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OLTRE LO SMART WORKING

La settimana corta, che in alcuni Paesi europei è già stata ampiamente applicata, comincia a riscuotere in Italia sempre più consensi, soprattutto dopo il forzato smart working adottato a causa della pandemia Covid.

Pioniera in Europa della nuova modalità di lavoro è stata l’Islanda che, dopo le sperimentazioni della settimana corta svolte tra il 2015 e il 2019, nel 2021 ha reso effettiva tale modalità per 2.500 impiegati, che lavorano tra le 35 e le 36 ore settimanali, senza riduzioni di stipendio.

La Gran Bretagna è stata uno dei primi Paesi a sperimentare per alcuni mesi la settimana corta presso 70 aziende di diverse dimensioni ed appartenenti a più settori (dal commerciale alla finanza). I risultati su produttività e benessere fisico e mentale, riportati dal movimento 4 Day

Week Global e pubblicati dal Financial Times, sono stati positivi: meno assenteismo, dimissioni leggermente diminuite e soddisfazione nei lavoratori per il ritrovato equilibrio tra lavoro e vita privata. Si è addirittura registrato un aumento medio dei ricavi dell’8% per le aziende che hanno aderito al progetto. La sperimentazione è stata oggetto di uno studio ufficiale da parte delle università di Cambridge e Oxford e del Boston College i cui risultati, prossimi alla pubblicazione, confermerebbero quanto su riportato.

A macchia di leopardo, la sperimentazione della settimana lavorativa corta ha coinvolto anche altri Paesi. In Irlanda il progetto pilota è stato condotto in 33 società, coinvolgendo 903 lavoratori. In questo caso, 27 aziende, alla fine della sperimentazione, hanno deciso di conti- nuare con la settimana corta a parità di stipendio, perché soddisfatte della produttività e dei risultati dei lavoratori, oltre che dei ricavi, che per qualcuno sono aumentati anche del 38% rispetto all'anno precedente. Inoltre, il 97% dei 495 dipendenti che hanno risposto al questionario di fine progetto si è detto pienamente soddisfatto della novità introdotta, perché meno stressati e affaticati e con concreti miglioramenti sulla salute fisica e mentale.

Altro Paese ad introdurre a inizio 2022 la settimana lavorativa corta è stato il Belgio, che ha optato per la formula stesse ore lavorative settimanali, ma concentrate in quattro giorni invece che in cinque. Il dipendente che ne fa richiesta, dopo un periodo di prova di 6 mesi, vi può aderire in maniera definitiva. Qualcosa del genere è stata introdotta anche in Spagna

Uscendo dai confini europei, scopriamo che in Giappone già dal 2019 Microsoft ha concesso un giorno libero in più a settimana ai propri dipendenti e la produttività è passata a +40%.

Una rivoluzione che sta coinvolgendo anche Paesi più tradizionalisti. Negli Emirati Arabi Uniti, ad esempio, dal 1° gennaio di quest’anno il governo ha deciso di cambiare il fine settimana da venerdì-sabato, come vuole la tradizione, a sabato-domenica e istituire una settimana lavorativa di quattro giorni e mezzo. Oltre al sabato-domenica, i lavoratori degli Emirati godranno di un'ulteriore mezza giornata di riposo nel pomeriggio di venerdì, giorno della grande preghiera settimanale nei Paesi musulmani, lavorando da casa in modo da poter organizzare l’orario in base alle proprie esigenze religiose

Negli Stati Uniti, ad esempio, a partire dal 16 gennaio Microsoft ha introdotto un nuovo piano ferie, secondo il quale i dipendenti possono decidere in maniera autonoma i propri giorni di riposo, senza doverli prima accumulare. La concessione di ferie senza limiti rappresenterebbe un vantaggio per i datori di lavoro stessi che, oltre a non dovere riconoscere ai dipendenti che si dimettono o che vengono licenziati risarcimenti per eventuali ferie non godute, grazie al nuovo modello possono risparmiare tempo in burocrazia e attività amministrative.

Sembrerebbe che altre grandi aziende oltreoceano come LinkedIn, Oracle, Netflix e Goldman Sachs siano prossime a seguire l’esempio di Microsoft.

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