20150903 l amico del popolo feltre & altino

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Cultura e spettacoli

L’Amico del Popolo 3 SETTEMBRE 2015 - N. 34

Che cosa c'è questa settimana

storia antica

Quell’antico legame che univa Feltre ad Altino

Rapporti commerciali nel Veneto ai tempi di Roma ma anche ruoli comuni È difficile, oggi, arrivare ad Altino. Il paese è piccolo, fatto di tre o quattro case e di un santuario dedicato ai caduti, numerosi, della prima guerra mondiale. Intorno si stendono campi e campi pianeggianti e ben coltivati. Eppure qui sorge un Museo che racchiude reperti archeologici di epoca romana e che ha dignità nazionale. In un’estate caldissima e secca di pochi anni fa, volando sulla zona con aerei leggeri, ci si accorse che compariva una enorme carta topografica disegnata con l’ erba e il mais. La vegetazione infatti ingialliva e moriva più facilmente sopra le mura e i sassi di antichi edifici e segnava con precisione il perimetro di case, palazzi, templi e arene. Quella era la vera Altino. Una città di almeno 30.000 abitanti abbandonata, depredata e scomparsa dopo le invasioni barbariche che decretarono il crollo dell’Impero Romano d’Occidente. I ricchi e pacifici altinati non aspettarono l’arrivo degli Unni e di Attila. Abituati ai commerci e agli agi di una vita «borghese» scapparono sull’isola di Torcello e fondarono una nuova città. Da lì poi giunsero a Venezia portando con sè le abitudini dei tempi migliori e tornando probabilmente ad Altino solo per caricare marmi e pietre delle case abbandonate. L’acqua del Sile e quella del mare coprirono ogni cosa per secoli. Ancora nell’800, scriveva Francesco Tauro, dotto ricercatore feltrino scopritore della colonna miliaria di Cesio maggiore, i barcaioli, che spingevano le loro imbarcazioni a fondo piatto con lunghe pertiche tra i canneti e le barene del luogo, urtavano con la punta del bastone contro le pietre delle case sommerse. Negli anni 20-30 del ‘900 quelle zone furono oggetto di una grande bonifica che regalò all’Italia terre da coltivare. Chi percorre la vecchia strada che da Treviso arriva al mare vede una lunga teoria di fattorie agricole dai nomi bellissimi «La Rinata», «La Speranza», «La Fiorita», «La Florida»… tutte ridotte a ruderi, ma testimoni di un momento storico particolare. Proprio in quel periodo dai campi, durante l’aratura, si cominciarono a trovare vestigia dell’antica Altino. Lapidi, monumenti, pavimenti a mosaico, basamenti di torri… Tanto, insomma, ma non ancora quanto aspettava e aspetta sotto la fertile terra. Molti di questa antica città erano «fabri» cioè artefici, capaci di progettare e costruire opere in muratura, artigiani, carpentieri e fabbri in senso stretto. Dovevano essere abbienti. La pietra d’Istria arrivava per mare al porto marittimo, il legname scendeva lungo il Piave e il Sile. Esistevano probabili rapporti con l’Oriente, provati da una «svastica» su un pavimento a mosaico. Essa non ha nulla a che fare con il nazismo, molto invece trae dalla mistica orientale e i suoi simboli. Le antichissime coppe variopinte in vetro, esposte nel Museo, sono le antenate dei «Murano Glass» che hanno resa famosa Murano. La sapienza di creare una materia trasparente e lucente dalla umile sabbia silicea

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è di probabile origine fenicia. Anche le vie di terra erano aperte e frequentate: la via Annia che giungeva da Adria ad Aquileia, la via che arrivava da Padova (ancor oggi qui esiste la centralissima via Altinate) e la via Claudia Augusta che puntava dritta verso il nord. Verso Feltre. Ci si può chiedere cosa dava Altino a Feltre e cosa Feltre dava ad Altino. Domanda legittima se pensiamo che il «patrono» cioè il difensore, il coordinatore, il capo insomma della congregazione dei Fabri di Altino (fraglia, scuola, «sindacato», «corporazione») era un feltrino della tribù Menenia: Caio Firmio Rufino. La sua lapide emerse dagli scavi eseguiti nel 1544 per la riedificazione della facciata della cattedrale di Feltre che era

crollata e che si volle ricostruire su più solide fondamenta. Come mai, ci si può chiedere, un personaggio così eminente risiedeva a Feltre? Quale via: culturale, economica, politica legava queste due città? Francesco Tauro scrisse nel suo manoscritto «Illustrazione della lapide di Caio Firmio Rufino esistente nel duomo di Feltre MDCCCXVIII»: «Ebbe essa (Altino) le più stimate lane di tutte l’altre d’Italia dopo quelle di Puglia e di Parma come ci lasciò scritto Marziale - velleribus primis Apulia, Parma secundis nobilis. Altinum tertia laudat ovis…a questo proposito m’induce a supporre che fino a’tempi di C. Firmio e forse ancor ne’ più antichi, introdotta si fosse alcuna comunicazione e corrispondenza mercantile fra le città di Feltre, di Berua

Il manoscritto di Francesco Tauro dedicato all’epigrafe.

