[ VARIO COLLEZIONE ]
THOMAS ASHBY Fotografo
Testo di Valerie Scott
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THOMAS ASHBY E L’ABRUZZO Incantato dal patrimonio culturale e paesaggistico dell’Abruzzo l’archeologo inglese, dall’indole curiosa e appassionato di fotografia, ci ha lasciato in eredità una preziosa collezione di immagini che documentano monumenti, siti archeologici, centri abitati, paesaggi, ma anche scene di vita quotidiana, costumi e tradizioni della società abruzzese dei primi anni del Novecento.
L’
archeologo e topografo inglese Thomas Ashby (Staines 1874 – Londra 1931) è stato uno studioso molto stimato che ottenne riconoscimenti dalle più prestigiose istituzioni culturali italiane e straniere. L’interesse per gli studi classici e la passione verso i monumenti antichi dell’Italia spinsero il giovane archeologo a trasferirsi a Roma, dove soggiornò per molti anni. Nel 1901 fu ammesso con una borsa di studio alla British School at Rome e ne diventò il Direttore dal 1906 al 1925. Oltre all’amore per Roma e i suoi monumenti, l’interesse dello studioso fu fortemente attratto dall’esplorazione della Campagna Romana ricca di testimonianze archeologiche sconosciute di cui divenne un esperto conoscitore. In tutti i suoi studi topografici Ashby adottò un metodo di ricerca molto rigoroso: seguiva le maggiori strade dell’antichità e ne tracciava il percorso sulle carte topografiche; esplorava le aree circostanti prendendo appunti, disegnando e fotografando tutto quello che rimaneva dei ruderi antichi; esponeva il risultato delle pazienti osservazioni integrandole con le memorie storiche e i riferimenti bibliografici a opere edite e inedite. Giuseppe Lugli (archeologo, accademico italiano e professore ordinario di Topografia romana all’Università “Sapienza” di Roma), che si dichiarò discepolo di Ashby nell’applicazione rigorosa di questa metodologia, affermò: “Dove è passato il piede di Ashby, si diceva scherzando fra noi, suoi discepoli e amici, non vi è più grano da mietere per gli archeologi”. Nel corso della sua straordinaria e multiforme attività di archeologo, topografo e bibliofilo, Thomas Ashby ha accumulato migliaia di pagine con i suoi appunti di studio ed è stato autore di numerose pubblicazioni; ha ricercato e collezionato libri rari, disegni e stampe di monumenti italiani realizzati dagli artisti del Rinascimento e dai viaggiatori del Grand Tour, inoltre, si è servito con grande interesse del mezzo fotografico per documentare il proprio lavoro e i tanti viaggi in Italia e all’estero tra il 1890 e il 1925, creando così una raccolta di oltre 9.000 fotografie che scattò personalmente e che ebbe cura di sistemare cronologicamente in 18 grandi album. Queste fotografie – insieme ai tanti altri documenti della Collezione Ashby – sono ora conservate presso la British School at Rome e rappresentano un patrimonio visivo di straordinario valore storico, culturale, ambientale e sociale da riscoprire e far apprezzare a un pubblico più ampio.
