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Il punto sulle lenti a contatto: quali prospettive ci aspettano?

Prof. Alessandro Fossetti

Per rispondere alla domanda dobbiamo innanzitutto sapere dove siamo arrivati e come ci siamo arrivati. Con una allegoria potremmo dire che siamo al campo base e dobbiamo scalare l’Everest. Il viaggio che resta da fare dipende da tanti fattori: dov’è situato il campo base, ovvero da dove partiamo? Che tempo fa, ovvero il mercato è favorevole? Siamo in forma pronti a partire o stanchi, ovvero abbiamo voglia di emergere o ci siamo adagiati in una zona di comfort dalla quale ci spiace uscire? Siamo abbastanza attrezzati per la scalata, ovvero abbiamo le conoscenze e le competenze per affrontare le nuove sfide del mercato delle lac? Preciso che mi limiterò a parlare del mercato delle lenti morbide.

Prof Alessandro Fossetti

Analizziamo i punti sopra menzionati. Le lenti a contatto sono ormai un prodotto abbastanza affermato tra gli ametropi che le usano o hanno provato ad usarle. Negli ultimi anni ci sono stati sviluppi enormi nelle geometrie e nella qualità dei materiali, che hanno portato a progettare lenti confortevoli, affidabili e anche sicure dal punto di vista della salute visiva. Un settore quindi in evoluzione tecnica che conserva ancora grandi opportunità per gli optometristi e ottici che possono utilizzarle per la soddisfazione dei loro clienti e per sviluppare la propria attività e migliorarla. Tutto bene dunque? Niente affatto, rimangono ancora due punti: primo, siamo pronti ad emergere? Secondo: abbiamo le competenze e le abilità per migliorare?

Nonostante gli ottici abbiano l’abitudine di lamentarsi per i loro risultati economici, il settore dell’ottica presenta ancora ampi margini di ricarico, soprattutto per la parte oftalmica. Il ricarico però non è proporzionale alle competenze. Soddisfazione e compiacimento per la propria attività portano a non avere più tanti stimoli ad approfondire le novità, ad affrontare altre sfide, per esempio a potenziare il livello dei servizi al cittadino con problemi di vista con l’attività optometrica e la contattologia.

Non sono pochi gli ottici che sostengono sia più redditizia l’occhialeria della contattologia e che si comportano di conseguenza. Su Internet si trovano molte affermazioni strabilianti sulle lac e gli occhiali.

Sul sito di un discount di occhiali si legge: “Ecco le 6 ragioni per cui le lenti a contatto non sono la scelta migliore:

- Provocano fastidi e irritazioni

- Favoriscono le infezioni

- Non sono adatte a tutti

- Non sono la soluzione ideale se porti i progressivi

- Sono più costose

- Non sono alla moda!”

Come si può combattere l’ignoranza? È molto faticoso. Perché chi ignora può parlare a vanvera senza battere ciglio mentre chi risponde non può limitarsi a dire il contrario. Deve invece cercare di spiegare bene le cose. E ci vuole tempo. Per rispondere agli imprenditori che stanno dietro a quel sito posso farmi aiutare da Contattologia Oggi, il portale di divulgazione scientifica sulle lenti a contatto che dirigo. Possono andare a leggersi gli articoli pubblicati sulle lenti a contatto morbide, sui materiali, sulla loro manutenzione, sull’uso delle lenti nella miopia pediatrica e nella correzione della presbiopia. Apprenderebbero (finalmente!) che le lenti attuali sono tollerabilissime, non per otto ore, ma per tutta la giornata, che sono ritenute un metodo di correzione sicuro, che funzionano anche per la correzione della presbiopia e possono essere una soluzione ideale anche se porti i progressivi, senza che questi debbano essere abbandonati. Bisogna però riconoscere che, nonostante l’elevata qualità delle lenti che le aziende mettono a nostra disposizione, abbiamo ancora tanti pazienti che portano lenti a contatto ma non sono pienamente soddisfatti, lamentano fastidi di vario tipo, le portano con saltuarietà, alla fine si arrendono. Vogliamo sostenere che la colpa sia dei pazienti?

O guardare all’efficacia del nostro lavoro di contattologi? E qui siamo arrivati all’ultimo punto dell’elenco iniziale: abbiamo le conoscenze e le competenze per affrontare le nuove sfide del mercato delle lac?

La ricetta, a mio parere, è sempre la stessa da molti anni: formazione continua. Acquisire nuove competenze, studiando, anche seguendo corsi di aggiornamento, ma in presenza, dove si fanno o si vedono fare cose da imparare e poi replicare. Costruire quindi nuove abilità, per condurre con più consapevolezza e sicurezza l’adattamento delle lac e la gestione del portatore. Se saremo capaci di seguire e diffondere questi comportamenti la risposta alla domanda del titolo sarà che le prospettive sono ottimistiche, che la contattologia italiana avrà buoni sviluppi e diventerà sempre più un sostegno importante alle attività dei centri ottici, magari facendo anche da volano all’occhialeria. Per stimolare la diffusione credo che le attività di Contattologia Oggi, citata precedentemente, possano tornare utili. Tra l’altro è stata fondata proprio per quello scopo, con una newsletter mensile con articoli di divulgazione scientifica e un sito (www.contattologiaoggi.it) aperto a tutti, dove consultare gli articoli. Non mi resta che lasciarvi con un Buona contattologia a tutti!

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