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L’UOMO CHE PERO’ CONTINUA A MANCARE
Circa un anno fa, ci siamo lasciati sulla considerazione che tra le proposte di prodotto nell’ Eyewear esisteva uno sbilanciamento a sfavore dell’universo Uomo. In questo anno sono accadute tante cose sia nel nostro settore che nella moda in generale, cose che hanno in parte scardinato alcuni equilibri ed in altra parte accelerato processi evolutivi. Abbiamo assistito, ad esempio, all’uscita di personaggi dal loro ruolo di “direttori creativi”, diventati
“guru” come nel caso eclatante di Alessandro Michele per Gucci, che aveva oggettivamente determinato una virata prepotente verso il cosiddetto “gender fluid” e la contaminazione senza distinzione di generi anche in una categoria come quella degli occhiali, di cui personalmente lo stesso Michele aveva grande passione e che ha coinciso con la nascita all’interno di quel polo del lusso di un soggetto dedicato al nostro settore come Kering, che negli ultimi 7 anni ha cavalcato quest’onda, di fatto imponendo una propria visione al mercato tutto.
Mercato che, però, è assai più composito e trasversale in termini di consumi reali e che, se ben letto ed interpretato, non si può prescindere dal considerarlo molto più generalista in termini di volumi complessivi da cui attingere per il sostentamento quotidiano del business di punto vendita.
Si era, così, diffusa una modellistica che gli inglesi definirebbero assai “bold” (audace) in termini di spessori degli acetati, di dimensioni (certamente molto accattivanti perché assai modaiole, ma spesso tecnicamente poco gestibili soprattutto sulla parte vista), di ritorno alla logomania e, soprattutto, di una certa “femminilizzazione” delle proposte che, se confrontate con i reali ed effettivi dati di sell out dei negozi, non sono stati premianti e, seppur in quota parte, certamente non hanno favorito le vendite che bisogna invece ricordarsi derivare sempre dal soddisfacimento dei reali bisogni del consumatore, che nel frattempo è divenuto più consapevole ed autonomo rispetto ai diktat di una volta.
Il ritorno alle fiere in presenza, come lo è stato l’importantissimo appuntamento di Mido 2023, ha in massima parte confermato questo filone rispetto alle proposte che anche tanti “marchi indipendenti” hanno presentato, confermando altresì di non avere generato una visione diversa rispetto a quella delle grandi major, forse perché continua a prevalere da un lato la facilità del seguirne l’onda, dall’altro una certa autoreferenzialità che non favorisce la lettura critica delle proprie iniziative e soprattutto quella dei bisogni e desideri del consumatore finale.
Le recenti sfilate di moda per l’autunno-inverno 23/24 e tutto il mondo del design hanno prospettato un nuovo e più contemporaneo ritorno al minimalismo degli anni 90, di cui l’Uomo di stile certamente beneficerà, ma di cui ancora non si vede traccia nelle proposte dell’occhialeria, ovvero: dimensioni più equilibrate, volumi e spessori più contenuti, maggiori stondature e meno spigolosità. Insomma, quella certa “sobrietà” che è mancata, senza dimenticare il corretto rapporto qualità/ prezzo di cui si è onestamente perso il controllo.
A questo riguardo, e al netto di tutte le problematiche annesse e connesse agli aumenti (e alle speculazioni) sui costi, chi determina le collezioni sembra dimenticare i fondamentali del successo delle stesse, dopo ovviamente l’adeguata e corretta lettura ed interpretazione dei bisogni e desideri del cliente target, ossia le 3 P del Marketing Mix: Prodotto, Prezzo e Promozionalità. Il fattore “prezzo”, quindi, che è certamente il “di cui” finale della “bontà” del prodotto, non è però una variabile secondaria, soprattutto per la categoria di acquirenti come quella dell’Uomo che è tradizionalmente e genericamente più attenta e meno velleitaria su tutti i propri acquisti, nessuna categoria merceologica esclusa.
L’auspicio è che questo vasto campo lasciato (ancora) scoperto o marginalizzato dai più venga al più presto riempito di contenuti adeguati. E’ un’opportunità importantissima, anche e soprattutto per i brand e gli ottici indipendenti, un vantaggio competitivo da cogliere per quell’obiettivo a loro comune di differenziazione rispetto ai colossi produttivi e alla grande distribuzione organizzata di settore, soggetti estremamente sempre più legati tra di loro e, quindi, anche sempre meno flessibili e differenzianti in termini di offerta e di proposte diverse ma più rispondenti al mercato, soprattutto al mercato di quest’ Uomo che continua a mancare.
I-SPAX by Imago
I-SPAX è una delle collezioni più ampie e popolari di Imago Eyewear, distribuita con successo a partner e grossisti del settore dell’occhialeria in tutto il mondo da oltre 20 anni.
Il nome della collezione I-SPAX - abbreviazione di “eye and spectacles” (occhio e occhiali) - che è indubbiamente il modo più semplice ma anche più cool per dare un nome a un nuovo marchio, è nato durante un viaggio in macchina per visitare i fornitori dell’azienda in Italia nel 1999 e da allora è stata una storia di successo.
Imago ha sede nel pittoresco paesaggio della Baviera meridionale ed è di proprietà di Rainer Leapple e Marco Finster. Con il supporto di 25 dipendenti appassionati, l’azienda continua il suo percorso di crescita degli ultimi decenni.
Ispirati dalla splendida natura che circonda il loro spazio di lavoro, sviluppano fino a 90 nuovi modelli ogni anno per 7 diverse collezioni: Imago Ultralight, PIX, Imago Verde, spaxies, Imago Titanium, Greenline by Colorline e I-SPAX.
Naturalmente, ognuno di questi marchi ha una caratteristica che lo distingue dal resto della gamma. L’unicità di I-SPAX è il suo design pulito e semplice combinato con un’ampia varietà di forme, materiali, colori, dimensioni e tipologie, in grado di soddisfare i gusti e il pubblico di un ampio spettro a un prezzo equo e accessibile.
Le montature da uomo sono un punto di forza del marchio I-SPAX.
I modelli sofisticati e senza tempo sono disponibili in diverse misure fino a 60 mm. Per alcuni modelli sono disponibili eleganti clip da sole, che conferiscono a chi li indossa un look retrò di tendenza.
I-SPAX si preoccupa sempre di offrire un’ottima qualità e per questo utilizza prevalentemente componenti tedeschi come cerniere, viti e naselli. Le cerniere a molla sono generalmente ricambiabili e quindi non è necessario sostituire l’asta in caso di rottura della cerniera. Al contrario, la piccola cerniera può essere facilmente sostituita in pochi secondi.
Inoltre, Imago Eyewear è sempre impegnata a ridurre la propria incidenza sull’ambiente, ad esempio passando a materiali ecologici per i materiali di imballaggio, le bustine porta montature e gli articoli promozionali. Tutti sono realizzati con materiali riciclabili o riciclati, in gran parte prodotti nella zona circostante.