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Tra il 1901 e il 1923 Thomas Ashby intraprese sei viaggi in Abruzzo lasciandoci affascinanti reportage fotografici che documentano siti archeologici, monumenti, centri abitati, paesaggi, ma anche scene di vita quotidiana, costumi e tradizioni locali. Questa raccolta di fotografie costituisce una preziosa testimonianza visiva dell’ambiente e della società abruzzese dei primi anni del Novecento, che proprio allora si andava trasformando a causa del progresso, coinvolgendo nel cambiamento anche usi e costumi secolari che rischiavano di scomparire per sempre. La consapevolezza di quella precarietà spinse l’archeologo inglese a documentare ogni aspetto della realtà di cui fu testimone. Solo nel caso dei viaggi del 1901, 1905, 1909, possiamo avvalerci della testimonianza bibliografica dell’autore e di altre unità documentarie (appunti e corrispondenze) che permettono di chiarire le motivazioni che spinsero Ashby a intrapre-
ndere quelle passeggiate in Abruzzo. Il primo viaggio risale al 1901, anno in cui il giovane archeologo guidato da interessi professionali effettuò, insieme a Rodolfo Lanciani e a George Joseph Pfeiffer, un sopralluogo nel sito dell’antica città romana di Carsioli. I risultati di quelle ricerche furono pubblicati nel 1905 sul primo volume dei «Supplementary Papers of the American School of Classical Studies in Rome» e nonostante siano trascorsi più di cent’anni, la pubblicazione resta ancora un riferimento fondamentale per la definizione storica e topografica dell’antica città. I suoi primi itinerari di viaggio comprendono anche la visita dei siti archeologici di Alba Fucens, Amiternum e dei centri abitati di Sulmona e L’Aquila, dove l’11 maggio 1901, fotografò la fiera del bestiame. Nel 1905 la sua passione per l’antiquariato lo condusse di nuovo in Abruzzo per visitare la Mostra di Antica Arte Abruzzese, allestita nel Palazzo Comunale di Chieti, per cui Ashby scrisse una dettagliata recensione intitolata Ancient Abruzzese art at Chieti, pubblicata il 23 dicembre 1905 sul periodico inglese “The Builder”, in cui l’autore spiegò ai lettori che essendo Chieti abbastanza distante dalle ordinarie rotte turistiche, probabilmente la mostra non era stata visitata dai molti viaggiatori inglesi, per i quali un resoconto di essa poteva risultare di un certo interesse. Il viaggio del 1909 aveva uno scopo preciso: vedere e documentare alcune feste popolari della regione. Il resoconto di quel viaggio confluì nel volume Some Italian Scenes and Festivals, pubblicato a Londra nel 1929, che raccoglie descrizioni e fotografie di feste religiose, riti, usi e costumi tradizionali di alcune regioni italiane, a cui Ashby dedicò molti anni di ricerca. Sebbene il reportage fotografico del 1909 abbia restituito molte immagini che raffigurano i monumenti delle città di Sulmona e Anversa, i paesaggi e le suggestive vedute dell’Alta Valle del Sagittario, in questa serie di fotografie prevale l’interesse per la popolazione caratterizzata dai tipici costumi, fotografata prevalentemente in gruppi durante lo svolgimento di fiere o mercati locali e, soprattutto, mentre partecipa alle singolari processioni della Madonna della Libera a Pratola Peligna, di S. Alessandro a Corfinio, di San Domenico a Cocullo. La presenza di fotografie di genere antropologico può sembrare insolita poiché non rientrano nel campo specifico della sua disciplina, ma in questo modo di operare si può rintracciare una continuità con la tradizione dei viaggiatori di rango intellettuale per i quali ogni materia era degna di ricordo. Ashby ha raccolto e portato verso risultati più maturi la straordinaria eredità dei viaggiatori inglesi che lo avevano preceduto e, al pari di altri suoi connazionali, come Richard Colt Hoare, Richard Keppel Craven, Edward Lear, fece tesoro di tutto quello che vide, contribuendo a far conoscere l’Abruzzo fuori dai confini nazionali. Nei viaggi a seguire, dal 1914 fino al 1923, Ashby ha fotografato prevalentemente i paesaggi vicino a Cappadocia, Capistrello, Pescocanale, Civita d’Antino, Tagliacozzo e Roccacerro, tutti piccoli centri ricchi di storia che l’archeologo ha visitato durante le esplorazioni del territorio lungo il percorso dell’antica via Valeria.
