L’INCREDIBILE RACCONTO DEI FONDI EUROPEI IN FAVORE DEI CENTRI COMMERCIALI NATURALI SICILIANI.
Storia di ordinaria follia burocratica siciliana: 19 milioni di euro e riuscire a non spenderli I consorzi di commercianti denominati Centri Commerciali Naturali (CCN) si trovano da circa UN ANNO (ufficialmente da settembre 2014) a dovere fare fronte ad una forte anomalia del servizio 8 – commercio dell’Assessorato regionale alle Attività Produttive. Raccontiamo brevemente la storia. 1. A marzo 2012 si presentano istanze per i finanziamenti dedicati ai cosiddetti Centri Commerciali Naturali (CCN) per fondi a valere sulla misura 5.1.3.3. (14 milioni di risorse finanziarie dedicate) 2. dopo DUE ANNI E MEZZO, e dopo mille traversie finalmente a settembre 2014 arrivano i decreti di finanziamento. 3. Nel frattempo circa il 30% dei commercianti di tutti i CC siciliani ha già fatto gli investimenti e dunque è nella condizione di chiedere il saldo. 4. Tuttavia questi commercianti hanno pagato i fornitori con assegni bancari su conto dedicato che per il bando non sono titoli ammissibili per la rendicontazione. 5. Da settembre 2014, attraverso comunicazioni ufficiali molti CCN (e Confcommercio regionale) segnalano ai funzionari del servizio 8 commercio che il bando non è conforme alla normativa vigente perché fa riferimento alla vecchia versione della legge 136/10 (antimafia...quella di agosto 2010) e che il riferimento normativo attualmente valido (la stessa norma 136 modificata a dicembre 2010) invece impone l’accettazione degli assegni bancari come titoli di spesa legittimi 6. Si evidenzia anche che lo stesso ufficio legale della regione fornisce la stessa indicazione data dai CCN, segnalando alcuni decreti dirigenziali correttivi di altri bandi dello STESSO ASSESSORATO E DELLO STESSO DIRIGENTE (MISURA 5.1.3.1., 5.1.3.2., , 5.1.3.4., 5.1.3.5. e MISURA 3.3.1.4.) regolarmente pubblicati sulla GURS 7. Finalmente, dopo molta tensione, a marzo 2015 il Dirigente pubblica un DDG correttivo con il quale si accettano gli assegni relativamente agli investimenti dei commercianti aderenti ai CCN 8. Tuttavia, il decreto dice che gli assegni bancari devono avere la stessa data di emissione della fattura di acquisto (cioè: il fornitore del commerciante emette la fattura oggi ed il commerciante lo paga con assegno....oggi!)..cosa che non ha alcuna base sia dal punto di vista normativo sia dal punto di vista della pratica commerciale e soprattutto che NON È RICHIESTA PER GLI ALTRI BANDI CON I RELATIVI DECRETI CORRETTIVI .
9. Inoltre una ricerca sulle regole di rendicontazione valide per la regione Sicilia, Lombardia, Sardegna e Puglia fa emergere che in nessun documento analizzato si trova un riferimento ad una cosa del genere. 10. Con comunicazioni ufficiali si ha cura di segnalare al dirigente del servizio 8 commercio Rizzo, al dirigente generale dell’assessorato Ferrara, all’assessore Vancheri, all’avvocato della Regione Palma, al dirigente generale della Programmazione Falgares ed la Presidente Crocetta che l’amministrazione regionale sta creando un problema serio ai commercianti senza che si riesca a capire perché, e senza tenere conto della normativa vigente. 11.SI CONSIDERI ANCHE CHE SE FOSSE CORRETTO QUANTO VOLUTO DALL’UFFICO 8 - COMMERCIO ALLORA HANNO ERRATO TUTTI GLI ALTRI ASSESSORATI PER TUTTE LE PROGRAMMAZIONI E DUNQUE LA REGIONE DEVE NECESSARIAMENTE CHIEDERE LA REVOCA DI TUTTI I FINANZIAMENTI CHE HA EROGATO A TUTTI FINO AD OGGI PER L’INTERA SICILIA....in ogni caso ci sarebbe un problema di disallineamento delle procedure di rendicontazione in Regione Sicilia che deve essere segnalato in Procura Ora, per fare ritornare la calma, ragione e legalità basterebbe che il dirigente generale Ferrara non prendesse sotto gamba tale questione, si confrontasse con l’ufficio legale della Regione e facesse un altro decreto correttivo con il quale si elimina la richiesta (a pena di revoca del finanziamento) di coincidenza tra data di emissione della fattura di acquisto e data dell’assegno che la paga. Ad oggi non abbiamo alcuna notizia in merito e sembra invece che il servizio 8 – commercio voglia mantenere questa situazione penalizzante e discriminatoria per i commercianti.