(secondo Tauro, Bolzano) e di Altino. … suddetta strada militare partendosi da Altino, passava a Feltre e dirigevasi a Trento, due stazioni della milizia romana, e se in seguito non passava a Bolzano, dovea passar certamente molto vicino a quella città… ragione quindi vuole che tale commercio siasi di gran lunga aumentato per la costruzione della nuova, forte e comoda strada romana, e in conseguenza pel minore dispendio per gli trasporti, però che andando gli eserciti in Germania e spesse volte truppe di rinforzo, i carrettieri per la strada fatta migliore potendo condurre con gli stessi cavalli, pesi maggiori … caricavano le merci sopra le loro carrette traducendole da Altino a Feltre e di qui facendo nuovo carico, a Bolzano, luogo di gran traffico e proprio per lo spaccio massimo di panni grossi adattati al clima tedesco … come dimostrano le sue Fiere che stanno a livello delle principali della Germania. Nel ritorno poi delle truppe in Italia con lo stesso modo e col medesimo vantaggio, si tornava a caricare in Bolzano dell’altra mercanzia di cui mancavano Feltre e altino …». Mettendo assieme vari spunti possiamo immaginare che molte di queste merci fossero la lana e i panni lavorati a Feltre. Appunto «infeltriti». È scolpito invece sulla pietra il fatto che il «capo» dei fabri di Altino fosse un feltrino. Credo che sia una buona pista da seguire anche per gli archeologi di oggi. Giuditta Guiotto

«Amici della Banda», ripartono i corsi Settembre, il momento per cominciare a pensare alle attività giuste per i nostri ragazzi! Ed è proprio in questo mese infatti che l’Associazione Bellunese Amici della Banda» comincia la promozione dei propri corsi di musica. L’offerta è variegata e può interessare destinatari molto diversi. Si comincia con i corsi di propedeutica musicale rivolti ai bambini dai 4 ai 7 anni che, divisi per fasce d’età, si avvicinano al magico mondo della musica attraverso il movimento e i primi strumenti a percussione. I corsi si terranno a Mussoi, Cusighe, Limana e Sospirolo. Dagli 8 anni in poi iniziano i corsi di strumento musicale (fiati e percussioni) che affiancano alla pratica individuale dello strumento scelto, lo studio della teoria musicale e la gioia della musica d’assieme, il tutto sotto la guida di insegnanti diplomati e di provata esperienza. Le lezioni si terranno a Belluno (Scuola Media Ricci) e Limana (Scuola primaria «G. Cibien»). Dalla collaborazione con una musicoterapeuta sono nati anche i corsi di musica rivolti a ragazzi con BES che offrono percorsi personalizzati e adeguati alle esigenze specifiche. L’Associazione è a disposizione anche per lezioni-concerto da tenere nelle scuole, per avvicinare i bambini alla realtà dell’orchestra di fiati, o veri propri corsi di educazione musicale rivolti a scuole, enti, comunità. Per maggiori informazioni e

per le iscrizioni è possibile telefonare al numero 3403300632 o scrivere a info@bandabelluno. it.

Per i corsi di propedeutica musicale e di strumento le iscrizioni si chiudono il 22 settembre.

Telebelluno Dolomiti La provincia in video

Nella rubrica «Insieme oltre il 2000» si potranno seguire, da lunedì a sabato, alle ore 18,30 e 21,30, e il giorno seguente alle ore 10,30:

Le «letture» di domenica SABATO 5: Le «Letture» della domenica XXIII del Tempo ordinario (6 settembre), presentate da don Sirio Da Corte.