Nella pagina precedente: L’Aquila, mercato del bestiame, 1901 / Nella pagina a fianco: L’Aquila, 1901
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Cocullo (Aq), processione di San Domenico, 1909
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Corfinio (Aq), festa di Sant’Alessandro, 1909 / In alto: Sulmona (Aq), mercato, 1909
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Nella pagina precedente e sopra: L’Aquila, mercato del bestiame, 1901 / In alto: Strada per Alba Fucens, Monte Velino sullo sfondo, 1901
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Pratola Peligna (Aq), lavandaie, 1909 / In alto: Amiternum (Aq), anfiteatro, 1901
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Sulmona (Aq), mercato in Piazza Garibaldi, 1909 / In alto: Sulmona (Aq), Porta Napoli, 1901
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Cocullo (Aq), festa di San Domenico, 1909 / Nella pagina successiva: Carsoli (Aq), Chiesa di Santa Maria in Cellis, 1901
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Dopo la mostra itinerante “Ashby e l’Abruzzo”, allestita a Roma, L’Aquila, Sulmona, Pescara, Teramo, Cagliari e Londra, l’Accademia Britannica di Roma (BSR) e Ad.Venture avevano deciso di donare la “Collezione” fotografica all’Abruzzo, in particolare al Città dell’Aquila già ferita dal sisma. Con una cerimonia solenne svoltasi presso la basilica di Collemaggio il 28 settembre 2012, Christopher Prentice (British Ambassador of Italy), Massimo Cialente (Sindaco de L’Aquila) e Christopher Smith (Director BSR Roma) sottoscrivevano infatti il “protocollo” della donazione. Le istituzioni abruzzesi, il Comune de L’Aquila in particolare, non hanno poi dato seguito agli accordi e la “Collezione” è rimasta privata.
Il catalogo
Portfolio 1 / L’Aquila
Portfolio 2 / Abruzzo
Portfolio 3 / i Riti
Thomas Ashby Viaggi in Abruzzo, 1901-23 SilvanaEditoriale a cura di Vienna Tordone (Università d’Annunzio) e Ivano Villani (Ad.Venture)
“Io me l’immagino così” Elegante cartella con immagini inedite dell’Aquila Foto di Thomas Ashby Testo di Franco La Cecla Scheda di Vienna Tordone
Testo di Vienna Tordone Presentazioni di Christopher Smith Umberto Bultrighini Emanuela Fabbricotti
Formato / 31 x 41 cm 8 immagini singole in bicromia Libretto di 12 pagine Cartella in custodia fustellata
“Il passato che ci resta” Elegante cartella con immagini inedite dell’Abruzzo Foto di Thomas Ashby Dora e Agnes Bulwer Testo di Franco La Cecla Scheda di Vienna Tordone
“Riti come miti: Ashby e le feste d’Abruzzo.” Elegante cartella con immagini inedite dei riti in Abruzzo Foto di Thomas Ashby Testo di Franco La Cecla Scheda di Vienna Tordone
Formato / 31 x 41 cm 8 immagini singole in bicromia Libretto di 12 pagine Cartella in custodia fustellata
Formato / 31 x 41 cm 8 immagini singole in bicromia Libretto di 12 pagine Cartella in custodia fustellata
Testi bilingue
Testi bilingue
240 pagine / formato cm 25x28 testi italiano / inglese
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Testi bilingue
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Mura del versante meridionale di Colle Pettorino, Alba Fucens (Aq), 1901
Thomas Ashby Viaggi in Abruzzo 1901/1923 Ai primi del Novecento, l’archeologo inglese Thomas Ashby intraprese sei viaggi in Abruzzo lasciandoci una meravigliosa collezione di fotografie, rimaste finora inedite. Lo sguardo di Ashby colpisce perché va molto oltre l’archeologia, l’architettura e l’antropologia. L’Abruzzo che lui cerca e trova, percorrendolo in treno e a piedi, è il luogo dove, accanto alle pietre e ai reperti delle vestigia romane, vi deve ancora essere quella cultura che delle pietre è la continuazione, l’autentica durata. Una cultura da registrare in fretta – con mezzi nuovi come la fotografia – e accuratamente – con trascrizioni, interviste, appunti – perché, Ashby lo sa bene, presto sarà cancellata dall’avvento della modernità.
VARIO COLLEZIONE allegato a Vario 93 luglio-agosto 2018 © Copyright British School at Rome - Ad.Venture
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