possono seguire nei seguenti cataloghi: “Essenze naturali” a cura di Luciano Caramel (2005), “La seduzione è il colore” a cura di Luciano Caprile (2007), “L’architecte de la couleur” a cura di Gérard Xuriguera (2009). Nell’anno in corso sono state allestite mostre alla Galleria Cristine Colas di Parigi, alla Galleria MD Arte e Galleria Vindemia Arte di Dubai. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.

Mostre personali 1974 1976 1978 1979 1980 1981

Galleria Il Crocicchio, Genova Galleria Leonardi, Genova Galleria Mazzini , Genova Galleria Guidi, Genova Comune di Genova, Villa Gropallo, Genova Palazzo delle Terme, Chianciano Galleria S.Michele, Lucca


Galleria Navicello, Pisa Premio Bancarella, Pontremoli 1982 Galleria Cancelliere, Messina Premio Bancarella, Pontremoli 1984 Galleria il Guercino, Ferrara 1985 Galleria Farini, Modena Premio Bancarella, Pontremoli 1995 Golf de Vallescure, St.Raphael - Francia 1999 Galleria Arti Figurative, Empoli 2000 Galleria Le Due Spine, Trento 2001 Comune di Conzano Villa Vidua, Conzano (AL) Galleria Poleschi Arte, Forte dei Marmi (LU) 2002 Comune di Pietrasanta Il Chiostro, Pietrasanta (LU) 2003 Comune di Bagnol en Fôret Bagnol - Francia Galleria Bersani Arte, Finale Ligure (SV) 2004 Salon d’Automne, Parigi - Francia Galleria Bersani Arte, Finale Ligure (SV) Galleria Proposte d’Arte, Pietrasanta (LU) 2005 Galleria Poleschi Arte, Pietrasanta (LU) Galleria ­Arte Tv, Venezia 2006 Galleria Movimento Arte, Milano Galleria Canci, Lerici (SP) Galleria ­Arte Tv, Venezia 2007 Galleria MD Arte, Dubai - Emirati Arabi Uniti Galleria La Stella, Albisola (SV) Galleria Canci, Lerici (SP) 2008 Galleria Cerruti Arte, Genova Galleria Goinard, Parigi - Francia 2009 Galleria MD Arte, Dubai - Emirati Arabi Uniti Galerie Cristine Colas, Parigi - Francia Galleria Vindemia Arte, Dubai - Emirati Arabi Uniti 2010 Galleria Aurora, Parigi - Francia Galerie Besseiche, Saint Tropez - Francia Galleria Lomellino Ermione, Genova 2011 Galerie Besseiche, Courchevel - Francia Val d’Isère - Francia Dinard - Francia Parigi - Francia 2012 Galleria Poleschi Arte, Milano

Mostre museali 2007 Complesso Monumentale di S. Caterina,

2008 2010 2011

Finale Ligure (SV) Comune di Cortona Chiesa S. Agostino, Cortona (Arezzo) Palazzo Lomellino Sale Bernardo Strozzi, Genova Castell’Arquato Palazzo del Podestà, Piacenza

Mostre collettive 1979 Galleria Mazzini, Genova 1980 Galleria Il Crocicchio, Genova 1981 Galleria Poleschi Arte, Lucca 1982 Maison de la Culture, Bruxelles 1984 Centre Culturelle de St. Raphael, St.Raphael - Francia 1985 Esposizioni e studi di lavoro, Atene - Grecia Mosca - Russia 1986 Esposizioni e studi di lavoro, Istanbul - Turchia Madrid - Spagna Tunisi - Tunisia Galleria Farini, Modena 2000 Salon d’Automne, Parigi - Francia Galleria Vaticano, Pietrasanta (LU) 2001 Esposition Le Mure, St. Raphael - Francia 2002 Galleria Poleschi Arte, Forte dei Marmi (LU) 2003 Galleria Poleschi Arte, Forte dei Marmi (LU) 2004 Galleria Poleschi Arte, Forte dei Marmi (LU) 2005 Galleria Poleschi Arte, Forte dei Marmi (LU) Centre Culturelle de St. Raphael, St. Raphael - Francia 2006 Galleria Bersani, Finale Ligure (SV) Galleria Canci, Lerici (SP) Galleria Goin Art, Parigi - Francia Galleria Cerruti Arte, Genova 2007 Galleria Cerruti Arte, Genova Galleria Il Sagittario, Messina 2008 Premio Segantini, Nova Milanese (MI) Galleria Trifè, Cortona (Arezzo) Galleria Poleschi Arte, Milano Galleria Vindemia Arte, Dubai - Emirati Arabi Uniti Galleria La Stella, Albisola (SV) 2010 II Biennale di Sabbioneta, Palazzo Ducale Sabbioneta (MN) 2012 Galleria Besseche, Parigi - Ginevra - Pechino 79



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