Seren del Grappa: il «Decennale della Madonna del voto»

LUNEDÌ 7: Seren del Grappa, 15 agosto: la solenne celebrazione decennale della «Madonna del voto», con i vesperi solenni e la processione, tra archi e fiori, con il vescovo monsignor Andrich, Sacerdoti, Sindaci, Autorità e duemila fedeli in adempimento di un voto fatto dal paese durante la «peste» del 1855. (Seconda p.– 2/2)

Arten di Fonzaso: decennale del Voto alla Madonna MARTEDÌ 8: Domenica 23 agosto 2015. La solenne celebrazione ad Arten di Fonzaso del decennale del Voto alla Madonna fatto durante l’epidemia di «peste» del 1850 (Prima parte –1/2)

Da S. Vittore al Grappa 1 e 2 agosto MERCOLEDÌ 9: Il pellegrinaggio sul «Cammino delle Dolomiti» dal Santuario di San Vittore, per Seren e le Bocchette, alla Madonna del Grappa e la solenne commemorazione, in vetta, delle dolorose vicende belliche della Grande guerra. (Quarta parte - 4/4)

Giornali della provincia GIOVEDÌ 10: Rassegna di giornali della provincia di Belluno: L’ombra, periodico del Circolo culturale Sinistra Piave; Stile zoldano, bimestrale di cultura e attualità di Zoldo; il Veses, Finestre sulla Valbelluna; In marcia, trimestrale della Sezione Ana di Belluno; Doi trei ciacole!, giornalino delle terze medie Istituto comprensivo di Cencenighe.

Attività diocesane e varie VENERDÌ 11: Rassegna di attività diocesane, parrocchiali, assistenziali e culturali.

Interventi a «La Voce delle Istituzioni» Questa settimana nella rubrica quotidiana «La voce delle Istituzioni» si potranno ascoltare: - venerdì 4, Federico Dalla Torre, sindaco di Sovramonte. - sabato 5, Ennio Pellizzari, sindaco di Fonzaso. - lunedì 7, Renzo Bortolot, sindaco di Zoppè di Cadore. - martedì 8, Federico D’Incà, membro del Parlamento Italiano. - mercoledì 9, Giacomo Deon, presidente di Confartigianato Belluno. - giovedì 10, Camillo De Pellegrin, sindaco di Forno di Zoldo. - venerdì 11, Silvia Tormen, sindaco di Taibon Agordino. - sabato 12, Bruno Zanolla, sindaco di Quero Vas. La rubrica «La Voce delle Istituzioni» va in onda ogni giorno (eccetto la domenica) alle ore 20 e ore 23, con ripetizione il giorno seguente alle 12,50.

Giovanissimi allievi dei corsi di propedeutica musicale.

Grande Guerra, un concerto-lettura il 10 a Villa Patt Nell’anno della ricorrenza di un tragico anniversario, quello dello scoppio della prima Guerra Mondiale (19151918), il Circolo Culturale dedica alla commemorazione dei caduti un evento della sua

stagione estiva dei «Concerti in Villa» dal titolo «Avevano vent’anni», replicando quello che già ebbe luogo l’anno scorso nella chiesa ossario di Santa Maria Immacolata, a Mussoi. Giovedì 10 settem-

l’anagramma Rimescola le lettere della frase:

«Reinserite nota» La frase proposta questa settimana da Adriano Zanon nasconde il nome di un bel corso d’acqua della provincia di Belluno. Hai indovinato? La soluzione dell’anagramma sarà pubblicata nel prossimo numero dell’Amico del Popolo, nella pagina delle Rubriche. Tutti gli appassionati possono proporre il loro anagramma scrivendoci la loro proposta all’indirizzo giochi@amicodelpopolo.it

bre, alle 20.45, a Villa de Manzoni a Patt di Sedico verrà ricordato il sacrificio di tanti giovani soldati caduti nel corso della «grande guerra»: uno dei più vasti conflitti della storia, con 16 milioni di vittime. Il Museo Storico del 7° Reggimento Alpini, che a Villa Patt ha sede, sarà il luogo di questa mesta celebrazione, oltre a fornire assieme all’Archivio storico di Belluno e ad alcuni privati le immagini che verranno proiettate nel corso della serata. Si tratterà infatti di un evento che unirà immagini, suoni e recitazione nell’intento di ripercorrere le vicende dolorose che nella provincia bellunese hanno lasciato un’impronta

profonda e un’indelebile memoria. Si alterneranno le voci recitanti di Andrea Basile, Luisa Coin, Ermano De Col. Le musiche strumentali saranno eseguite da Ivan Roldo (tromba), Gilberto Meneghin (fisarmonica) e Ottorino Cusinato (percussioni). La serata si avvale inoltre dei contributi di Filippo Caruso, Orietta Ceiner, Giorgio Ghe, Stefano Pariset, Giorgio Tosato. Le voci del Coro Monte Dolada, diretto da Alessio Lavina canteranno brani alpini, dando saggio di un repertorio che proprio dagli eventi bellici ha tratto materia e ispirazione per la sua concezione, come lampi di luce in una notte della ragione.


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